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CLEMENZA ( - , 1928 )
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Sotto il titolo : " Un nuovo atto di clemenza dell ' on . Mussolini " i giornali fascisti hanno pubblicato : " Il ventiseienne Vittorio Guidi era stato inviato al confino nelle isole Lipari : alla fine del novembre scorso una sua bimba si ammalava gravemente ed egli inviava una supplica all ' on . Mussolini perché gli permettesse di andare per due settimane a Bologna . Il capo del governo accoglieva benignamente la supplica , ma il confinato ritornava a Bologna dopo che la sua bimba era morta . Scaduti i 15 giorni egli si apprestava a far ritorno alle Lipari , quando riceveva comunicazione che l ' on . Mussolini , con un nuovo gesto di clemenza , lo graziava definitivamente . Egli ha spedito al capo del governo un messaggio di commossa gratitudine . " Gli scribi fascisti hanno evidentemente perduto ogni senso di pudore umano , se compiono l ' abbominevole tentativo di sfruttare , a vantaggio del regime , questo nuovo episodio di crudeltà e di cinismo . Ecco che cosa significa il domicilio coatto ! Non bastano le privazioni , le umiliazioni , la clausura , l ' odiosa sorveglianza oppressiva degli sgherri in camicia nera : la sofferenza dei deportati è acuita dalla preoccupazione dei genitori , delle spose , dei figli che la ferocia dei dominatori tiene divisi e lontani , come bersagli ed ostaggi . E quando al coatto arriva la notizia che una sua bimba è malata , egli deve degradarsi per rivederla ed assisterla : deve inviare una " supplica " al tiranno che , come un nuovo Caligola , si compiace barbaramente dell ' agonia morale della vittima genuflessa . Ma la " licenza , " per ottener la quale l ' angoscia del padre ha vinto la fierezza dell ' uomo , non viene elargita se non quando la piccina , fatta orfana dalla niquizia di un despota , è già morta . E mentre il padre , che non ha potuto baciare neppure la fredda spoglia della sua creatura , pensa , nella sua muta disperazione , al ritorno nell ' isola maledetta , la sposa ed i figli gli si stringono alle ginocchia e lo supplicano di restare : di restare ad ogni costo , perché li spaventa la solitudine , di fronte all ' atrocità del loro destino . Allora , sulla soglia della casa desolata , si profila il ghigno tentatore del falso amico , dell ' agente provocatore che il fascismo corruttore ha dovunque ai suoi servigi , come la spia . Egli assicura che il " duce clemente " farà grazia se il deportato confesserà semplicemente il proprio errore in un " messaggio di commossa gratitudine . " La resistenza dell ' uomo è sopraffatta ancora una volta dalle implorazioni dei figli superstiti e dal martoriato amore del padre . Il patto è stipulato : lo sciagurato sottoscrive la propria condanna morale ; e , mentre l ' agente intasca il prezzo della sua mediazione , il tiranno agita , dalle colonne della stampa asservita , il " messaggio " di umiliazione come un trofeo di vittoria e come un ' attestazione della propria magnanimità . Ma la piccola bara rimane incontaminata . E la luce di pietà che si irradia dal sacrificio dell ' innocente , investe il volto repugnante della belva umana dietro la maschera della falsa clemenza .
I CAPPELLANI DEL LAVORO ( VALENTE GIOVANNI BATTISTA , 1896 )
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Non dobbiamo passare sotto silenzio una novella istituzione , nata da poco tempo nel Belgio , per impulso di monsignor Doutreloux , vescovo di Liegi , ch ' è uno degli apostoli più ardenti della santa crociata che mira a ricondurre l ' operaio ed il lavoro nell ' orbita dell ' economia cristiana . Il Belgio così ricco , colla sua popolazione densa , industre , ha sentito acuta e turbolenta l ' azione degli agitatori socialisti : gli scioperi colossali , avvenuti a più riprese nei bacini carboniferi , hanno rivelato alle persone di senno la gravità del problema che diventa . più imperioso spesso là dove è maggiore il contrasto tra la ricchezza dei capitalisti e l ' affluenza degli operai , colla richiesta della mano d ' opera . E i cattolici , sempre pronti al riparo , sono scesi in campo e vanno contrastando palmo a palmo il terreno alla propaganda socialista . In molte delle principali città del Belgio sono sorte istituzioni intese a ricondurre nel mondo del lavoro il principio cristiano : circoli , società , patronati , sindacati misti , borse del lavoro ; sicché s ' è determinata una vera corrente di democrazia cristiana , la quale ha già un peso e un valore nei fatti , e dimostrò la sua potenza nelle ultime elezioni municipali , ed eziandio nelle politiche . Il movimento operaio cristiano nel Belgio dimostra quanto possa essere fecondo di ottimi frutti , e come perseverando si possa giungere a creare una vera atmosfera cristiana fra gli operai , sottraendoli alle agitazioni dei mestatori anarchici . I cattolici a Bruxelles , a Lovanio , in Aversa , a Liegi specialmente , lavorano con fortuna in questo difficile arringo , e molte istituzioni che diventerebbero pericoloso fomite di discordie ove fossero lasciate in esclusiva balia dei socialisti , sono da essi avvivate ed innovate nello spirito cristiano . Ecco ora sorgere una vera congregazione religiosa che si dedica alla cura degli operai , come un dì nella Chiesa sorsero gli ordini ospedalieri , quelli per la redenzione degli schiavi , quelli per l ' evangelizzazione de ' barbari , quelli per attendere all ' istruzione della gioventù . È un nuovo raggio della varietate in unitate , che splende nella Chiesa . I cappellani del lavoro son un raggio di questa benefica luce multicolore , che adatta meravigliosamente il soccorso al bisogno , il rimedio al male , l ' azione viva e diretta dopo la teoria lucida e opportuna . In Francia abbiamo la Madonna dell ' officina , che gli operai venerano ed invocano . Nel Belgio ecco farsi avanti les aumoniers du travail , che , istituiti , non or molto tempo , a Liegi , sotto gli auspici di quel vescovo insigne , hanno di già mostrata quanta sia la loro pratica efficacia in mezzo agli operai . Nei grandi centri industriali , dove affluiscono numerosi gli operai colle loro famiglie , è sentito il bisogno di un amico disinteressato del popolo , di un avvocato dei suoi interessi , di un consigliere , che sia nel tempo stesso intermediario di pace fra l ' operaio e il padrone , che colla giustizia del suo operare si acquisti la confidenza dell ' uno e dell ' altro , per recare l ' armonia nelle frequenti questioni che possono insorgere . Questo uffizio fanno i cappellani del lavoro . Sono sacerdoti che si dedicano esclusivamente ai bisogni spirituali , morali e materiali dell ' operaio , che vivono nei centri del lavoro , che all ' opera spirituale del ministero sacerdotale congiungono quella , non meno necessaria , d ' indole civile e sociale . I cappellani sono coadiuvati da secolari , e vengono così a formare una vera congregazione che ha i fratelli laici vicino ai sacerdoti . Tutta la loro attività è in pro degli operai , fra i quali vivono , pei quali lavorano . Essi sono nelle officine , nelle società , nei circoli , nelle scuole , nelle famiglie , nelle botteghe . Studiano i problemi del lavoro , e istruiscono gli operai con conferenze , relative alle arti , alle industrie . Si tengono al corrente delle scoperte , dei sistemi agricoli , industriali e commerciali , per renderne consapevoli gli operai ed anche i padroni ; illuminano i loro amici sulle migliori istituzioni di previdenza , di cooperazione , di beneficenza , e di quant ' altro può riuscire vantaggioso alla classe operaia . Vicino all ' azione esterna vanno parallele la religiosa e la morale . Nella loro casa è la cappella , dove l ' operaio sente la parola cristiana e dove impara la retta uguaglianza e la nobiltà del lavoro nel codice divino ; sonvi sale di lettura , di ricreazione , di istruzione nel profitto artistico ; v ' ha una biblioteca di libri , di giornali , di pubblicazioni utili agli operai ; v ' ha ancora un refettorio dove l ' operaio e la sua famiglia hanno , con modico prezzo , un cibo frugale , sano e abbondante . Tutto quanto la carità industriosa e delicata di un cuore cristiano ha saputo trovare , questi ammirabili preti l ' hanno offerto agli operai con apostolica fratellanza . I giornali belgi recavano , or sono pochi giorni , commoventi relazioni di questa nuova istituzione cristiana ; e noi tosto abbiamo voluto pubblicarne la notizia . L ' opera santa di questi sacerdoti , essendo già scesa dalla teoria alla pratica , ogni giorno più si fortifica ed ottiene il plauso degli economisti , che ne sono ammirati . Nell ' adunanza generale tenuta testè a Liegi , l ' abate Reyn , superiore di questa veramente caritatevole società , ha letto un resoconto dal quale risulta l ' incremento che va prendendo l ' istituzione , con vantaggio grandissima del ceto operaio . E noi mandiamo un saluto ai nostri fratelli del Belgio , che con tanto vigore e virtù seguono gl ' insegnamenti del papa . I cappellani del lavoro pensano all ' anima ed al corpo degli operai , strappano al vizio ed alla taverna i lavoratori , li istruiscono religiosamente e civilmente e diminuiscono le vittime della propaganda anarchica . Il popolo a questi angeli pietosi ha già dato il vero nome : les bons pères des ouvriers .
ORDINE NUOVO ( - , 1921 )
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Se ne impara una tutti i giorni . Una volta si credeva che l ' ordine non fosse né vecchio , né nuovo , né passato , né futuro , l ' ordine era ... l ' ordine : una verità matematica , non suscettibile di trasformazioni . Ed ecco che ora dei nuovi filosofi , armati di falce e martello , ci apprendono che c ' è un ordine nuovo in stridente contrasto con l ' ordine antico . Qualche rapido cenno basterà a chiarire ai pazienti lettori in che consista il contrasto . Ecco qui : l ' ordine vecchio diceva , per esempio , di rispettare la roba altrui . L ' ordine nuovo vuole invece che il furto sia regola comune e vuole che tale regola sia riconosciuta e sanzionata dalla legge . L ' ordine vecchio proclamava sacra la vita altrui . L ' ordine nuovo , invece , eleva l ' assassinio all ' apoteosi dell ' apostolato , dell ' eroismo . L ' ordine vecchio insegnava la temperanza . L ' ordine nuovo , invece , che pone ogni idealità nel ventre , si fa banditore dello sperpero e dell ' orgia . L ' ordine vecchio riconosceva ad ogni cittadino il diritto di pensare con la propria testa . L ' ordine nuovo , invece , non riconosce altra libertà , che di adorare il verbo del profeta Lenin . Concludendo : l ' ordine vecchio predicava l ' amore , quello nuovo predica l ' odio . Su queste basi è sorto un giornale che s ' intitola appunto : L ' Ordine nuovo . Ma che nuovo ? È vecchio quanto Caino , da cui discende per li rami .
SFOTTÒ ( - , 1929 )
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Pare ormai accertato che l ' autore della bomba di Milano , per effetto della quale le mutande del Re sono state dichiarate monumento nazionale , sia stato Mario Giampaoli . Teniamo scommessa che se si proseguissero le indagini si scoprirebbe che il mandante è Mussolini . Come sempre quando c ' è da compiere un delitto . Il ... generale Starace , incaricato dell ' inchiesta al Fascio di Milano , ha fatto mettere in galera tutto lo stato maggiore di Mario Giampaoli . Lo stesso Giampaoli è agli arresti di fortezza . Rubavano tutti . Una prossima inchiesta avrà come naturale epilogo l ' arresto di tutto lo stato maggiore del ... generale Starace . Lo stesso Starace andrà agli arresti di fortezza . Per aver rubato . L ' incaricato della inchiesta sulla gestione del ... generale Starace sarà a sua volta arrestato insieme al suo stato maggiore . Per aver rubato . Poi verrà il turno di Arnaldo Mussolini . E finalmente quello del "Duce." Allora tutti ripeteranno : L ' ho sempre detto che erano volgari delinquenti , briganti di strada nuova , ladri di portafogli . Per intanto lo dicono di Giampaoli . Il ... generale Starace lo ricordiamo , morto di fame , davanti il caffè Aragno , alla caccia di un biglietto di cinque lire per andare a colazione . Vestiva con i calzoni grigio - verde , residuo del pacco vestiario ed esibiva le sue medaglie per meglio stoccare i passanti . Domandiamo una inchiesta per accertare l ' attuale patrimonio del ... generale Starace . E quello dei suoi parenti più stretti . Perché come Arnaldo anche il ... generale Starace ruba per tutta la famiglia . Un nuovo ordinamento costituirà il Partito Fascista in tre grandi categorie : quelli che hanno rubato ; quelli che rubano ; quelli che ruberanno . Arnaldo a quale categoria sarà assegnato ? A tutte e tre .
StampaPeriodica ,
1 . Noi vogliamo l ' organizzazione graduale della società in associazioni professionali corporative , autonome , generale ed ufficiali . Tutti i cittadini appartenenti alla stessa professione o a gruppi di professioni analoghe si riuniscano insieme , conservando individualmente la loro funzione economica ( padroni o imprenditori , operai , impiegati , apprendisti , disposti in gruppi distinti , e organicamente collegati per mezzo di commissioni miste in parti eguali o proporzionali ) per trattare insieme e regolare i rapporti reciproci e tutelare gli interessi comuni . Perciò chiediamo che lo Stato e tutti gli enti pubblici minori favoriscano in tutti i modi questa tendenza all ' organizzazione corporativa , specialmente lasciando piena libertà e dando il riconoscimento giuridico alle Unioni professionali che sotto l ' azione dell ' iniziativa privata verranno formandosi . 2 . Noi vogliamo la rappresentanza proporzionale dei partiti nei consigli dei comuni e della nazione , come forma superiore di lealtà politica e come avviamento alla rappresentanza proporzionale degli interessi , che sarà la portata dell ' organizzazione sociale corporativa . 3 . Noi vogliamo il referendum e il diritto d ' iniziativa popolare . 4 . Noi vogliamo un largo decentramento amministrativo come avviamento all ' effettiva autonomia comunale e regionale contemperata colle esigenze strettamente nazionali dello Stato . 5 . Noi vogliamo una legislazione efficacemente protettrice del lavoro : la limitazione del lavoro notturno e del lavoro delle donne e dei fanciulli ; il riposo festivo obbligatorio ; l ' assicurazione contro gli infortuni , per le malattie e la vecchiaia ; la determinazione della giornata massima di lavoro e del minimum di salario . Noi chiediamo che l ' applicazione pratica di queste regole generali stabilite dalla legislazione , la disciplina effettiva e tecnica del lavoro , siano affidate ai corpi professionali corporativi . 6 . Noi vogliamo una seria tutela ed un efficace sviluppo delle classi e degli interessi agricoli ; della piccola proprietà , anche con la creazione di beni di famiglia , di monti frumentari , ecc . , delle proprietà collettive e specialmente comunali ; una legislazione razionale sui contratti agrari ; la diffusione dell ' istruzione agraria ; l ' istituzione di camere d ' agricoltura e di un probivirato agricolo . 7 . Noi vogliamo una seria tutela ed un efficace sviluppo delle classi e degli interessi industriali e commerciali ; dell ' istruzione professionale popolare ; delle istituzioni cooperative di produzione , di consumo , di credito ; delle associazioni di mutuo soccorso e per la costruzione di case operaie . Chiediamo la creazione di un ministero del Lavoro e di camere professionali , nonché lo sviluppo del probivirato industriale . Vogliamo la tutela e lo sviluppo della Marina mercantile e la creazione di sbocchi al commercio . 8 . Noi vogliamo una forte diminuzione progressiva delle spese militari e degli altri oneri pubblici ; economie in tutti i servizi improduttivi della burocrazia amministrativa . 9 . Noi vogliamo una riforma tributaria conforme alle esigenze della giustizia distributiva e il sollievo all ' attuale esauriente regime fiscale ; l ' abolizione dei dazi di consumo e la riduzione dei dazi protettivi nei limiti strettamente richiesti dai bisogni economici nazionali , e l ' abolizione o lo sgravio delle imposte reali ; l ' istituzione di una imposta personale moderatamente progressiva ; l ' esenzione da imposte del minimum d ' esistenza . 10 . Noi vogliamo la repressione dell ' usura , dei giochi di borsa e delle speculazioni capitalistiche improduttive e dannose alla società ; la riduzione dell ' interesse legale del denaro . 11 . Noi vogliamo la tutela delle libertà civili e politiche : d ' insegnamento , di stampa , di associazione , di riunione , di coalizione ; la libertà e l ' allargamento del suffragio ; lo sviluppo della cultura nazionale e dell ' educazione religiosa e civile popolare . 12 . Noi vogliamo il disarmo generale progressivo , la fratellanza dei popoli e l ' arbitrato internazionale . Tutto questo noi vogliamo come democratici cristiani , perché le riforme che noi domandiamo corrispondono insieme alle aspirazioni di una vera democrazia e ai principi sociali del cristianesimo . Democrazia cristiana vuol dire applicazione integrale del cristianesimo , ossia del cattolicismo , a tutta la vita privata e pubblica moderna e a tutte le sue forme di progresso . Come democratici cristiani italiani poi vogliamo che cessi l ' antagonismo esistente fra le istituzioni politiche e civili del nostro paese e la Chiesa cattolica e il pontificato romano , che sono il centro storico – morale e politico – della nazione italiana . Noi vogliamo la libertà , l ' indipendenza e ogni bene civile dell ' Italia unito con la libertà e indipendenza della Chiesa . Noi invochiamo perciò nella coscienza nazionale una trasformazione che la conduca a vedere la propria missione e la garanzia migliore della propria grandezza e prosperità avvenire là dove essa è realmente : nel farsi centro e cooperatrice col pontificato di un rinnovamento universale dell ' umanità in senso cristiano e in senso popolare , nel promuovere cioè l ' avvento di quella democrazia cristiana internazionale che in forza di impellenti ascensioni sociali sarà la gloria del secolo ventesimo . Finché una simile trasformazione dello spirito pubblico italiano non sia avviata e finché duri il divieto pontificio dell ' accesso alle urne politiche , i democratici cristiani italiani , organizzati nell ' astensione politica , si ripromettono con un ' efficace opera estraparlamentare di promuovere questa nuova coscienza nel paese e di educare ed organizzare il popolo per la propria redenzione morale , politica ed economica e pel rinnovamento di tutta la vita pubblica moderna .
IL VERO FASCISMO ( - , 1921 )
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Dacché è cominciato il caos agrario nel cremonese , c ' è spesso accaduto di udire degli individui , che ignorano del tutto il nostro programma , dire : siamo fascisti ! Oh sì , il fascismo agrario ! Il fascismo vero è una forza spontanea composta di persone che al di sopra di tutto e di tutti vogliono il benessere della nazione e della collettività . Non può esistere un fascismo d ' occasione composto di agrari puri ... E accaduto in questi giorni che gruppi di agrari servendosi del nome fascismo si son presentati nelle cascine a reclamare ciò che dai popolari era stato loro tolto . Questo atto lo troviamo giusto , ma preghiamo gli agrari a non servirsi del nostro nome ... In virtù di questo postulato i fascisti possono intervenire contro la violenza , ma occorre che le azioni siano guidate dai singoli segretari politici ... Perciò dichiariamo agli agrari i quali hanno delle questioni in pendenza che non potranno usufruire mai del nostro intervento come paceri nelle due parti in conflitto e come giudici in caso di violenze da parte delle masse miglioline , se non sono iscritti regolarmente al fascio e conosciuti dal segretario politico ...
IL PATERACCHIO ( - , 1929 )
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Altro nome non merita l ' accordo tra il Papa e Mussolini . Entrambi i contraenti sono stati evidentemente indotti all ' intesa da passioni e da appetiti men che confessabili . Infatti , i due nuovi associati son piuttosto restii ed impacciati nello spiegare a fondo il loro gesto . Il Papa ( che è divenuto , contro ogni consuetudine ed ogni regola , loquace ) non sa a quali argomenti appigliarsi , alla luce del secolo ventesimo , per ringoiarsi , col minor scandalo , le tante sue passate dimostrazioni di liberalismo , e per giustificare la nuovissima sua tenerezza cristiana verso la banda di ciurmadori e di assassini tanto spesso condannata nei suoi sermoni e nelle sue epistole . Mussolini stenta a dire agli italiani che toglie allo Stato numerosi e ambitissimi privilegi per cederli graziosamente alla Chiesa , e che trae dalle tasche loro , sì misere , quasi due miliardi , per farsi concedere dal Papa una pubblica patente di rispettabilità . Per dissimulare l ' imbarazzo suo , il Pontefice se la prende con le dottrine liberali e si abbandona a " gaffes , " che i giornali di Europa e di America raccolgono e commentano con sogghignante compiacenza . Mussolini , impenitente venditore di fumo , si affatica a lasciar intendere , attraverso la solita stampa a rime obbligate , che la Chiesa recherà un formidabile concorso alla rapida conquista del tanto promesso " impero fascista . " Esaminato sinteticamente , nella sua vera essenza il " pateracchio laterano " non è che il resultato mostruoso di due rese a discrezione : Il Papa , seguendo l ' esempio di molti suoi predecessori , che vissero peraltro in tempi di universale barbarie , ha rinunciato ad ogni forma di ritegno spirituale e politico ; ha calpestato , senza arrossire , la legge di Cristo da lui stesso tante volte proclamata sublime per ottenere da un ribaldo , macchiato di frode e di sangue , beni materiali e concessioni giuridiche , a spese di un popolo incatenato e dissanguato ; - Mussolini , da quello sbracato avventuriero che è , ha addirittura abolito , in favore della Chiesa , le più nobili conquiste morali del Risorgimento , in fatto di libertà di coscienza e di culto , e ha pagato una somma enorme e non dovuta , perché l ' indennità concessa al Papato dalla legge delle guarantigie era prescrittibile di cinque in cinque anni . Tutte le trombe del regime squillano in patria e fuori ; il Papa , per aumentar lo strepito , fa intonar tedeum e sbatacchiar campane . Ma il gran frastuono non basta a fugar dalle menti nostrane e straniere alcune idee semplici come queste : i pateracchi son sempre stati connubi di dubbio effetto e di vita breve ; era logico che chi aveva soffocata ogni altra libertà , violentasse anche quella di coscienza , poiché si trattava di speculare su un rumoroso diversivo ; il Papa , data la lunga tradizione della Chiesa Romana , non poteva essere insensibile di fronte al reprobo che andava a Canossa , non col saio del pellegrino , ma con gran scorta di offerte e di benefizi . Così , nella farsa tragica del popolo italiano , accanto al re imbelle e spergiuro , al bieco Cesare da Carnevale , ai dignitari lerci di sangue e di vergogna , alla innumerevole schiera dei laidi staffieri e sguatteri del regime , si aggiunge un nuovo personaggio col suo degno seguito : un Papa , cui la compiacenza del caso ha risparmiato il nome di Simone . Ci batteremo il petto e ci copriremo il capo di cenere per questo ? No . Abbiamo sempre creduto che l ' ardua riconquista della libertà per gli italiani deve essere totale . Dopo la Monarchia , la Chiesa si allea alla tirannia fascista : un ' altra recluta nelle file del delitto e del disonore . Questa coalizione di forze reazionarie e sopraffatrici è stata chiamata anti - Risorgimento ; non basta , è anti - Civiltà universale e per questo più rapidamente destinata al disastro e all ' ignominia . Ci rammaricheremo noi se il Gran Prete , per più di trenta denari e per concessioni che il tempo si affretterà a cancellare , ha preso con loschi compari , la via della Rupe Tarpea ? E non gli saremo grati per aver ancora una volta e speriamo l ' ultima mostrato agli italiani che il Papato è sempre quello della bramosa e implacabile lupa dantesca ? In alto i cuori ! Il fascismo ha un nuovo alleato : un altro spergiuro in faccia a Dio . Al Dio dell ' espiazione e della vendetta .
TORNIAMO ALLO STATUTO ( UN DEPUTATO , 1897 )
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Omnia sunt incerta cum a jure discessum est . CICERONE Tra un anno si celebrerà in Torino , con una solenne esposizione nazionale , il cinquantesimo anniversario della concessione dello Statuto , cioè della base giuridica e storica delle nostre istituzioni rappresentative . È ora il momento di raccogliersi e considerare con occhio sereno il cammino percorso in un mezzo secolo di storia parlamentare . Con quale animo la nazione considera oggi le istituzioni parlamentari ? Lo scoramento innegabile che ha invaso l ' universale , intorno al loro merito ed al loro avvenire , devesi veramente attribuire a difetti inerenti allo Statuto , nei suoi principi fondamentali , oppure alle dottrine accessorie con cui si sono via via voluti interpretare ed esplicare tali principi , alterandone e falsandone a poco a poco i concetti direttivi ? Senza dubbio alcuno , il parlamentarismo , quale si esplica in Italia , è ammalato ; e conviene studiarne le condizioni ed approntare i rimedi , se non vogliamo vedercelo intisichire nelle mani , minato dall ' indifferenza o dal disprezzo della nazione . Non è , del resto , solo in Italia che ciò si verifica . Il Governo parlamentare è messo in questione in tutto il continente europeo , dovunque con questa espressione si è inteso il governo del Parlamento . Ogni giorno si fa più viva in tutti la coscienza della fondamentale verità , che la semplice riunione , il cumulo degl ' interessi particolari , sia pure rappresentati da tanti singoli aggruppamenti a base territoriale ( collegi elettorali ) , non ci dà l ' espressione sincera dell ' interesse generale della Nazione , né ci fornisce gli elementi sufficienti per tutelarlo e garantirlo . Le accuse sostanziali contro il parlamentarismo , intorno a cui tanto si è scritto e detto in questi ultimi anni , si possono condensare in poche formole comprensive di verità generali e quasi evidenti . L ' interesse generale dello Stato non è identico , giorno per giorno , con la somma di tutti gl ' interessi particolari , individualmente e soggettivamente considerati , e tanto meno lo è con la somma di un aggregato variabile di quegl ' interessi sufficiente soltanto a costituire una maggioranza fuggevole di una metà più uno delle forze politiche che li rappresentano . In un Governo fondato quasi totalmente sull ' elezione manca nella alta direzione della cosa pubblica la rappresentanza dell ' interesse collettivo e generale . Atto per atto predominano sempre gli aggregati di interessi personali o locali . Né si può tampoco appoggiare ogni atto di governo al solo principio del far piacere , lì per lì , a chi ne è l ' oggetto , o dell ' ottenere la preventiva o contemporanea adesione della parte interessata . Onde l ' elemento elettivo apparisce meglio adatto a determinare l ' indirizzo generale della legislazione e a sindacare l ' azione del Governo , che non a governare , sia direttamente sia per delegazione . Accade in questi tempi pel cosidetto parlamentarismo quel che accadde con il Governo assoluto , nel periodo in cui durava ancora e già l ' opinione universale in Europa ne contestava la legittimità e l ' utilità . Potrebbe venire rovesciato ad un tratto , e nessuno alzerebbe un dito per difenderlo , o lo rimpiangerebbe estinto . Tutto ciò rappresenta un grave pericolo per l ' avvenire della civiltà nostra ; perché , mentre il parlamentarismo è in pieno discredito , non vi è un insieme di dottrine che indichi , col consenso generale , una data e positiva evoluzione verso altro metodo , verso altra base di governo liberale e ordinato a un tempo . E intanto il socialismo si organizza minaccioso da un lato ; il clericalismo con intenti teocratici dall ' altro ; despotismi soffocanti ogni libertà civile e morale , tanto questo che quello . Da un canto si produce negli animi , per timore del crescere degli elementi sovversivi o per desiderio di una ferma restaurazione dell ' ordine e della disciplina , un movimento conservatore , quasi reazionario , che piega sempre più verso la gerarchia ecclesiastica , come rappresentante e portavoce di una legge divina di moralità sociale da contrapporsi all ' utilitarismo individuale . Dall ' altro lato si accentua un movimento socialista , che traendo forza dal malcontento , dall ' attrito nascente per la intensa concorrenza individuale , e dai sentimenti tanto di simpatia umanitaria quanto di desiderio di eguaglianza oppure di invidia democratica , lavora a idealizzare e intensificare il concetto dello Stato , supremo rappresentante della collettività , che deve imporre la sua ferrea legge di utilità propria collettiva ad ogni volontà o libertà individuale . Non possiamo ignorare queste due tendenze , che spingono sempre più verso la divisione della Nazione in due grandi partiti estremi , con minaccia per ogni libertà e morale e intellettuale e politica e civile . La parte liberale temperata , desiderosa di un giusto contemperamento dell ' elemento di Stato con l ' elemento individualista , è paralizzata dal sentimento dell ' insuccesso delle principali dottrine da lei fin qui professate e decantate e del completo discredito in cui sono cadute alcune frasi rettoriche , cui essa stessa non crede più , ma che non ha il coraggio morale di sconfessare . E nondimeno io spero diceva l ' onorevole Di Rudinì nel suo discorso di Palermo della primavera 1895 , alla vigilia delle elezioni da cui prese vita la presente Camera , fortemente spero , che la pubblica opinione illuminata e diretta dai nostri statisti , potrà convincersi , che non dobbiamo menomare o sopprimere le nostre istituzioni rappresentative , ma dobbiamo piuttosto richiamarle ai loro princìpi , costringendo Camera e Governo nei limiti dei loro rispettivi poteri , e togliendo soprattutto al Governo i mezzi di esercitare illegittime pressioni e indebite influenze sugli eletti e sugli elettori . Sono perfettamente d ' accordo con l ' onorevole Di Rudinì nella premessa , e riguardo alla necessità di richiamare le nostre istituzioni ai loro princìpi ; ma trovo insufficiente ed incompleto il rimedio , quando egli lo fa consistere tutto nel meglio delimitare i poteri del Governo e della Camera e nel ridurre le attribuzioni dello Stato , delegandone alcune funzioni ai Corpi ed alle autorità locali , e non contempla come ugualmente necessaria ed urgente la rivendicazione del potere esecutivo alla persona del Principe , intendendo per Governo non il Ministero considerato in sé stesso ma solo in quanto è l ' organo responsabile degli atti del Principe . Sono due le questioni e non una , per quanto tra loro intimamente connesse . Dalla progressiva usurpazione del potere esecutivo per parte della Camera elettiva sono derivate non solo la confusione tra le funzioni del Governo e quelle del Parlamento e segnatamente della Camera dei deputati e la deplorevole ingerenza del Governo nelle elezioni ; ma ancora la effettiva usurpazione per parte del Ministero dei poteri di esclusiva spettanza del Principe , riducendo questi ad una parte negativa ed inattiva , e considerando il potere esecutivo come legalmente e realmente posseduto dal Ministero , non dal Re . L ' esorbitare della Camera elettiva dalle sue funzioni e la sua invasione dei poteri della Corona si sono effettuate e sono state rese possibili mediante la dottrina che faceva dei ministri del Re i ministri della Camera , cioè li sottoponeva alla diretta dipendenza delle mutevoli maggioranze parlamentari . Non potete ora togliere efficacemente gli usurpati poteri alla Camera e risanare tutta l ' azione del meccanismo parlamentare , finché , in un paese come il nostro , dove tanta è , e di tanto si vuole sempre accrescere l ' azione dello Stato , non liberate in parte i ministri dalla diretta dipendenza dalla Camera , ridando loro realmente il vecchio e primitivo carattere di ministri del Re . In paesi dove l ' azione del Governo centrale e in genere l ' azione dello Stato sono ridotte al minimo , pel grande svolgimento non solo della vita locale , ma dell ' attività e della indipendenza individuale , e dove numerosi e potenti organismi a base storica servono di freni e di guide al funzionamento delle istituzioni democratiche , la dipendenza formale del Ministero dalla Camera elettiva non porta necessariamente a conseguenze gravi , col viziare tutto l ' ambiente parlamentare , spingendo il Ministero per la propria difesa e salvezza a valersi di ogni mezzo per legare a sé ed asservire la Camera ; ma dove invece , come da noi , le funzioni dello Stato , in mezzo alla inerzia ed alla neghittosità generale , si accrescono ogni giorno più , e tutto si attende e si chiede dal Governo centrale , gli effetti del traviamento dalle norme dello Statuto sono disastrosi , anzi fatali pel regolare funzionamento delle istituzioni rappresentative . Si cerchi pure in ogni modo di riattivare la vita locale ; si deleghino pure ai Corpi locali quante più attribuzioni di Stato riesca di togliere al Governo centrale senza mettere in pericolo la salute complessiva dell ' organismo nazionale ; sarà tanto di guadagnato . Ma checché si faccia , non riuscirà a nessuno oggi in Italia di ridurre l ' azione del Governo alle sole funzioni sognate dagli Spenceriani . Abbiamo veduto recentemente gli stessi Ministeri e ministri , che predicano da mane a sera la necessità del decentramento , percorrere tutto il paese promettendo ad ogni città o regione e porti e strade e scuole e bonifiche e acquedotti e stazioni . La stessa legge che concedeva anche ai Comuni minori l ' elezione del sindaco lasciava larghe le facoltà al Governo di sciogliere i Consigli comunali , senza freno né controllo . Lo Stato , si grida da ogni parte , deve favorire le industrie nascenti , proteggere tutte quelle avviate , ancorché valide e fiorenti , soccorrere quelle sofferenti . Lo Stato ora , ce lo hanno detto in questi giorni a Montecitorio gli stessi alfieri della scuola liberale , deve contribuire alla Cassa nazionale per la vecchiaia . Lo Stato deve , si proclama dagli individualisti più officiali , procurare la colonizzazione interna ; deve costringere i proprietari a coltivare i loro terreni , espropriando gl ' inetti , gl ' impotenti e gl ' infingardi . Lo Stato deve perfino , così dichiara un Ministero sedicente liberista , garantire le cartelle fondiarie di Istituti autonomi pericolanti , e gl ' interessi dei prestiti di Comuni scioperati . Comunque sia di ciò e senza spingersi a tali pericolosi eccessi , occorre por mente , anche da chi più si preoccupi dei difetti dell ' accentramento , che in molti casi non è da considerarsi come più favorevole alla libertà ed allo svolgimento della personalità individuale la delegazione delle funzioni proprie dello Stato ad una autorità locale piuttostoché al Governo centrale , e che anzi , date le nostre condizioni sociali , si rischia talvolta di rendere più facile e più grave l ' oppressione di una classe sull ' altra , oppure le tirannie delle consorterie locali , facendo così mancare l ' autorità sociale al suo supremo ufficio . Ad ogni modo , fintantoché dureranno in Italia condizioni tali che rendano inevitabile una larga azione dell ' autorità centrale per la tutela della sicurezza e della stessa libertà individuale , per le opere pubbliche , per l ' istruzione , ecc . ( e nessuno di noi che viviamo ne vedrà la fine , nemmeno quelli che giungeranno al centenario dello Statuto ) , ogni diretta e immediata dipendenza dalla Camera elettiva , del potere esecutivo impersonato nei ministri , si convertirà in un continuo tentativo dei Ministeri di coartare la volontà della Camera mediante la multiforme azione del Governo nei singoli collegi , promettendo favori e minacciando dispetti e danni . Resosi oggi il Ministero ( non parlo di questo o quel Gabinetto , ma dell ' istituto considerato impersonalmente ) quasi indipendente dal Sovrano , ed avendone arrogate a sé , le funzioni reali ed effettive nel nome della rappresentanza elettiva , ora vorrebbe rendersi indipendente dalla Camera , col togliere a questa ogni ingerenza nel potere esecutivo . In altre parole , il Gabinetto , che si è valso della Camera per spossessare realmente dei suoi poteri essenziali il Principe , oggi invece , a nome dei diritti della Corona , ossia dei diritti di quel potere esecutivo che lo Statuto vorrebbe al Principe riservato , e facendosi forte del principio della divisione dei poteri , vorrebbe trovar modo di liberarsi dalla Camera e dalle sue fastidiose esigenze . Praticamente e logicamente non si può raggiungere la meta desiderata dall ' onorevole Di Rudinì come da tutti i liberali conservatori , se non che rimontando ai princìpi dello Statuto in quanto esso proclama che i ministri ossia le persone preposte alla direzione delle grandi amministrazioni dello Stato non sono , né collettivamente considerati né singolarmente , i ministri della Camera , e tampoco ministri per proprio conto con diritti e titolo proprio , ma semplicemente i ministri responsabili dell ' azione del Principe . Da tale ritorno ai princìpi dello Statuto dipende tutto il risanamento della nostra vita parlamentare , compresevi tanto la liberazione del deputato dalle pressioni degli elettori perché giorno per giorno s ' intrometta nell ' amministrazione della cosa pubblica per favorire i loro interessi personali , quanto la liberazione dei ministri dalle illecite pressioni ed ingerenze parlamentari . Rivendicate al Sovrano i suoi diritti , e facilmente vi riuscirà delimitare i poteri della Camera elettiva , rinfrancare quelli della Camera vitalizia , e per di più riattivare la vita e l ' azione di entrambe , ritornandole alle loro vere funzioni . La Camera per troppo volersi imporre si è annullata . Ha voluto non solo legiferare quasi da sola , ma anche governare , ed ora è in balìa di qualunque uomo possa , organizzando una consorteria locale , riunendo intorno a sé la deputazione di una sola grande regione , maneggiando le turbolenze di piazza , o con qualunque altro mezzo o espediente , impadronirsi del potere . E non si vuole che il Principe sia autorizzato a resistere , ad indicare la via , lui personalmente , con la sua coscienza e guardando le cose dall ' alto , salvo il libero esame e l ' aperto e pubblico giudizio degli atti del suo Governo per parte del Parlamento . La Camera , lavorando ad asservire sempre più il potere esecutivo , si è trovata invece asservita al Ministero , cioè a quel gruppo di uomini che si è comunque impadronito del potere e che , con la intimidazione e la corruzione elettorale , nelle mille sue forme , dispone a suo talento della maggioranza . La Corona ha interessi ben più larghi e permanenti di quel che non abbiano i politicanti che via via si succedono nei Ministeri ; e la sua rivendicazione dei poteri e degli uffici affidatile dallo Statuto segnerebbe la liberazione e la riabilitazione della Camera , e in genere del Parlamento . Imperocché anche il Senato , nominato veramente e non solo formalmente dal Principe , avrebbe ben altro prestigio ed autorità di quanto non abbia ora , che rappresenta soltanto una stratificazione progressiva d ' infornate di colore diverso secondo il succedersi delle varie fazioni o gruppi al Governo o le mutevoli vicende dell ' alchimia parlamentare . La Camera elettiva sarà tanto più indipendente e riprenderà tanto più seriamente ed efficacemente la sua funzione legislativa e l ' esercizio del controllo finanziario , quanto più presto rinunzierà a pretendere che i ministri siano una emanazione sua e da lei debbono essere effettivamente designati , e li considererà quali ministri del Principe , cioè quali organi responsabili della volontà e dell ' azione del Sovrano , da lui solo scelti e nominati . Con ciò si ferirà forse alquanto il governo cosidetto di Gabinetto , ma s ' instaurerà una seria divisione dei poteri negli ordinamenti rappresentativi , e si darà alla stessa opinione pubblica ed alla volontà nazionale una maggiore libertà di movimento e di azione nel determinare l ' indirizzo della legislazione e nel sindacare gli atti del Governo . Ora la Camera è le tante volte obbligata , in forza della questione cosidetta politica e di fiducia che si pone ad ogni istante , a lasciar passare alla cieca provvedimenti legislativi che essa , nella sua intima coscienza , disapprova in tutto o in parte . Tolta la diretta e fatale dipendenza del Ministero dall ' appoggio ininterrotto della maggioranza della Camera , questa rimane più libera di preoccupazioni d ' altro ordine nell ' esprimere il suo giudizio oggettivo tanto sulle singole proposte in materia legislativa , quanto sui singoli atti del Governo , inquantoché ogni disapprovazione o monito della Camera non segnerebbe necessariamente e fatalmente la morte politica di un ministro o di un Gabinetto , non suonerebbe ritiro della fiducia del mandante nel mandatario . Oggi la costante preoccupazione politica ed il timore di compromettere per una questione speciale le sorti del Gabinetto e l ' equilibrio generale dei partiti o dei gruppi parlamentari , spinge troppo spesso la Camera a trascurare il coscienzioso disimpegno della sua funzione legislativa . La maggioranza dei deputati , avendo per primo interesse e conseguentemente per prima sua preoccupazione la salvezza del suo Ministero , si mostra oggi le troppe volte disposta a lasciare perfino manomettere i diritti e le prerogative del Parlamento , piuttostoché , con un voto contrario , porre a rischio la vita del Gabinetto e il proprio predominio nel Governo . Ed è così che si spiega la grande docilità con cui si sono viste le maggioranze piegare ripetutamente il capo dinanzi ai decreti - legge , anche quando questi compromettevano , in tempi e condizioni normali , questioni di alta importanza costituzionale , economica e finanziaria . Ricondotta invece l ' azione della Camera nella cerchia delle sue legittime competenze , la maggioranza si mostrerà sempre , non meno della minoranza , gelosa di mantenere incolumi i diritti collettivi dell ' istituto cui appartiene . La mia tesi non è , certo , che le sorti del Ministero o dei singoli ministri non debbano e non possano mai in alcun modo dipendere dai voti della Camera , ancorché questi voti partano da una vera volontà ponderata e costante , e rivelino un serio movimento dell ' opinione pubblica . Così come oggi , mentre una siffatta dipendenza è proclamata fatale e necessaria , essa non si è sempre tradotta in pratica , non è nemmeno detto che ai termini del nostro Statuto sia esclusa ogni azione della rappresentanza nazionale elettiva sulla vita del Ministero o dei ministri . Una tale azione non è però da considerarsi a priori come sempre egualmente e costituzionalmente necessaria . S ' intende che nessuna legge può mai essere sanzionata senza l ' approvazione preventiva della Camera ; e mediante la votazione dei bilanci non è esclusa la facoltà nel Parlamento , dove si tratti di un vero contrasto costante d ' indirizzo , di far valere la sua volontà contro un determinato Ministero o ministro . Il sistema monarchico rappresentativo , come ogni altra forma di governo , non funziona automaticamente né meccanicamente , e richiede nei suoi organi una prudente e costante considerazione delle condizioni di fatto in cui esplicano la propria azione . E per fare tutta questa riforma , non occorre né alcun ritocco allo Statuto né alcuna legge , e tampoco alcun colpo di scena o atto di energia ; ma basta che se ne persuada la coscienza pubblica . Il vizio attuale non sta nella legge ; trae anzi origine dalla violazione della legge stessa fondamentale dello Stato . È strano invero il fenomeno che si è venuto svolgendo e determinando nel Regno d ' Italia , e più specialmente durante questo ultimo quarto di secolo . A poco a poco è sorto e si è affermato un istituto nuovo , non contemplato affatto nello Statuto , e che ogni giorno più tende a costituirsi come un potere autonomo , fuori della legge , e si alimenta e s ' impingua di tutte quelle funzioni di cui apertamente o tacitamente sta spogliando gli altri poteri costituzionali . Questo istituto nuovo , ibrido , che tende a sovrastare ogni giorno più a tutti gli altri poteri , è quello del Ministero , considerato nel suo complesso , ma che s ' incarna specialmente nella persona del presidente del Consiglio . Non intendo alludere qui alla vecchia questione dei ministri - cancellieri e dei ministri - cardinali o gran visir , cioè ad una questione che riguarda la costituzione interna del Ministero e la opportunità di concentrarne in maggiore o minor grado la rappresentanza collettiva in una o più persone ; bensì accenno alla questione della situazione del Ministero considerato come istituto a sé , di fronte al Sovrano da un lato ed al Parlamento dall ' altro . Ad ogni crisi ministeriale , comunque nata , tutti gli uomini che riuniscono intorno a sé qualche influenza politica , soli o aggruppati , si adoperano a tutta forza per impadronirsi del potere , ottenendo l ' incarico dal Sovrano di formare il Gabinetto . La convinzione generale è che chiunque , tra i diversi capigruppo del Parlamento , arrivi comechessia ad avere per primo l ' incarico di comporre il Gabinetto , se è accorto e ardito , e sopratutto se non ha l ' ingenuità di volersi mostrare troppo coerente nei princìpi e corretto nei mezzi , avrà poi sicuramente la maggioranza dei voti alla Camera . Quindi nei momenti di crisi si mette in moto , da tutti , ogni macchina , ogni astuzia , ogni pressione perché l ' incarico venga dato al proprio candidato , a quello cioè da cui ciascuno può sperare maggiori vantaggi . Tutti i mezzi sono buoni . Si minaccia perfino copertamente o apertamente il Sovrano , che se la sua scelta cadrà sopra altri , si susciteranno disordini e tumulti , facendosi forti di quel misterioso terrore che invade gli animi di tutti in Italia , come una reminiscenza giacobina , di fronte ad ogni movimento della piazza . Avuto l ' ambìto incarico , tutta l ’ arte sta nel far presto , nel mettere insieme una diecina di ministri , non importa come la pensino , purché lì per lì con la semplice somma dei loro aderenti rappresentino un numero notevole di deputati ; non importa nemmeno che questo numero costituisca la maggioranza della Camera ; il resto che manchi si otterrà cammin facendo . Del programma nessuno si cura . Fare diverso dai predecessori ; farsi temere e far sperare a molti ; ecco tutto il giuoco . Impadronitosi del ridotto centrale del Governo , il Ministero nuovo si volge minaccioso contro tutti coloro che non si mettono al suo seguito . Forte del possesso dell ' autorità , esso è pronto a sfidare , per mantenersi in seggio , e Camera e Senato e , occorrendo , lo stesso Sovrano ; quasi rappresentasse un potere costituzionale autonomo , con un diritto proprio e una base giuridica a sé , all ' infuori e della Corona e del Parlamento . Ad ogni menomo segno che la Corona possa avere una volontà propria nelle cose di governo , il Ministero s ' inalbera , contestandogliene il diritto . Con la teoria che il Re regna e non governa , si nega , contro e la lettera e lo spirito dello Statuto , che il Principe possa avere e tanto meno manifestare una qualsiasi volontà diversa da quella del Ministero , finché questo possa presentare un voto favorevole della Camera , fosse pure la maggioranza di un solo voto , e con qualunque mezzo ottenuta . Di fronte alla Camera , che mostri velleità di ribellarsi , si minaccia continuamente lo scioglimento , con elezioni generali sotto alta pressione governativa . Non si ammette quasi più che il Sovrano possa , nel caso di un dissidio tra il Ministero e la Camera , negare al primo lo scioglimento . Ciò non si sostiene ancora apertamente ; ma si fa dagli amici dichiarare per ogni verso , che , in caso di un voto sfavorevole , il Ministero non presenterà le sue dimissioni . Si sussurrano pei corridoi di Montecitorio le confidenze supposte del presidente del Consiglio : « Io , checché avvenga , non me ne vado . La vita della Camera dipende da come si saprà condurre . Se avessi un voto contrario , io resto al mio posto , e non presento dimissioni . Se il Sovrano non mi vuole , dovrà revocarmi con decreto suo e di sua iniziativa » . E magari in certi momenti si aggiunge : « Io sono pronto a ricorrere a qualunque mezzo . Sono pronto anche a scendere in piazza » , ecc . ecc . Intanto si pone mano ( senza ammettere mai che né Sovrano né altri in ciò possano entrare o aver che osservare ) ad un lavoro di cosiddetta preparazione delle elezioni generali . Si mutano prefetti e funzionari d ' ogni grado . Si revocano quelli che si suppongono ligi ai passati Ministeri . Si terrorizzano altri ; e specialmente le Amministrazioni dei Comuni , delle Opere pie , degl ' Istituti di credito , ecc . Si cerca di preparare dappertutto strumenti politici , dicendo tra sé e sé : « Vorremmo vedere , nel giorno della crisi , come farebbe altri a scomporre rapidamente tutto questo lavorìo » . E così individualmente s ' intimoriscono i deputati , ognuno dei quali vede nel proprio collegio tutta una macchina montata dal Governo in attesa delle elezioni , sia per sostenerlo , sia per combatterlo se avversario . Quanto al Senato , il sistema è più semplice . Si nomina una quarantina o magari una ottantina di senatori amici ; e anche qui naturalmente non si ammette , contrariamente allo Statuto , che il Principe ci abbia che vedere . E per la stampa , il preteso quarto potere , si provvede coi danari dello Stato , o con pressioni e lusinghe sugli uomini politici o sui finanzieri che ne abbiano in mano le fila . È la storia del cosiddetto Vecchio del Mare , delle Mille e una notte , il quale montato in collo a Sindbad il marinaro , ne fa un servitore ed uno schiavo , minacciando di strangolarlo ad ogni accenno di ribellione . Questi non può sbarazzarsene che quando , un giorno , il vecchio si ubriaca . È il caso che si verifica anche pei Ministeri . È soltanto quando s ' inebriano del potere , che il Parlamento riesce a levarseli di dosso . Dato questo sistema , della continuità nell ' azione del Governo , della conservazione delle buone tradizioni amministrative , della coerenza nei programmi , non vi è più chi si preoccupi . I nuovi ministri debbono far parlare di sé ; avere ciascuno un metodo nuovo ; rivoluzionare quanto è stato fatto dai predecessori , siavi o no urgenza o bisogno di riforme . Preme soprattutto far nuove nomine d ' impiegati , cambiare organici , ecc . La burocrazia rimane l ' unica tutrice della tradizione del Governo e della continuità della sua azione , in quanto non sia anche essa travolta o sconvolta dalla corrente della politica ; perché anch ' essa , contrariamente a quanto dispone lo Statuto , non vede più alcuna difesa sua nell ' azione del Sovrano , al quale non si ammette quasi il diritto di rifiutarsi a movimenti di personale , revoche , nomine , traslochi , ecc . Se si concede che in pratica si debba avere dai ministri un po ' di riguardo a non contrariare troppo qualche singolo desiderio del Sovrano , ciò avviene in considerazione della elevata dignità della sua carica , o per timore di spingere le cose all ' estremo , ma non perché si ammetta che egli possa né debba regolarmente ingerirsi delle questioni di amministrazione , e ciò ancorché si tratti del personale dei gradi più elevati . Orbene , tutto questo è nettamente contrario a quanto prescrive e vuole lo Statuto . Esso determina espressamente riguardo ai poteri del Principe quanto segue : « Al Re solo appartiene il potere esecutivo . Egli è il capo supremo dello Stato , comanda tutte le forze di terra e di mare , dichiara la guerra , fa i trattati di pace , di alleanza , ecc . » ( art . 5 ) . « Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato » ( art . 6 ) . « Il Re solo sanziona le leggi e le promulga » ( art . 7 ) . « Il Re può far grazia e commutare le pene » ( art . 8 ) . « La proposizione delle leggi apparterrà al Re ed a ciascuna delle due Camere , ecc . » ( art . 9 ) . « Il Re nomina e revoca i suoi ministri » ( art . 65 ) . « La giustizia emana dal Re ed è amministrata in suo nome dai giudici che egli istituisce » ( art . 68 ) . « Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere : il Senato e quella dei Deputati » ( art . 3 ) . « Il Senato è composto di membri nominati a vita dal Re , in numero , ecc . » ( art . 33 ) . « Se un progetto di legge è stato rigettato da uno dei tre poteri legislativi , non potrà essere , ecc . » ( art . 56 ) . Quanto ai ministri , devesi in primo luogo notare che lo Statuto , mentre nomina a più riprese i ministri del Re , non fa mai parola di un Ministero , o Gabinetto , o Consiglio di ministri . Riguardo poi alle loro funzioni , all ' infuori dell ' articolo già citato che ne attribuisce la nomina e la revoca al Principe e di un altro in cui si prescrive che i ministri che siano deputati o senatori possono votare nella sola Camera cui appartengono e si dà loro facoltà di poter sempre entrare e prendere la parola nelle due Camere ( art . 66 ) , abbiamo nello Statuto i due soli articoli seguenti : « I ministri sono responsabili . Le leggi e gli atti del Governo non hanno vigore se non sono muniti della firma di : un ministro » ( art . 67 ) . « La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del Re , e di tradurli dinanzi all ' alta Corte di giustizia » ( art . 47 ) , cioè al Senato convocato con decreto del Re ( art . 36 ) . Il Re insomma , secondo lo Statuto , impersona lo Stato in tutti gli elementi suoi più necessari e normali , e nella tutela di questi elementi ha una funzione attiva , e non passiva . È lui che rappresenta la tradizione di governo , la continuità nell ' azione dello Stato , la stabilità dei suoi ordinamenti ; in una parola , egli sintetizza l ' interesse generale della patria tanto nel presente che nel futuro . Ed è l ' unico istituto a cui queste funzioni siano , nei nostri ordinamenti , affidate . Il Principe dinastico raffigura nella nostra Costituzione l ' elemento continuo , permanente dello Stato considerato come un organismo complessivo , di fronte agli elementi temporanei , mutevoli , contingenti nello spazio e nel tempo , rappresentati dagli elementi elettivi . Al Sovrano dunque spettano secondo la lettera precisa dello Statuto : 1 ) il potere esecutivo ; 2 ) una parte non inferiore a quella del Parlamento nel potere legislativo , avendo egli eguale diritto di proposta delle leggi , ed essendone a lui solo riservata la sanzione . Né lo spirito dello Statuto può ritenersi diverso dalla lettera delle sue disposizioni testuali . Il potere esecutivo , dovendo , nella sua azione di governo , mantenersi al di sopra e al di fuori dei partiti e non dovendo favorire gl ' interessi della maggioranza piuttostoché quelli della minoranza , o degli elettori anziché dei non elettori , ma considerare tutti i cittadini allo stesso modo , tenendo conto del solo interesse generale dello Stato , dev ' essere dipendente da chi non può non immedesimarsi sempre con questo interesse generale ; e non potrebbe mai essere affidato ad un istituto che fosse la emanazione diretta della maggioranza e di un solo partito . Che se invece il Governo , impersonato nei ministri , dipendesse direttamente dalla maggioranza parlamentare , anche per la designazione delle persone che debbono comporlo , l ' intera potestà legislativa verrebbe inoltre , in evidente contraddizione con lo spirito dello Statuto , assorbita dalla sola Camera elettiva , anzi dalla sola maggioranza dei suoi membri ; inquantoché le leggi verrebbero , in tale supposto , in primo luogo proposte dai ministri , delegati diretti della maggioranza stessa ( restando ridotto ad una vuota formalità il decreto reale che autorizza la presentazione dei disegni di legge ) ; quindi discusse e modificate a Montecitorio dalla maggioranza dei deputati in contraddittorio coi propri suoi delegati ; ed in ultimo riesaminate , per la finitura e polimentatura soltanto , a palazzo Madama , la cui decisione resterebbe pure in balìa dei ministri , cioè degli organi e rappresentanti diretti della maggioranza elettiva . Onde i poteri legislativi resterebbero effettivamente ridotti ad uno solo , invece di essere tre come vuole lo Statuto . L ' azione del Principato si deve esplicare più specialmente in quell ' ordine di questioni che deve essere mantenuto fuori del giro mutevole dei partiti parlamentari . A lui più propriamente spetta quanto ha attinenza : 1 ) con la difesa dello Stato , e la conservazione dello spirito e della forza morale dei suoi corpi militari ; 2 ) con la politica estera ; 3 ) con la giustizia , e non solo con quella civile e penale , ma anche con la giustizia amministrativa , come pure con la giustizia sociale , con quella , cioè , che riguarda i rapporti sociali tra le diverse classi ed ordini di cittadini , e la tutela dei deboli ; 4 ) con l ' alta amministrazione dello Stato . Riassumendo brevemente i concetti fin qui accennati , mi affretto verso la conclusione del discorso . Due grandi forze sociali e politiche stanno crescendo ed organizzandosi in Italia , e tutte due con tendenze ed aspirazioni rivoluzionarie di fronte alla Monarchia rappresentativa e liberale . Da un lato il socialismo , nel nome della eguaglianza , vuole soppressa ogni libertà individuale . Perché la libera concorrenza , troppo esagerata dai dottrinari della scuola economica del « lasciar fare » , può ostacolare di fatto lo svolgimento della personalità umana e della libertà individuale del gran numero , i socialisti sopprimono addirittura ogni libertà personale , con l ' organizzare lo Stato unico proprietario dei mezzi di produzione ed unico ripartitore dei frutti del lavoro , e tendono di fatto al despotismo di una burocrazia , alla tirannide di un mandarinato . Dall ' altro lato nel nome tanto delle idealità più elevate del consorzio umano quanto dell ' ordine e della conservazione delle tradizioni sociali del passato , sta facendo passi da gigante l ' organizzazione clericale , che tende in realtà all ' oscurantismo più intollerante , alla soppressione del disordine mediante la soppressione del progresso e di ogni movimento dello spirito umano , nemica com ' è della libertà di coscienza e di pensiero . Di fronte a questi pericoli crescenti lo Stato liberale sta ogni giorno più demolendo spensieratamente le proprie difese . Togliesi ogni credito , ogni prestigio al Parlamento , volendone far riposare tutta l ' azione sulla necessità di un conflitto continuo d ' interessi locali e personali , e facendo del dissidio e della lotta le condizioni di vita e di funzionamento del governo della cosa pubblica . E allo stesso tempo togliesi credito e prestigio al Principato , che dovrebbe formare la spina dorsale dell ' organismo politico , che dovrebbe incarnare l ' idea dello Stato difensore , non soverchiatore della libertà , impersonando l ' interesse generale in quanto diventa condizione e mezzo di tutela dell ' interesse individuale del maggior numero e del libero svolgimento della personalità umana . Del Principe invece si vorrebbe , dai nostri dottrinari , fare un essere quasi ipnotizzato , che dovesse accettare tutto , sottomettersi a tutto , non avere volontà né opinione propria , ma solo designare , come un manometro automatico , nei momenti di crisi , quale è il presidente del Consiglio che si suppone debba e possa per fas ac nefas ottenere la maggioranza dei voti dei deputati . Non si può pretendere che il pubblico abbia da considerare per novantanove giorni su cento la persona del Principe come un elemento inattivo , che non deve avere e tanto meno manifestare opinioni né sentimenti nell ' indirizzo della cosa pubblica , ma deve far buon viso a qualunque Gabinetto possa strappare il consenso della Camera , e poi volere che il centesimo giorno , nei momenti più difficili e di crisi , quando divampano le passioni più vive , quello stesso istituto , fino allora trascurato e senza azione reale , venga isso fatto rispettato e venerato da tutti , come il grande moderatore dello Stato , avente chiara e sicura coscienza della linea da seguire nell ' affidare a nuove mani il potere , e riscuota la cieca fiducia e l ' assentimento dell ' universale . Tutto oggi dovendo dipendere dalla volontà della maggioranza dei mandatari degli elettori , ogni studio , ogni sforzo degli uomini politici , di coloro che di fatto hanno in mano il governo , si riassume nel predisporre gli organi dello Stato e tutti gl ' istituti politici che da loro possono dipendere , in guisa da poter lusingare o costringere il responso degli elettori a seguire la via da essi indicata e nel vincolare intanto la volontà della maggioranza della Camera con le lusinghe personali e con le minacce di schierare contro ogni singolo deputato nel suo Collegio tutta la batteria delle influenze governative ed ufficiali . E d ' altro canto ogni studio , ogni sforzo dei singoli deputati si concentra nell ' assicurarsi la rielezione , cioè nel soddisfare lì per lì in qualsiasi modo il maggior numero di interessi e di brame dei singoli elettori . Onde disprezzo dell ' elettore pel deputato , di cui si serve e che lo serve ; disprezzo della Nazione pel Governo , e per le istituzioni stesse di cui esso è il prodotto visibile . Ogni idealità di Stato viene a mancare ; ogni tradizione di governo rimane interrotta ; il principio dell ' autorità perde ogni prestigio ; e la Nazione si disamora sempre più degli ordinamenti che la reggono , condannando tutto e tutti in massa , e persone , e istituti , e princìpi . I Governi misti , complessi , composti di vari istituti autonomi , con attribuzioni proprie e distinte , presuppongono , per la regolare loro azione , che ciascun potere , ciascun istituto vigili alla conservazione dei propri diritti ed alla integrità delle funzioni affidategli . In Italia invece , lo ripeto , è sorto un potere nuovo , parassita e ibrido , dallo Statuto non contemplato , il quale facendosi strumento e sgabello delle pretese dottrinarie e delle crescenti usurpazioni della Camera dei deputati , che vorrebbe arrogare a sé sola il diritto di parlare come interprete della volontà della nazione , è riuscito col dichiararsi a sua volta la emanazione legittima e autorizzata della rappresentanza nazionale , ad una progressiva ed effettiva usurpazione di quasi tutte le funzioni normali della Corona , facendone altrettante funzioni direttamente da sé dipendenti , e tende sempre più a mettere nell ' ombra il Principe ; mentre al tempo stesso ha , d ' altro canto , snaturate o distrutte le funzioni proprie della Camera elettiva . La Camera , avendo voluto invadere le competenze altrui e governare , è venuta invece a perdere anche di fatto l ' esercizio libero delle stesse funzioni legislative , attribuitele dallo Statuto ; e si trova , ogni giorno più , mancipia del Ministero . Intanto la gran massa del pubblico , impensierita e sfiduciata , si dà sempre più in braccio ai rivoluzionari e ai sognatori promettitori di cure miracolose e ai ciurmatori promettitori dell ' età dell ' oro , oppure ai clericali promettitori del regno di Dio mediante il governo de ' suoi ministri . Forte della lettera e dello spirito dello Statuto , la Nazione si rivolge al Sovrano e gli dice : « Maestà , vigilate a mantenere integre le funzioni affidatevi , e che i successivi Ministeri hanno lasciato che Vi fossero usurpate o hanno cercato di carpirvi . A Voi solo spetta il potere esecutivo . A Voi solo spetta la nomina o la revoca dei ministri che debbono controfirmare e rispondere dei Vostri atti di governo . La Nazione guarda a Voi e fida in Voi , sicura da un lato che non toccherete ad alcuna libertà e non ritirerete mai alcun diritto dal Vostro glorioso avo largito o delegato ad altri ; ma non meno desiderosa dall ' altro che conserviate viva ed integra l ' istituzione madre , che ci rappresenta la difesa dell ' interesse generale della patria . Sire , vegliate ! l ' interesse Vostro è sopratutto interesse nostro , interesse di tutti , interesse dell ' Italia » . Non meno del socialismo , il Principato liberale contiene il concetto elevato e preponderante dello Stato , all ' infuori di ogni elezione di classe . E di fronte alla Chiesa invadente , rappresenta , oltre la ferma difesa della moralità sociale , la libertà della coscienza individuale , l ' indipendenza sicura del pensiero ; garantisce i diritti di tutti i culti , di tutte le opinioni , e la piena esplicazione delle facoltà individuali pel cittadino , in tutte le funzioni essenziali della vita civile ; assicura la tutela degli interessi materiali come del progresso civile della nazione . Per contrapporsi al socialismo di piazza ed al clericalismo oscurantista il Principato nostro , che s ' immedesima col concetto della patria nazionale ed impersona insieme il principio della libertà individuale , garantita invece che soffocata dall ' azione dello Stato , ci porge una idealità atta a servire di punto di raccolta , di nucleo attorno a cui stringerci , in mezzo al rapido avvicendarsi degli uomini e dei gruppi al potere , ed al turbinio delle loro momentanee passioni e rancori . Vogliamo noi un ' Italia clericale , liberale - temperata , o radicale - socialista ? Tra non molto bisognerà scegliere fra le tre cose . Gli elementi liberali temperati , col loro credo troppo individualista per la lotta quotidiana , si trovano nella condirezione dei corpi di volontari di fronte agli eserciti permanenti dei partiti estremi . Questi o mediante l ' ordinamento ecclesiastico , che scende fino ai parroci e si vale delle mille forme di associazione e di confraternite fra loro collegate , o mediante le Società operaie , di mutuo soccorso , di consumo , di produzione , e pur troppo con l ' aiuto non infrequente degli impiegati governativi e comunali , hanno sempre pronti i quadri per la mobilitazione in guerra . Onde spesso vediamo gli eserciti folla dei partiti temperati liberali , sgominati dalle schiere , più ristrette di numero , ma compatte e disciplinate , dei loro avversari . In queste condizioni , il dividere normalmente e stabilmente il partito liberale , temperato in due frazioni che combattendo perpetuamente tra loro s ' indeboliscano a vicenda e si annullino , equivale a metterlo nella impotenza , non che di combattere contro le altre due schiere riunite , di nemmeno poter avere una voce predominante negli accordi o nelle transazioni che facesse con l ' una o con l ' altra parte . Noi siamo , anche da soli , i più forti e numerosi , o per meglio dire lo saremmo se sapessimo stare uniti ed organizzarci ; se sapessimo considerare la realtà delle cose e non solo pascerci di teorie stereotipate tolte dai libri forestieri ; se sapessimo mettere da banda le discordie e le gare personali e stringerci compatti intorno alla grande idea civile e liberale rappresentata dalla monarchia italiana di Casa Savoia ; se sapessimo scuotere l ' inerzia che ci paralizza , la mancanza di fede e di coraggio morale ; se sapessimo essere sinceri nell ' esprimere la nostra volontà e virilmente risoluti nell ' attuarla . Vorrei che la mia voce potesse chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà , liberali e conservatori a un tempo , perché si organizzasse un grande partito che , per combattere efficacemente il socialismo ed il clericalismo , si proponga come programma immediato la delimitazione delle funzioni dei vari poteri dello Stato , e lo svolgimento degli uffici della Corona , restituendole i diritti sanciti dal patto fondamentale votato nei plebisciti che costituirono il Regno d ' Italia . Non intendo affatto spingere ad alcun cesarismo o governo autocratico senza freno né sindacato , né ad alcuna forma di despotismo o di governo assoluto . Vogliamo la monarchia liberale e rappresentativa dello Statuto , col Monarca principe effettivo ed attivo , non consegnato bendato nelle mani di un maire du palais che si chiami il presidente del Consiglio . La Camera elettiva e il Senato vitalizio debbono cooperare attivamente alla legislazione , ed inoltre sindacare sempre , discutere e frenare gli atti e l ' indirizzo del Governo , mediante la loro azione tanto sui ministri responsabili , quanto sulle leggi e sui bilanci da loro presentati . Ma essi non debbono esercitare , né direttamente né per mezzo di uno o più loro delegati , il potere esecutivo , che è di esclusiva competenza del Principe ; il quale a sua volta , come ogni altro potere o persona , è subordinato alla legge , nella formazione della quale concorre anch ' egli , col diritto di proposta e col diritto di sanzione . Non ho inteso nel presente scritto far allusione o rivolgere accuse all ' attuale Ministero , più che muovere rimproveri a quelli passati . Ho inteso rilevare ed analizzare una trasformazione che si è andata svolgendo nelle nostre istituzioni , e che parmi essere stata una delle principali cause della loro progressiva decadenza , trasformazione che trova la sua espressione nella formula : « Il Re regna e non governa » , ed è in aperta contraddizione con quanto lo Statuto vuole e la Nazione attende , per la conservazione delle istituzioni libere in Italia .
POLITICA E STORIA ( GIULIOTTI DOMENICO , 1922 )
StampaPeriodica ,
Caro Gobetti , Nessuna osservazione da fare . Nego tutto . Sono antiliberale , antidemocratico ; antisocialista anticomunista . In una parola , antimoderno . In questa Italia di briganti - pazzi , vivo con la tristezza ostile d ' uno straniero che non ha più patria . Sono dunque da voi dissimilissimo . Voi ( professori ) cercate di catalogare , mentre vi travolgono le ondate della piena , io ( poeta ) disperatamente spero nell ' auto distruzione dell ' anarchia e nella ricostruzione d ' una piramide , con al vertice il Papa e alla base il popolo . Ecco il mio programma ! Confrontalo col vostro , una lirica accanto a un bilancio . Da ciò l ' impossibilità d ' intenderci . Saluti . D . Giuliotti .
I CONGRESSI CATTOLICI ( BONGHI RUGGIERO , 1889 )
StampaPeriodica ,
È vita nuova o resto di vita vecchia , è vita che ripiglia o strascico di vita che muore , questo movimento insolito che si vede nel cattolicesimo da qualche tempo , e che produce manifestazioni di ogni sorta , e fa pensierosi i governi , a cui non piacciono , e lusinga quelli a cui piacciono ? Difficile domanda per chi voglia cercare la risposta nei fatti , e non nelle fantasie o nelle passioni proprie . Ciò che mi pare si possa dire di più fondato , è che codesto movimento , il quale non è solo di clero , ma di laicato , non è tutto artificiale , se anche si voglia crederlo artificiale in qualche rispetto , e ha dalle libertà proprie dello Stato moderno agevolazioni e aiuti che nello Stato assoluto gli sarebbero mancati . I congressi cattolici sono , di ciò che qui affermo , una riprova . Se ne sono tenuti più d ' uno nel mese scorso ; se ne terranno nei mesi prossimi , e da per tutto dove i cattolici sono , cioè al di qua e al di là dell ' Atlantico , in ogni paese civile . Essi non sono né concili né sinodi . Il papa li benedice ; i vescovi v ' intervengono ; ma né quello , e talora neanche uno di questi li presiede . Vi tengono molto maggiore posto i laici che i sacerdoti , quantunque in quelli sia grande la riverenza per questi . Persino , presenti dei vescovi , li guida a volte un laico . E si guardi a qual classe sociale questi laici appartengono : soprattutto alla più elevata e più agiata . Ma non vi mancano laici d ' altre classi : professori , deputati , senatori , scrittori , in ispecie , di giornali , gente , in somma , che influisce , per una via o per l ' altra , nella vita pubblica del paese o vi tien posto . Che cosa , dunque , voglion dire ? Questo di certo : che in ogni Stato il laicato cattolico si stringe a consiglio , e , in condizioni della società così turbate , cerca di ridar vigore al concetto religioso , economico , civile , che è proprio suo , e che non abbandona . Difatti nelle discussioni , a cui i congressi danno luogo , non è trascurata nessuna delle questioni , che oggi dividono le società nostre . Nessuno dei mezzi coi quali si possono sviare o ravviare , è lasciato senza particolare considerazione . Le sei sezioni del congresso di Madrid si sono occupate di questioni sociali l ' una , di questioni scientifiche l ' altra , di economia politica la terza , di opere di carità la quarta , di opere letterarie la quinta , delle assemblee e delle corporazioni la sesta . Gli altri congressi hanno fatto , su per giù , lo stesso . Non hanno di certo percorso men largo campo . Il problema è questo ; come e per quali modi contendere la scuola , la stampa , la scienza , la beneficenza , l ' officina , la bottega , a influenze e tendenze contrarie alle cristiane e cattoliche , come e per quali modi rendersele amiche e soggette ? La mira è precisa e precisa la dottrina , colla quale vi si indirizzano . Il tentativo è vasto . Ristabilire l ' autorità del principio cristiano e cattolico , rendendolo adeguato alla soddisfazione di tutti i bisogni delle società presenti , adattandolo a tutte le loro condizioni , non coll ' alterarlo o menomarlo , ma col farle penetrare da esso . Riusciranno ? Certo , hanno un aiuto in ciò , che i partiti avversi sono terribilmente divisi , e hanno sollevata tanta polvere che sono oramai ben molti quelli che più non ci vedono e si stancano di seguire . Non paiono adatti , che a dissolvere la società , dopo averla gettata sossopra . Niente afferma l ' uno , che non neghi l ' altro . Nessuna dottrina è cosi assurda che non trovi patrocinio . Socialisti , comunisti , collettivisti , possibilisti , anarchici , radicali , repubblicani , massoni , progressisti , liberali sono solo alcuni pochi dei nomi , coi quali questi partiti si designano da sé o sono designati da altri . Tra le diverse proposte e gli opposti concetti tutto barcolla o traballa . Ma intanto tra classe e classe l ' ostilità cresce e si fa più aspra . Non v ' è giorno , che qua o là non si senta l ' una insorgere contro l ' altra ; e l ' una difendere quello che ha , l ' altra agognare a quello che non ha , e il profitto del capitale e il salario dell ' operaio cercare di stremarsi a vicenda . E la pace d ' idee e di fatti , che manca nel seno di ciascuna nazione , manca altresì tra le nazioni ; sicché tutte s ' armano paurose insieme e minacciose , e si guardano pronte a dilacerarsi senza nessuna speranza che la guerra d ' oggi , comunque riesca , spenga i semi della guerra per il domani ; e i popoli miseramente aggravati d ' imposte , che crescono sempre e oramai non più in proporzione dell ' aumento della ricchezza privata o pubblica ; e i governi , incerti della lor via , e soggetti , dove più dove meno al potere dei partiti politici nelle assemblee , partiti anch ' essi estremamente divisi , e talora estremamente screditati , che non possono più comporre maggioranze stabili per reggerli ; e dalle loro combinazioni passeggere , venir fuori una legislazione confusa e inadeguata , continuamente mutabile , che non appena è fatta , eccita da ogni parte grida e biasimi perché sia disfatta ; e se ne tenti un ' altra . Questo non è , di certo , spettacolo adatto a levare ogni speranza a chi ne aspetti o ne voglia uno diverso . E il laicato cattolico che si raccoglie nei congressi , ne vuole appunto uno diverso . Ora , per giudicare se un diverso spettacolo è possibile , bisognerebbe studiare più addentro che non si può qui , il sistema delle idee e dei mezzi loro . Si dovrà e si potrà fare più in là , quando gli atti di questi congressi saranno pubblicati , e si potranno consultare . Ciò , che intanto è bene , è non prenderli a beffa . Il mondo non fila così diritto , che si possa essere in tutto sicuri , che non cercherà mai altra rotta . E del laicato cattolico dei paesi civili , tutto raggranellato nelle classi superiori , e con molta influenza sulle inferiori , non si può addirittura affermare , che voglia andare indietro , solo perché vuole andare avanti per altra via , e che qualunque sia la via , in cui si metterà , non gli debba spuntare . Ma noi italiani , o almeno la più parte di noi , sogliamo guardare codesti congressi da un sol punto di veduta : ed è dalla relazione loro col Vaticano , e in specie con la questione , che in questa parola Vaticano scorgiamo sola , la questione del ristabilimento del potere temporale . E , senza dubbio , i congressi che si sono tenuti sinora , e quelli che si terranno , manderanno tutti al pontefice indirizzi , in cui gli augureranno di ridiventare il principe , e prenderanno tutti risoluzioni nel senso , che un potere temporale è necessario alla indipendenza e alla libertà del capo della religione , in cui nome si riuniscono . Tra le tesi proposte agli oratori del congresso di Madrid , v ' erano queste : « Il pontefice romano deve possedere il potere temporale come guarentigia del libero esercizio del suo ministero apostolico . – Non v ' è prescrizione contro i diritti del successore di San Pietro al poter temporale . – I cattolici hanno diritto di associarsi alla protesta di Leone XIII concernente l ' indipendenza sovrana di cui abbisogna per la sua dignità e per il bene della Chiesa . – La grandezza del pontificato romano , e benefici procurati da esso al mondo . Mezzi per far adottare l ' arbitrato dei pontefici romani , come modo di soluzione dei conflitti internazionali . La Chiesa cattolica è una società perfetta , e ha diritto , per la sua stessa natura , all ' indipendenza dirimpetto ai poteri della terra » . Non tutte queste tesi si riferiscono al potere temporale dei pontefici , ma tutte implicano , non solo un concetto elevato della Chiesa , ma altresì una persuasione dell ' intima sua connessione col pontefice e della intera sua soggezione a lui , quale , per esempio , non si era mai vista prima della rivoluzione francese del principio del secolo . Che la Chiesa cattolica sia una società perfetta per se stessa , è tesi vecchia : ma niente obbligava a dimostrarlo quando Chiesa e Stato camminavano di conserva . Che il pontefice possa diventare l ' arbitro delle questioni internazionali , non solo quando sia invocato tale da alcuni Stati , ma per virtù stessa della istituzione che governa , è un ideale visto più in sogno che in veglia , e che se aveva modi e verosimiglianze di effettuarsi nell ' evo medio e prima della Riforma , non ne ha , per verità , nessuno ora , né in nessun avvenire prevedibile sin da ora . Che il pontificato abbia beneficato il mondo in alcuni momenti della sua storia , non si può negare , da chi abbia l ' animo calmo e chiaro lo sguardo : ma è difficile altresì sconoscere , che non tutta la sua azione è stata benefica , e ch ' esso ha avuto periodi di decadenza grande e largamente perniciosa . Ma le altre tre tesi hanno per proprio oggetto la restaurazione del potere temporale ; e non sono mancati in tutti i congressi oratori dotti e convinti che le hanno sostenute , con applausi , come oramai ne hanno tutti dalle assemblee che lusingano . Ora , io vorrei chiedere a codesti laici cattolici – non solo ai sacerdoti coi quali si accoppiano – , se mescolare la questione del potere temporale con le altre alla cui soluzione si applicano , giova , nel loro parere , ad avanzare e aiutare la soluzione di queste altre . Vorrei che mi rispondessero con la mano sulla coscienza . Le altre questioni sono di natura sociale o politica : riguardano l ' esercizio di diritti , che i cattolici vogliono guarentiti a se stessi nell ' ordinamento dello Stato perché la loro azione si possa esplicare tutta . Invece , questa questione del ristabilimento del potere temporale è di natura internazionale , non già nel senso che debba risolverla un accordo tra le nazioni , ma in questo , che , se altre nazioni se ne volessero mischiare , nascerebbe per ciò solo un conflitto tra esse e la nazione italiana , persuasa , che la questione è di sua sola spettanza . Nelle altre questioni che i congressi agitano , si tratta di disposizioni interne dei lor propri Stati ; in questa , invece , del potere temporale , si tratta di un ' ingerenza esterna di questi Stati . Ora , dov ' è la probabilità , che i governi che reggono codesti Stati , vogliano o possano assumersela ? Bisognerebbe che lor giovasse di farlo . Ma nella presente condizione di Europa e degl ' interessi che uniscono o separano le potenze , che utilità avrebbero i governi dell ' Austria , della Spagna , del Portogallo , del Belgio a intavolare coll ' Italia negoziati sul potere temporale del pontefice , il cui solo accenno sarebbe un ' offesa ? E poniamo che non sarebbe un ' offesa , e che il governo italiano volesse pure accettare una trattativa di tal fatta ; bisognerebbe essere ciechi per non vedere , che il ministero che vi si compromettesse , non troverebbe ora – e forse oramai – modo di reggersi . Sicché codesti congressi , unendo a tutti gli altri loro fini il ristabilimento del potere temporale , credo che si allontanino da quelli senza avvicinarli a questo . Si vede che io voglio essere eccessivamente imparziale , come soglio : non ho affermato più di quanto oggi posso affermare . Non ho detto , che ciò , che i laici cattolici si propongono e desiderano in altri soggetti , sia tutto bene o male . Non mi pare , a dirla schietta , neanche probabile , che sia tutto bene o male ; per discorrerne con fondamento ho affermato con molta misura che bisognerebbe averne più precisa notizia che non se ne trae dai giornali . Quello che io asserisco , è , che il Vaticano , spingendo i congressi devoti a esso a insistere soprattutto per ciò che gli garba , gli preme di più , per il potere temporale , scema la probabilità di riuscita del movimento , che approva e provoca , in ciò che ha di più sostanziale e rilevante , anziché l ' accresca . Però , anche in questo rispetto , ridere non è il meglio . Eccetto ché in Italia , il partito cattolico entra nelle assemblee politiche ; se in nessuna di quelle in cui entra , è già maggioranza , in nessuna , neanche , è una minoranza spregevole . Ora , nella gran divisione attuale delle parti politiche , le minoranze sanno d ' avere una forza assai maggiore di quella che per sé porterebbe il loro numero . Le maggioranze , soprattutto nelle assemblee colte , e che rappresentano vivacemente la varia coscienza pubblica , non si formano ora altrimenti , che mediante la unione , più o meno durevole , di due o più minoranze . Ora , l ' intento del laicato cattolico è di diventare nelle assemblee politiche una minoranza sempre più grossa , se non una maggioranza addirittura ; e di pigliare , così , sempre più la mano sui governi . L ' esempio della Germania , del paese più colto d ' Europa , non prova , che a ciò non possa riuscire , anzi , prova il contrario . Ma anche riuscitovi , anche diventato maggioranza , anche diventato governo in due o più Stati , il partito cattolico tenterebbe di ristabilire il potere temporale ? Ne dubito . Come succede , vedrebbe , arrivato in su , difficoltà che non vedeva d ' in giù ; sentirebbe , avvertirebbe , peserebbe interessi , che non sente , avverte , pesa assai meno . Forse , raggiungere l ' alto grado di potenza cui mira , non servirebbe , che a provargli , come vi sono pur cose al mondo così cadute , che nessuna potenza le rialza . E se riuscisse a modificare nell ' interno degli Stati alcuni ordinamenti nel modo che si prefigge , queste modificazioni stesse proverebbero , che alla più attiva circolazione del pensiero cattolico per entro le società attuali il potere temporale non serve , anzi nuoce . Ciò ch ' è davvero disaggradevole , non è già l ' azione immediata o mediata , lontana o vicina , che tali congressi , colle loro risoluzioni , possono esercitare rispetto a codesto potere temporale , ma l ' aspettazione o la speranza , ch ' essi creano , per illusoria che sia , nel pontefice , nella curia , nel clero e nel laicato italiano . Non abbiamo nessun modo di misurare quanta sia la forza dell ' opinione , che è espressa da tutto il complesso di persone e di influenze , che si raccolgono sotto questi nomi . Sin dove possiamo giudicare dai segni che ne vediamo , non par smisurata presso di noi . Ma , per farne retto giudizio , dovremmo affrontarla nella vita pubblica , ed essa nella lizza della vita pubblica non vuol discendere . Pure , nessuno affermerebbe , che forza non ne abbia , o sia del tutto a trascurare quella che ha , come molti ostentano di credere e di dire . Si vede che nell ' elezioni municipali è tutt ' altro che perdente sempre . Qui stesso , in Roma , non s ' è potuto vincerla , che , associando in un ' unione forzata , poco naturale e assai labile , tutte le sfumature dei partiti , che acconsentono a chiamarsi , con diversissimo senso , liberali . Ora , o poca , o molta , tutta questa forza che sogliamo chiamare clericale , è tenuta tutta sollevata di speranza e di aspettazione , come dicevo , del movimento cattolico dei congressi . Il che , se non ha nessun pericolo , mentre ché il vento come fa , si tace , potrebbe diventare sino a un certo punto pericoloso il giorno che ricominciasse a soffiare . Pericoloso , in due modi : giacché da una parte , quella forza clericale scemerebbe l ' impulso della difesa da parte dello Stato , giacché accascerebbe , in una certa misura , lo spirito pubblico , e lo renderebbe meno volenteroso e meno capace di slancio ; dall ' altra , il sentimento diffuso , che appunto questa sia l ' azione sua , aiuterebbe i partiti estremi a soverchiare , e non solo a convincersi – ché ne sono convinti e ne hanno già voglia – ma a convincere gli altrì che occorrono violenze e violenze sempre maggiori a comprimerla . Il governo finirebbe di perdere quell ' equilibrio , che già ha smarrito in parte . E noi entreremmo , davvero , in un periodo , che potremmo chiamare schiettamente rivoluzionario , e dal quale l ' uscita non è stata mai né in nessun paese chiara , né certa , né facile . Non si può dubitare , che il laicato cattolico dei congressi stranieri fa conto anche su questo . La Chiesa cattolica non si sgomenta dell ' aspettare . Essa conta la sua esistenza a secoli nel passato e nell ' avvenire . I secoli gli valgono per anni . È paziente e costante come la giustizia di Dio . Questo abbattimento del potere temporale che dura da diciannove anni , pare a essa un breve episodio della sua vita sempiterna . Perciò , che questo movimento cattolico deva approdare qualche decina di anni , prima o poi , gli importa poco , o punto . Approderà , nel parer suo , e gli basta . Ora , se per approdare gli occorre che lo Stato d ' Italia si disordini , che il governo vi abbandoni ogni indirizzo moderato di condotta , che i partiti estremi spadroneggino e le istituzioni attuali vadano tutte a ruina , essa non perciò muta desideri e disegni , né trema per sé . Essa sta , n ' è assolutamente sicura , come terra ferma che non crolla giammai la cima per soffiar di venti . Se altri , più deboli , ne son gettati per terra , o che le preme ? Perché vi si sono esposti ? Non si può , quindi , credere , che il movimento dei congressi cattolici non ci faccia danno . Ce ne fa e ce ne prepara . Gli Stati d ' oltre Alpi sono minacciati da un solo partito : il radicale o socialista . I congressi cooperano , a che lo Stato italiano sia minacciato da due , dal radicale da una parte e dal clericale dall ' altra . Il clericale esiste altresì in Francia ; ma quivi è francese ; esiste altresì in Inghilterra ; ma quivi è poco numeroso , se si vuol restringerlo ai cattolici , ed è inglese . È germanico , se non affatto prussiano , in Germania ; è austriaco , più di ogni altro , in Austria . Solo in Italia il partito clericale non è italiano in Italia . Che cosa si può fare contro un partito siffatto ? Ci erano due vie : conciliarlo in tutto o in parte , ovvero distruggerlo . Non abbiamo preso nessuna delle due vie . Del resto , possiamo dire a nostra discolpa , che né l ' una né l ' altra via era agevole . Durante il pontificato di Leone XIII è stato dubitato più volte , s ' egli avesse nell ' animo suo di trovar modo d ' accordo col governo italiano . La condizione dell ' accordo era , s ' intende , una sola ; rinunciare al potere temporale in tutto e per tutto . Poi , sopra altri punti il governo o almeno un partito che avrebbe potuto giungere , quando che sia , al governo – sarebbe sceso a patti con lui . Forse , rinunciando a questo solo dei fini del congresso , il cattolicesimo avrebbe raggiunto in Italia alcuno degli altri suoi fini . Ma o che Leone XIII , come parrebbe , abbia inclinato talora a una simil condotta o che non v ' abbia inclinato mai – è inutile tormentarsi il cervello a congetturare di cose , che infine non importa sapere – è certo che oggi è , pare , ostinatissimo nel proposito di voler recuperare un potere temporale . Non si dice più né quale né quanto ; ma un potere temporale dev ' essere , o di molto territorio o di poco , forse di tutto . L ' idea che noi abbiamo combattuto tanto , – che , cioè , non vi sia modo di guarentire l ' indipendenza del potere spirituale altrimenti che con un briciolo di temporale , – s ' è radicata sempre più nella testa del pontefice , ha trovato sempre maggiori e più recise espressioni nella sua bocca , e ha finito coll ' atteggiarlo in tutto a guerra verso lo Stato nostro . I temperamenti ch ' egli aveva usato dapprima , sono tutti l ' uno dopo l ' altro , svaniti . S ' intende che ora i congressi cattolici rinfocolano questo desiderio del temporale e lo riconfermano . I vescovi che avevano esitato a proclamare durante la vita di Pio IX la necessità assoluta del potere temporale , sono ora oltrepassati dal laicato cattolico , che arditamente , altamente la proclama . Non solo in diciannove anni non abbiamo fatto un passo avanti , ma ne abbiamo fatti addietro parecchio . A nessuno dotato di uno spirito sobrio può parere questo un trionfo . Il Regno ha fatto la triplice alleanza , che lo guarentisce da ogni velleità di favorire il papato per parte dell ' Austria e della Germania ; ma dà pretesto e stimolo a favorirlo alla Francia e alla Russia e non lo leva alla Spagna . Il papato , dalla sua parte , ha chiamato e chiama a raccolta tutti i suoi fedeli in ogni parte del mondo ; li raduna a congresso ; s ' intromette , non impedito , nella politica interna degli Stati ; è invocato arbitro ; e i liberali , che a ragione attribuiscono gran valore alle manifestazioni della opinione pubblica , non possono addirittura negare ogni valore a queste , se non vogliono illudere se medesimi . L ' opinione cattolica , di certo , non può raccogliere un esercito , e noi abbiamo difesa di eserciti , a cominciare dal nostro . Ma di due forze che non si toccano e hanno diversa natura , nessuna delle due è in grado di distruggere l ' altra . Quindi , checché paia , noi siamo nell ' interno del paese in stato di guerra , per quanto sia guerra diversa da ogni altra . I congressi cattolici affilano e moltiplicano le armi atte a dare vittoria al papato . Noi avremmo dovuto spuntarle queste armi e diminuirle in Italia , dove potevamo . C ' era un sistema , e l ' ho esposto più volte . Occorreva molta risoluzione da una parte , e molta giustizia e remissione dall ' altra . La risoluzione andava usata nell ' esercizio dell ' exequatur e del placet per parte dello Stato , sicché il papa non potesse empire le diocesi di vescovi , e questi empire le parrocchie di curati nemici all ' Italia : la giustizia e la remissione andavano usate nell ' osservanza perfetta della legge delle guarentigie , e nell ' astensione da ogni atto che paresse inteso a menomare l ' autorità spirituale del pontefice . Nel primo modo , il clero ostile non sarebbe cresciuto ; per il secondo , almeno una parte del clero attuale , non offeso nella sua coscienza , si sarebbe rassicurata e ravvicinata . Il papa non ha altra potenza , infine , se non quella che gli viene dal consenso del clero e del laicato cattolico . Adoperando quei due modi , noi avremmo prodotta una scissura dentro questo clero e questo laicato , e una parte almeno di essi sarebbe venuta del parere nostro , che una conciliazione si sarebbe potuta pur trovare nell ' abbandono per parte del papa , di ogni potere temporale , mostrato coi fatti inutile , e nel rispetto scrupoloso , per parte dello Stato , dell ' autorità spirituale di lui . Il papa non ha fatto la parte sua , e noi facciamo sempre meno la parte nostra . Può parere strano , ma non è , anzi si accorda assai bene con la dolcezza del carattere italiano , che il clero nostro , quantunque abbia sentito grave la mano dello Stato sopra di esso , e non se ne possa punto lodare , sia tra i cleri cattolici di Europa il meno intransigente , il più inclinato a intendersi , a riconciliare l ' affetto alla patria coll ' affetto alla fede . Si può dire il medesimo del laicato italiano , che si chiama cattolico , e si dovrebbe chiamare clericale : però , in minore misura . Del resto , se si vuole essere leali , bisogna riconoscere che hanno ragione a credere che non se ne terrebbe lor conto . Di fatti in Italia si sentono voci , anche autorevoli , che invocano pace . Dal clero stesso vi si avverte più e meglio il danno , che il dissidio cagiona alla Chiesa dove più le duole o le dovrebbe dolere ; nella coscienza religiosa della borghesia e delle plebi cattoliche . Da chi ha fede sincera , questo danno non si può guardare a occhi asciutti , e senza scotimento di cuore . Ma sinora il Curci , il Tosti , il Bonomelli , lo Stoppani hanno parlato invano . Il pontefice , indotto o spontaneo , ha chiuso loro la bocca ; si sono dovuti disdire . L ' ultima rimenata è toccata al Bonomelli , vescovo di Cremona , e uno dei migliori non solo vescovi , ma uomini d ' Italia . Nessuno aveva circondato di più cautele il consiglio , che la pretensione del potere temporale si smettesse ; l ' opuscolo suo , così temperato , ha ottenuto come ogni altro simile , una solenne condanna ; egli ha dovuto pubblicamente sottomettersi ; e il Papa , nel lodarlo della sua sottomissione , gli ha dichiarato : « tu intendi quanto importi il procurare diligentemente che la causa del pontificato romano non sia col disputarne ristretta in un più angusto campo . Cioè dire , bisogna in così grave affare , non farne giudizio da avvenimenti mutabili di cose , ma ripeterne le ragioni di più alto , o ponderarne da senno , che cosa la giustizia richieda , che cosa occorra alla sede apostolica per il divino suo ufficio . Giacché , come spesso abbiamo detto e più spesso è ancora a dire , nel principato civile non si tratta di umana cosa , ma della libertà dei doveri e dei diritti apostolici ; la quale libertà non deve essere soggetta alla potestà e all ' arbitrio altrui . Perciò i nostri predecessori si sono sforzati tutti a tutelare l ' incolumità del loro principato con ogni maggiore studio , e noi stessi ci sforziamo a rivendicarla con eguale perseveranza , apprezzando di quante cose stia in quel principato il presidio . Con questo giudizio si deve dirigere l ' opinione : questo dev ' essere inculcato negli animi , soprattutto essendo cresciuto presso di molti , lodevoli nel resto , il favore della sentenza più libera » . Questo , si vede , è parlar chiaro . Ma quale è l ' effetto di codesto parlare chiaro ? Evidentemente l ' effetto è , che in Italia scema continuamente di credito e di potenza il partito che avrebbe voluto , pure abbattendo la potestà temporale del pontefice , rispettarne la spirituale , e cresce , per contrario di credito e di potenza quello , che ha sostenuto e sostiene che solo col distruggere la potestà spirituale si acquista la sicurezza e la guarentigia della distruzione definitiva della temporale . Il che vuol dire che la questione diventa diversa e di natura rivoluzionaria . Il conte di Cavour , al cui pensiero la legge delle guarentigie si è conformata sinché si poteva nel 1870 e si poteva meno di quando viveva lui cercava la guarentigia dell ' indipendenza del potere spirituale del pontefice , spogliato del potere temporale , in un ordine di idee che , non che sminuirlo e abbassarlo , lo elevava , al parere di lui , e lo aumentava . Era un alto ed equilibrato ideale il suo . Niente di ciò che tutela le società civili nel loro andamento morale e sociale sarebbe stato turbato . L ' Italia , riconciliata col suo pontefice , non avrebbe più visto in lui il nemico insidioso della libertà e autonomia propria ; il pontefice non più colpevole della divisione dell ' Italia , avrebbe dalla sua eterna sede di Roma raggiato sul mondo intero , sicuro oramai dell ' affetto del popolo , che gli era più vicino e più unito nella credenza religiosa governata da lui . L ' opposizione ostinata , persistente del papato ha sciupato oramai quest ' ideale che forse aveva del fantastico . Ma quanto gli ideali abbiano di fantastico non si può sapere se non alla prova . E non si può dire , che la prova sia stata fatta davvero ; e certo , ciascuna delle due parti ci ha avuto colpa . Ma se quell ' ideale è via via abbandonato , è chiaro che gliene sottentra un altro , di natura , come dicevo , rivoluzionaria . E rivoluzionaria per due cagioni : l ' una perché sovverte o vorrebbe sovvertire tutto il fatto attuale , e surrogare al cattolicesimo non sa ben che , forse una negazione assoluta , anzi certo questa nella mente di molti ; l ' altra , perché instrumento di questa mutazione radicale non possono essere se non partiti rivoluzionari , vuol dire partiti i quali per diverse cagioni aspirano a capovolgere tutte le condizioni politiche o sociali attuali della società nostra , e a dargliene altre di propria scelta e invenzione . I partiti moderati e liberali , una volta che il fatto di natura rivoluzionaria comincerà a disegnarsi , si arretreranno . Come è succeduto sempre , e sempre succederà , la massa del popolo si fermerà incerta ; e quelli che amano , vogliono la rivoluzione , l ' affretteranno , la solleciteranno sempre di più . L ' autorità spirituale del pontefice sarà , nei principi almeno , fortemente scossa , perirà forse nell ' animo di molti , del maggior numero se vi piace ; ma non sarà scossa , né perirà sola . E se per risorgere o per cessare addirittura , non si giudica con criterio umano . Questo si smarrisce nel complesso dei fenomeni sociali e politici diversi , che da simile ruina pullulerebbero inaspettati . Quelli , che credono , usando solo di siffatto criterio , di poter prevedere un effetto o l ' opposto , in realtà ascoltano il lor cuore o la lor fantasia . Sarebbe una di quelle grandi esperienze storiche , di cui nessuno prevede il fine , se non quello solo , che lo sa , Iddio ; poiché Iddio , a chi può dire una cosa , a chi l ' altra ; ma a tutti deve parere un nome adeguato del fato stesso della storia umana . Ora , l ' inizio di fatti rivoluzionari della natura e coll ' intento che dico , se ne sono visti in Italia più di uno ; ma sinora , tenui , dubbiosi e di piccola importanza . Non si può però dire , che sia stato tale quello che s ' è visto in Roma il 9 giugno , una panegiri popolare che è parsa una risposta ai congressi cattolici . Ora per prima cosa si badi che né il laicato cattolico italiano , né quello d ' oltre monti possono essere rimasti dispiaciuti o meravigliati di tale risposta . Fatti di questo genere , esso li aspetta e li desidera , e più son grossi e spiccati , più gli vanno a genio , e meglio se ne augura . Può forse illudersi , ma certo lo confortano e lo confermano nell ' illusione sua . Lo sventurato filosofo di Nola , a cui per la morte crudele , iniqua , ingiusta , se pur troppo legale a quei tempi , si erigeva una statua , non ci entrava oramai per nulla . I discorsi che prima o poi sono stati provocati in onor suo , l ' avevano affatto levato di mezzo ; n ' avevano bruciato lo spirito , a nome della filosofia di ciascuno degli oratori , dopo che il papato , circa tre secoli fa , a nome della teologia ortodossa , ne aveva miseramente bruciato il corpo . Ciò , di cui oramai si trattava in quel giorno , era di mostrare , potente , in questa Roma , una protesta contro l ' autorità spirituale del pontefice . La rivendicazione della libertà del pensiero non ha nessuna necessità di essere fatta ora , perché la libertà del pensiero è conquistata ormai da gran tempo , e nessuno oggi la invoca e la usa più del papa e del clero per sé ; e nessuno è morto per la libertà del pensiero , ma troppi son morti – ed è già glorioso – per il pensiero proprio , e il Bruno è uno dei molti , e il cristianesimo e il cattolicesimo stesso hanno avuto di tali testimoni – testimoni col sangue – infiniti . Qualunque fosse in principio il concetto con cui fu mosso il disegno d ' una statua a Giordano Bruno in Campo di Fiori , certo , a mano a mano s ' era mutato . Del resto , si poteva prevedere , che si sarebbe mutato . Gli uomini di parte liberale e moderata , che vi si erano associati , lo fecero con una speranza che si chiarì vana via via ; e ch ' essi , del resto , contribuirono a rendere vana , facendo il peggio che si può in un movimento di tal natura : compromettervisi , e non incaricarsene . Tutti , da capi invocati , ch ' erano stati a principio , son diventati pedissequi superflui ; e non so se le dita non soverchino a contar quelli che hanno avuto il carattere di ricusarsi pubblicamente a rimaner tali , e a permettere che loro interpreti fossero oratori , di cui o non s ' intendeva o si respingeva il pensiero . Troppi hanno temuto la contraddizione apparente che gli avrebbe salvati da una incoerenza reale ; e hanno preferito questa a quella . Ma , checché sia di ciò , e dell ' abituale aberrazione di mente dei partiti per cui si ascrive carattere e coraggio a chi ne manca e si nega a chi ha e ne mostra , il certo è che la dimostrazione del 9 giugno ebbe parecchi dei tratti , che son propri del fatto rivoluzionario , come gli ha descritti il conte di Cavour in un suo articolo giovanile . La prima mossa venuta da pochi e quasi ignoti ; il governo incerto , e prima promotore palese , poi promotore nascosto , ma vergognoso di prendere parte pubblicamente ; l ' assemblea dei deputati partecipe , sì , ma nella forma meno appariscente ; associazioni accorrenti in gran numero da ogni parte , massoniche , socialiste , repubblicane , radicali , persino nichiliste , coi loro variopinti vessilli ; mescolati inni monarchici a inni banditori di monarchie distrutte e a distruggere : grandi paure di disordine , e ordine mantenuto con indulgenze colpevoli a quelli che avrebbero avuto voglia o interesse di turbarlo , con molto apparecchio di truppe , e soprattutto , con accordi segreti ; la gioventù , soprattutto , infiammata , e molti piegati , trascinati , persuasi a seguirla a dispetto della lor coscienza o del loro migliore giudizio : nessuna resistenza morale , quasi da nessuna parte , preludio di pari fiacchezza in circostanze ancora più gravi . Se la giornata del 9 giugno è potuta a molti parere non buona per il papato né temporale né spirituale – e certo ha mostrato come facilmente si possano radunare in Roma forze che lo combattano o abbattano – sono ben sordi a ogni insegnamento di storia , o forse non hanno mai letto di questa nessuna pagine , coloro i quali immaginano che quella giornata sia stata buona per la monarchia . Né gli applausi c ' illudano . Niente si dilegua più inopinatamente e facilmente per aria . E ci si conta che si dileguino e presto . Pochi , nei moti rivoluzionari , sanno dove vogliono andare ; e quei pochi guidan dei ciechi . Per fortuna , neanche quei capi sanno dove in realtà approderanno : « l ' Italia , – così ha deliberato un comune , ed è il tono di molti altri che hanno mandato delegati alla festa – ha seppellito per sempre i dogmi del Vaticano il 9 giugno » . Non so di quali dogmi intenda . A ogni modo , Dio voglia , che l ' Italia non abbia cominciato quel giorno a seppellire qualcosa di più . E non ci si immagini , per dirla di passaggio , che l ' ordine , con cui la dimostrazione procedette , ne mostri il carattere . In tali cose , l ' ordine è mantenuto sempre , quando nessuno di quelli che dissentono , per paura o per consiglio , non vi si oppone : e prova soltanto , che i celebranti di tali feste hanno oramai la coscienza di non potere essere impediti dal farle ; e vera o falsa che sia questa coscienza , è tale l ' impressione che ne resta al pubblico . I congressi cattolici hanno in parte contributo a rendere più vigorosa e più affollata la panegiri del 9 giugno ; e questa , per parte sua , contribuirà a rendere più affollati e violenti i congressi . Così le cose vanno , e un abuso genera l ' altro . Sinora non si vede nulla , che nello Stato nostro o nei forestieri possa o voglia fermare questo doppio avviamento . Nello Stato nostro , il partito moderato , a cui incomberebbe di farlo , è interamente disciolto , e per ora non fa che infiacchirsi ogni giorno di più ; del resto , esso è moderato in ogni cosa fuori che rispetto alla Chiesa , e , quando si eccettuino pochi , la maggior parte di quelli che lo compongono , non le son meno contrari dei radicali ; credono che si possa essere con buon successo moderati a metà . S ' intende , che , poiché il partito moderato è così , il governo non può essere , per miracolo , moderato esso . D ' altronde , si è già creata qui in Roma una situazione nella quale la legge delle guarentigie non si rifarebbe e in cui certo l ' osservanza ne diventa ogni giorno più difficile e sgradevole . Potremo durare in questo stato un più o meno lungo tempo , ma se ne può già prevedere la fine . Mutarlo , sicché torni quello che era e voleva essere , può ritenersi desiderabile ; ma mi par poco credibile . Andremo avanti , per esprimermi colla vuota frase che usa : e poi ? Si soffia di fuori e di dentro nel fuoco ; divamperà ; e poi ? Un triste poi a parer mio , qual ch ' esso deva essere ; e più triste ancora la via , che ci mena . Iddio voglia , che io sia cattivo profeta ; e tante nubi , che ai miei occhi par che s ' addensino , le sperda un raggio di luce divina .