StampaPeriodica ,
Al
lume
di
naso
mi
pare
chiaro
che
,
da
un
punto
di
vista
assoluto
,
ambedue
i
modi
sono
in
qualche
misura
artificiali
e
che
ad
essi
debba
preferirsi
,
in
un
eloquio
diretto
e
pratico
,
il
tu
romano
e
familiare
.
Ma
altrettanto
evidente
mi
sembra
che
,
accettata
la
necessità
(
in
determinate
condizioni
)
d
'
un
parlare
antico
o
diplomatico
o
letterario
,
debba
adottarsi
quello
che
meglio
risponde
alla
natura
di
ciascuna
lingua
.
Ora
,
il
Voi
è
senza
dubbio
più
consono
alla
natura
del
nostro
italiano
;
per
ragioni
fonetiche
e
sintattiche
(
fra
l
'
altro
perché
non
esiste
,
in
italiano
,
la
distinzione
in
generi
dei
possessivi
in
funzione
di
genitivi
pronominali
personali
,
quale
si
è
prodotta
in
altre
lingue
)
.
Senza
contare
che
il
lei
è
relativamente
tardo
,
sebbene
presente
in
alcuni
classici
.
Ma
con
ciò
non
pretendo
di
dar
fondo
alla
questione
,
e
anzi
mi
affretto
a
trarmi
da
un
campo
per
me
infido
.
Tutto
quanto
,
dunque
,
posso
fare
è
accennare
alle
ragioni
che
mi
consigliarono
l
'
adozione
del
Voi
,
in
prevalenza
,
prima
ancora
della
campagna
in
suo
favore
.
Queste
ragioni
non
sono
propriamente
ragioni
,
sono
piuttosto
argomenti
,
o
spunti
sentimentali
,
epperò
strettamente
personali
.
Essi
si
riassumono
nel
valore
che
direi
evocativo
del
Voi
.
"
Fra
voi
e
me
vi
è
qualche
differenza
.
Sulla
locanda
tanto
vale
il
vostro
danaro
quanto
il
mio
,
"
ecc
.
,
comincia
una
nota
commedia
di
Goldoni
.
insomma
il
Voi
mi
pare
più
romanzesco
,
più
avventuroso
,
che
so
,
più
poetico
,
infine
.