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MUSSOLINI ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Mussolini si è dimesso : era naturale ! Congresso regionale veneto ! Congresso di Todi ! Congresso interregionale dell ' Emilia ! Dalli di qui e dalli di là , non poteva che avvenire così ! Orbene tutto questo spirito critico iconoclasta non è per nulla disciplina ! Questo voler misurare Mussolini col metro di Marsich , d ' Oviglio e di Grandi è poco persuasivo e poco accorto : anzi è segno che tanta brava gente non ha capito nulla né ha il senso politico della disciplina . Tutta questa gente confonde la parola e il significato di " squadre d ' azione " con " partito politico " ; confonde il significato di " tregua " con quello di " alleanza " ; crede di vedere lontano ... mentre il solo che vede lontano in questo momento è proprio Mussolini , il quale dopo aver tagliato le radici al bolscevismo tende ad isolare il comunismo . Siate contenti umane genti al quia ! Non vogliate precipitare giudizi , convegni , congressetti e congiure ! Chi vi dice che la visuale di Mussolini ora non coincida e corrisponda con l ' angolo visuale di D ' Annunzio ? Discutere di opportunità e di tattica quando , non si ha sotto mano tutto il materiale e tutti gli strumenti delicatissimi per misurarlo è fuori luogo e vano sforzo ! E chi contraddice Mussolini nel proposito di voler mutare il fascismo da movimento in partito è uomo che non sente i tempi , che non ha concetto di nazione , che antepone la mazzetta alla conquista intellettuale .
DOPO L'EVASIONE ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
L ' assenza dei tre evasi fu notata a Lipari quasi subito . Poco dopo la partenza , la ronda notturna bussò alla porta della casa dove abitavano Lussu e Nitti . Bussa e ribussa , nessuno risponde . Il brigadiere chiama . Silenzio . " Eppure ci sono , " osserva l ' agente , " c ' è la luce . " Nuova chiamata . Silenzio . Si urla più forte . Niente . Qualche faccia di confinato e di liparuota addormentato compare alla finestra . Il brigadiere li interpella : " Ci sono o non ci sono ? " " Eh , ci saranno certo . C ' è la luce . " " Ma perché non rispondono ? " Silenzio generale . Nuove chiamate . Alla fine , il brigadiere sale , apre la porta , caccia lo sguardo nella stanza da letto . Nessuno . Stupore . Nuove chiamate . Silenzio . Una corsa per le altre stanze e poi giù a rotta di collo verso la piazzetta del paese dove ordinariamente prende il caffè il Sig . direttore , Commissario di prima , cav . Cannata . " Cavaliere , Cavaliere , " grida il brigadiere . Altre autorità gli si fanno d ' intorno e lo avvertono che Cannata è andato a Canneto ( sembra un giuoco di parole , ma è la verità ) , il vicino porto della pomice , a godersi la festa e i fuochi d ' artifizio . Fischi convenzionali vengono fatti . Le pattuglie volanti di controllo corrono . Si telefona a Cannata , si telefona alla Milizia , si telefona al Semaforo . Sopraggiunge tutta ansante per la lunga corsa la pattuglia di controllo della zona dove abita Rosselli . " Signor direttore , grida il brigadiere panciuto , Rosselli non c 'è." " Non c ' è Rosselli ? " Stupefazione generale . " Ma come ? il ' professore ' non c ' è ? Il professore sarebbe fuggito ? Ma allora è uno schifoso ipocrita questo signore . " Intanto il cielo si illumina a tratti di rosso , di verde , di giallo per effetto dei fuochi . Segnali dal castello alle pattuglie di militi di raddoppiare la vigilanza . Il maresciallo Allò uno dei più perfidi e sporchi arnesi della polizia italiana , giuocatore d ' azzardo nella sede del Fascio di Lipari , ricattatore emerito , persecutore dei confinati prende la direzione delle ricerche marittime . L ' allarme è completo alle 22,30 . Esce la flotta asmatica dei motoscafi e dei mas e si mette a trottolare intorno a Lipari sotto il muso beffardo della luna . Sopraggiunge intanto il signor cavaliere coi capelli ricciuti irti sul capo . La polizia ha identificato il luogo di partenza . C ' è una giacca di qualcuno , là , su una roccia . Arriva un pescatore e informa di aver visto passare una nave velocissima . Il mas col cannoncino che stava attentamente esplorando , coll ' aiuto del riflettore , la scogliera di partenza , forse nella speranza di poter raccogliere i miseri corpi di tre annegati , riceve l ' ordine di partire . I motoscafi intanto incrociano velocissimi . Ma non sono in grado di attraversare il Tirreno . La radio , la radio ! pensa Cannata . La radio segnali alle basi di Trapani , Messina , Augusta , Cagliari e a tutti i semafori la fuga . Ma ahimè , la radio è alle dipendenze della Marina . Bisogna chiedere prima il permesso . L ' ufficiale dorme . Via di corsa a svegliarlo . Ottenuto il permesso , gli S.O.S. di Cannata , solcano lo spazio in cerca di qualche pietoso ricevitore . Ma nessuna stazione raccoglie il disperato richiamo . Tutti dormono o sono a spasso . Non per nulla fu scelta la sera di un sabato ... Intanto , la notizia strabiliante invade tutto il paese . È un correre di qua e di là , un parlottare , un almanaccare , un ammiccare , che ci vorrebbe la penna di Manzoni per descriverlo . Il mas tornò nella notte . Aveva incontrato una nave che disse ( veramente lo disse il capitano ) d ' aver scorto un motoscafo indemoniato . Ma avvertì che era inutile inseguirlo perché era passato da più di due ore e correva troppo . Il maresciallo del mas , per nulla entusiasta di quella pazza corsa dopo un così buon pranzetto , e probabilmente per nulla infelice al pensiero che tre confinati avessero preso il volo , non ebbe dubbi . Accettò senz ' altro la versione e fece macchina indietro . Notte di angoscia al quartier generale di Cannata . Si raddoppiano i messaggi radio , ma tutto è inutile . Tutto tace . Si telegrafa in cifra a Roma . S . E . Michelino viene svegliato . Ve la immaginate la scena ? Il fulmine di guerra ( non è uno dei quadrumviri ? ) si attacca al telefono e impartisce ordini napoleonici . Preghiera particolare ai tonni e alle balene di insidiare la corsa della navicella fantasma . Dopo di che il buon Michelino spegne il lume e si caccia sotto le coperte , divertendosi a immaginare le bestemmie del padrone all ' indomani . A Lipari , intanto , la notizia si sparge per tutto il paese , penetra anche nelle case e nei cameroni dei confinati . Alle 6 del mattino , sono in molti a girare con aria volutamente fessa . I confinati si interpellano a vicenda , si scambiano a bassa voce le impressioni , qualche sorrisetto ironico non riesce a occultarsi . Tutti sono lieti , tutti sperano che almeno questa volta vada bene . Le notizie più incredibili si diffondono . Ecco che cominciano i soliti bene informati a spararle grosse . Si parla di un telegramma da Tunisi che invita a sospendere le ricerche , poi si racconta che Nitti , proprio Nitti , è venuto a salvare il nipote in persona , che al largo stazionava un idrovolante ecc . I liparesi , buona gente in fondo , partecipano alla gioia comune . Si aspetta che il milite sia passato o l ' agente di fazione sia voltato , per parlare della cosa . Il vecchio giornalaio , brutto tipo di ex coatto usuraio , per propiziarsi i clienti confinati , dichiara di non rimpiangere neppure i cinque giornali quotidiani di Rosselli . Il partito anti Saltalamacchia ( il vecchio podestà recentemente defenestrato ) e quindi anti Cannata ( amico del podestà ) esulta dell ' evasione riuscita come di una vittoria propria . Si perquisiscono minutamente le abitazioni di Ferruccio Parri , di Carlo Silvestri , di Ermanno Bartellini . Si vorrebbe sapere come quei tre accidenti di Lussu , Nitti , Rosselli hanno potuto mettersi d ' accordo coi vili fuorusciti . Le perquisizioni naturalmente danno esito negativo . Alle 11 arriva nel porticciuolo l ' Etna , il piroscafo che fa il servizio Milazzo - Lipari . Ne discendono il vice - questore di Messina e un alto ufficiale dei carabinieri , annunciatori di visite più illustri . Il vicequestore viene condotto sul luogo del misfatto . Quando si avvede che la partenza è avvenuta a cento metri dal centro del paese , proprio sotto il naso dei 400 sorveglianti , il signor vicequestore non può trattenersi e dichiara al satellite Cannata : " Non mancava altro che li accompagnaste voi . " Il povero Cannata abbassa il viso e maledice il giorno in cui ebbe la malaugurata idea di entrare nella P . S . I poliziotti , rimasti malissimo , squadrano torvi i confinati , pronti ad arrestarli al minimo sorriso evidente . Soprattutto scornato un famoso brigadiere , di nome Cacciola , che i confinati chiamano per burla Javert . Era addetto in particolar modo alla sorveglianza dell ' abitato e di Lussu . Ogni qualvolta Lussu passava , lo squadrava in tutti i sensi . Usava girare a lento passo per il paese , con un giornale dinanzi al viso per darsi un contegno indifferente , ma di tanto in tanto , al disopra del giornale , comparivano due occhi fulminanti . Ora anche Cacciola è un po ' in ribasso . La roba di Lussu e di Nitti fu sequestrata , mentre la casetta di Rosselli veniva piantonata . Rosselli , per sfottere la polizia , lasciò nel cassetto parecchie lettere di solidarietà scrittegli da inglesi , dopo il processo di Savona . Si può immaginare la faccia di Cannata quando qualche liparese di ritorno dall ' Australia glie le avrà tradotte in stile liparuota ...
PAPA E RE ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
Argomento per noi di massimo sconforto per l ' avvenire del liberalismo in Italia è la quasi unanimità di cui dànno prova in questi giorni gli organi principali della stampa italiana , nell ' invocare che fanno , come beneficio massimo per il nostro paese , l ' elezione d ' un Papa che voglia conciliarsi con lo Stato italiano , e che accettando i fatti compiuti lasci libero ai cattolici di gettarsi con coscienza tranquilla in mezzo alle nostre lotte politiche . Strana contraddizione è questa ! Tutti riconoscono la follìa delle illusioni quarantottesche di un possibile governo liberale dei preti , di una possibile conciliazione nella stessa persona delle due qualità di buon Papa dal punto di vista ecclesiastico e di buon re dal punto di vista civile e liberale . Tutti vi dicono che non si capisce come già allora , nel 1848 , non apparisse a tutti evidente che la Chiesa cattolica poggiandosi sul domma , ed organizzata a gerarchia con governo autocratico , non poteva affatto coordinarsi con un governo civile che posi sul principio elettivo , e che abbia per ragion di essere la esplicazione di tutte le libertà , di quella di pensiero , di coscienza e di parola quanto di ogni altra più strettamente politica . Ma queste cose che sono chiare a tutti quando si tratti del '48 e del governo teocratico degli Stati pontifici fino al 1870 , non sarebbero dunque più vere per l ' Italia dal '70 in poi , dopo che la Chiesa ha proclamato il Sillabo ed eretto a domma l ' infallibilità papale , e ciò soltanto perché l ' autorità monarchica non è più riunita nella stessa persona con l ' autorità papale ? Dunque quella conciliazione tra le due istituzioni che non sarebbe assolutamente possibile quando fossero rappresentate dallo stesso individuo , diventerebbe per la sola divisione delle persone , naturale e desiderabile per ogni verso ! E come ciò ? Noi non giungiamo davvero a capirlo . Forse perché il Pontefice non è più egli stesso re , dunque deve poter ammettere la libertà di coscienza , di pensiero e di parola , e quindi di propaganda anche nell ' errore . È assurdo il supporlo , ammenoché si voglia ritenere che il nuovo Pontefice voglia e possa trasformare la Chiesa romana in Chiesa nazionale , e sé in un arcivescovo primate d ' Italia , valendosi della propria infallibilità per negare l ' infallibilità stessa , e facendo un falò del Sillabo e dei canoni della Chiesa . Quello che potrà avvenire sarà , bensì , che il Papa , cioè a dire la Chiesa cattolica romana , accetti di fare , per ora e per necessità , una croce sulla questione del poter temporale , e che non accettando , ma valendosi delle nostre libere istituzioni , entri nella lotta con tutte le sue forze , nazionali e forestiere , al solo ed unico scopo di distruggere o snaturare quelle stesse istituzioni , non appena si fosse impadronita del potere . Fin dal primo numero della « Rassegna » noi dichiarammo apertamente il nostro pensiero a questo proposito . Noi temiamo ogni e qualunque conciliazione tra il nostro governo e il Papato , perché non crediamo che la Chiesa romana con tutte le sue forze sia oramai più da paventarsi in quanto combatta la nostra costituzione a Stato nazionale , ma invece riteniamo fermamente che ella sia la nemica peggiore e più temibile di quello che , secondo l ' avviso nostro , è scopo non inferiore , e bene altrettanto inestimabile , quanto l ' indipendenza nazionale , cioè , delle nostre libertà interne , della libertà del pensiero italiano in tutte le sue forme . Se per sventura nostra il partito cattolico prendesse il di sopra in Italia , il principio della libertà individuale verrebbe soffocato dal principio dell ' autoritarismo , la ragione si sommetterebbe al Sillabo , ed il paese nostro , già così prostrato moralmente per le lunghe servitù politiche , e per l ' azione secolare dello spirito oscurantista della Chiesa romana , ricadrebbe ben presto in condizioni tali di servitù morale ed intellettuale , da far disperare di ogni possibile risorgimento avvenire , e la stella d ' Italia sarebbe tramontata per sempre . Non lusinghiamoci , a guisa di fanciulli , con stolte superstizioni di un destino fatale che debba per sua propria virtù e a dispetto dei vizi nostri e del poco nostro accorgimento , far trionfare il nostro paese di tutti gli ostacoli , e farlo procedere glorioso nelle vie della civiltà . Se non saremo savi , cadremo , come sono caduti altri popoli ; se non sapremo misurare freddamente le forze dei nostri nemici , se daremo loro battaglia prima di esser pronti , e impegnando il combattimento nello stesso nostro campo , saremo schiacciati ; se l ' Italia non saprà mantenersi libera dal giogo dei preti e dal predominio del principio autoritario che essi glorificano , l ' Italia diventerà pur troppo la terra dei morti .
CARO BOLSCEVICO! ( ROSAI , 1921 )
StampaPeriodica ,
Scommetto che nessuno à mai fatta una dimostrazione ostile all ' orologio e neanche à mai pensato , svegliandosi al mattino , di sparare una revolverata al lunario , che come se niente fosse segnala all ' uomo un giorno di più . Che idioti , l ' orologio e il lunario , vero bolscevico ? ! Come ... non mi rispondi ? O non è forse una brutta questione sociale la morte ! ? ... Ah già , dimenticavo che la tua lotta è impostata sull ' avvenire ... Ma come , tu così tanto egoista vorresti dare ad intendere che pensi alle generazioni future ? ! Va ' ' ia , va ' ' ia bòlscevico ! ... Il vino e la sciampagna che bevevi la notte del 31 dicembre da Giovacchino alla barba di chi era bevuta : del proletariato o della borghesia ? ! Caro bolscevico , che bisogno c ' era di mettersi in vetrina ? Eravate tutt ' i caporioni di ' partito e tutti vestiti di nero per l ' occasione , gozzovigliavi in compagnia di signore più nude che vestite e vi rovesciavi la borghesissima sciampagna sulle teste e fra le poppe bene in vista delle vostre compagne di lotta . Scusatemi , ma quella sera facevi schifo , tanto più che rincantucciato con altri miei due amici in un angolo di quel ristorante bevevo proletariamente mezzo litro di vino . Voi potevi pur pensare che ognuno si trovasse nelle vostre condizioni , ma io vi fo rilevare che tutti non possono diventare capilega , o corrispondenti dell ' Avanti ! , o organizzatori di scioperi e comizi , né tanto meno deputato al Parlamento . Non m ' eri visi nuovi e giurerei di avervi visti altre volte in imprese simile a quella senza neanche la scusa di ricorrenze speciali . Caro bolscevico , ti piace la sciampagna eh ? ... Ma lo sai che quelle folle che tu dici di proteggere non possono darsi a certi bagordi e che tanti di quelli che credono a Leninne vanno spesso a letto con poca cena ?
ANNO SESTO ( - , 1930 )
StampaPeriodica ,
Il " Becco Giallo " inizia il suo sesto anno di vita il quarto di esilio . Il programma del giornale la lotta contro il fascismo resta immutato . Il " Becco Giallo " vuoi vivere per combattere e vincere . Ma la nostra volontà , le nostre forze non bastano da sole . Al lettori spetta sorreggerci nell ' impresa sempre più aspra e difficile . Il signor Mussolini , vuole e reclama la soppressione del " Becco Giallo . " E moltiplica le insidie , centuplica gli sforzi per realizzare questo suo scopo . Egli paventa la voce di questo piccolo e libero giornale , ed è esasperato perché non riesce ad impedirne la penetrazione in Italia , ove arriva per mille vie . La fine del " Becco Giallo " avrebbe per lui il valore di una battaglia vinta . Noi non gli daremo questa gioia . Amici intensificate gli sforzi : date ali al " Becco Giallo . " Alberto Cianca rinchiuso nel carcere de " la Santé , " accusato di detenzione di esplosivi non ha lavorato alla redazione di questo numero del giornale . Restiamo fiduciosi nell ' attesa . Ma nell ' attesa del giorno non lontano in cui la giustizia di questo civile paese che ci ospita dirà la sua parola conclusiva , noi mandiamo ad Alberto Cianca al caro compagno di lavoro , che per due anni ha dato a questo giornale il valido contributo del suo ingegno , tutta la sua fede e la sua passione il nostro saluto affettuoso , l ' espressione della nostra solidarietà incondizionata .
LA MONUMENTOMANIA ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
I sintomi della mania monumentale che ha invase le menti in Italia vanno purtroppo crescendo . L ' ultimo e più pericoloso eccesso si è dichiarato con la proposta , stata accolta favorevolmente da alcuni autorevoli periodici , di promuovere una sottoscrizione nell ' esercito per innalzare a Palestro un monumento al gran Re che abbiamo perduto . Questa sottoscrizione sarebbe , è vero , contraria ai regolamenti disciplinari , che vietano nell ' esercito le sottoscrizioni con carattere collettivo ; ma di ciò poco importa ai fanatici monumentalisti : essi dicono che la sottoscrizione dei militari dovrebbe essere individuale e spontanea . Fortuna delle frasi ! Ci par di vederla questa spontaneità della sottoscrizione . Ogni comandante di divisione , premendogli che il corpo sotto i suoi ordini faccia buona figura , chiamerà i colonnelli dei reggimenti e li pregherà gentilmente a promuovere la sottoscrizione per il monumento , ad onore dell ' esercito e specialmente della divisione . I colonnelli aduneranno i maggiori , e li inviteranno a prestarsi per la riuscita della generosa impresa ; i maggiori raccomanderanno la cosa calorosamente ai capitani , i quali esorteranno seriamente i loro ufficiali , perché prescrivano ai bassi ufficiali di ordinare ai soldati di pagare individualmente ( sottoscrivere non sarà sempre possibile ) un tanto per uno per il monumento al Re defunto . Vedrete allora che spontaneità !
DOPO LA BUFERA ( CEFI , 1921 )
StampaPeriodica ,
Lo sciopero generale , volutamente preparato da quell ' emerita carogna che risponde al nome di Canepa e da quel tristo buffone che porta il nome di Turati , ha avuto tutto l ' epilogo che la tragedia richiedeva . Validamente inseritosi nelle più vive cartilagini del martoriato corpo nazionale , il Fascismo progrediva con veri passi da giganti battendo ovunque le rocche del socialismo sovversivo . Misconosciuto e incompreso , dai troppo sicuri capeggiatori , fu da principio preso di mira con la diffamazione ed il disprezzo , col tradimento e con l ' agguato quando fu visto trionfare . Si corse allora ai ripari per impedire l ' assalto definitivo e concludente , ma l ' arte subdola dell ' astuzia non fu sufficiente alla bisogna . Tutto fu tentato . Sabotamenti parlamentari , compromessi ministeriali , concentramenti di sinistra , inginocchiamenti a Gardone , amorosi sensi coi popolari , insurrezioni parziali , arditi del popolo e repubblicani , fronte unico antinazionale , visita al Capo dello Stato , ripiegamento generale ... ma non fu possibile salvarsi : il socialismo politicante crollava già miseramente sotto i colpi vigorosi della riscossa nazionale . Restava ancora una carta da cimentare nel giuoco : l ' insurrezione proletaria . E delittuosamente fu giocata con l ' incoscienza dei criminali . Così si giunse allo sciopero che fu chiamato generale : così si giunse alla guerra che volle darsi al Fascismo . Ora di quella carta non resta più che la cenere bagnata ancora dal sangue dei nostri eroici combattenti : ora di quella guerra non resta più che il ricordo della disfatta sovversiva . E l ' Italia infine non teme l ' azione insana ed infame del corrosivo socialista che la struggeva da quattr ' anni . Né , come pensa certa stampa liberale , questo fatto costituisce un episodio sporadico limitato ed infruttuoso perché esso è la espressione di due stati d ' animo in contrasto , è la manifestazione d ' una lotta giunta all ' apice supremo , è il momento storico che attraversa la Nazione , è la salvezza della Patria . Viva sempre il Fascismo .
LA CRONACA ( - , 1930 )
StampaPeriodica ,
Lunedì 30 dicembre la polizia francese alle otto del mattino dopo un ' accurata perquisizione nelle loro case arrestava i nostri amici Alberto Cianca , Alberto Tarchiani , Giuseppe Sardelli . Nessuna comunicazione veniva data alla stampa fino alla sera del 31 : soltanto alle 20 e 30 del martedì un breve comunicato Havas annunziava l ' arresto dei nostri amici e specificava che esso era avvenuto in seguito a denunzia delle autorità italiane . Aggiungeva che le perquisizioni avevano portato al sequestro di numerosi documenti e che nella casa che Cianca divideva con Giuseppe Sardelli erano stati scoperti 7 pacchetti di cheddite , alcuni detonatori ed una certa quantità di cordone Bickford . Dopo un lungo interrogatorio nei locali della Sûreté Générale i nostri amici venivano inviati al carcere della Santé . Essi hanno scelto per difensore l ' avvocato Henri Torrès . I tre arrestati sono noti a tutti gli antifascisti e sono tra le figure più popolari , e più amate dell ' emigrazione politica . Di Alberto Cianca abbiamo detto avanti . Alberto Tarchiani , democratico , è stato per molti anni il redattore capo del più grande giornale italiano , il " Corriere della Sera . " La sua avversione al Fascismo lo costrinse a cercare rifugio in Francia dove continuava con grande passione la sua opera di scrittore denunziando , soprattutto nei giornali degli Stati Uniti , le infamie del regime fascista . Giuseppe Sardelli , socialista ex deputato , fervido organizzatore operaio costretto ad abbandonare l ' Italia svolgeva da circa tre anni tra le masse emigrate in Francia opera salda ed efficace . La famiglia di Alberto Tarchiani si trova a Parigi . La moglie ed i figliuoli di Cianca e di Sardelli sono in Italia . L ' arresto dei nostri amici ha provocato la prevedibile ignobile gazzarra dei giornali italiani e dei pochi quotidiani francesi che per ragioni che non vogliamo indagare cantano ad ogni costo le lodi di Mussolini e del fascismo . Ma questo blaterare di servi ubriachi non meriterebbe di essere rilevato se le dichiarazioni del governo italiano e dei suoi servizi all ' estero non ci fornissero preziose indicazioni . Il " Corriere della Sera " del 5 gennaio dichiara che gli arresti di Cianca Tarchiani e Sardelli provocati dai documenti scoperti presso il Beineri arrestato a Bruxelles rappresentano il trionfo della polizia francese che è riuscita finalmente a metter la mano sui capi delle organizzazioni terroristiche antifasciste . Lo stesso giornale afferma che il Berneri era sorvegliato da un agente del governo italiano il quale fotografava le missive che Berneri gli affidava perché egli le mettesse alla posta . Una di queste missive , diretta al Cianca , sempre secondo il " Corriere della Sera , " darebbe istruzioni precise su di un misterioso oggetto che ha bisogno di essere tenuto ritto e che teme il freddo . In altri termini , secondo la stampa fascista , i nostri amici sarebbero stati scoperti , nell ' esercizio delle loro criminose attività dall ' abilità di una spia fascista che abusava della ingenuità del Berneri . Tutto ciò puzza a chilometri di cattivo romanzo d ' appendice . E l ' assurdità di questa tesi è saltata agli occhi di tutta la stampa libera francese e belga . " La Volonté " di Parigi ha fatto una inchiesta ed è arrivata a precisare alcuni punti assai interessanti . E tra l ' altro ! 1 . Che Berneri coabitava con la nota spia fascista Ermanno Menapace . 2 . Che Menapace accompagnò il Berneri in un viaggio nella Francia meridionale ed in Svizzera . 3 . Che lo stesso Menapace accompagnò il Berneri in Belgio e che lo fornì di una pistola . Dettaglio comico : la pistola era un semplice giocattolo ad aria compressa incapace di far male ad una mosca . Il " Quotidien , " " l ' OEuvre , " " la Volonté " affacciano in conseguenza l ' opinione che tutta questa rocambolesca montatura di complotti di devastazioni e di assassini che vanno dalla distruzione della Società delle Nazioni alla uccisione di Rocco e dalla soppressione della famiglia reale belga al bombardamento della mole littoria di Bologna si possano ridurre in fondo ad un complotto solo : un complotto degli agenti provocatori fascisti per compromettere alcuni fra gli uomini più rappresentativi della emigrazione politica . In tutti gli articoli un nome ricorre frequente : Ricciotti Garibaldi . Questo sarebbe il secondo caso Garibaldi . Ma anche questa volta le macchinazioni degli agenti provocatori sono cadute nel ridicolo . Il " Soir , " il più grande giornale belga , che non può certo essere accusato di idee rivoluzionarie , pubblica un grande articolo nel suo numero del 12 corrente col titolo : Il complotto Menapace Berneri e Compagni . La verità si fa strada sicuramente e rapidamente . La ignobile manovra fascista può dirsi già fallita . E su tutto questo pantano di menzogna di falsità e di bassi espedienti polizieschi più chiara e sicura rimane intatta ed intangibile la fiamma della nostra fede e la sicurezza della nostra vittoria .
StampaPeriodica ,
Riceviamo da un nostro amico la seguente lettera che ci pare assai interessante e che pubblichiamo tanto più volentieri , in quanto consentiamo con lo scrittore nel condannare la presente agitazione popolare per l ' Italia irredenta , come pure nella maggior parte delle opinioni ch ' egli espone sulla politica italiana in questi ultimi anni . Nel criticare il contegno tenuto dall ' Italia nel congresso di Berlino , noi non intendevamo affatto muovere rimprovero ai nostri rappresentanti di non aver chiesto il Trentino , ossia di non aver commesso una follia , ma bensì di non aver fatto la più lontana allusione alla questione nelle sedute ufficiali del congresso in occasione dei nuovi ingrandimenti dell ' Austria ; del non avere insomma , ci si permetta l ' espressione , interrotto la prescrizione ; dell ' aver ratificato il trattato senza che almeno nei processi verbali delle sedute sia stata rammentata una questione che ha per l ' Italia una primaria importanza anche al punto di vista della sua difesa militare . È vero che vi sono persone , e tra le bene informate , le quali sostengono che il primo rappresentante d ' Italia abbia veramente in colloqui privati col cancelliere dell ' Impero germanico , ai quali assisteva soltanto il ministro di Francia , chiesto formalmente una rettifica di frontiere , e che abbia così esposto la dignità del paese ad un fiero e diremmo quasi insolente rabbuffo per parte del principe di Bismarck . Ma noi non vogliamo prestare intera fede a tutto ciò , perché farebbe veramente troppo torto al senno di un vecchio diplomatico come il conte Corti . Ma l ' accusa maggiore che muoviamo alla politica italiana al congresso , è quella di non aver risolutamente sostenuto i diritti della Grecia e delle altre nazionalità della penisola balcanica ; e del non aver protestato energicamente contro l ' avvilimento del Montenegro , e contro i diritti quasi di alta sovranità riconosciuti alla sola Austria sopra tutto il litorale orientale dell ' Adriatico . A parte la questione del rispetto al principio di nazionalità , a cui l ' Italia deve la vita , e nel tener alto il prestigio del quale abbiamo la garanzia più sicura della nostra futura indipendenza politica in Europa , più sicura di quel che non ci diano ora i nostri imperfettissimi armamenti ; a parte , diciamo , questa questione , l ' Italia ha un interesse grandissimo a che la penisola balcanica non cada in mano né all ' Austria , almeno finché si estende dai Carpazi fino al lago di Garda , né alla Russia . Ora il miglior modo di opporsi a ciò , non è di sostenere il fracido edificio dell ' impero ottomano , ma di appoggiare la creazione di una federazione di Stati nazionali , grandi assai per vivere di vita autonoma , e non tanto da poter fare mai ombra all ' Italia . Né qui si tratterebbe di un fascio di piccoli Stati artificialmente messi insieme e artificialmente mantenuti come quelli della Confederazione del Reno , creata da Napoleone I e poscia sognata da Thiers , ma bensì di un ordinamento politico che coinciderebbe con la repartizione delle nazionalità nella penisola balcanica . E dato pure che la voce isolata dell ' Italia nel congresso non avesse potuto produrre alcun effetto sensibile negli articoli del trattato , essa ci avrebbe almeno procurato le simpatie di tutti quei popoli , e osiamo dire anche il rispetto dell ' Europa , più che non il nostro silenzio e la nostra indecisione . Almeno non sarebbero sorte le stupide accuse che noi desideriamo l ' Albania , o altri ingrandimenti simili . Né di minore importanza era per l ' Italia l ' assicurare con l ' indipendenza del Montenegro , e con l ' affermazione della sua completa sovranità sopra quei pochi chilometri di coste che gli sono stati concessi dal congresso , un punto fermo agl ' ingrandimenti , in quella direzione , dell ' Austria . E ciò senza ripetere quanto già abbiamo detto altra volta , sullo schiaffo da noi ricevuto nel non essere stati almeno consociati all ' Austria nei suoi diritti di sorveglianza sulla costa montenegrina e nel porto di Antivari . Non è dato a nessuno prevedere le conseguenze infinite che sorgeranno dalla nuova fase in cui è entrata la sempre più imbrogliata questione d ' Oriente , ma non ci sorprenderebbe affatto se dal congresso di Berlino dovesse per noi risultare un mutamento di alleanze , e se i nuovi amoreggiamenti del governo germanico con il Vaticano , i quali pure contribuiscono a spiegare la poca simpatia dimostrataci ultimamente dal cancelliere dell ' Impero , non ci spingeranno fatalmente a ristringere l ' alleanza con la Francia repubblicana ed anticlericale . Ecco la lettera : 31 luglio Ai direttori . L ' agitazione per l ' Italia irredenta comincia a calmarsi . Era tempo , se non volevamo renderci ridicoli agli occhi dell ' Europa , poiché è sempre rendersi ridicoli l ' alzare la voce senza essere in grado di far seguire l ' atto alla parola . E nessuna persona sensata potrebbe dubitare che in questo momento l ' Italia è incapace di agire in favore di Trento ( lascio sempre da parte Trieste come una chimera ) con qualche probabilità di riuscita . Forse è colpa dei nostri governi se non siamo in istato di realizzare i nostri desiderii e quelli che crediamo nostri diritti . Diritti piuttosto morali che scritti , e piuttosto politici che morali , poiché non è tanto in virtù della nazionalità italiana della maggioranza degli abitanti del Trentino , che noi reclamiamo questa provincia - dovremmo allora e con maggior ragione reclamare il cantone Ticino , Nizza , la Corsica e quelle parti della Dalmazia ove la popolazione intera è di nazionalità italiana , ma nell ' interesse della nostra sicurezza , la quale esige che la posizione strategica del Trentino , tutta offensiva nelle mani di una potenza transalpina , difensiva in quella di una potenza cisalpina come la nostra , ci sia presto o tardi ceduta . Può darsi , dicevo , che sia colpa della nostra politica estera se non abbiamo potuto profittare dell ' occasione del recente raffazzonamento politico della carta di Europa per ottenere la rettificazione della nostra frontiera del nord . Procuriamo almeno di profittare di questa lezione , non ricadendo negli stessi errori . Questi errori , a parer mio , si riassumono in uno solo : l ' indecisione . Abbiamo voluto , come si dice volgarmente , salvare capra e cavoli , ed ora ci troviamo a mani vuote . Fino dal principio della crisi , era evidente esservi in Europa due campi , quello dell ' Inghilterra e quello della Russia . Ora , se stava nel beneplacito della Francia e della Germania , che non aveano nulla da perdere né da guadagnare in questo conflitto , di mantenersi neutrali , non era così per l ' Austria e l ' Italia . E mentre la prima , facendo tacere ogni antipatia e simpatia sentimentale , e non ascoltando che la voce del suo interesse , s ' intese fin dal principio con la Russia circa un compenso eventuale ( non è ormai più permesso di dubitarne ) , l ' Italia temé di scontentare l ' Inghilterra e venir meno alle sue tradizioni liberali , alleandosi francamente alla Russia , ed ebbe paura di scatenare la guerra gettandosi intieramente nelle braccia dell ' Inghilterra . Eppure sarebbe stato sì facile di conciliare le proprie tradizioni liberali con l ' interesse del paese : bastava a tale effetto vedere coi propri occhi , giudicare i fatti e le situazioni senza idee preconcette , e soprattutto senza lasciarsi imporre dalle parole . Si preferì invece ascoltare la parola d ' ordine , data dall ' « opinione pubblica » di Parigi , fabbricata come tutti sanno , dalla penna esperta e infaticabile del patriotta polacco che dirige la politica estera del « Journal des Débats » e di cui le frasi sonore sulla seconda edizione della spartizione della Polonia ( la Turchia una Polonia ! ) furono per due anni amplificate e variate all ' infinito con una commovente unanimità da tutti gli organi riconosciuti dell ' « opinione pubblica » per tutta Europa : « Pall Mall Gazette » , « Kölnische » , « Allgemeine » e « Neue Freie Presse » senza parlare dei burgravi del giornalismo italiano ; poiché è soltanto da quando è stata gettata la maschera , e gli organi dell ' « opinione pubblica » al di là delle Alpi , all ' unisono e sempre al cenno partito dalla rue des Prêtres , gridano la croce addosso all ' Italia , che i nostri vecchi liberali cominciano un poco ad aprire gli occhi sui loro amici occidentali . Un anno , due anni fa a Roma se ne era ancora lontani , e mentre il governo austriaco lasciava declamare la sua « opinione pubblica » per agire nell ' interesse della monarchia , il nostro governo stimò doversi conformare al modo di vedere superficiale e burocratico de ' nostri burgravi . Quando si sarebbe dovuto prendere in mano risolutamente la questione delle nazionalità oppresse , intendersi col governo d ' Atene , spingerlo , occorrendo , alla guerra , far valere questo servizio sia a Pietroburgo come indebolimento della Turchia , sia a Londra come contrappeso allo slavismo , si ebbe paura di compromettersi , di avventurare la propria neutralità , di scatenare la guerra europea . Chi non risica non rosica . Una politica risolutamente anti - turca dell ' Italia non soltanto ci avrebbe procacciato l ' onore di mantenere la bandiera sotto la quale abbiamo acquistato la nostra propria indipendenza , ma avrebbe avuto il vantaggio di rafforzare la nostra posizione in Europa . La Francia certamente , benché i suoi interessi nel Mediterraneo e nel Levante sieno meno importanti dei nostri , avrebbe sostenuto questa politica , come lo prova il suo contegno a Berlino nella questione ellenica , e noi saremmo comparsi a Berlino con dei titoli per farci ascoltare . Invece , che cosa è accaduto ? L ' Europa ha agito come se la questione del Mediterraneo non ci riguardasse , e invece di riunire in un fascio le potenze mediterranee , Francia , Austria , Italia e Grecia ingrandita , e fortificarle coll ' aprire il mare Egeo alla Russia , noi abbiamo lasciato il Mediterraneo , il nostro mare , cadere tutto intiero e senza contrappeso nelle mani di una potenza che non vi ha nessun diritto naturale come potenza litoranea , e che è la rivale la più pericolosa pel nostro commercio orientale . Ed in ricambio non abbiamo ricevuto un solo vantaggio materiale , e neppure un solo vantaggio morale . Non parleremo qui dell ' annessione della Bosnia e dell ' Erzegovina all ' Austria : essa non costituisce un pericolo per l ' Italia e non aumenta neppure in modo considerevole le forze militari della nostra antica rivale , benché avrebbe potuto e avrebbe dovuto servire di pretesto per un regolamento di conti , se avessimo fatto l ' occorrente per essere ammessi seriamente a regolarli . Più grave è la presa di possesso di Spizza e il diritto di sorveglianza a Antivari , che sono stati accordati all ' Austria e che noi avremmo certamente potuto impedire , se avessimo protestato altamente e risolutamente invece di fare timide osservazioni ; poiché sempre ed ovunque è stata la paura per parte dei nostri governanti di bagnarsi con l ' entrare nell ' acqua che ci ha fatti restare all ' asciutto a guardarla correre . Circa ai vantaggi morali , non sono meno negativi , e , che io sappia , non possiamo vantarci , come il re di Danimarca all ' uscire dal congresso di Vienna , di avere conquistato , se non una sola anima , almeno tutti i cuori . Noi non possiamo contare né sull ' affezione né sulla gratitudine di alcun governo e di alcun popolo . Ed oggi ? Mi sembra che non vi sia più che un solo contegno possibile : quello della dignità tranquilla e dell ' attenzione vigile . Il trattato di Berlino , comunque imperfetto , avrebbe potuto garantirci alcuni lustri di pace : le convenzioni segrete poco onorevoli dell ' Inghilterra con la Russia e la Turchia del 30 maggio e del 4 giugno , concluse dietro le spalle all ' Europa quando altri si faceva ad alta voce il campione degl ' interessi europei ( nota Salisbury del 1° aprile ) , hanno notevolmente compromesso la durata di questa pace ; ed una politica intelligente deve preparare da questo momento le vie ed i mezzi per partecipare con maggior autorità che non abbiamo fatto a Berlino , alla prossima nuova sistemazione degli affari orientali . È impossibile che la Grecia sì perfidamente adescata , sì ignominiosamente abbandonata dall ' Inghilterra , sì platonicamente confortata dal congresso , resti molto tempo col fucile ad armacollo . Non è probabile che la Turchia si mostri molto amabile nella delimitazione di frontiere « consigliata » dal congresso di Berlino ; e per chiunque conosce la storia dell ' isola di Creta da cinquant ' anni , è anche meno probabile che i cretesi si rassegnino a lungo a subire il giogo ottomano ch ' essi hanno tentato tante volte di scuotere e che avrebbero scosso nel 1868 , se l ' Inghilterra non avesse allora , come l ' anno scorso , interposto un veto . Tutti sentono che il regno dei turchi in Europa si avvicina al suo termine ; che le decisioni del congresso di Berlino non costituiscono che una nuova fermata nel cammino verso la soluzione definitiva ; la questione può non aprirsi che fra venti anni , come può riaprirsi l ' anno prossimo . E per quanto questa seconda eventualità sia poco probabile e non certo da desiderarsi , poiché lo stesso acquisto del Trentino non varrebbe forse per noi dieci o venti anni di pace , pure dobbiamo esser pronti ad ogni caso ; sta a noi d ' intenderci anticipatamente con la Russia e la Grecia sulla sorte della Romenia e della Albania , dell ' Epiro e della Tessalia , di Costantinopoli soprattutto ; sta a noi di dettare condizioni all ' Austria , una volta che ci saremo intesi coi nostri due alleati naturali ; a noi allora di lasciar andare le cose , occorrendo , fino alla guerra ; non ci si arriverà , si può esserne sicuri ! Se l ' Austria in una guerra contro l ' Italia , o , per parlare più esattamente , nella considerazione dei casi di una guerra con l ' Italia , avesse dietro di sé l ' Inghilterra , noi avremmo dietro di noi la Russia ed i popoli della penisola dei Balcani , senza contare l ' appoggio della Germania e della Francia . Imperocché , non si prenda abbaglio , la Francia può , momentaneamente ed in odio del suo vincitore del 1870 , far buon viso al brutto tiro che l ' Inghilterra le ha fatto adesso , ma verrà il giorno in cui l ' antica gelosia contro la perfida Albione , assopita da quindici o venti anni e così leggermente ridestata da lord Beaconsfield , risusciterà più cieca ed appassionata che mai : tocca a noi di profittarne , come abbiamo profittato della sua folle scappata contro la Germania : potremo farlo , come l ' abbiamo fatto nel 1870 , senza rimorsi e senza far torto alla nostra dignità , perché avremo la coscienza che facendolo non portiamo danno all ' interesse vero , ma contribuiamo , anzi , al vantaggio reale del nostro antico alleato , al quale dobbiamo sì gran parte della nostra liberazione . Devot . C . F .
StampaPeriodica ,
Fascisti ! La grande battaglia è vinta su tutto il fronte . Il " bluff " del sovversivismo , che fino a ieri ricattò lo Stato , che fino a ieri minacciò la tranquillità della Nazione , è stato duramente , inesorabilmente punito . Crediamo che di scioperi generali non si parlerà più per un bel pezzo . L ' Italia può oggi , mercé il sacrificio dei nostri indimenticabili morti , mercé l ' opera santa di tutti voi , o fascisti italiani , l ' Italia può oggi iniziare , senza tema di essere pugnalata alle spalle , la sua ricostruzione morale ed economica . Italiani ! Italiani di tutte le fedi non estranee al sentimento della Patria , italiani di tutti i partiti non stranieri in terra italiana , il Partito Nazionale Fascista saluta la conquistata vittoria col duplice grido che è poi un grido solo di : Viva l ' Italia ! Viva il Fascismo ! Così come lo salutarono , esalando l ' ultimo respiro , i nostri squadristi rinnovanti la leggenda garibaldina : Viva l ' Italia ! Viva il Fascismo ! Lavoratori ! II Fascismo non è contro di voi . Il Fascismo sa che non vi è possibilità di grandezza per una Nazione se gli uomini del lavoro non abbiano tutelati i loro legittimi interessi . Ogni diritto è preceduto dal dovere e la legittimità di esso incomincia quando il dovere è già compiuto . Il vostro primo dovere è di ricacciare lontano da voi chiunque tenti di adoperarvi contro la Patria . Il Partito Nazionale Fascista , spezzando le catene che vi mantenevano schiavi di malvagi pastori , che dopo avervi spinto all ' inconsulto sciopero si sono , nel momento dell ' azione , vigliaccamente eclissati , ha ridonato a tutti voi , o lavoratori italiani , la Libertà . Sappiatene saggiamente usufruire ! Fascisti ! Riguadagnate le vostre sedi fieri del dovere compiuto . Sia cura dei capi procedere alla smobilitazione , lasciando i necessari presidi solo in quelle località dove la situazione lo richiede . Le squadre , prima di partire , rendano gli onori all ' Esercito . Esse attendano , sotto la guida dei loro capi , ad intensificare la propaganda , consolidare le posizioni conquistate e prepararsi assiduamente alla più grande battaglia futura . Essa coronerà degnamente l ' opera nostra . Vita l ' Italia ! Viva il Fascismo !