StampaPeriodica ,
Abbiamo
pubblicato
qui
sopra
la
risposta
che
Merlino
ci
ha
mandato
alla
critica
che
noi
facemmo
di
un
suo
articolo
pubblicato
nella
Revue
socialiste
,
perché
i
lettori
possano
più
facilmente
farsi
un
opinione
loro
propria
.
Replicherò
il
più
brevemente
possibile
,
per
non
cominciare
una
nuova
e
lunga
polemica
,
né
per
dar
fondo
ad
argomenti
sui
quali
dovremo
ritornare
continuamente
,
perché
sono
la
materia
della
nostra
propaganda
,
ma
semplicemente
per
rimettere
a
posto
quelle
cose
,
che
Merlino
,
secondo
noi
,
ha
spostato
.
Premettiamo
un
osservazione
.
Noi
non
sappiamo
bene
se
Merlino
continui
o
no
a
chiamarsi
anarchico
.
Il
certo
è
,
e
ce
ne
duole
,
che
se
egli
si
dice
ancora
anarchico
,
non
intende
più
l
anarchia
come
l
intendono
gli
anarchici
,
fra
cui
egli
militava
fino
a
non
molto
tempo
fa
.
E
,
perciò
,
il
noi
ed
il
nostro
,
che
Merlino
adopera
ancora
,
va
accolto
con
riserva
.
Avevamo
creduto
che
Merlino
sarebbe
riuscito
a
formare
un
terzo
partito
,
intermedio
tra
i
marxisti
e
noi
qualche
cosa
come
gli
Allemanisti
francesi
;
e
ce
ne
saremmo
rallegrati
,
poiché
ciò
avrebbe
dato
una
organizzazione
propria
a
quegli
elementi
che
stanno
a
disagio
nel
Partito
Socialista
Italiano
,
ed
avrebbe
segnato
un
passo
avanti
nell
evoluzione
del
socialismo
in
Italia
,
mentre
d
altra
parte
quegli
anarchici
che
avessero
potuto
aderire
al
nuovo
partito
non
sarebbero
stati
,
in
generale
,
che
degl
individui
già
sul
punto
di
abbandonarci
e
che
avremmo
in
ogni
modo
perduti
.
Ma
incominciamo
a
temere
,
per
sintomi
molteplici
e
vari
,
che
anche
questa
era
un
illusione
.
Merlino
,
quando
avrà
perduto
ogni
speranza
di
convertire
gli
anarchici
e
di
far
loro
accettare
,
con
delle
attenuazioni
che
secondo
noi
non
hanno
alcun
valore
pratico
,
le
idee
ed
il
metodo
dei
socialisti
democratici
,
passerà
senz
altro
nelle
file
di
questi
ultimi
.
Ed
allora
forse
,
subendo
la
suggestione
del
nuovo
ambiente
,
dirà
che
gli
anarchici
non
esistono
.
Vorremmo
ingannarci
.
Ed
ora
rispondiamo
a
Merlino
,
cercando
di
seguire
il
suo
scritto
paragrafo
per
paragrafo
.
Merlino
dice
che
noi
ci
sforziamo
di
esagerare
il
nostro
dissenso
coi
socialisti
democratici
.
L
accusa
sarebbe
ben
altrimenti
giusta
se
fosse
invertita
.
Sono
i
socialisti
democratici
che
continuamente
e
disonestamente
si
sforzano
di
travisare
le
nostre
idee
,
per
poter
poi
dire
che
noi
non
siamo
socialisti
,
e
negare
la
parentela
intellettuale
e
morale
che
li
unisce
a
noi
.
Ancora
l
altro
giorno
l
Avanti
!
negava
ogni
rapporto
tra
anarchismo
e
socialismo
,
e
diceva
di
noi
quello
che
avrebbe
potuto
dire
di
un
partito
di
piccoli
borghesi
che
si
rivoltasse
violentemente
contro
l
aumento
delle
tasse
e
la
concorrenza
dei
grossi
capitalisti
:
così
che
uno
potrebbe
prendere
per
anarchici
i
padroni
macellai
e
fornai
di
Napoli
e
Palermo
,
quando
protestano
e
resistono
contro
il
calmiere
municipale
!
E
l
Avanti
!
è
ancora
uno
degli
organi
meno
intolleranti
che
vanta
il
partito
socialista
democratico
!
Noi
vogliamo
essere
un
Partito
separato
,
non
per
il
piacere
di
distinguerci
dagli
altri
,
ma
perché
realmente
abbiamo
idee
e
metodi
diversi
dagli
altri
partiti
esistenti
.
E
respingiamo
assolutamente
la
supposizione
che
noi
esageriamo
in
un
senso
per
fare
equilibrio
alle
esagerazioni
opposte
degli
altri
.
Noi
sosteniamo
quel
che
sosteniamo
,
perché
crediamo
che
sia
la
verità
,
e
non
per
altra
ragione
.
Se
ci
accorgessimo
che
nel
nostro
programma
v
è
una
parte
d
errore
,
noi
ci
affretteremmo
a
sbarazzarcene
;
e
quando
anche
gli
altri
modificassero
le
loro
idee
in
modo
da
incontrarsi
con
noi
,
allora
...
noi
e
gli
altri
costituiremmo
naturalmente
un
partito
solo
.
Ora
come
ora
,
le
idee
sono
differenti
,
ed
è
giusto
e
necessario
che
vi
siano
Partiti
differenti
.
Noi
non
vogliamo
soltanto
resistere
alla
possibile
tirannia
dei
socialisti
al
potere
:
noi
vogliamo
far
si
che
il
popolo
si
rifiuti
a
nominare
o
a
riconoscere
dei
nuovi
governanti
,
e
pensi
da
se
stesso
ad
organizzarsi
localmente
e
federalisticamente
,
senza
tener
conto
delle
leggi
e
di
decreti
di
un
nuovo
governo
,
e
resistendo
colla
forza
contro
ciò
che
gli
si
volesse
imporre
per
forza
.
E
se
,
per
mancanza
di
forza
sufficiente
,
non
potessimo
raggiungere
subito
questo
nostro
scopo
,
allora
in
attesa
di
divenir
più
forti
,
eserciteremmo
quell
azione
,
moderatrice
o
eccitatrice
secondo
i
casi
,
che
esercitano
i
partiti
di
opposizione
quando
non
si
lasciano
corrompere
ed
assorbire
.
Il
consiglio
di
Merlino
,
di
entrare
nel
partito
socialista
democratico
per
poter
prevenire
la
tirannia
dei
socialisti
al
potere
equivale
a
quello
di
divenire
,
p
.
es
.
monarchici
o
repubblicani
per
evitare
che
la
monarchia
o
la
repubblica
fossero
troppo
reazionarie
.
Quest
ultimo
consiglio
sarebbe
giustificato
,
se
dato
a
chi
è
disposto
ad
accomodarsi
con
la
monarchia
o
la
repubblica
,
come
sarebbe
giustificato
quello
di
Merlino
se
noi
accettassimo
il
principio
di
un
governo
socialista
e
ci
dicessimo
anarchici
solo
allo
scopo
di
prevenire
che
quel
governo
fosse
troppo
autoritario
.
Ma
quello
non
è
il
caso
.
Quel
che
dice
Merlino
che
molti
anarchici
si
dicono
oggi
genericamente
socialisti
e
non
già
comunisti
o
collettivisti
non
perché
vogliono
un
sistema
misto
quale
lo
desidera
Merlino
,
ma
perché
,
o
sono
incerti
o
non
danno
importanza
alla
questione
,
o
non
vogliono
farne
una
ragione
di
divisione
,
è
vero
.
Noi
stessi
siamo
propriamente
comunisti
,
alla
sola
condizione
(
sottintesa
,
perché
senza
di
essa
non
potrebbe
esserci
anarchia
)
che
il
comunismo
sia
volontario
ed
organizzato
in
modo
che
ammetta
la
possibilità
di
vivere
secondo
altri
sistemi
.
Ma
siccome
il
collettivismo
dei
collettivisti
anarchici
è
anch
esso
(
necessariamente
,
se
no
non
sarebbe
anarchico
)
sottoposto
alla
stessa
condizione
,
la
differenza
si
riduce
ad
una
questione
di
organizzazione
pratica
che
deve
esser
risolta
mediante
accordi
,
e
non
può
dar
luogo
alla
costituzione
di
due
partiti
separati
ed
avversi
.
Questo
però
,
come
dicemmo
,
non
ha
nulla
da
fare
colle
differenze
tra
anarchici
e
democratici
,
che
sono
quelle
che
qui
c
interessano
.
Il
«
collettivismo
»
dei
socialisti
democratici
,
a
differenza
del
collettivismo
dell
Internazionale
,
non
pregiudica
la
questione
del
modo
di
distribuzione
dei
prodotti
,
poiché
vi
sono
molti
democratici
che
si
dicono
collettivisti
,
e
vogliono
che
detta
distribuzione
sia
fatta
in
ragione
dei
bisogni
.
Merlino
dice
che
noi
confondiamo
i
socialisti
democratici
con
i
socialisti
di
Stato
,
e
noi
infatti
crediamo
che
tali
essi
siano
,
quantunque
non
li
confondiamo
certo
con
quei
borghesi
che
si
chiamano
anche
socialisti
di
Stato
e
vogliono
fare
solamente
un
po
di
«
socialismo
»
a
scopo
fiscale
,
o
a
scopo
di
allontanare
o
scongiurare
il
pericolo
del
socialismo
vero
.
I
socialisti
democratici
combattono
questa
specie
di
falso
socialismo
;
e
se
,
per
evitare
equivoci
,
respingono
(
e
non
tutti
)
il
nome
di
socialisti
di
Stato
,
ciò
non
toglie
che
essi
vogliono
che
la
nuova
società
sia
organizzata
e
diretta
dallo
Stato
,
vale
a
dire
dal
governo
.
Merlino
ha
un
modo
curioso
di
conciliare
le
opinioni
.
Esprime
quello
che
dovremmo
pensar
noi
e
quello
che
dovrebbero
pensare
i
socialisti
democratici
,
ed
arriva
facilmente
all
accordo
,
poiché
in
realtà
egli
dice
ciò
che
pensa
lui
secondo
che
si
piazza
da
differenti
punti
di
vista
,
e
non
già
quello
che
pensiamo
noi
o
i
democratici
.
Così
egli
dice
che
«
i
socialisti
democratici
hanno
il
torto
di
accreditare
il
sospetto
che
essi
vogliono
né
più
né
meno
che
un
grande
Stato
»
,
ecc
..
Ma
è
proprio
soltanto
un
sospetto
?
Noi
ameremmo
sentirlo
dire
dai
socialisti
democratici
autentici
.
È
così
pure
,
egli
dice
che
noi
non
rappresentiamo
il
principio
di
libertà
,
perché
egli
(
Merlino
)
crede
che
«
volontarietà
,
libertà
,
consenso
sono
principii
incompleti
che
non
ci
possono
dare
da
sè
soli
,
né
ora
né
per
molti
secoli
avvenire
,
tutta
l
organizzazione
sociale
»
.
Fino
a
che
egli
dice
che
noi
ci
sbagliamo
,
sta
bene
;
ma
dire
che
noi
non
pensiamo
in
quel
dato
modo
,
che
noi
non
rappresentiamo
le
idee
che
difendiamo
,
perché
egli
le
crede
sbagliate
,
è
di
una
logica
singolare
.
Il
fatto
è
che
noi
crediamo
appunto
che
tutta
l
organizzazione
possa
e
debba
ora
,
non
tra
molti
secoli
uscire
dalla
libertà
,
e
che
quindi
la
differenza
tra
noi
ed
i
democratici
resta
intera
,
fino
a
quando
Merlino
non
ci
abbia
persuasi
che
abbiamo
torto
,
e
fatto
abbandonare
il
programma
anarchico
.
Per
ora
la
differenza
diminuisce
solo
fra
Merlino
ed
i
democratici
,
a
misura
che
aumenta
fra
Merlino
e
noi
.
Bisogna
che
gl
interessi
collettivi
indivisibili
siano
collettivamente
amministrati
:
siamo
d
accordo
.
La
questione
sta
nel
modo
come
quest
amministrazione
può
esser
condotta
senza
ledere
il
diritto
eguale
di
ciascuno
,
e
senza
servire
di
pretesto
e
di
occasione
per
costituire
un
potere
che
imponga
a
tutti
la
propria
volontà
.
Per
i
democratici
è
la
legge
,
fatta
dai
deputati
eletti
a
suffragio
universale
,
quella
che
deve
provvedere
alla
necessaria
amministrazione
degl
interessi
collettivi
;
per
noi
è
il
libero
patto
tra
gl
interessati
,
o
,
all
occasione
,
la
libera
acquiescenza
alle
iniziative
che
i
fatti
mostrano
utili
a
tutti
.
Noi
non
solo
non
vogliamo
,
ma
non
crediamo
possibile
un
metodo
di
ricostruzione
sociale
intermedio
,
che
non
sia
né
l
azione
libera
delle
associazioni
che
si
vanno
man
mano
accordando
e
federando
,
né
l
azione
dittatoriale
di
un
governo
forte
.
Ma
Merlino
c
invita
a
scendere
dalle
«
empiree
sfere
dei
principii
astratti
»
e
discutere
le
modalità
della
organizzazione
sociale
.
Noi
non
domandiamo
di
meglio
,
e
perciò
volevamo
cominciare
dall
assodare
quale
deve
essere
praticamente
il
punto
di
partenza
della
nuova
organizzazione
:
l
elezione
di
una
Costituente
,
o
la
negazione
di
ogni
potere
costituente
delegato
?
La
«
conquista
dei
pubblici
poteri
»
,
o
la
loro
abolizione
?
I
socialisti
democratici
mirano
ad
un
futuro
Parlamento
,
o
ad
una
futura
dittatura
,
che
abolisca
le
leggi
esistenti
e
ne
faccia
delle
nuove
;
e
perciò
sono
logici
quando
abituano
la
gente
a
considerare
il
voto
come
un
mezzo
onnipotente
di
emancipazione
.
Noi
invece
miriamo
all
abolizione
dei
Parlamenti
e
di
ogni
altra
specie
di
potere
legislativo
,
e
perciò
vogliamo
,
per
gli
scopi
attuali
e
per
i
futuri
,
che
il
popolo
si
rifiuti
di
nominare
e
di
riconoscere
dei
legislatori
.
Se
Merlino
riesce
a
metterci
d
accordo
avrà
fatto
una
fatica
d
Ercole
...
ma
noi
crediamo
ch
egli
perda
il
tempo
.
L
accordo
coi
socialisti
democratici
,
ed
anche
coi
semplici
repubblicani
,
lo
vorremmo
anche
noi
,
ma
non
nel
senso
di
rinunziare
ciascuno
ad
una
parte
delle
sue
idee
e
fondere
i
vari
programmi
in
un
programma
intermedio
.
Vorremmo
l
accordo
in
quelle
cose
in
cui
i
vari
partiti
possono
agire
insieme
senza
rinunziare
alle
loro
idee
particolari
,
quali
sarebbero
,
nel
caso
concreto
,
l
organizzazione
economica
,
la
resistenza
degli
operai
contro
i
capitalisti
,
la
resistenza
popolare
contro
il
governo
.
Su
questo
terreno
Merlino
ha
già
reso
dei
servizi
e
,
se
rinunciasse
alla
fisima
di
convertirsi
al
parlamentarismo
(
poiché
,
in
fondo
in
fondo
è
sempre
quella
la
questione
)
potrebbe
renderne
di
ben
più
grandi
.