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PER DIRITTO DI CONQUISTA ( BECCARI GUALBERTA ALAIDE , 1876 )
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La natura della donna non essendo per nulla inferiore a quella dell ' uomo , essa deve per ciò essere calcolata eguale a lui e ammessa in conseguenza a godere di tutti i diritti politici e civili ch ' egli gode . E questo anche se co ' fatti la donna fino ad oggi , non avesse potuto provare la sua capacità in nessuna guisa . Imperocché la nullità in cui si è lasciata languire , la grettezza delle idee in cui venne cresciuta , l ' ambiente ristretto della famiglia , che non è atto a farle comprendere i bisogni sociali e i portati del progresso , e più specialmente la schiavitù delle costumanze , che le pesa sopra come un coperchio di piombo , ben potrebbero averle compresse quelle facoltà che distinguono l ' essere intelligente e cosciente e capace , e potrebb ' essere , come io calcolo che in fatto sia , ch ' ella non abbia ancor potuto svolgere interamente tutta la sua potenza morale e intellettuale . Come si usa chiudere il piede delle cinesi in breve stivaletto , che ne arresta lo sviluppo e lo condanna a una picciolezza deforme , che offende l ' estetica della persona , così si fece col cervello della povera donna ; eppoi si osa far paragoni , confrontare le opere di lei con quelle dell ' uomo , le di cui facoltà , per converso , si sono spinte sempre al loro sviluppo massimo . La ingiustizia non potrebbe essere più manifesta né la protesta da parte nostra per quanto alta suonasse potrebbesi chiamare esagerata . E chiedendo noi che ci si parifichi e ci si provi poi su tutti i rami che l ' uomo ha discorso e discorre , non chiediamo che quanto per legge divina ed umana ci è dovuto . Ma quanto verrò esponendo , partendo dal punto prefissomi di consigliare la conquista di ciò che ci è dovuto di diritto , non offende la legittimità di questo diritto , ch ' io riconosco in natura e che ci dovrebbe venire conceduto appunto per diritto naturale . Ma ben sappiamo che nel mondo ha sempre avuto maggiore potenza il diritto della forza che la forza del diritto , laonde occorsero secolari rivoluzioni prima che l ' umanità purgasse sé di questo turpe peccato , e non ancora v ' è giunta , ché la indegna guerra che si combatte in Oriente è una macchia che si stampa indelebile sulla nostra civiltà , che ben dobbiamo riconoscere essere ancora una civiltà pigmea . È ad una rivoluzione pacifica , senza urti , né scosse violente , ch ' io v ' invito , o sorelle . Se quello che io intendo raccomandarvi , ci venisse proposto dall ' uomo , io prima , v ' alzerei la voce contro . Quando l ' uomo consiglia alla donna di andare alla conquista del proprio diritto , io ci vedo per entro quel consiglio un ' ipocrisia che mi ripugna ; ci scorgo un ' ironia , che mi fa male . Quando la parte a noi avversa ci dice , verbi grazia : Suvvia , donna , vuoi tu il tuo posto tra gli esseri che valgono qualche cosa nel mondo intellettuale ? Vuoi tu aver parte nella politica , vuoi tu che vengano tolti certi articoli del codice che ti disonorano ? Mostratene degna . Corri la lizza con noi e avanzaci o ci sii pari nella lotta . Se vuoi che ti coroniamo de ' nostri diritti , manifestaci che questi diritti non sarebbero per te un peso troppo superiore alle tue forze , con prove di fatto . Leva la macchia di debolezza che i secoli t ' imposero e noi di buon grado ti dichiareremo nostra eguale . Parmi di scorgere in queste parole che spesso simulati amici ci indirizzano un insulto che giustificherebbe qualunque più energica protesta . Sarebbe lo stesso che l ' uomo libero dicesse al galeotto dalla corta e pesante catena : Vedi là quell ' erta cima ? Provati a salirla con me e vediamo chi primo l ' aggiunge . Quell ' infelice guarderebbe agli anelli che lo costringono a un passo misurato e non risponderebbe che con un sospiro . Come fa la povera donna quando sentesi rispondere di competere oggi con l ' uomo e di mostrarsi alla sua altezza . E il paragone regge , ché i pregiudizi , certe abitudini , che si impongono più delle leggi , e la monca istruzione , superficialissima che al presente viene impartita alla donna , la incatenano peggio che nol sia il galeotto , epperò assai difficilmente essa può vincere , o solo mostrarsi eguale all ' uomo nelle opere della mente e della mano , o se lo può , è per un miracolo del suo ingegno , che deve essere straordinario in tal caso . Vuolsi però considerare che se malgrado questo ella ha dato pure buone prove di sé : se malgrado che da secoli , il suo cervello non ebbe il voluto sviluppo , e crebbe tisica pianta , eppure ha dato frutti non disgustosi al palato , da ciò puossi arguire quanto avrebbe potuto se ogni cosa le fosse stata favorevole , se stata fosse coltivata , se il sole dell ' istruzione l ' avesse riscaldata , se attinto avesse sempre alla fonte del sapere . Questa considerazione soltanto è un argomento formidabile che abbatte i contrari . Ma io parlo in famiglia , alle mie sorelle e a queste dico che ci è possibile nella presente condizione preparare quel rivolgimento sociale , che è il nostro obbiettivo . Protestiamo contro chi del partito a noi avverso , ce lo consiglia nascondendo un sorriso di compassione , ma noi uniamoci e lavoriamo attive , indefesse , concordi a questo scopo . Io ben so che per ciò fare ci conviene avere la virtù dell ' apostolo , ci conviene , all ' uopo , saper coronare le nostre tempie della corona di spine che inghirlanda la fronte dell ' apostolo - martire . Ma nessuno cosa buona né fu iniziata , né condotta al suo possibile termine se non ebbe e i suoi apostoli e i mariti suoi . Chi dunque di noi si sente la forza morale necessaria , chi ha la coscienza del proprio valore , chi sente di poter qualche cosa , sorga alla lotta e quanto può faccia a vantaggio della causa comune (...) . (...) O donne , nel cui intelletto v ' è la scintilla che dà fuoco all ' ingegno vero , o donne , che sareste suscettibili di adoprarvi per il bene del vostro sesso , o compagne nostre che avreste la potenza di esercitare un ' influenza massima e portare ciascuna nella propria città , ciascuna nel proprio cantuccio , un beneficio alla condizione della donna in generale , sorgete compatte e date aiuto alle vostre sorelle e fate che queste possano migliorarsi ; così che un giorno , in quel dì che ci verrà accordato l ' esercizio de ' nostri diritti , esse non siano troppo al disotto de ' nuovi doveri che questi diritti loro imporranno . Siamo unite ; associamoci tutte . Nell ' associazione sta la vera leva del progresso . Impadroniamoci dell ' istruzione ; sforziamone il tempio . Finora , sebbene noi possiamo essere maestre , siamo sempre subalterne all ' uomo (...) . (...) Chi trascura , trovando sé abbastanza soddisfatto , di sorgere a protestare contro qualsivoglia ingiustizia , che colpisce più direttamente altri , quegli manca ad un dovere sacrosanto , infrange uno de ' canoni primi della solidarietà , che deve esistere fra gli individui d ' una stessa specie . Converrebbe che fino dai primi suoi anni la donna venisse ammonita di curare la dignità del suo sesso , come la propria e il suo dovere le venisse additato ben altrimenti che al presente . Converrebbe le si dicesse , non consistere esso nella sommissione , nell ' umiltà , ch ' è spesso la negazione della nostra individualità , e che molto somiglia a viltà ; che non è quel sentimento di modestia , il quale rende tanto superiore un animo che sia naturalmente bello , un ingegno nato a brillare , un carattere che abbia qualità distinte . Converrebbe le si dicesse non consistere esso nella abnegazione completa di sé , che di sovente può originare fiacchezza ; poiché s ' è bello il sacrificio , conviene che questo sia consumato per uno scopo nobile , santo ed utile , sia illuminato , non cieco ; sia tale da sublimare chi lo compie , non da renderlo inferiore alla sua stessa natura (...) . (...) Fino a qui alla donna venne insegnato che il suo primo dovere , quasi l ' unico , è l ' obbedienza passiva , la qualità ch ' era il primo attributo dello schiavo , e che in essa si nascondeva il segreto della sua futura felicità . Io vorrei che ben altro venisse appreso a lei che dev ' essere il cardine della famiglia , che deve reggere e non essere retta . Io vorrei che non si curasse con soverchio amore di spegnere in lei ogni energia istintiva , sotto il pretesto specioso , che la donna deve solo emergere per i vezzi suoi , che ha da governare più con la potenza dell ' amore , che inspira la sua bellezza fisica , che con le qualità dell ' intelletto e del cuore (...) . (...) E riflettendo che qualunque cosa noi compiamo in male o in bene , il biasimo o la lode non ricade solo sopra di noi , ma su tutte le compagne nostre , dovremmo essere sollecite di evitare fin l ' ombra del male e curarci in ogni guisa del bene per onorare il nostro sesso e fargli acquistare stima sempre maggiore . Dovremmo soffocare ogni velleità di leggerezza , ogni vanità , ogni picciolezza , ed elevarci al disopra anche della nostra stessa natura , mirando all ' alto obbiettivo . Chi s ' adopera per un ' idea , chi si prefigge un fine , chi per raggiungerlo non teme sacrificii e non s ' arresta nella lotta , chi vuole e vuole ad ogni costo , quegli riesce . E noi , associate a questo intento benefico , con questo principio comune , anche oggi che la nostra condizione è sempre di dipendenti , possiamo ciò nulla ostante , adoprarci a nostro vantaggio , quando siamo determinate e volonterose . Quando non vogliamo trascurare di aiutare vuoi col censo , vuoi con l ' ingegno , vuoi con l ' opera nostra l ' istruzione femminile , di promuoverla da per ogni dove , di farla progredire , di far progredire il lavoro professionale , di perfezionare quel lavoro industriale , che anche al presente è conceduto alla donna , di sostenere in questo come in qualsivoglia cosa il diritto muliebre . Da questa azione concorde e assidua , potrà venire quel bene che aneliamo e iniziarsi quella riforma nei costumi , che sarà la precorritrice della riforma radicale che muterà la faccia della società (...) .
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R . Tagore si occupa della necessità di riavvicinare l ' Asia e l ' Europa : " Bisogna trovare un punto di riavvicinamento in cui non esistano rivalità di interessi . Questo luogo è l ' Università , in cui noi possiamo lavorare insieme alla ricerca della verità ; dividerci il patrimonio comune e comprendere che in tutti i paesi gli artisti hanno creato forme di bellezza ; gli scienziati scoperto segreti ; i filosofi risolto dei problemi ; i santi vissuto secondo il loro ideale , e tutto ciò non soltanto per la razza cui essi appartenevano , ma per tutta l ' umanità " . Dove non esistono rivalità di interessi non è possibile un riavvicinamento . L ' unità si crea attraverso la storia che è storia di rivalità : la pura vuota unità è un presupposto dello spirito che non è possibile sviluppare . La vera unità è un risultato non mai raggiunto , una conclusione che si ricrea ogni giorno . La politica non si fa nelle accademie e non si fa nelle accademie neanche la cultura . Alla ricerca della verità lavorano gli individui singolarmente , nella propria intimità spirituale . Non è possibile dividere il patrimonio comune : ogni nazione comprende che in tutti i paesi gli artisti hanno creato forme di bellezza soltanto in quanto li studia , li fa suoi , li trapianta in altro terreno e li fa partecipare alla propria vita nazionale . Il genio appartiene all ' umanità in quanto appartiene di volta in volta ad un popolo , a un organismo storico ; gli altri popoli che lo comprendono non lo comprendono come astratta umanità , ma lo adeguano alle proprie esigenze , ne fanno un loro genio . Non esiste la cultura internazionale .
MEDITAZIONI DI UNA SOLITARIA — RIFORME E LEGGI — ( NAPOLLON_MARGARITA ERNESTA , 1877 )
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Lo spirito settario è improvvido consigliere . « Il dogmatismo perderà , un dì o l ' altro , fino il titolo ed il nome di scienza » disse Ausonio Franchi , e come cosa caduca non deve presiedere ciò che si ha diritto di considerare come scienza eccellentissima . « La storia rivela , dice Littré , nella sua Filosofia Positiva , l ' instabilità delle dottrine metafisiche » , e noi , eredi del secolo XVIII , ammettiamo nel codice conseguenze ben terribili , di quella metafisica trascendentale , che fuorvia il sano criterio dell ' uomo pratico , e a cui si devono tante pagine insanguinate della storia ! L ' indissolubilità del matrimonio e la eterna tutela della donna sono due gravi errori del nostro codice , sono vere mostruosità , che col progredire dell ' incivilimento dovranno scomparire . Devesi parificare la condizione dei due sessi , accordare ed entrambi la responsabilità delle loro azioni , concorrere diritti ed imporre doveri con equa ripartizione , bandire la prepotenza , levare alla donna una tutela indecorosa , offensiva ed ingiusta ; considerarla , non più come un essere inferiore , debole , incapace , ma come intelligenza capace di agire , di amministrare i propri beni , e non porla in balia di un marito , che talvolta colla forza e la minaccia , le estorce adesioni e firme che sono la di lei condanna (...) . (...) Davvero che egli è un far troppo la corte al motto ecclesiastico : L ' uomo non separi ciò che Dio congiunge Ma al Municipio , Dio non c ' entra , e non credo che il signor Sindaco , si senta in quel momento invasato da idee papaline , e si creda seriamente l ' infallibile rappresentante di Dio sulla terra . Oh se così fosse , perché colla sciarpa ufficiale , monsignor sindaco , non mette anche la mitra ? Sarebbe logico . Purtroppo nelle presenti controversie , fra il bisbiglio di tante voci contraddittorie , una mi ripercuote l ' orecchio , ed è una frase convenzionale , da tutti interpretata a piacimento . S ' invoca da leggi e da filosofi il diritto naturale ; ma chi lo rispetta ? Non l ' uomo a cui il codice accorda non pochi privilegi : non il marito , che è protetto dal codice ; non il potente , che sa di avere nel codice un benevole ausiliario ; non l ' avvocato , che , protetto dalla toga , scende talvolta all ' insulto ed all ' ingiuria contro la parte avversaria o l ' imputato ; e possiamo ripetere con Vico : Le gare degli ingegni , più che qual si voglia altro contrasto , si dimostrano veementi ed accanite ma non eque . La discussione trascende in querela , l ' arringa in ingiuria , il libero giudizio in pressione , e talvolta assistiamo col cuore stretto , allo svolgimento davanti ai tribunali di certi drammi , che terminano nel carcere o nel manicomio . Faccio appello all ' evidenza di alcuni fatti contemporanei , né quali si vide la giustizia o prostituirsi alla potenza o assecondare gli intrighi con colpevole condiscendenza . E ogni giorno non siamo spettatori di disordini che fanno raccapricciare gli onesti , dove si vede la legge premere sul debole e colpire la donna , per la sola colpa di essere donna , cioè considerata inferiore , incapace , e posta in coda agli idioti , agli imbecilli , ai mentecatti ? Il codice offese la donna nella sua dignità ; seguì la dottrina religiosa che la vuol soggetta a penitente , considerata causa del male e degradata ! Nei libri così detti sacri è sempre dipinta come impura , oggetto di compassione , avvilita , venduta . Si tengono concilii per chiarire il gran problema , se la donna è dotata di anima , e si crede aver detto l ' ultima parola deificando il mito della Vergine - Madre . Tutto intorno a lei è pregiudizio ed errore , e la prepotenza maschile volentieri ammette una inferiorità , che le assicura lo scettro , rifiutandosi di ascoltare le perorazioni della vittima , che si dichiara incompetente onde imporle silenzio . Ma perché una tanta ingiustizia ? Perché la legge si fa complice del più volgare pregiudizio e non propugna che ciò , che tende a stringerla nel circolo magico di una sedicente inferiorità ? (...) . (...) Badate , la donna è una forza latente , che se compressa diverrà pericolosa . Voi l ' allontanate dalla legge ed essa si abbandona all ' intrigo ; l ' astuzia è la specialità dei deboli ; le contestate la sua dignità ; ed essa corre tra le file dell ' esercizio clericale , ove la si blandisce con lusinghe e le si promette la gloria nel cielo . La respingete dall ' aula universitaria , ed essa si rifugia in chiesa ; in mancanza di scienza positiva , che le è vietata , si appassiona per la metafisica , e respinta dalla società , cerca un conforto nei sogni e nelle illusioni dello spirito . La nullità e la leggerezza femminile sono opera vostra , o signori ; l ' avete condannata ed essa si vendica . Le negate autorità , intelligenza , rettitudine , energia , coraggio , ed essa corre a piangere in un confessionale . Reietta dagli uomini si consacra a Dio . Il quadro è miserando , ma è opera vostra . Accordatele quelle franchigie , che chiede in nome del diritto naturale , e rialzate la di lei dignità ; divenuta persona e non trastullo , essa ripudierà le frivole abitudini di una vita nulla , per consacrarsi all ' opera santissima di incivilire l ' umanità e sorreggere l ' uomo nelle penose fatiche della vita pubblica . Ricordatevi , o legislatori , che la degradante schiavitù abbrutisce anche i migliori ingegni che voi cercaste ognora di distruggere il senso morale nella donna , sopprimendone la personalità . Non ci calunniate , o signori , offendereste l ' opera vostra (...) .
SCUOLA E BUROCRAZIA ( - , 1922 )
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Scrive Michele Cosenza nell ' Educazione Nazionale ( gennaio 1922 ) risorta finalmente vigorosa e nuova : " Spesso la scuola induce nella mente di chi si abitua al meccanismo dell ' insegnamento una vera depressione della conoscenza intuitiva . Notate l ' elasticità mentale e il potere di orientamento nella mobile e varia realtà della vita , come si trovano in un sensale qualunque ; paragonate quelle attitudini con le stesse degli insegnanti che avevano colmato di zeri quel sensale quando egli era a scuola , e senza paura del sofisma del cum hoc , compiangete profondamente i maestri . La loro mente presenta i segni di una mancanza di tono , che è una vera malattia professionale . Si tratta di una mente precocemente senile " . Verissimo . Questo è il punto centrale del problema etico della scuola . E bisogna risalirvi per esaminare la questione politica . Il concetto comune di scuola , vivo e vero nel Medioevo perché animato da un dogma , da una fede , da un ' autorità è antitetico col mondo moderno . La scuola moderna ( libera discussione , autoeducazione ) vive fuori degli edifici scolastici , coincide con la vita : mentre la figura del professore si adegua a una funzione burocratica lo spirito non si può schematizzare .
ANNIVERSARIO ( - , 1927 )
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Per la quinta volta l ' Italia è disonorata dalla celebrazione fascista . I giornali dei paesi civili rilevano la coincidenza tra le feste di Roma e quelle bolsceviche di Leningrado . Ma se le due manifestazioni si equivalgono nello spirito politico che le informa , perché entrambi i regimi rinnegano la libertà e il dominio legale delle maggioranze , una differenza sostanziale passa tra una rivoluzione che , come quella russa , conquistò ai servi della gleba i diritti dell ' uomo , e si affermò , pur tra sanguinose aberrazioni , contro il principio autocratico , ed una tragica carnevalata che , come la marcia su Roma in sleeping car , tramutò , con l ' acquiescenza del Capo dello Stato , il più torbido demagogo dell ' estremismo rosso nel tiranno di un popolo e prostituì i poteri pubblici , la dignità nazionale , la Costituzione giurata , il Parlamento , il sacrificio della guerra e la vittoria , all ' ambiziosa criminalità di una minoranza armata obbediente ad un solo programma : dominare . Non è la conquista del potere da parte di una classe contro un ' altra ; non è una ascensione politica e sociale che esige ed offre i suoi martiri a consacrare le innovatrici verità dei suoi apostoli ; ma è la usurpazione del governo , compiuta e mantenuta da una banda di avventurieri e di scherani che hanno imposto la propria violenza a coloro stessi che si illudevano , garantendone l ' impunità , di goderne i vantaggi ; è uno spaventoso regresso nel passato , per cui dalle legislazioni esecrate degli Absburgo e dei Borboni risorge il ghigno del delatore e del boia . Non è l ' attuazione organica di un programma , di cui si possano subire le leggi in quanto se ne vedano e se ne approvino liberamente le finalità ; ma è la negazione e la contraddizione di tutti i programmi politici ed economici il trionfo dell ' improvvisazione , della frode del pazzo orgoglio nazionalistico , dell ' ignoranza brutale , dell ' iperbole e della fiera paesana . Dietro un ' impalcatura da circo , geme il popolo italiano , prigioniero nella sua patria ; e le carceri rigurgitano di detenuti politici ; e nelle isole , nuovi deportati prendono il posto lasciato vacante dai morti per maltrattamenti e sofferenze ; e nelle case devastate , donne e bambini piangono i mariti ed i padri assassinati o aspettano , ostaggi di un esercito di occupazione , il ritorno degli esuli . Assassinii , incendii , saccheggi , tribunali eccezionali , soppressione di tutte le libertà elementari ; ecco il bilancio del quinquennio fascista ! E le vittime dell ' enorme infamia , tutti coloro che sono stati colpiti nelle idee , negli affetti , negli interessi legittimi trentanove milioni di italiani contro un baldanzoso e protervo manipolo di assassini in camicia nera si domandano , nell ' angoscia che prepara la reazione : Perché ? E l ' Europa civile , che considera l ' Italia fascista come una permanente minaccia alla sua pace e nega l ' onore dei suoi contatti diretti a quella oscena parodia napoleonica , che crede di assicurarsi la gloria militare inalberando una piuma di struzzo sul berretto di una milizia , la quale non conobbe altra guerra che quella civile , e passando in rivista , dall ' alto del docile cavallo , le schiere dei " balilla " ; l ' Europa che dovunque scoppi un incidente internazionale , ivi scorge il fascismo e trova munizioni italiane in possesso dei comitagi bulgari e attribuisce l ' assassinio di Cena Beg a una diretta suggestione del fascismo , che di questi delitti ha lunga pratica all ' interno ed all ' estero , ripete la domanda : Perché ? Perché un popolo , che ha fatto e superato una guerra atroce , deve esser posto in condizioni di così grave inferiorità politica , ed umana , dinnanzi a tutti i popoli , anche ai meno evoluti , di Europa ? Che gli ha dato il fascismo , in compenso delle schiantate libertà ? Umiliazioni e miseria ! Mentre il fascismo ostenta le sue parate , la crisi finanziaria e morale d ' Italia si fa più diffusa e profonda . Per superarla , bisogna spezzare il giogo e rovesciare la tirannide . Liberarsi è risorgere ! Il fascismo non deve celebrare il suo sesto anniversario .
LA DONNA E IL SACERDOZIO DELLA STAMPA ( BECCARI GUALBERTA ALAIDE , 1877 )
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La stampa periodica o giornaliera dovrebbe essere una amica capace di venirci a illuminare a consigliare a correggere , sotto veste di appagare la nostra brama di apprendere le notizie politiche del giorno ; di conoscere le nuove importanti scoperte della scienza , di sapere quali dottrine nuove i filosofi i moralisti i pedagogisti , abbiano cavato dalle antiche , a guida norma inspirazione delle presenti e future generazioni ; un ' onesta curiosità , che potrebbe esserci feconda di molto bene , quando venisse onestamente soddisfatta . Ma di un ' istituzione proficua s ' è abusato e oltrepassandone i limiti ed esagerandone il bisogno , s ' è dato vita a una quantità straordinaria di giornali e periodici , da procurarne ai lettori un ' indigestione , tanto più seria e di tristi conseguenze , in quanto si diffusero pagine che contenevano nonché lumi ammonimenti consigli saggi , opportuni , valevoli , un veleno sottile sottile , corrompitore dell ' anima . In siffatto modo libertà venne insultata e costretta a velarsi la faccia e in sua vece sorse licenza , che , impunemente vestita del gran peplo della dea , che guida i popoli a ' loro destini , felice della maschera che agli ingenui o ignoranti la nasconde , si compiace spargere fra il popolo , avido di luce , di verità , la parola mentita della sua fede di corruzione : né il mal gioco accenna avere un termine , ché continua tuttavia , riempiendo di dolore chi vorrebbe che il giornalismo , compreso della sua missione , la compisse quale un apostolato . Ma perché mai di una cosa che potrebbe riuscire tanto benefica e ch ' è , come dissi , una necessità de ' tempi , come mai se ne fece uno strumento di dissolvimento morale ? Quando si potesse avere un giornalismo che tendesse allo scopo , che il giornalismo onesto dovrebbe prefiggersi , come ci sarebbe facile rifare l ' uomo , dar vita vigorosa al suo pensiero , educare il suo sentimento , indirizzarlo per quella via che a libertà vera conduce ; invece , il giornalismo che Italia a suo disdoro può in oggi vantare , salvo le belle , splendide eccezioni , è tutto vanamente ciarliero , pecca di pretenzioso , è spesso pettegolo , litigioso , presto alla polemica personale , allo insulto , alla calunnia e diffonditore sotto forma di cronaca amena , d ' immoralità ; ché si fa eco di processi scandalosi , ché registra ogni sorta di delitti , con una leggerezza colpevole ; ché narra le cose più sozze , più abbominevoli , più nefande , con un buon umore indecente , o con un sorriso beffardo ; ché nelle appendici , ammanisce i più scapigliati romanzi della scuola francese ; e i lettori non educati a serietà , non avvezzi alla riflessione , al discernimento , ci si abituano a letture tanto pericolose ; e ne hanno scuola , ripeto , di corruzione ; ci si abituano , poi che ben lo si sa , che per la natura dell ' uomo il male come il bene è quistione d ' abitudine , e a forza di leggere di latrocini , di omicidi , di suicidi e via di seguito , narrati con tanta superficialità , l ' uomo incolto , non trova in fine la colpa così orribile , anzi spesso la trova rivestita di una certa luce , sia pure luce sinistra , circondata di una specie di aureola , che potrebbe attrarlo se incauto ; anche il tristo nell ' esserlo ci mette il suo amor proprio . A questo brutto stato di cose si siamo ridotti , perché dimenticossi che la stampa è un sacerdozio , e la si assunse quale un mestiere (...) .
POLEMICA SUL 'MANIFESTO' ( BURZIO FILIPPO , 1922 )
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Caro Gobetti , il programma de La Rivoluzione Liberale mi sembra organico , e bene inquadrato nella realtà , se l ' esigenza , alla cui soddisfazione si propone di contribuire , si riassuma nella formazione di una coscienza politica in Italia . Riferirsi , per la comprensione dei problemi attuali , al Risorgimento , e promuovere la revisione dei suoi valori , è impostazione fondamentale . Il " Manifesto " fa più che enunciare una intenzione : propone senz ' altro uno schema d ' interpretazione del Risorgimento , al quale in parte aderisco . Lo sforzo sintetico per cui problemi ed eventi disparati sono organizzati in una unità , è fecondo ed illuminante , anche quando , per avventura , sembri che la forza logica violenti un poco il reale . Così qualche riserva mi pare di dover fare circa la svalutazione che la tendenza cavouriano - giolittiana , o monarchico - piemontese , subisce nel suo schema di fronte alla ideologia della Destra hegeliana . Ciò non solo per l ' impotenza realizzatrice di questa rispetto a quella , sul che siamo d ' accordo , ma proprio per ragioni teoretiche . Mi sembra , cioè , che lo sforzo dell ' idealismo , di esaurire nella concezione etica dello Stato tutte le esigenze , anche quella cui Religione e Chiesa rispondono ; a modo loro , sia più eroica volontà sistematica che concretezza : dovrà , se mai , operare come , in Francia ( oltre a peculiarità . di razza ) , una secolare tradizione unitaria . È ciò che mi fa pure esprimere qualche dubbio , non sulla desiderabilità , sulla imminente possibilità di una vasta partecipazione del popolo alla vita ideale dello Stato : quanto alle forze nuove che starebbero operando in tal senso , partito comunista e partito sardo di azione , sarà il caso di sopravvalutarle ? Così , finalmente , la conciliazione affermata , nel concetto " liberale " dell ' idealismo con l ' empirio - individualismo economico all ' inglese , mi sembra richieda maggiori sviluppi dimostrativi . Sono punti che nello schema di un Manifesto potevano solo essere accennati : seguirò gli ulteriori svolgimenti del suo pensiero con la più cordiale attenzione . Suo aff.mo F . Burzio
IL 'MAFALDA' ( - , 1927 )
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La catastrofe del " Mafalda " rivela e descrive più di mille altri episodi , meno appariscenti , il perfetto clima fascista di tragica buffoneria e di perversa corruzione . Le autorità fasciste permettono ( e non senza compensi ) al fascistissimo on . Biancardi , direttore della N . G . I . , di trasportare migliaia di passeggeri su piroscafi che costruiti molti anni fa per le linee del Sud America sono stati sconquassati nei viaggi compiuti attraverso il tempestosissimo Atlantico settentrionale nei viaggi per e da New York . Non solo ma per la medesime ragioni si ottiene il nulla osta di partenza ad un piroscafo che ha le macchine in istato pietoso e i canotti di salvataggio che fanno acqua come panieri . E non basta : quando si spezza il palo dell ' elica e l ' acqua comincia ad invadere la nave , il povero comandante , che dipende dal fascistissimo on . Biancardi e subisce il clima del regime , si guarda bene dal lanciare immediatamente il segnale di richiesta di soccorso . Fascisticamente deve giungere coi suoi mezzi alla riva . Se no , che dirà il " duce " ? Non è forse obbligatorio vivere pericolosamente ? Che importa se vanno a fondo mille - trecento persone , purché si salvi il prestigio della marina mercantile che " l ' inviato di Dio " blandisce e predilige ? Cosi il tempo passa ; la costa non si raggiunge ; la nave si sbanda ; si chiede aiuto , ma è tardi per salvare tutti . La gerarchia e la disciplina ( apparenti ) , onore e vanto dell ' Italia mussoliniana , dileguano . La nave diviene preda della più tragica confusione ... Le barche di salvataggio che fanno acqua e son sovraccariche vanno a picco . È il disastro . Se , per caso , non vi fossero stati sette piroscafi in quelle acque , milletrecento persone sarebbero state inghiottite dal risucchio o divorate dai pescicani . Non mancano naturalmente episodi di gentilezza ed eroiche prove di spirito di sacrificio . È la grande e immortale anima umanamente italiana , che pur vivendo e spasimando sotto le rovine e le ceneri del fascismo , si rivela in atti di generoso coraggio e di sublime abnegazione . Così il sacrificio di tutti gli ufficiali superiori della nave è esempio magnifico che onora una marina ed un popolo . Ma , subito dopo la catastrofe , lo spirito fascista riprende il sopravvento . Comincia la ridda delle notizie false . ( È leggerezza ? È losca speculazione ? È prepotente incompatibilità mentale e morale rispetto a tutte le cose serie [ anche tragiche ] , a tutte le cose vere ? ) La sciagura è ridotta al minimo ; i morti sono un ' invenzione straniera ; quasi il " Mafalda " risale a galla . Poi la verità si fa strada . Perfino i fascisti parlano . Si comincia ad accusare la compagnia , il capitano ecc . ecc . No , no . Siate onesti se potete giornalisti italiani ; accusate il fascismo e voi stessi . Il fascismo è il padrone che servite umilmente ; ignobilmente ; gli armatori e i loro associati vi pagano gli immeritati stipendi , che intascate con gioia . Perché protestate per questo episodio ? Non capite , o ciechi volontari , che il " Mafalda " è soltanto un terribile simbolo ? In mano ai fascisti inetti , corruttori , ladri , bugiardi , dementi , sanguinari , una nave infinitamente più grande , una nave formidabile e gloriosa ondeggia alla deriva e fa acqua già . Ed ogni ritardo è fatale . Sciagurati , pensate alla partita , perché il " Mafalda " non è che il simbolo dell ' Italia .
LA DONNA QUAL'È - LA DONNA POLITICAMENTE UNA NULLITÀ ( MALLIANI_TRAVERSARI MARIA , 1878 )
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La posizione sociale della donna , a giudicare dalle apparenze , è dignitosa ; dico a giudicare dalle apparenze , perché non posso chiamar dignitosa la posizione di una classe di persone e questa è la regola e non l ' eccezione nei paesi occidentali la quale con un solo articolo del Codice , è tenuta alla cieca ubbidienza e sottomissione verso chi ha cooperato a dettare quell ' articolo ; ben pochi sono i Codici europei che non contengono l ' ingiunzione esplicita , che la moglie deve ubbedienza al marito : solo nella revisione legislativa del 1865 , l ' atto di ubbidienza venne soppresso nel Codice italiano . L ' esclusione poi della donna da ogni legislazione , e la sua impotenza riguardo alle istituzioni nazionali , che non sono se non istituzioni a cui la donna non ha prestato il suo concorso , fanno sì che la vita morale dei popoli si risente assai della mancanza della influenza femminile ; l ' assenza completa dell ' influenza di donne oneste ed intelligenti nello Stato , deve riguardarsi come un abuso non lieve , e non poche istituzioni avrebbero un aspetto ben diverso , se si fossero consultate anche le loro opinioni e sentimenti . È cosa innegabile che l ' ingiustizia reca danno a quello che la commette non meno che a quello che la subisce , demoralizzando sì l ' uno che l ' altro (...) . Il desiderio dell ' Europeo incivilito , di voler continuare le tradizioni antiche , riguardo alla donna tradizioni che per conto suo egli ha rinnegate , dichiarando che nessuno ha il diritto di arrogarsi un potere illimitato sulla sorte altrui e di volerla segregata da tutti quegli interessi , che più importano al cittadino ; di volerla tenere estranea a tutto ciò che si chiama politica , ossia arte e scienza di governare un popolo , e ciò che solo tocca alle masse di farsi governare da uomini di Stato scelti bene ; ed infine , la sua brama di disporre , egli solo , senza il concorso di lei , dei mezzi per influenzare le leggi , dalle quali gli individui e la comunità vengono retti , possono essere in parte inconsci , e conseguenza di pregiudizi , di spensieratezza , di indifferenza , ma non sono certamente segni di uno spirito liberale , disinteressato ed equo . La circostanza inoltre , che anche nella donna europea l ' uomo si ostina a voler vedere null ' altro che la generatrice e la governante di casa , e per tale motivo persiste a negarle la facoltà e l ' opportunità di lavorare efficacemente al perfezionamento del suo essere intellettuale e morale , ridonda a danno di tutti , sebbene i pregiudizi impediscano agli indifferenti di accorgersene ; soltanto quando si avrà permesso alla voce femminile di prender parte alle decisioni che riguardano il suo sesso , di accennare agli inconvenienti e alle sofferenze che pesano su di esso , e che l ' altro sesso non può comprendere , perché , non le sente , gli uomini potranno parlare di libertà civile , di autonomia individuale e di rispetto alla personalità umana , senza essere tacciati d ' ipocrisia .
ADERIRE ALLA STORIA? ( FORMENTINI UBALDO , 1922 )
StampaPeriodica ,
Ho letto con l ' attenzione che gli è dovuta il Manifesto de La Rivoluzione Liberale e non mi dispiace dire che cosa ne penso , o meglio che cosa mi ha fatto pensare . Premetto subito che sono , in tesi , diffidentissimo di questi sunti storici introducenti a una dichiarazione di politica militante , perciò mi occorre premettere un breve ragionamento su codesto precetto dell ' " aderire alla storia " . Carlo Marx , osservando i casi di vari popoli e di vari periodi , trovò che sotto molteplici e mutevoli forme , si svolge in realtà continuamente una lotta fra capitalisti e lavoratori . Mi si passi questa traduzione semplicista e volgare della teoria storica marxista . È per chiarezza . Ora uno che nei panni di Marx , avesse voluto " aderire alla storia " partendo da uguali premesse , avrebbe potuto dire e predicare , per esempio , che la storicità e l ' immanenza del dissidio delle classi erano accettabili come verità formatrici di una coscienza generale eliminante i danni , le sciagure , le dispersioni di forza e di volontà causate dall ' inutile contrasto umano a una legge eterna , e cosi via , organizzando una pratica di rassegnazione . Invece Marx ha ideato al contrario di seppellire la Storia , generando un ' attività soprafattrice della dialettica delle classi . Ora quale è la giusta conseguenza pratica di quella veduta storica , quella di Marx , o l ' altra del supposto antagonista ? La conclusione è che l ' antistoria di Marx é diventata storia con questo frutto , sempre stando a quella visione : - che , frammezzo alla lotta bruta delle classi in sé , oggi ci occorre considerare , in più , una nuova forza , la cui direzione è appunto quella di negare le classi . Di fronte al problema di questo più , di esercitare cioè un ' azione politica positiva in sequenza a certi fatti storici osservati , siamo e saremo sempre a quel punto : la Storia giustifica ugualmente soluzioni discordi e opposte , perché è essa sempre una contraddizione insoluta , o meglio , non giustifica nulla . Così è , venendo al caso nostro , che tutta la questione sta nel tratto fra il primo comma e gli altri due dell ' epigrafe del " Manifesto " . In che modo e perché , " una visione integrale e vigorosa del nostro Risorgimento " ci porta a " lottare contro l ' astrattismo dei demagoghi e dei falsi realisti " , e fin qui passi , ma poi a " inverare le formule empirico - individualiste del liberismo classico all ' inglese e affermare una coscienza moderna dello Stato " ? O non potrebbe la Storia , visto che il nostro processo politico non è stato che lo svolgersi di un riformismo tendente al socialismo di Stato , consigliarci di perfezionare l ' esperimento di questo socialismo di Stato , e educarci a divenir coscienti dei suoi mezzi , dei suoi fini e delle sue possibilità ? Per esempio , proprio in relazione al compito così limpidamente proposto nel " Manifesto " di creare l ' unità nazionale , non c ' è nessuna ragione di giudicare inefficace un procedimento socialistico ( nazionalizzazione ) . Non è questo , per caso , uno degli aspetti dell ' attuale esperienza russa ? Ma quando ci si decide per una condotta liberale o socialista , fra la speculazione storica e la speculazione pratica , sempre , sensibilmente o no , si introduce un altro giudizio : questo è bene , questo è male . Un giudizio etico , il quale , il più delle volte , ha già dominato e sottomesso al suo talento anche il giudizio storico che lo precede . Detto questo non si crederà che io dica per complimento che la dimostrazione storica della " incapacità dell ' Italia a costituirsi in organismo unitario " letta sul " Manifesto " mi piace , voglio dire , mi persuade . Possiamo andar giù , d ' accordo , salvo particolari sui quali per mio conto non ho alla mano elementi soggettivi di giudizio , fino al punto in cui dalla rappresentazione storica si passa a far previsioni per l ' avvenire . Che la storia serva oltre che ad appagare un ' esigenza assoluta del conoscere , anche a far previsioni , è giusto : solo e proprio per questo aspetto , essa è una scienza . Ora si dice nel " Manifesto " , che questo socialismo di Stato che il liberalismo ha ereditato dal Piemonte e ha svolto , uccidendo se stesso , nel nuovo regno , è un movimento effimero : rappresenta una transazione che bisogna superare . Che significa bisogna ? Un imperativo etico , o vale come dire che a una data temperatura , bisogna che un dato metallo fonda ? Tengo il secondo significato e dico che le forze di libertà scoperte dall ' autore del " Manifesto " , anche a giudicare dai bruchi le farfalle non mi sembrano concludenti per affermare una contraddizione immediata al prevalere del socialismo di Stato . Io non stimo ( materialisticamente ) del movimento operaio altra forza che quella delle organizzazioni . Ora , osserviamo . L ' esperimento socialistico si è svolto fin qui attraverso una serie di compromessi fra gli istituti di diritto pubblico e privato esistenti e i fini che lo Stato , più o meno consapevolmente , si proponeva . Ha proceduto attraverso il dissidio intimo fra una morale politica essenzialmente individualistica e la morale propria delle organizzazioni di classe . La fase iniziatasi dopo la guerra , non ancora in pieno svolgimento , è quella appunto in cui bisogna demolire i vecchi istituti giuridici per fondarne altri , propri della rivoluzione che si sta compiendo , e insieme bisogna sostituire alla vecchia morale politica una nuova morale . Se si fa una stima approssimativa del tempo occorrente a questo lavoro , nulla ci persuade della sua brevità , cosicché la previsione piú sicura è che il prossimo periodo storico della vita italiana sia ancora occupato da un processo socialista - burocratico rappresentante la concertazione giuridico - politica del movimento rivoluzionario di classe . Certamente questo moto , che noi giudichiamo svolgentesi in linea retta verso le realizzazioni di un socialismo burocratico , genera incessantemente anche dei processi contrari . Cioè svolge intimamente un processo dialettico . E nello stesso tempo altri elementi fuori dell ' organizzazione di classe e contro di essa , producono a loro volta altre soluzioni antitetiche . Da questa dialettica interna e esterna del movimento sindacale nasce quella che il Gobetti ha definito la Rivoluzione Liberale . Perciò , io credo di essere preciso nell ' interpretare questo novissimo dittico , quando considero quelle tali forze " di libertà " , come forze che , in un primo momento imprecisabile nella sua durata , devono comportarsi rivoluzionariamente in senso proprio o negativo e non in senso positivo e costruttore . In sostanza esse attendono l ' esperimento compiuto dal socialismo di Stato per superarlo , e non lo favoriscono se non per scavargli la fossa . Per rendermi chiaro , piglierò un esempio della storia stessa del socialismo , ricordando il momento quando il socialismo in paesi a costituzione borghese arretrata ( come per esempio il nostro ) , comprese la necessità di affrettare il processo formativo della borghesia , e vi cooperò , più o meno in coscienza , solo per affrettarne la catastrofe . Che questa rivoluzione liberale , la quale si svolge , secondo il già detto , per moti diversi e nemici , possa trovare una guida pratica che ne determini più o meno chiaramente l ' azione immediata , non mi sembra possibile ora ; solo è possibile alla scienza scoprire i lontani rapporti di moto e la composizione di quei fattori . Dico dunque che il momento pratico della " Rivoluzione liberale " è , secondo le mie previsioni , ancora lontano e lascio a questo aggettivo tutta la sua indeterminatezza . Cercando invece di determinare speculativamente la fisionomia probabile di questa rivoluzione , credo che essa finirà per riprendere gli stessi motivi del liberalismo classico , nell ' economia e nel diritto . E ciò sarà quando le nostre scuole liberali , sentiranno di non poter più operare come elementi conservatori dell ' economia e dello Stato attuale , ma di dover agire come elementi rivoluzionari ( questo , mi pare , é il punto del nostro dissenso coi nostri grandi maestri liberali ) ; allora , l ' evoluzione ideologica dei nuovi istituti liberali procederà rapidissima e sorgeranno chiari gli schemi della nuova società , che la rivoluzione porterà al trionfo . Certamente l ' esperimento socialistico non sarà avvenuto invano , nessuno vorrà cancellarlo come uno sgorbio dalla storia ; la rivoluzione avrà , come il " Manifesto " dice , una " coscienza moderna dello Stato " o meglio la sua coscienza dello Stato , cioè semplicemente diventerà , da negativa , positiva . Dopo aver fatte le mie previsioni eccomi al punto di decidermi per un ' azione pratica . Il passaggio è stretto e difficile . La maggior parte degli uomini fortunatamente arriva all ' azione per vie del tutto diverse da quella che noi abbiamo qui battuta , ed è inutile tentare una classificazione anche sommaria di questi motivi . Per uno che viene di biblioteca , supposto che egli possa dominare tutte le determinazioni subiettive che lo influiscono , è indifferente scegliere una qualsiasi delle pratiche di cui ha conosciuto l ' esistenza e l ' andamento . Questi sarebbe , dal punto di vista della preparazione spirituale alla politica attiva , il politico perfetto ( machiavellico ) . Egli sa che tanto operando in A , come in B , lavorerà sempre per il risultato C . Sceglierà la sua via con lo stesso criterio con cui un attore sceglie la sua parte in un dramma di cui conosce lo svolgimento e la fine . Soltanto , come appunto sarebbe cattivo commediante , quegli che sulla scena si inspirasse alla logica finale del dramma anziché alla logica della sua parte , il politico che ha scelto A , parlerà e agirà secondo A , non secondo C . In pratica gli converrà nascondere questo C : oppure attribuirlo solo ad A , o anche , fingendolo un risultato nefasto , attribuirlo all ' azione B , per persuadere il maggior numero ad agire in A . E in questi e in simili schemi si potrebbero tradurre moltissime discussioni che si fanno nei congressi dei partiti . Dunque io ( soggetto astratto ) potrei , senza frode , decidermi tanto ad operare per la rivoluzione prossima probabile del socialismo di Stato , diciamo per il collaborazionismo , quanto dar mano ad anticipare quella rivoluzione di cui abbiamo discorso e che ora dorme con la prima nella medesima culla . Il soggetto concreto confessa che i suoi sentimenti e le sue simpatie spirituali lo inclinano fortemente alla seconda decisione , mentre il suo intelletto realistico lo richiamerebbe alla prima . In fine conclude per rimanersene nella sua specola ; per ritornare cioè a quella pura e semplice problemistica dei primordi dell ' " Unità " , inutilmente abbandonata che aspetta senza fretta la sua sintesi . Generosa è 1'impazienza dei giovani che pretende sintesi affrettate e provvisorie ; generosa non solo , ma tal volta anche fecondamente creatrice come dimostra il brano pressoché autobiografico messo dall ' autore in capo al " Manifesto " . Credo però che anche un certo ascetismo politico , se è secondo genio , giovi a formare , in un Paese dove non c ' è , una classe dirigente . E sotto questo aspetto , mi pare , rientriamo , con l ' autore medesimo , a braccetto , nella praxis .