StampaPeriodica ,
Tanto
si
è
già
scritto
sul
fascismo
che
un
nuovo
studio
può
parere
soverchio
,
e
sarebbe
quando
fosse
volto
non
dico
solo
alla
vanità
dei
"
creatori
della
realtà
"
,
o
anche
più
serialmente
a
dispensare
lode
o
biasimo
a
questo
fenomeno
,
a
dimostrarne
l
'
aspetto
sotto
la
luce
di
certi
sentimenti
,
ma
a
metterlo
nel
posto
che
presumibilmente
può
occupare
nella
politica
del
giorno
;
tutto
ciò
è
stato
già
fatto
da
valenti
autori
,
quindi
non
ne
terrò
qui
parola
,
e
mi
propongo
di
considerare
soltanto
alcuni
aspetti
sperimentali
,
sui
quali
forse
non
è
ancora
stato
detto
tutto
.
Per
prima
cosa
,
occorre
vedere
quali
sono
i
caratteri
principali
del
fenomeno
a
cui
si
dà
il
nome
di
fascismo
.
Dice
bene
il
Missiroli
"
affermare
che
il
fascismo
è
un
fenomeno
puramente
idealistico
e
romantico
non
si
può
,
allo
stesso
modo
che
è
una
calunnia
riguardarlo
come
una
guardia
al
soldo
della
plutocrazia
e
della
grande
industria
.
La
verità
è
infinitamente
più
complessa
ed
è
difficilissimo
scoprirne
gli
aspetti
in
funzione
dell
'
estrema
mobilità
con
la
quale
il
fenomeno
fascista
si
svolge
e
si
colora
"
.
Tale
osservazione
si
può
fare
,
in
generale
,
per
tutti
i
fenomeni
concreti
della
società
:
essi
appaiono
come
una
miscela
di
vari
elementi
,
che
ognora
mutano
di
proporzione
e
si
trasformano
;
si
può
solo
indagare
se
,
in
tanta
mobilità
,
rimangono
alcuni
punti
meno
mobili
,
quasi
fissi
.
Chi
mai
sa
dire
che
è
la
"
democrazia
"
?
Quanti
e
quali
partiti
"
liberali
"
ci
sono
?
Quanti
"
conservatori
"
,
quanti
"
socialisti
"
?
In
altro
campo
,
nelle
regioni
,
sotto
un
sol
nome
stanno
contenuti
vari
.
Già
nei
Vangeli
appaiono
diversi
cristianesimi
,
che
,
coll
'
andare
del
tempo
,
crebbero
e
moltiplicarono
,
Naturalmente
ognuno
di
essi
stima
di
essere
il
"
vero
"
,
ma
ciò
non
toglie
,
anzi
appunto
conferma
che
siano
diversi
.
Vediamo
dunque
se
ci
sono
parti
non
tanto
mobili
nel
fascismo
.
Due
si
manifestano
a
prima
vista
,
diverse
nell
'
indole
e
nel
tempo
.
La
prima
,
che
cronologicamente
viene
ultima
,
ma
che
corrisponde
ad
un
fenomeno
più
intenso
,
è
l
'
uso
di
una
violenza
extra
-
legale
,
che
talvolta
si
sostituisce
,
talvolta
si
oppone
ai
poteri
deputati
a
promulgare
o
ad
applicare
la
legge
.
La
seconda
,
che
cronologicamente
precedette
,
ma
che
ora
sta
attenuandosi
,
è
l
'
esistenza
di
un
mito
,
di
cui
il
nocciolo
è
nazionalista
,
con
intorno
,
come
solitamente
accade
in
casi
simili
,
una
nebulosa
di
altri
sentimenti
.
Occorre
sempre
,
in
materie
di
tal
genere
,
studiare
separatamente
la
sostanza
(
residui
e
interessi
)
,
e
i
ragionamenti
(
derivazioni
)
a
cui
dà
origine
.
In
questi
due
studi
,
si
pone
subito
il
quesito
che
sta
nel
sapere
se
nel
fenomeno
del
fascismo
prevale
la
novità
,
o
se
in
esso
dobbiamo
riconoscere
un
caso
particolare
di
fenomeni
molto
più
generali
.
La
risposta
non
è
dubbia
:
il
secondo
aspetto
è
principale
.
A
chi
,
nella
storia
delle
società
civili
,
percorre
solo
il
breve
tempo
della
vita
dell
'
uomo
,
l
'
uso
della
violenza
extra
-
legale
appare
eccezionale
;
invece
,
a
chi
considera
più
lungo
volgere
d
'
anni
,
più
secoli
,
appare
solito
,
anche
per
i
popoli
più
pacifici
;
e
se
spinge
lo
sguardo
nello
spazio
,
vede
un
complesso
di
fenomeni
analoghi
,
che
dalla
violenza
individuale
del
delinquente
,
passa
per
diversi
gradi
,
alle
violenze
collettive
delle
guerre
civili
e
delle
estere
;
tantoché
si
può
dire
che
le
contese
degli
uomini
si
svolgono
abitualmente
,
necessariamente
ora
dentro
,
ora
fuori
di
certe
norme
di
costumi
o
di
leggi
.
Come
accade
per
tutti
gli
altri
fatti
sociali
,
questi
ci
sono
noti
per
descrizioni
alle
quali
sono
aggiunte
considerazioni
(
derivazioni
)
teologiche
,
metafisiche
,
etiche
pseudo
sperimentali
.
Per
giungere
alla
sostanza
,
occorre
liberarci
da
questi
fronzoli
.
Principiamo
dunque
col
procacciare
di
ciò
fare
.
Nell
'
uomo
esiste
un
sentimento
poco
preciso
ma
potente
che
ha
nome
di
"
giustizia
"
,
il
quale
ha
parti
comuni
,
ma
altresì
parti
diverse
,
talvolta
opposte
,
tra
loro
regnanti
,
non
solo
nello
spazio
e
nel
tempo
,
ma
anche
nelle
diverse
classi
sociali
e
perfino
in
singoli
individui
.
Questo
sentimento
giova
dunque
che
sia
soddisfatto
da
chi
,
volendo
conseguire
l
'
altrui
consenso
,
descrive
fatti
sociali
o
propugna
alcun
provvedimento
.
Il
sentimento
di
"
giustizia
"
Si
confonde
spesso
con
un
altro
che
assegna
a
cosa
alcuna
il
carattere
di
"
legittimità
"
.
Quindi
,
in
genere
,
si
ricerca
se
una
cosa
è
"
giusta
"
,
è
"
legittima
"
,
sì
o
no
.
Notisi
che
,
per
una
proprietà
della
logica
dei
sentimenti
,
diversa
dalla
ordinaria
,
dalle
stesse
premesse
si
possono
trarre
conseguenze
interamente
opposte
.
Così
,
dalle
Sacre
Carte
,
si
trae
la
"
legittimità
"
del
potere
assoluto
dei
re
e
la
non
meno
evidente
"
legittimità
"
delle
insurrezioni
popolari
,
sino
anche
di
quelle
degli
anabattisti
,
il
sacrilegio
dell
'
attentato
'
alla
persona
del
Re
,
e
la
"
legittimità
"
del
"
diritto
di
proprietà
"
,
e
quella
del
comunismo
e
via
di
seguito
.
Oggi
le
spiegazioni
teologiche
sono
in
decadenza
,
quindi
,
ragionando
del
fascismo
,
non
abbiamo
fortunatamente
da
risolvere
cotanto
spinosi
quesiti
.
Ma
,
ahimè
!
,
altri
non
meno
difficili
rimangono
;
abbiamo
certi
principi
metafisici
,
confortati
da
teorie
pseudosperimentali
,
ai
quali
ci
conviene
porre
mente
.
Alcune
delle
entità
metafisiche
hanno
anche
del
teologico
.
Così
,
nel
panteon
democratico
,
sta
un
principio
del
male
,
detto
"
reazione
"
,
che
fa
le
parti
di
Satana
;
basta
dimostrare
che
una
cosa
è
reazionaria
perché
sia
dannata
.
Perciò
appunto
,
affermano
i
nemici
,
negano
gli
amici
che
il
fascismo
sia
reazionario
.
Lasciamoli
contendere
e
proseguiamo
.
C
'
è
una
certa
"
responsabilità
morale
"
che
preme
molto
di
ben
fissare
.
Chi
è
"
causa
"
del
conflitto
?
Per
risolvere
il
difficile
problema
si
hanno
certi
segni
.
Nelle
guerre
internazionali
,
è
"
causa
"
della
guerra
quella
nazione
che
la
dichiara
.
Così
la
Francia
fu
,
dicono
i
Tedeschi
,
"
causa
"
della
guerra
del
1870;
e
la
Germania
,
dicono
i
Francesi
,
fu
"
causa
"
della
guerra
del
1914
.
Per
scansare
la
necessità
di
dichiarare
la
guerra
,
si
è
escogitato
uno
"
stato
di
guerra
"
,
ma
esso
vale
specialmente
per
i
popoli
extra
-
europei
.
Nei
conflitti
civili
,
i
comunisti
attentano
al
"
diritto
di
proprietà
_
"
,
quindi
"
giustamente
"
sono
reputati
"
causa
"
di
eventuali
conflitti
.
Si
risponde
che
i
"
capitalisti
"
attentarono
e
seguitano
ad
attentare
ai
"
diritti
"
dei
proletari
,
appropriandosene
i
beni
,
e
che
quindi
questi
beni
sono
"
giustamente
"
"
rivendicati
"
dalle
varie
sette
socialiste
e
comuniste
,
anche
da
singoli
nichilisti
.
E
questa
non
è
fantasmagoria
metafisica
,
è
ottima
scienza
sperimentale
,
in
grazia
della
venerabile
teoria
del
plus
-
valore
.
Il
comandante
Rizzo
,
direttore
della
cooperativa
"
Garibaldi
"
,
scrive
:
"
Certo
sarebbe
molto
più
rapido
,
per
quanto
non
facile
,
impadronirsi
senz
'
altro
delle
navi
,
costruite
in
gran
parte
da
sottrazioni
al
lavoro
,
che
vanno
dai
nostri
avi
al
presente
,
ma
i
marinai
preferiscono
avviarsi
al
riscatto
lentamente
...
"
(
Giornale
d
'
Italia
,
1°
gennaio
1922
)
.
Naturalmente
gli
armatori
non
si
mostrano
punto
persuasi
della
"
giustizia
"
di
queste
"
rivendicazioni
"
e
qui
la
contesa
rammenta
il
leggendario
:
"
Rendi
le
tue
armi
-
Vienle
a
prendere
"
.
Chi
è
causa
del
conflitto
:
colui
che
chiede
le
armi
,
o
colui
,
che
risponde
di
venirle
a
prendere
?
Chi
è
causa
delle
violenze
fasciste
,
o
di
altri
simili
,
coloro
che
rivendicano
,
o
coloro
che
negano
?
Non
ci
perdiamo
d
'
animo
,
che
soccorre
un
altro
bel
criterio
,
cioè
quello
della
cronologia
.
Chi
è
stato
primo
a
muovere
le
offese
?
Colui
è
da
reputarsi
giustamente
causa
del
conflitto
.
Erodoto
principia
la
sua
storia
col
ricercare
faticosamente
chi
,
dei
Greci
o
degli
Asiatici
,
diede
principio
alle
offese
che
misero
capo
all
'
invasione
della
Grecia
,
e
sino
a
che
punto
tali
offese
si
potevano
compensare
.
Le
violenze
dei
socialisti
precedettero
quelle
dei
fascisti
o
viceversa
?
Si
può
rispondere
ciò
che
si
vuole
,
secondo
il
punto
a
cui
si
ferma
l
'
indagine
,
e
se
tal
punto
non
si
fissasse
,
si
risalirebbe
a
Caino
e
ad
Abele
;
il
che
sarebbe
certo
un
bell
'
esercizio
letterario
,
meno
bello
per
altro
di
quello
col
quale
si
ricerca
se
la
gallina
fu
prima
dell
'
uovo
,
o
viceversa
.
In
realtà
tra
socialisti
e
fascisti
,
tra
chi
"
rivendica
"
e
chi
alle
rivendicazioni
si
oppone
,
si
ha
un
seguito
di
azioni
e
di
reazioni
,
le
quali
esistono
anche
indipendentemente
dalle
forme
socialiste
e
fasciste
.
Il
fascismo
non
esisteva
ancora
,
e
quindi
non
potevano
le
sue
violenze
essere
cagione
delle
opposte
dei
socialisti
,
quando
questi
,
prima
della
guerra
,
catturarono
un
generale
,
e
dopo
la
guerra
diedero
la
caccia
agli
ufficiali
per
le
vie
di
Torino
,
ed
,
estendendosi
il
conflitto
,
un
ministro
stimò
bene
,
pel
minor
male
...
di
disarmare
gli
ufficiali
.
A
ciò
si
risponde
che
"
giusto
"
era
lo
sdegno
dei
proletari
,
e
che
,
se
prorompeva
in
atti
violenti
,
la
colpa
era
di
chi
lo
aveva
suscitato
.
E
può
anche
essere
;
secondo
il
significato
che
piacerà
di
dare
al
termine
:
giusto
;
ma
mettendoci
per
questa
via
,
andiamo
fuori
dell
'
argomento
cronologico
,
che
si
diceva
di
voler
trattare
.
Analoghe
derivazioni
poggiano
sul
dubbio
significato
del
termine
"
libertà
"
.
Significa
,
per
solito
,
la
facoltà
in
certe
persone
di
fare
cosa
alcuna
,
ma
questa
facoltà
viene
necessariamente
a
contrastare
con
altre
simili
facoltà
,
in
altre
persone
;
e
sarebbe
necessario
di
fissare
il
confine
di
questi
due
generi
di
facoltà
per
potere
assegnare
un
significato
preciso
alla
"
libertà
"
.
Generalmente
la
discussione
su
ciò
scivola
nel
campo
della
convenienza
,
della
"
legittimità
"
.
Per
esempio
,
la
libertà
dello
sciopero
suolsi
intendere
non
solo
come
facoltà
di
farlo
,
ma
anche
come
facoltà
di
costringere
altrui
a
farlo
,
di
punire
i
crumiri
.
La
facoltà
dell
'
operaio
di
fissare
le
condizioni
a
cui
vuole
vendere
la
propria
opera
s
'
intende
come
la
facoltà
d
'
imporre
queste
condizioni
con
boicottaggi
,
multe
,
violenze
personali
,
occupazioni
delle
proprietà
altrui
.
Tutto
ciò
si
"
giustifica
"
osservando
che
sono
provvedimenti
convenienti
,
legittimi
per
favorire
lo
sciopero
,
fissare
condizioni
vantaggiose
di
lavoro
,
facilitare
"
l
'
ascesa
del
proletariato
"
,
le
trasformazioni
volute
dalla
"
modernità
"
.
I
socialisti
che
ora
domandano
un
governo
che
faccia
rispettare
la
libertà
intendono
probabilmente
il
rispetto
di
alcune
di
tali
facoltà
,
senza
per
altro
spingersi
sino
a
quella
di
dare
la
caccia
agli
ufficiali
.
I
fascisti
che
impongono
a
sindaci
e
a
consiglieri
socialisti
di
dimettersi
,
che
incendiano
edifici
reputati
covi
sovversivi
invocano
,
non
la
"
libertà
"
,
ma
talvolta
,
ed
è
cosa
poco
diversa
,
la
tutela
della
loro
fede
,
offesa
da
chi
non
vi
partecipa
;
e
tale
è
stata
ognora
la
ragione
delle
persecuzioni
mosse
dagli
ortodossi
agli
eretici
;
talvolta
dicono
di
operare
secondo
la
legge
del
taglione
,
rintuzzando
offese
;
ed
è
ragione
pure
spesso
adottata
dagli
ortodossi
contro
gli
eretici
.
La
libertà
dei
cattolici
di
fare
processioni
fuori
delle
chiese
veniva
,
anni
or
sono
,
a
contrasto
con
la
libertà
dei
liberi
pensatori
di
tenere
il
cappello
in
capo
,
al
passaggio
di
queste
processioni
.
Similmente
,
oggi
,
la
libertà
dei
fascisti
di
fare
processioni
con
i
loro
vessilli
,
detti
gagliardetti
,
viene
a
contrasto
con
la
libertà
dei
miscredenti
della
fede
fascista
,
di
serbare
in
capo
il
cappello
,
e
da
ciò
nascono
conflitti
violenti
,
ferimenti
e
peggio
.
Potrebbesi
quindi
invocare
un
provvedimento
simile
a
quello
preso
per
le
processioni
dei
cattolici
;
ma
il
motivo
starebbe
nell
'
utilità
della
tutela
dell
'
ordine
pubblico
,
non
mai
in
una
immaginaria
difesa
della
"
libertà
"
.
Quando
si
osservano
varie
fedi
in
contrasto
,
è
raro
che
non
si
tenti
di
ricercare
quale
di
esse
abbia
il
migliore
contenuto
logico
;
col
che
si
va
contro
ad
una
relazione
di
fatti
ampiamente
dimostrata
dalla
storia
,
la
quale
fa
vedere
che
il
valore
sociale
di
una
religione
è
quasi
interamente
indipendente
da
tal
contenuto
.
Sotto
l
'
aspetto
della
logica
formale
,
la
fede
fascista
è
certo
molto
inferiore
alla
socialista
;
non
fosse
altro
perché
è
ancora
in
uno
stato
nebuloso
;
se
da
questo
esce
,
potrà
porsi
in
pari
.
Per
ora
,
nulla
,
ad
esempio
,
ha
da
contrapporre
alla
teoria
del
plus
-
valore
,
nulla
al
materialismo
storico
.
Pareva
voler
opporre
al
mito
della
divinità
del
proletariato
,
quello
della
divinità
della
nazione
;
ma
ora
,
col
disgiungersi
poco
o
molto
dal
nazionalismo
,
riduce
questa
divinità
a
ben
poca
cosa
;
e
le
divinità
dimesse
hanno
scarsissimo
valore
.
Sotto
queste
ed
altre
simili
derivazioni
,
stanno
i
sentimenti
e
gli
interessi
,
che
principalmente
determinano
fenomeni
sociali
.
Ogni
uomo
vivente
in
società
ha
,
per
ciò
solo
,
sentimenti
ed
interessi
che
lo
inducono
a
sottomettersi
a
certe
norme
,
e
finché
quei
sentimenti
ed
interessi
prevalgono
sui
contrari
a
tali
norme
,
egli
non
ricorre
alla
violenza
,
alla
quale
invece
si
appiglia
se
questa
relazione
si
capovolge
.
Occorre
badare
bene
che
ciò
può
accadere
tanto
per
lo
scemare
dei
sentimenti
e
degli
interessi
sociali
,
come
pel
crescere
degli
anti
-
sociali
;
e
che
questi
e
quelli
sono
soggetti
alla
legge
generale
del
ritmo
,
onde
ora
crescono
,
ora
scemano
.
Gli
epiteti
"
sociale
"
ed
"
anti
-
sociale
"
hanno
qui
un
significato
non
già
assoluto
,
ma
relativo
alla
collettività
che
si
considera
.
Così
il
il
sentimento
favorevole
alla
schiavitù
era
sociale
,
nella
Roma
antica
,
è
anti
-
sociale
nella
moderna
;
il
sentimento
del
diritto
di
proprietà
è
sociale
in
società
che
ammettono
tale
diritto
,
anti
-
sociale
nella
Russia
di
Lenin
.
Le
differenze
si
estendono
anche
a
collettività
più
strette
,
ristrettissime
.
Per
esempio
,
il
sentimento
dell
'
"
omertà
"
è
sociale
per
un
certo
numero
di
persone
,
antisociale
per
l
'
intera
nazione
.
Tra
le
cagioni
che
maggiormente
spingono
l
'
uomo
all
'
azione
violenta
stanno
le
offese
a
ciò
che
egli
,
non
importa
con
qual
fondamento
,
reputa
"
giustizia
"
.
Così
anche
i
malfattori
hanno
il
concetto
di
una
certa
"
giustizia
"
per
spartire
il
bottino
,
e
mettono
mano
al
coltello
od
alla
rivoltella
,
tostoché
questa
giustizia
venga
offesa
.
Un
'
uniformità
che
patisce
poche
eccezioni
si
osserva
nel
fatto
che
,
ove
la
pubblica
podestà
venga
meno
all
'
ufficio
di
mantenere
ciò
che
dai
più
è
stimato
giustizia
,
i
privati
compiono
tale
opera
per
proprio
conto
.
Il
maggior
numero
di
sommosse
avviene
principalmente
per
tal
cagione
;
stia
poi
questa
giustizia
nei
rapporti
dei
privati
tra
loro
,
oppure
con
lo
Stato
.
Nel
primo
caso
,
non
di
rado
avviene
che
,
in
modo
parallelo
a
quello
delle
leggi
e
dei
tribunali
pubblici
,
operino
leggi
e
tribunali
di
collettività
private
.
In
questo
senso
si
può
dire
che
la
"
giustizia
"
delle
leghe
rosse
inclinava
a
sostituirsi
ad
una
certa
giustizia
ideale
,
stimata
manchevole
nello
Stato
,
disconoscente
dei
"
diritti
"
del
proletariato
;
come
,
d
'
altra
parte
,
la
"
giustizia
"
del
fascismo
inclinava
a
sostituirsi
alla
giustizia
dello
Stato
che
lasciava
impunemente
violare
leggi
e
diritti
sanciti
dai
pubblici
poteri
,
o
che
,
peggio
ancora
,
della
violazione
si
faceva
complice
con
arbitrari
decreti
-
legge
.
Di
fatti
analoghi
ha
dovizia
la
storia
,
dall
'
antichità
greco
-
romana
all
'
era
nostra
.
La
pubblica
autorità
,
quando
è
debole
,
facilmente
viene
a
patti
or
con
l
'
una
,
or
con
l
'
altra
delle
collettività
contendenti
.
In
Germania
,
gli
Imperatori
permisero
l
'
estendersi
della
potestà
dei
tribunali
segreti
,
detti
vernici
,
stimandoli
tutti
ausiliari
contro
la
strapotente
aristocrazia
.
Si
dice
che
i
Borboni
di
Napoli
amoreggiassero
con
la
camorra
,
e
che
governi
più
recenti
non
ne
disdegnassero
gli
aiuti
nelle
elezioni
.
Ai
tempi
della
prima
rivoluzione
francese
,
la
giustizia
giacobina
fu
ora
favorita
,
ora
repressa
,
secondo
chi
stava
al
governo
.
Al
presente
,
in
Italia
,
i
ministeri
si
traccheggiano
tra
rossi
e
fascisti
.
Un
poco
da
per
tutto
,
ma
più
forse
in
Italia
,
i
sentimenti
favorevoli
al
potere
centrale
,
al
potere
dello
Stato
,
vanno
scemando
,
i
contrari
crescendo
.
Ma
di
ciò
scrissi
altrove
e
perciò
qui
tralascio
di
lungamente
discorrere
.
Il
Parlamento
inclina
a
diventare
una
riunione
di
combricole
,
di
cui
scopo
principale
è
il
partirsi
i
beni
dello
Stato
.
Da
ciò
hanno
origine
i
governi
di
coalizione
,
la
noncuranza
per
gli
altri
uffici
del
parlamento
,
un
tempo
stimati
quasi
soli
,
come
l
'
approvare
i
bilanci
,
di
fare
le
leggi
,
ora
sostituite
da
decreti
-
legge
,
accettati
dalla
coalizione
imperante
,
non
troppo
avversati
dalle
altre
che
sperano
di
occuparne
il
posto
.
Intanto
,
compagnie
di
ventura
scorazzano
il
Parlamento
,
offrendo
,
contro
adeguati
compensi
politici
,
o
negando
il
proprio
appoggio
ai
ministeri
;
i
quali
quindi
traggono
spesso
origine
,
non
da
un
voto
della
Camera
,
ma
da
intrighi
dei
corridoi
.
In
tanto
sgretolamento
della
pubblica
autorità
,
hanno
conveniente
sede
le
violenze
delle
leghe
rosse
,
quelle
dei
fascisti
,
ed
altre
che
potrebbero
venire
.
Secondo
una
.
certa
teoria
,
la
divisione
dei
beni
sociali
,
e
politici
,
tra
i
partiti
,
per
essere
in
"
giusta
misura
"
,
dovrebbe
farsi
in
proporzione
del
numero
dei
deputati
di
ciascuno
di
essi
,
e
,
sarebbe
"
ingiusto
"
che
uno
di
essi
pretendesse
di
ottenere
più
della
porzione
così
determinata
.
Dicesi
che
,
tra
le
principali
cause
della
caduta
del
ministero
Bonomi
,
ci
sia
appunto
l
'
avere
esso
commessa
tale
"
ingiustizia
"
in
favore
dei
Popolari
.
Ma
nelle
umane
contese
non
opera
soltanto
il
numero
;
anche
l
'
intelletto
,
l
'
energia
hanno
la
loro
parte
;
quindi
è
agevole
intendere
come
contro
il
numero
insorgano
l
'
arte
e
la
violenza
,
e
da
ciò
sono
determinati
molti
fenomeni
delle
leghe
rosse
e
del
fascismo
.
Quando
certi
sentimenti
prevalgono
su
altri
,
ciò
è
solo
indizio
di
forza
relativa
,
non
di
forza
assoluta
,
che
può
essere
grande
,
o
piccola
per
tutti
.
Così
,
come
già
notammo
,
vanno
ora
scemando
i
sentimenti
favorevoli
al
potere
dello
Stato
,
crescendo
i
contrari
;
ma
né
questi
né
quelli
appaiono
molto
energici
.
Quando
,
dal
1821
al
1849
,
erano
in
Italia
forti
sentimenti
,
si
ebbero
,
anche
in
circostanze
poco
favorevoli
,
tentativi
eroici
di
rivoluzioni
,
seguiti
da
feroci
repressioni
,
oggi
in
congiunture
favorevoli
,
se
non
al
riescire
almeno
al
tentare
,
il
tentativo
non
venne
fatto
né
dai
"
rossi
"
,
quando
il
governo
già
si
abbandonava
all
'
avversa
sorte
ed
ebbe
salvezza
soltanto
dalla
violenza
privata
,
né
dai
fascisti
,
quando
a
loro
volgeva
prospera
la
sorte
,
sul
finire
dell
'
impero
di
D
'
Annunzio
a
Firenze
,
o
quando
occuparono
Roma
,
nell
'
autunno
del
1921
.
Affermarono
che
,
non
fecero
la
rivoluzione
,
i
socialisti
,
perché
stimarono
miglior
consiglio
punire
la
borghesia
dei
suoi
falli
lasciandola
nelle
peste
,
i
fascisti
,
perché
li
stringeva
amor
di
patria
;
ma
sono
discorsi
simili
a
quello
di
chi
,
caduto
da
cavallo
,
disse
:
Volevo
scendere
.
I
socialisti
hanno
una
dottrina
molto
più
organica
di
quella
dei
fascisti
,
la
quale
,
per
durare
,
ha
bisogno
di
assumere
forme
più
precise
,
altrimenti
avrà
vita
effimera
.
Ma
,
in
tal
caso
,
sparita
la
dottrina
rimarranno
i
fascisti
,
e
sia
pure
sotto
altro
nome
saranno
uno
degli
elementi
dell
'
equilibrio
sociale
.
Vi
sono
due
generi
di
coraggio
:
quello
fisico
e
quello
morale
.
Il
fenomeno
del
fascismo
mostra
che
il
primo
non
manca
alla
nostra
borghesia
,
come
,
in
generale
,
non
mancò
alle
classi
elette
del
passato
.
Scarso
è
invece
quel
coraggio
morale
che
anima
l
'
uomo
a
confessare
la
propria
fede
e
ad
esaltarla
contro
le
avverse
.
Il
coraggio
fisico
,
da
solo
,
non
determina
gravi
mutamenti
politici
o
sociali
;
diventa
importante
,
quando
viene
in
aiuto
al
coraggio
morale
,
alla
forza
intellettuale
.
I
Muscadins
,
analoghi
sotto
certi
aspetti
,
ai
nostri
fascisti
,
erano
,
come
questi
,
ben
provvisti
di
coraggio
fisico
;
ma
non
furono
dessi
a
rovesciare
il
Direttorio
,
fu
il
Bonaparte
con
il
sussidio
delle
sue
legioni
.
Il
Mallet
du
Pan
,
narrando
dello
stato
di
Parigi
,
sotto
il
Direttorio
,
descrive
fenomeni
d
'
indole
generale
.
Ecco
,
per
esempio
,
una
descrizione
del
pescecanismo
d
'
allora
,
simile
a
quello
che
si
osserva
ora
a
Berlino
,
a
Vienna
,
a
Mosca
,
e
forse
anche
un
poco
in
Italia
:
"
Une
cupidité
et
une
prodigalité
effrénées
sont
les
deux
passions
universelles
.
Rapine
,
et
puis
rapine
,
et
toujours
rapine
,
voilà
le
pivot
central
,
le
but
,
l
'
élément
unique
de
la
République
.
On
vole
,
on
escapote
,
on
acquiert
par
tous
les
moyens
vils
,
coquins
,
ridicules
même
.
L
'
avidité
résulte
ici
de
la
misère
et
de
l
'
excès
de
la
dépense
.
Elle
prend
toutes
les
formes
,
elle
essaye
toutes
les
turpitudes
,
elle
imagine
tous
les
expédients
.
Rien
ne
la
révolte
ni
ne
l
'
intimide
;
son
âpreté
est
au
dessus
de
tout
.
Il
n
'
y
a
pas
moins
d
'
activité
et
même
d
'
application
à
démenser
qu
'
à
gagner
de
l
'
argent
.
Débauche
de
table
de
boisson
,
de
femmes
,
de
luxe
,
de
folies
,
cela
surpasse
infiniment
ce
qu
'
aucune
capitale
a
jamais
présénté
en
ce
genre
de
plus
monstrueux
"
.
Quest
'
ultima
osservazione
si
allontana
dal
vero
.
È
difetto
comune
,
per
l
'
impressione
che
fanno
certi
fatti
contemporanei
,
di
ingrandirli
in
paragone
dei
passi
.
Altrove
:
"
...
la
frivolité
la
plus
insounciante
accompagne
la
perversité
publique
;
chacun
ne
songe
qu
'
à
se
divertir
et
personne
n
'
a
le
sou
...
"
.
La
noncuranza
,
il
difetto
di
energia
morale
della
borghesia
sono
anche
ben
notati
:
"
...
l
'
esprit
public
ne
varie
point
;
c
'
est
toujours
un
mécontentement
passif
,
un
abattement
qui
nait
de
l
'
impossibilité
de
combiner
aucune
résistance
,
de
saisis
aucun
point
d
'
appui
,
et
de
se
rallier
à
aucun
secours
.
Tel
est
spécialement
le
caractère
des
bourgeois
,
des
cultivateurs
,
du
peuple
honnête
ou
propriétaire
.
Quant
à
la
multitude
inférieure
,
elle
ne
respire
que
sang
et
pillage
"
.
Furono
questi
borghesi
,
o
i
loro
successori
che
acclamarono
il
primo
Napoleone
,
poi
la
Restaurazione
,
poi
il
terzo
Napoleone
;
costituiscono
un
gregge
che
non
ha
valore
proprio
e
che
può
solo
andare
dietro
ad
audaci
conquistatori
.
In
Italia
,
fu
favorevole
al
D
'
Annunzio
,
finché
bastarono
le
parole
,
lo
abbandonò
,
tostoché
furono
necessari
i
fatti
.
Il
piccolo
suo
animo
le
consentiva
di
seguire
Cesare
fino
al
Rubicone
,
non
mai
di
passarlo
con
esso
.
Ora
accetta
negli
utili
la
tutela
del
fascismo
,
forse
,
di
nascosto
,
lo
aiuta
pecuniariamente
,
ma
non
muoverebbe
,
a
viso
aperto
,
un
dito
per
difenderlo
dai
nemici
.
Parecchi
di
questi
borghesi
trovano
modo
di
sfuggire
,
sia
pure
per
poco
,
ai
mali
comuni
,
anzi
sperano
di
trarne
vantaggio
,
potrebbero
dirsi
aspiranti
pescicani
.
Fra
essi
stanno
parte
di
coloro
che
vorrebbero
la
"
collaborazione
"
socialista
:
"
Infine
-
pare
che
dicano
-
perché
contendere
fra
noi
?
C
'
è
da
rosicchiare
per
tutti
"
.
Altri
si
lasciano
cullare
dalle
dottrine
,
tanto
care
ai
deboli
,
del
rinunciare
alla
difesa
ed
all
'
offesa
;
sognano
di
"
un
'
umanità
migliore
,
con
un
poco
più
di
giustizia
"
e
di
altre
simili
favole
.
Tra
essi
stanno
pure
alcuni
di
coloro
che
implorano
,
a
mani
giunte
,
la
"
collaborazione
"
socialista
e
che
incitano
la
borghesia
a
darsi
per
vinta
senza
combattere
.
Non
vuolsi
tacere
che
ci
sono
ragioni
sperimentali
le
quali
confortano
questa
tesi
.
L
'
avviarsi
delle
società
verso
il
socialismo
od
altro
stato
analogo
è
dimostrato
da
infiniti
fatti
,
e
quando
ciò
sia
,
"
che
giova
nelle
fata
dar
di
cozzo
?
"
.
Tale
conclusione
non
tiene
conto
di
una
proprietà
fondamentale
dei
fenomeni
sociali
,
cioè
dell
'
avere
questi
forma
fatta
a
onde
,
per
cui
,
dal
solo
fatto
che
un
'
onda
cresce
,
non
si
può
concludere
che
seguiterà
a
crescere
indefinitivamente
,
anzi
accade
spesso
che
,
appunto
dopo
un
rapido
aumento
,
non
meno
rapidamente
decresca
.
Da
ciò
hanno
in
parte
origine
i
cicli
sociali
,
di
cui
lungamente
discorsi
altrove
.
Rimane
da
sapersi
a
qual
punto
del
cielo
ci
troviamo
,
ed
è
indagine
difficilissima
,
che
qui
non
facciamo
.
Altre
divisioni
,
in
genere
,
della
società
sono
da
farsi
.
Dice
bene
il
Missiroli
:
"
Le
classi
medie
sono
state
le
più
disgraziate
.
Hanno
dato
alla
guerra
soldati
ed
ufficiali
,
hanno
contribuito
più
di
tutte
le
altre
alla
resistenza
ed
alla
vittoria
e
sono
state
le
peggio
ricompensate
.
L
'
economia
di
guerra
ha
favorito
la
grossa
borghesia
,
gli
operai
,
i
contadini
,
ma
ha
impoverite
le
classi
medie
,
quelle
classi
che
,
in
Italia
,
formano
l
'
opinione
pubblica
"
.
Ebbene
,
sono
le
classi
che
più
hanno
sofferto
della
guerra
che
l
'
esaltano
;
quelle
che
ne
hanno
tratto
vantaggio
che
la
vilipendono
.
Per
le
seconde
,
la
spiegazione
è
facile
,
è
il
fatto
del
limone
che
,
spremuto
,
si
butta
via
;
ma
per
le
prime
,
come
va
tale
faccenda
?
Sono
esse
costituite
da
asceti
che
soffrono
con
lo
sguardo
fisso
a
beni
ultra
terrestri
?
Può
essere
per
alcuni
,
non
è
certamente
per
i
più
,
ai
quali
soltanto
la
mancanza
di
energia
toglie
di
andare
contro
a
pregiudizi
,
respingendo
ciò
che
è
loro
male
.
Non
paghi
di
essere
deboli
per
conto
proprio
,
predicano
ad
altrui
la
viltà
,
a
cui
talvolta
,
tanto
per
nobilitarla
,
hanno
posto
il
nome
di
"
senso
di
modernità
"
.
In
molte
occasioni
appaiono
opere
analoghe
.
La
borghesia
detta
conservatrice
ha
applaudito
alla
distruzione
dei
due
grandi
imperi
conservatori
in
Europa
;
e
non
basta
:
ora
che
la
Francia
accenna
a
diventare
un
poco
meno
demagogica
di
altri
paesi
,
gran
parte
della
borghesia
le
si
volge
contro
,
l
'
accusa
di
imperialismo
,
di
militarismo
,
di
insensate
cupidigie
;
pare
proprio
che
la
borghesia
abbia
di
mira
di
distruggere
ogni
più
lieve
difesa
che
le
,
rimanga
.
Tali
opere
sono
certamente
di
danno
alla
classe
scelta
che
le
compie
,
possono
essere
utili
alla
società
se
il
fine
a
cui
avviano
è
vantaggioso
per
questa
.
La
circolazione
delle
classi
scelte
giova
spessissimo
alla
collettività
intera
.
Da
quanto
siamo
venuti
esponendo
,
pare
che
si
possa
concludere
,
con
grandissima
probabilità
,
che
il
fascismo
ha
conveniente
sede
in
una
classe
numerosa
di
fatti
analoghi
,
che
sono
essenzialmente
transitori
,
che
possono
avere
intrinsecamente
temporanea
importanza
,
ma
che
rimangono
secondari
e
subordinati
ai
grandi
fattori
dell
'
evoluzione
sociale
,
di
cui
talvolta
possono
essere
indizio
;
ed
allora
acquistano
estrinsecamente
importanza
per
lo
studio
e
le
previsioni
dei
fenomeni
sociali
.