StampaPeriodica ,
Chi
voglia
esaminare
,
dal
punto
di
vista
italiano
,
il
problema
dell
'
Adriatico
,
deve
partire
innanzitutto
da
una
considerazione
obiettiva
dei
fatti
più
generali
che
si
svolgono
al
di
là
del
mare
.
...
Al
di
là
del
mare
oggi
si
combatte
una
lotta
di
vita
o
di
morte
.
Da
una
parte
,
la
crisi
di
un
impero
secolare
,
che
ha
mutata
la
sua
missione
nel
mondo
,
ma
non
l
'
ha
ancora
forse
interamente
esaurita
,
e
che
si
dibatte
per
la
propria
esistenza
.
Dall
'
altra
la
crisi
di
un
popolo
,
che
giunto
al
pieno
sentimento
della
propria
nazionalità
,
si
divincola
per
raggiungere
un
assetto
politico
,
che
non
gli
arresti
ma
gli
faciliti
il
completo
dischiudersi
alla
vita
.
Fra
il
Quarnero
ed
Antivari
,
sulla
sponda
opposta
orientale
dell
'
Adriatico
,
di
fronte
alla
massa
compatta
di
italiani
della
sponda
occidentale
,
è
un
'
altra
massa
di
genti
,
sulle
quali
la
storia
ha
potuto
imprimere
differenze
esteriori
di
religioni
,
di
costumi
,
di
alfabeti
;
ma
non
ha
potuto
annientare
,
distruggere
le
stigmate
della
comune
origine
,
della
comune
favella
.
Sotto
la
varia
corteccia
degli
sloveni
,
dei
serbi
,
dobbiamo
riconoscere
uno
stesso
popolo
,
il
jugoslavo
.
Un
secolo
fa
,
quelle
popolazioni
,
prive
d
'
ogni
coscienza
unitaria
,
vivevano
divise
fra
il
dominio
turco
e
quello
austriaco
.
L
'
epopea
napoleonica
,
questa
grande
suscitatrice
di
nazionalità
,
dette
la
prima
spinta
al
movimento
nazionale
presso
le
popolazioni
slave
meridionali
dell
'
Austria
,
con
la
fondazione
del
Regno
dell
Illiria
,
cui
sopravvisse
a
lungo
,
ferocemente
combattuto
,
l
'
illirismo
letterario
e
politico
.
Presso
le
popolazioni
jugoslave
soggette
al
turco
,
invece
,
il
movimento
iniziale
,
culmina
soltanto
con
l
'
autonomia
conquistata
dalla
Serbia
(
1826
)
.
Per
tutto
il
secolo
XIX
,
lentamente
,
ma
tenacemente
,
costantemente
,
l
'
ascensione
nazionale
jugoslava
s
'
è
proseguita
dai
due
punti
d
'
origine
:
da
Nord
e
da
Sud
.
Da
Sud
la
piccola
Serbia
preme
affinché
il
movimento
nazionale
jugoslavo
sbocchi
ad
un
assetto
politico
,
che
riunisca
in
uno
stato
indipendente
le
sparse
membra
della
nazione
.
Da
nord
,
l
'
Austria
preme
affinché
il
movimento
sbocchi
ad
un
assetto
politico
,
che
conglobi
nell
'
impero
anche
i
tronchi
jugoslavi
già
soggetti
alla
Turchia
,
facilitando
così
all
'
Impero
anche
la
discesa
verso
l
Egeo
.
In
Austria
-
Ungheria
il
movimento
,
sempre
più
vivace
e
rigoglioso
,
non
poteva
non
differenziarsi
in
due
correnti
jugo
-
slave
politicamente
opposte
.
Da
una
parte
la
corrente
lealista
ed
autonomista
:
essa
culmina
prima
col
sogno
di
mons
.
Strossmayer
di
una
grande
Slavia
del
sud
sotto
lo
scettro
degli
Asburgo
,
che
avrebbero
dovuto
abbracciare
anche
la
Serbia
ed
il
Montenegro
,
e
poi
si
concreta
nella
più
modesta
dottrina
trialista
,
che
abbandoni
ogni
aspirazione
d
'
espansione
oltre
i
confini
assegnati
all
'
Impero
dal
trattato
di
Berlino
.
Da
un
'
altra
parte
la
corrente
irredentista
che
ha
centro
d
'
attrazione
la
Serbia
.
A
questa
corrente
irredentista
che
per
verità
,
fino
a
poco
tempo
fa
trovava
scarsi
seguaci
e
solo
fra
i
serbi
della
Bosnia
i
tedeschi
ed
i
magiari
predominanti
nel
vecchio
Impero
non
davano
gran
peso
:
era
troppo
poca
cosa
e
da
combattere
sopratutto
col
cercare
di
tenere
soggette
economicamente
e
col
mortificare
di
continuo
politicamente
la
piccola
Serbia
,
in
modo
che
non
potesse
esercitare
alcun
fascino
sui
sudditi
serbi
degli
Asburgo
.
Ma
allo
scoppiare
della
guerra
balcanica
del
1912
il
fremito
nazionale
,
che
scuote
e
pervade
a
un
tratto
le
popolazioni
jugoslave
dell
'
Impero
,
rivela
,
più
largo
e
diffuso
,
che
non
si
sospettasse
prima
,
il
movimento
irredentista
.
D
'
altra
parte
la
Serbia
,
uscendo
vittoriosa
ed
ingrandita
dalla
lotta
,
batte
in
breccia
tutta
la
politica
austriaca
dell
'
ultimo
trentennio
:
il
suo
fascino
sui
serbi
d
'
Austria
si
fa
sempre
più
vivo
.
Il
vecchio
impero
sente
in
tutta
la
sua
gravità
l
'
incalzare
del
problema
jugo
-
slavo
.
O
spegnere
d
'
un
colpo
,
bruscamente
,
fin
dal
suo
primo
divampare
il
fuoco
acceso
al
piccolo
regno
entro
i
confini
dell
'
Impero
;
o
,
come
l
'
incendio
nella
steppa
,
quel
fuoco
tutto
avvolgerà
,
distruggerà
.
L
'
uccisione
dell
'
arciduca
F
.
Ferdinando
è
l
'
indice
più
grave
dei
progressi
compiuti
dall
'
irredentismo
.
E
d
'
altra
parte
,
la
forma
stessa
dell
'
ultimatum
,
con
cui
l
'
Austria
chiese
entro
le
24
ore
risposte
tassative
a
domande
inaccettabili
da
parte
della
Serbia
,
e
la
dichiarazione
affrettata
di
guerra
,
seguita
senz
'
altro
alla
risposta
che
pure
conteneva
l
'
accettazione
delle
inaccettabili
richieste
,
danno
la
sicurezza
che
già
da
qualche
tempo
era
ferma
nel
governo
austriaco
la
volontà
di
schiacciare
alla
prima
occasione
il
regno
serbo
e
soffocare
così
la
prima
fonte
dell
'
irredentismo
jugo
-
slavo
.
L
'
Austria
potrà
perfino
annientare
il
Regno
di
Re
Pietro
;
ma
accoglierà
allora
nel
suo
seno
un
nuovo
fortissimo
nucleo
di
serbi
indomiti
,
adusi
all
'
indipendenza
,
che
fatalmente
contribuiranno
a
rafforzare
,
ingigantire
il
sentimento
nazionale
di
tutte
le
stirpi
jugoslave
.
È
questa
una
vera
fatalità
storica
,
che
né
abilità
di
statistica
,
né
crudeltà
poliziesche
,
né
strapotenza
di
vittorie
può
arrestare
.
IL
PROBLEMA
NAZIONALE
.
ITALIANO
.
Ciò
posto
,
in
che
cosa
consiste
il
problema
dell
'
Adriatico
dal
punto
di
vista
italiano
?
Esso
presenta
tre
aspetti
:
il
nazionale
,
il
militare
e
l
'
economico
,
intimamente
connessi
l
'
uno
all
'
altro
,
e
tutti
e
tre
di
grandissimo
valore
.
Abbiamo
parlato
finora
come
se
sulla
sponda
orientale
dell
'
Adriatico
non
si
svolgesse
che
una
sola
lotta
nazionale
:
quella
degli
slavi
.
Ma
accanto
agli
slavi
,
lungo
quella
sponda
,
più
o
meno
compatti
,
vivono
in
lotta
per
la
propria
conservazione
anche
circa
450
mila
italiani
.
La
soluzione
del
problema
nazionale
adriatico
non
presenta
il
carattere
relativamente
semplice
e
facile
che
presenta
quella
del
Trentino
,
dove
la
popolazione
italiana
costituisce
una
massa
compatta
e
serrata
,
tenuta
assieme
dalla
stessa
conformazione
del
territorio
.
Sulla
sponda
nord
-
est
dell
'
Adriatico
ci
troviamo
,
invece
,
in
presenza
d
'
uno
di
quei
rendez
-
vous
di
genti
,
la
cui
lotta
per
lo
spazio
fra
le
diverse
nazionalità
si
fa
palmo
a
palmo
,
in
cui
la
commistione
delle
genti
che
vi
si
trovano
di
fronte
raggiunge
il
massimo
grado
,
in
cui
non
esiste
in
altri
termini
un
netto
confine
etnografico
,
ma
una
larga
zona
di
confine
etnicamente
eterogenea
e
contestata
.
In
tali
condizioni
annettere
politicamente
tutta
questa
zona
all
'
una
o
all
'
altra
delle
nazioni
in
lotta
,
non
si
può
senza
sacrificare
più
o
meno
largamente
l
'
una
o
l
'
altra
nazionalità
.
E
,
d
'
altra
parte
,
poiché
non
è
possibile
che
il
confine
politico
sia
tracciato
esclusivamente
col
criterio
etnografico
l
'
unica
via
d
'
uscita
parrebbe
quella
di
trovare
un
confine
che
annettesse
ai
due
stati
confinanti
quegli
spazi
,
in
cui
la
rispettiva
nazionalità
ha
incontrastato
predominio
.
Ora
a
chi
osserva
come
siano
distribuiti
gl
'
Italiani
oltre
l
'
attuale
nostro
confine
orientale
,
appare
subito
evidente
,
come
la
loro
compattezza
vada
gradatamente
scemando
,
man
mano
che
si
procede
da
occidente
verso
oriente
e
da
nord
verso
sud
.
Nel
Friuli
orientale
,
o
Goriziano
,
su
250
mila
abitanti
,
93
mila
sono
italiani
e
151
sloveni
;
ma
qui
è
ancora
relativamente
facile
separare
i
due
elementi
,
in
quanto
gli
italiani
occupano
la
pianura
e
gli
sloveni
il
monte
,
e
la
lotta
non
esiste
che
al
centro
principale
Gorizia
e
nel
distretto
di
Cormons
che
comprende
il
territorio
di
Collio
,
misto
di
italiani
e
di
sloveni
.
Segue
Trieste
col
suo
distretto
,
che
forma
il
nucleo
più
forte
e
più
compatto
,
il
centro
di
irradiazione
dell
'
italianità
d
'
oltre
confine
;
in
cui
,
per
quanto
sia
accanita
la
lotta
fra
slavi
ed
italiani
,
questi
rappresentano
la
grandissima
maggioranza
della
popolazione
:
141
mila
sopra
un
totale
di
188
mila
abitanti
.
In
Istria
,
intesa
nella
sua
attuale
costituzione
amministrativa
,
147
mila
italiani
si
oppongono
a
250
mila
slavi
;
ma
in
effetti
nel
versante
orientale
dell
'
Istria
che
gravita
verso
il
Quarnaro
,
la
proporzione
degli
italiani
diventa
minima
.
Nei
distretti
di
Castelnuovo
e
di
Volosca
con
le
annesse
isole
appena
13000
italiani
stanno
di
contro
ad
80
mila
slavi
.
Ancora
più
in
là
,
a
sudest
non
troviamo
più
che
scarsi
e
dispersi
nuclei
di
italianità
in
mezzo
all
'
oceano
slavo
:
i
24
mila
italiani
dell
'
autonoma
Fiume
,
in
mezzo
a
2.600.000
abitanti
della
Croazia
-
Slavonia
;
i
18.000
secondo
le
statistiche
ufficiali
o
mettiamo
pure
al
massimo
50.00
italiani
frazionati
e
dispersi
nelle
piccole
cittadine
costiere
della
Dalmazia
,
occupata
dalla
massa
compatta
di
oltre
600.000
serbo
-
croati
.
È
evidente
che
voler
risolvere
il
problema
nostro
nazionale
,
annettendo
all
Italia
tutte
o
gran
parte
di
queste
genti
,
sarebbe
contrario
a
quello
stesso
diritto
di
nazionalità
,
in
nome
del
quale
invochiamo
la
liberazione
degli
italiani
irredenti
.
Non
altrettanto
si
potrebbe
dire
se
l
'
annessione
si
limitasse
a
quella
parte
del
territorio
dove
l
'
italianità
,
pur
frammista
agli
slavi
,
s
'
è
conservata
relativamente
compatta
.
Cioè
:
tutta
la
parte
che
resta
al
di
qua
del
confine
storico
dell
'
Istria
(
Timavo
,
Agro
triestino
,
Catena
della
Vena
,
Monte
Maggiore
,
Punta
Fianona
,
la
Pax
tecum
dei
romani
)
.
Con
la
prima
soluzione
,
per
salvare
450
mila
italiani
,
dovremmo
inghiottire
entro
i
nostri
confini
oltre
1.000.000
di
slavi
al
minimo
;
con
la
seconda
dovremmo
rinunciare
alle
poche
migliaia
d
'
italiani
di
Fiume
e
della
Dalmazia
,
ma
congloberemmo
nel
Regno
soltanto
385
mila
slavi
al
massimo
.
So
bene
che
simile
soluzione
non
può
soddisfare
la
nuovissima
scuola
che
vuole
rispettato
il
principio
della
nazionalità
,
ma
soltanto
per
la
propria
;
che
vuole
l
'
espansione
economi
:
a
e
politica
,
ma
soltanto
per
sé
.
Per
simili
aberrazioni
,
che
possono
suscitare
il
fascino
d
'
un
momento
,
il
fascino
della
forza
e
del
successo
brutale
,
ma
che
preparano
a
non
lunga
scadenza
difficoltà
,
e
delusioni
e
dolori
,
non
sarebbe
possibile
muovere
alla
guerra
la
grande
maggioranza
del
popolo
nostro
,
come
non
furono
spinti
da
esse
a
lottare
ed
a
soffrire
gli
uomini
del
nostro
Risorgimento
.
E
gli
stessi
propagandisti
della
conquista
dalmata
lo
sentono
così
bene
,
che
sono
obbligati
a
deformare
i
fatti
per
dare
alle
loro
idee
un
'
apparenza
di
diritto
nazionale
.
IL
PROBLEMA
MILITARE
.
Veniamo
ora
all
'
aspetto
militare
del
problema
.
Il
confine
orientale
dell
'
Italia
,
con
la
zona
aperta
friulana
al
di
qua
dell
'
Isonzo
,
è
come
un
portone
di
casa
completamente
spalancato
:
esso
è
,
insieme
alla
sua
mancata
annessione
del
Trentino
,
lo
scotto
di
Custoza
e
di
Lissa
.
Il
confine
orientale
rappresenta
il
punto
debole
del
nostro
paese
:
questo
si
deve
essenzialmente
al
fatto
che
l
'
Austria
possiede
,
oltre
al
Trentino
,
anche
la
costa
occidentale
dell
'
Istria
.
Il
Trentino
,
questo
cuneo
austriaco
nel
nostro
territorio
,
questo
saliente
,
come
dicono
i
militari
,
rende
ardua
e
difficile
la
difesa
del
confine
orientale
,
soprattutto
perché
per
gli
eserciti
da
noi
ammassati
alla
difesa
del
Friuli
rappresenta
la
gravissima
minaccia
di
esser
presi
alle
spalle
.
Ora
a
questo
saliente
terrestre
fa
pendant
in
mare
l
'
altro
saliente
austriaco
dell
'
Istria
con
Pola
,
che
impedisce
,
o
quanto
meno
ostacola
gravemente
la
difesa
da
mare
del
confine
orientale
.
Se
immaginiamo
,
invece
,
tolti
all
'
Austria
quei
due
salienti
minacciosi
,
la
difesa
del
nostro
paese
non
potrebbe
davvero
dirsi
più
in
serio
pericolo
.
Insomma
le
stesse
necessità
militari
che
,
oltre
al
resto
,
giustificano
le
aspirazioni
all
'
annessione
del
Trentino
,
giustificano
anche
l
'
altra
aspirazione
di
togliere
di
mano
all
'
Austria
il
pericoloso
saliente
di
Pola
.
Per
la
qual
cosa
sarebbe
necessario
e
sufficiente
che
il
confine
nostro
si
spingesse
press
'
a
poco
al
confine
storico
dell
'
Istria
.
IL
PROBLEMA
ECONOMICO
.
Dal
punto
di
vista
economico
,
il
problema
italiano
dell
'
Adriatico
si
può
sintetizzare
in
poche
parole
.
È
nostro
vitale
interesse
che
l
'
Adriatico
intensifichi
quanto
più
è
possibile
i
suoi
traffici
.
L
'
Italia
soffre
di
una
paralisi
nel
suo
fianco
orientale
.
Ad
occidente
i
suoi
maggiori
centri
,
ad
occidente
i
suoi
maggiori
porti
,
i
suoi
maggiori
traffici
;
ad
oriente
la
vita
pulsa
più
fiacca
,
più
stentata
.
È
un
male
antico
,
un
male
che
ha
profonde
radici
nei
secoli
.
Con
l
'
apertura
del
canale
di
Suez
,
una
nuova
corrente
è
tornata
a
circolare
vivificando
questo
esangue
organismo
,
e
le
nostre
regioni
adriatiche
han
cominciato
a
risorgere
,
come
ne
fan
fede
i
progressi
marinari
di
Venezia
,
Ancona
,
Bari
,
Brindisi
,
il
rinnovamento
agricolo
delle
provincie
adriatiche
,
l
'
iniziata
industrializzazione
del
Veneto
e
del
Barese
.
Siamo
però
appena
all
'
inizio
di
questo
rinnovamento
.
E
la
speranza
che
esso
continui
e
si
intensifichi
dobbiamo
riporla
specialmente
nel
continuo
incremento
dei
traffici
dell
'
Adriatico
.
...
Ora
è
nostro
interesse
economico
promuovere
quelle
soluzioni
politiche
del
problema
adriatico
,
che
meglio
possano
contribuire
ad
allargare
la
sfera
di
influenza
di
questo
mare
.
Ciò
posto
,
l
'
affacciarsi
della
Serbia
direttamente
su
questo
mare
,
non
può
essere
salutato
da
noi
che
con
gioia
,
anche
dal
punto
di
vista
commerciale
.
Una
grande
Serbia
,
che
abbracciasse
l
'
antico
regno
e
gli
acquisti
delle
ultime
guerre
balcaniche
,
e
la
Bosnia
Erzegovina
e
la
Dalmazia
,
coopererebbero
grandemente
ad
allargare
1'
interland
adriatico
.
Ostacolata
verso
sud
,
per
la
via
dell
'
Egeo
,
dal
possesso
greco
di
Salonicco
,
ostacolata
verso
oriente
,
per
la
via
del
Danubio
,
dalla
Ungheria
;
la
Serbia
sarebbe
costretta
dal
proprio
interesse
a
gravitare
sull
'
Adriatico
.
Oggi
invece
la
Bosnia
è
attratta
dall
'
Ungheria
verso
il
Danubio
;
e
tutta
l
'
attuale
Serbia
è
costretta
a
gravitare
interamente
sull
'
Egeo
e
sul
Danubio
,
perché
l
'
Austria
le
chiude
quel
varco
all
'
Adriatico
,
che
le
fu
sempre
aperto
fino
a
cinquant
'
anni
or
sono
attraverso
Ragusa
.
Viceversa
,
qualunque
soluzione
,
che
togliesse
all
'
impero
austro
-
ungarico
dato
che
questo
non
sia
distrutto
ogni
sbocco
sull
'
Adriatico
,
cioè
proprio
la
soluzione
che
alcuni
vagheggiano
di
una
occupazione
italiana
estesa
anche
alla
Dalmazia
,
dal
punto
di
vista
dei
traffici
dell
'
Adriatico
,
non
potrebbe
essere
che
dannosa
.
È
evidente
che
una
barriera
politica
fra
le
coste
italiane
e
l
'
impero
austro
-
ungarico
,
costituirebbe
un
notevole
ostacolo
a
che
i
paesi
interni
preferissero
l
'
Adriatico
alle
altre
vie
commerciali
.
L
'
AUTONOMIA
TRIESTINO
-
ISTRIANA
.
A
questa
ultima
soluzione
del
problema
(
conquista
italiana
del1'
Istria
storica
e
costituzione
di
tutta
la
Jugoslavia
in
una
grande
Serbia
indipendente
)
noi
dovremmo
dunque
aspirare
con
tutte
le
nostre
forze
.