StampaPeriodica ,
I
giornali
fascisti
han
pubblicato
che
la
bandiera
porterà
,
vicino
allo
stemma
sabaudo
,
l
'
emblema
del
littorio
.
Così
il
fascio
umilia
a
se
stesso
,
anche
sul
vessillo
nazionale
,
lo
scudo
crociato
.
Fino
a
ieri
,
il
tricolore
rappresentava
il
simbolo
dell
'
unità
:
domani
se
la
notizia
fosse
vera
consacrerebbe
la
divisione
profonda
degli
italiani
,
la
tirannide
di
una
banda
armata
,
il
brigantesco
trionfo
di
una
minoranza
violenta
e
rapinatrice
,
che
,
dinnanzi
alla
storia
,
vuol
porre
il
suo
insanguinato
sigillo
di
parte
all
'
ombra
dello
stemma
reale
,
quasi
a
suprema
testimonianza
di
un
solidale
destino
.
Il
fascismo
ha
tolto
la
patria
ai
migliori
italiani
:
ora
,
aggiungendo
all
'
iniquità
la
profanazione
,
oserebbe
insozzare
la
bandiera
e
,
di
fronte
al
mondo
civile
,
degradarla
a
insegna
di
una
fazione
:
come
nel
Medioevo
.
Incontaminate
rimangono
secondo
le
informazioni
della
stampa
fascista
le
bandiere
dei
reggimenti
.
La
tirannide
ha
compreso
che
l
'
esercito
non
avrebbe
tollerato
l
'
oltraggio
.
Il
fascio
appartiene
alla
milizia
nera
,
accozzaglia
di
banditi
,
sorta
dal
delitto
e
pel
delitto
:
non
può
dunque
appartenere
all
'
esercito
,
che
,
di
sopra
alle
divisioni
politiche
,
raccoglie
tutti
i
figli
del
popolo
e
che
,
nei
paesi
civili
,
è
il
presidio
della
libertà
,
della
dignità
e
dell
'
unità
nazionali
.
L
'
esercito
ha
innalzato
e
difeso
le
sue
bandiere
nelle
guerre
contro
il
nemico
esterno
:
non
può
consentire
ch
'
esse
siano
disonorate
dall
'
emblema
della
guerra
civile
.
StampaPeriodica ,
L
'
importanza
dunque
del
programma
democratico
è
qui
:
che
invece
di
curare
i
mali
sociali
con
risorse
individuali
,
e
fermandosi
agli
individui
,
si
propone
di
risalire
alla
causa
principale
de
'
mali
,
cioè
all
'
ordinamento
economico
moderno
,
e
,
per
evoluzione
,
di
farlo
su
basi
più
eque
e
più
giuste
;
e
ciò
con
il
concorso
di
tutte
le
risorse
sociali
,
col
concorso
del
potere
pubblico
.
Ma
poiché
nessuna
influenza
potrà
mai
esercitare
su
tale
potere
la
classe
operaia
,
fino
a
tanto
che
rimarrà
disgregata
,
polverizzata
come
si
trova
ora
;
perciò
innanzi
tutto
i
democratici
cristiani
si
propongono
di
riorganizzarla
per
arti
e
mestieri
,
associazioni
professionali
,
corporazioni
,
adatte
,
s
'
intende
,
ai
bisogni
sociali
moderni
.
Nessuno
ignora
la
più
bella
pagina
popolare
della
Chiesa
cattolica
nel
medio
evo
,
a
rispetto
appunto
delle
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
.
La
Chiesa
cattolica
,
checché
ne
dicano
egregi
contraddittori
,
rioccupandosi
del
problema
sociale
e
schierandosi
con
gli
umili
,
non
introduce
punto
una
novità
.
Essa
riprende
semplicemente
l
'
antica
sua
tradizione
popolare
,
interrotta
per
la
Riforma
,
ma
non
cessata
mai
:
la
critica
storica
moderna
prova
a
esuberanza
questa
verità
.
Il
concetto
stesso
della
Redenzione
abbraccia
di
preferenza
gli
umili
,
la
cui
abbiezione
nel
paganesimo
,
con
la
schiavitù
,
aveva
raggiunto
l
'
ultimo
segno
dell
'
umana
degradazione
;
sta
a
provarlo
tutto
lo
svolgimento
storico
della
Chiesa
primitiva
,
che
,
dagli
apostoli
a
'
Padri
,
a
'
dottori
altamente
rivendica
la
personalità
giuridica
e
la
libertà
dello
schiavo
.
Paolo
che
scrive
a
Filemone
chiamando
col
dolce
nome
di
fratello
lo
schiavo
Onesino
!
Linguaggio
inaudito
,
rivoluzionario
si
direbbe
oggi
,
che
fa
sorridere
di
sprezzo
i
ricchi
e
i
potenti
,
i
quali
con
disdegno
respingono
la
religione
del
Cristo
,
che
chiamano
religione
di
schiavi
.
Ma
Onesino
più
tardi
esempio
sublime
d
'
ascensione
degli
umili
nella
Chiesa
di
Cristo
fu
elevato
alla
dignità
di
ministro
e
poi
di
vescovo
!
E
che
tal
concetto
democratico
della
Chiesa
novella
avessero
tutti
,
a
quel
tempo
,
gli
stessi
suoi
nemici
,
oltre
alle
facili
e
note
citazioni
di
scrittori
pagani
,
sta
il
fatto
di
avere
scoperto
un
Crocefisso
con
la
testa
d
'
asino
e
con
ai
piedi
la
scritta
:
«
Aniceto
(
un
altro
schiavo
)
adora
il
suo
Dio
!
»
Occorre
più
oltre
dimostrare
l
'
origine
e
lo
spirito
democratico
della
Chiesa
?
Occorre
forse
ripetere
come
il
suo
Divin
Fondatore
,
che
pur
poteva
nascere
in
qualsiasi
condizione
sociale
,
preferì
nascere
da
poveri
operai
?
che
abbracciò
il
lavoro
manuale
per
nobilitarlo
,
per
santificarlo
;
condannando
per
sempre
ogni
distinzione
tra
lavoro
servile
e
lavoro
libero
?
che
il
lavoro
elevava
a
dovere
di
giustizia
sociale
a
cui
non
è
lecito
sottrarsi
senza
colpa
,
a
meno
di
incapacità
fisica
o
di
imbecillità
,
a
segno
che
giustamente
San
Paolo
,
spiegando
il
pensiero
del
Maestro
,
nella
seconda
lettera
ai
Tessalonicesi
,
esce
nella
nota
frase
:
«
chi
non
lavora
,
non
mangi
»
?
!
Che
,
più
tardi
,
mette
per
condizione
di
salvezza
il
farsi
piccino
,
il
considerarsi
degli
ultimi
;
e
stabilisce
la
funzione
sociale
di
ogni
privilegio
,
d
'
ogni
potere
,
l
'
essere
cioè
utile
agli
altri
,
servo
a
tutti
.
Gli
è
di
fatti
col
farsi
servo
a
tutti
che
si
potrà
essere
maggiore
nel
regno
suo
.
Il
quale
regno
non
è
già
promesso
a
'
ricchi
,
a
'
gaudenti
;
costoro
han
ricevuto
la
loro
mercede
,
se
nelle
ricchezze
,
se
negli
onori
,
se
nei
godimenti
han
posto
il
loro
cuore
,
ed
oh
!
quanto
è
difficile
non
metterlo
!
Di
qui
il
pericolo
de
la
ricchezza
:
«
più
facile
che
un
cammello
passi
per
la
cruna
d
'
un
ago
,
che
un
ricco
per
la
porta
del
cielo
!
»
Mentre
è
poi
così
largamente
promesso
agli
umili
,
ai
poveri
,
a
quelli
che
piangono
,
a
quelli
che
hanno
fame
e
sete
della
giustizia
,
a
quelli
che
soffrono
per
la
giustizia
.
Né
si
contenta
Gesù
di
serbare
a
questi
umili
le
migliori
promesse
per
l
'
altra
vita
,
ma
gli
onora
anco
in
questa
,
elevandoli
di
preferenza
alla
dignità
di
suoi
discepoli
,
di
continuatori
della
grande
opera
di
sociale
redenzione
.
Sicché
d
'
allora
si
vide
spettacolo
commovente
!
gli
umili
essere
i
primi
ad
accendersi
alla
parola
del
Divino
Maestro
,
ad
abbandonare
con
prontezza
ogni
cosa
,
fino
il
padre
morto
,
da
seppellire
,
per
seguirlo
...
Apriamo
il
Vangelo
.
Quale
spirito
democratico
ad
ogni
pagina
!
Apriamo
gli
atti
apostolici
,
le
lettere
degli
apostoli
:
uno
lo
spirito
,
uno
il
linguaggio
!
«
Non
vogliate
tenere
la
fede
del
glorioso
signor
nostro
Gesù
Cristo
e
insieme
l
'
accettazione
delle
persone
.
Imperocché
se
entrerà
nelle
vostre
adunanze
un
uomo
che
ha
l
'
anello
d
'
oro
,
vestito
splendidamente
ed
entrerà
anche
un
povero
in
sordida
veste
,
e
vi
rivolgete
a
colui
ch
'
è
vestito
splendidamente
e
gli
direte
:
siedi
tu
qui
con
tuo
comodo
;
al
povero
poi
direte
:
tu
sta
ritto
costì
,
ovvero
,
siedi
sotto
la
panchetta
dei
miei
piedi
;
non
venite
voi
a
far
distinzione
dentro
voi
stessi
,
e
diventate
giudici
d
'
iniquo
pensare
?
...
Non
ha
egli
Dio
eletti
i
poveri
in
questo
mondo
ricchi
di
fede
ed
eredi
del
regno
promesso
da
Dio
a
coloro
che
lo
amano
?
Ma
voi
avete
disonorato
il
povero
.
Non
sono
eglino
i
ricchi
che
vi
opprimono
con
prepotenze
?
»
Ecco
perché
la
Chiesa
di
Gesù
Cristo
,
forte
dei
principi
suoi
progressivi
,
non
temé
mai
di
dar
mano
al
movimento
ascensionale
degli
umili
,
anzi
se
ne
fece
in
ogni
tempo
promotrice
.
Ma
Ella
anche
in
ogni
tempo
trovò
contraddittori
ed
avversari
nel
suo
seno
;
trovò
per
tutto
di
quei
falsi
zelanti
,
e
di
quei
pusilli
,
che
facendo
gli
scandalizzati
,
oggi
ancora
le
attraversano
il
cammino
;
ma
,
potente
per
l
'
idea
,
Ella
andrà
avanti
e
vincerà
.
L
'
ascensione
degli
umili
,
da
Lei
solennemente
proclamata
,
non
è
già
parzialità
verso
una
classe
,
ma
stretta
,
rigorosa
giustizia
che
tutte
le
altre
classi
devono
rendere
agli
umili
,
i
quali
senza
colpa
loro
si
trovano
oggi
dall
'
altre
classi
staccati
,
«
ridotti
in
una
condizione
indegna
,
portanti
in
gioco
poco
men
che
servile
,
con
isfregio
all
'
umana
dignità
e
all
'
opera
stessa
di
redenzione
»
.
Opera
la
cui
continuazione
essendo
un
diritto
e
un
dovere
della
Chiesa
,
Ella
esorta
,
comanda
tutti
,
a
preti
e
a
laici
,
di
cooperar
con
Lei
a
salvare
il
popolo
,
e
per
mezzo
del
popolo
la
società
.
Come
s
'
è
risposto
all
'
appello
?
Riassumendo
.
Chi
sono
,
che
vogliono
i
democratici
cristiani
?
Sono
anzitutto
cattolici
,
apostolici
,
romani
.
E
vogliono
,
persuasi
che
con
le
sole
opere
di
carità
non
si
curano
i
mali
sociali
e
lo
prova
l
'
esperienza
degli
ultimi
cinquant
'
anni
,
ne
'
quali
l
'
opere
di
carità
moltiplicate
,
non
hanno
impedito
la
formazione
o
l
'
accrescimento
del
proletariato
,
che
,
proprio
in
tal
periodo
di
tempo
,
ha
preso
proporzioni
spaventevoli
;
e
persuasi
pure
che
nell
'
economia
cristiana
la
giustizia
va
avanti
alla
carità
,
vogliono
appunto
secondo
giustizia
,
che
la
condizione
economica
e
morale
della
classe
operaia
sia
sollevata
;
rivendicati
i
giusti
diritti
del
lavoro
di
fronte
a
'
privilegi
del
capitale
;
protetto
l
'
operaio
,
come
è
protetto
qualsiasi
professionista
:
com
'
è
protetto
l
'
avvocato
,
l
'
ingegnere
,
il
medico
,
il
farmacista
;
ciascuno
de
'
quali
,
mercé
la
semplice
presentazione
di
un
diploma
,
può
ricorrere
alla
legge
per
far
tutelare
i
suoi
diritti
professionali
,
dacché
per
ciascuna
professione
vige
una
legislazione
speciale
minuziosa
a
tutela
appunto
di
tali
diritti
;
mentre
solo
per
la
classe
operaia
non
c
'
è
alcuna
seria
difesa
,
né
contro
gli
abusi
del
capitale
,
né
contro
la
concorrenza
de
'
guastamestieri
,
che
danneggia
gli
interessi
delle
singole
arti
screditandole
.
E
questo
miglioramento
economico
e
morale
,
questa
ascensione
della
classe
operaia
,
i
democratici
cristiani
si
propongono
di
raggiungerla
,
come
ne
'
secoli
migliori
di
libertà
popolari
e
di
grandezza
della
Chiesa
,
per
mezzo
della
classe
operaia
stessa
;
non
già
messa
su
,
aizzata
,
ma
educata
,
resa
cosciente
de
'
propri
diritti
e
insieme
de
'
propri
doveri
,
germe
e
misura
de
'
diritti
.
E
per
questo
vogliono
,
secondando
lo
spirito
moderno
d
'
associazione
,
riunire
,
associare
il
popolo
per
classi
;
e
tra
queste
classi
promuovere
in
tutt
'
i
modi
e
con
tutti
i
mezzi
possibili
la
cooperazione
,
per
sollevarne
al
più
presto
la
condizione
economica
;
persuasi
che
con
l
'
uomo
stretto
dal
bisogno
,
con
l
'
uomo
che
patisce
la
fame
non
si
ragiona
;
e
che
è
uno
sconoscere
la
natura
e
un
far
opera
di
discredito
e
vana
l
'
occuparsi
solo
del
problema
religioso
,
mettendo
in
terza
e
quarta
linea
quello
economico
;
citando
magari
a
sproposito
,
come
abbiam
sentito
noi
stessi
,
le
parole
del
Vangelo
:
«
Cercate
prima
il
regno
dei
Cieli
ecc
.
»
;
che
si
riferiscono
evidentemente
a
chi
troppo
si
preoccupa
dei
beni
di
questa
terra
,
a
chi
brama
d
'
alzarsi
troppo
in
su
(
Luca
,
XII
)
;
e
non
già
a
chi
,
lavorando
,
patisce
la
fame
,
a
chi
gli
vien
frodata
o
ritardata
la
mercede
,
sino
a
diventar
preda
dell
'
usura
:
il
pianto
di
queste
vittime
,
secondo
una
espressione
appunto
del
Vangelo
,
grida
vendetta
in
cielo
!
Ché
poi
il
far
così
sia
anche
opera
di
discredito
per
la
Chiesa
e
vana
per
il
popolo
,
sta
a
provarlo
il
fatto
che
,
mentre
dal
'60
in
qua
,
da
noi
,
il
clero
non
ha
cessato
di
predicare
,
di
dir
messa
,
di
confessare
,
ma
tappato
in
chiesa
o
in
sacrestia
,
senza
punto
occuparsi
degli
interessi
materiali
del
popolo
,
specie
della
classe
operaia
,
vivendo
estraneo
alla
vita
e
al
pensiero
moderno
;
le
classi
elevate
prima
,
e
poi
tutta
la
gran
massa
del
popolo
,
si
sono
andate
allontanando
dalla
Chiesa
,
e
il
consueto
esercizio
del
sacerdotale
ministero
s
'
è
mostrato
impotente
a
impedire
la
scristianizzazione
della
società
,
mercé
la
scristianizzazione
lenta
e
progressiva
della
famiglia
e
della
scuola
;
da
cui
la
scristianizzazione
de
'
principali
istituti
sociali
.
Non
è
egli
chiaro
dunque
,
e
lo
diceva
alto
e
forte
il
grande
vescovo
sociale
Ketteler
,
che
il
metodo
sin
qua
seguito
il
metodo
,
dacché
la
dottrina
è
eterna
dev
'
essere
rinnovato
?
Che
deve
adattarsi
ai
tempi
?
Che
,
per
riprendere
l
'
antico
contatto
,
urge
impadronirsi
del
pensiero
moderno
,
e
parlar
di
nuovo
il
linguaggio
del
popolo
?
Come
ciò
,
senza
conoscerne
a
fondo
le
aspirazioni
e
i
bisogni
,
senza
interessarsi
della
sua
sorte
economica
?
Il
toglier
l
'
operaio
da
quella
precarietà
di
vita
,
da
quella
miseria
,
ch
'
è
vera
occasione
prossima
di
peccato
(
occasio
proxima
peccandi
)
,
avanti
di
predicare
il
Vangelo
è
dovere
stretto
del
ministero
della
Chiesa
diceva
il
Ketteler
-
a
somiglianza
appunto
del
Divin
Maestro
che
,
avanti
di
predicare
,
aveva
cura
de
'
corpi
,
pensava
a
sfamare
quella
turba
,
per
la
quale
sentiva
tanta
compassione
:
misereor
super
turbam
!
Che
ingiungeva
a
'
suoi
discepoli
di
guarire
le
infermità
,
di
curare
i
corpi
,
avanti
di
principiare
la
cura
delle
anime
.
Ebbene
la
miseria
,
la
fame
,
non
è
la
porta
maestra
di
tutte
le
infermità
,
di
tutte
le
colpe
,
di
tutti
i
delitti
?
...
Per
questo
i
democratici
cristiani
,
preti
e
laici
,
mentre
con
la
parola
e
con
la
stampa
lavorano
alla
diffusione
delle
idee
,
alla
popolarizzazione
del
programma
loro
positivo
,
per
formare
la
coscienza
popolare
,
danno
ancora
sollecita
mano
alla
fondazione
di
quante
opere
economiche
possono
in
qualche
modo
recar
sollievo
,
anche
in
via
precaria
,
alla
classe
operaia
;
né
risparmiano
il
loro
concorso
a
quante
opere
di
carità
,
specie
di
carità
,
preventiva
,
si
propongono
di
sollevare
le
miserie
o
lenire
i
dolori
dell
'
umana
società
;
combattendo
quella
beneficenza
passeggera
o
teatrale
,
negazione
dello
spirito
cristiano
,
che
,
alimentando
nelle
masse
popolari
l
'
imprevidenza
,
le
induce
alla
simulazione
,
con
detrimento
del
carattere
e
le
inclina
all
'
ozio
,
da
cui
ogni
morale
depravazione
e
il
decadimento
fisico
.
Ma
,
ripeto
,
i
democratici
cristiani
,
avendo
l
'
occhio
alla
radice
de
'
mali
,
mirano
di
preferenza
all
'
attuazione
pratica
e
progressiva
del
programma
loro
sociale
,
a
principiare
da
quello
minimo
ne
'
comuni
.
Coll
'
introdurre
per
esempio
ne
'
comuni
una
proporzionale
rappresentanza
d
'
interessi
empirici
,
spesso
partigiani
,
personali
o
di
camarille
,
subentri
una
rappresentanza
d
'
interessi
reali
e
definiti
.
Rappresentanza
di
classe
che
,
a
suo
tempo
,
dal
comune
dovrà
passare
al
parlamento
.
Dipoi
con
una
riforma
tributaria
in
senso
progressivo
,
con
abolizione
delle
quote
minime
,
cioè
d
'
ogni
tassa
su
redditi
rispondenti
ad
un
minimum
d
'
esistenza
,
e
abolizione
del
dazio
consumo
.
Mercé
la
municipalizzazione
di
sindacati
professionali
ed
agricoli
,
e
camere
di
lavoro
e
agricole
,
e
l
'
istituto
probiviri
,
e
via
via
.
Mercé
la
municipalizzazione
de
'
principali
servizi
pubblici
,
i
quali
,
sull
'
esperienza
di
comuni
esteri
,
specie
americani
,
da
oneri
gravissimi
,
dovranno
diventare
progressivamente
cespiti
considerevoli
.
E
,
infine
,
mercé
clausole
aggiunte
ai
capitolati
d
'
appalto
iniziare
una
seria
protezione
del
lavoro
sulle
basi
più
ovvie
;
cioè
assicurazione
degli
operai
per
parte
degli
appaltatori
,
fissazione
della
giornata
massima
di
lavoro
e
di
un
minimum
di
salario
,
riposo
festivo
obbligatorio
,
limitazione
del
lavoro
delle
donne
e
de
'
fanciulli
e
limitazione
del
numero
d
'
operai
forestieri
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Eccoti
qualche
osservazione
sul
tuo
tormentato
e
tormentatore
"
Manifesto
"
.
Tu
poni
perfettamente
come
compito
della
Rivoluzione
Liberale
la
spiegazione
di
questi
tre
fenomeni
della
vita
italiana
:
"
1
)
mancanza
di
una
classe
dirigente
come
classe
politica
;
2
)
mancanza
di
una
vita
economica
moderna
ossia
di
una
classe
tecnica
progredita
(
lavoro
qualificato
,
intraprenditori
,
risparmiatori
)
3
)
mancanza
di
una
coscienza
e
di
un
diretto
esercizio
della
libertà
"
Mio
caro
amico
,
ti
dirò
subito
che
non
credo
sia
possibile
arrivare
a
tanto
,
seguendo
il
tenue
filo
delle
avventure
hegeliane
e
delle
peripezie
antisensiste
dei
signori
Luigi
Ornato
,
Giovanni
Maria
Bertini
e
Santorre
di
Santarosa
.
Permetti
che
,
in
queste
mie
osservazioni
,
mi
valga
dei
risultati
degli
studi
di
autori
che
qui
convien
nominare
per
vendicarli
delle
spogliazioni
che
essi
soffrono
da
una
ristretta
cerchia
di
iniziati
,
che
non
li
nomina
mai
per
paura
che
anche
gli
altri
se
li
facciano
venire
dal
libraio
.
Mi
baso
sopratutto
su
:
Sombart
,
Der
Bourgeois
,
Monaco
e
Lipsia
1913;
Max
Weber
,
Gesammelte
Aufsätze
zur
Religions
soziologie
,
Tufinga
1921;
Troeltsch
,
Soziallehren
der
chrislichen
Kirchen
,
Berlino
1917
.
La
vostra
posizione
di
protesta
contro
l
'
Italia
giolittiana
o
nittiana
,
contro
il
socialismo
di
Serrati
e
le
cooperative
di
Vergnanini
somiglia
molto
alla
passionale
opposizione
puritana
contro
il
sistema
sociale
che
si
era
formato
in
Inghilterra
sotto
gli
Stuardi
:
lega
di
malaffare
fra
Stato
,
Chiesa
anglicana
e
monopolisti
,
per
far
prosperare
le
imprese
di
un
capitalismo
mercantile
coloniale
statalmente
privilegiato
.
Il
puritanesimo
vi
contrapponeva
le
tendenze
ad
un
profitto
capitalistico
razionale
e
legale
,
raggiunto
in
forza
della
propria
energia
e
iniziativa
.
I
puritani
(
Prynne
,
Parker
)
rigettavano
ogni
contatto
"
con
i
cortigiani
e
i
facitori
di
progetti
"
,
fautori
di
monopolii
parassitarii
,
come
con
una
classe
di
persone
eticamente
sospette
;
il
nostro
amico
E
.
Corbino
tratta
precisamente
su
questo
tono
i
socialisti
,
che
"
facitori
di
progetti
"
sono
già
fin
d
'
ora
,
e
"
cortigiani
"
diventeranno
ben
presto
.
Questa
analogia
di
posizioni
fa
capire
che
,
in
fondo
,
iI
compito
di
Rivoluzione
Liberale
mira
alla
spiegazione
della
mancanza
prima
e
profonda
nel
nostro
paese
:
quella
dello
"
spirito
capitalistico
"
.
Definizioni
dello
spirito
capitalistico
non
ce
ne
sono
.
Raccomandabilissimo
,
per
mia
esperienza
personale
,
lo
studio
di
due
libri
:
La
Vita
di
Beniamino
Franklin
e
Robison
Crusoè
:
né
dirai
che
questa
volta
faccio
delle
citazioni
peregrine
.
Lo
spirito
capitalista
è
facilmente
percepibile
quando
l
'
ascesi
protestante
si
è
impadronita
del
vecchio
concetto
(
-
che
il
lavoro
,
anche
per
misera
mercede
,
è
meritorio
agli
occhi
di
Dio
-
)
e
lo
ha
approfondito
,
anzi
trasformato
,
fino
a
creare
l
'
impulso
al
lavoro
come
vocazione
(ingl.:
state
;
ted
.
Beruf
)
,
fino
a
far
considerare
il
lavoro
come
l
'
eccellente
,
anzi
l
'
unico
mezzo
,
per
diventare
sicuri
dello
stato
di
grazia
:
quando
l
'
ascesi
protestante
-
divenuta
vera
ascesi
laica
-
legalizzò
d
'
altra
parte
lo
sfruttamento
della
specifica
volonterosità
al
lavoro
,
chiarificando
come
"
vocazione
"
,
l
'
ansia
di
guadagno
dell
'
imprenditore
.
È
evidente
poi
,
quanto
l
'
esclusivo
sforzo
di
raggiungere
il
regno
di
Dio
con
l
'
adempimento
del
dovere
al
lavoro
(
inteso
come
vocazione
)
dovesse
promuovere
la
"
produttività
"
,
nel
senso
capitalistico
della
parola
:
è
dimostrato
come
quella
concezione
dello
"
Stato
di
grazia
"
che
poteva
essere
garantito
non
da
qualunque
espediente
magico
sacramentale
,
o
dalla
assoluzione
della
confessione
,
o
dell
'
adempimento
di
pratiche
propiziatorie
,
ma
soltanto
dal
mantenimento
di
uno
speciale
stile
di
vita
pietistica
,
dovesse
condurre
a
quella
metodica
razionale
della
vita
pratica
,
che
è
il
segreto
dei
grandi
intraprenditori
e
delle
grandi
aziende
.
Si
è
spesso
-
e
Sombart
lo
ha
dichiarato
in
tratti
particolarmente
felici
-
indicato
come
motivo
fondamentale
dell
'
economia
moderna
il
"
razionalismo
economico
"
.
Senza
dubbio
,
se
con
questa
espressione
s
'
intende
l
'
allargamento
della
produttività
del
lavoro
mediante
l
'
ingranaggio
del
processo
di
produzione
,
combinato
da
un
punto
di
vista
scientifico
.
Ma
questo
processo
di
razionalizzazione
sul
terreno
tecnico
presuppone
uno
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
e
condiziona
una
parte
importante
degli
"
ideali
"
della
moderna
società
borghese
:
il
lavoro
per
una
razionale
distribuzione
di
beni
materiali
all
'
umanità
.
Sotto
Vanderlip
,
americano
inquirente
sui
mali
europei
,
è
agevole
scoprire
Vanderlip
razionalizzatore
di
una
azienda
bancaria
;
raschiate
ancora
,
troverete
il
gregario
di
una
setta
protestante
che
cerca
di
seguire
un
qualsiasi
sistema
di
ascesi
laica
.
Usando
uno
schema
grossolano
,
possiamo
dire
,
per
esempio
,
di
Beniamino
Franklin
:
a
)
Prima
abbiamo
lo
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
notissima
in
quelle
storielle
che
a
noi
sembrano
incredibili
e
ridicole
,
dell
'
Almanacco
del
povero
Riccardo
,
ecc
.
b
)
Poi
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
di
produttore
,
da
apprendista
tipografo
diventa
padrone
,
inventa
il
parafulmine
,
ecc
.
c
)
Infine
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
politica
:
leggere
la
descrizione
dei
suoi
sforzi
in
servizio
degli
Improvements
comunali
di
Filadelfia
,
per
capire
come
il
lavoro
per
la
distribuzione
dei
beni
materiali
,
per
la
"
prosperità
"
della
città
natale
,
ecc
.
penda
sempre
dinanzi
agli
occhi
di
chi
è
già
passato
attraverso
ai
due
stadii
o
momenti
precedenti
.
Questa
è
la
fioritura
completa
dello
spirito
capitalistico
,
che
,
come
vediamo
tipicamente
in
Franklin
e
in
tutta
la
società
americana
dei
suoi
tempi
,
ci
dà
perfettamente
quello
che
la
Rivoluzione
Liberale
cerca
invano
in
Italia
:
classe
tecnica
progredita
,
coscienza
e
diretto
esercizio
della
libertà
.
Ora
,
in
Italia
,
non
esiste
e
non
è
esistito
mai
lo
"
spirito
capitalistico
"
come
fenomeno
di
masse
.
Esiste
quello
che
il
Sombart
chiama
Paria
-
kapitalismus
(
la
cupidigia
del
barcaiolo
napoletano
o
dell
'
aranciaro
,
la
parsimonia
dell
'
emigrante
tanto
ridicolamente
vantata
,
tutti
aspetti
dell
'
auri
sacra
fames
che
è
vecchia
quanto
il
mondo
,
e
non
ha
niente
da
fare
con
lo
spirito
capitalistico
)
.
Esiste
quello
che
lo
stesso
Sombart
,
e
altri
,
chiamarono
Abenteurer
-
kapitalismus
(
il
persistente
parassitismo
siderurgico
,
i
casi
Bondi
,
Perrone
,
ecc
.
rientrane
in
questa
categoria
)
.
Non
ci
fu
mai
altro
.
Perché
?
La
risposta
del
materialismo
storico
ingenuo
spiega
subito
,
si
sa
:
"
Tale
spirito
capitalistico
un
rispecchiamento
,
una
soprastruttura
di
situazioni
economiche
:
non
si
è
avuto
in
Italia
,
perché
queste
situazioni
sono
mancate
"
.
Balle
.
Basta
ricordare
che
nel
paese
natale
di
Beniamino
Franklin
(
Massachussets
)
lo
"
spirito
capitalistico
"
esistette
ben
prima
dello
"
sviluppo
capitalistico
"
:
che
nelle
colonie
che
poi
formarono
gli
Stati
meridionali
dell
'
Unione
,
questo
spirito
capitalistico
rimase
molto
meno
sviluppato
,
quantunque
là
sorgessero
le
prime
intraprese
d
'
affari
su
grande
-
ma
non
razionale
-
scala
:
che
lo
spirito
capitalistico
si
preparò
,
insomma
,
alle
più
grandi
esplosioni
nelle
Colonie
di
New
-
England
,
in
mezzo
a
una
popolazione
di
piccoli
borghesi
,
di
artigiani
,
di
yeomen
e
di
predicatori
.
Il
ritornello
incalza
:
perché
?
Perché
,
dai
Comuni
,
in
cui
,
come
tu
dici
,
"
sorsero
gli
elementi
della
vita
economica
moderna
"
non
derivò
anche
lo
spirito
che
questi
elementi
unifica
e
conduce
alla
battaglia
?
Perché
Machiavelli
,
che
"
professa
una
religiosità
della
pratica
come
spontaneità
di
iniziativa
e
di
economia
"
rimane
un
isolato
?
Perché
,
quando
,
sotto
la
superficiale
influenza
di
Cavour
e
del
periodo
libero
-
scambista
,
parve
che
un
più
intenso
sbocciare
di
imprese
animate
,
da
spirito
capitalistico
dovesse
segnare
l
'
inizio
del
nuovo
Regno
,
ci
fu
una
vera
rivolta
della
opinione
pubblica
,
un
vero
riaccendersi
di
disprezzo
mandarinesco
verso
gli
uomini
dell
'
industria
e
questa
rivolta
si
concretò
nell
'
accentramento
burocratico
?
Perché
,
mio
caro
,
tu
stesso
,
che
con
tanta
minuzia
studii
,
non
dico
l
'
embrione
,
ma
il
feto
della
classe
dirigente
in
Italia
,
arrivato
al
Santarosa
"
in
cui
l
'
espressione
dell
'
esigenza
religiosa
si
confondeva
nell
'
ossequio
alla
Chiesa
"
,
trovi
ciò
assolutamente
ovvio
,
"
perché
il
Cristianesimo
,
iniziale
ardore
di
sentimento
,
momento
ideale
naturalmente
anarchico
,
eretico
,
atto
che
supera
tutti
i
fatti
,
affermazione
violenta
di
spiritualità
contro
tutti
i
dati
,
non
può
avere
vita
e
compimento
reale
se
non
realizza
l
'
ardore
in
organismo
,
se
non
sostituisce
alla
purezza
astratta
dell
'
aspirazione
l
'
ordine
solido
della
praticità
"
?
Perché
-
io
credo
-
il
cattolicesimo
,
il
cattolicismo
della
Chiesa
romana
assoluta
negazione
di
ogni
metodica
di
vita
borghese
,
assoluta
soffocatrice
dell
'
ascesi
protestante
,
ci
ha
afferrati
e
non
ci
molla
più
.
Io
non
so
se
,
come
tu
dici
,
il
cattolicesimo
ha
ucciso
l
'
idea
liberale
:
perché
l
'
idea
liberale
è
per
me
una
espressione
alquanto
vaga
e
imprecisa
ma
esso
ha
forse
ucciso
in
Italia
ogni
possibilità
di
ascesi
laica
.
Ha
,
con
la
sua
mole
di
Chiesa
,
cioè
di
universale
fidecommesso
per
scopi
ultraterreni
,
abbracciante
i
giusti
e
i
reprobi
,
ucciso
tutte
le
possibilità
di
svolgimento
della
setta
,
intesa
come
comunità
di
coloro
che
personalmente
si
sentono
in
stato
di
grazia
,
credenti
ed
eletti
,
e
di
costoro
soltanto
:
e
cosi
,
con
questo
primo
schiacciamento
,
ha
tolto
di
mezzo
ogni
classe
dirigente
come
classe
politica
;
perché
la
setta
(
religiosa
)
ne
è
il
presupposto
.
La
Chiesa
Romana
ha
incarnato
in
noi
quell
'
orrore
verso
l
'
irrimediabile
banausismo
,
volgarità
e
monotonia
della
attività
pretina
specializzata
,
e
con
questo
ha
tolto
di
mezzo
le
possibilità
di
avere
la
classe
tecnica
progredita
.
La
Chiesa
Romana
ci
ha
evitate
le
angoscie
del
dubbio
sull
'
essere
o
no
predestinati
alla
grazia
,
degni
o
indegni
di
appartenere
alla
"
Ecclesia
pura
"
:
ma
"
la
coscienza
e
il
diretto
esercizio
della
libertà
"
sono
sorte
proprio
e
soltanto
da
quelle
angoscie
.
Insomma
io
credo
che
il
cattolicismo
della
Chiesa
Romana
ci
abbia
privati
dello
"
spirito
capitalistico
"
;
e
-
insieme
-
di
tutto
ciò
di
cui
Rivoluzione
Liberale
si
propone
di
spiegare
la
mancanza
,
e
che
manca
,
perché
è
mancato
quello
spirito
capitalistico
stesso
.
Il
più
bello
però
è
questo
:
che
tu
,
con
la
tua
rivista
,
non
solo
vuoi
spiegare
perché
tutta
questa
roba
manca
:
ma
vuoi
contribuire
a
fabbricarla
.
Io
credo
invece
che
la
vittoria
del
cattolicismo
sia
definitiva
,
nel
senso
chiarito
:
che
cioè
lo
"
spirito
capitalistico
"
non
sorgerà
-
come
afflato
di
massa
-
nel
nostro
paese
.
Tu
dici
:
Data
la
loro
affermazione
di
un
principio
idealistico
o
,
se
meglio
piace
,
volontaristico
,
che
fa
risiedere
la
funzione
dello
Stato
nelle
libere
attività
popolari
,
affermantisi
attraverso
un
processo
di
individuale
differenziazione
,
Mazzini
e
Marx
sono
i
più
grandi
liberali
del
mondo
moderno
.
Giusto
:
appunto
per
questo
il
marxismo
e
il
mazzinianismo
sono
fratelli
...
nella
tomba
.
Tu
dici
:
Coerenti
ad
una
visione
marxista
,
o
,
meglio
,
italianamente
marxista
sono
rimasti
alcuni
comunisti
(
non
il
Partito
Comunista
)
,
che
agitando
il
mito
di
Lenin
vedono
nella
Rivoluzione
il
cimento
della
capacità
politica
delle
classi
lavoratrici
,
della
loro
attitudine
a
creare
lo
Stato
.
Giusto
:
tu
hai
pronunciato
la
condanna
di
ogni
attività
pratica
dei
tuoi
amici
comunisti
.
Gira
e
rigira
biondina
,
in
Italia
-
altro
che
marxismo
!
-
non
c
'
è
che
del
"
poverismo
"
:
indicando
provvisoriamente
col
termine
di
poverismo
il
complesso
delle
tendenze
e
delle
dottrine
contrarie
allo
spirito
capitalistico
.
Prima
di
tutto
,
al
solito
,
il
sistema
poveristico
della
Chiesa
Romana
,
cui
ancora
si
volge
con
nostalgia
il
ricordo
e
l
'
affetto
degli
italiani
:
né
so
tenermi
dal
trascrivere
una
paginetta
del
Veuillot
,
dove
i
suoi
caratteri
sono
scolpiti
con
una
efficacia
che
non
mi
stanco
di
ammirare
:
"
A
l
'
osteria
,
le
déjeuner
couta
dix
-
sept
sous
.
C
'
est
une
des
grâces
de
Rome
,
de
pouvoir
déjeuner
où
l
'
on
veut
,
au
prix
que
l
'
on
veut
.
Toute
porte
est
ouverte
à
toute
honnête
homme
.
On
a
le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
pauvreté
est
de
bonne
humeur
.
Le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
bonne
humeur
de
la
pauvreté
!
Le
monde
finira
par
n
'
avoir
même
plus
l
'
idée
de
ces
deux
grands
biens
;
et
alors
il
y
aura
des
pleurs
et
de
grincement
de
dents
.
Rome
,
Rome
,
doux
pays
de
la
pauverté
honorée
et
libre
?
Le
docteur
B
*
*
,
excellent
prêtre
,
partit
de
Paris
son
breviaire
sous
le
bras
,
il
entra
dans
Rome
sans
autre
fortune
qu
'
un
sac
de
nuit
...
qui
contenait
un
plan
d
'
études
.
A
vingt
sous
par
jour
,
l
'
honoraire
de
sa
messe
,
il
est
logé
,
nourri
,
libre
,
content
;
il
est
entouré
de
consideration
,
et
il
fait
un
beau
livre
"
.
L
'
Italia
,
mio
caro
,
in
cui
vi
sentite
come
esiliati
,
è
questa
,
è
sempre
questa
.
Per
cambiarla
pare
che
tu
faccia
assegnamento
sui
nuclei
iniziali
dei
due
partiti
rivoluzionari
,
quello
degli
operai
e
quello
dei
contadini
.
Tu
li
chiami
rivoluzionari
:
spiegati
.
Forse
sono
rivoluzionari
i
loro
capi
,
le
loro
élites
,
i
giovani
che
più
o
meno
conosciamo
,
tizio
o
caio
,
e
che
assumono
verso
l
'
Italia
d
'
oggi
,
l
'
atteggiamento
di
protesta
puritana
?
Ma
perché
i
capi
e
le
élites
mettano
in
moto
le
masse
hanno
bisogno
di
un
vecchio
ingrediente
:
il
paradiso
.
E
non
mica
qualche
paradiso
laico
,
come
sempre
ce
ne
hanno
descritto
gli
utopisti
.
Per
battere
la
Chiesa
,
completamente
provvista
con
tre
paradisi
,
quello
di
Adamo
ed
Eva
,
quello
"
poverista
"
in
cui
Venillot
e
il
suo
amico
R
*
*
si
trovavano
così
bene
,
e
quello
lassù
,
bisogna
che
i
capi
e
le
élites
dispongano
di
un
paradiso
come
ne
disponevano
i
Calvinisti
,
i
Mennoniti
,
i
Quaccheri
.
Vuoi
tu
rimandarci
ai
Circoli
di
Coltura
Religiosa
?
Ah
,
mon
bon
,
pas
si
bête
que
ça
!
Il
coraggio
di
mascherarsi
da
protestante
l
'
ha
soltanto
il
nostro
amico
Prezzolini
!
O
forse
tu
vuoi
dire
che
"
l
'
ardore
e
l
'
iniziativa
degli
operai
saranno
-
da
certe
nuove
circostanze
economiche
,
-
potenziati
a
un
nuovo
completo
impeto
rivoluzionario
?
Ebbene
allora
io
ti
chiedo
quale
espediente
rivoluzionario
mai
varrà
a
cancellare
il
marchio
anticapitalistico
impressoci
dalla
Chiesa
di
Roma
,
a
far
sorgere
quello
spirito
capitalistico
che
i
Comuni
,
il
Rinascimento
e
il
Risorgimento
non
sono
riusciti
a
far
sorgere
:
io
ti
domando
come
eviterai
che
la
rivoluzione
delle
masse
operaie
e
contadine
ricada
nel
vecchio
solco
del
poverismo
cattolico
,
non
sia
semplicemente
e
rovinosamente
un
pazzo
tentativo
di
ritorno
al
tempo
in
cui
con
venti
soldi
al
giorno
l
'
uomo
era
alloggiato
,
nutrito
,
libero
,
e
...
scriveva
ancora
dei
bei
libri
?
Valgono
insomma
,
non
contro
cotesti
nuclei
iniziali
che
sono
stimabili
,
ma
contro
una
loro
ipotetica
azione
politica
,
le
identiche
obiezioni
che
valgono
contro
"
la
demagogia
ridicola
di
Bombacci
e
di
Misiano
"
.
Essi
non
riescono
a
risolvere
il
problema
;
quale
io
lo
vedo
:
e
cioè
:
"
Come
è
possibile
che
una
nazione
,
destituita
di
spirito
capitalistico
come
la
nostra
,
possa
mettere
in
piedi
una
disciplina
sociale
valida
ad
affermarsi
di
fronte
alle
nazioni
,
che
la
loro
disciplina
sociale
traggono
da
quello
spirito
capitalistico
?
Come
è
possibile
che
l
'
Italia
non
diventi
una
colonia
-
o
non
lo
resti
?
"
Per
chiudere
con
un
filo
di
speranza
,
dopo
questa
domanda
che
pare
disperata
,
faccio
due
righe
di
inventario
.
1°
Non
siamo
soli
a
dover
risolvere
questo
problema
,
nel
mondo
.
Questo
problema
è
posto
,
in
termini
press
'
a
poco
identici
,
ai
popoli
slavi
e
alla
civilizzazione
cinese
.
Ecco
due
enormi
aggruppamenti
dell
'
umanità
destituiti
come
noi
,
più
di
noi
forse
,
di
spirito
capitalistico
:
eppure
ben
risoluti
,
mi
pare
,
a
non
diventare
colonie
anglosassoni
.
Siamo
in
buona
compagnia
.
2°
È
innegabile
che
un
inizio
di
cristallizazione
,
un
inizio
di
speciale
disciplina
sociale
si
svolge
attorno
al
cosiddetto
"
socialismo
"
di
cui
tu
ti
affretti
troppo
a
dichiarare
l
'
impotenza
.
Non
comprendo
,
a
dir
vero
,
l
'
interpretazione
missiroliana
del
fenomeno
socialista
.
Lo
intendo
invece
come
una
forma
di
poverismo
laico
,
che
però
manifesta
la
sua
originalità
in
questo
:
nella
costituzione
di
una
classe
dirigente
destituita
,
si
capisce
,
di
spirito
capitalistico
,
ma
reclutata
in
base
ad
un
certo
rituale
,
e
munita
delle
conoscenze
tecniche
necessarie
per
far
vivere
una
azienda
.
L
'
epiteto
di
"
mandarini
"
e
di
"
bonzi
"
lanciato
contro
gli
organizzatori
per
offenderli
mette
bene
in
rilievo
un
aspetto
di
questa
originalità
:
l
'
epiteto
poi
può
essere
trovato
offensivo
solo
dagli
ingenui
.
Se
e
come
questa
originalità
possa
svolgersi
:
se
e
come
questa
singolare
classe
dirigente
possa
essere
paragonata
a
quelle
che
,
in
Russia
(
funzionari
bolscevichi
)
e
in
Cina
(
funzionari
confuciani
)
,
cercano
di
difendersi
contro
gli
assalti
delle
classi
dirigenti
derivate
dalle
sétte
ascetico
-
laiche
e
sorrette
da
intenso
spirito
capitalistico
:
e
,
finalmente
,
quali
siano
i
rapporti
ideologici
di
essa
verso
la
Chiesa
Romana
e
la
sua
attività
:
tutte
queste
cose
sono
forse
di
un
grande
interesse
:
ma
per
non
cadere
nel
vago
dilettantismo
,
hanno
bisogno
di
essere
documentate
con
raffronti
e
citazioni
lunghissime
.
Perciò
chiudo
.
Tuo
Giovanni
Ansaldo
.
StampaPeriodica ,
La
tendenza
degli
individui
appartenenti
ad
una
data
classe
di
riunirsi
in
corporazioni
si
manifestò
in
tutti
i
tempi
,
massime
in
quelli
dove
la
protezione
dell
'
individuo
da
parte
dello
Stato
era
minima
,
anzi
irrisoria
.
Così
le
università
delle
arti
e
dei
mestieri
nel
medio
evo
costituivano
una
potente
compagine
di
membri
legati
tra
loro
da
vincoli
indissolubili
di
fratellanza
.
Nei
tempi
moderni
,
scomparse
le
antiche
istituzioni
,
esse
rinacquero
sotto
altra
forma
,
nelle
maestranze
,
nelle
confraternite
e
nei
collegi
.
Mutate
le
circostanze
,
erano
mutati
anche
i
bisogni
,
e
la
protezione
che
la
confraternita
esercitava
sull
'
individuo
si
riduceva
ad
opere
di
beneficenza
in
caso
di
infermità
o
di
disgrazia
ed
a
privilegi
spirituali
.
Per
la
prima
volta
vi
erano
beni
mobili
ed
immobili
donati
da
più
benefattori
ed
accresciuti
continuamente
con
l
'
accumulazione
delle
rendite
;
per
i
secondi
,
poi
,
vescovi
e
pontefici
largivano
lettere
e
brevi
.
Ai
nostri
giorni
,
con
l
'
indemaniamento
che
il
governo
ha
decretato
per
le
proprietà
dei
pii
sodalizi
,
questi
hanno
perduto
la
loro
base
,
il
loro
sostegno
,
e
,
sotto
un
certo
aspetto
,
la
stessa
ragion
d
'
essere
.
Così
le
confraternite
hanno
conservato
solamente
il
loro
programma
religioso
,
ed
hanno
cessato
di
esercitare
in
vantaggio
dei
singoli
membri
la
protezione
e
la
beneficenza
.
Da
una
parte
però
il
dissidio
riacceso
tra
la
Chiesa
e
lo
Stato
e
la
lotta
combattuta
dalla
rivoluzione
contro
la
religione
cattolica
ha
fatto
rinascere
più
vivo
nei
cattolici
il
bisogno
di
riunirsi
,
di
federarsi
,
con
ideali
più
alti
,
con
forme
nuove
per
la
difesa
dei
comuni
interessi
,
non
più
di
classe
,
per
ora
,
ma
religiosi
.
Così
,
a
fianco
delle
confraternite
agonizzanti
,
sorsero
le
associazioni
,
i
circoli
,
i
comitati
parrocchiali
,
istituzioni
feconde
di
energia
e
di
pensiero
.
Dall
'
altra
parte
la
tendenza
a
riunirsi
per
difendere
gl
'
interessi
del
lavoro
divenne
una
vera
necessità
,
e
tutto
quello
slancio
che
i
cattolici
adoperarono
a
fondare
le
nuove
associazioni
fu
impiegato
ugualmente
dalle
classi
lavoratrici
per
istituire
le
società
di
mutuo
soccorso
,
le
fratellanze
operaie
,
le
leghe
di
resistenza
ed
infine
le
Camere
del
lavoro
.
Così
furono
sdoppiati
e
divisi
i
due
scopi
delle
istituzioni
antiche
«
religione
e
lavoro
»
,
e
si
delinearono
due
campi
d
'
azione
,
diversi
nei
principi
,
e
molte
volte
opposti
nei
mezzi
.
In
Italia
la
storia
delle
Camere
del
lavoro
è
breve
e
semplice
.
Furono
in
principio
le
associazioni
operaie
che
ebbero
l
'
idea
di
riunirsi
,
sull
'
esempio
di
altre
nazioni
,
in
un
nuovo
vincolo
di
fratellanza
per
mezzo
delle
Camere
del
lavoro
.
Il
Cabrini
e
il
Gnocchi
-
Viani
furono
i
promotori
ed
i
sostenitori
della
nuova
istituzione
.
Sorsero
,
è
vero
,
sotto
auspici
nettamente
socialisti
,
ma
tuttavia
il
loro
programma
escludeva
la
politica
,
e
teoricamente
lasciavano
aperto
l
'
adito
ai
rappresentanti
di
qualunque
partito
.
In
principio
non
vi
fu
un
municipio
che
,
richiesto
,
ricusasse
il
suo
appoggio
.
Nell
'
anno
1893
le
Camere
di
commercio
,
interpellate
dal
governo
sulle
riforme
che
esse
credessero
di
introdurre
nel
loro
ordinamento
,
risposero
tutte
proponendo
l
'
ammissione
di
una
data
rappresentanza
operaia
;
la
maggioranza
di
esse
la
voleva
inclusa
nelle
Camere
di
commercio
,
la
minoranza
la
voleva
lasciata
alle
Camere
del
lavoro
.
Lo
stesso
governo
mise
a
disposizione
del
Comitato
per
l
'
esposizione
agraria
del
1894
qualche
medaglia
per
quelle
Camere
del
lavoro
che
si
fossero
distinte
.
Questo
favore
però
fu
di
breve
durata
.
Dopo
il
1894
il
governo
mutò
radicalmente
indirizzo
e
si
mise
sulla
via
della
reazione
.
La
prima
vittima
fu
la
Camera
del
lavoro
di
Terni
,
dove
il
comune
,
per
divieto
assoluto
del
governo
,
negò
il
sussidio
alla
nascente
istituzione
.
La
ragione
è
facile
ad
intendersi
:
la
popolazione
operaia
di
Terni
è
composta
per
nove
decimi
dai
lavoratori
dell
'
acciaieria
governativa
,
e
sono
quindi
dipendenti
direttamente
dallo
Stato
,
il
quale
non
aveva
piacere
che
i
suoi
salariati
si
sottraessero
in
tal
modo
alla
patria
potestà
e
cercassero
di
difendere
i
loro
interessi
nella
tanto
temuta
solidarietà
operaia
.
Contemporaneamente
scoppiavano
i
tumulti
della
Sicilia
e
della
Lunigiana
,
i
quali
naturalmente
moltiplicarono
ed
inacerbirono
le
conseguenze
della
reazione
.
Società
di
mutuo
soccorso
,
leghe
di
resistenza
,
fasci
operai
e
Camere
di
lavoro
,
per
tutti
ci
fu
un
decreto
di
scioglimento
.
Il
governo
,
per
mezzo
dei
prefetti
,
o
fece
cancellare
dai
bilanci
comunali
sussidi
già
stanziati
per
le
Camere
di
lavoro
,
o
fece
pressione
sopra
sindaci
e
giunte
perché
non
li
deliberassero
.
Gli
operai
cercarono
naturalmente
di
resistere
,
e
dove
la
resistenza
era
inutile
,
protestarono
;
essi
però
non
furono
soli
,
ma
anche
parecchi
municipi
opposero
resistenza
alle
pressioni
governative
.
Il
governo
allora
si
rivolse
al
consiglio
di
Stato
,
domandando
se
i
comuni
avessero
la
facoltà
di
concorrere
con
sussidi
allo
sviluppo
delle
Camere
del
lavoro
;
il
consiglio
di
Stato
,
come
era
da
aspettarselo
,
emise
parere
contrario
.
Con
tutto
questo
gli
operai
fecero
ancora
qualche
tentativo
qua
e
là
,
al
quale
seguirono
nuovi
decreti
di
scioglimenti
,
deferimenti
e
processi
.
Fra
questi
non
mancarono
gli
episodi
comici
.
A
Roma
il
prefetto
sciolse
la
Camera
del
lavoro
e
la
deferì
all
'
autorità
giudiziaria
,
la
quale
dichiarò
che
nell
'
operato
di
essa
non
vi
era
reato
.
Allora
la
Camera
riprese
ad
esercitare
le
sue
funzioni
ed
il
municipio
le
ristabilì
il
sussidio
di
6000
lire
,
non
tenendo
in
alcun
conto
il
parere
del
consiglio
di
Stato
.
Inoltre
la
commissione
governativa
per
l
'
inchiesta
ferroviaria
sente
la
necessità
di
inviare
il
proprio
questionario
ad
alcune
Camere
del
lavoro
,
e
nei
suoi
interrogatori
ascolta
dei
rappresentanti
di
esse
.
Una
commissione
governativa
che
si
rivolge
ad
una
istituzione
non
riconosciuta
giuridicamente
,
anzi
aspramente
combattuta
ed
avversata
dallo
stesso
governo
!
A
Cremona
il
consiglio
comunale
viene
sciolto
per
avere
stanziato
nel
bilancio
un
sussidio
alla
Camera
del
lavoro
,
ed
il
regio
commissario
,
naturalmente
,
cancella
lo
stanziamento
.
Si
elegge
il
nuovo
consiglio
,
il
quale
torna
ad
iscrivere
il
sussidio
,
e
la
prefettura
lo
annulla
.
Contemporaneamente
nella
stessa
provincia
di
Cremona
sorgono
delle
agitazioni
di
contadini
per
controversie
circa
alcuni
patti
colonici
.
La
Camera
del
lavoro
propone
la
costituzione
di
un
collegio
di
arbitri
composto
di
elementi
misti
,
ossia
di
proprietari
e
di
contadini
,
per
studiare
e
comporre
la
controversia
.
L
'
autorità
si
oppone
fidando
in
una
naturale
soluzione
della
vertenza
;
ma
poi
,
vedendo
la
cosa
andare
in
lungo
e
temendo
tristi
conseguenze
,
finisce
con
l
'
aderire
alla
proposta
della
Camera
ed
istituisce
il
collegio
degli
arbitri
.
E
i
probiviri
agrari
non
erano
stati
ammessi
dal
parlamento
;
ed
il
prefetto
che
li
istituiva
era
quello
stesso
che
aveva
fatto
cancellare
dal
bilancio
municipale
il
sussidio
due
volte
deliberato
!
Un
fatto
più
comico
avvenne
in
Napoli
,
dove
il
municipio
fu
obbediente
alle
ingiunzioni
governative
e
tolse
il
sussidio
.
Siccome
però
il
municipio
era
in
maggioranza
cattolico
,
e
la
Camera
del
lavoro
era
presieduta
da
un
monarchico
,
la
prefettura
con
una
coerenza
fenomenale
regalò
duemila
lire
alla
Camera
del
lavoro
.
Tutto
questo
prova
fino
all
'
evidenza
che
oramai
così
come
sono
costituite
e
volute
dalla
classe
operaia
,
le
Camere
del
lavoro
sono
un
mezzo
di
propaganda
socialista
,
e
sotto
questo
aspetto
il
governo
se
ne
impensierisce
e
le
combatte
.
Eppure
vedemmo
poc
'
anzi
che
da
principio
l
'
istituzione
fu
tutt
'
altro
che
socialista
.
Come
va
dunque
che
in
così
breve
tempo
abbiano
assunto
una
forma
così
battagliera
,
malgrado
che
in
tutti
gli
statuti
di
esse
sia
ripetuto
che
la
politica
è
assolutamente
estranea
alle
Camere
del
lavoro
?
Come
è
che
nella
sommossa
del
1893
in
Parigi
,
ed
in
quelle
dell
'
anno
seguente
in
Sicilia
esse
furono
così
fortemente
compromesse
?
La
ragione
principale
,
se
non
l
'
unica
,
credo
consista
nell
'
ostracismo
dato
ai
padroni
ed
agli
imprenditori
,
dalle
Borse
del
lavoro
.
Un
'
associazione
di
questo
genere
,
composta
di
soli
operai
,
è
impossibile
che
non
divenga
strumento
di
propaganda
socialista
.
Coll
'
introdurre
in
esse
anche
l
'
altro
elemento
,
oltre
al
rendere
più
remoto
questo
pericolo
,
si
verrebbe
a
dar
loro
una
garanzia
immensamente
maggiore
di
pratica
utilità
.
Ed
infatti
,
se
uno
degli
scopi
principali
delle
Camere
del
lavoro
è
quello
di
comporre
e
di
appianare
le
controversie
tra
salariati
e
padroni
per
mezzo
di
collegi
di
arbitri
,
come
sarà
possibile
che
i
padroni
e
gl
'
imprenditori
si
decidano
ad
invocare
un
arbitrato
composto
di
una
parte
sola
?
Come
potranno
i
governi
concedere
autorità
giuridica
ai
sindacati
operai
,
se
questi
non
saranno
costituiti
di
elementi
misti
?
Per
quanto
si
voglia
riconoscere
che
il
lavoro
sia
immensamente
più
nobile
del
capitale
,
e
che
questo
sia
solo
uno
strumento
a
servizio
del
lavoro
,
sarà
pure
necessario
che
nella
lotta
dell
'
uno
contro
l
'
altro
,
per
comporre
pacificamente
i
dissidi
,
facciano
sentire
la
loro
voce
ambedue
.
Anche
nelle
Camere
di
commercio
,
istituzione
oramai
generale
presso
tutti
i
popoli
civili
,
intervengono
ogni
genere
di
industriali
:
tanto
quelli
che
attendono
al
piccolo
scambio
della
merce
da
essi
stessi
elaborata
,
quanto
i
grandi
proprietari
di
vastissime
case
commerciali
,
o
i
direttori
di
banche
.
Nei
comizi
agrari
sono
iscritti
tanto
i
grandi
come
i
mezzani
e
i
piccoli
proprietari
,
non
solo
,
ma
anche
i
più
modesti
affittuari
.
Tra
questi
e
quelli
vi
è
appunto
il
rapporto
del
lavoro
al
capitale
.
Perché
dunque
le
Camere
del
lavoro
dovrebbero
avere
questa
nuova
forma
unilaterale
,
e
perciò
stesso
meno
autorevole
nelle
controversie
e
meno
pratica
nei
risultati
?
In
mezzo
ad
una
agitazione
così
vasta
i
cattolici
non
rimasero
inoperosi
,
ma
cercarono
subito
di
studiare
il
fenomeno
per
rendersi
conte
della
situazione
.
Anche
in
questa
come
in
tutte
le
altre
questioni
dove
è
libero
il
campo
della
discussione
,
i
pareri
furono
divisi
.
Alcuni
pensarono
che
le
Camere
dovessero
senz
'
altro
essere
combattute
dai
cattolici
perché
socialiste
;
altri
credevano
che
col
tempo
si
sarebbe
potuto
riuscire
ad
avere
delle
Camere
perfettamente
neutre
,
in
modo
che
anche
agli
operai
cattolici
fosse
lecito
appartenervi
;
altri
,
finalmente
,
sostenevano
che
si
dovesse
senz
'
altro
far
nostra
tale
iniziativa
e
dare
subito
opera
all
'
istituzione
di
una
Camera
del
lavoro
cattolica
.
Queste
,
più
o
meno
delineate
,
erano
le
tre
opinioni
che
si
agitavano
nel
nostro
campo
cinque
o
sei
anni
or
sono
e
che
ogni
tanto
ritornano
fuori
quando
si
tratta
di
istituire
qualche
opera
in
vantaggio
degli
operai
.
Ora
,
quanto
a
combattere
le
Camere
del
lavoro
perché
socialiste
,
e
a
negar
loro
il
sussidio
in
quei
municipi
che
risultassero
in
maggioranza
cattolici
,
io
rispondo
che
prima
di
combattere
bisogna
andare
bene
adagio
,
ed
essere
proprio
sicuri
che
l
'
istituzione
non
sia
suscettibile
di
miglioramento
alcuno
e
debba
senz
'
altro
condannarsi
.
Il
miglior
partito
in
questi
casi
è
rimanere
passivi
,
quando
non
si
ha
il
coraggio
e
l
'
abnegazione
d
'
intraprendere
un
apostolato
attivo
.
Chi
sa
quante
di
quelle
opere
che
ora
sono
un
'
arma
potente
in
mano
dei
nostri
avversari
avrebbero
potuto
essere
un
mezzo
utilissimo
di
propaganda
per
noi
,
solo
che
non
ci
fossimo
tanto
affrettati
a
condannarle
e
a
dichiararcene
estranei
!
Le
Camere
del
lavoro
escludono
dai
loro
statuti
la
politica
;
ebbene
,
questo
avrebbe
dovuto
bastarci
per
lasciarvi
entrare
anche
i
nostri
operai
i
quali
avrebbero
potuto
costituire
un
freno
ed
un
controllo
nel
tempo
,
stesso
,
adoperandosi
a
far
rispettare
il
principio
statutario
circa
l
'
esclusione
della
politica
.
In
questo
modo
si
sarebbero
ottenuti
due
grandi
vantaggi
;
primieramente
le
Camere
così
costituite
avrebbero
corso
meno
rischio
di
divenire
socialiste
,
ed
in
secondo
luogo
noi
avremmo
avuto
una
palestra
utilissima
per
i
nostri
operai
i
quali
,
trovandosi
a
contatto
di
compagni
appartenenti
ai
vari
partiti
politici
,
si
sarebbero
esercitati
nella
discussione
e
nella
lotta
,
e
difendendo
i
propri
interessi
professionali
nel
seno
delle
Camere
del
lavoro
,
si
sarebbero
venuti
preparando
a
rappresentare
il
proprio
paese
nel
seno
delle
assemblee
comunali
,
e
riparare
così
alla
deficienza
di
rappresentanza
operaia
che
ora
si
nota
tanto
frequentemente
nei
municipi
delle
grandi
città
.
Molti
vedono
con
timore
gli
operai
cattolici
vicino
ai
socialisti
,
e
per
impedire
qualunque
contatto
con
essi
vagheggiano
una
separazione
ed
un
isolamento
completo
come
unica
garanzia
di
preservazione
;
ora
,
quanto
ciò
sia
contrario
ai
principî
di
propaganda
e
di
apostolato
che
debbono
informare
qualunque
azione
o
religiosa
,
o
sociale
,
o
politica
,
è
chiaro
abbastanza
:
un
partito
che
si
raccoglie
nell
'
isolamento
per
timore
di
perdere
i
suoi
aggregati
ed
ingrossare
così
le
file
dei
suoi
avversari
,
bisogna
che
si
rassegni
a
morire
.
Oltre
a
questo
ognuno
vede
che
di
fatto
è
impossibile
evitare
allo
operaio
cattolico
dei
contatti
con
i
compagni
socialisti
,
poiché
se
questi
non
gli
saranno
vicini
alle
assemblee
,
lo
saranno
nel
lavoro
:
non
è
certo
possibile
e
data
anche
la
possibilità
non
sarebbe
desiderabile
che
vi
sia
una
separazione
anche
nel
lavoro
;
occorrerebbe
per
questo
avere
delle
squadre
di
operai
cattolici
sotto
la
guida
di
mastri
cattolici
,
addetti
ad
opere
ancor
esse
cattoliche
...
Il
ridicolo
emerge
da
sé
;
neppure
nei
paesi
protestanti
esiste
questa
separazione
,
essa
dunque
deve
ancor
meno
esservi
da
noi
.
I
contatti
nel
seno
di
un
'
assemblea
sono
poi
molto
meno
pericolosi
che
nel
lavoro
,
questo
affratella
,
mentre
la
discussione
divide
:
è
ben
raro
che
in
un
comizio
o
in
una
radunanza
qualsiasi
i
vari
gruppi
modifichino
le
loro
idee
per
adattarle
a
quelle
degli
altri
(
i
parlamenti
informino
)
.
Dato
ancora
che
il
sistema
di
isolamento
e
di
separazione
completa
fosse
teoricamente
preferibile
,
esso
riuscirebbe
inattuabile
in
pratica
.
Anche
nell
'
educazione
domestica
s
'
incontrano
i
due
sistemi
diversi
;
alcuni
genitori
cercano
di
evitare
ai
loro
figli
ogni
specie
di
contatto
per
tutelarne
l
'
innocenza
,
altri
li
abituano
fin
da
fanciulli
a
conoscere
il
mondo
perché
da
grandi
possano
discernere
meglio
il
bene
e
il
male
.
Questo
secondo
sistema
,
malgrado
gl
'
inconvenienti
che
può
arrecare
,
riesce
preferibile
in
confronto
dell
'
altro
,
il
quale
,
oltre
agli
altri
difetti
,
ha
quello
gravissimo
di
non
essere
attuabile
mai
.
Si
eviteranno
cattivi
contatti
nella
casa
,
magari
anche
nella
scuola
,
ma
non
potranno
mai
evitarsi
nell
'
università
,
nei
circoli
,
nelle
conversazioni
.
Così
avviene
dell
'
operaio
;
si
troverà
vicino
ad
operai
cattolici
nel
seno
di
un
'
associazione
o
d
'
un
comitato
,
ma
avrà
mille
occasioni
di
incontrarsi
con
avversari
nel
lavoro
,
negli
spettacoli
,
nelle
taverne
.
E
non
sono
forse
anche
troppi
i
dualismi
che
i
nostri
avversari
ci
hanno
creati
,
perché
dobbiamo
formarne
dei
nuovi
da
noi
stessi
?
Di
fronte
dunque
a
questa
nuova
forma
d
'
associazione
il
meglio
che
possa
farsi
da
noi
cattolici
non
è
secondo
me
l
'
astensione
ma
l
'
intervento
.
Noi
certo
aspiriamo
ad
un
sistema
diverso
di
organizzazione
operaia
,
sistema
di
gran
lunga
preferibile
ma
di
più
difficile
attuazione
;
le
Camere
del
lavoro
potrebbero
servire
di
passaggio
all
'
altra
forma
da
noi
vagheggiata
,
quella
cioè
di
corporazioni
miste
.
Che
il
lavoro
vi
sia
per
tutti
,
ch
'
esso
venga
onestamente
pattuito
e
giustamente
compensato
,
questo
deve
essere
il
nostro
desiderio
.
Per
raggiungere
tale
scopo
lo
stesso
Sommo
pontefice
cominciò
fino
dal
1884
ad
additarci
il
cammino
da
seguire
con
l
'
enciclica
Humanus
genus
,
e
quindi
nel
1891
con
quel
capolavoro
di
sociologia
che
è
l
'
altra
enciclica
Rerum
novarum
ci
tracciò
un
vero
e
completo
programma
d
'
azione
.
Leone
XIII
ci
richiama
alla
mente
le
storiche
istituzioni
che
in
Roma
fiorirono
tanto
nei
secoli
scorsi
,
quali
le
università
e
le
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
,
e
c
'
insegna
che
l
'
unica
via
per
ottenere
dei
risultati
pratici
è
appunto
questa
,
migliorata
e
adattata
alle
condizioni
dei
tempi
nuovi
.
Quasi
tutti
gli
studiosi
di
scienze
sociali
sostengono
la
stessa
tesi
;
il
Toniolo
e
il
Soderini
,
per
non
parlare
di
altri
,
sono
del
medesimo
avviso
.
Il
Toniolo
,
in
un
suo
scritto
su
questo
argomento
,
dopo
avere
sostenuto
il
principio
delle
Corporazioni
in
confronto
delle
Camere
o
Borse
del
lavoro
,
conclude
:
«
Datemi
un
circolo
numeroso
di
persone
addette
allo
stesso
ordine
di
produzione
,
aprite
un
ritrovo
comune
,
ove
queste
quotidianamente
si
uniscano
ad
agitare
tutte
le
questioni
che
collettivamente
le
riguardano
,
pronuncino
in
assemblea
i
loro
voti
e
le
loro
deliberazioni
per
i
provvedimenti
di
comune
vantaggio
,
eleggano
al
vertice
un
seggio
presidenziale
che
rappresenti
giuridicamente
l
'
ente
corporativo
e
ne
eseguisca
i
voleri
,
e
la
corporazione
senza
altre
istituzioni
coordinate
potrà
sussistere
,
e
il
popolo
,
anzi
,
fra
quelle
riunioni
destinate
a
prendere
la
difesa
dei
suoi
interessi
nelle
quotidiane
contingenze
della
vita
,
porrà
tutta
la
sua
mente
ed
il
suo
cuore
.
Ecco
l
'
ambiente
animato
e
fecondo
del
sodalizio
.
»
Per
raggiungere
questo
scopo
noi
abbiamo
ancora
altre
forme
di
passaggio
da
utilizzare
.
Oltre
a
tante
società
di
mutuo
soccorso
,
noi
abbiamo
una
istituzione
che
fu
chiamata
appunto
dal
Gnocchi
-
Viani
la
Camera
del
lavoro
dei
cattolici
.
Questa
istituzione
è
il
segretariato
del
popolo
.
A
guardare
superficialmente
sembrerebbe
che
esso
non
avesse
nulla
di
comune
con
le
Camere
,
perché
la
forma
è
ben
diversa
:
non
si
tratta
di
operai
riuniti
in
sodalizio
per
difendere
i
loro
interessi
,
ma
si
tratta
invece
di
uomini
di
buona
volontà
riuniti
da
un
vincolo
di
amore
e
di
carità
fraterna
in
sollievo
dei
bisognosi
.
Indirizzare
l
'
operaio
alla
ricerca
del
lavoro
e
proteggerlo
contro
la
cupidigia
dei
sensali
,
appianare
le
divergenze
con
i
padroni
,
aiutarlo
nella
corrispondenza
,
nelle
pratiche
dei
suoi
affari
,
abituarlo
a
tenere
in
ordine
la
piccola
amministrazione
della
sua
famiglia
questi
sono
gli
scopi
che
si
propone
il
segretariato
del
popolo
.
Quando
questi
intenti
si
fossero
realmente
ottenuti
,
e
quando
si
fosse
potuto
provvedere
a
dei
locali
vasti
per
ritrovo
comune
di
operai
e
padroni
,
al
fine
di
potervi
stringere
i
rispettivi
contratti
,
credo
che
si
sarebbe
ottenuto
molto
.
Questa
sarebbe
una
forma
di
protezione
per
l
'
individuo
,
mentre
le
corporazioni
sarebbero
una
difesa
per
la
classe
.
Non
bisogna
dimenticare
che
il
segretariato
è
più
un
rimedio
che
un
cibo
(
e
di
sole
medicine
non
si
vive
)
;
esso
conforta
l
'
operaio
nella
disoccupazione
e
nella
miseria
,
ma
non
può
arrivare
fino
a
difendere
tutti
i
diritti
della
sua
classe
.
Anzi
i
segretariati
sono
come
una
forma
transitoria
e
,
direi
quasi
,
di
beneficenza
,
e
noi
dobbiamo
sperare
che
un
giorno
non
vi
sia
più
bisogno
di
adoperare
la
beneficenza
,
ma
solamente
di
esercitare
la
giustizia
.
Intanto
quello
che
si
ottiene
per
mezzo
dei
segretariati
è
il
contatto
delle
classi
agiate
con
i
nullatenenti
,
è
l
'
esempio
continuo
di
carità
che
noi
offriamo
alle
classi
diseredate
,
per
mezzo
di
essi
noi
possiamo
diffondere
la
buona
stampa
tenendo
a
disposizione
degli
operai
giornali
ed
opuscoli
popolari
di
propaganda
cattolica
.
Come
in
questo
ci
sono
maestri
i
socialisti
!
Servendosi
dunque
di
queste
varie
istituzioni
come
forme
di
passaggio
noi
potremo
giungere
a
riunire
gli
operai
in
corporazioni
,
riconoscendo
ciascuno
i
propri
doveri
e
,
soprattutto
,
non
esagerando
i
propri
diritti
.
A
questo
deve
tendere
la
nostra
azione
,
al
raggiungimento
di
questo
scopo
debbono
convergere
le
nostre
attività
.
In
mezzo
al
crescere
minaccioso
del
pauperismo
moderno
,
in
mezzo
al
triste
spettacolo
che
ci
offrono
tanti
disoccupati
e
tanti
oppressi
,
noi
non
dobbiamo
dimenticare
pertanto
che
,
oltre
al
corpo
,
anche
lo
spirito
ha
bisogno
del
suo
pane
;
e
sotto
questo
aspetto
può
dirsi
che
il
pauperismo
morale
sia
ancora
più
tremendo
,
più
desolante
.
Sovvenendo
l
'
operaio
nella
disoccupazione
ed
aiutandolo
a
tutelare
i
suoi
sacri
diritti
,
noi
compiremo
un
'
opera
eminentemente
cristiana
e
coopereremo
con
un
valido
contributo
ad
un
graduale
miglioramento
nell
'
organizzazione
sociale
.
StampaPeriodica ,
Questa
lettera
di
Domenico
Giuliotti
non
vuol
essere
una
partecipazione
al
nostro
lavoro
.
È
l
'
antitesi
netta
ed
onesta
di
un
amico
per
il
quale
abbiamo
una
profonda
stima
.
In
questa
lettera
,
che
è
come
la
sintesi
di
tutto
il
libro
di
G
.
L
'
ora
di
Barabba
,
non
c
'
è
soltanto
poesia
,
c
'
è
una
notevole
e
rispettabile
fede
maturata
in
una
poderosa
unità
,
in
ferreo
anacronismo
.
La
rude
sincerità
di
Giuliotti
richiama
il
cattolicismo
alla
sua
logica
medioevale
e
diventa
,
come
altrove
s
'
è
notato
,
forza
feconda
dialettica
attraverso
cui
il
mondo
moderno
ritrova
la
sua
unità
.
Il
programma
di
Giuliotti
può
parere
esaltato
o
intemperante
alle
mezza
coscienze
,
paurose
di
ogni
posizione
rigida
,
tolleranti
per
comodo
e
per
poca
serietà
;
esso
ha
un
vizio
chiaro
di
anti
-
storicismo
messianico
,
ma
su
tutti
i
messianismi
utilitaristi
e
riformisti
ha
la
superiorità
che
scaturisce
da
una
terribile
coerenza
ideale
,
e
da
una
limpida
fede
,
ingenua
e
combattiva
,
nella
trascendenza
.
E
noi
stimiamo
la
sua
intransigenza
,
che
non
ci
stancheremo
mai
di
combattere
,
mentre
consideriamo
con
disdegno
tutti
i
catechismi
predicanti
transazioni
e
conciliazioni
.
StampaPeriodica ,
Una
nuova
ondata
di
famelici
sciacalli
fascisti
si
avventa
addosso
alla
carogna
non
ancora
spolpata
del
"
Corriere
della
Sera
.
"
Alla
fine
del
'25
,
dopo
la
espulsione
violenta
dei
fratelli
Albertini
e
di
alcuni
redattori
non
reducibili
alla
agilità
spinale
,
entrò
in
scena
una
gaia
brigata
di
mezze
(
e
anche
brutte
)
figure
politico
-
letterarie
capitanate
da
Ugo
Ojetti
sobbarcatosi
alla
non
onorifica
bisogna
per
il
modesto
soldo
di
600.000
lire
annue
.
Non
è
il
caso
di
ricordare
qui
le
capriole
che
l
'
Ojetti
ha
fatto
per
quasi
due
anni
,
allo
scopo
or
di
mostrare
una
relativa
,
quasi
impercettibile
,
indipendenza
di
giudizio
,
or
di
prostrarsi
untuoso
ed
implorante
sotto
la
sferza
del
"
duce
"
domatore
.
Ma
i
salamelecchi
,
gli
intrighi
,
le
lusinghe
,
i
colloqui
di
S
.
Rossore
ecc
.
non
sono
bastati
all
'
eclettico
scrittore
per
conservare
la
sedia
direttoriale
.
Il
Gran
Consiglio
Fascista
[
cioè
il
"
duce
"
]
decretò
che
i
giornali
dovessero
essere
in
mano
a
fascisti
al
cento
per
cento
.
Il
signor
Ojetti
non
è
per
costituzione
fisico
-
spirituale
che
al
50
per
cento
in
tutte
le
cose
e
in
tutte
le
occasioni
.
(
È
perfino
50
per
cento
di
senatore
.
)
Pensarono
perciò
di
eliminarlo
e
all
'
uopo
,
fecero
valere
una
mezza
stretta
di
mano
(
50
per
cento
)
che
,
nell
'
estate
del
'25
,
Ugo
Ojetti
fu
costretto
a
dare
a
Salvemini
,
chiuso
nella
gabbia
del
Tribunale
di
Firenze
.
L
'
insaziabile
Tantalo
era
quindi
,
da
oltre
un
mese
,
giudicato
e
virtualmente
licenziato
.
Si
colse
però
,
col
solito
coraggio
fascista
,
l
'
occasione
del
suo
viaggio
in
Grecia
(
a
mortificazione
del
fiero
e
indomabile
Foscolo
)
per
fargli
trovare
,
al
ritorno
,
quattro
righe
di
licenziamento
.
Il
Signor
Ojetti
(
nella
lieta
occasione
dell
'
incasso
del
solito
milione
di
indennità
)
ha
creduto
opportuno
far
sapere
che
"
due
anni
or
sono
fu
chiamato
dalla
fiducia
di
Sua
Eccellenza
(
non
dallo
stipendio
dei
Crespi
)
alla
direzione
del
'
Corriere
della
Sera
,
'
"
e
per
ripetere
al
Capo
del
Governo
e
al
fascismo
"
il
suo
ossequio
e
la
sua
fedeltà
.
"
Il
successore
di
Ojetti
è
Maffio
Maffii
che
,
almeno
,
si
aggirò
sempre
tra
i
nazionalisti
.
Inutile
dire
che
,
dal
punto
di
vista
tecnico
e
intellettuale
,
la
successione
Maffii
rappresenta
per
il
"
Corriere
"
un
altro
irreparabile
passo
per
la
via
della
sua
già
disastrosa
decadenza
.
Defenestrati
con
0jetti
,
sarebbero
alcuni
redattori
principali
.
Ciò
dimostra
che
neppure
sapienti
ed
opportuni
piegamenti
di
schiena
son
bastati
a
salvare
i
meno
flaccidi
superstiti
della
vecchia
redazione
.
La
tragi
-
comedia
dei
servi
sciocchi
e
dei
lestofanti
prosegue
.
Il
pubblico
ride
e
si
diverte
allo
spettacolo
.
Qualche
volta
anche
impreca
.
Perché
la
stampa
italiana
fu
un
giorno
il
simbolo
vivente
della
nazione
.
Oggi
,
anche
per
gli
olfatti
più
fascistizzati
,
sa
troppo
di
fogna
e
di
lupanare
.
StampaPeriodica ,
Mentre
tante
ragioni
ci
fanno
tener
dietro
,
con
attenzione
vivissima
,
alle
varie
fasi
del
movimento
cattolico
,
nella
stampa
nostra
che
lo
riflette
talora
così
poveramente
,
ed
in
tutte
le
altre
manifestazioni
collettive
e
isolate
che
ci
indicano
un
passo
innanzi
,
il
nostro
occhio
si
rivolge
con
speciale
sollecitudine
ai
venturi
,
e
già
vicini
,
congressi
di
Padova
,
di
Fiesole
,
di
Orvieto
.
Non
che
da
quei
congressi
,
e
parlo
specialmente
di
quello
di
Fiesole
,
ci
sia
da
attendersi
un
nuovo
impulso
vigoroso
alla
azione
cattolica
in
Italia
,
un
indirizzo
nuovo
del
movimento
stesso
,
o
energie
,
attitudini
,
persone
nuove
;
e
non
che
dalle
poche
o
molte
,
buone
od
ottime
decisioni
che
quei
congressi
possano
prendere
si
sperino
frutti
abbondanti
,
quasi
che
fosse
possibile
il
tradurle
subito
appresso
in
atto
,
almeno
in
piccola
parte
.
Quella
prima
cosa
pare
a
me
che
ci
sia
poco
finora
da
desiderarla
o
da
sperarla
,
poiché
il
movimento
cattolico
italiano
è
tuttavia
alla
sua
prima
fase
di
reazione
impulsiva
e
di
preparazione
,
direi
quasi
,
generale
e
sommaria
;
quanto
alla
seconda
,
sperarla
oggi
ormai
sarebbe
vano
,
poiché
i
congressi
hanno
efficacia
direttamente
pratica
solo
quando
essi
rappresentino
una
parte
o
l
'
altra
dell
'
autorità
sociale
,
ossia
quando
quelli
stessi
che
fanno
i
voti
o
quelli
che
essi
rappresentano
per
delegazione
abbiano
poi
volontà
o
forza
di
metter
mano
all
'
attuazione
dei
programmi
adottati
.
Ora
,
il
laicato
cattolico
non
ha
,
pel
momento
,
alcuna
parte
di
questa
autorità
.
Ma
altro
c
'
è
da
aspettarsi
,
per
ora
almeno
,
dai
congressi
cattolici
.
C
'
è
da
aspettarsi
cioè
che
pei
molti
(
numericamente
nei
congressi
d
'
azione
,
qualitativamente
nei
congressi
di
studio
)
i
quali
intervengono
ai
lavori
,
questi
sieno
come
un
modo
di
intendersi
,
di
raffervorarsi
e
di
ottenere
quella
simiglianza
di
vedute
e
di
scopi
che
è
necessaria
in
un
partito
così
disgregato
e
disforme
come
è
ancora
il
partito
nazionale
cattolico
presso
di
noi
;
che
da
quei
centri
il
movimento
si
propaghi
,
per
via
di
contatti
e
correnti
spirituali
,
raccogliendo
nel
suo
circuito
anime
e
menti
nuove
;
che
delle
idee
buone
,
utili
,
feconde
,
raccolte
di
fra
la
discussione
e
raffermate
poi
e
perfezionate
per
via
di
selezione
naturale
,
sieno
intese
,
diffuse
,
illustrate
ed
aggiungano
nuova
lena
ed
aprano
nuovi
orizzonti
all
'
azione
;
che
,
infine
,
il
contarci
,
il
vederci
numerosi
,
l
'
osservar
più
da
vicino
i
problemi
e
i
modi
,
la
necessità
di
risolverli
,
aiuti
il
sorgere
fra
noi
di
quella
coscienza
tenace
,
audace
,
luminosa
che
hanno
sempre
i
partiti
giovani
e
che
dovrebbe
specialmente
avere
un
partito
al
quale
come
al
nostro
si
presenta
una
così
bella
missione
e
si
promette
un
così
fecondo
avvenire
.
Questo
in
generale
.
E
vengo
ora
a
parlare
più
particolarmente
di
ciascuno
dei
tre
congressi
.
Il
primo
è
quello
di
Padova
.
Ha
un
programma
tutto
di
studio
,
limitato
ed
opportunissimo
.
L
'
illustre
prof
.
Toniolo
di
Pisa
,
che
tante
benemerenze
ha
già
e
tanto
maggiori
ne
va
acquistando
man
mano
che
l
'
opera
sua
acquista
conoscitori
ed
allievi
,
prepara
il
congresso
col
suo
tenace
lavoro
di
apostolo
,
e
noi
speriamo
che
esso
risponda
intieramente
alle
sue
cure
.
Della
opportunità
e
dei
vantaggi
sperati
da
questo
congresso
sarebbe
lungo
il
dire
.
Con
le
speciali
questioni
che
si
tratteranno
,
esso
si
propone
di
dare
al
lavoro
dei
cattolici
vedute
e
norme
chiare
ed
esatte
in
uno
dei
suoi
campi
più
delicati
e
più
fecondi
,
il
credito
;
affinché
nelle
molteplici
iniziative
che
vanno
sorgendo
in
esso
si
abbia
sempre
quella
chiara
intuizione
dei
principi
teorici
e
quella
certa
notizia
delle
norme
morali
cristiane
che
solo
possono
assicurare
ad
esse
il
buon
esito
finanziario
e
sociale
.
Ma
oltre
a
questo
scopo
già
di
per
sé
importantissimo
,
altri
di
interesse
più
vasto
e
più
intimo
ci
è
dato
vagheggiare
,
gl
'
interessi
del
risveglio
intellettuale
nel
clero
e
nel
laicato
nostro
,
dello
sviluppo
della
scienza
sociale
e
cristiana
,
specialmente
nel
ramo
economico
-
morale
,
e
poi
anche
in
tutti
gli
altri
rami
della
scienza
e
del
sapere
moderno
.
Non
ostante
le
poche
lodi
che
ci
capita
di
ricevere
dal
partito
avversario
e
quelle
,
meno
poche
,
dirò
così
,
che
ci
diamo
da
noi
,
è
certo
che
in
filosofia
,
in
scienze
sociali
,
naturali
,
giuridiche
,
in
letteratura
specialmente
,
noi
siamo
salvo
poche
tanto
più
lodevoli
eccezioni
enormemente
indietro
.
Ed
è
naturale
che
se
non
ci
sono
in
questi
diversi
rami
gli
uomini
di
scienza
che
si
richiederebbero
,
anche
il
livello
generale
di
coltura
,
specialmente
nel
suo
lato
politico
-
morale
-
religioso
,
è
generalmente
assai
basso
.
E
d
'
altra
parte
io
ho
la
certezza
evidente
così
potessero
averla
tanti
de
'
nostri
colleghi
d
'
azione
che
il
movimento
cattolico
non
fiorirà
,
non
prospererà
,
non
entrerà
nella
via
definitiva
delle
rivendicazioni
che
sono
la
sua
essenza
,
sinché
esso
non
possa
crescere
e
svolgersi
in
un
ambiente
intellettuale
più
elevato
;
sinché
,
privi
come
siamo
d
'
una
qualsiasi
tradizione
scientifica
,
al
di
fuori
delle
scienze
ecclesiastiche
,
noi
non
poniamo
le
basi
de
'
nostri
nuovi
indirizzi
scientifici
;
sinché
infine
scienza
,
letteratura
,
critica
non
sieno
diventate
nelle
nostre
mani
armi
potenti
di
propaganda
e
di
combattimento
.
E
nel
dir
questo
io
non
voglio
disgustare
nessuno
,
neanche
la
piccola
o
grande
stampa
cattolica
(
così
benemerita
anche
essa
,
poverina
)
;
né
fo
paragoni
,
né
penso
a
quel
che
sono
altri
popoli
;
io
guardo
in
avanti
e
dico
anche
solo
:
avanti
,
benché
in
tante
cose
particolari
questo
avanti
significhi
semplicemente
incominciamo
.
Viene
poi
l
'
altro
congresso
,
quello
di
Fiesole
.
Quel
che
io
pensi
e
speri
di
questo
congresso
,
quel
che
io
pensi
in
genere
del
movimento
cattolico
italiano
,
volevo
esporlo
,
prima
dell
'
ultimo
agosto
prossimo
,
in
un
opuscoletto
che
fosse
una
specie
di
riflessione
cosciente
e
pensata
,
di
esame
critico
sulla
genesi
e
sulle
condizioni
storiche
fra
le
quali
si
è
svolta
sinora
l
'
azione
cattolica
,
e
su
ciò
che
dallo
stato
attuale
di
essa
si
può
pensare
e
prevedere
nel
suo
prossimo
divenire
.
Ma
il
congresso
sarà
incominciato
e
finito
e
l
'
opuscolo
non
avrà
essere
altro
che
nella
mia
mente
,
ancora
;
e
non
sarà
forse
male
,
giacché
studi
ed
osservazione
mi
renderanno
più
facile
il
dar
corpo
alle
idee
che
vado
vagheggiando
su
questo
argomento
,
carissimo
,
dell
'
azione
cattolica
italiana
.
Ed
io
spero
anche
che
alcune
idee
che
adesso
parrebbero
un
poco
audaci
o
audacemente
dette
o
nuove
,
fra
pochi
anni
,
quando
il
compito
che
io
credo
spetti
alla
generazione
che
entra
ora
nel
movimento
,
di
gettare
le
basi
(
solamente
questo
)
di
un
vero
e
saldo
partito
nazionale
cosa
che
alcuni
,
ingenuamente
e
malignamente
,
credono
o
dicono
sarebbe
stata
possibile
sin
venticinque
anni
addietro
,
e
che
sarebbe
impossibile
anche
oggi
quando
quel
compito
,
dico
,
sarà
veduto
ed
inteso
,
sembreranno
semplici
e
naturali
.
Io
ammiro
e
venero
coloro
che
sino
ad
oggi
hanno
lavorato
e
lavorano
ancora
attivamente
nel
campo
nostro
:
ammiro
e
venero
,
in
senso
ancora
più
stretto
,
l
'
autorità
pontificia
e
le
maniere
onde
essa
ha
influito
ancora
e
influisce
sul
movimento
cattolico
italiano
;
io
ho
una
intuizione
chiara
,
evidente
,
della
immensa
opportunità
della
astensione
sino
ad
oggi
e
sino
a
del
tempo
ancora
ed
in
questo
,
giudice
supremo
il
papa
dalla
vita
politica
:
astensione
che
sola
poteva
render
possibile
la
preparazione
ad
un
movimento
politico
serio
e
cosciente
.
E
di
questi
miei
sentimenti
e
di
questi
miei
giudizi
sarebbe
l
'
illustrazione
oggettiva
e
critica
l
'
opuscolo
che
io
annunziavo
,
il
quale
vorrebbe
insieme
entrare
più
addentro
che
non
si
faccia
comunemente
nella
analisi
dei
fatti
,
per
cercare
di
rendersi
conto
esatto
del
movimento
cattolico
,
delle
sue
origini
,
delle
sue
condizioni
presenti
,
de
'
suoi
scopi
impliciti
ed
essenziali
.
Esso
vorrebbe
,
insomma
,
essere
un
primo
tentativo
qualunque
poi
che
fosse
per
essere
il
suo
valore
intrinseco
di
mutare
il
movimento
,
autogenetico
ed
impulsivo
che
ci
ha
mossi
ognora
,
in
un
movimento
riflesso
e
cosciente
:
in
un
movimento
di
azione
e
di
idee
al
quale
il
riflesso
scientifico
avesse
preparato
un
metodo
di
azione
e
degli
scopi
finali
manifesti
e
accessibili
a
tutti
e
pieni
di
virtù
d
'
impulso
e
di
propaganda
.
Tale
cosa
,
che
esposta
a
questo
modo
,
e
non
molto
felicemente
forse
,
può
parere
complicata
,
sarebbe
del
resto
semplicissima
:
sarebbe
la
progressiva
conquista
delle
menti
e
del
sapere
fatta
dalla
verità
cattolica
e
dai
suoi
nuovissimi
aspetti
sociali
,
così
largamente
svolti
e
illustrati
fuori
d
'
Italia
,
ad
uno
scopo
di
azione
e
di
lotta
diretta
ad
impossessarsi
della
vita
pubblica
e
del
governo
politico
d
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
L
'
enorme
influenza
del
diritto
romano
sulla
vita
dell
'
Occidente
non
salta
fuori
in
niente
,
più
che
in
questo
:
che
dappertutto
sono
i
giuristi
,
i
dotti
nel
diritto
romano
,
i
figli
spirituali
della
curia
,
i
Zanardelli
e
i
Fera
di
tutti
i
tempi
che
sono
i
portatori
e
i
promotori
instancabili
dello
Stato
nazionale
;
cioè
dello
Stato
in
cui
l
'
attività
economica
è
indipendente
;
e
i
trasporti
mistici
sono
dichiarati
affari
estranei
alla
pubblica
amministrazione
.
La
grande
scuola
per
lo
Stato
"
razionale
"
è
il
procedimento
processuale
:
la
procedura
è
l
'
allenamento
migliore
per
gli
affari
di
Stato
.
Dallo
studio
del
diritto
romano
nelle
università
italiane
,
germina
un
ceto
politico
ben
distinto
:
i
giuristi
e
i
pratici
patentati
delle
Università
.
Accanto
al
chiericato
,
alla
casta
dei
letterati
e
degli
umanisti
,
alla
nobiltà
di
corte
,
e
alla
"
Gentry
"
inglese
,
essi
costituiscono
la
aristocrazia
politica
dell
'
Occidente
.
I
Potestà
italiani
,
i
canonisti
e
i
teologi
del
Conciliatorismo
,
i
giuristi
di
corte
dei
principi
del
Continente
,
i
teorici
monarcomachi
dei
Paesi
Bassi
,
la
"
noblesse
de
robe
"
dei
parlamenti
del
re
di
Francia
,
gli
avvocati
della
rivoluzione
francese
:
ecco
i
rappresentanti
del
razionalismo
giuridico
imparato
sulle
Pandette
e
applicato
alla
politica
,
cioè
a
formare
lo
Stato
razionale
:
ecco
i
gloriosi
-
sì
,
propriamente
gloriosi
-
antenati
degli
avvocatissimi
Zanardelli
e
Fera
.
Se
passiamo
in
rassegna
l
'
elenco
dei
membri
della
Convenzione
-
eletta
a
suffragio
universale
-
troviamo
:
un
proletario
,
unico
e
solo
:
pochissimi
imprenditori
borghesi
:
e
poi
avvocati
in
massa
,
di
tutte
le
specie
.
Dalla
Convenzione
in
poi
,
"
avvocato
"
e
"
democrazia
"
sono
indissolubili
.
La
democrazia
politica
è
l
'
incubatrice
degli
avvocati
,
e
la
ideologia
democratica
costituisce
il
loro
paradiso
terrestre
.
Quando
,
bene
o
male
l
'
Italia
rientrò
nella
corrente
della
civiltà
occidentale
e
capitalistica
,
gli
avvocati
,
naturalmente
,
si
impadronirono
dello
Stato
e
si
insediarono
a
Roma
.
Ma
Roma
è
una
preda
che
non
si
digerisce
.
Roma
,
la
Roma
più
potente
,
la
Roma
del
papa
,
aveva
due
ceti
politici
,
peculiarmente
sviluppati
:
i
chierici
e
i
letterati
.
Nel
Piemonte
o
a
Napoli
si
imparavano
le
Pandette
,
per
diventare
deputato
o
ministro
e
governare
la
plebe
:
negli
Stati
del
Papa
si
imparava
a
cantar
messa
o
a
scrivere
versi
latini
per
diventare
legato
,
e
-
ugualmente
-
governare
la
plebe
.
Quando
la
Monarchia
si
installò
a
Roma
,
gli
avvocati
che
la
accompagnarono
in
nome
dell
'
unità
nazionale
,
del
progresso
,
della
democrazia
,
ecc
.
risentirono
l
'
influenza
della
Roma
del
Papa
:
anch
'
essi
si
misero
a
imparare
a
cantar
messa
e
a
poetare
:
e
l
'
Italia
ebbe
un
ceto
che
si
occupava
di
politica
,
di
formazione
prevalentemente
giuridica
,
ma
con
infiltrazioni
di
sacrestia
e
di
Arcadia
:
fenomeni
come
il
Giornale
d
'
Italia
e
il
sen
.
Alfredo
Baccelli
non
si
spiegano
infatti
che
con
questo
trapianto
del
ceto
legale
,
diffuso
in
tutto
l
'
Occidente
,
in
terra
di
preti
.
Questa
classe
dirigente
universitaria
,
avvocatesca
,
letteratoide
,
assicurò
alle
masse
la
democrazia
politica
.
Ma
la
moltitudine
domanda
qualche
cosa
di
più
della
scheda
.
Essa
domanda
di
imitare
,
di
copiare
,
di
seguire
le
passioni
,
le
abitudini
sociali
,
lo
stile
di
vita
caratteristica
dei
ceti
governanti
.
Esempio
:
In
Francia
,
il
dominio
degli
avvocati
è
stato
fortemente
temperato
dall
'
influenza
della
nobiltà
di
Corte
.
Tutta
la
vita
pratica
di
tutti
i
francesi
subisce
ancora
oggi
gli
effetti
dell
'
imitazione
dell
'
"
esprit
de
salon
"
della
aristocrazia
francese
:
le
forme
e
le
convenzioni
sociali
di
tutti
i
francesi
,
anche
di
quelli
degli
strati
più
disgraziati
della
imitazione
del
"
geste
cavalier
"
del
XVII
secolo
:
tutta
la
Francia
di
oggi
imita
le
passioni
,
le
abitudini
,
lo
stile
dell
'
antico
regime
.
Quello
che
vi
stupirà
in
un
caporaluccio
francese
,
in
un
operaio
francese
,
per
quanto
umile
e
misero
,
sarà
la
disinvoltura
,
la
sicurezza
di
sé
,
l
'
aplomb
di
uomo
di
mondo
:
questo
sarà
sempre
ciò
che
i
tedeschi
e
gli
italiani
segretamente
invidieranno
ai
francesi
:
e
i
francesi
lo
sanno
,
perché
le
passioni
,
le
abitudini
e
lo
stile
dell
'
antica
aristocrazia
si
sono
diffuse
,
per
un
fenomeno
di
capillarità
,
fino
ai
più
umili
francesi
.
Ecco
un
esempio
di
democrazia
,
non
politica
,
ma
culturale
.
Un
altro
esempio
:
In
Inghilterra
,
il
dominio
degli
avvocati
è
stato
fortemente
temperato
dall
'
influenza
di
un
altro
ceto
politico
:
la
gentry
,
costituitasi
sul
cadere
del
medioevo
da
una
singolare
fusione
di
gentiluomeria
campagnola
e
di
notabili
cittadini
.
Tutta
la
vita
pratica
degli
inglesi
di
oggi
è
pervasa
da
convenzioni
,
pregiudizi
e
preconcetti
che
risalgono
all
'
imitazione
della
gentry
,
che
fin
dal
XVII
secolo
fu
il
ceto
"
che
dava
il
tòno
"
.
Oggi
,
quando
voi
incontrate
per
il
mondo
la
fredda
,
inesorabile
e
austera
prepotenza
britannica
,
sia
pure
incarnata
nell
'
ultimo
marinaio
della
Marina
di
sua
maestà
,
gli
è
perché
tutti
gli
inglesi
,
da
secoli
,
imitano
passioni
,
abitudini
e
stile
della
gentry
,
cioè
dei
loro
ceti
governanti
:
cioè
fanno
della
democrazia
culturale
.
I
tratti
essenziali
dunque
della
classe
dirigente
francese
o
in
quella
inglese
,
sono
facilmente
imitabili
,
cioè
facilmente
"
democratizzabili
"
.
Ma
che
cosa
possono
imitare
le
plebi
dalla
classe
dirigente
italiana
!
Non
si
imita
l
'
erudizione
giuridica
o
letteratoide
.
I
giuristi
non
hanno
la
corazza
delle
convenzioni
,
del
"
cant
"
propria
della
gentry
britannica
.
Il
"
commendatore
"
romano
,
tipica
espressione
della
nostra
classe
dirigente
,
è
spregiudicato
,
non
ha
passioni
perché
è
figlio
di
preti
:
le
sue
abitudini
si
sono
formate
sui
banchi
di
scuola
,
e
sui
banchi
di
scuola
e
di
università
si
diventa
scettici
e
pedanti
,
come
sui
divani
rossi
dei
postriboli
si
diventa
lazzaroni
.
Un
abisso
lo
separa
dal
resto
dei
mortali
:
la
laurea
;
una
montagna
lo
disgiunge
dalla
moltitudine
:
il
concorso
.
Cosa
possono
imitare
le
moltitudini
dei
ceti
dirigenti
?
Non
si
imita
la
formazione
mentale
giuridica
,
non
si
imita
il
gesto
avvocatesco
.
Fra
un
contadino
di
qualunque
regione
italiana
e
un
commendatore
o
onorevole
della
Capitale
,
v
'
è
una
differenza
nel
vedere
il
mondo
assai
maggiore
di
quella
che
vi
può
essere
fra
un
contadino
francese
e
il
Ministro
Poincaré
.
Il
tipo
di
cultura
proprio
della
classe
dirigente
italiana
,
e
maturato
perfettamente
in
Roma
fra
l
'
incenso
delle
sacristie
e
il
lezzo
delle
anticamere
,
non
è
imitabile
,
non
è
democratizzabile
.
L
'
unico
fatto
nuovo
,
innegabilmente
apportato
dal
Fascismo
nella
vita
italiana
,
è
questo
:
che
contro
a
questa
aristocrazia
di
avvocati
incapaci
di
farsi
imitare
,
il
fascismo
ha
presentato
qualche
diecina
di
migliaia
di
uomini
formatisi
,
non
sulla
panche
delle
università
,
ma
in
guerra
:
e
dotati
di
passioni
,
di
abitudini
e
di
costumi
che
impressionano
,
e
che
le
moltitudini
possono
imitare
con
estrema
facilità
.
Di
fronte
a
qualche
diecina
di
migliaia
di
giuristi
,
ha
suscitato
qualche
diecina
di
migliaia
di
guerrieri
.
Il
successo
di
imitazione
non
poté
essere
dubbio
.
Ma
l
'
aver
presentato
un
nucleo
sociale
di
guerrieri
non
giustifica
affatto
la
pretesa
del
Fascismo
di
aver
creato
finalmente
quella
classe
politica
,
che
mancò
finora
all
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Da
un
articolo
circolare
pubblicato
nei
giornali
del
regime
:
Arnaldo
Mussolini
,
giornalista
,
è
stata
una
delle
più
grandi
rivelazioni
del
fascismo
;
giornalisticamente
,
anzi
,
la
più
grande
rivelazione
.
Il
porco
che
scrive
.
L
'
anti
-
grammatico
Farinacci
ha
fatto
rappresentare
un
suo
dramma
"
Redenzione
"
con
grande
successo
.
L
'
asino
drammatico
.
Mario
Missiroli
[
toh
,
chi
si
rivede
!
]
ha
pubblicato
un
libercolo
:
Quota
90
.
Nel
libercolo
si
leggono
frasi
come
queste
:
Coloro
che
hanno
messo
insieme
un
modesto
gruzzolo
debbono
benedire
il
Presidente
del
Consiglio
...
Quando
Mussolini
avrà
vinta
anche
questa
battaglia
già
vinta
per
tre
quarti
,
la
stessa
gloria
di
Sella
sarà
oscurata
...
Il
presidente
del
Consiglio
,
con
l
'
intuizione
del
vero
uomo
di
Stato
...
L
'
on
.
Mussolini
sarà
salutato
un
giorno
come
il
fondatore
della
nuova
democrazia
e
il
grande
pacificatore
degli
italiani
...
Il
ministro
Belluzzo
[
i
competenti
lo
chiamano
"
Bestiuzzo
"
N.d.R.
]
con
l
'
autorità
che
gli
è
universalmente
riconosciuta
...
I
lucidi
articoli
di
Arnaldo
Mussolini
...
Le
benemerenze
dei
fratelli
Perrone
e
del
Comm
.
Pogliani
...
Il
discorso
impressionante
dell
'
on
.
Frisoni
...
Il
prof
.
Del
Vecchio
,
l
'
eminente
economista
...
A
.
O
.
Olivetti
,
il
più
vigoroso
scrittore
socialista
che
abbia
l
'
Italia
...
La
carta
del
lavoro
racchiude
alcuni
articoli
di
infinita
saviezza
...
Un
articolo
dell
'
on
.
De
Stefani
,
ecco
finalmente
una
parola
onesta
,
una
buona
azione
...
Dichiarazioni
dell
'
on
.
Bottai
,
di
una
portata
incalcolabile
,
e
che
suggeriscono
molti
problemi
di
un
interesse
ardente
...
E
così
di
seguito
per
85
pagine
.
Volete
sputare
?
...
Usate
la
faccia
di
Missiroli
!
Missiroli
fa
sapere
che
è
pronto
ad
inserirsi
per
non
essere
tagliato
fuori
al
non
lontano
volgere
a
sinistra
della
situazione
.
Missiroli
,
infatti
,
è
sinistro
.
StampaPeriodica ,
Ci
preoccupa
lo
studio
delle
condizioni
presenti
del
nostro
movimento
cattolico
,
e
ci
preoccupano
i
ritardi
e
i
deviativi
e
le
difficoltà
di
ogni
sorta
che
esso
incontra
nelle
sue
evoluzioni
,
questioni
interne
delle
quali
gli
avversari
conoscono
poco
,
e
dalle
quali
pure
ci
distrae
,
molto
inopportunamente
,
il
loro
schiamazzo
.
E
su
queste
anche
in
mezzo
al
rumore
delle
gazzarre
nelle
quali
affermano
e
ritemprano
la
loro
debole
fede
,
noi
raccogliamo
l
'
attenzione
nostra
e
richiamiamo
quella
dei
colleghi
di
parte
.
Bisogna
ricordare
le
origini
prime
del
movimento
cattolico
per
bene
comprenderne
lo
stato
presente
;
poiché
esso
ha
ancora
nei
nervi
un
poco
della
irritazione
reattiva
contro
tutto
quello
,
il
bene
e
il
male
promiscuamente
,
che
ci
venne
dal
lavoro
delle
generazioni
passate
,
e
nel
sangue
quelle
tradizioni
di
sussiego
sdegnoso
d
'
aristocratico
offeso
e
debole
,
che
determinarono
la
politica
,
sola
possibile
allora
,
della
astensione
.
Ma
,
da
quando
gli
ultimi
uomini
politici
di
parte
cattolica
si
ritirarono
dal
movimento
innanzi
al
viaggio
trionfatore
delle
idee
liberali
,
assai
cose
sono
mutate
.
Cacciata
fuori
la
Chiesa
,
dagli
interessi
economici
che
mascherava
l
'
odio
razionalista
,
dalle
sue
posizioni
politiche
,
molte
passioni
diedero
giù
;
molti
pregiudizi
e
timori
e
malintesi
ha
dissipato
la
riflessione
,
e
,
mano
mano
che
il
tempo
passava
,
s
'
andavano
presso
gli
uni
obliterando
le
ragioni
messe
speciosamente
innanzi
per
combattere
la
Chiesa
,
e
si
incominciava
ad
accettare
dagli
altri
,
o
come
acquisizione
nuova
de
'
progressi
della
vita
pubblica
o
come
spediente
temporaneo
necessario
,
molte
cose
venuteci
dagli
avversari
;
sicché
dello
stato
di
animi
e
delle
passioni
politiche
della
metà
del
secolo
,
riferiteci
così
vivamente
dalla
letteratura
patriottica
del
tempo
,
già
quasi
dimenticata
,
poco
rimane
più
,
meno
che
nell
'
odio
cieco
di
alcuni
uomini
ed
associazioni
superstiti
;
il
risveglio
di
qualche
anno
addietro
pareva
un
'
aurora
ed
era
un
tramonto
;
e
gli
avanzi
di
queste
ire
politiche
contro
la
Chiesa
li
avrebbe
soffocati
il
ridicolo
,
ultima
condanna
delle
cose
vecchie
,
se
non
fosse
l
'
irreligione
che
persiste
e
fiorisce
tenacissima
presso
i
dotti
ed
i
colti
,
e
di
là
si
riflette
,
naturalmente
,
nel
pensiero
politico
dei
nostri
avversari
.
Così
anche
,
mentre
dall
'
una
parte
a
'
vizi
gravissimi
che
si
vanno
manifestando
del
regime
liberale
borghese
e
allo
sgomento
che
destano
i
partiti
estremi
ai
quali
esso
ha
aperto
la
via
si
unisce
lo
svanire
doloroso
di
tante
illusioni
che
accompagnarono
il
risorgimento
precipitato
e
fittizio
d
'
Italia
,
dall
'
altra
invece
,
accettando
in
parte
i
dati
del
diritto
nuovo
e
con
l
'
assimilazione
del
pensiero
moderno
,
ritardata
spesso
,
tuttavia
,
da
prevenzioni
eccessive
,
disciplinando
l
'
intelletto
a
ricerche
nuove
sulle
verità
antiche
,
si
è
venuta
formando
in
parecchi
,
e
si
diffonde
ora
,
una
concezione
grandiosa
della
vita
pubblica
da
instaurare
;
il
fondo
della
quale
concezione
è
puramente
religioso
,
ma
si
colora
nelle
forme
esteriori
di
un
programma
politico
sociale
ammirabile
;
e
la
coscienza
riacquistata
del
proprio
valore
e
le
speranze
nuove
ringiovaniscono
la
propaganda
sociale
e
politica
del
cattolicesimo
;
e
,
per
mezzo
ad
una
trasformazione
non
molto
evidente
ma
rapida
,
si
va
formando
lo
spirito
e
la
coscienza
di
un
partito
nuovo
la
cui
vitalità
intravista
spaventa
già
gli
avversari
e
la
cui
forza
di
espansione
imbarazza
i
calcoli
ponderati
e
prudenti
degli
uomini
del
primo
periodo
di
preparazione
inconscia
e
segreta
del
movimento
.
L
'
involucro
esteriore
di
questo
partito
che
va
divenendo
nella
vita
italiana
contemporanea
spesso
è
vecchio
,
vecchio
come
qualche
colonna
aristocratica
della
«
Voce
della
Verità
»
o
,
più
,
più
ancora
,
del
«
Vero
Guelfo
»
,
mentre
il
contenuto
è
giovane
,
giovanissimo
.
E
nell
'
involucro
noi
non
consideriamo
solo
quello
che
ora
resta
di
reazionario
e
di
stantio
;
ahi
quanta
arcadia
,
quanta
sonnolenza
,
quanto
dilettantismo
,
ancora
,
nei
novelli
del
movimento
e
nelle
masse
che
muovono
dietro
a
stento
!
Ma
in
questo
complesso
di
nuovo
e
di
tradizionale
,
in
questa
irrequietezza
crescente
,
in
queste
antitesi
profonde
tra
lo
spirito
religioso
che
riapparisce
,
e
sembra
una
fioritura
nuova
,
nella
delusione
delle
classi
che
il
disagio
presente
colpisce
e
la
borghesia
razionalistica
,
esautorata
dall
'
immortalità
nella
vita
pubblica
e
da
una
forte
corrente
di
idealismo
nella
vita
intellettuale
,
si
va
delineando
pei
cattolici
un
compito
nuovo
e
l
'
operosità
loro
fiancheggiata
da
interessi
di
diversa
natura
ma
avviati
per
lo
stesso
sentiero
incomincia
ad
affrontare
il
problema
di
una
riscossa
politica
.
Sotto
la
varietà
indefinita
dell
'
indole
dei
risvegli
locali
e
in
mezzo
all
'
enorme
divario
di
tradizioni
,
di
idee
,
di
propositi
,
un
bisogno
vago
spontaneo
di
stringersi
e
di
darsi
uno
scopo
pratico
e
definito
si
va
propagando
;
e
non
è
dubbio
che
un
giorno
,
non
importa
quando
,
queste
forze
nuove
si
faranno
innanzi
sul
campo
stesso
che
il
regime
borghese
ha
preparato
alle
lotte
civili
e
combatteranno
.
Saranno
disfatti
ma
la
sconfitta
è
un
passo
innanzi
per
un
partito
in
formazione
che
ha
una
solida
base
nella
vita
economica
e
morale
del
paese
.
E
il
movimento
cattolico
l
'
ha
solidissima
.
La
coscienza
di
questo
compito
nelle
menti
de
'
cattolici
pone
per
essi
la
questione
politica
.
Sinora
però
,
poiché
si
è
solo
al
principio
,
cotesta
questione
politica
è
spesso
malintesa
,
fraintesa
,
diversamente
intesa
da
tanti
,
e
numerosi
sono
gli
interessi
,
varii
e
talora
discordi
,
che
vi
soffiano
dentro
.
Dall
'
estrema
sinistra
dei
democratici
cristiani
,
su
su
per
il
bravo
radicalismo
di
don
Albertario
,
su
per
il
grosso
centro
che
è
l
'
Opera
dei
congressi
,
per
la
destra
conservatrice
e
dissenziente
,
sino
all
'
estrema
destra
,
gli
ultimi
della
quale
riesce
difficile
distinguere
dai
primi
di
destra
liberale
(
poverini
,
ai
quali
le
cose
non
vanno
a
partito
,
come
narrano
le
patetiche
lamentazioni
del
piissimo
parroco
della
«
Rassegna
Nazionale
»
)
,
quanta
varietà
di
tinte
e
di
pose
!
Di
questo
problema
politico
che
è
in
fondo
a
tutto
il
resto
,
e
che
soprattutto
importa
studiare
agitare
e
cercare
di
risolvere
,
molti
si
ostinano
a
non
parlarne
in
termini
espressi
.
Si
parli
,
domandano
questi
antichi
buoni
,
di
questione
religiosa
,
di
questione
morale
.
Come
se
a
molti
,
specialmente
alla
folla
,
importasse
proprio
assai
di
questioni
religiose
e
morali
;
come
se
bastasse
mutare
il
nome
per
far
mutare
indole
alla
cosa
;
come
se
per
prepararsi
a
fare
della
buona
politica
il
miglior
modo
fosse
allontanarsi
quanto
è
possibile
dalla
scuola
vera
della
discussione
e
dell
'
esperienza
.
Oh
timidi
interpreti
di
una
santa
parola
!
Altri
,
o
forse
gli
stessi
,
vanno
poi
all
'
estremo
opposto
identificando
il
problema
politico
col
puro
problema
religioso
,
non
intendono
come
insieme
agli
interessi
religiosi
,
e
diremo
così
,
papali
,
vi
sieno
tanti
altri
interessi
,
nazionali
,
regionali
e
di
partito
,
i
quali
integrano
con
quello
primo
la
questione
politica
;
interessi
economici
,
agrari
,
amministrativi
,
cui
rispondono
punti
di
programma
determinati
,
necessità
speciali
che
facilmente
rimangono
indietro
,
parte
perché
il
tempo
non
è
maturo
ancora
,
parte
perché
nell
'
organizzazione
noi
portiamo
spesso
idee
fatte
,
tendenze
antidemocratiche
,
timori
ingombranti
.
Ma
anche
questo
dell
'
identificazione
del
problema
politico
nazionale
col
problema
religioso
il
quale
è
,
nel
senso
più
stretto
della
parola
,
solo
una
parte
di
quello
;
è
stato
sinora
,
più
che
un
errore
,
un
industre
e
ragionevole
spediente
che
viene
ancora
abilmente
sfruttato
;
e
non
sarà
forse
possibile
fare
a
meno
di
esso
se
non
quando
tutti
quegli
altri
interessi
,
inavvertiti
o
trascurati
sinora
,
saranno
pervenuti
,
nella
consapevolezza
dell
'
animo
nostro
,
a
quella
maturità
che
modificando
in
parte
i
giudizii
,
modificherà
anche
la
tattica
e
i
termini
immediati
dell
'
agitazione
.
Ed
alle
divergenze
di
metodo
si
uniscono
,
anche
più
gravi
benché
meno
osservate
e
sentite
sinora
,
divergenze
profonde
nelle
idee
politiche
e
nei
programmi
di
azione
se
non
espressi
,
almeno
tacitamente
seguiti
.
Pochi
si
fanno
un
'
idea
giusta
delle
nuove
necessità
costituzionali
della
vita
pubblica
,
e
dal
regime
viziato
del
parlamentarismo
si
passa
all
'
assolutismo
russo
,
poco
meno
che
vagheggiato
;
altri
,
mossi
dalle
tradizioni
e
dagli
interessi
locali
,
s
'
adagiano
in
una
condotta
politica
che
,
se
è
lecita
ad
essi
,
si
oppone
poi
alle
esigenze
comuni
di
parte
cattolica
;
i
più
audaci
si
professano
repubblicani
federalisti
,
e
il
numero
loro
cresce
ogni
giorno
;
ma
l
'
idea
,
o
per
la
difficoltà
del
parlare
liberamente
,
o
per
l
'
esagerazione
dei
doveri
dei
cattolici
di
fronte
al
potere
costituito
,
non
si
propaga
come
forse
potrebbe
.
Quindi
è
che
la
necessaria
unione
di
pensiero
e
di
indirizzo
in
tutti
i
cattolici
militanti
s
'
è
dovuto
cercarla
sinora
,
non
nell
'
affrontare
direttamente
le
origini
prime
della
divisione
,
delle
quali
una
libera
e
vigorosa
letteratura
politica
ridurrà
immensamente
il
numero
e
la
importanza
,
ma
piuttosto
nel
tacere
,
nell
'
evitare
l
'
urto
degli
istituti
diversi
,
e
nel
ritenere
coloro
che
minacciano
di
escire
dai
limiti
ristrettissimi
stabiliti
.
Così
avviene
che
,
in
tanta
discordanza
di
idee
,
si
avversa
fieramente
il
delinearsi
di
gruppi
speciali
,
il
dibattito
di
questioni
delicate
ed
appassionanti
quanto
vitali
;
e
non
si
pensa
a
quello
che
pur
dovrebbe
precedere
ogni
movimento
ed
esserne
la
base
più
solida
,
la
cultura
,
lo
studio
delle
questioni
tattiche
e
di
principio
,
il
formare
una
coscienza
uniforme
di
partito
.
Alle
libere
,
franche
voci
,
è
chiusa
la
via
,
in
tanta
folla
di
incertezze
,
di
timori
,
di
compromessi
.
Né
perciò
è
meraviglia
che
i
nostri
movimenti
sieno
così
poco
elastici
e
così
timidamente
schivi
,
a
simiglianza
degli
atti
di
persona
che
diffida
di
sé
e
non
conosce
coloro
in
mezzo
ai
quali
si
trova
:
immaturità
di
mente
e
di
forze
che
nessuno
potrebbe
,
d
'
un
tratto
,
superare
.
Si
vuole
l
'
unità
,
ed
è
una
santa
cosa
,
specialmente
per
incominciare
,
una
cosa
di
cui
dobbiamo
esser
lieti
,
perché
non
potremmo
farne
a
meno
,
nel
campo
dell
'
organizzazione
politico
-
religiosa
;
ma
non
si
pensa
poi
forse
abbastanza
a
contemperarla
con
i
grandi
bisogni
di
una
certa
divisione
e
libertà
autonoma
di
movimento
,
e
con
l
'
immediatezza
di
impulso
,
necessaria
nei
vari
luoghi
.
Vedete
la
differenza
delle
regioni
.
Alcune
,
pronte
,
fremono
già
di
impazienza
di
misurarsi
con
gli
avversari
nelle
ultime
e
definitive
lotte
politiche
,
altre
si
scuotono
appena
ora
;
e
però
la
direzione
unitaria
,
dall
'
una
parte
spinge
,
sprona
;
dall
'
altra
deprime
,
rattiene
,
condanna
;
non
può
,
per
gl
'
interessi
dell
'
integrità
d
'
organizzazione
e
della
concordia
,
lasciar
libera
agli
uni
la
parola
,
non
sa
a
queste
energie
libere
e
forti
trovare
in
qualche
modo
il
lavoro
che
le
quieti
;
non
riescendo
a
giungere
a
tutto
,
perché
non
trova
opportuno
allargarsi
troppo
,
lascia
quasi
nell
'
abbandono
parecchie
provincie
che
pur
sarebbero
pronte
e
aspettano
la
chiamata
;
accumula
iniziative
,
e
,
benché
moltiplicando
l
'
attività
,
non
riesce
a
condurle
tutte
.
Non
raccoglie
l
'
attenzione
che
dovrebbe
e
sin
anche
si
teme
da
molti
la
scienza
,
perché
giunge
con
l
'
occhio
là
dove
altri
non
giunge
,
e
se
ne
avversa
lo
sviluppo
o
almeno
non
lo
si
favorisce
,
trascurando
così
una
forza
della
quale
nessuna
oggi
più
potente
per
avvivare
o
diffondere
il
movimento
.
Quando
sorgono
istituzioni
nuove
destinate
,
se
ben
rette
,
a
un
grande
avvenire
,
la
direzione
unitaria
del
movimento
le
chiama
a
sé
,
le
incorpora
,
le
allinea
,
le
dirige
,
per
aiutarle
ed
esserne
aiutata
:
sicché
esse
,
perdendo
nella
libertà
di
movimento
quel
che
guadagnano
nella
fratellanza
più
intima
con
altre
opere
,
e
l
'
efficacia
di
quella
unicità
di
lavoro
che
sarebbe
necessaria
nei
direttori
immediati
,
fanno
meno
bene
di
quel
che
dovrebbero
e
non
si
evolgono
come
dovrebbero
;
non
in
forza
di
quella
unione
;
che
può
anzi
essere
utilissima
,
ma
per
la
difficoltà
di
conservare
,
in
tanto
complesso
di
idee
e
di
cose
,
quel
carattere
e
quello
spirito
peculiare
che
dovrebbe
essere
l
'
anima
e
la
forza
dell
'
istituto
;
e
citiamo
ad
esempio
il
movimento
pratico
del
credito
popolare
e
rurale
e
le
necessità
agrarie
dei
piccoli
proprietari
,
che
meriterebbero
di
far
capo
a
grandi
società
di
credito
,
distinte
se
non
indipendenti
;
e
,
più
ancora
,
lo
sviluppo
dello
studio
e
della
discussione
scientifica
,
in
perfetta
indipendenza
,
questo
,
dalle
vedute
e
dagli
spedienti
dell
'
azione
,
come
anteriori
ad
essi
per
sua
natura
;
ma
la
tattica
in
voga
rende
difficile
o
ritarda
,
talora
inconsciamente
,
lo
sviluppo
autonomo
di
altre
opere
;
quella
tattica
che
all
'
unione
deve
sacrificare
il
progresso
più
rapido
dei
pionieri
,
perché
teme
per
istinto
di
conservazione
o
per
una
prudenza
non
sempre
felice
,
i
pericoli
della
libertà
e
della
lotta
,
o
parte
anche
perché
non
trova
ancora
e
non
riesce
a
suscitare
uomini
eguali
ai
compiti
altissimi
.
Conseguenza
di
tale
indirizzo
è
poi
anche
,
che
le
linee
generali
del
movimento
e
le
loro
successive
modificazioni
,
essendo
determinate
,
non
dal
processo
costante
dell
'
esperienza
collettiva
,
per
mezzo
della
propaganda
diretta
delle
idee
nella
discussione
,
ma
dal
calcolo
meditato
di
pochi
,
che
alternativamente
o
resiste
alla
pressione
delle
idee
comuni
,
molto
imperfettamente
manifestate
,
o
ne
prescinde
o
la
subisce
,
si
presentano
all
'
occhio
di
un
osservatore
diligente
come
incerte
e
manchevoli
non
di
rado
;
e
anche
fra
gli
empiristi
uomini
di
azione
non
ce
n
'
è
forse
uno
a
cui
non
dispiaccia
l
'
una
o
l
'
altra
delle
cose
che
si
fanno
nel
suo
partito
ed
a
nome
di
esso
;
e
da
ciò
parecchi
prendono
,
purtroppo
,
pretesto
di
trarsene
fuori
,
scontenti
e
sfiduciati
.
Questa
precedenza
del
pensiero
di
pochi
è
così
evidente
che
talora
atti
di
gravità
eccezionale
,
veri
giri
di
bordo
,
ai
quali
torna
opportuno
p
.
e
.
dar
l
'
importanza
di
voti
di
assemblee
numerose
,
si
fanno
decidere
così
a
sghimbescio
,
abilmente
rapitane
l
'
approvazione
all
'
adunanza
sorpresa
:
essa
avrebbe
certo
,
in
altra
maniera
,
approvato
egualmente
:
ma
non
importa
,
avrebbe
discusso
.
Ora
da
ciò
si
temono
sorprese
e
contrattempi
che
s
'
ha
gran
cura
di
evitare
,
e
però
queste
grandi
assemblee
non
sono
il
pensiero
collettivo
del
partito
che
studia
e
dispone
,
ma
il
pensiero
di
pochi
,
abilmente
preparato
,
che
si
riflette
in
una
assemblea
passiva
e
plaudente
.
E
ciò
è
forse
più
opportuno
,
per
ora
,
che
non
l
'
intolleranza
de
'
capi
del
partito
socialista
,
presso
il
quale
la
discussione
non
ha
ritegni
;
più
opportuno
,
e
da
certi
punti
di
vista
giustificabile
.
E
,
giacché
ci
è
capitato
scrivere
di
passaggio
questa
parola
,
notiamo
,
di
passaggio
anche
,
che
andrebbe
assai
lungi
dal
vero
chi
trovasse
nelle
nostre
parole
dei
biasimi
:
quel
che
si
è
fatto
e
si
fa
potrebbe
essere
stato
ed
essere
l
'
ottimo
fattibile
,
e
noi
avremmo
egualmente
ragione
di
scoprire
e
indicare
necessità
prima
non
avvertite
a
cui
,
da
ora
,
importa
provvedere
.
Del
resto
né
programma
di
partito
al
mondo
può
includere
qualsiasi
forma
di
ignoranza
da
essere
ufficialmente
professata
da
'
seguaci
,
né
disciplina
di
partito
al
mondo
può
imporre
i
criteri
e
i
metodi
di
indagini
critiche
e
polemiche
sulla
vita
sociale
in
cui
si
muove
;
meno
di
tutti
un
partito
che
si
ispira
direttamente
al
cattolicismo
e
meno
che
in
ogni
tempo
oggi
che
una
grande
rivoluzione
intellettuale
riconduce
la
società
ad
intendere
ed
apprezzare
la
dottrina
e
la
vita
storica
del
cattolicismo
,
e
spiana
la
via
all
'
azione
nuova
della
Chiesa
nel
mondo
.
Si
dirà
che
la
nostra
critica
impaziente
precorre
i
tempi
e
le
cose
;
ebbene
,
noi
lo
facciamo
appunto
di
proposito
deliberato
;
giacché
lontano
da
noi
è
il
pensiero
di
biasimare
il
presente
,
e
dar
consiglio
a
coloro
ai
quali
dobbiamo
solo
venerazione
e
gratitudine
;
ma
vogliamo
solo
invece
scrivere
per
quelli
ai
quali
l
'
avvenire
è
presente
nel
cuore
e
nei
segreti
propositi
giovanili
.
Noi
abbiamo
costantemente
,
da
tre
anni
a
questa
parte
,
sentito
e
vissuto
l
'
agitazione
cattolica
in
Italia
,
con
una
intensità
di
affetto
che
pochi
possono
immaginare
e
che
è
la
cagione
sola
del
nostro
scrivere
.
Di
questa
agitazione
noi
potremmo
parlare
in
due
modi
:
o
commisurandola
alle
condizioni
storiche
e
al
processo
della
vita
politica
,
intellettuale
,
morale
del
nostro
paese
in
mezzo
al
quale
essa
si
svolge
,
e
allora
noi
non
faremmo
che
lodarci
altamente
di
quel
che
si
è
fatto
sinora
e
delle
persone
che
l
'
hanno
fatto
;
o
commensurarla
alle
vibrazioni
quasi
dell
'
animo
nostro
che
presentano
e
precorrono
le
fasi
nuove
del
partito
traverso
il
suo
lento
e
laborioso
divenire
,
e
allora
la
nostra
è
una
critica
,
critica
non
nel
senso
pedante
e
malevolo
della
parola
,
ma
in
un
senso
migliore
e
più
comune
oggi
nel
mondo
colto
:
vale
a
dire
una
comparazione
analitica
fra
un
dato
lavoro
o
momento
storico
e
le
forme
assolute
o
almeno
le
forme
più
progredite
,
esistenti
in
noi
,
del
vero
e
del
buono
.
Ed
è
per
questo
che
scriviamo
per
i
giovani
,
solo
i
quali
,
e
non
tutti
possono
essere
in
uno
stato
d
'
animo
che
permetta
loro
di
intendere
il
nostro
.
Del
resto
troppa
coscienza
abbiamo
della
rettitudine
delle
nostre
intenzioni
e
del
nostro
zelo
perché
ci
disturbi
troppo
il
timore
di
essere
fraintesi
e
severamente
giudicati
.
Pe
'
giovani
adunque
ai
quali
,
in
mezzo
a
tanta
multiformità
di
giudizi
,
deve
esser
difficile
cosa
aver
l
'
occhio
a
tutto
insieme
il
movimento
cattolico
in
Italia
,
e
farsi
chiaro
il
concetto
di
alcuni
criteri
generali
di
direzione
,
noi
scriviamo
qui
,
brevemente
,
senza
pretese
,
opportune
importune
,
critiche
e
deduzioni
sommarie
.
I
criteri
pratici
che
ci
sembra
poter
dedurre
dalle
cose
dette
sinora
sono
:
In
linea
generale
e
come
spirito
di
partito
:
distinguiamo
con
esattezza
,
nelle
menti
,
la
pura
questione
religiosa
,
che
è
,
in
diversi
modi
,
di
tutti
i
tempi
,
dalla
attuale
questione
politica
e
da
altre
questioni
particolari
.
Ciò
ci
servirà
anche
per
intender
meglio
lo
spirito
,
che
sembra
talora
discorde
,
di
illustri
persone
e
per
coordinare
,
con
maggior
giustezza
e
profitto
,
le
diverse
forme
di
azione
;
raccolgano
i
migliori
di
noi
tutta
la
loro
attenzione
sul
problema
politico
che
è
il
più
urgente
e
il
più
capace
di
interessarci
e
di
render
fruttuosa
la
propaganda
,
se
abilmente
maneggiato
;
si
cerchi
tuttavia
di
integrare
il
programma
dell
'
azione
pubblica
con
solide
e
pratiche
proposte
di
provvedimenti
per
le
altre
forme
di
crisi
,
sociale
,
agraria
,
industriale
,
letteraria
,
morale
che
travagliano
il
paese
e
di
integrare
l
'
azione
con
iniziative
dirette
ad
attuare
quei
provvedimenti
;
vediamo
di
isolarci
da
ogni
parte
dagli
avversari
e
di
estendere
ed
assodare
la
capacità
,
intellettuale
e
di
carattere
,
alla
vita
pubblica
,
molto
limitata
e
deficiente
,
sinora
,
nella
massa
del
partito
;
guardiamoci
dal
fare
della
politica
isolata
e
parziale
,
guardiamoci
dalla
politica
impulsiva
e
di
sentimento
,
da
connubi
infelici
,
da
iniziative
incerte
,
da
intemperanze
.
Tentiamo
di
superare
gli
interessi
,
le
tradizioni
,
le
maniere
locali
,
per
renderci
possibile
una
cultura
,
una
letteratura
di
partito
,
una
intesa
nazionale
.
Ma
soprattutto
tentiamo
di
liberarci
da
questo
fatale
spirito
borghese
,
o
aristocratico
,
conservatore
che
sterilizza
il
lavoro
de
'
cattolici
nelle
nazioni
latine
e
che
è
anche
oggi
il
più
grave
ostacolo
ai
nostri
liberi
movimenti
nel
campo
politico
:
moltiplichiamo
i
congressi
di
studio
,
le
pubblicazioni
,
le
conferenze
,
tutto
quello
che
serva
a
favorire
l
'
intesa
comune
e
trovare
la
media
via
fra
lo
spirito
democratico
impetuoso
di
alcuni
e
la
deploranda
lentezza
e
il
dispetto
degli
altri
;
se
siamo
lontani
ancora
dal
poter
aspirare
alla
conquista
del
potere
,
aspiriamo
e
prepariamoci
a
fondare
su
basi
solide
,
quando
la
Santa
Sede
crederà
giunta
l
'
ora
,
ora
cui
la
nostra
lentezza
nel
prepararci
non
permette
forse
chiamar
vicina
,
un
partito
solido
,
colto
,
concorde
in
un
patto
fondamentale
da
difendere
nella
vita
pubblica
.