StampaPeriodica ,
Io
penso
nel
medesimo
tempo
con
una
tristezza
e
con
una
gioia
infinite
ai
profondi
secreti
dell
'
anima
che
i
grandi
poeti
non
rivelarono
mai
con
le
parole
.
Quel
silenzio
immortale
nel
quale
si
spense
la
loro
voce
potente
,
avvince
,
attraverso
i
secoli
,
il
nostro
spirito
al
loro
,
e
ci
attira
ancora
coi
profondi
abissi
del
mistero
,
vaneggianti
sempre
dinanzi
agli
occhi
vigili
della
mente
nostra
.
Quanto
di
tutto
quello
che
s
'
agitò
nel
cuore
di
quei
grandi
,
e
il
meglio
senza
dubbio
,
non
suggellò
nel
loro
petto
col
suo
bacio
la
morte
?
E
tutto
quello
che
essi
sentirono
,
quella
voce
che
per
loro
soli
ebbe
la
natura
e
che
si
articolò
in
parole
,
le
cui
sillabe
furono
battiti
del
cuore
e
pulsazioni
delle
arterie
,
tutto
questo
non
potrà
dunque
più
riecheggiare
nell
'
animo
d
'
alcuno
?
Allorché
io
vedo
lettori
attenti
badare
,
nella
lettura
dei
poeti
,
solamente
a
ciò
che
le
parole
suonano
,
vedo
uomini
pallidi
,
il
cui
viso
non
ha
mai
imporporato
la
fiamma
dell
'
Amore
.
Ma
vi
son
quelli
sul
cui
animo
incombe
la
gravità
di
quel
silenzio
che
involge
d
'
ombra
quelle
parole
e
che
silenziosamente
ascoltano
parlare
il
loro
cuore
;
e
sono
gli
eletti
,
che
sentono
in
quel
momento
la
loro
comunione
con
gli
spiriti
del
passato
.
La
fatica
dei
secoli
intorno
alla
Commedia
non
è
che
lo
sforzo
titanico
di
penetrare
l
'
immenso
e
pauroso
silenzio
di
Dante
,
e
dimostra
ad
un
tempo
la
grandezza
del
poeta
,
e
la
vanità
delle
opere
umane
quando
non
sono
irraggiate
dalla
Grazia
.
Il
commentatore
non
potrà
mai
pronunziar
la
parola
che
non
suonò
sul
labbro
del
poeta
,
perché
l
'
eterno
non
si
può
chiudere
nel
tempo
,
e
il
silenzio
(
diceva
il
professor
Teufelsdröckh
)
è
appunto
dell
'
eternità
,
come
del
tempo
è
la
parola
.
Egli
dunque
disporrà
solo
l
'
animo
del
lettore
ad
accogliere
in
lui
quel
muto
linguaggio
i
cui
segni
ideali
,
sono
tutti
nella
profondità
dell
'
anima
nostra
e
sdegnano
di
essere
racchiusi
nelle
angustie
delle
lettere
e
di
essere
evocati
da
deboli
suoni
.
Ogni
volta
che
io
ripeto
nella
mente
:
Quel
giorno
più
non
vi
leggemmo
avante
e
ripenso
a
tutti
coloro
che
hanno
voluto
compiere
il
pensiero
del
poeta
,
non
so
se
m
'
assale
più
il
dispetto
o
il
riso
,
ed
ho
come
davanti
agli
occhi
il
riflesso
della
fiamma
che
tremò
nell
'
animo
di
Dante
e
Io
scaldò
:
intraducibile
tutto
.
Noi
possiamo
comprendere
,
ma
non
spiegare
;
risentire
tutto
il
tumulto
della
passione
incomposta
,
violenta
,
ma
non
esprimerlo
;
e
rifugiamo
dal
limitare
il
sentimento
della
nostra
tristezza
,
che
è
più
vago
,
più
si
diffonde
quasi
per
tutto
l
'
essere
nostro
.
I
poeti
i
quali
trovarono
una
espressione
determinata
per
tutti
i
loro
sentimenti
,
o
credettero
che
quanto
essi
percepivano
poteva
passare
nell
'
animo
dei
lettori
solamente
attraverso
le
parole
,
furono
con
questi
in
una
comunione
temporanea
,
poiché
dei
sentimenti
si
palesa
con
esattezza
solo
quel
grado
più
semplice
e
più
comune
,
nella
cui
espressione
tutti
convengono
egualmente
,
poiché
solo
per
poco
può
piacer
riudire
ciò
che
noi
stessi
possiamo
ad
ogni
momento
formulare
.
Così
quelli
,
allorché
furono
spenti
i
contemporanei
,
testimoni
delle
anime
loro
,
capaci
di
comprendere
la
parte
più
caduca
di
esse
,
la
quale
vibra
nei
sentimenti
che
sono
la
caratteristica
di
un
periodo
o
di
una
società
,
non
hanno
altra
via
di
comunicare
coi
futuri
;
poiché
tutto
di
essi
si
è
spento
.
Fecero
come
i
fanciulli
:
trovarono
un
suono
per
tutti
i
loro
vaghi
sentimenti
:
ma
non
proferirono
mai
la
parola
velata
d
'
ombra
.
E
la
natura
li
ammoniva
in
ben
altro
modo
,
la
natura
che
ha
rivestito
tutte
le
idee
più
grandi
e
più
belle
di
forme
mute
che
solo
a
coloro
che
sanno
ascoltare
parlano
un
divino
linguaggio
.
La
natura
dice
attraverso
le
gemme
e
i
fiori
degli
alberi
le
sue
odorose
parole
,
solo
perché
le
profonde
radici
bevono
nel
suo
oscuro
seno
i
succhi
della
vita
.
L
'
uomo
che
ascolta
la
parola
del
fiore
caduco
sa
solamente
quello
che
muore
:
quegli
che
sa
udire
tutto
ciò
che
mormora
sommessa
la
terra
ha
colto
forse
la
parola
eterna
.
Così
l
'
artista
deve
imitar
la
natura
creando
forme
che
abbiano
un
linguaggio
per
coloro
che
l
'
Amore
ha
illuminato
.
Così
il
Poeta
,
il
cui
strumento
è
la
parola
,
ha
nelle
sue
mani
il
mezzo
più
potente
e
più
difficile
per
creare
:
e
la
sua
creazione
diventa
meravigliosa
fra
tutte
le
altre
appunto
perché
egli
ha
saputo
conciliare
in
una
divina
armonia
il
Silenzio
e
la
Parola
.
Quando
egli
ha
fatto
ciò
,
ha
creato
nell
'
arte
quello
che
è
vivo
nella
natura
:
il
Simbolo
.
Molti
scambiano
facilmente
l
'
allegoria
col
simbolo
e
credono
di
avere
allora
svelato
il
significato
riposto
delle
cose
;
ma
l
'
allegoria
non
cela
che
apparentemente
l
'
idea
,
ed
è
un
velo
che
può
facilmente
essere
rimosso
,
così
che
tutto
può
apparire
poi
manifesto
in
tutte
le
sue
parti
.
Non
così
il
simbolo
,
che
non
lascia
se
non
spiragli
aperti
al
mistero
delle
cose
e
non
può
essere
mai
rivelato
tutto
.
Ricordate
Il
Vischio
di
Giovanni
Pascoli
?
L
'
orto
nel
quale
egli
erra
con
l
'
anima
sorella
non
ha
carattere
allegorico
,
cioè
non
indica
alcuna
cosa
di
determinato
:
ma
i
fiori
rosei
dei
peschi
e
i
bianchi
dei
susini
sono
pure
la
speranza
e
la
promessa
;
ma
i
loro
petali
sparsi
a
terra
e
calpestati
sull
'
aurora
non
adombrano
le
memorie
vane
,
sono
invece
quelle
stesse
,
«
Ognuna
con
la
sua
lacrima
ancora
»
.
È
importante
notar
questo
,
perché
è
essenziale
al
carattere
del
poeta
il
non
aver
voluto
presentare
due
spettacoli
distinti
,
l
'
apparente
e
il
morale
,
che
si
corrispondano
artificiosamente
e
separatamente
l
'
uno
all
'
altro
,
ma
l
'
aver
colto
tutt
'
insieme
uno
spettacolo
della
natura
con
la
sua
significazione
oscura
forse
agli
occhi
del
corpo
,
ma
lucida
a
quella
dell
'
anima
.
L
'
albero
che
getta
,
per
la
volontà
di
vivere
,
qualche
cosa
di
più
bello
della
vita
,
fiori
od
ali
,
è
sempre
l
'
albero
,
ma
quando
ha
detto
al
poeta
il
suo
segreto
.
Allora
solo
,
dopo
che
il
poeta
ha
raccolto
la
parola
eterna
,
allora
solo
egli
che
volge
intorno
lo
sguardo
s
'
accorge
dell
'
albero
ignoto
,
dell
'
albero
strano
«
Che
non
ha
frutti
ai
rami
e
fiori
al
piede
»
.
S
'
accorge
non
già
ch
'
esso
è
davanti
ai
suoi
occhi
,
ma
che
gli
parla
anch
'
esso
.
Il
molle
seme
del
vischio
si
è
inserito
nella
sua
dura
scorza
,
e
volle
,
senza
che
esso
o
sapesse
o
credesse
.
Comprendete
come
qui
sia
scomparsa
l
'
allegoria
?
Questa
può
spiegare
quel
che
l
'
uno
volle
e
l
'
altro
non
seppe
e
non
credé
;
il
simbolo
vi
ha
solo
aperto
quello
spiraglio
,
perché
voi
che
avete
occhi
vediate
nella
tenebra
.
E
la
fusione
del
silenzio
e
della
parola
è
piena
nell
'
anima
dell
'
artista
quando
sa
e
vi
dice
quel
che
s
'
agitò
tra
le
fibre
dell
'
albero
tristo
,
«
E
tu
languivi
:
e
la
bellezza
e
il
bene
t
'
uscìa
di
mente
,
né
pulsar
più
fuori
gemme
sentivi
di
tra
il
tuo
lichene
»
.
La
bellezza
e
il
bene
e
le
gemme
sono
appunto
i
termini
di
questa
fusione
,
le
une
eterne
,
le
altre
passeggiere
,
e
davanti
agli
occhi
del
poeta
sono
come
una
sola
cosa
:
«
Due
anime
in
te
sono
,
albero
.
Senti
più
la
lor
pugna
,
quando
mai
t
'
affisi
ne
l
'
ozioso
mormorio
dei
venti
?
Quella
che
avea
lacrime
e
sorrisi
,
che
ti
ridea
col
labbro
de
'
bocciuoli
,
che
ti
piangea
dai
palmiti
recisi
,
e
che
d
'
amore
abbrividiva
ai
voli
d
'
api
villose
,
già
sé
stessa
ignora
.
Tu
vivi
l
'
altra
,
e
sempre
più
t
'
involi
da
te
,
fuggendo
immobilmente
;
ed
ora
l
'
ombra
straniera
è
già
di
te
più
forte
,
più
te
.
Sei
tu
,
checché
gemmasti
allora
,
ch
'
ora
distilli
il
glutine
di
morte
»
.
Non
cercate
qui
quello
che
il
poeta
abbia
voluto
significare
nel
mondo
morale
;
non
fate
alcuna
costruzione
etica
;
non
cercate
il
parallelo
dell
'
albero
e
dell
'
uomo
;
poiché
tutta
la
vostra
fatica
sarebbe
vana
,
e
forse
non
direste
mai
tutta
la
verità
.
Io
l
'
ho
già
detto
:
questa
non
è
un
'
allegoria
.
Pensate
solo
che
quell
'
albero
è
il
vischio
,
il
vischio
solamente
con
la
sua
ultrasensibile
significazione
,
ed
aprite
l
'
animo
vostro
ad
accogliere
il
mistero
e
il
simbolo
:
checché
il
cuore
vi
parlerà
e
voi
non
saprete
esprimere
è
per
voi
la
verità
.