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Sono molti gli uomini « equilibrati » che imputano come difetto al fascismo la rigida intransigenza , costantemente riaffermata : e lo vorrebbero un po ' meno ... rubesto e categorico , un po ' più domestico e conciliante . Costoro non credono nel fascismo , non ne hanno compreso lo spirito , e , consapevolmente o no , ne desiderano l ' esaurimento progressivo . Perché il fascismo possedendo una propria soluzione integrale dei problemi politici e sociali , intendendo di attuarla , obbedisce con la sua intransigenza ad una legge precisa del suo sforzo di realizzazione , attua la condizione necessaria per raggiungere i resultati . Parliamo , s ' intende , di intransigenza sostanziale , di quella cioè che può accettare contatti e adesioni per contingenze immediate , ma gli uni e le altre fa convergere ai propri fini . Non si contrastano infatti , nelle consuetudini pratiche del fascismo , le iscrizioni insincere o quelle di ufficio : la sua dottrina e il suo metodo non ne soffrono deviazioni o attenuazioni . Sono gli altri che transigono , non esso . Il suo Duce sente nettamente questa esigenza della sua « missione » e dirige con lineare inesorabilità la rotta , contro tutte le tentatrici convenienze occasionali . Sono di ieri le sue riaffermazioni del carattere fascista integrale delle Corporazioni , che sembrano una risposta alle riserve della Azione Cattolica , sebbene egli professi una grandissima considerazione per la importanza religiosa e sociale della Chiesa . Non è forse vero che tutti i movimenti che non siano meramente intellettuali debbono riconoscere la stessa legge , se vogliono adempiere concretamente alla loro missione storica ? Quando infatti alcuno di essi si lascia permeare da spirito di transigenza e di adattamento anche illudendosi di contenerne le applicazioni nel metodo di azione , che agevoli la sua progressiva conquista , i fatti si incaricano di dimostrare che con ciò stesso il movimento rinunzia ad esercitare un influsso decisivo nella vita di un paese . È lecito , senza sentirsi accusare di faziosità , di sovversivismo e di non so quali altre orribili peccata , rintracciare la riprova di tale verità nelle vicende del movimento sociale - cristiano d ' Italia ? Che di una stasi dolorosa questo soffra , non ci pare invenzione o accentuazione di malevolo pessimismo . I dirigenti della stessa Azione Cattolica la avvertono : in ogni adunanza si levano voci a lamentarla ; la incertezza e il disagio si riflettono nel giornalismo cattolico , e qualcuno degli spiriti più pensosi se ne va già preoccupando come di una « crisi » ( non è questo il titolo di un recente studio del Bondioli ? ) . La influenza sociale dell ' opera nostra è ridotta al minimo : ogni sforzo dei vari centri direttivi perde la maggior parte della sua efficacia nella inerzia spesso indifferente della periferia . Si potrebbe dire sinteticamente che l ' azione sociale cristiana ha perduto l ' iniziativa della battaglia per la sua espansione conquistatrice ed è ridotta ad una penosa difesa .. . Per comprendere le cause , ed inquadrarle storicamente nelle varie vicende , possono giovare alcuni dati cronologici . S ' intende che la breve indagine e le considerazioni conseguenti non sono riferibili al cattolicesimo e alla Chiesa come confessione e Società religiosa : questa obbedisce alle esigenze storiche del suo altissimo magistero , rimanendo estranea e superiore alle vicende interne di ogni regime . Noi parliamo qui della posizione nella vita pubblica del laicato cattolico . Il primo sorgere , l ' affermarsi , l ' irrobustirsi di un movimento cattolico , avvengono in una atmosfera di crudo contrasto con tutte le altre concezioni , con tutti gli altri movimenti del periodo immediatamente successivo alla unificazione dello Stato . Era un contrasto che ferveva soprattutto intorno ad una questione di vasta portata religiosa e politica ma definita e circoscritta ; che si traduceva soprattutto in un atteggiamento di resistenza , il Non expedit . Ma la delimitazione degli opposti campi era netta e rigidamente mantenuta . Si venne poi affacciando in tutta la sua imponenza il fenomeno sociale : le classi lavoratrici , attraverso il socialismo , minacciavano l ' ordine costituito , nell ' economia e nella politica . Il grido di dolore di tanti umili , in condizione poco meno che servile , fu raccolto dai cattolici di tutti i paesi . Echeggiò nel mondo la Rerum Novarum . Il periodo dal 1891 ( Rerum Novarum ) al 1904 ( Nuovo ordinamento della Azione Cattolica ) segna l ' affermarsi progressivo e l ' espandersi come azione di conquista morale della democrazia cristiana . Dal 1904 all ' inizio della guerra europea , si va accentuando con le prime attività elettorali dei cattolici la scarsa risonanza della loro azione nelle masse popolari ( tutti ormai convengono che la « Unione Popolare » non fu mai un organismo vitale , e che la « Unione Economico - Sociale » assistette , piuttosto che presiedere collaborando attivamente , ad un certo sviluppo del movimento sindacale ed economico ristretto a talune zone dell ' Italia settentrionale ) . Dal 1918 al 1922 si riprendono e con rapido progredire si affermano indirettamente , attraverso il Partito Popolare e le tre Confederazioni « bianche » l ' attività e la capacità di espansione del movimento sociale cristiano . Nella vicenda contemporanea , ancora in sviluppo , il ripiegamento della azione politica e sociale e il ritorno alla azione cattolica di preparazione , di cultura , di difesa , coincidono col riapparire che abbiamo rilevato di un inquietante disinteresse e di un oscuro disagio in larghi strati delle masse cattoliche . Un costante dato di fatto , a cui non si può dare s ' intende il valore di un elemento per sé solo esauriente della interpretazione degli avvenimenti , ma che balza significativamente in rilievo , è che il ristagnare e lo isterilirsi della azione sociale cristiana nella vita pubblica ha coinciso con l ' adattamento di essa a situazioni e criteri politici ( partecipazione a sostegno di candidature liberali e conservatrici , intese clericomoderate , patto Gentiloni ; incertezze ed acquiescenze contemporanee ecc . ) ; mentre il vigoreggiare della forza di penetrazione morale , della fede ardente ed operosa , dello spirito di proselitismo , si è manifestato , in misura più o meno profonda , nei periodi di intransigenza sostanziale , ed anche formale , nei quali i cattolici sociali sentivano di costituire essi un centro di polarizzazione per le energie volte al sano progresso civile . In questa ora grigia , riandare con la memoria agli anni fervidi che seguirono la Rerum Novarum , sonanti di contrasti e di polemiche interne , spesso acerbissime , ma ricchi di quel fermento spirituale che diede poi la fioritura meravigliosa ahi , troppo breve ! della democrazia cristiana ; fa oggi l ' effetto di guardare a tempi eroici . Si rievocano con ammirazione commossa anche coloro che come l ' Olgiati sono severi nel giudizio complessivo . E con animo non dissimile si può ricordare la ripresa della azione sotto le bandiere popolari e sindacali bianche . Perché , se di un movimento così complesso è lecito dare valutazioni diverse ed opposte , nessuno potrebbe in buona fede disconoscerne il fondo ed il carattere di potente rinascita dello spirito cristiano contro il materialismo settario della pratica liberale , della massoneria , del socialismo rivoluzionario . Anche nel '19-20 , come venticinque anni addietro , non ci si batteva sulle posizioni , ma si attaccavano gli avversari nei loro domini , si voleva conquistare e si rischiava anche la vita , con serenità , con disinteresse , con spirito di sacrificio , con entusiasmo : lo sa chi ha affrontato le folle imbestiate dalla propaganda rivoluzionaria del '19 e del '20 . L ' ambizione o il desiderio di profitto personale non danno un tale ardore di proselitismo ! Oggi i cauti ripiegamenti , le accortezze diplomatiche , i distinguo sapienti , la predicata pazienza dell ' attesa , l ' accettazione dei fatti compiuti , intristiscono l ' impulso della azione , la fiducia nelle capacità realizzatrici del nostro programma . Risuona con troppo debole eco l ' appello al sacrificio dei pochi che sono rimasti sulla linea della battaglia : quello spirito eroico che fu animatore delle nostre giovinezze sembra passato ad altri . Non intenda taluno che noi vogliamo ignorare le necessità del momento , limitatrici ferree dell ' azione : quella che preoccupa non è l ' inattività pratica , esteriore , organizzativa , bensì l ' inerzia e l ' acquiescenza degli spiriti ... Sugli elementi che vi hanno condotto , i fatti vanno ormai fornendo una esperienza che non sarebbe lecito svalutare come prematura e provvisoria . Si può dire con esattezza storica che degli stati d ' animo delineatisi nel campo dei cattolici italiani , quello che fin qui ha determinato la figura , l ' atteggiamento , la funzione complessiva del loro movimento nella vita pubblica , è stata la tendenza che ama definirsi realistica ; la quale difetta di quella intima fede nella virtù rigeneratrice ( o almeno nelle possibilità di attuazione ) del cristianesimo totale , che crea la esigenza di una posizione tutta propria , contrapposta ad ogni altra dottrina o metodo politico - sociale . Uno stato d ' animo orientato piuttosto alla difesa ed alla conservazione di posizioni acquisite ; che cerca nella intesa con altre correnti le quali abbiano preoccupazioni conservatrici analoghe , se pure in altro campo , la possibilità di affermarsi con la maggior efficacia nella vita pubblica ; che obbedisce quindi a sensazioni più strettamente politiche , ed è in conseguenza più legato ai fenomeni ed alle esigenze dell ' ora , e condotto a cercare soluzioni politiche di equilibrio , aderendo alle situazioni prevalenti , per evitarne ( si dice ) il maggior male e trarne il massimo vantaggio . È faziosità o incomprensione ogni intransigenza ; è fanatico irrigidimento ogni resistenza tenace sulle linee del programma integrale . Saggio e doveroso distinguere il nucleo di verità in certe dottrine , ed aiutarne la estrinsecazione specialmente quando l ' equilibrio di tale modo di pensare contempera felicemente la fedeltà astratta ai principi e il vantaggioso adattarsi alle esigenze pratiche dell ' ora . Dalla meno intima e calda fiducia nelle capacità conquistatrici della propria dottrina , si è indotti a ritenere meglio rispondente agli interessi dell ' ordine sociale e della religione stessa regimi , sistemi , metodi di autorità ; si accettano le direttive teoriche della scuola sociale cristiana , ma non per la convinzione intima e profonda di un diritto e di una capacità delle classi lavoratrici ad elevare se stesse , a conquistarsi una partecipazione più equa alla vita economica e politica di ogni paese ; bensì piuttosto perché l ' indulgere alle aspirazioni insopprimibili dei lavoratori è il mezzo migliore , l ' unico mezzo efficace forse , a contrastare la propaganda socialista . In questa atmosfera si è formata la coscienza collettiva del movimento sociale cristiano in Italia . I periodi nei quali è prevalsa la concezione integrale del programma , o sono stati arrestati nel loro momento più fecondo da deviazioni dolorose ( murrismo ) , o furono troppo brevi perché potessero esaurirsi le tracce della mentalità prima predominante ed imprimersi le caratteristiche rinnovate di un pensiero e di una azione pubblica , autonoma e organicamente definita ( partito popolare ) . Con ciò noi non vogliamo dimenticare che la tendenza transigente o realistica , impersonata in gruppi ed in uomini di grande autorità nel campo nostro , ebbe una parte notevole nel travaglio di superamento della immobilità astensionista di così lunghi anni . Ma intendiamo constatare l ' influsso negativo che in seguito ne derivò , avendo concentrato essa l ' attenzione dei cattolici sulla utilità appariscente dei successi immediati e ritardato la formazione di una coscienza sociale e politica compiuta in sé , autonoma nella sua visione ed azione , fidente nelle sue capacità rinnovatrici . Cosicché il contatto con la realtà della vita pubblica produsse in larghe zone del campo sociale - cristiano quegli assorbimenti dalle dottrine liberali e nazionalistiche , che sono i precedenti lontani ma diretti delle presenti deviazioni verso il fascismo . Cito il giudizio di uno scrittore non sospetto , il Bondioli , di cui ho ricordato lo studio sul giornalismo cattolico : ( l ' opera di questo ) « ammirevole sotto molti aspetti , non fu sempre ricca di intima unità e di sistematicità ; mancò soprattutto di una grande idea che dominasse i momenti della loro attività che oscillò quasi completamente , per le necessità storiche dell ' ora , tra la questione sociale ed il Non expedit . Al giornalismo nostro restò quindi quasi ignota una visione cattolica della politica estera e della politica coloniale ; perciò la guerra libica non ebbe sui giornali del famoso " trust " grosoliano che ripercussioni pecuniarie per il finanziamento fatto dal Banco di Roma , e la neutralità agli inizi della guerra europea trovò negli stessi fogli una difesa incerta e puramente sentimentale » . E il Partito Popolare ( è dovere di imparzialità ammetterlo ) di tali precedenti soffrì , nella scarsa omogeneità della sua compagine , nella impreparazione intellettuale delle sue masse ed anche di molti , di troppi del suo ... stato maggiore ; ed in quella morale di alcuni migliori i quali furono alieni da responsabilità decisive perché considerarono il nostro movimento collaboratore di altri e non centro polarizzatore per virtù del proprio programma e della propria forza morale , sociale e politica . Ed oggi ... Oggi siamo giunti a tanto da dover quasi volgerci agli avversari per vedere delineate con netta franchezza , con risoluta precisione , le differenze e le antitesi che danno i tratti salienti della nostra dottrina sociale , nel dilagare di così pavide e insincere constatazioni di convergenze . Quali elucubrazioni e quanti distinguo sulla libertà e sulla autorità ! Non conta che le due vuote formule debbano essere riferite ad una definita concezione dello Stato , per avere un significato ed un valore concreto : questa o la si ignora o la si contraddice in via di pura dissertazione teorica . Scriveva « L ' Ordine » di Como intorno all ' intervista recente dell ' on . Mussolini : « È detto nell ' intervista che la libertà individuale è una concessione dello Stato anziché un diritto inerente all ' individuo ... Tutti i sistemi di statolatria poggiano su questo principio : l ' uomo è nulla fuori dello Stato , il cittadino , quelle libertà che ha , le ha dallo Stato perché lo Stato è l ' unica fonte del diritto , perché lo Stato è tutto . La Chiesa dice di no , la dottrina sociale cattolica dice di no , il diritto naturale dice di no . L ' individuo è preesistente allo Stato il quale se un giorno scompaia come vogliono i socialisti o non scompaia è questione che ora non importa . Ma questo è certo che , esistendo prima dello Stato , ed esistendo completo nella sua personalità , l ' individuo non ha avuto bisogno di attendere dallo Stato la concessione di quelle libertà che sono inerenti alla sua natura . Ogni associazione limita le libertà individuali : la limitazione è compensata da altri beni . A questa limitazione ha tanto più diritto lo Stato che deve provvedere all ' interesse comune , al benessere comune : limitazione che non può essere arbitraria , che non può essere fatta per ragioni di fazione , che deve trovare la sua giustificazione in un bene reale da raggiungere , impossibile a raggiungersi senza di essa . Ma come il diritto alla limitazione non significa facoltà alla soppressione completa , così suppone la preesistenza di queste libertà » . E del « nazionalismo » si definiscono e ridefiniscono con teorica cautela le caratteristiche non confondibili col « patriottismo » ammesso e alimentato dal sentimento religioso . Rispondeva di questi giorni « L ' Unità Cattolica » ai tedesco - nazionali prussiani : « Per quanto talvolta si sia con intento approfittato di essa per giuocare sull ' equivoco , non ci sembra possibile confondere nazionalismo con patriottismo . L ' una è la dottrina che fa dello Stato il centro , lo scopo e il principio di ogni attività umana e di ogni autorità sociale : che tutto subordina senza eccezioni all ' interesse dello Stato annientando l ' individuo di fronte all ' organismo della collettività politica cui appartiene : che nel campo dei rapporti internazionali considera i principii etici che per consuetudine o per convenzione lo disciplinano solamente in funzione di peculiari interessi politici e non come espressione di una coscienza giuridica universale , di una morale superiore e intangibile » . Ma far discendere dalle nuvole dei principi applicazioni coraggiose e coerenti è ben altra cosa . La rivalutazione del fattore religioso non importa se a servizio della nazione anziché delle anime ; l ' ossequio esteriore che circonda la Chiesa non importa se per trarne un elemento di prestigio anziché il pensiero e la pratica del cristianesimo ; il rispetto a qualunque ordine costituito come canone inderogabile del buon costume cattolico ; la lotta antidemocratica e antisocialista che sembra eliminare per sempre i pericoli della « volontà popolare » e togliere l ' incomodo di influenzarla e attrarla al proprio pensiero con lo spirito e la attività di proselitismo , sono i motivi di fatto che dominano le questioni di principio . Tenersi a queste è settarismo torbido e cieco : saggezza , equilibrio , sana preoccupazione degli interessi più eccelsi consigliano di procedere al rimorchio ed all ' ombra dei potenti dell ' ora . E saggio è veramente risparmiare la esemplificazione dimostrativa . I cattolici , sentenziò ( ci pare ) Napoleone , e potrebbe ripetere un osservatore contemporaneo , sono nati per servire ... Ma nelle anime soprattutto dei giovani non è sopito l ' anelito della fede operosa ed entusiastica . Tornare alla Rerum Novarum , si invoca da più parti , guardando ad essa come all ' appello di un ` Grande Capo per un apostolato di conquista . La Chiesa madre in mezzo ai popoli ed alle classi , prigionieri dei loro egoismi feroci , a dire la parola della carità e della giustizia che essa sola può pronunziare . E quanti credono nella feconda , perenne modernità del cattolicesimo , soldati della buona battaglia combattuta prima nella coscienza che nella azione ! È da questa aspirazione , contenuta dalla inerzia o dalla acquiescenza e dal calcolo vile , da questo riprepararsi della consapevolezza piena della missione cattolica nella vita degli stati , che discende il disagio di cui parlavamo in principio : senso di inferiorità di fronte ai problemi formidabili dell ' ora . Ha scritto un giornale fascista che il « cattolico - cittadino non potrà non essere un ribelle sostanziale , anche se rende omaggio alle istituzioni del suo ambiente e del suo tempo » . Non ci spaventiamo della definizione né identifichiamola con la violenza illegale del sovversivismo . Ma non è forse il cristianesimo una perenne protesta contro la ingiustizia , una insonne volontà di bene , un moralismo sociale operante incessantemente per una rinnovazione delle coscienze e degli istituti ? E non è colpa non domandare alla fede quanto essa avrebbe potuto dare anche nella vita collettiva se noi ne avessimo approfondito e reso attivi i rapporti con tutte le esigenze dell ' ordine morale , intellettuale , politico , sociale ? In cospetto di una terribile esperienza , quale è quella del Messico , il problema delle affermazioni integrali si pone di nuovo . « Bisogna che i cattolici di ogni paese comprendano l ' impellente necessità di ribellarsi alla forma di colpevole passività dai nostri avversari caldeggiata , tendente ad affidare nelle mani degli altri la difesa delle nostre più gelose aspirazioni . Il cattolico deve preoccuparsi di costituire una forza collettiva da opporre ai fautori delle tenebre , nascosti sotto le vesti più svariate . E questa linea di assoluta autonomia , che prevede una ferma e fervida coscienza delle proprie capacità sociali , deve essere maestra in tutte le attività . Lo Stato non urterà più contro la Chiesa , solo quando guarderà a questa come all ' ispiratrice di ogni più nobile attività umana e quando ad Essa subordinerà i suoi fini ; ora ciò è possibile solo con uno Stato cattolico e lo Stato cattolico non sarà attuato se non da cattolici operanti . Mirare quindi alla conquista dello Stato : ecco un compito che se fino ad oggi poteva sembrare un ' eresia , oggi si impone ad ogni cattolico d ' azione . Intensificare l ' azione religiosa , curare la formazione degli spiriti sulla base dell ' insegnamento cristiano , ma dopo quest ' opera di preparazione , non abbandonarsi a sperare dagli altri la realizzazione dei nostri sogni , ma buttarsi audacemente nell ' agone , perché il nostro programma abbia in noi , che ne siamo i più fedeli interpreti , i suoi esecutori » . Noi non sapremmo concludere in altro modo migliore che con queste parole di uno scrittore cattolico , pensoso delle vicende ammonitrici e dei doveri imperiosi che ne discendono .