StampaPeriodica ,
La
natura
della
donna
non
essendo
per
nulla
inferiore
a
quella
dell
'
uomo
,
essa
deve
per
ciò
essere
calcolata
eguale
a
lui
e
ammessa
in
conseguenza
a
godere
di
tutti
i
diritti
politici
e
civili
ch
'
egli
gode
.
E
questo
anche
se
co
'
fatti
la
donna
fino
ad
oggi
,
non
avesse
potuto
provare
la
sua
capacità
in
nessuna
guisa
.
Imperocché
la
nullità
in
cui
si
è
lasciata
languire
,
la
grettezza
delle
idee
in
cui
venne
cresciuta
,
l
'
ambiente
ristretto
della
famiglia
,
che
non
è
atto
a
farle
comprendere
i
bisogni
sociali
e
i
portati
del
progresso
,
e
più
specialmente
la
schiavitù
delle
costumanze
,
che
le
pesa
sopra
come
un
coperchio
di
piombo
,
ben
potrebbero
averle
compresse
quelle
facoltà
che
distinguono
l
'
essere
intelligente
e
cosciente
e
capace
,
e
potrebb
'
essere
,
come
io
calcolo
che
in
fatto
sia
,
ch
'
ella
non
abbia
ancor
potuto
svolgere
interamente
tutta
la
sua
potenza
morale
e
intellettuale
.
Come
si
usa
chiudere
il
piede
delle
cinesi
in
breve
stivaletto
,
che
ne
arresta
lo
sviluppo
e
lo
condanna
a
una
picciolezza
deforme
,
che
offende
l
'
estetica
della
persona
,
così
si
fece
col
cervello
della
povera
donna
;
eppoi
si
osa
far
paragoni
,
confrontare
le
opere
di
lei
con
quelle
dell
'
uomo
,
le
di
cui
facoltà
,
per
converso
,
si
sono
spinte
sempre
al
loro
sviluppo
massimo
.
La
ingiustizia
non
potrebbe
essere
più
manifesta
né
la
protesta
da
parte
nostra
per
quanto
alta
suonasse
potrebbesi
chiamare
esagerata
.
E
chiedendo
noi
che
ci
si
parifichi
e
ci
si
provi
poi
su
tutti
i
rami
che
l
'
uomo
ha
discorso
e
discorre
,
non
chiediamo
che
quanto
per
legge
divina
ed
umana
ci
è
dovuto
.
Ma
quanto
verrò
esponendo
,
partendo
dal
punto
prefissomi
di
consigliare
la
conquista
di
ciò
che
ci
è
dovuto
di
diritto
,
non
offende
la
legittimità
di
questo
diritto
,
ch
'
io
riconosco
in
natura
e
che
ci
dovrebbe
venire
conceduto
appunto
per
diritto
naturale
.
Ma
ben
sappiamo
che
nel
mondo
ha
sempre
avuto
maggiore
potenza
il
diritto
della
forza
che
la
forza
del
diritto
,
laonde
occorsero
secolari
rivoluzioni
prima
che
l
'
umanità
purgasse
sé
di
questo
turpe
peccato
,
e
non
ancora
v
'
è
giunta
,
ché
la
indegna
guerra
che
si
combatte
in
Oriente
è
una
macchia
che
si
stampa
indelebile
sulla
nostra
civiltà
,
che
ben
dobbiamo
riconoscere
essere
ancora
una
civiltà
pigmea
.
È
ad
una
rivoluzione
pacifica
,
senza
urti
,
né
scosse
violente
,
ch
'
io
v
'
invito
,
o
sorelle
.
Se
quello
che
io
intendo
raccomandarvi
,
ci
venisse
proposto
dall
'
uomo
,
io
prima
,
v
'
alzerei
la
voce
contro
.
Quando
l
'
uomo
consiglia
alla
donna
di
andare
alla
conquista
del
proprio
diritto
,
io
ci
vedo
per
entro
quel
consiglio
un
'
ipocrisia
che
mi
ripugna
;
ci
scorgo
un
'
ironia
,
che
mi
fa
male
.
Quando
la
parte
a
noi
avversa
ci
dice
,
verbi
grazia
:
Suvvia
,
donna
,
vuoi
tu
il
tuo
posto
tra
gli
esseri
che
valgono
qualche
cosa
nel
mondo
intellettuale
?
Vuoi
tu
aver
parte
nella
politica
,
vuoi
tu
che
vengano
tolti
certi
articoli
del
codice
che
ti
disonorano
?
Mostratene
degna
.
Corri
la
lizza
con
noi
e
avanzaci
o
ci
sii
pari
nella
lotta
.
Se
vuoi
che
ti
coroniamo
de
'
nostri
diritti
,
manifestaci
che
questi
diritti
non
sarebbero
per
te
un
peso
troppo
superiore
alle
tue
forze
,
con
prove
di
fatto
.
Leva
la
macchia
di
debolezza
che
i
secoli
t
'
imposero
e
noi
di
buon
grado
ti
dichiareremo
nostra
eguale
.
Parmi
di
scorgere
in
queste
parole
che
spesso
simulati
amici
ci
indirizzano
un
insulto
che
giustificherebbe
qualunque
più
energica
protesta
.
Sarebbe
lo
stesso
che
l
'
uomo
libero
dicesse
al
galeotto
dalla
corta
e
pesante
catena
:
Vedi
là
quell
'
erta
cima
?
Provati
a
salirla
con
me
e
vediamo
chi
primo
l
'
aggiunge
.
Quell
'
infelice
guarderebbe
agli
anelli
che
lo
costringono
a
un
passo
misurato
e
non
risponderebbe
che
con
un
sospiro
.
Come
fa
la
povera
donna
quando
sentesi
rispondere
di
competere
oggi
con
l
'
uomo
e
di
mostrarsi
alla
sua
altezza
.
E
il
paragone
regge
,
ché
i
pregiudizi
,
certe
abitudini
,
che
si
impongono
più
delle
leggi
,
e
la
monca
istruzione
,
superficialissima
che
al
presente
viene
impartita
alla
donna
,
la
incatenano
peggio
che
nol
sia
il
galeotto
,
epperò
assai
difficilmente
essa
può
vincere
,
o
solo
mostrarsi
eguale
all
'
uomo
nelle
opere
della
mente
e
della
mano
,
o
se
lo
può
,
è
per
un
miracolo
del
suo
ingegno
,
che
deve
essere
straordinario
in
tal
caso
.
Vuolsi
però
considerare
che
se
malgrado
questo
ella
ha
dato
pure
buone
prove
di
sé
:
se
malgrado
che
da
secoli
,
il
suo
cervello
non
ebbe
il
voluto
sviluppo
,
e
crebbe
tisica
pianta
,
eppure
ha
dato
frutti
non
disgustosi
al
palato
,
da
ciò
puossi
arguire
quanto
avrebbe
potuto
se
ogni
cosa
le
fosse
stata
favorevole
,
se
stata
fosse
coltivata
,
se
il
sole
dell
'
istruzione
l
'
avesse
riscaldata
,
se
attinto
avesse
sempre
alla
fonte
del
sapere
.
Questa
considerazione
soltanto
è
un
argomento
formidabile
che
abbatte
i
contrari
.
Ma
io
parlo
in
famiglia
,
alle
mie
sorelle
e
a
queste
dico
che
ci
è
possibile
nella
presente
condizione
preparare
quel
rivolgimento
sociale
,
che
è
il
nostro
obbiettivo
.
Protestiamo
contro
chi
del
partito
a
noi
avverso
,
ce
lo
consiglia
nascondendo
un
sorriso
di
compassione
,
ma
noi
uniamoci
e
lavoriamo
attive
,
indefesse
,
concordi
a
questo
scopo
.
Io
ben
so
che
per
ciò
fare
ci
conviene
avere
la
virtù
dell
'
apostolo
,
ci
conviene
,
all
'
uopo
,
saper
coronare
le
nostre
tempie
della
corona
di
spine
che
inghirlanda
la
fronte
dell
'
apostolo
-
martire
.
Ma
nessuno
cosa
buona
né
fu
iniziata
,
né
condotta
al
suo
possibile
termine
se
non
ebbe
e
i
suoi
apostoli
e
i
mariti
suoi
.
Chi
dunque
di
noi
si
sente
la
forza
morale
necessaria
,
chi
ha
la
coscienza
del
proprio
valore
,
chi
sente
di
poter
qualche
cosa
,
sorga
alla
lotta
e
quanto
può
faccia
a
vantaggio
della
causa
comune
(...)
.
(...)
O
donne
,
nel
cui
intelletto
v
'
è
la
scintilla
che
dà
fuoco
all
'
ingegno
vero
,
o
donne
,
che
sareste
suscettibili
di
adoprarvi
per
il
bene
del
vostro
sesso
,
o
compagne
nostre
che
avreste
la
potenza
di
esercitare
un
'
influenza
massima
e
portare
ciascuna
nella
propria
città
,
ciascuna
nel
proprio
cantuccio
,
un
beneficio
alla
condizione
della
donna
in
generale
,
sorgete
compatte
e
date
aiuto
alle
vostre
sorelle
e
fate
che
queste
possano
migliorarsi
;
così
che
un
giorno
,
in
quel
dì
che
ci
verrà
accordato
l
'
esercizio
de
'
nostri
diritti
,
esse
non
siano
troppo
al
disotto
de
'
nuovi
doveri
che
questi
diritti
loro
imporranno
.
Siamo
unite
;
associamoci
tutte
.
Nell
'
associazione
sta
la
vera
leva
del
progresso
.
Impadroniamoci
dell
'
istruzione
;
sforziamone
il
tempio
.
Finora
,
sebbene
noi
possiamo
essere
maestre
,
siamo
sempre
subalterne
all
'
uomo
(...)
.
(...)
Chi
trascura
,
trovando
sé
abbastanza
soddisfatto
,
di
sorgere
a
protestare
contro
qualsivoglia
ingiustizia
,
che
colpisce
più
direttamente
altri
,
quegli
manca
ad
un
dovere
sacrosanto
,
infrange
uno
de
'
canoni
primi
della
solidarietà
,
che
deve
esistere
fra
gli
individui
d
'
una
stessa
specie
.
Converrebbe
che
fino
dai
primi
suoi
anni
la
donna
venisse
ammonita
di
curare
la
dignità
del
suo
sesso
,
come
la
propria
e
il
suo
dovere
le
venisse
additato
ben
altrimenti
che
al
presente
.
Converrebbe
le
si
dicesse
,
non
consistere
esso
nella
sommissione
,
nell
'
umiltà
,
ch
'
è
spesso
la
negazione
della
nostra
individualità
,
e
che
molto
somiglia
a
viltà
;
che
non
è
quel
sentimento
di
modestia
,
il
quale
rende
tanto
superiore
un
animo
che
sia
naturalmente
bello
,
un
ingegno
nato
a
brillare
,
un
carattere
che
abbia
qualità
distinte
.
Converrebbe
le
si
dicesse
non
consistere
esso
nella
abnegazione
completa
di
sé
,
che
di
sovente
può
originare
fiacchezza
;
poiché
s
'
è
bello
il
sacrificio
,
conviene
che
questo
sia
consumato
per
uno
scopo
nobile
,
santo
ed
utile
,
sia
illuminato
,
non
cieco
;
sia
tale
da
sublimare
chi
lo
compie
,
non
da
renderlo
inferiore
alla
sua
stessa
natura
(...)
.
(...)
Fino
a
qui
alla
donna
venne
insegnato
che
il
suo
primo
dovere
,
quasi
l
'
unico
,
è
l
'
obbedienza
passiva
,
la
qualità
ch
'
era
il
primo
attributo
dello
schiavo
,
e
che
in
essa
si
nascondeva
il
segreto
della
sua
futura
felicità
.
Io
vorrei
che
ben
altro
venisse
appreso
a
lei
che
dev
'
essere
il
cardine
della
famiglia
,
che
deve
reggere
e
non
essere
retta
.
Io
vorrei
che
non
si
curasse
con
soverchio
amore
di
spegnere
in
lei
ogni
energia
istintiva
,
sotto
il
pretesto
specioso
,
che
la
donna
deve
solo
emergere
per
i
vezzi
suoi
,
che
ha
da
governare
più
con
la
potenza
dell
'
amore
,
che
inspira
la
sua
bellezza
fisica
,
che
con
le
qualità
dell
'
intelletto
e
del
cuore
(...)
.
(...)
E
riflettendo
che
qualunque
cosa
noi
compiamo
in
male
o
in
bene
,
il
biasimo
o
la
lode
non
ricade
solo
sopra
di
noi
,
ma
su
tutte
le
compagne
nostre
,
dovremmo
essere
sollecite
di
evitare
fin
l
'
ombra
del
male
e
curarci
in
ogni
guisa
del
bene
per
onorare
il
nostro
sesso
e
fargli
acquistare
stima
sempre
maggiore
.
Dovremmo
soffocare
ogni
velleità
di
leggerezza
,
ogni
vanità
,
ogni
picciolezza
,
ed
elevarci
al
disopra
anche
della
nostra
stessa
natura
,
mirando
all
'
alto
obbiettivo
.
Chi
s
'
adopera
per
un
'
idea
,
chi
si
prefigge
un
fine
,
chi
per
raggiungerlo
non
teme
sacrificii
e
non
s
'
arresta
nella
lotta
,
chi
vuole
e
vuole
ad
ogni
costo
,
quegli
riesce
.
E
noi
,
associate
a
questo
intento
benefico
,
con
questo
principio
comune
,
anche
oggi
che
la
nostra
condizione
è
sempre
di
dipendenti
,
possiamo
ciò
nulla
ostante
,
adoprarci
a
nostro
vantaggio
,
quando
siamo
determinate
e
volonterose
.
Quando
non
vogliamo
trascurare
di
aiutare
vuoi
col
censo
,
vuoi
con
l
'
ingegno
,
vuoi
con
l
'
opera
nostra
l
'
istruzione
femminile
,
di
promuoverla
da
per
ogni
dove
,
di
farla
progredire
,
di
far
progredire
il
lavoro
professionale
,
di
perfezionare
quel
lavoro
industriale
,
che
anche
al
presente
è
conceduto
alla
donna
,
di
sostenere
in
questo
come
in
qualsivoglia
cosa
il
diritto
muliebre
.
Da
questa
azione
concorde
e
assidua
,
potrà
venire
quel
bene
che
aneliamo
e
iniziarsi
quella
riforma
nei
costumi
,
che
sarà
la
precorritrice
della
riforma
radicale
che
muterà
la
faccia
della
società
(...)
.
StampaPeriodica ,
R
.
Tagore
si
occupa
della
necessità
di
riavvicinare
l
'
Asia
e
l
'
Europa
:
"
Bisogna
trovare
un
punto
di
riavvicinamento
in
cui
non
esistano
rivalità
di
interessi
.
Questo
luogo
è
l
'
Università
,
in
cui
noi
possiamo
lavorare
insieme
alla
ricerca
della
verità
;
dividerci
il
patrimonio
comune
e
comprendere
che
in
tutti
i
paesi
gli
artisti
hanno
creato
forme
di
bellezza
;
gli
scienziati
scoperto
segreti
;
i
filosofi
risolto
dei
problemi
;
i
santi
vissuto
secondo
il
loro
ideale
,
e
tutto
ciò
non
soltanto
per
la
razza
cui
essi
appartenevano
,
ma
per
tutta
l
'
umanità
"
.
Dove
non
esistono
rivalità
di
interessi
non
è
possibile
un
riavvicinamento
.
L
'
unità
si
crea
attraverso
la
storia
che
è
storia
di
rivalità
:
la
pura
vuota
unità
è
un
presupposto
dello
spirito
che
non
è
possibile
sviluppare
.
La
vera
unità
è
un
risultato
non
mai
raggiunto
,
una
conclusione
che
si
ricrea
ogni
giorno
.
La
politica
non
si
fa
nelle
accademie
e
non
si
fa
nelle
accademie
neanche
la
cultura
.
Alla
ricerca
della
verità
lavorano
gli
individui
singolarmente
,
nella
propria
intimità
spirituale
.
Non
è
possibile
dividere
il
patrimonio
comune
:
ogni
nazione
comprende
che
in
tutti
i
paesi
gli
artisti
hanno
creato
forme
di
bellezza
soltanto
in
quanto
li
studia
,
li
fa
suoi
,
li
trapianta
in
altro
terreno
e
li
fa
partecipare
alla
propria
vita
nazionale
.
Il
genio
appartiene
all
'
umanità
in
quanto
appartiene
di
volta
in
volta
ad
un
popolo
,
a
un
organismo
storico
;
gli
altri
popoli
che
lo
comprendono
non
lo
comprendono
come
astratta
umanità
,
ma
lo
adeguano
alle
proprie
esigenze
,
ne
fanno
un
loro
genio
.
Non
esiste
la
cultura
internazionale
.
StampaPeriodica ,
Lo
spirito
settario
è
improvvido
consigliere
.
«
Il
dogmatismo
perderà
,
un
dì
o
l
'
altro
,
fino
il
titolo
ed
il
nome
di
scienza
»
disse
Ausonio
Franchi
,
e
come
cosa
caduca
non
deve
presiedere
ciò
che
si
ha
diritto
di
considerare
come
scienza
eccellentissima
.
«
La
storia
rivela
,
dice
Littré
,
nella
sua
Filosofia
Positiva
,
l
'
instabilità
delle
dottrine
metafisiche
»
,
e
noi
,
eredi
del
secolo
XVIII
,
ammettiamo
nel
codice
conseguenze
ben
terribili
,
di
quella
metafisica
trascendentale
,
che
fuorvia
il
sano
criterio
dell
'
uomo
pratico
,
e
a
cui
si
devono
tante
pagine
insanguinate
della
storia
!
L
'
indissolubilità
del
matrimonio
e
la
eterna
tutela
della
donna
sono
due
gravi
errori
del
nostro
codice
,
sono
vere
mostruosità
,
che
col
progredire
dell
'
incivilimento
dovranno
scomparire
.
Devesi
parificare
la
condizione
dei
due
sessi
,
accordare
ed
entrambi
la
responsabilità
delle
loro
azioni
,
concorrere
diritti
ed
imporre
doveri
con
equa
ripartizione
,
bandire
la
prepotenza
,
levare
alla
donna
una
tutela
indecorosa
,
offensiva
ed
ingiusta
;
considerarla
,
non
più
come
un
essere
inferiore
,
debole
,
incapace
,
ma
come
intelligenza
capace
di
agire
,
di
amministrare
i
propri
beni
,
e
non
porla
in
balia
di
un
marito
,
che
talvolta
colla
forza
e
la
minaccia
,
le
estorce
adesioni
e
firme
che
sono
la
di
lei
condanna
(...)
.
(...)
Davvero
che
egli
è
un
far
troppo
la
corte
al
motto
ecclesiastico
:
L
'
uomo
non
separi
ciò
che
Dio
congiunge
Ma
al
Municipio
,
Dio
non
c
'
entra
,
e
non
credo
che
il
signor
Sindaco
,
si
senta
in
quel
momento
invasato
da
idee
papaline
,
e
si
creda
seriamente
l
'
infallibile
rappresentante
di
Dio
sulla
terra
.
Oh
se
così
fosse
,
perché
colla
sciarpa
ufficiale
,
monsignor
sindaco
,
non
mette
anche
la
mitra
?
Sarebbe
logico
.
Purtroppo
nelle
presenti
controversie
,
fra
il
bisbiglio
di
tante
voci
contraddittorie
,
una
mi
ripercuote
l
'
orecchio
,
ed
è
una
frase
convenzionale
,
da
tutti
interpretata
a
piacimento
.
S
'
invoca
da
leggi
e
da
filosofi
il
diritto
naturale
;
ma
chi
lo
rispetta
?
Non
l
'
uomo
a
cui
il
codice
accorda
non
pochi
privilegi
:
non
il
marito
,
che
è
protetto
dal
codice
;
non
il
potente
,
che
sa
di
avere
nel
codice
un
benevole
ausiliario
;
non
l
'
avvocato
,
che
,
protetto
dalla
toga
,
scende
talvolta
all
'
insulto
ed
all
'
ingiuria
contro
la
parte
avversaria
o
l
'
imputato
;
e
possiamo
ripetere
con
Vico
:
Le
gare
degli
ingegni
,
più
che
qual
si
voglia
altro
contrasto
,
si
dimostrano
veementi
ed
accanite
ma
non
eque
.
La
discussione
trascende
in
querela
,
l
'
arringa
in
ingiuria
,
il
libero
giudizio
in
pressione
,
e
talvolta
assistiamo
col
cuore
stretto
,
allo
svolgimento
davanti
ai
tribunali
di
certi
drammi
,
che
terminano
nel
carcere
o
nel
manicomio
.
Faccio
appello
all
'
evidenza
di
alcuni
fatti
contemporanei
,
né
quali
si
vide
la
giustizia
o
prostituirsi
alla
potenza
o
assecondare
gli
intrighi
con
colpevole
condiscendenza
.
E
ogni
giorno
non
siamo
spettatori
di
disordini
che
fanno
raccapricciare
gli
onesti
,
dove
si
vede
la
legge
premere
sul
debole
e
colpire
la
donna
,
per
la
sola
colpa
di
essere
donna
,
cioè
considerata
inferiore
,
incapace
,
e
posta
in
coda
agli
idioti
,
agli
imbecilli
,
ai
mentecatti
?
Il
codice
offese
la
donna
nella
sua
dignità
;
seguì
la
dottrina
religiosa
che
la
vuol
soggetta
a
penitente
,
considerata
causa
del
male
e
degradata
!
Nei
libri
così
detti
sacri
è
sempre
dipinta
come
impura
,
oggetto
di
compassione
,
avvilita
,
venduta
.
Si
tengono
concilii
per
chiarire
il
gran
problema
,
se
la
donna
è
dotata
di
anima
,
e
si
crede
aver
detto
l
'
ultima
parola
deificando
il
mito
della
Vergine
-
Madre
.
Tutto
intorno
a
lei
è
pregiudizio
ed
errore
,
e
la
prepotenza
maschile
volentieri
ammette
una
inferiorità
,
che
le
assicura
lo
scettro
,
rifiutandosi
di
ascoltare
le
perorazioni
della
vittima
,
che
si
dichiara
incompetente
onde
imporle
silenzio
.
Ma
perché
una
tanta
ingiustizia
?
Perché
la
legge
si
fa
complice
del
più
volgare
pregiudizio
e
non
propugna
che
ciò
,
che
tende
a
stringerla
nel
circolo
magico
di
una
sedicente
inferiorità
?
(...)
.
(...)
Badate
,
la
donna
è
una
forza
latente
,
che
se
compressa
diverrà
pericolosa
.
Voi
l
'
allontanate
dalla
legge
ed
essa
si
abbandona
all
'
intrigo
;
l
'
astuzia
è
la
specialità
dei
deboli
;
le
contestate
la
sua
dignità
;
ed
essa
corre
tra
le
file
dell
'
esercizio
clericale
,
ove
la
si
blandisce
con
lusinghe
e
le
si
promette
la
gloria
nel
cielo
.
La
respingete
dall
'
aula
universitaria
,
ed
essa
si
rifugia
in
chiesa
;
in
mancanza
di
scienza
positiva
,
che
le
è
vietata
,
si
appassiona
per
la
metafisica
,
e
respinta
dalla
società
,
cerca
un
conforto
nei
sogni
e
nelle
illusioni
dello
spirito
.
La
nullità
e
la
leggerezza
femminile
sono
opera
vostra
,
o
signori
;
l
'
avete
condannata
ed
essa
si
vendica
.
Le
negate
autorità
,
intelligenza
,
rettitudine
,
energia
,
coraggio
,
ed
essa
corre
a
piangere
in
un
confessionale
.
Reietta
dagli
uomini
si
consacra
a
Dio
.
Il
quadro
è
miserando
,
ma
è
opera
vostra
.
Accordatele
quelle
franchigie
,
che
chiede
in
nome
del
diritto
naturale
,
e
rialzate
la
di
lei
dignità
;
divenuta
persona
e
non
trastullo
,
essa
ripudierà
le
frivole
abitudini
di
una
vita
nulla
,
per
consacrarsi
all
'
opera
santissima
di
incivilire
l
'
umanità
e
sorreggere
l
'
uomo
nelle
penose
fatiche
della
vita
pubblica
.
Ricordatevi
,
o
legislatori
,
che
la
degradante
schiavitù
abbrutisce
anche
i
migliori
ingegni
che
voi
cercaste
ognora
di
distruggere
il
senso
morale
nella
donna
,
sopprimendone
la
personalità
.
Non
ci
calunniate
,
o
signori
,
offendereste
l
'
opera
vostra
(...)
.
StampaPeriodica ,
Scrive
Michele
Cosenza
nell
'
Educazione
Nazionale
(
gennaio
1922
)
risorta
finalmente
vigorosa
e
nuova
:
"
Spesso
la
scuola
induce
nella
mente
di
chi
si
abitua
al
meccanismo
dell
'
insegnamento
una
vera
depressione
della
conoscenza
intuitiva
.
Notate
l
'
elasticità
mentale
e
il
potere
di
orientamento
nella
mobile
e
varia
realtà
della
vita
,
come
si
trovano
in
un
sensale
qualunque
;
paragonate
quelle
attitudini
con
le
stesse
degli
insegnanti
che
avevano
colmato
di
zeri
quel
sensale
quando
egli
era
a
scuola
,
e
senza
paura
del
sofisma
del
cum
hoc
,
compiangete
profondamente
i
maestri
.
La
loro
mente
presenta
i
segni
di
una
mancanza
di
tono
,
che
è
una
vera
malattia
professionale
.
Si
tratta
di
una
mente
precocemente
senile
"
.
Verissimo
.
Questo
è
il
punto
centrale
del
problema
etico
della
scuola
.
E
bisogna
risalirvi
per
esaminare
la
questione
politica
.
Il
concetto
comune
di
scuola
,
vivo
e
vero
nel
Medioevo
perché
animato
da
un
dogma
,
da
una
fede
,
da
un
'
autorità
è
antitetico
col
mondo
moderno
.
La
scuola
moderna
(
libera
discussione
,
autoeducazione
)
vive
fuori
degli
edifici
scolastici
,
coincide
con
la
vita
:
mentre
la
figura
del
professore
si
adegua
a
una
funzione
burocratica
lo
spirito
non
si
può
schematizzare
.
StampaPeriodica ,
Per
la
quinta
volta
l
'
Italia
è
disonorata
dalla
celebrazione
fascista
.
I
giornali
dei
paesi
civili
rilevano
la
coincidenza
tra
le
feste
di
Roma
e
quelle
bolsceviche
di
Leningrado
.
Ma
se
le
due
manifestazioni
si
equivalgono
nello
spirito
politico
che
le
informa
,
perché
entrambi
i
regimi
rinnegano
la
libertà
e
il
dominio
legale
delle
maggioranze
,
una
differenza
sostanziale
passa
tra
una
rivoluzione
che
,
come
quella
russa
,
conquistò
ai
servi
della
gleba
i
diritti
dell
'
uomo
,
e
si
affermò
,
pur
tra
sanguinose
aberrazioni
,
contro
il
principio
autocratico
,
ed
una
tragica
carnevalata
che
,
come
la
marcia
su
Roma
in
sleeping
car
,
tramutò
,
con
l
'
acquiescenza
del
Capo
dello
Stato
,
il
più
torbido
demagogo
dell
'
estremismo
rosso
nel
tiranno
di
un
popolo
e
prostituì
i
poteri
pubblici
,
la
dignità
nazionale
,
la
Costituzione
giurata
,
il
Parlamento
,
il
sacrificio
della
guerra
e
la
vittoria
,
all
'
ambiziosa
criminalità
di
una
minoranza
armata
obbediente
ad
un
solo
programma
:
dominare
.
Non
è
la
conquista
del
potere
da
parte
di
una
classe
contro
un
'
altra
;
non
è
una
ascensione
politica
e
sociale
che
esige
ed
offre
i
suoi
martiri
a
consacrare
le
innovatrici
verità
dei
suoi
apostoli
;
ma
è
la
usurpazione
del
governo
,
compiuta
e
mantenuta
da
una
banda
di
avventurieri
e
di
scherani
che
hanno
imposto
la
propria
violenza
a
coloro
stessi
che
si
illudevano
,
garantendone
l
'
impunità
,
di
goderne
i
vantaggi
;
è
uno
spaventoso
regresso
nel
passato
,
per
cui
dalle
legislazioni
esecrate
degli
Absburgo
e
dei
Borboni
risorge
il
ghigno
del
delatore
e
del
boia
.
Non
è
l
'
attuazione
organica
di
un
programma
,
di
cui
si
possano
subire
le
leggi
in
quanto
se
ne
vedano
e
se
ne
approvino
liberamente
le
finalità
;
ma
è
la
negazione
e
la
contraddizione
di
tutti
i
programmi
politici
ed
economici
il
trionfo
dell
'
improvvisazione
,
della
frode
del
pazzo
orgoglio
nazionalistico
,
dell
'
ignoranza
brutale
,
dell
'
iperbole
e
della
fiera
paesana
.
Dietro
un
'
impalcatura
da
circo
,
geme
il
popolo
italiano
,
prigioniero
nella
sua
patria
;
e
le
carceri
rigurgitano
di
detenuti
politici
;
e
nelle
isole
,
nuovi
deportati
prendono
il
posto
lasciato
vacante
dai
morti
per
maltrattamenti
e
sofferenze
;
e
nelle
case
devastate
,
donne
e
bambini
piangono
i
mariti
ed
i
padri
assassinati
o
aspettano
,
ostaggi
di
un
esercito
di
occupazione
,
il
ritorno
degli
esuli
.
Assassinii
,
incendii
,
saccheggi
,
tribunali
eccezionali
,
soppressione
di
tutte
le
libertà
elementari
;
ecco
il
bilancio
del
quinquennio
fascista
!
E
le
vittime
dell
'
enorme
infamia
,
tutti
coloro
che
sono
stati
colpiti
nelle
idee
,
negli
affetti
,
negli
interessi
legittimi
trentanove
milioni
di
italiani
contro
un
baldanzoso
e
protervo
manipolo
di
assassini
in
camicia
nera
si
domandano
,
nell
'
angoscia
che
prepara
la
reazione
:
Perché
?
E
l
'
Europa
civile
,
che
considera
l
'
Italia
fascista
come
una
permanente
minaccia
alla
sua
pace
e
nega
l
'
onore
dei
suoi
contatti
diretti
a
quella
oscena
parodia
napoleonica
,
che
crede
di
assicurarsi
la
gloria
militare
inalberando
una
piuma
di
struzzo
sul
berretto
di
una
milizia
,
la
quale
non
conobbe
altra
guerra
che
quella
civile
,
e
passando
in
rivista
,
dall
'
alto
del
docile
cavallo
,
le
schiere
dei
"
balilla
"
;
l
'
Europa
che
dovunque
scoppi
un
incidente
internazionale
,
ivi
scorge
il
fascismo
e
trova
munizioni
italiane
in
possesso
dei
comitagi
bulgari
e
attribuisce
l
'
assassinio
di
Cena
Beg
a
una
diretta
suggestione
del
fascismo
,
che
di
questi
delitti
ha
lunga
pratica
all
'
interno
ed
all
'
estero
,
ripete
la
domanda
:
Perché
?
Perché
un
popolo
,
che
ha
fatto
e
superato
una
guerra
atroce
,
deve
esser
posto
in
condizioni
di
così
grave
inferiorità
politica
,
ed
umana
,
dinnanzi
a
tutti
i
popoli
,
anche
ai
meno
evoluti
,
di
Europa
?
Che
gli
ha
dato
il
fascismo
,
in
compenso
delle
schiantate
libertà
?
Umiliazioni
e
miseria
!
Mentre
il
fascismo
ostenta
le
sue
parate
,
la
crisi
finanziaria
e
morale
d
'
Italia
si
fa
più
diffusa
e
profonda
.
Per
superarla
,
bisogna
spezzare
il
giogo
e
rovesciare
la
tirannide
.
Liberarsi
è
risorgere
!
Il
fascismo
non
deve
celebrare
il
suo
sesto
anniversario
.
StampaPeriodica ,
La
stampa
periodica
o
giornaliera
dovrebbe
essere
una
amica
capace
di
venirci
a
illuminare
a
consigliare
a
correggere
,
sotto
veste
di
appagare
la
nostra
brama
di
apprendere
le
notizie
politiche
del
giorno
;
di
conoscere
le
nuove
importanti
scoperte
della
scienza
,
di
sapere
quali
dottrine
nuove
i
filosofi
i
moralisti
i
pedagogisti
,
abbiano
cavato
dalle
antiche
,
a
guida
norma
inspirazione
delle
presenti
e
future
generazioni
;
un
'
onesta
curiosità
,
che
potrebbe
esserci
feconda
di
molto
bene
,
quando
venisse
onestamente
soddisfatta
.
Ma
di
un
'
istituzione
proficua
s
'
è
abusato
e
oltrepassandone
i
limiti
ed
esagerandone
il
bisogno
,
s
'
è
dato
vita
a
una
quantità
straordinaria
di
giornali
e
periodici
,
da
procurarne
ai
lettori
un
'
indigestione
,
tanto
più
seria
e
di
tristi
conseguenze
,
in
quanto
si
diffusero
pagine
che
contenevano
nonché
lumi
ammonimenti
consigli
saggi
,
opportuni
,
valevoli
,
un
veleno
sottile
sottile
,
corrompitore
dell
'
anima
.
In
siffatto
modo
libertà
venne
insultata
e
costretta
a
velarsi
la
faccia
e
in
sua
vece
sorse
licenza
,
che
,
impunemente
vestita
del
gran
peplo
della
dea
,
che
guida
i
popoli
a
'
loro
destini
,
felice
della
maschera
che
agli
ingenui
o
ignoranti
la
nasconde
,
si
compiace
spargere
fra
il
popolo
,
avido
di
luce
,
di
verità
,
la
parola
mentita
della
sua
fede
di
corruzione
:
né
il
mal
gioco
accenna
avere
un
termine
,
ché
continua
tuttavia
,
riempiendo
di
dolore
chi
vorrebbe
che
il
giornalismo
,
compreso
della
sua
missione
,
la
compisse
quale
un
apostolato
.
Ma
perché
mai
di
una
cosa
che
potrebbe
riuscire
tanto
benefica
e
ch
'
è
,
come
dissi
,
una
necessità
de
'
tempi
,
come
mai
se
ne
fece
uno
strumento
di
dissolvimento
morale
?
Quando
si
potesse
avere
un
giornalismo
che
tendesse
allo
scopo
,
che
il
giornalismo
onesto
dovrebbe
prefiggersi
,
come
ci
sarebbe
facile
rifare
l
'
uomo
,
dar
vita
vigorosa
al
suo
pensiero
,
educare
il
suo
sentimento
,
indirizzarlo
per
quella
via
che
a
libertà
vera
conduce
;
invece
,
il
giornalismo
che
Italia
a
suo
disdoro
può
in
oggi
vantare
,
salvo
le
belle
,
splendide
eccezioni
,
è
tutto
vanamente
ciarliero
,
pecca
di
pretenzioso
,
è
spesso
pettegolo
,
litigioso
,
presto
alla
polemica
personale
,
allo
insulto
,
alla
calunnia
e
diffonditore
sotto
forma
di
cronaca
amena
,
d
'
immoralità
;
ché
si
fa
eco
di
processi
scandalosi
,
ché
registra
ogni
sorta
di
delitti
,
con
una
leggerezza
colpevole
;
ché
narra
le
cose
più
sozze
,
più
abbominevoli
,
più
nefande
,
con
un
buon
umore
indecente
,
o
con
un
sorriso
beffardo
;
ché
nelle
appendici
,
ammanisce
i
più
scapigliati
romanzi
della
scuola
francese
;
e
i
lettori
non
educati
a
serietà
,
non
avvezzi
alla
riflessione
,
al
discernimento
,
ci
si
abituano
a
letture
tanto
pericolose
;
e
ne
hanno
scuola
,
ripeto
,
di
corruzione
;
ci
si
abituano
,
poi
che
ben
lo
si
sa
,
che
per
la
natura
dell
'
uomo
il
male
come
il
bene
è
quistione
d
'
abitudine
,
e
a
forza
di
leggere
di
latrocini
,
di
omicidi
,
di
suicidi
e
via
di
seguito
,
narrati
con
tanta
superficialità
,
l
'
uomo
incolto
,
non
trova
in
fine
la
colpa
così
orribile
,
anzi
spesso
la
trova
rivestita
di
una
certa
luce
,
sia
pure
luce
sinistra
,
circondata
di
una
specie
di
aureola
,
che
potrebbe
attrarlo
se
incauto
;
anche
il
tristo
nell
'
esserlo
ci
mette
il
suo
amor
proprio
.
A
questo
brutto
stato
di
cose
si
siamo
ridotti
,
perché
dimenticossi
che
la
stampa
è
un
sacerdozio
,
e
la
si
assunse
quale
un
mestiere
(...)
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
il
programma
de
La
Rivoluzione
Liberale
mi
sembra
organico
,
e
bene
inquadrato
nella
realtà
,
se
l
'
esigenza
,
alla
cui
soddisfazione
si
propone
di
contribuire
,
si
riassuma
nella
formazione
di
una
coscienza
politica
in
Italia
.
Riferirsi
,
per
la
comprensione
dei
problemi
attuali
,
al
Risorgimento
,
e
promuovere
la
revisione
dei
suoi
valori
,
è
impostazione
fondamentale
.
Il
"
Manifesto
"
fa
più
che
enunciare
una
intenzione
:
propone
senz
'
altro
uno
schema
d
'
interpretazione
del
Risorgimento
,
al
quale
in
parte
aderisco
.
Lo
sforzo
sintetico
per
cui
problemi
ed
eventi
disparati
sono
organizzati
in
una
unità
,
è
fecondo
ed
illuminante
,
anche
quando
,
per
avventura
,
sembri
che
la
forza
logica
violenti
un
poco
il
reale
.
Così
qualche
riserva
mi
pare
di
dover
fare
circa
la
svalutazione
che
la
tendenza
cavouriano
-
giolittiana
,
o
monarchico
-
piemontese
,
subisce
nel
suo
schema
di
fronte
alla
ideologia
della
Destra
hegeliana
.
Ciò
non
solo
per
l
'
impotenza
realizzatrice
di
questa
rispetto
a
quella
,
sul
che
siamo
d
'
accordo
,
ma
proprio
per
ragioni
teoretiche
.
Mi
sembra
,
cioè
,
che
lo
sforzo
dell
'
idealismo
,
di
esaurire
nella
concezione
etica
dello
Stato
tutte
le
esigenze
,
anche
quella
cui
Religione
e
Chiesa
rispondono
;
a
modo
loro
,
sia
più
eroica
volontà
sistematica
che
concretezza
:
dovrà
,
se
mai
,
operare
come
,
in
Francia
(
oltre
a
peculiarità
.
di
razza
)
,
una
secolare
tradizione
unitaria
.
È
ciò
che
mi
fa
pure
esprimere
qualche
dubbio
,
non
sulla
desiderabilità
,
sulla
imminente
possibilità
di
una
vasta
partecipazione
del
popolo
alla
vita
ideale
dello
Stato
:
quanto
alle
forze
nuove
che
starebbero
operando
in
tal
senso
,
partito
comunista
e
partito
sardo
di
azione
,
sarà
il
caso
di
sopravvalutarle
?
Così
,
finalmente
,
la
conciliazione
affermata
,
nel
concetto
"
liberale
"
dell
'
idealismo
con
l
'
empirio
-
individualismo
economico
all
'
inglese
,
mi
sembra
richieda
maggiori
sviluppi
dimostrativi
.
Sono
punti
che
nello
schema
di
un
Manifesto
potevano
solo
essere
accennati
:
seguirò
gli
ulteriori
svolgimenti
del
suo
pensiero
con
la
più
cordiale
attenzione
.
Suo
aff.mo
F
.
Burzio
StampaPeriodica ,
La
catastrofe
del
"
Mafalda
"
rivela
e
descrive
più
di
mille
altri
episodi
,
meno
appariscenti
,
il
perfetto
clima
fascista
di
tragica
buffoneria
e
di
perversa
corruzione
.
Le
autorità
fasciste
permettono
(
e
non
senza
compensi
)
al
fascistissimo
on
.
Biancardi
,
direttore
della
N
.
G
.
I
.
,
di
trasportare
migliaia
di
passeggeri
su
piroscafi
che
costruiti
molti
anni
fa
per
le
linee
del
Sud
America
sono
stati
sconquassati
nei
viaggi
compiuti
attraverso
il
tempestosissimo
Atlantico
settentrionale
nei
viaggi
per
e
da
New
York
.
Non
solo
ma
per
la
medesime
ragioni
si
ottiene
il
nulla
osta
di
partenza
ad
un
piroscafo
che
ha
le
macchine
in
istato
pietoso
e
i
canotti
di
salvataggio
che
fanno
acqua
come
panieri
.
E
non
basta
:
quando
si
spezza
il
palo
dell
'
elica
e
l
'
acqua
comincia
ad
invadere
la
nave
,
il
povero
comandante
,
che
dipende
dal
fascistissimo
on
.
Biancardi
e
subisce
il
clima
del
regime
,
si
guarda
bene
dal
lanciare
immediatamente
il
segnale
di
richiesta
di
soccorso
.
Fascisticamente
deve
giungere
coi
suoi
mezzi
alla
riva
.
Se
no
,
che
dirà
il
"
duce
"
?
Non
è
forse
obbligatorio
vivere
pericolosamente
?
Che
importa
se
vanno
a
fondo
mille
-
trecento
persone
,
purché
si
salvi
il
prestigio
della
marina
mercantile
che
"
l
'
inviato
di
Dio
"
blandisce
e
predilige
?
Cosi
il
tempo
passa
;
la
costa
non
si
raggiunge
;
la
nave
si
sbanda
;
si
chiede
aiuto
,
ma
è
tardi
per
salvare
tutti
.
La
gerarchia
e
la
disciplina
(
apparenti
)
,
onore
e
vanto
dell
'
Italia
mussoliniana
,
dileguano
.
La
nave
diviene
preda
della
più
tragica
confusione
...
Le
barche
di
salvataggio
che
fanno
acqua
e
son
sovraccariche
vanno
a
picco
.
È
il
disastro
.
Se
,
per
caso
,
non
vi
fossero
stati
sette
piroscafi
in
quelle
acque
,
milletrecento
persone
sarebbero
state
inghiottite
dal
risucchio
o
divorate
dai
pescicani
.
Non
mancano
naturalmente
episodi
di
gentilezza
ed
eroiche
prove
di
spirito
di
sacrificio
.
È
la
grande
e
immortale
anima
umanamente
italiana
,
che
pur
vivendo
e
spasimando
sotto
le
rovine
e
le
ceneri
del
fascismo
,
si
rivela
in
atti
di
generoso
coraggio
e
di
sublime
abnegazione
.
Così
il
sacrificio
di
tutti
gli
ufficiali
superiori
della
nave
è
esempio
magnifico
che
onora
una
marina
ed
un
popolo
.
Ma
,
subito
dopo
la
catastrofe
,
lo
spirito
fascista
riprende
il
sopravvento
.
Comincia
la
ridda
delle
notizie
false
.
(
È
leggerezza
?
È
losca
speculazione
?
È
prepotente
incompatibilità
mentale
e
morale
rispetto
a
tutte
le
cose
serie
[
anche
tragiche
]
,
a
tutte
le
cose
vere
?
)
La
sciagura
è
ridotta
al
minimo
;
i
morti
sono
un
'
invenzione
straniera
;
quasi
il
"
Mafalda
"
risale
a
galla
.
Poi
la
verità
si
fa
strada
.
Perfino
i
fascisti
parlano
.
Si
comincia
ad
accusare
la
compagnia
,
il
capitano
ecc
.
ecc
.
No
,
no
.
Siate
onesti
se
potete
giornalisti
italiani
;
accusate
il
fascismo
e
voi
stessi
.
Il
fascismo
è
il
padrone
che
servite
umilmente
;
ignobilmente
;
gli
armatori
e
i
loro
associati
vi
pagano
gli
immeritati
stipendi
,
che
intascate
con
gioia
.
Perché
protestate
per
questo
episodio
?
Non
capite
,
o
ciechi
volontari
,
che
il
"
Mafalda
"
è
soltanto
un
terribile
simbolo
?
In
mano
ai
fascisti
inetti
,
corruttori
,
ladri
,
bugiardi
,
dementi
,
sanguinari
,
una
nave
infinitamente
più
grande
,
una
nave
formidabile
e
gloriosa
ondeggia
alla
deriva
e
fa
acqua
già
.
Ed
ogni
ritardo
è
fatale
.
Sciagurati
,
pensate
alla
partita
,
perché
il
"
Mafalda
"
non
è
che
il
simbolo
dell
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
La
posizione
sociale
della
donna
,
a
giudicare
dalle
apparenze
,
è
dignitosa
;
dico
a
giudicare
dalle
apparenze
,
perché
non
posso
chiamar
dignitosa
la
posizione
di
una
classe
di
persone
e
questa
è
la
regola
e
non
l
'
eccezione
nei
paesi
occidentali
la
quale
con
un
solo
articolo
del
Codice
,
è
tenuta
alla
cieca
ubbidienza
e
sottomissione
verso
chi
ha
cooperato
a
dettare
quell
'
articolo
;
ben
pochi
sono
i
Codici
europei
che
non
contengono
l
'
ingiunzione
esplicita
,
che
la
moglie
deve
ubbedienza
al
marito
:
solo
nella
revisione
legislativa
del
1865
,
l
'
atto
di
ubbidienza
venne
soppresso
nel
Codice
italiano
.
L
'
esclusione
poi
della
donna
da
ogni
legislazione
,
e
la
sua
impotenza
riguardo
alle
istituzioni
nazionali
,
che
non
sono
se
non
istituzioni
a
cui
la
donna
non
ha
prestato
il
suo
concorso
,
fanno
sì
che
la
vita
morale
dei
popoli
si
risente
assai
della
mancanza
della
influenza
femminile
;
l
'
assenza
completa
dell
'
influenza
di
donne
oneste
ed
intelligenti
nello
Stato
,
deve
riguardarsi
come
un
abuso
non
lieve
,
e
non
poche
istituzioni
avrebbero
un
aspetto
ben
diverso
,
se
si
fossero
consultate
anche
le
loro
opinioni
e
sentimenti
.
È
cosa
innegabile
che
l
'
ingiustizia
reca
danno
a
quello
che
la
commette
non
meno
che
a
quello
che
la
subisce
,
demoralizzando
sì
l
'
uno
che
l
'
altro
(...)
.
Il
desiderio
dell
'
Europeo
incivilito
,
di
voler
continuare
le
tradizioni
antiche
,
riguardo
alla
donna
tradizioni
che
per
conto
suo
egli
ha
rinnegate
,
dichiarando
che
nessuno
ha
il
diritto
di
arrogarsi
un
potere
illimitato
sulla
sorte
altrui
e
di
volerla
segregata
da
tutti
quegli
interessi
,
che
più
importano
al
cittadino
;
di
volerla
tenere
estranea
a
tutto
ciò
che
si
chiama
politica
,
ossia
arte
e
scienza
di
governare
un
popolo
,
e
ciò
che
solo
tocca
alle
masse
di
farsi
governare
da
uomini
di
Stato
scelti
bene
;
ed
infine
,
la
sua
brama
di
disporre
,
egli
solo
,
senza
il
concorso
di
lei
,
dei
mezzi
per
influenzare
le
leggi
,
dalle
quali
gli
individui
e
la
comunità
vengono
retti
,
possono
essere
in
parte
inconsci
,
e
conseguenza
di
pregiudizi
,
di
spensieratezza
,
di
indifferenza
,
ma
non
sono
certamente
segni
di
uno
spirito
liberale
,
disinteressato
ed
equo
.
La
circostanza
inoltre
,
che
anche
nella
donna
europea
l
'
uomo
si
ostina
a
voler
vedere
null
'
altro
che
la
generatrice
e
la
governante
di
casa
,
e
per
tale
motivo
persiste
a
negarle
la
facoltà
e
l
'
opportunità
di
lavorare
efficacemente
al
perfezionamento
del
suo
essere
intellettuale
e
morale
,
ridonda
a
danno
di
tutti
,
sebbene
i
pregiudizi
impediscano
agli
indifferenti
di
accorgersene
;
soltanto
quando
si
avrà
permesso
alla
voce
femminile
di
prender
parte
alle
decisioni
che
riguardano
il
suo
sesso
,
di
accennare
agli
inconvenienti
e
alle
sofferenze
che
pesano
su
di
esso
,
e
che
l
'
altro
sesso
non
può
comprendere
,
perché
,
non
le
sente
,
gli
uomini
potranno
parlare
di
libertà
civile
,
di
autonomia
individuale
e
di
rispetto
alla
personalità
umana
,
senza
essere
tacciati
d
'
ipocrisia
.
StampaPeriodica ,
Ho
letto
con
l
'
attenzione
che
gli
è
dovuta
il
Manifesto
de
La
Rivoluzione
Liberale
e
non
mi
dispiace
dire
che
cosa
ne
penso
,
o
meglio
che
cosa
mi
ha
fatto
pensare
.
Premetto
subito
che
sono
,
in
tesi
,
diffidentissimo
di
questi
sunti
storici
introducenti
a
una
dichiarazione
di
politica
militante
,
perciò
mi
occorre
premettere
un
breve
ragionamento
su
codesto
precetto
dell
'
"
aderire
alla
storia
"
.
Carlo
Marx
,
osservando
i
casi
di
vari
popoli
e
di
vari
periodi
,
trovò
che
sotto
molteplici
e
mutevoli
forme
,
si
svolge
in
realtà
continuamente
una
lotta
fra
capitalisti
e
lavoratori
.
Mi
si
passi
questa
traduzione
semplicista
e
volgare
della
teoria
storica
marxista
.
È
per
chiarezza
.
Ora
uno
che
nei
panni
di
Marx
,
avesse
voluto
"
aderire
alla
storia
"
partendo
da
uguali
premesse
,
avrebbe
potuto
dire
e
predicare
,
per
esempio
,
che
la
storicità
e
l
'
immanenza
del
dissidio
delle
classi
erano
accettabili
come
verità
formatrici
di
una
coscienza
generale
eliminante
i
danni
,
le
sciagure
,
le
dispersioni
di
forza
e
di
volontà
causate
dall
'
inutile
contrasto
umano
a
una
legge
eterna
,
e
cosi
via
,
organizzando
una
pratica
di
rassegnazione
.
Invece
Marx
ha
ideato
al
contrario
di
seppellire
la
Storia
,
generando
un
'
attività
soprafattrice
della
dialettica
delle
classi
.
Ora
quale
è
la
giusta
conseguenza
pratica
di
quella
veduta
storica
,
quella
di
Marx
,
o
l
'
altra
del
supposto
antagonista
?
La
conclusione
è
che
l
'
antistoria
di
Marx
é
diventata
storia
con
questo
frutto
,
sempre
stando
a
quella
visione
:
-
che
,
frammezzo
alla
lotta
bruta
delle
classi
in
sé
,
oggi
ci
occorre
considerare
,
in
più
,
una
nuova
forza
,
la
cui
direzione
è
appunto
quella
di
negare
le
classi
.
Di
fronte
al
problema
di
questo
più
,
di
esercitare
cioè
un
'
azione
politica
positiva
in
sequenza
a
certi
fatti
storici
osservati
,
siamo
e
saremo
sempre
a
quel
punto
:
la
Storia
giustifica
ugualmente
soluzioni
discordi
e
opposte
,
perché
è
essa
sempre
una
contraddizione
insoluta
,
o
meglio
,
non
giustifica
nulla
.
Così
è
,
venendo
al
caso
nostro
,
che
tutta
la
questione
sta
nel
tratto
fra
il
primo
comma
e
gli
altri
due
dell
'
epigrafe
del
"
Manifesto
"
.
In
che
modo
e
perché
,
"
una
visione
integrale
e
vigorosa
del
nostro
Risorgimento
"
ci
porta
a
"
lottare
contro
l
'
astrattismo
dei
demagoghi
e
dei
falsi
realisti
"
,
e
fin
qui
passi
,
ma
poi
a
"
inverare
le
formule
empirico
-
individualiste
del
liberismo
classico
all
'
inglese
e
affermare
una
coscienza
moderna
dello
Stato
"
?
O
non
potrebbe
la
Storia
,
visto
che
il
nostro
processo
politico
non
è
stato
che
lo
svolgersi
di
un
riformismo
tendente
al
socialismo
di
Stato
,
consigliarci
di
perfezionare
l
'
esperimento
di
questo
socialismo
di
Stato
,
e
educarci
a
divenir
coscienti
dei
suoi
mezzi
,
dei
suoi
fini
e
delle
sue
possibilità
?
Per
esempio
,
proprio
in
relazione
al
compito
così
limpidamente
proposto
nel
"
Manifesto
"
di
creare
l
'
unità
nazionale
,
non
c
'
è
nessuna
ragione
di
giudicare
inefficace
un
procedimento
socialistico
(
nazionalizzazione
)
.
Non
è
questo
,
per
caso
,
uno
degli
aspetti
dell
'
attuale
esperienza
russa
?
Ma
quando
ci
si
decide
per
una
condotta
liberale
o
socialista
,
fra
la
speculazione
storica
e
la
speculazione
pratica
,
sempre
,
sensibilmente
o
no
,
si
introduce
un
altro
giudizio
:
questo
è
bene
,
questo
è
male
.
Un
giudizio
etico
,
il
quale
,
il
più
delle
volte
,
ha
già
dominato
e
sottomesso
al
suo
talento
anche
il
giudizio
storico
che
lo
precede
.
Detto
questo
non
si
crederà
che
io
dica
per
complimento
che
la
dimostrazione
storica
della
"
incapacità
dell
'
Italia
a
costituirsi
in
organismo
unitario
"
letta
sul
"
Manifesto
"
mi
piace
,
voglio
dire
,
mi
persuade
.
Possiamo
andar
giù
,
d
'
accordo
,
salvo
particolari
sui
quali
per
mio
conto
non
ho
alla
mano
elementi
soggettivi
di
giudizio
,
fino
al
punto
in
cui
dalla
rappresentazione
storica
si
passa
a
far
previsioni
per
l
'
avvenire
.
Che
la
storia
serva
oltre
che
ad
appagare
un
'
esigenza
assoluta
del
conoscere
,
anche
a
far
previsioni
,
è
giusto
:
solo
e
proprio
per
questo
aspetto
,
essa
è
una
scienza
.
Ora
si
dice
nel
"
Manifesto
"
,
che
questo
socialismo
di
Stato
che
il
liberalismo
ha
ereditato
dal
Piemonte
e
ha
svolto
,
uccidendo
se
stesso
,
nel
nuovo
regno
,
è
un
movimento
effimero
:
rappresenta
una
transazione
che
bisogna
superare
.
Che
significa
bisogna
?
Un
imperativo
etico
,
o
vale
come
dire
che
a
una
data
temperatura
,
bisogna
che
un
dato
metallo
fonda
?
Tengo
il
secondo
significato
e
dico
che
le
forze
di
libertà
scoperte
dall
'
autore
del
"
Manifesto
"
,
anche
a
giudicare
dai
bruchi
le
farfalle
non
mi
sembrano
concludenti
per
affermare
una
contraddizione
immediata
al
prevalere
del
socialismo
di
Stato
.
Io
non
stimo
(
materialisticamente
)
del
movimento
operaio
altra
forza
che
quella
delle
organizzazioni
.
Ora
,
osserviamo
.
L
'
esperimento
socialistico
si
è
svolto
fin
qui
attraverso
una
serie
di
compromessi
fra
gli
istituti
di
diritto
pubblico
e
privato
esistenti
e
i
fini
che
lo
Stato
,
più
o
meno
consapevolmente
,
si
proponeva
.
Ha
proceduto
attraverso
il
dissidio
intimo
fra
una
morale
politica
essenzialmente
individualistica
e
la
morale
propria
delle
organizzazioni
di
classe
.
La
fase
iniziatasi
dopo
la
guerra
,
non
ancora
in
pieno
svolgimento
,
è
quella
appunto
in
cui
bisogna
demolire
i
vecchi
istituti
giuridici
per
fondarne
altri
,
propri
della
rivoluzione
che
si
sta
compiendo
,
e
insieme
bisogna
sostituire
alla
vecchia
morale
politica
una
nuova
morale
.
Se
si
fa
una
stima
approssimativa
del
tempo
occorrente
a
questo
lavoro
,
nulla
ci
persuade
della
sua
brevità
,
cosicché
la
previsione
piú
sicura
è
che
il
prossimo
periodo
storico
della
vita
italiana
sia
ancora
occupato
da
un
processo
socialista
-
burocratico
rappresentante
la
concertazione
giuridico
-
politica
del
movimento
rivoluzionario
di
classe
.
Certamente
questo
moto
,
che
noi
giudichiamo
svolgentesi
in
linea
retta
verso
le
realizzazioni
di
un
socialismo
burocratico
,
genera
incessantemente
anche
dei
processi
contrari
.
Cioè
svolge
intimamente
un
processo
dialettico
.
E
nello
stesso
tempo
altri
elementi
fuori
dell
'
organizzazione
di
classe
e
contro
di
essa
,
producono
a
loro
volta
altre
soluzioni
antitetiche
.
Da
questa
dialettica
interna
e
esterna
del
movimento
sindacale
nasce
quella
che
il
Gobetti
ha
definito
la
Rivoluzione
Liberale
.
Perciò
,
io
credo
di
essere
preciso
nell
'
interpretare
questo
novissimo
dittico
,
quando
considero
quelle
tali
forze
"
di
libertà
"
,
come
forze
che
,
in
un
primo
momento
imprecisabile
nella
sua
durata
,
devono
comportarsi
rivoluzionariamente
in
senso
proprio
o
negativo
e
non
in
senso
positivo
e
costruttore
.
In
sostanza
esse
attendono
l
'
esperimento
compiuto
dal
socialismo
di
Stato
per
superarlo
,
e
non
lo
favoriscono
se
non
per
scavargli
la
fossa
.
Per
rendermi
chiaro
,
piglierò
un
esempio
della
storia
stessa
del
socialismo
,
ricordando
il
momento
quando
il
socialismo
in
paesi
a
costituzione
borghese
arretrata
(
come
per
esempio
il
nostro
)
,
comprese
la
necessità
di
affrettare
il
processo
formativo
della
borghesia
,
e
vi
cooperò
,
più
o
meno
in
coscienza
,
solo
per
affrettarne
la
catastrofe
.
Che
questa
rivoluzione
liberale
,
la
quale
si
svolge
,
secondo
il
già
detto
,
per
moti
diversi
e
nemici
,
possa
trovare
una
guida
pratica
che
ne
determini
più
o
meno
chiaramente
l
'
azione
immediata
,
non
mi
sembra
possibile
ora
;
solo
è
possibile
alla
scienza
scoprire
i
lontani
rapporti
di
moto
e
la
composizione
di
quei
fattori
.
Dico
dunque
che
il
momento
pratico
della
"
Rivoluzione
liberale
"
è
,
secondo
le
mie
previsioni
,
ancora
lontano
e
lascio
a
questo
aggettivo
tutta
la
sua
indeterminatezza
.
Cercando
invece
di
determinare
speculativamente
la
fisionomia
probabile
di
questa
rivoluzione
,
credo
che
essa
finirà
per
riprendere
gli
stessi
motivi
del
liberalismo
classico
,
nell
'
economia
e
nel
diritto
.
E
ciò
sarà
quando
le
nostre
scuole
liberali
,
sentiranno
di
non
poter
più
operare
come
elementi
conservatori
dell
'
economia
e
dello
Stato
attuale
,
ma
di
dover
agire
come
elementi
rivoluzionari
(
questo
,
mi
pare
,
é
il
punto
del
nostro
dissenso
coi
nostri
grandi
maestri
liberali
)
;
allora
,
l
'
evoluzione
ideologica
dei
nuovi
istituti
liberali
procederà
rapidissima
e
sorgeranno
chiari
gli
schemi
della
nuova
società
,
che
la
rivoluzione
porterà
al
trionfo
.
Certamente
l
'
esperimento
socialistico
non
sarà
avvenuto
invano
,
nessuno
vorrà
cancellarlo
come
uno
sgorbio
dalla
storia
;
la
rivoluzione
avrà
,
come
il
"
Manifesto
"
dice
,
una
"
coscienza
moderna
dello
Stato
"
o
meglio
la
sua
coscienza
dello
Stato
,
cioè
semplicemente
diventerà
,
da
negativa
,
positiva
.
Dopo
aver
fatte
le
mie
previsioni
eccomi
al
punto
di
decidermi
per
un
'
azione
pratica
.
Il
passaggio
è
stretto
e
difficile
.
La
maggior
parte
degli
uomini
fortunatamente
arriva
all
'
azione
per
vie
del
tutto
diverse
da
quella
che
noi
abbiamo
qui
battuta
,
ed
è
inutile
tentare
una
classificazione
anche
sommaria
di
questi
motivi
.
Per
uno
che
viene
di
biblioteca
,
supposto
che
egli
possa
dominare
tutte
le
determinazioni
subiettive
che
lo
influiscono
,
è
indifferente
scegliere
una
qualsiasi
delle
pratiche
di
cui
ha
conosciuto
l
'
esistenza
e
l
'
andamento
.
Questi
sarebbe
,
dal
punto
di
vista
della
preparazione
spirituale
alla
politica
attiva
,
il
politico
perfetto
(
machiavellico
)
.
Egli
sa
che
tanto
operando
in
A
,
come
in
B
,
lavorerà
sempre
per
il
risultato
C
.
Sceglierà
la
sua
via
con
lo
stesso
criterio
con
cui
un
attore
sceglie
la
sua
parte
in
un
dramma
di
cui
conosce
lo
svolgimento
e
la
fine
.
Soltanto
,
come
appunto
sarebbe
cattivo
commediante
,
quegli
che
sulla
scena
si
inspirasse
alla
logica
finale
del
dramma
anziché
alla
logica
della
sua
parte
,
il
politico
che
ha
scelto
A
,
parlerà
e
agirà
secondo
A
,
non
secondo
C
.
In
pratica
gli
converrà
nascondere
questo
C
:
oppure
attribuirlo
solo
ad
A
,
o
anche
,
fingendolo
un
risultato
nefasto
,
attribuirlo
all
'
azione
B
,
per
persuadere
il
maggior
numero
ad
agire
in
A
.
E
in
questi
e
in
simili
schemi
si
potrebbero
tradurre
moltissime
discussioni
che
si
fanno
nei
congressi
dei
partiti
.
Dunque
io
(
soggetto
astratto
)
potrei
,
senza
frode
,
decidermi
tanto
ad
operare
per
la
rivoluzione
prossima
probabile
del
socialismo
di
Stato
,
diciamo
per
il
collaborazionismo
,
quanto
dar
mano
ad
anticipare
quella
rivoluzione
di
cui
abbiamo
discorso
e
che
ora
dorme
con
la
prima
nella
medesima
culla
.
Il
soggetto
concreto
confessa
che
i
suoi
sentimenti
e
le
sue
simpatie
spirituali
lo
inclinano
fortemente
alla
seconda
decisione
,
mentre
il
suo
intelletto
realistico
lo
richiamerebbe
alla
prima
.
In
fine
conclude
per
rimanersene
nella
sua
specola
;
per
ritornare
cioè
a
quella
pura
e
semplice
problemistica
dei
primordi
dell
'
"
Unità
"
,
inutilmente
abbandonata
che
aspetta
senza
fretta
la
sua
sintesi
.
Generosa
è
1'impazienza
dei
giovani
che
pretende
sintesi
affrettate
e
provvisorie
;
generosa
non
solo
,
ma
tal
volta
anche
fecondamente
creatrice
come
dimostra
il
brano
pressoché
autobiografico
messo
dall
'
autore
in
capo
al
"
Manifesto
"
.
Credo
però
che
anche
un
certo
ascetismo
politico
,
se
è
secondo
genio
,
giovi
a
formare
,
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
,
una
classe
dirigente
.
E
sotto
questo
aspetto
,
mi
pare
,
rientriamo
,
con
l
'
autore
medesimo
,
a
braccetto
,
nella
praxis
.