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LA MACCHIA ( - , 1927 )
StampaPeriodica ,
I giornali fascisti han pubblicato che la bandiera porterà , vicino allo stemma sabaudo , l ' emblema del littorio . Così il fascio umilia a se stesso , anche sul vessillo nazionale , lo scudo crociato . Fino a ieri , il tricolore rappresentava il simbolo dell ' unità : domani se la notizia fosse vera consacrerebbe la divisione profonda degli italiani , la tirannide di una banda armata , il brigantesco trionfo di una minoranza violenta e rapinatrice , che , dinnanzi alla storia , vuol porre il suo insanguinato sigillo di parte all ' ombra dello stemma reale , quasi a suprema testimonianza di un solidale destino . Il fascismo ha tolto la patria ai migliori italiani : ora , aggiungendo all ' iniquità la profanazione , oserebbe insozzare la bandiera e , di fronte al mondo civile , degradarla a insegna di una fazione : come nel Medioevo . Incontaminate rimangono secondo le informazioni della stampa fascista le bandiere dei reggimenti . La tirannide ha compreso che l ' esercito non avrebbe tollerato l ' oltraggio . Il fascio appartiene alla milizia nera , accozzaglia di banditi , sorta dal delitto e pel delitto : non può dunque appartenere all ' esercito , che , di sopra alle divisioni politiche , raccoglie tutti i figli del popolo e che , nei paesi civili , è il presidio della libertà , della dignità e dell ' unità nazionali . L ' esercito ha innalzato e difeso le sue bandiere nelle guerre contro il nemico esterno : non può consentire ch ' esse siano disonorate dall ' emblema della guerra civile .
StampaPeriodica ,
L ' importanza dunque del programma democratico è qui : che invece di curare i mali sociali con risorse individuali , e fermandosi agli individui , si propone di risalire alla causa principale de ' mali , cioè all ' ordinamento economico moderno , e , per evoluzione , di farlo su basi più eque e più giuste ; e ciò con il concorso di tutte le risorse sociali , col concorso del potere pubblico . Ma poiché nessuna influenza potrà mai esercitare su tale potere la classe operaia , fino a tanto che rimarrà disgregata , polverizzata come si trova ora ; perciò innanzi tutto i democratici cristiani si propongono di riorganizzarla per arti e mestieri , associazioni professionali , corporazioni , adatte , s ' intende , ai bisogni sociali moderni . Nessuno ignora la più bella pagina popolare della Chiesa cattolica nel medio evo , a rispetto appunto delle corporazioni d ' arti e mestieri . La Chiesa cattolica , checché ne dicano egregi contraddittori , rioccupandosi del problema sociale e schierandosi con gli umili , non introduce punto una novità . Essa riprende semplicemente l ' antica sua tradizione popolare , interrotta per la Riforma , ma non cessata mai : la critica storica moderna prova a esuberanza questa verità . Il concetto stesso della Redenzione abbraccia di preferenza gli umili , la cui abbiezione nel paganesimo , con la schiavitù , aveva raggiunto l ' ultimo segno dell ' umana degradazione ; sta a provarlo tutto lo svolgimento storico della Chiesa primitiva , che , dagli apostoli a ' Padri , a ' dottori altamente rivendica la personalità giuridica e la libertà dello schiavo . Paolo che scrive a Filemone chiamando col dolce nome di fratello lo schiavo Onesino ! Linguaggio inaudito , rivoluzionario si direbbe oggi , che fa sorridere di sprezzo i ricchi e i potenti , i quali con disdegno respingono la religione del Cristo , che chiamano religione di schiavi . Ma Onesino più tardi – esempio sublime d ' ascensione degli umili nella Chiesa di Cristo – fu elevato alla dignità di ministro e poi di vescovo ! E che tal concetto democratico della Chiesa novella avessero tutti , a quel tempo , gli stessi suoi nemici , oltre alle facili e note citazioni di scrittori pagani , sta il fatto di avere scoperto un Crocefisso con la testa d ' asino e con ai piedi la scritta : « Aniceto ( un altro schiavo ) adora il suo Dio ! » Occorre più oltre dimostrare l ' origine e lo spirito democratico della Chiesa ? Occorre forse ripetere come il suo Divin Fondatore , che pur poteva nascere in qualsiasi condizione sociale , preferì nascere da poveri operai ? che abbracciò il lavoro manuale per nobilitarlo , per santificarlo ; condannando per sempre ogni distinzione tra lavoro servile e lavoro libero ? che il lavoro elevava a dovere di giustizia sociale a cui non è lecito sottrarsi senza colpa , a meno di incapacità fisica o di imbecillità , a segno che giustamente San Paolo , spiegando il pensiero del Maestro , nella seconda lettera ai Tessalonicesi , esce nella nota frase : « chi non lavora , non mangi » ? ! Che , più tardi , mette per condizione di salvezza il farsi piccino , il considerarsi degli ultimi ; e stabilisce la funzione sociale di ogni privilegio , d ' ogni potere , l ' essere cioè utile agli altri , servo a tutti . Gli è di fatti col farsi servo a tutti che si potrà essere maggiore nel regno suo . Il quale regno non è già promesso a ' ricchi , a ' gaudenti ; costoro han ricevuto la loro mercede , se nelle ricchezze , se negli onori , se nei godimenti han posto il loro cuore , ed oh ! quanto è difficile non metterlo ! Di qui il pericolo de la ricchezza : « più facile che un cammello passi per la cruna d ' un ago , che un ricco per la porta del cielo ! » Mentre è poi così largamente promesso agli umili , ai poveri , a quelli che piangono , a quelli che hanno fame e sete della giustizia , a quelli che soffrono per la giustizia . Né si contenta Gesù di serbare a questi umili le migliori promesse per l ' altra vita , ma gli onora anco in questa , elevandoli di preferenza alla dignità di suoi discepoli , di continuatori della grande opera di sociale redenzione . Sicché d ' allora si vide – spettacolo commovente ! – gli umili essere i primi ad accendersi alla parola del Divino Maestro , ad abbandonare con prontezza ogni cosa , fino il padre morto , da seppellire , per seguirlo ... Apriamo il Vangelo . Quale spirito democratico ad ogni pagina ! Apriamo gli atti apostolici , le lettere degli apostoli : uno lo spirito , uno il linguaggio ! « Non vogliate tenere la fede del glorioso signor nostro Gesù Cristo e insieme l ' accettazione delle persone . Imperocché se entrerà nelle vostre adunanze un uomo che ha l ' anello d ' oro , vestito splendidamente ed entrerà anche un povero in sordida veste , e vi rivolgete a colui ch ' è vestito splendidamente e gli direte : siedi tu qui con tuo comodo ; al povero poi direte : tu sta ritto costì , ovvero , siedi sotto la panchetta dei miei piedi ; non venite voi a far distinzione dentro voi stessi , e diventate giudici d ' iniquo pensare ? ... Non ha egli Dio eletti i poveri in questo mondo ricchi di fede ed eredi del regno promesso da Dio a coloro che lo amano ? Ma voi avete disonorato il povero . Non sono eglino i ricchi che vi opprimono con prepotenze ? » Ecco perché la Chiesa di Gesù Cristo , forte dei principi suoi progressivi , non temé mai di dar mano al movimento ascensionale degli umili , anzi se ne fece in ogni tempo promotrice . Ma Ella anche in ogni tempo trovò contraddittori ed avversari nel suo seno ; trovò per tutto di quei falsi zelanti , e di quei pusilli , che facendo gli scandalizzati , oggi ancora le attraversano il cammino ; ma , potente per l ' idea , Ella andrà avanti e vincerà . L ' ascensione degli umili , da Lei solennemente proclamata , non è già parzialità verso una classe , ma stretta , rigorosa giustizia che tutte le altre classi devono rendere agli umili , i quali senza colpa loro si trovano oggi dall ' altre classi staccati , « ridotti in una condizione indegna , portanti in gioco poco men che servile , con isfregio all ' umana dignità e all ' opera stessa di redenzione » . Opera la cui continuazione essendo un diritto e un dovere della Chiesa , Ella esorta , comanda tutti , a preti e a laici , di cooperar con Lei a salvare il popolo , e per mezzo del popolo la società . Come s ' è risposto all ' appello ? Riassumendo . Chi sono , che vogliono i democratici cristiani ? Sono anzitutto cattolici , apostolici , romani . E vogliono , persuasi che con le sole opere di carità non si curano i mali sociali e lo prova l ' esperienza degli ultimi cinquant ' anni , ne ' quali l ' opere di carità moltiplicate , non hanno impedito la formazione o l ' accrescimento del proletariato , che , proprio in tal periodo di tempo , ha preso proporzioni spaventevoli ; e persuasi pure che nell ' economia cristiana la giustizia va avanti alla carità , vogliono appunto secondo giustizia , che la condizione economica e morale della classe operaia sia sollevata ; rivendicati i giusti diritti del lavoro di fronte a ' privilegi del capitale ; protetto l ' operaio , come è protetto qualsiasi professionista : com ' è protetto l ' avvocato , l ' ingegnere , il medico , il farmacista ; ciascuno de ' quali , mercé la semplice presentazione di un diploma , può ricorrere alla legge per far tutelare i suoi diritti professionali , dacché per ciascuna professione vige una legislazione speciale minuziosa a tutela appunto di tali diritti ; mentre solo per la classe operaia non c ' è alcuna seria difesa , né contro gli abusi del capitale , né contro la concorrenza de ' guastamestieri , che danneggia gli interessi delle singole arti screditandole . E questo miglioramento economico e morale , questa ascensione della classe operaia , i democratici cristiani si propongono di raggiungerla , come ne ' secoli migliori di libertà popolari e di grandezza della Chiesa , per mezzo della classe operaia stessa ; non già messa su , aizzata , ma educata , resa cosciente de ' propri diritti e insieme de ' propri doveri , germe e misura de ' diritti . E per questo vogliono , secondando lo spirito moderno d ' associazione , riunire , associare il popolo per classi ; e tra queste classi promuovere in tutt ' i modi e con tutti i mezzi possibili la cooperazione , per sollevarne al più presto la condizione economica ; persuasi che con l ' uomo stretto dal bisogno , con l ' uomo che patisce la fame non si ragiona ; e che è uno sconoscere la natura e un far opera di discredito e vana l ' occuparsi solo del problema religioso , mettendo in terza e quarta linea quello economico ; citando magari a sproposito , come abbiam sentito noi stessi , le parole del Vangelo : « Cercate prima il regno dei Cieli ecc . » ; che si riferiscono evidentemente a chi troppo si preoccupa dei beni di questa terra , a chi brama d ' alzarsi troppo in su ( Luca , XII ) ; e non già a chi , lavorando , patisce la fame , a chi gli vien frodata o ritardata la mercede , sino a diventar preda dell ' usura : il pianto di queste vittime , secondo una espressione appunto del Vangelo , grida vendetta in cielo ! Ché poi il far così sia anche opera di discredito per la Chiesa e vana per il popolo , sta a provarlo il fatto che , mentre dal '60 in qua , da noi , il clero non ha cessato di predicare , di dir messa , di confessare , ma tappato in chiesa o in sacrestia , senza punto occuparsi degli interessi materiali del popolo , specie della classe operaia , vivendo estraneo alla vita e al pensiero moderno ; le classi elevate prima , e poi tutta la gran massa del popolo , si sono andate allontanando dalla Chiesa , e il consueto esercizio del sacerdotale ministero s ' è mostrato impotente a impedire la scristianizzazione della società , mercé la scristianizzazione lenta e progressiva della famiglia e della scuola ; da cui la scristianizzazione de ' principali istituti sociali . Non è egli chiaro dunque , e lo diceva alto e forte il grande vescovo sociale Ketteler , che il metodo sin qua seguito il metodo , dacché la dottrina è eterna dev ' essere rinnovato ? Che deve adattarsi ai tempi ? Che , per riprendere l ' antico contatto , urge impadronirsi del pensiero moderno , e parlar di nuovo il linguaggio del popolo ? Come ciò , senza conoscerne a fondo le aspirazioni e i bisogni , senza interessarsi della sua sorte economica ? Il toglier l ' operaio da quella precarietà di vita , da quella miseria , ch ' è vera occasione prossima di peccato ( occasio proxima peccandi ) , avanti di predicare il Vangelo è dovere stretto del ministero della Chiesa diceva il Ketteler - a somiglianza appunto del Divin Maestro che , avanti di predicare , aveva cura de ' corpi , pensava a sfamare quella turba , per la quale sentiva tanta compassione : misereor super turbam ! Che ingiungeva a ' suoi discepoli di guarire le infermità , di curare i corpi , avanti di principiare la cura delle anime . Ebbene la miseria , la fame , non è la porta maestra di tutte le infermità , di tutte le colpe , di tutti i delitti ? ... Per questo i democratici cristiani , preti e laici , mentre con la parola e con la stampa lavorano alla diffusione delle idee , alla popolarizzazione del programma loro positivo , per formare la coscienza popolare , danno ancora sollecita mano alla fondazione di quante opere economiche possono in qualche modo recar sollievo , anche in via precaria , alla classe operaia ; né risparmiano il loro concorso a quante opere di carità , specie di carità , preventiva , si propongono di sollevare le miserie o lenire i dolori dell ' umana società ; combattendo quella beneficenza passeggera o teatrale , negazione dello spirito cristiano , che , alimentando nelle masse popolari l ' imprevidenza , le induce alla simulazione , con detrimento del carattere e le inclina all ' ozio , da cui ogni morale depravazione e il decadimento fisico . Ma , ripeto , i democratici cristiani , avendo l ' occhio alla radice de ' mali , mirano di preferenza all ' attuazione pratica e progressiva del programma loro sociale , a principiare da quello minimo ne ' comuni . Coll ' introdurre per esempio ne ' comuni una proporzionale rappresentanza d ' interessi empirici , spesso partigiani , personali o di camarille , subentri una rappresentanza d ' interessi reali e definiti . Rappresentanza di classe che , a suo tempo , dal comune dovrà passare al parlamento . Dipoi con una riforma tributaria in senso progressivo , con abolizione delle quote minime , cioè d ' ogni tassa su redditi rispondenti ad un minimum d ' esistenza , e abolizione del dazio consumo . Mercé la municipalizzazione di sindacati professionali ed agricoli , e camere di lavoro e agricole , e l ' istituto probiviri , e via via . Mercé la municipalizzazione de ' principali servizi pubblici , i quali , sull ' esperienza di comuni esteri , specie americani , da oneri gravissimi , dovranno diventare progressivamente cespiti considerevoli . E , infine , mercé clausole aggiunte ai capitolati d ' appalto iniziare una seria protezione del lavoro sulle basi più ovvie ; cioè assicurazione degli operai per parte degli appaltatori , fissazione della giornata massima di lavoro e di un minimum di salario , riposo festivo obbligatorio , limitazione del lavoro delle donne e de ' fanciulli e limitazione del numero d ' operai forestieri .
POLITICA E STORIA: POLEMICA SUL MANIFESTO ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
Caro Gobetti , Eccoti qualche osservazione sul tuo tormentato e tormentatore " Manifesto " . Tu poni perfettamente come compito della Rivoluzione Liberale la spiegazione di questi tre fenomeni della vita italiana : " 1 ) mancanza di una classe dirigente come classe politica ; 2 ) mancanza di una vita economica moderna ossia di una classe tecnica progredita ( lavoro qualificato , intraprenditori , risparmiatori ) 3 ) mancanza di una coscienza e di un diretto esercizio della libertà " Mio caro amico , ti dirò subito che non credo sia possibile arrivare a tanto , seguendo il tenue filo delle avventure hegeliane e delle peripezie antisensiste dei signori Luigi Ornato , Giovanni Maria Bertini e Santorre di Santarosa . Permetti che , in queste mie osservazioni , mi valga dei risultati degli studi di autori che qui convien nominare per vendicarli delle spogliazioni che essi soffrono da una ristretta cerchia di iniziati , che non li nomina mai per paura che anche gli altri se li facciano venire dal libraio . Mi baso sopratutto su : Sombart , Der Bourgeois , Monaco e Lipsia 1913; Max Weber , Gesammelte Aufsätze zur Religions soziologie , Tufinga 1921; Troeltsch , Soziallehren der chrislichen Kirchen , Berlino 1917 . La vostra posizione di protesta contro l ' Italia giolittiana o nittiana , contro il socialismo di Serrati e le cooperative di Vergnanini somiglia molto alla passionale opposizione puritana contro il sistema sociale che si era formato in Inghilterra sotto gli Stuardi : lega di malaffare fra Stato , Chiesa anglicana e monopolisti , per far prosperare le imprese di un capitalismo mercantile coloniale statalmente privilegiato . Il puritanesimo vi contrapponeva le tendenze ad un profitto capitalistico razionale e legale , raggiunto in forza della propria energia e iniziativa . I puritani ( Prynne , Parker ) rigettavano ogni contatto " con i cortigiani e i facitori di progetti " , fautori di monopolii parassitarii , come con una classe di persone eticamente sospette ; il nostro amico E . Corbino tratta precisamente su questo tono i socialisti , che " facitori di progetti " sono già fin d ' ora , e " cortigiani " diventeranno ben presto . Questa analogia di posizioni fa capire che , in fondo , iI compito di Rivoluzione Liberale mira alla spiegazione della mancanza prima e profonda nel nostro paese : quella dello " spirito capitalistico " . Definizioni dello spirito capitalistico non ce ne sono . Raccomandabilissimo , per mia esperienza personale , lo studio di due libri : La Vita di Beniamino Franklin e Robison Crusoè : né dirai che questa volta faccio delle citazioni peregrine . Lo spirito capitalista è facilmente percepibile quando l ' ascesi protestante si è impadronita del vecchio concetto ( - che il lavoro , anche per misera mercede , è meritorio agli occhi di Dio - ) e lo ha approfondito , anzi trasformato , fino a creare l ' impulso al lavoro come vocazione (ingl.: state ; ted . Beruf ) , fino a far considerare il lavoro come l ' eccellente , anzi l ' unico mezzo , per diventare sicuri dello stato di grazia : quando l ' ascesi protestante - divenuta vera ascesi laica - legalizzò d ' altra parte lo sfruttamento della specifica volonterosità al lavoro , chiarificando come " vocazione " , l ' ansia di guadagno dell ' imprenditore . È evidente poi , quanto l ' esclusivo sforzo di raggiungere il regno di Dio con l ' adempimento del dovere al lavoro ( inteso come vocazione ) dovesse promuovere la " produttività " , nel senso capitalistico della parola : è dimostrato come quella concezione dello " Stato di grazia " che poteva essere garantito non da qualunque espediente magico sacramentale , o dalla assoluzione della confessione , o dell ' adempimento di pratiche propiziatorie , ma soltanto dal mantenimento di uno speciale stile di vita pietistica , dovesse condurre a quella metodica razionale della vita pratica , che è il segreto dei grandi intraprenditori e delle grandi aziende . Si è spesso - e Sombart lo ha dichiarato in tratti particolarmente felici - indicato come motivo fondamentale dell ' economia moderna il " razionalismo economico " . Senza dubbio , se con questa espressione s ' intende l ' allargamento della produttività del lavoro mediante l ' ingranaggio del processo di produzione , combinato da un punto di vista scientifico . Ma questo processo di razionalizzazione sul terreno tecnico presuppone uno stile di vita pietistico - ascetica , e condiziona una parte importante degli " ideali " della moderna società borghese : il lavoro per una razionale distribuzione di beni materiali all ' umanità . Sotto Vanderlip , americano inquirente sui mali europei , è agevole scoprire Vanderlip razionalizzatore di una azienda bancaria ; raschiate ancora , troverete il gregario di una setta protestante che cerca di seguire un qualsiasi sistema di ascesi laica . Usando uno schema grossolano , possiamo dire , per esempio , di Beniamino Franklin : a ) Prima abbiamo lo stile di vita pietistico - ascetica , notissima in quelle storielle che a noi sembrano incredibili e ridicole , dell ' Almanacco del povero Riccardo , ecc . b ) Poi abbiamo la razionalizzazione della sua vita di produttore , da apprendista tipografo diventa padrone , inventa il parafulmine , ecc . c ) Infine abbiamo la razionalizzazione della sua vita politica : leggere la descrizione dei suoi sforzi in servizio degli Improvements comunali di Filadelfia , per capire come il lavoro per la distribuzione dei beni materiali , per la " prosperità " della città natale , ecc . penda sempre dinanzi agli occhi di chi è già passato attraverso ai due stadii o momenti precedenti . Questa è la fioritura completa dello spirito capitalistico , che , come vediamo tipicamente in Franklin e in tutta la società americana dei suoi tempi , ci dà perfettamente quello che la Rivoluzione Liberale cerca invano in Italia : classe tecnica progredita , coscienza e diretto esercizio della libertà . Ora , in Italia , non esiste e non è esistito mai lo " spirito capitalistico " come fenomeno di masse . Esiste quello che il Sombart chiama Paria - kapitalismus ( la cupidigia del barcaiolo napoletano o dell ' aranciaro , la parsimonia dell ' emigrante tanto ridicolamente vantata , tutti aspetti dell ' auri sacra fames che è vecchia quanto il mondo , e non ha niente da fare con lo spirito capitalistico ) . Esiste quello che lo stesso Sombart , e altri , chiamarono Abenteurer - kapitalismus ( il persistente parassitismo siderurgico , i casi Bondi , Perrone , ecc . rientrane in questa categoria ) . Non ci fu mai altro . Perché ? La risposta del materialismo storico ingenuo spiega subito , si sa : " Tale spirito capitalistico un rispecchiamento , una soprastruttura di situazioni economiche : non si è avuto in Italia , perché queste situazioni sono mancate " . Balle . Basta ricordare che nel paese natale di Beniamino Franklin ( Massachussets ) lo " spirito capitalistico " esistette ben prima dello " sviluppo capitalistico " : che nelle colonie che poi formarono gli Stati meridionali dell ' Unione , questo spirito capitalistico rimase molto meno sviluppato , quantunque là sorgessero le prime intraprese d ' affari su grande - ma non razionale - scala : che lo spirito capitalistico si preparò , insomma , alle più grandi esplosioni nelle Colonie di New - England , in mezzo a una popolazione di piccoli borghesi , di artigiani , di yeomen e di predicatori . Il ritornello incalza : perché ? Perché , dai Comuni , in cui , come tu dici , " sorsero gli elementi della vita economica moderna " non derivò anche lo spirito che questi elementi unifica e conduce alla battaglia ? Perché Machiavelli , che " professa una religiosità della pratica come spontaneità di iniziativa e di economia " rimane un isolato ? Perché , quando , sotto la superficiale influenza di Cavour e del periodo libero - scambista , parve che un più intenso sbocciare di imprese animate , da spirito capitalistico dovesse segnare l ' inizio del nuovo Regno , ci fu una vera rivolta della opinione pubblica , un vero riaccendersi di disprezzo mandarinesco verso gli uomini dell ' industria e questa rivolta si concretò nell ' accentramento burocratico ? Perché , mio caro , tu stesso , che con tanta minuzia studii , non dico l ' embrione , ma il feto della classe dirigente in Italia , arrivato al Santarosa " in cui l ' espressione dell ' esigenza religiosa si confondeva nell ' ossequio alla Chiesa " , trovi ciò assolutamente ovvio , " perché il Cristianesimo , iniziale ardore di sentimento , momento ideale naturalmente anarchico , eretico , atto che supera tutti i fatti , affermazione violenta di spiritualità contro tutti i dati , non può avere vita e compimento reale se non realizza l ' ardore in organismo , se non sostituisce alla purezza astratta dell ' aspirazione l ' ordine solido della praticità " ? Perché - io credo - il cattolicesimo , il cattolicismo della Chiesa romana assoluta negazione di ogni metodica di vita borghese , assoluta soffocatrice dell ' ascesi protestante , ci ha afferrati e non ci molla più . Io non so se , come tu dici , il cattolicesimo ha ucciso l ' idea liberale : perché l ' idea liberale è per me una espressione alquanto vaga e imprecisa ma esso ha forse ucciso in Italia ogni possibilità di ascesi laica . Ha , con la sua mole di Chiesa , cioè di universale fidecommesso per scopi ultraterreni , abbracciante i giusti e i reprobi , ucciso tutte le possibilità di svolgimento della setta , intesa come comunità di coloro che personalmente si sentono in stato di grazia , credenti ed eletti , e di costoro soltanto : e cosi , con questo primo schiacciamento , ha tolto di mezzo ogni classe dirigente come classe politica ; perché la setta ( religiosa ) ne è il presupposto . La Chiesa Romana ha incarnato in noi quell ' orrore verso l ' irrimediabile banausismo , volgarità e monotonia della attività pretina specializzata , e con questo ha tolto di mezzo le possibilità di avere la classe tecnica progredita . La Chiesa Romana ci ha evitate le angoscie del dubbio sull ' essere o no predestinati alla grazia , degni o indegni di appartenere alla " Ecclesia pura " : ma " la coscienza e il diretto esercizio della libertà " sono sorte proprio e soltanto da quelle angoscie . Insomma io credo che il cattolicismo della Chiesa Romana ci abbia privati dello " spirito capitalistico " ; e - insieme - di tutto ciò di cui Rivoluzione Liberale si propone di spiegare la mancanza , e che manca , perché è mancato quello spirito capitalistico stesso . Il più bello però è questo : che tu , con la tua rivista , non solo vuoi spiegare perché tutta questa roba manca : ma vuoi contribuire a fabbricarla . Io credo invece che la vittoria del cattolicismo sia definitiva , nel senso chiarito : che cioè lo " spirito capitalistico " non sorgerà - come afflato di massa - nel nostro paese . Tu dici : Data la loro affermazione di un principio idealistico o , se meglio piace , volontaristico , che fa risiedere la funzione dello Stato nelle libere attività popolari , affermantisi attraverso un processo di individuale differenziazione , Mazzini e Marx sono i più grandi liberali del mondo moderno . Giusto : appunto per questo il marxismo e il mazzinianismo sono fratelli ... nella tomba . Tu dici : Coerenti ad una visione marxista , o , meglio , italianamente marxista sono rimasti alcuni comunisti ( non il Partito Comunista ) , che agitando il mito di Lenin vedono nella Rivoluzione il cimento della capacità politica delle classi lavoratrici , della loro attitudine a creare lo Stato . Giusto : tu hai pronunciato la condanna di ogni attività pratica dei tuoi amici comunisti . Gira e rigira biondina , in Italia - altro che marxismo ! - non c ' è che del " poverismo " : indicando provvisoriamente col termine di poverismo il complesso delle tendenze e delle dottrine contrarie allo spirito capitalistico . Prima di tutto , al solito , il sistema poveristico della Chiesa Romana , cui ancora si volge con nostalgia il ricordo e l ' affetto degli italiani : né so tenermi dal trascrivere una paginetta del Veuillot , dove i suoi caratteri sono scolpiti con una efficacia che non mi stanco di ammirare : " A l ' osteria , le déjeuner couta dix - sept sous . C ' est une des grâces de Rome , de pouvoir déjeuner où l ' on veut , au prix que l ' on veut . Toute porte est ouverte à toute honnête homme . On a le droit d ' être pauvre , la pauvreté est de bonne humeur . Le droit d ' être pauvre , la bonne humeur de la pauvreté ! Le monde finira par n ' avoir même plus l ' idée de ces deux grands biens ; et alors il y aura des pleurs et de grincement de dents . Rome , Rome , doux pays de la pauverté honorée et libre ? Le docteur B * * , excellent prêtre , partit de Paris son breviaire sous le bras , il entra dans Rome sans autre fortune qu ' un sac de nuit ... qui contenait un plan d ' études . A vingt sous par jour , l ' honoraire de sa messe , il est logé , nourri , libre , content ; il est entouré de consideration , et il fait un beau livre " . L ' Italia , mio caro , in cui vi sentite come esiliati , è questa , è sempre questa . Per cambiarla pare che tu faccia assegnamento sui nuclei iniziali dei due partiti rivoluzionari , quello degli operai e quello dei contadini . Tu li chiami rivoluzionari : spiegati . Forse sono rivoluzionari i loro capi , le loro élites , i giovani che più o meno conosciamo , tizio o caio , e che assumono verso l ' Italia d ' oggi , l ' atteggiamento di protesta puritana ? Ma perché i capi e le élites mettano in moto le masse hanno bisogno di un vecchio ingrediente : il paradiso . E non mica qualche paradiso laico , come sempre ce ne hanno descritto gli utopisti . Per battere la Chiesa , completamente provvista con tre paradisi , quello di Adamo ed Eva , quello " poverista " in cui Venillot e il suo amico R * * si trovavano così bene , e quello lassù , bisogna che i capi e le élites dispongano di un paradiso come ne disponevano i Calvinisti , i Mennoniti , i Quaccheri . Vuoi tu rimandarci ai Circoli di Coltura Religiosa ? Ah , mon bon , pas si bête que ça ! Il coraggio di mascherarsi da protestante l ' ha soltanto il nostro amico Prezzolini ! O forse tu vuoi dire che " l ' ardore e l ' iniziativa degli operai saranno - da certe nuove circostanze economiche , - potenziati a un nuovo completo impeto rivoluzionario ? Ebbene allora io ti chiedo quale espediente rivoluzionario mai varrà a cancellare il marchio anticapitalistico impressoci dalla Chiesa di Roma , a far sorgere quello spirito capitalistico che i Comuni , il Rinascimento e il Risorgimento non sono riusciti a far sorgere : io ti domando come eviterai che la rivoluzione delle masse operaie e contadine ricada nel vecchio solco del poverismo cattolico , non sia semplicemente e rovinosamente un pazzo tentativo di ritorno al tempo in cui con venti soldi al giorno l ' uomo era alloggiato , nutrito , libero , e ... scriveva ancora dei bei libri ? Valgono insomma , non contro cotesti nuclei iniziali che sono stimabili , ma contro una loro ipotetica azione politica , le identiche obiezioni che valgono contro " la demagogia ridicola di Bombacci e di Misiano " . Essi non riescono a risolvere il problema ; quale io lo vedo : e cioè : " Come è possibile che una nazione , destituita di spirito capitalistico come la nostra , possa mettere in piedi una disciplina sociale valida ad affermarsi di fronte alle nazioni , che la loro disciplina sociale traggono da quello spirito capitalistico ? Come è possibile che l ' Italia non diventi una colonia - o non lo resti ? " Per chiudere con un filo di speranza , dopo questa domanda che pare disperata , faccio due righe di inventario . 1° Non siamo soli a dover risolvere questo problema , nel mondo . Questo problema è posto , in termini press ' a poco identici , ai popoli slavi e alla civilizzazione cinese . Ecco due enormi aggruppamenti dell ' umanità destituiti come noi , più di noi forse , di spirito capitalistico : eppure ben risoluti , mi pare , a non diventare colonie anglosassoni . Siamo in buona compagnia . 2° È innegabile che un inizio di cristallizazione , un inizio di speciale disciplina sociale si svolge attorno al cosiddetto " socialismo " di cui tu ti affretti troppo a dichiarare l ' impotenza . Non comprendo , a dir vero , l ' interpretazione missiroliana del fenomeno socialista . Lo intendo invece come una forma di poverismo laico , che però manifesta la sua originalità in questo : nella costituzione di una classe dirigente destituita , si capisce , di spirito capitalistico , ma reclutata in base ad un certo rituale , e munita delle conoscenze tecniche necessarie per far vivere una azienda . L ' epiteto di " mandarini " e di " bonzi " lanciato contro gli organizzatori per offenderli mette bene in rilievo un aspetto di questa originalità : l ' epiteto poi può essere trovato offensivo solo dagli ingenui . Se e come questa originalità possa svolgersi : se e come questa singolare classe dirigente possa essere paragonata a quelle che , in Russia ( funzionari bolscevichi ) e in Cina ( funzionari confuciani ) , cercano di difendersi contro gli assalti delle classi dirigenti derivate dalle sétte ascetico - laiche e sorrette da intenso spirito capitalistico : e , finalmente , quali siano i rapporti ideologici di essa verso la Chiesa Romana e la sua attività : tutte queste cose sono forse di un grande interesse : ma per non cadere nel vago dilettantismo , hanno bisogno di essere documentate con raffronti e citazioni lunghissime . Perciò chiudo . Tuo Giovanni Ansaldo .
StampaPeriodica ,
La tendenza degli individui appartenenti ad una data classe di riunirsi in corporazioni si manifestò in tutti i tempi , massime in quelli dove la protezione dell ' individuo da parte dello Stato era minima , anzi irrisoria . Così le università delle arti e dei mestieri nel medio evo costituivano una potente compagine di membri legati tra loro da vincoli indissolubili di fratellanza . Nei tempi moderni , scomparse le antiche istituzioni , esse rinacquero sotto altra forma , nelle maestranze , nelle confraternite e nei collegi . Mutate le circostanze , erano mutati anche i bisogni , e la protezione che la confraternita esercitava sull ' individuo si riduceva ad opere di beneficenza in caso di infermità o di disgrazia ed a privilegi spirituali . Per la prima volta vi erano beni mobili ed immobili donati da più benefattori ed accresciuti continuamente con l ' accumulazione delle rendite ; per i secondi , poi , vescovi e pontefici largivano lettere e brevi . Ai nostri giorni , con l ' indemaniamento che il governo ha decretato per le proprietà dei pii sodalizi , questi hanno perduto la loro base , il loro sostegno , e , sotto un certo aspetto , la stessa ragion d ' essere . Così le confraternite hanno conservato solamente il loro programma religioso , ed hanno cessato di esercitare in vantaggio dei singoli membri la protezione e la beneficenza . Da una parte però il dissidio – riacceso – tra la Chiesa e lo Stato e la lotta combattuta dalla rivoluzione contro la religione cattolica ha fatto rinascere più vivo nei cattolici il bisogno di riunirsi , di federarsi , con ideali più alti , con forme nuove per la difesa dei comuni interessi , non più di classe , per ora , ma religiosi . Così , a fianco delle confraternite agonizzanti , sorsero le associazioni , i circoli , i comitati parrocchiali , istituzioni feconde di energia e di pensiero . Dall ' altra parte la tendenza a riunirsi per difendere gl ' interessi del lavoro divenne una vera necessità , e tutto quello slancio che i cattolici adoperarono a fondare le nuove associazioni fu impiegato ugualmente dalle classi lavoratrici per istituire le società di mutuo soccorso , le fratellanze operaie , le leghe di resistenza ed infine le Camere del lavoro . Così furono sdoppiati e divisi i due scopi delle istituzioni antiche « religione e lavoro » , e si delinearono due campi d ' azione , diversi nei principi , e molte volte opposti nei mezzi . In Italia la storia delle Camere del lavoro è breve e semplice . Furono in principio le associazioni operaie che ebbero l ' idea di riunirsi , sull ' esempio di altre nazioni , in un nuovo vincolo di fratellanza per mezzo delle Camere del lavoro . Il Cabrini e il Gnocchi - Viani furono i promotori ed i sostenitori della nuova istituzione . Sorsero , è vero , sotto auspici nettamente socialisti , ma tuttavia il loro programma escludeva la politica , e teoricamente lasciavano aperto l ' adito ai rappresentanti di qualunque partito . In principio non vi fu un municipio che , richiesto , ricusasse il suo appoggio . Nell ' anno 1893 le Camere di commercio , interpellate dal governo sulle riforme che esse credessero di introdurre nel loro ordinamento , risposero tutte proponendo l ' ammissione di una data rappresentanza operaia ; la maggioranza di esse la voleva inclusa nelle Camere di commercio , la minoranza la voleva lasciata alle Camere del lavoro . Lo stesso governo mise a disposizione del Comitato per l ' esposizione agraria del 1894 qualche medaglia per quelle Camere del lavoro che si fossero distinte . Questo favore però fu di breve durata . Dopo il 1894 il governo mutò radicalmente indirizzo e si mise sulla via della reazione . La prima vittima fu la Camera del lavoro di Terni , dove il comune , per divieto assoluto del governo , negò il sussidio alla nascente istituzione . La ragione è facile ad intendersi : la popolazione operaia di Terni è composta per nove decimi dai lavoratori dell ' acciaieria governativa , e sono quindi dipendenti direttamente dallo Stato , il quale non aveva piacere che i suoi salariati si sottraessero in tal modo alla patria potestà e cercassero di difendere i loro interessi nella tanto temuta solidarietà operaia . Contemporaneamente scoppiavano i tumulti della Sicilia e della Lunigiana , i quali naturalmente moltiplicarono ed inacerbirono le conseguenze della reazione . Società di mutuo soccorso , leghe di resistenza , fasci operai e Camere di lavoro , per tutti ci fu un decreto di scioglimento . Il governo , per mezzo dei prefetti , o fece cancellare dai bilanci comunali sussidi già stanziati per le Camere di lavoro , o fece pressione sopra sindaci e giunte perché non li deliberassero . Gli operai cercarono naturalmente di resistere , e dove la resistenza era inutile , protestarono ; essi però non furono soli , ma anche parecchi municipi opposero resistenza alle pressioni governative . Il governo allora si rivolse al consiglio di Stato , domandando se i comuni avessero la facoltà di concorrere con sussidi allo sviluppo delle Camere del lavoro ; il consiglio di Stato , come era da aspettarselo , emise parere contrario . Con tutto questo gli operai fecero ancora qualche tentativo qua e là , al quale seguirono nuovi decreti di scioglimenti , deferimenti e processi . Fra questi non mancarono gli episodi comici . A Roma il prefetto sciolse la Camera del lavoro e la deferì all ' autorità giudiziaria , la quale dichiarò che nell ' operato di essa non vi era reato . Allora la Camera riprese ad esercitare le sue funzioni ed il municipio le ristabilì il sussidio di 6000 lire , non tenendo in alcun conto il parere del consiglio di Stato . Inoltre la commissione governativa per l ' inchiesta ferroviaria sente la necessità di inviare il proprio questionario ad alcune Camere del lavoro , e nei suoi interrogatori ascolta dei rappresentanti di esse . Una commissione governativa che si rivolge ad una istituzione non riconosciuta giuridicamente , anzi aspramente combattuta ed avversata dallo stesso governo ! A Cremona il consiglio comunale viene sciolto per avere stanziato nel bilancio un sussidio alla Camera del lavoro , ed il regio commissario , naturalmente , cancella lo stanziamento . Si elegge il nuovo consiglio , il quale torna ad iscrivere il sussidio , e la prefettura lo annulla . Contemporaneamente nella stessa provincia di Cremona sorgono delle agitazioni di contadini per controversie circa alcuni patti colonici . La Camera del lavoro propone la costituzione di un collegio di arbitri composto di elementi misti , ossia di proprietari e di contadini , per studiare e comporre la controversia . L ' autorità si oppone fidando in una naturale soluzione della vertenza ; ma poi , vedendo la cosa andare in lungo e temendo tristi conseguenze , finisce con l ' aderire alla proposta della Camera ed istituisce il collegio degli arbitri . E i probiviri agrari non erano stati ammessi dal parlamento ; ed il prefetto che li istituiva era quello stesso che aveva fatto cancellare dal bilancio municipale il sussidio due volte deliberato ! Un fatto più comico avvenne in Napoli , dove il municipio fu obbediente alle ingiunzioni governative e tolse il sussidio . Siccome però il municipio era in maggioranza cattolico , e la Camera del lavoro era presieduta da un monarchico , la prefettura – con una coerenza fenomenale – regalò duemila lire alla Camera del lavoro . Tutto questo prova fino all ' evidenza che oramai così come sono costituite e volute dalla classe operaia , le Camere del lavoro sono un mezzo di propaganda socialista , e sotto questo aspetto il governo se ne impensierisce e le combatte . Eppure vedemmo poc ' anzi che da principio l ' istituzione fu tutt ' altro che socialista . Come va dunque che in così breve tempo abbiano assunto una forma così battagliera , malgrado che in tutti gli statuti di esse sia ripetuto che la politica è assolutamente estranea alle Camere del lavoro ? Come è che nella sommossa del 1893 in Parigi , ed in quelle dell ' anno seguente in Sicilia esse furono così fortemente compromesse ? La ragione principale , se non l ' unica , credo consista nell ' ostracismo dato ai padroni ed agli imprenditori , dalle Borse del lavoro . Un ' associazione di questo genere , composta di soli operai , è impossibile che non divenga strumento di propaganda socialista . Coll ' introdurre in esse anche l ' altro elemento , oltre al rendere più remoto questo pericolo , si verrebbe a dar loro una garanzia immensamente maggiore di pratica utilità . Ed infatti , se uno degli scopi principali delle Camere del lavoro è quello di comporre e di appianare le controversie tra salariati e padroni per mezzo di collegi di arbitri , come sarà possibile che i padroni e gl ' imprenditori si decidano ad invocare un arbitrato composto di una parte sola ? Come potranno i governi concedere autorità giuridica ai sindacati operai , se questi non saranno costituiti di elementi misti ? Per quanto si voglia riconoscere che il lavoro sia immensamente più nobile del capitale , e che questo sia solo uno strumento a servizio del lavoro , sarà pure necessario che nella lotta dell ' uno contro l ' altro , per comporre pacificamente i dissidi , facciano sentire la loro voce ambedue . Anche nelle Camere di commercio , istituzione oramai generale presso tutti i popoli civili , intervengono ogni genere di industriali : tanto quelli che attendono al piccolo scambio della merce da essi stessi elaborata , quanto i grandi proprietari di vastissime case commerciali , o i direttori di banche . Nei comizi agrari sono iscritti tanto i grandi come i mezzani e i piccoli proprietari , non solo , ma anche i più modesti affittuari . Tra questi e quelli vi è appunto il rapporto del lavoro al capitale . Perché dunque le Camere del lavoro dovrebbero avere questa nuova forma unilaterale , e perciò stesso meno autorevole nelle controversie e meno pratica nei risultati ? In mezzo ad una agitazione così vasta i cattolici non rimasero inoperosi , ma cercarono subito di studiare il fenomeno per rendersi conte della situazione . Anche in questa come in tutte le altre questioni dove è libero il campo della discussione , i pareri furono divisi . Alcuni pensarono che le Camere dovessero senz ' altro essere combattute dai cattolici perché socialiste ; altri credevano che col tempo si sarebbe potuto riuscire ad avere delle Camere perfettamente neutre , in modo che anche agli operai cattolici fosse lecito appartenervi ; altri , finalmente , sostenevano che si dovesse senz ' altro far nostra tale iniziativa e dare subito opera all ' istituzione di una Camera del lavoro cattolica . Queste , più o meno delineate , erano le tre opinioni che si agitavano nel nostro campo cinque o sei anni or sono e che ogni tanto ritornano fuori quando si tratta di istituire qualche opera in vantaggio degli operai . Ora , quanto a combattere le Camere del lavoro perché socialiste , e a negar loro il sussidio in quei municipi che risultassero in maggioranza cattolici , io rispondo che prima di combattere bisogna andare bene adagio , ed essere proprio sicuri che l ' istituzione non sia suscettibile di miglioramento alcuno e debba senz ' altro condannarsi . Il miglior partito in questi casi è rimanere passivi , quando non si ha il coraggio e l ' abnegazione d ' intraprendere un apostolato attivo . Chi sa quante di quelle opere che ora sono un ' arma potente in mano dei nostri avversari avrebbero potuto essere un mezzo utilissimo di propaganda per noi , solo che non ci fossimo tanto affrettati a condannarle e a dichiararcene estranei ! Le Camere del lavoro escludono dai loro statuti la politica ; ebbene , questo avrebbe dovuto bastarci per lasciarvi entrare anche i nostri operai i quali avrebbero potuto costituire un freno ed un controllo nel tempo , stesso , adoperandosi a far rispettare il principio statutario circa l ' esclusione della politica . In questo modo si sarebbero ottenuti due grandi vantaggi ; primieramente le Camere così costituite avrebbero corso meno rischio di divenire socialiste , ed in secondo luogo noi avremmo avuto una palestra utilissima per i nostri operai i quali , trovandosi a contatto di compagni appartenenti ai vari partiti politici , si sarebbero esercitati nella discussione e nella lotta , e difendendo i propri interessi professionali nel seno delle Camere del lavoro , si sarebbero venuti preparando a rappresentare il proprio paese nel seno delle assemblee comunali , e riparare così alla deficienza di rappresentanza operaia che ora si nota tanto frequentemente nei municipi delle grandi città . Molti vedono con timore gli operai cattolici vicino ai socialisti , e per impedire qualunque contatto con essi vagheggiano una separazione ed un isolamento completo come unica garanzia di preservazione ; ora , quanto ciò sia contrario ai principî di propaganda e di apostolato che debbono informare qualunque azione o religiosa , o sociale , o politica , è chiaro abbastanza : un partito che si raccoglie nell ' isolamento per timore di perdere i suoi aggregati ed ingrossare così le file dei suoi avversari , bisogna che si rassegni a morire . Oltre a questo ognuno vede che di fatto è impossibile evitare allo operaio cattolico dei contatti con i compagni socialisti , poiché se questi non gli saranno vicini alle assemblee , lo saranno nel lavoro : non è certo possibile – e data anche la possibilità non sarebbe desiderabile – che vi sia una separazione anche nel lavoro ; occorrerebbe per questo avere delle squadre di operai cattolici sotto la guida di mastri cattolici , addetti ad opere ancor esse cattoliche ... Il ridicolo emerge da sé ; neppure nei paesi protestanti esiste questa separazione , essa dunque deve ancor meno esservi da noi . I contatti nel seno di un ' assemblea sono poi molto meno pericolosi che nel lavoro , questo affratella , mentre la discussione divide : è ben raro che in un comizio o in una radunanza qualsiasi i vari gruppi modifichino le loro idee per adattarle a quelle degli altri ( i parlamenti informino ) . Dato ancora che il sistema di isolamento e di separazione completa fosse teoricamente preferibile , esso riuscirebbe inattuabile in pratica . Anche nell ' educazione domestica s ' incontrano i due sistemi diversi ; alcuni genitori cercano di evitare ai loro figli ogni specie di contatto per tutelarne l ' innocenza , altri li abituano fin da fanciulli a conoscere il mondo perché da grandi possano discernere meglio il bene e il male . Questo secondo sistema , malgrado gl ' inconvenienti che può arrecare , riesce preferibile in confronto dell ' altro , il quale , oltre agli altri difetti , ha quello gravissimo di non essere attuabile mai . Si eviteranno cattivi contatti nella casa , magari anche nella scuola , ma non potranno mai evitarsi nell ' università , nei circoli , nelle conversazioni . Così avviene dell ' operaio ; si troverà vicino ad operai cattolici nel seno di un ' associazione o d ' un comitato , ma avrà mille occasioni di incontrarsi con avversari nel lavoro , negli spettacoli , nelle taverne . E non sono forse anche troppi i dualismi che i nostri avversari ci hanno creati , perché dobbiamo formarne dei nuovi da noi stessi ? Di fronte dunque a questa nuova forma d ' associazione il meglio che possa farsi da noi cattolici non è – secondo me – l ' astensione ma l ' intervento . Noi certo aspiriamo ad un sistema diverso di organizzazione operaia , sistema di gran lunga preferibile ma di più difficile attuazione ; le Camere del lavoro potrebbero servire di passaggio all ' altra forma da noi vagheggiata , quella cioè di corporazioni miste . Che il lavoro vi sia per tutti , ch ' esso venga onestamente pattuito e giustamente compensato , questo deve essere il nostro desiderio . Per raggiungere tale scopo lo stesso Sommo pontefice cominciò fino dal 1884 ad additarci il cammino da seguire con l ' enciclica Humanus genus , e quindi nel 1891 con quel capolavoro di sociologia che è l ' altra enciclica Rerum novarum ci tracciò un vero e completo programma d ' azione . Leone XIII ci richiama alla mente le storiche istituzioni che in Roma fiorirono tanto nei secoli scorsi , quali le università e le corporazioni d ' arti e mestieri , e c ' insegna che l ' unica via per ottenere dei risultati pratici è appunto questa , migliorata e adattata alle condizioni dei tempi nuovi . Quasi tutti gli studiosi di scienze sociali sostengono la stessa tesi ; il Toniolo e il Soderini , per non parlare di altri , sono del medesimo avviso . Il Toniolo , in un suo scritto su questo argomento , dopo avere sostenuto il principio delle Corporazioni in confronto delle Camere o Borse del lavoro , conclude : « Datemi un circolo numeroso di persone addette allo stesso ordine di produzione , aprite un ritrovo comune , ove queste quotidianamente si uniscano ad agitare tutte le questioni che collettivamente le riguardano , pronuncino in assemblea i loro voti e le loro deliberazioni per i provvedimenti di comune vantaggio , eleggano al vertice un seggio presidenziale che rappresenti giuridicamente l ' ente corporativo e ne eseguisca i voleri , e la corporazione senza altre istituzioni coordinate potrà sussistere , e il popolo , anzi , fra quelle riunioni destinate a prendere la difesa dei suoi interessi nelle quotidiane contingenze della vita , porrà tutta la sua mente ed il suo cuore . Ecco l ' ambiente animato e fecondo del sodalizio . » Per raggiungere questo scopo noi abbiamo ancora altre forme di passaggio da utilizzare . Oltre a tante società di mutuo soccorso , noi abbiamo una istituzione che fu chiamata appunto dal Gnocchi - Viani la Camera del lavoro dei cattolici . Questa istituzione è il segretariato del popolo . A guardare superficialmente sembrerebbe che esso non avesse nulla di comune con le Camere , perché la forma è ben diversa : non si tratta di operai riuniti in sodalizio per difendere i loro interessi , ma si tratta invece di uomini di buona volontà riuniti da un vincolo di amore e di carità fraterna in sollievo dei bisognosi . Indirizzare l ' operaio alla ricerca del lavoro e proteggerlo contro la cupidigia dei sensali , appianare le divergenze con i padroni , aiutarlo nella corrispondenza , nelle pratiche dei suoi affari , abituarlo a tenere in ordine la piccola amministrazione della sua famiglia – questi sono gli scopi che si propone il segretariato del popolo . Quando questi intenti si fossero realmente ottenuti , e quando si fosse potuto provvedere a dei locali vasti per ritrovo comune di operai e padroni , al fine di potervi stringere i rispettivi contratti , credo che si sarebbe ottenuto molto . Questa sarebbe una forma di protezione per l ' individuo , mentre le corporazioni sarebbero una difesa per la classe . Non bisogna dimenticare che il segretariato è più un rimedio che un cibo ( e di sole medicine non si vive ) ; esso conforta l ' operaio nella disoccupazione e nella miseria , ma non può arrivare fino a difendere tutti i diritti della sua classe . Anzi i segretariati sono come una forma transitoria e , direi quasi , di beneficenza , e noi dobbiamo sperare che un giorno non vi sia più bisogno di adoperare la beneficenza , ma solamente di esercitare la giustizia . Intanto quello che si ottiene per mezzo dei segretariati è il contatto delle classi agiate con i nullatenenti , è l ' esempio continuo di carità che noi offriamo alle classi diseredate , per mezzo di essi noi possiamo diffondere la buona stampa tenendo a disposizione degli operai giornali ed opuscoli popolari di propaganda cattolica . Come – in questo – ci sono maestri i socialisti ! Servendosi dunque di queste varie istituzioni come forme di passaggio noi potremo giungere a riunire gli operai in corporazioni , riconoscendo ciascuno i propri doveri e , soprattutto , non esagerando i propri diritti . A questo deve tendere la nostra azione , al raggiungimento di questo scopo debbono convergere le nostre attività . In mezzo al crescere minaccioso del pauperismo moderno , in mezzo al triste spettacolo che ci offrono tanti disoccupati e tanti oppressi , noi non dobbiamo dimenticare pertanto che , oltre al corpo , anche lo spirito ha bisogno del suo pane ; e sotto questo aspetto può dirsi che il pauperismo morale sia ancora più tremendo , più desolante . Sovvenendo l ' operaio nella disoccupazione ed aiutandolo a tutelare i suoi sacri diritti , noi compiremo un ' opera eminentemente cristiana e coopereremo con un valido contributo ad un graduale miglioramento nell ' organizzazione sociale .
StampaPeriodica ,
Questa lettera di Domenico Giuliotti non vuol essere una partecipazione al nostro lavoro . È l ' antitesi netta ed onesta di un amico per il quale abbiamo una profonda stima . In questa lettera , che è come la sintesi di tutto il libro di G . L ' ora di Barabba , non c ' è soltanto poesia , c ' è una notevole e rispettabile fede maturata in una poderosa unità , in ferreo anacronismo . La rude sincerità di Giuliotti richiama il cattolicismo alla sua logica medioevale e diventa , come altrove s ' è notato , forza feconda dialettica attraverso cui il mondo moderno ritrova la sua unità . Il programma di Giuliotti può parere esaltato o intemperante alle mezza coscienze , paurose di ogni posizione rigida , tolleranti per comodo e per poca serietà ; esso ha un vizio chiaro di anti - storicismo messianico , ma su tutti i messianismi utilitaristi e riformisti ha la superiorità che scaturisce da una terribile coerenza ideale , e da una limpida fede , ingenua e combattiva , nella trascendenza . E noi stimiamo la sua intransigenza , che non ci stancheremo mai di combattere , mentre consideriamo con disdegno tutti i catechismi predicanti transazioni e conciliazioni .
LACCHÈ ( - , 1927 )
StampaPeriodica ,
Una nuova ondata di famelici sciacalli fascisti si avventa addosso alla carogna non ancora spolpata del " Corriere della Sera . " Alla fine del '25 , dopo la espulsione violenta dei fratelli Albertini e di alcuni redattori non reducibili alla agilità spinale , entrò in scena una gaia brigata di mezze ( e anche brutte ) figure politico - letterarie capitanate da Ugo Ojetti sobbarcatosi alla non onorifica bisogna per il modesto soldo di 600.000 lire annue . Non è il caso di ricordare qui le capriole che l ' Ojetti ha fatto per quasi due anni , allo scopo or di mostrare una relativa , quasi impercettibile , indipendenza di giudizio , or di prostrarsi untuoso ed implorante sotto la sferza del " duce " domatore . Ma i salamelecchi , gli intrighi , le lusinghe , i colloqui di S . Rossore ecc . non sono bastati all ' eclettico scrittore per conservare la sedia direttoriale . Il Gran Consiglio Fascista [ cioè il " duce " ] decretò che i giornali dovessero essere in mano a fascisti al cento per cento . Il signor Ojetti non è per costituzione fisico - spirituale che al 50 per cento in tutte le cose e in tutte le occasioni . ( È perfino 50 per cento di senatore . ) Pensarono perciò di eliminarlo e all ' uopo , fecero valere una mezza stretta di mano ( 50 per cento ) che , nell ' estate del '25 , Ugo Ojetti fu costretto a dare a Salvemini , chiuso nella gabbia del Tribunale di Firenze . L ' insaziabile Tantalo era quindi , da oltre un mese , giudicato e virtualmente licenziato . Si colse però , col solito coraggio fascista , l ' occasione del suo viaggio in Grecia ( a mortificazione del fiero e indomabile Foscolo ) per fargli trovare , al ritorno , quattro righe di licenziamento . Il Signor Ojetti ( nella lieta occasione dell ' incasso del solito milione di indennità ) ha creduto opportuno far sapere che " due anni or sono fu chiamato dalla fiducia di Sua Eccellenza ( non dallo stipendio dei Crespi ) alla direzione del ' Corriere della Sera , ' " e per ripetere al Capo del Governo e al fascismo " il suo ossequio e la sua fedeltà . " Il successore di Ojetti è Maffio Maffii che , almeno , si aggirò sempre tra i nazionalisti . Inutile dire che , dal punto di vista tecnico e intellettuale , la successione Maffii rappresenta per il " Corriere " un altro irreparabile passo per la via della sua già disastrosa decadenza . Defenestrati con 0jetti , sarebbero alcuni redattori principali . Ciò dimostra che neppure sapienti ed opportuni piegamenti di schiena son bastati a salvare i meno flaccidi superstiti della vecchia redazione . La tragi - comedia dei servi sciocchi e dei lestofanti prosegue . Il pubblico ride e si diverte allo spettacolo . Qualche volta anche impreca . Perché la stampa italiana fu un giorno il simbolo vivente della nazione . Oggi , anche per gli olfatti più fascistizzati , sa troppo di fogna e di lupanare .
ASPETTANDO I CONGRESSI ( MURRI ROMOLO , 1896 )
StampaPeriodica ,
Mentre tante ragioni ci fanno tener dietro , con attenzione vivissima , alle varie fasi del movimento cattolico , nella stampa nostra che lo riflette talora così poveramente , ed in tutte le altre manifestazioni collettive e isolate che ci indicano un passo innanzi , il nostro occhio si rivolge con speciale sollecitudine ai venturi , e già vicini , congressi di Padova , di Fiesole , di Orvieto . Non che da quei congressi , e parlo specialmente di quello di Fiesole , ci sia da attendersi un nuovo impulso vigoroso alla azione cattolica in Italia , un indirizzo nuovo del movimento stesso , o energie , attitudini , persone nuove ; e non che dalle poche o molte , buone od ottime decisioni che quei congressi possano prendere si sperino frutti abbondanti , quasi che fosse possibile il tradurle subito appresso in atto , almeno in piccola parte . Quella prima cosa pare a me che ci sia poco finora da desiderarla o da sperarla , poiché il movimento cattolico italiano è tuttavia alla sua prima fase di reazione impulsiva e di preparazione , direi quasi , generale e sommaria ; quanto alla seconda , sperarla oggi ormai sarebbe vano , poiché i congressi hanno efficacia direttamente pratica solo quando essi rappresentino una parte o l ' altra dell ' autorità sociale , ossia quando quelli stessi che fanno i voti o quelli che essi rappresentano per delegazione abbiano poi volontà o forza di metter mano all ' attuazione dei programmi adottati . Ora , il laicato cattolico non ha , pel momento , alcuna parte di questa autorità . Ma altro c ' è da aspettarsi , per ora almeno , dai congressi cattolici . C ' è da aspettarsi cioè che pei molti ( numericamente nei congressi d ' azione , qualitativamente nei congressi di studio ) i quali intervengono ai lavori , questi sieno come un modo di intendersi , di raffervorarsi e di ottenere quella simiglianza di vedute e di scopi che è necessaria in un partito così disgregato e disforme come è ancora il partito nazionale cattolico presso di noi ; che da quei centri il movimento si propaghi , per via di contatti e correnti spirituali , raccogliendo nel suo circuito anime e menti nuove ; che delle idee buone , utili , feconde , raccolte di fra la discussione e raffermate poi e perfezionate per via di selezione naturale , sieno intese , diffuse , illustrate ed aggiungano nuova lena ed aprano nuovi orizzonti all ' azione ; che , infine , il contarci , il vederci numerosi , l ' osservar più da vicino i problemi e i modi , la necessità di risolverli , aiuti il sorgere fra noi di quella coscienza tenace , audace , luminosa che hanno sempre i partiti giovani e che dovrebbe specialmente avere un partito al quale come al nostro si presenta una così bella missione e si promette un così fecondo avvenire . Questo in generale . E vengo ora a parlare più particolarmente di ciascuno dei tre congressi . Il primo è quello di Padova . Ha un programma tutto di studio , limitato ed opportunissimo . L ' illustre prof . Toniolo di Pisa , che tante benemerenze ha già e tanto maggiori ne va acquistando man mano che l ' opera sua acquista conoscitori ed allievi , prepara il congresso col suo tenace lavoro di apostolo , e noi speriamo che esso risponda intieramente alle sue cure . Della opportunità e dei vantaggi sperati da questo congresso sarebbe lungo il dire . Con le speciali questioni che si tratteranno , esso si propone di dare al lavoro dei cattolici vedute e norme chiare ed esatte in uno dei suoi campi più delicati e più fecondi , il credito ; affinché nelle molteplici iniziative che vanno sorgendo in esso si abbia sempre quella chiara intuizione dei principi teorici e quella certa notizia delle norme morali cristiane che solo possono assicurare ad esse il buon esito finanziario e sociale . Ma oltre a questo scopo già di per sé importantissimo , altri di interesse più vasto e più intimo ci è dato vagheggiare , gl ' interessi del risveglio intellettuale nel clero e nel laicato nostro , dello sviluppo della scienza sociale e cristiana , specialmente nel ramo economico - morale , e poi anche in tutti gli altri rami della scienza e del sapere moderno . Non ostante le poche lodi che ci capita di ricevere dal partito avversario e quelle , meno poche , dirò così , che ci diamo da noi , è certo che in filosofia , in scienze sociali , naturali , giuridiche , in letteratura specialmente , noi siamo salvo poche tanto più lodevoli eccezioni enormemente indietro . Ed è naturale che se non ci sono in questi diversi rami gli uomini di scienza che si richiederebbero , anche il livello generale di coltura , specialmente nel suo lato politico - morale - religioso , è generalmente assai basso . E d ' altra parte io ho la certezza evidente così potessero averla tanti de ' nostri colleghi d ' azione che il movimento cattolico non fiorirà , non prospererà , non entrerà nella via definitiva delle rivendicazioni che sono la sua essenza , sinché esso non possa crescere e svolgersi in un ambiente intellettuale più elevato ; sinché , privi come siamo d ' una qualsiasi tradizione scientifica , al di fuori delle scienze ecclesiastiche , noi non poniamo le basi de ' nostri nuovi indirizzi scientifici ; sinché infine scienza , letteratura , critica non sieno diventate nelle nostre mani armi potenti di propaganda e di combattimento . E nel dir questo io non voglio disgustare nessuno , neanche la piccola o grande stampa cattolica ( così benemerita anche essa , poverina ) ; né fo paragoni , né penso a quel che sono altri popoli ; io guardo in avanti e dico anche solo : avanti , benché in tante cose particolari questo avanti significhi semplicemente incominciamo . Viene poi l ' altro congresso , quello di Fiesole . Quel che io pensi e speri di questo congresso , quel che io pensi in genere del movimento cattolico italiano , volevo esporlo , prima dell ' ultimo agosto prossimo , in un opuscoletto che fosse una specie di riflessione cosciente e pensata , di esame critico sulla genesi e sulle condizioni storiche fra le quali si è svolta sinora l ' azione cattolica , e su ciò che dallo stato attuale di essa si può pensare e prevedere nel suo prossimo divenire . Ma il congresso sarà incominciato e finito e l ' opuscolo non avrà essere altro che nella mia mente , ancora ; e non sarà forse male , giacché studi ed osservazione mi renderanno più facile il dar corpo alle idee che vado vagheggiando su questo argomento , carissimo , dell ' azione cattolica italiana . Ed io spero anche che alcune idee che adesso parrebbero un poco audaci o audacemente dette o nuove , fra pochi anni , quando il compito che io credo spetti alla generazione che entra ora nel movimento , di gettare le basi ( solamente questo ) di un vero e saldo partito nazionale cosa che alcuni , ingenuamente e malignamente , credono o dicono sarebbe stata possibile sin venticinque anni addietro , e che sarebbe impossibile anche oggi quando quel compito , dico , sarà veduto ed inteso , sembreranno semplici e naturali . Io ammiro e venero coloro che sino ad oggi hanno lavorato e lavorano ancora attivamente nel campo nostro : ammiro e venero , in senso ancora più stretto , l ' autorità pontificia e le maniere onde essa ha influito ancora e influisce sul movimento cattolico italiano ; io ho una intuizione chiara , evidente , della immensa opportunità della astensione sino ad oggi e sino a del tempo ancora ed in questo , giudice supremo il papa dalla vita politica : astensione che sola poteva render possibile la preparazione ad un movimento politico serio e cosciente . E di questi miei sentimenti e di questi miei giudizi sarebbe l ' illustrazione oggettiva e critica l ' opuscolo che io annunziavo , il quale vorrebbe insieme entrare più addentro che non si faccia comunemente nella analisi dei fatti , per cercare di rendersi conto esatto del movimento cattolico , delle sue origini , delle sue condizioni presenti , de ' suoi scopi impliciti ed essenziali . Esso vorrebbe , insomma , essere un primo tentativo qualunque poi che fosse per essere il suo valore intrinseco di mutare il movimento , autogenetico ed impulsivo che ci ha mossi ognora , in un movimento riflesso e cosciente : in un movimento di azione e di idee al quale il riflesso scientifico avesse preparato un metodo di azione e degli scopi finali manifesti e accessibili a tutti e pieni di virtù d ' impulso e di propaganda . Tale cosa , che esposta a questo modo , e non molto felicemente forse , può parere complicata , sarebbe del resto semplicissima : sarebbe la progressiva conquista delle menti e del sapere fatta dalla verità cattolica e dai suoi nuovissimi aspetti sociali , così largamente svolti e illustrati fuori d ' Italia , ad uno scopo di azione e di lotta diretta ad impossessarsi della vita pubblica e del governo politico d ' Italia .
GLI AVVOCATI E LA DEMOCRAZIA ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
L ' enorme influenza del diritto romano sulla vita dell ' Occidente non salta fuori in niente , più che in questo : che dappertutto sono i giuristi , i dotti nel diritto romano , i figli spirituali della curia , i Zanardelli e i Fera di tutti i tempi che sono i portatori e i promotori instancabili dello Stato nazionale ; cioè dello Stato in cui l ' attività economica è indipendente ; e i trasporti mistici sono dichiarati affari estranei alla pubblica amministrazione . La grande scuola per lo Stato " razionale " è il procedimento processuale : la procedura è l ' allenamento migliore per gli affari di Stato . Dallo studio del diritto romano nelle università italiane , germina un ceto politico ben distinto : i giuristi e i pratici patentati delle Università . Accanto al chiericato , alla casta dei letterati e degli umanisti , alla nobiltà di corte , e alla " Gentry " inglese , essi costituiscono la aristocrazia politica dell ' Occidente . I Potestà italiani , i canonisti e i teologi del Conciliatorismo , i giuristi di corte dei principi del Continente , i teorici monarcomachi dei Paesi Bassi , la " noblesse de robe " dei parlamenti del re di Francia , gli avvocati della rivoluzione francese : ecco i rappresentanti del razionalismo giuridico imparato sulle Pandette e applicato alla politica , cioè a formare lo Stato razionale : ecco i gloriosi - sì , propriamente gloriosi - antenati degli avvocatissimi Zanardelli e Fera . Se passiamo in rassegna l ' elenco dei membri della Convenzione - eletta a suffragio universale - troviamo : un proletario , unico e solo : pochissimi imprenditori borghesi : e poi avvocati in massa , di tutte le specie . Dalla Convenzione in poi , " avvocato " e " democrazia " sono indissolubili . La democrazia politica è l ' incubatrice degli avvocati , e la ideologia democratica costituisce il loro paradiso terrestre . Quando , bene o male l ' Italia rientrò nella corrente della civiltà occidentale e capitalistica , gli avvocati , naturalmente , si impadronirono dello Stato e si insediarono a Roma . Ma Roma è una preda che non si digerisce . Roma , la Roma più potente , la Roma del papa , aveva due ceti politici , peculiarmente sviluppati : i chierici e i letterati . Nel Piemonte o a Napoli si imparavano le Pandette , per diventare deputato o ministro e governare la plebe : negli Stati del Papa si imparava a cantar messa o a scrivere versi latini per diventare legato , e - ugualmente - governare la plebe . Quando la Monarchia si installò a Roma , gli avvocati che la accompagnarono in nome dell ' unità nazionale , del progresso , della democrazia , ecc . risentirono l ' influenza della Roma del Papa : anch ' essi si misero a imparare a cantar messa e a poetare : e l ' Italia ebbe un ceto che si occupava di politica , di formazione prevalentemente giuridica , ma con infiltrazioni di sacrestia e di Arcadia : fenomeni come il Giornale d ' Italia e il sen . Alfredo Baccelli non si spiegano infatti che con questo trapianto del ceto legale , diffuso in tutto l ' Occidente , in terra di preti . Questa classe dirigente universitaria , avvocatesca , letteratoide , assicurò alle masse la democrazia politica . Ma la moltitudine domanda qualche cosa di più della scheda . Essa domanda di imitare , di copiare , di seguire le passioni , le abitudini sociali , lo stile di vita caratteristica dei ceti governanti . Esempio : In Francia , il dominio degli avvocati è stato fortemente temperato dall ' influenza della nobiltà di Corte . Tutta la vita pratica di tutti i francesi subisce ancora oggi gli effetti dell ' imitazione dell ' " esprit de salon " della aristocrazia francese : le forme e le convenzioni sociali di tutti i francesi , anche di quelli degli strati più disgraziati della imitazione del " geste cavalier " del XVII secolo : tutta la Francia di oggi imita le passioni , le abitudini , lo stile dell ' antico regime . Quello che vi stupirà in un caporaluccio francese , in un operaio francese , per quanto umile e misero , sarà la disinvoltura , la sicurezza di sé , l ' aplomb di uomo di mondo : questo sarà sempre ciò che i tedeschi e gli italiani segretamente invidieranno ai francesi : e i francesi lo sanno , perché le passioni , le abitudini e lo stile dell ' antica aristocrazia si sono diffuse , per un fenomeno di capillarità , fino ai più umili francesi . Ecco un esempio di democrazia , non politica , ma culturale . Un altro esempio : In Inghilterra , il dominio degli avvocati è stato fortemente temperato dall ' influenza di un altro ceto politico : la gentry , costituitasi sul cadere del medioevo da una singolare fusione di gentiluomeria campagnola e di notabili cittadini . Tutta la vita pratica degli inglesi di oggi è pervasa da convenzioni , pregiudizi e preconcetti che risalgono all ' imitazione della gentry , che fin dal XVII secolo fu il ceto " che dava il tòno " . Oggi , quando voi incontrate per il mondo la fredda , inesorabile e austera prepotenza britannica , sia pure incarnata nell ' ultimo marinaio della Marina di sua maestà , gli è perché tutti gli inglesi , da secoli , imitano passioni , abitudini e stile della gentry , cioè dei loro ceti governanti : cioè fanno della democrazia culturale . I tratti essenziali dunque della classe dirigente francese o in quella inglese , sono facilmente imitabili , cioè facilmente " democratizzabili " . Ma che cosa possono imitare le plebi dalla classe dirigente italiana ! Non si imita l ' erudizione giuridica o letteratoide . I giuristi non hanno la corazza delle convenzioni , del " cant " propria della gentry britannica . Il " commendatore " romano , tipica espressione della nostra classe dirigente , è spregiudicato , non ha passioni perché è figlio di preti : le sue abitudini si sono formate sui banchi di scuola , e sui banchi di scuola e di università si diventa scettici e pedanti , come sui divani rossi dei postriboli si diventa lazzaroni . Un abisso lo separa dal resto dei mortali : la laurea ; una montagna lo disgiunge dalla moltitudine : il concorso . Cosa possono imitare le moltitudini dei ceti dirigenti ? Non si imita la formazione mentale giuridica , non si imita il gesto avvocatesco . Fra un contadino di qualunque regione italiana e un commendatore o onorevole della Capitale , v ' è una differenza nel vedere il mondo assai maggiore di quella che vi può essere fra un contadino francese e il Ministro Poincaré . Il tipo di cultura proprio della classe dirigente italiana , e maturato perfettamente in Roma fra l ' incenso delle sacristie e il lezzo delle anticamere , non è imitabile , non è democratizzabile . L ' unico fatto nuovo , innegabilmente apportato dal Fascismo nella vita italiana , è questo : che contro a questa aristocrazia di avvocati incapaci di farsi imitare , il fascismo ha presentato qualche diecina di migliaia di uomini formatisi , non sulla panche delle università , ma in guerra : e dotati di passioni , di abitudini e di costumi che impressionano , e che le moltitudini possono imitare con estrema facilità . Di fronte a qualche diecina di migliaia di giuristi , ha suscitato qualche diecina di migliaia di guerrieri . Il successo di imitazione non poté essere dubbio . Ma l ' aver presentato un nucleo sociale di guerrieri non giustifica affatto la pretesa del Fascismo di aver creato finalmente quella classe politica , che mancò finora all ' Italia .
SFOTTÒ ( - , 1927 )
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Da un articolo circolare pubblicato nei giornali del regime : Arnaldo Mussolini , giornalista , è stata una delle più grandi rivelazioni del fascismo ; giornalisticamente , anzi , la più grande rivelazione . Il porco che scrive . L ' anti - grammatico Farinacci ha fatto rappresentare un suo dramma " Redenzione " con grande successo . L ' asino drammatico . Mario Missiroli [ toh , chi si rivede ! ] ha pubblicato un libercolo : Quota 90 . Nel libercolo si leggono frasi come queste : Coloro che hanno messo insieme un modesto gruzzolo debbono benedire il Presidente del Consiglio ... Quando Mussolini avrà vinta anche questa battaglia già vinta per tre quarti , la stessa gloria di Sella sarà oscurata ... Il presidente del Consiglio , con l ' intuizione del vero uomo di Stato ... L ' on . Mussolini sarà salutato un giorno come il fondatore della nuova democrazia e il grande pacificatore degli italiani ... Il ministro Belluzzo [ i competenti lo chiamano " Bestiuzzo " N.d.R. ] con l ' autorità che gli è universalmente riconosciuta ... I lucidi articoli di Arnaldo Mussolini ... Le benemerenze dei fratelli Perrone e del Comm . Pogliani ... Il discorso impressionante dell ' on . Frisoni ... Il prof . Del Vecchio , l ' eminente economista ... A . O . Olivetti , il più vigoroso scrittore socialista che abbia l ' Italia ... La carta del lavoro racchiude alcuni articoli di infinita saviezza ... Un articolo dell ' on . De Stefani , ecco finalmente una parola onesta , una buona azione ... Dichiarazioni dell ' on . Bottai , di una portata incalcolabile , e che suggeriscono molti problemi di un interesse ardente ... E così di seguito per 85 pagine . Volete sputare ? ... Usate la faccia di Missiroli ! Missiroli fa sapere che è pronto ad inserirsi per non essere tagliato fuori al non lontano volgere a sinistra della situazione . Missiroli , infatti , è sinistro .
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Ci preoccupa lo studio delle condizioni presenti del nostro movimento cattolico , e ci preoccupano i ritardi e i deviativi e le difficoltà di ogni sorta che esso incontra nelle sue evoluzioni , questioni interne delle quali gli avversari conoscono poco , e dalle quali pure ci distrae , molto inopportunamente , il loro schiamazzo . E su queste anche in mezzo al rumore delle gazzarre nelle quali affermano e ritemprano la loro debole fede , noi raccogliamo l ' attenzione nostra e richiamiamo quella dei colleghi di parte . Bisogna ricordare le origini prime del movimento cattolico per bene comprenderne lo stato presente ; poiché esso ha ancora nei nervi un poco della irritazione reattiva contro tutto quello , il bene e il male promiscuamente , che ci venne dal lavoro delle generazioni passate , e nel sangue quelle tradizioni di sussiego sdegnoso d ' aristocratico offeso e debole , che determinarono la politica , sola possibile allora , della astensione . Ma , da quando gli ultimi uomini politici di parte cattolica si ritirarono dal movimento innanzi al viaggio trionfatore delle idee liberali , assai cose sono mutate . Cacciata fuori la Chiesa , dagli interessi economici che mascherava l ' odio razionalista , dalle sue posizioni politiche , molte passioni diedero giù ; molti pregiudizi e timori e malintesi ha dissipato la riflessione , e , mano mano che il tempo passava , s ' andavano presso gli uni obliterando le ragioni messe speciosamente innanzi per combattere la Chiesa , e si incominciava ad accettare dagli altri , o come acquisizione nuova de ' progressi della vita pubblica o come spediente temporaneo necessario , molte cose venuteci dagli avversari ; sicché dello stato di animi e delle passioni politiche della metà del secolo , riferiteci così vivamente dalla letteratura patriottica del tempo , già quasi dimenticata , poco rimane più , meno che nell ' odio cieco di alcuni uomini ed associazioni superstiti ; il risveglio di qualche anno addietro pareva un ' aurora ed era un tramonto ; e gli avanzi di queste ire politiche contro la Chiesa li avrebbe soffocati il ridicolo , ultima condanna delle cose vecchie , se non fosse l ' irreligione che persiste e fiorisce tenacissima presso i dotti ed i colti , e di là si riflette , naturalmente , nel pensiero politico dei nostri avversari . Così anche , mentre dall ' una parte a ' vizi gravissimi che si vanno manifestando del regime liberale borghese e allo sgomento che destano i partiti estremi ai quali esso ha aperto la via si unisce lo svanire doloroso di tante illusioni che accompagnarono il risorgimento precipitato e fittizio d ' Italia , dall ' altra invece , accettando in parte i dati del diritto nuovo e con l ' assimilazione del pensiero moderno , ritardata spesso , tuttavia , da prevenzioni eccessive , disciplinando l ' intelletto a ricerche nuove sulle verità antiche , si è venuta formando in parecchi , e si diffonde ora , una concezione grandiosa della vita pubblica da instaurare ; il fondo della quale concezione è puramente religioso , ma si colora nelle forme esteriori di un programma politico sociale ammirabile ; e la coscienza riacquistata del proprio valore e le speranze nuove ringiovaniscono la propaganda sociale e politica del cattolicesimo ; e , per mezzo ad una trasformazione non molto evidente ma rapida , si va formando lo spirito e la coscienza di un partito nuovo la cui vitalità intravista spaventa già gli avversari e la cui forza di espansione imbarazza i calcoli ponderati e prudenti degli uomini del primo periodo di preparazione inconscia e segreta del movimento . L ' involucro esteriore di questo partito che va divenendo nella vita italiana contemporanea spesso è vecchio , vecchio come qualche colonna aristocratica della « Voce della Verità » o , più , più ancora , del « Vero Guelfo » , mentre il contenuto è giovane , giovanissimo . E nell ' involucro noi non consideriamo solo quello che ora resta di reazionario e di stantio ; ahi quanta arcadia , quanta sonnolenza , quanto dilettantismo , ancora , nei novelli del movimento e nelle masse che muovono dietro a stento ! Ma in questo complesso di nuovo e di tradizionale , in questa irrequietezza crescente , in queste antitesi profonde tra lo spirito religioso che riapparisce , e sembra una fioritura nuova , nella delusione delle classi che il disagio presente colpisce e la borghesia razionalistica , esautorata dall ' immortalità nella vita pubblica e da una forte corrente di idealismo nella vita intellettuale , si va delineando pei cattolici un compito nuovo e l ' operosità loro fiancheggiata da interessi di diversa natura ma avviati per lo stesso sentiero incomincia ad affrontare il problema di una riscossa politica . Sotto la varietà indefinita dell ' indole dei risvegli locali e in mezzo all ' enorme divario di tradizioni , di idee , di propositi , un bisogno vago spontaneo di stringersi e di darsi uno scopo pratico e definito si va propagando ; e non è dubbio che un giorno , non importa quando , queste forze nuove si faranno innanzi sul campo stesso che il regime borghese ha preparato alle lotte civili e combatteranno . Saranno disfatti ma la sconfitta è un passo innanzi per un partito in formazione che ha una solida base nella vita economica e morale del paese . E il movimento cattolico l ' ha solidissima . La coscienza di questo compito nelle menti de ' cattolici pone per essi la questione politica . Sinora però , poiché si è solo al principio , cotesta questione politica è spesso malintesa , fraintesa , diversamente intesa da tanti , e numerosi sono gli interessi , varii e talora discordi , che vi soffiano dentro . Dall ' estrema sinistra dei democratici cristiani , su su per il bravo radicalismo di don Albertario , su per il grosso centro che è l ' Opera dei congressi , per la destra conservatrice e dissenziente , sino all ' estrema destra , gli ultimi della quale riesce difficile distinguere dai primi di destra liberale ( poverini , ai quali le cose non vanno a partito , come narrano le patetiche lamentazioni del piissimo parroco della « Rassegna Nazionale » ) , quanta varietà di tinte e di pose ! Di questo problema politico che è in fondo a tutto il resto , e che soprattutto importa studiare agitare e cercare di risolvere , molti si ostinano a non parlarne in termini espressi . Si parli , domandano questi antichi buoni , di questione religiosa , di questione morale . Come se a molti , specialmente alla folla , importasse proprio assai di questioni religiose e morali ; come se bastasse mutare il nome per far mutare indole alla cosa ; come se per prepararsi a fare della buona politica il miglior modo fosse allontanarsi quanto è possibile dalla scuola vera della discussione e dell ' esperienza . Oh timidi interpreti di una santa parola ! Altri , o forse gli stessi , vanno poi all ' estremo opposto identificando il problema politico col puro problema religioso , non intendono come insieme agli interessi religiosi , e diremo così , papali , vi sieno tanti altri interessi , nazionali , regionali e di partito , i quali integrano con quello primo la questione politica ; interessi economici , agrari , amministrativi , cui rispondono punti di programma determinati , necessità speciali che facilmente rimangono indietro , parte perché il tempo non è maturo ancora , parte perché nell ' organizzazione noi portiamo spesso idee fatte , tendenze antidemocratiche , timori ingombranti . Ma anche questo dell ' identificazione del problema politico nazionale col problema religioso il quale è , nel senso più stretto della parola , solo una parte di quello ; è stato sinora , più che un errore , un industre e ragionevole spediente che viene ancora abilmente sfruttato ; e non sarà forse possibile fare a meno di esso se non quando tutti quegli altri interessi , inavvertiti o trascurati sinora , saranno pervenuti , nella consapevolezza dell ' animo nostro , a quella maturità che modificando in parte i giudizii , modificherà anche la tattica e i termini immediati dell ' agitazione . Ed alle divergenze di metodo si uniscono , anche più gravi benché meno osservate e sentite sinora , divergenze profonde nelle idee politiche e nei programmi di azione se non espressi , almeno tacitamente seguiti . Pochi si fanno un ' idea giusta delle nuove necessità costituzionali della vita pubblica , e dal regime viziato del parlamentarismo si passa all ' assolutismo russo , poco meno che vagheggiato ; altri , mossi dalle tradizioni e dagli interessi locali , s ' adagiano in una condotta politica che , se è lecita ad essi , si oppone poi alle esigenze comuni di parte cattolica ; i più audaci si professano repubblicani federalisti , e il numero loro cresce ogni giorno ; ma l ' idea , o per la difficoltà del parlare liberamente , o per l ' esagerazione dei doveri dei cattolici di fronte al potere costituito , non si propaga come forse potrebbe . Quindi è che la necessaria unione di pensiero e di indirizzo in tutti i cattolici militanti s ' è dovuto cercarla sinora , non nell ' affrontare direttamente le origini prime della divisione , delle quali una libera e vigorosa letteratura politica ridurrà immensamente il numero e la importanza , ma piuttosto nel tacere , nell ' evitare l ' urto degli istituti diversi , e nel ritenere coloro che minacciano di escire dai limiti ristrettissimi stabiliti . Così avviene che , in tanta discordanza di idee , si avversa fieramente il delinearsi di gruppi speciali , il dibattito di questioni delicate ed appassionanti quanto vitali ; e non si pensa a quello che pur dovrebbe precedere ogni movimento ed esserne la base più solida , la cultura , lo studio delle questioni tattiche e di principio , il formare una coscienza uniforme di partito . Alle libere , franche voci , è chiusa la via , in tanta folla di incertezze , di timori , di compromessi . Né perciò è meraviglia che i nostri movimenti sieno così poco elastici e così timidamente schivi , a simiglianza degli atti di persona che diffida di sé e non conosce coloro in mezzo ai quali si trova : immaturità di mente e di forze che nessuno potrebbe , d ' un tratto , superare . Si vuole l ' unità , ed è una santa cosa , specialmente per incominciare , una cosa di cui dobbiamo esser lieti , perché non potremmo farne a meno , nel campo dell ' organizzazione politico - religiosa ; ma non si pensa poi forse abbastanza a contemperarla con i grandi bisogni di una certa divisione e libertà autonoma di movimento , e con l ' immediatezza di impulso , necessaria nei vari luoghi . Vedete la differenza delle regioni . Alcune , pronte , fremono già di impazienza di misurarsi con gli avversari nelle ultime e definitive lotte politiche , altre si scuotono appena ora ; e però la direzione unitaria , dall ' una parte spinge , sprona ; dall ' altra deprime , rattiene , condanna ; non può , per gl ' interessi dell ' integrità d ' organizzazione e della concordia , lasciar libera agli uni la parola , non sa a queste energie libere e forti trovare in qualche modo il lavoro che le quieti ; non riescendo a giungere a tutto , perché non trova opportuno allargarsi troppo , lascia quasi nell ' abbandono parecchie provincie che pur sarebbero pronte e aspettano la chiamata ; accumula iniziative , e , benché moltiplicando l ' attività , non riesce a condurle tutte . Non raccoglie l ' attenzione che dovrebbe e sin anche si teme da molti la scienza , perché giunge con l ' occhio là dove altri non giunge , e se ne avversa lo sviluppo o almeno non lo si favorisce , trascurando così una forza della quale nessuna oggi più potente per avvivare o diffondere il movimento . Quando sorgono istituzioni nuove destinate , se ben rette , a un grande avvenire , la direzione unitaria del movimento le chiama a sé , le incorpora , le allinea , le dirige , per aiutarle ed esserne aiutata : sicché esse , perdendo nella libertà di movimento quel che guadagnano nella fratellanza più intima con altre opere , e l ' efficacia di quella unicità di lavoro che sarebbe necessaria nei direttori immediati , fanno meno bene di quel che dovrebbero e non si evolgono come dovrebbero ; non in forza di quella unione ; che può anzi essere utilissima , ma per la difficoltà di conservare , in tanto complesso di idee e di cose , quel carattere e quello spirito peculiare che dovrebbe essere l ' anima e la forza dell ' istituto ; e citiamo ad esempio il movimento pratico del credito popolare e rurale e le necessità agrarie dei piccoli proprietari , che meriterebbero di far capo a grandi società di credito , distinte se non indipendenti ; e , più ancora , lo sviluppo dello studio e della discussione scientifica , in perfetta indipendenza , questo , dalle vedute e dagli spedienti dell ' azione , come anteriori ad essi per sua natura ; ma la tattica in voga rende difficile o ritarda , talora inconsciamente , lo sviluppo autonomo di altre opere ; quella tattica che all ' unione deve sacrificare il progresso più rapido dei pionieri , perché teme per istinto di conservazione o per una prudenza non sempre felice , i pericoli della libertà e della lotta , o parte anche perché non trova ancora e non riesce a suscitare uomini eguali ai compiti altissimi . Conseguenza di tale indirizzo è poi anche , che le linee generali del movimento e le loro successive modificazioni , essendo determinate , non dal processo costante dell ' esperienza collettiva , per mezzo della propaganda diretta delle idee nella discussione , ma dal calcolo meditato di pochi , che alternativamente o resiste alla pressione delle idee comuni , molto imperfettamente manifestate , o ne prescinde o la subisce , si presentano all ' occhio di un osservatore diligente come incerte e manchevoli non di rado ; e anche fra gli empiristi uomini di azione non ce n ' è forse uno a cui non dispiaccia l ' una o l ' altra delle cose che si fanno nel suo partito ed a nome di esso ; e da ciò parecchi prendono , purtroppo , pretesto di trarsene fuori , scontenti e sfiduciati . Questa precedenza del pensiero di pochi è così evidente che talora atti di gravità eccezionale , veri giri di bordo , ai quali torna opportuno p . e . dar l ' importanza di voti di assemblee numerose , si fanno decidere così a sghimbescio , abilmente rapitane l ' approvazione all ' adunanza sorpresa : essa avrebbe certo , in altra maniera , approvato egualmente : ma non importa , avrebbe discusso . Ora da ciò si temono sorprese e contrattempi che s ' ha gran cura di evitare , e però queste grandi assemblee non sono il pensiero collettivo del partito che studia e dispone , ma il pensiero di pochi , abilmente preparato , che si riflette in una assemblea passiva e plaudente . E ciò è forse più opportuno , per ora , che non l ' intolleranza de ' capi del partito socialista , presso il quale la discussione non ha ritegni ; più opportuno , e da certi punti di vista giustificabile . E , giacché ci è capitato scrivere di passaggio questa parola , notiamo , di passaggio anche , che andrebbe assai lungi dal vero chi trovasse nelle nostre parole dei biasimi : quel che si è fatto e si fa potrebbe essere stato ed essere l ' ottimo fattibile , e noi avremmo egualmente ragione di scoprire e indicare necessità prima non avvertite a cui , da ora , importa provvedere . Del resto né programma di partito al mondo può includere qualsiasi forma di ignoranza da essere ufficialmente professata da ' seguaci , né disciplina di partito al mondo può imporre i criteri e i metodi di indagini critiche e polemiche sulla vita sociale in cui si muove ; meno di tutti un partito che si ispira direttamente al cattolicismo e meno che in ogni tempo oggi che una grande rivoluzione intellettuale riconduce la società ad intendere ed apprezzare la dottrina e la vita storica del cattolicismo , e spiana la via all ' azione nuova della Chiesa nel mondo . Si dirà che la nostra critica impaziente precorre i tempi e le cose ; ebbene , noi lo facciamo appunto di proposito deliberato ; giacché lontano da noi è il pensiero di biasimare il presente , e dar consiglio a coloro ai quali dobbiamo solo venerazione e gratitudine ; ma vogliamo solo invece scrivere per quelli ai quali l ' avvenire è presente nel cuore e nei segreti propositi giovanili . Noi abbiamo costantemente , da tre anni a questa parte , sentito e vissuto l ' agitazione cattolica in Italia , con una intensità di affetto che pochi possono immaginare e che è la cagione sola del nostro scrivere . Di questa agitazione noi potremmo parlare in due modi : o commisurandola alle condizioni storiche e al processo della vita politica , intellettuale , morale del nostro paese in mezzo al quale essa si svolge , e allora noi non faremmo che lodarci altamente di quel che si è fatto sinora e delle persone che l ' hanno fatto ; o commensurarla alle vibrazioni quasi dell ' animo nostro che presentano e precorrono le fasi nuove del partito traverso il suo lento e laborioso divenire , e allora la nostra è una critica , critica non nel senso pedante e malevolo della parola , ma in un senso migliore e più comune oggi nel mondo colto : vale a dire una comparazione analitica fra un dato lavoro o momento storico e le forme assolute o almeno le forme più progredite , esistenti in noi , del vero e del buono . Ed è per questo che scriviamo per i giovani , solo i quali , e non tutti possono essere in uno stato d ' animo che permetta loro di intendere il nostro . Del resto troppa coscienza abbiamo della rettitudine delle nostre intenzioni e del nostro zelo perché ci disturbi troppo il timore di essere fraintesi e severamente giudicati . Pe ' giovani adunque ai quali , in mezzo a tanta multiformità di giudizi , deve esser difficile cosa aver l ' occhio a tutto insieme il movimento cattolico in Italia , e farsi chiaro il concetto di alcuni criteri generali di direzione , noi scriviamo qui , brevemente , senza pretese , opportune importune , critiche e deduzioni sommarie . I criteri pratici che ci sembra poter dedurre dalle cose dette sinora sono : In linea generale e come spirito di partito : distinguiamo con esattezza , nelle menti , la pura questione religiosa , che è , in diversi modi , di tutti i tempi , dalla attuale questione politica e da altre questioni particolari . Ciò ci servirà anche per intender meglio lo spirito , che sembra talora discorde , di illustri persone e per coordinare , con maggior giustezza e profitto , le diverse forme di azione ; raccolgano i migliori di noi tutta la loro attenzione sul problema politico che è il più urgente e il più capace di interessarci e di render fruttuosa la propaganda , se abilmente maneggiato ; si cerchi tuttavia di integrare il programma dell ' azione pubblica con solide e pratiche proposte di provvedimenti per le altre forme di crisi , sociale , agraria , industriale , letteraria , morale che travagliano il paese e di integrare l ' azione con iniziative dirette ad attuare quei provvedimenti ; vediamo di isolarci da ogni parte dagli avversari e di estendere ed assodare la capacità , intellettuale e di carattere , alla vita pubblica , molto limitata e deficiente , sinora , nella massa del partito ; guardiamoci dal fare della politica isolata e parziale , guardiamoci dalla politica impulsiva e di sentimento , da connubi infelici , da iniziative incerte , da intemperanze . Tentiamo di superare gli interessi , le tradizioni , le maniere locali , per renderci possibile una cultura , una letteratura di partito , una intesa nazionale . Ma soprattutto tentiamo di liberarci da questo fatale spirito borghese , o aristocratico , conservatore che sterilizza il lavoro de ' cattolici nelle nazioni latine e che è anche oggi il più grave ostacolo ai nostri liberi movimenti nel campo politico : moltiplichiamo i congressi di studio , le pubblicazioni , le conferenze , tutto quello che serva a favorire l ' intesa comune e trovare la media via fra lo spirito democratico impetuoso di alcuni e la deploranda lentezza e il dispetto degli altri ; se siamo lontani ancora dal poter aspirare alla conquista del potere , aspiriamo e prepariamoci a fondare su basi solide , quando la Santa Sede crederà giunta l ' ora , ora cui la nostra lentezza nel prepararci non permette forse chiamar vicina , un partito solido , colto , concorde in un patto fondamentale da difendere nella vita pubblica .