StampaPeriodica ,
Un
giorno
,
mi
lessero
dei
brani
di
Federico
Guglielmo
Nietzsche
.
In
quel
tempo
,
mi
affannavo
dietro
Arturo
Schopenhauer
e
Feuerbach
.
Di
Schopenhauer
avevo
avuto
Pensieri
e
Frammenti
nella
edizione
universale
Sonzogno
.
Nella
edizione
Laterza
,
avevo
letto
Aforismi
sulla
saggezza
della
vita
.
E
stavo
finendo
il
suo
capolavoro
Parerga
e
Paralipomena
.
Questo
«
crescendo
»
di
letture
,
sul
filosofo
dalle
tendenze
buddhistiche
,
mi
aveva
entusiasmato
.
Ma
,
nel
fondo
,
non
ero
persuaso
di
Schopenhauer
:
se
la
sua
dialettica
mi
attraeva
,
il
suo
pessimismo
mi
respingeva
.
Ho
sempre
profondamente
disprezzato
i
pessimisti
:
sono
coloro
che
non
sanno
cosa
sia
la
luce
.
Torno
a
Nietzsche
:
mi
lessero
i
soliti
brani
contro
le
donne
,
sulla
superiorità
dell
'
uomo
,
sulla
«
plenitudine
dell
'
io
»
(
la
frase
è
di
Novalis
)
,
sulla
durezza
dell
'
animo
,
sulle
sue
aspirazioni
ad
una
guerra
non
troppo
bene
identificata
.
Nietzsche
mi
si
presentò
come
un
frutto
strano
:
dolce
per
le
sue
immagini
,
la
sua
poesia
;
acre
per
il
suo
imperialismo
latente
.
Vi
era
in
lui
una
doppia
faccia
:
poeta
esteriormente
,
guerriero
interiormente
.
Mi
sembrava
che
non
fosse
sincero
.
Mi
capitò
,
allora
,
il
capolavoro
del
filosofo
di
Roncken
:
Così
parlò
Zarathustra
.
L
'
edizione
era
Barion
:
economica
.
Tradotta
male
,
con
errori
,
non
sempre
chiara
.
La
lessi
.
A
sbalzi
.
Dopo
,
conobbi
La
gaia
scienza
nella
traduzione
di
Antonio
Cippico
,
edizione
Bocca
.
E
ancora
:
Al
di
là
del
Bene
e
del
Male
,
Aurora
,
Il
Crepuscolo
degli
Idoli
,
L
'
Anticristo
.
Senza
ordine
di
data
o
di
sviluppo
filosofico
.
Come
tutti
gli
scrittori
personali
,
Nietzsche
attrae
perché
si
è
curiosi
di
sapere
«
cosa
dice
»
:
lo
stesso
succede
quando
si
legge
un
libro
di
Papini
.
Per
questo
,
lo
cercavo
.
Ma
mi
respingeva
:
egli
scriveva
troppe
volte
«
io
»
:
e
le
persone
che
scrivono
troppe
volte
«
io
»
,
come
D
'
Annunzio
,
non
le
tollero
.
Tuttavia
,
lentamente
Nietzsche
si
impossessò
di
me
.
Era
un
forte
,
dicevo
in
me
.
Ebbi
allora
un
libriccino
,
credo
,
di
Darchini
:
Nietzsche
e
la
sua
vita
.
C
'
erano
le
solite
cose
:
la
teoria
del
superuomo
,
il
desiderio
di
guerra
,
ecc
.
Seppi
che
,
a
ventisei
anni
,
era
già
professore
a
Basilea
:
che
adorava
la
sorella
Elisabetta
e
la
madre
.
Che
era
un
puro
.
Il
mio
orizzonte
si
schiarì
.
Dopo
qualche
tempo
,
vi
fu
una
violenta
sterzata
che
mi
costrinse
a
veder
sconvolte
le
mie
deduzioni
.
Studiando
il
periodo
romantico
,
ebbi
fra
le
mani
uno
dei
libri
di
Max
Nordau
:
Degenerazione
,
nella
edizione
Bocca
.
L
'
autore
ungherese
passava
in
rassegna
tutti
i
grandi
autori
da
Dante
Gabriele
Rossetti
a
Nietzsche
,
dimostrando
la
loro
degenerazione
intellettuale
e
psichica
.
Tutto
allora
mi
apparve
,
nella
filosofia
e
nella
letteratura
,
come
malato
:
ero
fra
una
fioritura
di
anormali
e
di
pazzi
.
Questo
fu
l
'
inizio
del
mio
allontanamento
.
Vidi
nel
filosofo
di
Roncken
uno
dei
propugnatori
di
quella
forma
di
pazzo
imperialismo
e
di
kultur
che
ci
erano
costati
una
guerra
;
le
sue
idee
sul
«
superuomo
»
mi
apparivano
ridicole
e
degne
solo
di
stare
sulla
bocca
di
Stelio
Effrena
del
Fuoco
dannunziano
.
Volevo
un
mondo
sereno
:
e
odiavo
quella
mania
di
sterminio
,
di
odio
,
di
disprezzo
,
di
egotismo
,
di
«
rassentiment
»
che
aleggiava
nella
sua
prosa
.
Dovetti
soltanto
convenire
che
le
teorie
di
Nietzsche
avevano
prodotto
una
grande
figura
artistica
:
il
Martin
Eden
di
London
.
Tralasciai
per
qualche
tempo
Nietzsche
:
e
guardai
la
sua
Nascita
della
tragedia
in
seguito
al
centenario
wagneriano
.
Rientrai
più
tardi
nell
'
orbita
degli
studi
precedenti
.
E
lessi
Nietzsche
en
Italie
,
edizione
Bernard
Grasset
.
Autore
Guy
de
Pourtalès
.
Fu
allora
che
Nietzsche
mi
apparve
sotto
un
altro
aspetto
.
Lo
seguii
nelle
sue
peregrinazioni
a
Genova
,
a
Venezia
,
a
Sorrento
,
a
Roma
,
dove
era
sempre
solo
e
assetato
di
solitudine
.
Conobbi
finalmente
,
in
lui
,
«
l
'
uomo
»
.
Lo
vidi
così
,
a
Genova
,
esser
chiamato
per
la
sua
bontà
«
il
piccolo
santo
»
;
a
Venezia
piangere
per
una
dolce
canzone
cantata
,
di
notte
,
da
un
rematore
lagunare
;
a
Roma
,
amare
Lou
Salomé
:
e
poi
girare
sempre
torturato
,
scrivendo
furiosamente
,
costruendo
nella
fantasia
quello
che
gli
mancava
nella
realtà
.
In
ultimo
,
lo
vidi
ripiegare
a
Torino
,
nel
1888
,
fino
alla
pazzia
.
Nello
stesso
tempo
,
lessi
Il
tradimento
dei
chierici
di
Julien
Benda
.
Un
altro
nemico
.
In
modo
spietato
.
Benda
denuncia
Nietzsche
.
Questi
ha
creato
la
crudeltà
,
la
mania
della
guerra
,
l
'
odio
,
creando
sbandamenti
e
dissoluzione
.
L
'
ordine
,
a
contatto
delle
sue
teorie
,
si
disintegra
.
Fu
il
colpo
di
grazia
:
il
Nietzsche
filosofo
scomparve
dal
mio
orizzonte
.
Mi
sentii
sereno
solo
dinanzi
alla
logica
serena
e
piana
di
Enrico
James
.
In
quei
giorni
,
leggevo
i
suoi
Saggi
pragmatisti
.
Il
pragmatismo
,
ponendo
e
risolvendo
soltanto
i
problemi
pratici
,
mi
allontanò
da
tutta
quella
fioritura
di
teorie
,
di
paradossi
,
di
demenze
e
di
sublimi
verità
che
formano
l
'
opera
di
Nietzsche
.
La
calma
di
James
,
mi
rendeva
insopportabile
le
urla
della
prosa
Nietzscheana
.
Fu
allora
che
io
ricercai
Nietzsche
fuori
delle
sue
opere
.
Considerai
queste
come
elementi
superficiali
e
non
necessarie
per
una
sua
classificazione
.
Esse
divennero
,
per
me
,
qualcosa
di
irreale
,
di
molto
lontano
.
Dentro
di
me
,
mi
apparve
soltanto
quel
Nietzsche
che
,
a
Torino
,
vedendo
un
povero
cavallo
battuto
,
gli
si
buttò
al
collo
impedendo
al
conducente
di
percuoterlo
ancora
;
poi
ancora
quel
Nietzsche
che
,
a
letto
,
roso
dall
'
amore
e
dalla
febbre
,
vedeva
la
propria
nullità
di
amante
.
Mi
apparve
Nietzsche
con
i
suoi
occhi
vitrei
e
un
po
'
fissi
,
vicino
alla
madre
:
non
più
con
l
'
aria
da
matador
della
filosofia
,
ma
con
qualcosa
di
umano
;
oppure
piegato
a
scrivere
pagine
su
pagine
,
con
la
follia
alle
spalle
;
o
commosso
nel
sentire
il
Preludio
del
«
Parsifal
»
di
quel
Riccardo
Wagner
che
egli
giurava
di
odiare
.
Insomma
,
quel
Nietzsche
pieno
di
contraddizioni
,
e
di
una
profonda
umanità
che
egli
invano
cercava
di
occultare
.
In
lui
ho
visto
così
non
soltanto
l
'
intelligenza
,
ma
anche
«
l
'
uomo
»
palpitante
sotto
il
dolore
,
povero
di
dolcezze
e
ricco
solo
di
una
intristita
e
dolorante
umanità
.