Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaPeriodica"
StampaPeriodica ,
Vogliamo riassumere in questa « rassegna della stampa » i notevoli contributi che Critica fascista ha portato nel corso di quest ' anno al problema dei giovani in quanto problema della formazione di una classe dirigente . Nel caso più fortunato questo problema è posto direttamente dal giovane ed allora non è semplicemente problema della « caccia » a qualche dignità nelle organizzazioni ; è problema di quelli « che intendono mettersi al centro stesso del mondo ideale creato dagli anziani , per rivederne carte ed orientamenti . Giudicano costoro , che i posti , le funzioni , le cariche , le responsabilità di comando in mano dei giovani sono meno che niente , se non servono a rinnovare esperienze , metodi , sistemi , impostazioni formali e sostanziali dei problemi , che sempre mutano nel volgere degli eventi e delle generazioni » . Ma per riuscire a questo la loro attività deve essere concreta , costruttiva « poiché è da stolti uscirsene fuori con un frondismo generico , allusivo , farcito di ammiccamenti caricaturali a questo o a quel tipo di gerarca pretenzioso , a questo o quel sedicente Padre Eterno della scienza » . Forse la ramanzina è troppo violenta perché si è portati nei primi passi , nel prendere cognizione del mondo che ci circonda , a questo atteggiamento , che diviene inconcludente solo in quanto sia fine a se stesso . Ma purtroppo la nostra storia ci insegna che troppo spesso uno sforzo generoso si è risolto in qualche insignificante « pasquinata » ! Ma se tutto il problema stesse qui , non ci si spiegherebbe quel certo che di stanco e di acre che lo accompagna sempre : il problema è più grave , poiché sono pochi i giovani che vanno incontro alle loro responsabilità . Molti , i più , trascorrono quieti , nel conformismo di una vita limitata , e perciò il problema dei giovani è più un problema di carenza , che ingigantisce allora fino a quello della formazione della classe dirigente . Formazione di una classe dirigente . Camillo Pellizzi , ricercando nella Critica fascista del 15-6-XV , un rimedio a questo stato di cose , si sente attratto verso i metodi dei colleges inglesi e vorrebbe associare alle scuole , dalle elementari all ' università , un complesso di esercitazioni . In esse il giovane dovrebbe educarsi « alla deliberazione responsabile , alla valutazione equa delle diverse opinioni , alla disciplina del dibattito » . Confessiamo che , per quanto questo ideale di dolce Accademia possa sedurci in qualche momento di nostalgia melanconica , non ci sentiamo di appoggiare una proposta che all ' atto pratico si ridurrebbe ad una mera classe di retorica o a qualche istituzione del tipo dei boy scouts . Ma , a parte la facile ironia , a cosa condurrebbe la proposta del Pellizzi ? Agostino Nasti , nella Critica fascista dell'1-7-XV , afferma che « quel sistema da sé solo , potrebbe essere , date le caratteristiche dell ' ingegno italiano ( brillantezza , facilità , attitudine alla retorica ) , un mezzo di esercizio della sola intelligenza e corruttore della personalità morale » . Si finirebbe così per cadere nuovamente in quella dittatura di funzionari , che Pellizzi ritiene essere « fenomeno di cui la storia ha vari esempi : e sono tutti esempi a ben guardare di decadenza » . Noi non vogliamo con questo spezzare la lancia contro la discussione , la libera discussione . Noi vogliamo soltanto mettere in guardia contro l ' abuso di essa , abuso che ci condurrebbe in questo caso ad una sterile , esangue ed organizzata esercitazione . In essa la borghesia , feconda soltanto di funzionari e di burocrati , diguazzerebbe contenta e soddisfatta , seguitando ad inquinare ed a monopolizzare la classe dirigente italiana . Il fondamentale problema è invece come dice Nasti quello di immettere nella classe dirigente italiana il popolo ed egli vorrebbe che il « Pellizzi chiarisse se è d ' accordo sulla necessità di questo rinsanguamento della classe politica italiana , sulla necessità , cioè , che questa sia apertissima , che si faciliti l ' ingresso in essa di uomini espressi dal popolo e che sia necessario quindi pensare al modo di preparare questi elementi popolari , che non sono preparati dall ' ambiente familiare e nemmeno nelle scuole , perché frequentano solo le elementari » . Sindacati e classe dirigente . Ma per la scelta di questi elementi egli non ritiene sufficiente la « scuola » sindacale e si chiede angosciato : « Dovremo sempre essere un popolo di prim ' ordine guidato da una mediocre classe dirigente ? » . Indubbiamente , pensando al modo con cui oggi funzionano i sindacati , non è possibile sperare che da essi si esprima facilmente questa nuova classe dirigente . Ma noi non condividiamo l ' estrema punta di angoscia del Nasti e pensiamo invece che lo sforzo nostro debba rivolgersi proprio verso l ' organizzazione sindacale . Essa ha molti difetti e tutti lo confessano . Longo , per es . , in Critica fascista dell'1-6-XV , insiste « sulla necessità ed urgenza di approfondire ed intensificare l ' opera di educazione sindacale delle masse lavoratrici » poiché « i giovani lavoratori , in genere , non si interessano abbastanza del sindacato e della vita sindacale » . Ma senza sperare in una formazione spontanea di questa classe dirigente attraverso i sindacati , noi crediamo che questa sia ancora l ' unica via e ce la indica la coscienza , che abbiamo della maturità dell ' operaio italiano , maturità fatta di cosciente responsabilità e di disciplinata decisione . Il nostro sforzo deve mirare a liberare da impacci burocratici ed organizzativi queste forze che sole ci permetteranno la formazione di quella classe dirigente unitaria che non porti più in sé « le conseguenze della divisione politica e non soltanto in senso territoriale che precedette l ' unificazione dell ' Italia » . Avviso agli universitari . E nel paragrafo precedente abbiamo parlato , a ragion veduta , del sindacato come dell ' unica via per la formazione della classe dirigente , poiché , se l ' universitario non vorrà morire nella burocrazia o nel frazionariato , egli dovrà finire collo spogliarsi di molte delle sue soprastrutture e dovrà soprattutto avvicinarsi alla classe operaia avvicinarlesi nel sindacato , nel gruppo rionale , nel dopolavoro . Ma egli è ancora molto distante da questo suo imprescindibile compito . Vediamo , infatti , i resoconti del Convegno di dottrina del fascismo , ai Littoriali di quest ' anno . In esso troppo si è teorizzato astrattamente e formalmente . Giancarlo Ballarati , Littore di quest ' anno , in Critica fascista dell'1-5-XV , chiama « negativo e sterile quell ' aspetto del convegno , che si è posto alla astratta ricerca della determinazione di una personalità ideale e di un concetto speculativo dello Stato , perché si compiva l ' opera vana della giustificazione del punto di partenza , rivendicando lo Stato come interiorità e spiritualità ciò che è presupposto ormai pacifico , e caratteristica propria anche a forme non fasciste di Stato » . Lasciamo da parte l ' invito , che credo imbarazzante , a tirar fuori quelle altre forme non fasciste di Stato e concordiamo senz ' altro nel ritenere sterile questo circolo vizioso della giustificazione del punto di partenza . Ma crede forse il camerata Ballarati che questo Stato interiore e spirituale sia presupposto ormai pacifico ? Se lo è per alcuno , lo sarà per gli ondivaghi filosofanti , per quelli che , come vedo riportato nel successivo articolo di Vincenzo Buonassisi « credono che l ' Impero esistesse entro di noi prima che disponessimo di un sol metro quadrato di territorio » . Noi crediamo invece che la discussione teorica sia utilissima e necessaria , purché esca dall ' esoterismo di questo Stato in interiore hominis . È l ' avviso che noi dobbiamo ricavare da questa lunga polemica e specie dalle parole di Nasti , è quello di rompere una buona volta col pacifico vivacchiare e profittare del « pane della scienza » . Si afferma l ' identità del pensare e del fare per poi solo pensare o meglio arzigogolare schemi .