StampaPeriodica ,
La
tendenza
degli
individui
appartenenti
ad
una
data
classe
di
riunirsi
in
corporazioni
si
manifestò
in
tutti
i
tempi
,
massime
in
quelli
dove
la
protezione
dell
'
individuo
da
parte
dello
Stato
era
minima
,
anzi
irrisoria
.
Così
le
università
delle
arti
e
dei
mestieri
nel
medio
evo
costituivano
una
potente
compagine
di
membri
legati
tra
loro
da
vincoli
indissolubili
di
fratellanza
.
Nei
tempi
moderni
,
scomparse
le
antiche
istituzioni
,
esse
rinacquero
sotto
altra
forma
,
nelle
maestranze
,
nelle
confraternite
e
nei
collegi
.
Mutate
le
circostanze
,
erano
mutati
anche
i
bisogni
,
e
la
protezione
che
la
confraternita
esercitava
sull
'
individuo
si
riduceva
ad
opere
di
beneficenza
in
caso
di
infermità
o
di
disgrazia
ed
a
privilegi
spirituali
.
Per
la
prima
volta
vi
erano
beni
mobili
ed
immobili
donati
da
più
benefattori
ed
accresciuti
continuamente
con
l
'
accumulazione
delle
rendite
;
per
i
secondi
,
poi
,
vescovi
e
pontefici
largivano
lettere
e
brevi
.
Ai
nostri
giorni
,
con
l
'
indemaniamento
che
il
governo
ha
decretato
per
le
proprietà
dei
pii
sodalizi
,
questi
hanno
perduto
la
loro
base
,
il
loro
sostegno
,
e
,
sotto
un
certo
aspetto
,
la
stessa
ragion
d
'
essere
.
Così
le
confraternite
hanno
conservato
solamente
il
loro
programma
religioso
,
ed
hanno
cessato
di
esercitare
in
vantaggio
dei
singoli
membri
la
protezione
e
la
beneficenza
.
Da
una
parte
però
il
dissidio
riacceso
tra
la
Chiesa
e
lo
Stato
e
la
lotta
combattuta
dalla
rivoluzione
contro
la
religione
cattolica
ha
fatto
rinascere
più
vivo
nei
cattolici
il
bisogno
di
riunirsi
,
di
federarsi
,
con
ideali
più
alti
,
con
forme
nuove
per
la
difesa
dei
comuni
interessi
,
non
più
di
classe
,
per
ora
,
ma
religiosi
.
Così
,
a
fianco
delle
confraternite
agonizzanti
,
sorsero
le
associazioni
,
i
circoli
,
i
comitati
parrocchiali
,
istituzioni
feconde
di
energia
e
di
pensiero
.
Dall
'
altra
parte
la
tendenza
a
riunirsi
per
difendere
gl
'
interessi
del
lavoro
divenne
una
vera
necessità
,
e
tutto
quello
slancio
che
i
cattolici
adoperarono
a
fondare
le
nuove
associazioni
fu
impiegato
ugualmente
dalle
classi
lavoratrici
per
istituire
le
società
di
mutuo
soccorso
,
le
fratellanze
operaie
,
le
leghe
di
resistenza
ed
infine
le
Camere
del
lavoro
.
Così
furono
sdoppiati
e
divisi
i
due
scopi
delle
istituzioni
antiche
«
religione
e
lavoro
»
,
e
si
delinearono
due
campi
d
'
azione
,
diversi
nei
principi
,
e
molte
volte
opposti
nei
mezzi
.
In
Italia
la
storia
delle
Camere
del
lavoro
è
breve
e
semplice
.
Furono
in
principio
le
associazioni
operaie
che
ebbero
l
'
idea
di
riunirsi
,
sull
'
esempio
di
altre
nazioni
,
in
un
nuovo
vincolo
di
fratellanza
per
mezzo
delle
Camere
del
lavoro
.
Il
Cabrini
e
il
Gnocchi
-
Viani
furono
i
promotori
ed
i
sostenitori
della
nuova
istituzione
.
Sorsero
,
è
vero
,
sotto
auspici
nettamente
socialisti
,
ma
tuttavia
il
loro
programma
escludeva
la
politica
,
e
teoricamente
lasciavano
aperto
l
'
adito
ai
rappresentanti
di
qualunque
partito
.
In
principio
non
vi
fu
un
municipio
che
,
richiesto
,
ricusasse
il
suo
appoggio
.
Nell
'
anno
1893
le
Camere
di
commercio
,
interpellate
dal
governo
sulle
riforme
che
esse
credessero
di
introdurre
nel
loro
ordinamento
,
risposero
tutte
proponendo
l
'
ammissione
di
una
data
rappresentanza
operaia
;
la
maggioranza
di
esse
la
voleva
inclusa
nelle
Camere
di
commercio
,
la
minoranza
la
voleva
lasciata
alle
Camere
del
lavoro
.
Lo
stesso
governo
mise
a
disposizione
del
Comitato
per
l
'
esposizione
agraria
del
1894
qualche
medaglia
per
quelle
Camere
del
lavoro
che
si
fossero
distinte
.
Questo
favore
però
fu
di
breve
durata
.
Dopo
il
1894
il
governo
mutò
radicalmente
indirizzo
e
si
mise
sulla
via
della
reazione
.
La
prima
vittima
fu
la
Camera
del
lavoro
di
Terni
,
dove
il
comune
,
per
divieto
assoluto
del
governo
,
negò
il
sussidio
alla
nascente
istituzione
.
La
ragione
è
facile
ad
intendersi
:
la
popolazione
operaia
di
Terni
è
composta
per
nove
decimi
dai
lavoratori
dell
'
acciaieria
governativa
,
e
sono
quindi
dipendenti
direttamente
dallo
Stato
,
il
quale
non
aveva
piacere
che
i
suoi
salariati
si
sottraessero
in
tal
modo
alla
patria
potestà
e
cercassero
di
difendere
i
loro
interessi
nella
tanto
temuta
solidarietà
operaia
.
Contemporaneamente
scoppiavano
i
tumulti
della
Sicilia
e
della
Lunigiana
,
i
quali
naturalmente
moltiplicarono
ed
inacerbirono
le
conseguenze
della
reazione
.
Società
di
mutuo
soccorso
,
leghe
di
resistenza
,
fasci
operai
e
Camere
di
lavoro
,
per
tutti
ci
fu
un
decreto
di
scioglimento
.
Il
governo
,
per
mezzo
dei
prefetti
,
o
fece
cancellare
dai
bilanci
comunali
sussidi
già
stanziati
per
le
Camere
di
lavoro
,
o
fece
pressione
sopra
sindaci
e
giunte
perché
non
li
deliberassero
.
Gli
operai
cercarono
naturalmente
di
resistere
,
e
dove
la
resistenza
era
inutile
,
protestarono
;
essi
però
non
furono
soli
,
ma
anche
parecchi
municipi
opposero
resistenza
alle
pressioni
governative
.
Il
governo
allora
si
rivolse
al
consiglio
di
Stato
,
domandando
se
i
comuni
avessero
la
facoltà
di
concorrere
con
sussidi
allo
sviluppo
delle
Camere
del
lavoro
;
il
consiglio
di
Stato
,
come
era
da
aspettarselo
,
emise
parere
contrario
.
Con
tutto
questo
gli
operai
fecero
ancora
qualche
tentativo
qua
e
là
,
al
quale
seguirono
nuovi
decreti
di
scioglimenti
,
deferimenti
e
processi
.
Fra
questi
non
mancarono
gli
episodi
comici
.
A
Roma
il
prefetto
sciolse
la
Camera
del
lavoro
e
la
deferì
all
'
autorità
giudiziaria
,
la
quale
dichiarò
che
nell
'
operato
di
essa
non
vi
era
reato
.
Allora
la
Camera
riprese
ad
esercitare
le
sue
funzioni
ed
il
municipio
le
ristabilì
il
sussidio
di
6000
lire
,
non
tenendo
in
alcun
conto
il
parere
del
consiglio
di
Stato
.
Inoltre
la
commissione
governativa
per
l
'
inchiesta
ferroviaria
sente
la
necessità
di
inviare
il
proprio
questionario
ad
alcune
Camere
del
lavoro
,
e
nei
suoi
interrogatori
ascolta
dei
rappresentanti
di
esse
.
Una
commissione
governativa
che
si
rivolge
ad
una
istituzione
non
riconosciuta
giuridicamente
,
anzi
aspramente
combattuta
ed
avversata
dallo
stesso
governo
!
A
Cremona
il
consiglio
comunale
viene
sciolto
per
avere
stanziato
nel
bilancio
un
sussidio
alla
Camera
del
lavoro
,
ed
il
regio
commissario
,
naturalmente
,
cancella
lo
stanziamento
.
Si
elegge
il
nuovo
consiglio
,
il
quale
torna
ad
iscrivere
il
sussidio
,
e
la
prefettura
lo
annulla
.
Contemporaneamente
nella
stessa
provincia
di
Cremona
sorgono
delle
agitazioni
di
contadini
per
controversie
circa
alcuni
patti
colonici
.
La
Camera
del
lavoro
propone
la
costituzione
di
un
collegio
di
arbitri
composto
di
elementi
misti
,
ossia
di
proprietari
e
di
contadini
,
per
studiare
e
comporre
la
controversia
.
L
'
autorità
si
oppone
fidando
in
una
naturale
soluzione
della
vertenza
;
ma
poi
,
vedendo
la
cosa
andare
in
lungo
e
temendo
tristi
conseguenze
,
finisce
con
l
'
aderire
alla
proposta
della
Camera
ed
istituisce
il
collegio
degli
arbitri
.
E
i
probiviri
agrari
non
erano
stati
ammessi
dal
parlamento
;
ed
il
prefetto
che
li
istituiva
era
quello
stesso
che
aveva
fatto
cancellare
dal
bilancio
municipale
il
sussidio
due
volte
deliberato
!
Un
fatto
più
comico
avvenne
in
Napoli
,
dove
il
municipio
fu
obbediente
alle
ingiunzioni
governative
e
tolse
il
sussidio
.
Siccome
però
il
municipio
era
in
maggioranza
cattolico
,
e
la
Camera
del
lavoro
era
presieduta
da
un
monarchico
,
la
prefettura
con
una
coerenza
fenomenale
regalò
duemila
lire
alla
Camera
del
lavoro
.
Tutto
questo
prova
fino
all
'
evidenza
che
oramai
così
come
sono
costituite
e
volute
dalla
classe
operaia
,
le
Camere
del
lavoro
sono
un
mezzo
di
propaganda
socialista
,
e
sotto
questo
aspetto
il
governo
se
ne
impensierisce
e
le
combatte
.
Eppure
vedemmo
poc
'
anzi
che
da
principio
l
'
istituzione
fu
tutt
'
altro
che
socialista
.
Come
va
dunque
che
in
così
breve
tempo
abbiano
assunto
una
forma
così
battagliera
,
malgrado
che
in
tutti
gli
statuti
di
esse
sia
ripetuto
che
la
politica
è
assolutamente
estranea
alle
Camere
del
lavoro
?
Come
è
che
nella
sommossa
del
1893
in
Parigi
,
ed
in
quelle
dell
'
anno
seguente
in
Sicilia
esse
furono
così
fortemente
compromesse
?
La
ragione
principale
,
se
non
l
'
unica
,
credo
consista
nell
'
ostracismo
dato
ai
padroni
ed
agli
imprenditori
,
dalle
Borse
del
lavoro
.
Un
'
associazione
di
questo
genere
,
composta
di
soli
operai
,
è
impossibile
che
non
divenga
strumento
di
propaganda
socialista
.
Coll
'
introdurre
in
esse
anche
l
'
altro
elemento
,
oltre
al
rendere
più
remoto
questo
pericolo
,
si
verrebbe
a
dar
loro
una
garanzia
immensamente
maggiore
di
pratica
utilità
.
Ed
infatti
,
se
uno
degli
scopi
principali
delle
Camere
del
lavoro
è
quello
di
comporre
e
di
appianare
le
controversie
tra
salariati
e
padroni
per
mezzo
di
collegi
di
arbitri
,
come
sarà
possibile
che
i
padroni
e
gl
'
imprenditori
si
decidano
ad
invocare
un
arbitrato
composto
di
una
parte
sola
?
Come
potranno
i
governi
concedere
autorità
giuridica
ai
sindacati
operai
,
se
questi
non
saranno
costituiti
di
elementi
misti
?
Per
quanto
si
voglia
riconoscere
che
il
lavoro
sia
immensamente
più
nobile
del
capitale
,
e
che
questo
sia
solo
uno
strumento
a
servizio
del
lavoro
,
sarà
pure
necessario
che
nella
lotta
dell
'
uno
contro
l
'
altro
,
per
comporre
pacificamente
i
dissidi
,
facciano
sentire
la
loro
voce
ambedue
.
Anche
nelle
Camere
di
commercio
,
istituzione
oramai
generale
presso
tutti
i
popoli
civili
,
intervengono
ogni
genere
di
industriali
:
tanto
quelli
che
attendono
al
piccolo
scambio
della
merce
da
essi
stessi
elaborata
,
quanto
i
grandi
proprietari
di
vastissime
case
commerciali
,
o
i
direttori
di
banche
.
Nei
comizi
agrari
sono
iscritti
tanto
i
grandi
come
i
mezzani
e
i
piccoli
proprietari
,
non
solo
,
ma
anche
i
più
modesti
affittuari
.
Tra
questi
e
quelli
vi
è
appunto
il
rapporto
del
lavoro
al
capitale
.
Perché
dunque
le
Camere
del
lavoro
dovrebbero
avere
questa
nuova
forma
unilaterale
,
e
perciò
stesso
meno
autorevole
nelle
controversie
e
meno
pratica
nei
risultati
?
In
mezzo
ad
una
agitazione
così
vasta
i
cattolici
non
rimasero
inoperosi
,
ma
cercarono
subito
di
studiare
il
fenomeno
per
rendersi
conte
della
situazione
.
Anche
in
questa
come
in
tutte
le
altre
questioni
dove
è
libero
il
campo
della
discussione
,
i
pareri
furono
divisi
.
Alcuni
pensarono
che
le
Camere
dovessero
senz
'
altro
essere
combattute
dai
cattolici
perché
socialiste
;
altri
credevano
che
col
tempo
si
sarebbe
potuto
riuscire
ad
avere
delle
Camere
perfettamente
neutre
,
in
modo
che
anche
agli
operai
cattolici
fosse
lecito
appartenervi
;
altri
,
finalmente
,
sostenevano
che
si
dovesse
senz
'
altro
far
nostra
tale
iniziativa
e
dare
subito
opera
all
'
istituzione
di
una
Camera
del
lavoro
cattolica
.
Queste
,
più
o
meno
delineate
,
erano
le
tre
opinioni
che
si
agitavano
nel
nostro
campo
cinque
o
sei
anni
or
sono
e
che
ogni
tanto
ritornano
fuori
quando
si
tratta
di
istituire
qualche
opera
in
vantaggio
degli
operai
.
Ora
,
quanto
a
combattere
le
Camere
del
lavoro
perché
socialiste
,
e
a
negar
loro
il
sussidio
in
quei
municipi
che
risultassero
in
maggioranza
cattolici
,
io
rispondo
che
prima
di
combattere
bisogna
andare
bene
adagio
,
ed
essere
proprio
sicuri
che
l
'
istituzione
non
sia
suscettibile
di
miglioramento
alcuno
e
debba
senz
'
altro
condannarsi
.
Il
miglior
partito
in
questi
casi
è
rimanere
passivi
,
quando
non
si
ha
il
coraggio
e
l
'
abnegazione
d
'
intraprendere
un
apostolato
attivo
.
Chi
sa
quante
di
quelle
opere
che
ora
sono
un
'
arma
potente
in
mano
dei
nostri
avversari
avrebbero
potuto
essere
un
mezzo
utilissimo
di
propaganda
per
noi
,
solo
che
non
ci
fossimo
tanto
affrettati
a
condannarle
e
a
dichiararcene
estranei
!
Le
Camere
del
lavoro
escludono
dai
loro
statuti
la
politica
;
ebbene
,
questo
avrebbe
dovuto
bastarci
per
lasciarvi
entrare
anche
i
nostri
operai
i
quali
avrebbero
potuto
costituire
un
freno
ed
un
controllo
nel
tempo
,
stesso
,
adoperandosi
a
far
rispettare
il
principio
statutario
circa
l
'
esclusione
della
politica
.
In
questo
modo
si
sarebbero
ottenuti
due
grandi
vantaggi
;
primieramente
le
Camere
così
costituite
avrebbero
corso
meno
rischio
di
divenire
socialiste
,
ed
in
secondo
luogo
noi
avremmo
avuto
una
palestra
utilissima
per
i
nostri
operai
i
quali
,
trovandosi
a
contatto
di
compagni
appartenenti
ai
vari
partiti
politici
,
si
sarebbero
esercitati
nella
discussione
e
nella
lotta
,
e
difendendo
i
propri
interessi
professionali
nel
seno
delle
Camere
del
lavoro
,
si
sarebbero
venuti
preparando
a
rappresentare
il
proprio
paese
nel
seno
delle
assemblee
comunali
,
e
riparare
così
alla
deficienza
di
rappresentanza
operaia
che
ora
si
nota
tanto
frequentemente
nei
municipi
delle
grandi
città
.
Molti
vedono
con
timore
gli
operai
cattolici
vicino
ai
socialisti
,
e
per
impedire
qualunque
contatto
con
essi
vagheggiano
una
separazione
ed
un
isolamento
completo
come
unica
garanzia
di
preservazione
;
ora
,
quanto
ciò
sia
contrario
ai
principî
di
propaganda
e
di
apostolato
che
debbono
informare
qualunque
azione
o
religiosa
,
o
sociale
,
o
politica
,
è
chiaro
abbastanza
:
un
partito
che
si
raccoglie
nell
'
isolamento
per
timore
di
perdere
i
suoi
aggregati
ed
ingrossare
così
le
file
dei
suoi
avversari
,
bisogna
che
si
rassegni
a
morire
.
Oltre
a
questo
ognuno
vede
che
di
fatto
è
impossibile
evitare
allo
operaio
cattolico
dei
contatti
con
i
compagni
socialisti
,
poiché
se
questi
non
gli
saranno
vicini
alle
assemblee
,
lo
saranno
nel
lavoro
:
non
è
certo
possibile
e
data
anche
la
possibilità
non
sarebbe
desiderabile
che
vi
sia
una
separazione
anche
nel
lavoro
;
occorrerebbe
per
questo
avere
delle
squadre
di
operai
cattolici
sotto
la
guida
di
mastri
cattolici
,
addetti
ad
opere
ancor
esse
cattoliche
...
Il
ridicolo
emerge
da
sé
;
neppure
nei
paesi
protestanti
esiste
questa
separazione
,
essa
dunque
deve
ancor
meno
esservi
da
noi
.
I
contatti
nel
seno
di
un
'
assemblea
sono
poi
molto
meno
pericolosi
che
nel
lavoro
,
questo
affratella
,
mentre
la
discussione
divide
:
è
ben
raro
che
in
un
comizio
o
in
una
radunanza
qualsiasi
i
vari
gruppi
modifichino
le
loro
idee
per
adattarle
a
quelle
degli
altri
(
i
parlamenti
informino
)
.
Dato
ancora
che
il
sistema
di
isolamento
e
di
separazione
completa
fosse
teoricamente
preferibile
,
esso
riuscirebbe
inattuabile
in
pratica
.
Anche
nell
'
educazione
domestica
s
'
incontrano
i
due
sistemi
diversi
;
alcuni
genitori
cercano
di
evitare
ai
loro
figli
ogni
specie
di
contatto
per
tutelarne
l
'
innocenza
,
altri
li
abituano
fin
da
fanciulli
a
conoscere
il
mondo
perché
da
grandi
possano
discernere
meglio
il
bene
e
il
male
.
Questo
secondo
sistema
,
malgrado
gl
'
inconvenienti
che
può
arrecare
,
riesce
preferibile
in
confronto
dell
'
altro
,
il
quale
,
oltre
agli
altri
difetti
,
ha
quello
gravissimo
di
non
essere
attuabile
mai
.
Si
eviteranno
cattivi
contatti
nella
casa
,
magari
anche
nella
scuola
,
ma
non
potranno
mai
evitarsi
nell
'
università
,
nei
circoli
,
nelle
conversazioni
.
Così
avviene
dell
'
operaio
;
si
troverà
vicino
ad
operai
cattolici
nel
seno
di
un
'
associazione
o
d
'
un
comitato
,
ma
avrà
mille
occasioni
di
incontrarsi
con
avversari
nel
lavoro
,
negli
spettacoli
,
nelle
taverne
.
E
non
sono
forse
anche
troppi
i
dualismi
che
i
nostri
avversari
ci
hanno
creati
,
perché
dobbiamo
formarne
dei
nuovi
da
noi
stessi
?
Di
fronte
dunque
a
questa
nuova
forma
d
'
associazione
il
meglio
che
possa
farsi
da
noi
cattolici
non
è
secondo
me
l
'
astensione
ma
l
'
intervento
.
Noi
certo
aspiriamo
ad
un
sistema
diverso
di
organizzazione
operaia
,
sistema
di
gran
lunga
preferibile
ma
di
più
difficile
attuazione
;
le
Camere
del
lavoro
potrebbero
servire
di
passaggio
all
'
altra
forma
da
noi
vagheggiata
,
quella
cioè
di
corporazioni
miste
.
Che
il
lavoro
vi
sia
per
tutti
,
ch
'
esso
venga
onestamente
pattuito
e
giustamente
compensato
,
questo
deve
essere
il
nostro
desiderio
.
Per
raggiungere
tale
scopo
lo
stesso
Sommo
pontefice
cominciò
fino
dal
1884
ad
additarci
il
cammino
da
seguire
con
l
'
enciclica
Humanus
genus
,
e
quindi
nel
1891
con
quel
capolavoro
di
sociologia
che
è
l
'
altra
enciclica
Rerum
novarum
ci
tracciò
un
vero
e
completo
programma
d
'
azione
.
Leone
XIII
ci
richiama
alla
mente
le
storiche
istituzioni
che
in
Roma
fiorirono
tanto
nei
secoli
scorsi
,
quali
le
università
e
le
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
,
e
c
'
insegna
che
l
'
unica
via
per
ottenere
dei
risultati
pratici
è
appunto
questa
,
migliorata
e
adattata
alle
condizioni
dei
tempi
nuovi
.
Quasi
tutti
gli
studiosi
di
scienze
sociali
sostengono
la
stessa
tesi
;
il
Toniolo
e
il
Soderini
,
per
non
parlare
di
altri
,
sono
del
medesimo
avviso
.
Il
Toniolo
,
in
un
suo
scritto
su
questo
argomento
,
dopo
avere
sostenuto
il
principio
delle
Corporazioni
in
confronto
delle
Camere
o
Borse
del
lavoro
,
conclude
:
«
Datemi
un
circolo
numeroso
di
persone
addette
allo
stesso
ordine
di
produzione
,
aprite
un
ritrovo
comune
,
ove
queste
quotidianamente
si
uniscano
ad
agitare
tutte
le
questioni
che
collettivamente
le
riguardano
,
pronuncino
in
assemblea
i
loro
voti
e
le
loro
deliberazioni
per
i
provvedimenti
di
comune
vantaggio
,
eleggano
al
vertice
un
seggio
presidenziale
che
rappresenti
giuridicamente
l
'
ente
corporativo
e
ne
eseguisca
i
voleri
,
e
la
corporazione
senza
altre
istituzioni
coordinate
potrà
sussistere
,
e
il
popolo
,
anzi
,
fra
quelle
riunioni
destinate
a
prendere
la
difesa
dei
suoi
interessi
nelle
quotidiane
contingenze
della
vita
,
porrà
tutta
la
sua
mente
ed
il
suo
cuore
.
Ecco
l
'
ambiente
animato
e
fecondo
del
sodalizio
.
»
Per
raggiungere
questo
scopo
noi
abbiamo
ancora
altre
forme
di
passaggio
da
utilizzare
.
Oltre
a
tante
società
di
mutuo
soccorso
,
noi
abbiamo
una
istituzione
che
fu
chiamata
appunto
dal
Gnocchi
-
Viani
la
Camera
del
lavoro
dei
cattolici
.
Questa
istituzione
è
il
segretariato
del
popolo
.
A
guardare
superficialmente
sembrerebbe
che
esso
non
avesse
nulla
di
comune
con
le
Camere
,
perché
la
forma
è
ben
diversa
:
non
si
tratta
di
operai
riuniti
in
sodalizio
per
difendere
i
loro
interessi
,
ma
si
tratta
invece
di
uomini
di
buona
volontà
riuniti
da
un
vincolo
di
amore
e
di
carità
fraterna
in
sollievo
dei
bisognosi
.
Indirizzare
l
'
operaio
alla
ricerca
del
lavoro
e
proteggerlo
contro
la
cupidigia
dei
sensali
,
appianare
le
divergenze
con
i
padroni
,
aiutarlo
nella
corrispondenza
,
nelle
pratiche
dei
suoi
affari
,
abituarlo
a
tenere
in
ordine
la
piccola
amministrazione
della
sua
famiglia
questi
sono
gli
scopi
che
si
propone
il
segretariato
del
popolo
.
Quando
questi
intenti
si
fossero
realmente
ottenuti
,
e
quando
si
fosse
potuto
provvedere
a
dei
locali
vasti
per
ritrovo
comune
di
operai
e
padroni
,
al
fine
di
potervi
stringere
i
rispettivi
contratti
,
credo
che
si
sarebbe
ottenuto
molto
.
Questa
sarebbe
una
forma
di
protezione
per
l
'
individuo
,
mentre
le
corporazioni
sarebbero
una
difesa
per
la
classe
.
Non
bisogna
dimenticare
che
il
segretariato
è
più
un
rimedio
che
un
cibo
(
e
di
sole
medicine
non
si
vive
)
;
esso
conforta
l
'
operaio
nella
disoccupazione
e
nella
miseria
,
ma
non
può
arrivare
fino
a
difendere
tutti
i
diritti
della
sua
classe
.
Anzi
i
segretariati
sono
come
una
forma
transitoria
e
,
direi
quasi
,
di
beneficenza
,
e
noi
dobbiamo
sperare
che
un
giorno
non
vi
sia
più
bisogno
di
adoperare
la
beneficenza
,
ma
solamente
di
esercitare
la
giustizia
.
Intanto
quello
che
si
ottiene
per
mezzo
dei
segretariati
è
il
contatto
delle
classi
agiate
con
i
nullatenenti
,
è
l
'
esempio
continuo
di
carità
che
noi
offriamo
alle
classi
diseredate
,
per
mezzo
di
essi
noi
possiamo
diffondere
la
buona
stampa
tenendo
a
disposizione
degli
operai
giornali
ed
opuscoli
popolari
di
propaganda
cattolica
.
Come
in
questo
ci
sono
maestri
i
socialisti
!
Servendosi
dunque
di
queste
varie
istituzioni
come
forme
di
passaggio
noi
potremo
giungere
a
riunire
gli
operai
in
corporazioni
,
riconoscendo
ciascuno
i
propri
doveri
e
,
soprattutto
,
non
esagerando
i
propri
diritti
.
A
questo
deve
tendere
la
nostra
azione
,
al
raggiungimento
di
questo
scopo
debbono
convergere
le
nostre
attività
.
In
mezzo
al
crescere
minaccioso
del
pauperismo
moderno
,
in
mezzo
al
triste
spettacolo
che
ci
offrono
tanti
disoccupati
e
tanti
oppressi
,
noi
non
dobbiamo
dimenticare
pertanto
che
,
oltre
al
corpo
,
anche
lo
spirito
ha
bisogno
del
suo
pane
;
e
sotto
questo
aspetto
può
dirsi
che
il
pauperismo
morale
sia
ancora
più
tremendo
,
più
desolante
.
Sovvenendo
l
'
operaio
nella
disoccupazione
ed
aiutandolo
a
tutelare
i
suoi
sacri
diritti
,
noi
compiremo
un
'
opera
eminentemente
cristiana
e
coopereremo
con
un
valido
contributo
ad
un
graduale
miglioramento
nell
'
organizzazione
sociale
.