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NOTE LETTERARIE. GLI ANIMALI PARLANTI ( MONTALE EUGENIO , 1925 )
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In questo nuovo volume di Carlo Linati [ Storie di bestie e di fantasmi , Treves ] sono raccolte un certo numero di favole , divagazioni , studi e scherzi che gioveranno a mettere cotesto scrittore aristocratico e schivo a contatto di un pubblico più vasto di quello che gli ha concessa finora la sua attenzione . Abbiamo parlato di studi e scherzi in un senso tutto musicale ed intimo , e non già riferendoci all ' apparente levità e futilità della materia , che appartiene invece a quell ' eterna fonte di pretesti poetici che ogni artista vero va in sé sempre più rivalutando ad ogni passo della propria esperienza . Come a qualche altro scrittore nostro , e dei migliori , giungere allo scherzo e alla leggerezza non fu per Linati a thing of no importance ; sì un premio e una conquista di cui non potrà comprendere la portata chi ignori a prezzo di quali sacrifizi si sia da noi fatta strada una vena di poesia memore delle sue origini e pur conscia delle esigenze più imperiose del presente , negli scrittori che si affacciarono all ' arte sul declinare dell ' ultima nostra trimurti letteraria che vorremmo chiamare ufficiale . Il Linati , lombardo , amante del Manzoni e della sua terra , non fu di quelli che si compiacquero del gesto in realtà assai significativo di rivolta e di stanchezza onde parve concluso un periodo glorioso della nostra vita spirituale : il grande Ottocento . Egli non esclamò « lasciatemi divertire ! » , e non cantò la fontana malata . Il suo compito poté sembrare , dapprima , più didascalico e angusto ; a lui furono vietate le autentiche consolazioni dello snob . La sua via fu diversa : dovette egli ricordarsi della propria regione natale e del grande corso delle stagioni , delle opere della terra e dei suoi doni ; dovette rifarsi agli scrittori della sua gente , dal Manzoni ad oggi , ch ' egli ha studiati con passione di figlio ; dovette , infine , costruirsi partendo dai suoi presupposti più logici e umani , anziché troncare ogni ormeggio e buttarsi all ' avventura , da inquieto cittadino del mondo . Se in ogni signore degno del nome ha da esserci un poco del contadino e dell ' uomo comune si può affermare che Linati coltivò con qualche compiacenza questa parte di se stesso ; ed anche quando il suo estro lo trasse sotto altri cieli e lo fece curioso di scrittori d ' altre terre , la sua scelta cadde su grandi autori du terroir : gli irlandesi , ch ' egli tradusse . Noi non rifaremo le tappe delle origini e dello sviluppo dell ' arte linatiana ; un contributo a tali motivi non è da portarsi dopo le numerose pagine critiche che altri vi ha dedicato . Resta fissata la figura di Linati come quella di un originale essayist , a fondo critico , della sua terra ricordare Sulle orme di Renzo e le Tre Pievi ed anche come quella di un cantore di idilli di un naturalismo temperato e sorvegliato ( da Duccio da Bontà a Narcissa ) con un fondo , che finora non ci parve messo troppo in luce dai critici , di chiusa scontentezza umana . Questo secondo aspetto dell ' arte di Linati che è tuttora in svolgimento , ed è anche il suo volto meno conosciuto ( Sulle orme di Renzo rappresenta ancora il maggior successo di critica del nostro scrittore ) , ci rende sempre più chiaro quanto poco , in realtà , sia passato in lui dello spirito manzoniano . Linati non ha in sé come quasi nessuno di noi una precisa norma , una legge ; né tanto meno gli riesce , avveduto com ' è , di contentarsi di una formula . Il suo viaggio che si attende conferme e giustificazioni dalla realtà esteriore , è dunque destinato a rimanere un vagabondaggio . Del suo combattimento con le apparenze lo scrittore lombardo non ha mai creduto di darci documentazioni spudorate ; con un buon gusto che certo ha da parere cosa assai recondita a quel neo - mistico , dei tanti di Ripafratta , versatissimo in letteratura entomologica , il quale si credette poco meno che spodestato al primo apparire di questi saggi linatiani . Ed a questi dovrà bene volgersi il nostro discorso . Sarà abbastanza chiaro , da quanto precede , ciò che lo « Scherzo » rappresenta in un temperamento di questa fatta ; delle possibilità e dei rischi che comporta , del pari allettevoli . Un giudizio vero e proprio di questo momento dell ' attività letteraria di Linati sarà possibile solo più tardi , allora che il nostro autore avrà maggiormente svolta e articolata questa sua gamma . Ed è proprio Linati stesso con un ' ultima delicatissima prosa Foreste sommerse , non compresa in questo libro , che ci rende fiduciosi di suoi nuovi arricchimenti e sviluppi . Ma anche preso in sé il volume d ' oggi contiene pezzi d ' indiscutibile bellezza ; le rare qualità di scrittore che conoscevamo in Linati , si son fatte più aeree , leggiere ; la pagina n ' è tutta mossa e ventilata , le parole hanno un brivido insolito . Certo noi non abbiamo scordati alcuni ritmi di Amori , né il mattino di vento del volume Nuvole e paesi ; e non vorremmo affermare che questa gentilezza di tocco e di risonanze sia in Linati cosa al tutto nuova e insospettata . Ma è certo che le sue preferenze passate andarono a quel segno mordente d ' acquafortista , che oggi troviamo attenuato senza che la nota precisione dello scrittore vada perduta . La sua musica tende a farsi più interiore , il suo quadro rifiuta ormai ogni ornamento inessenziale . L ' airone bianco , Una buona morte , La giornata dello stagno , sono , per citare qualche cosa , tre risultati dei più belli ; né restano isolati nel volume . Ne L ' asta di Laocoonte il pittore di animali fa luogo al saggista umoresco che sa raggiungere qui effetti non meno fortunati . Non è agevole stralciare qualche pagina ; ma ecco almeno questo sciamio di uccelli , delineato in poche parole : D ' un tratto l ' Airone bianco s ' alzò a volo lanciando lo squillo della partenza , e tutta la tribù si levò dietro lui in un grande strepito d ' ali e di garriti . I primi a raggiungerlo furono i due Cigni selvatici , poi il Piviere dorato , poi la Gallina pratajola e le quattro Anitre . In coda a questi ottimati seguì il popolo minuto : tortore , fringuelli , tre quaglie , una lodola e un tordo bottaccio . Presto lo stormo prese quota nel cielo infocato di quell ' ultimo lembo di terra siciliana e si slanciò dritto sul mare puntando verso le marine della Libia . Addio , vecchia Europa ! Ma il brivido non è passato soltanto nelle parole . Si potrebbe mostrare che nella Giornata dello stagno c ' è assai più e meglio del divertimento di un gran signore delle imagini ; con quelle due anime umane protese a qualcosa di inafferrabile , e pure poste accanto agli idrofili e alle arenicole in un piano di vita ch ' è , pur sotto lo splendore delle tinte , desolata e necessaria . E l ' apparizione del Cigno diventa allora un miraggio che non si scorda facilmente . Leggete ancora nella prosa Una buona morte , la fine di Crocione , personaggio che non definiremo per non far mancare la curiosità : una morte esemplare che mette termine a una esistenza condannata ; una sconsolata tristezza nell ' ambito di poche parole . Non erano finora molto frequenti , nell ' arte di Linati , risonanze di questo genere : qualche timbro nuovo entra , dunque , nella poesia di lui , o riesce almeno a manifestarsi in forme più chiare . S ' è voluto , per questo , indugiare su tali pagine , a preferenza d ' altre , pur felici ma non altrettanto significative . Ma il libro si legge tutto con molto diletto ; ed una cosa ne risulta ben chiara : che da Linati avremo ancora molto da imparare , perché la sua bella gioventù non passa .