StampaPeriodica ,
Accanto
e
sopra
alla
sua
grande
funzione
commerciale
e
industriale
,
Genova
non
ha
(
o
almeno
,
passa
per
non
avere
)
una
propria
funzione
intellettuale
e
direttiva
nella
politica
e
nella
cultura
italiana
.
Milano
,
Torino
,
Bologna
,
Firenze
:
centri
d
'
idee
,
creatori
di
movimento
,
iniziatori
ex
nihilo
di
vita
nuova
.
Genova
:
come
un
nautilo
dalle
splendide
iridescenze
,
ma
di
poche
forze
,
si
lascia
portare
.
Non
che
le
manchi
la
cultura
,
come
si
pensa
tante
volte
,
erroneamente
:
ma
la
cultura
pur
diffusa
,
è
individuale
,
atomistica
,
indebolita
dal
frazionamento
,
riunita
talvolta
in
collettività
ma
senza
superare
il
semplice
aggregamento
:
epperò
sente
gli
echi
e
rimanda
vibrando
le
onde
che
vengono
,
di
lontano
,
ma
non
ne
produce
essa
del
suo
.
Questa
condizione
,
diciamo
così
,
secondaria
c
'
è
tanto
per
la
cultura
che
per
la
politica
:
o
meglio
pare
ed
è
l
'
opinione
che
sia
così
.
E
per
la
cultura
in
sé
,
si
capisce
:
perché
essa
vuole
che
lo
spirito
le
si
dedichi
tutto
,
come
a
un
'
amata
che
non
si
trascura
,
sotto
pena
di
perderla
:
e
la
vita
febbrile
del
commercio
e
dell
'
industria
non
agevola
certo
questa
.
dedizione
,
la
impedisce
anzi
,
la
presenta
come
un
infrangere
i
doveri
,
sacri
o
forzati
,
della
pratica
.
A
parte
la
superficiale
cultura
femminile
,
vernice
che
si
stende
su
tutte
le
menti
per
la
solita
educazione
di
classe
borghese
:
a
parte
il
lavoro
delle
scuole
,
dell
'
Università
(
modesto
,
non
infruttuoso
,
ma
:
accademico
)
;
voi
sentite
qui
la
presenza
dei
germi
di
una
più
ricca
vita
dello
spirito
,
la
avvertite
nelle
poche
manifestazioni
che
se
ne
rilevano
(
qualche
mostra
d
'
arte
,
qualche
rivista
fine
e
signorile
)
,
la
ammirate
nei
modesti
uomini
d
'
ufficio
o
di
banca
o
di
fabbrica
;
ma
quei
germi
vivono
rachitici
,
stenti
,
in
una
sterile
fioritura
di
.
dilettantesimo
:
oppure
espandono
i
loro
polloni
fuori
,
in
altro
suolo
.
Tanto
che
l
'
uomo
di
cultura
,
quello
che
veramente
fa
il
progresso
come
suo
artefice
e
non
semplice
goditore
,
ha
l
'
impressione
di
essere
peregrino
in
sua
patria
,
e
il
suo
cuore
s
'
avviva
solo
di
consonanze
lontane
.
Ma
per
la
vita
politica
ripetere
semplicemente
lo
stesso
giudizio
è
falsità
,
o
almeno
esagerazione
,
che
guarda
solo
alle
esteriori
apparenze
,
non
al
nocciolo
interno
.
Noi
crediamo
anzi
che
in
questo
campo
si
troveranno
le
nuove
energie
che
attraverso
la
formazione
di
una
cultura
politica
muoveranno
a
ricostituire
e
avvivare
,
in
genere
,
la
cultura
.
Di
fronte
alla
calma
superiore
dello
spirito
il
genovese
rifiuta
,
un
po
'
apatico
,
di
turbarla
per
l
'
azione
culturale
:
Deus
nobis
haec
otia
fecit
,
il
dio
della
tenacia
ligure
,
creatore
di
ricchezze
nei
secoli
;
e
perché
non
goderli
in
pace
,
questi
ozi
?
Ma
il
turbinio
dei
fatti
,
oscuri
come
di
sabbia
e
polvere
,
lo
attrae
e
scuote
verso
l
'
attività
produttiva
e
organizzatrice
di
politica
cittadina
e
nazionale
.
Forse
perché
toccato
nell
'
interesse
,
intento
alla
conservazione
e
all
'
accrescimento
del
proprio
sé
economico
?
Non
forse
,
ma
certo
;
questo
è
il
primo
stimolo
,
il
più
vivo
,
il
più
lancinante
.
Un
'
opera
di
cultura
politica
che
anziché
procedere
dalla
pratica
all
'
idea
,
cerchi
d
'
instaurare
anzitutto
l
'
idea
,
quasi
come
un
'
educazione
astratta
e
formale
,
qui
muore
.
Ma
non
è
detto
che
da
quello
stimolo
non
si
assurga
a
più
alte
vette
:
e
il
realismo
politico
genovese
è
certo
superiore
a
quello
di
molte
altre
grandi
città
italiane
.
Tanto
che
i
movimenti
più
scapigliati
e
scapestrati
a
Genova
rinsaniscono
,
e
in
qualche
modo
,
per
l
'
inevitabile
reazione
dell
'
antico
tronco
su
cui
s
'
innestano
:
il
tronco
della
razza
.
Per
un
pezzo
,
fino
verso
il
1902-'903
,
la
politica
genovese
dopo
il
'70
si
riassunse
in
queste
poche
sigle
:
pseudoliberalismo
personale
e
plutocratico
:
blocco
clericale
,
più
o
meno
conservatore
,
rappresentato
dalla
Unione
Genovese
(
vecchia
nobiltà
e
bassa
borghesia
)
;
e
mazzinianesimo
socialdemocratico
,
rappresentante
della
vecchia
,
gloriosa
tradizione
rivoluzionaria
e
repubblicana
.
La
scarsezza
di
alto
slancio
economico
fino
allora
regnante
,
favoriva
,
se
non
il
fiorire
,
certo
il
consolidarsi
delle
due
prime
tendenze
,
dominanti
or
l
'
una
or
l
'
altra
e
più
spesso
tutt
'
e
due
,
come
alleate
;
la
terza
,
morti
i
duci
più
intelligenti
,
Cesare
Cabella
e
Giorgio
Doria
,
rimaneva
debole
e
incerta
sebbene
esteriormente
battagliera
:
ora
colorandosi
di
letteratura
,
ora
di
garibaldinismo
:
senza
nessuna
originalità
.
Ma
con
l
'
avanzare
del
nuovo
secolo
,
mentre
il
porto
s
'
ingrandiva
prosperoso
e
le
industrie
crescendo
e
allargandosi
procuravano
la
formazione
di
un
nuovo
e
più
compatto
proletariato
(
in
parte
d
'
importazione
,
é
vero
,
e
in
parte
disceso
dai
monti
,
dove
le
"
fascie
"
di
terra
non
bastavano
più
alle
numerose
proli
,
ma
tosto
fusa
in
salda
unità
)
,
si
generò
il
socialismo
ligure
e
la
nuova
democrazia
,
fresca
di
gioventù
e
di
intellettualità
.
Quello
ha
oramai
una
storia
gloriosa
:
questa
una
vita
non
grande
,
ma
seria
;
l
'
uno
e
l
'
altra
con
caratteri
peculiari
e
tipicamente
locali
.
I
cosiddetti
Giovani
Turchi
di
tre
lustri
fa
sono
oggi
ancora
,
per
quanto
usciti
di
gioventù
,
l
'
ala
sinistra
e
progressiva
dei
partiti
liberali
,
differenziandosi
nettamente
e
dai
liberali
-
democratici
e
dalla
democrazia
plutocratica
per
l
'
assimilazione
intelligente
delle
migliori
dottrine
socialiste
.
Ma
certo
la
nota
dominante
della
politica
genovese
è
costituita
e
segnata
nell
'
ultimo
ventennio
dal
socialismo
:
trionfante
con
l
'
elezione
di
Canepa
nel
1909
e
subito
dopo
con
un
'
Amministrazione
demo
-
socialista
:
padrone
del
porto
con
le
cooperative
:
in
prevalenza
riformiste
nel
periodo
immediatamente
anteriore
alla
guerra
,
poi
diviso
a
pari
forze
tra
riformismo
e
partito
ufficiale
.
Dal
socialismo
e
dai
neo
-
democratici
cominciò
fin
d
'
allora
a
venir
promossa
una
politica
fattiva
e
una
cultura
politica
.
La
guerra
,
che
fu
per
Genova
causa
di
grande
,
sebbene
in
parte
effimero
accrescimento
di
ricchezze
:
il
dopoguerra
co
'
suoi
problemi
e
i
suoi
nuovi
partiti
:
la
più
vigorosa
e
precisa
azione
personale
e
giornalistica
dei
dirigenti
:
tutto
fu
alimento
della
nuova
coscienza
politica
genovese
.
La
quale
,
per
quanto
sempre
più
viva
,
non
ha
però
ancora
superato
la
cerchia
locale
:
il
problema
nazionale
è
certo
da
essa
vissuto
in
ogni
sua
forma
,
e
tuttavia
soltanto
come
un
epifenomeno
.
Questa
attuazione
del
regionalismo
anche
da
chi
lo
nega
come
teoria
,
questo
insistente
particolarizzarsi
appunto
per
la
sua
insistenza
e
vivacità
non
può
essere
un
difetto
o
una
via
falsa
:
sarebbe
tale
se
rappresentasse
una
porta
chiusa
,
ma
come
momento
pedagogico
è
qualche
cosa
di
ben
necessario
.
E
bisogna
tenerne
il
massimo
conto
sia
per
capire
alcuni
movimenti
,
sia
per
giudicarne
altri
.
Ecco
il
partito
popolare
,
inseritosi
alla
bell
'
e
meglio
sul
vecchio
tronco
clerico
-
moderato
,
diviso
in
sinistra
progressiva
e
destra
conservatrice
,
ma
con
preponderanza
ormai
evidente
della
prima
.
Per
sapere
che
cosa
significhi
esso
in
Liguria
,
guardatelo
appunto
nella
sua
opera
di
partito
popolare
ligure
.
Organizzazione
dei
piccoli
agricoltori
ai
danni
dei
mercati
cittadini
:
movimento
di
fronda
contro
il
clero
intransigente
,
culminato
nella
partenza
dell
'
arcivescovo
Boggiani
:
azione
a
pieno
favore
degli
industriali
,
armatori
e
commercianti
contro
le
cooperative
operaie
e
il
proletariato
socialista
.
Non
avrei
mai
creduto
che
i
deputati
popolari
di
sinistra
,
con
tutte
le
loro
parvenze
democratiche
,
si
facessero
fino
a
tal
punto
i
paladini
del
capitalismo
.
Nihil
mirari
.
In
Genova
,
un
'
operosità
di
questa
fatta
è
certo
il
miglior
metodo
per
rifarsi
della
sonora
sconfitta
toccata
nelle
ultime
elezioni
amministrative
,
specialmente
accomunata
,
com
'
è
,
con
l
'
assunzione
di
tutti
i
compiti
è
uffici
cittadini
dell
'
antica
"
Unione
Genovese
"
e
la
propaganda
"
cattolica
"
in
seno
alla
gioventù
.
Ma
se
quest
'
ultima
può
significare
alcunché
quale
risveglio
di
cultura
e
di
religione
,
nella
sua
inevitabile
,
anzi
precipua
attività
politica
,
non
esce
dall
'
oscurità
.
Poiché
dal
centro
siamo
stati
rivolti
a
destra
,
seguiamo
pure
,
un
momento
,
la
Destra
.
Premetto
che
né
liberali
-
democratici
,
né
democratici
-
liberali
contano
valore
alcuno
al
loro
attivo
,
all
'
infuori
di
alcuni
"
nomi
"
e
delle
due
bandiere
:
Gruppo
Ansaldo
-
Gruppo
Ilva
che
di
neo
-
liberalismo
in
Liguria
non
si
parla
se
non
per
ischerzo
;
che
i
mazziniani
,
per
antibolscevismo
;
sono
a
Genova
(
non
nella
provincia
)
in
gran
parte
destri
anch
'
essi
;
che
il
Rinnovamento
non
si
vede
servire
ad
altro
se
non
a
scopi
personali
;
che
i
fascisti
,
sparite
per
repressione
governativa
le
efflorescenze
anarchiche
,
si
limitano
al
donchisciottismo
,
la
conclusione
è
che
la
Destra
,
con
tutti
i
non
-
destri
di
nome
che
le
fan
coda
di
fatto
;
avrà
dei
pesi
materiali
per
la
bilancia
politica
,
ma
nessuna
sostanza
ideale
.
Questo
perché
non
c
'
è
mai
stata
una
vera
tradizione
liberale
,
da
non
confondersi
con
il
liberalismo
di
tradizione
.
Rimane
la
Sinistra
,
quella
che
costituisce
il
nucleo
più
forte
della
presente
maggioranza
amministrativa
:
i
veri
democratici
,
che
sono
a
Genova
quello
che
cercano
altrove
di
essere
i
neo
-
liberali
.
E
si
parla
,
anzi
,
di
"
socialdemocrazia
"
:
ma
a
noi
pare
che
questa
Amministrazione
comunale
,
taglieggiatrice
dei
ricchi
e
labourista
e
grande
promotrice
di
opere
pubbliche
e
,
una
buona
volta
,
seriamente
preoccupata
del
problema
finanziario
:
questa
Amministrazione
che
vive
d
'
una
coscienza
moderna
della
vita
comunale
(
qualunque
giudizio
si
voglia
poi
dare
delle
sue
concrete
determinazioni
)
abbia
con
sè
qualcosa
di
più
degli
ideali
socialdemocratici
.
Sotto
qualche
esteriore
parvenza
di
"
antibolscevismo
"
e
le
frequenti
contese
con
la
minoranza
socialista
,
e
nonostante
gli
elementi
di
destra
che
frondeggiano
sempre
per
riacquistare
il
dominio
perduto
,
c
'
è
in
questi
uomini
di
Comune
un
forte
vantaggio
sui
loro
predecessori
vicini
e
lontani
.
Come
gruppo
politico
,
che
si
avvia
a
trascendere
il
problema
locale
,
hanno
una
grande
eredità
,
il
nome
di
Raimondo
e
le
idee
svolte
nel
primo
,
e
solo
buono
,
dei
due
anni
di
vita
(
agosto
'19
-
settembre
'21
)
della
sua
Azione
.
Raimondo
:
sotto
la
fredda
,
astratta
analisi
del
critico
nulla
più
che
un
avvocato
di
grido
,
felice
politicante
,
dalla
cultura
di
terza
e
quarta
mano
quindi
farraginosa
più
che
vasta
;
ma
come
uomo
vivente
,
nella
storia
del
suo
paese
,
una
personalità
.
Dirò
meglio
:
una
individualità
,
irradiatrice
di
nuova
vita
,
educatrice
di
un
verbo
novello
.
E
se
la
novità
di
questa
vita
e
di
questo
verbo
,
scrutati
bene
addentro
,
non
fu
poi
grande
(
americanismo
e
retorica
non
mancavano
,
infatti
)
,
grande
fu
il
calore
che
lo
agitava
,
e
fecondo
.
Accanto
,
i
"
Combattenti
"
.
Questi
,
vincitori
nelle
elezioni
politiche
del
'19
e
nelle
amministrative
del
'20
(
come
costituenti
la
metà
del
Blocco
)
,
hanno
perduto
un
po
'
delle
larghe
simpatie
onde
prima
godevano
per
la
sconfitta
nelle
elezioni
politiche
del
maggio
'21
:
ai
vinti
si
dà
sempre
torto
.
Ma
rappresentano
,
specie
ora
che
sono
avviati
a
interni
ed
esterni
rinnovamenti
,
una
forte
(
sebbene
ristretta
)
base
di
intellettualità
politica
e
di
nuovo
movimento
operaio
,
su
cui
potrà
sorgere
un
analogo
dei
partiti
Sardo
e
Molisano
d
'
azione
.
Importa
però
che
essi
lascino
il
combattentismo
,
che
fa
perdere
loro
aderenti
senza
permettere
l
'
acquisto
di
nuovi
,
e
pone
in
poco
sano
dissidio
la
sezione
centrale
,
organizzatrice
e
direttrice
,
con
le
sezioni
provinciali
,
fascisteggianti
.
Importerebbe
anche
una
politica
più
concreta
e
realistica
,
di
cui
hanno
dato
già
buoni
esempi
,
ma
non
sempre
dimostrano
sentir
l
'
esigenza
.
Certo
il
passato
di
questo
biennio
costituisce
un
appoggio
che
non
si
può
lasciar
andare
di
punto
in
bianco
:
ma
ci
auguriamo
che
non
venga
venerato
troppo
.
Altrimenti
il
capitale
delle
cooperative
di
combattenti
non
passerà
mai
le
150
o
200
mila
lire
,
a
cui
ora
é
arrivato
,
né
i
voti
cresceranno
,
né
avranno
maggior
forza
le
idee
.
Queste
rappresentano
la
transizione
più
diretta
verso
il
blocco
socialista
:
"
blocco
"
per
modo
di
dire
,
perché
gran
discordia
è
nel
campo
di
Agramante
.
Autonomi
,
ufficiali
,
comunisti
non
sono
stati
per
tutto
il
'21
nei
migliori
rapporti
reciproci
.
Il
famoso
patto
di
fusione
è
andato
per
aria
per
le
tenaci
riserve
che
nell
'
approvarlo
hanno
voluto
porvi
gli
autonomi
del
cooperativismo
.
La
imperiosa
esigenza
del
problema
locale
ha
oppresso
gli
slanci
verso
un
problema
più
vasto
.
E
tuttavia
,
con
tutto
il
loro
particolarismo
,
gli
autonomi
sono
un
forte
partito
,
hanno
un
grande
giornale
e
ora
anche
un
teatro
per
il
popolo
,
con
i
quali
curano
più
che
ogni
altro
la
cultura
delle
masse
;
una
banca
,
vaste
organizzazioni
,
élite
intellettuali
e
operaie
;
e
non
sono
da
confondere
con
il
volgare
riformismo
del
partito
di
questo
nome
,
ridotto
ormai
a
una
volgarissima
democrazia
sociale
:
a
un
programma
gradualista
essi
uniscono
infatti
una
prassi
eminentemente
rivoluzionaria
,
che
fuori
di
ogni
retorica
supera
forse
l
'
azione
degli
stessi
ufficiali
.
I
quali
tengono
invece
la
provincia
e
il
proletariato
più
basso
con
maggiore
rivoluzionarismo
estrinseco
ma
con
minor
fondatezza
di
programma
:
e
tuttavia
hanno
finalmente
dato
a
Genova
l
'
esempio
di
una
minoranza
consigliare
fattiva
e
criticamente
collaboratrice
della
maggioranza
.
Il
valore
di
alcuni
capi
(
Rossi
,
Baratono
,
Abbo
)
rimedia
a
quel
difetto
organico
troppo
evidente
.
Mediocre
invece
il
comunismo
,
salvo
per
la
sua
posizione
di
intransigenza
,
che
del
resto
è
condivisa
dagli
altri
partiti
estremi
.
A
Genova
anzi
,
propriamente
parlando
,
il
comunismo
è
troppo
in
minoranza
per
poter
essere
valutato
alla
loro
stregua
.
Ma
quello
che
importa
è
notare
come
la
netta
divisione
politica
dilacerante
l
'
Estrema
non
ne
intacchi
l
'
unità
sindacale
.
La
vecchia
Camera
del
Lavoro
vive
e
prospera
d
'
un
patto
d
'
unione
che
sembra
destinato
a
durare
in
perpetuo
anche
se
i
rinnovamenti
che
se
ne
fanno
sono
a
breve
scadenza
.
E
l
'
unità
non
è
semplicemente
aggregazione
e
somma
di
forze
,
ma
sintesi
organica
,
cui
nutriscono
le
lotte
e
le
cause
assunte
in
comune
.
Ché
anzi
come
sua
conseguenza
,
non
è
difficile
pensare
alla
possibilità
dell
'
auspicata
fusione
,
ora
che
già
vediamo
sedarsi
le
polemiche
;
di
una
fusione
che
eliminando
definitivamente
dagli
autonomi
ogni
residuo
di
riformismo
socialdemocratico
è
dai
socialisti
ufficiali
i
verbalismi
e
le
imprudenze
,
dia
alla
Liguria
un
suo
novello
proletariato
operato
e
ponga
le
basi
per
la
costituzione
di
un
proletariato
ligure
contadino
di
marca
sincera
.
Per
assurgere
,
una
volta
risolto
e
quindi
superato
il
problema
locale
;
a
una
funzione
nazionale
,
dove
gli
potranno
essere
ausiliari
guide
maestri
gli
intellettuali
che
cercano
anch
'
essi
per
conto
loro
un
'
educazione
politica
.
Solo
l
'
operaio
;
non
il
contadino
,
solo
lo
studioso
,
non
il
plutocrate
potranno
esser
gli
iniziatori
e
gli
autori
di
una
nuova
coscienza
politica
ligure
.
E
allora
avremo
anche
una
nostra
cultura
.
StampaPeriodica ,
I
Questa
fin
di
secolo
è
davvero
inaspettata
.
Chi
vorrà
figurare
il
secolo
decimonono
,
non
potrà
farlo
con
altra
immagine
che
quella
di
una
serpe
avvoltolata
sopra
se
medesima
,
che
con
la
bocca
si
morsichi
la
coda
;
tante
delle
cose
ch
'
esso
ha
detto
in
principio
rinnega
alla
fine
.
Chi
difatti
si
sarebbe
figurato
,
un
trenta
anni
fa
,
che
,
dopo
essersi
discorso
tanto
di
emancipazione
dei
giudei
,
e
averne
menato
vanto
,
come
di
grande
conquista
civile
,
desiderata
e
promossa
per
lungo
tempo
dai
filosofi
e
accettata
infine
dai
politici
,
supremamente
liberale
,
umana
,
santa
,
sarebbe
giunta
un
'
ora
in
cui
in
tutte
le
società
civili
d
'
Europa
molti
l
'
avrebbero
rimpianta
,
e
in
qualche
Stato
i
governi
,
non
trascinando
dietro
sé
l
'
opinione
che
si
chiama
pubblica
,
ma
trascinati
,
o
per
propria
risoluzione
o
da
motivi
che
son
parsi
loro
ragionevoli
,
sarebbero
ritornati
sull
'
antica
via
,
pentiti
di
averla
per
poco
abbandonata
?
Pure
è
così
;
e
noi
vecchi
,
ai
quali
brilla
tuttora
nella
mente
quell
'
ideale
di
giustizia
e
di
pace
che
ci
ha
innamorato
e
mosso
da
giovani
,
a
sentire
così
improvvise
grida
di
odio
e
di
guerra
,
restiamo
come
stupefatti
,
e
ci
domandiamo
che
sovvertimento
si
è
fatto
nelle
idee
umane
e
di
dove
è
nato
e
perché
,
e
se
le
società
,
in
cui
siamo
oramai
vissuti
,
son
destinate
a
girare
di
continuo
intorno
a
se
stesse
,
e
non
aver
nessun
avviamento
sicuro
a
meta
qualsiasi
,
e
ogni
idea
di
bene
che
lo
attragga
non
essere
infine
se
non
un
fantasma
vano
che
le
seduce
.
Come
noi
siamo
stati
giovani
,
altri
son
giovani
ora
;
ma
troppi
di
questi
hanno
sentimenti
affatto
contrari
ai
nostri
.
Quello
di
cui
noi
ci
commovevamo
,
essi
deridono
;
dove
a
noi
spunta
dagli
occhi
una
lacrima
,
s
'
atteggian
loro
le
labbra
a
sogghigno
.
Ci
par
d
'
essere
morti
,
o
che
più
non
si
viva
intorno
a
noi
.
Ma
,
forse
,
la
loro
è
malattia
passeggera
;
e
questa
ultima
speranza
ci
conforta
,
e
in
essa
speriamo
e
combattiamo
;
e
ancora
non
ci
si
spegne
nel
cuore
ogni
fiducia
di
una
vittoria
finale
,
che
ci
debba
,
che
ci
possa
,
dopo
nuovi
e
fieri
contrasti
,
sorridere
.
II
Dio
bono
!
Come
in
ogni
moto
umano
,
per
legittimi
e
desiderabili
che
siano
le
mire
e
gli
effetti
,
il
male
si
mescola
al
bene
!
E
come
non
v
'
ha
nulla
cui
possiamo
chiamar
bene
che
non
sia
in
parte
male
anche
,
nulla
che
giovi
per
modo
che
in
qualche
aspetto
e
misura
non
danneggi
anche
!
È
stato
salutare
il
moto
che
nella
ultima
metà
del
secolo
ha
ricomposto
l
'
Italia
e
la
Germania
a
nazione
,
ridata
una
vita
nazionale
all
'
Ungheria
,
e
ravvivato
lo
spirito
slavo
,
e
ricostituita
una
Bulgaria
.
Eppure
,
anche
politicamente
i
suoi
risultati
non
sono
stati
tutti
scevri
di
biasimo
e
di
dolori
;
e
i
mutamente
che
è
destinato
a
fare
,
non
sono
neanche
ora
al
termine
.
Ma
uno
è
certamente
cattivo
.
Sparsa
tra
le
nazioni
cristiane
ne
viveva
e
ne
vive
una
,
che
non
è
né
così
separata
da
ciascuna
che
le
sia
propriamente
forestiera
,
né
così
unita
che
in
nessun
aspetto
se
ne
distingua
.
Parte
una
inclinazione
sua
naturale
,
parte
un
corso
di
eventi
lungo
,
crudele
,
fatale
,
aveva
forzata
questa
nazione
a
rimanere
senza
territorio
proprio
e
vivere
,
senza
nessun
fondamento
o
ricognizione
di
diritto
pubblico
,
tra
le
altre
.
Però
quel
largo
sentimento
umano
,
che
ha
prevalso
nell
'
ultimo
terzo
del
secolo
scorso
,
e
nella
prima
metà
di
questo
,
aveva
giovato
a
sminuire
le
ripugnanze
,
che
le
nazioni
sentivano
ciascuna
verso
quella
parte
di
questa
nazione
estranea
,
che
s
'
era
infiltrata
nel
loro
seno
.
Ma
ecco
che
ora
il
sentimento
nazionale
,
rieccitato
,
rinvigorito
,
rieccita
,
rinvigorisce
quelle
ripugnanze
;
e
cotesta
nazione
giudaica
,
che
è
fuor
di
tutte
e
fuor
di
nessuna
,
che
fa
corpo
con
tutte
e
corpo
nonostante
da
sé
,
è
da
ogni
altra
risentita
straniera
,
e
ripresa
,
come
tale
,
a
odiare
.
Una
delle
modificazioni
principali
che
,
alla
fine
del
secolo
scorso
,
venne
introdotta
nell
'
ordinamento
sociale
,
fu
certamente
questa
:
che
il
lavoro
e
la
produzione
furon
lasciati
liberi
.
Ciascuno
avrebbe
dovuto
quindi
dinnanzi
fidare
sopra
di
sé
senza
guida
,
senza
consorzi
e
senza
freni
;
e
tutti
fare
a
chi
più
può
,
a
chi
meglio
può
.
Ora
,
questa
nazione
giudaica
che
,
per
un
rispetto
,
rimaneva
una
confraternita
in
mezzo
a
tutte
le
altre
che
si
discioglievano
una
confraternita
,
per
soprappiù
,
che
valicava
i
confini
di
ciascuna
delle
nazioni
in
mezzo
a
cui
dimorava
e
si
dava
la
mano
dall
'
una
all
'
altra
era
,
per
un
altro
rispetto
,
la
meglio
preparata
alla
lotta
pacifica
di
tutti
contro
tutti
,
proclamata
dalla
dissoluzione
degli
antichi
ordini
della
produzione
industriale
.
Secoli
di
angustie
tormentose
avevano
affilato
l
'
ingegno
di
quelli
che
la
componevano
.
Corporazioni
d
'
arti
,
dov
'
essa
non
potesse
penetrare
,
non
ne
esistettero
più
.
Costretta
a
forza
a
sostentare
la
vita
solo
con
miseri
e
scarsi
mestieri
,
aveva
acquistato
in
questi
un
'
abilità
senza
pari
;
minacciata
di
continuo
d
'
esser
derubata
del
suo
,
o
per
furore
di
popolo
o
per
astuzia
di
governi
bisognosi
,
s
'
era
abituata
ad
accumulare
insieme
e
nascondere
.
Non
poteva
,
per
cansare
l
'
invidia
,
vivere
se
non
poveramente
:
era
diventata
,
così
ricca
e
atta
a
prestar
denaro
,
a
quei
saggi
d
'
interesse
,
s
'
intende
,
che
suol
prestarsi
,
quando
manca
la
sicurezza
di
riaverlo
.
Così
tra
i
molti
altri
odi
,
se
n
'
era
procurato
uno
,
che
non
è
il
meno
ardente
,
per
parte
dei
suoi
vicini
,
l
'
odio
del
creditore
;
e
sarebbe
cresciuto
per
ciò
solo
,
che
nel
nuovo
avviamento
preso
dalla
produzione
e
del
lavoro
,
si
trovava
,
se
non
in
tutto
,
certo
principalmente
nelle
sue
mani
il
nerbo
di
ogni
riuscita
,
il
denaro
.
Perché
una
nazione
doveva
mantenere
nel
suo
grembo
,
nutrire
,
proteggere
del
diritto
comune
cotesti
concorrenti
,
che
non
le
appartenevano
per
ragioni
di
stirpe
,
e
che
d
'
altra
parte
erano
i
meglio
preparati
a
vincere
?
Qui
non
è
più
un
sentimento
nuovo
che
respinge
i
giudei
e
li
scaccia
,
come
gente
caduta
in
una
rete
non
sua
,
ma
un
interesse
;
tanto
vivace
quello
,
quanto
oculato
e
sospettoso
questo
.
Pure
tra
tante
influenze
mutate
a
suo
danno
,
una
si
doveva
credere
fosse
mutata
in
suo
favore
.
La
ragione
,
talora
unica
,
talora
principalissima
,
per
la
quale
quella
nazione
giudaica
era
stata
,
non
già
soprattutto
dispersa
tra
le
altre
,
ma
soprattutto
tenuta
serva
,
bistrattata
,
martoriata
era
stata
questa
:
essa
aveva
crocifisso
l
'
Iddio
delle
nazioni
presso
le
quali
viveva
.
Al
giudice
pagano
e
romano
,
che
le
ricusava
la
condanna
a
morte
e
ripugnava
a
pronunciarla
,
aveva
gridato
per
ottenerla
:
il
sangue
suo
ricada
sopra
noi
e
i
nostri
figlioli
.
Ed
era
ricaduto
sopra
essi
e
i
lor
figlioli
cotesto
sangue
,
terribilmente
ricaduto
.
L
'
Uomo
-
Dio
,
non
voluto
riconoscere
da
essa
per
il
messia
invocato
e
aspettato
,
era
stato
riconosciuto
tale
da
tutte
quante
le
nazioni
,
che
s
'
erano
ascritte
alla
fede
in
lui
,
ed
eran
tutte
quelle
,
presso
le
quali
i
giudei
,
in
maggior
o
in
minor
numero
,
avevan
preso
stanza
.
Anche
a
coloro
dai
quali
cotesto
ucciso
non
era
creduto
Iddio
,
l
'
innocenza
della
sua
vita
e
il
sublime
sacrificio
con
cui
l
'
aveva
chiusa
,
l
'
altezza
e
la
santità
della
dottrina
predicata
da
lui
,
rendevano
orrenda
la
morte
inflittagli
e
odiosi
quelli
che
l
'
avevano
inflitta
.
Vendicarla
sopra
gli
omicidi
pareva
obbligo
e
,
certo
,
diritto
.
Ma
via
via
erano
,
dove
prima
dove
dopo
,
sorti
sentimenti
diversi
che
temperavano
questo
.
La
fede
nella
divinità
della
persona
di
Gesù
Cristo
s
'
era
andata
attenuando
tra
le
classi
,
sia
per
ingegno
sia
per
grado
sociale
,
dirigenti
;
e
insieme
con
questa
attenuazione
della
fede
era
cresciuto
l
'
ardire
di
discutere
i
motivi
della
condanna
,
e
ricercare
le
ragioni
plausibili
per
le
quali
il
popolo
ebreo
da
una
parte
e
il
magistrato
romano
dall
'
altra
avevano
voluta
e
decretata
la
morte
.
Così
,
nella
difesa
della
potestà
civile
si
trovava
altresì
la
difesa
della
volontà
popolare
che
essa
questa
volta
aveva
secondata
.
Scemato
l
'
orrore
dell
'
omicidio
,
scemava
quello
degli
omicidi
,
e
s
'
allentava
la
spinta
a
punirli
,
a
coprirli
di
sprezzo
e
proseguirli
d
'
odio
.
Ma
,
se
così
fu
sul
principio
,
non
fu
così
più
tardi
.
Questo
Gesù
,
cui
s
'
era
tanto
creduto
,
cui
si
cominciava
credere
meno
,
era
stato
un
giudeo
anche
lui
;
via
via
che
la
guerra
al
cristianesimo
s
'
esacerbò
,
prima
in
qualche
parte
delle
classi
superiori
,
poi
in
qualche
parte
delle
masse
popolari
,
se
ne
volle
ai
giudei
d
'
avergli
dato
,
come
si
sia
,
origine
;
si
ricercò
quello
che
il
cristianesimo
e
il
giudaismo
avessero
di
comune
e
contro
questo
comune
si
appuntarono
gli
strali
.
I
giudei
,
che
avevano
tanto
patito
della
opposizione
in
cui
erano
sorti
e
vissuti
col
cristianesimo
,
patirono
altresì
delle
relazioni
che
avevano
con
esso
.
Non
tutti
quelli
,
che
per
quest
'
altra
ragione
cominciarono
ad
averli
dispetto
e
li
hanno
,
sanno
ricercare
,
sceverare
dentro
di
sé
il
perché
,
né
da
quanti
rivoli
nasca
la
passione
che
li
anima
.
E
nel
caso
di
quella
di
cui
parliamo
,
dall
'
aspetto
da
cui
ne
parliamo
,
l
'
analisi
è
davvero
difficile
,
dappoiché
le
fonti
,
che
l
'
alimentarono
e
l
'
alimentano
,
sono
davvero
molteplici
.
Chi
ne
vuole
ai
giudei
,
perché
di
mezzo
a
loro
è
venuto
su
il
cristianesimo
;
chi
asserisce
invece
che
il
giudaismo
ha
deturpato
,
ha
viziato
il
cristianesimo
ricacciandosegli
dentro
,
mentre
esso
aveva
chiaramente
professato
,
nascendo
,
di
volersene
distaccare
.
Ma
che
è
questo
giudaismo
,
che
,
comunque
si
volti
,
è
principio
di
male
?
Qui
la
scienza
ha
provvisto
in
fretta
una
risposta
.
I
giudei
sono
semiti
.
Basti
dir
questo
per
intendere
come
non
si
possano
assimilare
colle
nazioni
europee
,
presso
le
quali
si
sono
ricoverati
giacché
queste
sono
ariane
.
La
ragione
,
dunque
,
della
contraddizione
,
dell
'
ostilità
,
della
irreconciliabilità
è
antica
,
profonda
,
originaria
,
insanabile
,
si
nasconde
sino
nei
germi
racchiusi
da
Dio
nel
seno
delle
stirpi
,
ch
'
egli
distinse
,
separò
,
allontanò
in
principio
.
Le
altre
ragioni
di
riluttanza
rispettiva
fra
cotesti
giudei
e
i
francesi
,
gli
italiani
,
gli
inglesi
,
i
tedeschi
,
i
russi
,
possono
essere
vere
,
ma
sono
accidentali
o
sussidiarie
;
la
ragione
sostanziale
,
fontale
,
primigenia
,
la
scaturigine
è
questa
:
che
essi
sono
semiti
,
ariani
noi
.
L
'
antisemitismo
,
come
è
stato
chiamato
e
una
parola
trovata
è
così
grande
avviamento
,
bene
o
male
che
trovata
sia
,
alle
cose
l
'
antisemitismo
è
dovere
impreteribile
di
noi
ariani
contrastarlo
,
combatterlo
,
sterminarlo
,
qui
è
il
porro
unum
necessarium
,
è
il
mezzo
indispensabile
del
progresso
avvenire
della
civiltà
europea
,
il
solo
mezzo
di
risanarla
e
di
ravviarla
.
III
Vogliamo
,
dobbiamo
ripigliare
ciascuno
di
questi
motivi
,
esaminarli
,
discuterli
,
e
giudicare
se
e
quanto
abbiano
di
vero
?
Meglio
narrare
prima
,
come
oggi
,
in
un
grande
Stato
che
vuol
essere
civile
,
questa
miscela
triste
di
falsa
scienza
,
di
spietati
interessi
,
di
inumani
sentimenti
,
scoppi
e
operi
.
In
Russia
vive
un
numero
di
giudei
,
non
bene
accertato
,
ma
che
si
vuol
credere
ammonti
dai
quattro
ai
cinque
milioni
.
Sarebbe
come
se
in
Italia
ve
ne
fossero
poco
oltre
un
milione
.
Se
non
che
ab
antico
è
imposto
loro
l
'
obbligo
di
non
dimorare
se
non
in
una
parte
dell
'
immensa
superficie
dell
'
impero
.
Questa
parte
è
il
loro
recinto
,
un
largo
ghetto
.
Si
compone
dei
governi
di
Grodno
,
Kovno
,
Volinia
,
Podolia
,
Witebsk
e
Minsk
nella
Russia
occidentale
;
di
Varsavia
,
Radom
,
Lublin
,
Suwalky
,
Plotzk
,
Kalisch
,
Petrikow
,
Kjelz
e
Siedlitz
in
Polonia
;
della
Tauride
con
la
penisola
di
Crimea
,
Kherson
,
Jekaterinoslav
e
Bessarabia
nella
Russia
meridionale
o
nuova
;
in
complesso
di
ventun
governi
in
un
'
area
di
700.884
chilometri
,
di
cui
21.942.244
che
l
'
impero
ne
numera
,
e
con
una
popolazione
di
circa
14
milioni
tra
giudei
,
polacchi
,
lituani
,
lituini
,
tedeschi
,
tartari
,
caraiti
e
schmudgiaki
,
di
104
che
l
'
impero
ne
conta
.
Non
è
a
dire
che
nella
ristretta
cerchia
,
in
cui
devono
contenersi
,
i
giudei
siano
ora
o
fossero
mai
soggetti
al
diritto
comune
,
stessero
alla
pari
delle
altre
molte
varietà
di
popolazioni
colle
quali
convivono
.
Una
legislazione
speciale
rigida
e
capricciosa
è
stata
quella
che
li
ha
retti
;
e
,
come
a
tutte
le
cose
assurde
,
anche
a
questa
è
accaduto
di
dover
variare
spesso
,
e
,
per
consenso
tacito
di
quegli
stessi
che
ne
erano
gli
autori
,
non
è
stata
mai
osservata
a
lungo
.
Non
la
racconterò
;
ne
dirò
solo
l
'
ultimo
stadio
.
Si
può
dire
,
che
il
governo
russo
abbia
ripigliato
a
percorrerlo
nel
1882
,
con
quelle
che
son
dette
leggi
di
maggio
,
e
delle
quali
spetta
al
generale
Ignatieff
la
gloria
.
Per
esse
fu
vietato
agl
'
israeliti
di
risiedere
fuori
città
e
dei
borghi
,
eccetto
quelli
appartenenti
alle
colonie
agricole
fondate
dall
'
imperatore
Nicolò
nel
governo
di
Kherson
,
delle
quali
farò
cenno
più
in
là
.
Per
non
rischiare
che
gl
'
israeliti
diventassero
proprietari
di
terre
e
vi
risiedessero
,
fu
prescritto
che
i
contratti
,
coi
quali
avessero
comperato
,
ipotecato
o
preso
a
fitto
immobili
rurali
,
non
avrebbero
seguito
;
di
giunta
nessun
israelita
avrebbe
potuto
disporne
o
venire
nominato
fattore
.
Per
ultimo
,
nei
giorni
festivi
dei
cristiani
,
avrebbero
dovuto
far
festa
anch
'
essi
;
e
,
come
quelli
,
tener
chiusi
i
lor
magazzini
.
Quest
'
ultima
vessazione
par
piccola
;
ma
le
prime
due
importavano
che
,
persino
nell
'
angusta
cerchia
dov
'
era
loro
lecito
dimorare
,
avrebbero
dovuto
sgombrare
le
campagne
,
costretti
a
farsi
cittadini
e
ad
affollare
le
città
e
i
borghi
.
Pure
la
legge
si
contentava
di
non
essere
applicata
se
non
negli
undici
governi
russi
,
che
son
denominati
"
il
territorio
giudaico
"
,
non
nei
dieci
polacchi
.
Ma
non
tardò
a
parere
al
governo
di
aver
fatto
poco
;
e
nello
scorso
anno
questa
legislazione
,
ch
'
era
stata
detta
provvisoria
,
ebbe
carattere
definitivo
e
fu
coronata
con
altre
disposizioni
,
che
,
in
complesso
,
impongono
che
quindi
innanzi
nessun
giudeo
russo
si
stabilisca
nelle
campagne
,
in
nessuna
parte
del
paese
;
e
mentre
,
per
una
indulgenza
durata
molti
anni
,
erano
stati
lasciati
prender
dimora
e
acquistare
interessi
dove
lor
era
piaciuto
,
ora
debbano
tutti
sgombrare
via
via
;
e
radunarsi
pelle
città
e
nei
borghi
del
territorio
giudaico
.
Eccezioni
ve
ne
ha
poche
.
I
mercatanti
della
prima
ghilda
giacché
si
dividono
in
tre
,
secondo
la
quantità
del
lor
capitale
e
la
qualità
delle
operazioni
cui
si
dedicano
avrebbero
potuto
acquistar
immobili
fuori
delle
città
,
borghi
e
sobborghi
per
installarvi
fabbriche
e
altri
stabilimenti
industriali
,
quando
ne
avessero
avuta
licenza
dai
ministri
dell
'
interno
e
delle
finanze
,
e
la
superficie
del
terreno
non
oltrepassasse
un
po
'
più
di
mezzo
ettaro
.
Ancora
,
gl
'
israeliti
che
avessero
terminato
i
loro
studi
in
una
scuola
superiore
e
le
lor
famiglie
cioè
,
com
'
è
ben
dichiarato
,
il
capo
di
queste
,
la
sua
moglie
e
i
loro
figlioli
legittimi
tuttora
minorenni
sarebbero
stati
esenti
,
al
pari
di
cotesti
mercatanti
della
prima
ghilda
dai
divieti
di
non
poter
mutare
domicilio
da
una
in
altra
città
,
di
non
potere
neanche
andare
da
un
villaggio
in
un
altro
,
se
pure
i
due
villaggi
facessero
parte
di
uno
stesso
comune
,
di
non
potere
esercitare
nessun
ufficio
amministratìvo
o
comunale
pelle
campagne
,
di
non
poter
dimorare
in
luoghi
fuori
delle
città
e
dei
borghi
,
se
non
autorizzati
dietro
presentazione
d
'
un
passaporto
,
e
anche
così
di
non
potervi
rimanere
,
se
non
sino
a
che
fosse
compito
il
lavoro
,
per
il
quale
avessero
richiesto
la
licenza
:
divieti
che
avrebbero
legato
tutti
i
lor
connazionali
,
e
la
cui
rigida
osservanza
era
commessa
alla
vigilanza
e
alle
regole
del
ministero
dell
'
interno
.
Né
bastò
:
nell
'
aprile
di
quest
'
anno
,
quando
nel
1891
fu
nominato
governatore
generale
di
Mosca
il
granduca
Sergio
,
fu
dal
governo
imperiale
emanata
quest
'
ordinanza
a
modo
di
dono
:
«
a
principiar
da
oggi
cioè
dal
22
aprile
,
data
del
decreto
sarà
proibito
ai
macchinisti
,
ai
distillatori
,
ai
birrai
,
come
altresì
a
ogni
sorta
di
padroni
e
operai
giudei
di
venire
a
stabilirsi
nella
città
o
governo
di
Mosca
dal
territorio
del
lor
domicilio
legale
o
da
ogni
altra
parte
della
Russia
e
per
di
più
il
ministro
dell
'
interno
,
d
'
accordo
col
governatore
generale
di
Mosca
,
potrà
prendere
quelle
disposizioni
che
giudicherà
convenevoli
per
espellere
da
Mosca
i
macchinisti
,
i
distillatori
,
i
birrai
,
i
padroni
e
operai
giudei
che
vi
fossero
attualmente
stabiliti
,
e
ricondurli
nel
territori
del
domicilio
legale
»
.
Più
tardi
,
di
un
egual
beneficio
è
stata
onorata
Pietroburgo
.
Le
quali
disposizioni
pare
che
siano
la
revoca
in
genere
,
quanto
a
queste
due
città
,
di
una
concessione
che
gli
artigiani
di
valore
avevano
già
di
risiedervi
.
Ed
è
stata
poi
limitata
anche
rispetto
alle
altre
;
giacché
da
per
tutto
gli
artigiani
di
questa
qualità
,
che
,
fidando
su
quello
che
pareva
loro
un
diritto
,
erano
andati
a
porvi
dimora
,
sono
ora
dall
'
autorità
di
polizia
,
assoggettati
a
un
esame
,
dal
quale
non
escono
a
salvamento
se
gli
esaminatori
non
si
persuadono
che
la
loro
pratica
e
teorica
cognizione
dell
'
arte
è
perfetta
,
e
se
,
a
ogni
modo
,
non
hanno
abbastanza
commissioni
per
campare
la
vita
.
L
'
artigiano
giudeo
non
deve
,
quindi
,
sapere
soltanto
l
'
arte
per
essere
lasciato
dove
sta
,
ma
guarentire
all
'
autorìtà
gli
avventori
.
IV
O
che
è
dunque
?
Che
scalpori
sono
questi
?
Chi
s
'
ammazza
?
Chi
s
'
affama
?
O
non
sarà
padrone
un
governo
di
collocare
una
gente
estranea
al
suo
popolo
,
dove
gli
pare
che
a
questo
non
ne
venga
danno
,
poiché
è
persuaso
che
altrove
gliene
viene
danno
?
Certo
,
la
bolla
di
Paolo
IV
Cum
nimis
absurdum
del
14
luglio
1555
era
men
mite
di
questa
del
Cesare
russo
,
eccettoché
in
ciò
,
che
i
giudei
,
che
costringeva
a
vivere
dentro
un
recinto
chiuso
,
vi
si
dovevano
raccogliere
non
da
tutte
le
lontane
regioni
di
un
immenso
territorio
di
un
vastissimo
Stato
,
ma
dai
vari
rioni
di
una
città
.
Del
rimanente
non
li
dannava
a
morte
né
li
affamava
;
vietava
loro
di
possedere
beni
immobili
sì
rurali
che
urbani
,
e
li
obbligava
a
vendere
issofatto
quelli
che
possedevano
;
o
non
s
'
era
lor
vietato
ab
antico
?
E
non
avrebbero
potuto
costruire
sinagoghe
nuove
,
né
abbellire
le
vecchie
;
bisognava
che
si
contentassero
di
sinagoghe
mezzo
dirute
e
sudicie
in
cui
adunarsi
a
pregare
.
Bisognava
che
portassero
addosso
qualcosa
che
li
distinguesse
:
un
berretto
giallo
gli
uomini
,
un
fazzoletto
di
drappo
giallo
sul
capo
le
donne
.
Non
avrebbero
potuto
servirsi
di
nutrici
e
di
domestici
cristiani
.
Non
avrebbero
potuto
farsi
dare
del
"
signore
"
.
La
domenica
avrebbero
dovuto
far
festa
.
Occupazioni
ne
eran
loro
proibite
parecchie
:
non
affittaiuoli
,
non
gerenti
,
non
intraprenditori
,
non
coloni
,
non
cassieri
,
non
economi
,
non
intendenti
,
non
sensali
,
non
mezzani
di
matrimonio
,
non
ostetrici
:
nelle
case
dei
cristiani
non
esercitare
nessun
ufficio
,
non
entrare
in
trattative
di
affari
con
cristiani
,
non
lavorare
insieme
,
non
rivestire
nessun
ufficio
nelle
loro
case
,
non
commerciare
in
frumento
od
orzo
o
altri
commestibili
;
solo
lecito
a
essi
ars
strazzariae
seu
cenciariae
,
ut
vulgu
dicunt
,
cioè
comprare
e
vendere
roba
vecchia
;
fare
,
come
pur
fanno
,
i
ferravecchi
.
Persino
la
medicina
era
loro
interdetta
,
arte
in
cui
avevano
un
'
antica
reputazione
,
e
avean
servito
persino
vescovi
e
papi
.
E
nessuno
scongiuro
mancava
alla
bolla
,
e
in
eterno
i
suoi
divieti
,
i
suoi
comandi
sarebbero
durati
.
Ed
eran
dei
più
lievi
e
soavi
e
sopportabili
,
che
emanassero
da
autorità
di
governo
a
quei
tempi
:
giacché
i
pontefici
hanno
fama
meritata
d
'
essere
stati
coi
giudei
i
più
benevoli
dei
principi
,
il
che
non
crederebbe
nessuno
,
che
leggesse
solo
le
loro
bolle
,
e
non
le
comparasse
coi
decreti
degli
altri
.
Però
alla
bolla
di
Paolo
IV
,
pontefice
ardente
e
cocciuto
,
succedette
quello
che
a
siffatte
violenze
suole
accadere
:
persino
quelli
cui
è
commesso
l
'
eseguirle
cercano
e
trovano
modo
di
eluderle
.
V
V
'
ha
strazi
magari
anche
maggiori
che
non
sia
la
morte
.
Essere
cacciati
via
dove
si
è
abituati
a
vivere
;
di
dove
s
'
ha
modo
di
guadagnare
il
pane
ai
genitori
,
alla
moglie
,
ai
figlioli
,
a
sé
;
di
dove
v
'
ha
chi
ti
conosce
,
ti
sorride
,
ti
stima
;
cacciati
via
,
e
sotto
la
sferza
di
gendarmi
o
di
soldati
,
angariati
,
spremuti
,
rubati
da
ufficiali
di
polizia
,
menati
dove
tutto
è
nuovo
,
tutto
vi
respinge
,
dove
trovate
chiusa
ogni
strada
,
non
v
'
è
spazio
per
voi
,
e
stenterete
oggi
,
stenterete
domani
,
e
v
'
affogherà
una
miseria
sconsolata
,
continua
,
senza
luce
,
senza
speranza
.
Cacciati
via
;
e
forzati
a
lasciarvi
dietro
il
campo
,
la
casa
e
quanto
avete
al
mondo
:
o
di
vendere
a
precipizio
ogni
cosa
,
a
chi
,
appunto
,
per
spogliarvi
,
v
'
ha
assalito
di
calunnie
,
v
'
ha
perseguitato
di
accuse
,
v
'
ha
ricoperto
d
'
infamia
,
perché
si
generasse
una
opinione
siffatta
,
che
qualunque
torto
vi
si
infliggesse
,
paresse
lecito
,
lodevole
,
doveroso
l
'
infliggervelo
.
Che
crepacuore
non
deve
esser
questo
?
Che
morte
all
'
anima
prima
,
al
corpo
poi
?
Come
non
vi
dovete
rodere
dentro
a
vedervi
trattati
così
,
non
una
volta
,
ma
più
volte
nella
vita
?
A
essere
persuasi
,
che
se
vi
si
lascia
qualche
anno
di
pace
,
non
si
fa
,
se
non
perché
vi
prepariate
alla
prossima
rapina
e
la
facciate
fruttuosa
?
Con
quale
bestemmia
sul
labbro
non
darete
l
'
ultimo
fiato
?
Come
non
contrarrete
,
per
sfuggire
a
una
vicenda
così
triste
,
l
'
abitudine
dell
'
inchinarvi
disprezzando
,
del
fingere
e
del
mentire
?
Come
non
accumulerete
nell
'
animo
un
infinito
odio
verso
i
vostri
persecutori
?
Come
l
'
odio
non
sarà
tanto
più
velenoso
,
quanto
più
è
forzato
a
rimanere
nascosto
?
Come
non
concepirete
il
desiderio
di
annientarla
una
società
così
crudele
contro
di
voi
?
E
se
non
potete
annientarla
questa
società
tutta
quanta
,
almeno
tormentarvi
qualcuno
,
ridurvi
qualcuno
povero
,
arricchire
a
suo
danno
;
e
poiché
della
ricchezza
vi
manca
e
dovete
celare
ogni
altra
gioia
,
prenderne
almen
questa
,
il
vendicarvi
con
essa
di
prepotenti
,
che
non
potete
in
niente
altro
e
con
niente
altro
umiliare
,
vincere
,
calpestare
?
Pure
quelle
violenze
che
si
son
lette
nella
bolla
di
Paolo
IV
e
nelle
ordinanze
di
Alessandro
III
non
sono
le
maggiori
che
ai
giudei
si
son
fatte
durante
i
secoli
;
così
gravi
,
così
tormentose
come
pur
sono
,
si
può
considerarle
come
delle
minori
:
impallidiscono
al
paragone
delle
stragi
sommarie
,
delle
morti
fra
i
tormenti
,
dei
tormenti
non
smessi
prima
che
vi
sia
uscita
di
bocca
la
menzogna
che
s
'
aspetta
o
la
verità
cui
si
agogna
,
e
smessi
oggi
per
ricominciare
domani
,
fra
gli
insulti
,
i
dileggi
,
le
battiture
,
gli
oltraggi
,
ogni
sorta
di
minacce
e
di
vituperi
che
piagano
l
'
anima
e
curvano
la
persona
.
Chi
può
credere
,
che
una
gente
trattata
così
non
abbia
contratto
qualche
difetto
d
'
indole
?
Chi
vorrà
meravigliare
,
se
l
'
avesse
contratto
?
Perché
una
gente
,
cui
si
mostri
ogni
giorno
che
vi
sentite
separati
da
essa
,
non
dovrebbe
sentirsi
separata
da
voi
?
Perché
,
minacciata
ogni
giorno
e
impotente
contro
le
minacce
,
non
dovrebbe
avere
imparato
a
difendersene
con
ogni
arte
sottile
e
persino
subdola
?
Perché
,
forzata
a
rinunciare
a
tante
occupazioni
atte
a
sostentare
nobilmente
la
vita
,
non
avrebbe
dovuto
acquistare
l
'
abitudine
di
quelle
che
vi
paiono
sordide
?
I
cristiani
,
poiché
cristiani
sono
stati
,
hanno
essi
fatto
colle
loro
mani
poco
meno
che
tutto
quello
che
lor
dispiace
nei
giudei
;
e
dopo
averlo
fatto
,
non
è
loro
rimasto
come
l
'
hanno
inteso
assai
prima
e
assai
meglio
le
loro
nazioni
latine
che
non
le
tedesche
,
e
,
più
arretrate
,
le
slave
se
non
un
obbligo
:
disfarlo
.
E
così
sono
stati
e
saranno
cristiani
davvero
;
poiché
Cristo
,
morendo
,
ha
pronunciata
quella
parola
di
perdono
,
che
non
solo
attesta
la
bontà
dell
'
animo
suo
,
ma
l
'
altezza
della
sua
mente
;
non
solo
prova
che
era
infinita
nel
suo
cuore
la
pietà
verso
l
'
uomo
,
ma
infinita
altresì
la
sua
intelligenza
del
corso
delle
umane
e
delle
divine
cose
,
e
dell
'
ufficio
supremo
e
universalmente
salutare
che
la
sua
morte
vi
adempieva
.
Si
fanno
agli
israeliti
strane
censure
.
Si
dice
che
non
amino
fare
i
soldati
?
Perché
amerebbero
?
Vivere
tre
o
cinque
anni
in
mezzo
a
gente
che
ti
colma
d
'
ingiurie
e
ti
abbevera
di
disprezzo
,
e
,
scorsi
i
quali
,
tu
non
sarai
contento
di
pari
agli
altri
coi
quali
hai
convissuto
,
anzi
non
sarai
neanche
libero
di
andare
a
vivere
dove
ti
piaccia
nella
tua
patria
stessa
,
non
è
cosa
che
possa
gradire
a
nessuno
.
Del
resto
,
anche
il
paesano
russo
fa
il
poter
suo
per
esimersi
dal
servizio
militare
.
E
in
Italia
non
si
sente
che
il
giudeo
vi
sia
più
restio
d
'
altri
,
appunto
perché
non
è
più
messo
a
diversa
condizione
di
altri
.
Né
è
meno
strana
censura
l
'
altra
che
non
amino
di
coltivare
la
terra
.
Dio
buono
,
se
si
vieta
loro
di
acquistarla
o
di
abitarvi
!
Arnold
White
,
che
,
per
incarico
del
barone
Hirsch
,
è
andato
a
visitare
gli
ebrei
di
Russia
,
per
giudicare
se
e
quali
fossero
in
grado
di
emigrare
e
di
allogarsi
a
coloni
altrove
,
ed
è
stato
aiutato
nella
sua
ispezione
dal
governo
stesso
cui
piace
che
vadan
via
,
ha
visto
anche
quelle
colonie
fondate
,
come
ho
detto
dianzi
,
da
Nicolò
nel
governo
di
Kherson
per
consiglio
datogliene
da
Mosè
Montefiore
nel
1846
.
Ora
,
egli
attesta
che
la
popolazione
che
le
abita
è
attiva
,
in
buon
arnese
,
riarsa
dal
sole
,
forte
di
muscoli
,
insomma
contrassegnata
di
tutte
le
doti
proprie
d
'
una
gente
campagnola
della
più
alta
qualità
;
e
per
quanto
ha
sentito
dai
proprietari
russi
dei
dintorni
,
che
li
adoperano
,
non
ha
vizi
eccettoché
matrimoni
troppo
per
tempo
,
imprevidenti
e
fecondi
,
non
devano
essere
considerati
un
vizio
.
E
ve
n
'
ha
30.000
,
ed
educano
tutti
i
lor
figlioli
,
e
non
pare
che
nessuno
fallisca
,
giacché
v
'
ha
una
fame
e
una
sete
di
sapere
,
che
si
potrebbe
persin
dire
morbosa
.
È
vero
,
aggiunge
,
che
la
coltivazione
a
occhi
inglesi
non
pare
in
tutto
buona
e
aggiunge
il
perché
ma
sarebbero
capaci
di
migliorarla
,
ché
la
lor
condizione
morale
e
fisica
è
addirittura
mirabile
.
VI
All
'
adunanza
che
,
presieduta
dal
gonfaloniere
,
fu
tenuta
in
Londra
il
10
dicembre
dell
'
anno
scorso
,
un
duca
,
il
duca
di
Westminster
,
fu
quello
che
propose
una
risoluzione
,
e
un
vescovo
,
il
vescovo
di
Ripon
,
e
un
reverendo
gliela
appoggiarono
.
La
risoluzione
fu
questa
:
«
l
'
adunanza
deplora
profondamente
le
sofferenze
inflitte
di
nuovo
ai
giudei
di
Russia
,
per
effetto
di
leggi
e
di
disposizioni
rigorose
ed
eccezionali
;
e
ritiene
che
in
questi
dieci
ultimi
anni
del
XIX
secolo
la
libertà
religiosa
dovrebbe
essere
riconosciuta
,
come
un
principio
di
diritto
naturale
,
da
tutte
le
comunità
cristiane
»
.
Io
non
dubito
punto
che
,
se
non
tutti
i
sacerdoti
cattolici
approverebbero
la
seconda
parte
della
risoluzione
,
o
forse
non
l
'
approverebbero
se
non
pochi
,
tutti
accetterebbero
la
prima
.
Giacché
bisogna
dire
il
vero
:
non
soltanto
ora
,
ma
sempre
,
il
sacerdote
cattolico
,
e
in
Roma
e
fuori
,
non
è
mai
stato
il
più
fiero
nemico
dei
giudei
;
e
,
certo
,
in
guardia
sempre
che
non
prevalessero
e
signoreggiassero
le
società
cristiane
,
e
proclive
a
tenerli
segregati
e
da
parte
,
perché
la
lor
dottrina
e
i
lor
dinieghi
non
le
infestassero
,
non
ha
,
il
più
delle
volte
,
voluto
che
si
fosse
crudeli
contro
di
loro
.
Il
giudeo
ramingo
,
senza
patria
,
solo
in
mezzo
alla
folla
,
segnato
a
dito
,
gli
era
prova
una
prova
che
non
bisognava
cancellare
o
spegnere
della
vittoria
di
Cristo
.
Ma
se
il
sacerdote
chiuso
nei
cancelli
di
una
fede
rigida
non
ha
creduto
che
dai
giudei
potesse
trarre
altrimenti
che
così
una
prova
della
vittoria
di
Cristo
,
noi
,
cristiani
anche
,
dobbiamo
trarne
in
altro
modo
una
prova
ancor
più
lampante
.
Dobbiamo
mostrare
ai
giudei
che
questo
lor
compaesano
ha
accesa
nei
cuori
dei
suoi
fedeli
una
face
di
carità
,
che
liquefa
ogni
odio
e
attuta
ogni
dissenso
.
L
'
effetto
di
una
condotta
davvero
cristiana
verso
i
giudei
,
com
'
è
stata
l
'
emancipazione
proclamatane
in
Francia
alla
fine
del
secolo
scorso
,
non
si
può
ancora
vedere
tutto
;
è
scorso
troppo
poco
tempo
dacché
l
'
esempio
è
stato
seguito
altrove
;
e
del
resto
anche
cento
anni
sono
pochi
al
paragone
delle
cifre
a
due
migliaia
,
dacché
,
quando
più
,
quando
men
peggio
,
dove
più
,
dove
men
peggio
,
n
'
era
o
n
'
è
stata
seguita
un
'
altra
.
Come
noi
in
Italia
abbiam
fatto
cittadino
il
giudeo
,
e
come
s
'
è
fatto
oramai
in
così
gran
parte
dell
'
Europa
civile
,
così
si
faccia
nel
resto
degli
Stati
;
e
non
ve
ne
sia
più
nessuno
,
in
cui
,
tanto
negli
ordini
civili
che
nei
politici
,
si
metta
differenza
di
diritto
tra
lui
e
gli
altri
:
e
allora
andrebbe
cessando
a
mano
a
mano
,
insieme
con
alcune
particolarità
dell
'
indole
sua
,
quella
particolarità
di
sentimenti
,
che
nella
società
si
mantiene
tuttora
viva
verso
di
lui
.
La
mutazione
non
potrà
portare
intero
l
'
effetto
suo
,
se
non
ha
luogo
in
tutti
gli
Stati
d
'
Europa
.
Il
giudeo
non
si
sentirà
cittadino
del
tutto
in
nessun
Stato
,
se
tuttora
non
è
tale
in
qualcuno
.
Non
visitiamo
più
nei
figlioli
l
'
errore
dei
padri
;
lasciando
tutti
liberi
della
propria
coscienza
,
ravviveremo
tanto
più
la
nostra
quanto
più
rispetteremo
l
'
altrui
.
VII
Quelle
tre
tradizioni
di
ripugnanza
e
di
avversione
rinnovate
si
andranno
rimpiattando
sicché
non
s
'
estinguano
,
giacché
sono
ragioni
false
.
Il
giudeo
appare
un
elemento
riluttante
,
a
parte
,
a
sé
,
nella
nazione
in
cui
vive
,
perché
s
'
è
operato
verso
di
esso
per
secoli
,
come
appunto
si
doveva
perché
questo
effetto
seguisse
.
Quando
si
fosse
operato
al
contrario
,
e
da
secoli
invece
fosse
stato
considerato
,
come
si
fa
da
qualche
anno
negli
Stati
più
profondamente
e
veramente
inciviliti
,
quelle
punte
che
gli
rendono
aspri
i
contatti
coi
suoi
connazionali
,
si
sarebbero
smussate
.
Certo
avrebbe
continuato
a
fare
coi
suoi
un
consorzio
distinto
quanto
al
credo
religioso
che
professa
.
Ma
,
oltreché
questo
credo
non
è
in
tutto
opposto
a
quello
di
coloro
coi
quali
convive
,
anzi
si
regge
sullo
stesso
fondamento
,
e
l
'
israelita
è
l
'
antenato
del
cristiano
,
un
appartarsi
di
una
società
dal
rimanente
per
ragione
religiosa
,
non
è
,
nelle
presenti
condizioni
,
cosa
durevole
.
Nessuna
società
è
libera
oggi
da
dissensi
religiosi
,
persino
da
quello
supremo
che
è
il
negare
la
religione
stessa
.
Pareva
un
progresso
assicurato
e
fortunato
questo
,
della
pacifica
convivenza
in
comune
delle
diverse
credenze
,
col
diritto
riservato
a
ciascuna
di
meritare
meglio
dell
'
uman
genere
e
di
Dio
con
la
santità
della
vita
e
l
'
altezza
e
la
larghezza
del
pensiero
:
un
pensiero
assicurato
e
felice
questo
,
che
alle
diverse
credenze
chiede
soltanto
di
aggiungere
stimolo
all
'
intelletto
e
al
cuore
,
e
di
spegnere
nell
'
ardore
della
carità
ogni
lotta
,
ch
'
esacerbi
,
amareggi
,
mova
a
sdegno
e
inebbri
di
sangue
.
Giacché
,
oltre
questo
,
non
v
'
ha
altro
.
Il
giudeo
non
è
puro
semita
;
e
noi
abbiamo
del
semitismo
radicato
nelle
nostre
menti
così
profondo
,
che
nessuno
ne
lo
sradicherebbe
.
Chi
può
affermare
che
la
più
gran
parte
dei
giudei
che
ora
ci
sono
non
discenda
da
quei
proseliti
,
ch
'
essi
facevano
in
ciascuna
nazione
già
prima
che
nascesse
Cristo
,
e
continuarono
a
fare
dopo
lui
morto
?
Chi
può
dire
quanto
sangue
giudaico
scorra
in
vene
ariane
,
quanto
sangue
ariano
in
vene
giudaiche
?
Leggi
ecclesiastiche
e
civili
,
perché
ciò
non
succedesse
,
ne
sono
state
fatte
molte
e
ripetutamente
;
ma
,
appunto
perché
molte
e
ripetute
,
provano
che
la
cosa
succedeva
.
Anche
oggi
il
divieto
ecclesiastico
dura
,
se
il
civile
è
obliterato
;
ma
chi
ignora
,
che
soprattutto
nelle
alte
classi
i
matrimoni
tra
giudei
e
cristiani
,
se
non
sono
comuni
,
neanche
sono
insoliti
?
Ma
fosse
pure
altrimenti
,
e
i
giudei
fossero
rimasti
puri
semiti
:
che
perciò
?
Che
vuol
dire
essere
semita
?
So
che
una
scienza
frettolosa
ha
disegnato
del
semita
un
tipo
rigido
,
a
tratti
precisi
,
quanto
a
visi
,
linguaggio
,
carattere
morale
,
coscienza
religiosa
e
via
via
:
ma
so
anche
che
la
dipintura
non
regge
avanti
a
una
esatta
e
piena
cognizione
della
storia
.
Se
il
giudeo
è
andato
sviluppando
un
tipo
suo
ab
antico
,
l
'
ha
fatto
in
contrasto
coi
semiti
che
aveva
a
destra
e
a
manca
;
egli
è
stato
un
semita
sui
generis
,
che
,
dopo
avere
fatto
germogliare
e
crescere
dentro
di
sé
un
pensiero
religioso
e
morale
suo
proprio
,
l
'
ha
innestato
sopra
un
tronco
non
suo
.
D
'
altronde
semiti
e
ariani
sono
di
razza
caucasia
,
e
come
le
due
prime
sono
generalizzazioni
di
alcuni
solo
dei
fattori
di
una
razza
,
così
la
terza
è
la
generalizzazione
di
altri
.
Coteste
specie
o
generi
li
formiamo
come
possiamo
,
e
,
dopo
averli
formati
,
bisogna
andarci
attorno
con
le
forci
perché
non
prendano
maggior
posto
di
quanto
loro
spetta
.
Ma
non
fosse
così
,
e
si
dovesse
pure
loro
accordare
un
valore
assoluto
:
sono
cotesti
semiti
così
discosti
dagli
ariani
come
sono
i
magiari
?
Certo
no
;
ora
chi
distingue
i
magiari
da
ogni
altro
popolo
civile
di
Europa
per
modo
che
niente
di
europeo
si
possa
assimilare
da
loro
,
e
niente
di
loro
assimilare
da
ogni
altro
popolo
di
Europa
?
Coteste
son
lustre
,
che
,
per
parere
scientifiche
,
non
hanno
perciò
più
ragione
o
var
lore
di
fare
ostacolo
al
retto
e
al
vero
.
VIII
Leggevo
giorni
sono
questa
conversazione
:
«
questi
birbi
di
giude
vanno
riducendo
mendichi
in
questi
dintorni
tutti
i
cristiani
»
mi
assicurava
un
bottegaio
russo
in
una
città
del
recinto
.
«
Col
combinarsi
a
loro
danno
?
»
chiesi
.
«
No
»
.
«
Col
corromperli
?
»
«
No
,
ma
col
truffare
addirittura
e
malfare
»
fu
la
replica
enfatica
,
però
tale
che
mi
dette
più
curiosità
che
non
mi
facesse
sorpresa
;
sicché
io
chiesi
qualche
fatto
.
«
Fatti
?
Ma
se
non
rifiniscono
di
truffarci
e
frodarci
.
Non
fanno
altro
.
Guardate
.
Noi
facciamo
largo
commercio
di
uova
e
di
polli
e
comperiamo
tutto
quanto
ci
riesce
dai
contadini
che
li
portano
al
mercato
.
Orbé
,
questi
infernali
crocifissori
di
Cristo
escono
prima
di
giorno
forse
non
sono
neanche
andati
a
letto
tutta
la
notte
innanzi
,
e
vanno
incontro
ai
contadini
prima
che
siano
vicini
alla
città
.
E
quanto
v
'
è
a
comprare
,
tanto
comprano
,
e
i
contadini
glielo
vendono
a
miglior
mercato
perché
risparmiano
la
noia
e
la
spesa
di
venire
in
città
;
e
così
ci
tagliano
l
'
erba
sotto
ai
piedi
;
«
Bene
,
ripigliai
,
ma
perché
non
vi
levate
più
per
tempo
,
e
non
vi
fate
incontro
ai
contadini
un
po
'
più
lontano
dalla
città
?
»
La
domanda
fu
imprudente
;
m
'
accorsi
allo
sguardo
di
dispregio
,
con
cui
il
mio
interlocutore
mi
squadrò
:
intesi
che
dovevo
smettere
.
Le
lagnanze
dei
cristiani
mi
paion
tutte
dello
stesso
genere
.
Abbiamo
fatta
più
vigile
e
più
agile
una
gente
vigile
e
agile
per
natura
,
e
ci
duole
che
sia
tale
.
Non
si
ubriacano
:
e
poiché
i
cristiani
lo
fanno
,
danno
loro
da
bere
,
non
perché
l
'
ubriachezza
piaccia
loro
a
vedere
,
ma
perché
ne
cavan
denaro
.
Mettono
un
soldo
sopra
l
'
altro
e
risparmiano
:
e
lo
tirano
di
tasca
a
chi
ama
spendere
,
anziché
risparmiare
.
I
giudei
avranno
vizi
come
virtù
proprie
;
,
son
difficili
,
credo
,
sopra
essi
come
sopra
altri
i
giudizi
complessivi
,
e
sdruccioli
e
mendaci
;
v
'
hanno
giudei
,
come
v
'
hanno
cristiani
,
provvisti
di
tal
vizio
e
di
tal
virtù
,
e
altri
provvisti
di
tal
altra
virtù
e
di
tal
altro
vizio
.
A
ogni
modo
,
io
non
vedo
prova
,
che
di
ciò
di
cui
più
s
'
accusano
i
primi
,
non
si
possono
accusare
anche
i
secondi
.
Se
di
quelli
v
'
ha
molti
acri
al
lucro
,
v
'
ha
molti
acri
al
lucro
di
questi
.
Ho
conosciuto
giudei
eccellenti
,
come
cristiani
eccellenti
.
I
modi
tenuti
da
quelli
negli
affari
d
'
industria
e
di
banca
non
sono
diversi
dai
modi
tenuti
da
questi
.
E
v
'
ha
ricchi
divenuti
tali
per
via
non
retta
,
o
che
spendono
male
il
loro
denaro
tra
gli
uni
e
tra
gli
altri
.
Se
noi
togliamo
quelle
abitudini
e
quelle
attitudini
che
i
giudei
hanno
contratto
per
effetto
della
condizione
in
cui
son
rimasti
per
così
lungo
tempo
,
e
in
Russia
,
in
Rumenia
,
in
alcuni
paesi
musulmani
rimangono
ancora
,
a
me
non
riesce
di
scorgere
in
che
altro
i
giudei
in
complesso
siano
diversi
dai
cristiani
in
complesso
.
E
si
può
forse
affermare
che
un
piccolo
consorzio
,
com
'
essi
sono
,
di
gente
tanto
esercitata
dall
'
odio
altrui
,
tanto
spronata
al
guadagno
,
tanto
astretta
al
risparmio
,
tanto
attenta
a
guardarsi
da
ogni
parte
,
tanto
accanita
al
lavoro
,
esso
è
servito
di
stimolo
ai
consorzi
più
larghi
,
nel
cui
mezzo
ha
condotta
la
vita
,
e
ha
piuttosto
accresciuta
,
in
loro
,
anziché
diminuita
la
lena
a
combattere
le
battaglie
ogni
giorno
.
Ciò
che
importa
ora
è
ch
'
essa
si
senta
non
nemica
,
ma
amica
,
e
sia
sentita
non
nemica
,
ma
amica
.
Il
che
non
è
in
tutto
così
oggi
,
ma
sarà
domani
;
quando
come
in
Italia
,
così
altrove
se
ne
prenda
la
via
.
Li
faremo
migliori
verso
di
noi
,
se
diventeremo
migliori
di
loro
.
A
ogni
modo
,
io
non
credo
che
troverebbe
prove
davvero
convincenti
chi
affermasse
che
oggi
si
trovano
più
giudei
tra
i
partiti
intesi
a
sovvertire
gli
ordini
politici
o
sociali
attuali
,
che
tra
i
partiti
intesi
a
conservarli
.
Sarebbe
più
sicuro
affermare
e
facile
dimostrare
il
contrario
.
E
v
'
ha
qualcosa
nei
giudei
che
noi
ci
potremmo
appropriare
non
senza
frutto
;
giacché
,
come
n
'
è
esempio
un
nostro
uomo
di
Stato
,
anzi
ministro
,
la
lunga
loro
storia
che
si
divide
come
in
due
parti
,
ha
generato
nella
lor
mente
due
qualità
che
paiono
opposte
e
non
conciliabili
:
una
grande
idealità
e
una
praticità
non
minore
.
IX
A
ogni
modo
,
gli
strazi
dei
giudei
di
Russia
sono
ora
fuor
di
misura
.
Sperare
che
per
volontà
del
governo
siano
temperati
o
cessino
,
è
un
illudersi
.
Il
governo
si
è
indotto
a
infliggerli
da
un
complesso
di
pregiudizi
,
che
non
si
dissipano
presto
.
La
foga
della
persecuzione
non
sarà
spezzata
che
dall
'
impossibilità
di
menarla
al
fine
desiderato
.
Dopo
che
avrà
prodotto
infiniti
dolori
,
si
fermerà
prima
di
averlo
raggiunto
,
come
è
già
succeduto
altre
volte
;
ma
intanto
i
dolori
vi
sono
,
e
terribili
.
E
opera
civile
,
cristiana
l
'
alleviarli
.
Uno
scrittore
del
quale
nessuno
non
russo
può
vantare
maggiore
cognizione
della
Russia
,
ha
narrato
già
l
'
anno
scorso
,
quanta
e
che
forma
di
strazi
cade
sulle
spalle
dei
giudei
russi
:
«
Più
di
centomila
famiglie
,
scrive
,
forse
duecentomila
,
cioè
un
milione
di
persone
,
saranno
costrette
di
abbandonare
le
loro
case
e
i
loro
affari
per
emigrare
verso
le
province
del
recinto
ebraico
,
a
occidente
.
Là
,
alle
porte
della
città
della
Lituania
e
della
Piccola
Russia
,
che
dovranno
esser
loro
assegnate
per
residenza
,
questi
ottocento
,
novecento
o
più
mila
emigranti
incontreranno
altri
convogli
di
esuli
,
quasi
altrettanto
numerosi
,
i
giudei
espulsi
dalle
campagne
di
queste
stesse
province
,
per
essere
accantonati
nelle
città
»
.
Né
in
tutte
.
Kiev
,
la
città
santa
,
ha
il
privilegio
di
essere
chiusa
a
cotesti
"
cani
di
giudei
"
.
Altre
si
chiuderanno
da
sé
;
più
vivaci
vi
sono
i
commerci
,
più
ripugneranno
a
riceverli
.
Oltreché
i
giudei
non
possono
prendere
dimora
a
minor
distanza
di
50
verste
un
po
'
più
di
50
chilometri
dalla
frontiera
austriaca
;
il
divieto
si
estenderà
alla
frontiera
prussiana
;
anzi
si
sarebbe
prolungata
,
dicono
,
del
doppio
.
Così
si
sarebbe
ancora
ristretto
lo
spazio
in
cui
cotesta
gente
povera
,
della
quale
lo
stesso
scrittore
dice
di
non
averne
mai
vista
una
più
povera
al
mondo
,
si
deve
ammassare
.
Potrà
?
Certo
no
;
nello
sforzo
di
mutar
sede
deve
in
gran
parte
morire
.
E
n
'
è
morta
,
e
ne
muore
già
per
il
modo
in
cui
è
menata
ai
luoghi
in
cui
si
deve
restringere
.
Giacché
v
'
è
menata
,
a
modo
di
gregge
,
a
forza
e
a
tappe
;
e
i
racconti
dei
crudeli
trattamenti
e
delle
spoliazioni
frodolente
,
cui
sono
soggetti
per
strada
,
son
tali
che
n
'
empirei
più
pagine
,
con
non
minore
raccapriccio
dei
miei
lettori
che
non
sia
stato
a
leggerle
il
mio
.
Tanta
barbarie
s
'
annida
nell
'
uomo
che
si
chiama
civile
!
Forse
nell
'
uomo
,
per
civile
che
si
vanti
,
si
trova
a
grattarlo
,
il
barbaro
.
Era
naturale
che
in
tutta
quanta
l
'
Europa
cotesti
racconti
muovessero
a
compassione
e
a
sdegno
degli
uomini
,
o
giudei
o
cristiani
,
che
ne
sono
ancora
capaci
,
a
cui
l
'
interesse
o
la
vanità
non
chiude
la
bocca
avanti
alle
ingiustizie
umane
,
solo
perché
sono
potenti
quelli
che
le
commettono
.
In
ogni
parte
d
'
Europa
si
è
levato
un
grido
:
persino
gli
antisemitici
hanno
sentito
pietà
e
terrore
.
Non
volevano
questo
,
non
volevano
tanto
;
ché
le
persecuzioni
ai
nostri
giorni
hanno
questo
di
più
stupido
ancora
,
che
non
avessero
prima
:
l
'
effetto
che
producono
in
quelli
che
ne
sono
uditori
o
spettatori
,
è
tale
da
doverle
fermare
innanzi
che
abbiano
raggiunto
la
meta
prefissa
.
Cotesti
giudei
,
bisogna
che
in
maggior
o
minor
numero
escano
di
Russia
,
se
non
devono
soccombervi
tutti
.
Ma
dove
andranno
e
come
?
Chi
dà
loro
il
denaro
del
viaggio
?
Chi
quello
necessario
ai
primi
giorni
delle
nuove
dimore
?
Qui
è
il
campo
,
dove
si
deve
esercitare
la
carità
dei
giudei
e
dei
cristiani
insieme
;
e
unire
i
loro
sforzi
in
un
fine
comune
di
salvezza
e
di
redenzione
,
per
il
presente
e
per
l
'
avvenire
.
Giacché
solo
nell
'
opera
di
questa
carità
,
voluta
fortemente
,
fortemente
esercitata
,
d
'
una
carità
,
che
non
separa
,
ma
unisce
,
che
non
distingue
ma
accomuna
,
che
sotto
ogni
differenza
che
divide
uomo
da
uomo
,
sente
l
'
uomo
e
non
altro
che
questo
,
è
la
soluzione
definitiva
della
questione
giudaica
,
come
di
tante
altre
che
dilacerano
oggi
le
società
nostre
.
Il
precetto
non
è
tanto
cristiano
,
che
non
sia
anche
giudaico
.
StampaPeriodica ,
1
.
-
Il
libro
di
Adriano
Tilgher
(
La
crisi
mondiale
.
Bologna
,
Zanichelli
,
1921
)
,
appunto
perché
incontestabilmente
serio
e
maturato
,
offre
occasione
al
critico
sereno
per
segnalare
una
moda
ormai
dominante
negli
usi
del
dopo
guerra
che
bisogna
combattere
con
energia
,
anche
se
manifestamente
effimera
come
tutte
le
mode
.
Il
gusto
per
una
letteratura
sociale
apocalittica
e
visionaria
,
minacciosa
di
divini
fulmini
,
presaga
di
tragiche
decadenze
e
di
spaventosi
tramonti
ha
sostituito
,
senza
misura
,
l
'
esame
spassionato
dei
problemi
sociali
,
lo
studio
modesto
e
saggio
degli
elementi
della
storia
politica
contemporanea
,
l
'
indagine
sorretta
da
cultura
tecnica
precisa
e
volta
ad
obbietti
determinati
.
Le
smanie
di
una
dilettantesca
politica
estera
che
per
quattro
anni
concesse
ad
ognuno
i
più
fantastici
sogni
e
i
piani
più
assurdi
,
si
traducono
-
esausta
la
fantasia
-
in
stanche
visioni
sintetiche
del
più
banale
sociologismo
.
Le
individuali
preoccupazioni
,
le
torbide
crisi
dei
singoli
si
vengono
fotografando
in
costruzioni
obbiettive
artificiosamente
drammatiche
.
Nessuno
più
è
disposto
a
studiare
con
saggezza
i
problemi
singoli
dell
'
azione
e
della
cultura
politica
.
Bisogna
parlare
in
ogni
luogo
di
una
crisi
mondiale
,
del
crollo
di
un
'
epoca
,
della
morte
di
una
civiltà
:
risalire
dal
fatto
singolo
,
dal
sentimento
solitario
,
alla
descrizione
di
tutto
l
'
orbe
morale
e
sociale
.
L
'
epidemia
(
cui
non
è
estraneo
il
diffondersi
superficialissimo
di
una
pseudo
terminologia
marxista
)
è
irresistibile
:
noi
stessi
,
avversari
,
ne
diventiamo
le
vittime
se
invece
di
correre
rapidi
,
come
vorremmo
,
ai
problemi
di
tecnica
speciale
,
siamo
indotti
a
salire
parimenti
in
cattedra
per
opporci
all
'
apocalissi
.
2
.
-
Adriano
Tilgher
è
scrittore
efficace
e
serio
pensatore
.
Il
suo
pessimismo
ha
forti
spunti
di
profondità
;
individualmente
è
giustificabile
in
modo
perfetto
,
è
la
sua
forza
perché
lo
fa
pensoso
della
presente
realtà
,
estraneo
a
tutte
le
gioie
massicce
e
ai
pesanti
ottimismi
dei
cuori
allegri
e
felici
.
Egli
è
lo
storico
più
sicuro
della
presente
crisi
morale
e
culturale
.
Capace
di
risalire
alle
intime
ragioni
filosofiche
della
storia
,
perfettamente
informato
sulle
ultime
correnti
di
pensiero
,
acutissimo
nel
cogliere
le
relazioni
tra
i
fenomeni
letterari
,
politici
,
speculativi
,
nell
'
esaminarne
la
verace
sostanza
spirituale
sotto
le
incertezze
sentimentali
e
le
sfumature
più
generiche
ha
saputo
con
le
Voci
del
tempo
e
con
La
crisi
mondiale
preparare
per
i
posteri
una
valutazione
preventiva
notevolissima
della
nostra
cultura
e
dei
nostri
stati
d
'
animo
.
Fallisce
la
sua
critica
quando
in
questa
letteratura
,
necessariamente
monografica
e
talora
frammentaria
,
intervengono
preoccupazioni
costruttive
,
schemi
troppo
rigidi
,
pretese
politiche
.
Il
pessimismo
non
vale
più
.
Diventa
un
peso
morto
,
un
ostacolo
al
realismo
politico
.
I
programmi
che
nascono
da
stati
sentimentali
come
questo
del
Tilgher
che
s
'
è
descritto
,
sono
tutti
viziati
da
un
originario
intellettualismo
e
dalla
mancanza
di
un
'
esperienza
diretta
della
praxis
politica
.
Corrono
tutti
alla
politica
estera
per
liberarsi
dai
vincoli
della
realtà
,
non
sanno
scorgere
troppo
bene
le
connessioni
tra
storia
mondiale
e
storia
nazionale
per
amore
dell
'
impreciso
che
pomposamente
intitolano
:
visione
generale
.
3
.
-
Esiste
una
crisi
della
civiltà
capitalistica
che
in
qualche
modo
si
possa
pensare
risolta
e
conclusa
in
un
tramonto
del
capitalismo
prossimo
o
imminente
?
Bisogna
stare
attenti
e
non
confondere
i
termini
obbiettivi
della
storia
con
quelli
del
demagogismo
politico
e
,
quando
i
termini
,
per
molte
ragioni
,
sono
gli
stessi
,
tener
bene
separati
i
due
sensi
.
Il
tramonto
del
capitalismo
,
previsto
e
predicato
dal
Marx
,
è
un
mito
utilissimo
,
una
delle
più
forti
molle
della
storia
moderna
ma
sarebbe
ingenuo
discuterne
come
di
una
verità
scientifica
o
di
un
fatto
serio
.
Invero
la
storia
conosce
processi
,
esigenze
,
risoluzioni
di
esigenze
,
ma
ignora
i
subitanei
tramonti
,
le
aurore
nate
da
un
fiat
.
La
civiltà
capitalistica
preparata
dai
Comuni
,
sorta
decisamente
in
Inghilterra
,
affermatasi
negli
ultimi
decenni
,
in
forma
più
o
meno
progredita
,
in
tutto
il
mondo
civile
è
la
civiltà
del
risparmio
,
delle
intraprese
che
hanno
bisogno
per
vivere
di
un
capitale
mobile
.
I
paesi
più
arretrati
nella
civiltà
capitalistica
erano
appunto
negli
anni
scorsi
quelli
dei
sistemi
di
attività
e
di
produzione
anacronistici
:
la
Russia
,
incapace
di
liberarsi
dal
latifondo
,
l
'
Austria
-
Ungheria
che
teneva
al
potere
la
classe
dei
latifondisti
ungheresi
.
L
'
Italia
compensava
l
'
anacronismo
del
Mezzogiorno
sforzandosi
di
creare
attraverso
l
'
emigrazione
,
il
commercio
,
e
tentativi
industriali
addirittura
imprudenti
,
una
classe
capitalistica
.
La
logica
a
cui
obbedisce
questa
civiltà
è
,
come
osserva
il
Tilgher
,
l
'
attività
assoluta
che
ha
fede
soltanto
in
se
medesima
.
L
'
impulso
le
viene
dalla
superpopolazione
,
la
forza
consiste
nella
crescente
capacità
produttiva
e
nelle
inesauribili
invenzioni
tecniche
,
la
direzione
dello
svolgimento
è
data
dai
bisogni
sempre
nuovi
.
Allo
scoppiare
della
guerra
europea
questa
civiltà
era
appena
sul
nascere
.
La
borghesia
che
pare
rappresentarla
risale
alla
rivoluzione
francese
soltanto
di
nome
:
di
fatto
una
vera
borghesia
in
Italia
,
per
esempio
,
sta
appena
nascendo
,
a
fatica
.
La
civiltà
capitalistica
del
resto
è
al
disopra
delle
classi
,
vuole
l
'
opera
di
tutte
le
classi
che
vi
partecipano
e
la
creano
concordi
pur
lottando
tra
sé
inesorabili
,
ostili
sino
a
giurarsi
reciproca
sopraffazione
.
La
civiltà
capitalistica
è
una
realtà
obbiettiva
che
non
può
morire
per
un
peccato
d
'
orgoglio
:
l
'
umiltà
la
abbasserebbe
,
l
'
orgoglio
coincide
con
la
sua
legge
di
vita
.
La
guerra
europea
ne
è
stata
la
crisi
di
esuberanza
,
non
di
tramonto
,
e
il
Tilgher
stesso
è
costretto
a
confessarlo
quando
guarda
all
'
operosità
che
si
riprende
nell
'
impero
britannico
e
negli
Stati
Uniti
.
Non
si
dimentichi
che
appena
in
questi
anni
viene
sorgendo
un
capitalismo
russo
e
che
in
tutta
Europa
alla
momentanea
stasi
dell
'
industria
sta
sostituendosi
un
'
organizzazione
capitalistica
(
cultura
intensiva
)
della
proprietà
agraria
.
4
.
-
Le
difficoltà
e
le
oscurità
presenti
sono
una
crisi
momentanea
che
agevolmente
superiamo
pur
tra
incertezze
e
contraddizioni
.
E
certo
come
tutte
le
crisi
anche
questa
non
è
da
considerarsi
con
leggerezza
,
ma
vuole
gli
sforzi
operosi
dei
popoli
e
l
'
acume
politico
dei
governanti
.
Chi
la
studi
con
libertà
,
senza
desiderio
di
sintesi
frettolose
,
vi
scorge
forme
ed
aspetti
che
ne
agevolano
e
chiariscono
la
comprensione
.
Importa
inizialmente
distinguere
una
crisi
morale
,
una
crisi
economica
,
una
crisi
politica
.
La
crisi
morale
è
descritta
con
forza
decisiva
dal
Tilgher
e
alla
sua
visione
degli
stati
d
'
animo
dell
'
Italia
dopo
la
guerra
(
dal
sensualismo
allo
scetticismo
)
poco
resta
da
aggiungere
se
non
forse
una
più
precisa
determinazione
cronologica
che
limiti
quei
fatti
nel
loro
valore
di
documenti
di
psicologia
durante
le
aspettazioni
messianiche
dei
primi
mesi
dopo
la
vittoria
che
condussero
alle
crisi
del
dannunzianismo
e
del
fascismo
.
Oggi
dalle
preoccupazioni
colte
dal
Tilgher
siamo
liberi
,
e
i
residui
hanno
altrove
il
loro
centro
ideale
intorno
a
cui
possono
essere
valutati
.
La
crisi
economica
si
viene
superando
più
a
stento
,
dopo
lotte
operose
e
feroci
tra
i
vari
elementi
della
produzione
industriale
,
e
proprio
queste
lotte
hanno
potuto
suscitare
in
taluni
l
'
illusione
di
pericoli
mortali
,
il
pensiero
di
un
esaurimento
definitivo
.
Ma
l
'
intima
natura
della
civiltà
capitalistica
è
in
questa
ampiezza
di
lotta
;
sua
diretta
funzione
è
suscitare
con
fecondità
ideale
che
non
ha
posa
i
miti
e
i
programmi
che
la
fraintendono
e
la
negano
e
intanto
trascinano
per
forza
d
'
illusione
anche
le
forze
più
riluttanti
e
ribelli
a
collaborarvi
.
A
chi
sogna
palingenesi
socialistiche
il
capitalismo
moderno
oppone
insuperabili
esigenze
storiche
e
pratiche
:
gli
operai
,
diventati
coscienti
di
tutta
la
loro
forza
,
attraverso
le
rivendicazioni
di
programmi
inattuabili
ma
idealmente
intransigenti
e
nobili
,
cozzandovi
contro
si
fanno
capaci
di
soddisfarle
,
e
divengono
degni
prosecutori
del
compito
assoluto
che
il
capitalismo
inesorabile
pone
a
chi
vuol
guidare
la
storia
moderna
.
Cosi
la
crisi
economica
attraverso
una
vigorosa
dialettica
diventa
crisi
politica
:
si
chiariscono
i
termini
e
si
esprimono
in
forze
concrete
che
il
politico
concilia
e
svolge
secondo
la
propria
saggezza
.
Dall
'
incertezza
sentimentale
scaturiscono
ormai
valori
determinati
e
fatti
che
entrano
nella
storia
.
Questo
processo
,
non
mai
abbastanza
meditato
,
insegna
(
anche
a
noi
uomini
di
lotta
)
la
necessaria
serenità
,
che
al
di
sopra
di
pessimismi
e
ottimismi
è
il
solo
atteggiamento
realistico
dello
storico
e
del
politico
.
5
.
-
Ma
al
Tilgher
la
considerazione
degli
stati
d
'
animo
e
la
palingenetica
conclusione
suggeriscono
invece
esili
costruzioni
di
politica
generale
e
avventati
piani
di
politica
estera
.
Un
odio
indomabile
per
la
mentalità
anglosassone
gli
fa
scorgere
nell
'
Inghilterra
la
sola
responsabile
della
guerra
(
mentre
il
suo
realismo
filosofico
gli
insegna
agevolmente
che
non
esistono
responsabili
di
un
fatto
universale
come
la
guerra
europea
)
e
negli
Stati
Uniti
il
degno
complice
del
dopo
guerra
,
legati
tutti
e
due
per
gretto
calcolo
con
l
'
imperialismo
francese
.
Concetti
manifestamente
esclusivistici
anche
se
contengono
non
poca
verità
.
Contro
codeste
nazioni
capitalistiche
Tilgher
invoca
il
blocco
delle
nazioni
proletarie
dell
'
Europa
centrale
e
orientale
(
anche
vi
comprende
il
lontano
Giappone
!
)
e
chiede
l
'
esplicita
adesione
dell
'
Italia
.
In
questa
drammatica
visione
appena
superficialmente
interessante
,
il
Tilgher
dimentica
le
conclusioni
catastrofiche
e
vi
scorge
per
un
momento
,
schematizzata
la
storia
dei
nuovi
anni
.
Anzi
una
sua
osservazione
(
pag
.
102
)
sul
valore
finale
della
rivoluzione
che
dovrebbe
dare
una
patria
alle
plebi
che
non
l
'
avevano
è
davvero
potente
.
Ma
per
riuscire
valida
doveva
essere
la
sola
idea
o
l
'
idea
centrale
del
libro
;
non
un
solitario
,
dimenticato
frammento
di
cui
sembra
che
l
'
autore
ignori
il
significato
.
L
'
Italia
non
può
aderire
al
blocco
delle
nazioni
proletarie
,
perché
le
nazioni
proletarie
non
esistono
e
la
politica
si
fa
con
ben
altro
realismo
.
L
'
Italia
deve
aderire
,
non
politicamente
,
ma
economicamente
,
senza
pregiudiziali
esclusioni
all
'
Europa
(
e
all
'
America
)
operosa
dalla
quale
il
suo
sforzo
a
ricostruirsi
,
ad
affermarsi
,
a
salvarsi
finanziariamente
ed
economicamente
,
può
essere
aiutato
.
La
sua
deve
essere
una
politica
di
pace
:
benevola
verso
Germania
e
Russia
come
verso
Inghilterra
e
Stati
Uniti
.
Falliti
i
piani
giuridici
e
i
sogni
giusnaturalistici
del
wilsonismo
,
l
'
Europa
è
oggi
di
fatto
una
Società
delle
Nazioni
(
o
s
'
avvia
ad
esserlo
,
nonostante
la
Francia
)
;
una
collaborazione
per
vincere
la
miseria
;
per
superare
quattro
anni
di
lotta
dolorosa
e
necessaria
.
Perciò
la
polemica
del
Tilgher
contro
l
'
intemperanza
dei
nazionalisti
e
le
follie
dell
'
estetismo
politico
e
contro
il
pagano
giovandarchismo
è
pregevole
e
,
per
noi
,
interamente
accettabile
.
Tutto
il
libro
poi
ha
il
merito
di
far
meditare
sui
rapporti
tra
storia
internazionale
e
storia
nazionale
,
sebbene
le
interpretazioni
che
se
ne
danno
siano
poi
dal
punto
di
vista
nostro
da
respingersi
,
come
s
'
è
detto
.
La
guerra
coincise
nel
suo
valore
politico
con
profonde
crisi
di
formazione
nello
spirito
dei
vari
Stati
.
Crisi
di
Stati
,
più
che
di
Nazioni
:
l
'
ideologia
nazionale
è
inadeguata
alla
realtà
moderna
.
Le
lotte
e
le
contraddizioni
della
vita
nostra
si
fondano
su
due
esigenze
di
opposta
natura
che
contemporaneamente
si
affacciano
e
generano
soluzioni
antitetiche
le
quali
potranno
essere
conciliate
soltanto
in
una
fase
finale
che
sfugge
alla
visione
dei
pratici
dell
'
ora
.
L
'
opera
della
civiltà
moderna
esige
organi
superiori
in
cui
l
'
azione
del
singolo
sia
inquadrata
e
spontaneamente
si
organizzi
:
lo
Stato
moderno
è
diventato
il
termine
essenziale
della
vita
sociale
.
Ma
dall
'
interno
premono
esigenze
popolari
,
democratiche
,
che
negano
insieme
le
pretese
del
nazionalismo
e
le
invadenze
dello
Stato
burocratico
e
protezionista
.
Confusamente
questi
sentimenti
nella
loro
ampiezza
europea
ebbero
espressione
nel
mito
della
Società
delle
Nazioni
e
talvolta
persino
nelle
aspettazioni
bolsceviche
.
Nei
singoli
organismi
(
attraverso
quante
esperienze
si
vogliano
di
economia
associata
e
di
turatismo
dilapidatore
del
pubblico
erario
)
si
prepara
l
'
affermazione
dello
Stato
etico
come
Stato
liberale
e
il
trionfo
dell
'
iniziativa
nell
'
unità
.
(
Regime
parlamentare
reso
possibile
dall
'
autonomia
e
dal
decentramento
che
vi
si
connettono
necessariamente
,
come
propone
il
Tilgher
)
.
Anche
questa
è
una
forma
in
cui
s
'
esprime
l
'
esigenza
dell
'
operosa
pace
economica
a
cui
l
'
Europa
,
non
ancora
votata
al
tramonto
,
anela
.
StampaPeriodica ,
I
luttuosi
avvenimenti
che
contrastarono
l
'
Italia
nostra
negli
ultimi
giorni
del
1878
non
devono
venir
posti
in
oblio
.
Gran
danno
sarebbe
invero
se
l
'
impressione
prodotta
dall
'
attentato
esecrabile
contro
un
Sovrano
amato
e
devoto
al
bene
dei
suoi
sudditi
,
e
dalle
congiure
scoperte
in
varie
parti
del
regno
,
scomparisse
con
quella
medesima
rapidità
con
cui
nacque
,
e
se
quei
delitti
si
attribuissero
unicamente
alla
manchevole
sorveglianza
governativa
od
alla
influenza
rovinosa
,
ma
passeggera
,
delle
teorie
di
sconfinata
libertà
imprudentemente
professate
.
Quando
si
vedono
frutti
di
tal
natura
,
bisogna
dire
che
il
male
abbia
radici
assai
più
profonde
.
Né
tali
radici
saranno
difficili
a
scuoprirsi
da
chi
voglia
spassionatamente
considerare
le
condizioni
anormali
,
in
cui
si
trova
da
molti
e
molti
anni
la
società
in
Italia
.
Una
rivoluzione
,
che
abbatté
sette
troni
,
non
poteva
a
meno
di
produrre
negli
animi
e
nelle
menti
un
gran
turbamento
,
accresciuto
a
cento
doppi
ancora
dalla
lotta
perdutamente
tra
lo
Stato
e
la
Chiesa
.
Come
può
rispettare
i
decreti
del
potere
civile
ed
ecclesiastico
quel
popolo
,
che
assiste
ormai
da
quattro
lustri
ad
un
tale
spettacolo
?
Aggiungasi
la
propaganda
materialista
,
il
falso
avviamento
che
si
vuol
dare
e
che
si
è
dato
all
'
istruzione
,
l
'
empietà
di
molta
parte
della
stampa
,
il
disordine
dei
partiti
parlamentari
,
il
dissesto
economico
,
la
confusione
delle
amministrazioni
date
in
preda
ad
uomini
incapaci
,
solo
perché
appartenenti
a
questa
o
a
quella
chiesuola
politica
,
e
si
comprenderà
come
a
poco
a
poco
si
dovesse
venire
fino
agli
eccidi
di
Napoli
,
di
Firenze
,
di
Pisa
.
Né
vale
a
dire
che
i
medesimi
mali
appaiono
in
istati
più
solidi
e
meno
liberali
del
nostro
;
che
,
se
bene
si
consideri
,
ancora
essi
trovansi
sotto
molti
aspetti
in
condizioni
analoghe
alle
nostre
.
A
combattere
tanto
male
non
sono
troppe
tutte
le
forze
della
Società
,
ché
anzi
si
richiedono
in
ispecie
quelle
dei
privati
,
e
più
particolarmente
di
quell
'
elemento
conservatore
che
finora
si
è
tenuto
troppo
in
disparte
e
la
necessità
del
quale
,
per
la
salute
comune
,
ormai
nessuno
contesta
.
Egli
è
appunto
al
fine
di
contribuire
nelle
misure
delle
nostre
forze
a
quest
'
opera
rigeneratrice
e
di
offrire
un
campo
agli
uomini
di
parte
nostra
,
che
pur
sono
numerosi
,
ma
sparsi
in
tutto
il
paese
,
che
noi
intendiamo
fondare
questa
Rivista
.
L
'
apparizione
di
un
nuovo
Periodico
quando
ne
esistono
già
tanti
,
così
generali
come
speciali
,
e
fra
gli
altri
alcuni
a
cui
non
si
può
contestare
né
l
'
accuratezza
della
redazione
,
né
la
frequenza
di
lavori
dovuti
ai
più
reputati
scrittori
d
'
Italia
,
potrà
forse
parere
a
tutta
prima
poco
opportuna
.
Ma
chi
ben
guardi
,
a
molti
di
questi
periodici
,
manca
un
carattere
importante
,
il
carattere
politico
,
e
se
pure
vi
è
,
non
può
a
nostro
avviso
dirsi
sano
e
giovevole
al
bene
della
patria
.
Alcuni
periodici
infatti
si
vantano
di
offrire
un
campo
aperto
a
tutte
le
opinioni
più
disparate
,
altri
hanno
tali
principi
e
tale
indirizzo
che
tendono
a
deviare
sempre
maggiormente
dal
retto
sentiero
la
mente
delle
nostre
popolazioni
;
altri
infine
tendono
a
propagare
sempre
più
quel
veleno
,
onde
pur
troppo
si
rendono
ogni
giorno
più
visibili
i
funesti
effetti
.
Imperocché
,
giova
qui
ripeterlo
,
a
noi
sembra
fuori
di
dubbio
che
le
cospirazioni
tutto
dì
rinascenti
,
e
i
disordini
ai
quali
l
'
Italia
è
da
qualche
tempo
in
preda
,
trovino
una
delle
loro
più
dirette
cagioni
appunto
nella
stampa
.
Che
se
tale
difetto
appare
più
grave
che
mai
nella
stampa
quotidiana
,
non
si
può
dire
che
sia
meno
nociva
quella
che
tiene
un
posto
di
mezzo
fra
il
libro
ed
il
giornale
;
poiché
,
se
l
'
uno
va
per
le
mani
di
maggior
numero
di
persone
e
può
quindi
produrre
direttamente
un
guasto
più
esteso
,
non
conviene
dimenticare
che
dalle
Riviste
il
più
delle
volte
lo
scrittore
di
giornali
trae
le
sue
ispirazioni
,
che
le
dottrine
delle
Riviste
,
sminuzzate
e
spesso
esagerate
egli
distribuisce
e
rende
popolari
giorno
per
giorno
.
Ora
per
una
parte
tra
i
periodici
esclusivamente
dedicati
agli
studi
storici
,
filosofici
e
scientifici
,
per
l
'
altra
fra
le
riviste
politiche
o
troppo
avverse
all
'
attuale
costituzione
del
paese
,
o
troppo
ostili
ai
principi
religiosi
ci
sembra
possa
stare
benissimo
di
mezzo
la
Rassegna
Nazionale
.
Ci
diciamo
Nazionali
in
ispecie
,
perché
vogliamo
essere
italiani
di
cuore
e
quindi
trattare
ciò
che
altamente
risguarda
gli
interessi
della
Nazione
.
Intendiamo
pure
di
essere
conservatori
,
poiché
vogliamo
conservare
ciò
che
alla
Nazione
nostra
o
alla
prosperità
di
lei
ed
alla
sua
grandezza
si
appartiene
;
ma
conservatori
amici
del
progresso
e
dei
perfezionamenti
,
da
che
sappiamo
non
potersi
dare
conservazione
vera
senza
operosità
perfezionatrice
,
né
perfezionamento
senza
conservazione
.
Cattolici
ed
italiani
,
pur
rispettando
sempre
le
convinzioni
e
le
credenze
altrui
,
noi
coopereremo
,
per
la
nostra
parte
,
a
conservare
le
istituzioni
religiose
,
morali
,
sociali
,
civili
,
e
politiche
dell
'
Italia
.
Le
istituzioni
religiose
,
perché
noi
Cattolici
e
sincerissimamente
devoti
alla
Chiesa
cattolica
,
quando
sorgano
quistioni
di
attinenza
tra
la
Religione
e
lo
Stato
,
pur
riconoscendo
la
necessità
che
lo
Stato
mantenga
i
diritti
propri
,
ci
proponiamo
di
insistere
e
raccomandare
la
sacra
necessità
di
rispettare
i
diritti
della
Chiesa
e
delle
coscienze
;
non
rispettati
i
quali
,
si
offendono
o
prima
o
poi
anche
i
diritti
della
civile
società
.
Le
istituzioni
morali
,
sociali
e
civili
,
e
perciò
ci
occuperemo
principalmente
di
ciò
che
risguarda
l
'
educazione
nei
suoi
modi
e
nelle
sue
forme
,
e
l
'
istruzione
privata
e
pubblica
nelle
sue
attinenze
colla
pubblica
o
privata
moralità
;
ponendo
in
chiaro
i
diritti
dei
padri
di
famiglia
di
contro
allo
Stato
,
e
tutto
ciò
che
interessa
la
proprietà
e
le
urgentissime
quistioni
,
che
riguardano
il
capitale
ed
il
lavoro
.
Cooperemo
a
conservare
le
istituzioni
politiche
infine
,
poiché
amiamo
questo
nostro
paese
,
ormai
felicemente
costituito
a
Nazione
colla
nobile
Casa
di
Savoia
,
questo
paese
retto
da
forme
eminentemente
liberali
e
possibili
di
politici
perfezionamenti
nell
'
orbita
delle
più
ampie
libertà
costituzionali
,
come
avremo
luogo
di
dimostrarlo
,
quando
occorrono
speciali
argomenti
,
per
esempio
le
riforme
alle
leggi
elettorali
così
politiche
come
amministrative
,
dove
ci
sembrano
necessari
due
grandi
criteri
,
l
'
uno
di
non
badare
solamente
al
numero
,
l
'
altro
di
non
badare
solamente
al
censo
.
Ma
questo
non
è
che
una
parte
del
programma
nostro
;
poiché
la
Rassegna
Nazionale
si
occuperà
pure
di
scienze
,
di
lettere
,
di
arti
,
in
quantoché
amiamo
che
i
nostri
Lettori
si
tengano
al
corrente
del
movimento
degli
studi
contemporanei
:
ma
sia
che
si
tratti
di
filosofia
o
di
scienze
,
di
letteratura
o
di
storia
,
di
economia
o
di
legislazione
,
combatteremo
le
teorie
materialistiche
e
razionaliste
.
Due
cose
ancora
vogliamo
notare
,
1°
che
non
vogliamo
discutere
dogmi
o
discipline
ecclesiastiche
,
si
di
che
noi
saremmo
incompetenti
e
ad
ogni
modo
risoluti
di
non
occupare
questo
campo
,
dove
è
facile
ai
non
competenti
l
'
errore
;
2°
che
mentre
siamo
conservatori
e
quindi
desiderosissimi
di
serbare
l
'
autorità
dello
Stato
,
abbiamo
in
animo
di
non
concedergli
,
per
l
'
amore
stesso
che
gli
portiamo
,
più
di
quello
che
le
sue
competenze
naturali
richiedono
;
dacché
ogni
trasmodare
dell
'
autorità
politica
e
giuridica
mena
necessariamente
alla
confusione
dell
'
ordine
religioso
,
civile
ed
anche
del
politico
.
Perciò
ci
sentiamo
disposti
,
nelle
questioni
attinenti
all
'
industria
ed
ai
commerci
,
a
sostenere
le
soluzioni
che
ci
offre
la
libertà
e
crediamo
che
ogni
vincolo
che
possa
giustamente
porsi
a
questa
libertà
venga
soltanto
da
principii
di
igiene
e
di
moralità
;
nelle
questioni
amministrative
ed
interne
,
persuasi
della
santità
di
quella
massima
che
la
smania
di
governare
è
il
più
funesto
dei
malanni
dei
Governi
del
giorno
(
Humboldt
)
,
favoriremo
il
vero
decentramento
per
avviare
il
paese
alla
libera
e
compiuta
esplicazione
dell
'
individuo
,
conciliando
coll
'
unità
dello
Stato
e
la
necessaria
autorità
del
governo
la
maggiore
ampiezza
di
attribuzioni
ai
Comuni
ed
alle
Provincie
.
In
questi
limiti
,
che
non
rinchiudono
certo
un
campo
troppo
ristretto
,
lasceremo
la
più
ampia
libertà
ai
nostri
collaboratori
e
ci
sforzeremo
di
dare
alla
Rivista
la
maggiore
varietà
tenendo
una
giusta
misura
fra
gli
articoli
risguardanti
argomenti
scientifici
,
storici
e
letterarii
e
quelli
concernenti
le
questioni
che
si
sogliono
chiamare
di
attualità
.
Da
queste
brevi
premesse
,
il
Lettore
ha
compreso
quale
sia
il
programma
.
È
inutile
il
ripetere
che
senza
essere
organi
di
alcuna
associazione
particolare
nel
campo
della
politica
,
la
nostra
pubblicazione
intende
appunto
di
contribuire
,
secondo
i
suoi
mezzi
alla
formazione
ed
alla
manifestazione
di
quel
partito
nazionale
e
conservatore
,
del
quale
tutti
sentono
oggidì
il
bisogno
e
che
pel
bene
dell
'
Italia
speriamo
di
vedere
tra
breve
sì
numeroso
e
potente
da
arrestare
il
paese
sulla
mala
via
nella
quale
altri
lo
spinge
e
ricondurlo
a
quella
forza
e
prosperità
,
a
cui
hanno
diritto
tutte
le
nazioni
libere
e
cristiane
.
StampaPeriodica ,
Par
che
,
se
non
altro
,
la
lettera
di
Prezzolini
abbia
indotto
alcuni
di
noi
a
ragionare
esplicitamente
i
loro
dubbi
,
e
mettere
innanzi
le
loro
difficoltà
,
così
da
porre
in
discussione
le
ragioni
stesse
più
remote
e
segrete
della
nostra
esistenza
.
E
questo
sarebbe
già
risultato
abbastanza
importante
,
anche
a
prescindere
da
quella
tal
Società
di
Apoti
che
pare
stia
miseramente
naufragando
,
come
si
dice
,
nel
mare
dei
sogni
.
Vero
è
che
a
questo
processo
di
chiarimento
han
contribuito
d
'
altra
parte
,
a
modo
loro
e
dolorosamente
,
le
vicende
politiche
di
questi
giorno
in
Italia
.
Le
quali
non
possono
non
indurci
a
raccoglimento
,
e
nel
raccoglimento
offrirci
mezzo
e
stimolo
ad
philosophandum
,
vale
a
dire
costringerci
ad
un
solitario
esame
della
nostra
coscienza
,
che
ritrovi
argomenti
metafisici
o
storici
,
atti
a
giustificare
la
nostra
posizione
pericolante
e
precaria
.
Vogliamo
esser
sicuri
della
nostra
salute
eterna
:
la
questione
è
,
a
parer
nostro
,
interessante
e
fondamentale
(
s
'
intende
,
in
un
ambiente
strettamente
famigliare
)
,
e
merita
che
gli
amici
di
questa
rivista
se
ne
occupino
,
offrendo
,
per
una
discussione
proficua
,
prove
od
obiezioni
,
secondo
il
loro
special
temperamento
.
Le
qualità
,
ataviche
ed
ereditarie
,
del
cosidetto
popolo
italiano
(
superiore
indifferenza
,
sdegno
dei
programmi
e
delle
ideologie
,
saggezza
nell
'
apatia
,
ironia
e
gioconda
sopportazione
)
,
che
han
trovato
di
recente
molte
e
facili
apologie
tra
i
letterati
più
o
meno
politicanti
;
è
certo
tuttavia
che
riescono
insufficienti
e
infeconde
,
almeno
nelle
ore
più
significative
e
più
tragiche
.
Accadono
allora
i
trionfi
gaudiosi
della
smodata
retorica
,
le
violente
-
se
pur
brevi
-
dominazioni
della
faziosità
sentimentale
,
le
truci
e
delittuose
vendette
reazionarie
:
in
simili
congiunture
quel
proverbiale
buon
senso
del
popolo
italiano
svela
caratteri
di
grettezza
,
d
'
ignavia
e
,
diciamo
pure
,
di
viltà
,
che
gli
furono
spesso
rimproverati
dagli
ideologi
rivoluzionari
-
mazziniani
socialisti
missiroliani
.
Non
vorremmo
dire
che
il
giudizio
di
costoro
sia
proprio
esatto
e
definitivo
,
mentre
è
certamente
unilaterale
e
qualche
po
'
fanatico
;
d
'
altra
parte
proclamarlo
senz
'
altro
falso
e
privo
di
sostegni
,
è
certamente
troppo
semplice
ed
arbitrario
.
Per
esempio
,
nei
giorni
passati
,
l
'
Italia
dannunziana
,
accademica
,
patriottarda
ha
potuto
imporre
senza
fatica
la
sua
violenza
mercenaria
e
caotica
contro
gli
interessi
dei
ceti
produttori
,
delle
borghesie
conservatrici
,
degli
elementi
industriali
più
solidi
ed
equilibrati
.
L
'
impresa
è
stata
accompagnata
da
un
così
turpe
sfoggio
di
vigliaccheria
,
d
'
impudenza
,
di
tradimenti
,
che
si
sarebbe
potuto
credere
da
taluno
persino
a
una
totale
ignoranza
delle
norme
morali
più
elementari
e
diffuse
;
e
in
certi
momenti
s
'
ebbe
anche
la
sensazione
di
scoprire
nel
fondo
della
nostra
razza
un
'
immaturità
e
una
debolezza
incurabili
e
l
'
assoluta
mancanza
di
quelle
virtù
di
coesione
,
resistenza
passiva
,
tenacia
legalitaria
,
che
spiegano
la
forza
e
l
'
antichità
di
popoli
come
il
francese
e
l
'
inglese
.
Sopratutto
l
'
Intellighenzia
parassitaria
si
è
mostrata
così
moralmente
scaduta
,
e
intellettualmente
povera
,
che
rifiorivan
spontanei
sulle
nostre
labbra
,
con
le
apostrofi
di
Marx
,
Veuillot
,
Nietzsche
,
Sorel
,
gli
anatemi
di
Proudhon
:
"
Montrez
-
moi
quelque
part
des
consciences
plus
venales
des
esprits
plus
indifferents
,
des
âmes
plus
pourries
que
dans
la
caste
lettrée
!
"
.
Con
troppa
passione
tuttavia
noi
giudichiamo
gli
avvenimenti
ultimi
d
'
Italia
,
perché
possiamo
indurci
ad
adoperarli
come
argomento
definitivo
a
sostegno
della
nostra
tesi
.
L
'
infinita
tristezza
che
è
negli
animi
,
ci
impedisce
di
credere
anche
alle
immediate
rivelazioni
dei
nostri
occhi
.
D
'
altra
parte
non
v
'
è
dubbio
che
la
nostra
istintiva
fiducia
nelle
virtù
più
o
meno
segrete
e
durature
della
stirpe
abbia
subito
una
scossa
e
non
possa
più
accontentarsi
di
certe
facilissime
dimostrazioni
,
come
un
tempo
.
Ci
han
ricantato
finora
e
su
tutti
i
toni
che
il
popolo
d
'
Italia
è
saggio
,
moderato
,
prudente
;
ci
han
quasi
vantato
,
come
qualità
venerabili
e
tradizionali
,
quelli
che
ci
parevano
i
difetti
profondi
della
nazione
(
la
mancanza
della
serietà
,
della
disciplina
,
dell
'
organizzazione
note
in
Francia
e
in
Inghilterra
)
:
ed
ecco
che
queste
qualità
,
nelle
ore
difficili
,
hanno
avuto
veramente
carattere
,
più
che
di
pregi
,
di
colpe
;
e
quella
prudenza
ha
assunto
aspetti
troppo
stranamente
simili
a
quelli
della
paura
.
Doveva
bastare
l
'
insofferenza
spensierata
e
sorridente
del
popolo
a
tener
lontane
le
ombre
paurose
della
dittatura
e
della
reazione
:
ciononostante
un
'
instaurazione
reazionaria
ed
assolutista
(
non
senza
l
'
abolizione
delle
libertà
fondamentali
e
statutarie
)
ha
potuto
erigersi
contro
non
dico
gli
ideali
vani
d
'
una
moralità
politica
austera
,
ma
gli
interessi
delle
classi
e
delle
regioni
più
progredite
.
La
monarchia
,
indissolubilmente
legata
alla
tradizione
liberale
cavouriana
e
giolittiana
,
doveva
costituire
un
punto
fermo
nel
tumulto
delle
fazioni
e
assicurare
,
oltre
le
vicende
della
cronaca
parlamentare
e
governativa
,
la
conservazione
della
legge
.
E
non
abbiamo
noi
visto
,
in
questi
giorni
,
scindersi
il
binomio
presunto
Vittorio
Emanuele
-
Giolitti
,
e
il
Re
accettare
senza
rammarico
le
responsabilità
di
duce
della
reazione
ed
erede
del
colpo
di
stato
?
Ecco
che
certe
notissime
diagnosi
(
nelle
quali
s
'
eran
volute
denunziare
le
colpe
e
l
'
immaturità
della
nazione
giovanissima
,
e
dedurre
la
necessità
di
costruire
un
ceto
dirigente
solido
e
stabile
)
escon
dall
'
ultima
prova
in
qualche
modo
riabilitate
e
giustificate
.
L
'
unificazione
d
'
Italia
,
se
non
fu
ciò
che
molti
credettero
impresa
arbitraria
e
violenta
;
si
può
ben
definire
,
senza
tema
di
cader
in
errore
,
operazione
arditissima
e
quasi
temeraria
;
come
prova
anche
la
struttura
del
regno
,
che
ne
fu
il
resultato
,
estremamente
delicata
sensibile
difficile
.
Contro
gli
egoismi
regionali
,
gli
interessi
paesani
,
gli
ordinamenti
locali
e
feudali
,
le
consuetudini
native
,
che
Cattaneo
descriveva
e
rispettava
:
proporsi
una
politica
unitaria
poteva
parere
,
e
fu
realmente
-
nel
sogno
mazziniano
,
utopia
mescolata
di
fermenti
retorici
ed
eroici
;
ma
realizzarla
fu
,
anche
più
di
quel
che
non
apparve
,
ardimento
mirabile
e
paradossale
.
E
proposito
e
sforzo
furono
essenzialmente
e
profondamente
piemontesi
.
Nella
stanchezza
comune
d
'
Italia
,
le
tradizioni
repubblicane
e
separatiste
,
le
tirannidi
forestiere
,
la
scarsezza
delle
lotte
civili
,
avevan
foggiato
quello
spirito
generale
della
nazione
,
troppo
adatto
a
giustificare
il
giudizio
severo
degli
stranieri
,
che
ci
consideravano
,
secondo
la
testimonianza
di
Treitschke
,
"
quasi
un
popolo
di
schiavi
,
ricco
d
'
intelligenza
e
d
'
astuzia
,
ma
inetto
al
vivere
libero
"
.
La
diffusa
immaturità
degli
Italiani
alla
lotta
politica
si
sfogò
,
come
è
noto
,
nelle
misteriose
leggende
e
nelle
paurose
cerimonie
delle
cospirazioni
,
rivoluzionarie
o
reazionarie
che
fossero
,
tutte
ugualmente
miserevoli
ed
infauste
.
Nel
Piemonte
,
l
'
esistenza
d
'
una
casta
militare
gagliarda
e
d
'
una
dinastia
nazionale
o
popolare
fornì
le
basi
al
sorgere
di
una
coscienza
civile
aperta
e
positiva
;
ne
aiutarono
l
'
incremento
,
prestando
formule
o
sistemi
gli
esempi
introdotti
d
'
oltralpe
:
le
vicine
istituzioni
francesi
,
gli
ordini
governativi
e
l
'
economia
liberista
degli
Inglesi
.
Così
il
Piemonte
,
nell
'
ora
del
Risorgimento
,
si
trovò
di
fronte
alle
provincie
schiave
,
ignoranti
,
faziose
;
stato
solidamente
costituito
,
eretto
da
un
'
aristocrazia
antica
e
leale
,
con
una
forza
militare
e
uno
sviluppo
economico
e
industriale
ignoti
negli
altri
stati
d
'
Italia
.
Maturando
,
per
fatali
e
segreti
impulsi
,
il
proposito
unitario
,
con
caratteri
italianamente
settari
e
retorici
,
gli
aristocratici
piemontesi
lo
trasformarono
in
una
virile
volontà
pratica
.
E
furono
i
soli
che
seppero
,
con
lavoro
silenzioso
e
tenace
,
diventare
Italiani
,
da
sudditi
sardi
che
erano
,
prendendo
famigliarità
con
quegli
elementi
della
coltura
nazionale
,
da
cui
eran
rimasti
per
lungo
tempo
lontani
.
Questo
sforzo
meraviglioso
non
trova
,
tra
i
politicanti
provinciali
del
nostro
paese
,
la
corrispondenza
pronta
ed
efficace
che
sarebbe
stata
necessaria
:
gli
schiavi
ed
i
retori
indocili
non
potevan
d
'
un
tratto
acconciarsi
alla
disciplina
severa
e
allo
spregiudicato
realismo
dei
politici
settentrionali
.
Le
prime
spontanee
diffidenze
,
scomparendo
,
lasciarono
il
posto
ad
un
'
ostilità
sorda
e
sotterranea
.
E
l
'
unità
fu
compiuta
sotto
la
dinastia
di
Savoia
,
per
virtù
unicamente
della
prodigiosa
attività
di
Cavour
.
Morto
il
grande
ministro
e
sorti
,
mentre
ancor
si
terminava
l
'
opera
dell
'
unificazione
nazionale
,
i
primi
inconvenienti
e
le
prime
difficoltà
;
contro
la
nobiltà
piemontese
anticamente
e
metodicamente
preparata
al
governo
,
gli
interessi
e
i
sentimenti
delle
provincie
,
naturali
e
brutali
,
insorsero
.
Cominciò
la
guerra
dell
'
Italia
contro
il
Piemonte
.
In
questo
senso
la
soluzione
cavouriana
e
sabauda
meritò
veramente
in
qualche
modo
l
'
epiteto
di
"
approssimativa
"
;
e
fu
tale
non
per
colpa
della
monarchia
e
di
Cavour
,
ma
delle
circostanze
e
della
materia
riluttante
e
fervida
,
ch
'
essi
ebbero
a
maneggiare
.
Così
un
'
impresa
che
,
se
si
tien
conto
dei
tempi
positivi
e
plebei
e
delle
abitudini
moderate
e
casalinghe
delle
popolazioni
settentrionali
,
ebbe
caratteri
ed
aspetti
altamente
grandiosi
ed
eroici
,
fu
in
qualche
modo
un
'
avventura
troppo
ardita
,
uscendo
fuori
dalla
tradizione
politica
del
Regno
Sardo
e
rompendo
un
equilibrio
faticosamente
mantenuto
per
secoli
e
segnò
la
prima
tappa
di
una
storia
dolorosa
e
difficile
.
E
'
chiaro
d
'
altronde
che
le
circostanze
non
permettevano
soluzioni
meschine
e
guardinghe
,
o
comunque
diverse
.
C
'
è
dunque
,
in
Italia
,
un
'
élite
di
origine
schiettamente
piemontese
e
di
mentalità
largamente
italiana
:
dal
luogo
di
nascita
toglie
le
virtù
di
saggezza
politica
e
di
resistenza
guerriera
,
dalle
popolazioni
settentrionali
confinanti
l
'
abitudine
alle
relazioni
diplomatiche
e
cosmopolite
,
dall
'
Italia
l
'
educazione
letteraria
e
in
parte
i
fondamenti
teorici
della
sua
missione
.
Accanto
e
contro
quest
'
aristocrazia
,
le
provincie
suscitano
le
rivolte
faziose
,
le
camorre
locali
,
le
ideologie
intemperanti
,
le
insurrezioni
sentimentali
,
la
generale
immaturità
.
La
continuità
governativa
,
un
punto
stabile
nella
confusione
delle
contese
regionali
,
un
organismo
moderatore
dei
tumulti
,
degli
odi
,
delle
vendette
che
forman
tutta
la
vita
politica
del
nostro
paese
,
furono
assicurate
dalla
volontà
persistente
e
disperata
di
questo
piccolo
gruppo
estremamente
progredito
,
e
educato
alle
istituzioni
civili
dell
'
età
moderna
,
posto
dalla
Provvidenza
a
reggere
popolazioni
ancor
barbare
o
per
troppi
vizi
decadenti
.
Ma
fu
impresa
continuamente
pericolante
,
affidata
al
genio
individuale
dei
ministri
(
Cavour
,
Sella
,
Giolitti
)
;
non
senza
caotici
interregni
,
che
ne
rovinavano
appena
fondati
,
ogni
risultato
e
ogni
conquista
.
Repubblicanismo
,
politica
dinastica
,
interventismo
del
maggio
,
legionarismo
,
nazionalismo
,
fascismo
:
reazioni
sentimentali
ignote
alla
nostra
gente
del
settentrione
,
seria
,
tranquilla
,
attaccata
a
'
suoi
traffici
,
intenta
ai
pacifici
interessi
dei
mercati
agricoli
,
delle
borse
,
delle
aziende
industriali
.
Dal
principio
dell
'
Unità
,
il
Piemonte
s
'
è
sentito
profondamente
isolato
nella
nazione
:
anche
quando
dominava
e
guidava
le
sorti
di
tutta
Italia
.
Perché
esso
,
di
contro
alla
politica
provinciale
e
insubordinata
delle
regioni
,
ostenta
l
'
organizzazione
e
la
serietà
europee
della
sua
vita
civile
:
qui
da
noi
liberalismo
e
comunismo
vantano
un
fondo
dottrinale
e
una
attività
pratica
assai
lontani
dalle
superficiali
metafisiche
e
dalle
fragorose
ostentazioni
di
operosità
delle
fazioni
italiche
.
Perché
in
questa
nostra
terra
,
abbiamo
un
'
industria
solida
organica
,
prosperosa
,
e
non
,
come
nelle
altre
parti
,
tentativi
sproporzionati
,
parassitari
,
anarchici
:
qui
le
fabbriche
tessili
,
la
Fiat
,
Agnelli
;
altrove
l
'
Abenteuer
-
Kapitatismus
,
che
ha
analizzato
Ansaldo
,
su
queste
stesse
colonne
.
Perché
presso
i
nostri
capitani
d
'
industria
,
i
nostri
operai
organizzati
,
i
nostri
piccoli
proprietari
di
campagna
,
l
'
unità
degli
interessi
privati
e
del
benessere
generale
,
il
sentimento
dello
Stato
insomma
,
è
nozione
immediata
e
istintiva
;
anche
se
ripugni
a
queste
menti
fredde
positive
,
e
magari
grette
,
ragionare
troppo
a
lungo
di
Patria
,
doveri
nazionali
,
virtù
civiche
:
cose
sacre
e
venerabili
soltanto
quando
si
arriva
a
considerarle
,
non
più
come
un
fine
,
come
un
presupposto
;
prima
,
pure
divagazioni
accademiche
,
o
peggio
,
spiriti
demagogici
.
Perciò
il
Piemonte
mantenne
,
per
tutta
la
nostra
storia
breve
,
una
fondamentale
politica
d
'
opposizione
:
l
'
unica
aristocrazia
seria
e
fattiva
che
esista
in
Italia
,
la
storia
veramente
unitaria
,
veramente
italiana
,
non
può
ancora
reggere
stabilmente
il
paese
.
Le
parentesi
governative
,
forse
troppo
premature
,
riuscirono
sterili
,
e
talora
rappresentarono
persino
dei
compromessi
.
Dove
si
vede
il
difetto
della
politica
di
Giolitti
,
che
fu
costretto
ad
allargare
la
nobiltà
originaria
,
ed
appoggiarsi
sopra
un
ceto
borghese
incerto
e
mal
definito
,
che
oggi
è
passato
al
fascismo
.
Mentre
a
Cavour
il
suo
genio
e
le
circostanze
crearono
un
meraviglioso
se
pur
momentaneo
consenso
di
voleri
intorno
al
mito
unitario
.
La
feconda
e
tenace
attività
dell
'
élite
si
manifestò
piuttosto
nella
capacità
di
raccogliere
intorno
a
sè
le
forze
più
serie
e
vive
della
nazione
,
altrove
isolate
e
costrette
a
isterilire
.
Continuando
così
il
processo
,
che
dura
da
Alfieri
in
poi
,
e
per
il
quale
,
stabilito
un
commercio
d
'
interessi
e
d
'
idee
fra
le
regioni
,
il
proposito
solitario
dei
Piemontesi
perde
la
sua
rigidezza
e
si
fa
italiano
;
si
creò
quell
'
ambiente
d
'
opposizione
dove
,
meglio
che
ad
ogni
altra
scuola
,
si
foggia
e
si
educa
la
classe
dirigente
che
mancò
finora
all
'
Italia
.
Perché
non
è
certamente
nostra
intenzione
creare
,
fra
gli
altri
mille
,
un
nuovo
regionalismo
.
Il
mito
piemontese
può
servire
non
solo
a
noi
,
ma
a
tutti
gli
Italiani
aristocratici
,
di
raccolta
e
d
'
insegna
:
oggi
più
che
mai
.
Antifascismo
:
vale
a
dire
volontà
d
'
inimicizia
contro
l
'
"
altra
Italia
"
.
E
ci
diranno
romantici
,
protestanti
,
pedagoghi
.
Noi
non
accettiamo
senz
'
altro
e
neppure
rifiutiamo
a
priori
queste
definizioni
:
ci
sforzeremo
piuttosto
di
determinare
dei
limiti
,
di
fissare
dei
criteri
chiari
e
distinti
,
di
opporre
,
agli
epiteti
vani
,
concetti
precisi
e
punti
di
partenza
stabili
.
A
coloro
che
ci
consigliano
d
'
attenerci
alle
forze
che
oggi
"
riescono
"
e
ci
rimproverano
la
volontà
di
creare
opposizioni
inutili
,
ricordandoci
che
la
vera
politica
non
procede
per
via
d
'
antitesi
,
ma
di
conciliazioni
;
vorremmo
rispondere
che
la
loro
dottrina
,
spiegabile
come
posizione
polemica
contro
lo
sfoggio
insipiente
e
variopinto
delle
ideologie
,
è
in
tesi
assoluta
insufficiente
:
risultando
la
lotta
politica
di
antitesi
che
son
nel
tempo
stesso
conciliazioni
,
di
opposizioni
che
diventan
contatti
.
E
lasciando
questi
discorsi
generali
,
perché
a
noi
-
che
non
siam
metafisici
-
ripugna
indossar
troppo
a
lungo
l
'
abito
di
maestro
di
dialettica
;
e
passando
a
un
ragionamento
più
umano
e
psicologico
,
diremo
che
il
loro
punto
di
vista
,
in
apparenza
agile
,
può
diventar
perfino
,
quando
sia
preso
alla
lettera
,
terribilmente
rigido
:
in
quanto
è
incapace
a
dimostrarci
l
'
utilità
e
il
valore
dei
partiti
estremi
e
delle
disperate
coerenze
;
e
si
riduce
a
una
sterile
negazione
;
quando
non
si
trasformi
addirittura
in
una
giustificazione
della
mentalità
italica
scherzevole
e
accomodante
.
Ma
la
virtù
governativa
di
Cavour
non
si
spiega
,
senza
la
maturazione
solitaria
e
difficile
della
sua
fede
in
un
ambiente
d
'
opposizione
.
Noi
siamo
dunque
dei
protestanti
e
dei
romantici
che
conoscon
tutti
i
difetti
del
romanticismo
e
della
riforma
.
Perciò
la
nostra
solitudine
non
ci
conduce
a
fondare
una
setta
,
la
nostra
opposizione
non
assomiglia
a
nessuna
pedanteria
puritana
.
Da
Machiavelli
,
Guicciardini
,
Sarpi
,
fino
a
Croce
,
l
'
Italia
vanta
una
serie
nobilissima
di
riformatori
disperatamente
fedeli
a
una
serietà
morale
e
religiosa
,
che
manca
a
'
loro
contemporanei
,
ma
troppo
disillusi
e
cauti
per
voler
creare
nuove
forme
artificiose
di
culto
.
Del
resto
,
tralasciando
di
mentovare
esempi
troppo
alti
,
o
piuttosto
responsabilità
troppo
grandi
;
l
'
austerità
e
la
durezza
dei
nostri
costumi
son
qualità
regionali
alle
quali
siam
troppo
attaccati
per
volercene
disfare
;
e
crediam
d
'
altra
parte
che
non
sian
affatto
inutili
nel
paese
delle
farse
e
dei
carnovali
.
Entro
questi
limiti
,
ci
ostiniamo
ad
essere
degli
oppositori
,
e
magari
,
se
ci
obbligano
,
dei
pedagoghi
.
Perché
abbiamo
dietro
di
noi
una
tradizione
di
pensiero
e
d
'
attività
;
la
quale
può
ben
darsi
che
sia
la
nostra
debolezza
;
ma
è
anche
certamente
il
titolo
più
grande
della
nostra
nobiltà
.
E
continueremo
a
credere
,
fin
che
le
circostanze
non
ci
disilludano
,
che
soltanto
dal
Piemonte
,
che
ha
fatto
l
'
Italia
,
possano
derivare
i
germi
d
'
uno
stato
futuro
più
solido
e
più
potente
.
Intanto
oggi
questa
fede
ci
serva
di
simbolo
:
"
che
ove
speme
di
gloria
agli
animosi
Intelletti
rifulga
ed
all
'
Italia
,
Quindi
trarrem
gli
auspici
"
.
E
può
ben
darsi
che
non
si
tratti
soltanto
d
'
una
citazione
retorica
.
StampaPeriodica ,
Si
può
essere
sicuri
che
in
Italia
non
v
'
è
più
nessuno
che
non
veda
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
.
Il
paese
è
condannato
all
'
estrema
rovina
.
Bisogna
prepararvisi
;
rassegnatamente
,
dicono
taluni
;
col
fiero
proposito
di
farla
pagar
cara
,
dicono
i
molti
altri
.
Il
gran
pazzo
ad
ogni
cambiar
di
stagione
ne
pensa
una
sempre
più
madornale
,
per
abbagliare
per
distrarre
per
stordire
i
miseri
quarantadue
milioni
di
schiavi
che
ha
messi
in
catena
.
Riesce
qualche
volta
a
inscenare
un
successo
.
Ma
è
un
fuoco
fatuo
.
Contro
l
'
avvicinarsi
pauroso
della
resa
dei
conti
oramai
non
può
più
nulla
.
Lo
stesso
gioco
di
prosternarsi
un
giorno
al
papa
e
un
altro
giorno
tirargli
i
calci
non
illude
nessuno
:
né
i
clericali
né
i
liberi
pensatori
.
Tutti
si
rassodano
nella
convinzione
che
si
è
di
fronte
ad
un
volgarissimo
pagliaccio
.
Frattanto
,
come
diciamo
,
è
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
:
ogni
espediente
escogitato
per
ritardarla
,
non
la
rende
che
più
profonda
generale
spaventosa
.
È
proprio
stabilito
che
gl
'
italiani
debbano
essere
ridotti
alla
miseria
più
nera
,
alla
fame
,
all
'
inanizione
,
perché
l
'
obbrobrioso
regime
mussoliniano
crolli
.
Noi
così
detti
fuorusciti
,
che
siamo
in
grado
di
credere
e
di
dire
la
verità
,
siamo
tacciati
di
catastrofici
.
Ma
non
sono
inventati
da
noi
i
mille
fallimenti
al
mese
,
che
hanno
messo
a
terra
tutto
il
commercio
italiano
.
Non
sono
promossi
da
noi
i
settantaquattromila
protesti
cambiari
,
pure
mensili
,
che
portano
la
cifra
annuale
di
queste
sinistre
attività
dei
notai
e
degli
uscieri
a
un
milione
all
'
anno
.
E
le
continue
rovinose
riduzioni
dei
capitali
delle
industrie
?
E
i
prestiti
a
condizioni
strozzinesche
presso
i
banchieri
di
Wall
Street
?
E
la
paralisi
quasi
completa
della
compra
vendita
dei
manufatti
,
per
la
indigenza
della
grande
maggioranza
degli
italiani
?
Le
pubblicazioni
dell
'
attuale
Ufficio
di
statistica
,
messo
sotto
le
dirette
dipendenze
del
Truce
,
sono
un
falso
permanente
.
Ciononostante
siccome
vi
sarebbe
la
possibile
smentita
delle
statistiche
straniere
,
si
è
costretti
a
dire
la
verità
sul
movimento
delle
esportazioni
e
delle
importazioni
.
E
la
verità
si
riassume
nella
cifra
seguente
:
tre
miliardi
di
deficit
da
gennaio
all
'
aprile
.
Andando
di
questo
passo
,
alla
fine
dell
'
anno
saremo
a
dieci
miliardi
.
Nel
quasi
completo
inaridimento
dell
'
industria
dei
forestieri
,
delle
rimesse
degli
emigrati
e
degli
introiti
per
noli
,
come
si
fa
fronte
a
questo
deficit
?
"
Con
l
'
acquisto
delle
divise
pregiate
"
dicono
incoscientemente
i
giornali
del
regime
;
cioè
,
vale
a
dire
,
con
lo
spendere
gli
ultimi
quattrini
che
si
hanno
negli
istituti
di
credito
.
Il
che
significa
avviarsi
alla
bancarotta
.
Infatti
le
ultime
notizie
recano
che
nel
mese
di
aprile
vi
è
stata
una
riduzione
nella
riserva
aurea
della
Banca
d
'
Italia
di
435
milioni
.
Dal
gennaio
1928
all
'
aprile
1929
tale
riserva
è
discesa
da
12
a
10
miliardi
.
Non
occorrono
illustrazioni
o
commenti
.
Queste
semplici
cifre
valgono
per
cento
discorsi
imbroglioneschi
dell
'
adiposo
Mosconi
,
il
quale
,
del
resto
da
qualche
tempo
ha
perso
la
parola
,
occupato
com
'
è
a
trovare
la
possibilità
di
pagare
la
cedola
semestrale
del
debito
pubblico
in
scadenza
alla
fine
del
corrente
giugno
.
E
poi
venga
il
Truce
a
dirci
che
dobbiamo
smetterla
con
la
letteratura
catastrofica
sulle
cose
d
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Non
mi
perderò
in
preamboli
,
oziosi
sempre
,
oziosissimi
in
un
breve
scritto
,
del
quale
il
titolo
dice
chiaro
e
l
'
argomento
e
l
'
intento
.
Affermo
,
pertanto
,
e
sostengo
,
non
pure
la
convenienza
,
ma
il
debito
preciso
che
hanno
,
in
Italia
,
del
concorrere
alle
urne
politiche
i
Cattolici
,
e
con
essi
gli
uomini
tutti
d
'
opinioni
saviamente
conservatrici
;
debito
tanto
più
grave
ed
urgente
,
quanto
più
gravi
ed
urgenti
sono
i
mali
,
derivati
alla
Patria
nostra
dall
'
aver
esse
sino
a
qui
,
per
qual
motivo
si
voglia
,
operato
altrimenti
.
Di
questa
convenienza
,
o
di
questo
debito
,
sono
manifestamente
convinti
da
un
pezzo
molti
,
nel
clero
e
nel
laicato
italiano
,
cattolici
o
d
'
opinione
comecchessia
conservatrice
;
anzi
,
vorrei
dir
tutti
;
salvo
que
'
pochi
,
i
quali
,
stolti
o
perversi
,
invocano
catastrofi
,
e
sperano
dalla
violenza
straniera
e
dal
caos
interno
un
riordinamento
(
e
nemmeno
sanno
essi
quale
)
delle
cose
italiane
.
Ma
quello
,
di
che
sentesi
da
tanti
l
'
urgente
necessità
,
rimane
tuttavia
,
con
profitto
grande
de
'
partiti
più
intemperanti
,
senza
pratica
applicazione
;
e
pur
troppo
il
concorso
de
'
Cattolici
all
'
urne
politiche
,
e
la
loro
bene
intesa
alleanza
co
'
savi
conservatori
,
rimarrà
per
lungo
tempo
un
malinconico
e
pio
desiderio
,
se
si
continua
ad
aspettarne
,
e
peggio
ancora
a
sollecitarne
l
'
expedit
del
Vaticano
.
Lasciamo
lì
la
storia
,
certo
tutt
'
altro
che
edificante
,
del
primo
non
expedit
;
lasciamo
ogni
spinosa
quistione
generale
sul
valore
del
non
expedit
in
sé
,
od
altre
siffatte
discussioni
;
la
sostanza
si
è
che
,
stando
come
stanno
ora
le
cose
d
'
Italia
,
per
colpa
de
'
famosi
zelanti
,
e
d
'
altri
,
che
malamente
sfaccendarono
e
s
'
imposero
nei
primi
tentativi
di
organare
un
Partito
Conservatore
Nazionale
,
l
'
expedit
dal
Vaticano
è
inutile
l
'
aspettarlo
,
ed
assai
peggio
che
inutile
il
domandarlo
.
Nell
'
attuale
condizione
,
chiedere
l
'
expedit
pare
che
voglia
dire
:
intendersi
col
Vaticano
per
elegger
deputati
,
i
quali
,
ascesi
appena
a
Montecitorio
,
si
dispongano
a
risolvere
quella
difficoltà
del
restituire
al
Papa
,
non
pur
la
sostanza
,
ma
la
evidenza
della
Sovranità
e
libertà
sua
,
ch
'
è
una
ma
non
l
'
unica
delle
difficoltà
da
affrontarsi
da
un
partito
di
Destra
,
o
Conservatore
Nazionale
,
o
Conservatore
Liberale
,
che
voglia
dirsi
.
Ora
,
al
Vaticano
,
nonostante
la
nebbia
delle
passioni
maligne
e
delle
ree
cupidigie
,
e
il
fumo
delle
bizze
e
degli
orgogli
levantesi
da
certi
bassi
fondi
,
quelli
che
stanno
su
alto
,
nell
'
aereo
sereno
,
sanno
bene
che
,
se
la
convenienza
di
comporre
il
gran
dissidio
appare
oggi
manifesta
a
taluni
anco
di
quelli
,
che
un
tempo
sdegnavano
di
fermarci
sopra
il
pensiero
;
se
le
pretese
di
restaurazioni
peggio
che
impossibili
vanno
perdendo
fautori
;
se
fra
i
più
temperanti
e
retti
amatori
e
della
Chiesa
e
dell
'
Italia
gli
animi
vengono
ravvicinandosi
,
c
'
è
ancora
,
su
quel
terreno
,
della
strada
da
fare
,
molte
idee
da
chiarire
,
molti
pregiudizi
da
dileguare
,
molte
resistenze
faziose
,
e
nell
'
un
campo
e
nell
'
altro
,
da
vincere
.
Al
Vaticano
si
deve
sapere
inoltre
,
nonostante
le
ciance
dei
novellieri
,
che
,
se
l
'
idee
saviamente
conservatrici
troverebbero
in
Italia
un
numero
di
aderenti
bastevole
perché
,
in
un
nuovo
Parlamento
,
chi
governa
avesse
da
contare
anche
con
queste
;
una
elezione
fatta
con
un
expedit
espresso
e
clamoroso
mostrerebbe
molto
ma
molto
minore
di
quella
strombazzata
sin
qui
,
in
ispecie
per
quel
che
riguarda
l
'
assetto
unitario
della
Nazione
,
la
differenza
fra
l
'
Italia
legale
e
l
'
Italia
reale
.
Ond
'
è
che
un
expedit
non
potrebbe
venire
per
ora
;
né
forse
esplicito
verrà
mai
;
né
è
desiderabile
che
esplicito
e
clamoroso
venga
nemmeno
;
perché
da
nessun
Cattolico
,
anzi
da
nessun
uomo
,
che
capisca
l
'
alto
ufficio
morale
e
sociale
del
Papa
,
può
ragionevolmente
desiderarsi
ch
'
è
divenga
,
anco
per
veder
trionfare
i
candidati
suoi
,
una
specie
d
'
Elettor
generale
del
Regno
d
'
Italia
.
Ma
se
non
expedit
,
almeno
ora
com
'
ora
,
che
il
Vaticano
,
quant
'
è
da
lui
,
licenzi
i
Cattolici
a
portare
in
Parlamento
la
ricerca
de
'
modi
pe
'
quali
,
con
un
lembo
di
territorio
o
senza
(
SENZA
,
a
giudizio
mio
e
di
molti
altri
Cattolici
)
,
s
'
ha
da
guarentire
in
modo
evidente
la
sovranità
del
Papa
;
expedit
,
e
di
che
tinta
!
che
quanti
hanno
coscienza
di
Cristiani
e
di
Cittadini
s
'
adoperino
,
con
que
'
più
efficaci
e
diretti
mezzi
che
hanno
,
a
restaurare
in
Italia
il
senso
morale
perturbato
da
tante
ragioni
e
la
religiosità
indebolita
per
colpa
degli
intemperanti
d
'
ogni
setta
e
colore
.
Questo
,
expedit
;
expedit
fuor
d
'
ogni
dubbio
;
expedit
,
o
che
il
Papa
lo
dica
espressamente
,
o
che
non
lo
dica
;
ed
a
questo
conviene
che
,
con
ardore
uguale
alla
grandezza
dell
'
intento
e
al
lungo
perniciosissimo
indugio
,
s
'
adoperino
i
Cattolici
,
senza
aspettare
prossima
o
remota
che
sia
,
la
soluzione
dell
'
altra
,
ormai
troppo
famosa
difficoltà
.
La
quale
,
del
resto
,
o
dovrebbe
risolversi
per
violenza
straniera
,
con
quegli
scandali
,
quella
jattura
del
sentimento
religioso
,
quella
sequela
di
ingiustizie
e
di
risentimenti
feroci
,
quella
precarietà
d
'
effetti
,
che
ogni
persona
sensata
può
immaginarsi
;
o
sarà
tranquillamente
e
durevolmente
risolta
dalla
risensata
e
rinnovellata
coscienza
degli
Italiani
.
E
certo
un
'
Italia
,
in
cui
tutte
le
opinioni
abbiano
la
loro
proporzionale
e
legittima
rappresentanza
;
un
'
Italia
francatasi
dalla
tirannide
delle
sètte
,
che
hanno
,
per
colpa
non
meno
degli
zelanti
che
de
'
liberi
pensatori
,
sfruttata
l
'
opera
del
nostro
riscatto
politico
,
vorrà
e
farà
libero
il
Papa
;
poiché
un
'
Italia
siffatta
,
non
subirà
,
costretta
e
vinta
,
ma
invocherà
spontanea
anche
il
concorso
delle
altre
Potenze
per
assettare
,
ove
occorra
,
la
parte
extra
o
sopranazionale
del
dissidio
,
cui
la
inevitabile
caduta
del
potere
temporale
ha
dato
luogo
.
Ma
questo
,
se
mai
,
sarà
effetto
del
risveglio
della
coscienza
nazionale
,
e
di
un
riordinamento
de
'
partiti
politici
,
a
cui
si
richiede
la
cooperazione
attiva
di
tutti
i
ben
pensanti
;
sarà
effetto
ultimo
di
trasformazioni
che
expedi
ogni
dì
più
l
'
accelerare
,
con
altro
che
con
chiacchiere
,
declamazioni
ed
intemperanze
di
Congressi
,
spampanate
di
politica
visionaria
,
aspirazioni
dissennate
o
parricide
.
Expedit
alla
Chiesa
e
all
'
Italia
che
il
giogo
delle
minoranze
settarie
si
franga
:
Expedit
che
la
ostilità
al
sentimento
religioso
non
trovi
altrimenti
nemmeno
la
remota
apparenza
d
'
una
giustificazione
o
spiegazione
nella
tutela
dell
'
unità
nazionale
,
e
s
'
arresti
la
diffusione
dell
'
empietà
:
Expedit
che
e
nelle
Camere
,
e
nelle
Scuole
,
e
ne
'
Cantieri
,
e
negli
Ospedali
,
e
nelle
Carceri
torni
a
profferirsi
,
altrimenti
che
a
dileggio
infame
,
il
nome
di
Dio
:
Expedit
che
la
stampa
,
rimanendo
libera
di
discutere
le
pubbliche
faccende
,
perda
la
licenza
,
arrogatasi
da
gran
tempo
,
di
essere
calunniatrice
,
oscena
,
depravatrice
:
Expedit
che
cessi
il
conflitto
,
pel
quale
all
'
estero
Missioni
italiane
,
Consolati
,
Viceconsolati
,
Scuole
di
religiosi
e
Scuole
laiche
italiane
,
combattendosi
,
si
neutralizzano
con
discapito
e
della
Chiesa
e
dell
'
Italia
:
Expedit
che
lo
studio
e
la
evolutiva
soluzione
delle
difficoltà
economiche
e
morali
di
ordine
sociale
,
si
informino
,
anziché
ad
angustie
giuridiche
,
a
larghi
criteri
etici
e
cristiani
:
Expedit
che
l
'
Italia
,
anziché
pericolo
e
inciampo
a
se
stessa
ed
agli
altri
,
si
ravvii
ad
essere
,
nella
pienezza
delle
sue
forze
unificate
,
strumento
potentissimo
di
civiltà
vera
,
vale
a
dire
,
di
civiltà
Cristiana
.
Tutto
ciò
expedit
,
fuor
d
'
ogni
dubbio
;
e
chi
si
pensasse
di
andare
a
domandarne
al
Papa
,
se
expedit
o
no
,
farebbe
cosa
ridicola
,
od
opera
maliziosa
,
per
la
quale
si
ricadrebbe
nell
'
eterno
paralogismo
,
in
cui
parecchi
de
'
Conservatori
si
sono
,
o
sono
stati
ravviluppati
sin
qui
.
Se
expedit
,
e
ciò
per
manifesto
debito
verso
la
Chiesa
,
verso
la
Patria
,
verso
la
Società
tuttaquanta
,
e
se
a
conseguire
il
rilevantissimo
effetto
abbiamo
un
mezzo
precipuo
od
unico
;
il
mezzo
di
cui
i
Cattolici
d
'
Europa
e
d
'
America
si
valgono
efficacemente
tutto
dì
,
senza
infastidire
con
domande
o
soverchiamente
ingenue
o
peggio
che
maliziose
il
Vaticano
;
si
valgano
i
Cattolici
d
'
Italia
di
questo
medesimo
mezzo
.
Se
ne
valgano
,
e
presto
.
Rimedino
alle
colpevoli
tardanze
;
si
restringano
fra
loro
,
e
co
'
più
saviamente
conservatori
d
'
ogni
confessione
religiosa
,
e
si
guardino
da
quello
,
che
taluni
vagheggiano
come
una
gran
bella
cosa
,
e
che
sarebbe
,
pur
troppo
ormai
l
'
effetto
d
'
un
expedit
clamorosamente
venuto
dal
Vaticano
;
cioè
dalla
formazione
d
'
un
così
detto
Partito
Cattolico
.
Formare
un
partito
che
,
invece
di
Conservatore
Nazionale
,
o
che
altro
,
fosse
e
si
dicesse
Partito
Cattolico
,
sarebbe
togliere
ai
Cattolici
italiani
ogni
onesta
libertà
di
pensiero
politico
;
sarebbe
un
turbare
più
e
più
le
coscienze
,
rabbassando
e
facendo
faziosa
la
religiosità
;
sarebbe
un
rimpicciolire
il
Papa
,
fatto
capo
partito
e
segno
agli
sdegni
politici
di
coloro
che
dissentono
,
politicamente
parlando
,
da
'
suoi
Deputati
.
Il
Cattolicismo
è
comprensione
,
è
carità
universale
,
è
pace
,
non
è
partito
.
Tutto
ciò
expedit
;
expedit
istantemente
;
chi
si
ravviluppa
in
volontarie
difficoltà
,
chi
impone
hic
et
nunc
a
sé
od
agli
altri
un
problema
,
la
soluzione
del
quale
,
qual
ch
'
ella
si
sia
,
dipende
dalla
soluzione
di
tante
e
tante
altre
,
certo
non
meno
urgenti
,
è
nemico
,
o
per
semplicità
,
o
per
malizia
,
della
Chiesa
non
meno
che
dell
'
Italia
.
Dunque
,
avanti
!
alle
urne
politiche
!
Expedit
!
expedit
!
StampaPeriodica ,
Il
signor
Caporali
,
il
coraggioso
sciacallo
corrispondente
dell
'
Avanti
!
,
l
'
avv
.
Chiappari
,
che
continua
ad
imbastire
denunce
contro
i
fascisti
,
la
troupe
Pozzoli
,
Bernamonti
,
che
vanno
tentando
di
inquadrare
gli
arditi
della
"
fifa
,
"
il
maestro
Sasdelli
,
il
Verzeletti
ed
altri
che
continuano
ad
aizzare
i
loro
tesserati
contro
di
noi
sappiano
che
noi
li
teniamo
responsabili
di
ogni
ulteriore
provocazione
,
sappiano
che
ogni
oltraggio
a
un
nostro
capo
deve
essere
dai
fascisti
energicamente
vendicato
.
Quando
domani
poi
delle
bastonate
troveranno
dei
crani
deboli
non
si
faccia
almeno
tanto
baccano
.
StampaPeriodica ,
Dopo
dieci
giorni
dall
'
avvenimento
che
lo
ha
riempito
di
rabbioso
stupore
e
di
paura
,
il
governo
fascista
ha
dato
,
in
tre
righe
,
attraverso
un
comunicato
Stefani
,
l
'
annuncio
dell
'
evasione
di
tre
deportati
antifascisti
dall
'
isola
di
Lipari
.
Esso
avrebbe
preferito
mantenere
il
silenzio
:
per
non
confessare
implicitamente
un
formidabile
smacco
e
per
non
dare
agl
'
italiani
un
motivo
inaspettato
di
giubilo
,
una
nuova
speranza
incitatrice
.
Ma
tacere
non
era
più
possibile
,
dopo
che
tutti
i
giornali
del
mondo
e
in
prima
linea
quelli
inglesi
,
nordamericani
e
sudamericani
avevano
pubblicato
con
gran
rilievo
di
titoli
e
con
suggestivi
dettagli
,
la
notizia
dell
'
evasione
;
indicandola
come
magnifica
prova
di
ardimento
,
di
tenacia
,
di
organizzazione
,
come
segno
della
indomabile
volontà
di
lotta
del
popolo
italiano
rappresentato
,
nelle
sue
migliori
virtù
,
nel
suo
bisogno
e
nella
sua
capacità
di
liberazione
,
dai
tre
evasi
contro
il
regime
di
dittatura
.
Di
fronte
a
questo
atteggiamento
della
stampa
internazionale
,
richiamata
dal
valore
morale
e
politico
dell
'
episodio
a
considerare
,
sotto
l
'
apparenza
di
un
ordine
ch
'
è
frutto
della
violenza
,
l
'
assurdità
antistorica
e
antiumana
della
situazione
italiana
;
e
di
fronte
alla
certezza
che
la
notizia
,
superando
tutte
le
barriere
innalzate
tra
l
'
Italia
e
il
mondo
,
tra
italiani
e
italiani
,
dal
terrore
fascista
,
si
sarebbe
diffusa
nel
paese
come
,
al
tempo
delle
dominazioni
straniere
,
si
diffondeva
ogni
voce
d
'
insuccesso
nemico
,
il
governo
fascista
ha
dovuto
diramare
alla
stampa
,
con
l
'
ordine
di
pubblicarlo
coi
caratteri
più
modesti
e
nell
'
angolo
più
nascosto
,
il
comunicato
che
si
limita
a
dire
i
nomi
degli
evasi
.
Ma
bastano
quei
nomi
per
far
intendere
la
straordinaria
importanza
dell
'
avvenimento
.
Si
tratta
di
tre
giovani
,
gagliarde
forze
dell
'
antifascismo
che
per
la
causa
della
libertà
italiana
hanno
affrontato
il
carcere
e
l
'
esilio
;
che
nel
lungo
periodo
della
loro
prigionia
,
meditativa
insieme
ed
attiva
,
sottoponendo
a
un
processo
di
rielaborazione
critica
le
ragioni
lontane
e
immediate
dell
'
usurpazione
fascista
,
i
metodi
e
i
risultati
della
lotta
antifascista
,
le
profonde
forze
,
le
capacità
e
le
possibilità
del
popolo
italiano
,
hanno
fortemente
educato
volontà
e
coscienza
ai
problemi
della
riscossa
,
alle
valutazioni
e
alle
esigenze
della
nuova
realtà
che
dovrà
erompere
sulle
rovine
della
tirannide
;
e
che
,
dopo
una
lunga
preparazione
,
prova
di
lucidissima
ostinata
pazienza
,
e
attraverso
un
atto
temerario
,
prova
non
necessaria
ma
stupenda
dello
spirito
di
decisione
e
di
ardimento
,
hanno
saputo
sottrarsi
alla
sorveglianza
armata
di
un
esercito
di
carcerieri
per
restituirsi
alla
battaglia
,
accanto
ai
compagni
di
esilio
,
che
sono
,
e
sempre
più
saranno
,
compagni
di
trincea
.
Emilio
Lussu
è
l
'
eroico
reduce
di
guerra
,
capo
del
partito
sardo
di
azione
,
lottatore
silenzioso
e
indomabile
,
che
assalito
nella
sua
casa
da
un
'
orda
di
camicie
nere
,
si
difende
solo
e
abbatte
un
aggressore
,
mettendo
in
fuga
tutti
gli
altri
.
Assolto
dai
magistrati
per
legittima
difesa
assoluzione
reclamata
ed
imposta
,
non
tanto
da
elementari
ragioni
di
giustizia
,
che
in
regime
fascista
non
contano
,
quanto
dalla
concorde
opinione
pubblica
dell
'
isola
,
che
in
lui
si
esalta
come
nel
suo
figlio
più
degno
è
inviato
dopo
un
anno
di
carcere
a
domicilio
coatto
.
Carlo
Rosselli
,
ex
valoroso
combattente
anche
lui
,
ha
già
legato
il
suo
nome
,
nell
'
ammirazione
e
nella
riconoscenza
degl
'
italiani
,
all
'
evasione
di
Filippo
Turati
e
al
processo
di
Savona
:
nel
quale
egli
rivendicò
,
accanto
a
quell
'
altro
magnifico
campione
di
coraggiosa
e
fiera
nobiltà
ch
'
è
Ferruccio
Parri
,
tutta
la
responsabilità
del
suo
gesto
,
tramutandosi
,
da
accusato
,
in
accusatore
del
regime
,
e
riaffermandosi
custode
e
continuatore
delle
generose
tradizioni
italiane
della
sua
famiglia
,
ospite
della
quale
,
a
Pisa
,
morì
,
sotto
falso
nome
,
Giuseppe
Mazzini
.
Soffre
un
anno
di
carcere
;
e
poi
viene
deportato
a
Lipari
.
Francesco
Fausto
Nitti
,
volontario
di
guerra
a
17
anni
,
perseguitato
con
maggiore
accanimento
per
il
sangue
e
per
il
nome
che
porta
,
viene
relegato
per
il
sospetto
non
contestato
di
essere
l
'
organizzatore
ed
il
capo
di
un
'
associazione
segreta
antifascista
,
prima
a
Lampedusa
la
più
maledetta
fra
le
isole
maledette
e
poi
a
Lipari
;
ed
oppone
,
con
incrollabile
fedeltà
alle
tradizioni
del
suo
sangue
,
ai
doveri
del
suo
nome
e
alla
sua
coscienza
di
militante
repubblicano
,
il
più
sereno
disdegno
alle
provocazioni
dei
suoi
aguzzini
fra
cui
il
famigerato
tenente
Veronica
,
folle
criminale
,
che
si
divertiva
a
straziare
i
deportati
politici
.
Per
circa
un
anno
e
mezzo
questi
tre
compagni
di
prigionia
hanno
preparato
,
in
silenzio
,
la
loro
evasione
con
tenacia
più
forte
di
ogni
difficoltà
,
con
volontà
più
forte
di
ogni
insuccesso
,
con
fede
più
forte
di
ogni
delusione
,
con
serietà
scientifica
,
col
più
vigile
senso
di
responsabilità
.
Spezzare
la
rete
di
sorveglianza
e
di
spionaggio
che
circondava
l
'
isola
e
,
nell
'
isola
,
ogni
deportato
;
superare
le
molteplici
trincee
costituite
dai
moschetti
dei
vigili
,
dai
riflettori
disposti
lungo
le
coste
,
dalle
mitragliatrici
e
dai
cannoni
delle
navi
;
affrontare
il
mare
vigilatissimo
,
mentre
il
battito
dei
remi
e
il
rombo
dei
motori
avrebbero
facilitato
agl
'
inseguitori
l
'
implacabile
caccia
:
tutto
questo
poteva
sembrare
follia
.
E
,
invece
,
è
realtà
:
voluta
e
compiuta
da
meravigliosi
ribelli
,
che
hanno
affrontato
e
battuto
il
nemico
nella
maggior
forza
di
cui
esso
dispone
:
l
'
organizzazione
poliziesca
.
All
'
urto
di
un
piccolissimo
gruppo
di
audaci
,
questo
formidabile
puntello
,
a
cui
s
'
appoggia
tutta
l
'
impalcatura
del
regime
,
è
miseramente
crollato
.
E
l
'
episodio
assume
,
sotto
certi
aspetti
,
per
il
regime
delle
molteplici
milizie
,
l
'
atroce
significato
di
una
beffa
.
La
beffa
di
Lipari
.
A
Lipari
,
i
confinati
sono
500;
e
400
i
sorveglianti
(
200
militi
fascisti
,
100
agenti
di
polizia
,
50
carabinieri
,
più
marinai
,
guardie
di
finanza
,
semaforisti
ecc
.
)
.
Dodici
pattuglie
fisse
vigilano
alla
cintura
,
e
varie
nell
'
abitato
;
senza
tener
conto
delle
pattuglie
volanti
.
V
'
è
un
appello
quotidiano
alle
8
e
una
visita
di
controllo
alle
22
.
In
mare
stazionano
tre
motoscafi
velocissimi
armati
di
mitragliatrici
,
e
un
mas
armato
di
cannone
.
A
terra
e
a
bordo
la
radio
collega
l
'
esercito
dei
carcerieri
e
dei
custodi
con
le
basi
aviatorie
e
navali
.
Difficilissima
,
dunque
,
per
l
'
ubicazione
dell
'
isola
e
per
il
sistema
difensivo
,
l
'
evasione
:
più
difficile
,
quando
si
pensi
che
i
tre
erano
sottoposti
a
strettissima
sorveglianza
,
e
più
specialmente
Lussu
che
,
nelle
sue
varie
passeggiate
,
era
costantemente
seguito
da
quattro
agenti
di
polizia
.
Per
poter
abbandonare
improvvisamente
,
senza
essere
scorto
,
la
sua
casa
,
che
dà
in
un
dedalo
di
vicoli
,
Lussu
ebbe
,
per
un
anno
e
mezzo
,
la
costanza
di
osservare
con
feroce
rigore
un
orario
:
evitando
così
che
gli
agenti
continuassero
a
stazionare
sempre
proprio
alla
porta
di
casa
.
D
'
altronde
,
si
supponeva
che
la
malattia
contratta
dal
Lussu
in
carcere
,
e
acuitasi
al
domicilio
coatto
,
avrebbe
reso
impossibile
ogni
sua
partecipazione
a
una
fuga
.
Si
aggiunga
che
due
tentativi
erano
già
miserevolmente
falliti
:
il
primo
compiuto
da
quattro
prigionieri
,
rinchiusi
nelle
carceri
locali
,
fra
i
quali
G
.
B
.
Canepa
;
e
il
secondo
dal
comunista
Spangaro
che
venne
arrestato
quando
era
già
riuscito
,
con
sforzi
infiniti
,
squarciandosi
il
petto
,
a
salire
lungo
la
catena
dell
'
ancora
di
una
nave
straniera
ormeggiata
nel
vicino
porto
di
Canneto
e
che
fu
,
per
questo
,
condannato
a
tre
anni
di
detenzione
,
quantunque
la
nave
su
cui
si
era
rifugiato
fosse
diretta
in
Italia
.
Per
rompere
l
'
assedio
,
erano
necessari
,
oltre
la
disperata
volontà
di
riuscire
,
un
'
assoluta
segretezza
,
un
calcolo
rigoroso
di
tutte
le
probabilità
,
una
organizzazione
tecnica
severissimamente
studiata
,
un
'
audacia
eccezionalmente
serena
.
A
queste
esigenze
hanno
pienamente
corrisposto
i
tre
evasi
e
gli
esuli
che
li
hanno
aiutati
nella
rischiosissima
impresa
:
esuli
i
cui
nomi
potranno
essere
un
giorno
indicati
all
'
ammirazione
degli
italiani
.
Non
ci
è
possibile
,
per
intuitive
ragioni
,
pubblicare
i
particolari
dell
'
impresa
;
la
quale
si
svolse
nella
notte
dal
27
al
28
luglio
,
sotto
gli
occhi
dei
militi
e
dei
poliziotti
,
in
tutt
'
altre
faccende
affaccendati
.
Mentre
i
tre
,
miracolosamente
sfuggiti
alla
sorveglianza
degli
aguzzini
,
salivano
a
bordo
,
le
autorità
fasciste
,
raccolte
come
di
consueto
nella
piazza
del
paese
,
sorbivano
pacificamente
le
loro
bibite
al
caffè
.
E
le
loro
voci
giungevano
nitidamente
agli
orecchi
degli
evasi
e
dei
loro
amici
che
,
per
raccoglierli
,
si
erano
spinti
fin
sulla
spiaggia
.
Beffa
meravigliosa
,
che
strappa
italiani
inermi
,
ma
idealmente
e
moralmente
invulnerabili
,
all
'
artiglio
di
carcerieri
formidabilmente
armati
e
apporta
all
'
emigrazione
antifascista
il
contributo
di
energie
e
di
esperienze
ripetutamente
selezionate
.
Ecco
perché
la
liberazione
dei
tre
ardimentosi
(
i
quali
,
attraverso
le
interviste
loro
domandate
dai
più
importanti
giornali
del
mondo
,
hanno
riproposto
all
'
opinione
pubblica
internazionale
la
questione
dei
confinati
,
in
tutta
la
sua
mostruosità
giuridica
ed
umana
)
preannuncia
,
nella
nostra
volontà
e
nella
nostra
fede
,
più
rapida
e
luminosa
e
sicura
,
la
liberazione
di
tutti
gli
italiani
.
StampaPeriodica ,
Fin
dal
suo
primo
nascere
,
questo
periodico
dichiarò
francamente
che
veniva
alla
luce
per
sostenere
il
principio
nazionale
e
il
sentimento
religioso
;
e
a
queste
due
affermazioni
,
a
questi
due
sentimenti
,
che
lo
hanno
sempre
guidato
nel
suo
cammino
,
procurò
di
non
mancare
e
cercherà
di
non
mancare
mai
.
Combattuto
fin
da
principio
dagli
intransigenti
rossi
e
neri
esso
ha
continuato
imperterrito
la
sua
via
,
sicuro
di
avere
da
sostenere
una
idea
buona
e
vera
che
un
giorno
dovrà
inevitabilmente
trionfare
.
Tempo
fa
avevamo
notato
con
piacere
il
succedersi
di
una
certa
calma
alla
lotta
ed
alcuni
atti
di
benevolenza
dai
più
importanti
periodici
.
Nel
1886
alcuni
dei
giornali
cattolici
più
autorevoli
avevano
cominciato
a
citare
benevolmente
varj
articoli
,
e
nel
1887
il
Moniteur
de
Rome
singolarmente
non
lasciava
passare
quasi
nessun
numero
senza
far
citazioni
e
dar
conto
particolareggiato
di
alcuni
lavori
,
fra
i
quali
specialmente
prediligeva
quelli
che
riguardavano
la
conciliazione
,
commentandoli
e
lodandoli
fino
a
dirli
notevolissimi
,
quantunque
tutti
quegli
articoli
in
sostanza
esprimessero
la
necessità
di
conservare
la
unità
e
integrità
d
'
Italia
:
ma
allora
il
Moniteur
era
fautore
aperto
di
un
accordo
fra
il
papato
e
l
'
Italia
,
fino
al
punto
che
in
un
numero
dell
'
aprile
invitava
tutti
a
ingrossare
la
corrente
favorevole
alla
conciliazione
.
Il
30
maggio
scriveva
:
«
Se
l
'
Italia
rendesse
al
Papa
questa
garanzia
reale
,
evidente
,
della
sua
indipendenza
spirituale
,
nonché
l
'
indipendenza
diremo
ancora
l
'
integrità
del
suo
territorio
,
sarebbe
violata
o
lesa
?
»
.
E
il
12
giugno
,
commentando
l
'
interpellanza
Bovio
alla
Camera
e
la
risposta
dei
Ministri
esciva
a
dire
:
«
Quand
,
d
'
ailleurs
,
M
.
Crispi
parle
de
droit
national
,
il
doit
savoir
que
la
solution
de
la
question
romaine
,
loin
de
nuire
à
l
'
unité
italienne
,
la
consoliderait
en
l
'
asseyant
sur
des
bases
granitiques
»
.
Andata
a
monte
ogni
probabilità
di
una
conciliazione
immediata
,
il
giornalismo
mutò
condotta
verso
il
nostro
periodico
,
e
fece
verso
di
noi
congiura
del
silenzio
;
lo
stesso
accadde
della
stampa
liberale
che
,
pur
essa
,
aveva
cominciato
a
farci
buon
viso
.
Cessata
ogni
speranza
di
un
prossimo
accomodamento
,
non
sappiamo
se
per
colpa
di
straniere
potenze
come
affermano
alcuni
,
o
per
cocciutaggine
settaria
di
certi
liberali
,
e
per
male
arti
degli
intransigenti
,
mentre
noi
ne
fummo
dolentissimi
,
non
ci
perdemmo
d
'
animo
,
e
la
Rassegna
nostra
mantenne
intatte
le
sue
aspirazioni
,
le
convinzioni
sue
,
giacché
ritenne
giustamente
che
ciò
che
non
era
avvenuto
potrà
un
giorno
accadere
.
Per
schiarire
ogni
equivoco
,
innanzi
tutto
dichiariamo
che
noi
laici
cattolici
,
i
quali
caldeggiamo
la
conciliazione
e
la
crediamo
ancora
possibile
in
un
avvenire
più
o
meno
prossimo
,
non
pretendiamo
né
abbiamo
mai
preteso
di
dar
consigli
al
S
.
Padre
che
rispettiamo
e
veneriamo
.
Ossequenti
a
Lui
in
tutto
ciò
che
riguarda
il
dogma
e
la
morale
,
nelle
quistioni
opinabili
crediamo
lecitissima
una
giusta
libertà
di
apprezzamenti
alla
quale
teniamo
moltissimo
senza
punto
mancare
al
nostro
dovere
di
cattolici
.
Ed
infatti
lo
stesso
pontefice
Leone
XIII
nell
'
enciclica
Della
libertà
umana
scrive
:
«
Bensì
quando
si
tratti
di
cose
opinabili
lasciate
da
Dio
alla
discussione
degli
uomini
,
è
lecito
allora
,
e
ce
ne
dà
la
natura
stessa
il
diritto
,
di
sentir
come
meglio
ne
aggrada
,
ed
esprimere
liberamente
il
proprio
avviso
:
poiché
libertà
siffatta
non
torna
mai
di
pregiudizio
alla
verità
,
e
giova
sovente
a
farla
trionfare
»
.
In
base
a
ciò
non
pare
a
noi
irreverente
l
'
asserire
che
la
questione
romana
potrà
risolversi
restituendo
al
Pontefice
piena
ed
evidente
libertà
senza
menomare
l
'
unità
e
l
'
integrità
d
'
Italia
;
e
che
dobbiamo
essere
in
tutto
buoni
cattolici
e
buoni
italiani
.
Lasciando
adunque
da
parte
le
modalità
di
un
accordo
,
lasciando
da
parte
se
questo
possa
avvenire
presto
o
fra
molto
tempo
,
vogliamo
lavorare
per
renderlo
possibile
.
Come
italiani
crediamo
nostro
dovere
procurare
il
bene
della
patria
,
nostro
dovere
difendere
le
coscienze
dei
nostri
figli
dalla
invadente
istruzione
atea
e
materialistica
,
la
nostra
proprietà
dal
socialismo
minacciante
,
la
famiglia
da
una
dissoluzione
dissenata
,
la
donna
da
una
trasformazione
sconveniente
alla
sua
natura
;
crediamo
nostro
dovere
preparare
ai
figli
nostri
una
condizione
migliore
,
per
modo
che
essi
possano
mostrarsi
apertamente
cattolici
senza
pericolo
di
danneggiare
la
loro
carriera
,
per
modo
che
essi
abbiano
aperta
la
via
a
sodisfare
quella
giusta
ambizione
che
ognuno
può
sentire
,
senza
il
bisogno
di
rinnegare
o
di
nascondere
le
proprie
convinzioni
.
Per
questo
intendiamo
valerci
delle
armi
legali
consentiteci
dal
vigente
sistema
di
Governo
,
cessando
una
buona
volta
dall
'
astensione
che
ci
rappresenta
come
nemici
della
patria
,
che
ci
toglie
ogni
importanza
,
che
ci
lascia
in
balia
assoluta
delle
sette
.
Per
quella
giusta
libertà
che
dobbiamo
avere
nelle
cose
disputabili
ci
è
lecito
prender
parte
alla
pubblica
vita
senza
bisogno
di
andare
ogni
momento
a
bussare
alle
porte
del
Vaticano
per
domandar
permessi
con
inopportuna
insistenza
;
la
quale
,
crediamo
anzi
,
causa
non
ultima
del
ripetersi
del
Non
expedit
,
che
taluno
vedrebbe
volentieri
convertito
in
aperto
Non
licet
.
Se
nella
dichiarazione
principale
della
Sacra
Penitenzeria
vi
è
il
divieto
,
nelle
seguenti
spiegazioni
è
lasciata
a
ciascuno
libertà
di
agire
secondo
coscienza
;
il
divieto
è
in
genere
,
in
pratica
poi
ognuno
dovrà
regolarsi
come
meglio
crede
.
Il
fatto
stesso
ha
dimostrato
ai
dubbiosi
questa
verità
,
giacché
in
varie
occasioni
i
cattolici
hanno
votato
,
e
nelle
ultime
elezioni
generali
Pisa
ce
ne
dette
una
prova
luminosissima
,
poiché
quasi
tutti
gli
elettori
accorsero
all
'
urne
,
e
in
una
recente
elezione
parziale
moltissimi
cattolici
hanno
votato
e
alcuni
seguaci
in
teoria
dell
'
astensione
hanno
incitato
a
votare
;
né
poteva
essere
altrimenti
poiché
è
impossibile
distaccare
affatto
,
per
un
tempo
tanto
lungo
,
un
gran
numero
di
persone
da
ogni
interesse
,
e
quando
non
è
dato
lavorare
per
gli
interessi
morali
si
lavora
per
quelli
materiali
.
Il
non
expedit
,
nella
campagna
singolarmente
,
non
è
osservato
che
da
pochissimi
;
per
cui
le
masse
si
abituano
a
seguire
e
obbedire
le
persone
influenti
di
altri
partiti
.
Il
non
expedit
è
così
poco
seguito
che
non
l
'
osservano
neppur
tutti
i
Sacerdoti
,
alcuni
dei
quali
votano
o
fanno
propaganda
manifesta
per
chi
promette
loro
restauri
alla
Chiesa
,
alla
Parrocchia
,
al
Campanile
,
o
per
chi
fa
qualche
dono
in
arredi
sacri
paghi
di
questa
sola
dimostrazione
di
credenza
religiosa
,
senza
nemmeno
curarsi
di
sapere
quali
opinioni
andrà
a
sostenere
alla
Camera
quel
loro
beniamino
;
e
spesse
volte
appunto
e
certi
sacerdoti
e
alcuni
astensionisti
votano
proprio
quando
il
non
expedit
sarebbe
diventato
un
non
licet
,
poiché
votano
per
uno
che
,
in
Parlamento
,
combatterà
le
credenze
cattoliche
.
È
dunque
opportuno
cessare
dall
'
astensione
,
ed
occuparsi
seriamente
per
il
trionfo
dei
candidati
non
avversi
al
sentimento
religioso
o
almeno
dei
meno
avversi
,
ché
anco
questo
è
un
bene
.
Se
vogliamo
,
o
prima
o
poi
,
come
noi
desideriamo
vivamente
,
giungere
a
una
cessazione
del
dissidio
,
è
necessario
preparare
il
terreno
nella
patria
nostra
,
facendo
argine
al
diffondersi
della
miscredenza
e
delle
idee
sovversive
;
e
per
ottener
questo
,
evidentemente
non
abbiamo
altro
modo
che
prender
parte
alla
vita
pubblica
,
formando
un
partito
schiettamente
nazionale
e
francamente
rispettoso
del
sentimento
cattolico
;
schiettamente
nazionale
,
perché
altrimenti
sarebbe
inutile
qualunque
azione
,
che
anzi
sarebbe
funesta
e
non
ad
altro
valida
che
ad
accrescere
i
pregiudizj
contro
il
cattolicismo
e
l
'
antipatia
contro
i
cattolici
.
Meglio
cento
volte
l
'
astensione
,
che
noi
vivamente
deploriamo
,
di
un
'
azione
con
fini
antinazionali
.
La
massoneria
e
certi
liberali
a
parole
,
nemici
del
sentimento
religioso
,
abilmente
valendosi
di
tutte
le
circostanze
propizie
,
alcune
delle
quali
fornite
loro
da
certa
stampa
cattolica
,
hanno
saputo
far
nascere
la
convinzione
fra
noi
che
i
cattolici
siano
nemici
della
patria
;
e
a
forza
di
ripetere
queste
calunnie
per
mezzo
della
stampa
che
fra
l
'
una
e
gli
altri
hanno
a
loro
disposizione
,
son
riusciti
a
formare
una
corrente
di
impopolarità
verso
ogni
persona
che
apertamente
si
dimostra
cattolica
.
Bisogna
adunque
far
cadere
questi
equivoci
,
che
valgono
tanto
ad
infiacchire
i
caratteri
fino
al
punto
che
si
vedono
non
pochi
serbarsi
cattolici
in
famiglia
,
e
mostrarsi
in
pubblico
sprezzanti
di
ogni
credenza
;
oppure
,
per
contrabbilanciare
la
religiosità
loro
,
corteggiare
i
massoni
cercando
di
averli
colleghi
nelle
pubbliche
amministrazioni
,
mostrandosi
eccessivamente
deferenti
ad
ogni
loro
desiderio
.
Bisogna
adunque
spezzare
questa
calunniosa
catena
che
ci
hanno
avvinto
al
collo
,
mostrando
a
tutti
gli
onesti
la
falsità
di
cosiffatte
insinuazioni
;
bisogna
lavorare
per
il
bene
stesso
della
patria
nostra
a
conservar
intatta
la
credenza
religiosa
.
Sappiamo
bene
che
la
questione
della
libertà
del
Pontefice
è
soprannazionale
,
in
quanto
che
a
tutti
i
cattolici
interessa
che
il
capo
della
religione
sia
indipendente
;
ma
siccome
non
vogliamo
che
sia
risoluta
da
una
guerra
,
né
il
Pontefice
stesso
ciò
vuole
,
come
lo
ha
dichiarato
più
volte
,
bisogna
pur
necessariamente
che
della
giustizia
di
un
accordo
sian
persuasi
gli
Italiani
o
almeno
quegli
Italiani
che
hanno
in
mano
il
potere
.
Tutte
le
altre
vie
non
potranno
condurre
che
a
soluzioni
imposte
,
che
non
saranno
mai
vere
e
proprie
soluzioni
,
tali
cioè
da
ridonare
alla
Chiesa
una
pace
stabile
,
e
tranquillità
all
'
Italia
;
né
senza
il
consenso
dell
'
Italia
potremo
sperare
in
un
accordo
durevole
neppur
da
una
azione
diplomatica
,
poiché
,
evidentemente
,
o
questa
si
limiterebbe
ad
un
semplice
voto
platonico
,
e
non
avrebbe
effetto
veruno
;
o
dovrebbe
esser
accompagnata
da
una
guerra
,
ed
avremmo
da
capo
una
soluzione
che
non
vogliamo
e
che
in
ultimo
sarebbe
dannosa
alla
Chiesa
stessa
,
poiché
recherebbe
seco
come
conseguenza
l
'
allargarsi
della
miscredenza
e
della
ostilità
verso
la
Chiesa
in
Italia
.
Bisogna
adunque
persuadere
gl
'
Italiani
stessi
della
necessità
di
un
accordo
,
e
noi
laici
per
ottener
questo
non
abbiamo
altro
campo
che
il
politico
.
Serviamocene
adunque
francamente
e
lealmente
.
So
che
vi
saranno
persone
che
ci
daranno
degli
utopisti
;
e
sia
pure
.
Ad
ogni
modo
la
nostra
sarebbe
una
bella
utopia
,
giacché
davvero
non
è
spregevole
ideale
cercare
di
armonizzare
il
sentimento
nazionale
col
sentimento
religioso
,
riportando
la
pace
fra
l
'
Italia
e
il
Papato
.
Utopisti
saremmo
se
coll
'
azione
nostra
pretendessimo
di
fare
sparire
il
male
dal
mondo
,
ma
noi
non
abbiamo
mai
avuto
simiglianti
pretese
,
e
saremmo
paghi
e
sodisfatti
anche
se
ci
riuscisse
soltanto
di
impedirne
una
parte
.
A
chi
poi
volesse
obiettare
che
oramai
è
tardi
,
si
potrebbe
rispondere
che
,
se
è
tardi
,
non
è
per
colpa
nostra
;
ma
noi
non
crediamo
ancora
impossibile
od
inefficace
ogni
azione
da
parte
nostra
,
poiché
Dio
ha
fatto
sanabili
le
nazioni
.
E
quando
anche
,
sciaguratamente
,
non
riuscissimo
a
nulla
,
avremmo
almeno
scagionato
i
cattolici
dalla
grave
responsabilità
di
aver
contribuito
essi
pure
colla
loro
inerzia
alla
rovina
della
patria
;
né
questo
ci
parrebbe
resultato
affatto
meschino
.