StampaPeriodica ,
La
grande
battaglia
che
la
classe
operaia
inglese
sta
conducendo
in
Inghilterra
è
di
un
così
palpitante
interesse
ed
è
così
gravida
di
conseguenze
nell
'
uno
o
nell
'
altro
senso
,
che
la
penna
trema
a
buttar
giù
le
prime
impressioni
.
Chi
ha
visitato
i
distretti
minerari
inglesi
,
chi
ha
conosciuto
anche
per
brevi
ore
tutte
le
durezze
del
lavoro
sotterraneo
,
chi
soprattutto
ha
visto
coi
propri
occhi
quale
mirabile
impiego
facciano
gli
operai
dei
loro
disputati
incrementi
salariali
,
non
può
non
ribellarsi
sentendo
ragionare
di
diminuzione
di
salario
e
d
'
aumento
di
orari
.
Chi
scrive
provò
forse
la
più
grande
impressione
della
sua
vita
visitando
i
paesi
di
minatori
del
Galles
del
Sud
,
oggi
alla
testa
della
battaglia
;
ed
ebbe
chiara
e
forte
come
non
mai
la
visione
e
la
fede
nella
incontenibile
ascesa
di
una
massa
che
aspira
alla
piena
autonomia
anche
nel
governo
dell
'
industria
.
Vi
sono
due
aspetti
in
questa
battaglia
,
che
è
un
ritorno
all
'
azione
diretta
dopo
le
delusioni
dell
'
esperimento
di
governo
,
che
vanno
tenuti
distinti
:
dal
lato
strettamente
economico
è
indubitato
che
li
operai
,
proprio
obbiettivamente
,
hanno
ragione
.
Il
tono
stesso
della
stampa
liberale
e
conservatrice
,
ben
altrimenti
feroce
in
altre
occasioni
,
se
depone
a
favore
del
tradizionale
equilibrio
anglosassone
,
dice
anche
chiaramente
quale
sia
il
giudizio
dell
'
opinione
pubblica
.
In
sostanza
si
chiede
agli
operai
una
somma
non
indifferente
di
sacrifici
al
solo
scopo
di
assicurare
un
profitto
ai
proprietari
di
miniere
,
a
quei
proprietari
di
miniere
che
lo
stesso
governo
conservatore
ha
proclamato
incapaci
di
condurre
razionalmente
l
'
industria
;
ma
non
si
vuoi
dar
loro
una
seria
garanzia
che
l
'
auspicata
riorganizzazione
venga
conseguita
al
più
presto
a
spese
evidentemente
di
essi
proprietari
,
tagliando
i
rami
secchi
ed
imponendo
le
necessarie
fusioni
.
Se
i
proprietari
,
dicono
i
minatori
,
non
sono
stati
capaci
sinora
,
malgrado
gli
infiniti
ammonimenti
e
le
ripetute
pressioni
(
ricordate
il
progetto
nazionalizzatore
di
Lloyd
George
?
)
di
riorganizzare
l
'
industria
,
e
non
sono
in
grado
di
assicurarci
un
decente
tenore
di
vita
,
si
facciano
allora
da
parte
e
cedano
il
campo
a
noi
che
ci
sentiamo
ormai
capaci
e
degni
di
gestire
l
'
industria
nell
'
interesse
generale
.
Dal
lato
politico
certo
la
questione
è
più
complessa
,
e
ingenuo
sarebbe
sostenere
,
al
punto
a
cui
son
giunte
le
cose
,
che
si
tratta
di
un
conflitto
puramente
economico
.
Siamo
di
fronte
ad
una
battaglia
storica
,
magnifica
per
serietà
,
disciplina
e
compattezza
,
gravida
di
conseguenze
per
molti
anni
avvenire
(
a
meno
di
una
rapida
soluzione
transazionale
)
che
non
potrà
non
avere
un
grande
sbocco
sul
terreno
politico
;
battaglia
che
certo
pone
a
dura
prova
il
regime
liberale
inglese
da
ogni
punto
di
vista
.
Ma
ridicola
è
l
'
accusa
di
sovvertimento
della
costituzione
lanciata
all
'
ultima
ora
contro
il
colosso
unionistico
;
esso
è
in
realtà
il
grido
angosciato
di
Odilon
Barrot
:
«
la
légalité
nous
tue
!
»
;
è
il
terrore
borghese
contro
il
minaccioso
avanzarsi
delle
forze
del
lavoro
armate
di
quelle
armi
che
esse
seppero
conquistarsi
in
un
secolo
di
lotta
per
far
trionfare
un
principio
rivoluzionatore
nella
vita
collettiva
.
E
se
chiamiamo
sovversive
le
organizzazioni
operaie
che
si
valgono
del
diritto
di
sciopero
assicurato
dalla
legge
,
come
dovremmo
chiamare
allora
coloro
che
per
quattro
anni
,
sovvertirono
la
vita
del
mondo
per
interessi
particolari
scatenando
una
guerra
tremenda
per
sacrifici
materiali
,
morali
e
spirituali
;
che
porta
nel
suo
seno
le
cause
di
molti
mali
attuali
?
Guai
però
se
la
vittoria
trade
unionista
,
che
noi
auspichiamo
piena
ed
intera
,
dovesse
restare
priva
di
conseguenze
nel
campo
politico
!
Quanto
maggiore
un
eventuale
successo
,
tanto
maggiori
i
pericoli
.
L
'
esperienza
italiana
dopo
l
'
occupazione
delle
fabbriche
ci
ammonisce
che
in
certe
ore
decisive
rimangono
vane
o
peggio
tutte
le
vittorie
che
non
pongono
capo
ad
una
conquista
o
per
lo
meno
ad
un
ferreo
controllo
del
centro
direttivo
,
anche
quando
questo
centro
sia
dotato
di
poteri
relativamente
così
limitati
come
in
Inghilterra
il
potere
esecutivo
.
Certo
si
è
che
per
il
socialismo
mondiale
questa
battaglia
inglese
ha
un
enorme
valore
sperimentale
:
essa
ci
dirà
in
sostanza
se
la
democrazia
borghese
permette
il
graduale
e
possente
avanzarsi
delle
forze
del
lavoro
.
StampaPeriodica ,
La
questione
dell
'
unità
socialista
sta
per
avere
il
suo
epilogo
che
possiamo
prevedere
negativo
.
Dai
massimalisti
cioè
,
ancora
una
volta
verrà
un
gesto
di
disperata
negazione
,
di
attaccamento
non
al
proletariato
,
ma
a
una
loro
formula
cento
volte
sconfitta
.
Possiamo
tutti
deplorare
un
tale
stato
di
cose
e
conservare
,
nonostante
questo
,
intatta
la
nostra
fiducia
che
l
'
unità
socialista
si
farà
.
Ma
è
evidente
che
non
possiamo
per
questo
cedere
a
tentazioni
di
scetticismo
e
di
abbandono
.
Al
contrario
:
è
nell
'
azione
che
i
socialisti
devono
proporsi
di
risolvere
un
problema
che
è
fondamentale
e
che
risponde
al
sentimento
e
agli
interessi
delle
classi
lavoratrici
.
Perciò
il
prossimo
Congresso
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
(
ex
Partito
Unitario
)
assumerà
una
importanza
ancora
maggiore
,
almeno
per
quanti
navigano
oggi
contro
corrente
ansiosi
di
un
segno
di
orientamento
e
di
rinascita
.
Esso
ci
dirà
fino
a
qual
punto
questa
frazione
tutt
'
altro
che
trascurabile
dei
socialisti
italiani
ha
la
consapevolezza
della
funzione
storica
che
l
'
ora
le
affida
di
svolgere
;
in
quale
misura
cioè
essa
ha
la
capacità
e
l
'
energia
di
farsi
centro
coordinatore
e
propulsore
delle
forze
di
opposizione
,
sulla
base
di
quel
programma
di
integrale
rinnovamento
della
vita
nazionale
che
noi
e
con
noi
sicuramente
tutti
i
giovani
da
molti
mesi
invochiamo
.
Più
volte
sostenemmo
la
tesi
che
,
nella
attuale
situazione
,
tocca
ai
socialisti
l
'
onore
e
l
'
onere
di
guidare
la
opposizione
italiana
.
E
ora
,
col
profilarsi
di
un
nuovo
non
possumus
massimalista
,
questa
tesi
si
rafforza
e
si
chiarisce
fino
a
farci
ritenere
che
saranno
probabilmente
gli
elementi
del
disciolto
partito
unitario
a
farsi
eco
concreto
dell
'
appello
che
dalle
masse
si
leva
verso
i
socialisti
perché
vogliano
sortire
dalla
stasi
indecorosa
nella
quale
si
dibattono
da
anni
.
Noi
non
facciamo
del
partito
un
feticcio
:
siamo
abbastanza
sensibili
per
capire
che
non
saranno
le
etichette
che
in
definitiva
trionferanno
,
ma
le
opere
.
Né
abbiamo
nascoste
(
tutt
'
altro
)
le
nostre
modeste
ma
recise
censure
verso
i
maggiori
esponenti
del
PSLI
.
Se
diciamo
che
probabilmente
una
ripresa
se
una
ripresa
ha
da
esservi
verrà
dalle
fila
dei
socialisti
unitari
è
perché
siamo
convinti
che
questo
partito
ha
in
sé
elementi
tali
da
permettergli
di
assolvere
il
compito
che
ricordavamo
più
sopra
.
Si
voglia
o
non
si
voglia
il
PSLI
è
l
'
unico
partito
di
opposizione
che
per
il
suo
programma
realistico
,
per
gli
appoggi
e
le
simpatie
che
desta
in
tutti
i
ceti
così
manuali
che
intellettuali
,
per
la
notorietà
dei
suoi
capi
,
per
il
primissimo
posto
occupato
nella
lotta
,
per
il
chiaro
riconoscimento
dell
'
interesse
universale
e
altamente
umano
dei
valori
oggi
calpestati
,
per
lo
sforzo
di
contemperare
le
esigenze
della
classe
con
quelle
della
nazione
,
sia
in
grado
di
far
leva
su
tutti
i
ceti
non
parassitari
della
popolazione
e
possa
contare
con
quasi
sicurezza
per
un
non
troppo
lontano
domani
su
un
larghissimo
seguito
.
Malgrado
tutte
le
critiche
che
gli
si
rivolgono
,
il
PSLI
resta
pur
sempre
l
'
unico
partito
di
massa
che
disponga
di
uno
stato
maggiore
politico
e
sindacale
degno
di
questo
nome
.
E
comunque
si
giudichino
gli
uomini
che
lo
dirigono
non
si
può
fare
a
meno
di
riconoscere
che
cotesto
troppo
bistrattato
stato
maggiore
,
che
è
di
una
altezza
morale
fuori
di
discussione
,
è
l
'
unico
esistente
nelle
fila
dell
'
opposizione
.
Il
che
,
dati
i
tempi
,
non
è
poco
.
Si
ricordi
,
infine
,
che
esso
è
il
solo
partito
,
fatta
eccezione
forse
per
il
repubblicano
,
nel
quale
si
noti
da
tempo
un
fervore
di
iniziative
e
un
promettente
risveglio
di
forze
giovanili
;
e
si
affermi
,
sia
pure
faticosamente
,
un
complesso
processo
di
revisione
.
Questi
e
molti
altri
motivi
ci
fanno
dunque
ritenere
che
il
PSLI
,
pur
che
sappia
essere
all
'
altezza
della
situazione
e
sappia
sfruttare
i
molti
elementi
che
oggi
giuocano
in
suo
favore
,
potrà
dare
il
primo
segno
tangibile
di
ripresa
.
E
appunto
per
questo
,
noi
vogliamo
qui
fissare
sinteticamente
quali
sono
secondo
noi
i
massimi
ostacoli
che
si
frappongono
tuttora
nel
suo
cammino
,
nella
speranza
che
il
prossimo
Congresso
ci
dica
che
le
nostre
critiche
o
sono
superate
o
non
hanno
ragione
di
essere
.
Sembra
dunque
a
noi
che
il
PSLI
comprometta
le
sue
possibilità
avvenire
e
in
special
modo
la
sua
opera
d
'
attrazione
dei
migliori
elementi
della
nuova
generazione
,
per
la
riluttanza
di
alcuni
dei
suoi
dirigenti
a
impostare
la
battaglia
in
modo
radicale
,
adeguando
cioè
i
suoi
metodi
di
lotta
alle
ferree
necessità
dell
'
ambiente
e
audacemente
rivendicando
quella
iniziativa
e
quel
posto
nella
ripresa
oppositoria
che
gli
vengono
ormai
da
tempo
per
dovere
e
per
diritto
riconosciuti
.
Questa
riluttanza
deriva
da
un
grave
errore
nella
visione
della
situazione
e
da
un
troppo
tenace
e
sentimentale
attaccamento
a
un
passato
ormai
definitivamente
superato
dal
lato
politico
.
Per
essere
più
chiari
sopravvive
troppo
in
essi
della
mentalità
,
del
programma
,
dello
stato
d
'
animo
aventiniani
;
stati
d
'
animo
,
che
,
come
è
noto
,
comportavano
la
previsione
di
un
rapido
mutare
della
situazione
per
forze
essenzialmente
estranee
all
'
azione
oppositoria
,
l
'
accurata
astensione
da
ogni
candidatura
alla
successione
,
il
desiderio
di
mantenere
il
contatto
con
tutte
le
forze
di
opposizione
,
il
ripudio
di
tutti
gli
irrigidimenti
che
potessero
eliminare
anche
una
sola
delle
tante
possibili
soluzioni
compromettendo
nel
tempo
stesso
l
'
unità
del
blocco
aventiniano
.
Ed
ecco
così
non
pochi
degli
unitari
rifiutare
nettamente
ogni
accenno
alla
questione
istituzionale
,
ogni
accentuazione
della
nota
antiborghese
,
ogni
maggiore
precisazione
intorno
al
programma
del
poi
,
ogni
rivendicazione
successoria
.
Ed
ecco
compromessa
o
gravemente
ostacolata
quell
'
opera
alla
quale
pure
s
'
ha
da
arrivare
se
vogliamo
sortire
dalle
presenti
distrette
.
Noi
non
abbiamo
il
culto
della
intransigenza
esteriore
e
formale
;
tanto
che
proclamiamo
la
necessità
del
più
ampio
mobilismo
tattico
.
Non
vogliamo
imboscarci
facendo
nostre
le
negazioni
in
toto
e
rinchiudendoci
in
uno
splendido
isolamento
che
ci
elimini
dalla
lotta
positiva
.
Ma
d
'
altra
parte
non
riusciamo
assolutamente
a
comprendere
la
posizione
di
questi
socialisti
che
in
una
situazione
come
l
'
attuale
danno
prova
di
un
malthusianismo
così
radicale
da
far
loro
respingere
con
orrore
la
tesi
elementare
della
conquista
del
potere
politico
;
e
che
sono
disposti
a
transigere
a
priori
e
in
permanenza
sul
loro
specifico
programma
,
anche
quando
come
oggi
è
il
caso
sono
venute
a
cadere
una
per
una
tutte
le
condizioni
che
rendevano
per
l
'
innanzi
utile
e
forse
inevitabile
la
transazione
.
Se
ci
fossero
le
forze
con
le
quali
e
per
le
quali
transigere
,
evitando
gli
irrigidimenti
e
i
programmi
a
lunga
scadenza
,
noi
potremmo
ancora
riconoscere
la
logicità
di
una
simile
impostazione
.
Ma
non
riusciamo
a
vederle
.
Nel
campo
liberale
e
democratico
,
dove
la
disorganizzazione
regnò
sovrana
non
rimangono
sulla
breccia
altro
che
pochi
uomini
di
nobile
carattere
che
reggono
dignitosamente
anche
se
spesso
passivamente
alla
prova
:
e
nel
campo
popolare
è
definitivamente
cessata
ogni
attività
anche
strettamente
legale
.
In
campo
restano
dunque
col
PSLI
solo
i
partiti
repubblicano
e
massimalista
,
oltre
scarse
pattuglie
democratiche
.
Sono
queste
le
forze
sulle
quali
,
bene
o
male
,
possiamo
fare
assegnamento
.
Fuori
di
esse
non
ci
sono
in
Italia
,
di
forze
reali
,
che
i
comunisti
e
i
fascisti
.
Finché
dunque
il
PSLI
si
ostinerà
in
questa
erronea
impostazione
,
solito
frutto
della
solita
immobilità
di
visione
,
darà
inevitabilmente
l
'
impressione
di
essere
disposto
a
tutti
i
compromessi
pur
di
tenersi
aperte
tutte
le
strade
;
e
si
inimicherà
gli
elementi
più
giovani
e
combattivi
giustamente
desiderosi
per
la
somma
stessa
dei
sacrifici
che
la
lotta
richiede
di
una
assoluta
nettezza
di
posizioni
ideali
e
per
salvare
un
passato
ormai
sepolto
comprometterà
l
'
avvenire
,
il
suo
avvenire
,
immiserendo
,
sciupando
questa
grande
battaglia
.
Ciò
che
si
richiede
in
quest
'
ora
è
un
coraggioso
riesame
della
situazione
da
un
punto
di
vista
meno
contingente
che
la
liberi
dagli
accidenti
passeggeri
e
ingannatori
.
Quattro
anni
sono
passati
dall
'
avvento
del
fascismo
al
potere
e
quasi
due
anni
dal
crollo
dell
'
Aventino
.
Noi
non
rammarichiamo
nulla
,
non
accusiamo
nessuno
.
Chiediamo
solo
che
si
vogliano
prendere
una
buona
volta
in
considerazione
le
lezioni
del
passato
;
chiediamo
solo
che
si
abbandoni
l
'
ottimismo
facilone
e
la
fede
inconcussa
nella
legge
del
progresso
indefinito
;
chiediamo
solo
che
gli
oppositori
italiani
,
pur
senza
cadere
nelle
braccia
del
volontarismo
parolaio
,
si
abituino
a
cercare
la
salvezza
più
nelle
forze
proprie
che
nelle
armi
,
più
nella
storia
che
essi
medesimi
imbastiscono
,
che
in
quella
imbastita
dagli
avversari
e
dal
fato
.
Siamo
stanchi
di
vivere
alla
giornata
e
di
essere
tutto
,
fuori
che
noi
stessi
.
Occorre
che
i
socialisti
italiani
tornino
a
essere
loro
,
tornino
cioè
a
battersi
sul
loro
terreno
,
senza
per
questo
rinnegare
e
allontanare
nessuna
forza
efficiente
di
opposizione
,
ma
solo
facendosi
essi
centro
delle
forze
affini
con
un
programma
che
sia
per
lo
meno
socialista
per
l
'
ispirazione
e
per
gli
ispiratori
.
Si
facciano
i
socialisti
,
e
per
essi
il
PSLI
,
gli
iniziatori
dell
'
accordo
fra
i
partiti
di
opposizione
per
la
conquista
di
un
regime
di
integrale
e
agguerrita
democrazia
,
il
cui
nerbo
abbiano
a
essere
le
classi
lavoratrici
.
L
'
ora
incalza
e
le
masse
,
abbandonate
a
loro
stesse
,
brancolano
nel
buio
alla
disperata
ricerca
di
una
luce
,
di
un
segno
di
vita
,
di
ripresa
,
per
piccoli
che
siano
.
Occorre
far
presto
.
Tra
un
anno
potrebbe
essere
tardi
.
Altre
mani
sono
pronte
ad
afferrare
il
bastone
del
comando
.
Il
comunismo
lavora
.
Contrapporre
alla
doppia
concezione
dittatoriale
,
per
quanto
profondamente
diversa
nei
fini
,
una
soluzione
media
che
abbia
come
pernio
il
movimento
socialista
,
come
minimo
comune
denominatore
la
fede
nel
metodo
democratico
,
come
base
essenziale
le
forze
del
lavoro
in
lotta
per
la
loro
emancipazione
,
ecco
ciò
che
occorre
in
quest
'
ora
.
Socialisti
italiani
,
al
lavoro
.
StampaPeriodica ,
Il
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
ha
tenuto
il
suo
Congresso
.
Esso
ha
approvato
il
programma
del
partito
,
ha
votato
un
caldo
appello
all
'
unità
e
ha
concretato
in
una
mozione
della
quale
diamo
qui
di
seguito
(
riportandola
da
«
Giustizia
»
)
la
parte
essenziale
,
il
proprio
pensiero
sulla
situazione
.
Il
Convegno
:
premesso
innanzi
tutto
che
il
Partito
socialista
dei
lavoratori
italiani
procede
nel
vecchio
solco
del
socialismo
marxista
,
che
non
è
un
partito
nuovo
se
non
per
le
dure
vicende
del
nostro
Paese
,
che
aderisce
all
'
Internazionale
socialista
operaia
,
e
mira
alla
conquista
del
potere
politico
dello
Stato
,
per
trasformarlo
,
da
organo
di
oppressione
,
in
organo
di
affrancazione
della
classe
lavoratrice
e
di
tutta
la
società
umana
dal
giogo
del
sistema
capitalistico
;
approvata
la
dichiarazione
programmatica
intorno
ai
metodi
e
ai
fini
dell
'
azione
del
partito
;
riconfermata
nei
rapporti
con
la
dittatura
fascista
quell
'
assoluta
opposizione
che
ebbe
nell
'
Aventino
la
sua
più
alta
espressione
morale
;
constatato
che
il
fascismo
,
malgrado
non
possa
semplicisticamente
identificarsi
in
un
puro
fatto
di
reazione
borghese
e
capitalistica
,
ha
trovato
il
suo
maggiore
appoggio
nei
ceti
più
retrivi
del
privilegio
economico
e
il
suo
strumento
nella
complice
acquiescenza
alla
distruzione
del
regime
costituzionale
da
parte
di
chi
doveva
maggiormente
difenderlo
;
ritenuto
perciò
che
la
crisi
scatenata
dal
fascismo
,
essendo
nel
più
alto
senso
istituzionale
e
riproponendo
quindi
tutti
i
problemi
della
vita
dello
stato
,
non
si
supererà
con
un
semplice
ritorno
allo
statu
quo
ante
;
dichiarata
ancora
una
volta
la
sua
fede
nel
metodo
democratico
virilmente
inteso
e
difeso
,
quale
strumento
di
civili
competizioni
di
classi
e
di
partiti
;
afferma
che
un
'
opposizione
integrale
ed
efficiente
al
fascismo
deve
appoggiarsi
principalmente
e
necessariamente
sul
proletariato
manuale
e
intellettuale
e
impegna
tutti
i
suoi
aderenti
alla
più
intensa
propaganda
dei
seguenti
principii
(
segue
un
riassunto
della
«
dichiarazione
programmatica
»
)
.
Questa
mozione
segna
,
a
nostro
parere
,
un
notevole
passo
sulla
via
della
chiarificazione
politica
della
situazione
oppositrice
.
Per
la
prima
volta
in
un
documento
ufficiale
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
troviamo
affermati
in
modo
chiaro
ed
esplicito
alcuni
punti
essenziali
da
noi
sempre
sostenuti
.
Per
la
prima
volta
troviamo
riconosciuto
il
nerbo
della
futura
opposizione
italiana
che
deve
essere
e
non
può
non
essere
il
proletariato
manuale
e
intellettuale
.
Ci
piace
soprattutto
la
netta
impostazione
della
lotta
,
come
lotta
per
un
rinnovamento
radicale
,
sostanziale
della
vita
politica
;
la
ribellione
al
vecchio
regime
nel
quale
stanno
le
cause
prime
e
profonde
dei
mali
che
ci
affliggono
;
la
sensazione
che
si
vuol
dare
che
i
socialisti
sono
sempre
più
decisi
a
rinnegare
i
compromessi
aprioristici
dando
alla
battaglia
quella
nettezza
di
posizioni
ideali
che
solo
è
capace
di
suscitare
le
forti
passioni
e
i
grandi
sacrifici
che
l
'
ora
impone
ai
non
conformisti
attivi
.
Una
simile
impostazione
discende
direttamente
,
d
'
altronde
,
da
quella
realistica
visione
del
fenomeno
fascista
che
«
Il
Quarto
Stato
»
ha
sempre
sostenuto
e
alla
quale
il
Congresso
nella
sua
grande
maggioranza
ha
decisamente
aderito
.
Il
fascismo
non
è
cioè
un
semplice
fatto
di
reazione
borghese
;
esso
assume
caratteri
tutti
suoi
particolari
e
inconfondibili
in
relazione
al
clima
storico
nel
quale
e
dal
quale
si
è
sviluppato
.
Esso
è
il
logico
sbocco
di
tutta
la
vita
italiana
;
è
la
sintesi
dei
mali
antichi
e
recenti
di
un
paese
di
scarsa
educazione
politica
,
povero
e
capitalisticamente
arretrato
,
dove
la
libertà
conquistata
da
esigue
minoranze
attraverso
transazioni
e
rinuncie
restò
estranea
alla
coscienza
generale
,
dove
si
ebbero
tutte
le
degenerazioni
del
sistema
democratico
parlamentare
senza
che
mai
fosse
esistita
una
vera
democrazia
e
un
vero
parlamento
,
dove
al
di
là
dello
scenario
di
cartone
della
sovranità
popolare
il
potere
di
fatto
sempre
risiedette
nelle
mani
di
una
ristretta
oligarchia
facente
capo
al
potere
esecutivo
,
al
partito
di
corte
,
alla
burocrazia
e
a
taluni
gruppi
plutocratici
settentrionali
,
dove
insomma
difettarono
le
condizioni
elementari
per
il
sorgere
e
l
'
affermarsi
di
una
salda
coscienza
politica
.
Accettato
questo
punto
di
vista
si
pone
inevitabilmente
il
problema
di
risalire
alle
cause
del
fenomeno
senza
arrestarsi
alle
pure
manifestazioni
esteriori
e
patologiche
di
esso
,
di
impostare
la
battaglia
in
modo
integrale
,
di
riesaminare
realisticamente
la
situazione
e
le
forze
oppositrici
,
di
formulare
un
programma
di
opposizione
che
non
abbia
solo
riguardo
al
lato
negativo
(
l
'
antifascismo
)
ma
anche
al
positivo
(
il
post
-
fascismo
)
in
guisa
da
dare
il
la
per
la
ripresa
e
da
orientare
finalmente
le
masse
brancolanti
da
due
anni
nel
buio
.
Quanto
al
problema
dell
'
unità
socialista
il
Congresso
ha
votato
un
ordine
del
giorno
che
documenta
l
'
importanza
che
i
compagni
del
PSLI
vi
attribuiscono
.
Il
Congresso
auspica
che
«
in
questa
dura
vigilia
i
socialisti
italiani
vogliano
comporsi
a
unità
nell
'
orbita
della
Internazionale
,
affratellandosi
nell
'
azione
»
.
L
'
unica
condizione
è
quindi
che
l
'
unità
si
faccia
nell
'
Internazionale
.
I
socialisti
coi
socialisti
,
i
comunisti
coi
comunisti
,
tornano
a
ripetere
i
compagni
del
PSLI
,
convinti
che
il
movimento
italiano
non
potrà
alla
lunga
sfuggire
a
quella
netta
separazione
di
compiti
che
si
è
compiuta
in
tutti
i
paesi
tra
i
partiti
affigliati
all
'
Internazionale
socialista
e
a
quella
comunista
e
che
ha
eliminato
prima
o
poi
tutte
le
formazioni
intermedie
.
Allo
stato
attuale
delle
cose
,
posti
di
fronte
alla
situazione
che
si
va
purtroppo
profilando
nel
partito
massimalista
,
dobbiamo
riconoscere
che
non
è
possibile
sfuggire
a
questa
impostazione
del
problema
.
Infatti
il
partito
massimalista
,
dopo
tre
o
quattro
anni
di
scissioni
a
ripetizione
,
dopo
aver
tagliato
,
epurato
,
espulso
,
si
ritrova
come
dopo
Livorno
,
come
dopo
Roma
,
in
balia
di
correnti
inconciliabili
.
Da
un
lato
tornano
fuori
da
un
letargo
biennale
i
terzinternazionalisti
,
assai
più
numerosi
del
previsto
,
che
richiedono
a
gran
voce
una
«
dignitosa
»
adesione
all
'
Internazionale
di
Mosca
;
dall
'
altro
i
cosidetti
defensionisti
costretti
a
prendere
una
posizione
intermedia
tra
Mosca
e
Zurigo
,
aderiscono
a
un
Bureau
parigino
tanto
scarno
di
partiti
aderenti
quanto
di
possibilità
di
sviluppo
,
specie
ora
che
l
'
unico
partito
efficiente
che
vi
aderisce
il
norvegese
è
sulle
soglie
di
uscirne
.
In
tale
situazione
,
di
fronte
al
nuovo
rafforzarsi
del
terzinternazionalismo
,
si
spiega
perfettamente
che
il
desiderio
di
unità
socialista
espresso
dal
Congresso
del
PSLI
abbia
trovato
nel
problema
internazionale
il
suo
criterio
limite
.
Diciamo
:
sincero
desiderio
di
unità
,
e
non
appello
demagogico
senza
fondamento
nei
fatti
e
nei
desideri
.
La
riprova
ci
è
data
dal
fatto
che
i
compagni
del
PSLI
pur
avendo
approvato
una
lunga
dichiarazione
programmatica
della
quale
avremo
occasione
di
occuparci
,
si
sono
rifiutati
,
come
taluno
invece
proponeva
,
di
reclamare
l
'
unità
sulla
base
della
dichiarazione
medesima
.
Giustamente
ritenendo
che
l
'
unità
può
derivare
solo
da
reciproche
transazioni
e
che
il
programma
votato
non
potrebbe
in
ogni
modo
essere
accettato
a
priori
e
in
toto
dai
socialisti
di
sinistra
.
Ci
voleva
l
'
ingenuità
(
o
altro
)
del
Comitato
di
Difesa
Socialista
per
dichiararsi
favorevolissimo
all
'
unità
...
nel
massimalismo
sulla
base
del
programma
di
Bologna
!
Queste
dunque
le
premesse
e
le
promesse
del
Congresso
unitario
che
trovano
«
Il
Quarto
Stato
»
in
buona
parte
consenziente
.
Ma
i
fatti
?
Cosa
si
propongono
in
concreto
di
fare
i
nuovi
dirigenti
del
partito
per
impedire
che
il
Congresso
abbia
a
ridursi
alla
consueta
accademia
,
e
la
volontà
virile
di
lotta
in
esso
manifestatasi
rimanga
allo
stato
potenziale
?
Quale
lo
sbocco
concreto
,
quale
la
piattaforma
di
lotta
,
quali
gli
obiettivi
immediati
?
Che
cosa
si
propone
di
fare
questo
partito
,
per
porre
fine
all
'
indecoroso
,
dannosissimo
atomismo
dell
'
opposizione
italiana
divisa
in
sette
gruppi
sovente
in
rissa
tra
loro
?
È
favorevole
o
meno
alla
concentrazione
di
sinistra
socialista
repubblicana
?
Che
cosa
intende
contrapporre
sul
terreno
programmatico
al
programma
comunista
?
Silenzio
su
tutta
la
linea
.
Su
tutte
queste
questioni
molto
concrete
la
mozione
non
dice
nulla
.
E
qui
sta
il
suo
massimo
difetto
,
la
sua
maggiore
lacuna
.
Se
il
silenzio
derivasse
solo
da
una
comprensibile
riserva
a
mettere
in
piazza
questioni
gelose
come
quelle
sopraccennate
,
ci
asterremmo
da
ogni
rilievo
critico
.
Ma
noi
crediamo
che
sia
piuttosto
vero
il
contrario
.
Che
non
si
dica
nulla
perché
nulla
per
ora
si
creda
utile
di
poter
fare
;
che
il
silenzio
perduri
soprattutto
a
causa
della
mentalità
di
taluni
dei
capi
più
autorevoli
,
rispettati
e
rispettabili
del
PSLI
contrari
a
tutti
gli
irrigidimenti
,
desiderosi
di
conservare
i
contatti
con
tutte
le
forze
di
opposizione
,
ansiosi
di
mantenere
aperte
tutte
le
vie
,
tutte
le
porte
,
per
tutte
le
soluzioni
,
in
nome
di
una
nuova
originale
forma
di
intransigenza
:
quella
delle
transigenze
.
Non
crediamo
che
sia
il
caso
di
criticare
per
l
'
ennesima
volta
questa
che
fu
ironicamente
definita
come
una
forma
incomprensibile
di
malthusianismo
politico
.
Ci
sia
solo
permesso
di
osservare
che
sta
bene
volersi
tenere
aperte
tutte
le
porte
evitando
i
programmi
troppo
assoluti
e
le
troppo
astratte
pregiudiziali
,
ma
purché
si
tratti
di
porte
reali
,
attuali
,
che
diano
adito
a
strade
capaci
di
essere
percorse
con
una
qualche
utilità
dalle
forze
socialiste
;
e
non
invece
di
porte
e
di
strade
tutte
e
solo
potenziali
create
dalla
fantasia
.
E
d
'
altra
parte
si
vorrà
pur
riconoscere
che
a
un
certo
punto
occorrerà
bene
decidersi
a
spalancare
una
porta
e
a
imboccare
una
via
;
perché
,
per
voler
tenere
in
perpetuo
tutte
le
porte
contemporaneamente
aperte
,
si
corre
il
rischio
di
vedersele
sbattere
una
per
una
sul
naso
,
così
da
rimanere
per
l
'
eternità
appiccicati
alla
soglia
,
poveri
postulanti
in
attesa
del
fatto
nuovo
rivoluzionario
che
eliminando
il
fascismo
elimini
anche
il
problema
oppositore
.
Ma
preferiamo
per
ora
non
insistere
su
questo
punto
.
Sul
terreno
concreto
delle
cose
noi
vedremo
se
le
premesse
e
le
promesse
sopra
ricordate
sono
una
platonica
concessione
alle
esigenze
dell
'
ora
o
il
punto
di
partenza
per
quella
ripresa
dell
'
opposizione
italiana
imperniata
nel
movimento
socialista
per
la
quale
ci
battemmo
fino
dal
primo
numero
di
questo
foglio
.
StampaPeriodica ,
Solo
per
un
momento
,
quando
le
ambizioni
fasciste
prevalsero
sulla
volontà
del
duce
,
e
le
elezioni
furono
decise
,
noi
dubitammo
compromesse
e
giuocate
le
astuzie
del
bel
tenebroso
.
E
veramente
,
se
gli
oppositori
del
fascismo
non
fossero
pressoché
tutti
fascisti
mancati
,
quella
era
un
'
occasione
trionfale
per
prendersi
gioco
dei
piani
governativi
.
Bastava
che
nessuno
pensasse
sul
serio
alle
elezioni
,
che
si
rispondesse
con
la
canzonatura
del
silenzio
alla
campagna
bandita
da
Roma
.
Mussolini
chiama
il
popolo
alle
urne
:
l
'
opposizione
si
rifiuti
di
battersi
su
questo
terreno
,
sventi
il
gioco
totalitario
della
demagogia
fascista
.
Con
una
decisione
di
questo
genere
gli
oppositori
si
sarebbero
divertiti
gratis
allo
spettacolo
di
tre
o
quattro
mesi
di
lotta
feroce
nell
'
interno
del
partito
fascista
e
del
filofascismo
;
e
a
veder
nascere
proprio
nei
quadri
dell
'
unanimità
mussoliniana
ortodossia
e
eterodossia
,
eresie
e
fronde
,
contrasti
e
difese
.
Un
dogma
[
di
]
improvvisatori
non
si
cimenta
impunemente
ad
una
prova
elettorale
:
il
fascismo
ne
sarebbe
uscito
esautorato
e
compromesso
.
Eroi
e
donchisciotti
,
visti
alla
ricerca
della
medaglietta
,
erano
sgominati
dal
ridicolo
e
dall
'
ironia
.
La
Camera
eletta
il
6
aprile
sarebbe
stata
tutta
fascista
e
perciò
a
priori
condannata
.
Le
battaglie
tra
ras
e
revisionisti
l
'
avrebbero
lacerata
;
il
paese
assente
,
in
diffidenza
.
Ma
una
tattica
così
audace
e
rivoluzionaria
si
può
chiedere
solo
a
gente
disperata
,
a
gente
che
abbia
capito
che
Mussolini
non
si
liquida
con
gli
intrighi
di
corridoio
.
Gli
italiani
sono
invece
astuti
,
super
-
politici
,
super
-
machiavellici
.
Nessuno
dispera
pur
che
rimanga
una
possibilità
di
riguadagnare
la
medaglietta
,
e
se
cento
sono
gli
aspiranti
per
un
solo
seggio
ognuno
ha
la
certezza
in
cuore
che
con
l
'
intrigo
e
l
'
inganno
gli
riuscirà
di
giocare
l
'
amico
e
l
'
avversario
.
L
'
opposizione
costituzionale
incominciò
a
sospettare
la
probabilità
delle
elezioni
nel
settembre
scorso
.
Da
allora
persino
noi
di
Rivoluzione
Liberale
abbiamo
ricevuto
le
visite
e
le
premure
di
parlamentari
e
aspiranti
parlamentari
.
Noi
antifascisti
intelligenti
avremmo
dovuto
dare
la
formula
per
la
lotta
antifascista
.
Uomini
non
compromessi
avremmo
dovuto
offrire
il
nome
alle
organizzazioni
che
in
tempo
elettorale
sarebbero
state
utili
ai
parlamentari
antifascisti
.
Contro
il
fascismo
che
disprezza
l
'
intelligenza
il
concorso
di
noi
intellettuali
sarebbe
stato
decisivo
.
Noi
fummo
così
ingenui
da
rispondere
alle
lusinghe
e
alle
offerte
con
prediche
e
documentazioni
:
che
era
ridicolo
voler
battere
il
fascismo
con
le
astuzie
;
che
Mussolini
non
ha
soltanto
la
forza
,
ma
il
consenso
degli
italiani
;
che
la
lotta
deve
essere
feroce
e
diretta
ad
hominem
contro
il
corruttore
,
consci
che
si
è
una
minoranza
,
e
non
si
vuole
realizzare
,
ma
salvare
il
futuro
.
Fummo
tardi
a
capire
che
i
nostri
interlocutori
volevano
salvare
la
medaglietta
prima
che
il
decoro
,
e
col
farsi
paladini
di
libertà
,
col
protestare
che
la
maggioranza
non
era
fascista
,
ma
che
essi
oppositori
costituzionali
avevano
pure
un
buon
seguito
miravano
soltanto
a
farsi
meglio
utilizzare
,
a
vendere
più
cara
la
loro
adesione
al
regime
.
Un
politico
più
intelligente
e
più
onesto
degli
altri
,
la
sola
persona
seria
dell
'
opposizione
costituzionale
,
il
quale
con
tutti
i
suoi
vizi
di
parlamentare
riuscirà
forse
a
salvarsi
per
il
futuro
,
coglieva
il
dissenso
tra
Rivoluzione
Liberale
e
antifascismo
parlamentare
in
questi
termini
:
«
Si
vede
che
lei
è
veramente
giovane
e
che
può
buttar
via
dieci
anni
per
alimentare
,
in
ristretta
compagnia
,
una
distinta
corrente
di
pensiero
,
e
per
poi
trovarsi
,
senza
sforzo
,
e
nel
vigor
degli
anni
in
cima
all
'
ondata
che
travolgerà
questa
gente
.
Io
,
invece
,
penso
con
malinconia
,
che
fra
due
anni
o
l
'
Italia
sarà
libera
,
o
io
mi
troverò
,
pure
in
ristretta
e
scelta
compagnia
,
su
qualche
nuovo
May
flower
salpante
per
ignoti
lidi
.
Questione
di
età
»
.
La
questione
di
età
impedì
che
gli
antifascisti
avessero
il
coraggio
di
disertare
le
elezioni
e
si
divertissero
a
vedere
il
campo
trasformato
in
una
corrida
di
gladiatori
mussoliniani
.
La
questione
di
essere
rieletti
è
diventata
la
questione
essenziale
intorno
a
cui
si
provano
e
si
rovinano
i
caratteri
degli
italiani
.
L
'
on
.
F
.
,
uno
dei
sacrificati
della
lotta
politica
in
Romagna
,
professa
la
teoria
che
gli
oppositori
debbano
difendersi
con
tutte
le
armi
;
se
è
necessario
e
possibile
entrino
addirittura
nel
listone
!
L
'
idea
fissa
,
sino
al
gennaio
,
degli
oppositori
più
implacabili
era
di
costituire
un
blocco
positivo
,
che
presentasse
lista
di
maggioranza
raccogliendo
combattenti
,
socialisti
,
popolari
,
demoliberali
e
fascisti
dissidenti
.
L
'
ideale
:
arrivare
dall
'
on
.
Corgini
,
magari
dall
'
on
.
Giolitti
,
a
Misiano
.
Un
direttorio
formato
da
Turati
,
Bonomi
,
Graziadei
,
Facchinetti
,
Mauri
,
Cocco
-
Ortu
,
avrebbe
lanciato
un
proclama
al
paese
prendendo
impegno
di
garantire
il
funzionamento
di
un
governo
in
caso
di
vittoria
.
Per
preparare
questa
tattica
si
organizzò
la
commedia
del
4
novembre
,
nella
quale
anche
una
persona
seria
come
Treves
dovette
recitare
la
parte
del
peccatore
contrito
.
Il
successo
era
così
sicuro
che
i
promotori
si
fermarono
al
momento
buono
soltanto
perché
i
loro
atti
sarebbero
sboccati
in
una
rivoluzione
violenta
,
mentre
i
loro
candidi
cuori
amavano
la
pace
.
Essi
compresero
assai
tardi
che
se
questo
fantastico
piano
avesse
avuto
una
mediocre
probabilità
di
riuscita
Mussolini
non
avrebbe
esitato
ad
arrestarli
o
assai
più
astutamente
,
li
avrebbe
uccisi
col
ridicolo
dimostrando
,
il
6
aprile
,
che
gli
italiani
non
gli
negano
il
consenso
,
come
non
lo
negarono
nel
'13
a
Giolitti
nonostante
il
suffragio
universale
.
Mussolini
dispone
di
infiniti
artifici
tipo
patto
Gentiloni
.
E
nel
caso
del
blocco
positivo
l
'
artificio
era
semplice
:
bastava
garantire
mezza
dozzina
di
rielezioni
per
sgretolarlo
dall
'
interno
.
Da
buoni
democratici
i
congiurati
continuarono
a
discutere
e
ci
fu
chi
si
convinse
dell
'
opportunità
di
trasformare
il
blocco
positivo
in
blocco
negativo
.
Erano
per
questa
tattica
gli
onorevoli
meno
sicuri
della
rielezione
e
la
conferenza
Gonzales
a
Genova
fu
il
loro
argomento
più
probatorio
.
Senonché
l
'
astensione
discussa
e
machiavellica
,
come
altra
volta
fu
spiegato
,
si
risolveva
nella
vittoria
del
bel
tenebroso
.
E
anzi
i
più
convinti
e
leali
difensori
di
questa
tesi
come
Canepa
,
Treves
,
Rossetti
,
non
si
accorgevano
di
essere
giocati
dai
loro
stessi
compagni
che
parlavano
di
partecipazione
o
astensione
dopo
aver
fatto
un
calcolo
personale
.
Aggiungi
la
gelosia
di
mestiere
,
per
cui
gli
unitari
temono
,
astenendosi
,
di
servire
i
comunisti
;
e
i
democratici
hanno
il
sospetto
che
i
voti
siano
per
andare
,
nella
loro
assenza
,
ai
repubblicani
:
e
avrai
il
ritratto
degli
spiriti
che
governarono
l
'
opposizione
dopo
la
chiusura
della
sessione
parlamentare
.
Lo
spettacolo
delle
anime
in
pena
democratiche
e
socialiste
convinse
i
buoni
liberali
,
realisti
come
sempre
,
a
offrire
la
loro
partecipazione
al
listone
.
E
costoro
saranno
o
non
saranno
deputati
,
certo
sono
uomini
finiti
.
Ma
nessuno
degli
altri
oppositori
ha
diritto
ad
una
sorte
migliore
.
Nessuno
dei
vecchi
uomini
politici
si
salverà
dopo
il
6
aprile
.
I
più
abili
,
in
quattro
mesi
di
tormenti
avranno
salvato
soltanto
il
loro
diritto
di
fare
parte
della
Camera
fascista
.
L
'
idea
di
un
blocco
dei
sopravvissuti
era
una
idea
squisitamente
fascista
.
Rivela
uno
stile
e
una
mentalità
degni
del
comm
.
Massimo
Rocca
ex
anarchico
.
Il
fascismo
converte
ai
suoi
sistemi
i
nemici
insieme
coi
gregari
.
Anche
il
fascismo
è
un
blocco
,
il
blocco
positivo
con
Giunta
al
posto
di
Misiano
,
Massimo
Rocca
al
posto
di
Bonomi
,
Paolo
Orano
invece
di
Facchinetti
,
e
Murri
in
luogo
di
Miglioli
.
Una
delle
ragioni
per
cui
combattiamo
Mussolini
è
questa
,
perché
egli
ci
ha
dato
il
blocco
di
Rossoni
e
di
Gentile
,
di
Baroncini
e
di
Dino
Grandi
,
di
Soffici
e
di
Camazza
,
di
Murri
e
di
Farinacci
.
Il
fascismo
prevalse
appunto
confondendo
le
idee
e
le
responsabilità
,
impedendo
le
distinzioni
precise
e
la
fedeltà
degli
uomini
alla
propria
intransigenza
,
sfruttando
cattolicismo
e
idealismo
attuale
,
futurismo
e
tradizionalismo
,
sindacati
e
agrari
,
monarchia
e
tendenzialismo
repubblicano
per
sacrificarli
alle
superiori
arti
dell
'
addomesticatore
.
Il
blocco
delle
opposizioni
perpetuerebbe
questa
fiera
gladiatoria
e
infantile
,
riprodurrebbe
i
sogni
totalitari
e
le
consolazioni
dell
'
unanimità
.
In
Facchinetti
e
Rossetti
risusciterebbe
quel
fantasma
del
combattentismo
,
quello
sfruttamento
della
trincea
che
noi
speriamo
rimanga
la
prerogativa
del
fascismo
,
il
segno
della
sua
retorica
e
del
suo
mal
costume
politico
.
La
paura
e
l
'
opportunismo
hanno
fermato
a
tempo
i
candidati
al
blocco
positivo
e
al
blocco
negativo
.
E
avremo
probabilmente
battaglie
particolari
secondo
gli
interessi
più
personali
.
I
deputati
dell
'
opposizione
saranno
così
ameni
nei
loro
giochi
da
riabilitare
gli
uomini
del
listone
e
delle
liste
fiancheggiatrici
.
Per
la
nostra
ironia
obbiettiva
noi
saremo
definiti
agenti
provocatori
.
Ma
per
liquidare
Bonomi
e
gli
altri
complici
del
fascismo
siamo
pronti
ad
accettare
sorridendo
anche
le
bizze
dei
galantuomini
della
lega
democratica
.
Di
questo
antifascismo
siamo
sinceramente
disfattisti
.
Al
punto
in
cui
le
cose
si
sono
ridotte
pochi
consigli
ci
restano
per
la
tattica
elettorale
.
L
'
idea
della
diserzione
di
fronte
alle
violenze
fasciste
ci
sembra
disonorevole
.
I
partiti
che
hanno
qualche
serietà
e
qualche
tradizione
devono
scendere
in
campo
,
ognuno
al
suo
posto
,
forti
della
propria
intransigenza
,
non
per
conquistare
dei
seggi
,
ma
per
mostrarsi
degni
di
combattere
.
Niente
leghe
,
niente
complicità
.
È
l
'
ora
del
bilancio
,
dell
'
esame
di
coscienza
.
Repubblicani
da
una
parte
,
da
soli
,
senza
intese
con
accaparratori
di
voti
;
popolari
coerenti
e
distinti
col
programma
di
tornare
in
dieci
o
in
venti
alla
Camera
,
ma
che
siano
dieci
o
venti
uomini
,
e
non
falsi
profeti
della
demagogia
o
del
gesuitismo
;
i
partiti
proletari
inesorabili
,
sdegnosi
di
tardive
rinunce
o
di
ipocrite
conversioni
pseudo
-
patriottiche
e
antibolsceviche
.
Ognuno
al
suo
posto
:
Treves
internazionalista
come
nel
'19
,
profeta
di
un
ordine
nuovo
,
bestemmiatore
della
guerra
,
non
adulatore
di
medaglie
d
'
oro
festeggianti
il
4
novembre
;
Facchinetti
anti
-
socialista
,
antibolscevico
,
wilsoniano
come
alla
Scala
con
Bissolati
;
Sturzo
liberale
conservatore
,
pensoso
dei
destini
della
piccola
proprietà
agricola
.
A
Montecitorio
anche
queste
scarne
pattuglie
potranno
acquistare
il
valore
di
avanguardie
del
futuro
e
sapranno
non
patteggiare
con
l
'
addomesticatore
.
I
primi
oppositori
di
Napoleone
III
furono
cinque
.
La
lotta
contro
Mussolini
non
sarà
meno
lunga
né
meno
difficile
.
Gli
uomini
di
cinquant
'
anni
che
vogliono
realizzare
devono
scoprire
il
loro
giuoco
,
inserirsi
nella
storia
,
diventare
mussoliniani
.
L
'
antifascismo
è
una
questione
di
aristocrazia
,
di
nobiltà
,
di
stile
;
è
una
dignità
che
si
acquista
con
le
rinunce
e
coi
sacrifici
.
Solo
le
minoranze
provate
e
perseguitate
hanno
dei
buoni
diritti
.
StampaPeriodica ,
Nel
pensiero
dell
'
on
.
Mussolini
le
elezioni
dovevano
essere
la
prova
sperimentale
dei
suoi
sistemi
totalitari
.
Per
giungere
a
risultati
di
plebiscito
fu
predisposto
il
congegno
elettorale
.
Il
periodo
della
preparazione
della
lista
nazionale
attestò
in
grado
decisivo
le
attitudini
dell
'
addomesticatore
.
L
'
on
.
Mussolini
aveva
due
vie
logiche
da
scegliere
:
mantenere
in
vita
la
vecchia
Camera
che
,
in
sostanza
,
era
una
Camera
giolittiana
disposta
a
servire
(
riproducendo
la
situazione
del
'15
)
perché
già
addomesticata
,
oppure
fare
le
elezioni
di
partito
,
con
una
lista
tutta
fascista
,
dando
pieni
poteri
a
Giunta
e
a
De
Bono
.
Naturalmente
non
scelse
né
l
'
una
né
l
'
altra
e
diede
i
pieni
poteri
a
Giunta
e
a
De
Bono
per
far
riuscire
non
una
lista
fascista
ma
una
lista
di
blocco
.
Che
De
Nicola
,
Orlando
,
Salandra
debbano
la
rielezione
al
manganello
,
che
con
tutti
i
loro
discorsi
di
costituzionalità
e
di
democrazia
rimangano
complici
della
pressione
fascista
,
ecco
il
capolavoro
del
mussolinismo
.
Una
opposizione
seria
dovrebbe
capire
che
questo
è
il
punto
vulnerabile
del
regime
.
Il
mussolinismo
è
più
violento
del
fascismo
,
è
più
illegale
perché
si
nasconde
dietro
la
legalità
delle
forme
.
Se
il
fascismo
fosse
soltanto
dittatura
si
farebbe
presto
a
liquidarlo
con
le
barricate
:
ma
la
sua
forza
è
specialmente
presidiata
dall
'
esistenza
di
un
consenso
.
Ora
Mussolini
deve
la
forza
a
Farinacci
ma
il
consenso
alla
propria
ambiguità
.
Le
elezioni
di
Salerno
sono
un
fatto
grave
non
tanto
perché
il
governo
vi
abbia
esercitato
violenze
inaudite
quanto
perché
i
seguaci
dell
'
on
.
Amendola
,
che
in
provincia
hanno
la
maggioranza
,
le
subirono
.
Elettori
addestrati
alla
lotta
politica
sanno
opporre
violenza
a
violenza
,
difendere
con
la
forza
la
propria
dignità
.
Nel
1919
a
Bitonto
e
a
Molfetta
i
salveminiani
risposero
alla
pressione
ammazzando
Ungaro
Nicola
,
il
capo
dei
mazzieri
del
'13
.
Ma
se
Giovanni
Amendola
scrivesse
oggi
Il
ministro
della
mala
vita
non
ne
otterrebbe
probabilmente
neanche
un
successo
librario
.
Perché
la
violenza
di
Giolitti
era
un
fatto
eccezionale
e
piccante
,
ridotto
ad
alcuni
casi
di
vendette
personali
,
significative
di
una
qualità
politica
deteriore
ma
quasi
indispensabile
di
cui
Giolitti
non
mancava
:
la
capacità
di
odiare
.
Le
violenze
di
Giolitti
riguardano
pochi
nomi
:
Giretti
,
Salvemini
,
Galimberti
.
Elencare
le
violenze
mussoliniane
invece
ha
pochissima
importanza
perché
esse
sono
un
sistema
del
regime
:
implicano
responsabilità
totali
,
derivano
dalla
complicità
dei
cittadini
,
tant
'
è
vero
che
sono
localizzate
in
una
zona
molto
più
vasta
.
La
pratica
della
non
resistenza
al
male
è
una
malattia
non
meno
grave
del
politicantismo
,
nel
nostro
paese
.
Il
70
per
cento
al
governo
era
assicurato
una
volta
che
Mussolini
era
riuscito
a
fabbricare
il
listone
con
le
lusinghe
,
con
le
minaccie
,
con
la
corruzione
,
creando
l
'
ossessione
del
dogma
della
patria
e
raccogliendo
la
eredità
di
tutti
i
ministerialismi
.
Le
velleità
di
rinnovamento
del
Mezzogiorno
coltivate
da
alcuni
fascisti
come
Padovani
e
Lanzillo
non
valsero
a
nulla
contro
il
trasformismo
di
Mussolini
,
pronto
ad
accettare
tutti
i
gruppi
padroni
delle
situazioni
locali
.
La
funzione
di
un
fascismo
coraggioso
nel
Sud
sarebbe
stata
di
rifiutare
tutte
le
alleanze
,
di
combattere
tutte
le
posizioni
elettorali
del
giolittismo
,
di
creare
con
uno
stato
d
'
animo
di
palingenesi
ministeriale
,
un
'
atmosfera
di
ribellione
contro
le
cricche
di
Colosimo
,
di
Fera
e
di
Orlando
.
Invece
i
comm
.
Maurizio
Maraviglia
e
Michele
Bianchi
non
aspiravano
che
a
sostituirsi
a
Colosimo
nell
'
ufficio
di
compari
e
di
paraninfi
e
a
Fera
,
come
distributori
di
impieghi
;
temettero
(
gli
antiparlamentari
!
)
che
il
programma
intransigente
fosse
per
dare
al
fascismo
non
più
che
il
10
per
cento
degli
elettori
e
finirono
per
affidarsi
al
senno
e
alle
manovre
del
Duce
-
supergiolitti
.
Così
il
metodo
di
Mussolini
fu
:
mazzieri
e
patto
Gentiloni
,
lo
spettro
della
violenza
nell
'
apparente
pacificazione
,
e
la
pratica
quotidiana
dei
blocchi
e
delle
corruzioni
.
Il
risultato
più
evidente
della
vittoria
ministeriale
dunque
è
la
sconfitta
del
fascismo
.
La
marcia
su
Roma
è
stata
per
nulla
.
Le
elezioni
del
'24
sono
identiche
a
quelle
del
'21
:
allora
il
fascismo
fu
utilizzato
nel
blocco
nazionale
per
creare
una
maggioranza
Giolitti
:
lo
stesso
programma
,
a
tre
anni
di
distanza
,
riesce
senza
incertezze
a
Mussolini
,
scolaro
più
abile
del
maestro
.
Nel
'21
come
nel
'24
le
camicie
nere
fanno
da
mazzieri
,
i
combattenti
e
le
medaglie
d
'
oro
lavorano
come
muli
di
servizio
del
dogma
della
patria
,
la
Confederazione
dell
'
Industria
fa
le
spese
a
patto
che
Olivetti
,
Mazzini
,
Benni
,
ecc
.
diventino
insostituibili
presso
il
dittatore
.
La
proporzionale
sventò
il
piano
di
Giolitti
come
lo
avrebbe
turbato
a
Mussolini
:
il
sistema
Acerbo
ha
compiuto
il
quadro
,
e
l
'
avrebbe
compiuto
,
si
badi
,
in
modo
analogo
il
collegio
uninominale
che
dà
parimenti
gli
elettori
in
mano
al
governo
.
Si
insiste
su
questo
punto
perché
vogliamo
che
d
'
or
innanzi
una
delle
pregiudiziali
di
qualunque
opposizione
seria
sia
la
richiesta
della
proporzionale
.
Tenendo
presente
l
'
ultima
esperienza
la
storia
d
'
Italia
si
vede
sempre
più
rettilinea
:
una
dittatura
economica
di
ceti
plutocratici
,
non
abbastanza
forte
per
diventare
dittatura
politica
(
l
'
ultima
volta
che
lo
tentò
,
con
il
fascismo
,
non
fu
più
fortunata
delle
altre
)
,
e
tuttavia
ministeriale
sempre
perché
sempre
padrona
del
governo
sempre
perché
sempre
padrona
del
governo
attraverso
ambigue
manovre
;
in
politica
per
l
'
immaturità
generale
e
per
il
peso
inerte
del
Sud
una
dittatura
demagogica
,
burocratica
e
paterna
che
controlla
i
cittadini
persino
nei
mezzi
di
sussistenza
e
può
costringerli
pacificamente
a
essere
ministeriali
.
La
proporzionale
portando
alla
politica
le
masse
socialiste
e
popolari
segnava
il
principio
del
tramonto
delle
due
dittature
.
Il
solo
effetto
sensibile
della
marcia
su
Roma
è
stato
l
'
abolizione
della
proporzionale
.
Così
la
deviazione
del
dopo
-
guerra
è
stata
corretta
e
l
'
Italia
torna
in
minorità
politica
.
Quando
diciamo
che
Mussolini
è
il
nuovo
Giolitti
,
più
abile
e
meno
serio
,
vogliamo
indicare
questa
situazione
storica
,
in
cui
gli
effetti
della
immaturità
politica
si
complicano
per
la
immaturità
economica
.
Perciò
la
base
della
dittatura
giolittiana
come
di
quella
mussoliniana
è
nell
'
Italia
centrale
e
meridionale
,
dove
il
fascismo
era
ancora
infante
.
E
per
l
'
appunto
si
può
dire
che
le
elezioni
rappresentano
la
sconfitta
del
fascismo
e
la
vittoria
di
Mussolini
.
Il
fascismo
è
stato
sconfitto
in
Italia
settentrionale
dalle
opposizioni
(
specialmente
socialcomunista
e
popolare
)
.
In
Piemonte
,
Lombardia
,
Veneto
,
Liguria
,
Venezia
Giulia
,
le
opposizioni
prevalgono
per
70.000
voti
(
più
di
1.400.000
)
.
Per
Mussolini
sono
invece
propizi
i
venti
africani
.
Mussolini
vince
nel
sud
e
nel
centro
con
3.350.000
voti
circa
contro
meno
di
1.100.000
.
Basta
la
più
generica
geografia
per
spiegare
la
nostra
politica
.
Tuttavia
contando
i
voti
dei
partiti
di
opposizione
,
chi
ha
creduto
come
noi
a
quel
principio
di
lotta
politica
che
si
avvertì
nel
'19
ha
il
diritto
di
accorgersi
che
non
fu
un
illuso
e
può
interpretare
il
risultato
delle
elezioni
come
la
prova
che
esiste
in
Italia
una
minoranza
aristocratica
degna
di
chiamarsi
antifascista
.
Gli
operai
del
Nord
,
hanno
saputo
battersi
.
Al
posto
di
Bombacci
hanno
mandato
in
parlamento
Gramsci
.
Le
parole
che
scrivemmo
nel
numero
del
12
febbraio
scorso
non
sono
state
smentite
.
«
L
'
idea
della
diserzione
di
fronte
alle
violenze
fasciste
ci
sembra
disonorevole
.
I
partiti
che
hanno
qualche
serietà
e
qualche
tradizione
devono
scendere
in
campo
,
ognuno
al
suo
posto
,
forti
della
propria
intransigenza
,
non
per
conquistare
dei
seggi
,
ma
per
mostrarsi
degni
di
combattere
.
Niente
leghe
,
niente
complicità
.
E
l
'
era
del
bilancio
,
dell
'
esame
di
coscienza
...
A
Montecitorio
anche
queste
scarse
pattuglie
potranno
acquistare
il
valore
di
avanguardie
del
futuro
se
sapranno
non
patteggiare
con
l
'
addomesticatore
.
I
primi
oppositori
di
Napoleone
III
furono
cinque
.
La
lotta
contro
Mussolini
non
sarà
meno
lunga
né
meno
difficile
.
Gli
uomini
di
cinquant
'
anni
che
vogliono
realizzare
devono
scoprire
il
loro
giuoco
,
inserirsi
nella
storia
,
diventare
mussoliniani
.
L
'
antifascista
è
una
questione
di
aristocrazia
,
di
nobilità
,
di
stile
,
è
una
dignità
che
si
acquista
con
le
rinuncie
e
coi
sacrifici
.
Solo
le
minoranze
provate
e
perseguitate
hanno
dei
buoni
diritti
»
.
E
chiaro
che
i
partiti
proletari
e
il
partito
popolare
impostarono
su
questa
pregiudiziale
la
lotta
:
ossia
seppero
combattere
senza
illudersi
di
realizzare
,
per
sola
fedeltà
alle
promesse
.
Che
esista
ancora
un
'
Italia
continentale
ed
europea
,
che
Mussolini
non
sia
riuscito
a
renderci
tutti
saraceni
è
un
risultato
positivo
.
Purché
i
partiti
resistano
:
non
saremo
noi
a
contestare
al
fascismo
la
sua
maggioranza
.
Noi
ci
accontentiamo
modestamente
di
un
futuro
che
forse
non
vedremo
.
Le
elezioni
ci
danno
un
fascismo
addomesticato
che
non
era
nei
nostri
voti
.
Mussolini
democratico
e
indulgente
sarà
un
disastro
per
la
nostra
educazione
politica
:
ma
,
tanto
è
l
'
Italia
non
è
paese
di
tiranni
se
non
nello
stile
più
paesano
e
giocondo
.
Un
vantaggio
dalla
faccia
bonaria
di
Mussolini
lo
avremo
per
l
'
adesione
a
lui
di
tutti
i
falsi
oppositori
,
di
tutti
gli
antifascisti
conservatori
,
disposti
a
servire
durando
l
'
ordine
e
la
costituzione
.
L
'
opposizione
che
chiedeva
al
fascismo
di
essere
legale
e
costituzionale
ci
ha
sempre
fatto
ridere
.
Tanto
meglio
se
invece
di
averla
tra
i
falsi
amici
la
potremo
classificare
tra
gli
avversari
.
Noi
non
fummo
mai
così
stolti
da
contare
la
monarchia
tra
le
forze
dell
'
antifascismo
.
Ora
che
il
mussolinismo
non
si
potrà
più
distinguere
dalla
monarchia
una
delle
chiarificazioni
indispensabili
è
avvenuta
.
Se
ci
avviamo
verso
l
'
idillio
e
verso
la
pacificazione
,
se
stiamo
per
assistere
al
ripetersi
della
tranquillità
del
decennio
giolittiano
(
con
dannunzianismo
e
psicosi
bellica
in
peggio
)
noi
vogliamo
notare
già
mentre
l
'
era
nuova
si
apre
che
non
crediamo
a
questa
pace
,
che
ci
viene
come
soppressione
della
lotta
politica
.
Il
compito
delle
opposizioni
nel
prossimo
decennio
mentre
il
movimento
operaio
si
verrà
maturando
deve
essere
quello
di
esasperare
la
lotta
,
di
non
venir
meno
alla
intransigenza
,
di
provocare
il
regime
senza
concedergli
tregua
.
Bisogna
avere
il
coraggio
di
non
collaborare
neanche
alla
Camera
con
la
critica
,
magari
a
costo
di
iniziare
un
nuovo
implacabile
ostruzionismo
.
L
'
opposizione
non
ha
il
dovere
di
pensare
in
Parlamento
all
'
ordine
e
alla
ricostruzione
.
Per
la
ricostruzione
la
via
rettilinea
è
un
'
altra
:
la
conquista
dei
comuni
con
lo
scopo
di
creare
,
sia
pure
a
lunga
scadenza
,
il
dissidio
tra
i
poteri
locali
e
il
centro
.
Ecco
un
programma
di
lavoro
per
tutta
una
generazione
.
StampaPeriodica ,
L
'
on
.
Mussolini
ha
affermato
la
sua
gioia
di
«
poter
finalmente
agire
appoggiandosi
su
di
una
Camera
che
rappresenta
esattamente
la
volontà
del
paese
»
.
«
Le
ultime
elezioni
hanno
restituito
all
'
Italia
un
vero
Parlamento
»
.
Il
gioco
è
chiaro
:
non
era
difficile
prevedere
che
il
diavolo
si
sarebbe
fatto
frate
e
Mussolini
è
sempre
scrupoloso
nel
dar
ragione
alle
profezie
dei
suoi
critici
.
Nella
sua
politica
la
normalizzazione
è
un
elemento
psicologico
e
ideale
necessario
come
la
violenza
.
La
conciliazione
degli
opposti
non
è
una
ipocrisia
del
Duce
:
è
il
suo
stile
.
Normalizzazione
in
un
primo
senso
vale
per
eufemismo
per
indicare
che
conserva
il
potere
e
d
'
altra
parte
è
l
'
ideale
di
pace
che
non
si
può
non
riproclamare
mentre
continuano
le
irrequietezze
della
rivoluzione
dei
reduci
.
La
tattica
di
un
addomesticatore
nel
dopo
guerra
doveva
essere
duplice
:
la
violenza
contro
le
minoranze
battagliere
e
contro
i
movimenti
libertari
sorti
dal
basso
,
le
lusinghe
verso
le
classi
medie
e
verso
le
masse
quietiste
.
Il
gioco
non
riuscì
a
Giolitti
che
non
aveva
inteso
la
necessità
di
questo
equilibrio
;
e
fu
necessario
trovare
un
nuovo
Giolitti
,
adatto
ai
tempi
di
avventura
,
in
Mussolini
.
Egli
è
l
'
addomesticatore
del
fascismo
solo
perché
lo
serve
e
lo
serve
appunto
mentre
addormenta
gli
avversari
con
gli
ideali
del
ministerialismo
e
della
pace
.
I
costumi
dell
'
Italia
sono
ridotti
a
questo
:
che
tutti
si
trovano
pronti
a
disarmare
anche
se
il
fascismo
non
disarmerà
e
accettano
il
mito
della
normalizzazione
instaurata
dai
vincitori
anche
se
non
ignorano
che
sarà
una
pura
e
semplice
resa
a
discrezione
.
Un
fautore
del
nuovo
regime
così
interpreta
lo
stato
d
'
animo
generale
:
«
L
'
attuale
fase
delle
discussioni
politiche
dimostra
soltanto
questo
:
che
nel
momento
attuale
una
grande
attrattiva
per
le
fantasie
e
per
i
bisogni
degli
italiani
è
costituita
dalla
visione
di
un
periodo
di
pace
sociale
.
Tutto
il
resto
,
accanto
a
questo
,
ha
poca
importanza
.
Insomma
il
paese
è
stanco
di
stare
in
ansia
sociale
.
Oggi
sono
fuori
della
realtà
politica
soltanto
coloro
che
parlano
di
una
continuazione
della
lotta
,
e
vogliono
eccitare
ancora
gli
odi
assopiti
e
le
passioni
stanche
»
.
Ossia
noi
assistiamo
protagonisti
gli
intellettuali
e
l
'
opinione
pubblica
media
al
formarsi
di
una
vera
e
propria
voluttà
del
servire
.
E
la
rinuncia
alle
più
elementari
dignità
è
fatto
in
ossequio
alla
maniera
forte
insieme
e
lusingatrice
del
Duce
,
dal
quale
riesce
grato
ricevere
attestati
di
inabilitazione
e
interdetti
.
Dalle
molte
diagnosi
che
ne
offrimmo
dovrebbe
risultare
chiaro
che
questa
stanchezza
di
Medioevo
,
questa
rassegnazione
di
schiavi
viziosi
è
uno
stato
d
'
animo
per
eccellenza
mussoliniano
.
Mussoliniano
anche
se
si
ritrova
in
certi
oppositori
disorientati
dalla
lotta
.
Così
è
una
tattica
di
addomesticati
invocare
con
la
Giustizia
(
sabato
26
aprile
)
che
il
fascismo
:
«
osi
legalizzare
l
'
arbitrio
,
far
delle
leggi
,
una
legge
dispotica
finché
vuole
ma
che
sia
una
:
e
ciò
per
due
ottimi
motivi
:
primo
,
che
i
cittadini
sappiano
con
certezza
che
cosa
è
lecito
e
che
cosa
è
proibito
;
secondo
,
che
esso
,
il
regime
fascista
,
si
assuma
chiara
ed
intera
la
responsabilità
politica
dei
suoi
atti
,
o
di
quegli
atti
che
fino
a
qui
furono
abbandonati
alla
iniziativa
dei
ras
locali
o
degli
squadristi
isolati
»
.
Ci
sembra
buffo
chiedere
i
limiti
di
ciò
che
si
vuol
rovesciare
:
certi
limiti
evidentemente
si
avvertono
solo
nell
'
atto
in
cui
si
tenta
di
distruggerli
!
Né
si
può
seguire
Giovanni
Zibordi
quando
scrive
sulla
«
Critica
Sociale
»
del
15-30
aprile
:
«
Tutto
quanto
concorra
a
creare
una
atmosfera
e
un
programma
di
civiltà
legale
contro
la
violenza
illegale
oggi
prevalente
,
giova
indirettamente
a
una
ricostruzione
spirituale
e
materiale
di
questa
travagliata
vita
italiana
.
Se
qui
è
una
riserva
di
astuzia
polemica
ma
non
sembrerebbe
l
'
astuzia
viene
in
ritardo
.
Dopo
18
mesi
chiedere
al
fascismo
di
esser
coerente
nelle
parole
e
nei
fatti
,
nelle
leggi
e
nello
spirito
è
perfettamente
ingenuo
se
si
è
constatato
che
il
fascismo
non
acconsentirà
mai
ad
instaurare
una
tirannide
onesta
e
dichiarata
ma
alle
leggi
democratiche
e
demagogiche
continuerà
ad
unire
una
pratica
contradditoria
e
arbitraria
secondo
le
esigenze
quotidiane
.
Né
l
'
economia
né
la
politica
si
avvantaggiano
dalle
lunghe
stasi
e
dalle
quiete
rinuncie
:
e
l
'
opposizione
può
servire
il
paese
soltanto
rifiutandosi
di
far
la
pace
col
vincitore
,
e
di
riconoscere
il
regime
mussoliniano
.
L
'
opposizione
è
una
scuola
di
dignità
e
la
sua
intransigenza
mentre
non
la
compromette
a
far
causa
comune
con
la
presente
decadenza
,
mentre
la
salva
per
il
futuro
,
offre
disinteressatamente
dei
modelli
e
migliora
generosamente
lo
stesso
fascismo
,
reo
che
non
si
può
assolvere
.
La
normalizzazione
è
dunque
un
problema
tutto
interno
del
fascismo
stesso
,
un
'
altra
fantasia
mussoliniana
:
noi
siamo
pronti
ad
assistere
anche
a
questo
spettacolo
,
ma
resta
inteso
che
non
siamo
disposti
ad
accettare
norme
dal
campo
nemico
.
Un
aspetto
della
normalizzazione
sarà
l
'
impegno
messo
da
Mussolini
nel
far
funzionare
il
parlamento
.
Si
domanda
se
gli
riuscirà
.
Resta
tra
gli
oppositori
l
'
illusione
che
la
fine
del
fascismo
debba
venire
dall
'
interno
,
che
il
blocco
si
debba
sfaldare
di
fronte
alle
difficoltà
concrete
.
Per
noi
è
chiaro
che
Mussolini
farà
trionfalmente
il
suo
esperimento
parlamentare
.
La
maggioranza
è
un
blocco
altrettanto
compatto
quanto
variopinto
di
tendenze
e
anemico
di
idee
.
Mussolini
può
condurre
dove
vuole
,
manovrare
come
gli
piace
uomini
dello
stampo
di
Salandra
,
Orlando
,
Dino
Grandi
,
Bottai
,
Massimo
Rocca
,
Giunta
.
Non
è
a
credere
che
gli
possano
venire
preoccupazioni
serie
neanche
da
Farinacci
.
La
violenza
dei
ras
gli
è
cara
e
necessaria
:
egli
sa
dosarla
;
e
Orlando
gli
potrà
servire
in
qualunque
momento
per
convalidare
la
riforma
di
Michelino
con
l
'
autorità
del
costituzionalista
.
Bisogna
convincersi
che
i
356
deputati
della
maggioranza
e
gli
altri
signori
delle
liste
bis
,
se
si
eccettuano
i
rappresentanti
della
oligarchia
industriale
(
assai
apertamente
padroni
)
sono
tutti
dei
fantocci
buffissimi
e
spudorati
,
biscie
incantate
dal
ciarlatano
.
Vanno
a
Montecitorio
per
ubbidire
.
Faranno
le
parti
che
il
Duce
assegnò
.
Per
questo
lato
la
normalizzazione
è
un
fatto
.
Mussolini
può
dilettarsi
allo
spettacolo
dei
frak
e
delle
livree
della
nuova
Corte
.
Esame
dei
ribelli
Fuori
della
maggioranza
garbatamente
ridotta
alle
livree
,
il
problema
della
vita
futura
dell
'
Italia
sta
nella
valutazione
delle
resistenze
nell
'
animo
dei
ribelli
.
Non
ci
dobbiamo
nascondere
la
crisi
di
quelle
che
sono
oggi
le
sole
opposizioni
serie
:
i
popolari
e
i
partiti
proletari
(
l
'
opposizione
costituzionale
essendo
ridotta
ad
un
uomo
che
potrà
solo
avere
compito
demiurgico
)
.
Il
partito
popolare
sembra
conservare
i
quadri
saldi
,
ma
i
capi
nel
loro
istinto
conservatore
e
per
i
contatti
col
Vaticano
e
con
gli
ambienti
più
retrivi
non
sono
fatti
per
una
lotta
disperata
.
I
popolari
potrebbero
nutrire
ambizioni
di
successori
se
avessero
il
coraggio
di
rinunciare
a
giocare
d
'
abilità
col
duce
e
non
si
riducessero
ad
una
serie
di
posizioni
parlamentari
.
Dovrebbero
convincersi
che
solo
i
mussoliniani
possono
accettare
oggi
il
terreno
parlamentare
.
Per
i
parlamentaristi
seri
la
Camera
di
Mussolini
non
è
una
Camera
,
già
per
il
fatto
di
non
essere
stata
eletta
con
la
proporzionale
.
Occorre
non
riconoscerla
,
svalutarla
.
Longinotti
,
Bresciani
,
Bertini
,
non
chiedono
che
di
valorizzare
l
'
ordine
costituito
e
di
venire
a
patti
.
La
tattica
dell
'
opposizione
dipende
dunque
dai
partiti
proletari
,
dai
repubblicani
ai
comunisti
:
deve
effettuarsi
con
l
'
ostruzionismo
in
parlamento
e
la
scuola
di
intransigenza
nel
paese
.
La
nostra
proposta
di
ostruzionismo
è
precisa
.
Significa
non
riconoscere
la
validità
della
Camera
presente
.
Impugnarne
le
origini
,
non
collaborare
al
funzionamento
neanche
con
la
critica
.
L
'
uomo
più
intelligente
del
socialismo
italiano
(
che
veramente
non
è
un
uomo
né
un
italiano
)
traduceva
i
nostri
propositi
nella
tattica
seguente
:
in
sede
di
convalidazione
ogni
partito
deleghi
un
oratore
per
ciascuna
circoscrizione
a
documentare
l
'
illegalità
della
votazione
fascista
.
La
polemica
dell
'
illegalità
non
è
nelle
nostre
preferenze
:
tuttavia
ecco
un
primo
mese
di
battaglia
parlamentare
bene
speso
.
Questa
posizione
pregiudiziale
di
incompatibilità
deve
essere
proseguita
in
tutti
i
campi
di
discussione
,
senza
concedere
tregua
al
ministerialismo
.
Si
dovrà
ricorrere
all
'
ostruzionismo
dei
regolamenti
per
costringere
la
maggioranza
a
smascherarsi
mutandoli
.
Se
si
otterrà
che
Mussolini
non
possa
fare
il
parlamentarista
pacificamente
,
se
lo
si
obbligherà
a
tornare
sulle
sue
vecchie
posizioni
di
provocatore
si
sarà
raggiunta
la
più
bella
vittoria
tattica
.
La
crisi
del
socialismo
Tutto
il
resto
dipende
dallo
sviluppo
della
crisi
socialista
.
Oggi
la
disorganizzazione
dei
tre
partiti
è
connessa
col
disorientamento
del
proletariato
.
Le
polemiche
tra
la
Giustizia
,
l
'
Avanti
!
e
l
'
Unità
rivelano
la
ferocia
settaria
e
dissolvente
che
ha
sempre
animato
i
capi
degli
estremismi
.
E
perciò
sono
un
segno
di
vitalità
,
di
esigenze
più
profonde
per
il
futuro
.
Il
sogno
di
un
partito
proletario
unico
,
organizzato
a
battaglia
disciplinatamente
appare
certo
lusinghiero
e
piacevole
alle
persone
che
amano
gli
schemi
ordinati
.
Sembra
a
tutti
incontestabile
che
mentre
il
proletario
è
travagliato
dalla
reazione
il
battersi
compatto
possa
consentirgli
di
salvare
almeno
le
posizioni
più
indispensabili
.
Chi
non
è
così
rigido
nell
'
illusione
del
blocco
unico
pensa
che
almeno
i
massimalisti
siano
una
creazione
artificiosa
,
degna
di
finire
al
più
presto
,
decidendosi
fra
le
due
anime
del
socialismo
:
la
gradualista
e
la
rivoluzionaria
.
Invece
sarebbe
ora
di
accorgersi
che
questo
linguaggio
è
invecchiato
.
La
parola
d
'
ordine
dell
'
unità
non
ha
servito
a
evitare
in
nessun
paese
la
costituzione
di
tre
partiti
proletari
.
Sono
le
vie
e
le
ipotesi
che
si
presentano
alla
scelta
degli
oppressi
in
cerca
di
liberazione
.
Tra
la
democrazia
di
Turati
e
il
bolscevismo
ortodosso
di
Bordiga
,
la
critica
dell
'
Avanti
!
inspirata
a
un
marxismo
sospettoso
della
terza
internazionale
e
prudentemente
rivoluzionario
,
ma
francamente
classista
è
logica
e
utile
.
Noi
non
intendiamo
affatto
deporre
le
diffidenze
verso
quella
che
è
stata
la
mentalità
massimalista
e
comprendiamo
che
i
rancori
dei
delusi
possano
arrivare
persino
alle
accuse
di
tradimento
,
ma
ci
sembra
necessario
riflettere
che
oggi
il
partito
massimalista
è
frutto
di
un
libero
sforzo
proletario
,
cresciuto
per
il
sacrificio
degli
umili
e
non
in
regime
di
sovvenzione
o
per
i
contributi
di
classi
o
nazioni
estranee
alla
vita
delle
plebi
italiane
.
La
crisi
vera
non
è
insomma
del
massimalismo
più
che
degli
unitari
e
dei
comunisti
:
la
crisi
è
di
tutto
il
socialismo
che
non
è
riuscito
negli
ultimi
venti
anni
a
rinnovare
la
sua
classe
dirigente
,
e
non
ha
avuto
dopo
la
generazione
di
Turati
una
scelta
di
capi
giovani
e
preparati
ai
nuovi
tempi
.
Ma
nella
resistenza
al
fascismo
i
tre
partiti
proletari
hanno
dato
una
prova
di
vitalità
e
di
forza
,
non
di
decadenza
.
La
concorrenza
li
migliora
,
le
polemiche
,
anche
quelle
più
disgustosamente
personali
,
li
chiarificano
.
Certo
si
tratta
di
una
crisi
di
crescenza
.
E
non
bisogna
guardarla
con
disdegno
,
perché
vi
si
stanno
preparando
i
migliori
,
quelli
che
avranno
diritto
di
condurre
il
proletariato
alla
riscossa
.
StampaPeriodica ,
Non
grideremo
:
Evviva
Fino
a
che
un
palmo
solo
Del
sacro
italo
suolo
Serva
a
straniero
acciar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
l
Italia
intera
La
tricolor
bandiera
Non
vegga
sventolar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
Venezia
è
doma
,
Finché
il
Pastor
di
Roma
Confonde
trono
e
altar
.
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Gridiamo
guerra
e
morte
!
Libera
,
unita
e
forte
Vogliam
l
Italia
al
par
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
StampaPeriodica ,
-
Ahimè
;
la
Primavera
svanirà
con
la
Rosa
!
Il
dolce
odoroso
manoscritto
della
gioventù
sarà
chiuso
!
L
'
usignolo
che
canta
fra
i
rami
,
donde
e
dove
volo
,
chi
sa
?
-
Omar
Khayyam
Ovidio
,
Catullo
e
Tibullo
hanno
insegnato
a
questo
poeta
la
grande
arte
dei
piccoli
e
dolci
carmi
.
Egli
si
compiace
di
mezze
voci
,
richiami
,
trilli
,
sospiri
,
ritornelli
,
d
'
altronde
le
uniche
forme
che
possano
contenere
le
effusioni
di
un
'
anima
delicata
come
la
sua
.
Mi
fa
pensare
a
un
usignolo
che
canti
sopra
un
ramo
che
si
spoglia
,
in
un
plenilunio
invernale
.
Da
fatate
profondità
sembra
salire
la
sua
voce
che
non
si
spiega
mai
in
un
volo
largo
,
pieno
,
deciso
,
e
molte
altre
voci
sa
destare
a
risponderle
dal
segreto
della
nostra
anima
.
Altri
poeti
chiamarono
con
gli
stessi
nomi
le
creature
che
sorgono
dai
suoi
ombrosi
poemi
.
Cynara
,
Neobule
,
Manon
,
tornano
dalle
solitudini
di
tempi
più
o
meno
lontani
a
dare
il
loro
pathos
ad
anime
novissime
:
"
Neobule
essendo
stanca
,
troppo
stanca
di
ridere
o
di
piangere
,
nasconde
alle
ore
rosee
e
grigie
il
suo
viso
d
'
oro
.
Neobule
che
avrebbe
volentieri
dormito
,
dorme
infine
come
essa
desiderava
!
"
.
"
Neobule
!
è
bene
che
voi
abitiate
le
terre
profonde
dove
i
poveri
morti
si
sperdono
,
pallidi
,
miseri
e
grigi
,
cogliendo
con
le
loro
mani
di
spettri
,
fiori
d
'
asfodelo
senza
profumo
?
"
.
"
Neobule
stanca
fino
alla
morte
dei
fiori
che
io
gettavo
sopra
i
suoi
bei
piedi
simili
a
fiori
,
sospirava
fiori
non
così
dolci
,
rose
lunari
pallide
e
turchine
,
gigli
del
mondo
sotterraneo
"
.
"
Neobule
!
ah
troppo
stanca
dei
sogni
e
dei
giorni
passati
!
là
dove
i
poveri
morti
si
sperdono
,
pallidi
miseri
e
grigi
,
fuor
della
vita
e
dell
'
amore
,
dorme
il
sonno
che
essa
desiderava
"
.
Ernest
Dowson
nacque
nel
1867
e
morì
a
Catford
il
23
febbraio
1900
.
Gli
ultimi
anni
della
sua
breve
vita
furono
steriliti
dalla
tisi
fatta
più
terribile
dalla
miseria
;
in
questo
va
trovata
principalmente
la
cagione
dell
'
inferiorità
della
raccolta
Decorations
,
pubblicata
postuma
,
in
confronto
al
volume
Verses
(
1896
)
ed
alla
commediola
in
un
atto
:
The
Pierrot
of
the
Minute
(
1897
)
.
Mentre
l
'
affermazione
della
personalità
del
poeta
in
queste
due
opere
è
tanto
decisa
,
nelle
poesie
postume
la
sua
fantasia
illanguidita
,
quasi
criticamente
cerca
verso
le
proprie
fonti
;
vi
si
sente
l
'
eco
d
'
altri
poeti
:
il
Verlaine
,
la
cui
patria
fu
uno
degli
amori
del
Dowson
,
e
lo
Swinburne
.
Quando
il
morbo
ebbe
avvelenate
le
sorgenti
della
sua
ispirazione
,
il
vino
divenne
per
lui
,
funestamente
in
un
ordine
troppo
inferiore
,
quel
necessario
trasformatore
della
realtà
che
prima
era
stata
la
sua
fantasia
.
Poiché
la
vera
vita
del
Dowson
ebbe
sempre
poco
che
fare
con
le
miserie
materiali
onde
fu
riempita
.
Come
un
contemplativo
orientale
egli
siede
in
ombrosi
fantastici
giardini
pieni
d
'
acque
,
di
alberi
piegati
sotto
il
peso
dei
fiori
,
e
d
'
uccelli
strani
e
muti
;
dall
'
alba
al
tramonto
,
e
dal
tramonto
all
'
alba
;
dimentico
delle
circostanze
e
delle
avversità
,
e
vede
sorgere
intorno
a
sé
e
diventare
realtà
le
figure
dei
propri
sogni
.
Dalle
sue
contemplazioni
tratto
tratto
lascia
cadere
una
parola
,
un
verso
,
e
quelle
che
parevano
le
delusioni
della
sua
vita
si
vedono
trasformate
in
trionfi
di
poesia
:
il
suo
sogno
è
l
'
alchimia
prodigiosa
che
fa
di
ogni
lagrima
una
perla
.
In
tutta
la
sua
poesia
è
diffusa
un
'
aria
di
quieta
sicurezza
da
grande
maestro
:
ogni
verso
fu
certo
meditato
e
distillato
lungamente
ma
è
diritto
e
preciso
come
una
spada
.
La
brevità
della
trattazione
dei
soggetti
,
la
snellezza
della
strofa
,
e
ancora
più
lo
splendore
di
tinte
delle
sue
visioni
fanno
pensare
ad
Anacreonte
.
Anche
Dowson
canta
belle
donne
,
più
care
ai
loro
amanti
e
più
tristi
;
prati
fioriti
,
ma
più
d
'
asfodelo
che
di
mammole
;
e
quanto
ad
Amore
il
suo
non
è
più
Eros
piccolo
coll
'
alucce
d
'
ape
che
punge
coll
'
aculeo
dell
'
ape
,
ma
Amor
Umbratilis
che
dimora
nel
giardino
delle
tenebre
,
e
neppur
sa
cantare
:
u
ma
con
un
liuto
spezzato
va
e
mormora
fra
l
'
erba
del
sepolcreto
"
.
Ha
lo
stesso
abbandono
appassionato
alla
dolcezza
del
presente
;
l
'
Ora
amica
tira
una
splendida
cortina
di
seta
sopra
il
domani
che
s
'
intravede
nemico
.
Omar
Khayyam
ripete
il
ritornello
,
e
sopra
una
nota
più
cupa
.
Anacreonte
ed
Omar
Khayyam
hanno
in
Dowson
un
compagno
assai
più
cupo
d
'
entrambi
ma
degno
di
loro
.
In
The
Pierrot
of
the
Minute
Ernest
Dowson
immagina
un
angolo
delizioso
del
Parco
del
Petit
Trianon
,
dove
presso
un
tempietto
dorico
è
una
statua
di
Cupido
.
E
immagina
che
in
un
crepuscolo
di
estate
giunga
nel
parco
Pierrot
con
le
mani
piene
di
gigli
,
desideroso
di
provare
Amore
,
e
che
s
'
addormenti
presso
la
statua
di
Cupido
dopo
averle
fatto
curiose
libazioni
ed
offerti
i
suoi
fiori
.
Mentre
egli
dorme
scende
una
Vergine
dalla
Luna
e
si
ferma
a
guardarlo
:
Pierrot
la
vede
nel
suo
sogno
,
e
quando
si
sveglia
la
trova
veramente
vicino
a
sé
,
velata
.
Alle
sue
preghiere
ella
toglie
il
velo
;
Pierrot
e
la
Bella
scherzano
insieme
,
ed
egli
s
'
innamora
e
s
'
innamora
sempre
più
.
Le
insegna
strani
giuochi
,
tenta
le
sue
malizie
cercando
di
rubarle
un
bacio
;
ma
frattanto
la
notte
volge
al
termine
;
brevi
sono
le
notti
d
'
estate
!
La
Vergine
deve
ritornare
nella
sua
casa
,
nella
Luna
,
prima
che
il
giorno
sia
alto
:
Pierrot
supplica
e
piange
,
ma
ella
gli
fa
cenno
di
tacere
.
Lo
fa
distendere
sull
'
erba
,
mentre
l
'
alba
s
'
imbianca
,
e
una
musica
celata
nei
boschi
fioriti
imita
i
canti
degli
uccelli
.
Pierrot
si
nasconde
il
volto
fra
le
mani
e
mentre
il
sonno
lo
conforta
la
Vergine
risale
in
cielo
.
Poche
figurazioni
dell
'
anima
moderna
sono
profonde
come
questa
di
Pierrot
,
che
indugia
intorno
ai
beni
finché
li
possiede
,
e
non
si
accorge
completamente
di
loro
che
sul
punto
nel
quale
si
separano
per
sempre
da
lui
.
La
verginità
di
questa
figura
dal
sorriso
doloroso
,
dalla
faccia
infarinata
,
com
'
è
consapevole
del
tormento
che
accompagnerà
l
'
accrescersi
della
sua
esperienza
!
La
donna
scende
sì
dalla
regione
degli
aloni
ma
per
tornarvi
dopo
una
breve
notte
d
'
estate
.
La
terra
non
le
concede
di
restar
di
più
.
Vuole
ella
vivere
la
pura
vita
dell
'
amore
?
Si
allontani
prima
della
luce
precisa
dell
'
alba
.
O
amarsi
ma
lontani
,
nel
sogno
;
o
esser
vicini
e
vedere
struggersi
l
'
amore
.
Ernest
Dowson
è
ignoto
completamente
in
Italia
.
Né
credo
sia
molto
noto
ed
amato
in
Inghilterra
.
L
'
Inghilterra
stenta
a
riconoscere
i
suoi
poeti
.
Sarei
lieto
se
queste
righe
gli
facessero
qualche
amico
fra
noi
.
StampaPeriodica ,
Ritratto
dell
'
intelligenza
servile
.
Il
fascismo
ha
vinte
le
democrazie
senza
combatterle
.
Non
si
può
dare
più
grave
insulto
per
le
democrazie
italiane
di
una
certa
terminologia
prevalsa
in
questi
anni
la
quale
enumera
e
classifica
democratici
filofascisti
,
fascisti
democratici
.
Che
non
si
avverta
nell
'
aria
una
repugnanza
per
tali
accoppiamenti
sembra
significare
la
leggitimità
di
una
inesorabile
bocciatura
:
la
democrazia
italiana
non
ha
avuto
uomini
che
studiassero
sul
serio
.
La
democrazia
italiana
,
come
ha
sopportato
Giolitti
,
sopporterebbe
Mussolini
e
persino
un
governo
dello
Stato
Maggiore
.
Combatte
il
fascismo
per
difendere
la
sua
vecchia
politica
dei
blocchi
;
per
difendersi
la
possibilità
di
un
accordo
col
governo
mussoliniano
.
Intorno
a
questa
nostra
tesi
vi
fu
grave
scandalo
:
ma
il
fatto
stesso
che
le
pregiudiziali
dei
democratici
si
limitino
alla
libertà
e
alla
milizia
nazionale
prova
che
si
è
disposti
in
certi
limiti
di
spazio
e
di
tempo
a
transigere
.
Sembra
democratico
addomesticare
il
fascismo
.
La
prima
tattica
fu
di
contrapporre
i
revisionisti
ai
ras
,
i
mussoliniani
ai
fascisti
.
Ora
si
scopre
che
il
fascismo
dovrebbe
essere
prigioniero
della
sua
maggioranza
,
della
sua
legalità
.
L
'
ingegnere
Rignano
ha
scritto
un
libro
per
indicare
il
nuovo
programma
che
è
tutto
nel
motto
:
Democrazia
e
fascismo
.
Ecco
un
libro
che
sarà
popolare
.
L
'
autore
rivolge
ai
fascisti
una
sua
garbata
lezioncina
:
chissà
che
invece
dei
figli
svagati
non
ascoltino
i
padri
illusi
.
Il
buon
senso
dell
'
ingegner
Rignano
è
così
lucido
,
la
sua
obbiettività
così
distinta
e
contenta
di
sé
,
la
sua
cultura
internazionale
così
pacata
e
convincente
,
che
questa
pedagogia
democratica
riuscirà
gradita
agli
italiani
addomesticati
.
In
fondo
al
cuore
gli
italiani
sono
tutti
,
come
lui
,
fascisti
e
democratici
.
Il
fascismo
c
'
è
:
valorizziamolo
,
temperiamone
l
'
irrequietezza
mandando
deputati
fascisti
in
parlamento
.
Così
le
rivoluzioni
si
legalizzano
;
i
fascisti
diventano
democratici
.
Gli
italiani
hanno
già
accettato
queste
conclusioni
come
una
risorsa
per
la
loro
cortigianeria
innata
:
Rignano
vi
è
giunto
invece
seguendo
la
strada
maestra
del
suo
ottimismo
puritano
.
Però
nasce
il
dubbio
che
egli
applichi
procedimenti
di
indagine
e
di
giudizio
inglesi
a
un
fenomeno
che
in
Inghilterra
sarebbe
letteralmente
impossibile
.
Rignano
cita
Stuart
Mill
;
è
dichiaratamente
positivista
e
sperimentalista
;
è
un
protestante
senza
religione
,
un
filosofo
della
biologia
.
Crederebbe
di
non
essere
abbastanza
positivo
se
non
rendesse
anche
lui
il
suo
omaggio
di
uomo
ragionevole
ai
meriti
di
Mussolini
.
La
sua
obbiettività
gli
insegna
così
:
tanto
di
ragione
da
una
parte
,
tanto
dall
'
altra
.
Egli
non
immagina
che
quando
da
una
parte
non
c
'
è
niente
di
ragione
il
giudizio
di
Salomone
è
assolutamente
tendenzioso
.
Egli
è
fuori
della
mischia
,
sereno
,
disinteressato
,
apolitico
e
non
si
avvede
che
gli
apolitici
hanno
sempre
torto
:
la
loro
apoliticità
è
partigiana
:
essi
sono
difensori
dell
'
ordine
costituito
,
sono
una
forza
inerte
che
pesa
a
vantaggio
del
regime
,
degli
interessi
conservatori
:
i
governi
reazionari
hanno
sempre
apprezzato
la
squisita
utilità
che
viene
loro
offerta
dalla
classe
degli
apolitici
.
Oggi
la
maggioranza
degli
italiani
è
così
:
uomini
che
per
scrupolo
di
obbiettività
non
vogliono
trovarsi
contro
corrente
,
che
sono
pronti
alla
pace
col
regime
per
non
turbare
la
concordia
e
l
'
ordine
nazionale
.
Chiedono
a
Mussolini
la
libertà
di
poter
lavorare
con
lui
come
lavorarono
con
Giolitti
.
Ringraziano
Mussolini
di
averli
liberati
dal
bolscevismo
,
di
aver
dato
loro
un
ordine
,
una
gerarchia
.
È
un
'
opposizione
che
chiede
la
libertà
di
servire
.
Mussolini
lusinga
questi
disinteressati
,
apprezza
questi
apolitici
.
I
sudditi
siano
sudditi
,
gli
scienziati
scienziati
,
e
la
politica
spetti
a
chi
regge
.
StampaPeriodica ,
Col
discorso
della
Corona
l
'
opposizione
è
definitivamente
sconfitta
nella
sua
tattica
di
lavorare
su
un
immaginario
contrasto
tra
Mussolini
e
la
Monarchia
.
La
camicia
nera
ha
ceduto
al
frak
.
A
rappresentare
la
rivoluzione
fascista
in
camicia
nera
è
rimasto
solo
l
'
on
.
Cesare
Forni
,
ma
non
è
detto
che
non
debba
finire
anche
lui
per
acconciarsi
a
meno
avveniristiche
mode
.
Nell
'
atto
in
cui
le
«
medaglie
d
'
oro
»
Ponzio
di
San
Sebastiano
e
Rossi
Passavanti
si
accostavano
per
il
baciamano
alla
berlina
della
Sovrana
,
la
rivoluzione
degli
spostati
trovava
il
suo
ultimo
e
passatistico
«
sbocco
»
nelle
consuetudini
della
Corte
e
le
inquietudini
del
reduce
si
risolvevano
per
sempre
nella
stanca
e
beata
compitezza
del
valletto
.
L
'
importanza
del
discorso
della
Corona
è
data
dal
suo
tono
.
Lo
stile
risente
,
è
vero
,
qua
e
là
,
di
enfasi
dannunziana
e
di
cattivo
gusto
futurista
;
ma
nell
'
esposizione
dei
propositi
è
crudelmente
giolittiano
.
Gioverebbe
far
il
confronto
con
i
tre
discorsi
che
fece
preparare
Giolitti
,
nel
1904
,
nel
1908
,
nel
1913
.
Un
fiducioso
sguardo
all
'
avvenire
,
i
problemi
operai
e
della
pace
in
prima
linea
.
Pochissimo
accentuato
il
riconoscimento
della
rivoluzione
fascista
,
ma
in
compenso
portata
la
questione
fino
alla
radice
nel
riconoscimento
e
nell
'
esaltazione
dei
reduci
come
politici
.
Tutto
questo
considerato
come
normale
,
pacatamente
,
mediocremente
.
Il
regime
è
stabile
:
nel
cuore
del
Re
,
Mussolini
ha
preso
il
posto
di
Giolitti
.
Un
discorso
fascista
sarebbe
stato
meno
pericoloso
e
definitivo
:
invece
Mussolini
diventò
invincibile
facendosi
complice
ed
erede
dei
metodi
della
monarchia
socialista
.
La
Corona
accetta
il
nuovo
Governo
accontentandosi
della
più
modesta
garanzia
ossia
conservando
la
sua
sabauda
moderazione
,
diventata
ormai
,
col
trascorrere
degli
anni
,
mediocrità
.
Mussolini
alla
sua
volta
espone
i
suoi
programmi
attraverso
la
Costituzione
.
C
'
è
una
prova
indiscutibile
di
questo
perfetto
accordo
ed
è
data
dal
confronto
tra
il
discorso
della
Corona
e
le
ultime
manifestazioni
del
pensiero
del
Presidente
.
L
'
intervista
al
Times
,
le
dichiarazioni
agli
operai
,
le
spiegazioni
sulla
Milizia
hanno
trovato
nelle
parole
del
Sovrano
un
interprete
autorevole
,
una
firma
di
garanzia
.
Per
questo
risultato
Mussolini
ha
dovuto
sacrificare
le
sue
invettive
contro
la
libertà
,
e
accontentarsi
di
deprecare
la
licenza
,
ma
nel
cambio
c
'
è
ancora
il
gioco
d
'
astuzia
dell
'
addomestícatore
.
Il
fatto
è
che
il
sovversivismo
dei
reduci
passando
accanto
alla
Corte
è
diventato
conservatore
.
In
questo
esperimento
di
normalizzazione
Mussolini
è
riuscito
a
impegnare
il
Sovrano
.
Il
mussolinismo
ha
sconfitto
decisivamente
il
costituzionalismo
.
Chi
vorrà
rimanere
antifascista
dopo
il
24
maggio
dovrà
cominciare
con
la
pregiudiziale
istituzionale
.
La
moderazione
sabauda
dell
'
ultimo
re
ha
voluto
insistere
sui
problemi
del
lavoro
,
quasi
confermando
la
coerenza
di
un
programma
che
fu
cominciato
con
Giolitti
venti
anni
fa
.
Ma
vogliamo
far
notare
il
tono
con
cui
si
è
espressa
questa
insistenza
.
È
facile
avvertire
il
candore
del
piccolo
borghese
che
considera
le
classi
operaie
con
sentimento
di
paterna
filantropia
.
Con
ingenua
soddisfazione
si
parla
dell
'
ufficio
accanto
all
'
officina
e
,
vicino
alle
classi
lavoratrici
,
non
si
dimenticano
i
tecnici
.
Le
simpatie
del
regime
insomma
si
volgono
appunto
verso
un
sistema
di
produzione
ordinatamente
paterna
.
Così
l
'
accenno
alla
piccola
e
alla
media
proprietà
agricola
è
significativo
come
una
vera
e
propria
confessione
;
non
tanto
per
le
ragioni
economiche
a
cui
si
può
riconnettere
,
quanto
per
l
'
idillico
richiamo
alla
psicologia
del
possesso
famigliare
che
ne
è
derivato
.
Certo
,
in
queste
premesse
e
in
queste
lusinghe
si
deve
constatare
la
più
completa
inesperienza
delle
masse
operaie
e
delle
moderne
lotte
democratiche
.
Se
il
discorso
del
Re
segna
il
consolidarsi
della
parentesi
conservatrice
,
inaugurata
nel
dopoguerra
dalla
disoccupazione
e
dalla
stanchezza
degli
ex
combattenti
,
resta
tuttavia
innegabile
che
a
questo
equilibrio
le
avanguardie
dei
ceti
operai
oppongono
una
resistenza
non
domata
.
E
il
mussolinismo
che
si
adatta
a
questo
equilibrio
,
riprendendo
una
situazione
tipicamente
giolittiana
,
e
il
re
ne
è
rimasto
così
soddisfatto
da
diventare
accondiscendente
persino
verso
la
milizia
nazionale
.
Comunque
Mussolini
sia
,
per
orientare
il
suo
trasformismo
,
nel
futuro
gli
riuscirà
assai
difficile
nascondere
la
schietta
anima
del
piccolo
borghese
e
antisocialista
che
sta
sotto
le
solenni
professioni
di
affetto
per
il
proletariato
.
Il
discorso
della
Corona
è
stato
abilissimo
,
ma
ha
scoperto
il
gioco
.
Il
presidente
troverà
consolidato
il
suo
potere
.
Si
rivolgeranno
a
lui
,
accanto
alle
camice
nere
,
anche
gli
ex
combattenti
rimasti
in
attesa
,
giovani
conservatori
desiderosi
di
ordine
e
di
lavoro
,
con
in
fondo
all
'
anima
un
sottile
istinto
reazionario
e
anti
-
socialista
,
che
è
quasi
il
segreto
della
loro
borghese
dignità
.
Ma
l
'
esperimento
giolittiano
ha
messo
in
guardia
per
sempre
il
proletariato
e
le
élites
delle
libere
democrazie
di
domani
.
Questi
sanno
che
oggi
il
governo
di
Mussolini
è
stabile
e
che
è
una
pia
illusione
l
'
idea
di
guidarlo
attraverso
i
meschini
dissidi
interni
del
fascismo
.
Tuttavia
restano
in
riserva
,
non
si
piegano
.
Non
collaboreranno
,
perché
lavorano
per
una
situazione
nuova
,
futura
,
di
dignità
politica
e
di
serietà
economica
.
Questo
è
il
solo
antifascismo
concreto
e
realistico
l
'
antitesi
della
generazione
dei
«
reduci
»
.