StampaPeriodica ,
Non
voglio
qui
parlare
della
poesia
in
versi
di
L
.
Bartolini
,
o
delle
sue
acqueforti
,
ma
limitare
il
discorso
alla
sua
prosa
,
o
,
meglio
,
alle
sue
prose
migliori
.
Chi
pensi
«
Bartolini
»
non
può
pensare
subito
che
ad
un
avvenimento
eccezionale
,
direi
quasi
privato
,
che
di
giorno
in
giorno
accade
nella
nostra
odierna
letteratura
:
ed
è
proprio
in
questo
suo
diuturno
accadere
che
si
è
venuta
costituendo
,
anzi
,
stratificando
una
prosa
bartoliniana
,
staccata
da
qualsiasi
intenzione
o
premeditazione
;
e
quindi
serenamente
scioltasi
dal
timore
di
una
possibile
decadenza
,
espresso
dal
De
Robertis
,
quando
,
in
uno
scritto
del
'30
su
Passeggiata
con
la
ragazza
,
si
era
chiesto
:
«
s
'
accosterà
un
giorno
(
Bartolini
)
a
temi
più
calmi
,
senza
più
quel
tono
improvviso
,
avventuroso
,
lirico
a
oltranza
?
E
troverà
i
mezzi
adatti
,
quel
tanto
di
riposo
mentale
necessario
a
opere
mature
?
»
.
Tutto
questo
è
stato
dal
Nostro
raggiunto
,
al
di
fuori
di
qualsiasi
programma
:
e
così
,
come
il
De
Robertis
rivendicò
in
quelle
vecchie
pagine
del
Bartolini
un
'
«
aria
di
gioventù
»
,
un
«
essere
e
parere
giovani
»
,
non
come
«
uno
dell
'
ultima
generazione
»
,
ed
in
questo
indicò
la
sua
presenza
prepotente
nell
'
«
orto
ben
pettinato
delle
lettere
»
odierne
,
così
noi
ora
ritroviamo
il
Nostro
,
intatto
,
fedele
a
se
stesso
,
anche
se
al
posto
della
sua
sanguigna
,
scontrosa
,
ribelle
gioventù
,
c
'
è
ora
una
maturità
più
attenta
e
sofferta
,
se
non
meno
scontrosa
e
ribelle
.
E
se
«
tra
le
tante
sue
facce
»
si
fa
«
sempre
più
in
luce
quella
del
moralista
»
,
non
ce
ne
dispiace
affatto
,
anzi
,
per
questo
,
forse
,
lo
abbiamo
più
caro
.
Bartolini
non
ha
mai
resistito
alla
tentazione
di
«
scendere
tra
gli
uomini
»
;
e
se
dopo
,
mettiamo
,
aver
contemplato
le
vecchie
al
mercato
(
«
...
portano
non
meno
di
tre
sottane
:
la
esterna
e
la
seconda
che
è
di
roba
turchina
con
righette
orizzontali
per
orlo
,
orlo
listato
da
un
palmo
di
velluto
nero
sino
...
Alzano
le
vecchie
donne
la
prima
e
la
seconda
sottana
e
,
se
uno
sta
ad
osservare
bene
,
si
vedono
,
se
per
isbaglio
la
vecchia
s
'
alza
un
lembo
della
terza
sottana
,
gambacce
con
le
vene
varicose
e
col
«
giudizio
»
,
ossia
il
sudiciume
al
ginocchio
...
»
)
,
dopo
averle
così
contemplate
,
dunque
,
vuol
trarne
una
sua
morale
(
«
E
così
fanno
perché
sono
al
limitare
dell
'
esistenza
:
mettono
da
parte
e
tengono
da
conto
per
paura
di
perdere
e
non
riavere
;
giacché
sanno
,
da
natura
,
che
più
nulla
avranno
.
Sono
come
le
piante
che
hanno
più
radice
che
fiore
»
)
,
tanto
meglio
,
per
il
piacere
che
abbiamo
tratto
da
questa
morale
,
che
non
è
un
concetto
,
ma
una
descrizione
:
e
commoventissima
.
Del
resto
il
giudizio
o
morale
bartoliniano
non
è
che
una
specie
di
«
finale
»
o
di
«
presto
»
,
strettamente
unito
,
o
sortito
direttamente
da
quello
che
,
più
innanzi
,
chiamerò
il
suo
«
umore
»
.
Così
la
prosa
del
Nostro
,
tutta
affidata
al
proprio
umore
,
alla
luna
buona
o
cattiva
,
all
'
ilare
o
malo
risveglio
mattutino
,
si
è
venuta
imponendo
alla
nostra
attenzione
,
che
si
è
,
un
po
'
alla
volta
,
tramutata
in
vero
e
proprio
affetto
.
E
nient
'
altro
che
affetto
,
in
noi
,
poteva
corrispondere
alla
maschia
confessione
bartoliniana
,
uscita
pudicamente
,
scontrosamente
,
dalla
sua
penna
,
quasi
a
denti
stretti
,
talvolta
;
altra
volta
,
come
nei
suoi
primi
libri
(
Passeggiata
con
la
ragazza
)
,
gridata
a
voce
alta
e
piena
,
sino
a
rivelarne
il
sangue
o
la
carne
,
ma
sempre
con
un
sordo
pudore
,
che
,
intervenuto
nel
discorso
come
un
improvviso
interrompimento
,
lo
tramutava
,
lo
accigliava
,
quasi
accorandolo
.
In
realtà
,
sempre
,
in
fondo
alla
voce
forte
e
burbera
di
Bartolini
,
trema
un
nodo
di
pianto
:
pianto
umano
,
quasi
fanciullesco
.
Si
guardi
«
Morte
di
Umano
»
nel
suo
ultimo
libro
.
E
in
questo
fondo
di
pianto
,
niente
affatto
spleenetico
o
letterario
e
non
nel
senso
generico
di
malinconia
o
tristezza
,
giace
la
parte
più
remota
e
forse
meno
nota
di
Bartolini
:
è
da
essa
che
risale
alla
superficie
la
gamma
versicolore
dell
'
umor
suo
,
tetro
e
bizzarro
,
come
una
sorta
di
alterna
vittoria
e
sconfitta
,
astio
e
benignità
,
avvenuta
nel
suo
intimo
più
segreto
,
ed
emersa
poi
nella
pagina
scritta
.
Per
questo
,
io
credo
,
della
sua
prosa
finora
non
è
stata
data
una
definizione
critica
,
che
,
circoscrivendola
,
la
ponga
con
sua
vera
luce
nell
'
ambito
della
nostra
letteratura
odierna
.
È
tale
definizione
monca
anche
perché
,
dato
il
proprio
modo
di
essere
,
il
Nostro
non
ha
in
letteratura
che
nemici
o
amici
:
e
sia
gli
uni
che
gli
altri
,
per
eccesso
di
vigore
,
non
saranno
in
grado
di
studiarlo
serenemente
.
Non
basterà
chiamare
la
scrittura
bartoliniana
semplicemente
«
prosa
»
,
come
si
suole
,
in
quanto
non
narrativo
,
ché
questo
sarebbe
un
porre
la
questione
e
non
risolverla
;
«
capitolo
»
anche
è
fuori
luogo
per
la
pagina
del
Nostro
,
nata
,
è
vero
,
nel
pieno
fiorimento
di
quello
,
e
indubbiamente
influenzatane
,
ché
la
prosa
di
Bartolini
è
tanto
lontana
dal
capitolo
cecchiano
,
quanto
da
uno
è
lontano
altro
stile
.
E
se
del
vecchio
racconto
o
abbozzo
realistico
,
è
inutile
anche
fare
il
solo
nome
,
come
invece
avviene
nella
fascetta
pubblicitaria
del
Cane
scontento
,
d
'
altra
parte
se
l
'
ispirazione
bartoliniana
è
essenzialmente
lirica
,
lo
è
al
di
fuori
da
ogni
liricità
in
quanto
purezza
o
essenziale
perfezione
:
Bartolini
ha
bisogno
del
molteplice
e
del
prosaico
,
seppur
come
un
padrone
ha
bisogno
del
proprio
schiavo
.
Così
,
se
da
una
parte
la
sua
poesia
in
versi
sembra
un
inasprimento
,
una
estrema
conclusione
della
sua
prosa
,
la
sua
prosa
è
sempre
sostenuta
e
tesa
da
un
frasario
vigorosamente
poetico
:
e
in
un
periodo
,
in
una
pagina
basta
trovare
«
sinistra
mano
»
invece
di
«
mano
sinistra
»
,
perché
tutto
il
senso
ne
sia
stravolto
e
poetizzato
.
E
allora
vorrei
riportarmi
a
quanto
dicevo
inizialmente
,
a
quella
foga
di
umori
che
,
rinverginata
di
volta
in
volta
dalla
sua
stessa
condizione
di
umore
,
resta
tutta
chiusa
,
serrata
e
perfetta
nella
pagina
che
da
essa
nasce
.
Allora
,
infine
,
prendendo
lo
spunto
da
una
vecchia
frase
del
De
Robertis
(
«
Quell
'
umore
che
è
,
direi
,
il
lievito
all
'
arte
di
Bartolini
...
diventa
una
forza
viva
e
operante
,
e
i
paesi
,
perfino
una
pianta
,
un
fiore
,
un
filo
d
'
erba
ne
son
pieni
,
parlan
per
sé
»
)
,
vorrei
distinguere
la
pagina
,
il
capitolo
bartoliniano
sotto
il
nome
di
«
umore
»
,
mutando
,
quasi
in
una
sosta
di
solidificamento
,
il
senso
di
questa
parola
.
«
Umore
»
che
,
in
mezzo
alla
verità
delle
pagine
,
trova
la
sua
unità
di
tono
in
quel
fondo
di
pianto
che
dicevo
ora
domato
ora
vincitore
,
e
,
nell
'
arco
di
queste
vittorie
e
sconfitte
la
sua
ammirevole
quantità
di
forme
,
che
,
dalla
collera
amorosa
alla
tetra
bizzarria
,
dalla
benigna
serenità
alla
strafottenza
,
cerca
la
sua
estrema
liberazione
in
un
acerbo
moraleggiare
.
L
'
orso
,
ed
altri
amorosi
capitoli
è
il
migliore
indice
di
questi
umori
:
la
lucidità
della
propria
visione
poetica
vi
è
matura
,
e
sicura
la
propria
condizione
etica
;
nessun
dubbio
,
nessun
compromesso
;
c
'
è
la
certezza
di
sé
,
la
potenza
di
sé
con
cui
si
costruiscono
i
capolavori
.
Ora
,
avrei
voluto
soffermarmi
,
esaminare
qua
e
là
questo
bellissimo
libro
,
ma
,
avendolo
aperto
,
sopraffatto
dal
piacere
dei
ricordi
e
dal
soverchiare
delle
postille
,
ho
dovuto
cedere
e
rimandare
ad
altra
data
un
particolare
discorso
sopra
di
esso
:
vorrei
solo
dire
,
qui
,
che
non
soltanto
nell
'
arco
ideale
domina
Passeggiata
con
la
ragazza
al
Cane
scontento
(
che
,
pur
contenendo
cose
bellissime
,
mi
par
opera
di
passaggio
da
una
certezza
e
potenza
di
sé
,
ad
un
'
altra
,
più
distesa
,
serena
,
paterna
)
,
esso
,
L
'
orso
,
tiene
un
posto
preminente
e
degno
di
lungo
futuro
.