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CINEMA, CIVILTA’ ED ALTRE COSE ( LATTES FRANCO , 1936 )
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Vittorio Mussolini ha scritto su Cinema che la produzione cinematografica italiana dovrebbe indirizzarsi verso il gusto del pubblico che pare conceda tutte le sue simpatie ai films del tipo cosiddetto americano , contro quel genere di films tipicamente europei , in particolare franco - russo - tedeschi , che pare esprimano una concezione non consona allo spirito degli italiani : ora a me pare che il problema sia di una grande portata . Anzitutto si parla di spirito del film americano , del film europeo . Ebbene , è indiscutibile che la grande massa dei films commerciali americani sia la veste pseudo - artistica di concezioni etiche e sociali diffuse nella società americana , che sono completamente lontane dalle corrispondenti concezioni dei continentali europei . Il moralismo , l ' esaltazione della forza e della bellezza fisica , l ' ottimismo integrale , il trionfo della giustizia , il comico inverosimile , la santa crociata dei G . Mans contro i gangsters sono elementi dello spirito americano progressista ed ingenuo , di quello spirito insomma che ha nutrito di sé la poesia democratica di W . Whitman , le città - fungo , il mito di West , ed il tipo scanzonato e strafottente dello Yankee ; lo spirito della " libera America " prima della guerra e prima della crisi . Ora , indubbiamente , questo punto di vista ottimista e Wilsoniano , terribilmente superficiale ed inconsistente , che va dagli pseudo Tormenti della Crawford , ai Crociati di C . De Mille ( romanzo di gusto inglese di Walter Scott , volgarizzato per le fantasie storico - artistico - romantiche che hanno riempito di falsi Botticelli e di falsi Mino da Fiesole i musei delle città di farmen e di cow - boys dell ' Alabama o del Texas ) fino al gusto per il grottesco di cartone ( " King - Kong " insegna ) questa concezione , dicevamo , è per fortuna soltanto il fondo commerciale e beota della produzione americana . Quando il valore della produzione si innalza ( Vidor di Nostro pane quotidiano , Mamoulian del Dottor Jekill , Charlot di Le luci della città e infiniti altri esempi che ora mi sfuggono ) si vede proprio che in questi films si impostano e si affrontano problemi di indole tipicamente occidentale , civilizzata diciamo pure le parole malfamate intimista , psicologica , e per lo meno preoccupata di problemi morali , sociali e politici , propri del nostro mondo pesante di storia e di civiltà . Ecco che allora appaiono quelle espressioni del genio americano che , ( come osservò acutamente E . Cecchi in un articolo su B . Keaton ) , sono nel fondo più nascosto dell ' anima americana : come nel fondo di ogni popolo formatosi di recente e sostanzialmente barbarico gli Spiritual Songs e Edgar A . Poe , che danno Alleluja e Il dottor Jekill . Questo è forse il vero originale humus da cui attingere , con forme e problemi di calco europeo , il miglior cinema americano . Altrimenti si ha il truculento film di gangsters , l ' estenuante ripetizione dei films rivista e di ambienti di redazione di grandi giornali ( con tutta la solita insalata di tipi comuni ) , il terrore a lieto fine ( Maschera di Cera ) , la stucchevole falsità degli ambienti eleganti americani . E che cos ' è invece il film europeo ? La grande forza dell ' intelligenza , del gusto e della cultura , anche nella deficienza dei mezzi . René Clair , Pabst , Sternberg , Ford , Ucikj , non potevano nascere in America e l ' altezza artistica delle loro opere basta per dare una giustificazione storica e sociale al film europeo . Ora , l ' industria cinematografica italiana benché abbia già dato innumerevoli prove della sua recente vitalità ( vedi la nascitura città del Quadraro ) si trova a non essere ancora espressione dello spirito italiano e della profonda rivoluzione operata negli ultimi venti anni . Indubbiamente la civiltà europea porta i segni di una inevitabile decadenza che si ripercuotono in tutti i campi dello spirito , dalla pittura alla politica dal pensiero speculativo al cinema ; ma è illusorio ed ingenuo il credere che si rinnovino le forme del cinema italiano , sostituendo al film - operetta di ambiente viennese , alla pochade di gusto parigino , al drammone sociale e pedagogico di sapore tedesco , il sorriso di dentifricio delle girls californiane e gli audaci e spensierati boxeurs improvvisamente sentimentali sotto una luna che ( nonostante tutto ) è sempre quella delle fanciulle inglesi del primo '800 o che interrompono le loro avventure con gags del siciliano Frank Capra , o con le spiritosaggini del doppiaggio italiano . Siamo tutti d ' accordo nel ritenere che lo spirito della gioventù italiana sia adesso pervaso da quello che si suole chiamare quotidianamente , " un sano ottimismo , " " una serena volontà di vivere , " " una illimitata fiducia delle proprie forze fisiche e morali . " Ma non si supera una civiltà se non immergendosi nel vivo e pericoloso fiume di essa , e superandolo : non ignorando o fingendo di ignorarlo . E poiché gli psicologismi , gli intimismi eccetera sono inevitabili eredità della cultura , della storia e della tradizione europea ( quella cultura e civiltà che tutt ' oggi sulle carte stampate italiane , si afferma essere nata sulle rive del Mediterraneo Romano , e poi fra il cinque e il settecento , corrotta per alcune non ben chiare intrusioni Unno - luterano - giacobine ) non è lecito , a noi andare accattando modelli e forme espressive oltre oceano , e sostituire cioè una imitazione ad una altra imitazione , e di dimenticare soprattutto , che il pubblico ama i films americani perché soddisfano la sua tiepidità mentale , i suoi sensi da dopocena e il suo esotismo . Possiamo noi rinnegare la nostra tradizione di intelligenza e di arte che fa capo a Firenze e a Venezia e dimenticare la vera nostra genitura , sostituendo ai nostri maggiori gli sceriffi del Far - West ed i Puritani dello Hay flower ? Giovinezza , svecchiamento , modernità ( parole tanto usate da diventare uggiose ) sono belle cose ma inutili e vane quando si trovano di fronte una mentalità che , seppure sostanzialmente eroica , è nella grande massa sorda a molti problemi dell ' arte e dello spirito . Noi tutti ci domandiamo se il popolo italiano della Rivoluzione Fascista e della impresa Etiopica ha nessuna parentela con l ' America di Roosevelt , poiché i suoi problemi non sono quelli americani e se una educazione cinematografica è da ricominciare per il popolo italiano ( e ad essa cooperano e ancor più dovrebbero cooperare , riviste come Cinema con una efficace opera di volgarizzazione ) essa deve cominciare col far vedere nel cinema una espressione d ' arte che non può non essere Europea , invece di vedere la propria umanità deformarsi nella " prosperità " anglosassone e nel divismo caro a certe riviste di novelle e cinema - letture favorite di piccole studentesse o di cameriere di alto rango ...