StampaPeriodica ,
Come
in
tutti
i
congressi
,
anche
nel
VII
Congresso
del
P.C.I.
testé
tenutosi
a
Roma
,
nonostante
la
ottima
organizzazione
,
sono
rimasti
in
fondo
al
sacco
alcuni
interventi
,
che
i
limiti
di
tempo
e
le
esigenze
generali
non
hanno
consentito
di
tenere
.
Tra
questi
anche
un
intervento
sulla
scuola
,
che
sarebbe
stato
opportuno
per
porre
in
evidenza
,
dinanzi
ai
quadri
del
partito
,
soprattutto
a
quelli
delle
province
,
il
problema
del
lavoro
politico
che
noi
possiamo
e
dobbiamo
fare
nella
scuola
,
per
il
bene
della
scuola
stessa
e
per
realizzare
,
anche
in
questo
settore
,
quell
'
azione
di
ampia
presa
di
contatto
e
di
accordo
,
indicata
al
Congresso
,
nella
sua
relazione
fondamentale
,
da
Togliatti
.
Anche
il
lavoro
nella
scuola
,
come
tutto
il
nostro
lavoro
nel
campo
culturale
,
si
presenta
sotto
tre
aspetti
:
1
)
maggior
diffusione
della
cultura
in
sé
;
2
)
maggior
diffusione
della
nostra
ideologia
,
miglioramento
della
preparazione
ideologica
nei
quadri
intellettuali
del
partito
e
approfondimento
del
marxismo
-
leninismo
;
3
)
azione
di
alleanza
con
strati
intellettuali
non
politicizzati
o
appartenenti
ad
altri
partiti
politici
.
Il
nostro
compito
,
in
questi
tre
suoi
aspetti
,
si
trova
posto
innanzi
a
noi
in
ogni
ordine
e
grado
di
scuole
:
dalle
elementari
,
alle
medie
(
tecniche
,
classiche
,
artistiche
)
,
all
'
Università
.
Naturalmente
,
il
modo
nel
quale
si
svolgerà
la
nostra
azione
sarà
diverso
a
seconda
del
tipo
di
scuola
;
ma
,
più
che
entrare
in
dettaglio
,
ritengo
che
possa
essere
utile
accennare
i
motivi
principali
che
giustificano
il
nostro
interessamento
.
Da
un
punto
di
vista
immediato
,
non
vi
è
dubbio
che
la
Scuola
elementare
assume
un
posto
importantissimo
per
il
vasto
raggio
di
azione
e
per
la
sua
capillarità
.
Ben
lo
ha
riconosciuto
l
'
avversario
,
che
si
è
inserito
immediatamente
con
un
'
azione
vastissima
nell
'
organismo
della
Scuola
elementare
.
Ma
,
per
le
mie
personali
esperienze
,
preferisco
prendere
le
mosse
dall
'
Università
,
e
con
particolare
riguardo
alle
possibilità
che
si
presentano
di
creare
un
largo
fronte
democratico
della
cultura
.
Proprio
questo
,
del
resto
,
era
stato
il
compito
indicato
da
Togliatti
,
già
nel
VI
Congresso
,
come
obiettivo
generale
dell
'
attività
culturale
del
partito
.
Ma
occorre
,
questo
obiettivo
,
affermarlo
di
nuovo
oggi
e
inserirlo
nel
quadro
dei
nostri
compiti
di
oggi
,
cioè
nella
lotta
per
la
pace
,
per
la
libertà
e
per
il
lavoro
,
nella
lotta
per
l
'
applicazione
integrale
della
Costituzione
,
rendendoci
al
tempo
stesso
conto
delle
deficienze
non
lievi
che
ci
sono
state
da
parte
nostra
in
questo
campo
.
Più
che
errore
c
'
è
stata
scarsità
di
impegno
da
parte
nostra
,
non
giustificata
sufficientemente
dalle
particolari
difficoltà
di
questo
lavoro
.
Se
noi
rileggiamo
oggi
la
risoluzione
del
Convegno
dei
professori
universitari
comunisti
del
marzo
1949
,
che
indicava
certe
deficienze
e
certi
obiettivi
,
noi
ci
accorgiamo
che
potremmo
ripeterla
quasi
tale
e
quale
:
e
questo
non
è
certo
un
buon
segno
,
a
distanza
di
due
anni
.
Soprattutto
,
dovremmo
,
mi
pare
,
ripetere
l
'
esigenza
di
periodiche
riunioni
degli
insegnanti
iscritti
al
partito
,
esigenza
che
fu
avanzata
allora
,
ma
che
poi
non
ha
avuto
seguito
.
In
conseguenza
,
dovremmo
anche
ripetere
ciò
che
fu
lamentato
già
allora
,
cioè
che
il
lavoro
nel
campo
della
scuola
rimane
praticamente
abbandonato
a
iniziative
individuali
.
E
questo
è
un
male
:
perché
oserei
dire
che
gli
intellettuali
hanno
particolarmente
bisogno
di
avere
delle
linee
direttrici
alla
loro
azione
,
dato
che
,
per
la
loro
formazione
mentale
,
essi
hanno
abitudine
di
derivare
la
propria
azione
da
concetti
,
assai
più
che
da
impulsi
pratici
.
Linee
direttrici
,
aggiungo
subito
a
scanso
di
equivoci
,
che
possono
scaturire
solo
da
uno
scambio
frequente
di
discussioni
tra
istanze
puramente
o
prevalentemente
politiche
e
istanze
puramente
o
prevalentemente
culturali
.
Solo
con
queste
discussioni
frequenti
noi
arriveremo
a
far
sì
che
in
tutti
i
nostri
compagni
intellettuali
,
che
lavorano
nella
scuola
,
l
'
istanza
politica
e
quella
culturale
giungano
a
combaciare
,
giungano
a
identificarsi
.
Perché
solo
con
tale
identificazione
completa
,
il
lavoro
dei
nostri
compagni
intellettuali
potrà
veramente
arrivare
ad
essere
un
contributo
importante
alla
creazione
di
una
cultura
nuova
e
cioè
di
una
società
nuova
anche
nel
nostro
Paese
,
e
quindi
anche
di
nuove
condizioni
politiche
generali
.
E
se
qualche
compagno
intellettuale
trova
faticoso
esplicare
un
lavoro
culturale
e
al
tempo
stesso
un
lavoro
politico
,
vuol
dire
che
non
ha
ancora
saputo
raggiungere
quella
identificazione
e
che
l
'
uno
o
l
'
altra
delle
due
attività
gli
rimane
in
certo
modo
estranea
.
Ma
forse
sarà
opportuno
dare
qualche
precisazione
,
perché
ritengo
che
non
tutti
i
lettori
abbiano
una
idea
di
quello
che
sia
oggi
lo
stato
della
Scuola
italiana
,
di
ogni
grado
.
È
uno
stato
che
non
esito
a
definire
disastroso
.
Vi
si
sommano
,
oggi
,
tutti
gli
effetti
e
le
condizioni
negative
dei
diversi
aspetti
assunti
dalla
crisi
in
cui
si
dibatte
la
civiltà
borghese
.
Abbiamo
infatti
le
conseguenze
:
primo
della
inadeguatezza
economica
,
che
grava
su
tutto
l
'
apparato
scolastico
e
che
va
dalla
insufficienza
degli
stipendi
degli
insegnanti
alla
insufficienza
dell
'
attrezzatura
edilizia
,
didattica
,
scientifica
;
secondo
,
conseguenza
della
corruzione
morale
largamente
operata
dal
fascismo
nell
'
ambiente
scolastico
e
trionfalmente
ripresa
dal
governo
clericale
;
terzo
,
conseguenze
del
dissolvimento
della
classe
borghese
,
alla
quale
appartiene
,
almeno
per
origine
,
la
totalità
degli
insegnanti
superiori
e
la
quasi
totalità
degli
studenti
.
Queste
tre
conseguenze
e
condizioni
si
sommano
e
si
esplicano
in
vario
modo
.
Non
è
certo
il
caso
di
prospettare
qui
i
difetti
dell
'
attuale
ordinamento
scolastico
e
di
quello
promesso
da
una
ormai
famigerata
«
riforma
»
,
né
i
possibili
rimedi
.
Ma
non
posso
non
sottolineare
il
fatto
che
l
'
Università
italiana
oggi
assume
spesso
l
'
aspetto
,
non
di
un
centro
di
lavoro
intellettuale
e
scientifico
,
ma
quello
di
una
agenzia
,
alla
quale
si
pagano
determinate
quote
sotto
forma
di
tasse
scolastiche
,
e
presso
la
quale
ci
si
reca
in
determinati
periodi
(
o
,
possibilmente
,
quando
più
faccia
comodo
)
per
ottenere
,
attraverso
una
formalità
che
si
chiama
esame
,
un
foglio
di
carta
che
si
chiama
diploma
di
laurea
e
che
ipoteticamente
potrebbe
anche
servire
a
trovare
un
qualsiasi
impieguccio
,
dove
non
morire
di
fame
.
Il
guaio
è
che
poi
,
spesso
,
questo
impieguccio
è
proprio
quello
di
trasmettere
ad
altre
generazioni
di
giovani
una
cultura
non
appresa
,
non
intesa
,
e
che
spesso
non
è
né
da
apprendersi
né
da
intendersi
,
perché
è
ridotta
a
sua
volta
ormai
a
una
cosa
puramente
formale
,
a
una
facciata
dietro
alla
quale
non
c
'
è
più
nulla
.
Ora
,
in
questo
vuoto
,
noi
possiamo
e
dobbiamo
inserire
la
nostra
cultura
.
Qualcuno
certamente
potrà
insorgere
conclamando
che
la
nostra
Università
ha
non
soltanto
glorie
passate
,
ma
anche
presenti
,
e
citando
casi
di
docenti
che
fanno
sul
serio
il
proprio
dovere
.
D
'
accordo
.
Ma
ciò
non
toglie
che
l
'
atmosfera
generale
delle
Università
,
e
particolarmente
delle
maggiori
,
sia
sul
tono
che
ho
delineato
.
Per
rendersene
conto
,
basterebbe
interrogare
i
migliori
studenti
.
Ma
anche
molti
insegnanti
sono
d
'
accordo
a
costatare
il
decadimento
dei
nostri
istituti
di
insegnamento
superiore
.
In
genere
,
però
,
le
diagnosi
che
essi
fanno
di
questi
mali
sono
sbagliate
,
i
rimedi
che
essi
propongono
sono
inefficaci
.
Uno
dei
fenomeni
più
lamentati
,
per
esempio
,
è
quello
del
numero
,
che
si
conclama
eccessivo
,
degli
studenti
,
anche
se
ogni
anno
è
rilevante
il
numero
di
coloro
che
debbono
abbandonare
gli
studi
iniziati
perché
non
possono
economicamente
sostenerli
più
oltre
.
Ma
il
fenomeno
della
accresciuta
affluenza
all
'
Università
non
può
essere
considerato
in
sé
un
male
,
se
non
da
coloro
che
sarebbero
d
'
accordo
con
quel
vecchio
agrario
di
mia
conoscenza
che
diceva
che
tutto
il
male
era
venuto
dall
'
aver
insegnato
ai
contadini
a
leggere
,
scrivere
e
far
di
conto
.
Se
poi
si
guardano
recenti
statistiche
,
si
vede
che
la
percentuale
di
studenti
universitari
in
rapporto
alla
popolazione
,
che
è
di
21
in
Italia
,
è
di
21
anche
in
Svizzera
,
di
19
in
Olanda
e
di
ben
30
in
Francia
.
L
'
aumento
proporzionale
di
studenti
è
stato
,
sì
,
assai
più
forte
in
Italia
che
in
altri
paesi
dell
'
Europa
occidentale
(
facendo
il
1930-31
=
100
,
si
ha
363
in
Italia
rispetto
a
164
in
Francia
,
per
il
1949
)
;
ciò
significa
che
prima
il
livello
era
eccessivamente
basso
.
E
noi
non
potremo
mai
persuaderci
,
che
l
'
accresciuto
desiderio
di
elevazione
delle
masse
italiane
sia
da
considerarsi
un
male
contro
il
quale
si
debbano
escogitare
rimedi
e
provvedimenti
.
Provvedimenti
occorrono
per
venire
incontro
a
questo
desiderio
,
e
perché
la
scuola
vi
si
adegui
e
vi
corrisponda
la
struttura
generale
della
società
italiana
.
(
Nell
'
Unione
Sovietica
,
prima
della
rivoluzione
vi
erano
91
scuole
superiori
;
oggi
ve
ne
sono
864
,
e
gli
studenti
da
112.000
sono
passati
a
oltre
1.200.000
,
secondo
un
rapporto
del
prof.
Nesmeianov
)
.
Le
condizioni
di
disagio
della
scuola
,
da
tutti
avvertite
,
costituiscono
un
campo
sul
quale
noi
possiamo
innestare
una
vasta
azione
di
alleanza
,
ponendoci
coi
nostri
insegnanti
alla
testa
di
un
movimento
per
il
rinnovamento
della
scuola
.
Ma
perché
l
'
azione
dell
'
insegnante
comunista
possa
essere
valida
,
occorre
che
egli
abbia
acquistata
la
fiducia
personale
degli
altri
insegnanti
e
degli
studenti
.
Perciò
la
prima
esigenza
dell
'
azione
di
un
insegnante
commista
è
quella
di
essere
un
buon
docente
,
di
essere
,
anzi
,
il
migliore
dei
docenti
di
quella
scuola
:
il
migliore
per
preparazione
tecnica
,
per
impegno
,
per
assiduità
e
puntualità
nell
'
insegnamento
.
Questo
sarà
un
suo
preciso
obbligo
politico
,
oltre
che
morale
,
perché
solo
così
avrà
efficacia
il
suo
insegnamento
o
ogni
altra
sua
azione
.
Non
è
vero
che
gli
studenti
cercano
il
professore
di
manica
più
larga
:
gli
studenti
cercano
il
professore
di
manica
più
larga
quando
si
trovano
dinanzi
a
una
serie
di
insegnanti
dai
quali
sentono
di
non
poter
imparare
nulla
di
sostanziale
,
nulla
di
più
di
quanto
sia
scritto
nel
libro
di
testo
o
nei
manuali
.
Ma
quando
un
docente
ponga
esigenze
vive
,
sappia
far
aderire
il
proprio
insegnamento
,
per
astratta
o
tecnica
che
sia
la
materia
che
svolge
,
a
problemi
concreti
,
e
quando
si
affermi
con
la
propria
personalità
e
umanità
,
i
giovani
accorrono
pronti
a
cimentarsi
con
ogni
difficoltà
,
e
proprio
i
giovani
migliori
,
qualunque
possa
essere
la
loro
iniziale
pregiudiziale
politica
contro
il
professore
comunista
.
In
gran
parte
,
l
'
atteggiamento
fascista
di
molti
studenti
universitari
deriva
dallo
stato
di
scetticismo
e
di
sfiducia
provocato
in
essi
dalla
insufficienza
della
scuola
che
né
muove
idee
né
assicura
il
pane
.
Bisogna
tener
presente
questa
necessità
di
un
serio
impegno
professionale
e
il
valore
politico
del
semplice
fatto
che
un
compagno
esplichi
in
pieno
la
sua
attività
di
docente
.
Così
,
quando
un
docente
partecipa
a
un
congresso
scientifico
e
interviene
con
la
sua
personalità
di
studioso
,
ma
anche
di
comunista
,
tra
gli
altri
studiosi
,
anche
so
parla
di
cose
lontane
dalla
politica
,
egli
compie
una
azione
di
smantellamento
dell
'
anticomunismo
,
egli
compie
quindi
quell
'
azione
politica
fuori
dal
nostro
partito
,
alla
cui
necessità
hanno
fatto
richiamo
i
più
autorevoli
degli
interventi
al
VII
Congresso
.
Bisogna
tener
conto
di
questo
.
L
'
azione
avversaria
infatti
tenta
soprattutto
,
oggi
,
l
'
isolamento
dei
comunisti
,
sia
con
le
dirette
persecuzioni
,
sia
con
le
minacce
a
chi
si
mostri
propenso
a
un
dialogo
con
noi
.
Oggi
la
parola
d
'
ordine
lanciata
dai
centri
Oggi
,
anche
intellettuali
antigovernativi
,
sulla
cui
buona
fede
non
voglio
dubitare
(
preferisco
in
questo
caso
dubitare
della
loro
capacità
di
comprendere
ciò
che
sta
avvenendo
nel
mondo
)
,
si
propongono
come
compito
principale
e
più
urgente
di
svolgere
,
come
essi
scrivono
,
«
un
'
opera
di
recupero
»
degli
intellettuali
iscritti
al
Partito
comunista
.
Perciò
oggi
l
'
azione
contraria
,
di
contatto
,
di
alleanza
,
che
i
nostri
intellettuali
,
particolarmente
nella
scuola
,
possono
e
debbono
fare
,
ha
un
valore
politico
che
mi
sembra
di
primo
piano
,
perché
spezza
il
tentativo
di
accerchiamento
proprio
diffusi
da
una
agenzia
jugoslava
.
Non
so
se
sia
stata
rilevata
,
a
questo
proposito
,
la
coincidenza
immediata
di
una
serie
di
articoli
,
apparsi
un
po
'
dovunque
,
e
volti
a
dimostrare
questa
impossibilità
di
colloquio
,
dopo
che
questa
era
stata
proclamata
sopra
un
bollettino
,
che
evidentemente
seguendo
il
motto
dell
'
UNESCO
che
«
le
guerre
si
preparano
nelle
menti
degli
uomini
»
,
compie
larga
azione
velenosa
e
settaria
propaganda
tra
gli
intellettuali
,
sotto
la
maschera
della
cultura
liberale
.
Questo
bollettino
si
intitola
Notiziario
culturale
,
e
viene
largamente
distribuito
da
un
sedicente
Centro
italiano
di
studi
e
informazioni
(C.I.S.I.,
Roma
,
via
Condotti
,
61
)
,
che
tre
anni
fa
si
chiamava
più
onestamente
Comitato
di
divulgazione
del
piano
Marshall
:
da
notarsi
che
,
per
singolare
coincidenza
,
esso
è
pubblicato
nello
stesso
stabilimento
tipografico
che
stampa
i
foglietti
di
propaganda
dove
è
più
accanito
,
proprio
nell
'
ambiente
nel
quale
viene
coltivato
più
diligentemente
il
verbo
dell
'
anticomunismo
.
Il
quale
anticomunismo
,
di
fronte
all
'
evidenza
dei
successi
economici
e
costruttivi
dell
'
Unione
Sovietica
e
,
relativamente
,
dei
Paesi
di
democrazia
popolare
,
si
riduce
sempre
più
a
motivi
fraudolentemente
morali
e
a
motivi
culturali
.
(
Con
ciò
i
nostri
intellettuali
non
fraintendano
,
e
non
ritengano
di
essere
elementi
decisivi
nella
lotta
che
combattiamo
;
elemento
decisivo
sono
e
saranno
le
forze
del
lavoro
;
ma
l
'
azione
nel
campo
intellettuale
può
spianare
non
poche
difficoltà
alla
loro
avanzata
)
.
Per
tutto
quanto
abbiamo
accennato
,
la
scuola
è
stata
,
non
a
caso
,
uno
dei
campi
di
maggior
sforzo
della
reazione
.
Trasferimenti
di
presidi
,
imposizioni
di
libri
di
testo
nelle
scuole
medie
;
riviste
e
ancora
intimidazioni
per
i
maestri
elementari
;
commissioni
ammaestrate
nei
concorsi
universitari
;
inserimento
d
'
autorità
di
uomini
di
fiducia
in
posti
direttivi
,
ecc
.
:
tutto
questo
è
all
'
ordine
del
giorno
.
Tra
le
forme
più
tipiche
di
intimidazione
va
segnalata
quella
costituita
dal
fatto
che
quasi
il
50%
degli
insegnanti
medi
vengono
mantenuti
nella
condizione
di
supplenti
o
incaricati
,
sempre
soggetti
pertanto
a
perdere
il
posto
,
appena
mostrino
di
non
lasciarsi
imbrigliare
o
inquadrare
nelle
organizzazioni
confessionali
dotate
sempre
di
larghi
mezzi
.
Oltre
a
tutto
,
poi
,
questo
tenere
gli
insegnanti
fuori
ruolo
,
rappresenta
un
supersfruttamento
,
del
tutto
paragonabile
al
sistema
di
far
eseguire
agli
operai
industriali
un
maggior
numero
di
ore
straordinarie
.
Occorre
popolarizzare
le
condizioni
reali
nelle
quali
si
trova
la
scuola
italiana
..
Non
dimentichiamo
,
infatti
,
che
il
ministro
Gonella
conquistò
il
ministero
della
Pubblica
Istruzione
con
un
anno
e
mezzo
di
anticipo
sul
18
aprile
,
e
che
perciò
il
campo
della
scuola
è
stato
esposto
prima
degli
altri
alla
influenza
della
demagogia
democristiana
.
In
nessun
campo
dell
'
impiego
statale
l
'
azione
di
intimidazione
da
un
lato
,
di
penetrazione
clericale
e
americana
dall
'
altro
è
stato
condotto
con
altrettanta
sistematicità
,
in
nessun
altro
la
rivalutazione
degli
elementi
fascisti
fu
precoce
.
Questo
stato
di
cose
non
è
abbastanza
noto
,
anche
se
è
stato
sovente
denunciato
in
Parlamento
,
da
noi
e
da
altri
,
provocando
sempre
delle
risposte
vergognose
e
veramente
degradanti
per
chi
le
ha
escogitate
.
Val
tuttavia
la
pena
di
rilevare
che
,
malgrado
questa
azione
di
intimidazione
,
di
pressione
e
di
scardinamento
della
nostra
scuola
,
esiste
ancora
,
nella
scuola
italiana
,
uno
spirito
di
indipendenza
e
una
viva
Insofferenza
verso
la
penetrazione
clericale
,
perché
secolari
esperienze
hanno
valso
a
screditarla
,
moralmente
e
culturalmente
.
In
questo
terreno
di
insofferenza
è
possibile
una
vasta
intesa
tra
persone
di
diverso
orientamento
,
ma
ugualmente
preoccupate
di
salvare
la
scuola
,
la
cultura
e
l
'
orientamento
delle
giovani
generazioni
.
Tale
azione
d
'
intesa
,
oltre
a
giovare
alla
scuola
,
potrebbe
anche
servire
a
far
comprendere
,
anche
agli
insegnanti
chiusi
nel
più
idiota
anticomunismo
,
che
in
questo
,
come
su
ogni
altro
campo
,
la
nostra
azione
è
a
vantaggio
di
tutti
,
e
non
solo
nostro
e
che
noi
ci
battiamo
veramente
per
tutti
i
cittadini
Italiani
che
sperano
di
poter
giungere
a
costruire
una
nazione
italiana
degna
delle
proprie
qualità
e
liberata
dai
suoi
tradizionali
malanni
sociali
.
Ma
per
poter
promuovere
questa
azione
di
intesa
,
occorre
che
prima
di
tutto
noi
alerai
abbiamo
la
consapevolezza
che
occorre
fare
del
problema
della
scuola
un
problema
politico
di
partito
.
Occorre
una
azione
coerente
e
continua
nel
campo
della
cultura
,
che
rechi
ben
chiara
ed
esplicita
la
nostra
fisionomia
,
e
che
sappia
avviare
un
rinnovamento
della
cultura
italiana
.
Noi
siamo
l
'
unico
partito
che
possa
avviare
questo
rinnovamento
;
e
questo
dobbiamo
farlo
capire
a
tutte
le
forze
sane
della
cultura
Italiana
,
impegnando
al
lavoro
produttivo
i
nostri
intellettuali
.
Lavoro
volto
a
una
difesa
da
un
lato
,
contro
l
'
incoltura
e
l
'
oscurantismo
clericale
e
fascista
;
a
uno
smontaggio
,
dall
'
altro
,
pezzo
per
pezzo
,
delle
dottrine
idealistiche
,
che
sono
tuttora
quelle
che
danno
l
'
impronta
alla
nostra
cultura
universitaria
.
Il
nostro
partito
ha
saputo
far
comprendere
,
per
esempio
,
alle
masse
contadine
,
che
esso
è
il
solo
che
possa
risolvere
i
problemi
dell
'
agricoltura
italiana
;
e
perciò
le
masse
contadine
lo
seguono
.
Dobbiamo
arrivare
a
far
comprendere
ugualmente
a
tutti
coloro
che
sono
interessali
al
buon
funzionamento
della
scuola
,
insegnanti
,
studenti
e
famiglie
,
che
noi
siamo
i
soli
che
possano
risolvere
il
problema
della
scuola
italiana
,
la
cui
gravità
è
generalmente
avvertita
.
Anche
nella
scuola
,
la
nostra
azione
deve
e
può
in
pieno
essere
svolta
a
tutela
della
libertà
,
del
lavoro
,
della
pace
.
Sempre
i
governi
della
borghesia
italiana
hanno
,
in
passato
,
trovato
nella
scuola
,
tra
studenti
e
tra
insegnanti
,
gli
inneggiatori
alla
guerra
,
in
nome
di
un
incosciente
e
retorico
patriottismo
.
Triste
destino
della
scuola
,
avvilita
ad
una
interpretazione
della
storia
italiana
che
è
stata
,
sin
qui
,
in
netto
contrasto
con
i
veri
interessi
del
popolo
italiano
.
Noi
dobbiamo
agire
,
perché
dalla
scuola
sorgano
non
più
gli
inneggiatori
alla
guerra
,
ma
i
sostenitori
della
pace
.
Particolarmente
ai
compagni
che
lavorano
nella
scuola
è
affidato
il
compito
di
dimostrare
a
tutti
che
il
Partito
comunista
,
proprio
perché
è
il
partito
dei
lavoratori
,
il
partito
della
classe
operaia
,
il
partito
che
vuole
l
'
emancipazione
e
l
'
elevazione
del
popolo
italiano
,
è
anche
il
grande
partito
della
cultura
.