StampaPeriodica ,
Sotto
il
titolo
:
"
Un
nuovo
atto
di
clemenza
dell
'
on
.
Mussolini
"
i
giornali
fascisti
hanno
pubblicato
:
"
Il
ventiseienne
Vittorio
Guidi
era
stato
inviato
al
confino
nelle
isole
Lipari
:
alla
fine
del
novembre
scorso
una
sua
bimba
si
ammalava
gravemente
ed
egli
inviava
una
supplica
all
'
on
.
Mussolini
perché
gli
permettesse
di
andare
per
due
settimane
a
Bologna
.
Il
capo
del
governo
accoglieva
benignamente
la
supplica
,
ma
il
confinato
ritornava
a
Bologna
dopo
che
la
sua
bimba
era
morta
.
Scaduti
i
15
giorni
egli
si
apprestava
a
far
ritorno
alle
Lipari
,
quando
riceveva
comunicazione
che
l
'
on
.
Mussolini
,
con
un
nuovo
gesto
di
clemenza
,
lo
graziava
definitivamente
.
Egli
ha
spedito
al
capo
del
governo
un
messaggio
di
commossa
gratitudine
.
"
Gli
scribi
fascisti
hanno
evidentemente
perduto
ogni
senso
di
pudore
umano
,
se
compiono
l
'
abbominevole
tentativo
di
sfruttare
,
a
vantaggio
del
regime
,
questo
nuovo
episodio
di
crudeltà
e
di
cinismo
.
Ecco
che
cosa
significa
il
domicilio
coatto
!
Non
bastano
le
privazioni
,
le
umiliazioni
,
la
clausura
,
l
'
odiosa
sorveglianza
oppressiva
degli
sgherri
in
camicia
nera
:
la
sofferenza
dei
deportati
è
acuita
dalla
preoccupazione
dei
genitori
,
delle
spose
,
dei
figli
che
la
ferocia
dei
dominatori
tiene
divisi
e
lontani
,
come
bersagli
ed
ostaggi
.
E
quando
al
coatto
arriva
la
notizia
che
una
sua
bimba
è
malata
,
egli
deve
degradarsi
per
rivederla
ed
assisterla
:
deve
inviare
una
"
supplica
"
al
tiranno
che
,
come
un
nuovo
Caligola
,
si
compiace
barbaramente
dell
'
agonia
morale
della
vittima
genuflessa
.
Ma
la
"
licenza
,
"
per
ottener
la
quale
l
'
angoscia
del
padre
ha
vinto
la
fierezza
dell
'
uomo
,
non
viene
elargita
se
non
quando
la
piccina
,
fatta
orfana
dalla
niquizia
di
un
despota
,
è
già
morta
.
E
mentre
il
padre
,
che
non
ha
potuto
baciare
neppure
la
fredda
spoglia
della
sua
creatura
,
pensa
,
nella
sua
muta
disperazione
,
al
ritorno
nell
'
isola
maledetta
,
la
sposa
ed
i
figli
gli
si
stringono
alle
ginocchia
e
lo
supplicano
di
restare
:
di
restare
ad
ogni
costo
,
perché
li
spaventa
la
solitudine
,
di
fronte
all
'
atrocità
del
loro
destino
.
Allora
,
sulla
soglia
della
casa
desolata
,
si
profila
il
ghigno
tentatore
del
falso
amico
,
dell
'
agente
provocatore
che
il
fascismo
corruttore
ha
dovunque
ai
suoi
servigi
,
come
la
spia
.
Egli
assicura
che
il
"
duce
clemente
"
farà
grazia
se
il
deportato
confesserà
semplicemente
il
proprio
errore
in
un
"
messaggio
di
commossa
gratitudine
.
"
La
resistenza
dell
'
uomo
è
sopraffatta
ancora
una
volta
dalle
implorazioni
dei
figli
superstiti
e
dal
martoriato
amore
del
padre
.
Il
patto
è
stipulato
:
lo
sciagurato
sottoscrive
la
propria
condanna
morale
;
e
,
mentre
l
'
agente
intasca
il
prezzo
della
sua
mediazione
,
il
tiranno
agita
,
dalle
colonne
della
stampa
asservita
,
il
"
messaggio
"
di
umiliazione
come
un
trofeo
di
vittoria
e
come
un
'
attestazione
della
propria
magnanimità
.
Ma
la
piccola
bara
rimane
incontaminata
.
E
la
luce
di
pietà
che
si
irradia
dal
sacrificio
dell
'
innocente
,
investe
il
volto
repugnante
della
belva
umana
dietro
la
maschera
della
falsa
clemenza
.
StampaPeriodica ,
Non
dobbiamo
passare
sotto
silenzio
una
novella
istituzione
,
nata
da
poco
tempo
nel
Belgio
,
per
impulso
di
monsignor
Doutreloux
,
vescovo
di
Liegi
,
ch
'
è
uno
degli
apostoli
più
ardenti
della
santa
crociata
che
mira
a
ricondurre
l
'
operaio
ed
il
lavoro
nell
'
orbita
dell
'
economia
cristiana
.
Il
Belgio
così
ricco
,
colla
sua
popolazione
densa
,
industre
,
ha
sentito
acuta
e
turbolenta
l
'
azione
degli
agitatori
socialisti
:
gli
scioperi
colossali
,
avvenuti
a
più
riprese
nei
bacini
carboniferi
,
hanno
rivelato
alle
persone
di
senno
la
gravità
del
problema
che
diventa
.
più
imperioso
spesso
là
dove
è
maggiore
il
contrasto
tra
la
ricchezza
dei
capitalisti
e
l
'
affluenza
degli
operai
,
colla
richiesta
della
mano
d
'
opera
.
E
i
cattolici
,
sempre
pronti
al
riparo
,
sono
scesi
in
campo
e
vanno
contrastando
palmo
a
palmo
il
terreno
alla
propaganda
socialista
.
In
molte
delle
principali
città
del
Belgio
sono
sorte
istituzioni
intese
a
ricondurre
nel
mondo
del
lavoro
il
principio
cristiano
:
circoli
,
società
,
patronati
,
sindacati
misti
,
borse
del
lavoro
;
sicché
s
'
è
determinata
una
vera
corrente
di
democrazia
cristiana
,
la
quale
ha
già
un
peso
e
un
valore
nei
fatti
,
e
dimostrò
la
sua
potenza
nelle
ultime
elezioni
municipali
,
ed
eziandio
nelle
politiche
.
Il
movimento
operaio
cristiano
nel
Belgio
dimostra
quanto
possa
essere
fecondo
di
ottimi
frutti
,
e
come
perseverando
si
possa
giungere
a
creare
una
vera
atmosfera
cristiana
fra
gli
operai
,
sottraendoli
alle
agitazioni
dei
mestatori
anarchici
.
I
cattolici
a
Bruxelles
,
a
Lovanio
,
in
Aversa
,
a
Liegi
specialmente
,
lavorano
con
fortuna
in
questo
difficile
arringo
,
e
molte
istituzioni
che
diventerebbero
pericoloso
fomite
di
discordie
ove
fossero
lasciate
in
esclusiva
balia
dei
socialisti
,
sono
da
essi
avvivate
ed
innovate
nello
spirito
cristiano
.
Ecco
ora
sorgere
una
vera
congregazione
religiosa
che
si
dedica
alla
cura
degli
operai
,
come
un
dì
nella
Chiesa
sorsero
gli
ordini
ospedalieri
,
quelli
per
la
redenzione
degli
schiavi
,
quelli
per
l
'
evangelizzazione
de
'
barbari
,
quelli
per
attendere
all
'
istruzione
della
gioventù
.
È
un
nuovo
raggio
della
varietate
in
unitate
,
che
splende
nella
Chiesa
.
I
cappellani
del
lavoro
son
un
raggio
di
questa
benefica
luce
multicolore
,
che
adatta
meravigliosamente
il
soccorso
al
bisogno
,
il
rimedio
al
male
,
l
'
azione
viva
e
diretta
dopo
la
teoria
lucida
e
opportuna
.
In
Francia
abbiamo
la
Madonna
dell
'
officina
,
che
gli
operai
venerano
ed
invocano
.
Nel
Belgio
ecco
farsi
avanti
les
aumoniers
du
travail
,
che
,
istituiti
,
non
or
molto
tempo
,
a
Liegi
,
sotto
gli
auspici
di
quel
vescovo
insigne
,
hanno
di
già
mostrata
quanta
sia
la
loro
pratica
efficacia
in
mezzo
agli
operai
.
Nei
grandi
centri
industriali
,
dove
affluiscono
numerosi
gli
operai
colle
loro
famiglie
,
è
sentito
il
bisogno
di
un
amico
disinteressato
del
popolo
,
di
un
avvocato
dei
suoi
interessi
,
di
un
consigliere
,
che
sia
nel
tempo
stesso
intermediario
di
pace
fra
l
'
operaio
e
il
padrone
,
che
colla
giustizia
del
suo
operare
si
acquisti
la
confidenza
dell
'
uno
e
dell
'
altro
,
per
recare
l
'
armonia
nelle
frequenti
questioni
che
possono
insorgere
.
Questo
uffizio
fanno
i
cappellani
del
lavoro
.
Sono
sacerdoti
che
si
dedicano
esclusivamente
ai
bisogni
spirituali
,
morali
e
materiali
dell
'
operaio
,
che
vivono
nei
centri
del
lavoro
,
che
all
'
opera
spirituale
del
ministero
sacerdotale
congiungono
quella
,
non
meno
necessaria
,
d
'
indole
civile
e
sociale
.
I
cappellani
sono
coadiuvati
da
secolari
,
e
vengono
così
a
formare
una
vera
congregazione
che
ha
i
fratelli
laici
vicino
ai
sacerdoti
.
Tutta
la
loro
attività
è
in
pro
degli
operai
,
fra
i
quali
vivono
,
pei
quali
lavorano
.
Essi
sono
nelle
officine
,
nelle
società
,
nei
circoli
,
nelle
scuole
,
nelle
famiglie
,
nelle
botteghe
.
Studiano
i
problemi
del
lavoro
,
e
istruiscono
gli
operai
con
conferenze
,
relative
alle
arti
,
alle
industrie
.
Si
tengono
al
corrente
delle
scoperte
,
dei
sistemi
agricoli
,
industriali
e
commerciali
,
per
renderne
consapevoli
gli
operai
ed
anche
i
padroni
;
illuminano
i
loro
amici
sulle
migliori
istituzioni
di
previdenza
,
di
cooperazione
,
di
beneficenza
,
e
di
quant
'
altro
può
riuscire
vantaggioso
alla
classe
operaia
.
Vicino
all
'
azione
esterna
vanno
parallele
la
religiosa
e
la
morale
.
Nella
loro
casa
è
la
cappella
,
dove
l
'
operaio
sente
la
parola
cristiana
e
dove
impara
la
retta
uguaglianza
e
la
nobiltà
del
lavoro
nel
codice
divino
;
sonvi
sale
di
lettura
,
di
ricreazione
,
di
istruzione
nel
profitto
artistico
;
v
'
ha
una
biblioteca
di
libri
,
di
giornali
,
di
pubblicazioni
utili
agli
operai
;
v
'
ha
ancora
un
refettorio
dove
l
'
operaio
e
la
sua
famiglia
hanno
,
con
modico
prezzo
,
un
cibo
frugale
,
sano
e
abbondante
.
Tutto
quanto
la
carità
industriosa
e
delicata
di
un
cuore
cristiano
ha
saputo
trovare
,
questi
ammirabili
preti
l
'
hanno
offerto
agli
operai
con
apostolica
fratellanza
.
I
giornali
belgi
recavano
,
or
sono
pochi
giorni
,
commoventi
relazioni
di
questa
nuova
istituzione
cristiana
;
e
noi
tosto
abbiamo
voluto
pubblicarne
la
notizia
.
L
'
opera
santa
di
questi
sacerdoti
,
essendo
già
scesa
dalla
teoria
alla
pratica
,
ogni
giorno
più
si
fortifica
ed
ottiene
il
plauso
degli
economisti
,
che
ne
sono
ammirati
.
Nell
'
adunanza
generale
tenuta
testè
a
Liegi
,
l
'
abate
Reyn
,
superiore
di
questa
veramente
caritatevole
società
,
ha
letto
un
resoconto
dal
quale
risulta
l
'
incremento
che
va
prendendo
l
'
istituzione
,
con
vantaggio
grandissima
del
ceto
operaio
.
E
noi
mandiamo
un
saluto
ai
nostri
fratelli
del
Belgio
,
che
con
tanto
vigore
e
virtù
seguono
gl
'
insegnamenti
del
papa
.
I
cappellani
del
lavoro
pensano
all
'
anima
ed
al
corpo
degli
operai
,
strappano
al
vizio
ed
alla
taverna
i
lavoratori
,
li
istruiscono
religiosamente
e
civilmente
e
diminuiscono
le
vittime
della
propaganda
anarchica
.
Il
popolo
a
questi
angeli
pietosi
ha
già
dato
il
vero
nome
:
les
bons
pères
des
ouvriers
.
StampaPeriodica ,
Se
ne
impara
una
tutti
i
giorni
.
Una
volta
si
credeva
che
l
'
ordine
non
fosse
né
vecchio
,
né
nuovo
,
né
passato
,
né
futuro
,
l
'
ordine
era
...
l
'
ordine
:
una
verità
matematica
,
non
suscettibile
di
trasformazioni
.
Ed
ecco
che
ora
dei
nuovi
filosofi
,
armati
di
falce
e
martello
,
ci
apprendono
che
c
'
è
un
ordine
nuovo
in
stridente
contrasto
con
l
'
ordine
antico
.
Qualche
rapido
cenno
basterà
a
chiarire
ai
pazienti
lettori
in
che
consista
il
contrasto
.
Ecco
qui
:
l
'
ordine
vecchio
diceva
,
per
esempio
,
di
rispettare
la
roba
altrui
.
L
'
ordine
nuovo
vuole
invece
che
il
furto
sia
regola
comune
e
vuole
che
tale
regola
sia
riconosciuta
e
sanzionata
dalla
legge
.
L
'
ordine
vecchio
proclamava
sacra
la
vita
altrui
.
L
'
ordine
nuovo
,
invece
,
eleva
l
'
assassinio
all
'
apoteosi
dell
'
apostolato
,
dell
'
eroismo
.
L
'
ordine
vecchio
insegnava
la
temperanza
.
L
'
ordine
nuovo
,
invece
,
che
pone
ogni
idealità
nel
ventre
,
si
fa
banditore
dello
sperpero
e
dell
'
orgia
.
L
'
ordine
vecchio
riconosceva
ad
ogni
cittadino
il
diritto
di
pensare
con
la
propria
testa
.
L
'
ordine
nuovo
,
invece
,
non
riconosce
altra
libertà
,
che
di
adorare
il
verbo
del
profeta
Lenin
.
Concludendo
:
l
'
ordine
vecchio
predicava
l
'
amore
,
quello
nuovo
predica
l
'
odio
.
Su
queste
basi
è
sorto
un
giornale
che
s
'
intitola
appunto
:
L
'
Ordine
nuovo
.
Ma
che
nuovo
?
È
vecchio
quanto
Caino
,
da
cui
discende
per
li
rami
.
StampaPeriodica ,
Pare
ormai
accertato
che
l
'
autore
della
bomba
di
Milano
,
per
effetto
della
quale
le
mutande
del
Re
sono
state
dichiarate
monumento
nazionale
,
sia
stato
Mario
Giampaoli
.
Teniamo
scommessa
che
se
si
proseguissero
le
indagini
si
scoprirebbe
che
il
mandante
è
Mussolini
.
Come
sempre
quando
c
'
è
da
compiere
un
delitto
.
Il
...
generale
Starace
,
incaricato
dell
'
inchiesta
al
Fascio
di
Milano
,
ha
fatto
mettere
in
galera
tutto
lo
stato
maggiore
di
Mario
Giampaoli
.
Lo
stesso
Giampaoli
è
agli
arresti
di
fortezza
.
Rubavano
tutti
.
Una
prossima
inchiesta
avrà
come
naturale
epilogo
l
'
arresto
di
tutto
lo
stato
maggiore
del
...
generale
Starace
.
Lo
stesso
Starace
andrà
agli
arresti
di
fortezza
.
Per
aver
rubato
.
L
'
incaricato
della
inchiesta
sulla
gestione
del
...
generale
Starace
sarà
a
sua
volta
arrestato
insieme
al
suo
stato
maggiore
.
Per
aver
rubato
.
Poi
verrà
il
turno
di
Arnaldo
Mussolini
.
E
finalmente
quello
del
"Duce."
Allora
tutti
ripeteranno
:
L
'
ho
sempre
detto
che
erano
volgari
delinquenti
,
briganti
di
strada
nuova
,
ladri
di
portafogli
.
Per
intanto
lo
dicono
di
Giampaoli
.
Il
...
generale
Starace
lo
ricordiamo
,
morto
di
fame
,
davanti
il
caffè
Aragno
,
alla
caccia
di
un
biglietto
di
cinque
lire
per
andare
a
colazione
.
Vestiva
con
i
calzoni
grigio
-
verde
,
residuo
del
pacco
vestiario
ed
esibiva
le
sue
medaglie
per
meglio
stoccare
i
passanti
.
Domandiamo
una
inchiesta
per
accertare
l
'
attuale
patrimonio
del
...
generale
Starace
.
E
quello
dei
suoi
parenti
più
stretti
.
Perché
come
Arnaldo
anche
il
...
generale
Starace
ruba
per
tutta
la
famiglia
.
Un
nuovo
ordinamento
costituirà
il
Partito
Fascista
in
tre
grandi
categorie
:
quelli
che
hanno
rubato
;
quelli
che
rubano
;
quelli
che
ruberanno
.
Arnaldo
a
quale
categoria
sarà
assegnato
?
A
tutte
e
tre
.
StampaPeriodica ,
1
.
Noi
vogliamo
l
'
organizzazione
graduale
della
società
in
associazioni
professionali
corporative
,
autonome
,
generale
ed
ufficiali
.
Tutti
i
cittadini
appartenenti
alla
stessa
professione
o
a
gruppi
di
professioni
analoghe
si
riuniscano
insieme
,
conservando
individualmente
la
loro
funzione
economica
(
padroni
o
imprenditori
,
operai
,
impiegati
,
apprendisti
,
disposti
in
gruppi
distinti
,
e
organicamente
collegati
per
mezzo
di
commissioni
miste
in
parti
eguali
o
proporzionali
)
per
trattare
insieme
e
regolare
i
rapporti
reciproci
e
tutelare
gli
interessi
comuni
.
Perciò
chiediamo
che
lo
Stato
e
tutti
gli
enti
pubblici
minori
favoriscano
in
tutti
i
modi
questa
tendenza
all
'
organizzazione
corporativa
,
specialmente
lasciando
piena
libertà
e
dando
il
riconoscimento
giuridico
alle
Unioni
professionali
che
sotto
l
'
azione
dell
'
iniziativa
privata
verranno
formandosi
.
2
.
Noi
vogliamo
la
rappresentanza
proporzionale
dei
partiti
nei
consigli
dei
comuni
e
della
nazione
,
come
forma
superiore
di
lealtà
politica
e
come
avviamento
alla
rappresentanza
proporzionale
degli
interessi
,
che
sarà
la
portata
dell
'
organizzazione
sociale
corporativa
.
3
.
Noi
vogliamo
il
referendum
e
il
diritto
d
'
iniziativa
popolare
.
4
.
Noi
vogliamo
un
largo
decentramento
amministrativo
come
avviamento
all
'
effettiva
autonomia
comunale
e
regionale
contemperata
colle
esigenze
strettamente
nazionali
dello
Stato
.
5
.
Noi
vogliamo
una
legislazione
efficacemente
protettrice
del
lavoro
:
la
limitazione
del
lavoro
notturno
e
del
lavoro
delle
donne
e
dei
fanciulli
;
il
riposo
festivo
obbligatorio
;
l
'
assicurazione
contro
gli
infortuni
,
per
le
malattie
e
la
vecchiaia
;
la
determinazione
della
giornata
massima
di
lavoro
e
del
minimum
di
salario
.
Noi
chiediamo
che
l
'
applicazione
pratica
di
queste
regole
generali
stabilite
dalla
legislazione
,
la
disciplina
effettiva
e
tecnica
del
lavoro
,
siano
affidate
ai
corpi
professionali
corporativi
.
6
.
Noi
vogliamo
una
seria
tutela
ed
un
efficace
sviluppo
delle
classi
e
degli
interessi
agricoli
;
della
piccola
proprietà
,
anche
con
la
creazione
di
beni
di
famiglia
,
di
monti
frumentari
,
ecc
.
,
delle
proprietà
collettive
e
specialmente
comunali
;
una
legislazione
razionale
sui
contratti
agrari
;
la
diffusione
dell
'
istruzione
agraria
;
l
'
istituzione
di
camere
d
'
agricoltura
e
di
un
probivirato
agricolo
.
7
.
Noi
vogliamo
una
seria
tutela
ed
un
efficace
sviluppo
delle
classi
e
degli
interessi
industriali
e
commerciali
;
dell
'
istruzione
professionale
popolare
;
delle
istituzioni
cooperative
di
produzione
,
di
consumo
,
di
credito
;
delle
associazioni
di
mutuo
soccorso
e
per
la
costruzione
di
case
operaie
.
Chiediamo
la
creazione
di
un
ministero
del
Lavoro
e
di
camere
professionali
,
nonché
lo
sviluppo
del
probivirato
industriale
.
Vogliamo
la
tutela
e
lo
sviluppo
della
Marina
mercantile
e
la
creazione
di
sbocchi
al
commercio
.
8
.
Noi
vogliamo
una
forte
diminuzione
progressiva
delle
spese
militari
e
degli
altri
oneri
pubblici
;
economie
in
tutti
i
servizi
improduttivi
della
burocrazia
amministrativa
.
9
.
Noi
vogliamo
una
riforma
tributaria
conforme
alle
esigenze
della
giustizia
distributiva
e
il
sollievo
all
'
attuale
esauriente
regime
fiscale
;
l
'
abolizione
dei
dazi
di
consumo
e
la
riduzione
dei
dazi
protettivi
nei
limiti
strettamente
richiesti
dai
bisogni
economici
nazionali
,
e
l
'
abolizione
o
lo
sgravio
delle
imposte
reali
;
l
'
istituzione
di
una
imposta
personale
moderatamente
progressiva
;
l
'
esenzione
da
imposte
del
minimum
d
'
esistenza
.
10
.
Noi
vogliamo
la
repressione
dell
'
usura
,
dei
giochi
di
borsa
e
delle
speculazioni
capitalistiche
improduttive
e
dannose
alla
società
;
la
riduzione
dell
'
interesse
legale
del
denaro
.
11
.
Noi
vogliamo
la
tutela
delle
libertà
civili
e
politiche
:
d
'
insegnamento
,
di
stampa
,
di
associazione
,
di
riunione
,
di
coalizione
;
la
libertà
e
l
'
allargamento
del
suffragio
;
lo
sviluppo
della
cultura
nazionale
e
dell
'
educazione
religiosa
e
civile
popolare
.
12
.
Noi
vogliamo
il
disarmo
generale
progressivo
,
la
fratellanza
dei
popoli
e
l
'
arbitrato
internazionale
.
Tutto
questo
noi
vogliamo
come
democratici
cristiani
,
perché
le
riforme
che
noi
domandiamo
corrispondono
insieme
alle
aspirazioni
di
una
vera
democrazia
e
ai
principi
sociali
del
cristianesimo
.
Democrazia
cristiana
vuol
dire
applicazione
integrale
del
cristianesimo
,
ossia
del
cattolicismo
,
a
tutta
la
vita
privata
e
pubblica
moderna
e
a
tutte
le
sue
forme
di
progresso
.
Come
democratici
cristiani
italiani
poi
vogliamo
che
cessi
l
'
antagonismo
esistente
fra
le
istituzioni
politiche
e
civili
del
nostro
paese
e
la
Chiesa
cattolica
e
il
pontificato
romano
,
che
sono
il
centro
storico
morale
e
politico
della
nazione
italiana
.
Noi
vogliamo
la
libertà
,
l
'
indipendenza
e
ogni
bene
civile
dell
'
Italia
unito
con
la
libertà
e
indipendenza
della
Chiesa
.
Noi
invochiamo
perciò
nella
coscienza
nazionale
una
trasformazione
che
la
conduca
a
vedere
la
propria
missione
e
la
garanzia
migliore
della
propria
grandezza
e
prosperità
avvenire
là
dove
essa
è
realmente
:
nel
farsi
centro
e
cooperatrice
col
pontificato
di
un
rinnovamento
universale
dell
'
umanità
in
senso
cristiano
e
in
senso
popolare
,
nel
promuovere
cioè
l
'
avvento
di
quella
democrazia
cristiana
internazionale
che
in
forza
di
impellenti
ascensioni
sociali
sarà
la
gloria
del
secolo
ventesimo
.
Finché
una
simile
trasformazione
dello
spirito
pubblico
italiano
non
sia
avviata
e
finché
duri
il
divieto
pontificio
dell
'
accesso
alle
urne
politiche
,
i
democratici
cristiani
italiani
,
organizzati
nell
'
astensione
politica
,
si
ripromettono
con
un
'
efficace
opera
estraparlamentare
di
promuovere
questa
nuova
coscienza
nel
paese
e
di
educare
ed
organizzare
il
popolo
per
la
propria
redenzione
morale
,
politica
ed
economica
e
pel
rinnovamento
di
tutta
la
vita
pubblica
moderna
.
StampaPeriodica ,
Dacché
è
cominciato
il
caos
agrario
nel
cremonese
,
c
'
è
spesso
accaduto
di
udire
degli
individui
,
che
ignorano
del
tutto
il
nostro
programma
,
dire
:
siamo
fascisti
!
Oh
sì
,
il
fascismo
agrario
!
Il
fascismo
vero
è
una
forza
spontanea
composta
di
persone
che
al
di
sopra
di
tutto
e
di
tutti
vogliono
il
benessere
della
nazione
e
della
collettività
.
Non
può
esistere
un
fascismo
d
'
occasione
composto
di
agrari
puri
...
E
accaduto
in
questi
giorni
che
gruppi
di
agrari
servendosi
del
nome
fascismo
si
son
presentati
nelle
cascine
a
reclamare
ciò
che
dai
popolari
era
stato
loro
tolto
.
Questo
atto
lo
troviamo
giusto
,
ma
preghiamo
gli
agrari
a
non
servirsi
del
nostro
nome
...
In
virtù
di
questo
postulato
i
fascisti
possono
intervenire
contro
la
violenza
,
ma
occorre
che
le
azioni
siano
guidate
dai
singoli
segretari
politici
...
Perciò
dichiariamo
agli
agrari
i
quali
hanno
delle
questioni
in
pendenza
che
non
potranno
usufruire
mai
del
nostro
intervento
come
paceri
nelle
due
parti
in
conflitto
e
come
giudici
in
caso
di
violenze
da
parte
delle
masse
miglioline
,
se
non
sono
iscritti
regolarmente
al
fascio
e
conosciuti
dal
segretario
politico
...
StampaPeriodica ,
Altro
nome
non
merita
l
'
accordo
tra
il
Papa
e
Mussolini
.
Entrambi
i
contraenti
sono
stati
evidentemente
indotti
all
'
intesa
da
passioni
e
da
appetiti
men
che
confessabili
.
Infatti
,
i
due
nuovi
associati
son
piuttosto
restii
ed
impacciati
nello
spiegare
a
fondo
il
loro
gesto
.
Il
Papa
(
che
è
divenuto
,
contro
ogni
consuetudine
ed
ogni
regola
,
loquace
)
non
sa
a
quali
argomenti
appigliarsi
,
alla
luce
del
secolo
ventesimo
,
per
ringoiarsi
,
col
minor
scandalo
,
le
tante
sue
passate
dimostrazioni
di
liberalismo
,
e
per
giustificare
la
nuovissima
sua
tenerezza
cristiana
verso
la
banda
di
ciurmadori
e
di
assassini
tanto
spesso
condannata
nei
suoi
sermoni
e
nelle
sue
epistole
.
Mussolini
stenta
a
dire
agli
italiani
che
toglie
allo
Stato
numerosi
e
ambitissimi
privilegi
per
cederli
graziosamente
alla
Chiesa
,
e
che
trae
dalle
tasche
loro
,
sì
misere
,
quasi
due
miliardi
,
per
farsi
concedere
dal
Papa
una
pubblica
patente
di
rispettabilità
.
Per
dissimulare
l
'
imbarazzo
suo
,
il
Pontefice
se
la
prende
con
le
dottrine
liberali
e
si
abbandona
a
"
gaffes
,
"
che
i
giornali
di
Europa
e
di
America
raccolgono
e
commentano
con
sogghignante
compiacenza
.
Mussolini
,
impenitente
venditore
di
fumo
,
si
affatica
a
lasciar
intendere
,
attraverso
la
solita
stampa
a
rime
obbligate
,
che
la
Chiesa
recherà
un
formidabile
concorso
alla
rapida
conquista
del
tanto
promesso
"
impero
fascista
.
"
Esaminato
sinteticamente
,
nella
sua
vera
essenza
il
"
pateracchio
laterano
"
non
è
che
il
resultato
mostruoso
di
due
rese
a
discrezione
:
Il
Papa
,
seguendo
l
'
esempio
di
molti
suoi
predecessori
,
che
vissero
peraltro
in
tempi
di
universale
barbarie
,
ha
rinunciato
ad
ogni
forma
di
ritegno
spirituale
e
politico
;
ha
calpestato
,
senza
arrossire
,
la
legge
di
Cristo
da
lui
stesso
tante
volte
proclamata
sublime
per
ottenere
da
un
ribaldo
,
macchiato
di
frode
e
di
sangue
,
beni
materiali
e
concessioni
giuridiche
,
a
spese
di
un
popolo
incatenato
e
dissanguato
;
-
Mussolini
,
da
quello
sbracato
avventuriero
che
è
,
ha
addirittura
abolito
,
in
favore
della
Chiesa
,
le
più
nobili
conquiste
morali
del
Risorgimento
,
in
fatto
di
libertà
di
coscienza
e
di
culto
,
e
ha
pagato
una
somma
enorme
e
non
dovuta
,
perché
l
'
indennità
concessa
al
Papato
dalla
legge
delle
guarantigie
era
prescrittibile
di
cinque
in
cinque
anni
.
Tutte
le
trombe
del
regime
squillano
in
patria
e
fuori
;
il
Papa
,
per
aumentar
lo
strepito
,
fa
intonar
tedeum
e
sbatacchiar
campane
.
Ma
il
gran
frastuono
non
basta
a
fugar
dalle
menti
nostrane
e
straniere
alcune
idee
semplici
come
queste
:
i
pateracchi
son
sempre
stati
connubi
di
dubbio
effetto
e
di
vita
breve
;
era
logico
che
chi
aveva
soffocata
ogni
altra
libertà
,
violentasse
anche
quella
di
coscienza
,
poiché
si
trattava
di
speculare
su
un
rumoroso
diversivo
;
il
Papa
,
data
la
lunga
tradizione
della
Chiesa
Romana
,
non
poteva
essere
insensibile
di
fronte
al
reprobo
che
andava
a
Canossa
,
non
col
saio
del
pellegrino
,
ma
con
gran
scorta
di
offerte
e
di
benefizi
.
Così
,
nella
farsa
tragica
del
popolo
italiano
,
accanto
al
re
imbelle
e
spergiuro
,
al
bieco
Cesare
da
Carnevale
,
ai
dignitari
lerci
di
sangue
e
di
vergogna
,
alla
innumerevole
schiera
dei
laidi
staffieri
e
sguatteri
del
regime
,
si
aggiunge
un
nuovo
personaggio
col
suo
degno
seguito
:
un
Papa
,
cui
la
compiacenza
del
caso
ha
risparmiato
il
nome
di
Simone
.
Ci
batteremo
il
petto
e
ci
copriremo
il
capo
di
cenere
per
questo
?
No
.
Abbiamo
sempre
creduto
che
l
'
ardua
riconquista
della
libertà
per
gli
italiani
deve
essere
totale
.
Dopo
la
Monarchia
,
la
Chiesa
si
allea
alla
tirannia
fascista
:
un
'
altra
recluta
nelle
file
del
delitto
e
del
disonore
.
Questa
coalizione
di
forze
reazionarie
e
sopraffatrici
è
stata
chiamata
anti
-
Risorgimento
;
non
basta
,
è
anti
-
Civiltà
universale
e
per
questo
più
rapidamente
destinata
al
disastro
e
all
'
ignominia
.
Ci
rammaricheremo
noi
se
il
Gran
Prete
,
per
più
di
trenta
denari
e
per
concessioni
che
il
tempo
si
affretterà
a
cancellare
,
ha
preso
con
loschi
compari
,
la
via
della
Rupe
Tarpea
?
E
non
gli
saremo
grati
per
aver
ancora
una
volta
e
speriamo
l
'
ultima
mostrato
agli
italiani
che
il
Papato
è
sempre
quello
della
bramosa
e
implacabile
lupa
dantesca
?
In
alto
i
cuori
!
Il
fascismo
ha
un
nuovo
alleato
:
un
altro
spergiuro
in
faccia
a
Dio
.
Al
Dio
dell
'
espiazione
e
della
vendetta
.
StampaPeriodica ,
Omnia
sunt
incerta
cum
a
jure
discessum
est
.
CICERONE
Tra
un
anno
si
celebrerà
in
Torino
,
con
una
solenne
esposizione
nazionale
,
il
cinquantesimo
anniversario
della
concessione
dello
Statuto
,
cioè
della
base
giuridica
e
storica
delle
nostre
istituzioni
rappresentative
.
È
ora
il
momento
di
raccogliersi
e
considerare
con
occhio
sereno
il
cammino
percorso
in
un
mezzo
secolo
di
storia
parlamentare
.
Con
quale
animo
la
nazione
considera
oggi
le
istituzioni
parlamentari
?
Lo
scoramento
innegabile
che
ha
invaso
l
'
universale
,
intorno
al
loro
merito
ed
al
loro
avvenire
,
devesi
veramente
attribuire
a
difetti
inerenti
allo
Statuto
,
nei
suoi
principi
fondamentali
,
oppure
alle
dottrine
accessorie
con
cui
si
sono
via
via
voluti
interpretare
ed
esplicare
tali
principi
,
alterandone
e
falsandone
a
poco
a
poco
i
concetti
direttivi
?
Senza
dubbio
alcuno
,
il
parlamentarismo
,
quale
si
esplica
in
Italia
,
è
ammalato
;
e
conviene
studiarne
le
condizioni
ed
approntare
i
rimedi
,
se
non
vogliamo
vedercelo
intisichire
nelle
mani
,
minato
dall
'
indifferenza
o
dal
disprezzo
della
nazione
.
Non
è
,
del
resto
,
solo
in
Italia
che
ciò
si
verifica
.
Il
Governo
parlamentare
è
messo
in
questione
in
tutto
il
continente
europeo
,
dovunque
con
questa
espressione
si
è
inteso
il
governo
del
Parlamento
.
Ogni
giorno
si
fa
più
viva
in
tutti
la
coscienza
della
fondamentale
verità
,
che
la
semplice
riunione
,
il
cumulo
degl
'
interessi
particolari
,
sia
pure
rappresentati
da
tanti
singoli
aggruppamenti
a
base
territoriale
(
collegi
elettorali
)
,
non
ci
dà
l
'
espressione
sincera
dell
'
interesse
generale
della
Nazione
,
né
ci
fornisce
gli
elementi
sufficienti
per
tutelarlo
e
garantirlo
.
Le
accuse
sostanziali
contro
il
parlamentarismo
,
intorno
a
cui
tanto
si
è
scritto
e
detto
in
questi
ultimi
anni
,
si
possono
condensare
in
poche
formole
comprensive
di
verità
generali
e
quasi
evidenti
.
L
'
interesse
generale
dello
Stato
non
è
identico
,
giorno
per
giorno
,
con
la
somma
di
tutti
gl
'
interessi
particolari
,
individualmente
e
soggettivamente
considerati
,
e
tanto
meno
lo
è
con
la
somma
di
un
aggregato
variabile
di
quegl
'
interessi
sufficiente
soltanto
a
costituire
una
maggioranza
fuggevole
di
una
metà
più
uno
delle
forze
politiche
che
li
rappresentano
.
In
un
Governo
fondato
quasi
totalmente
sull
'
elezione
manca
nella
alta
direzione
della
cosa
pubblica
la
rappresentanza
dell
'
interesse
collettivo
e
generale
.
Atto
per
atto
predominano
sempre
gli
aggregati
di
interessi
personali
o
locali
.
Né
si
può
tampoco
appoggiare
ogni
atto
di
governo
al
solo
principio
del
far
piacere
,
lì
per
lì
,
a
chi
ne
è
l
'
oggetto
,
o
dell
'
ottenere
la
preventiva
o
contemporanea
adesione
della
parte
interessata
.
Onde
l
'
elemento
elettivo
apparisce
meglio
adatto
a
determinare
l
'
indirizzo
generale
della
legislazione
e
a
sindacare
l
'
azione
del
Governo
,
che
non
a
governare
,
sia
direttamente
sia
per
delegazione
.
Accade
in
questi
tempi
pel
cosidetto
parlamentarismo
quel
che
accadde
con
il
Governo
assoluto
,
nel
periodo
in
cui
durava
ancora
e
già
l
'
opinione
universale
in
Europa
ne
contestava
la
legittimità
e
l
'
utilità
.
Potrebbe
venire
rovesciato
ad
un
tratto
,
e
nessuno
alzerebbe
un
dito
per
difenderlo
,
o
lo
rimpiangerebbe
estinto
.
Tutto
ciò
rappresenta
un
grave
pericolo
per
l
'
avvenire
della
civiltà
nostra
;
perché
,
mentre
il
parlamentarismo
è
in
pieno
discredito
,
non
vi
è
un
insieme
di
dottrine
che
indichi
,
col
consenso
generale
,
una
data
e
positiva
evoluzione
verso
altro
metodo
,
verso
altra
base
di
governo
liberale
e
ordinato
a
un
tempo
.
E
intanto
il
socialismo
si
organizza
minaccioso
da
un
lato
;
il
clericalismo
con
intenti
teocratici
dall
'
altro
;
despotismi
soffocanti
ogni
libertà
civile
e
morale
,
tanto
questo
che
quello
.
Da
un
canto
si
produce
negli
animi
,
per
timore
del
crescere
degli
elementi
sovversivi
o
per
desiderio
di
una
ferma
restaurazione
dell
'
ordine
e
della
disciplina
,
un
movimento
conservatore
,
quasi
reazionario
,
che
piega
sempre
più
verso
la
gerarchia
ecclesiastica
,
come
rappresentante
e
portavoce
di
una
legge
divina
di
moralità
sociale
da
contrapporsi
all
'
utilitarismo
individuale
.
Dall
'
altro
lato
si
accentua
un
movimento
socialista
,
che
traendo
forza
dal
malcontento
,
dall
'
attrito
nascente
per
la
intensa
concorrenza
individuale
,
e
dai
sentimenti
tanto
di
simpatia
umanitaria
quanto
di
desiderio
di
eguaglianza
oppure
di
invidia
democratica
,
lavora
a
idealizzare
e
intensificare
il
concetto
dello
Stato
,
supremo
rappresentante
della
collettività
,
che
deve
imporre
la
sua
ferrea
legge
di
utilità
propria
collettiva
ad
ogni
volontà
o
libertà
individuale
.
Non
possiamo
ignorare
queste
due
tendenze
,
che
spingono
sempre
più
verso
la
divisione
della
Nazione
in
due
grandi
partiti
estremi
,
con
minaccia
per
ogni
libertà
e
morale
e
intellettuale
e
politica
e
civile
.
La
parte
liberale
temperata
,
desiderosa
di
un
giusto
contemperamento
dell
'
elemento
di
Stato
con
l
'
elemento
individualista
,
è
paralizzata
dal
sentimento
dell
'
insuccesso
delle
principali
dottrine
da
lei
fin
qui
professate
e
decantate
e
del
completo
discredito
in
cui
sono
cadute
alcune
frasi
rettoriche
,
cui
essa
stessa
non
crede
più
,
ma
che
non
ha
il
coraggio
morale
di
sconfessare
.
E
nondimeno
io
spero
diceva
l
'
onorevole
Di
Rudinì
nel
suo
discorso
di
Palermo
della
primavera
1895
,
alla
vigilia
delle
elezioni
da
cui
prese
vita
la
presente
Camera
,
fortemente
spero
,
che
la
pubblica
opinione
illuminata
e
diretta
dai
nostri
statisti
,
potrà
convincersi
,
che
non
dobbiamo
menomare
o
sopprimere
le
nostre
istituzioni
rappresentative
,
ma
dobbiamo
piuttosto
richiamarle
ai
loro
princìpi
,
costringendo
Camera
e
Governo
nei
limiti
dei
loro
rispettivi
poteri
,
e
togliendo
soprattutto
al
Governo
i
mezzi
di
esercitare
illegittime
pressioni
e
indebite
influenze
sugli
eletti
e
sugli
elettori
.
Sono
perfettamente
d
'
accordo
con
l
'
onorevole
Di
Rudinì
nella
premessa
,
e
riguardo
alla
necessità
di
richiamare
le
nostre
istituzioni
ai
loro
princìpi
;
ma
trovo
insufficiente
ed
incompleto
il
rimedio
,
quando
egli
lo
fa
consistere
tutto
nel
meglio
delimitare
i
poteri
del
Governo
e
della
Camera
e
nel
ridurre
le
attribuzioni
dello
Stato
,
delegandone
alcune
funzioni
ai
Corpi
ed
alle
autorità
locali
,
e
non
contempla
come
ugualmente
necessaria
ed
urgente
la
rivendicazione
del
potere
esecutivo
alla
persona
del
Principe
,
intendendo
per
Governo
non
il
Ministero
considerato
in
sé
stesso
ma
solo
in
quanto
è
l
'
organo
responsabile
degli
atti
del
Principe
.
Sono
due
le
questioni
e
non
una
,
per
quanto
tra
loro
intimamente
connesse
.
Dalla
progressiva
usurpazione
del
potere
esecutivo
per
parte
della
Camera
elettiva
sono
derivate
non
solo
la
confusione
tra
le
funzioni
del
Governo
e
quelle
del
Parlamento
e
segnatamente
della
Camera
dei
deputati
e
la
deplorevole
ingerenza
del
Governo
nelle
elezioni
;
ma
ancora
la
effettiva
usurpazione
per
parte
del
Ministero
dei
poteri
di
esclusiva
spettanza
del
Principe
,
riducendo
questi
ad
una
parte
negativa
ed
inattiva
,
e
considerando
il
potere
esecutivo
come
legalmente
e
realmente
posseduto
dal
Ministero
,
non
dal
Re
.
L
'
esorbitare
della
Camera
elettiva
dalle
sue
funzioni
e
la
sua
invasione
dei
poteri
della
Corona
si
sono
effettuate
e
sono
state
rese
possibili
mediante
la
dottrina
che
faceva
dei
ministri
del
Re
i
ministri
della
Camera
,
cioè
li
sottoponeva
alla
diretta
dipendenza
delle
mutevoli
maggioranze
parlamentari
.
Non
potete
ora
togliere
efficacemente
gli
usurpati
poteri
alla
Camera
e
risanare
tutta
l
'
azione
del
meccanismo
parlamentare
,
finché
,
in
un
paese
come
il
nostro
,
dove
tanta
è
,
e
di
tanto
si
vuole
sempre
accrescere
l
'
azione
dello
Stato
,
non
liberate
in
parte
i
ministri
dalla
diretta
dipendenza
dalla
Camera
,
ridando
loro
realmente
il
vecchio
e
primitivo
carattere
di
ministri
del
Re
.
In
paesi
dove
l
'
azione
del
Governo
centrale
e
in
genere
l
'
azione
dello
Stato
sono
ridotte
al
minimo
,
pel
grande
svolgimento
non
solo
della
vita
locale
,
ma
dell
'
attività
e
della
indipendenza
individuale
,
e
dove
numerosi
e
potenti
organismi
a
base
storica
servono
di
freni
e
di
guide
al
funzionamento
delle
istituzioni
democratiche
,
la
dipendenza
formale
del
Ministero
dalla
Camera
elettiva
non
porta
necessariamente
a
conseguenze
gravi
,
col
viziare
tutto
l
'
ambiente
parlamentare
,
spingendo
il
Ministero
per
la
propria
difesa
e
salvezza
a
valersi
di
ogni
mezzo
per
legare
a
sé
ed
asservire
la
Camera
;
ma
dove
invece
,
come
da
noi
,
le
funzioni
dello
Stato
,
in
mezzo
alla
inerzia
ed
alla
neghittosità
generale
,
si
accrescono
ogni
giorno
più
,
e
tutto
si
attende
e
si
chiede
dal
Governo
centrale
,
gli
effetti
del
traviamento
dalle
norme
dello
Statuto
sono
disastrosi
,
anzi
fatali
pel
regolare
funzionamento
delle
istituzioni
rappresentative
.
Si
cerchi
pure
in
ogni
modo
di
riattivare
la
vita
locale
;
si
deleghino
pure
ai
Corpi
locali
quante
più
attribuzioni
di
Stato
riesca
di
togliere
al
Governo
centrale
senza
mettere
in
pericolo
la
salute
complessiva
dell
'
organismo
nazionale
;
sarà
tanto
di
guadagnato
.
Ma
checché
si
faccia
,
non
riuscirà
a
nessuno
oggi
in
Italia
di
ridurre
l
'
azione
del
Governo
alle
sole
funzioni
sognate
dagli
Spenceriani
.
Abbiamo
veduto
recentemente
gli
stessi
Ministeri
e
ministri
,
che
predicano
da
mane
a
sera
la
necessità
del
decentramento
,
percorrere
tutto
il
paese
promettendo
ad
ogni
città
o
regione
e
porti
e
strade
e
scuole
e
bonifiche
e
acquedotti
e
stazioni
.
La
stessa
legge
che
concedeva
anche
ai
Comuni
minori
l
'
elezione
del
sindaco
lasciava
larghe
le
facoltà
al
Governo
di
sciogliere
i
Consigli
comunali
,
senza
freno
né
controllo
.
Lo
Stato
,
si
grida
da
ogni
parte
,
deve
favorire
le
industrie
nascenti
,
proteggere
tutte
quelle
avviate
,
ancorché
valide
e
fiorenti
,
soccorrere
quelle
sofferenti
.
Lo
Stato
ora
,
ce
lo
hanno
detto
in
questi
giorni
a
Montecitorio
gli
stessi
alfieri
della
scuola
liberale
,
deve
contribuire
alla
Cassa
nazionale
per
la
vecchiaia
.
Lo
Stato
deve
,
si
proclama
dagli
individualisti
più
officiali
,
procurare
la
colonizzazione
interna
;
deve
costringere
i
proprietari
a
coltivare
i
loro
terreni
,
espropriando
gl
'
inetti
,
gl
'
impotenti
e
gl
'
infingardi
.
Lo
Stato
deve
perfino
,
così
dichiara
un
Ministero
sedicente
liberista
,
garantire
le
cartelle
fondiarie
di
Istituti
autonomi
pericolanti
,
e
gl
'
interessi
dei
prestiti
di
Comuni
scioperati
.
Comunque
sia
di
ciò
e
senza
spingersi
a
tali
pericolosi
eccessi
,
occorre
por
mente
,
anche
da
chi
più
si
preoccupi
dei
difetti
dell
'
accentramento
,
che
in
molti
casi
non
è
da
considerarsi
come
più
favorevole
alla
libertà
ed
allo
svolgimento
della
personalità
individuale
la
delegazione
delle
funzioni
proprie
dello
Stato
ad
una
autorità
locale
piuttostoché
al
Governo
centrale
,
e
che
anzi
,
date
le
nostre
condizioni
sociali
,
si
rischia
talvolta
di
rendere
più
facile
e
più
grave
l
'
oppressione
di
una
classe
sull
'
altra
,
oppure
le
tirannie
delle
consorterie
locali
,
facendo
così
mancare
l
'
autorità
sociale
al
suo
supremo
ufficio
.
Ad
ogni
modo
,
fintantoché
dureranno
in
Italia
condizioni
tali
che
rendano
inevitabile
una
larga
azione
dell
'
autorità
centrale
per
la
tutela
della
sicurezza
e
della
stessa
libertà
individuale
,
per
le
opere
pubbliche
,
per
l
'
istruzione
,
ecc
.
(
e
nessuno
di
noi
che
viviamo
ne
vedrà
la
fine
,
nemmeno
quelli
che
giungeranno
al
centenario
dello
Statuto
)
,
ogni
diretta
e
immediata
dipendenza
dalla
Camera
elettiva
,
del
potere
esecutivo
impersonato
nei
ministri
,
si
convertirà
in
un
continuo
tentativo
dei
Ministeri
di
coartare
la
volontà
della
Camera
mediante
la
multiforme
azione
del
Governo
nei
singoli
collegi
,
promettendo
favori
e
minacciando
dispetti
e
danni
.
Resosi
oggi
il
Ministero
(
non
parlo
di
questo
o
quel
Gabinetto
,
ma
dell
'
istituto
considerato
impersonalmente
)
quasi
indipendente
dal
Sovrano
,
ed
avendone
arrogate
a
sé
,
le
funzioni
reali
ed
effettive
nel
nome
della
rappresentanza
elettiva
,
ora
vorrebbe
rendersi
indipendente
dalla
Camera
,
col
togliere
a
questa
ogni
ingerenza
nel
potere
esecutivo
.
In
altre
parole
,
il
Gabinetto
,
che
si
è
valso
della
Camera
per
spossessare
realmente
dei
suoi
poteri
essenziali
il
Principe
,
oggi
invece
,
a
nome
dei
diritti
della
Corona
,
ossia
dei
diritti
di
quel
potere
esecutivo
che
lo
Statuto
vorrebbe
al
Principe
riservato
,
e
facendosi
forte
del
principio
della
divisione
dei
poteri
,
vorrebbe
trovar
modo
di
liberarsi
dalla
Camera
e
dalle
sue
fastidiose
esigenze
.
Praticamente
e
logicamente
non
si
può
raggiungere
la
meta
desiderata
dall
'
onorevole
Di
Rudinì
come
da
tutti
i
liberali
conservatori
,
se
non
che
rimontando
ai
princìpi
dello
Statuto
in
quanto
esso
proclama
che
i
ministri
ossia
le
persone
preposte
alla
direzione
delle
grandi
amministrazioni
dello
Stato
non
sono
,
né
collettivamente
considerati
né
singolarmente
,
i
ministri
della
Camera
,
e
tampoco
ministri
per
proprio
conto
con
diritti
e
titolo
proprio
,
ma
semplicemente
i
ministri
responsabili
dell
'
azione
del
Principe
.
Da
tale
ritorno
ai
princìpi
dello
Statuto
dipende
tutto
il
risanamento
della
nostra
vita
parlamentare
,
compresevi
tanto
la
liberazione
del
deputato
dalle
pressioni
degli
elettori
perché
giorno
per
giorno
s
'
intrometta
nell
'
amministrazione
della
cosa
pubblica
per
favorire
i
loro
interessi
personali
,
quanto
la
liberazione
dei
ministri
dalle
illecite
pressioni
ed
ingerenze
parlamentari
.
Rivendicate
al
Sovrano
i
suoi
diritti
,
e
facilmente
vi
riuscirà
delimitare
i
poteri
della
Camera
elettiva
,
rinfrancare
quelli
della
Camera
vitalizia
,
e
per
di
più
riattivare
la
vita
e
l
'
azione
di
entrambe
,
ritornandole
alle
loro
vere
funzioni
.
La
Camera
per
troppo
volersi
imporre
si
è
annullata
.
Ha
voluto
non
solo
legiferare
quasi
da
sola
,
ma
anche
governare
,
ed
ora
è
in
balìa
di
qualunque
uomo
possa
,
organizzando
una
consorteria
locale
,
riunendo
intorno
a
sé
la
deputazione
di
una
sola
grande
regione
,
maneggiando
le
turbolenze
di
piazza
,
o
con
qualunque
altro
mezzo
o
espediente
,
impadronirsi
del
potere
.
E
non
si
vuole
che
il
Principe
sia
autorizzato
a
resistere
,
ad
indicare
la
via
,
lui
personalmente
,
con
la
sua
coscienza
e
guardando
le
cose
dall
'
alto
,
salvo
il
libero
esame
e
l
'
aperto
e
pubblico
giudizio
degli
atti
del
suo
Governo
per
parte
del
Parlamento
.
La
Camera
,
lavorando
ad
asservire
sempre
più
il
potere
esecutivo
,
si
è
trovata
invece
asservita
al
Ministero
,
cioè
a
quel
gruppo
di
uomini
che
si
è
comunque
impadronito
del
potere
e
che
,
con
la
intimidazione
e
la
corruzione
elettorale
,
nelle
mille
sue
forme
,
dispone
a
suo
talento
della
maggioranza
.
La
Corona
ha
interessi
ben
più
larghi
e
permanenti
di
quel
che
non
abbiano
i
politicanti
che
via
via
si
succedono
nei
Ministeri
;
e
la
sua
rivendicazione
dei
poteri
e
degli
uffici
affidatile
dallo
Statuto
segnerebbe
la
liberazione
e
la
riabilitazione
della
Camera
,
e
in
genere
del
Parlamento
.
Imperocché
anche
il
Senato
,
nominato
veramente
e
non
solo
formalmente
dal
Principe
,
avrebbe
ben
altro
prestigio
ed
autorità
di
quanto
non
abbia
ora
,
che
rappresenta
soltanto
una
stratificazione
progressiva
d
'
infornate
di
colore
diverso
secondo
il
succedersi
delle
varie
fazioni
o
gruppi
al
Governo
o
le
mutevoli
vicende
dell
'
alchimia
parlamentare
.
La
Camera
elettiva
sarà
tanto
più
indipendente
e
riprenderà
tanto
più
seriamente
ed
efficacemente
la
sua
funzione
legislativa
e
l
'
esercizio
del
controllo
finanziario
,
quanto
più
presto
rinunzierà
a
pretendere
che
i
ministri
siano
una
emanazione
sua
e
da
lei
debbono
essere
effettivamente
designati
,
e
li
considererà
quali
ministri
del
Principe
,
cioè
quali
organi
responsabili
della
volontà
e
dell
'
azione
del
Sovrano
,
da
lui
solo
scelti
e
nominati
.
Con
ciò
si
ferirà
forse
alquanto
il
governo
cosidetto
di
Gabinetto
,
ma
s
'
instaurerà
una
seria
divisione
dei
poteri
negli
ordinamenti
rappresentativi
,
e
si
darà
alla
stessa
opinione
pubblica
ed
alla
volontà
nazionale
una
maggiore
libertà
di
movimento
e
di
azione
nel
determinare
l
'
indirizzo
della
legislazione
e
nel
sindacare
gli
atti
del
Governo
.
Ora
la
Camera
è
le
tante
volte
obbligata
,
in
forza
della
questione
cosidetta
politica
e
di
fiducia
che
si
pone
ad
ogni
istante
,
a
lasciar
passare
alla
cieca
provvedimenti
legislativi
che
essa
,
nella
sua
intima
coscienza
,
disapprova
in
tutto
o
in
parte
.
Tolta
la
diretta
e
fatale
dipendenza
del
Ministero
dall
'
appoggio
ininterrotto
della
maggioranza
della
Camera
,
questa
rimane
più
libera
di
preoccupazioni
d
'
altro
ordine
nell
'
esprimere
il
suo
giudizio
oggettivo
tanto
sulle
singole
proposte
in
materia
legislativa
,
quanto
sui
singoli
atti
del
Governo
,
inquantoché
ogni
disapprovazione
o
monito
della
Camera
non
segnerebbe
necessariamente
e
fatalmente
la
morte
politica
di
un
ministro
o
di
un
Gabinetto
,
non
suonerebbe
ritiro
della
fiducia
del
mandante
nel
mandatario
.
Oggi
la
costante
preoccupazione
politica
ed
il
timore
di
compromettere
per
una
questione
speciale
le
sorti
del
Gabinetto
e
l
'
equilibrio
generale
dei
partiti
o
dei
gruppi
parlamentari
,
spinge
troppo
spesso
la
Camera
a
trascurare
il
coscienzioso
disimpegno
della
sua
funzione
legislativa
.
La
maggioranza
dei
deputati
,
avendo
per
primo
interesse
e
conseguentemente
per
prima
sua
preoccupazione
la
salvezza
del
suo
Ministero
,
si
mostra
oggi
le
troppe
volte
disposta
a
lasciare
perfino
manomettere
i
diritti
e
le
prerogative
del
Parlamento
,
piuttostoché
,
con
un
voto
contrario
,
porre
a
rischio
la
vita
del
Gabinetto
e
il
proprio
predominio
nel
Governo
.
Ed
è
così
che
si
spiega
la
grande
docilità
con
cui
si
sono
viste
le
maggioranze
piegare
ripetutamente
il
capo
dinanzi
ai
decreti
-
legge
,
anche
quando
questi
compromettevano
,
in
tempi
e
condizioni
normali
,
questioni
di
alta
importanza
costituzionale
,
economica
e
finanziaria
.
Ricondotta
invece
l
'
azione
della
Camera
nella
cerchia
delle
sue
legittime
competenze
,
la
maggioranza
si
mostrerà
sempre
,
non
meno
della
minoranza
,
gelosa
di
mantenere
incolumi
i
diritti
collettivi
dell
'
istituto
cui
appartiene
.
La
mia
tesi
non
è
,
certo
,
che
le
sorti
del
Ministero
o
dei
singoli
ministri
non
debbano
e
non
possano
mai
in
alcun
modo
dipendere
dai
voti
della
Camera
,
ancorché
questi
voti
partano
da
una
vera
volontà
ponderata
e
costante
,
e
rivelino
un
serio
movimento
dell
'
opinione
pubblica
.
Così
come
oggi
,
mentre
una
siffatta
dipendenza
è
proclamata
fatale
e
necessaria
,
essa
non
si
è
sempre
tradotta
in
pratica
,
non
è
nemmeno
detto
che
ai
termini
del
nostro
Statuto
sia
esclusa
ogni
azione
della
rappresentanza
nazionale
elettiva
sulla
vita
del
Ministero
o
dei
ministri
.
Una
tale
azione
non
è
però
da
considerarsi
a
priori
come
sempre
egualmente
e
costituzionalmente
necessaria
.
S
'
intende
che
nessuna
legge
può
mai
essere
sanzionata
senza
l
'
approvazione
preventiva
della
Camera
;
e
mediante
la
votazione
dei
bilanci
non
è
esclusa
la
facoltà
nel
Parlamento
,
dove
si
tratti
di
un
vero
contrasto
costante
d
'
indirizzo
,
di
far
valere
la
sua
volontà
contro
un
determinato
Ministero
o
ministro
.
Il
sistema
monarchico
rappresentativo
,
come
ogni
altra
forma
di
governo
,
non
funziona
automaticamente
né
meccanicamente
,
e
richiede
nei
suoi
organi
una
prudente
e
costante
considerazione
delle
condizioni
di
fatto
in
cui
esplicano
la
propria
azione
.
E
per
fare
tutta
questa
riforma
,
non
occorre
né
alcun
ritocco
allo
Statuto
né
alcuna
legge
,
e
tampoco
alcun
colpo
di
scena
o
atto
di
energia
;
ma
basta
che
se
ne
persuada
la
coscienza
pubblica
.
Il
vizio
attuale
non
sta
nella
legge
;
trae
anzi
origine
dalla
violazione
della
legge
stessa
fondamentale
dello
Stato
.
È
strano
invero
il
fenomeno
che
si
è
venuto
svolgendo
e
determinando
nel
Regno
d
'
Italia
,
e
più
specialmente
durante
questo
ultimo
quarto
di
secolo
.
A
poco
a
poco
è
sorto
e
si
è
affermato
un
istituto
nuovo
,
non
contemplato
affatto
nello
Statuto
,
e
che
ogni
giorno
più
tende
a
costituirsi
come
un
potere
autonomo
,
fuori
della
legge
,
e
si
alimenta
e
s
'
impingua
di
tutte
quelle
funzioni
di
cui
apertamente
o
tacitamente
sta
spogliando
gli
altri
poteri
costituzionali
.
Questo
istituto
nuovo
,
ibrido
,
che
tende
a
sovrastare
ogni
giorno
più
a
tutti
gli
altri
poteri
,
è
quello
del
Ministero
,
considerato
nel
suo
complesso
,
ma
che
s
'
incarna
specialmente
nella
persona
del
presidente
del
Consiglio
.
Non
intendo
alludere
qui
alla
vecchia
questione
dei
ministri
-
cancellieri
e
dei
ministri
-
cardinali
o
gran
visir
,
cioè
ad
una
questione
che
riguarda
la
costituzione
interna
del
Ministero
e
la
opportunità
di
concentrarne
in
maggiore
o
minor
grado
la
rappresentanza
collettiva
in
una
o
più
persone
;
bensì
accenno
alla
questione
della
situazione
del
Ministero
considerato
come
istituto
a
sé
,
di
fronte
al
Sovrano
da
un
lato
ed
al
Parlamento
dall
'
altro
.
Ad
ogni
crisi
ministeriale
,
comunque
nata
,
tutti
gli
uomini
che
riuniscono
intorno
a
sé
qualche
influenza
politica
,
soli
o
aggruppati
,
si
adoperano
a
tutta
forza
per
impadronirsi
del
potere
,
ottenendo
l
'
incarico
dal
Sovrano
di
formare
il
Gabinetto
.
La
convinzione
generale
è
che
chiunque
,
tra
i
diversi
capigruppo
del
Parlamento
,
arrivi
comechessia
ad
avere
per
primo
l
'
incarico
di
comporre
il
Gabinetto
,
se
è
accorto
e
ardito
,
e
sopratutto
se
non
ha
l
'
ingenuità
di
volersi
mostrare
troppo
coerente
nei
princìpi
e
corretto
nei
mezzi
,
avrà
poi
sicuramente
la
maggioranza
dei
voti
alla
Camera
.
Quindi
nei
momenti
di
crisi
si
mette
in
moto
,
da
tutti
,
ogni
macchina
,
ogni
astuzia
,
ogni
pressione
perché
l
'
incarico
venga
dato
al
proprio
candidato
,
a
quello
cioè
da
cui
ciascuno
può
sperare
maggiori
vantaggi
.
Tutti
i
mezzi
sono
buoni
.
Si
minaccia
perfino
copertamente
o
apertamente
il
Sovrano
,
che
se
la
sua
scelta
cadrà
sopra
altri
,
si
susciteranno
disordini
e
tumulti
,
facendosi
forti
di
quel
misterioso
terrore
che
invade
gli
animi
di
tutti
in
Italia
,
come
una
reminiscenza
giacobina
,
di
fronte
ad
ogni
movimento
della
piazza
.
Avuto
l
'
ambìto
incarico
,
tutta
l
arte
sta
nel
far
presto
,
nel
mettere
insieme
una
diecina
di
ministri
,
non
importa
come
la
pensino
,
purché
lì
per
lì
con
la
semplice
somma
dei
loro
aderenti
rappresentino
un
numero
notevole
di
deputati
;
non
importa
nemmeno
che
questo
numero
costituisca
la
maggioranza
della
Camera
;
il
resto
che
manchi
si
otterrà
cammin
facendo
.
Del
programma
nessuno
si
cura
.
Fare
diverso
dai
predecessori
;
farsi
temere
e
far
sperare
a
molti
;
ecco
tutto
il
giuoco
.
Impadronitosi
del
ridotto
centrale
del
Governo
,
il
Ministero
nuovo
si
volge
minaccioso
contro
tutti
coloro
che
non
si
mettono
al
suo
seguito
.
Forte
del
possesso
dell
'
autorità
,
esso
è
pronto
a
sfidare
,
per
mantenersi
in
seggio
,
e
Camera
e
Senato
e
,
occorrendo
,
lo
stesso
Sovrano
;
quasi
rappresentasse
un
potere
costituzionale
autonomo
,
con
un
diritto
proprio
e
una
base
giuridica
a
sé
,
all
'
infuori
e
della
Corona
e
del
Parlamento
.
Ad
ogni
menomo
segno
che
la
Corona
possa
avere
una
volontà
propria
nelle
cose
di
governo
,
il
Ministero
s
'
inalbera
,
contestandogliene
il
diritto
.
Con
la
teoria
che
il
Re
regna
e
non
governa
,
si
nega
,
contro
e
la
lettera
e
lo
spirito
dello
Statuto
,
che
il
Principe
possa
avere
e
tanto
meno
manifestare
una
qualsiasi
volontà
diversa
da
quella
del
Ministero
,
finché
questo
possa
presentare
un
voto
favorevole
della
Camera
,
fosse
pure
la
maggioranza
di
un
solo
voto
,
e
con
qualunque
mezzo
ottenuta
.
Di
fronte
alla
Camera
,
che
mostri
velleità
di
ribellarsi
,
si
minaccia
continuamente
lo
scioglimento
,
con
elezioni
generali
sotto
alta
pressione
governativa
.
Non
si
ammette
quasi
più
che
il
Sovrano
possa
,
nel
caso
di
un
dissidio
tra
il
Ministero
e
la
Camera
,
negare
al
primo
lo
scioglimento
.
Ciò
non
si
sostiene
ancora
apertamente
;
ma
si
fa
dagli
amici
dichiarare
per
ogni
verso
,
che
,
in
caso
di
un
voto
sfavorevole
,
il
Ministero
non
presenterà
le
sue
dimissioni
.
Si
sussurrano
pei
corridoi
di
Montecitorio
le
confidenze
supposte
del
presidente
del
Consiglio
:
«
Io
,
checché
avvenga
,
non
me
ne
vado
.
La
vita
della
Camera
dipende
da
come
si
saprà
condurre
.
Se
avessi
un
voto
contrario
,
io
resto
al
mio
posto
,
e
non
presento
dimissioni
.
Se
il
Sovrano
non
mi
vuole
,
dovrà
revocarmi
con
decreto
suo
e
di
sua
iniziativa
»
.
E
magari
in
certi
momenti
si
aggiunge
:
«
Io
sono
pronto
a
ricorrere
a
qualunque
mezzo
.
Sono
pronto
anche
a
scendere
in
piazza
»
,
ecc
.
ecc
.
Intanto
si
pone
mano
(
senza
ammettere
mai
che
né
Sovrano
né
altri
in
ciò
possano
entrare
o
aver
che
osservare
)
ad
un
lavoro
di
cosiddetta
preparazione
delle
elezioni
generali
.
Si
mutano
prefetti
e
funzionari
d
'
ogni
grado
.
Si
revocano
quelli
che
si
suppongono
ligi
ai
passati
Ministeri
.
Si
terrorizzano
altri
;
e
specialmente
le
Amministrazioni
dei
Comuni
,
delle
Opere
pie
,
degl
'
Istituti
di
credito
,
ecc
.
Si
cerca
di
preparare
dappertutto
strumenti
politici
,
dicendo
tra
sé
e
sé
:
«
Vorremmo
vedere
,
nel
giorno
della
crisi
,
come
farebbe
altri
a
scomporre
rapidamente
tutto
questo
lavorìo
»
.
E
così
individualmente
s
'
intimoriscono
i
deputati
,
ognuno
dei
quali
vede
nel
proprio
collegio
tutta
una
macchina
montata
dal
Governo
in
attesa
delle
elezioni
,
sia
per
sostenerlo
,
sia
per
combatterlo
se
avversario
.
Quanto
al
Senato
,
il
sistema
è
più
semplice
.
Si
nomina
una
quarantina
o
magari
una
ottantina
di
senatori
amici
;
e
anche
qui
naturalmente
non
si
ammette
,
contrariamente
allo
Statuto
,
che
il
Principe
ci
abbia
che
vedere
.
E
per
la
stampa
,
il
preteso
quarto
potere
,
si
provvede
coi
danari
dello
Stato
,
o
con
pressioni
e
lusinghe
sugli
uomini
politici
o
sui
finanzieri
che
ne
abbiano
in
mano
le
fila
.
È
la
storia
del
cosiddetto
Vecchio
del
Mare
,
delle
Mille
e
una
notte
,
il
quale
montato
in
collo
a
Sindbad
il
marinaro
,
ne
fa
un
servitore
ed
uno
schiavo
,
minacciando
di
strangolarlo
ad
ogni
accenno
di
ribellione
.
Questi
non
può
sbarazzarsene
che
quando
,
un
giorno
,
il
vecchio
si
ubriaca
.
È
il
caso
che
si
verifica
anche
pei
Ministeri
.
È
soltanto
quando
s
'
inebriano
del
potere
,
che
il
Parlamento
riesce
a
levarseli
di
dosso
.
Dato
questo
sistema
,
della
continuità
nell
'
azione
del
Governo
,
della
conservazione
delle
buone
tradizioni
amministrative
,
della
coerenza
nei
programmi
,
non
vi
è
più
chi
si
preoccupi
.
I
nuovi
ministri
debbono
far
parlare
di
sé
;
avere
ciascuno
un
metodo
nuovo
;
rivoluzionare
quanto
è
stato
fatto
dai
predecessori
,
siavi
o
no
urgenza
o
bisogno
di
riforme
.
Preme
soprattutto
far
nuove
nomine
d
'
impiegati
,
cambiare
organici
,
ecc
.
La
burocrazia
rimane
l
'
unica
tutrice
della
tradizione
del
Governo
e
della
continuità
della
sua
azione
,
in
quanto
non
sia
anche
essa
travolta
o
sconvolta
dalla
corrente
della
politica
;
perché
anch
'
essa
,
contrariamente
a
quanto
dispone
lo
Statuto
,
non
vede
più
alcuna
difesa
sua
nell
'
azione
del
Sovrano
,
al
quale
non
si
ammette
quasi
il
diritto
di
rifiutarsi
a
movimenti
di
personale
,
revoche
,
nomine
,
traslochi
,
ecc
.
Se
si
concede
che
in
pratica
si
debba
avere
dai
ministri
un
po
'
di
riguardo
a
non
contrariare
troppo
qualche
singolo
desiderio
del
Sovrano
,
ciò
avviene
in
considerazione
della
elevata
dignità
della
sua
carica
,
o
per
timore
di
spingere
le
cose
all
'
estremo
,
ma
non
perché
si
ammetta
che
egli
possa
né
debba
regolarmente
ingerirsi
delle
questioni
di
amministrazione
,
e
ciò
ancorché
si
tratti
del
personale
dei
gradi
più
elevati
.
Orbene
,
tutto
questo
è
nettamente
contrario
a
quanto
prescrive
e
vuole
lo
Statuto
.
Esso
determina
espressamente
riguardo
ai
poteri
del
Principe
quanto
segue
:
«
Al
Re
solo
appartiene
il
potere
esecutivo
.
Egli
è
il
capo
supremo
dello
Stato
,
comanda
tutte
le
forze
di
terra
e
di
mare
,
dichiara
la
guerra
,
fa
i
trattati
di
pace
,
di
alleanza
,
ecc
.
»
(
art
.
5
)
.
«
Il
Re
nomina
a
tutte
le
cariche
dello
Stato
»
(
art
.
6
)
.
«
Il
Re
solo
sanziona
le
leggi
e
le
promulga
»
(
art
.
7
)
.
«
Il
Re
può
far
grazia
e
commutare
le
pene
»
(
art
.
8
)
.
«
La
proposizione
delle
leggi
apparterrà
al
Re
ed
a
ciascuna
delle
due
Camere
,
ecc
.
»
(
art
.
9
)
.
«
Il
Re
nomina
e
revoca
i
suoi
ministri
»
(
art
.
65
)
.
«
La
giustizia
emana
dal
Re
ed
è
amministrata
in
suo
nome
dai
giudici
che
egli
istituisce
»
(
art
.
68
)
.
«
Il
potere
legislativo
sarà
collettivamente
esercitato
dal
Re
e
da
due
Camere
:
il
Senato
e
quella
dei
Deputati
»
(
art
.
3
)
.
«
Il
Senato
è
composto
di
membri
nominati
a
vita
dal
Re
,
in
numero
,
ecc
.
»
(
art
.
33
)
.
«
Se
un
progetto
di
legge
è
stato
rigettato
da
uno
dei
tre
poteri
legislativi
,
non
potrà
essere
,
ecc
.
»
(
art
.
56
)
.
Quanto
ai
ministri
,
devesi
in
primo
luogo
notare
che
lo
Statuto
,
mentre
nomina
a
più
riprese
i
ministri
del
Re
,
non
fa
mai
parola
di
un
Ministero
,
o
Gabinetto
,
o
Consiglio
di
ministri
.
Riguardo
poi
alle
loro
funzioni
,
all
'
infuori
dell
'
articolo
già
citato
che
ne
attribuisce
la
nomina
e
la
revoca
al
Principe
e
di
un
altro
in
cui
si
prescrive
che
i
ministri
che
siano
deputati
o
senatori
possono
votare
nella
sola
Camera
cui
appartengono
e
si
dà
loro
facoltà
di
poter
sempre
entrare
e
prendere
la
parola
nelle
due
Camere
(
art
.
66
)
,
abbiamo
nello
Statuto
i
due
soli
articoli
seguenti
:
«
I
ministri
sono
responsabili
.
Le
leggi
e
gli
atti
del
Governo
non
hanno
vigore
se
non
sono
muniti
della
firma
di
:
un
ministro
»
(
art
.
67
)
.
«
La
Camera
dei
deputati
ha
il
diritto
di
accusare
i
ministri
del
Re
,
e
di
tradurli
dinanzi
all
'
alta
Corte
di
giustizia
»
(
art
.
47
)
,
cioè
al
Senato
convocato
con
decreto
del
Re
(
art
.
36
)
.
Il
Re
insomma
,
secondo
lo
Statuto
,
impersona
lo
Stato
in
tutti
gli
elementi
suoi
più
necessari
e
normali
,
e
nella
tutela
di
questi
elementi
ha
una
funzione
attiva
,
e
non
passiva
.
È
lui
che
rappresenta
la
tradizione
di
governo
,
la
continuità
nell
'
azione
dello
Stato
,
la
stabilità
dei
suoi
ordinamenti
;
in
una
parola
,
egli
sintetizza
l
'
interesse
generale
della
patria
tanto
nel
presente
che
nel
futuro
.
Ed
è
l
'
unico
istituto
a
cui
queste
funzioni
siano
,
nei
nostri
ordinamenti
,
affidate
.
Il
Principe
dinastico
raffigura
nella
nostra
Costituzione
l
'
elemento
continuo
,
permanente
dello
Stato
considerato
come
un
organismo
complessivo
,
di
fronte
agli
elementi
temporanei
,
mutevoli
,
contingenti
nello
spazio
e
nel
tempo
,
rappresentati
dagli
elementi
elettivi
.
Al
Sovrano
dunque
spettano
secondo
la
lettera
precisa
dello
Statuto
:
1
)
il
potere
esecutivo
;
2
)
una
parte
non
inferiore
a
quella
del
Parlamento
nel
potere
legislativo
,
avendo
egli
eguale
diritto
di
proposta
delle
leggi
,
ed
essendone
a
lui
solo
riservata
la
sanzione
.
Né
lo
spirito
dello
Statuto
può
ritenersi
diverso
dalla
lettera
delle
sue
disposizioni
testuali
.
Il
potere
esecutivo
,
dovendo
,
nella
sua
azione
di
governo
,
mantenersi
al
di
sopra
e
al
di
fuori
dei
partiti
e
non
dovendo
favorire
gl
'
interessi
della
maggioranza
piuttostoché
quelli
della
minoranza
,
o
degli
elettori
anziché
dei
non
elettori
,
ma
considerare
tutti
i
cittadini
allo
stesso
modo
,
tenendo
conto
del
solo
interesse
generale
dello
Stato
,
dev
'
essere
dipendente
da
chi
non
può
non
immedesimarsi
sempre
con
questo
interesse
generale
;
e
non
potrebbe
mai
essere
affidato
ad
un
istituto
che
fosse
la
emanazione
diretta
della
maggioranza
e
di
un
solo
partito
.
Che
se
invece
il
Governo
,
impersonato
nei
ministri
,
dipendesse
direttamente
dalla
maggioranza
parlamentare
,
anche
per
la
designazione
delle
persone
che
debbono
comporlo
,
l
'
intera
potestà
legislativa
verrebbe
inoltre
,
in
evidente
contraddizione
con
lo
spirito
dello
Statuto
,
assorbita
dalla
sola
Camera
elettiva
,
anzi
dalla
sola
maggioranza
dei
suoi
membri
;
inquantoché
le
leggi
verrebbero
,
in
tale
supposto
,
in
primo
luogo
proposte
dai
ministri
,
delegati
diretti
della
maggioranza
stessa
(
restando
ridotto
ad
una
vuota
formalità
il
decreto
reale
che
autorizza
la
presentazione
dei
disegni
di
legge
)
;
quindi
discusse
e
modificate
a
Montecitorio
dalla
maggioranza
dei
deputati
in
contraddittorio
coi
propri
suoi
delegati
;
ed
in
ultimo
riesaminate
,
per
la
finitura
e
polimentatura
soltanto
,
a
palazzo
Madama
,
la
cui
decisione
resterebbe
pure
in
balìa
dei
ministri
,
cioè
degli
organi
e
rappresentanti
diretti
della
maggioranza
elettiva
.
Onde
i
poteri
legislativi
resterebbero
effettivamente
ridotti
ad
uno
solo
,
invece
di
essere
tre
come
vuole
lo
Statuto
.
L
'
azione
del
Principato
si
deve
esplicare
più
specialmente
in
quell
'
ordine
di
questioni
che
deve
essere
mantenuto
fuori
del
giro
mutevole
dei
partiti
parlamentari
.
A
lui
più
propriamente
spetta
quanto
ha
attinenza
:
1
)
con
la
difesa
dello
Stato
,
e
la
conservazione
dello
spirito
e
della
forza
morale
dei
suoi
corpi
militari
;
2
)
con
la
politica
estera
;
3
)
con
la
giustizia
,
e
non
solo
con
quella
civile
e
penale
,
ma
anche
con
la
giustizia
amministrativa
,
come
pure
con
la
giustizia
sociale
,
con
quella
,
cioè
,
che
riguarda
i
rapporti
sociali
tra
le
diverse
classi
ed
ordini
di
cittadini
,
e
la
tutela
dei
deboli
;
4
)
con
l
'
alta
amministrazione
dello
Stato
.
Riassumendo
brevemente
i
concetti
fin
qui
accennati
,
mi
affretto
verso
la
conclusione
del
discorso
.
Due
grandi
forze
sociali
e
politiche
stanno
crescendo
ed
organizzandosi
in
Italia
,
e
tutte
due
con
tendenze
ed
aspirazioni
rivoluzionarie
di
fronte
alla
Monarchia
rappresentativa
e
liberale
.
Da
un
lato
il
socialismo
,
nel
nome
della
eguaglianza
,
vuole
soppressa
ogni
libertà
individuale
.
Perché
la
libera
concorrenza
,
troppo
esagerata
dai
dottrinari
della
scuola
economica
del
«
lasciar
fare
»
,
può
ostacolare
di
fatto
lo
svolgimento
della
personalità
umana
e
della
libertà
individuale
del
gran
numero
,
i
socialisti
sopprimono
addirittura
ogni
libertà
personale
,
con
l
'
organizzare
lo
Stato
unico
proprietario
dei
mezzi
di
produzione
ed
unico
ripartitore
dei
frutti
del
lavoro
,
e
tendono
di
fatto
al
despotismo
di
una
burocrazia
,
alla
tirannide
di
un
mandarinato
.
Dall
'
altro
lato
nel
nome
tanto
delle
idealità
più
elevate
del
consorzio
umano
quanto
dell
'
ordine
e
della
conservazione
delle
tradizioni
sociali
del
passato
,
sta
facendo
passi
da
gigante
l
'
organizzazione
clericale
,
che
tende
in
realtà
all
'
oscurantismo
più
intollerante
,
alla
soppressione
del
disordine
mediante
la
soppressione
del
progresso
e
di
ogni
movimento
dello
spirito
umano
,
nemica
com
'
è
della
libertà
di
coscienza
e
di
pensiero
.
Di
fronte
a
questi
pericoli
crescenti
lo
Stato
liberale
sta
ogni
giorno
più
demolendo
spensieratamente
le
proprie
difese
.
Togliesi
ogni
credito
,
ogni
prestigio
al
Parlamento
,
volendone
far
riposare
tutta
l
'
azione
sulla
necessità
di
un
conflitto
continuo
d
'
interessi
locali
e
personali
,
e
facendo
del
dissidio
e
della
lotta
le
condizioni
di
vita
e
di
funzionamento
del
governo
della
cosa
pubblica
.
E
allo
stesso
tempo
togliesi
credito
e
prestigio
al
Principato
,
che
dovrebbe
formare
la
spina
dorsale
dell
'
organismo
politico
,
che
dovrebbe
incarnare
l
'
idea
dello
Stato
difensore
,
non
soverchiatore
della
libertà
,
impersonando
l
'
interesse
generale
in
quanto
diventa
condizione
e
mezzo
di
tutela
dell
'
interesse
individuale
del
maggior
numero
e
del
libero
svolgimento
della
personalità
umana
.
Del
Principe
invece
si
vorrebbe
,
dai
nostri
dottrinari
,
fare
un
essere
quasi
ipnotizzato
,
che
dovesse
accettare
tutto
,
sottomettersi
a
tutto
,
non
avere
volontà
né
opinione
propria
,
ma
solo
designare
,
come
un
manometro
automatico
,
nei
momenti
di
crisi
,
quale
è
il
presidente
del
Consiglio
che
si
suppone
debba
e
possa
per
fas
ac
nefas
ottenere
la
maggioranza
dei
voti
dei
deputati
.
Non
si
può
pretendere
che
il
pubblico
abbia
da
considerare
per
novantanove
giorni
su
cento
la
persona
del
Principe
come
un
elemento
inattivo
,
che
non
deve
avere
e
tanto
meno
manifestare
opinioni
né
sentimenti
nell
'
indirizzo
della
cosa
pubblica
,
ma
deve
far
buon
viso
a
qualunque
Gabinetto
possa
strappare
il
consenso
della
Camera
,
e
poi
volere
che
il
centesimo
giorno
,
nei
momenti
più
difficili
e
di
crisi
,
quando
divampano
le
passioni
più
vive
,
quello
stesso
istituto
,
fino
allora
trascurato
e
senza
azione
reale
,
venga
isso
fatto
rispettato
e
venerato
da
tutti
,
come
il
grande
moderatore
dello
Stato
,
avente
chiara
e
sicura
coscienza
della
linea
da
seguire
nell
'
affidare
a
nuove
mani
il
potere
,
e
riscuota
la
cieca
fiducia
e
l
'
assentimento
dell
'
universale
.
Tutto
oggi
dovendo
dipendere
dalla
volontà
della
maggioranza
dei
mandatari
degli
elettori
,
ogni
studio
,
ogni
sforzo
degli
uomini
politici
,
di
coloro
che
di
fatto
hanno
in
mano
il
governo
,
si
riassume
nel
predisporre
gli
organi
dello
Stato
e
tutti
gl
'
istituti
politici
che
da
loro
possono
dipendere
,
in
guisa
da
poter
lusingare
o
costringere
il
responso
degli
elettori
a
seguire
la
via
da
essi
indicata
e
nel
vincolare
intanto
la
volontà
della
maggioranza
della
Camera
con
le
lusinghe
personali
e
con
le
minacce
di
schierare
contro
ogni
singolo
deputato
nel
suo
Collegio
tutta
la
batteria
delle
influenze
governative
ed
ufficiali
.
E
d
'
altro
canto
ogni
studio
,
ogni
sforzo
dei
singoli
deputati
si
concentra
nell
'
assicurarsi
la
rielezione
,
cioè
nel
soddisfare
lì
per
lì
in
qualsiasi
modo
il
maggior
numero
di
interessi
e
di
brame
dei
singoli
elettori
.
Onde
disprezzo
dell
'
elettore
pel
deputato
,
di
cui
si
serve
e
che
lo
serve
;
disprezzo
della
Nazione
pel
Governo
,
e
per
le
istituzioni
stesse
di
cui
esso
è
il
prodotto
visibile
.
Ogni
idealità
di
Stato
viene
a
mancare
;
ogni
tradizione
di
governo
rimane
interrotta
;
il
principio
dell
'
autorità
perde
ogni
prestigio
;
e
la
Nazione
si
disamora
sempre
più
degli
ordinamenti
che
la
reggono
,
condannando
tutto
e
tutti
in
massa
,
e
persone
,
e
istituti
,
e
princìpi
.
I
Governi
misti
,
complessi
,
composti
di
vari
istituti
autonomi
,
con
attribuzioni
proprie
e
distinte
,
presuppongono
,
per
la
regolare
loro
azione
,
che
ciascun
potere
,
ciascun
istituto
vigili
alla
conservazione
dei
propri
diritti
ed
alla
integrità
delle
funzioni
affidategli
.
In
Italia
invece
,
lo
ripeto
,
è
sorto
un
potere
nuovo
,
parassita
e
ibrido
,
dallo
Statuto
non
contemplato
,
il
quale
facendosi
strumento
e
sgabello
delle
pretese
dottrinarie
e
delle
crescenti
usurpazioni
della
Camera
dei
deputati
,
che
vorrebbe
arrogare
a
sé
sola
il
diritto
di
parlare
come
interprete
della
volontà
della
nazione
,
è
riuscito
col
dichiararsi
a
sua
volta
la
emanazione
legittima
e
autorizzata
della
rappresentanza
nazionale
,
ad
una
progressiva
ed
effettiva
usurpazione
di
quasi
tutte
le
funzioni
normali
della
Corona
,
facendone
altrettante
funzioni
direttamente
da
sé
dipendenti
,
e
tende
sempre
più
a
mettere
nell
'
ombra
il
Principe
;
mentre
al
tempo
stesso
ha
,
d
'
altro
canto
,
snaturate
o
distrutte
le
funzioni
proprie
della
Camera
elettiva
.
La
Camera
,
avendo
voluto
invadere
le
competenze
altrui
e
governare
,
è
venuta
invece
a
perdere
anche
di
fatto
l
'
esercizio
libero
delle
stesse
funzioni
legislative
,
attribuitele
dallo
Statuto
;
e
si
trova
,
ogni
giorno
più
,
mancipia
del
Ministero
.
Intanto
la
gran
massa
del
pubblico
,
impensierita
e
sfiduciata
,
si
dà
sempre
più
in
braccio
ai
rivoluzionari
e
ai
sognatori
promettitori
di
cure
miracolose
e
ai
ciurmatori
promettitori
dell
'
età
dell
'
oro
,
oppure
ai
clericali
promettitori
del
regno
di
Dio
mediante
il
governo
de
'
suoi
ministri
.
Forte
della
lettera
e
dello
spirito
dello
Statuto
,
la
Nazione
si
rivolge
al
Sovrano
e
gli
dice
:
«
Maestà
,
vigilate
a
mantenere
integre
le
funzioni
affidatevi
,
e
che
i
successivi
Ministeri
hanno
lasciato
che
Vi
fossero
usurpate
o
hanno
cercato
di
carpirvi
.
A
Voi
solo
spetta
il
potere
esecutivo
.
A
Voi
solo
spetta
la
nomina
o
la
revoca
dei
ministri
che
debbono
controfirmare
e
rispondere
dei
Vostri
atti
di
governo
.
La
Nazione
guarda
a
Voi
e
fida
in
Voi
,
sicura
da
un
lato
che
non
toccherete
ad
alcuna
libertà
e
non
ritirerete
mai
alcun
diritto
dal
Vostro
glorioso
avo
largito
o
delegato
ad
altri
;
ma
non
meno
desiderosa
dall
'
altro
che
conserviate
viva
ed
integra
l
'
istituzione
madre
,
che
ci
rappresenta
la
difesa
dell
'
interesse
generale
della
patria
.
Sire
,
vegliate
!
l
'
interesse
Vostro
è
sopratutto
interesse
nostro
,
interesse
di
tutti
,
interesse
dell
'
Italia
»
.
Non
meno
del
socialismo
,
il
Principato
liberale
contiene
il
concetto
elevato
e
preponderante
dello
Stato
,
all
'
infuori
di
ogni
elezione
di
classe
.
E
di
fronte
alla
Chiesa
invadente
,
rappresenta
,
oltre
la
ferma
difesa
della
moralità
sociale
,
la
libertà
della
coscienza
individuale
,
l
'
indipendenza
sicura
del
pensiero
;
garantisce
i
diritti
di
tutti
i
culti
,
di
tutte
le
opinioni
,
e
la
piena
esplicazione
delle
facoltà
individuali
pel
cittadino
,
in
tutte
le
funzioni
essenziali
della
vita
civile
;
assicura
la
tutela
degli
interessi
materiali
come
del
progresso
civile
della
nazione
.
Per
contrapporsi
al
socialismo
di
piazza
ed
al
clericalismo
oscurantista
il
Principato
nostro
,
che
s
'
immedesima
col
concetto
della
patria
nazionale
ed
impersona
insieme
il
principio
della
libertà
individuale
,
garantita
invece
che
soffocata
dall
'
azione
dello
Stato
,
ci
porge
una
idealità
atta
a
servire
di
punto
di
raccolta
,
di
nucleo
attorno
a
cui
stringerci
,
in
mezzo
al
rapido
avvicendarsi
degli
uomini
e
dei
gruppi
al
potere
,
ed
al
turbinio
delle
loro
momentanee
passioni
e
rancori
.
Vogliamo
noi
un
'
Italia
clericale
,
liberale
-
temperata
,
o
radicale
-
socialista
?
Tra
non
molto
bisognerà
scegliere
fra
le
tre
cose
.
Gli
elementi
liberali
temperati
,
col
loro
credo
troppo
individualista
per
la
lotta
quotidiana
,
si
trovano
nella
condirezione
dei
corpi
di
volontari
di
fronte
agli
eserciti
permanenti
dei
partiti
estremi
.
Questi
o
mediante
l
'
ordinamento
ecclesiastico
,
che
scende
fino
ai
parroci
e
si
vale
delle
mille
forme
di
associazione
e
di
confraternite
fra
loro
collegate
,
o
mediante
le
Società
operaie
,
di
mutuo
soccorso
,
di
consumo
,
di
produzione
,
e
pur
troppo
con
l
'
aiuto
non
infrequente
degli
impiegati
governativi
e
comunali
,
hanno
sempre
pronti
i
quadri
per
la
mobilitazione
in
guerra
.
Onde
spesso
vediamo
gli
eserciti
folla
dei
partiti
temperati
liberali
,
sgominati
dalle
schiere
,
più
ristrette
di
numero
,
ma
compatte
e
disciplinate
,
dei
loro
avversari
.
In
queste
condizioni
,
il
dividere
normalmente
e
stabilmente
il
partito
liberale
,
temperato
in
due
frazioni
che
combattendo
perpetuamente
tra
loro
s
'
indeboliscano
a
vicenda
e
si
annullino
,
equivale
a
metterlo
nella
impotenza
,
non
che
di
combattere
contro
le
altre
due
schiere
riunite
,
di
nemmeno
poter
avere
una
voce
predominante
negli
accordi
o
nelle
transazioni
che
facesse
con
l
'
una
o
con
l
'
altra
parte
.
Noi
siamo
,
anche
da
soli
,
i
più
forti
e
numerosi
,
o
per
meglio
dire
lo
saremmo
se
sapessimo
stare
uniti
ed
organizzarci
;
se
sapessimo
considerare
la
realtà
delle
cose
e
non
solo
pascerci
di
teorie
stereotipate
tolte
dai
libri
forestieri
;
se
sapessimo
mettere
da
banda
le
discordie
e
le
gare
personali
e
stringerci
compatti
intorno
alla
grande
idea
civile
e
liberale
rappresentata
dalla
monarchia
italiana
di
Casa
Savoia
;
se
sapessimo
scuotere
l
'
inerzia
che
ci
paralizza
,
la
mancanza
di
fede
e
di
coraggio
morale
;
se
sapessimo
essere
sinceri
nell
'
esprimere
la
nostra
volontà
e
virilmente
risoluti
nell
'
attuarla
.
Vorrei
che
la
mia
voce
potesse
chiamare
a
raccolta
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
,
liberali
e
conservatori
a
un
tempo
,
perché
si
organizzasse
un
grande
partito
che
,
per
combattere
efficacemente
il
socialismo
ed
il
clericalismo
,
si
proponga
come
programma
immediato
la
delimitazione
delle
funzioni
dei
vari
poteri
dello
Stato
,
e
lo
svolgimento
degli
uffici
della
Corona
,
restituendole
i
diritti
sanciti
dal
patto
fondamentale
votato
nei
plebisciti
che
costituirono
il
Regno
d
'
Italia
.
Non
intendo
affatto
spingere
ad
alcun
cesarismo
o
governo
autocratico
senza
freno
né
sindacato
,
né
ad
alcuna
forma
di
despotismo
o
di
governo
assoluto
.
Vogliamo
la
monarchia
liberale
e
rappresentativa
dello
Statuto
,
col
Monarca
principe
effettivo
ed
attivo
,
non
consegnato
bendato
nelle
mani
di
un
maire
du
palais
che
si
chiami
il
presidente
del
Consiglio
.
La
Camera
elettiva
e
il
Senato
vitalizio
debbono
cooperare
attivamente
alla
legislazione
,
ed
inoltre
sindacare
sempre
,
discutere
e
frenare
gli
atti
e
l
'
indirizzo
del
Governo
,
mediante
la
loro
azione
tanto
sui
ministri
responsabili
,
quanto
sulle
leggi
e
sui
bilanci
da
loro
presentati
.
Ma
essi
non
debbono
esercitare
,
né
direttamente
né
per
mezzo
di
uno
o
più
loro
delegati
,
il
potere
esecutivo
,
che
è
di
esclusiva
competenza
del
Principe
;
il
quale
a
sua
volta
,
come
ogni
altro
potere
o
persona
,
è
subordinato
alla
legge
,
nella
formazione
della
quale
concorre
anch
'
egli
,
col
diritto
di
proposta
e
col
diritto
di
sanzione
.
Non
ho
inteso
nel
presente
scritto
far
allusione
o
rivolgere
accuse
all
'
attuale
Ministero
,
più
che
muovere
rimproveri
a
quelli
passati
.
Ho
inteso
rilevare
ed
analizzare
una
trasformazione
che
si
è
andata
svolgendo
nelle
nostre
istituzioni
,
e
che
parmi
essere
stata
una
delle
principali
cause
della
loro
progressiva
decadenza
,
trasformazione
che
trova
la
sua
espressione
nella
formula
:
«
Il
Re
regna
e
non
governa
»
,
ed
è
in
aperta
contraddizione
con
quanto
lo
Statuto
vuole
e
la
Nazione
attende
,
per
la
conservazione
delle
istituzioni
libere
in
Italia
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Nessuna
osservazione
da
fare
.
Nego
tutto
.
Sono
antiliberale
,
antidemocratico
;
antisocialista
anticomunista
.
In
una
parola
,
antimoderno
.
In
questa
Italia
di
briganti
-
pazzi
,
vivo
con
la
tristezza
ostile
d
'
uno
straniero
che
non
ha
più
patria
.
Sono
dunque
da
voi
dissimilissimo
.
Voi
(
professori
)
cercate
di
catalogare
,
mentre
vi
travolgono
le
ondate
della
piena
,
io
(
poeta
)
disperatamente
spero
nell
'
auto
distruzione
dell
'
anarchia
e
nella
ricostruzione
d
'
una
piramide
,
con
al
vertice
il
Papa
e
alla
base
il
popolo
.
Ecco
il
mio
programma
!
Confrontalo
col
vostro
,
una
lirica
accanto
a
un
bilancio
.
Da
ciò
l
'
impossibilità
d
'
intenderci
.
Saluti
.
D
.
Giuliotti
.
StampaPeriodica ,
È
vita
nuova
o
resto
di
vita
vecchia
,
è
vita
che
ripiglia
o
strascico
di
vita
che
muore
,
questo
movimento
insolito
che
si
vede
nel
cattolicesimo
da
qualche
tempo
,
e
che
produce
manifestazioni
di
ogni
sorta
,
e
fa
pensierosi
i
governi
,
a
cui
non
piacciono
,
e
lusinga
quelli
a
cui
piacciono
?
Difficile
domanda
per
chi
voglia
cercare
la
risposta
nei
fatti
,
e
non
nelle
fantasie
o
nelle
passioni
proprie
.
Ciò
che
mi
pare
si
possa
dire
di
più
fondato
,
è
che
codesto
movimento
,
il
quale
non
è
solo
di
clero
,
ma
di
laicato
,
non
è
tutto
artificiale
,
se
anche
si
voglia
crederlo
artificiale
in
qualche
rispetto
,
e
ha
dalle
libertà
proprie
dello
Stato
moderno
agevolazioni
e
aiuti
che
nello
Stato
assoluto
gli
sarebbero
mancati
.
I
congressi
cattolici
sono
,
di
ciò
che
qui
affermo
,
una
riprova
.
Se
ne
sono
tenuti
più
d
'
uno
nel
mese
scorso
;
se
ne
terranno
nei
mesi
prossimi
,
e
da
per
tutto
dove
i
cattolici
sono
,
cioè
al
di
qua
e
al
di
là
dell
'
Atlantico
,
in
ogni
paese
civile
.
Essi
non
sono
né
concili
né
sinodi
.
Il
papa
li
benedice
;
i
vescovi
v
'
intervengono
;
ma
né
quello
,
e
talora
neanche
uno
di
questi
li
presiede
.
Vi
tengono
molto
maggiore
posto
i
laici
che
i
sacerdoti
,
quantunque
in
quelli
sia
grande
la
riverenza
per
questi
.
Persino
,
presenti
dei
vescovi
,
li
guida
a
volte
un
laico
.
E
si
guardi
a
qual
classe
sociale
questi
laici
appartengono
:
soprattutto
alla
più
elevata
e
più
agiata
.
Ma
non
vi
mancano
laici
d
'
altre
classi
:
professori
,
deputati
,
senatori
,
scrittori
,
in
ispecie
,
di
giornali
,
gente
,
in
somma
,
che
influisce
,
per
una
via
o
per
l
'
altra
,
nella
vita
pubblica
del
paese
o
vi
tien
posto
.
Che
cosa
,
dunque
,
voglion
dire
?
Questo
di
certo
:
che
in
ogni
Stato
il
laicato
cattolico
si
stringe
a
consiglio
,
e
,
in
condizioni
della
società
così
turbate
,
cerca
di
ridar
vigore
al
concetto
religioso
,
economico
,
civile
,
che
è
proprio
suo
,
e
che
non
abbandona
.
Difatti
nelle
discussioni
,
a
cui
i
congressi
danno
luogo
,
non
è
trascurata
nessuna
delle
questioni
,
che
oggi
dividono
le
società
nostre
.
Nessuno
dei
mezzi
coi
quali
si
possono
sviare
o
ravviare
,
è
lasciato
senza
particolare
considerazione
.
Le
sei
sezioni
del
congresso
di
Madrid
si
sono
occupate
di
questioni
sociali
l
'
una
,
di
questioni
scientifiche
l
'
altra
,
di
economia
politica
la
terza
,
di
opere
di
carità
la
quarta
,
di
opere
letterarie
la
quinta
,
delle
assemblee
e
delle
corporazioni
la
sesta
.
Gli
altri
congressi
hanno
fatto
,
su
per
giù
,
lo
stesso
.
Non
hanno
di
certo
percorso
men
largo
campo
.
Il
problema
è
questo
;
come
e
per
quali
modi
contendere
la
scuola
,
la
stampa
,
la
scienza
,
la
beneficenza
,
l
'
officina
,
la
bottega
,
a
influenze
e
tendenze
contrarie
alle
cristiane
e
cattoliche
,
come
e
per
quali
modi
rendersele
amiche
e
soggette
?
La
mira
è
precisa
e
precisa
la
dottrina
,
colla
quale
vi
si
indirizzano
.
Il
tentativo
è
vasto
.
Ristabilire
l
'
autorità
del
principio
cristiano
e
cattolico
,
rendendolo
adeguato
alla
soddisfazione
di
tutti
i
bisogni
delle
società
presenti
,
adattandolo
a
tutte
le
loro
condizioni
,
non
coll
'
alterarlo
o
menomarlo
,
ma
col
farle
penetrare
da
esso
.
Riusciranno
?
Certo
,
hanno
un
aiuto
in
ciò
,
che
i
partiti
avversi
sono
terribilmente
divisi
,
e
hanno
sollevata
tanta
polvere
che
sono
oramai
ben
molti
quelli
che
più
non
ci
vedono
e
si
stancano
di
seguire
.
Non
paiono
adatti
,
che
a
dissolvere
la
società
,
dopo
averla
gettata
sossopra
.
Niente
afferma
l
'
uno
,
che
non
neghi
l
'
altro
.
Nessuna
dottrina
è
cosi
assurda
che
non
trovi
patrocinio
.
Socialisti
,
comunisti
,
collettivisti
,
possibilisti
,
anarchici
,
radicali
,
repubblicani
,
massoni
,
progressisti
,
liberali
sono
solo
alcuni
pochi
dei
nomi
,
coi
quali
questi
partiti
si
designano
da
sé
o
sono
designati
da
altri
.
Tra
le
diverse
proposte
e
gli
opposti
concetti
tutto
barcolla
o
traballa
.
Ma
intanto
tra
classe
e
classe
l
'
ostilità
cresce
e
si
fa
più
aspra
.
Non
v
'
è
giorno
,
che
qua
o
là
non
si
senta
l
'
una
insorgere
contro
l
'
altra
;
e
l
'
una
difendere
quello
che
ha
,
l
'
altra
agognare
a
quello
che
non
ha
,
e
il
profitto
del
capitale
e
il
salario
dell
'
operaio
cercare
di
stremarsi
a
vicenda
.
E
la
pace
d
'
idee
e
di
fatti
,
che
manca
nel
seno
di
ciascuna
nazione
,
manca
altresì
tra
le
nazioni
;
sicché
tutte
s
'
armano
paurose
insieme
e
minacciose
,
e
si
guardano
pronte
a
dilacerarsi
senza
nessuna
speranza
che
la
guerra
d
'
oggi
,
comunque
riesca
,
spenga
i
semi
della
guerra
per
il
domani
;
e
i
popoli
miseramente
aggravati
d
'
imposte
,
che
crescono
sempre
e
oramai
non
più
in
proporzione
dell
'
aumento
della
ricchezza
privata
o
pubblica
;
e
i
governi
,
incerti
della
lor
via
,
e
soggetti
,
dove
più
dove
meno
al
potere
dei
partiti
politici
nelle
assemblee
,
partiti
anch
'
essi
estremamente
divisi
,
e
talora
estremamente
screditati
,
che
non
possono
più
comporre
maggioranze
stabili
per
reggerli
;
e
dalle
loro
combinazioni
passeggere
,
venir
fuori
una
legislazione
confusa
e
inadeguata
,
continuamente
mutabile
,
che
non
appena
è
fatta
,
eccita
da
ogni
parte
grida
e
biasimi
perché
sia
disfatta
;
e
se
ne
tenti
un
'
altra
.
Questo
non
è
,
di
certo
,
spettacolo
adatto
a
levare
ogni
speranza
a
chi
ne
aspetti
o
ne
voglia
uno
diverso
.
E
il
laicato
cattolico
che
si
raccoglie
nei
congressi
,
ne
vuole
appunto
uno
diverso
.
Ora
,
per
giudicare
se
un
diverso
spettacolo
è
possibile
,
bisognerebbe
studiare
più
addentro
che
non
si
può
qui
,
il
sistema
delle
idee
e
dei
mezzi
loro
.
Si
dovrà
e
si
potrà
fare
più
in
là
,
quando
gli
atti
di
questi
congressi
saranno
pubblicati
,
e
si
potranno
consultare
.
Ciò
,
che
intanto
è
bene
,
è
non
prenderli
a
beffa
.
Il
mondo
non
fila
così
diritto
,
che
si
possa
essere
in
tutto
sicuri
,
che
non
cercherà
mai
altra
rotta
.
E
del
laicato
cattolico
dei
paesi
civili
,
tutto
raggranellato
nelle
classi
superiori
,
e
con
molta
influenza
sulle
inferiori
,
non
si
può
addirittura
affermare
,
che
voglia
andare
indietro
,
solo
perché
vuole
andare
avanti
per
altra
via
,
e
che
qualunque
sia
la
via
,
in
cui
si
metterà
,
non
gli
debba
spuntare
.
Ma
noi
italiani
,
o
almeno
la
più
parte
di
noi
,
sogliamo
guardare
codesti
congressi
da
un
sol
punto
di
veduta
:
ed
è
dalla
relazione
loro
col
Vaticano
,
e
in
specie
con
la
questione
,
che
in
questa
parola
Vaticano
scorgiamo
sola
,
la
questione
del
ristabilimento
del
potere
temporale
.
E
,
senza
dubbio
,
i
congressi
che
si
sono
tenuti
sinora
,
e
quelli
che
si
terranno
,
manderanno
tutti
al
pontefice
indirizzi
,
in
cui
gli
augureranno
di
ridiventare
il
principe
,
e
prenderanno
tutti
risoluzioni
nel
senso
,
che
un
potere
temporale
è
necessario
alla
indipendenza
e
alla
libertà
del
capo
della
religione
,
in
cui
nome
si
riuniscono
.
Tra
le
tesi
proposte
agli
oratori
del
congresso
di
Madrid
,
v
'
erano
queste
:
«
Il
pontefice
romano
deve
possedere
il
potere
temporale
come
guarentigia
del
libero
esercizio
del
suo
ministero
apostolico
.
Non
v
'
è
prescrizione
contro
i
diritti
del
successore
di
San
Pietro
al
poter
temporale
.
I
cattolici
hanno
diritto
di
associarsi
alla
protesta
di
Leone
XIII
concernente
l
'
indipendenza
sovrana
di
cui
abbisogna
per
la
sua
dignità
e
per
il
bene
della
Chiesa
.
La
grandezza
del
pontificato
romano
,
e
benefici
procurati
da
esso
al
mondo
.
Mezzi
per
far
adottare
l
'
arbitrato
dei
pontefici
romani
,
come
modo
di
soluzione
dei
conflitti
internazionali
.
La
Chiesa
cattolica
è
una
società
perfetta
,
e
ha
diritto
,
per
la
sua
stessa
natura
,
all
'
indipendenza
dirimpetto
ai
poteri
della
terra
»
.
Non
tutte
queste
tesi
si
riferiscono
al
potere
temporale
dei
pontefici
,
ma
tutte
implicano
,
non
solo
un
concetto
elevato
della
Chiesa
,
ma
altresì
una
persuasione
dell
'
intima
sua
connessione
col
pontefice
e
della
intera
sua
soggezione
a
lui
,
quale
,
per
esempio
,
non
si
era
mai
vista
prima
della
rivoluzione
francese
del
principio
del
secolo
.
Che
la
Chiesa
cattolica
sia
una
società
perfetta
per
se
stessa
,
è
tesi
vecchia
:
ma
niente
obbligava
a
dimostrarlo
quando
Chiesa
e
Stato
camminavano
di
conserva
.
Che
il
pontefice
possa
diventare
l
'
arbitro
delle
questioni
internazionali
,
non
solo
quando
sia
invocato
tale
da
alcuni
Stati
,
ma
per
virtù
stessa
della
istituzione
che
governa
,
è
un
ideale
visto
più
in
sogno
che
in
veglia
,
e
che
se
aveva
modi
e
verosimiglianze
di
effettuarsi
nell
'
evo
medio
e
prima
della
Riforma
,
non
ne
ha
,
per
verità
,
nessuno
ora
,
né
in
nessun
avvenire
prevedibile
sin
da
ora
.
Che
il
pontificato
abbia
beneficato
il
mondo
in
alcuni
momenti
della
sua
storia
,
non
si
può
negare
,
da
chi
abbia
l
'
animo
calmo
e
chiaro
lo
sguardo
:
ma
è
difficile
altresì
sconoscere
,
che
non
tutta
la
sua
azione
è
stata
benefica
,
e
ch
'
esso
ha
avuto
periodi
di
decadenza
grande
e
largamente
perniciosa
.
Ma
le
altre
tre
tesi
hanno
per
proprio
oggetto
la
restaurazione
del
potere
temporale
;
e
non
sono
mancati
in
tutti
i
congressi
oratori
dotti
e
convinti
che
le
hanno
sostenute
,
con
applausi
,
come
oramai
ne
hanno
tutti
dalle
assemblee
che
lusingano
.
Ora
,
io
vorrei
chiedere
a
codesti
laici
cattolici
non
solo
ai
sacerdoti
coi
quali
si
accoppiano
,
se
mescolare
la
questione
del
potere
temporale
con
le
altre
alla
cui
soluzione
si
applicano
,
giova
,
nel
loro
parere
,
ad
avanzare
e
aiutare
la
soluzione
di
queste
altre
.
Vorrei
che
mi
rispondessero
con
la
mano
sulla
coscienza
.
Le
altre
questioni
sono
di
natura
sociale
o
politica
:
riguardano
l
'
esercizio
di
diritti
,
che
i
cattolici
vogliono
guarentiti
a
se
stessi
nell
'
ordinamento
dello
Stato
perché
la
loro
azione
si
possa
esplicare
tutta
.
Invece
,
questa
questione
del
ristabilimento
del
potere
temporale
è
di
natura
internazionale
,
non
già
nel
senso
che
debba
risolverla
un
accordo
tra
le
nazioni
,
ma
in
questo
,
che
,
se
altre
nazioni
se
ne
volessero
mischiare
,
nascerebbe
per
ciò
solo
un
conflitto
tra
esse
e
la
nazione
italiana
,
persuasa
,
che
la
questione
è
di
sua
sola
spettanza
.
Nelle
altre
questioni
che
i
congressi
agitano
,
si
tratta
di
disposizioni
interne
dei
lor
propri
Stati
;
in
questa
,
invece
,
del
potere
temporale
,
si
tratta
di
un
'
ingerenza
esterna
di
questi
Stati
.
Ora
,
dov
'
è
la
probabilità
,
che
i
governi
che
reggono
codesti
Stati
,
vogliano
o
possano
assumersela
?
Bisognerebbe
che
lor
giovasse
di
farlo
.
Ma
nella
presente
condizione
di
Europa
e
degl
'
interessi
che
uniscono
o
separano
le
potenze
,
che
utilità
avrebbero
i
governi
dell
'
Austria
,
della
Spagna
,
del
Portogallo
,
del
Belgio
a
intavolare
coll
'
Italia
negoziati
sul
potere
temporale
del
pontefice
,
il
cui
solo
accenno
sarebbe
un
'
offesa
?
E
poniamo
che
non
sarebbe
un
'
offesa
,
e
che
il
governo
italiano
volesse
pure
accettare
una
trattativa
di
tal
fatta
;
bisognerebbe
essere
ciechi
per
non
vedere
,
che
il
ministero
che
vi
si
compromettesse
,
non
troverebbe
ora
e
forse
oramai
modo
di
reggersi
.
Sicché
codesti
congressi
,
unendo
a
tutti
gli
altri
loro
fini
il
ristabilimento
del
potere
temporale
,
credo
che
si
allontanino
da
quelli
senza
avvicinarli
a
questo
.
Si
vede
che
io
voglio
essere
eccessivamente
imparziale
,
come
soglio
:
non
ho
affermato
più
di
quanto
oggi
posso
affermare
.
Non
ho
detto
,
che
ciò
,
che
i
laici
cattolici
si
propongono
e
desiderano
in
altri
soggetti
,
sia
tutto
bene
o
male
.
Non
mi
pare
,
a
dirla
schietta
,
neanche
probabile
,
che
sia
tutto
bene
o
male
;
per
discorrerne
con
fondamento
ho
affermato
con
molta
misura
che
bisognerebbe
averne
più
precisa
notizia
che
non
se
ne
trae
dai
giornali
.
Quello
che
io
asserisco
,
è
,
che
il
Vaticano
,
spingendo
i
congressi
devoti
a
esso
a
insistere
soprattutto
per
ciò
che
gli
garba
,
gli
preme
di
più
,
per
il
potere
temporale
,
scema
la
probabilità
di
riuscita
del
movimento
,
che
approva
e
provoca
,
in
ciò
che
ha
di
più
sostanziale
e
rilevante
,
anziché
l
'
accresca
.
Però
,
anche
in
questo
rispetto
,
ridere
non
è
il
meglio
.
Eccetto
ché
in
Italia
,
il
partito
cattolico
entra
nelle
assemblee
politiche
;
se
in
nessuna
di
quelle
in
cui
entra
,
è
già
maggioranza
,
in
nessuna
,
neanche
,
è
una
minoranza
spregevole
.
Ora
,
nella
gran
divisione
attuale
delle
parti
politiche
,
le
minoranze
sanno
d
'
avere
una
forza
assai
maggiore
di
quella
che
per
sé
porterebbe
il
loro
numero
.
Le
maggioranze
,
soprattutto
nelle
assemblee
colte
,
e
che
rappresentano
vivacemente
la
varia
coscienza
pubblica
,
non
si
formano
ora
altrimenti
,
che
mediante
la
unione
,
più
o
meno
durevole
,
di
due
o
più
minoranze
.
Ora
,
l
'
intento
del
laicato
cattolico
è
di
diventare
nelle
assemblee
politiche
una
minoranza
sempre
più
grossa
,
se
non
una
maggioranza
addirittura
;
e
di
pigliare
,
così
,
sempre
più
la
mano
sui
governi
.
L
'
esempio
della
Germania
,
del
paese
più
colto
d
'
Europa
,
non
prova
,
che
a
ciò
non
possa
riuscire
,
anzi
,
prova
il
contrario
.
Ma
anche
riuscitovi
,
anche
diventato
maggioranza
,
anche
diventato
governo
in
due
o
più
Stati
,
il
partito
cattolico
tenterebbe
di
ristabilire
il
potere
temporale
?
Ne
dubito
.
Come
succede
,
vedrebbe
,
arrivato
in
su
,
difficoltà
che
non
vedeva
d
'
in
giù
;
sentirebbe
,
avvertirebbe
,
peserebbe
interessi
,
che
non
sente
,
avverte
,
pesa
assai
meno
.
Forse
,
raggiungere
l
'
alto
grado
di
potenza
cui
mira
,
non
servirebbe
,
che
a
provargli
,
come
vi
sono
pur
cose
al
mondo
così
cadute
,
che
nessuna
potenza
le
rialza
.
E
se
riuscisse
a
modificare
nell
'
interno
degli
Stati
alcuni
ordinamenti
nel
modo
che
si
prefigge
,
queste
modificazioni
stesse
proverebbero
,
che
alla
più
attiva
circolazione
del
pensiero
cattolico
per
entro
le
società
attuali
il
potere
temporale
non
serve
,
anzi
nuoce
.
Ciò
ch
'
è
davvero
disaggradevole
,
non
è
già
l
'
azione
immediata
o
mediata
,
lontana
o
vicina
,
che
tali
congressi
,
colle
loro
risoluzioni
,
possono
esercitare
rispetto
a
codesto
potere
temporale
,
ma
l
'
aspettazione
o
la
speranza
,
ch
'
essi
creano
,
per
illusoria
che
sia
,
nel
pontefice
,
nella
curia
,
nel
clero
e
nel
laicato
italiano
.
Non
abbiamo
nessun
modo
di
misurare
quanta
sia
la
forza
dell
'
opinione
,
che
è
espressa
da
tutto
il
complesso
di
persone
e
di
influenze
,
che
si
raccolgono
sotto
questi
nomi
.
Sin
dove
possiamo
giudicare
dai
segni
che
ne
vediamo
,
non
par
smisurata
presso
di
noi
.
Ma
,
per
farne
retto
giudizio
,
dovremmo
affrontarla
nella
vita
pubblica
,
ed
essa
nella
lizza
della
vita
pubblica
non
vuol
discendere
.
Pure
,
nessuno
affermerebbe
,
che
forza
non
ne
abbia
,
o
sia
del
tutto
a
trascurare
quella
che
ha
,
come
molti
ostentano
di
credere
e
di
dire
.
Si
vede
che
nell
'
elezioni
municipali
è
tutt
'
altro
che
perdente
sempre
.
Qui
stesso
,
in
Roma
,
non
s
'
è
potuto
vincerla
,
che
,
associando
in
un
'
unione
forzata
,
poco
naturale
e
assai
labile
,
tutte
le
sfumature
dei
partiti
,
che
acconsentono
a
chiamarsi
,
con
diversissimo
senso
,
liberali
.
Ora
,
o
poca
,
o
molta
,
tutta
questa
forza
che
sogliamo
chiamare
clericale
,
è
tenuta
tutta
sollevata
di
speranza
e
di
aspettazione
,
come
dicevo
,
del
movimento
cattolico
dei
congressi
.
Il
che
,
se
non
ha
nessun
pericolo
,
mentre
ché
il
vento
come
fa
,
si
tace
,
potrebbe
diventare
sino
a
un
certo
punto
pericoloso
il
giorno
che
ricominciasse
a
soffiare
.
Pericoloso
,
in
due
modi
:
giacché
da
una
parte
,
quella
forza
clericale
scemerebbe
l
'
impulso
della
difesa
da
parte
dello
Stato
,
giacché
accascerebbe
,
in
una
certa
misura
,
lo
spirito
pubblico
,
e
lo
renderebbe
meno
volenteroso
e
meno
capace
di
slancio
;
dall
'
altra
,
il
sentimento
diffuso
,
che
appunto
questa
sia
l
'
azione
sua
,
aiuterebbe
i
partiti
estremi
a
soverchiare
,
e
non
solo
a
convincersi
ché
ne
sono
convinti
e
ne
hanno
già
voglia
ma
a
convincere
gli
altrì
che
occorrono
violenze
e
violenze
sempre
maggiori
a
comprimerla
.
Il
governo
finirebbe
di
perdere
quell
'
equilibrio
,
che
già
ha
smarrito
in
parte
.
E
noi
entreremmo
,
davvero
,
in
un
periodo
,
che
potremmo
chiamare
schiettamente
rivoluzionario
,
e
dal
quale
l
'
uscita
non
è
stata
mai
né
in
nessun
paese
chiara
,
né
certa
,
né
facile
.
Non
si
può
dubitare
,
che
il
laicato
cattolico
dei
congressi
stranieri
fa
conto
anche
su
questo
.
La
Chiesa
cattolica
non
si
sgomenta
dell
'
aspettare
.
Essa
conta
la
sua
esistenza
a
secoli
nel
passato
e
nell
'
avvenire
.
I
secoli
gli
valgono
per
anni
.
È
paziente
e
costante
come
la
giustizia
di
Dio
.
Questo
abbattimento
del
potere
temporale
che
dura
da
diciannove
anni
,
pare
a
essa
un
breve
episodio
della
sua
vita
sempiterna
.
Perciò
,
che
questo
movimento
cattolico
deva
approdare
qualche
decina
di
anni
,
prima
o
poi
,
gli
importa
poco
,
o
punto
.
Approderà
,
nel
parer
suo
,
e
gli
basta
.
Ora
,
se
per
approdare
gli
occorre
che
lo
Stato
d
'
Italia
si
disordini
,
che
il
governo
vi
abbandoni
ogni
indirizzo
moderato
di
condotta
,
che
i
partiti
estremi
spadroneggino
e
le
istituzioni
attuali
vadano
tutte
a
ruina
,
essa
non
perciò
muta
desideri
e
disegni
,
né
trema
per
sé
.
Essa
sta
,
n
'
è
assolutamente
sicura
,
come
terra
ferma
che
non
crolla
giammai
la
cima
per
soffiar
di
venti
.
Se
altri
,
più
deboli
,
ne
son
gettati
per
terra
,
o
che
le
preme
?
Perché
vi
si
sono
esposti
?
Non
si
può
,
quindi
,
credere
,
che
il
movimento
dei
congressi
cattolici
non
ci
faccia
danno
.
Ce
ne
fa
e
ce
ne
prepara
.
Gli
Stati
d
'
oltre
Alpi
sono
minacciati
da
un
solo
partito
:
il
radicale
o
socialista
.
I
congressi
cooperano
,
a
che
lo
Stato
italiano
sia
minacciato
da
due
,
dal
radicale
da
una
parte
e
dal
clericale
dall
'
altra
.
Il
clericale
esiste
altresì
in
Francia
;
ma
quivi
è
francese
;
esiste
altresì
in
Inghilterra
;
ma
quivi
è
poco
numeroso
,
se
si
vuol
restringerlo
ai
cattolici
,
ed
è
inglese
.
È
germanico
,
se
non
affatto
prussiano
,
in
Germania
;
è
austriaco
,
più
di
ogni
altro
,
in
Austria
.
Solo
in
Italia
il
partito
clericale
non
è
italiano
in
Italia
.
Che
cosa
si
può
fare
contro
un
partito
siffatto
?
Ci
erano
due
vie
:
conciliarlo
in
tutto
o
in
parte
,
ovvero
distruggerlo
.
Non
abbiamo
preso
nessuna
delle
due
vie
.
Del
resto
,
possiamo
dire
a
nostra
discolpa
,
che
né
l
'
una
né
l
'
altra
via
era
agevole
.
Durante
il
pontificato
di
Leone
XIII
è
stato
dubitato
più
volte
,
s
'
egli
avesse
nell
'
animo
suo
di
trovar
modo
d
'
accordo
col
governo
italiano
.
La
condizione
dell
'
accordo
era
,
s
'
intende
,
una
sola
;
rinunciare
al
potere
temporale
in
tutto
e
per
tutto
.
Poi
,
sopra
altri
punti
il
governo
o
almeno
un
partito
che
avrebbe
potuto
giungere
,
quando
che
sia
,
al
governo
sarebbe
sceso
a
patti
con
lui
.
Forse
,
rinunciando
a
questo
solo
dei
fini
del
congresso
,
il
cattolicesimo
avrebbe
raggiunto
in
Italia
alcuno
degli
altri
suoi
fini
.
Ma
o
che
Leone
XIII
,
come
parrebbe
,
abbia
inclinato
talora
a
una
simil
condotta
o
che
non
v
'
abbia
inclinato
mai
è
inutile
tormentarsi
il
cervello
a
congetturare
di
cose
,
che
infine
non
importa
sapere
è
certo
che
oggi
è
,
pare
,
ostinatissimo
nel
proposito
di
voler
recuperare
un
potere
temporale
.
Non
si
dice
più
né
quale
né
quanto
;
ma
un
potere
temporale
dev
'
essere
,
o
di
molto
territorio
o
di
poco
,
forse
di
tutto
.
L
'
idea
che
noi
abbiamo
combattuto
tanto
,
che
,
cioè
,
non
vi
sia
modo
di
guarentire
l
'
indipendenza
del
potere
spirituale
altrimenti
che
con
un
briciolo
di
temporale
,
s
'
è
radicata
sempre
più
nella
testa
del
pontefice
,
ha
trovato
sempre
maggiori
e
più
recise
espressioni
nella
sua
bocca
,
e
ha
finito
coll
'
atteggiarlo
in
tutto
a
guerra
verso
lo
Stato
nostro
.
I
temperamenti
ch
'
egli
aveva
usato
dapprima
,
sono
tutti
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
svaniti
.
S
'
intende
che
ora
i
congressi
cattolici
rinfocolano
questo
desiderio
del
temporale
e
lo
riconfermano
.
I
vescovi
che
avevano
esitato
a
proclamare
durante
la
vita
di
Pio
IX
la
necessità
assoluta
del
potere
temporale
,
sono
ora
oltrepassati
dal
laicato
cattolico
,
che
arditamente
,
altamente
la
proclama
.
Non
solo
in
diciannove
anni
non
abbiamo
fatto
un
passo
avanti
,
ma
ne
abbiamo
fatti
addietro
parecchio
.
A
nessuno
dotato
di
uno
spirito
sobrio
può
parere
questo
un
trionfo
.
Il
Regno
ha
fatto
la
triplice
alleanza
,
che
lo
guarentisce
da
ogni
velleità
di
favorire
il
papato
per
parte
dell
'
Austria
e
della
Germania
;
ma
dà
pretesto
e
stimolo
a
favorirlo
alla
Francia
e
alla
Russia
e
non
lo
leva
alla
Spagna
.
Il
papato
,
dalla
sua
parte
,
ha
chiamato
e
chiama
a
raccolta
tutti
i
suoi
fedeli
in
ogni
parte
del
mondo
;
li
raduna
a
congresso
;
s
'
intromette
,
non
impedito
,
nella
politica
interna
degli
Stati
;
è
invocato
arbitro
;
e
i
liberali
,
che
a
ragione
attribuiscono
gran
valore
alle
manifestazioni
della
opinione
pubblica
,
non
possono
addirittura
negare
ogni
valore
a
queste
,
se
non
vogliono
illudere
se
medesimi
.
L
'
opinione
cattolica
,
di
certo
,
non
può
raccogliere
un
esercito
,
e
noi
abbiamo
difesa
di
eserciti
,
a
cominciare
dal
nostro
.
Ma
di
due
forze
che
non
si
toccano
e
hanno
diversa
natura
,
nessuna
delle
due
è
in
grado
di
distruggere
l
'
altra
.
Quindi
,
checché
paia
,
noi
siamo
nell
'
interno
del
paese
in
stato
di
guerra
,
per
quanto
sia
guerra
diversa
da
ogni
altra
.
I
congressi
cattolici
affilano
e
moltiplicano
le
armi
atte
a
dare
vittoria
al
papato
.
Noi
avremmo
dovuto
spuntarle
queste
armi
e
diminuirle
in
Italia
,
dove
potevamo
.
C
'
era
un
sistema
,
e
l
'
ho
esposto
più
volte
.
Occorreva
molta
risoluzione
da
una
parte
,
e
molta
giustizia
e
remissione
dall
'
altra
.
La
risoluzione
andava
usata
nell
'
esercizio
dell
'
exequatur
e
del
placet
per
parte
dello
Stato
,
sicché
il
papa
non
potesse
empire
le
diocesi
di
vescovi
,
e
questi
empire
le
parrocchie
di
curati
nemici
all
'
Italia
:
la
giustizia
e
la
remissione
andavano
usate
nell
'
osservanza
perfetta
della
legge
delle
guarentigie
,
e
nell
'
astensione
da
ogni
atto
che
paresse
inteso
a
menomare
l
'
autorità
spirituale
del
pontefice
.
Nel
primo
modo
,
il
clero
ostile
non
sarebbe
cresciuto
;
per
il
secondo
,
almeno
una
parte
del
clero
attuale
,
non
offeso
nella
sua
coscienza
,
si
sarebbe
rassicurata
e
ravvicinata
.
Il
papa
non
ha
altra
potenza
,
infine
,
se
non
quella
che
gli
viene
dal
consenso
del
clero
e
del
laicato
cattolico
.
Adoperando
quei
due
modi
,
noi
avremmo
prodotta
una
scissura
dentro
questo
clero
e
questo
laicato
,
e
una
parte
almeno
di
essi
sarebbe
venuta
del
parere
nostro
,
che
una
conciliazione
si
sarebbe
potuta
pur
trovare
nell
'
abbandono
per
parte
del
papa
,
di
ogni
potere
temporale
,
mostrato
coi
fatti
inutile
,
e
nel
rispetto
scrupoloso
,
per
parte
dello
Stato
,
dell
'
autorità
spirituale
di
lui
.
Il
papa
non
ha
fatto
la
parte
sua
,
e
noi
facciamo
sempre
meno
la
parte
nostra
.
Può
parere
strano
,
ma
non
è
,
anzi
si
accorda
assai
bene
con
la
dolcezza
del
carattere
italiano
,
che
il
clero
nostro
,
quantunque
abbia
sentito
grave
la
mano
dello
Stato
sopra
di
esso
,
e
non
se
ne
possa
punto
lodare
,
sia
tra
i
cleri
cattolici
di
Europa
il
meno
intransigente
,
il
più
inclinato
a
intendersi
,
a
riconciliare
l
'
affetto
alla
patria
coll
'
affetto
alla
fede
.
Si
può
dire
il
medesimo
del
laicato
italiano
,
che
si
chiama
cattolico
,
e
si
dovrebbe
chiamare
clericale
:
però
,
in
minore
misura
.
Del
resto
,
se
si
vuole
essere
leali
,
bisogna
riconoscere
che
hanno
ragione
a
credere
che
non
se
ne
terrebbe
lor
conto
.
Di
fatti
in
Italia
si
sentono
voci
,
anche
autorevoli
,
che
invocano
pace
.
Dal
clero
stesso
vi
si
avverte
più
e
meglio
il
danno
,
che
il
dissidio
cagiona
alla
Chiesa
dove
più
le
duole
o
le
dovrebbe
dolere
;
nella
coscienza
religiosa
della
borghesia
e
delle
plebi
cattoliche
.
Da
chi
ha
fede
sincera
,
questo
danno
non
si
può
guardare
a
occhi
asciutti
,
e
senza
scotimento
di
cuore
.
Ma
sinora
il
Curci
,
il
Tosti
,
il
Bonomelli
,
lo
Stoppani
hanno
parlato
invano
.
Il
pontefice
,
indotto
o
spontaneo
,
ha
chiuso
loro
la
bocca
;
si
sono
dovuti
disdire
.
L
'
ultima
rimenata
è
toccata
al
Bonomelli
,
vescovo
di
Cremona
,
e
uno
dei
migliori
non
solo
vescovi
,
ma
uomini
d
'
Italia
.
Nessuno
aveva
circondato
di
più
cautele
il
consiglio
,
che
la
pretensione
del
potere
temporale
si
smettesse
;
l
'
opuscolo
suo
,
così
temperato
,
ha
ottenuto
come
ogni
altro
simile
,
una
solenne
condanna
;
egli
ha
dovuto
pubblicamente
sottomettersi
;
e
il
Papa
,
nel
lodarlo
della
sua
sottomissione
,
gli
ha
dichiarato
:
«
tu
intendi
quanto
importi
il
procurare
diligentemente
che
la
causa
del
pontificato
romano
non
sia
col
disputarne
ristretta
in
un
più
angusto
campo
.
Cioè
dire
,
bisogna
in
così
grave
affare
,
non
farne
giudizio
da
avvenimenti
mutabili
di
cose
,
ma
ripeterne
le
ragioni
di
più
alto
,
o
ponderarne
da
senno
,
che
cosa
la
giustizia
richieda
,
che
cosa
occorra
alla
sede
apostolica
per
il
divino
suo
ufficio
.
Giacché
,
come
spesso
abbiamo
detto
e
più
spesso
è
ancora
a
dire
,
nel
principato
civile
non
si
tratta
di
umana
cosa
,
ma
della
libertà
dei
doveri
e
dei
diritti
apostolici
;
la
quale
libertà
non
deve
essere
soggetta
alla
potestà
e
all
'
arbitrio
altrui
.
Perciò
i
nostri
predecessori
si
sono
sforzati
tutti
a
tutelare
l
'
incolumità
del
loro
principato
con
ogni
maggiore
studio
,
e
noi
stessi
ci
sforziamo
a
rivendicarla
con
eguale
perseveranza
,
apprezzando
di
quante
cose
stia
in
quel
principato
il
presidio
.
Con
questo
giudizio
si
deve
dirigere
l
'
opinione
:
questo
dev
'
essere
inculcato
negli
animi
,
soprattutto
essendo
cresciuto
presso
di
molti
,
lodevoli
nel
resto
,
il
favore
della
sentenza
più
libera
»
.
Questo
,
si
vede
,
è
parlar
chiaro
.
Ma
quale
è
l
'
effetto
di
codesto
parlare
chiaro
?
Evidentemente
l
'
effetto
è
,
che
in
Italia
scema
continuamente
di
credito
e
di
potenza
il
partito
che
avrebbe
voluto
,
pure
abbattendo
la
potestà
temporale
del
pontefice
,
rispettarne
la
spirituale
,
e
cresce
,
per
contrario
di
credito
e
di
potenza
quello
,
che
ha
sostenuto
e
sostiene
che
solo
col
distruggere
la
potestà
spirituale
si
acquista
la
sicurezza
e
la
guarentigia
della
distruzione
definitiva
della
temporale
.
Il
che
vuol
dire
che
la
questione
diventa
diversa
e
di
natura
rivoluzionaria
.
Il
conte
di
Cavour
,
al
cui
pensiero
la
legge
delle
guarentigie
si
è
conformata
sinché
si
poteva
nel
1870
e
si
poteva
meno
di
quando
viveva
lui
cercava
la
guarentigia
dell
'
indipendenza
del
potere
spirituale
del
pontefice
,
spogliato
del
potere
temporale
,
in
un
ordine
di
idee
che
,
non
che
sminuirlo
e
abbassarlo
,
lo
elevava
,
al
parere
di
lui
,
e
lo
aumentava
.
Era
un
alto
ed
equilibrato
ideale
il
suo
.
Niente
di
ciò
che
tutela
le
società
civili
nel
loro
andamento
morale
e
sociale
sarebbe
stato
turbato
.
L
'
Italia
,
riconciliata
col
suo
pontefice
,
non
avrebbe
più
visto
in
lui
il
nemico
insidioso
della
libertà
e
autonomia
propria
;
il
pontefice
non
più
colpevole
della
divisione
dell
'
Italia
,
avrebbe
dalla
sua
eterna
sede
di
Roma
raggiato
sul
mondo
intero
,
sicuro
oramai
dell
'
affetto
del
popolo
,
che
gli
era
più
vicino
e
più
unito
nella
credenza
religiosa
governata
da
lui
.
L
'
opposizione
ostinata
,
persistente
del
papato
ha
sciupato
oramai
quest
'
ideale
che
forse
aveva
del
fantastico
.
Ma
quanto
gli
ideali
abbiano
di
fantastico
non
si
può
sapere
se
non
alla
prova
.
E
non
si
può
dire
,
che
la
prova
sia
stata
fatta
davvero
;
e
certo
,
ciascuna
delle
due
parti
ci
ha
avuto
colpa
.
Ma
se
quell
'
ideale
è
via
via
abbandonato
,
è
chiaro
che
gliene
sottentra
un
altro
,
di
natura
,
come
dicevo
,
rivoluzionaria
.
E
rivoluzionaria
per
due
cagioni
:
l
'
una
perché
sovverte
o
vorrebbe
sovvertire
tutto
il
fatto
attuale
,
e
surrogare
al
cattolicesimo
non
sa
ben
che
,
forse
una
negazione
assoluta
,
anzi
certo
questa
nella
mente
di
molti
;
l
'
altra
,
perché
instrumento
di
questa
mutazione
radicale
non
possono
essere
se
non
partiti
rivoluzionari
,
vuol
dire
partiti
i
quali
per
diverse
cagioni
aspirano
a
capovolgere
tutte
le
condizioni
politiche
o
sociali
attuali
della
società
nostra
,
e
a
dargliene
altre
di
propria
scelta
e
invenzione
.
I
partiti
moderati
e
liberali
,
una
volta
che
il
fatto
di
natura
rivoluzionaria
comincerà
a
disegnarsi
,
si
arretreranno
.
Come
è
succeduto
sempre
,
e
sempre
succederà
,
la
massa
del
popolo
si
fermerà
incerta
;
e
quelli
che
amano
,
vogliono
la
rivoluzione
,
l
'
affretteranno
,
la
solleciteranno
sempre
di
più
.
L
'
autorità
spirituale
del
pontefice
sarà
,
nei
principi
almeno
,
fortemente
scossa
,
perirà
forse
nell
'
animo
di
molti
,
del
maggior
numero
se
vi
piace
;
ma
non
sarà
scossa
,
né
perirà
sola
.
E
se
per
risorgere
o
per
cessare
addirittura
,
non
si
giudica
con
criterio
umano
.
Questo
si
smarrisce
nel
complesso
dei
fenomeni
sociali
e
politici
diversi
,
che
da
simile
ruina
pullulerebbero
inaspettati
.
Quelli
,
che
credono
,
usando
solo
di
siffatto
criterio
,
di
poter
prevedere
un
effetto
o
l
'
opposto
,
in
realtà
ascoltano
il
lor
cuore
o
la
lor
fantasia
.
Sarebbe
una
di
quelle
grandi
esperienze
storiche
,
di
cui
nessuno
prevede
il
fine
,
se
non
quello
solo
,
che
lo
sa
,
Iddio
;
poiché
Iddio
,
a
chi
può
dire
una
cosa
,
a
chi
l
'
altra
;
ma
a
tutti
deve
parere
un
nome
adeguato
del
fato
stesso
della
storia
umana
.
Ora
,
l
'
inizio
di
fatti
rivoluzionari
della
natura
e
coll
'
intento
che
dico
,
se
ne
sono
visti
in
Italia
più
di
uno
;
ma
sinora
,
tenui
,
dubbiosi
e
di
piccola
importanza
.
Non
si
può
però
dire
,
che
sia
stato
tale
quello
che
s
'
è
visto
in
Roma
il
9
giugno
,
una
panegiri
popolare
che
è
parsa
una
risposta
ai
congressi
cattolici
.
Ora
per
prima
cosa
si
badi
che
né
il
laicato
cattolico
italiano
,
né
quello
d
'
oltre
monti
possono
essere
rimasti
dispiaciuti
o
meravigliati
di
tale
risposta
.
Fatti
di
questo
genere
,
esso
li
aspetta
e
li
desidera
,
e
più
son
grossi
e
spiccati
,
più
gli
vanno
a
genio
,
e
meglio
se
ne
augura
.
Può
forse
illudersi
,
ma
certo
lo
confortano
e
lo
confermano
nell
'
illusione
sua
.
Lo
sventurato
filosofo
di
Nola
,
a
cui
per
la
morte
crudele
,
iniqua
,
ingiusta
,
se
pur
troppo
legale
a
quei
tempi
,
si
erigeva
una
statua
,
non
ci
entrava
oramai
per
nulla
.
I
discorsi
che
prima
o
poi
sono
stati
provocati
in
onor
suo
,
l
'
avevano
affatto
levato
di
mezzo
;
n
'
avevano
bruciato
lo
spirito
,
a
nome
della
filosofia
di
ciascuno
degli
oratori
,
dopo
che
il
papato
,
circa
tre
secoli
fa
,
a
nome
della
teologia
ortodossa
,
ne
aveva
miseramente
bruciato
il
corpo
.
Ciò
,
di
cui
oramai
si
trattava
in
quel
giorno
,
era
di
mostrare
,
potente
,
in
questa
Roma
,
una
protesta
contro
l
'
autorità
spirituale
del
pontefice
.
La
rivendicazione
della
libertà
del
pensiero
non
ha
nessuna
necessità
di
essere
fatta
ora
,
perché
la
libertà
del
pensiero
è
conquistata
ormai
da
gran
tempo
,
e
nessuno
oggi
la
invoca
e
la
usa
più
del
papa
e
del
clero
per
sé
;
e
nessuno
è
morto
per
la
libertà
del
pensiero
,
ma
troppi
son
morti
ed
è
già
glorioso
per
il
pensiero
proprio
,
e
il
Bruno
è
uno
dei
molti
,
e
il
cristianesimo
e
il
cattolicesimo
stesso
hanno
avuto
di
tali
testimoni
testimoni
col
sangue
infiniti
.
Qualunque
fosse
in
principio
il
concetto
con
cui
fu
mosso
il
disegno
d
'
una
statua
a
Giordano
Bruno
in
Campo
di
Fiori
,
certo
,
a
mano
a
mano
s
'
era
mutato
.
Del
resto
,
si
poteva
prevedere
,
che
si
sarebbe
mutato
.
Gli
uomini
di
parte
liberale
e
moderata
,
che
vi
si
erano
associati
,
lo
fecero
con
una
speranza
che
si
chiarì
vana
via
via
;
e
ch
'
essi
,
del
resto
,
contribuirono
a
rendere
vana
,
facendo
il
peggio
che
si
può
in
un
movimento
di
tal
natura
:
compromettervisi
,
e
non
incaricarsene
.
Tutti
,
da
capi
invocati
,
ch
'
erano
stati
a
principio
,
son
diventati
pedissequi
superflui
;
e
non
so
se
le
dita
non
soverchino
a
contar
quelli
che
hanno
avuto
il
carattere
di
ricusarsi
pubblicamente
a
rimaner
tali
,
e
a
permettere
che
loro
interpreti
fossero
oratori
,
di
cui
o
non
s
'
intendeva
o
si
respingeva
il
pensiero
.
Troppi
hanno
temuto
la
contraddizione
apparente
che
gli
avrebbe
salvati
da
una
incoerenza
reale
;
e
hanno
preferito
questa
a
quella
.
Ma
,
checché
sia
di
ciò
,
e
dell
'
abituale
aberrazione
di
mente
dei
partiti
per
cui
si
ascrive
carattere
e
coraggio
a
chi
ne
manca
e
si
nega
a
chi
ha
e
ne
mostra
,
il
certo
è
che
la
dimostrazione
del
9
giugno
ebbe
parecchi
dei
tratti
,
che
son
propri
del
fatto
rivoluzionario
,
come
gli
ha
descritti
il
conte
di
Cavour
in
un
suo
articolo
giovanile
.
La
prima
mossa
venuta
da
pochi
e
quasi
ignoti
;
il
governo
incerto
,
e
prima
promotore
palese
,
poi
promotore
nascosto
,
ma
vergognoso
di
prendere
parte
pubblicamente
;
l
'
assemblea
dei
deputati
partecipe
,
sì
,
ma
nella
forma
meno
appariscente
;
associazioni
accorrenti
in
gran
numero
da
ogni
parte
,
massoniche
,
socialiste
,
repubblicane
,
radicali
,
persino
nichiliste
,
coi
loro
variopinti
vessilli
;
mescolati
inni
monarchici
a
inni
banditori
di
monarchie
distrutte
e
a
distruggere
:
grandi
paure
di
disordine
,
e
ordine
mantenuto
con
indulgenze
colpevoli
a
quelli
che
avrebbero
avuto
voglia
o
interesse
di
turbarlo
,
con
molto
apparecchio
di
truppe
,
e
soprattutto
,
con
accordi
segreti
;
la
gioventù
,
soprattutto
,
infiammata
,
e
molti
piegati
,
trascinati
,
persuasi
a
seguirla
a
dispetto
della
lor
coscienza
o
del
loro
migliore
giudizio
:
nessuna
resistenza
morale
,
quasi
da
nessuna
parte
,
preludio
di
pari
fiacchezza
in
circostanze
ancora
più
gravi
.
Se
la
giornata
del
9
giugno
è
potuta
a
molti
parere
non
buona
per
il
papato
né
temporale
né
spirituale
e
certo
ha
mostrato
come
facilmente
si
possano
radunare
in
Roma
forze
che
lo
combattano
o
abbattano
sono
ben
sordi
a
ogni
insegnamento
di
storia
,
o
forse
non
hanno
mai
letto
di
questa
nessuna
pagine
,
coloro
i
quali
immaginano
che
quella
giornata
sia
stata
buona
per
la
monarchia
.
Né
gli
applausi
c
'
illudano
.
Niente
si
dilegua
più
inopinatamente
e
facilmente
per
aria
.
E
ci
si
conta
che
si
dileguino
e
presto
.
Pochi
,
nei
moti
rivoluzionari
,
sanno
dove
vogliono
andare
;
e
quei
pochi
guidan
dei
ciechi
.
Per
fortuna
,
neanche
quei
capi
sanno
dove
in
realtà
approderanno
:
«
l
'
Italia
,
così
ha
deliberato
un
comune
,
ed
è
il
tono
di
molti
altri
che
hanno
mandato
delegati
alla
festa
ha
seppellito
per
sempre
i
dogmi
del
Vaticano
il
9
giugno
»
.
Non
so
di
quali
dogmi
intenda
.
A
ogni
modo
,
Dio
voglia
,
che
l
'
Italia
non
abbia
cominciato
quel
giorno
a
seppellire
qualcosa
di
più
.
E
non
ci
si
immagini
,
per
dirla
di
passaggio
,
che
l
'
ordine
,
con
cui
la
dimostrazione
procedette
,
ne
mostri
il
carattere
.
In
tali
cose
,
l
'
ordine
è
mantenuto
sempre
,
quando
nessuno
di
quelli
che
dissentono
,
per
paura
o
per
consiglio
,
non
vi
si
oppone
:
e
prova
soltanto
,
che
i
celebranti
di
tali
feste
hanno
oramai
la
coscienza
di
non
potere
essere
impediti
dal
farle
;
e
vera
o
falsa
che
sia
questa
coscienza
,
è
tale
l
'
impressione
che
ne
resta
al
pubblico
.
I
congressi
cattolici
hanno
in
parte
contributo
a
rendere
più
vigorosa
e
più
affollata
la
panegiri
del
9
giugno
;
e
questa
,
per
parte
sua
,
contribuirà
a
rendere
più
affollati
e
violenti
i
congressi
.
Così
le
cose
vanno
,
e
un
abuso
genera
l
'
altro
.
Sinora
non
si
vede
nulla
,
che
nello
Stato
nostro
o
nei
forestieri
possa
o
voglia
fermare
questo
doppio
avviamento
.
Nello
Stato
nostro
,
il
partito
moderato
,
a
cui
incomberebbe
di
farlo
,
è
interamente
disciolto
,
e
per
ora
non
fa
che
infiacchirsi
ogni
giorno
di
più
;
del
resto
,
esso
è
moderato
in
ogni
cosa
fuori
che
rispetto
alla
Chiesa
,
e
,
quando
si
eccettuino
pochi
,
la
maggior
parte
di
quelli
che
lo
compongono
,
non
le
son
meno
contrari
dei
radicali
;
credono
che
si
possa
essere
con
buon
successo
moderati
a
metà
.
S
'
intende
,
che
,
poiché
il
partito
moderato
è
così
,
il
governo
non
può
essere
,
per
miracolo
,
moderato
esso
.
D
'
altronde
,
si
è
già
creata
qui
in
Roma
una
situazione
nella
quale
la
legge
delle
guarentigie
non
si
rifarebbe
e
in
cui
certo
l
'
osservanza
ne
diventa
ogni
giorno
più
difficile
e
sgradevole
.
Potremo
durare
in
questo
stato
un
più
o
meno
lungo
tempo
,
ma
se
ne
può
già
prevedere
la
fine
.
Mutarlo
,
sicché
torni
quello
che
era
e
voleva
essere
,
può
ritenersi
desiderabile
;
ma
mi
par
poco
credibile
.
Andremo
avanti
,
per
esprimermi
colla
vuota
frase
che
usa
:
e
poi
?
Si
soffia
di
fuori
e
di
dentro
nel
fuoco
;
divamperà
;
e
poi
?
Un
triste
poi
a
parer
mio
,
qual
ch
'
esso
deva
essere
;
e
più
triste
ancora
la
via
,
che
ci
mena
.
Iddio
voglia
,
che
io
sia
cattivo
profeta
;
e
tante
nubi
,
che
ai
miei
occhi
par
che
s
'
addensino
,
le
sperda
un
raggio
di
luce
divina
.