StampaPeriodica ,
Sono
molti
gli
uomini
«
equilibrati
»
che
imputano
come
difetto
al
fascismo
la
rigida
intransigenza
,
costantemente
riaffermata
:
e
lo
vorrebbero
un
po
'
meno
...
rubesto
e
categorico
,
un
po
'
più
domestico
e
conciliante
.
Costoro
non
credono
nel
fascismo
,
non
ne
hanno
compreso
lo
spirito
,
e
,
consapevolmente
o
no
,
ne
desiderano
l
'
esaurimento
progressivo
.
Perché
il
fascismo
possedendo
una
propria
soluzione
integrale
dei
problemi
politici
e
sociali
,
intendendo
di
attuarla
,
obbedisce
con
la
sua
intransigenza
ad
una
legge
precisa
del
suo
sforzo
di
realizzazione
,
attua
la
condizione
necessaria
per
raggiungere
i
resultati
.
Parliamo
,
s
'
intende
,
di
intransigenza
sostanziale
,
di
quella
cioè
che
può
accettare
contatti
e
adesioni
per
contingenze
immediate
,
ma
gli
uni
e
le
altre
fa
convergere
ai
propri
fini
.
Non
si
contrastano
infatti
,
nelle
consuetudini
pratiche
del
fascismo
,
le
iscrizioni
insincere
o
quelle
di
ufficio
:
la
sua
dottrina
e
il
suo
metodo
non
ne
soffrono
deviazioni
o
attenuazioni
.
Sono
gli
altri
che
transigono
,
non
esso
.
Il
suo
Duce
sente
nettamente
questa
esigenza
della
sua
«
missione
»
e
dirige
con
lineare
inesorabilità
la
rotta
,
contro
tutte
le
tentatrici
convenienze
occasionali
.
Sono
di
ieri
le
sue
riaffermazioni
del
carattere
fascista
integrale
delle
Corporazioni
,
che
sembrano
una
risposta
alle
riserve
della
Azione
Cattolica
,
sebbene
egli
professi
una
grandissima
considerazione
per
la
importanza
religiosa
e
sociale
della
Chiesa
.
Non
è
forse
vero
che
tutti
i
movimenti
che
non
siano
meramente
intellettuali
debbono
riconoscere
la
stessa
legge
,
se
vogliono
adempiere
concretamente
alla
loro
missione
storica
?
Quando
infatti
alcuno
di
essi
si
lascia
permeare
da
spirito
di
transigenza
e
di
adattamento
anche
illudendosi
di
contenerne
le
applicazioni
nel
metodo
di
azione
,
che
agevoli
la
sua
progressiva
conquista
,
i
fatti
si
incaricano
di
dimostrare
che
con
ciò
stesso
il
movimento
rinunzia
ad
esercitare
un
influsso
decisivo
nella
vita
di
un
paese
.
È
lecito
,
senza
sentirsi
accusare
di
faziosità
,
di
sovversivismo
e
di
non
so
quali
altre
orribili
peccata
,
rintracciare
la
riprova
di
tale
verità
nelle
vicende
del
movimento
sociale
-
cristiano
d
'
Italia
?
Che
di
una
stasi
dolorosa
questo
soffra
,
non
ci
pare
invenzione
o
accentuazione
di
malevolo
pessimismo
.
I
dirigenti
della
stessa
Azione
Cattolica
la
avvertono
:
in
ogni
adunanza
si
levano
voci
a
lamentarla
;
la
incertezza
e
il
disagio
si
riflettono
nel
giornalismo
cattolico
,
e
qualcuno
degli
spiriti
più
pensosi
se
ne
va
già
preoccupando
come
di
una
«
crisi
»
(
non
è
questo
il
titolo
di
un
recente
studio
del
Bondioli
?
)
.
La
influenza
sociale
dell
'
opera
nostra
è
ridotta
al
minimo
:
ogni
sforzo
dei
vari
centri
direttivi
perde
la
maggior
parte
della
sua
efficacia
nella
inerzia
spesso
indifferente
della
periferia
.
Si
potrebbe
dire
sinteticamente
che
l
'
azione
sociale
cristiana
ha
perduto
l
'
iniziativa
della
battaglia
per
la
sua
espansione
conquistatrice
ed
è
ridotta
ad
una
penosa
difesa
..
.
Per
comprendere
le
cause
,
ed
inquadrarle
storicamente
nelle
varie
vicende
,
possono
giovare
alcuni
dati
cronologici
.
S
'
intende
che
la
breve
indagine
e
le
considerazioni
conseguenti
non
sono
riferibili
al
cattolicesimo
e
alla
Chiesa
come
confessione
e
Società
religiosa
:
questa
obbedisce
alle
esigenze
storiche
del
suo
altissimo
magistero
,
rimanendo
estranea
e
superiore
alle
vicende
interne
di
ogni
regime
.
Noi
parliamo
qui
della
posizione
nella
vita
pubblica
del
laicato
cattolico
.
Il
primo
sorgere
,
l
'
affermarsi
,
l
'
irrobustirsi
di
un
movimento
cattolico
,
avvengono
in
una
atmosfera
di
crudo
contrasto
con
tutte
le
altre
concezioni
,
con
tutti
gli
altri
movimenti
del
periodo
immediatamente
successivo
alla
unificazione
dello
Stato
.
Era
un
contrasto
che
ferveva
soprattutto
intorno
ad
una
questione
di
vasta
portata
religiosa
e
politica
ma
definita
e
circoscritta
;
che
si
traduceva
soprattutto
in
un
atteggiamento
di
resistenza
,
il
Non
expedit
.
Ma
la
delimitazione
degli
opposti
campi
era
netta
e
rigidamente
mantenuta
.
Si
venne
poi
affacciando
in
tutta
la
sua
imponenza
il
fenomeno
sociale
:
le
classi
lavoratrici
,
attraverso
il
socialismo
,
minacciavano
l
'
ordine
costituito
,
nell
'
economia
e
nella
politica
.
Il
grido
di
dolore
di
tanti
umili
,
in
condizione
poco
meno
che
servile
,
fu
raccolto
dai
cattolici
di
tutti
i
paesi
.
Echeggiò
nel
mondo
la
Rerum
Novarum
.
Il
periodo
dal
1891
(
Rerum
Novarum
)
al
1904
(
Nuovo
ordinamento
della
Azione
Cattolica
)
segna
l
'
affermarsi
progressivo
e
l
'
espandersi
come
azione
di
conquista
morale
della
democrazia
cristiana
.
Dal
1904
all
'
inizio
della
guerra
europea
,
si
va
accentuando
con
le
prime
attività
elettorali
dei
cattolici
la
scarsa
risonanza
della
loro
azione
nelle
masse
popolari
(
tutti
ormai
convengono
che
la
«
Unione
Popolare
»
non
fu
mai
un
organismo
vitale
,
e
che
la
«
Unione
Economico
-
Sociale
»
assistette
,
piuttosto
che
presiedere
collaborando
attivamente
,
ad
un
certo
sviluppo
del
movimento
sindacale
ed
economico
ristretto
a
talune
zone
dell
'
Italia
settentrionale
)
.
Dal
1918
al
1922
si
riprendono
e
con
rapido
progredire
si
affermano
indirettamente
,
attraverso
il
Partito
Popolare
e
le
tre
Confederazioni
«
bianche
»
l
'
attività
e
la
capacità
di
espansione
del
movimento
sociale
cristiano
.
Nella
vicenda
contemporanea
,
ancora
in
sviluppo
,
il
ripiegamento
della
azione
politica
e
sociale
e
il
ritorno
alla
azione
cattolica
di
preparazione
,
di
cultura
,
di
difesa
,
coincidono
col
riapparire
che
abbiamo
rilevato
di
un
inquietante
disinteresse
e
di
un
oscuro
disagio
in
larghi
strati
delle
masse
cattoliche
.
Un
costante
dato
di
fatto
,
a
cui
non
si
può
dare
s
'
intende
il
valore
di
un
elemento
per
sé
solo
esauriente
della
interpretazione
degli
avvenimenti
,
ma
che
balza
significativamente
in
rilievo
,
è
che
il
ristagnare
e
lo
isterilirsi
della
azione
sociale
cristiana
nella
vita
pubblica
ha
coinciso
con
l
'
adattamento
di
essa
a
situazioni
e
criteri
politici
(
partecipazione
a
sostegno
di
candidature
liberali
e
conservatrici
,
intese
clericomoderate
,
patto
Gentiloni
;
incertezze
ed
acquiescenze
contemporanee
ecc
.
)
;
mentre
il
vigoreggiare
della
forza
di
penetrazione
morale
,
della
fede
ardente
ed
operosa
,
dello
spirito
di
proselitismo
,
si
è
manifestato
,
in
misura
più
o
meno
profonda
,
nei
periodi
di
intransigenza
sostanziale
,
ed
anche
formale
,
nei
quali
i
cattolici
sociali
sentivano
di
costituire
essi
un
centro
di
polarizzazione
per
le
energie
volte
al
sano
progresso
civile
.
In
questa
ora
grigia
,
riandare
con
la
memoria
agli
anni
fervidi
che
seguirono
la
Rerum
Novarum
,
sonanti
di
contrasti
e
di
polemiche
interne
,
spesso
acerbissime
,
ma
ricchi
di
quel
fermento
spirituale
che
diede
poi
la
fioritura
meravigliosa
ahi
,
troppo
breve
!
della
democrazia
cristiana
;
fa
oggi
l
'
effetto
di
guardare
a
tempi
eroici
.
Si
rievocano
con
ammirazione
commossa
anche
coloro
che
come
l
'
Olgiati
sono
severi
nel
giudizio
complessivo
.
E
con
animo
non
dissimile
si
può
ricordare
la
ripresa
della
azione
sotto
le
bandiere
popolari
e
sindacali
bianche
.
Perché
,
se
di
un
movimento
così
complesso
è
lecito
dare
valutazioni
diverse
ed
opposte
,
nessuno
potrebbe
in
buona
fede
disconoscerne
il
fondo
ed
il
carattere
di
potente
rinascita
dello
spirito
cristiano
contro
il
materialismo
settario
della
pratica
liberale
,
della
massoneria
,
del
socialismo
rivoluzionario
.
Anche
nel
'19-20
,
come
venticinque
anni
addietro
,
non
ci
si
batteva
sulle
posizioni
,
ma
si
attaccavano
gli
avversari
nei
loro
domini
,
si
voleva
conquistare
e
si
rischiava
anche
la
vita
,
con
serenità
,
con
disinteresse
,
con
spirito
di
sacrificio
,
con
entusiasmo
:
lo
sa
chi
ha
affrontato
le
folle
imbestiate
dalla
propaganda
rivoluzionaria
del
'19
e
del
'20
.
L
'
ambizione
o
il
desiderio
di
profitto
personale
non
danno
un
tale
ardore
di
proselitismo
!
Oggi
i
cauti
ripiegamenti
,
le
accortezze
diplomatiche
,
i
distinguo
sapienti
,
la
predicata
pazienza
dell
'
attesa
,
l
'
accettazione
dei
fatti
compiuti
,
intristiscono
l
'
impulso
della
azione
,
la
fiducia
nelle
capacità
realizzatrici
del
nostro
programma
.
Risuona
con
troppo
debole
eco
l
'
appello
al
sacrificio
dei
pochi
che
sono
rimasti
sulla
linea
della
battaglia
:
quello
spirito
eroico
che
fu
animatore
delle
nostre
giovinezze
sembra
passato
ad
altri
.
Non
intenda
taluno
che
noi
vogliamo
ignorare
le
necessità
del
momento
,
limitatrici
ferree
dell
'
azione
:
quella
che
preoccupa
non
è
l
'
inattività
pratica
,
esteriore
,
organizzativa
,
bensì
l
'
inerzia
e
l
'
acquiescenza
degli
spiriti
...
Sugli
elementi
che
vi
hanno
condotto
,
i
fatti
vanno
ormai
fornendo
una
esperienza
che
non
sarebbe
lecito
svalutare
come
prematura
e
provvisoria
.
Si
può
dire
con
esattezza
storica
che
degli
stati
d
'
animo
delineatisi
nel
campo
dei
cattolici
italiani
,
quello
che
fin
qui
ha
determinato
la
figura
,
l
'
atteggiamento
,
la
funzione
complessiva
del
loro
movimento
nella
vita
pubblica
,
è
stata
la
tendenza
che
ama
definirsi
realistica
;
la
quale
difetta
di
quella
intima
fede
nella
virtù
rigeneratrice
(
o
almeno
nelle
possibilità
di
attuazione
)
del
cristianesimo
totale
,
che
crea
la
esigenza
di
una
posizione
tutta
propria
,
contrapposta
ad
ogni
altra
dottrina
o
metodo
politico
-
sociale
.
Uno
stato
d
'
animo
orientato
piuttosto
alla
difesa
ed
alla
conservazione
di
posizioni
acquisite
;
che
cerca
nella
intesa
con
altre
correnti
le
quali
abbiano
preoccupazioni
conservatrici
analoghe
,
se
pure
in
altro
campo
,
la
possibilità
di
affermarsi
con
la
maggior
efficacia
nella
vita
pubblica
;
che
obbedisce
quindi
a
sensazioni
più
strettamente
politiche
,
ed
è
in
conseguenza
più
legato
ai
fenomeni
ed
alle
esigenze
dell
'
ora
,
e
condotto
a
cercare
soluzioni
politiche
di
equilibrio
,
aderendo
alle
situazioni
prevalenti
,
per
evitarne
(
si
dice
)
il
maggior
male
e
trarne
il
massimo
vantaggio
.
È
faziosità
o
incomprensione
ogni
intransigenza
;
è
fanatico
irrigidimento
ogni
resistenza
tenace
sulle
linee
del
programma
integrale
.
Saggio
e
doveroso
distinguere
il
nucleo
di
verità
in
certe
dottrine
,
ed
aiutarne
la
estrinsecazione
specialmente
quando
l
'
equilibrio
di
tale
modo
di
pensare
contempera
felicemente
la
fedeltà
astratta
ai
principi
e
il
vantaggioso
adattarsi
alle
esigenze
pratiche
dell
'
ora
.
Dalla
meno
intima
e
calda
fiducia
nelle
capacità
conquistatrici
della
propria
dottrina
,
si
è
indotti
a
ritenere
meglio
rispondente
agli
interessi
dell
'
ordine
sociale
e
della
religione
stessa
regimi
,
sistemi
,
metodi
di
autorità
;
si
accettano
le
direttive
teoriche
della
scuola
sociale
cristiana
,
ma
non
per
la
convinzione
intima
e
profonda
di
un
diritto
e
di
una
capacità
delle
classi
lavoratrici
ad
elevare
se
stesse
,
a
conquistarsi
una
partecipazione
più
equa
alla
vita
economica
e
politica
di
ogni
paese
;
bensì
piuttosto
perché
l
'
indulgere
alle
aspirazioni
insopprimibili
dei
lavoratori
è
il
mezzo
migliore
,
l
'
unico
mezzo
efficace
forse
,
a
contrastare
la
propaganda
socialista
.
In
questa
atmosfera
si
è
formata
la
coscienza
collettiva
del
movimento
sociale
cristiano
in
Italia
.
I
periodi
nei
quali
è
prevalsa
la
concezione
integrale
del
programma
,
o
sono
stati
arrestati
nel
loro
momento
più
fecondo
da
deviazioni
dolorose
(
murrismo
)
,
o
furono
troppo
brevi
perché
potessero
esaurirsi
le
tracce
della
mentalità
prima
predominante
ed
imprimersi
le
caratteristiche
rinnovate
di
un
pensiero
e
di
una
azione
pubblica
,
autonoma
e
organicamente
definita
(
partito
popolare
)
.
Con
ciò
noi
non
vogliamo
dimenticare
che
la
tendenza
transigente
o
realistica
,
impersonata
in
gruppi
ed
in
uomini
di
grande
autorità
nel
campo
nostro
,
ebbe
una
parte
notevole
nel
travaglio
di
superamento
della
immobilità
astensionista
di
così
lunghi
anni
.
Ma
intendiamo
constatare
l
'
influsso
negativo
che
in
seguito
ne
derivò
,
avendo
concentrato
essa
l
'
attenzione
dei
cattolici
sulla
utilità
appariscente
dei
successi
immediati
e
ritardato
la
formazione
di
una
coscienza
sociale
e
politica
compiuta
in
sé
,
autonoma
nella
sua
visione
ed
azione
,
fidente
nelle
sue
capacità
rinnovatrici
.
Cosicché
il
contatto
con
la
realtà
della
vita
pubblica
produsse
in
larghe
zone
del
campo
sociale
-
cristiano
quegli
assorbimenti
dalle
dottrine
liberali
e
nazionalistiche
,
che
sono
i
precedenti
lontani
ma
diretti
delle
presenti
deviazioni
verso
il
fascismo
.
Cito
il
giudizio
di
uno
scrittore
non
sospetto
,
il
Bondioli
,
di
cui
ho
ricordato
lo
studio
sul
giornalismo
cattolico
:
(
l
'
opera
di
questo
)
«
ammirevole
sotto
molti
aspetti
,
non
fu
sempre
ricca
di
intima
unità
e
di
sistematicità
;
mancò
soprattutto
di
una
grande
idea
che
dominasse
i
momenti
della
loro
attività
che
oscillò
quasi
completamente
,
per
le
necessità
storiche
dell
'
ora
,
tra
la
questione
sociale
ed
il
Non
expedit
.
Al
giornalismo
nostro
restò
quindi
quasi
ignota
una
visione
cattolica
della
politica
estera
e
della
politica
coloniale
;
perciò
la
guerra
libica
non
ebbe
sui
giornali
del
famoso
"
trust
"
grosoliano
che
ripercussioni
pecuniarie
per
il
finanziamento
fatto
dal
Banco
di
Roma
,
e
la
neutralità
agli
inizi
della
guerra
europea
trovò
negli
stessi
fogli
una
difesa
incerta
e
puramente
sentimentale
»
.
E
il
Partito
Popolare
(
è
dovere
di
imparzialità
ammetterlo
)
di
tali
precedenti
soffrì
,
nella
scarsa
omogeneità
della
sua
compagine
,
nella
impreparazione
intellettuale
delle
sue
masse
ed
anche
di
molti
,
di
troppi
del
suo
...
stato
maggiore
;
ed
in
quella
morale
di
alcuni
migliori
i
quali
furono
alieni
da
responsabilità
decisive
perché
considerarono
il
nostro
movimento
collaboratore
di
altri
e
non
centro
polarizzatore
per
virtù
del
proprio
programma
e
della
propria
forza
morale
,
sociale
e
politica
.
Ed
oggi
...
Oggi
siamo
giunti
a
tanto
da
dover
quasi
volgerci
agli
avversari
per
vedere
delineate
con
netta
franchezza
,
con
risoluta
precisione
,
le
differenze
e
le
antitesi
che
danno
i
tratti
salienti
della
nostra
dottrina
sociale
,
nel
dilagare
di
così
pavide
e
insincere
constatazioni
di
convergenze
.
Quali
elucubrazioni
e
quanti
distinguo
sulla
libertà
e
sulla
autorità
!
Non
conta
che
le
due
vuote
formule
debbano
essere
riferite
ad
una
definita
concezione
dello
Stato
,
per
avere
un
significato
ed
un
valore
concreto
:
questa
o
la
si
ignora
o
la
si
contraddice
in
via
di
pura
dissertazione
teorica
.
Scriveva
«
L
'
Ordine
»
di
Como
intorno
all
'
intervista
recente
dell
'
on
.
Mussolini
:
«
È
detto
nell
'
intervista
che
la
libertà
individuale
è
una
concessione
dello
Stato
anziché
un
diritto
inerente
all
'
individuo
...
Tutti
i
sistemi
di
statolatria
poggiano
su
questo
principio
:
l
'
uomo
è
nulla
fuori
dello
Stato
,
il
cittadino
,
quelle
libertà
che
ha
,
le
ha
dallo
Stato
perché
lo
Stato
è
l
'
unica
fonte
del
diritto
,
perché
lo
Stato
è
tutto
.
La
Chiesa
dice
di
no
,
la
dottrina
sociale
cattolica
dice
di
no
,
il
diritto
naturale
dice
di
no
.
L
'
individuo
è
preesistente
allo
Stato
il
quale
se
un
giorno
scompaia
come
vogliono
i
socialisti
o
non
scompaia
è
questione
che
ora
non
importa
.
Ma
questo
è
certo
che
,
esistendo
prima
dello
Stato
,
ed
esistendo
completo
nella
sua
personalità
,
l
'
individuo
non
ha
avuto
bisogno
di
attendere
dallo
Stato
la
concessione
di
quelle
libertà
che
sono
inerenti
alla
sua
natura
.
Ogni
associazione
limita
le
libertà
individuali
:
la
limitazione
è
compensata
da
altri
beni
.
A
questa
limitazione
ha
tanto
più
diritto
lo
Stato
che
deve
provvedere
all
'
interesse
comune
,
al
benessere
comune
:
limitazione
che
non
può
essere
arbitraria
,
che
non
può
essere
fatta
per
ragioni
di
fazione
,
che
deve
trovare
la
sua
giustificazione
in
un
bene
reale
da
raggiungere
,
impossibile
a
raggiungersi
senza
di
essa
.
Ma
come
il
diritto
alla
limitazione
non
significa
facoltà
alla
soppressione
completa
,
così
suppone
la
preesistenza
di
queste
libertà
»
.
E
del
«
nazionalismo
»
si
definiscono
e
ridefiniscono
con
teorica
cautela
le
caratteristiche
non
confondibili
col
«
patriottismo
»
ammesso
e
alimentato
dal
sentimento
religioso
.
Rispondeva
di
questi
giorni
«
L
'
Unità
Cattolica
»
ai
tedesco
-
nazionali
prussiani
:
«
Per
quanto
talvolta
si
sia
con
intento
approfittato
di
essa
per
giuocare
sull
'
equivoco
,
non
ci
sembra
possibile
confondere
nazionalismo
con
patriottismo
.
L
'
una
è
la
dottrina
che
fa
dello
Stato
il
centro
,
lo
scopo
e
il
principio
di
ogni
attività
umana
e
di
ogni
autorità
sociale
:
che
tutto
subordina
senza
eccezioni
all
'
interesse
dello
Stato
annientando
l
'
individuo
di
fronte
all
'
organismo
della
collettività
politica
cui
appartiene
:
che
nel
campo
dei
rapporti
internazionali
considera
i
principii
etici
che
per
consuetudine
o
per
convenzione
lo
disciplinano
solamente
in
funzione
di
peculiari
interessi
politici
e
non
come
espressione
di
una
coscienza
giuridica
universale
,
di
una
morale
superiore
e
intangibile
»
.
Ma
far
discendere
dalle
nuvole
dei
principi
applicazioni
coraggiose
e
coerenti
è
ben
altra
cosa
.
La
rivalutazione
del
fattore
religioso
non
importa
se
a
servizio
della
nazione
anziché
delle
anime
;
l
'
ossequio
esteriore
che
circonda
la
Chiesa
non
importa
se
per
trarne
un
elemento
di
prestigio
anziché
il
pensiero
e
la
pratica
del
cristianesimo
;
il
rispetto
a
qualunque
ordine
costituito
come
canone
inderogabile
del
buon
costume
cattolico
;
la
lotta
antidemocratica
e
antisocialista
che
sembra
eliminare
per
sempre
i
pericoli
della
«
volontà
popolare
»
e
togliere
l
'
incomodo
di
influenzarla
e
attrarla
al
proprio
pensiero
con
lo
spirito
e
la
attività
di
proselitismo
,
sono
i
motivi
di
fatto
che
dominano
le
questioni
di
principio
.
Tenersi
a
queste
è
settarismo
torbido
e
cieco
:
saggezza
,
equilibrio
,
sana
preoccupazione
degli
interessi
più
eccelsi
consigliano
di
procedere
al
rimorchio
ed
all
'
ombra
dei
potenti
dell
'
ora
.
E
saggio
è
veramente
risparmiare
la
esemplificazione
dimostrativa
.
I
cattolici
,
sentenziò
(
ci
pare
)
Napoleone
,
e
potrebbe
ripetere
un
osservatore
contemporaneo
,
sono
nati
per
servire
...
Ma
nelle
anime
soprattutto
dei
giovani
non
è
sopito
l
'
anelito
della
fede
operosa
ed
entusiastica
.
Tornare
alla
Rerum
Novarum
,
si
invoca
da
più
parti
,
guardando
ad
essa
come
all
'
appello
di
un
`
Grande
Capo
per
un
apostolato
di
conquista
.
La
Chiesa
madre
in
mezzo
ai
popoli
ed
alle
classi
,
prigionieri
dei
loro
egoismi
feroci
,
a
dire
la
parola
della
carità
e
della
giustizia
che
essa
sola
può
pronunziare
.
E
quanti
credono
nella
feconda
,
perenne
modernità
del
cattolicesimo
,
soldati
della
buona
battaglia
combattuta
prima
nella
coscienza
che
nella
azione
!
È
da
questa
aspirazione
,
contenuta
dalla
inerzia
o
dalla
acquiescenza
e
dal
calcolo
vile
,
da
questo
riprepararsi
della
consapevolezza
piena
della
missione
cattolica
nella
vita
degli
stati
,
che
discende
il
disagio
di
cui
parlavamo
in
principio
:
senso
di
inferiorità
di
fronte
ai
problemi
formidabili
dell
'
ora
.
Ha
scritto
un
giornale
fascista
che
il
«
cattolico
-
cittadino
non
potrà
non
essere
un
ribelle
sostanziale
,
anche
se
rende
omaggio
alle
istituzioni
del
suo
ambiente
e
del
suo
tempo
»
.
Non
ci
spaventiamo
della
definizione
né
identifichiamola
con
la
violenza
illegale
del
sovversivismo
.
Ma
non
è
forse
il
cristianesimo
una
perenne
protesta
contro
la
ingiustizia
,
una
insonne
volontà
di
bene
,
un
moralismo
sociale
operante
incessantemente
per
una
rinnovazione
delle
coscienze
e
degli
istituti
?
E
non
è
colpa
non
domandare
alla
fede
quanto
essa
avrebbe
potuto
dare
anche
nella
vita
collettiva
se
noi
ne
avessimo
approfondito
e
reso
attivi
i
rapporti
con
tutte
le
esigenze
dell
'
ordine
morale
,
intellettuale
,
politico
,
sociale
?
In
cospetto
di
una
terribile
esperienza
,
quale
è
quella
del
Messico
,
il
problema
delle
affermazioni
integrali
si
pone
di
nuovo
.
«
Bisogna
che
i
cattolici
di
ogni
paese
comprendano
l
'
impellente
necessità
di
ribellarsi
alla
forma
di
colpevole
passività
dai
nostri
avversari
caldeggiata
,
tendente
ad
affidare
nelle
mani
degli
altri
la
difesa
delle
nostre
più
gelose
aspirazioni
.
Il
cattolico
deve
preoccuparsi
di
costituire
una
forza
collettiva
da
opporre
ai
fautori
delle
tenebre
,
nascosti
sotto
le
vesti
più
svariate
.
E
questa
linea
di
assoluta
autonomia
,
che
prevede
una
ferma
e
fervida
coscienza
delle
proprie
capacità
sociali
,
deve
essere
maestra
in
tutte
le
attività
.
Lo
Stato
non
urterà
più
contro
la
Chiesa
,
solo
quando
guarderà
a
questa
come
all
'
ispiratrice
di
ogni
più
nobile
attività
umana
e
quando
ad
Essa
subordinerà
i
suoi
fini
;
ora
ciò
è
possibile
solo
con
uno
Stato
cattolico
e
lo
Stato
cattolico
non
sarà
attuato
se
non
da
cattolici
operanti
.
Mirare
quindi
alla
conquista
dello
Stato
:
ecco
un
compito
che
se
fino
ad
oggi
poteva
sembrare
un
'
eresia
,
oggi
si
impone
ad
ogni
cattolico
d
'
azione
.
Intensificare
l
'
azione
religiosa
,
curare
la
formazione
degli
spiriti
sulla
base
dell
'
insegnamento
cristiano
,
ma
dopo
quest
'
opera
di
preparazione
,
non
abbandonarsi
a
sperare
dagli
altri
la
realizzazione
dei
nostri
sogni
,
ma
buttarsi
audacemente
nell
'
agone
,
perché
il
nostro
programma
abbia
in
noi
,
che
ne
siamo
i
più
fedeli
interpreti
,
i
suoi
esecutori
»
.
Noi
non
sapremmo
concludere
in
altro
modo
migliore
che
con
queste
parole
di
uno
scrittore
cattolico
,
pensoso
delle
vicende
ammonitrici
e
dei
doveri
imperiosi
che
ne
discendono
.