StampaPeriodica ,
...
Una
cultura
umana
seria
,
cioè
nazionale
,
che
dia
il
senso
della
realtà
,
non
può
essere
che
di
pochi
.
Ma
,
quando
esista
,
non
manca
di
esercitare
anche
sulle
moltitudini
un
'
azione
benefica
e
rinvigoritrice
.
La
nostra
letteratura
,
vecchia
,
e
anche
recente
,
se
non
recentissima
(
poco
sopra
nominammo
Leopardi
e
Manzoni
)
,
contiene
più
di
quanto
bisogni
alla
formazione
d
'
una
tale
cultura
.
Insieme
con
molta
scoria
(
opporranno
)
...
Della
scoria
,
sia
molta
o
poca
,
si
devon
curare
soltanto
gli
storici
;
quegl
'
italiani
che
vogliono
,
come
dovrebbero
,
esser
semplicemente
culti
,
posson
lasciarla
in
disparte
.
Invece
i
più
lasciano
in
disparte
,
non
la
sola
scoria
,
ma
tutta
quanta
la
letteratura
;
e
ciò
da
gran
tempo
...
Non
parliamo
delle
Università
,
dove
l
'
insegnamento
letterario
si
tecnicizza
inevitabilmente
(
forse
troppo
,
qua
e
là
;
non
discuto
)
.
Ma
nella
scuola
media
,
il
cui
ufficio
è
di
preparare
alla
,
cultura
,
gli
scolari
poco
leggono
,
e
meno
imparano
a
leggere
come
converrebbe
,
non
prendono
gusto
e
non
si
fanno
l
'
abitudine
alle
letture
"classiche."
Il
ricchissimo
patrimonio
della
nostra
letteratura
è
,
per
la
cultura
(
non
dico
per
l
'
erudizione
)
reso
inutile
,
come
se
non
ci
fosse
.
Con
la
conseguenza
,
che
le
nostre
classi
culte
,
cioè
quelle
che
si
credono
e
son
credute
culte
,
manchino
di
quella
cultura
nostra
,
che
sola
è
capace
di
farci
comprendere
la
realtà
nostra
.
...
Lo
straniarsi
della
lingua
,
donde
poi
l
'
incultura
,
è
un
effetto
,
e
diviene
alla
sua
volta
una
causa
,
della
cieca
soggezione
ai
forestieri
.
Ogni
giornale
che
si
prenda
in
mano
è
,
per
la
forma
,
scritto
come
s
'
è
accennato
e
come
tutti
vedono
;
per
il
contenuto
,
non
contiene
quasi
che
importazioni
francesi
,
o
,
se
ce
n
'
è
qualche
altra
,
passata
nove
su
dieci
attraverso
un
canale
francese
...
Per
un
popolo
,
come
per
un
uomo
,
la
sua
ragion
d
'
essere
consiste
nella
sua
originalità
.
I
pappagalli
non
hanno
valore
,
neppure
come
scolari
;
son
dei
fruges
consumere
nati
,
gravosi
a
loro
stessi
e
agli
altri
.
Un
uomo
,
perché
faccia
opera
utile
in
un
campo
qualsiasi
,
deve
non
rassegnarsi
a
non
esser
più
d
'
un
servitore
;
gli
occorrono
svegliatezza
d
'
ingegno
,
attività
intelligente
,
iniziativa
;
in
una
parola
:
fiducia
in
sé
.
Ma
che
fiducia
possono
avere
in
sé
uomini
,
a
cui
ogni
giorno
si
rinfacciano
l
'
ignoranza
e
l
'
accidia
,
che
fin
dall
'
infanzia
vengono
avvezzati
a
inginocchiarsi
davanti
al
forestiero
,
perché
forestiero
?
Quando
ci
mancavano
l
'
indipendenza
e
l
'
unità
,
fummo
pur
capaci
di
conquistarcela
.
Ora
che
le
possediamo
,
dovremmo
pensare
a
virilmente
valercene
per
affermare
sempre
più
vigorosamente
noi
stessi
.
Non
c
'
è
tesoro
materiale
o
spirituale
,
che
non
svanisca
se
non
è
fatto
fruttare
.
StampaPeriodica ,
...
In
ogni
caso
l
'
opposizione
non
è
comprensibile
in
un
regime
che
vuol
essere
totalitario
-
totalitario
non
per
numero
di
consenzienti
,
ma
per
valore
rappresentativo
-
che
si
assume
il
compito
di
creare
un
ordine
nuovo
e
non
di
riparare
le
deficienze
del
vecchio
.
Qui
,
come
in
ogni
altra
questione
,
il
fondo
dell
'
incomprensione
è
il
disconoscimento
del
carattere
rivoluzionario
del
fascismo
.
Se
questo
concedesse
diritti
a
una
opposizione
,
implicitamente
attesterebbe
la
parzialità
della
sua
conquista
dello
Stato
,
abbasserebbe
la
rivoluzione
politica
a
insurrezione
parlamentare
,
sconfesserebbe
e
forse
comprometterebbe
l
'
organicità
d
'
un
'
opera
,
che
si
va
realizzando
quale
corrente
sviluppo
d
'
un
'
idea
,
in
pieno
contrasto
con
il
vecchio
ordinamento
politico
.
Una
sola
opposizione
avrebbe
significato
:
quella
radicale
,
che
nega
tutto
il
movimento
,
nei
suoi
atti
singoli
e
più
nella
sua
ragion
d
'
essere
,
totalitaria
anch
'
essa
a
suo
modo
,
come
base
d
'
una
lotta
tra
due
mondi
di
idee
e
di
fatti
in
antitesi
.
Ma
questa
opposizione
storicamente
ci
è
stata
;
ha
esercitato
i
suoi
diritti
.
È
appunto
ciò
che
è
crollato
nelle
eroiche
giornate
dal
'19
al
'22
,
ciò
contro
cui
e
su
cui
il
fascismo
è
sorto
trionfatore
.
Essa
tentò
di
rinascere
e
riorganizzarsi
come
opposizione
assoluta
;
ma
fu
ancora
debellata
e
non
può
sopravvivere
che
come
incomposta
agitazione
criminosa
,
accampata
fuori
di
Italia
,
contro
la
nazione
.
Se
non
che
il
disconoscimento
di
diritti
a
una
opposizione
estrinseca
-
che
non
sarebbe
pungolo
ma
ostacolo
-
non
deve
significare
assenza
di
ogni
controllo
e
d
'
ogni
freno
disciplinatore
.
Anzi
deve
renderli
più
profondi
,
più
aderenti
all
'
atto
medesimo
,
più
incalzanti
e
presenti
che
non
l
'
accidentale
critica
altrui
.
Solo
questa
interiorità
del
controllo
evita
i
pericoli
dell
'
assenza
dell
'
altro
,
e
impedisce
che
la
volontà
degeneri
in
arbitrio
,
che
l
'
irresponsabilità
fiacchi
la
saldezza
della
creazione
,
che
un
regi
-
me
totalitario
decada
in
un
'
anarchia
dissimulata
da
un
ben
congegnato
ordine
estrinseco
...
StampaPeriodica ,
Signor
Preside
,
La
ringrazio
di
avermi
mandato
i
due
volumi
delle
opere
di
Platone
.
Li
ho
letti
-
o
riletti
-
in
questi
giorni
.
Voglio
dirle
le
mie
impressioni
.
L
'
Apologia
e
l
'
Eutifrone
mi
hanno
lasciato
un
po
'
freddo
.
Il
Critone
mi
ha
impressionato
molto
di
più
,
la
prima
volta
.
Viceversa
,
ho
ritrovato
sublime
il
Fedone
.
Ritengo
che
la
prova
dell
'
immortalità
dell
'
anima
sia
incatenante
,
consolatrice
perfetta
.
Tutto
il
ragionamento
sui
contrari
,
che
può
riassumersi
nelle
due
o
tre
seguenti
fondamentali
proposizioni
,
è
di
una
evidenza
assoluta
.
E
cioè
:
1
)
Ogni
contrario
nasce
dal
suo
contrario
(
il
sonno
dalla
veglia
,
la
veglia
dal
sonno
;
la
vita
dalla
morte
,
la
morte
dalla
vita
)
;
2
)
Ogni
contrario
non
può
tenere
in
sé
il
suo
contrario
(
la
neve
non
può
contenere
il
fuoco
e
viceversa
)
;
3
)
Non
solo
"
i
contrari
non
si
ricavano
fra
loro
,
"
ma
"
nemmeno
le
cose
che
pur
non
essendo
contrarie
,
contengono
i
contrari
.
"
(
Il
numero
3
non
è
contrario
al
4
,
ma
non
può
diventar
pari
)
.
Ne
consegue
(
pag
.
153
e
seguenti
)
:
L
'
anima
che
è
la
vita
,
in
quanto
dà
la
vita
al
corpo
,
non
può
accogliere
il
contrario
di
ciò
che
essa
porta
,
non
può
accogliere
la
Morte
:
l
'
anima
è
dunque
immortale
!
Ho
sintetizzato
bene
?
La
prego
di
gradire
,
Signor
Preside
,
i
miei
saluti
cordiali
.
Roma
,
4
giugno
1927-V
StampaPeriodica ,
Con
quella
tetra
,
noiosa
e
pedantesca
terza
Italia
che
ci
perseguita
,
bisognerà
pur
finirla
una
volta
per
sempre
!
Bisogna
togliere
di
mezzo
l
'
equivoco
che
tenderebbe
a
fare
della
terza
Italia
un
secondo
rinascimento
.
Non
ci
fu
epoca
più
ricca
di
mediocri
ingegni
di
quella
delle
Casse
di
Risparmio
.
L
'
Elzeviro
Zanichelliano
e
le
lettere
istoriate
passavano
per
il
non
plus
ultra
della
eleganza
tipografica
;
il
Cristo
di
Ciffariello
"
faceva
piangere
,
"
il
Barnum
Museum
dava
dei
punti
alla
Bibbia
,
e
l
'
igiene
e
l
'
archivio
ispiravano
i
tromboni
della
poesia
d
'
allora
.
Fu
l
'
Italia
dei
tacchi
di
gomma
,
del
"
Senobel
,
"
della
menta
al
seltz
e
dei
polsini
di
ricambio
.
Il
buon
gusto
letterario
si
esauriva
nella
ricerca
dei
motti
latini
per
ex
-
libris
,
nel
medioevalismo
romantico
di
cartone
e
nelle
rarità
bibliografiche
.
Con
la
terza
Italia
spuntò
l
'
era
delle
prefazioni
,
delle
emulazioni
e
dell
'
umanesimo
floreale
che
è
,
e
resterà
sempre
,
nel
sangue
dei
professori
.
Si
arrivò
così
ai
caratteri
di
Manuzio
col
nastro
,
al
tipo
incunabula
,
ai
merli
guelfi
e
ghibellini
dipinti
sui
cornicioni
delle
case
,
ai
restauri
nefasti
di
Rubbiani
,
alla
rettorica
archeologica
di
Boni
,
al
cuoio
bulinato
,
alla
tela
eoro
,
alla
finta
pergamena
,
alla
"
Partita
a
scacchi
"
e
al
metodo
storico
.
Professori
,
quasi
tutti
gli
uomini
della
terza
Italia
,
non
riuscirono
mai
a
trovare
le
vie
della
poesia
e
dell
'
arte
:
l
'
aula
scolastica
li
partorì
e
nell
'
aula
scolastica
moriranno
.
Di
qui
ebbero
origine
tutti
i
mali
che
ancor
oggi
ci
funestano
:
Gabriele
D
'
Annunzio
con
De
Katelis
,
i
motti
e
le
"
parole
rare
,
"
Benedetto
Croce
e
i
suoi
,
Forzano
e
le
sue
ricostruzioni
,
Toscanini
e
il
Nerone
,
eccetera
eccetera
sono
tutti
residui
della
malaria
floreale
.
Per
condurre
a
buon
fine
la
lotta
antimalarica
,
noi
fascisti
con
l
'
osso
e
rivoluzionari
sul
serio
,
iniziamo
la
pubblicazione
delle
frasi
della
terza
Italia
alle
quali
seguiranno
articoli
e
vignette
di
tutti
i
nostri
collaboratori
.
StampaPeriodica ,
Tra
gli
altri
mezzi
per
corrompere
la
fede
de
cattolici
e
trarli
all
apostasia
i
protestanti
eretici
han
messo
in
campo
anche
gli
Almanacchi
.
Tra
i
quali
tiene
il
primo
luogo
l
intitolato
:
L
Amico
di
casa
.
Nella
prefazione
al
lettore
rendono
grazia
i
suoi
compilatori
del
benigno
accoglimento
che
esso
ha
trovato
,
mentre
han
dovuto
trarne
fino
ad
ottanta
mila
esemplari
per
l
anno
1862
.
Qualor
ciò
sia
vero
,
non
è
a
farne
le
meraviglie
,
poiché
essendo
rivolto
quest
almanacco
a
promuovere
il
protestantesimo
,
che
è
il
veicolo
della
rivoluzione
or
prevalente
in
Italia
,
trova
naturalmente
gli
animi
disposti
.
Piuttosto
è
a
meravigliarsi
,
che
non
ne
abbia
più
.
Certo
non
dee
attribuirsi
questo
successo
,
come
i
compilatori
dell
Almanacco
il
confessano
,
a
merito
loro
,
dappoichè
in
verità
non
vi
ha
merito
alcuno
in
tale
indigesto
raccozzamento
,
non
originalità
,
non
dottrina
,
non
erudizione
,
non
grazia
.
Cotesti
raccoglitori
non
fanno
che
copiar
materialmente
quanto
trovano
negl
innumerevoli
trattatelli
degli
anglicani
.
Quindi
copiano
ad
occhi
chiusi
gli
errori
,
gli
strafalcioni
,
gli
spropositi
di
ogni
ragione
che
loro
si
paran
davanti
.
Di
che
noi
daremo
pruove
luminosissime
in
ogni
articolo
.
Il
ripetere
poi
che
essi
fanno
il
loro
successo
dalla
benedizione
di
Dio
,
è
una
bestemmia
manifesta
,
quasi
che
Dio
potesse
benedire
agli
sforzi
degli
eretici
in
combattere
,
e
distruggere
,
qualor
fosse
possibile
,
la
Chiesa
da
esso
Lui
istituita
e
fondata
,
come
sopra
immobile
rupe
,
sul
principe
degli
Apostoli
S
.
Pietro
.
Affermano
essi
inoltre
,
che
non
degnano
di
rispondere
ai
loro
oppositori
,
perché
i
costoro
libelli
altro
non
presentano
che
grossolane
ingiurie
,
ondeché
il
loro
decoro
non
soffre
che
abbiano
a
cimentarsi
.
Ella
è
questa
una
scappatoia
per
trarsi
d
impaccio
.
Noi
non
proferiremo
ingiurie
,
e
sfidiamo
i
raccozzatori
dell
Amico
di
casa
a
rifiutare
con
buone
ragioni
quanto
loro
opponiamo
.
Che
se
nol
fanno
,
fin
da
questo
momento
li
denunziamo
quali
inetti
,
ignoranti
,
e
di
mala
fede
.
Diremo
però
che
sol
non
rispondono
,
perché
non
son
capaci
di
rispondere
,
e
gli
avremo
come
convinti
di
menzogna
e
di
malizia
.
Il
lettore
ne
sarà
il
giudice
.
Egli
è
perciò
,
che
noi
a
questo
falso
Amico
di
casa
abbiam
contrapposto
un
vero
Amico
di
casa
,
come
quello
che
smaschera
e
mette
al
nudo
le
perfide
falsità
colle
quali
si
cerca
di
far
perder
la
fede
ai
cattolici
e
trarli
alla
incredulità
qual
necessario
elemento
delle
rivoluzioni
.
Che
è
quanto
trascinarli
a
far
getto
della
loro
eterna
salute
.
Fingono
i
compilatori
dell
Almanacco
di
voler
unicamente
contrapporsi
agli
abusi
dei
preti
col
richiamarli
al
Vangelo
.
Or
questo
è
sempre
stato
il
vezzo
degli
eretici
,
chiamare
abusi
i
veri
insegnamenti
della
Chiesa
sia
rispetto
ai
dogmi
sia
rispetto
ai
costumi
ed
alla
disciplina
,
che
loro
non
attalentano
.
Così
han
praticato
gli
gnostici
impuri
,
così
i
perfidi
ariani
,
così
gli
scaltri
pelagiani
,
e
così
gli
altri
tutti
.
Non
si
troverà
in
tutta
la
storia
della
Chiesa
un
solo
di
tai
ribelli
,
che
professasse
impugnare
la
fede
,
e
pure
si
sa
che
furono
tutti
marci
eretici
e
però
condannati
dalla
Chiesa
né
più
né
meno
di
quello
che
sieno
i
protestanti
.
Per
Vangelo
poi
non
altro
intendono
che
l
insegnamento
di
Lutero
,
di
Calvino
e
di
quanti
tennero
lor
dietro
:
non
già
il
Vangelo
di
Gesù
Cristo
che
li
condanna
presso
che
in
ciascun
capo
.
Abbiam
poi
trascurate
le
incisioni
come
inutili
artificiali
imbellettamenti
de
quali
non
ha
bisogno
la
schietta
e
severa
verità
.
Guardati
adunque
,
o
lettore
,
da
cotesti
almanacchi
che
cercan
sedurti
coi
loro
artifizi
,
abusandosi
della
tua
buona
fede
o
ignoranza
;
tienti
stretto
alla
dottrina
della
Chiesa
se
non
vuoi
perire
eternamente
.
StampaPeriodica ,
Si
accusano
i
tedeschi
di
essere
affetti
da
razionalismo
congenito
;
ma
il
prof
.
Harnack
,
che
pure
è
tedesco
e
teologo
,
sembra
compenetrato
dallo
spirito
della
philosophie
nouvelle
o
della
filosofia
dell
'
azione
.
Si
dimostra
in
tal
modo
buon
cristiano
,
rammentando
forse
che
il
principio
della
Verità
Vita
è
già
tutt
'
intero
nell
'
Ego
sum
via
,
veritas
et
vita
.
Nel
suo
recente
discorso
per
il
genetliaco
dello
Imperatore
egli
ha
tentato
un
'
applicazione
pratica
di
quel
principio
,
facendo
vedere
che
quando
due
forme
diverse
si
possono
vivere
con
uno
stesso
spirito
,
la
loro
differenza
può
ritenersi
secondaria
e
illusoria
.
Si
tratta
del
protestantesimo
e
del
cattolicismo
,
considerati
dal
punto
di
vista
dell
'
essenza
del
cristianesimo
.
"
Segue
un
libero
cattolico
nel
sentire
e
nel
vivere
-
si
chiede
Harnack
-
principi
e
misure
diverse
da
quelle
di
un
libero
protestante
?
"
.
Ecco
il
criterio
delle
conseguenze
pratiche
assunto
per
valutare
la
portata
delle
differenze
teoriche
;
si
direbbe
del
pragmatismo
.
"
Esistono
certamente
alcune
differenze
,
ma
non
ne
esiste
nessuna
tale
da
rendere
impossibile
una
comunione
interna
"
.
Interna
e
non
esterna
,
poiché
il
riavvicinamento
delle
due
confessioni
augurato
dall
'
Harnack
non
deve
concepirsi
"
affatto
come
una
unificazione
esterna
e
come
una
fusione
"
.
È
forse
necessaria
l
'
uniformità
delle
forme
esteriori
per
coloro
che
sono
animati
da
un
medesimo
sentimento
?
Son
forse
le
chiese
soltanto
scuole
,
la
cui
solidità
debba
misurarsi
dalla
rigidità
dei
dogmi
che
insegnano
?
non
è
forse
la
religione
radicata
in
un
sentimento
intimo
che
è
al
di
là
di
ogni
formalismo
dogmatico
?
E
se
è
così
,
si
può
benissimo
lasciar
da
parte
ogni
segno
di
unificazione
esterna
,
la
quale
non
darebbe
alcun
vantaggio
e
forse
potrebbe
contribuire
invece
a
moltiplicare
le
divisioni
,
e
tutti
i
cristiani
di
buona
volontà
debbono
unirsi
per
lavorare
all
'
unificazione
interna
delle
Chiese
.
Così
il
Professore
di
Berlino
.
Le
idee
di
Harnack
mi
sembrano
perfettamente
spiegabili
da
un
punto
di
vista
di
un
protestante
,
il
quale
vede
che
per
forza
dei
tempi
lo
spirito
della
Riforma
lavora
fin
dentro
le
mura
del
Castello
Cattolico
,
e
può
benissimo
all
'
infuori
di
ogni
confessionalismo
ristretto
restare
un
buon
riformato
e
diventare
un
uomo
tollerante
.
I
quattro
secoli
che
ci
separano
dalla
Riforma
sembrano
aver
dato
tanta
ragione
a
Lutero
da
permettergli
di
prendere
questa
posizione
di
lusso
:
restar
se
stesso
in
modo
completo
e
avvicinarsi
al
Papa
portando
in
mano
un
ramoscello
d
'
ulivo
.
L
'
Harnack
è
certo
in
perfetta
buona
fede
quando
augura
,
e
fino
a
un
certo
punto
constata
il
ravvicinamento
delle
due
Chiese
nel
campo
dei
fatti
;
ma
i
fatti
sono
suscettibili
di
due
diverse
interpretazioni
.
Può
darsi
veramente
che
uno
stesso
spirito
ha
vissuto
sempre
dietro
le
due
forme
confessionali
,
spingendole
a
riavvicinarsi
attraverso
i
secoli
,
e
può
darsi
invece
che
dietro
una
delle
due
forme
uno
spirito
vada
a
poco
a
poco
agonizzando
mentre
l
'
altro
,
impadronendosi
del
suo
involucro
esterno
,
lo
adopera
per
farlo
cooperare
con
l
'
altro
;
come
le
due
braccia
di
uno
stesso
individuo
lavorano
concordemente
per
un
solo
scopo
.
Potrebbe
darsi
insomma
che
il
cattolicismo
agonizzi
-
ignorato
e
solo
-
nell
'
interno
delle
sue
gigantesche
costruzioni
che
restan
salde
,
e
che
in
queste
passi
ad
abitate
,
per
diritto
di
conquista
,
lo
spirito
di
Lutero
.
Io
non
so
quale
è
la
verità
:
e
se
scrivo
queste
poche
righe
,
non
è
già
per
esprimere
la
mia
simpatia
per
una
soluzione
piuttosto
che
per
l
'
altra
,
ma
soltanto
perché
vorrei
che
gli
interessati
si
proponessero
seriamente
questo
problema
e
ci
facessero
poi
conoscere
la
loro
soluzione
.
Se
oltre
a
considerare
il
contenuto
concreto
dei
periodi
dell
'
Harnack
,
noi
portiamo
la
nostra
attenzione
anche
sulla
forma
e
sui
presupposti
di
pensiero
e
di
Cultura
impliciti
nel
suo
modo
di
esprimersi
e
di
ragionare
,
noi
sentiamo
nel
discorso
recente
uno
spirito
di
movimento
,
di
sviluppo
di
divenire
,
assai
in
armonia
con
quella
forma
cattolica
che
lo
spirito
protestante
ha
raggiunto
in
Hegel
.
C
'
è
là
dentro
la
convinzione
che
nel
movimento
è
il
bene
,
che
il
segreto
della
vita
è
nello
sviluppo
e
nel
cambiamento
,
e
che
occorre
ritirarsi
dalle
forme
,
in
se
stesse
,
immobili
,
appunto
per
ritrovar
nello
spirito
la
perfetta
fluidità
del
movimento
e
l
'
assoluta
libertà
della
vita
.
La
storia
,
intuita
come
visione
del
divenire
,
è
lo
strumento
più
grande
del
progresso
religioso
.
"
Una
conoscenza
approfondita
della
storia
è
divenuta
a
poco
a
poco
la
leva
più
possente
per
liberare
le
confessioni
dalle
angustie
e
dalle
catene
,
delle
quali
si
erano
gravate
da
se
stesse
...
Poiché
nella
conoscenza
della
storia
si
racchiude
sempre
,
in
ultima
analisi
,
un
potente
elemento
che
sospinge
in
avanti
.
Non
rimane
essa
la
fedele
ancella
che
cura
sempre
le
vecchie
faccende
di
casa
,
ma
invece
diviene
una
dominatrice
che
dà
alle
cose
un
nuovo
ordinamento
"
.
Si
direbbe
che
il
protestante
del
secolo
XX
diventando
più
protestante
dei
suoi
avi
del
secolo
XVI
,
rinunzi
all
'
illogicità
di
certe
forme
confessionali
troppo
dure
,
e
così
,
cessando
di
protestare
,
tenda
la
mano
al
vecchio
avversario
,
nel
punto
stesso
in
cui
perfeziona
e
consolida
la
sua
vecchia
natura
.
Qual
'
è
invece
la
posizione
del
cattolicismo
in
questo
riavvicinamento
?
È
assai
più
difficile
il
dirlo
.
I
cattolici
si
riportano
al
cardinal
Newman
ed
al
suo
concetto
dell
'
evoluzione
esterna
del
dogma
.
Però
questo
principio
resta
un
principio
troppo
generico
,
e
per
renderlo
chiaro
bisognerebbe
determinare
chiaramente
che
cosa
s
'
intende
per
natura
esterna
e
storica
del
dogma
,
e
fino
a
che
punto
si
può
andare
"
cattolicamente
"
per
questa
via
.
Si
richiede
cioè
una
filosofia
del
dogma
,
vale
a
dire
una
filosofia
cattolica
che
ci
dica
positivamente
che
cosa
debba
considerarsi
essenza
eterna
del
dogma
,
e
si
richiede
inoltre
una
critica
storica
che
per
ogni
dogma
speciale
separi
la
parte
essenziale
dalla
parte
transitoria
.
Ora
,
se
questa
critica
è
incompleta
ed
incerta
,
quella
filosofia
manca
poi
in
modo
assoluto
.
I
cattolici
,
e
soprattutto
i
nostri
,
sembrano
non
accorgersi
che
per
restar
tali
,
più
che
mantenere
certe
forme
esterne
,
debbono
definire
chiaramente
uno
spirito
che
sia
peculiare
del
cattolicismo
,
uno
spirito
che
si
possa
ricondurre
,
con
perfetta
continuità
,
senza
alcuna
interruzione
,
dovuta
a
penetrazioni
esterne
,
fino
al
nucleo
centrale
del
cristianesimo
.
Ora
questo
spirito
non
può
essere
riconosciuto
se
non
da
una
filosofia
religiosa
.
Ed
una
filosofia
di
questo
genere
dovrà
affrontare
le
più
grandi
opposizioni
a
risolverlo
,
poiché
avrà
dinanzi
a
sé
,
in
forma
storica
,
oltre
che
in
forma
metafisica
,
tutti
i
dualismi
che
il
pensiero
umano
ha
trovato
sul
suo
cammino
e
che
ha
cercato
e
cerca
sempre
più
di
mettere
da
parte
.
Un
filosofo
cattolico
potrebbe
bene
,
d
'
accordo
col
protestante
Harnack
voler
spingersi
sino
all
'
essenza
del
cristianesimo
;
però
dovrebbe
pretendere
che
in
quell
'
essenza
,
gli
spiriti
delle
due
confessioni
si
mantenessero
entrambi
per
perdersi
soltanto
in
qualche
cosa
di
superiore
.
Solo
in
questo
caso
si
potrebbe
dire
che
dietro
le
due
confessioni
c
'
era
la
stessa
vita
,
e
si
potrebbe
metter
da
parte
il
dubbio
che
dietro
la
forma
dell
'
una
sia
comparsa
,
ad
un
certo
punto
del
progresso
storico
,
la
vita
dell
'
altra
.
Si
tratta
insomma
di
sapere
in
modo
preciso
quale
sia
l
'
essenza
del
cattolicismo
,
e
se
,
restando
nell
'
essenza
del
cattolicismo
,
si
possa
giungere
fino
all
'
essenza
del
cristianesimo
.
Questo
è
il
problema
,
ed
è
,
lo
ripeto
,
il
problema
di
indole
filosofica
e
non
storica
.
I
cattolici
fanno
oggi
della
buona
esegesi
,
forse
anche
,
in
certi
casi
,
migliore
di
quella
protestante
;
ma
quando
si
mettono
a
pensare
prendono
istintivamente
la
via
di
S
.
Tommaso
.
E
mentre
hanno
bisogno
di
filosofia
-
cura
essenziale
-
si
danno
all
'
esegesi
,
ch
'
è
cosa
buona
ed
utile
,
ma
che
di
fronte
alla
malattia
è
soltanto
un
palliativo
.
Idealmente
,
e
storicamente
,
il
cattolicismo
si
trova
giunto
a
tal
punto
nel
quale
non
può
evitare
di
riflettere
sé
stesso
,
per
rialzarsi
più
forte
da
questa
meditazione
,
o
per
assopirsi
in
un
sonno
eterno
.
I
papi
temono
questo
secondo
risultato
e
perciò
prudentemente
consigliano
il
medio
evo
e
la
scolastica
:
preferiscono
cioè
la
morte
lenta
e
per
inedia
,
al
dubbio
della
morte
sicura
.
Il
fantasma
della
morte
atterrisce
i
detentori
delle
chiavi
della
morte
.
Ma
quei
cattolici
che
si
dicono
giovani
,
ed
uomini
moderni
,
e
che
restano
nella
loro
chiesa
solo
perché
credono
che
a
questa
resti
ancora
il
segreto
della
vita
vera
,
come
mai
non
sentono
la
necessità
di
affrontar
il
problema
centrale
del
loro
pensiero
religioso
essi
,
che
hanno
la
fiducia
di
poterlo
risolvere
vittoriosamente
?
Domanda
questa
alla
quale
molte
persone
in
Italia
dovrebbero
preoccuparsi
di
rispondere
:
e
più
degli
altri
,
mi
sembra
,
gli
scrittori
del
Rinnovamento
.
StampaPeriodica ,
COURMAYEUR
,
giugno
-
È
la
festa
dell
'
Ascensione
,
ma
non
si
direbbe
,
con
queste
basse
nubi
che
nascondono
persino
l
'
incombente
vetta
del
Chetif
(
non
si
parla
poi
del
Monte
Bianco
)
e
con
la
pioggerella
fine
e
ghiaccia
che
abbassa
la
colonna
di
mercurio
poco
sopra
lo
zero
.
Poco
meno
che
inverno
,
specie
per
chi
è
venuto
quassù
senza
cappotto
:
a
quest
'
ora
i
fiorentini
vanno
per
grilli
mori
alle
Cascine
.
Non
si
direbbe
che
è
finito
maggio
,
non
si
direbbe
,
nel
paesino
deserto
,
che
è
festa
,
se
non
fosse
per
la
sparuta
banda
che
passa
sotto
le
finestre
dell
'
albergo
,
di
buon
'
ora
.
Una
dozzina
di
ottoni
,
in
tutto
,
e
non
è
gran
musica
:
hanno
in
testa
un
berrettino
azzurro
con
la
visiera
,
per
il
resto
son
vestiti
come
tutti
i
giorni
e
trascinano
i
piedi
,
a
tempo
,
su
per
il
pendio
che
porta
alla
chiesa
.
A
guardarli
non
c
'
è
nessuno
,
tranne
un
gruppetto
di
giovanotti
:
piccoli
,
scuri
,
le
mani
nelle
tasche
dei
calzoni
,
una
giacchetta
striminzita
addosso
.
Uno
ha
sui
gomiti
e
sul
sedere
vistose
toppe
di
diverso
colore
.
Stanno
a
parlare
fra
di
loro
a
bassa
voce
:
quello
che
tiene
banco
a
un
tratto
tira
fuori
la
borsetta
del
trinciato
,
si
mette
in
bocca
,
per
un
pizzo
,
la
cartina
,
si
bagna
la
punta
dell
'
indice
e
del
pollice
,
e
con
un
gesto
rapido
e
minuto
arrotola
una
sigaretta
.
Se
non
basta
vederli
,
così
piccoli
,
bruni
,
con
la
fronte
bassa
e
gli
occhi
vivaci
,
le
guance
mai
rasate
,
a
sentirli
parlare
puoi
convincerti
che
son
gente
del
Sud
:
calabresi
per
la
precisione
.
Altri
se
ne
vedono
lungo
la
strada
che
va
alla
chiesa
,
sempre
raccolti
in
gruppo
,
a
volte
seduti
sui
muretti
che
guardano
lo
strapiombo
della
Dora
,
che
laggiù
è
un
vorticoso
torrente
sassoso
.
Courmayeur
,
insomma
,
alla
fine
di
maggio
,
il
giorno
della
Ascensione
,
è
un
paese
di
gente
del
Sud
,
di
calabresi
.
L
'
emigrazione
calabrese
è
un
fatto
abbastanza
normale
,
in
Val
d
'
Aosta
.
Ogni
anno
un
centinaio
di
questi
uomini
piccoli
e
scuri
lascia
la
campagna
povera
di
Catanzaro
e
di
Cosenza
e
viene
quassù
a
far
fortuna
.
Le
linee
della
emigrazione
interna
,
da
sud
a
nord
,
una
emigrazione
disperata
(
gente
che
parte
senza
sapere
se
e
dove
troverà
lavoro
,
chiamandosi
sudi
anno
in
anno
,
fratello
,
cugino
,
compare
,
paesano
)
si
sono
delineate
con
una
certa
precisione
.
I
pugliesi
vanno
in
Lombardia
,
a
Milano
,
a
riempire
baracche
,
sottoscala
,
scantinati
,
in
attesa
di
un
lavoro
qualsiasi
e
di
un
alloggio
migliore
.
I
napoletani
li
troverete
a
Bolzano
e
in
tutto
l
'
Alto
Adige
;
ora
ecco
i
calabresi
in
Val
d
'
Aosta
.
Pare
che
il
Nord
sia
diventato
sul
serio
il
polo
magnetico
della
gente
povera
,
che
punta
sempre
più
su
,
sempre
più
vicino
ai
confini
.
E
Courmayeur
è
a
pochi
chilometri
dalla
frontiera
francese
e
da
quella
svizzera
.
Quest
'
anno
il
fenomeno
è
stato
più
intenso
di
sempre
.
Un
giovanotto
calabrese
,
si
chiama
Rocco
Cilurzo
ed
è
di
Paola
,
presso
Cosenza
,
ci
spiega
come
sono
andate
le
cose
.
Dopo
la
guerra
ha
lavorato
sempre
poco
;
con
cinque
fratelli
grandi
non
arrivavano
a
mettere
insieme
di
che
vivere
,
loro
ed
i
genitori
vecchi
.
Un
tempo
c
'
era
l
'
emigrazione
,
l
'
America
(
suo
nonno
,
per
esempio
,
aveva
trovato
na
'
giobba
a
Broccolino
)
ma
oggi
gli
Stati
Uniti
hanno
«
contingentato
»
gli
immigranti
.
Il
Refugee
Relief
Act
fissa
la
quota
a
sessantamila
,
per
tre
anni
.
Una
cifra
assai
bassa
.
Non
solo
:
più
della
metà
dei
posti
sono
riservati
a
profughi
della
Venezia
Giulia
,
e
per
gli
altri
occorre
la
richiesta
e
la
garanzia
di
un
parente
già
stabilito
negli
Stati
e
già
cittadino
americano
,
non
c
'
è
niente
da
fare
,
non
si
passa
l
'
Oceano
:
se
si
emigra
,
si
emigra
a
nord
,
in
Lombardia
,
a
Bolzano
,
in
Val
d
'
Aosta
.
A
Cilurzo
,
che
passava
giornate
inerti
al
paese
,
senza
saper
che
fare
,
un
bel
giorno
dissero
che
su
,
verso
i
confini
,
preparavano
un
lavoro
colossale
.
Lo
aveva
detto
la
radio
,
lo
avevano
persino
fatto
vedere
con
la
televisione
.
Dovevano
traforare
un
grosso
monte
,
il
Monte
Bianco
.
Così
,
lui
ed
altri
amici
,
e
tanti
altri
,
non
solo
di
Paola
,
ma
di
tutta
la
provincia
,
e
di
più
lontano
,
specialmente
di
Catanzaro
,
erano
partiti
.
Ora
son
qui
,
a
Courmayeur
e
ad
Entreves
,
che
è
più
avanti
,
proprio
sotto
il
Monte
Bianco
,
ma
il
traforo
non
si
fa
,
almeno
per
ora
.
Così
han
cercato
altro
:
qualcuno
,
come
appunto
Cilurzo
,
fa
il
manovale
in
una
impresa
edile
,
altri
son
dai
contadini
,
a
giornata
.
Dormono
dove
capita
,
in
un
fienile
,
in
una
stalla
,
in
un
garage
,
e
pochi
se
la
sentono
di
riprendere
la
lunga
strada
del
paese
,
dove
li
attenderebbe
la
solita
miseria
,
ed
in
più
lo
scorno
dei
paesani
,
a
vederli
tornare
con
le
pive
nel
sacco
.
Aspettano
che
cominci
il
traforo
,
si
arrangiano
per
strappare
la
giornata
,
fanno
la
farne
peggio
che
a
casa
loro
,
la
gente
del
posto
li
sta
a
guardare
.
La
valle
della
Dora
Baltea
,
stretta
e
profonda
,
lunga
una
settantina
di
chilometri
,
costituisce
,
anche
economicamente
,
la
spina
dorsale
della
regione
aostana
.
I
paesi
sono
disposti
lungo
la
vallata
,
da
Pont
San
Martin
,
dove
nella
Dora
affluisce
il
Lys
,
fino
ad
Entreves
.
Aosta
e
Saint
Vincent
ne
sono
i
centri
maggiori
.
Se
le
zone
montagnose
sono
evidentemente
incolte
,
le
parti
più
basse
,
ricchissime
di
acque
e
ben
esposte
al
sole
,
sono
assai
fertili
e
molto
ben
coltivate
:
patate
soprattutto
,
poi
segale
,
mais
e
uva
e
frutta
,
soprattutto
mele
.
I
prati
verdi
e
foltissimi
sono
un
pascolo
ideale
per
queste
vaccherelle
pezzate
,
piccole
,
mansuete
:
perciò
latte
,
burro
e
formaggio
.
Quasi
tutti
i
contadini
sono
piccoli
proprietari
,
ciascuno
con
pochi
fazzoletti
di
terra
,
magari
dispersi
,
uno
a
levante
ed
uno
a
ponente
,
distanti
ore
di
strada
.
Non
è
gran
proprietà
,
ma
nemmeno
può
dirsi
che
ci
sia
miseria
.
Non
solo
,
ma
da
qualche
anno
si
è
andato
incrementando
il
turismo
.
Courmayeur
ed
Entreves
sono
nomi
noti
a
tutti
;
a
Saint
Vincent
c
'
è
una
casa
di
gioco
,
un
premio
cinematografico
e
giornalistico
;
la
regione
,
autonoma
,
offre
certi
privilegi
ai
suoi
cittadini
,
ed
ai
turisti
che
vi
soggiornino
abbastanza
a
lungo
.
Il
turismo
sta
diventando
la
principale
risorsa
dell
'
economia
valdostana
.
Accade
che
i
contadini
vendano
la
loro
poca
terra
e
con
il
ricavato
riattino
la
casetta
per
darla
in
affitto
durante
l
'
estate
.
I
cartelli
che
offrono
un
appartamento
per
la
«
stagione
alta
»
sono
frequentissimi
a
Courmayeur
e
ad
Entreves
.
Quattrocentosessanta
appartamenti
a
Courmayeur
soltanto
:
un
paese
di
poco
più
di
mille
abitanti
,
durante
i
mesi
di
luglio
e
di
agosto
raggiunge
le
sei
o
settemila
«
presenze
»
giornaliere
,
i
villeggianti
vengono
dal
Piemonte
,
dall
'
Emilia
,
ma
soprattutto
dalla
Lombardia
,
da
Milano
.
Il
milanese
,
come
ci
spiega
il
giovane
presidente
della
Azienda
di
Soggiorno
,
è
il
turista
ideale
perché
è
facile
a
contentarsi
,
entusiasta
di
monti
,
laghi
,
ghiacciai
,
perciò
disposto
a
spendere
con
larghezza
.
Per
non
dire
poi
di
Saint
Vincente
della
casa
di
gioco
,
che
vede
arrivare
ogni
sera
decine
di
milanesi
che
si
riposano
dalla
dura
giornata
degli
affari
-
le
tratte
,
le
scadenze
,
le
fatture
-
perdendo
qualche
biglietto
da
diecimila
al
tavolo
verde
.
Ai
cittadini
della
regione
è
vietato
l
'
accesso
al
gioco
:
i
soldi
devono
venir
da
fuori
,
dicono
,
ma
probabilmente
c
'
è
anche
un
motivo
di
puritanesimo
in
questo
divieto
,
il
peccato
è
un
affare
,
ma
resta
peccato
,
perciò
lasciate
che
lo
compiano
gli
altri
.
Incrementandosi
il
turismo
,
aumenta
anche
la
costruzione
di
nuove
case
,
il
riattamento
delle
vecchie
,
l
'
apertura
di
nuovi
alberghi
.
C
'
è
un
certo
bisogno
di
mano
d
'
opera
,
e
ne
approfittano
i
contadini
calabresi
,
per
salire
su
a
frotte
:
a
Courmayeur
ne
arrivano
un
centinaio
ogni
anno
.
Ora
poi
che
si
parlava
del
traforo
...
Per
la
Francia
e
per
la
Svizzera
non
esistono
trafori
automobilistici
;
soltanto
valichi
che
nella
stagione
invernale
sono
chiusi
al
transito
dalle
nevi
.
Traforando
il
Monte
Bianco
si
creerebbe
una
via
rapida
di
comunicazione
tra
Genova
e
la
pianura
padana
e
il
continente
europeo
.
La
galleria
dovrebbe
cominciare
poco
sotto
Entreves
e
terminare
presso
Chamonix
:
sarebbero
dodici
chilometri
di
lunghezza
,
otto
metri
di
larghezza
,
quanto
basta
cioè
per
due
piste
automobilistiche
;
un
lavoro
di
anni
e
di
miliardi
,
di
cui
per
ora
esiste
soltanto
un
abbozzo
di
progetto
(
non
sono
stati
completati
nemmeno
i
rilevamenti
geometrici
)
.
Non
ci
sono
nemmeno
i
capitali
occorrenti
.
Il
maggior
fautore
del
progetto
,
che
è
un
nobile
biellese
,
arricchitosi
con
le
funivie
del
Cervino
e
del
Monte
Bianco
(
si
chiama
conte
Lora
Totino
)
è
disposto
a
tirar
fuori
,
di
suo
,
duecentocinquanta
milioni
:
una
goccia
,
insomma
,
rispetto
al
fiume
di
milioni
che
effettivamente
occorrerebbero
.
Il
traforo
vien
visto
,
da
chi
lo
vuole
,
in
funzione
turistica
:
abbreviando
la
strada
fra
il
continente
e
la
pianura
padana
e
Genova
,
si
creerebbe
una
via
di
traffico
nuova
,
foriera
di
turisti
e
di
quattrini
.
E
i
calabresi
?
Abbiamo
parlato
a
lungo
con
un
giovane
di
Courmayeur
,
il
signore
Orazio
Bron
(
di
origine
svizzero
-
tedesca
,
ci
spiega
)
,
un
giovane
intelligente
appassionato
della
sua
valle
,
spregiudicato
,
non
certo
sospettabile
di
arretratezza
mentale
.
«
Qua
da
noi
»
,
ci
ha
detto
parlandoci
degli
immigrati
calabresi
,
«
li
chiamano
sudafricani
»
,
e
ci
indica
il
solito
gruppetto
che
se
ne
sta
in
disparte
a
chiacchierare
.
«
In
Valle
d
'
Aosta
non
c
'
è
mai
stata
vera
miseria
.
Lei
non
vedrà
in
giro
un
solo
accattone
.
Abbiamo
una
economia
limitata
,
se
vuole
,
ma
solida
,
Il
turismo
ci
apre
prospettive
nuove
e
larghissime
.
Abbiamo
un
'
autonomia
regionale
.
Paghiamo
poco
più
di
settanta
lire
un
litro
di
benzina
.
Lo
zucchero
,
il
cacao
e
il
caffè
ci
costano
la
metà
che
da
voi
.
Gli
alcolici
,
sia
quelli
di
produzione
legale
che
i
cognac
francesi
,
ci
costano
pochissimo
.
Noi
abbiamo
il
diritto
e
il
dovere
di
difendere
questa
nostra
condizione
,
purché
sappiamo
fare
...
Seguire
l
'
esempio
svizzero
,
insomma
.
In
Svizzera
,
ottenere
non
dico
la
cittadinanza
,
ma
la
residenza
,
è
molto
difficile
.
Non
basta
nemmeno
sposare
un
cittadino
,
o
una
cittadina
,
della
confederazione
.
Occorre
avere
un
lavoro
ben
preciso
,
abitarvi
da
almeno
quattro
anni
,
essere
proprietari
di
immobili
.
Lo
stesso
dovremmo
fare
noi
:
limitare
l
'
immigrazione
,
setacciare
le
domande
di
residenza
.
Il
forestiero
sia
benvenuto
,
ma
quando
arriva
tra
noi
come
turista
.
Io
capisco
quel
che
lei
mi
obbietta
,
capisco
che
questi
calabresi
al
paese
loro
fanno
la
fame
,
ma
perché
dobbiamo
rimetterci
noi
?
»
E
una
conferma
a
questo
atteggiamento
la
troviamo
leggendo
la
stampa
locale
in
lingua
francese
.
L
'
articolo
attacca
l
'
assessore
regionale
alla
pubblica
istruzione
,
professor
Berthiet
,
il
quale
aveva
dichiarato
essere
le
infiltrazioni
straniere
una
necessità
storica
ed
economica
.
«
Come
?
»
,
sostiene
l
'
articolo
,
«
Proprio
un
intellettuale
afferma
queste
eresie
?
»
«
La
semilibération
administrative
et
économique
ne
sera
qu
'
un
feu
de
paille
si
les
élites
ne
s
'
attaquent
pas
à
la
libération
intellectuelle
par
un
retour
aux
traditions
linguistiques
ancestrales
.
»
E
dopo
aver
riprovato
l
'
«
Invasion
méridionale
»
(
così
vien
definito
l
'
annuale
afflusso
dei
calabresi
)
l
'
articolo
se
la
prende
con
una
maestra
«
indegna
»
la
quale
«
parlait
le
français
,
mais
mal
et
avec
le
plus
bel
accent
italien
et
manifestait
des
sentiments
romains
»
.
Eppure
,
a
nostro
avviso
,
ha
ragione
il
professor
Berthiet
:
l
'
invasione
meridionale
è
davvero
una
«
necessità
storica
ed
economica
»
:
in
parole
povere
,
e
finché
le
cose
andranno
come
vanno
,
non
c
'
è
da
far
nulla
per
fermare
il
flusso
dei
poveri
e
dei
disoccupati
verso
la
Valle
d
'
Aosta
.
Verranno
ogni
anno
,
perché
hanno
fame
,
perché
sono
vivi
,
a
cercare
lavoro
,
ad
aspettare
.
Ad
aspettare
anche
il
traforo
del
Monte
Bianco
,
questa
impresa
colossale
di
cui
,
se
si
farà
,
parleranno
i
giornali
di
tutto
il
mondo
in
tono
di
epopea
.
E
il
progresso
e
la
ricchezza
della
valle
saranno
stati
opera
anche
di
questi
piccoli
uomini
scuri
,
di
cui
forse
nessuno
ricorderà
il
nome
.
StampaPeriodica ,
Ormai
anche
all
'
estero
si
afferma
il
riconoscimento
di
una
personalità
d
'
eccezione
nel
Duce
.
Tuttavia
,
se
si
guarda
con
attenzione
,
è
difficile
trovare
fra
le
tante
apologie
degli
stranieri
un
passo
che
riveli
intuito
commosso
e
profondità
di
conoscenza
.
Mentre
le
apologie
degli
italiani
possono
appesantirsi
nella
forma
retorica
e
riuscire
spesso
stucchevoli
,
quelle
straniere
si
mantengono
parziali
e
sopratutto
superficiali
.
Mi
sembra
che
la
differenza
derivi
da
una
causa
identificabile
:
gli
italiani
esprimono
un
entusiasmo
sincero
,
un
sentimento
vivo
per
l
'
uomo
la
cui
grandezza
li
onora
e
li
riguarda
in
mille
sensi
;
gli
stranieri
invece
sono
tenuti
distanti
dal
loro
spirito
unilaterale
e
romantico
,
ossia
da
una
naturale
incomprensione
psicologica
.
I
loro
mezzi
comuni
d
'
indagine
,
suggeriti
dal
metodo
giornalistico
delle
interviste
istantanee
,
non
possono
valere
alla
bisogna
,
anche
se
integrati
dall
'
esame
delle
opere
compiute
da
Mussolini
.
Né
gli
stranieri
potranno
intendere
appieno
la
personalità
del
Duce
anche
se
si
gettano
a
frugare
nei
più
minuziosi
dettagli
della
sua
vita
privata
;
perché
il
problema
che
il
biografo
di
Mussolini
deve
risolvere
è
di
ricostruzione
artistica
animata
da
una
simpatia
naturale
.
Per
ottenere
un
profilo
compiuto
non
basta
registrare
le
impronte
della
marcia
eccezionale
condotta
dal
Duce
fino
ad
oggi
e
integrarle
con
le
impressioni
suggestive
che
si
possono
ricavare
da
un
colloquio
nel
salone
della
Vittoria
,
ma
bisogna
in
qualche
modo
aderire
all
'
altissimo
tono
spirituale
del
suo
genio
,
esserne
illuminati
,
presagire
la
ricchezza
delle
sue
energie
potenziali
,
misurare
le
proporzioni
classiche
della
sua
figura
in
una
sintesi
storica
senza
errori
di
prospettiva
,
sentire
sopratutto
come
realtà
provvidenziale
la
sua
apparizione
.
A
tutto
questo
par
difficile
possa
pervenire
uno
straniero
...
StampaPeriodica ,
Mi
sono
imbattuto
,
caso
fortuito
,
in
una
mia
amica
Miss
Hilder
Mary
,
inglese
emigrata
,
che
conobbi
a
Rovigo
nel
1919
.
L
'
ho
trovata
sportiva
alla
stazione
di
Torino
equipaggiata
in
attesa
di
prendere
il
treno
per
Aosta
e
salire
a
Pont
Saint
Martin
a
sciare
.
Poche
parole
sotto
la
pensilina
.
-
Signorina
,
io
vi
conosco
.
Miss
Hilder
Mary
?
-
Yes
.
-
Good
morning
,
Mary
;
How
are
you
?
-
Very
well
;
e
qui
la
presentazione
e
il
riconoscimento
.
Miss
si
stacca
dalle
sue
compagne
mi
segue
a
fianco
.
Dice
:
-
It
gives
me
pleasure
!
E
continuando
io
-
Today
weather
is
not
so
fine
as
yesterday
-
,
entro
improvvisamente
a
parlare
della
montagna
e
dei
ghiacciai
alpini
italiani
.
Sulla
guida
del
Touring
mi
indica
Pont
Saint
Martin
e
mi
domanda
dell
'
auto
per
Gressoney
-
Saint
-
Jean
e
per
Gressoney
-
La
Trinité
.
Io
portavo
la
Camicia
nera
ed
Ella
si
rallegrò
con
me
del
bel
passo
.
Poiché
adorava
l
'
Italia
per
i
suoi
mira
-
bili
paesaggi
ed
il
suo
bel
sole
ed
il
condottiero
invitto
del
suo
popolo
.
-
Dovrete
esser
fieri
,
Ella
mi
disse
,
di
questo
vostro
Duce
,
che
suscita
l
'
invidia
nostra
e
del
mondo
intero
.
-
Il
fascismo
traboccherà
di
certo
oltre
i
confini
d
'
Italia
ed
è
ardua
cosa
dire
ove
farà
sosta
...
StampaPeriodica ,
...
Una
bellezza
inglese
è
una
bellezza
che
pare
attenda
di
essere
sviluppata
e
compiuta
;
stimola
un
paterno
sentimento
di
artista
,
una
specie
di
amore
altruistico
,
una
cosa
contro
natura
.
Una
bellezza
italiana
,
quando
proprio
sia
tale
,
è
tanto
finita
e
sicura
che
ti
schiaccia
.
Non
c
'
è
più
nessuna
ragione
di
sopravvivere
,
quando
certe
cose
sono
state
già
dette
.