StampaPeriodica ,
Mussolini
si
è
dimesso
:
era
naturale
!
Congresso
regionale
veneto
!
Congresso
di
Todi
!
Congresso
interregionale
dell
'
Emilia
!
Dalli
di
qui
e
dalli
di
là
,
non
poteva
che
avvenire
così
!
Orbene
tutto
questo
spirito
critico
iconoclasta
non
è
per
nulla
disciplina
!
Questo
voler
misurare
Mussolini
col
metro
di
Marsich
,
d
'
Oviglio
e
di
Grandi
è
poco
persuasivo
e
poco
accorto
:
anzi
è
segno
che
tanta
brava
gente
non
ha
capito
nulla
né
ha
il
senso
politico
della
disciplina
.
Tutta
questa
gente
confonde
la
parola
e
il
significato
di
"
squadre
d
'
azione
"
con
"
partito
politico
"
;
confonde
il
significato
di
"
tregua
"
con
quello
di
"
alleanza
"
;
crede
di
vedere
lontano
...
mentre
il
solo
che
vede
lontano
in
questo
momento
è
proprio
Mussolini
,
il
quale
dopo
aver
tagliato
le
radici
al
bolscevismo
tende
ad
isolare
il
comunismo
.
Siate
contenti
umane
genti
al
quia
!
Non
vogliate
precipitare
giudizi
,
convegni
,
congressetti
e
congiure
!
Chi
vi
dice
che
la
visuale
di
Mussolini
ora
non
coincida
e
corrisponda
con
l
'
angolo
visuale
di
D
'
Annunzio
?
Discutere
di
opportunità
e
di
tattica
quando
,
non
si
ha
sotto
mano
tutto
il
materiale
e
tutti
gli
strumenti
delicatissimi
per
misurarlo
è
fuori
luogo
e
vano
sforzo
!
E
chi
contraddice
Mussolini
nel
proposito
di
voler
mutare
il
fascismo
da
movimento
in
partito
è
uomo
che
non
sente
i
tempi
,
che
non
ha
concetto
di
nazione
,
che
antepone
la
mazzetta
alla
conquista
intellettuale
.
StampaPeriodica ,
L
'
assenza
dei
tre
evasi
fu
notata
a
Lipari
quasi
subito
.
Poco
dopo
la
partenza
,
la
ronda
notturna
bussò
alla
porta
della
casa
dove
abitavano
Lussu
e
Nitti
.
Bussa
e
ribussa
,
nessuno
risponde
.
Il
brigadiere
chiama
.
Silenzio
.
"
Eppure
ci
sono
,
"
osserva
l
'
agente
,
"
c
'
è
la
luce
.
"
Nuova
chiamata
.
Silenzio
.
Si
urla
più
forte
.
Niente
.
Qualche
faccia
di
confinato
e
di
liparuota
addormentato
compare
alla
finestra
.
Il
brigadiere
li
interpella
:
"
Ci
sono
o
non
ci
sono
?
"
"
Eh
,
ci
saranno
certo
.
C
'
è
la
luce
.
"
"
Ma
perché
non
rispondono
?
"
Silenzio
generale
.
Nuove
chiamate
.
Alla
fine
,
il
brigadiere
sale
,
apre
la
porta
,
caccia
lo
sguardo
nella
stanza
da
letto
.
Nessuno
.
Stupore
.
Nuove
chiamate
.
Silenzio
.
Una
corsa
per
le
altre
stanze
e
poi
giù
a
rotta
di
collo
verso
la
piazzetta
del
paese
dove
ordinariamente
prende
il
caffè
il
Sig
.
direttore
,
Commissario
di
prima
,
cav
.
Cannata
.
"
Cavaliere
,
Cavaliere
,
"
grida
il
brigadiere
.
Altre
autorità
gli
si
fanno
d
'
intorno
e
lo
avvertono
che
Cannata
è
andato
a
Canneto
(
sembra
un
giuoco
di
parole
,
ma
è
la
verità
)
,
il
vicino
porto
della
pomice
,
a
godersi
la
festa
e
i
fuochi
d
'
artifizio
.
Fischi
convenzionali
vengono
fatti
.
Le
pattuglie
volanti
di
controllo
corrono
.
Si
telefona
a
Cannata
,
si
telefona
alla
Milizia
,
si
telefona
al
Semaforo
.
Sopraggiunge
tutta
ansante
per
la
lunga
corsa
la
pattuglia
di
controllo
della
zona
dove
abita
Rosselli
.
"
Signor
direttore
,
grida
il
brigadiere
panciuto
,
Rosselli
non
c
'è."
"
Non
c
'
è
Rosselli
?
"
Stupefazione
generale
.
"
Ma
come
?
il
'
professore
'
non
c
'
è
?
Il
professore
sarebbe
fuggito
?
Ma
allora
è
uno
schifoso
ipocrita
questo
signore
.
"
Intanto
il
cielo
si
illumina
a
tratti
di
rosso
,
di
verde
,
di
giallo
per
effetto
dei
fuochi
.
Segnali
dal
castello
alle
pattuglie
di
militi
di
raddoppiare
la
vigilanza
.
Il
maresciallo
Allò
uno
dei
più
perfidi
e
sporchi
arnesi
della
polizia
italiana
,
giuocatore
d
'
azzardo
nella
sede
del
Fascio
di
Lipari
,
ricattatore
emerito
,
persecutore
dei
confinati
prende
la
direzione
delle
ricerche
marittime
.
L
'
allarme
è
completo
alle
22,30
.
Esce
la
flotta
asmatica
dei
motoscafi
e
dei
mas
e
si
mette
a
trottolare
intorno
a
Lipari
sotto
il
muso
beffardo
della
luna
.
Sopraggiunge
intanto
il
signor
cavaliere
coi
capelli
ricciuti
irti
sul
capo
.
La
polizia
ha
identificato
il
luogo
di
partenza
.
C
'
è
una
giacca
di
qualcuno
,
là
,
su
una
roccia
.
Arriva
un
pescatore
e
informa
di
aver
visto
passare
una
nave
velocissima
.
Il
mas
col
cannoncino
che
stava
attentamente
esplorando
,
coll
'
aiuto
del
riflettore
,
la
scogliera
di
partenza
,
forse
nella
speranza
di
poter
raccogliere
i
miseri
corpi
di
tre
annegati
,
riceve
l
'
ordine
di
partire
.
I
motoscafi
intanto
incrociano
velocissimi
.
Ma
non
sono
in
grado
di
attraversare
il
Tirreno
.
La
radio
,
la
radio
!
pensa
Cannata
.
La
radio
segnali
alle
basi
di
Trapani
,
Messina
,
Augusta
,
Cagliari
e
a
tutti
i
semafori
la
fuga
.
Ma
ahimè
,
la
radio
è
alle
dipendenze
della
Marina
.
Bisogna
chiedere
prima
il
permesso
.
L
'
ufficiale
dorme
.
Via
di
corsa
a
svegliarlo
.
Ottenuto
il
permesso
,
gli
S.O.S.
di
Cannata
,
solcano
lo
spazio
in
cerca
di
qualche
pietoso
ricevitore
.
Ma
nessuna
stazione
raccoglie
il
disperato
richiamo
.
Tutti
dormono
o
sono
a
spasso
.
Non
per
nulla
fu
scelta
la
sera
di
un
sabato
...
Intanto
,
la
notizia
strabiliante
invade
tutto
il
paese
.
È
un
correre
di
qua
e
di
là
,
un
parlottare
,
un
almanaccare
,
un
ammiccare
,
che
ci
vorrebbe
la
penna
di
Manzoni
per
descriverlo
.
Il
mas
tornò
nella
notte
.
Aveva
incontrato
una
nave
che
disse
(
veramente
lo
disse
il
capitano
)
d
'
aver
scorto
un
motoscafo
indemoniato
.
Ma
avvertì
che
era
inutile
inseguirlo
perché
era
passato
da
più
di
due
ore
e
correva
troppo
.
Il
maresciallo
del
mas
,
per
nulla
entusiasta
di
quella
pazza
corsa
dopo
un
così
buon
pranzetto
,
e
probabilmente
per
nulla
infelice
al
pensiero
che
tre
confinati
avessero
preso
il
volo
,
non
ebbe
dubbi
.
Accettò
senz
'
altro
la
versione
e
fece
macchina
indietro
.
Notte
di
angoscia
al
quartier
generale
di
Cannata
.
Si
raddoppiano
i
messaggi
radio
,
ma
tutto
è
inutile
.
Tutto
tace
.
Si
telegrafa
in
cifra
a
Roma
.
S
.
E
.
Michelino
viene
svegliato
.
Ve
la
immaginate
la
scena
?
Il
fulmine
di
guerra
(
non
è
uno
dei
quadrumviri
?
)
si
attacca
al
telefono
e
impartisce
ordini
napoleonici
.
Preghiera
particolare
ai
tonni
e
alle
balene
di
insidiare
la
corsa
della
navicella
fantasma
.
Dopo
di
che
il
buon
Michelino
spegne
il
lume
e
si
caccia
sotto
le
coperte
,
divertendosi
a
immaginare
le
bestemmie
del
padrone
all
'
indomani
.
A
Lipari
,
intanto
,
la
notizia
si
sparge
per
tutto
il
paese
,
penetra
anche
nelle
case
e
nei
cameroni
dei
confinati
.
Alle
6
del
mattino
,
sono
in
molti
a
girare
con
aria
volutamente
fessa
.
I
confinati
si
interpellano
a
vicenda
,
si
scambiano
a
bassa
voce
le
impressioni
,
qualche
sorrisetto
ironico
non
riesce
a
occultarsi
.
Tutti
sono
lieti
,
tutti
sperano
che
almeno
questa
volta
vada
bene
.
Le
notizie
più
incredibili
si
diffondono
.
Ecco
che
cominciano
i
soliti
bene
informati
a
spararle
grosse
.
Si
parla
di
un
telegramma
da
Tunisi
che
invita
a
sospendere
le
ricerche
,
poi
si
racconta
che
Nitti
,
proprio
Nitti
,
è
venuto
a
salvare
il
nipote
in
persona
,
che
al
largo
stazionava
un
idrovolante
ecc
.
I
liparesi
,
buona
gente
in
fondo
,
partecipano
alla
gioia
comune
.
Si
aspetta
che
il
milite
sia
passato
o
l
'
agente
di
fazione
sia
voltato
,
per
parlare
della
cosa
.
Il
vecchio
giornalaio
,
brutto
tipo
di
ex
coatto
usuraio
,
per
propiziarsi
i
clienti
confinati
,
dichiara
di
non
rimpiangere
neppure
i
cinque
giornali
quotidiani
di
Rosselli
.
Il
partito
anti
Saltalamacchia
(
il
vecchio
podestà
recentemente
defenestrato
)
e
quindi
anti
Cannata
(
amico
del
podestà
)
esulta
dell
'
evasione
riuscita
come
di
una
vittoria
propria
.
Si
perquisiscono
minutamente
le
abitazioni
di
Ferruccio
Parri
,
di
Carlo
Silvestri
,
di
Ermanno
Bartellini
.
Si
vorrebbe
sapere
come
quei
tre
accidenti
di
Lussu
,
Nitti
,
Rosselli
hanno
potuto
mettersi
d
'
accordo
coi
vili
fuorusciti
.
Le
perquisizioni
naturalmente
danno
esito
negativo
.
Alle
11
arriva
nel
porticciuolo
l
'
Etna
,
il
piroscafo
che
fa
il
servizio
Milazzo
-
Lipari
.
Ne
discendono
il
vice
-
questore
di
Messina
e
un
alto
ufficiale
dei
carabinieri
,
annunciatori
di
visite
più
illustri
.
Il
vicequestore
viene
condotto
sul
luogo
del
misfatto
.
Quando
si
avvede
che
la
partenza
è
avvenuta
a
cento
metri
dal
centro
del
paese
,
proprio
sotto
il
naso
dei
400
sorveglianti
,
il
signor
vicequestore
non
può
trattenersi
e
dichiara
al
satellite
Cannata
:
"
Non
mancava
altro
che
li
accompagnaste
voi
.
"
Il
povero
Cannata
abbassa
il
viso
e
maledice
il
giorno
in
cui
ebbe
la
malaugurata
idea
di
entrare
nella
P
.
S
.
I
poliziotti
,
rimasti
malissimo
,
squadrano
torvi
i
confinati
,
pronti
ad
arrestarli
al
minimo
sorriso
evidente
.
Soprattutto
scornato
un
famoso
brigadiere
,
di
nome
Cacciola
,
che
i
confinati
chiamano
per
burla
Javert
.
Era
addetto
in
particolar
modo
alla
sorveglianza
dell
'
abitato
e
di
Lussu
.
Ogni
qualvolta
Lussu
passava
,
lo
squadrava
in
tutti
i
sensi
.
Usava
girare
a
lento
passo
per
il
paese
,
con
un
giornale
dinanzi
al
viso
per
darsi
un
contegno
indifferente
,
ma
di
tanto
in
tanto
,
al
disopra
del
giornale
,
comparivano
due
occhi
fulminanti
.
Ora
anche
Cacciola
è
un
po
'
in
ribasso
.
La
roba
di
Lussu
e
di
Nitti
fu
sequestrata
,
mentre
la
casetta
di
Rosselli
veniva
piantonata
.
Rosselli
,
per
sfottere
la
polizia
,
lasciò
nel
cassetto
parecchie
lettere
di
solidarietà
scrittegli
da
inglesi
,
dopo
il
processo
di
Savona
.
Si
può
immaginare
la
faccia
di
Cannata
quando
qualche
liparese
di
ritorno
dall
'
Australia
glie
le
avrà
tradotte
in
stile
liparuota
...
StampaPeriodica ,
Argomento
per
noi
di
massimo
sconforto
per
l
'
avvenire
del
liberalismo
in
Italia
è
la
quasi
unanimità
di
cui
dànno
prova
in
questi
giorni
gli
organi
principali
della
stampa
italiana
,
nell
'
invocare
che
fanno
,
come
beneficio
massimo
per
il
nostro
paese
,
l
'
elezione
d
'
un
Papa
che
voglia
conciliarsi
con
lo
Stato
italiano
,
e
che
accettando
i
fatti
compiuti
lasci
libero
ai
cattolici
di
gettarsi
con
coscienza
tranquilla
in
mezzo
alle
nostre
lotte
politiche
.
Strana
contraddizione
è
questa
!
Tutti
riconoscono
la
follìa
delle
illusioni
quarantottesche
di
un
possibile
governo
liberale
dei
preti
,
di
una
possibile
conciliazione
nella
stessa
persona
delle
due
qualità
di
buon
Papa
dal
punto
di
vista
ecclesiastico
e
di
buon
re
dal
punto
di
vista
civile
e
liberale
.
Tutti
vi
dicono
che
non
si
capisce
come
già
allora
,
nel
1848
,
non
apparisse
a
tutti
evidente
che
la
Chiesa
cattolica
poggiandosi
sul
domma
,
ed
organizzata
a
gerarchia
con
governo
autocratico
,
non
poteva
affatto
coordinarsi
con
un
governo
civile
che
posi
sul
principio
elettivo
,
e
che
abbia
per
ragion
di
essere
la
esplicazione
di
tutte
le
libertà
,
di
quella
di
pensiero
,
di
coscienza
e
di
parola
quanto
di
ogni
altra
più
strettamente
politica
.
Ma
queste
cose
che
sono
chiare
a
tutti
quando
si
tratti
del
'48
e
del
governo
teocratico
degli
Stati
pontifici
fino
al
1870
,
non
sarebbero
dunque
più
vere
per
l
'
Italia
dal
'70
in
poi
,
dopo
che
la
Chiesa
ha
proclamato
il
Sillabo
ed
eretto
a
domma
l
'
infallibilità
papale
,
e
ciò
soltanto
perché
l
'
autorità
monarchica
non
è
più
riunita
nella
stessa
persona
con
l
'
autorità
papale
?
Dunque
quella
conciliazione
tra
le
due
istituzioni
che
non
sarebbe
assolutamente
possibile
quando
fossero
rappresentate
dallo
stesso
individuo
,
diventerebbe
per
la
sola
divisione
delle
persone
,
naturale
e
desiderabile
per
ogni
verso
!
E
come
ciò
?
Noi
non
giungiamo
davvero
a
capirlo
.
Forse
perché
il
Pontefice
non
è
più
egli
stesso
re
,
dunque
deve
poter
ammettere
la
libertà
di
coscienza
,
di
pensiero
e
di
parola
,
e
quindi
di
propaganda
anche
nell
'
errore
.
È
assurdo
il
supporlo
,
ammenoché
si
voglia
ritenere
che
il
nuovo
Pontefice
voglia
e
possa
trasformare
la
Chiesa
romana
in
Chiesa
nazionale
,
e
sé
in
un
arcivescovo
primate
d
'
Italia
,
valendosi
della
propria
infallibilità
per
negare
l
'
infallibilità
stessa
,
e
facendo
un
falò
del
Sillabo
e
dei
canoni
della
Chiesa
.
Quello
che
potrà
avvenire
sarà
,
bensì
,
che
il
Papa
,
cioè
a
dire
la
Chiesa
cattolica
romana
,
accetti
di
fare
,
per
ora
e
per
necessità
,
una
croce
sulla
questione
del
poter
temporale
,
e
che
non
accettando
,
ma
valendosi
delle
nostre
libere
istituzioni
,
entri
nella
lotta
con
tutte
le
sue
forze
,
nazionali
e
forestiere
,
al
solo
ed
unico
scopo
di
distruggere
o
snaturare
quelle
stesse
istituzioni
,
non
appena
si
fosse
impadronita
del
potere
.
Fin
dal
primo
numero
della
«
Rassegna
»
noi
dichiarammo
apertamente
il
nostro
pensiero
a
questo
proposito
.
Noi
temiamo
ogni
e
qualunque
conciliazione
tra
il
nostro
governo
e
il
Papato
,
perché
non
crediamo
che
la
Chiesa
romana
con
tutte
le
sue
forze
sia
oramai
più
da
paventarsi
in
quanto
combatta
la
nostra
costituzione
a
Stato
nazionale
,
ma
invece
riteniamo
fermamente
che
ella
sia
la
nemica
peggiore
e
più
temibile
di
quello
che
,
secondo
l
'
avviso
nostro
,
è
scopo
non
inferiore
,
e
bene
altrettanto
inestimabile
,
quanto
l
'
indipendenza
nazionale
,
cioè
,
delle
nostre
libertà
interne
,
della
libertà
del
pensiero
italiano
in
tutte
le
sue
forme
.
Se
per
sventura
nostra
il
partito
cattolico
prendesse
il
di
sopra
in
Italia
,
il
principio
della
libertà
individuale
verrebbe
soffocato
dal
principio
dell
'
autoritarismo
,
la
ragione
si
sommetterebbe
al
Sillabo
,
ed
il
paese
nostro
,
già
così
prostrato
moralmente
per
le
lunghe
servitù
politiche
,
e
per
l
'
azione
secolare
dello
spirito
oscurantista
della
Chiesa
romana
,
ricadrebbe
ben
presto
in
condizioni
tali
di
servitù
morale
ed
intellettuale
,
da
far
disperare
di
ogni
possibile
risorgimento
avvenire
,
e
la
stella
d
'
Italia
sarebbe
tramontata
per
sempre
.
Non
lusinghiamoci
,
a
guisa
di
fanciulli
,
con
stolte
superstizioni
di
un
destino
fatale
che
debba
per
sua
propria
virtù
e
a
dispetto
dei
vizi
nostri
e
del
poco
nostro
accorgimento
,
far
trionfare
il
nostro
paese
di
tutti
gli
ostacoli
,
e
farlo
procedere
glorioso
nelle
vie
della
civiltà
.
Se
non
saremo
savi
,
cadremo
,
come
sono
caduti
altri
popoli
;
se
non
sapremo
misurare
freddamente
le
forze
dei
nostri
nemici
,
se
daremo
loro
battaglia
prima
di
esser
pronti
,
e
impegnando
il
combattimento
nello
stesso
nostro
campo
,
saremo
schiacciati
;
se
l
'
Italia
non
saprà
mantenersi
libera
dal
giogo
dei
preti
e
dal
predominio
del
principio
autoritario
che
essi
glorificano
,
l
'
Italia
diventerà
pur
troppo
la
terra
dei
morti
.
StampaPeriodica ,
Scommetto
che
nessuno
à
mai
fatta
una
dimostrazione
ostile
all
'
orologio
e
neanche
à
mai
pensato
,
svegliandosi
al
mattino
,
di
sparare
una
revolverata
al
lunario
,
che
come
se
niente
fosse
segnala
all
'
uomo
un
giorno
di
più
.
Che
idioti
,
l
'
orologio
e
il
lunario
,
vero
bolscevico
?
!
Come
...
non
mi
rispondi
?
O
non
è
forse
una
brutta
questione
sociale
la
morte
!
?
...
Ah
già
,
dimenticavo
che
la
tua
lotta
è
impostata
sull
'
avvenire
...
Ma
come
,
tu
così
tanto
egoista
vorresti
dare
ad
intendere
che
pensi
alle
generazioni
future
?
!
Va
'
'
ia
,
va
'
'
ia
bòlscevico
!
...
Il
vino
e
la
sciampagna
che
bevevi
la
notte
del
31
dicembre
da
Giovacchino
alla
barba
di
chi
era
bevuta
:
del
proletariato
o
della
borghesia
?
!
Caro
bolscevico
,
che
bisogno
c
'
era
di
mettersi
in
vetrina
?
Eravate
tutt
'
i
caporioni
di
'
partito
e
tutti
vestiti
di
nero
per
l
'
occasione
,
gozzovigliavi
in
compagnia
di
signore
più
nude
che
vestite
e
vi
rovesciavi
la
borghesissima
sciampagna
sulle
teste
e
fra
le
poppe
bene
in
vista
delle
vostre
compagne
di
lotta
.
Scusatemi
,
ma
quella
sera
facevi
schifo
,
tanto
più
che
rincantucciato
con
altri
miei
due
amici
in
un
angolo
di
quel
ristorante
bevevo
proletariamente
mezzo
litro
di
vino
.
Voi
potevi
pur
pensare
che
ognuno
si
trovasse
nelle
vostre
condizioni
,
ma
io
vi
fo
rilevare
che
tutti
non
possono
diventare
capilega
,
o
corrispondenti
dell
'
Avanti
!
,
o
organizzatori
di
scioperi
e
comizi
,
né
tanto
meno
deputato
al
Parlamento
.
Non
m
'
eri
visi
nuovi
e
giurerei
di
avervi
visti
altre
volte
in
imprese
simile
a
quella
senza
neanche
la
scusa
di
ricorrenze
speciali
.
Caro
bolscevico
,
ti
piace
la
sciampagna
eh
?
...
Ma
lo
sai
che
quelle
folle
che
tu
dici
di
proteggere
non
possono
darsi
a
certi
bagordi
e
che
tanti
di
quelli
che
credono
a
Leninne
vanno
spesso
a
letto
con
poca
cena
?
StampaPeriodica ,
Il
"
Becco
Giallo
"
inizia
il
suo
sesto
anno
di
vita
il
quarto
di
esilio
.
Il
programma
del
giornale
la
lotta
contro
il
fascismo
resta
immutato
.
Il
"
Becco
Giallo
"
vuoi
vivere
per
combattere
e
vincere
.
Ma
la
nostra
volontà
,
le
nostre
forze
non
bastano
da
sole
.
Al
lettori
spetta
sorreggerci
nell
'
impresa
sempre
più
aspra
e
difficile
.
Il
signor
Mussolini
,
vuole
e
reclama
la
soppressione
del
"
Becco
Giallo
.
"
E
moltiplica
le
insidie
,
centuplica
gli
sforzi
per
realizzare
questo
suo
scopo
.
Egli
paventa
la
voce
di
questo
piccolo
e
libero
giornale
,
ed
è
esasperato
perché
non
riesce
ad
impedirne
la
penetrazione
in
Italia
,
ove
arriva
per
mille
vie
.
La
fine
del
"
Becco
Giallo
"
avrebbe
per
lui
il
valore
di
una
battaglia
vinta
.
Noi
non
gli
daremo
questa
gioia
.
Amici
intensificate
gli
sforzi
:
date
ali
al
"
Becco
Giallo
.
"
Alberto
Cianca
rinchiuso
nel
carcere
de
"
la
Santé
,
"
accusato
di
detenzione
di
esplosivi
non
ha
lavorato
alla
redazione
di
questo
numero
del
giornale
.
Restiamo
fiduciosi
nell
'
attesa
.
Ma
nell
'
attesa
del
giorno
non
lontano
in
cui
la
giustizia
di
questo
civile
paese
che
ci
ospita
dirà
la
sua
parola
conclusiva
,
noi
mandiamo
ad
Alberto
Cianca
al
caro
compagno
di
lavoro
,
che
per
due
anni
ha
dato
a
questo
giornale
il
valido
contributo
del
suo
ingegno
,
tutta
la
sua
fede
e
la
sua
passione
il
nostro
saluto
affettuoso
,
l
'
espressione
della
nostra
solidarietà
incondizionata
.
StampaPeriodica ,
I
sintomi
della
mania
monumentale
che
ha
invase
le
menti
in
Italia
vanno
purtroppo
crescendo
.
L
'
ultimo
e
più
pericoloso
eccesso
si
è
dichiarato
con
la
proposta
,
stata
accolta
favorevolmente
da
alcuni
autorevoli
periodici
,
di
promuovere
una
sottoscrizione
nell
'
esercito
per
innalzare
a
Palestro
un
monumento
al
gran
Re
che
abbiamo
perduto
.
Questa
sottoscrizione
sarebbe
,
è
vero
,
contraria
ai
regolamenti
disciplinari
,
che
vietano
nell
'
esercito
le
sottoscrizioni
con
carattere
collettivo
;
ma
di
ciò
poco
importa
ai
fanatici
monumentalisti
:
essi
dicono
che
la
sottoscrizione
dei
militari
dovrebbe
essere
individuale
e
spontanea
.
Fortuna
delle
frasi
!
Ci
par
di
vederla
questa
spontaneità
della
sottoscrizione
.
Ogni
comandante
di
divisione
,
premendogli
che
il
corpo
sotto
i
suoi
ordini
faccia
buona
figura
,
chiamerà
i
colonnelli
dei
reggimenti
e
li
pregherà
gentilmente
a
promuovere
la
sottoscrizione
per
il
monumento
,
ad
onore
dell
'
esercito
e
specialmente
della
divisione
.
I
colonnelli
aduneranno
i
maggiori
,
e
li
inviteranno
a
prestarsi
per
la
riuscita
della
generosa
impresa
;
i
maggiori
raccomanderanno
la
cosa
calorosamente
ai
capitani
,
i
quali
esorteranno
seriamente
i
loro
ufficiali
,
perché
prescrivano
ai
bassi
ufficiali
di
ordinare
ai
soldati
di
pagare
individualmente
(
sottoscrivere
non
sarà
sempre
possibile
)
un
tanto
per
uno
per
il
monumento
al
Re
defunto
.
Vedrete
allora
che
spontaneità
!
StampaPeriodica ,
Lo
sciopero
generale
,
volutamente
preparato
da
quell
'
emerita
carogna
che
risponde
al
nome
di
Canepa
e
da
quel
tristo
buffone
che
porta
il
nome
di
Turati
,
ha
avuto
tutto
l
'
epilogo
che
la
tragedia
richiedeva
.
Validamente
inseritosi
nelle
più
vive
cartilagini
del
martoriato
corpo
nazionale
,
il
Fascismo
progrediva
con
veri
passi
da
giganti
battendo
ovunque
le
rocche
del
socialismo
sovversivo
.
Misconosciuto
e
incompreso
,
dai
troppo
sicuri
capeggiatori
,
fu
da
principio
preso
di
mira
con
la
diffamazione
ed
il
disprezzo
,
col
tradimento
e
con
l
'
agguato
quando
fu
visto
trionfare
.
Si
corse
allora
ai
ripari
per
impedire
l
'
assalto
definitivo
e
concludente
,
ma
l
'
arte
subdola
dell
'
astuzia
non
fu
sufficiente
alla
bisogna
.
Tutto
fu
tentato
.
Sabotamenti
parlamentari
,
compromessi
ministeriali
,
concentramenti
di
sinistra
,
inginocchiamenti
a
Gardone
,
amorosi
sensi
coi
popolari
,
insurrezioni
parziali
,
arditi
del
popolo
e
repubblicani
,
fronte
unico
antinazionale
,
visita
al
Capo
dello
Stato
,
ripiegamento
generale
...
ma
non
fu
possibile
salvarsi
:
il
socialismo
politicante
crollava
già
miseramente
sotto
i
colpi
vigorosi
della
riscossa
nazionale
.
Restava
ancora
una
carta
da
cimentare
nel
giuoco
:
l
'
insurrezione
proletaria
.
E
delittuosamente
fu
giocata
con
l
'
incoscienza
dei
criminali
.
Così
si
giunse
allo
sciopero
che
fu
chiamato
generale
:
così
si
giunse
alla
guerra
che
volle
darsi
al
Fascismo
.
Ora
di
quella
carta
non
resta
più
che
la
cenere
bagnata
ancora
dal
sangue
dei
nostri
eroici
combattenti
:
ora
di
quella
guerra
non
resta
più
che
il
ricordo
della
disfatta
sovversiva
.
E
l
'
Italia
infine
non
teme
l
'
azione
insana
ed
infame
del
corrosivo
socialista
che
la
struggeva
da
quattr
'
anni
.
Né
,
come
pensa
certa
stampa
liberale
,
questo
fatto
costituisce
un
episodio
sporadico
limitato
ed
infruttuoso
perché
esso
è
la
espressione
di
due
stati
d
'
animo
in
contrasto
,
è
la
manifestazione
d
'
una
lotta
giunta
all
'
apice
supremo
,
è
il
momento
storico
che
attraversa
la
Nazione
,
è
la
salvezza
della
Patria
.
Viva
sempre
il
Fascismo
.
StampaPeriodica ,
Lunedì
30
dicembre
la
polizia
francese
alle
otto
del
mattino
dopo
un
'
accurata
perquisizione
nelle
loro
case
arrestava
i
nostri
amici
Alberto
Cianca
,
Alberto
Tarchiani
,
Giuseppe
Sardelli
.
Nessuna
comunicazione
veniva
data
alla
stampa
fino
alla
sera
del
31
:
soltanto
alle
20
e
30
del
martedì
un
breve
comunicato
Havas
annunziava
l
'
arresto
dei
nostri
amici
e
specificava
che
esso
era
avvenuto
in
seguito
a
denunzia
delle
autorità
italiane
.
Aggiungeva
che
le
perquisizioni
avevano
portato
al
sequestro
di
numerosi
documenti
e
che
nella
casa
che
Cianca
divideva
con
Giuseppe
Sardelli
erano
stati
scoperti
7
pacchetti
di
cheddite
,
alcuni
detonatori
ed
una
certa
quantità
di
cordone
Bickford
.
Dopo
un
lungo
interrogatorio
nei
locali
della
Sûreté
Générale
i
nostri
amici
venivano
inviati
al
carcere
della
Santé
.
Essi
hanno
scelto
per
difensore
l
'
avvocato
Henri
Torrès
.
I
tre
arrestati
sono
noti
a
tutti
gli
antifascisti
e
sono
tra
le
figure
più
popolari
,
e
più
amate
dell
'
emigrazione
politica
.
Di
Alberto
Cianca
abbiamo
detto
avanti
.
Alberto
Tarchiani
,
democratico
,
è
stato
per
molti
anni
il
redattore
capo
del
più
grande
giornale
italiano
,
il
"
Corriere
della
Sera
.
"
La
sua
avversione
al
Fascismo
lo
costrinse
a
cercare
rifugio
in
Francia
dove
continuava
con
grande
passione
la
sua
opera
di
scrittore
denunziando
,
soprattutto
nei
giornali
degli
Stati
Uniti
,
le
infamie
del
regime
fascista
.
Giuseppe
Sardelli
,
socialista
ex
deputato
,
fervido
organizzatore
operaio
costretto
ad
abbandonare
l
'
Italia
svolgeva
da
circa
tre
anni
tra
le
masse
emigrate
in
Francia
opera
salda
ed
efficace
.
La
famiglia
di
Alberto
Tarchiani
si
trova
a
Parigi
.
La
moglie
ed
i
figliuoli
di
Cianca
e
di
Sardelli
sono
in
Italia
.
L
'
arresto
dei
nostri
amici
ha
provocato
la
prevedibile
ignobile
gazzarra
dei
giornali
italiani
e
dei
pochi
quotidiani
francesi
che
per
ragioni
che
non
vogliamo
indagare
cantano
ad
ogni
costo
le
lodi
di
Mussolini
e
del
fascismo
.
Ma
questo
blaterare
di
servi
ubriachi
non
meriterebbe
di
essere
rilevato
se
le
dichiarazioni
del
governo
italiano
e
dei
suoi
servizi
all
'
estero
non
ci
fornissero
preziose
indicazioni
.
Il
"
Corriere
della
Sera
"
del
5
gennaio
dichiara
che
gli
arresti
di
Cianca
Tarchiani
e
Sardelli
provocati
dai
documenti
scoperti
presso
il
Beineri
arrestato
a
Bruxelles
rappresentano
il
trionfo
della
polizia
francese
che
è
riuscita
finalmente
a
metter
la
mano
sui
capi
delle
organizzazioni
terroristiche
antifasciste
.
Lo
stesso
giornale
afferma
che
il
Berneri
era
sorvegliato
da
un
agente
del
governo
italiano
il
quale
fotografava
le
missive
che
Berneri
gli
affidava
perché
egli
le
mettesse
alla
posta
.
Una
di
queste
missive
,
diretta
al
Cianca
,
sempre
secondo
il
"
Corriere
della
Sera
,
"
darebbe
istruzioni
precise
su
di
un
misterioso
oggetto
che
ha
bisogno
di
essere
tenuto
ritto
e
che
teme
il
freddo
.
In
altri
termini
,
secondo
la
stampa
fascista
,
i
nostri
amici
sarebbero
stati
scoperti
,
nell
'
esercizio
delle
loro
criminose
attività
dall
'
abilità
di
una
spia
fascista
che
abusava
della
ingenuità
del
Berneri
.
Tutto
ciò
puzza
a
chilometri
di
cattivo
romanzo
d
'
appendice
.
E
l
'
assurdità
di
questa
tesi
è
saltata
agli
occhi
di
tutta
la
stampa
libera
francese
e
belga
.
"
La
Volonté
"
di
Parigi
ha
fatto
una
inchiesta
ed
è
arrivata
a
precisare
alcuni
punti
assai
interessanti
.
E
tra
l
'
altro
!
1
.
Che
Berneri
coabitava
con
la
nota
spia
fascista
Ermanno
Menapace
.
2
.
Che
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
un
viaggio
nella
Francia
meridionale
ed
in
Svizzera
.
3
.
Che
lo
stesso
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
Belgio
e
che
lo
fornì
di
una
pistola
.
Dettaglio
comico
:
la
pistola
era
un
semplice
giocattolo
ad
aria
compressa
incapace
di
far
male
ad
una
mosca
.
Il
"
Quotidien
,
"
"
l
'
OEuvre
,
"
"
la
Volonté
"
affacciano
in
conseguenza
l
'
opinione
che
tutta
questa
rocambolesca
montatura
di
complotti
di
devastazioni
e
di
assassini
che
vanno
dalla
distruzione
della
Società
delle
Nazioni
alla
uccisione
di
Rocco
e
dalla
soppressione
della
famiglia
reale
belga
al
bombardamento
della
mole
littoria
di
Bologna
si
possano
ridurre
in
fondo
ad
un
complotto
solo
:
un
complotto
degli
agenti
provocatori
fascisti
per
compromettere
alcuni
fra
gli
uomini
più
rappresentativi
della
emigrazione
politica
.
In
tutti
gli
articoli
un
nome
ricorre
frequente
:
Ricciotti
Garibaldi
.
Questo
sarebbe
il
secondo
caso
Garibaldi
.
Ma
anche
questa
volta
le
macchinazioni
degli
agenti
provocatori
sono
cadute
nel
ridicolo
.
Il
"
Soir
,
"
il
più
grande
giornale
belga
,
che
non
può
certo
essere
accusato
di
idee
rivoluzionarie
,
pubblica
un
grande
articolo
nel
suo
numero
del
12
corrente
col
titolo
:
Il
complotto
Menapace
Berneri
e
Compagni
.
La
verità
si
fa
strada
sicuramente
e
rapidamente
.
La
ignobile
manovra
fascista
può
dirsi
già
fallita
.
E
su
tutto
questo
pantano
di
menzogna
di
falsità
e
di
bassi
espedienti
polizieschi
più
chiara
e
sicura
rimane
intatta
ed
intangibile
la
fiamma
della
nostra
fede
e
la
sicurezza
della
nostra
vittoria
.
StampaPeriodica ,
Riceviamo
da
un
nostro
amico
la
seguente
lettera
che
ci
pare
assai
interessante
e
che
pubblichiamo
tanto
più
volentieri
,
in
quanto
consentiamo
con
lo
scrittore
nel
condannare
la
presente
agitazione
popolare
per
l
'
Italia
irredenta
,
come
pure
nella
maggior
parte
delle
opinioni
ch
'
egli
espone
sulla
politica
italiana
in
questi
ultimi
anni
.
Nel
criticare
il
contegno
tenuto
dall
'
Italia
nel
congresso
di
Berlino
,
noi
non
intendevamo
affatto
muovere
rimprovero
ai
nostri
rappresentanti
di
non
aver
chiesto
il
Trentino
,
ossia
di
non
aver
commesso
una
follia
,
ma
bensì
di
non
aver
fatto
la
più
lontana
allusione
alla
questione
nelle
sedute
ufficiali
del
congresso
in
occasione
dei
nuovi
ingrandimenti
dell
'
Austria
;
del
non
avere
insomma
,
ci
si
permetta
l
'
espressione
,
interrotto
la
prescrizione
;
dell
'
aver
ratificato
il
trattato
senza
che
almeno
nei
processi
verbali
delle
sedute
sia
stata
rammentata
una
questione
che
ha
per
l
'
Italia
una
primaria
importanza
anche
al
punto
di
vista
della
sua
difesa
militare
.
È
vero
che
vi
sono
persone
,
e
tra
le
bene
informate
,
le
quali
sostengono
che
il
primo
rappresentante
d
'
Italia
abbia
veramente
in
colloqui
privati
col
cancelliere
dell
'
Impero
germanico
,
ai
quali
assisteva
soltanto
il
ministro
di
Francia
,
chiesto
formalmente
una
rettifica
di
frontiere
,
e
che
abbia
così
esposto
la
dignità
del
paese
ad
un
fiero
e
diremmo
quasi
insolente
rabbuffo
per
parte
del
principe
di
Bismarck
.
Ma
noi
non
vogliamo
prestare
intera
fede
a
tutto
ciò
,
perché
farebbe
veramente
troppo
torto
al
senno
di
un
vecchio
diplomatico
come
il
conte
Corti
.
Ma
l
'
accusa
maggiore
che
muoviamo
alla
politica
italiana
al
congresso
,
è
quella
di
non
aver
risolutamente
sostenuto
i
diritti
della
Grecia
e
delle
altre
nazionalità
della
penisola
balcanica
;
e
del
non
aver
protestato
energicamente
contro
l
'
avvilimento
del
Montenegro
,
e
contro
i
diritti
quasi
di
alta
sovranità
riconosciuti
alla
sola
Austria
sopra
tutto
il
litorale
orientale
dell
'
Adriatico
.
A
parte
la
questione
del
rispetto
al
principio
di
nazionalità
,
a
cui
l
'
Italia
deve
la
vita
,
e
nel
tener
alto
il
prestigio
del
quale
abbiamo
la
garanzia
più
sicura
della
nostra
futura
indipendenza
politica
in
Europa
,
più
sicura
di
quel
che
non
ci
diano
ora
i
nostri
imperfettissimi
armamenti
;
a
parte
,
diciamo
,
questa
questione
,
l
'
Italia
ha
un
interesse
grandissimo
a
che
la
penisola
balcanica
non
cada
in
mano
né
all
'
Austria
,
almeno
finché
si
estende
dai
Carpazi
fino
al
lago
di
Garda
,
né
alla
Russia
.
Ora
il
miglior
modo
di
opporsi
a
ciò
,
non
è
di
sostenere
il
fracido
edificio
dell
'
impero
ottomano
,
ma
di
appoggiare
la
creazione
di
una
federazione
di
Stati
nazionali
,
grandi
assai
per
vivere
di
vita
autonoma
,
e
non
tanto
da
poter
fare
mai
ombra
all
'
Italia
.
Né
qui
si
tratterebbe
di
un
fascio
di
piccoli
Stati
artificialmente
messi
insieme
e
artificialmente
mantenuti
come
quelli
della
Confederazione
del
Reno
,
creata
da
Napoleone
I
e
poscia
sognata
da
Thiers
,
ma
bensì
di
un
ordinamento
politico
che
coinciderebbe
con
la
repartizione
delle
nazionalità
nella
penisola
balcanica
.
E
dato
pure
che
la
voce
isolata
dell
'
Italia
nel
congresso
non
avesse
potuto
produrre
alcun
effetto
sensibile
negli
articoli
del
trattato
,
essa
ci
avrebbe
almeno
procurato
le
simpatie
di
tutti
quei
popoli
,
e
osiamo
dire
anche
il
rispetto
dell
'
Europa
,
più
che
non
il
nostro
silenzio
e
la
nostra
indecisione
.
Almeno
non
sarebbero
sorte
le
stupide
accuse
che
noi
desideriamo
l
'
Albania
,
o
altri
ingrandimenti
simili
.
Né
di
minore
importanza
era
per
l
'
Italia
l
'
assicurare
con
l
'
indipendenza
del
Montenegro
,
e
con
l
'
affermazione
della
sua
completa
sovranità
sopra
quei
pochi
chilometri
di
coste
che
gli
sono
stati
concessi
dal
congresso
,
un
punto
fermo
agl
'
ingrandimenti
,
in
quella
direzione
,
dell
'
Austria
.
E
ciò
senza
ripetere
quanto
già
abbiamo
detto
altra
volta
,
sullo
schiaffo
da
noi
ricevuto
nel
non
essere
stati
almeno
consociati
all
'
Austria
nei
suoi
diritti
di
sorveglianza
sulla
costa
montenegrina
e
nel
porto
di
Antivari
.
Non
è
dato
a
nessuno
prevedere
le
conseguenze
infinite
che
sorgeranno
dalla
nuova
fase
in
cui
è
entrata
la
sempre
più
imbrogliata
questione
d
'
Oriente
,
ma
non
ci
sorprenderebbe
affatto
se
dal
congresso
di
Berlino
dovesse
per
noi
risultare
un
mutamento
di
alleanze
,
e
se
i
nuovi
amoreggiamenti
del
governo
germanico
con
il
Vaticano
,
i
quali
pure
contribuiscono
a
spiegare
la
poca
simpatia
dimostrataci
ultimamente
dal
cancelliere
dell
'
Impero
,
non
ci
spingeranno
fatalmente
a
ristringere
l
'
alleanza
con
la
Francia
repubblicana
ed
anticlericale
.
Ecco
la
lettera
:
31
luglio
Ai
direttori
.
L
'
agitazione
per
l
'
Italia
irredenta
comincia
a
calmarsi
.
Era
tempo
,
se
non
volevamo
renderci
ridicoli
agli
occhi
dell
'
Europa
,
poiché
è
sempre
rendersi
ridicoli
l
'
alzare
la
voce
senza
essere
in
grado
di
far
seguire
l
'
atto
alla
parola
.
E
nessuna
persona
sensata
potrebbe
dubitare
che
in
questo
momento
l
'
Italia
è
incapace
di
agire
in
favore
di
Trento
(
lascio
sempre
da
parte
Trieste
come
una
chimera
)
con
qualche
probabilità
di
riuscita
.
Forse
è
colpa
dei
nostri
governi
se
non
siamo
in
istato
di
realizzare
i
nostri
desiderii
e
quelli
che
crediamo
nostri
diritti
.
Diritti
piuttosto
morali
che
scritti
,
e
piuttosto
politici
che
morali
,
poiché
non
è
tanto
in
virtù
della
nazionalità
italiana
della
maggioranza
degli
abitanti
del
Trentino
,
che
noi
reclamiamo
questa
provincia
-
dovremmo
allora
e
con
maggior
ragione
reclamare
il
cantone
Ticino
,
Nizza
,
la
Corsica
e
quelle
parti
della
Dalmazia
ove
la
popolazione
intera
è
di
nazionalità
italiana
,
ma
nell
'
interesse
della
nostra
sicurezza
,
la
quale
esige
che
la
posizione
strategica
del
Trentino
,
tutta
offensiva
nelle
mani
di
una
potenza
transalpina
,
difensiva
in
quella
di
una
potenza
cisalpina
come
la
nostra
,
ci
sia
presto
o
tardi
ceduta
.
Può
darsi
,
dicevo
,
che
sia
colpa
della
nostra
politica
estera
se
non
abbiamo
potuto
profittare
dell
'
occasione
del
recente
raffazzonamento
politico
della
carta
di
Europa
per
ottenere
la
rettificazione
della
nostra
frontiera
del
nord
.
Procuriamo
almeno
di
profittare
di
questa
lezione
,
non
ricadendo
negli
stessi
errori
.
Questi
errori
,
a
parer
mio
,
si
riassumono
in
uno
solo
:
l
'
indecisione
.
Abbiamo
voluto
,
come
si
dice
volgarmente
,
salvare
capra
e
cavoli
,
ed
ora
ci
troviamo
a
mani
vuote
.
Fino
dal
principio
della
crisi
,
era
evidente
esservi
in
Europa
due
campi
,
quello
dell
'
Inghilterra
e
quello
della
Russia
.
Ora
,
se
stava
nel
beneplacito
della
Francia
e
della
Germania
,
che
non
aveano
nulla
da
perdere
né
da
guadagnare
in
questo
conflitto
,
di
mantenersi
neutrali
,
non
era
così
per
l
'
Austria
e
l
'
Italia
.
E
mentre
la
prima
,
facendo
tacere
ogni
antipatia
e
simpatia
sentimentale
,
e
non
ascoltando
che
la
voce
del
suo
interesse
,
s
'
intese
fin
dal
principio
con
la
Russia
circa
un
compenso
eventuale
(
non
è
ormai
più
permesso
di
dubitarne
)
,
l
'
Italia
temé
di
scontentare
l
'
Inghilterra
e
venir
meno
alle
sue
tradizioni
liberali
,
alleandosi
francamente
alla
Russia
,
ed
ebbe
paura
di
scatenare
la
guerra
gettandosi
intieramente
nelle
braccia
dell
'
Inghilterra
.
Eppure
sarebbe
stato
sì
facile
di
conciliare
le
proprie
tradizioni
liberali
con
l
'
interesse
del
paese
:
bastava
a
tale
effetto
vedere
coi
propri
occhi
,
giudicare
i
fatti
e
le
situazioni
senza
idee
preconcette
,
e
soprattutto
senza
lasciarsi
imporre
dalle
parole
.
Si
preferì
invece
ascoltare
la
parola
d
'
ordine
,
data
dall
'
«
opinione
pubblica
»
di
Parigi
,
fabbricata
come
tutti
sanno
,
dalla
penna
esperta
e
infaticabile
del
patriotta
polacco
che
dirige
la
politica
estera
del
«
Journal
des
Débats
»
e
di
cui
le
frasi
sonore
sulla
seconda
edizione
della
spartizione
della
Polonia
(
la
Turchia
una
Polonia
!
)
furono
per
due
anni
amplificate
e
variate
all
'
infinito
con
una
commovente
unanimità
da
tutti
gli
organi
riconosciuti
dell
'
«
opinione
pubblica
»
per
tutta
Europa
:
«
Pall
Mall
Gazette
»
,
«
Kölnische
»
,
«
Allgemeine
»
e
«
Neue
Freie
Presse
»
senza
parlare
dei
burgravi
del
giornalismo
italiano
;
poiché
è
soltanto
da
quando
è
stata
gettata
la
maschera
,
e
gli
organi
dell
'
«
opinione
pubblica
»
al
di
là
delle
Alpi
,
all
'
unisono
e
sempre
al
cenno
partito
dalla
rue
des
Prêtres
,
gridano
la
croce
addosso
all
'
Italia
,
che
i
nostri
vecchi
liberali
cominciano
un
poco
ad
aprire
gli
occhi
sui
loro
amici
occidentali
.
Un
anno
,
due
anni
fa
a
Roma
se
ne
era
ancora
lontani
,
e
mentre
il
governo
austriaco
lasciava
declamare
la
sua
«
opinione
pubblica
»
per
agire
nell
'
interesse
della
monarchia
,
il
nostro
governo
stimò
doversi
conformare
al
modo
di
vedere
superficiale
e
burocratico
de
'
nostri
burgravi
.
Quando
si
sarebbe
dovuto
prendere
in
mano
risolutamente
la
questione
delle
nazionalità
oppresse
,
intendersi
col
governo
d
'
Atene
,
spingerlo
,
occorrendo
,
alla
guerra
,
far
valere
questo
servizio
sia
a
Pietroburgo
come
indebolimento
della
Turchia
,
sia
a
Londra
come
contrappeso
allo
slavismo
,
si
ebbe
paura
di
compromettersi
,
di
avventurare
la
propria
neutralità
,
di
scatenare
la
guerra
europea
.
Chi
non
risica
non
rosica
.
Una
politica
risolutamente
anti
-
turca
dell
'
Italia
non
soltanto
ci
avrebbe
procacciato
l
'
onore
di
mantenere
la
bandiera
sotto
la
quale
abbiamo
acquistato
la
nostra
propria
indipendenza
,
ma
avrebbe
avuto
il
vantaggio
di
rafforzare
la
nostra
posizione
in
Europa
.
La
Francia
certamente
,
benché
i
suoi
interessi
nel
Mediterraneo
e
nel
Levante
sieno
meno
importanti
dei
nostri
,
avrebbe
sostenuto
questa
politica
,
come
lo
prova
il
suo
contegno
a
Berlino
nella
questione
ellenica
,
e
noi
saremmo
comparsi
a
Berlino
con
dei
titoli
per
farci
ascoltare
.
Invece
,
che
cosa
è
accaduto
?
L
'
Europa
ha
agito
come
se
la
questione
del
Mediterraneo
non
ci
riguardasse
,
e
invece
di
riunire
in
un
fascio
le
potenze
mediterranee
,
Francia
,
Austria
,
Italia
e
Grecia
ingrandita
,
e
fortificarle
coll
'
aprire
il
mare
Egeo
alla
Russia
,
noi
abbiamo
lasciato
il
Mediterraneo
,
il
nostro
mare
,
cadere
tutto
intiero
e
senza
contrappeso
nelle
mani
di
una
potenza
che
non
vi
ha
nessun
diritto
naturale
come
potenza
litoranea
,
e
che
è
la
rivale
la
più
pericolosa
pel
nostro
commercio
orientale
.
Ed
in
ricambio
non
abbiamo
ricevuto
un
solo
vantaggio
materiale
,
e
neppure
un
solo
vantaggio
morale
.
Non
parleremo
qui
dell
'
annessione
della
Bosnia
e
dell
'
Erzegovina
all
'
Austria
:
essa
non
costituisce
un
pericolo
per
l
'
Italia
e
non
aumenta
neppure
in
modo
considerevole
le
forze
militari
della
nostra
antica
rivale
,
benché
avrebbe
potuto
e
avrebbe
dovuto
servire
di
pretesto
per
un
regolamento
di
conti
,
se
avessimo
fatto
l
'
occorrente
per
essere
ammessi
seriamente
a
regolarli
.
Più
grave
è
la
presa
di
possesso
di
Spizza
e
il
diritto
di
sorveglianza
a
Antivari
,
che
sono
stati
accordati
all
'
Austria
e
che
noi
avremmo
certamente
potuto
impedire
,
se
avessimo
protestato
altamente
e
risolutamente
invece
di
fare
timide
osservazioni
;
poiché
sempre
ed
ovunque
è
stata
la
paura
per
parte
dei
nostri
governanti
di
bagnarsi
con
l
'
entrare
nell
'
acqua
che
ci
ha
fatti
restare
all
'
asciutto
a
guardarla
correre
.
Circa
ai
vantaggi
morali
,
non
sono
meno
negativi
,
e
,
che
io
sappia
,
non
possiamo
vantarci
,
come
il
re
di
Danimarca
all
'
uscire
dal
congresso
di
Vienna
,
di
avere
conquistato
,
se
non
una
sola
anima
,
almeno
tutti
i
cuori
.
Noi
non
possiamo
contare
né
sull
'
affezione
né
sulla
gratitudine
di
alcun
governo
e
di
alcun
popolo
.
Ed
oggi
?
Mi
sembra
che
non
vi
sia
più
che
un
solo
contegno
possibile
:
quello
della
dignità
tranquilla
e
dell
'
attenzione
vigile
.
Il
trattato
di
Berlino
,
comunque
imperfetto
,
avrebbe
potuto
garantirci
alcuni
lustri
di
pace
:
le
convenzioni
segrete
poco
onorevoli
dell
'
Inghilterra
con
la
Russia
e
la
Turchia
del
30
maggio
e
del
4
giugno
,
concluse
dietro
le
spalle
all
'
Europa
quando
altri
si
faceva
ad
alta
voce
il
campione
degl
'
interessi
europei
(
nota
Salisbury
del
1°
aprile
)
,
hanno
notevolmente
compromesso
la
durata
di
questa
pace
;
ed
una
politica
intelligente
deve
preparare
da
questo
momento
le
vie
ed
i
mezzi
per
partecipare
con
maggior
autorità
che
non
abbiamo
fatto
a
Berlino
,
alla
prossima
nuova
sistemazione
degli
affari
orientali
.
È
impossibile
che
la
Grecia
sì
perfidamente
adescata
,
sì
ignominiosamente
abbandonata
dall
'
Inghilterra
,
sì
platonicamente
confortata
dal
congresso
,
resti
molto
tempo
col
fucile
ad
armacollo
.
Non
è
probabile
che
la
Turchia
si
mostri
molto
amabile
nella
delimitazione
di
frontiere
«
consigliata
»
dal
congresso
di
Berlino
;
e
per
chiunque
conosce
la
storia
dell
'
isola
di
Creta
da
cinquant
'
anni
,
è
anche
meno
probabile
che
i
cretesi
si
rassegnino
a
lungo
a
subire
il
giogo
ottomano
ch
'
essi
hanno
tentato
tante
volte
di
scuotere
e
che
avrebbero
scosso
nel
1868
,
se
l
'
Inghilterra
non
avesse
allora
,
come
l
'
anno
scorso
,
interposto
un
veto
.
Tutti
sentono
che
il
regno
dei
turchi
in
Europa
si
avvicina
al
suo
termine
;
che
le
decisioni
del
congresso
di
Berlino
non
costituiscono
che
una
nuova
fermata
nel
cammino
verso
la
soluzione
definitiva
;
la
questione
può
non
aprirsi
che
fra
venti
anni
,
come
può
riaprirsi
l
'
anno
prossimo
.
E
per
quanto
questa
seconda
eventualità
sia
poco
probabile
e
non
certo
da
desiderarsi
,
poiché
lo
stesso
acquisto
del
Trentino
non
varrebbe
forse
per
noi
dieci
o
venti
anni
di
pace
,
pure
dobbiamo
esser
pronti
ad
ogni
caso
;
sta
a
noi
d
'
intenderci
anticipatamente
con
la
Russia
e
la
Grecia
sulla
sorte
della
Romenia
e
della
Albania
,
dell
'
Epiro
e
della
Tessalia
,
di
Costantinopoli
soprattutto
;
sta
a
noi
di
dettare
condizioni
all
'
Austria
,
una
volta
che
ci
saremo
intesi
coi
nostri
due
alleati
naturali
;
a
noi
allora
di
lasciar
andare
le
cose
,
occorrendo
,
fino
alla
guerra
;
non
ci
si
arriverà
,
si
può
esserne
sicuri
!
Se
l
'
Austria
in
una
guerra
contro
l
'
Italia
,
o
,
per
parlare
più
esattamente
,
nella
considerazione
dei
casi
di
una
guerra
con
l
'
Italia
,
avesse
dietro
di
sé
l
'
Inghilterra
,
noi
avremmo
dietro
di
noi
la
Russia
ed
i
popoli
della
penisola
dei
Balcani
,
senza
contare
l
'
appoggio
della
Germania
e
della
Francia
.
Imperocché
,
non
si
prenda
abbaglio
,
la
Francia
può
,
momentaneamente
ed
in
odio
del
suo
vincitore
del
1870
,
far
buon
viso
al
brutto
tiro
che
l
'
Inghilterra
le
ha
fatto
adesso
,
ma
verrà
il
giorno
in
cui
l
'
antica
gelosia
contro
la
perfida
Albione
,
assopita
da
quindici
o
venti
anni
e
così
leggermente
ridestata
da
lord
Beaconsfield
,
risusciterà
più
cieca
ed
appassionata
che
mai
:
tocca
a
noi
di
profittarne
,
come
abbiamo
profittato
della
sua
folle
scappata
contro
la
Germania
:
potremo
farlo
,
come
l
'
abbiamo
fatto
nel
1870
,
senza
rimorsi
e
senza
far
torto
alla
nostra
dignità
,
perché
avremo
la
coscienza
che
facendolo
non
portiamo
danno
all
'
interesse
vero
,
ma
contribuiamo
,
anzi
,
al
vantaggio
reale
del
nostro
antico
alleato
,
al
quale
dobbiamo
sì
gran
parte
della
nostra
liberazione
.
Devot
.
C
.
F
.
StampaPeriodica ,
Fascisti
!
La
grande
battaglia
è
vinta
su
tutto
il
fronte
.
Il
"
bluff
"
del
sovversivismo
,
che
fino
a
ieri
ricattò
lo
Stato
,
che
fino
a
ieri
minacciò
la
tranquillità
della
Nazione
,
è
stato
duramente
,
inesorabilmente
punito
.
Crediamo
che
di
scioperi
generali
non
si
parlerà
più
per
un
bel
pezzo
.
L
'
Italia
può
oggi
,
mercé
il
sacrificio
dei
nostri
indimenticabili
morti
,
mercé
l
'
opera
santa
di
tutti
voi
,
o
fascisti
italiani
,
l
'
Italia
può
oggi
iniziare
,
senza
tema
di
essere
pugnalata
alle
spalle
,
la
sua
ricostruzione
morale
ed
economica
.
Italiani
!
Italiani
di
tutte
le
fedi
non
estranee
al
sentimento
della
Patria
,
italiani
di
tutti
i
partiti
non
stranieri
in
terra
italiana
,
il
Partito
Nazionale
Fascista
saluta
la
conquistata
vittoria
col
duplice
grido
che
è
poi
un
grido
solo
di
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Così
come
lo
salutarono
,
esalando
l
'
ultimo
respiro
,
i
nostri
squadristi
rinnovanti
la
leggenda
garibaldina
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Lavoratori
!
II
Fascismo
non
è
contro
di
voi
.
Il
Fascismo
sa
che
non
vi
è
possibilità
di
grandezza
per
una
Nazione
se
gli
uomini
del
lavoro
non
abbiano
tutelati
i
loro
legittimi
interessi
.
Ogni
diritto
è
preceduto
dal
dovere
e
la
legittimità
di
esso
incomincia
quando
il
dovere
è
già
compiuto
.
Il
vostro
primo
dovere
è
di
ricacciare
lontano
da
voi
chiunque
tenti
di
adoperarvi
contro
la
Patria
.
Il
Partito
Nazionale
Fascista
,
spezzando
le
catene
che
vi
mantenevano
schiavi
di
malvagi
pastori
,
che
dopo
avervi
spinto
all
'
inconsulto
sciopero
si
sono
,
nel
momento
dell
'
azione
,
vigliaccamente
eclissati
,
ha
ridonato
a
tutti
voi
,
o
lavoratori
italiani
,
la
Libertà
.
Sappiatene
saggiamente
usufruire
!
Fascisti
!
Riguadagnate
le
vostre
sedi
fieri
del
dovere
compiuto
.
Sia
cura
dei
capi
procedere
alla
smobilitazione
,
lasciando
i
necessari
presidi
solo
in
quelle
località
dove
la
situazione
lo
richiede
.
Le
squadre
,
prima
di
partire
,
rendano
gli
onori
all
'
Esercito
.
Esse
attendano
,
sotto
la
guida
dei
loro
capi
,
ad
intensificare
la
propaganda
,
consolidare
le
posizioni
conquistate
e
prepararsi
assiduamente
alla
più
grande
battaglia
futura
.
Essa
coronerà
degnamente
l
'
opera
nostra
.
Vita
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!