StampaPeriodica ,
...
Si
dice
oggi
,
e
quasi
insistentemente
:
torniamo
alla
terra
.
Ma
,
fino
a
ieri
,
che
cosa
è
avvenuto
fra
le
classi
dei
nostri
contadini
?
Alla
terra
ci
si
fa
i
calli
:
e
i
giovani
che
fino
ai
sedici
anni
sono
stati
al
campo
o
alla
pastura
,
ai
diciassette
han
pensato
di
far
la
domanda
a
un
corpo
.
La
città
:
e
,
finanzieri
o
carabinieri
,
essi
faranno
tutto
il
corso
o
si
procureranno
,
poi
,
un
impiego
per
rimanervi
.
Faranno
i
conducenti
,
faranno
i
facchini
,
faranno
tutto
quello
che
volete
:
ma
le
mani
,
ormai
,
sono
bianche
,
e
se
faranno
i
calli
sono
i
calli
della
città
.
Il
paese
,
così
,
è
il
luogo
,
dove
si
ritorna
vestiti
a
festa
,
coi
calzoni
e
colla
giacchetta
di
moda
,
colle
scarpe
gialle
,
col
collo
duro
e
col
bocchino
lungo
.
Meglio
se
ci
si
ritorna
con
una
pensione
e
si
impianta
un
negozio
di
salumaio
o
una
rivendita
di
castagne
abbrustolite
.
...
A
creare
questo
stato
d
'
animo
ha
contribuito
da
una
parte
l
'
emigrazione
e
dall
'
altra
la
mancata
sicurezza
della
campagna
,
in
balia
,
specialmente
nelle
isole
,
di
un
maglio
teso
dove
,
finalmente
,
una
spada
è
caduta
dritta
e
forte
.
Chi
non
poteva
emigrare
in
America
emigrava
in
Italia
.
Ma
anche
colla
sicurezza
della
campagna
alle
mie
insistenti
domande
,
rivolte
a
un
lavoratore
,
il
quale
voleva
che
io
gli
facessi
la
domanda
per
arruolarsi
in
un
'
arma
,
mi
rispose
ch
'
egli
non
intendeva
fare
il
contadino
,
perché
il
contadino
è
carne
venduta
.
Stato
d
'
animo
vago
:
ma
si
lascia
la
terra
e
ci
si
contenta
di
lavare
i
piatti
anziché
smuovere
le
zolle
fresche
di
rugiada
.
Stato
d
'
animo
incerto
:
ma
perché
la
bellezza
e
la
santità
della
terra
perdono
la
loro
stessa
bellezza
corporea
?
L
'
allontanamento
dalla
terra
è
anche
allontanamento
dalle
proprie
tradizioni
.
Se
voi
vedete
un
contadino
che
a
quindici
anni
canta
i
suoi
canti
d
'
amore
,
e
segue
le
processioni
,
e
si
mantiene
,
insomma
,
legato
al
suo
sacro
retaggio
,
difficilmente
questo
contadino
si
allontanerà
dalla
sua
terra
.
Se
è
,
invece
,
o
si
mostra
indifferente
,
e
nel
lavoro
e
al
ritorno
,
quel
contadino
ha
una
meta
:
lasciare
,
anzi
no
,
abbandonare
la
terra
.
La
tradizione
lega
alla
terra
ed
è
,
forse
,
sotto
certi
aspetti
,
l
'
unico
coefficiente
che
possa
contribuire
a
risolvere
il
problema
della
bonifica
contadinesca
...
La
collaborazione
fra
lavoratore
e
datore
di
lavoro
,
in
questi
casi
,
può
fare
moltissimo
:
ma
se
si
pensa
che
il
contadino
,
spesso
,
ha
un
campo
suo
ch
'
egli
stesso
coltiva
,
ritmandone
lo
spazio
,
ci
si
accorge
subito
che
il
problema
assume
un
carattere
generale
.
Mi
si
dirà
subito
che
prima
ci
vogliono
strade
,
acquedotti
,
abitazioni
,
agevolazioni
di
credito
agricolo
.
No
:
prima
ci
vuole
la
scuola
.
Ci
vuole
,
cioè
,
la
scuola
rurale
...
Oggi
,
finalmente
,
noi
possiamo
intendere
la
bonifica
alla
stessa
stregua
di
come
intendiamo
la
proprietà
.
Possiamo
parlare
di
leggi
demografiche
,
e
il
contadino
nostro
è
quello
che
dà
alla
patria
più
figli
.
Senonché
noi
vogliamo
anche
arare
per
poter
domani
seminare
e
posdomani
raccogliere
.
I
contadini
tornino
,
dunque
,
contadini
.
Dovunque
:
ma
sopratutto
da
noi
,
poiché
ritorno
alla
terra
non
significa
ritorno
alla
fatica
dura
,
ma
ritorno
alla
santità
e
alla
letizia
.
Il
Governo
ci
darà
acque
,
aprirà
strade
,
riordinerà
cattedre
,
costituirà
scuole
rurali
,
così
come
ci
vogliono
per
i
tempi
nuovi
:
ma
,
bonificati
i
contadini
,
tutti
quelli
che
conoscono
le
loro
terre
e
i
loro
latifondi
soltanto
su
le
mappe
dei
catasti
scendano
dai
loro
palazzi
e
abbandonino
i
vari
circoli
dei
civili
,
ultimo
rimasuglio
del
più
ibrido
liberalismo
e
che
bisognerebbe
trasformare
in
Cattedre
di
agricoltura
.
È
tempo
che
i
piedi
di
tutti
affondino
nel
maggese
e
che
ai
contadini
si
parli
,
a
tu
per
tu
,
paternamente
,
fascisticamente
.
StampaPeriodica ,
...
Date
a
Cesare
.
La
politica
religiosa
di
Mussolini
.
Il
Duce
non
ha
bisogno
di
riconoscimenti
:
ma
certo
,
Cesare
ha
in
lui
parlato
ed
agito
con
una
coscienza
di
sé
che
non
poteva
essere
più
vasta
.
Esaminiamo
il
te
-
sto
inedito
del
Trattato
e
del
Concordato
,
secondo
le
primitive
richieste
della
Santa
Sede
,
e
mettiamolo
in
relazione
col
testo
definitivo
:
scorgete
nitido
il
Mussolini
dei
discorsi
parlamentari
;
tutto
quanto
potesse
intaccare
i
primi
principi
asseriti
in
quei
discorsi
è
sparito
senz
'
altro
.
Le
parole
che
scrisse
Gioacchino
Volpe
,
quando
taluno
pensava
turbato
ad
una
sorta
di
abdicazione
,
ad
una
fusione
dello
Stato
nella
Chiesa
,
"
lo
Stato
Italiano
con
l
'
alto
sentimento
di
se
stesso
,
che
ha
raggiunto
,
pur
dando
alla
Chiesa
più
largo
campo
per
muoversi
,
anzi
appunto
per
questo
,
vigilerà
che
essa
non
trabocchi
,
"
sono
divinatorie
.
Ma
il
Volpe
è
quello
storico
che
ognuno
conosce
,
e
sa
bene
come
non
si
possa
tradire
la
sto
-
ria
;
ma
anche
l
'
on
.
Mussolini
sa
questo
:
di
qui
il
realismo
della
sua
politica
e
la
sua
forza
meravigliosa
.
Raccogliendo
in
volume
le
discussioni
parlamentari
sul
problema
dei
rapporti
fra
Stato
e
Chiesa
dal
'61
al
'70
,
egli
,
che
tutte
le
conosceva
e
le
teneva
presenti
nel
periodo
delle
trattative
,
ha
voluto
come
documentare
,
se
ve
ne
fosse
stato
bisogno
,
la
profondità
ideale
del
suo
agire
.
Un
'
azione
sempre
decisa
,
ma
meditata
,
saggiata
,
tormentata
col
richiamo
continuo
ad
un
'
idea
accolta
per
intero
nella
sua
maestà
,
e
resa
pura
da
ogni
elemento
estrinseco
.
Quando
,
infatti
,
l
'
on
.
Mussolini
disse
che
egli
compiva
il
Risorgimento
,
e
custodiva
nel
Concordato
l
'
anima
più
genuina
della
Nazione
,
criticando
quelle
discussioni
mostrò
tutta
la
spregiudicatezza
e
in
uno
la
fede
del
vero
uomo
politico
che
sa
distingue
-
re
l
'
empirico
mutevole
dall
'
ideale
che
non
si
può
tradire
.
Lontano
del
pari
,
adunque
,
dai
due
eccessi
contrari
e
maligni
:
elevare
la
diplomatica
a
ideologia
,
invilire
l
'
idea
nel
patteggiamento
;
errore
il
primo
che
fiaccò
spesso
i
nostri
padri
,
il
secondo
che
corrompe
molti
empirici
.
Tanta
precisa
chiarezza
rende
i
due
discorsi
del
Duce
,
come
il
libro
del
Missiroli
,
che
quelli
minutamente
commenta
in
ogni
loro
motivo
,
corpus
del
pensiero
dello
Stato
al
riguardo
;
la
bussola
,
per
dir
così
,
che
dovrà
guidarci
nei
futuri
viaggi
di
politica
ecclesiastica
...
StampaPeriodica ,
Dopo
il
caso
scandaloso
del
pennaiolo
giudio
Guido
Verona
,
che
ha
tentato
di
rimpolpettare
i
Promessi
Sposi
con
la
sua
indecente
prosa
da
salumiere
,
ecco
che
mi
salta
fuori
un
altro
imbrattacarte
ad
alta
tiratura
,
l
'
innominabile
Pitigrilli
,
il
quale
,
leggo
su
di
un
giornale
,
"
è
stato
invitato
a
Padova
,
da
quei
Sindacati
intellettuali
fascisti
,
a
tenere
una
conferenza
,
presenti
le
notabilità
cittadine
.
"
Mi
congratulo
anzitutto
con
"
quei
Sindacati
intellettuali
fascisti
"
per
l
'
iniziativa
geniale
,
e
mi
auguro
che
il
diletto
sia
stato
pari
alla
fama
dell
'
illustre
conferenziere
.
Ma
fuor
dagli
scherzi
dico
che
"
quei
Sindacati
intellettuali
"
debbono
essere
piuttosto
a
corto
di
argomenti
per
invitare
Pitigrilli
al
secolo
Gino
Segre
autore
della
Cintura
di
castità
e
della
Vergine
a
18
carati
e
di
altri
nobilissimi
scritti
,
come
si
vede
perfettamente
intonati
allo
stile
fascista
.
Può
darsi
che
il
sig
.
Segre
abbia
anche
una
tessera
fascista
in
tasca
,
ma
non
per
questo
egli
è
meno
antifascista
,
perché
non
è
ammissibile
che
uno
faccia
il
fascista
a
parole
e
demolisca
a
fatti
ciò
che
il
Fascismo
intende
creare
nella
vita
dello
spirito
.
Sarebbe
un
po
'
troppo
comodo
!
StampaPeriodica ,
Richiamandomi
ad
un
mio
articolo
apparso
su
questa
Rivista
,
nel
quale
difendevo
e
dicevo
le
ragioni
delle
giovani
generazioni
,
vorrei
pregare
Luigi
Russo
di
tener
presente
che
la
giovinezza
che
noi
attualmente
esaltiamo
non
è
affatto
quella
che
ritorna
ad
ogni
generazione
per
premere
sulla
generazione
più
adulta
,
e
s
'
in
ghirlanda
anacreonticamente
di
rose
,
e
canta
e
ride
ed
è
spensierata
.
Parlare
di
questa
gioventù
periodica
e
ricorrente
sarebbe
troppo
facile
ed
anche
un
pochino
ozioso
,
perché
quel
tipo
astratto
di
giovinezza
è
generico
e
piuttosto
da
"
letteratura
,
"
ed
è
impossibile
a
richiamarsi
oggi
,
per
paragonarlo
a
questa
gioventù
,
ai
giovani
di
oggi
.
I
quali
,
secondo
Luigi
Russo
,
sarebbero
allegri
,
ignoranti
e
malati
di
lussuria
ossidionale
:
vecchi
e
corrotti
profondissimamente
,
tanto
da
"
scattare
"
se
li
tocchi
nel
loro
"
particulare
"
e
pronti
a
pararsi
dietro
i
"
destini
della
stirpe
.
"
Questa
definizione
è
,
per
lo
meno
,
superficiale
e
frettolosa
,
ed
è
anche
profondamente
malata
di
una
voluta
artificiosità
.
Oggi
è
vero
c
'
è
una
visione
più
ampia
ed
una
più
inquieta
esigenza
verso
la
vita
(
e
questo
è
fenomeno
universale
e
non
nazionale
)
,
ma
non
rimproveriamo
a
questi
giovani
,
cui
fu
necessario
essere
adulti
e
consapevoli
e
pronti
ad
una
partecipazione
decisiva
e
cruenta
alla
vita
del
loro
Paese
,
di
essere
ciò
che
devono
logicamente
essere
:
privi
di
spensieratezza
,
e
chiaroveggenti
,
senza
"
candore
ingenuo
"
e
"
freddamente
,
misuratamente
,
religiosamente
(
accettiamo
in
pieno
questi
tre
ottimi
aggettivi
)
gerarchi
,
"
e
di
desiderare
un
regime
di
vita
non
.
meschino
e
banale
...
Non
possiamo
impedirci
di
constatare
con
intima
gioia
e
soddisfazione
,
che
questi
giovani
dalla
lussuria
addomesticata
ci
hanno
dato
un
regime
che
porta
l
'
Italia
,
o
sta
per
portarla
,
in
prima
fila
,
mentre
i
loro
padri
senza
lussuria
l
'
avrebbero
lasciata
eternamente
in
loggione
.
E
vivono
seriamente
non
come
Russo
pensa
,
cinicamente
bruciano
il
vecchio
Da
Verona
sulle
piazze
e
assumono
posti
di
comando
che
sono
in
realtà
posti
di
responsabilità
,
di
lavoro
e
non
di
passatempi
gradevoli
...
StampaPeriodica ,
Giovanni
Gentile
,
che
noi
amiamo
per
l
'
acutezza
,
la
vastità
della
cultura
e
l
'
onestà
e
la
sincerità
cui
fu
sempre
inspirata
la
sua
opera
scientifica
e
la
sua
azione
politica
,
ha
pubblicato
un
saggio
sulle
origini
e
la
dottrina
del
Fascismo
.
"
Per
esattamente
comprendere
le
origini
del
movimento
fascista
,
"
afferma
il
Gentile
,
"
è
d
'
uopo
rifarsi
ai
due
partiti
,
o
meglio
alle
due
correnti
politiche
,
alle
due
diverse
concezioni
dello
Stato
,
che
si
trovarono
in
contrasto
durante
tutto
il
periodo
del
nostro
Risorgimento
.
Da
un
lato
il
partito
di
destra
,
anti
-
individualista
,
sostenitore
dello
Stato
forte
,
al
cui
interesse
i
singoli
individui
dovevano
subordinare
il
proprio
interesse
.
"
Questo
grande
partito
che
in
un
ventennio
circa
riesce
a
formare
l
'
unità
d
'
Italia
,
fulcro
e
meta
d
'
ogni
sua
azione
,
rappresenta
il
vero
spirito
del
Risorgimento
che
"
attraverso
alla
varietà
delle
idee
e
delle
tendenze
ha
un
fondo
comune
:
la
fede
nella
realtà
e
nella
potenza
dei
principi
ideali
che
governano
il
mondo
;
e
quindi
l
'
opposizione
al
materialismo
e
la
concezione
spiritualistica
della
vita
.
"
Concezione
in
-
spirata
sopra
tutto
dal
Mazzini
,
che
l
'
autore
pone
al
centro
della
sintesi
spirituale
del
Risorgimento
,
quale
propugnatore
dell
'
idealismo
,
inteso
"
come
fede
nella
necessità
dell
'
avvento
d
'
una
realtà
ideale
,
come
concetto
della
vita
che
non
deve
chiudersi
nei
limiti
del
fatto
,
ma
progredire
e
trasformarsi
incessantemente
e
adeguarsi
a
una
legge
superiore
che
agisce
sugli
animi
con
la
forza
stessa
della
sua
idealità
.
"
Di
fronte
a
questa
corrente
politica
di
destra
,
la
quale
moveva
dallo
Stato
all
'
individuo
,
stava
la
concezione
democratica
,
che
poneva
l
'
individuo
a
fondamento
primo
dello
Stato
,
e
ad
esso
individuo
ed
alla
sua
pletorica
libertà
faceva
servire
lo
Stato
.
Il
rivolgimento
dell
"
876
segna
l
'
avvento
delle
sinistre
e
perciò
l
'
arresto
,
se
non
la
fine
,
dell
'
indirizzo
idealistico
della
vita
politica
italiana
e
dà
cominciamento
al
Governo
delle
sinistre
,
che
ha
pur
esso
il
suo
significato
e
la
sua
necessità
storica
.
"
Meno
autorità
,
più
libertà
.
"
"
La
vita
dal
basso
.
"
Concezione
materialistica
della
vita
,
azione
nell
'
individuo
assai
più
che
attraverso
lo
Stato
,
stimolo
delle
energie
individuali
,
indebolimento
del
governo
centrale
a
favore
della
volontà
popolare
operante
attraverso
il
suffragio
elettorale
ed
i
voti
parlamentari
.
"
L
'
Italia
della
Sinistra
dal
1876
alla
guerra
fu
materialista
ed
anti
-
mazziniana
.
Un
grande
ministro
,
Crispi
,
avendo
voluto
restaurare
rigorosamente
l
'
autorità
ed
il
prestigio
dello
Stato
e
rialzare
la
bandiera
dell
'
idealità
,
precorrendo
i
tempi
,
cadde
miseramente
sotto
la
pressione
della
così
detta
democrazia
,
scatenatasi
tumultuosamente
contro
il
suo
tentativo
.
"
Queste
due
concezioni
politiche
nettamente
antitetiche
ritroviamo
agguerrite
e
contrastanti
sotto
lo
stimolo
storico
della
guerra
mondiale
.
La
concezione
idealistica
è
per
l
'
intervento
ad
ogni
costo
:
essa
raggruppa
,
come
durante
il
Risorgimento
,
uomini
di
tendenze
politiche
diverse
,
i
quali
si
chiamano
tutti
interventisti
.
Sia
che
vengano
dal
sindacalismo
rivoluzionario
soreliano
,
impregnato
d
'
idealismo
e
oppositore
spietato
del
socialismo
materialista
e
parlamentare
,
sia
che
giungano
dal
nazionalismo
,
esasperato
di
passione
patriottica
,
o
dai
superstiti
mazziniani
o
dai
liberali
fedeli
alle
tradizioni
dell
'
antica
destra
,
tutti
sono
congiunti
dalla
volontà
imperiosa
di
portare
l
'
Italia
alla
guerra
.
Contro
di
essi
le
sinistre
dalle
varie
tinte
democratiche
o
socialistoidi
,
tutte
preoccupate
di
assicurarsi
vantaggi
materiali
schivando
ad
ogni
costo
la
guerra
.
Questa
situazione
storica
si
ripete
con
gli
stessi
gruppi
e
le
stesse
tendenze
del
'919
quando
,
"
l
'
Uomo
dalla
tempra
eroica
"
reagisce
al
disfacimento
dello
Stato
,
afferma
una
superiore
disciplina
ideale
,
e
lancia
il
richiamo
forte
che
in
breve
raduna
intorno
a
Lui
,
"
strumento
infallibile
adoprato
dalla
Provvidenza
per
creare
una
nuova
civiltà
,
"
la
parte
migliore
degli
italiani
,
i
combattenti
eroici
della
grande
guerra
,
i
nuclei
idealistici
che
,
avendo
rischiato
la
vita
nelle
trincee
per
la
gloria
d
'
Italia
,
non
esitarono
a
metterla
una
seconda
volta
a
repentaglio
per
la
salvezza
e
la
potenza
della
Nazione
.
Questo
,
in
succinto
,
l
'
anello
storico
e
ideologico
che
,
secondo
il
Gentile
,
pone
sullo
stesso
piano
spirituale
la
destra
storica
del
Risorgimento
,
l
'
interventismo
guerriero
ed
il
Fascismo
rinnovatore
.
Posti
questi
principi
,
il
Fascismo
,
quanto
meno
nella
sua
essenza
spirituale
,
è
già
chiarito
.
Le
squadre
d
'
azione
sono
la
forza
di
uno
stato
virtuale
che
tende
a
realizzarsi
,
avendo
già
i
suoi
presupposti
teorici
,
impliciti
nella
sua
stessa
origine
.
Come
si
completano
nell
'
azione
,
come
si
concretano
nello
stato
nuovo
ch
'
essi
hanno
creato
?
Ecco
i
punti
che
riguardano
più
particolarmente
la
dottrina
fascista
.
La
quale
,
appunto
per
le
sue
origini
,
è
nettamente
idealistica
,
antimaterialistica
e
perciò
porta
in
primo
piano
tutti
,
senza
distinzione
,
i
valori
dello
spirito
:
dalla
religione
,
guida
dell
'
anima
;
alla
morale
che
rafforza
e
spinge
a
concezioni
eroiche
,
alla
cultura
che
pone
su
basi
nuove
,
pratiche
,
originali
.
Poiché
l
'
idealismo
cui
si
ispira
il
Fascismo
non
si
perde
in
vane
elucubrazioni
puramente
cerebrali
,
ma
è
presupposto
e
guida
all
'
azione
.
In
tale
senso
vanno
giustificate
e
lodate
le
critiche
acerbe
e
le
satire
spietate
dalla
maggior
parte
degli
scrittori
fascisti
rivolte
all
'
intellettualismo
inconcludente
,
fatto
di
preziosità
erudite
e
fine
a
se
stesso
.
Tale
"
intellettualismo
è
divorzio
del
pensiero
dall
'
azione
,
della
scienza
dalla
vita
,
del
cervello
dal
cuore
,
della
teoria
dalla
pratica
:
è
l
'
atteggiamento
del
retore
e
dello
scettico
,
"
che
il
Fascismo
spregia
e
combatte
.
L
'
idea
vale
in
quanto
precede
,
chiarisce
e
guida
l
'
azione
,
in
quanto
è
mito
operante
,
fede
che
sospinge
.
Da
cui
deriva
fondamentale
il
carattere
energetico
e
dinamico
della
dottrina
fascista
e
l
'
esaltazione
in
-
condizionata
dell
'
azione
tendente
a
concretizzare
l
'
idea
,
ad
aderire
alla
realtà
per
superarla
,
conquistarla
per
plasmarla
secondo
l
'
idea
.
Il
motto
mazziniano
"
pensiero
ed
azione
,
"
quali
termini
inscindibili
e
interdipendenti
,
è
divenuto
uno
dei
cardini
spirituali
del
Fascismo
:
il
ricorso
storico
vichiano
ha
qui
una
sua
chiara
riprova
.
Lo
Stato
Nazionale
Altro
punto
teorico
del
Fascismo
è
il
suo
carattere
totalitario
.
"
L
'
analisi
che
non
presupponga
sempre
l
'
unità
non
conduce
alla
chiarificazione
ma
alla
distruzione
delle
idee
che
hanno
storicamente
esercitato
una
grande
efficacia
.
Segno
che
gli
uomini
non
vanno
presi
a
fette
ma
come
unità
indivisibili
.
"
Carattere
totalitario
,
dunque
,
da
fissare
nella
definizione
della
dottrina
fascista
,
la
quale
non
concerne
soltanto
l
'
ordinamento
e
l
'
indirizzo
politico
della
nazione
,
ma
tutta
la
sua
volontà
,
il
suo
pensiero
e
il
suo
sentimento
.
Ma
il
fulcro
della
dottrina
risiede
nella
sua
concezione
dello
Stato
nazionale
.
Il
quale
ha
bensì
alcune
caratteristiche
comuni
con
lo
Stato
forte
della
destra
storica
,
quali
l
'
anti
-
individualismo
,
l
'
autoritarismo
,
la
prevalenza
del
potere
esecutivo
:
ma
non
si
limita
a
questo
armamentario
costituzionale
,
a
questo
semplice
rapporto
di
forza
tra
Stato
e
individuo
che
costituì
una
delle
ragioni
massime
del
rivolgimento
politico
del
1876
.
In
quanto
,
venuto
meno
il
compito
unitario
che
giustificava
l
'
azione
della
destra
,
il
suo
Stato
si
trovò
svuotato
di
contenuto
,
poiché
ad
esso
,
pura
formula
,
non
aderivano
più
le
forze
vive
del
paese
.
Lo
Stato
fascista
trae
la
sua
fonte
e
la
sua
forza
insieme
dalla
partecipazione
allo
Stato
stesso
di
tutti
i
cittadini
,
poiché
per
il
Fascismo
"
Stato
e
individui
si
immedesimano
,
o
meglio
sono
termini
inseparabili
d
'
una
sintesi
necessaria
.
"
Per
cui
lo
Stato
è
dentro
noi
stessi
,
matura
,
vive
e
deve
vivere
e
crescere
e
grandeggiare
ed
elevarsi
sempre
in
dignità
e
coscienza
di
sé
e
degli
alti
suoi
doveri
e
dei
grandi
fini
cui
è
chiamato
,
nella
nostra
volontà
,
nel
nostro
pensiero
,
nella
nostra
passione
.
Si
sviluppa
l
'
individuo
,
e
si
sviluppa
lo
Stato
;
si
consolida
il
carattere
del
singolo
e
dentro
di
esso
si
consolida
la
struttura
e
la
forza
e
l
'
efficienza
dello
Stato
.
Ciò
che
distingue
nettamente
lo
Stato
fascista
dallo
Stato
nazionalista
,
con
il
quale
ha
pur
così
numerosi
e
notevoli
punti
di
contatto
.
In
quanto
il
nazionalismo
fonda
lo
Stato
sul
concetto
di
Nazione
:
entità
che
trascende
la
volontà
e
la
personalità
dell
'
individuo
,
perché
concepita
come
obiettivamente
esistente
,
indipendentemente
dalla
coscienza
dei
singoli
,
per
puro
dato
e
fatto
della
natura
,
direi
quasi
geografico
.
Mentre
invece
lo
Stato
fascista
è
una
creazione
del
tutto
spirituale
,
esistente
solo
per
virtù
dei
singoli
,
che
lo
compongono
e
lo
potenziano
.
Per
cui
,
mentre
lo
Stato
nazionalista
è
aristocratico
,
lo
Stato
fascista
è
popolare
,
democratico
,
in
quanto
formato
dal
popolo
come
espressione
reale
di
moltitudine
ordinata
.
Tale
concezione
dello
Stato
supera
e
perfeziona
la
concezione
idealistica
hegheliana
,
in
quanto
lo
Stato
non
è
antitesi
e
neppure
negazione
dell
'
individuo
(
deviazione
marxista
)
,
ma
è
il
completamento
dell
'
individuo
stesso
in
quanto
essere
sociale
.
Più
che
un
rapporto
di
soggezione
,
esiste
un
rapporto
funzionale
,
organico
,
per
cui
determinate
funzioni
spettano
di
diritto
all
'
arbitrio
del
singolo
,
altre
spettano
al
singolo
come
facente
parte
della
comunità
ordinata
,
cioè
dello
Stato
.
Scindere
nell
'
individuo
la
qualità
di
cittadino
da
quella
di
uomo
è
assurdo
,
così
com
'
è
assurdo
scindere
lo
Stato
dagli
individui
che
lo
compongono
,
in
quanto
ambedue
formano
unità
perfette
indi
-
visibili
.
Il
punto
di
sutura
,
di
congiunzione
fra
Stato
e
individuo
il
Fascismo
non
lo
pone
,
come
il
regime
liberale
,
nell
'
elettoralismo
,
ma
bensì
nella
produzione
,
la
quale
,
si
noti
bene
,
è
pur
essa
in
funzione
della
potenza
della
Nazione
.
La
base
,
le
fondamenta
dello
Stato
fascista
sono
formate
dai
cittadini
produttori
,
inquadrati
nelle
rispettive
corporazioni
,
che
ormai
non
sono
più
contro
lo
Stato
,
in
quanto
formano
esse
stesse
lo
Stato
dal
quale
hanno
avuto
non
soltanto
la
rappresentanza
economica
,
ma
bensì
attraverso
la
Camera
corporativa
anche
la
rappresentanza
politica
.
Per
cui
lo
Stato
fascista
può
essere
chiamato
anche
Stato
dei
produttori
o
,
più
comunemente
,
Stato
corporativo
.
Punto
di
sutura
saldissimo
questo
,
che
impedisce
lo
svuotamento
dello
Stato
come
avvenne
nell
'
'876
,
non
solo
,
ma
che
dà
alle
gerarchie
possibilità
di
prim
'
ordine
per
far
penetrare
l
'
idea
nelle
officine
o
nei
campi
.
Sicché
la
volontà
,
la
fede
e
la
passione
del
Capo
possono
penetrare
con
notevole
rapidità
nelle
masse
dei
produttori
aprendo
per
l
'
avvenire
orizzonti
vastissimi
alla
Nazione
italiana
.
Questa
,
in
rapido
volo
,
la
sintesi
del
libro
di
Gentile
.
Libro
prezioso
quanto
mai
perché
profondo
nei
concetti
,
chiarissimo
e
facile
nella
forma
,
ristretto
al
massimo
nella
mole
;
tutto
pervaso
di
sincera
e
traboccante
fede
fascista
.
StampaPeriodica ,
Mentre
gli
uomini
di
studio
spendono
la
vita
per
approfondire
le
più
importanti
quistioni
,
e
scioglierle
al
lume
di
una
ragione
perfezionata
dalla
scienza
,
muove
a
riso
o
meglio
a
sdegno
la
facilità
,
onde
tutte
si
pretendono
tolte
da
chi
ha
più
sani
i
polmoni
e
robusta
la
voce
.
Non
v
ha
problema
più
intricato
di
filosofia
,
di
economia
,
di
politica
,
di
religione
,
a
cui
codesti
signori
coll
usata
loro
franchezza
non
dichiarino
di
avere
del
tutto
risposto
.
A
udirli
,
questa
nostra
è
l
età
dell
oro
,
giacché
il
progresso
ci
ha
finalmente
condotti
all
epoca
,
nella
quale
ogni
piaga
ha
la
sua
panacea
,
ogni
dolore
il
suo
balsamo
.
Ed
infatti
,
i
nostri
vecchi
mostraronsi
sempre
paurosi
,
ove
trattassero
la
tesi
della
realizzazione
dell
autorità
:
codesti
nostri
maestri
battendo
palma
a
palma
ci
vanno
assordando
col
grido
di
voto
popolare
,
di
suffragio
universale
.
Nei
tempi
passati
l
istruzione
del
popolo
formò
l
oggetto
delle
più
gravi
riflessioni
per
parte
dei
saggi
,
affinché
la
cognizione
dei
diritti
non
impedisse
l
osservanza
dei
doveri
;
oggi
è
assioma
,
che
il
popolo
debba
essere
istruito
sopra
i
singoli
suoi
diritti
,
e
ci
giganteggiano
innanzi
le
Società
operaie
.
Una
volta
cercavasi
,
che
nelle
scuole
l
istruzione
fosse
animata
dall
educazione
;
adesso
non
si
vuole
che
la
prima
,
e
la
dote
precipua
che
si
esige
in
un
maestro
o
professore
si
è
che
appartenga
ad
un
partito
più
presto
che
ad
un
altro
.
Fra
le
tenebre
dell
antica
ignoranza
ci
spaventava
il
pauperismo
,
ma
di
mezzo
alla
luce
dei
tempi
nostri
esso
va
distruggendosi
a
meraviglia
coi
ricoveri
di
mendicità
.
Allora
l
infanzia
presentava
un
problema
anzi
intricato
che
no
,
giacché
lasciarla
ai
genitori
di
condizione
poveri
era
un
fomentare
l
ozio
,
l
immoralità
;
levarla
neppure
,
che
era
uno
spogliare
la
società
domestica
d
ogni
sua
gloria
;
era
un
assorbire
i
diritti
della
famiglia
nella
società
civile
,
un
aggravare
lo
Stato
di
pesi
,
che
non
gli
appartengono
:
adesso
tutto
è
deciso
cogli
asili
d
infanzia
,
cogli
asili
rurali
.
Non
è
poi
a
dire
se
avvantaggi
l
industria
ed
il
commercio
:
sorgono
per
tutto
associazioni
:
e
per
quanto
spetta
all
agricoltura
,
ci
fioriscono
i
Comizi
agrari
,
i
quali
inondano
le
campagne
di
macchine
,
ch
è
un
infestazione
.
Di
istituzioni
pertanto
non
abbiamo
certo
difetto
,
ma
come
va
,
che
tutti
lamentano
e
gridano
alla
miseria
,
all
ignoranza
?
È
forse
un
male
l
istruzione
,
l
industria
?
Sono
senz
altro
da
condannarsi
le
società
operaie
,
i
comizi
agrari
,
i
ricoveri
di
mendicità
?
No
,
rispondiamo
senza
esitazione
:
il
male
non
istà
in
genere
nelle
istituzioni
,
ma
nello
spirito
,
che
le
informa
e
guastale
.
I
maestri
del
moderno
incivilimento
vogliono
sostituita
alla
carità
del
Vangelo
la
filantropia
,
all
opera
della
Chiesa
i
calcoli
della
scienza
umana
.
Si
vuol
persuadere
al
popolo
,
che
senza
Papa
e
preti
esso
godrà
quella
prosperità
che
parea
un
sogno
sperare
.
Di
qui
la
smania
di
fondare
sempre
nuovi
stabilimenti
e
creare
istituzioni
novelle
.
Di
qui
il
vezzo
di
proclamare
in
tutti
i
toni
i
diritti
del
popolo
,
senza
fermarsi
mai
o
solo
di
passaggio
a
spiegargli
i
suoi
doveri
.
Non
basta
.
Costoro
vorrebbero
confinata
la
destinazione
dell
uomo
entro
la
vita
presente
,
e
però
si
adoprano
a
tutta
forza
di
seminare
di
rose
il
cammino
;
affinché
tra
il
vortice
degli
affari
di
terra
e
il
fascino
degli
allettamenti
d
ogni
fatta
perda
di
vista
i
beni
che
lo
attendono
oltre
la
tomba
.
Siccome
poi
la
sola
Chiesa
collo
spirito
e
colla
grazia
del
suo
divino
Istitutore
è
capace
di
sciogliere
praticamente
i
problemi
tutti
,
che
riguardano
l
uomo
ne
suoi
rapporti
con
Dio
,
con
se
stesso
,
col
genere
umano
,
così
coloro
che
disdegnano
il
suo
magistero
debbono
contraddirsi
ne
principi
,
ed
arrivare
ad
uno
scopo
opposto
al
prefisso
o
vagheggiato
.
I
moderni
ed
il
popolo
La
Chiesa
nell
istruire
che
fece
sempre
il
popolo
,
cercò
di
educarlo
alla
rassegnazione
,
al
lavoro
,
alla
grandezza
della
Croce
.
Gli
stessi
Collegi
d
arte
non
erano
che
altrettante
confraternite
,
in
cui
gli
associati
oltreché
all
incremento
e
alla
perfezione
dell
arte
attendevano
al
culto
religioso
,
ed
all
esercizio
delle
virtù
.
Così
a
cagion
d
esempio
nel
1679
trovavansi
a
Roma
trentadue
di
siffatte
associazioni
,
nelle
quali
si
promoveva
il
culto
divino
ed
esercitavasi
la
carità
verso
i
fratelli
.
Infatti
l
Università
dei
fornai
formatasi
l
anno
1500
eresse
a
Maria
uno
de
più
sontuosi
e
vaghi
templi
,
officiandolo
con
isplendide
e
devote
festività
:
serviva
gli
ammalati
negli
spedali
;
dotava
giovanette
nubili
,
accompagnava
i
defunti
alla
sepoltura
,
e
ne
suffragava
le
anime
.
Quella
dei
cuochi
,
ch
ebbe
vita
nel
1513
,
edificato
ch
ebbe
un
oratorio
,
vi
cantava
nei
giorni
festivi
l
uffizio
della
Vergine
;
visitava
infermi
e
carcerati
.
E
così
ripetasi
delle
altre
.
Fu
dunque
il
catechismo
cattolico
la
scuola
fondamentale
e
primaria
del
popolo
.
Vi
risero
sopra
i
nostri
rigeneratori
,
ed
eccovi
a
miriadi
i
professori
innalzar
cattedre
di
pedagogia
,
di
medicina
,
di
filologia
,
di
storia
,
coll
aggiuntivo
di
popolare
,
già
ben
s
intende
.
Intanto
uno
sciame
di
maestri
e
maestre
inondare
le
nostre
campagne
,
e
spiegare
lo
scibile
ai
contadini
,
affinché
con
più
gusto
dopo
avere
sfogliato
i
libri
custodiscano
gli
armenti
e
maneggino
la
marra
!
!
...
Bravissimi
,
così
va
fatto
!
Ma
i
frutti
di
codesto
vostro
insegnare
dove
sono
?
Ve
lo
diremo
noi
,
se
ci
vorrete
leggere
.
Voi
altri
avete
bisogno
del
popolo
per
condurre
a
termine
certi
vostri
disegni
:
onde
a
parole
gli
fate
attorno
gran
festa
,
lo
incielate
,
gli
promettete
mirabilia
:
ed
intanto
il
popolo
impara
dalla
vostra
scuola
e
dal
vostro
esempio
a
conoscere
la
sua
forza
e
la
sua
potenza
:
e
quando
voi
ottenuto
che
avete
il
compimento
dei
desideri
vostri
,
volete
persuadere
al
popolo
di
rimanere
nella
sua
posizione
,
vi
risponde
cogli
scioperi
coi
tumulti
,
e
coi
delitti
d
ogni
maniera
.
Ecco
il
risultato
delle
vostre
scuole
popolari
.
Ce
ne
congratuliamo
,
davvero
!
Riguardo
poi
ai
figliuoli
del
popolo
,
la
Chiesa
ha
continuato
a
curarli
con
materno
affetto
imitando
l
esempio
del
suo
fondatore
:
ma
in
pari
tempo
ha
sempre
inculcato
,
che
incombe
ai
genitori
l
educazione
fisica
e
morale
dei
figli
.
I
moderni
sulle
tracce
dell
Inghilterra
sollevano
i
parenti
dal
peso
della
prole
,
e
la
affidano
a
mani
mercenarie
affinché
cresca
se
non
altro
al
canto
per
prodursi
nei
teatri
e
farvi
la
comparsa
di
coristi
.
Il
padre
e
la
madre
affinché
si
considerino
dati
all
ufficio
di
educare
uomini
sono
venerabili
,
ma
spogliati
di
codesta
sovrana
dignità
che
cosa
sono
?
E
come
in
questo
caso
ci
si
presenta
il
matrimonio
?
Ci
rispondano
di
grazia
certi
economisti
,
che
hanno
il
mandato
,
non
sappiamo
da
chi
,
di
illuminare
i
popoli
,
con
una
scienza
,
che
vantano
nuova
,
mentre
è
tanto
antica
quanto
è
antico
il
paganesimo
e
la
sua
dottrina
.
Ma
degli
asili
infantili
ne
parlò
il
Pierpaolo
l
anno
scorso
.
I
moderni
e
gli
studi
La
Chiesa
ha
sempre
ripetuto
ai
giovani
studiosi
la
sentenza
Initium
sapientiae
est
timor
Domini
e
le
scuole
progredivano
assai
bene
.
I
moderni
la
cancellarono
,
e
vi
sostituirono
elaborati
sistemi
,
metodi
di
pedagogia
,
professori
di
nuovo
conio
,
tutti
fior
di
scienziati
,
esami
e
sopraesami
,
licenze
,
lauree
.
Nei
ginnasi
le
grammatiche
si
studiano
non
materialmente
,
come
anticamente
soleasi
,
ma
con
metodo
logico
:
onde
il
ragazzino
di
sei
anni
ti
fa
l
analisi
logica
delle
proposizioni
,
a
mo
di
Aristotele
.
Peccato
,
che
in
questa
perfetta
unità
,
sieno
tante
le
nomenclature
,
quanti
i
grammatici
!
I
maestri
poi
prima
di
assidersi
in
cattedra
sono
andati
alle
scuole
di
pedagogia
,
ed
hanno
appreso
il
come
trasfondere
nelle
altrui
teste
il
loro
sapere
.
Adesso
non
si
trascura
il
latino
,
ma
si
concede
quel
posto
,
che
merita
,
all
italiano
.
Nei
licei
,
non
più
due
ma
tre
anni
.
Vi
si
insegnano
filosofia
,
matematica
,
storia
,
fisica
,
scienze
naturali
,
letterature
.
Nelle
università
oltre
ai
corsi
ordinari
diretti
dagli
uomini
grandi
del
secolo
,
si
hanno
gli
straordinari
in
città
determinate
.
Non
mancano
per
tutto
professori
di
filosofia
del
diritto
,
di
filosofia
della
storia
,
di
economia
,
di
commercio
.
Ad
eccitare
i
giovani
allo
studio
,
prima
che
entrino
nelle
università
,
presentansi
ad
una
commissione
di
professori
,
che
loro
fanno
l
onore
di
interrogarli
nello
scibile
,
intanto
che
i
loro
componimenti
viaggiano
a
Firenze
per
essere
esaminati
e
giudicati
da
una
scelta
di
uomini
consumati
nelle
lettere
e
nelle
scienze
.
Ora
dopo
un
tale
apparato
,
ci
dicano
i
signori
della
Pubblica
Istruzione
come
vadano
gli
studi
in
Italia
.
Oh
non
c
è
bisogno
di
tante
interrogazioni
.
La
risposta
leggesi
di
continuo
nei
giornali
italiani
,
annotata
e
documentata
.
Nel
corrente
anno
1868
i
candidati
in
Italia
che
hanno
offerto
i
loro
componimenti
in
iscritto
sono
stati
2.853
.
Di
questi
sono
stati
approvati
1.803
nell
italiano
:
833
nel
latino
;
1.252
nel
greco
:
cioè
a
dire
nell
italiano
si
è
scartato
il
37
per
cento
,
nel
latino
il
71
per
cento
,
nel
greco
il
57
per
cento
.
In
tutti
e
tre
gli
esperimenti
poi
soli
456
sono
stati
promossi
,
il
16
per
cento
!
...
Notisi
poi
che
nell
anno
scorso
dopo
tutte
le
prove
scritte
ed
orali
si
ebbe
soltanto
il
16
per
cento
di
candidati
alla
licenza
,
mentre
nel
corrente
le
sole
prove
scritte
hanno
ridotto
già
al
16
per
cento
gli
ammessi
all
esame
orale
.
I
moderni
e
i
ricoveri
di
mendicità
Riguardo
al
problema
della
povertà
,
dell
accattonaggio
e
che
so
io
la
sana
filosofia
ha
insegnato
,
che
l
unico
mezzo
se
non
per
estirpare
almeno
per
diminuire
il
pauperismo
si
è
di
radicare
nelle
moltitudini
i
principi
della
morale
cristiana
.
Tutto
il
resto
o
non
giova
o
nuoce
.
L
esempio
dell
Inghilterra
persuada
gli
economisti
i
quali
vogliono
abolita
l
elemosina
,
perché
incoraggia
la
mendicità
vagabonda
,
la
poltroneria
,
e
tende
a
distruggere
l
industria
;
lo
scrisse
fra
gli
altri
il
barone
di
Biefeld
nelle
sue
Istituzioni
Politiche
.
Ora
per
togliere
di
mezzo
l
elemosina
,
aprono
case
e
collegi
di
poveri
,
proibendo
l
accattonaggio
.
Noi
lo
ripetiamo
una
volta
ancora
;
s
informino
le
moltitudini
alle
massime
del
cristianesimo
,
ed
allora
i
popoli
non
ci
presenteranno
lo
spettacolo
continuo
in
Londra
,
dove
si
tolgono
i
diritti
più
sacrosanti
all
uomo
coll
imprigionarlo
,
se
vuolsi
,
nobilmente
,
per
l
unico
delitto
,
che
è
povero
e
che
stende
una
mano
al
passeggero
affine
di
chiedere
un
soccorso
.
La
prima
condizione
alla
licitezza
di
una
qualunque
istituzione
si
è
,
ch
essa
rispetti
l
umana
personalità
.
Non
sarebbe
vanto
di
civiltà
il
potere
affermare
,
che
per
le
strade
non
s
incontrano
mendicanti
,
ove
questi
fossero
impediti
dalla
forza
d
elemosinare
;
sarebbe
bensì
gloria
verace
per
un
popolo
l
additare
i
suoi
figli
dediti
alla
fatica
e
alla
moralità
di
guisa
da
non
abbisognare
,
finché
loro
duri
la
sanità
,
d
andar
vagando
per
le
vie
.
Gli
uomini
poi
debbono
essere
condotti
al
lavoro
dal
sentimento
del
dovere
,
non
dal
braccio
della
forza
.
In
quest
ultimo
caso
torneremmo
alla
tirannide
della
schiavitù
,
ingentilita
con
apparenze
più
o
meno
leggiadre
e
con
forme
moderne
.
Lo
Stato
ove
avesse
il
debito
di
proibire
colla
coazione
l
ozio
e
gli
oziosi
dovrebbe
aprire
altri
stabilimenti
per
quegli
infiniti
di
numero
che
sprecano
l
ingegno
e
le
forze
in
mezzo
allo
stravizio
,
mentre
giovare
potrebbero
alle
famiglie
e
alla
società
.
Bisognerà
dunque
conchiudere
,
che
vi
ha
una
scienza
economica
da
applicare
ai
poveretti
,
ed
una
tutta
diversa
per
gli
altri
?
Almeno
si
mostrano
più
sinceri
quegli
autori
,
i
quali
applaudono
al
sistema
inglese
,
perché
toglie
l
incomodo
d
incontrarsi
ad
ogni
tratto
in
luride
facce
ed
in
cenciosi
,
che
col
puzzo
contrastano
colle
essenze
odorose
,
onde
van
profumati
i
bellimbusti
e
le
femminette
;
così
per
non
esser
contristati
dall
aspetto
della
bara
,
il
secolo
vuole
,
che
si
trasportino
i
morti
a
determinate
ore
e
per
luoghi
al
possibile
solitari
!
È
poi
ridicola
davvero
la
pretesa
,
che
l
erario
debba
provvedere
a
tutti
li
mendici
.
Non
pochi
economisti
la
dichiarano
impossibile
.
L
importante
in
questa
materia
è
,
che
vadano
d
accordo
l
autorità
pubblica
e
la
carità
dei
privati
;
e
così
cerchisi
d
evitare
i
due
fatali
opposti
eccessi
e
di
lasciare
in
balía
dei
soli
privati
l
amministrazione
degli
istituti
di
carità
,
e
di
centralizzare
tutte
le
opere
pie
.
I
moderni
e
l
industria
Tutti
sanno
apprezzare
i
vantaggi
,
che
ridondano
alla
civiltà
dei
popoli
dall
industria
e
dal
commercio
;
e
senza
aver
fatto
studi
profondi
in
fatto
di
economia
tutti
purché
forniti
d
un
sano
criterio
applaudono
alle
utili
scoperte
ed
invenzioni
,
onde
si
onora
l
ingegno
dell
uomo
.
Ma
l
esaltare
siffatti
progressi
materiali
a
scapito
degli
interessi
morali
non
è
opera
di
senno
,
è
effetto
di
passione
.
Ora
il
far
dipendere
la
prosperità
delle
nazioni
dalla
febbre
di
codesti
materiali
vantaggi
:
il
misurare
la
loro
floridezza
alla
stregua
delle
macchine
,
oh
questo
non
può
cadere
in
mente
,
che
ad
uomini
educati
alla
scuola
dell
utilitarismo
!
Il
perché
quando
voi
economisti
vogliate
intessere
il
panegirico
dei
vostri
trovati
,
tenete
il
nostro
avviso
.
Mostrateci
il
popolo
costumato
e
contento
della
sua
posizione
;
migliorate
le
singole
condizioni
;
ed
allora
passate
alla
descrizione
delle
vostre
macchine
,
ché
noi
altamente
vi
loderemo
e
saluteremo
in
voi
i
benefattori
dell
umanità
.
Ma
fintanto
,
che
il
pauperismo
cresce
,
ed
aumenta
l
immoralità
,
che
il
danaro
si
concentra
in
poche
mani
,
voi
potrete
dire
,
che
la
scuola
inglese
fa
progressi
,
non
mai
vantarvi
d
essere
i
padri
della
società
.
Ma
non
capite
,
che
la
felicità
dei
popoli
dipende
anzi
tutto
dalla
moralità
:
per
cui
mantenere
ed
accrescere
ci
vogliono
ben
altri
principî
,
che
non
gl
invocati
da
voi
.
E
qui
rivolgendoci
a
quei
dabbenuomini
,
paghi
all
apparenza
,
daremo
loro
un
consiglio
.
Prima
di
giudicare
di
una
qualsiasi
istituzione
mirate
ai
principi
tutti
,
che
la
informano
,
al
fine
proposito
,
ai
mezzi
di
esecuzione
,
agli
uomini
che
la
dirigono
:
se
in
qualche
punto
patisse
difetto
di
onestà
,
ricordatevi
l
antico
adagio
Bonum
ex
integra
causa
,
malum
ex
quocumque
defectu
e
guardatevi
dall
associarvi
a
coloro
,
che
la
vogliono
introdotta
.
Se
un
Comizio
agrario
,
ad
esempio
zelasse
anzitutto
nelle
campagne
il
bene
della
religione
e
della
moralità
,
e
poi
cercasse
d
istruire
quella
buona
gente
sopra
i
mezzi
possibili
a
far
meglio
prosperare
l
agricoltura
,
sia
benedetto
:
ogni
onesto
uomo
dovrebbe
esaltarlo
.
Se
un
altro
all
incontro
buccinasse
all
orecchio
dei
contadini
,
che
le
troppe
feste
intralciano
i
lavori
,
e
che
farebbe
mestieri
ridurne
il
numero
,
non
potrebbe
certo
essere
frequentato
da
chi
vantasi
cattolico
.
Se
un
terzo
non
occupandosi
né
di
religione
né
di
morale
perdesse
il
tempo
in
grandiosi
progetti
,
in
politiche
declamazioni
,
in
teorie
brillanti
di
agricoltura
,
ed
in
filosofiche
e
giuridiche
dissertazioni
senza
discendere
ad
una
pratica
attuale
,
riuscirebbe
inutile
,
ed
ingenererebbe
anzi
sospetto
,
che
l
associazione
fosse
diretta
a
tutt
altro
scopo
.
Così
se
gli
asili
infantili
sotto
la
sorveglianza
dell
autorità
ecclesiastica
raccogliessero
i
bambini
orfani
,
o
quei
che
assolutamente
non
possono
ricevere
un
educazione
proporzionata
al
loro
stato
,
cercando
che
un
altro
istituto
li
ricevesse
a
quell
età
,
in
cui
escono
dallo
stabilimento
infantile
,
sarebbero
altamente
da
commendare
e
da
promuovere
.
Che
se
all
incontro
diretti
fossero
da
uomini
apertamente
ostili
al
cattolicismo
,
coll
intendimento
più
o
meno
manifesto
di
sostituire
all
autorità
paterna
la
loro
e
di
eliminare
dall
educazione
i
parrochi
ed
i
sacerdoti
,
oh
in
questo
caso
si
dovrebbero
con
tutto
il
calore
condannare
e
proscrivere
.
Riuscirebbero
poi
affatto
inutili
,
quando
i
giovanetti
giunti
all
età
più
pericolosa
fossero
trascurati
e
gettati
sulla
via
.
Alla
stessa
maniera
se
i
ricoveri
di
mendicità
ricevessero
quei
poveri
,
che
spontanei
chiedessero
d
entrarvi
,
ovvero
gl
infermicci
,
i
vecchi
od
anche
i
discoli
,
ove
fossero
sotto
l
influenza
dell
autorità
ecclesiastica
in
ciò
segnatamente
che
la
riguarda
,
non
avremmo
da
eccepire
;
ma
che
abbiano
a
servire
come
da
ergastolo
o
,
se
vuolsi
meglio
,
di
collegio
;
non
finiamo
d
intenderlo
:
né
le
altitonanti
parole
di
qualche
nostro
professore
han
potuto
convincerci
.
Intanto
a
compimento
di
questo
articolo
ripeteremo
ciò
che
a
proposito
degli
asili
rurali
fu
scritto
altra
volta
.
Noi
avevamo
molte
pie
istituzioni
,
provate
ottime
dalla
sperienza
:
ora
perché
invece
d
ampliarle
e
migliorarle
sonosi
distrutte
?
Possibile
,
che
i
nostri
padri
fossero
sì
poveri
di
mente
e
di
cuore
da
non
esser
capaci
che
d
imprese
inutili
o
dannose
?
StampaPeriodica ,
La
vita
dei
vagabondi
ha
sempre
esercitato
su
me
,
fin
da
ragazzo
,
un
fascino
strano
e
potente
.
Ricordo
che
dalla
finestra
di
casa
mia
seguivo
con
intenti
occhi
il
passaggio
di
questi
"
camminanti
"
sul
far
della
notte
,
quando
per
gli
usci
aperti
si
vedevano
nelle
case
del
villaggio
splendere
i
fuochi
della
cena
.
Passavano
essi
quasi
sempre
soli
;
avevano
le
barbe
incolte
che
davano
al
viso
smorto
un
aspetto
anche
più
macero
.
Qual
nostalgia
negli
occhi
di
questi
senza
tetto
che
laceri
,
vergognosi
passavano
guardando
di
sottecchi
e
sparivano
dopo
le
ultime
case
sulla
strada
solitaria
occupata
già
dall
'
ombra
!
Eppure
,
fanciullo
ignaro
,
io
invidiavo
la
loro
triste
sorte
,
il
loro
destino
che
così
li
spingeva
per
le
strade
del
mondo
verso
l
'
ignoto
.
Trovavano
essi
talvolta
cortese
ospitalità
nelle
case
dei
contadini
e
passavan
la
notte
sui
fienili
.
Ma
spesso
la
diffidenza
dei
coloni
non
concedeva
loro
nessun
riparo
ed
andavano
,
i
poveretti
,
andavano
ancora
...
Nella
città
sorgono
per
i
senza
tetto
ospitali
asili
.
L
'
altra
notte
io
volli
visitare
uno
di
questi
alberghi
dei
poveri
:
l
'
asilo
notturno
Umberto
I
...
...
ci
andai
in
incognito
.
Scelsi
il
più
vecchio
dei
miei
abiti
,
quello
che
presentava
maggiori
strappi
e
frittelle
,
mi
spogliai
di
quel
poco
vile
metallo
che
contenevano
le
mie
tasche
,
tolsi
dal
dito
il
mio
anello
e
dal
taschino
il
mio
orologio
;
tutte
cose
inutili
queste
per
un
irregolare
,
un
fuori
legge
,
un
vagabondo
.
Difatti
che
è
l
'
uomo
senza
quattrini
?
Qual
fanciulla
.
può
serbar
fede
ad
uno
straccione
?
Via
dunque
l
'
anello
,
e
via
anche
l
'
orologio
:
le
ore
della
fame
son
tutte
eguali
.
Lasciai
pure
le
chiavi
:
a
chi
servono
esse
quando
non
si
ha
più
casa
?
Per
aprire
le
porte
altrui
,
noi
vagabondi
,
abbiamo
i
grimaldelli
...
Quando
m
'
ebbi
annodato
al
collo
un
vecchio
foulard
di
seta
che
già
mostrava
il
cotone
e
con
la
mano
mascagnamente
feci
sconvolte
le
mie
chiome
,
mi
guardai
nello
specchio
.
Ça
marche
!
...
Uscii
,
non
senza
vergogna
,
lo
confesso
.
Era
il
tramonto
.
Corso
Vittorio
formicolava
di
belle
signore
.
Al
mio
passaggio
,
alcuni
onesti
bottegai
si
diedero
di
gomito
.
Due
questurini
mi
fiutarono
.
Un
amico
passò
...
senza
vedermi
.
Eh
,
la
sapienza
dei
proverbi
dissi
tra
me
:
l
'
abito
non
fa
il
monaco
!
Fatta
questa
profonda
constatazione
,
ed
un
'
altra
non
meno
profonda
sugli
amici
che
salutano
quando
sono
in
vettura
o
passano
al
fianco
d
'
una
bella
compagna
,
svoltai
piano
,
piano
in
corso
Massimo
d
'
Azeglio
.
Ero
dunque
una
res
nullius
,
un
perfetto
vagabondo
!
Le
occhiate
dei
passanti
che
ritornavano
alle
loro
case
non
mi
lasciavano
alcun
dubbio
:
le
mani
in
saccoccia
,
la
testa
ciondoloni
,
gli
occhi
tristi
come
di
cane
sperduto
,
andai
,
andai
fino
a
che
giunsi
in
corso
Dante
,
dove
sorge
(
ironia
del
nome
)
l
'
asilo
notturno
Umberto
I
per
le
persone
d
'
ogni
età
,
sesso
,
patria
,
fede
,
sprovviste
di
rifugio
.
Era
quello
il
mio
luogo
.
...
Mi
diressi
dunque
verso
il
pio
istituto
.
Innanzi
ad
esso
già
passeggiavano
con
aria
indifferente
alcuni
compagni
.
Due
mi
chiesero
:
-
Si
passa
per
di
qui
?
-
Credo
.
Entrammo
insieme
.
Ma
un
inserviente
come
ci
vide
gridò
,
non
senza
asprezza
nella
voce
:
-
Ancora
è
presto
,
vadano
fuori
,
chiamerò
poi
io
quando
sia
tempo
.
Uscimmo
un
poco
mortificati
.
-
Che
superbia
!
-
disse
il
più
vecchio
dei
miei
compagni
,
un
operaio
dalla
barba
incolta
.
Era
un
piemontese
che
veniva
da
Berlino
.
L
'
altro
era
molto
più
giovane
,
brutto
,
con
due
grandi
occhi
da
vitello
,
e
parlava
con
spiccato
accento
meridionale
.
-
Son
dieci
giorni
che
non
mi
cavo
le
scarpe
-
disse
.
-
Che
buona
dormita
farò
stanotte
.
Ci
sedemmo
aspettando
nel
breve
ineguale
spiazzo
erboso
che
si
stende
a
fianco
dell
'
asilo
.
L
'
operaio
piemontese
tirò
fuori
una
corta
pipetta
di
gesso
,
l
'
accese
con
un
mio
fiammifero
,
fumò
un
poco
e
poi
la
passò
al
giovane
napoletano
.
Restammo
così
,
senza
parlare
,
per
qualche
tempo
.
Annottava
.
Dalle
colline
oltre
il
Po
si
levò
improvvisa
la
luna
animando
di
gialli
riflessi
le
ombre
circostanti
...
Un
battito
di
mano
mise
in
fuga
i
sogni
,
mi
richiamò
alla
realtà
di
vagabondo
:
l
'
inserviente
dell
'
asilo
chiamava
i
suoi
cenciosi
ospiti
.
La
saletta
d
'
accettazione
si
riempì
subito
d
'
una
turba
di
miserabili
d
'
ogni
età
,
col
viso
gualcito
dalle
fatiche
e
dalla
miseria
;
ciascuno
gettava
il
proprio
nome
e
cognome
dentro
uno
sportello
dietro
cui
il
direttore
scriveva
.
Che
fetore
di
cenci
e
di
sudiciume
saliva
dal
branco
umano
!
Ciascuno
diceva
col
nome
anche
la
professione
:
erano
operai
quasi
tutti
.
Un
vecchio
signore
col
paletò
abbottonato
sino
al
bavero
,
pronunziò
le
proprie
generalità
,
tutto
vergognoso
.
Era
un
impiegato
di
Novara
,
celibe
.
Dopo
lui
passò
un
giovinotto
dal
profilo
femmineo
,
sorridente
.
Venne
la
mia
volta
.
-
Si
chiama
?
Dissi
il
nome
di
un
caro
amico
.
-
Ha
le
carte
?
-
Nessuna
.
-
Per
domani
sera
,
passi
in
questura
a
provvedersele
.
-
Sissignore
.
-
Prenda
il
n
.
13
.
Ero
accettato
.
Passai
nello
spogliatoio
,
un
vasto
stanzone
retangolare
diviso
nel
mezzo
da
un
comune
lavamani
.
Contro
le
pareti
,
segnati
dal
rispettivo
numero
,
pendevano
sacchi
di
tela
e
vestiti
di
rigatino
bianco
azzurro
.
Cominciai
a
spogliarmi
insieme
agli
altri
.
Mi
pareva
di
essere
tornato
alla
visita
militare
.
Spogliandomi
lentamente
,
guardando
i
corpi
dei
miei
compagni
uscir
dall
'
involucro
cencioso
:
corpi
consumati
di
vecchi
e
corpi
esili
d
'
adolescenti
mal
nutriti
e
già
deformati
dalla
fatica
.
Che
pena
e
che
nausea
.
Il
mio
vicino
mi
interpellò
:
-
In
che
luogo
siamo
capitati
,
non
è
vero
?
Era
il
giovinetto
dal
profilo
femmineo
;
un
profugo
triestino
,
come
seppi
poi
,
che
aveva
issato
il
tricolore
italiano
sul
Municipio
di
Trieste
.
Conosceva
quattro
lingue
ma
non
trovava
impiego
.
Contento
di
trovarsi
in
mia
compagnia
,
già
pratico
del
luogo
,
mi
aiutò
nelle
mie
bisogna
.
-
I
suoi
vestiti
li
chiuda
nel
sacco
che
le
han
dato
,
-
mi
disse
,
-
così
.
Prima
di
indossare
la
camicia
dell
'
Asilo
,
una
camicia
di
bucato
,
ci
recammo
a
prendere
la
nostra
doccia
;
e
poi
rivestiti
di
uno
di
quegli
abiti
di
tela
turchina
,
coi
piedi
nudi
infilati
come
si
poteva
dentro
a
strepitosi
zoccoli
di
legno
,
passammo
nel
refettorio
.
Anche
qui
,
la
massima
pulizia
,
un
non
so
che
tra
il
convento
,
il
collegio
e
la
prigione
.
Una
doppia
fila
di
tavole
,
nel
mezzo
;
contro
una
parete
il
busto
di
Re
Umberto
,
contro
l
'
altra
un
armadio
a
vetri
per
i
libri
.
Qua
e
là
,
scritte
sui
muri
,
alcune
,
massime
morali
,
inneggianti
per
lo
più
,
alla
carità
.
Mi
sedetti
.
Vicino
a
me
era
il
vecchio
impiegato
di
Novara
ed
un
altro
.
La
divisa
ci
faceva
tutti
eguali
come
nel
collegio
.
Disse
,
però
,
un
giovane
dal
viso
losco
:
-
Mi
sembra
di
essere
nuovamente
al
reclusorio
di
Pallanza
.
Non
avevano
comuni
le
memorie
,
come
si
vede
.
La
sala
si
riempiva
e
si
animava
.
Coi
...
colleghi
si
fa
presto
amicizia
.
Si
formarono
gruppi
e
si
cianciava
a
viva
voce
.
Un
vecchio
operaio
chiese
al
giovane
triestino
:
-
E
il
professore
di
francese
?
-
Non
l
'
ho
veduto
più
.
-
Stava
male
ieri
sera
.
Che
sia
andato
all
'
ospedale
?
Feci
notare
al
mio
compagno
che
tutti
erano
abbastanza
lieti
,
parlavano
di
voglia
.
-
La
prima
sera
ho
pianto
,
io
-
rispose
.
Gli
altri
,
si
vedeva
,
erano
abituati
alla
loro
sorte
:
si
consideravano
felici
di
poter
trovare
un
pubblico
ricovero
per
la
loro
carne
stanca
;
l
'
asilo
notturno
aveva
perduto
tutto
ciò
che
ha
di
degradante
,
era
un
loro
diritto
,
infine
!
Un
compagno
che
aveva
viaggiato
mezzo
mondo
ed
aveva
dormito
in
tutti
gli
asili
notturni
,
paragonava
tranquillamente
,
sotto
i
rapporti
dell
'
igiene
e
della
comodità
,
l
'
albergo
dei
poveri
di
Torino
con
quello
di
Milano
e
di
Vienna
.
Non
mancava
tra
il
gregge
dei
vagabondi
operai
,
l
'
intellettuale
,
naturalmente
anarchico
.
Aveva
la
barba
e
i
capelli
arruffati
,
gli
occhi
azzurri
d
'
un
bimbo
,
che
guardavano
fisso
dietro
le
lenti
a
stanga
.
Parlava
a
scatti
,
con
frasi
da
eroe
gorkiano
,
era
istruito
.
-
Chi
siamo
noi
,
che
siamo
,
eh
?
Nessuno
sa
chi
sia
,
né
donde
viene
,
né
dove
va
!
E
poi
,
scaldandosi
a
mano
a
mano
,
giù
una
carica
a
fondo
contro
i
grossi
borghesi
,
i
filistei
infarciti
di
buon
senso
confinante
col
cretinismo
.
Molti
lo
ascoltavano
con
occhi
intenti
,
approvando
.
Solo
il
vecchio
impiegato
di
Novara
taceva
in
un
canto
.
Guardava
,
per
le
finestre
,
la
città
accendersi
di
lampadine
famigliari
intorno
a
cui
ridevano
volti
amici
.
E
certo
il
pensiero
della
sua
miseria
,
della
sua
solitudine
lo
doveva
,
ora
,
maggiormente
angosciare
poiché
i
suoi
occhi
erano
umidi
di
pianto
...
-
Occorre
uno
alto
per
mescolare
la
minestra
;
chi
viene
?
-
domandò
un
inserviente
.
-
Io
,
-
risposi
.
E
tenedomi
con
una
mano
le
mie
brache
azzurre
che
minacciavano
ad
ogni
momento
di
scivolarsene
via
,
saltellai
sui
miei
zoccoli
verso
la
cucina
.
Qui
,
con
un
gran
mestolo
compii
la
bisogna
,
come
un
perfetto
re
dei
cuochi
.
Quando
gli
inservienti
recarono
la
minestra
fumante
in
grosse
e
bianche
scodelle
,
i
visi
degli
ospiti
(
una
cinquantina
)
si
illuminarono
di
contentezza
,
e
ciascuno
prese
a
mangiare
con
discreto
appetito
.
Non
era
cattiva
quella
minestra
di
paste
e
fagiuoli
;
un
po
'
salata
,
forse
.
Ne
mangiai
una
parte
,
dando
il
resto
al
mio
vicino
che
era
un
affamato
autentico
.
Quando
il
pasto
fu
terminato
,
ci
si
mandò
a
cuccia
in
un
dormitorio
comune
,
vasto
e
pulito
,
pieno
di
piccoli
lettini
in
ferro
di
cui
ciascuno
porta
il
suo
numero
e
il
nome
del
fondatore
...
Il
mio
vicino
,
un
giovane
montanaro
allegro
,
tamburellava
contro
l
'
arcuato
e
basso
paravento
in
ferro
che
divideva
i
nostri
letti
.
Doveva
essere
un
senza
-
letto
per
economia
;
l
'
avevo
visto
arrivare
sbocconcellando
una
micca
e
con
un
misterioso
fagotto
sotto
il
braccio
.
Doveva
venire
di
Francia
insieme
a
quegli
altri
che
ora
si
interpellavano
in
un
francese
di
Biella
,
e
certo
doveva
nascondere
nelle
calze
il
suo
gruzzolo
.
Frodava
come
me
,
per
dilettantismo
di
giornalista
,
lui
per
amor
d
'
economia
,
la
carità
pubblica
.
Quando
i
lumi
furono
abbassati
e
gli
inservienti
uscirono
nel
corridoio
,
il
chiasso
si
fece
più
vivo
:
lazzi
,
rumori
da
demonio
dantesco
echeggiarono
per
il
vasto
stanzone
dove
i
più
stanchi
già
si
permettevano
delle
distrazioni
cacofoniche
nasali
.
Accadeva
anche
così
nel
mio
collegio
:
ma
allora
era
dolce
riposare
così
in
comune
,
giovani
tutti
,
eguali
,
con
l
'
anima
e
la
mente
tesa
ad
una
stessa
meta
.
Ora
,
invece
,
la
mia
personalità
si
ribellava
a
quell
'
assieme
d
'
ignoti
;
non
senza
una
strana
inquietudine
ascoltavo
l
'
ansito
dei
respiri
affannosi
,
calmi
,
sordi
,
fischianti
;
le
parole
confuse
che
alcuno
diceva
nel
sonno
su
cui
la
vita
gravava
ancora
il
peso
dei
suoi
travagli
.
I
trams
che
passavano
ronzando
come
giganteschi
mosconi
dagli
occhi
di
bragia
e
inferociti
,
mi
davano
un
sussulto
,
mi
richiamavano
a
mente
le
vie
cittadine
illuminate
e
piene
di
gente
,
i
ritrovi
notturni
,
i
caffè
,
i
teatri
,
tutto
ciò
che
di
buono
è
concesso
alla
gente
...
per
bene
.
E
pensavo
al
contrasto
che
offriva
la
vita
dei
miei
compagni
:
una
lotta
brutale
per
il
pane
,
senza
sorrisi
d
'
arte
e
d
'
amore
.
M
'
addormentai
tardi
,
quella
notte
,
e
il
mio
sonno
fu
spesso
turbato
dai
passi
di
qualcuno
che
usciva
in
camicia
.
Verso
le
cinque
una
campanella
stridula
destò
i
vagabondi
.
La
sveglia
fu
salutata
da
improperi
generali
,
poiché
essa
veniva
a
ricordare
ai
felici
dormienti
la
miseria
passata
e
la
presente
,
il
ritorno
alla
vita
triste
e
senza
speranze
.
Fui
sorpreso
,
ancora
mal
desto
,
di
trovarmi
in
quel
luogo
;
poi
,
come
la
coscienza
ritornò
,
fui
preso
da
un
lancinante
bisogno
di
levarmi
da
quel
bagno
di
miseria
,
di
fuggire
all
'
aperto
.
Mi
lavai
,
con
gli
altri
,
in
fretta
;
qualcuno
mi
salutò
.
Pensando
che
tra
poco
sarei
tornato
ad
essere
"
io
"
fui
preso
da
una
viva
pietà
per
tutti
quei
miserabili
veri
,
per
tutti
quei
compagni
d
'
una
notte
,
compagni
che
non
sapevano
di
me
,
come
io
non
sapevo
di
loro
,
che
non
avrei
più
rivisto
e
avrebbero
continuato
il
loro
triste
pellegrinaggio
per
le
vie
del
mondo
.
Tolsi
dal
mio
sacco
i
vestiti
e
quando
fui
rientrato
in
me
stesso
,
uscii
col
giovane
triestino
e
l
'
anarchico
,
tenendo
sotto
il
braccio
il
mio
pane
.
Sulla
porta
,
il
direttore
mi
disse
:
-
Si
ricordi
le
carte
,
eh
!
?
-
Sissignore
!
Erano
le
sei
:
la
città
ci
colse
col
suo
primo
sbadiglio
grigio
e
polveroso
:
porte
e
finestre
sbattute
;
le
botteghe
e
i
portinai
ci
scopavano
sui
piedi
le
immondizie
della
casa
.
Camminavano
sfiaccolati
come
materassi
.
I
miei
due
compagni
erano
più
allegri
di
me
.
L
'
anarchico
lanciava
moccoli
all
'
indirizzo
delle
donnette
che
sbattevano
,
dai
terrazzi
,
i
loro
panni
sul
nostro
capo
.
Giunti
in
via
Madama
Cristina
,
entrammo
in
una
latteria
a
far
colazione
:
pane
dell
'
asilo
e
due
soldi
di
latte
.
-
Ben
,
ora
vi
lascio
-
dissi
ai
miei
due
amici
.
-
Te
ne
vai
?
-
Sì
.
-
Dove
?
-
A
casa
mia
!
L
'
anarchico
e
il
giovane
triestino
mi
guardarono
stupiti
,
e
poi
,
dandomi
del
lei
,
mi
salutarono
alquanto
freddamente
.
Sparirono
insieme
,
verso
il
Valentino
.
Non
appena
a
casa
,
mi
rivestii
da
capo
a
piedi
.
Con
quale
voluttà
,
cinsi
al
mio
collo
un
alto
e
lucido
solino
,
e
con
le
tasche
sonanti
scesi
al
Caffè
Ligure
,
ordinando
:
-
Cameriere
,
un
chop
!
Pagavo
ero
di
nuovo
"
qualcuno
"
.
StampaPeriodica ,
New
York
,
giugno
-
Martedì
mattina
16
giugno
,
nel
mio
ufficio
,
al
quinto
piano
del
«
New
York
Herald
Tribune
»
,
mi
venne
recapitata
a
mano
questa
lettera
:
«
Egregio
signore
,
con
la
presente
siete
invitato
a
trovarvi
alla
porta
d
'
ingresso
del
penitenziario
di
Sing
Sing
,
in
Ossegning
,
N.Y.
,
non
più
tardi
delle
ore
22.30
del
18
giugno
.
Il
vostro
nome
è
stato
incluso
tra
quelli
dei
rappresentanti
della
stampa
americana
ed
estera
ammessi
a
ricevere
,
all
'
interno
del
penitenziario
di
Sing
Sing
,
diretta
informazione
dell
'
esecuzione
capitale
di
Ethel
e
Julius
Rosenberg
.
Tale
esecuzione
,
da
compiersi
mediante
elettricità
(
«
by
electricity
»
diceva
il
testo
inglese
della
lettera
)
,
è
stata
da
me
ordinata
per
le
ore
23
di
detto
giorno
18
giugno
.
Vogliate
portare
con
voi
la
presente
lettera
.
Distinti
saluti
»
.
La
lettera
era
firmata
:
William
S
.
Carroll
,
federal
marshall
degli
Stati
Uniti
di
America
.
Dal
giorno
in
cui
il
giudice
Kaufman
pronunziò
la
sentenza
di
morte
,
i15
aprile
1951
,
i
Rosenberg
erano
riusciti
a
tener
lontana
la
sedia
elettrica
per
due
anni
e
due
mesi
.
Nella
cella
dei
condannati
a
morte
,
dove
non
si
resta
che
per
qualche
settimana
,
i
Rosenberg
vivevano
da
ottocento
giorni
.
Avevano
strappato
venti
mesi
alla
morte
con
la
prima
serie
dei
ricorsi
,
che
fece
annullare
la
data
dell
'
esecuzione
fissata
da
Kaufman
per
il
21
maggio
1951
,
trasportandola
al
12
gennaio
del
1953
.
Li
salvò
la
seconda
volta
la
vittoria
di
Eisenhower
alle
elezioni
americane
.
Quando
essi
inoltrarono
domanda
di
grazia
al
presidente
degli
Stati
Uniti
,
due
giorni
prima
della
data
di
morte
,
Truman
stava
preparandosi
a
lasciare
la
Casa
Bianca
,
dove
Eisenhower
entrò
i120
gennaio
.
Si
dice
che
Truman
abbia
molto
esitato
prima
di
rimettere
al
suo
successore
,
con
le
altre
pratiche
in
sospeso
,
la
supplica
dei
Rosenberg
.
Egli
si
sentiva
ormai
un
presidente
senza
poteri
,
e
una
decisione
così
importante
alla
vigilia
della
partenza
non
volle
prenderla
.
Forse
Truman
avrebbe
graziato
i
Rosenberg
.
Pochi
mesi
prima
aveva
graziato
Oscar
Collazo
,
il
portoricano
che
aveva
tentato
di
assassinarlo
davanti
alla
Blair
House
.
Invece
era
pressoché
certo
che
Eisenhower
avrebbe
negato
clemenza
ai
condannati
.
Quando
era
comandante
in
capo
in
Europa
Eisenhower
dovette
decidere
varie
volte
su
domande
di
grazia
,
e
sempre
le
rifiutò
.
Egli
ha
un
concetto
molto
rigido
della
giustizia
,
il
concetto
di
un
generale
e
di
un
protestante
di
setta
rigorosa
.
Inoltre
Eisenhower
era
stato
portato
al
potere
da
una
maggioranza
che
rispecchiava
i
sentimenti
più
nazionalistici
,
più
intransigenti
della
società
americana
.
Eletto
presidente
,
egli
era
divenuto
allo
stesso
tempo
l
'
alfiere
e
il
prigioniero
di
questo
stato
d
'
animo
.
Io
credo
che
se
si
fosse
fatto
in
America
un
referendum
sulla
sorte
dei
Rosenberg
,
ci
sarebbe
stata
una
maggioranza
favorevole
all
'
esecuzione
.
L
'
opinione
pubblica
americana
è
convinta
che
essi
fossero
colpevoli
,
e
che
meritassero
la
condanna
capitale
.
Ma
sono
altrettanto
certo
che
questa
maggioranza
avrebbe
corrisposto
pressoché
esattamente
,
cittadino
per
cittadino
,
con
la
maggioranza
che
ha
votato
per
Eisenhower
il
4
novembre
.
Tre
settimane
dopo
essere
entrato
alla
Casa
Bianca
,
Eisenhower
rifiutò
la
grazia
per
i
Rosenberg
,
affermando
che
il
loro
delitto
era
peggiore
d
'
un
assassinio
,
e
che
,
attraverso
i
vantaggi
forniti
alla
Russia
dalla
conoscenza
dei
segreti
atomici
,
metteva
in
giuoco
la
vita
di
milioni
di
persone
.
Una
terza
data
venne
fissata
per
la
chair
:
il
9
di
marzo
.
I
Rosenberg
avevano
guadagnato
altri
due
mesi
,
ma
ora
il
margine
di
speranze
si
riduceva
.
Un
nuovo
ricorso
davanti
alla
Suprema
Corte
riuscì
a
fare
ancora
sospendere
l
'
esecuzione
.
Gli
avvocati
mettevano
in
campo
gli
ultimi
argomenti
,
la
Corte
sentenziava
gli
ultimi
rifiuti
.
Migliaia
di
pagine
di
documenti
compongono
il
fascicolo
della
causa
,
che
porta
questa
intestazione
:
«
Stati
Uniti
d
'
America
contro
Julius
e
Ethel
Rosenberg
»
.
Alla
fine
di
maggio
,
il
giudice
Kaufman
stabilì
,
per
la
quarta
volta
,
il
periodo
dell
'
esecuzione
nella
settimana
che
cominciava
il
15
giugno
.
Il
marshall
William
Carroll
scelse
come
più
opportuna
,
in
quella
settimana
,
la
data
di
giovedì
18
giugno
.
I1
15
giugno
la
Suprema
Corte
si
sciolse
per
andare
in
vacanza
,
dopo
avere
decretato
che
ogni
argomento
legale
era
stato
esaurito
,
e
che
la
sentenza
non
doveva
più
subire
rinvii
.
«
Rosenbergs
in
chair
thursday
»
scrivevano
i
giornali
.
Mi
misi
la
lettera
del
marshall
Carroll
in
tasca
.
Pensavo
che
i
Rosenberg
avevano
perduto
la
partita
.
Invece
stavano
per
cominciare
ottanta
ore
drammatiche
.
Nella
stessa
giornata
di
martedì
un
altro
tentativo
venne
compiuto
col
giudice
Douglas
,
uno
dei
nove
membri
della
Corte
Suprema
.
Quando
la
Corte
è
vacante
,
in
casi
urgenti
,
straordinari
,
ciascuno
dei
suoi
membri
ha
la
facoltà
di
agire
con
i
medesimi
poteri
dell
'
intero
collegio
,
prendendo
misure
sospensive
in
attesa
della
plenaria
ratifica
della
Corte
.
Douglas
aveva
spesso
votato
in
favore
dei
Rosenberg
nelle
decisioni
dei
due
anni
passati
,
con
i
giudici
che
erano
rimasti
in
minoranza
.
Stette
un
giorno
e
una
notte
a
meditare
i
documenti
,
e
fu
preso
da
una
crisi
di
coscienza
.
Il
giudice
Kaufman
aveva
applicato
ai
Rosenberg
la
condanna
a
morte
secondo
il
dispositivo
di
una
legge
del
1917
sullo
spionaggio
.
Era
la
prima
legge
americana
che
verteva
su
questa
materia
.
Gli
Stati
Uniti
nei
primi
due
secoli
della
loro
storia
ignorarono
il
reato
di
spionaggio
;
ma
nel
1946
era
stata
promulgata
un
'
altra
legge
speciale
per
lo
spionaggio
relativo
ai
segreti
atomici
.
Questa
legge
prevede
la
pena
di
morte
solo
nel
caso
in
cui
la
giuria
la
raccomandi
esplicitamente
.
La
giuria
popolare
che
diede
il
verdetto
del
caso
Rosenberg
era
composta
da
undici
uomini
ed
una
donna
.
Tutti
si
pronunziarono
per
la
tesi
della
colpevolezza
ma
non
aggiunsero
nessuna
indicazione
della
pena
.
Applicando
la
legge
del
1946
,
i
Rosenberg
non
dovevano
morire
.
Il
loro
reato
era
stato
compiuto
prima
,
negli
anni
dal
1944
al
1945
.
Si
poteva
concedere
loro
il
beneficio
della
retroattività
?
Douglas
non
rispondeva
alla
domanda
,
ma
sosteneva
la
necessità
di
valutare
attentamente
se
i
Rosenberg
erano
stati
condannati
con
la
giusta
legge
.
In
attesa
di
supplementari
accertamenti
egli
concludeva
annullando
l
'
ordine
di
esecuzione
.
La
decisione
di
Douglas
venne
resa
pubblica
mercoledì
mattina
nel
mezzogiorno
,
a
poco
più
di
trenta
ore
dal
momento
in
cui
i
Rosenberg
dovevano
venire
giustiziati
.
I
giornali
cambiarono
titolo
.
«
Rosenbergs
spare
chair
»
portavano
sulle
testate
:
i
Rosenberg
evitano
la
sedia
.
Molti
di
questi
titoli
avevano
il
punto
esclamativo
,
cosa
rarissima
nelle
abitudini
giornalistiche
americane
:
«
Douglas
adjourns
chair
!
»
,
Douglas
rinvia
la
sedia
.
Quel
punto
esclamativo
voleva
dire
che
si
trattava
d
'
un
atto
inaudito
,
inatteso
che
la
maggioranza
degli
americani
disapprovava
.
Accadde
infatti
che
a
Washington
i
parlamentari
,
i
magistrati
insorsero
contro
l
'
arbitrio
di
Douglas
,
contro
la
crisi
di
coscienza
d
'
un
solo
individuo
,
che
fermava
il
corso
della
giustizia
.
La
Suprema
Corte
venne
riconvocata
di
urgenza
,
con
i
giudici
che
erano
già
in
villeggiatura
richiamati
a
Washington
nella
notte
con
ogni
mezzo
,
dal
treno
all
'
aereo
.
Douglas
era
partito
la
sera
in
automobile
verso
i
laghi
del
nord
.
Si
fermò
a
mangiare
in
un
alberghetto
sulla
strada
e
,
dalla
radio
,
apprese
che
la
Corte
era
stata
convocata
per
rimettere
in
discussione
quello
che
egli
aveva
deliberato
.
Apprese
anche
che
in
Parlamento
era
stata
deposta
una
domanda
di
inchiesta
su
di
lui
.
Prima
di
giorno
era
di
nuovo
a
Washington
.
La
Corte
restò
riunita
giovedì
pomeriggio
e
venerdì
mattina
.
La
quarta
data
della
chair
,
il
18
giugno
,
era
trascorsa
con
i
Rosenberg
ancora
vivi
.
Ma
la
mattina
di
venerdì
19
la
Corte
decise
contro
Douglas
e
contro
i
Rosenberg
.
Fu
l
'
ultima
pausa
di
respiro
nella
battaglia
.
Dopo
,
tutto
precipitò
.
I
giornali
pubblicarono
:
«
Rosenbergs
got
chair
»
,
i
Rosenberg
hanno
avuto
la
sedia
.
Una
prima
comunicazione
del
marshall
Carroll
avvertì
che
l
'
esecuzione
era
stata
fissata
per
la
sera
stessa
alle
ventitré
.
Poi
sorsero
delle
difficoltà
per
il
fatto
che
i
Rosenberg
sono
israeliti
,
e
che
il
venerdì
,
al
tramontare
del
sole
,
comincia
la
festa
rituale
degli
ebrei
,
il
Sabbath
.
Benché
i
Rosenberg
non
fossero
praticanti
e
si
proclamassero
atei
,
non
si
voleva
interferire
con
la
credenza
religiosa
.
L
'
esecuzione
venne
anticipata
alle
ore
venti
.
Nelle
poche
ore
tra
la
decisione
della
Corte
e
l
'
esecuzione
una
nuova
domanda
di
grazia
venne
presentata
ad
Eisenhower
,
sotto
forma
di
lettera
scritta
da
Ethel
Rosenberg
.
Qualche
migliaio
di
dimostranti
si
riunì
a
New
York
e
a
Washington
,
con
cartelli
che
dicevano
:
«
Do
not
that
Rosenbergs
go
to
chair
»
,
non
lasciate
che
i
Rosenberg
vadano
sulla
sedia
.
Una
linea
telefonica
in
contatto
diretto
con
la
Casa
Bianca
era
stata
approntata
a
Sing
Sing
,
per
il
caso
che
l
'
ordine
di
grazia
arrivasse
all
'
ultimo
momento
.
Ma
alle
sette
meno
un
quarto
,
la
sera
di
venerdì
,
giunse
la
notizia
che
Eisenhower
respingeva
l
'
appello
alla
clemenza
.
Alle
sette
i
barbieri
del
penitenziario
andarono
a
tagliare
i
capelli
a
Julius
e
a
Ethel
.
Alle
sette
e
un
quarto
i
condannati
vennero
vestiti
per
l
'
esecuzione
:
abiti
di
tela
spessa
e
scura
,
e
ciabatte
di
feltro
.
Alle
sette
e
mezzo
arrivò
il
rabbino
per
i
conforti
religiosi
.
Alle
otto
meno
dieci
entrarono
i
medici
.
Spettava
ad
essi
decidere
chi
doveva
essere
giustiziato
per
primo
,
tenendo
conto
delle
condizioni
fisiche
e
nervose
dei
condannati
.
Il
più
debole
dei
due
avrebbe
dovuto
precedere
l
'
altro
.
I
medici
trovarono
sia
Julius
che
Ethel
calmi
ed
indifferenti
,
d
'
una
impenetrabile
impassibilità
.
Fu
un
motivo
di
topografia
che
fece
cadere
la
scelta
su
Julius
.
Se
fosse
andata
Ethel
per
prima
,
essa
sarebbe
passata
davanti
alla
cella
del
marito
,
e
Julius
avrebbe
udito
il
fruscio
del
corteo
che
si
avviava
verso
la
stanza
della
morte
.
Julius
si
incamminò
alle
otto
e
due
minuti
.
Alle
otto
e
sei
minuti
il
suo
cadavere
era
portato
nella
sala
anatomica
per
l
'
autopsia
.
Ethel
morì
dieci
minuti
dopo
,
alle
otto
e
sedici
.
L
'
esecuzione
sulla
sedia
elettrica
viene
compiuta
con
tre
scariche
successive
,
che
passano
nel
corpo
dei
condannati
,
legato
con
cinghie
ai
bracciuoli
,
attraverso
due
elettrodi
:
uno
a
contatto
del
capo
e
l
'
altro
applicato
alla
gamba
destra
.
Per
Ethel
furono
necessarie
cinque
scariche
.
Dopo
la
terza
scarica
,
i
medici
trovarono
che
il
cuore
batteva
ancora
,
e
fecero
un
cenno
al
manovratore
dei
congegni
perché
abbassasse
ancora
l
'
interruttore
.
Si
chiama
Joseph
Francel
,
ed
è
un
mutilato
della
prima
guerra
mondiale
.
Da
14
anni
fa
funzionare
la
sedia
elettrica
di
Sing
Sing
,
ed
ha
già
eseguito
centinaia
di
esecuzioni
capitali
.
Nessuno
lo
chiama
«
carnefice
»
,
il
suo
titolo
è
switchman
,
elettricista
addetto
alle
leve
.
Lo
Stato
di
New
York
gli
corrisponde
150
dollari
,
circa
centomila
lire
,
per
esecuzione
.
Quando
i
Rosenberg
furono
giustiziati
le
guardie
sulle
torri
di
sorveglianza
lungo
le
mura
di
Sing
Sing
incrociarono
ed
aprirono
le
braccia
,
come
fanno
i
marinai
sulle
navi
per
le
segnalazioni
a
distanza
.
È
quello
l
'
avvertimento
che
si
dà
quando
una
esecuzione
è
compiuta
.
Lo
videro
i
prigionieri
alle
finestre
nei
fabbricati
di
mattoni
rossi
delle
carceri
,
lo
videro
i
quattordici
condannati
a
morte
che
aspettano
la
loro
ora
nelle
celle
dalle
quali
Julius
ed
Ethel
erano
usciti
pochi
minuti
prima
,
lo
videro
i
cronisti
in
attesa
sul
piazzale
davanti
alle
prigioni
.
Alle
otto
e
mezzo
uscirono
gli
ultimi
titoli
per
í
Rosenberg
:
«
Rosenbergs
died
in
chair
»
,
i
Rosenberg
sono
morti
sulla
sedia
.
A
Washington
i
dimostranti
gettarono
i
loro
cartelli
a
terra
,
davanti
ai
cancelli
della
Casa
Bianca
.
Vidi
nei
viali
del
penitenziario
il
furgone
che
veniva
a
prendere
i
cadaveri
.
Il
sole
stava
tramontando
.
In
una
sala
dalle
pareti
bianche
e
nude
,
con
un
ventilatore
sotto
il
soffitto
,
restava
il
protagonista
della
storia
:
la
chair
:
una
grossa
sedia
di
quercia
scura
,
con
lo
schienale
inclinato
e
le
cinghie
che
pendevano
dai
bracciuoli
.
StampaPeriodica ,
Quando
il
sol
perderà
moto
e
splendore
;
Quando
di
stelle
sarà
privo
il
cielo
;
Quando
la
terra
non
avrà
calore
;
Quando
unito
vedremo
il
fuoco
al
gelo
;
Quando
parlerà
il
vero
un
impostore
;
Quando
il
leon
divenga
un
ragnatelo
;
Quando
all
uomo
sia
tolto
ogni
malore
;
Quando
la
quercia
si
converta
in
melo
;
Quando
non
avran
pregio
argento
,
e
oro
;
Quando
il
vizio
a
virtù
non
farà
guerra
;
Quando
tempesta
ai
campi
fia
ristoro
;
Quando
gli
augei
,
de
muli
avran
la
soma
;
Quando
cittadi
,
e
regni
andran
sotterra
;
Avrete
,
o
ciuchi
,
il
Campidoglio
,
e
Roma
.
StampaPeriodica ,
A
un
tratto
il
veterinario
sbucò
di
dietro
lo
stecconato
dell
'
orto
,
attraversò
l
'
aia
avvampata
di
sole
e
si
diresse
verso
la
stalla
.
Era
seguito
da
un
carabiniere
,
dal
garzone
del
macellaio
armato
di
una
sega
e
di
diversi
coltelli
,
e
dalla
guardia
comunale
,
vestita
di
bigio
,
col
berrettino
filettato
di
verde
e
due
bottiglie
,
una
per
mano
,
dalle
quali
esalava
un
puzzo
d
'
acido
fenico
e
di
petrolio
che
si
diffondeva
per
l
'
aria
,
di
qua
e
di
là
.
Dietro
a
loro
si
accalcava
in
tumulto
la
marmaglia
dei
ragazzi
moccolosi
e
scalzi
,
strillando
,
bezzicandosi
.
Di
sulle
porte
delle
case
vicine
,
le
donne
colla
pezzola
sugli
occhi
per
via
del
sole
e
la
treccia
in
mano
,
guardavano
senza
muoversi
.
Alcune
ragazze
invece
che
lavoravano
sedute
in
crocchio
all
'
ombra
del
pagliaio
,
si
rizzarono
in
furia
buttando
la
treccia
sulla
seggiola
e
corsero
a
vedere
.
Le
ciantelle
e
le
voci
riempiron
l
'
aia
di
un
brusio
disordinato
.
Il
veterinario
,
senza
neanche
voltarsi
,
spinse
l
'
uscio
rosso
della
stalla
che
era
rabbattuto
ed
entrò
.
Il
Faluca
che
l
'
aveva
scorto
dal
campo
dove
zappettava
,
arrivò
pure
di
corsa
,
in
zucca
,
scamiciato
,
sudato
dal
gran
caldo
,
traversò
la
calca
dei
bambini
e
delle
ragazze
e
messosi
alla
coda
della
brigata
infilò
anche
lui
nella
stalla
chiudendosi
l
'
uscio
dietro
.
La
stalla
bassa
e
umida
,
era
immersa
in
una
oscurità
quasi
completa
;
la
poca
luce
verdognola
che
scendeva
da
un
finestrino
,
attraverso
i
pampani
di
un
tralcio
avviticchiato
all
'
inferriata
,
non
lasciava
scorgere
altro
che
un
manzo
bianco
,
ritto
accanto
al
muro
,
con
la
testa
rivolta
sospettosamente
verso
la
porta
;
ma
non
passò
un
minuto
che
anche
la
massa
enorme
del
bue
morto
apparve
distinta
ai
piedi
del
vivo
.
Giaceva
arrovesciato
sulla
schiena
con
le
quattro
gambe
in
aria
,
il
corpo
gonfio
e
duro
,
il
muso
volto
per
parte
e
la
lingua
paonazza
che
penzolava
fuori
dei
denti
.
Di
fra
il
corno
e
l
'
orecchio
incartapecorito
si
vedeva
l
'
occhio
bianchiccio
,
velato
che
conservava
ancora
come
un
'
espressione
di
terrore
.
La
moglie
del
contadino
,
che
nessuno
aveva
ancor
vista
,
ritta
nel
buio
vicino
al
falcione
,
guardava
la
bestia
e
piangeva
silenziosamente
.
Un
ragazzo
di
una
tredicina
d
'
anni
le
si
stringeva
addosso
.
e
anche
lui
fissava
il
cadavere
del
manzo
;
ma
il
suo
viso
era
duro
e
pareva
che
non
pensasse
a
nulla
.
-
Dunque
,
sor
Negri
,
-
domandò
il
capoccia
,
rompendo
per
il
primo
il
silenzio
-
lei
la
crede
?
...
-
Credo
?
-
rispose
il
veterinario
,
voltandosi
quasi
offeso
alla
domanda
inattesa
-
non
credo
,
ne
son
certo
!
Era
un
omino
macilento
e
dispettoso
,
vestito
di
lustrino
nero
,
calvo
e
con
degli
occhietti
e
un
naso
rosso
da
ubriacone
.
La
sua
risposta
fece
restar
male
il
contadino
.
-
Bah
!
-
fece
questi
,
incredulo
,
e
abbassò
la
testa
,
rapata
.
-
Che
bah
!
e
non
bah
!
-
ribatté
l
'
altro
-
v
'
ho
detto
che
è
carbonchio
,
malattia
contagiosa
e
che
bisogna
sotterrarlo
;
cosa
vorreste
?
farlo
mangiare
alla
gente
?
La
donna
,
come
se
non
avesse
aspettato
che
questa
sentenza
,
scoppiò
in
singhiozzi
ed
uscì
dalla
stalla
.
Il
carabiniere
,
la
guardia
e
il
garzone
del
macellaio
si
guardavan
fra
loro
come
per
domandarsi
l
'
un
l
'
altro
cosa
bisognasse
fare
.
-
Avanti
!
-
disse
allora
il
veterinario
rivolto
verso
il
giovane
beccaio
-
levagli
la
pelle
e
sparalo
.
Non
hai
mica
dei
graffi
nelle
mani
eh
?
-
domandò
poi
-
bada
che
è
pericoloso
.
Ma
il
giovanotto
non
l
'
ascoltò
nemmeno
.
Pareva
che
nessuno
credesse
-
alla
malattia
della
quale
il
veterinario
voleva
far
credere
fosse
morto
il
bove
.
I
tre
uomini
,
aiutati
dal
capoccia
e
dal
ragazzo
,
presero
la
bestia
per
la
coda
e
la
trascinarono
nel
mezzo
della
stalla
.
Il
Negri
che
si
sentiva
affogare
dall
'
odor
grave
del
concio
ribollito
e
del
fiato
della
bestia
e
degli
uomini
,
accese
un
mezzo
sigaro
e
messe
la
testa
fuori
dell
'
uscio
.
Intanto
il
beccaio
affilò
il
coltello
e
cominciò
a
sgozzare
l
'
animale
.
Il
sangue
di
già
rappreso
non
sgorgò
per
la
ferita
;
ma
quando
la
testa
fu
recisa
un
rivoletto
rosso
cominciò
a
colare
dalla
gola
lacerata
,
andando
a
sparire
fra
il
letame
.
Il
ragazzo
prese
la
testa
per
le
corna
ed
andò
a
posarla
in
un
cantuccio
:
-
Tieni
anche
queste
-
disse
il
macellaio
;
e
porse
al
ragazzo
anche
le
quattro
zampe
,
che
aveva
già
tagliato
ai
garretti
una
dopo
l
'
altra
,
d
'
un
sol
colpo
,
perché
le
mettesse
accanto
alla
testa
.
Poi
si
mise
a
sventrare
il
bue
per
levargli
la
pelle
,
che
buttò
nella
greppia
,
dopo
averla
legata
con
la
coda
come
con
un
canapo
.
La
carcassa
della
bestiaccia
,
decapitata
,
mutila
,
sanguinolenta
cominciava
davvero
a
far
ribrezzo
e
pietà
,
con
quei
cinque
uomini
che
le
si
accanivano
sopra
.
Tenendola
ciascuno
per
un
dei
tronconi
delle
gambe
,
costoro
impedivano
che
rotolasse
,
mentre
il
garzon
del
beccaio
andava
immergendo
il
suo
coltellaccio
nell
'
interiora
,
sgranandola
come
una
zucca
matura
.
Quand
'
ebbe
finito
anche
questa
operazione
e
che
il
buzzo
si
sganasciò
oscenamente
lasciando
sgorgare
le
budella
e
lo
sterco
sulle
lastre
dell
'
impiantito
,
si
fece
dar
la
sega
e
squartò
il
cadavere
in
grossi
pezzi
.
Il
veterinario
,
che
di
tanto
in
tanto
era
andato
voltandosi
di
sull
'
uscio
,
appena
vide
che
il
lavoro
era
finito
,
rientrò
nella
stalla
e
disse
al
beccaio
di
sbranare
in
più
posti
i
quarti
;
poi
comandò
alla
guardia
di
versar
nelle
ferite
e
su
tutta
la
carne
l
'
acido
fenico
della
boccia
.
L
'
odor
pestifero
del
disinfettante
riempì
la
stalla
obbligando
gli
uomini
a
tapparsi
il
naso
con
le
dita
.
-
Ora
-
ordinò
ancora
il
veterinario
-
buttatelo
sur
un
carretto
e
via
.
E
lei
-
aggiunse
rivolgendosi
al
carabiniere
-
badi
bene
che
sia
sotterrato
tutto
,
tutto
capisce
?
Ne
è
responsabile
.
Voi
poi
-
concluse
,
parlando
questa
volta
alla
guardia
comunale
,
-
non
dimenticate
d
'
annaffiarlo
col
petrolio
dell
'
altra
boccia
-
Mi
raccomando
.
E
senza
salutar
nessuno
si
allontanò
.
Il
ragazzo
del
contadino
a
un
cenno
del
padre
sparì
anche
lui
e
dopo
pochi
minuti
ritornò
conducendo
per
la
briglia
un
ciuco
attaccato
a
un
barroccino
.
Le
cosce
,
le
spalle
,
la
testa
e
le
zampe
del
bue
furon
caricate
e
il
lugubre
corteggio
si
mise
in
cammino
.
Intanto
la
folla
rimasta
fuori
era
andata
ingrossando
.
Oltre
le
donne
e
i
ragazzi
,
alcuni
braccianti
e
contadini
del
vicinato
,
giovani
e
vecchi
,
eran
venuti
,
attratti
dalla
curiosità
,
e
guardavano
quelli
enormi
brandelli
di
carne
sanguinosa
,
fatta
anche
più
rossa
dalle
tinte
accese
del
sole
di
già
basso
,
con
una
specie
di
avidità
e
di
rimpianto
.
Di
qua
e
di
là
qualche
voce
saliva
anche
a
esprimere
questi
sentimenti
e
le
donne
stesse
,
invece
d
'
inorridire
,
lanciavano
sul
barroccino
degli
sguardi
cupidi
,
delle
parole
di
scherno
sul
carabiniere
e
la
guardia
che
andavano
a
far
da
becchini
.
Sembrava
che
ogni
stomaco
palpitasse
di
bramosia
per
quella
carne
infetta
.
Uomini
,
donne
e
ragazzi
parevano
una
turba
affamata
o
una
muta
di
cani
mugolanti
dietro
al
pasto
.
L
'
uno
eccitava
l
'
altro
con
parole
piene
d
'
ingordigia
.
-
Che
bistecche
eh
?
che
umidi
!
-
E
che
minestre
!
-
Bravo
e
il
petrolio
?
e
il
carbonchio
!
-
obiettava
qualche
schizzinoso
timidamente
.
-
Ma
che
carbonchio
!
c
'
è
da
dar
regola
al
Negri
.
Per
lui
,
quando
gli
ha
bevuto
,
tutte
le
malattie
son
carbonchio
.
N
'
avessi
uno
stufatino
tutti
i
giorni
!
-
Peccato
-
E
il
povero
Faluca
che
ha
il
male
,
il
malanno
e
l
'
uscio
addosso
!
Se
fossi
stato
io
ne
'
suoi
piedi
non
me
lo
levavan
di
sotto
,
te
lo
dice
Parretto
!
S
'
aveva
a
far
baldoria
.
E
tutti
rimpiangevano
tanta
grazia
di
Dio
buttata
a
ingrassar
gli
ulivi
.
Qualcuno
si
staccò
dal
gruppo
e
s
'
accompagnò
al
Faluca
che
camminava
rabbuiato
con
un
forcone
sulla
spalla
dietro
al
figliuolo
.
Il
carabiniere
e
la
guardia
andavano
in
silenzio
sotto
le
rame
dei
loppi
,
su
per
la
collina
ombrosa
in
cima
alla
quale
una
buca
scavata
a
piè
d
'
un
fico
aspettava
fin
dalla
mattina
la
carne
del
bue
morto
.
Verso
mezzanotte
,
la
casa
del
Faluca
era
piena
di
gente
.
Il
Moro
,
il
Ricciolo
,
il
Rosso
,
Italo
di
Parretto
,
Gioia
,
Sciamagna
,
tutti
quelli
insomma
che
avevano
assistito
al
seppellimento
del
bue
eran
venuti
sull
'
annottare
e
tutti
insieme
,
con
marre
e
pale
sulle
spalle
,
erano
tornati
di
nascosto
sulla
collina
.
Un
'
ora
dopo
eran
ridiscesi
con
le
carniere
gonfie
;
e
adesso
aspettavano
chiacchierando
in
cucina
,
chi
a
cavalcioni
sulla
panca
,
accanto
alla
tavola
apperecchiata
,
chi
seduto
in
bilico
sulla
seggiola
con
le
spalle
alla
madia
,
vicino
alla
finestra
per
fuggire
il
calore
che
spargeva
nella
stanza
un
fuoco
infernale
scoppiettante
sotto
una
gran
caldaia
che
avvolgeva
tutta
delle
sue
fiamme
veementi
.
Di
donne
non
c
'
era
che
la
moglie
del
Faluca
,
la
quale
,
smesso
di
singhiozzare
,
correva
qua
e
là
per
la
cucina
splendente
,
si
arrabattava
intorno
a
delle
larghe
bistecche
che
arrostivano
su
dei
treppiedi
in
un
canto
del
focolare
,
schiumava
la
caldaia
bollente
,
condiva
questa
o
quella
pentola
,
nettava
insalata
e
radici
.
Il
ragazzo
come
inebriato
dal
profumo
che
montava
dagli
intingoli
e
dal
brodo
,
si
dava
da
fare
anche
lui
,
con
le
gote
in
fiamme
e
gli
occhi
lustri
;
risciacquava
i
bicchieri
,
levava
l
'
olio
ai
fiaschi
,
grattava
il
cacio
per
i
maccheroni
.
In
quanto
al
capoccia
non
pareva
più
lo
stesso
uomo
aggrondato
della
sera
.
Era
seduto
,
quasi
sdraiato
,
col
gomito
appoggiato
allo
spigolo
della
tavola
e
la
testa
sulla
manaccia
aperta
,
con
la
pipa
in
bocca
,
e
si
rallegrava
con
gli
amici
del
bel
tiro
fatto
al
sor
Negri
.
Ogni
tanto
sputava
per
dare
un
'
occhiata
di
tralice
ai
preparativi
della
cena
.
-
Che
il
diavolo
se
lo
porti
lui
e
il
suo
acido
fenico
!
c
'
è
voluto
un
tino
d
'
acqua
per
mandarne
via
il
sito
.
L
'
acido
fenico
!
il
petrolio
!
...
aggiungeva
scuotendo
la
testa
-
una
bestia
che
non
se
ne
vedeva
,
sana
come
una
lasca
!
lo
so
io
per
via
di
che
l
'
è
morta
!
Qualche
animalaccio
fra
il
segato
,
ve
lo
dico
io
!
qualche
ragno
,
qualche
scorpione
.
Gliel
'
ho
detto
anche
a
lui
;
ma
sì
!
quando
gli
ha
un
po
'
di
vino
per
la
testa
!
...
Gli
altri
approvavano
in
coro
.
Ogni
tanto
qualcuno
usciva
fuori
con
una
frase
mozza
che
i
compagni
dovevano
completare
a
colpo
.
-
Cari
miei
,
gli
è
un
darci
!
secondo
come
la
gli
frulla
!
...
-
Vorrei
averli
io
i
marenghi
de
'
santantòni
che
ha
fatto
smerciar
lui
!
-
Ai
miei
tempi
-
aggiungeva
uno
un
po
'
più
anziano
degli
altri
-
ma
che
c
'
era
tutte
queste
calìe
!
...
Mi
ricordo
quando
morì
la
mucca
a
Natale
...
E
ognuno
aveva
da
raccontare
come
tanti
avessero
mangiato
e
venduto
la
carne
delle
bestie
morte
da
sé
,
senza
che
mai
fosse
successo
nulla
.
Il
Ricciolo
narrò
di
due
che
una
volta
s
'
eran
fatto
arrostire
un
vitellino
nato
morto
e
poi
l
'
avevan
mangiato
tutto
.
-
E
non
moriron
mica
-
concluse
.
-
Solamente
siccome
gli
avevan
fatto
indigestione
,
sapete
cosa
fece
il
dottore
?
li
fece
entrare
in
un
fiume
fino
alla
gola
e
non
fu
altro
.
Frattanto
la
massaia
aveva
scodellato
i
maccheroni
e
ognuno
prese
il
proprio
posto
.
Uno
dopo
l
'
altro
i
tegami
,
i
piatti
di
salse
,
le
marmitte
d
'
intingoli
,
i
vassoi
colmi
di
bistecche
passavano
dal
focolare
alla
tavola
e
andavano
vuotati
d
'
un
tratto
.
Il
vino
scintillava
nei
bicchieri
vuotati
d
'
un
tratto
e
ripieni
,
infondendo
nei
petti
un
'
allegria
fragorosa
.
Fra
il
rumore
dei
coltelli
e
delle
forchette
una
gioia
bestiale
si
propagava
per
la
vasta
cucina
affumicata
che
la
fiammata
e
i
lumi
a
mano
riempivano
di
riflessi
e
di
grandi
ombre
.
Gli
odori
della
carne
abbrustolita
e
del
vino
si
mescolavano
a
quelli
del
sudore
e
del
tabacco
,
e
gli
occhi
e
le
gote
si
accendevano
per
la
voluttà
del
bagordo
.
Ben
presto
però
anche
la
baldoria
cessò
e
come
se
tutti
gli
spiriti
vitali
fossero
scesi
negli
stomachi
un
silenzio
quasi
religioso
piombò
su
quella
ribotta
.
Assorti
tutti
nella
soddisfazione
d
'
ingollar
cibi
succolenti
,
con
le
nari
e
il
cervello
impinguati
dei
fumi
del
pasto
,
nessuno
dei
terribili
convitati
parlava
più
e
fra
l
'
acciottolio
delle
terraglie
e
il
suono
delle
posate
battute
nelle
scodelle
e
nei
denti
,
non
si
udiva
che
il
crepitar
della
fiamma
attutita
e
il
dimenar
delle
ganasce
.
Ma
dalla
finestra
aperta
per
la
quale
non
si
vedeva
né
il
cielo
né
gli
alberi
fronzuti
e
carichi
di
frutti
maturi
,
entrava
un
alito
di
vento
che
aleggiando
per
la
stanza
faceva
tremar
le
fiaccole
dei
lumi
a
olio
come
se
la
morte
vi
soffiasse
sopra
.