Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaPeriodica"
PERCHÉ I CONTADINI ABBANDONANO LA TERRA ( COCCHIARA GIUSEPPE , 1930 )
StampaPeriodica ,
... Si dice oggi , e quasi insistentemente : torniamo alla terra . Ma , fino a ieri , che cosa è avvenuto fra le classi dei nostri contadini ? Alla terra ci si fa i calli : e i giovani che fino ai sedici anni sono stati al campo o alla pastura , ai diciassette han pensato di far la domanda a un corpo . La città : e , finanzieri o carabinieri , essi faranno tutto il corso o si procureranno , poi , un impiego per rimanervi . Faranno i conducenti , faranno i facchini , faranno tutto quello che volete : ma le mani , ormai , sono bianche , e se faranno i calli sono i calli della città . Il paese , così , è il luogo , dove si ritorna vestiti a festa , coi calzoni e colla giacchetta di moda , colle scarpe gialle , col collo duro e col bocchino lungo . Meglio se ci si ritorna con una pensione e si impianta un negozio di salumaio o una rivendita di castagne abbrustolite . ... A creare questo stato d ' animo ha contribuito da una parte l ' emigrazione e dall ' altra la mancata sicurezza della campagna , in balia , specialmente nelle isole , di un maglio teso dove , finalmente , una spada è caduta dritta e forte . Chi non poteva emigrare in America emigrava in Italia . Ma anche colla sicurezza della campagna alle mie insistenti domande , rivolte a un lavoratore , il quale voleva che io gli facessi la domanda per arruolarsi in un ' arma , mi rispose ch ' egli non intendeva fare il contadino , perché il contadino è carne venduta . Stato d ' animo vago : ma si lascia la terra e ci si contenta di lavare i piatti anziché smuovere le zolle fresche di rugiada . Stato d ' animo incerto : ma perché la bellezza e la santità della terra perdono la loro stessa bellezza corporea ? L ' allontanamento dalla terra è anche allontanamento dalle proprie tradizioni . Se voi vedete un contadino che a quindici anni canta i suoi canti d ' amore , e segue le processioni , e si mantiene , insomma , legato al suo sacro retaggio , difficilmente questo contadino si allontanerà dalla sua terra . Se è , invece , o si mostra indifferente , e nel lavoro e al ritorno , quel contadino ha una meta : lasciare , anzi no , abbandonare la terra . La tradizione lega alla terra ed è , forse , sotto certi aspetti , l ' unico coefficiente che possa contribuire a risolvere il problema della bonifica contadinesca ... La collaborazione fra lavoratore e datore di lavoro , in questi casi , può fare moltissimo : ma se si pensa che il contadino , spesso , ha un campo suo ch ' egli stesso coltiva , ritmandone lo spazio , ci si accorge subito che il problema assume un carattere generale . Mi si dirà subito che prima ci vogliono strade , acquedotti , abitazioni , agevolazioni di credito agricolo . No : prima ci vuole la scuola . Ci vuole , cioè , la scuola rurale ... Oggi , finalmente , noi possiamo intendere la bonifica alla stessa stregua di come intendiamo la proprietà . Possiamo parlare di leggi demografiche , e il contadino nostro è quello che dà alla patria più figli . Senonché noi vogliamo anche arare per poter domani seminare e posdomani raccogliere . I contadini tornino , dunque , contadini . Dovunque : ma sopratutto da noi , poiché ritorno alla terra non significa ritorno alla fatica dura , ma ritorno alla santità e alla letizia . Il Governo ci darà acque , aprirà strade , riordinerà cattedre , costituirà scuole rurali , così come ci vogliono per i tempi nuovi : ma , bonificati i contadini , tutti quelli che conoscono le loro terre e i loro latifondi soltanto su le mappe dei catasti scendano dai loro palazzi e abbandonino i vari circoli dei civili , ultimo rimasuglio del più ibrido liberalismo e che bisognerebbe trasformare in Cattedre di agricoltura . È tempo che i piedi di tutti affondino nel maggese e che ai contadini si parli , a tu per tu , paternamente , fascisticamente .
StampaPeriodica ,
... Date a Cesare . La politica religiosa di Mussolini . Il Duce non ha bisogno di riconoscimenti : ma certo , Cesare ha in lui parlato ed agito con una coscienza di sé che non poteva essere più vasta . Esaminiamo il te - sto inedito del Trattato e del Concordato , secondo le primitive richieste della Santa Sede , e mettiamolo in relazione col testo definitivo : scorgete nitido il Mussolini dei discorsi parlamentari ; tutto quanto potesse intaccare i primi principi asseriti in quei discorsi è sparito senz ' altro . Le parole che scrisse Gioacchino Volpe , quando taluno pensava turbato ad una sorta di abdicazione , ad una fusione dello Stato nella Chiesa , " lo Stato Italiano con l ' alto sentimento di se stesso , che ha raggiunto , pur dando alla Chiesa più largo campo per muoversi , anzi appunto per questo , vigilerà che essa non trabocchi , " sono divinatorie . Ma il Volpe è quello storico che ognuno conosce , e sa bene come non si possa tradire la sto - ria ; ma anche l ' on . Mussolini sa questo : di qui il realismo della sua politica e la sua forza meravigliosa . Raccogliendo in volume le discussioni parlamentari sul problema dei rapporti fra Stato e Chiesa dal '61 al '70 , egli , che tutte le conosceva e le teneva presenti nel periodo delle trattative , ha voluto come documentare , se ve ne fosse stato bisogno , la profondità ideale del suo agire . Un ' azione sempre decisa , ma meditata , saggiata , tormentata col richiamo continuo ad un ' idea accolta per intero nella sua maestà , e resa pura da ogni elemento estrinseco . Quando , infatti , l ' on . Mussolini disse che egli compiva il Risorgimento , e custodiva nel Concordato l ' anima più genuina della Nazione , criticando quelle discussioni mostrò tutta la spregiudicatezza e in uno la fede del vero uomo politico che sa distingue - re l ' empirico mutevole dall ' ideale che non si può tradire . Lontano del pari , adunque , dai due eccessi contrari e maligni : elevare la diplomatica a ideologia , invilire l ' idea nel patteggiamento ; errore il primo che fiaccò spesso i nostri padri , il secondo che corrompe molti empirici . Tanta precisa chiarezza rende i due discorsi del Duce , come il libro del Missiroli , che quelli minutamente commenta in ogni loro motivo , corpus del pensiero dello Stato al riguardo ; la bussola , per dir così , che dovrà guidarci nei futuri viaggi di politica ecclesiastica ...
StampaPeriodica ,
Dopo il caso scandaloso del pennaiolo giudio Guido Verona , che ha tentato di rimpolpettare i Promessi Sposi con la sua indecente prosa da salumiere , ecco che mi salta fuori un altro imbrattacarte ad alta tiratura , l ' innominabile Pitigrilli , il quale , leggo su di un giornale , " è stato invitato a Padova , da quei Sindacati intellettuali fascisti , a tenere una conferenza , presenti le notabilità cittadine . " Mi congratulo anzitutto con " quei Sindacati intellettuali fascisti " per l ' iniziativa geniale , e mi auguro che il diletto sia stato pari alla fama dell ' illustre conferenziere . Ma fuor dagli scherzi dico che " quei Sindacati intellettuali " debbono essere piuttosto a corto di argomenti per invitare Pitigrilli al secolo Gino Segre autore della Cintura di castità e della Vergine a 18 carati e di altri nobilissimi scritti , come si vede perfettamente intonati allo stile fascista . Può darsi che il sig . Segre abbia anche una tessera fascista in tasca , ma non per questo egli è meno antifascista , perché non è ammissibile che uno faccia il fascista a parole e demolisca a fatti ciò che il Fascismo intende creare nella vita dello spirito . Sarebbe un po ' troppo comodo !
I GIOVANI E IL PROF. RUSSO ( NASTI AGOSTINO , 1930 )
StampaPeriodica ,
Richiamandomi ad un mio articolo apparso su questa Rivista , nel quale difendevo e dicevo le ragioni delle giovani generazioni , vorrei pregare Luigi Russo di tener presente che la giovinezza che noi attualmente esaltiamo non è affatto quella che ritorna ad ogni generazione per premere sulla generazione più adulta , e s ' in ghirlanda anacreonticamente di rose , e canta e ride ed è spensierata . Parlare di questa gioventù periodica e ricorrente sarebbe troppo facile ed anche un pochino ozioso , perché quel tipo astratto di giovinezza è generico e piuttosto da " letteratura , " ed è impossibile a richiamarsi oggi , per paragonarlo a questa gioventù , ai giovani di oggi . I quali , secondo Luigi Russo , sarebbero allegri , ignoranti e malati di lussuria ossidionale : vecchi e corrotti profondissimamente , tanto da " scattare " se li tocchi nel loro " particulare " e pronti a pararsi dietro i " destini della stirpe . " Questa definizione è , per lo meno , superficiale e frettolosa , ed è anche profondamente malata di una voluta artificiosità . Oggi è vero c ' è una visione più ampia ed una più inquieta esigenza verso la vita ( e questo è fenomeno universale e non nazionale ) , ma non rimproveriamo a questi giovani , cui fu necessario essere adulti e consapevoli e pronti ad una partecipazione decisiva e cruenta alla vita del loro Paese , di essere ciò che devono logicamente essere : privi di spensieratezza , e chiaroveggenti , senza " candore ingenuo " e " freddamente , misuratamente , religiosamente ( accettiamo in pieno questi tre ottimi aggettivi ) gerarchi , " e di desiderare un regime di vita non . meschino e banale ... Non possiamo impedirci di constatare con intima gioia e soddisfazione , che questi giovani dalla lussuria addomesticata ci hanno dato un regime che porta l ' Italia , o sta per portarla , in prima fila , mentre i loro padri senza lussuria l ' avrebbero lasciata eternamente in loggione . E vivono seriamente non come Russo pensa , cinicamente bruciano il vecchio Da Verona sulle piazze e assumono posti di comando che sono in realtà posti di responsabilità , di lavoro e non di passatempi gradevoli ...
StampaPeriodica ,
Giovanni Gentile , che noi amiamo per l ' acutezza , la vastità della cultura e l ' onestà e la sincerità cui fu sempre inspirata la sua opera scientifica e la sua azione politica , ha pubblicato un saggio sulle origini e la dottrina del Fascismo . " Per esattamente comprendere le origini del movimento fascista , " afferma il Gentile , " è d ' uopo rifarsi ai due partiti , o meglio alle due correnti politiche , alle due diverse concezioni dello Stato , che si trovarono in contrasto durante tutto il periodo del nostro Risorgimento . Da un lato il partito di destra , anti - individualista , sostenitore dello Stato forte , al cui interesse i singoli individui dovevano subordinare il proprio interesse . " Questo grande partito che in un ventennio circa riesce a formare l ' unità d ' Italia , fulcro e meta d ' ogni sua azione , rappresenta il vero spirito del Risorgimento che " attraverso alla varietà delle idee e delle tendenze ha un fondo comune : la fede nella realtà e nella potenza dei principi ideali che governano il mondo ; e quindi l ' opposizione al materialismo e la concezione spiritualistica della vita . " Concezione in - spirata sopra tutto dal Mazzini , che l ' autore pone al centro della sintesi spirituale del Risorgimento , quale propugnatore dell ' idealismo , inteso " come fede nella necessità dell ' avvento d ' una realtà ideale , come concetto della vita che non deve chiudersi nei limiti del fatto , ma progredire e trasformarsi incessantemente e adeguarsi a una legge superiore che agisce sugli animi con la forza stessa della sua idealità . " Di fronte a questa corrente politica di destra , la quale moveva dallo Stato all ' individuo , stava la concezione democratica , che poneva l ' individuo a fondamento primo dello Stato , e ad esso individuo ed alla sua pletorica libertà faceva servire lo Stato . Il rivolgimento dell " 876 segna l ' avvento delle sinistre e perciò l ' arresto , se non la fine , dell ' indirizzo idealistico della vita politica italiana e dà cominciamento al Governo delle sinistre , che ha pur esso il suo significato e la sua necessità storica . " Meno autorità , più libertà . " " La vita dal basso . " Concezione materialistica della vita , azione nell ' individuo assai più che attraverso lo Stato , stimolo delle energie individuali , indebolimento del governo centrale a favore della volontà popolare operante attraverso il suffragio elettorale ed i voti parlamentari . " L ' Italia della Sinistra dal 1876 alla guerra fu materialista ed anti - mazziniana . Un grande ministro , Crispi , avendo voluto restaurare rigorosamente l ' autorità ed il prestigio dello Stato e rialzare la bandiera dell ' idealità , precorrendo i tempi , cadde miseramente sotto la pressione della così detta democrazia , scatenatasi tumultuosamente contro il suo tentativo . " Queste due concezioni politiche nettamente antitetiche ritroviamo agguerrite e contrastanti sotto lo stimolo storico della guerra mondiale . La concezione idealistica è per l ' intervento ad ogni costo : essa raggruppa , come durante il Risorgimento , uomini di tendenze politiche diverse , i quali si chiamano tutti interventisti . Sia che vengano dal sindacalismo rivoluzionario soreliano , impregnato d ' idealismo e oppositore spietato del socialismo materialista e parlamentare , sia che giungano dal nazionalismo , esasperato di passione patriottica , o dai superstiti mazziniani o dai liberali fedeli alle tradizioni dell ' antica destra , tutti sono congiunti dalla volontà imperiosa di portare l ' Italia alla guerra . Contro di essi le sinistre dalle varie tinte democratiche o socialistoidi , tutte preoccupate di assicurarsi vantaggi materiali schivando ad ogni costo la guerra . Questa situazione storica si ripete con gli stessi gruppi e le stesse tendenze del '919 quando , " l ' Uomo dalla tempra eroica " reagisce al disfacimento dello Stato , afferma una superiore disciplina ideale , e lancia il richiamo forte che in breve raduna intorno a Lui , " strumento infallibile adoprato dalla Provvidenza per creare una nuova civiltà , " la parte migliore degli italiani , i combattenti eroici della grande guerra , i nuclei idealistici che , avendo rischiato la vita nelle trincee per la gloria d ' Italia , non esitarono a metterla una seconda volta a repentaglio per la salvezza e la potenza della Nazione . Questo , in succinto , l ' anello storico e ideologico che , secondo il Gentile , pone sullo stesso piano spirituale la destra storica del Risorgimento , l ' interventismo guerriero ed il Fascismo rinnovatore . Posti questi principi , il Fascismo , quanto meno nella sua essenza spirituale , è già chiarito . Le squadre d ' azione sono la forza di uno stato virtuale che tende a realizzarsi , avendo già i suoi presupposti teorici , impliciti nella sua stessa origine . Come si completano nell ' azione , come si concretano nello stato nuovo ch ' essi hanno creato ? Ecco i punti che riguardano più particolarmente la dottrina fascista . La quale , appunto per le sue origini , è nettamente idealistica , antimaterialistica e perciò porta in primo piano tutti , senza distinzione , i valori dello spirito : dalla religione , guida dell ' anima ; alla morale che rafforza e spinge a concezioni eroiche , alla cultura che pone su basi nuove , pratiche , originali . Poiché l ' idealismo cui si ispira il Fascismo non si perde in vane elucubrazioni puramente cerebrali , ma è presupposto e guida all ' azione . In tale senso vanno giustificate e lodate le critiche acerbe e le satire spietate dalla maggior parte degli scrittori fascisti rivolte all ' intellettualismo inconcludente , fatto di preziosità erudite e fine a se stesso . Tale " intellettualismo è divorzio del pensiero dall ' azione , della scienza dalla vita , del cervello dal cuore , della teoria dalla pratica : è l ' atteggiamento del retore e dello scettico , " che il Fascismo spregia e combatte . L ' idea vale in quanto precede , chiarisce e guida l ' azione , in quanto è mito operante , fede che sospinge . Da cui deriva fondamentale il carattere energetico e dinamico della dottrina fascista e l ' esaltazione in - condizionata dell ' azione tendente a concretizzare l ' idea , ad aderire alla realtà per superarla , conquistarla per plasmarla secondo l ' idea . Il motto mazziniano " pensiero ed azione , " quali termini inscindibili e interdipendenti , è divenuto uno dei cardini spirituali del Fascismo : il ricorso storico vichiano ha qui una sua chiara riprova . Lo Stato Nazionale Altro punto teorico del Fascismo è il suo carattere totalitario . " L ' analisi che non presupponga sempre l ' unità non conduce alla chiarificazione ma alla distruzione delle idee che hanno storicamente esercitato una grande efficacia . Segno che gli uomini non vanno presi a fette ma come unità indivisibili . " Carattere totalitario , dunque , da fissare nella definizione della dottrina fascista , la quale non concerne soltanto l ' ordinamento e l ' indirizzo politico della nazione , ma tutta la sua volontà , il suo pensiero e il suo sentimento . Ma il fulcro della dottrina risiede nella sua concezione dello Stato nazionale . Il quale ha bensì alcune caratteristiche comuni con lo Stato forte della destra storica , quali l ' anti - individualismo , l ' autoritarismo , la prevalenza del potere esecutivo : ma non si limita a questo armamentario costituzionale , a questo semplice rapporto di forza tra Stato e individuo che costituì una delle ragioni massime del rivolgimento politico del 1876 . In quanto , venuto meno il compito unitario che giustificava l ' azione della destra , il suo Stato si trovò svuotato di contenuto , poiché ad esso , pura formula , non aderivano più le forze vive del paese . Lo Stato fascista trae la sua fonte e la sua forza insieme dalla partecipazione allo Stato stesso di tutti i cittadini , poiché per il Fascismo " Stato e individui si immedesimano , o meglio sono termini inseparabili d ' una sintesi necessaria . " Per cui lo Stato è dentro noi stessi , matura , vive e deve vivere e crescere e grandeggiare ed elevarsi sempre in dignità e coscienza di sé e degli alti suoi doveri e dei grandi fini cui è chiamato , nella nostra volontà , nel nostro pensiero , nella nostra passione . Si sviluppa l ' individuo , e si sviluppa lo Stato ; si consolida il carattere del singolo e dentro di esso si consolida la struttura e la forza e l ' efficienza dello Stato . Ciò che distingue nettamente lo Stato fascista dallo Stato nazionalista , con il quale ha pur così numerosi e notevoli punti di contatto . In quanto il nazionalismo fonda lo Stato sul concetto di Nazione : entità che trascende la volontà e la personalità dell ' individuo , perché concepita come obiettivamente esistente , indipendentemente dalla coscienza dei singoli , per puro dato e fatto della natura , direi quasi geografico . Mentre invece lo Stato fascista è una creazione del tutto spirituale , esistente solo per virtù dei singoli , che lo compongono e lo potenziano . Per cui , mentre lo Stato nazionalista è aristocratico , lo Stato fascista è popolare , democratico , in quanto formato dal popolo come espressione reale di moltitudine ordinata . Tale concezione dello Stato supera e perfeziona la concezione idealistica hegheliana , in quanto lo Stato non è antitesi e neppure negazione dell ' individuo ( deviazione marxista ) , ma è il completamento dell ' individuo stesso in quanto essere sociale . Più che un rapporto di soggezione , esiste un rapporto funzionale , organico , per cui determinate funzioni spettano di diritto all ' arbitrio del singolo , altre spettano al singolo come facente parte della comunità ordinata , cioè dello Stato . Scindere nell ' individuo la qualità di cittadino da quella di uomo è assurdo , così com ' è assurdo scindere lo Stato dagli individui che lo compongono , in quanto ambedue formano unità perfette indi - visibili . Il punto di sutura , di congiunzione fra Stato e individuo il Fascismo non lo pone , come il regime liberale , nell ' elettoralismo , ma bensì nella produzione , la quale , si noti bene , è pur essa in funzione della potenza della Nazione . La base , le fondamenta dello Stato fascista sono formate dai cittadini produttori , inquadrati nelle rispettive corporazioni , che ormai non sono più contro lo Stato , in quanto formano esse stesse lo Stato dal quale hanno avuto non soltanto la rappresentanza economica , ma bensì attraverso la Camera corporativa anche la rappresentanza politica . Per cui lo Stato fascista può essere chiamato anche Stato dei produttori o , più comunemente , Stato corporativo . Punto di sutura saldissimo questo , che impedisce lo svuotamento dello Stato come avvenne nell ' '876 , non solo , ma che dà alle gerarchie possibilità di prim ' ordine per far penetrare l ' idea nelle officine o nei campi . Sicché la volontà , la fede e la passione del Capo possono penetrare con notevole rapidità nelle masse dei produttori aprendo per l ' avvenire orizzonti vastissimi alla Nazione italiana . Questa , in rapido volo , la sintesi del libro di Gentile . Libro prezioso quanto mai perché profondo nei concetti , chiarissimo e facile nella forma , ristretto al massimo nella mole ; tutto pervaso di sincera e traboccante fede fascista .
LE ISTITUZIONI MODERNE ( FERDINANDO , 1869 )
StampaPeriodica ,
Mentre gli uomini di studio spendono la vita per approfondire le più importanti quistioni , e scioglierle al lume di una ragione perfezionata dalla scienza , muove a riso o meglio a sdegno la facilità , onde tutte si pretendono tolte da chi ha più sani i polmoni e robusta la voce . Non v ’ ha problema più intricato di filosofia , di economia , di politica , di religione , a cui codesti signori coll ’ usata loro franchezza non dichiarino di avere del tutto risposto . A udirli , questa nostra è l ’ età dell ’ oro , giacché il progresso ci ha finalmente condotti all ’ epoca , nella quale ogni piaga ha la sua panacea , ogni dolore il suo balsamo . Ed infatti , i nostri vecchi mostraronsi sempre paurosi , ove trattassero la tesi della realizzazione dell ’ autorità : codesti nostri maestri battendo palma a palma ci vanno assordando col grido di voto popolare , di suffragio universale . Nei tempi passati l ’ istruzione del popolo formò l ’ oggetto delle più gravi riflessioni per parte dei saggi , affinché la cognizione dei diritti non impedisse l ’ osservanza dei doveri ; oggi è assioma , che il popolo debba essere istruito sopra i singoli suoi diritti , e ci giganteggiano innanzi le Società operaie . Una volta cercavasi , che nelle scuole l ’ istruzione fosse animata dall ’ educazione ; adesso non si vuole che la prima , e la dote precipua che si esige in un maestro o professore si è che appartenga ad un partito più presto che ad un altro . Fra le tenebre dell ’ antica ignoranza ci spaventava il pauperismo , ma di mezzo alla luce dei tempi nostri esso va distruggendosi a meraviglia coi ricoveri di mendicità . Allora l ’ infanzia presentava un problema anzi intricato che no , giacché lasciarla ai genitori di condizione poveri era un fomentare l ’ ozio , l ’ immoralità ; levarla neppure , che era uno spogliare la società domestica d ’ ogni sua gloria ; era un assorbire i diritti della famiglia nella società civile , un aggravare lo Stato di pesi , che non gli appartengono : adesso tutto è deciso cogli asili d ’ infanzia , cogli asili rurali . Non è poi a dire se avvantaggi l ’ industria ed il commercio : sorgono per tutto associazioni : e per quanto spetta all ’ agricoltura , ci fioriscono i Comizi agrari , i quali inondano le campagne di macchine , ch ’ è un ’ infestazione . Di istituzioni pertanto non abbiamo certo difetto , ma come va , che tutti lamentano e gridano alla miseria , all ’ ignoranza ? È forse un male l ’ istruzione , l ’ industria ? Sono senz ’ altro da condannarsi le società operaie , i comizi agrari , i ricoveri di mendicità ? No , rispondiamo senza esitazione : il male non istà in genere nelle istituzioni , ma nello spirito , che le informa e guastale . I maestri del moderno incivilimento vogliono sostituita alla carità del Vangelo la filantropia , all ’ opera della Chiesa i calcoli della scienza umana . Si vuol persuadere al popolo , che senza Papa e preti esso godrà quella prosperità che parea un sogno sperare . Di qui la smania di fondare sempre nuovi stabilimenti e creare istituzioni novelle . Di qui il vezzo di proclamare in tutti i toni i diritti del popolo , senza fermarsi mai o solo di passaggio a spiegargli i suoi doveri . Non basta . Costoro vorrebbero confinata la destinazione dell ’ uomo entro la vita presente , e però si adoprano a tutta forza di seminare di rose il cammino ; affinché tra il vortice degli affari di terra e il fascino degli allettamenti d ’ ogni fatta perda di vista i beni che lo attendono oltre la tomba . Siccome poi la sola Chiesa collo spirito e colla grazia del suo divino Istitutore è capace di sciogliere praticamente i problemi tutti , che riguardano l ’ uomo ne ’ suoi rapporti con Dio , con se stesso , col genere umano , così coloro che disdegnano il suo magistero debbono contraddirsi ne ’ principi , ed arrivare ad uno scopo opposto al prefisso o vagheggiato . I moderni ed il popolo La Chiesa nell ’ istruire che fece sempre il popolo , cercò di educarlo alla rassegnazione , al lavoro , alla grandezza della Croce . Gli stessi Collegi d ’ arte non erano che altrettante confraternite , in cui gli associati oltreché all ’ incremento e alla perfezione dell ’ arte attendevano al culto religioso , ed all ’ esercizio delle virtù . Così a cagion d ’ esempio nel 1679 trovavansi a Roma trentadue di siffatte associazioni , nelle quali si promoveva il culto divino ed esercitavasi la carità verso i fratelli . Infatti l ’ Università dei fornai formatasi l ’ anno 1500 eresse a Maria uno de ’ più sontuosi e vaghi templi , officiandolo con isplendide e devote festività : serviva gli ammalati negli spedali ; dotava giovanette nubili , accompagnava i defunti alla sepoltura , e ne suffragava le anime . Quella dei cuochi , ch ’ ebbe vita nel 1513 , edificato ch ’ ebbe un oratorio , vi cantava nei giorni festivi l ’ uffizio della Vergine ; visitava infermi e carcerati . E così ripetasi delle altre . Fu dunque il catechismo cattolico la scuola fondamentale e primaria del popolo . Vi risero sopra i nostri rigeneratori , ed eccovi a miriadi i professori innalzar cattedre di pedagogia , di medicina , di filologia , di storia , coll ’ aggiuntivo di popolare , già ben s ’ intende . Intanto uno sciame di maestri e maestre inondare le nostre campagne , e spiegare lo scibile ai contadini , affinché con più gusto dopo avere sfogliato i libri custodiscano gli armenti e maneggino la marra ! ! ... Bravissimi , così va fatto ! Ma i frutti di codesto vostro insegnare dove sono ? Ve lo diremo noi , se ci vorrete leggere . Voi altri avete bisogno del popolo per condurre a termine certi vostri disegni : onde a parole gli fate attorno gran festa , lo incielate , gli promettete mirabilia : ed intanto il popolo impara dalla vostra scuola e dal vostro esempio a conoscere la sua forza e la sua potenza : e quando voi ottenuto che avete il compimento dei desideri vostri , volete persuadere al popolo di rimanere nella sua posizione , vi risponde cogli scioperi coi tumulti , e coi delitti d ’ ogni maniera . Ecco il risultato delle vostre scuole popolari . Ce ne congratuliamo , davvero ! Riguardo poi ai figliuoli del popolo , la Chiesa ha continuato a curarli con materno affetto imitando l ’ esempio del suo fondatore : ma in pari tempo ha sempre inculcato , che incombe ai genitori l ’ educazione fisica e morale dei figli . I moderni sulle tracce dell ’ Inghilterra sollevano i parenti dal peso della prole , e la affidano a mani mercenarie affinché cresca se non altro al canto per prodursi nei teatri e farvi la comparsa di coristi . Il padre e la madre affinché si considerino dati all ’ ufficio di educare uomini sono venerabili , ma spogliati di codesta sovrana dignità che cosa sono ? E come in questo caso ci si presenta il matrimonio ? Ci rispondano di grazia certi economisti , che hanno il mandato , non sappiamo da chi , di illuminare i popoli , con una scienza , che vantano nuova , mentre è tanto antica quanto è antico il paganesimo e la sua dottrina . Ma degli asili infantili ne parlò il Pierpaolo l ’ anno scorso . I moderni e gli studi La Chiesa ha sempre ripetuto ai giovani studiosi la sentenza “ Initium sapientiae est timor Domini ” e le scuole progredivano assai bene . I moderni la cancellarono , e vi sostituirono elaborati sistemi , metodi di pedagogia , professori di nuovo conio , tutti fior di scienziati , esami e sopraesami , licenze , lauree . Nei ginnasi le grammatiche si studiano non materialmente , come anticamente soleasi , ma con metodo logico : onde il ragazzino di sei anni ti fa l ’ analisi logica delle proposizioni , a mo ’ di Aristotele . Peccato , che in questa perfetta unità , sieno tante le nomenclature , quanti i grammatici ! I maestri poi prima di assidersi in cattedra sono andati alle scuole di pedagogia , ed hanno appreso il come trasfondere nelle altrui teste il loro sapere . Adesso non si trascura il latino , ma si concede quel posto , che merita , all ’ italiano . Nei licei , non più due ma tre anni . Vi si insegnano filosofia , matematica , storia , fisica , scienze naturali , letterature . Nelle università oltre ai corsi ordinari diretti dagli uomini grandi del secolo , si hanno gli straordinari in città determinate . Non mancano per tutto professori di filosofia del diritto , di filosofia della storia , di economia , di commercio . Ad eccitare i giovani allo studio , prima che entrino nelle università , presentansi ad una commissione di professori , che loro fanno l ’ onore di interrogarli nello scibile , intanto che i loro componimenti viaggiano a Firenze per essere esaminati e giudicati da una scelta di uomini consumati nelle lettere e nelle scienze . Ora dopo un tale apparato , ci dicano i signori della Pubblica Istruzione come vadano gli studi in Italia . Oh non c ’ è bisogno di tante interrogazioni . La risposta leggesi di continuo nei giornali italiani , annotata e documentata . Nel corrente anno 1868 i candidati in Italia che hanno offerto i loro componimenti in iscritto sono stati 2.853 . Di questi sono stati approvati 1.803 nell ’ italiano : 833 nel latino ; 1.252 nel greco : cioè a dire nell ’ italiano si è scartato il 37 per cento , nel latino il 71 per cento , nel greco il 57 per cento . In tutti e tre gli esperimenti poi soli 456 sono stati promossi , il 16 per cento ! ... Notisi poi che nell ’ anno scorso dopo tutte le prove scritte ed orali si ebbe soltanto il 16 per cento di candidati alla licenza , mentre nel corrente le sole prove scritte hanno ridotto già al 16 per cento gli ammessi all ’ esame orale . I moderni e i ricoveri di mendicità Riguardo al problema della povertà , dell ’ accattonaggio e che so io la sana filosofia ha insegnato , che l ’ unico mezzo se non per estirpare almeno per diminuire il pauperismo si è di radicare nelle moltitudini i principi della morale cristiana . Tutto il resto o non giova o nuoce . L ’ esempio dell ’ Inghilterra persuada gli economisti i quali vogliono abolita l ’ elemosina , perché incoraggia la mendicità vagabonda , la poltroneria , e tende a distruggere l ’ industria ; lo scrisse fra gli altri il barone di Biefeld nelle sue Istituzioni Politiche . Ora per togliere di mezzo l ’ elemosina , aprono case e collegi di poveri , proibendo l ’ accattonaggio . Noi lo ripetiamo una volta ancora ; s ’ informino le moltitudini alle massime del cristianesimo , ed allora i popoli non ci presenteranno lo spettacolo continuo in Londra , dove si tolgono i diritti più sacrosanti all ’ uomo coll ’ imprigionarlo , se vuolsi , nobilmente , per l ’ unico delitto , che è povero e che stende una mano al passeggero affine di chiedere un soccorso . La prima condizione alla licitezza di una qualunque istituzione si è , ch ’ essa rispetti l ’ umana personalità . Non sarebbe vanto di civiltà il potere affermare , che per le strade non s ’ incontrano mendicanti , ove questi fossero impediti dalla forza d ’ elemosinare ; sarebbe bensì gloria verace per un popolo l ’ additare i suoi figli dediti alla fatica e alla moralità di guisa da non abbisognare , finché loro duri la sanità , d ’ andar vagando per le vie . Gli uomini poi debbono essere condotti al lavoro dal sentimento del dovere , non dal braccio della forza . In quest ’ ultimo caso torneremmo alla tirannide della schiavitù , ingentilita con apparenze più o meno leggiadre e con forme moderne . Lo Stato ove avesse il debito di proibire colla coazione l ’ ozio e gli oziosi dovrebbe aprire altri stabilimenti per quegli infiniti di numero che sprecano l ’ ingegno e le forze in mezzo allo stravizio , mentre giovare potrebbero alle famiglie e alla società . Bisognerà dunque conchiudere , che vi ha una scienza economica da applicare ai poveretti , ed una tutta diversa per gli altri ? Almeno si mostrano più sinceri quegli autori , i quali applaudono al sistema inglese , perché toglie l ’ incomodo d ’ incontrarsi ad ogni tratto in luride facce ed in cenciosi , che col puzzo contrastano colle essenze odorose , onde van profumati i bellimbusti e le femminette ; così per non esser contristati dall ’ aspetto della bara , il secolo vuole , che si trasportino i morti a determinate ore e per luoghi al possibile solitari ! È poi ridicola davvero la pretesa , che l ’ erario debba provvedere a tutti li mendici . Non pochi economisti la dichiarano impossibile . L ’ importante in questa materia è , che vadano d ’ accordo l ’ autorità pubblica e la carità dei privati ; e così cerchisi d ’ evitare i due fatali opposti eccessi e di lasciare in balía dei soli privati l ’ amministrazione degli istituti di carità , e di centralizzare tutte le opere pie . I moderni e l ’ industria Tutti sanno apprezzare i vantaggi , che ridondano alla civiltà dei popoli dall ’ industria e dal commercio ; e senza aver fatto studi profondi in fatto di economia tutti purché forniti d ’ un sano criterio applaudono alle utili scoperte ed invenzioni , onde si onora l ’ ingegno dell ’ uomo . Ma l ’ esaltare siffatti progressi materiali a scapito degli interessi morali non è opera di senno , è effetto di passione . Ora il far dipendere la prosperità delle nazioni dalla febbre di codesti materiali vantaggi : il misurare la loro floridezza alla stregua delle macchine , oh questo non può cadere in mente , che ad uomini educati alla scuola dell ’ utilitarismo ! Il perché quando voi economisti vogliate intessere il panegirico dei vostri trovati , tenete il nostro avviso . Mostrateci il popolo costumato e contento della sua posizione ; migliorate le singole condizioni ; ed allora passate alla descrizione delle vostre macchine , ché noi altamente vi loderemo e saluteremo in voi i benefattori dell ’ umanità . Ma fintanto , che il pauperismo cresce , ed aumenta l ’ immoralità , che il danaro si concentra in poche mani , voi potrete dire , che la scuola inglese fa progressi , non mai vantarvi d ’ essere i padri della società . Ma non capite , che la felicità dei popoli dipende anzi tutto dalla moralità : per cui mantenere ed accrescere ci vogliono ben altri principî , che non gl ’ invocati da voi . E qui rivolgendoci a quei dabbenuomini , paghi all ’ apparenza , daremo loro un consiglio . Prima di giudicare di una qualsiasi istituzione mirate ai principi tutti , che la informano , al fine proposito , ai mezzi di esecuzione , agli uomini che la dirigono : se in qualche punto patisse difetto di onestà , ricordatevi l ’ antico adagio Bonum ex integra causa , malum ex quocumque defectu e guardatevi dall ’ associarvi a coloro , che la vogliono introdotta . Se un Comizio agrario , ad esempio zelasse anzitutto nelle campagne il bene della religione e della moralità , e poi cercasse d ’ istruire quella buona gente sopra i mezzi possibili a far meglio prosperare l ’ agricoltura , sia benedetto : ogni onesto uomo dovrebbe esaltarlo . Se un altro all ’ incontro buccinasse all ’ orecchio dei contadini , che le troppe feste intralciano i lavori , e che farebbe mestieri ridurne il numero , non potrebbe certo essere frequentato da chi vantasi cattolico . Se un terzo non occupandosi né di religione né di morale perdesse il tempo in grandiosi progetti , in politiche declamazioni , in teorie brillanti di agricoltura , ed in filosofiche e giuridiche dissertazioni senza discendere ad una pratica attuale , riuscirebbe inutile , ed ingenererebbe anzi sospetto , che l ’ associazione fosse diretta a tutt ’ altro scopo . Così se gli asili infantili sotto la sorveglianza dell ’ autorità ecclesiastica raccogliessero i bambini orfani , o quei che assolutamente non possono ricevere un ’ educazione proporzionata al loro stato , cercando che un altro istituto li ricevesse a quell ’ età , in cui escono dallo stabilimento infantile , sarebbero altamente da commendare e da promuovere . Che se all ’ incontro diretti fossero da uomini apertamente ostili al cattolicismo , coll ’ intendimento più o meno manifesto di sostituire all ’ autorità paterna la loro e di eliminare dall ’ educazione i parrochi ed i sacerdoti , oh in questo caso si dovrebbero con tutto il calore condannare e proscrivere . Riuscirebbero poi affatto inutili , quando i giovanetti giunti all ’ età più pericolosa fossero trascurati e gettati sulla via . Alla stessa maniera se i ricoveri di mendicità ricevessero quei poveri , che spontanei chiedessero d ’ entrarvi , ovvero gl ’ infermicci , i vecchi od anche i discoli , ove fossero sotto l ’ influenza dell ’ autorità ecclesiastica in ciò segnatamente che la riguarda , non avremmo da eccepire ; ma che abbiano a servire come da ergastolo o , se vuolsi meglio , di collegio ; non finiamo d ’ intenderlo : né le altitonanti parole di qualche nostro professore han potuto convincerci . Intanto a compimento di questo articolo ripeteremo ciò che a proposito degli asili rurali fu scritto altra volta . Noi avevamo molte pie istituzioni , provate ottime dalla sperienza : ora perché invece d ’ ampliarle e migliorarle sonosi distrutte ? Possibile , che i nostri padri fossero sì poveri di mente e di cuore da non esser capaci che d ’ imprese inutili o dannose ?
UNA NOTTE COI VAGABONDI ( VUGLIANO MARIO , 1909 )
StampaPeriodica ,
La vita dei vagabondi ha sempre esercitato su me , fin da ragazzo , un fascino strano e potente . Ricordo che dalla finestra di casa mia seguivo con intenti occhi il passaggio di questi " camminanti " sul far della notte , quando per gli usci aperti si vedevano nelle case del villaggio splendere i fuochi della cena . Passavano essi quasi sempre soli ; avevano le barbe incolte che davano al viso smorto un aspetto anche più macero . Qual nostalgia negli occhi di questi senza tetto che laceri , vergognosi passavano guardando di sottecchi e sparivano dopo le ultime case sulla strada solitaria occupata già dall ' ombra ! Eppure , fanciullo ignaro , io invidiavo la loro triste sorte , il loro destino che così li spingeva per le strade del mondo verso l ' ignoto . Trovavano essi talvolta cortese ospitalità nelle case dei contadini e passavan la notte sui fienili . Ma spesso la diffidenza dei coloni non concedeva loro nessun riparo ed andavano , i poveretti , andavano ancora ... Nella città sorgono per i senza tetto ospitali asili . L ' altra notte io volli visitare uno di questi alberghi dei poveri : l ' asilo notturno Umberto I ... ... ci andai in incognito . Scelsi il più vecchio dei miei abiti , quello che presentava maggiori strappi e frittelle , mi spogliai di quel poco vile metallo che contenevano le mie tasche , tolsi dal dito il mio anello e dal taschino il mio orologio ; tutte cose inutili queste per un irregolare , un fuori legge , un vagabondo . Difatti che è l ' uomo senza quattrini ? Qual fanciulla . può serbar fede ad uno straccione ? Via dunque l ' anello , e via anche l ' orologio : le ore della fame son tutte eguali . Lasciai pure le chiavi : a chi servono esse quando non si ha più casa ? Per aprire le porte altrui , noi vagabondi , abbiamo i grimaldelli ... Quando m ' ebbi annodato al collo un vecchio foulard di seta che già mostrava il cotone e con la mano mascagnamente feci sconvolte le mie chiome , mi guardai nello specchio . Ça marche ! ... Uscii , non senza vergogna , lo confesso . Era il tramonto . Corso Vittorio formicolava di belle signore . Al mio passaggio , alcuni onesti bottegai si diedero di gomito . Due questurini mi fiutarono . Un amico passò ... senza vedermi . Eh , la sapienza dei proverbi dissi tra me : l ' abito non fa il monaco ! Fatta questa profonda constatazione , ed un ' altra non meno profonda sugli amici che salutano quando sono in vettura o passano al fianco d ' una bella compagna , svoltai piano , piano in corso Massimo d ' Azeglio . Ero dunque una res nullius , un perfetto vagabondo ! Le occhiate dei passanti che ritornavano alle loro case non mi lasciavano alcun dubbio : le mani in saccoccia , la testa ciondoloni , gli occhi tristi come di cane sperduto , andai , andai fino a che giunsi in corso Dante , dove sorge ( ironia del nome ) l ' asilo notturno Umberto I per le persone d ' ogni età , sesso , patria , fede , sprovviste di rifugio . Era quello il mio luogo . ... Mi diressi dunque verso il pio istituto . Innanzi ad esso già passeggiavano con aria indifferente alcuni compagni . Due mi chiesero : - Si passa per di qui ? - Credo . Entrammo insieme . Ma un inserviente come ci vide gridò , non senza asprezza nella voce : - Ancora è presto , vadano fuori , chiamerò poi io quando sia tempo . Uscimmo un poco mortificati . - Che superbia ! - disse il più vecchio dei miei compagni , un operaio dalla barba incolta . Era un piemontese che veniva da Berlino . L ' altro era molto più giovane , brutto , con due grandi occhi da vitello , e parlava con spiccato accento meridionale . - Son dieci giorni che non mi cavo le scarpe - disse . - Che buona dormita farò stanotte . Ci sedemmo aspettando nel breve ineguale spiazzo erboso che si stende a fianco dell ' asilo . L ' operaio piemontese tirò fuori una corta pipetta di gesso , l ' accese con un mio fiammifero , fumò un poco e poi la passò al giovane napoletano . Restammo così , senza parlare , per qualche tempo . Annottava . Dalle colline oltre il Po si levò improvvisa la luna animando di gialli riflessi le ombre circostanti ... Un battito di mano mise in fuga i sogni , mi richiamò alla realtà di vagabondo : l ' inserviente dell ' asilo chiamava i suoi cenciosi ospiti . La saletta d ' accettazione si riempì subito d ' una turba di miserabili d ' ogni età , col viso gualcito dalle fatiche e dalla miseria ; ciascuno gettava il proprio nome e cognome dentro uno sportello dietro cui il direttore scriveva . Che fetore di cenci e di sudiciume saliva dal branco umano ! Ciascuno diceva col nome anche la professione : erano operai quasi tutti . Un vecchio signore col paletò abbottonato sino al bavero , pronunziò le proprie generalità , tutto vergognoso . Era un impiegato di Novara , celibe . Dopo lui passò un giovinotto dal profilo femmineo , sorridente . Venne la mia volta . - Si chiama ? Dissi il nome di un caro amico . - Ha le carte ? - Nessuna . - Per domani sera , passi in questura a provvedersele . - Sissignore . - Prenda il n . 13 . Ero accettato . Passai nello spogliatoio , un vasto stanzone retangolare diviso nel mezzo da un comune lavamani . Contro le pareti , segnati dal rispettivo numero , pendevano sacchi di tela e vestiti di rigatino bianco azzurro . Cominciai a spogliarmi insieme agli altri . Mi pareva di essere tornato alla visita militare . Spogliandomi lentamente , guardando i corpi dei miei compagni uscir dall ' involucro cencioso : corpi consumati di vecchi e corpi esili d ' adolescenti mal nutriti e già deformati dalla fatica . Che pena e che nausea . Il mio vicino mi interpellò : - In che luogo siamo capitati , non è vero ? Era il giovinetto dal profilo femmineo ; un profugo triestino , come seppi poi , che aveva issato il tricolore italiano sul Municipio di Trieste . Conosceva quattro lingue ma non trovava impiego . Contento di trovarsi in mia compagnia , già pratico del luogo , mi aiutò nelle mie bisogna . - I suoi vestiti li chiuda nel sacco che le han dato , - mi disse , - così . Prima di indossare la camicia dell ' Asilo , una camicia di bucato , ci recammo a prendere la nostra doccia ; e poi rivestiti di uno di quegli abiti di tela turchina , coi piedi nudi infilati come si poteva dentro a strepitosi zoccoli di legno , passammo nel refettorio . Anche qui , la massima pulizia , un non so che tra il convento , il collegio e la prigione . Una doppia fila di tavole , nel mezzo ; contro una parete il busto di Re Umberto , contro l ' altra un armadio a vetri per i libri . Qua e là , scritte sui muri , alcune , massime morali , inneggianti per lo più , alla carità . Mi sedetti . Vicino a me era il vecchio impiegato di Novara ed un altro . La divisa ci faceva tutti eguali come nel collegio . Disse , però , un giovane dal viso losco : - Mi sembra di essere nuovamente al reclusorio di Pallanza . Non avevano comuni le memorie , come si vede . La sala si riempiva e si animava . Coi ... colleghi si fa presto amicizia . Si formarono gruppi e si cianciava a viva voce . Un vecchio operaio chiese al giovane triestino : - E il professore di francese ? - Non l ' ho veduto più . - Stava male ieri sera . Che sia andato all ' ospedale ? Feci notare al mio compagno che tutti erano abbastanza lieti , parlavano di voglia . - La prima sera ho pianto , io - rispose . Gli altri , si vedeva , erano abituati alla loro sorte : si consideravano felici di poter trovare un pubblico ricovero per la loro carne stanca ; l ' asilo notturno aveva perduto tutto ciò che ha di degradante , era un loro diritto , infine ! Un compagno che aveva viaggiato mezzo mondo ed aveva dormito in tutti gli asili notturni , paragonava tranquillamente , sotto i rapporti dell ' igiene e della comodità , l ' albergo dei poveri di Torino con quello di Milano e di Vienna . Non mancava tra il gregge dei vagabondi operai , l ' intellettuale , naturalmente anarchico . Aveva la barba e i capelli arruffati , gli occhi azzurri d ' un bimbo , che guardavano fisso dietro le lenti a stanga . Parlava a scatti , con frasi da eroe gorkiano , era istruito . - Chi siamo noi , che siamo , eh ? Nessuno sa chi sia , né donde viene , né dove va ! E poi , scaldandosi a mano a mano , giù una carica a fondo contro i grossi borghesi , i filistei infarciti di buon senso confinante col cretinismo . Molti lo ascoltavano con occhi intenti , approvando . Solo il vecchio impiegato di Novara taceva in un canto . Guardava , per le finestre , la città accendersi di lampadine famigliari intorno a cui ridevano volti amici . E certo il pensiero della sua miseria , della sua solitudine lo doveva , ora , maggiormente angosciare poiché i suoi occhi erano umidi di pianto ... - Occorre uno alto per mescolare la minestra ; chi viene ? - domandò un inserviente . - Io , - risposi . E tenedomi con una mano le mie brache azzurre che minacciavano ad ogni momento di scivolarsene via , saltellai sui miei zoccoli verso la cucina . Qui , con un gran mestolo compii la bisogna , come un perfetto re dei cuochi . Quando gli inservienti recarono la minestra fumante in grosse e bianche scodelle , i visi degli ospiti ( una cinquantina ) si illuminarono di contentezza , e ciascuno prese a mangiare con discreto appetito . Non era cattiva quella minestra di paste e fagiuoli ; un po ' salata , forse . Ne mangiai una parte , dando il resto al mio vicino che era un affamato autentico . Quando il pasto fu terminato , ci si mandò a cuccia in un dormitorio comune , vasto e pulito , pieno di piccoli lettini in ferro di cui ciascuno porta il suo numero e il nome del fondatore ... Il mio vicino , un giovane montanaro allegro , tamburellava contro l ' arcuato e basso paravento in ferro che divideva i nostri letti . Doveva essere un senza - letto per economia ; l ' avevo visto arrivare sbocconcellando una micca e con un misterioso fagotto sotto il braccio . Doveva venire di Francia insieme a quegli altri che ora si interpellavano in un francese di Biella , e certo doveva nascondere nelle calze il suo gruzzolo . Frodava come me , per dilettantismo di giornalista , lui per amor d ' economia , la carità pubblica . Quando i lumi furono abbassati e gli inservienti uscirono nel corridoio , il chiasso si fece più vivo : lazzi , rumori da demonio dantesco echeggiarono per il vasto stanzone dove i più stanchi già si permettevano delle distrazioni cacofoniche nasali . Accadeva anche così nel mio collegio : ma allora era dolce riposare così in comune , giovani tutti , eguali , con l ' anima e la mente tesa ad una stessa meta . Ora , invece , la mia personalità si ribellava a quell ' assieme d ' ignoti ; non senza una strana inquietudine ascoltavo l ' ansito dei respiri affannosi , calmi , sordi , fischianti ; le parole confuse che alcuno diceva nel sonno su cui la vita gravava ancora il peso dei suoi travagli . I trams che passavano ronzando come giganteschi mosconi dagli occhi di bragia e inferociti , mi davano un sussulto , mi richiamavano a mente le vie cittadine illuminate e piene di gente , i ritrovi notturni , i caffè , i teatri , tutto ciò che di buono è concesso alla gente ... per bene . E pensavo al contrasto che offriva la vita dei miei compagni : una lotta brutale per il pane , senza sorrisi d ' arte e d ' amore . M ' addormentai tardi , quella notte , e il mio sonno fu spesso turbato dai passi di qualcuno che usciva in camicia . Verso le cinque una campanella stridula destò i vagabondi . La sveglia fu salutata da improperi generali , poiché essa veniva a ricordare ai felici dormienti la miseria passata e la presente , il ritorno alla vita triste e senza speranze . Fui sorpreso , ancora mal desto , di trovarmi in quel luogo ; poi , come la coscienza ritornò , fui preso da un lancinante bisogno di levarmi da quel bagno di miseria , di fuggire all ' aperto . Mi lavai , con gli altri , in fretta ; qualcuno mi salutò . Pensando che tra poco sarei tornato ad essere " io " fui preso da una viva pietà per tutti quei miserabili veri , per tutti quei compagni d ' una notte , compagni che non sapevano di me , come io non sapevo di loro , che non avrei più rivisto e avrebbero continuato il loro triste pellegrinaggio per le vie del mondo . Tolsi dal mio sacco i vestiti e quando fui rientrato in me stesso , uscii col giovane triestino e l ' anarchico , tenendo sotto il braccio il mio pane . Sulla porta , il direttore mi disse : - Si ricordi le carte , eh ! ? - Sissignore ! Erano le sei : la città ci colse col suo primo sbadiglio grigio e polveroso : porte e finestre sbattute ; le botteghe e i portinai ci scopavano sui piedi le immondizie della casa . Camminavano sfiaccolati come materassi . I miei due compagni erano più allegri di me . L ' anarchico lanciava moccoli all ' indirizzo delle donnette che sbattevano , dai terrazzi , i loro panni sul nostro capo . Giunti in via Madama Cristina , entrammo in una latteria a far colazione : pane dell ' asilo e due soldi di latte . - Ben , ora vi lascio - dissi ai miei due amici . - Te ne vai ? - Sì . - Dove ? - A casa mia ! L ' anarchico e il giovane triestino mi guardarono stupiti , e poi , dandomi del lei , mi salutarono alquanto freddamente . Sparirono insieme , verso il Valentino . Non appena a casa , mi rivestii da capo a piedi . Con quale voluttà , cinsi al mio collo un alto e lucido solino , e con le tasche sonanti scesi al Caffè Ligure , ordinando : - Cameriere , un chop ! Pagavo ero di nuovo " qualcuno " .
StampaPeriodica ,
New York , giugno - Martedì mattina 16 giugno , nel mio ufficio , al quinto piano del « New York Herald Tribune » , mi venne recapitata a mano questa lettera : « Egregio signore , con la presente siete invitato a trovarvi alla porta d ' ingresso del penitenziario di Sing Sing , in Ossegning , N.Y. , non più tardi delle ore 22.30 del 18 giugno . Il vostro nome è stato incluso tra quelli dei rappresentanti della stampa americana ed estera ammessi a ricevere , all ' interno del penitenziario di Sing Sing , diretta informazione dell ' esecuzione capitale di Ethel e Julius Rosenberg . Tale esecuzione , da compiersi mediante elettricità ( « by electricity » diceva il testo inglese della lettera ) , è stata da me ordinata per le ore 23 di detto giorno 18 giugno . Vogliate portare con voi la presente lettera . Distinti saluti » . La lettera era firmata : William S . Carroll , federal marshall degli Stati Uniti di America . Dal giorno in cui il giudice Kaufman pronunziò la sentenza di morte , i15 aprile 1951 , i Rosenberg erano riusciti a tener lontana la sedia elettrica per due anni e due mesi . Nella cella dei condannati a morte , dove non si resta che per qualche settimana , i Rosenberg vivevano da ottocento giorni . Avevano strappato venti mesi alla morte con la prima serie dei ricorsi , che fece annullare la data dell ' esecuzione fissata da Kaufman per il 21 maggio 1951 , trasportandola al 12 gennaio del 1953 . Li salvò la seconda volta la vittoria di Eisenhower alle elezioni americane . Quando essi inoltrarono domanda di grazia al presidente degli Stati Uniti , due giorni prima della data di morte , Truman stava preparandosi a lasciare la Casa Bianca , dove Eisenhower entrò i120 gennaio . Si dice che Truman abbia molto esitato prima di rimettere al suo successore , con le altre pratiche in sospeso , la supplica dei Rosenberg . Egli si sentiva ormai un presidente senza poteri , e una decisione così importante alla vigilia della partenza non volle prenderla . Forse Truman avrebbe graziato i Rosenberg . Pochi mesi prima aveva graziato Oscar Collazo , il portoricano che aveva tentato di assassinarlo davanti alla Blair House . Invece era pressoché certo che Eisenhower avrebbe negato clemenza ai condannati . Quando era comandante in capo in Europa Eisenhower dovette decidere varie volte su domande di grazia , e sempre le rifiutò . Egli ha un concetto molto rigido della giustizia , il concetto di un generale e di un protestante di setta rigorosa . Inoltre Eisenhower era stato portato al potere da una maggioranza che rispecchiava i sentimenti più nazionalistici , più intransigenti della società americana . Eletto presidente , egli era divenuto allo stesso tempo l ' alfiere e il prigioniero di questo stato d ' animo . Io credo che se si fosse fatto in America un referendum sulla sorte dei Rosenberg , ci sarebbe stata una maggioranza favorevole all ' esecuzione . L ' opinione pubblica americana è convinta che essi fossero colpevoli , e che meritassero la condanna capitale . Ma sono altrettanto certo che questa maggioranza avrebbe corrisposto pressoché esattamente , cittadino per cittadino , con la maggioranza che ha votato per Eisenhower il 4 novembre . Tre settimane dopo essere entrato alla Casa Bianca , Eisenhower rifiutò la grazia per i Rosenberg , affermando che il loro delitto era peggiore d ' un assassinio , e che , attraverso i vantaggi forniti alla Russia dalla conoscenza dei segreti atomici , metteva in giuoco la vita di milioni di persone . Una terza data venne fissata per la chair : il 9 di marzo . I Rosenberg avevano guadagnato altri due mesi , ma ora il margine di speranze si riduceva . Un nuovo ricorso davanti alla Suprema Corte riuscì a fare ancora sospendere l ' esecuzione . Gli avvocati mettevano in campo gli ultimi argomenti , la Corte sentenziava gli ultimi rifiuti . Migliaia di pagine di documenti compongono il fascicolo della causa , che porta questa intestazione : « Stati Uniti d ' America contro Julius e Ethel Rosenberg » . Alla fine di maggio , il giudice Kaufman stabilì , per la quarta volta , il periodo dell ' esecuzione nella settimana che cominciava il 15 giugno . Il marshall William Carroll scelse come più opportuna , in quella settimana , la data di giovedì 18 giugno . I1 15 giugno la Suprema Corte si sciolse per andare in vacanza , dopo avere decretato che ogni argomento legale era stato esaurito , e che la sentenza non doveva più subire rinvii . « Rosenbergs in chair thursday » scrivevano i giornali . Mi misi la lettera del marshall Carroll in tasca . Pensavo che i Rosenberg avevano perduto la partita . Invece stavano per cominciare ottanta ore drammatiche . Nella stessa giornata di martedì un altro tentativo venne compiuto col giudice Douglas , uno dei nove membri della Corte Suprema . Quando la Corte è vacante , in casi urgenti , straordinari , ciascuno dei suoi membri ha la facoltà di agire con i medesimi poteri dell ' intero collegio , prendendo misure sospensive in attesa della plenaria ratifica della Corte . Douglas aveva spesso votato in favore dei Rosenberg nelle decisioni dei due anni passati , con i giudici che erano rimasti in minoranza . Stette un giorno e una notte a meditare i documenti , e fu preso da una crisi di coscienza . Il giudice Kaufman aveva applicato ai Rosenberg la condanna a morte secondo il dispositivo di una legge del 1917 sullo spionaggio . Era la prima legge americana che verteva su questa materia . Gli Stati Uniti nei primi due secoli della loro storia ignorarono il reato di spionaggio ; ma nel 1946 era stata promulgata un ' altra legge speciale per lo spionaggio relativo ai segreti atomici . Questa legge prevede la pena di morte solo nel caso in cui la giuria la raccomandi esplicitamente . La giuria popolare che diede il verdetto del caso Rosenberg era composta da undici uomini ed una donna . Tutti si pronunziarono per la tesi della colpevolezza ma non aggiunsero nessuna indicazione della pena . Applicando la legge del 1946 , i Rosenberg non dovevano morire . Il loro reato era stato compiuto prima , negli anni dal 1944 al 1945 . Si poteva concedere loro il beneficio della retroattività ? Douglas non rispondeva alla domanda , ma sosteneva la necessità di valutare attentamente se i Rosenberg erano stati condannati con la giusta legge . In attesa di supplementari accertamenti egli concludeva annullando l ' ordine di esecuzione . La decisione di Douglas venne resa pubblica mercoledì mattina nel mezzogiorno , a poco più di trenta ore dal momento in cui i Rosenberg dovevano venire giustiziati . I giornali cambiarono titolo . « Rosenbergs spare chair » portavano sulle testate : i Rosenberg evitano la sedia . Molti di questi titoli avevano il punto esclamativo , cosa rarissima nelle abitudini giornalistiche americane : « Douglas adjourns chair ! » , Douglas rinvia la sedia . Quel punto esclamativo voleva dire che si trattava d ' un atto inaudito , inatteso che la maggioranza degli americani disapprovava . Accadde infatti che a Washington i parlamentari , i magistrati insorsero contro l ' arbitrio di Douglas , contro la crisi di coscienza d ' un solo individuo , che fermava il corso della giustizia . La Suprema Corte venne riconvocata di urgenza , con i giudici che erano già in villeggiatura richiamati a Washington nella notte con ogni mezzo , dal treno all ' aereo . Douglas era partito la sera in automobile verso i laghi del nord . Si fermò a mangiare in un alberghetto sulla strada e , dalla radio , apprese che la Corte era stata convocata per rimettere in discussione quello che egli aveva deliberato . Apprese anche che in Parlamento era stata deposta una domanda di inchiesta su di lui . Prima di giorno era di nuovo a Washington . La Corte restò riunita giovedì pomeriggio e venerdì mattina . La quarta data della chair , il 18 giugno , era trascorsa con i Rosenberg ancora vivi . Ma la mattina di venerdì 19 la Corte decise contro Douglas e contro i Rosenberg . Fu l ' ultima pausa di respiro nella battaglia . Dopo , tutto precipitò . I giornali pubblicarono : « Rosenbergs got chair » , i Rosenberg hanno avuto la sedia . Una prima comunicazione del marshall Carroll avvertì che l ' esecuzione era stata fissata per la sera stessa alle ventitré . Poi sorsero delle difficoltà per il fatto che i Rosenberg sono israeliti , e che il venerdì , al tramontare del sole , comincia la festa rituale degli ebrei , il Sabbath . Benché i Rosenberg non fossero praticanti e si proclamassero atei , non si voleva interferire con la credenza religiosa . L ' esecuzione venne anticipata alle ore venti . Nelle poche ore tra la decisione della Corte e l ' esecuzione una nuova domanda di grazia venne presentata ad Eisenhower , sotto forma di lettera scritta da Ethel Rosenberg . Qualche migliaio di dimostranti si riunì a New York e a Washington , con cartelli che dicevano : « Do not that Rosenbergs go to chair » , non lasciate che i Rosenberg vadano sulla sedia . Una linea telefonica in contatto diretto con la Casa Bianca era stata approntata a Sing Sing , per il caso che l ' ordine di grazia arrivasse all ' ultimo momento . Ma alle sette meno un quarto , la sera di venerdì , giunse la notizia che Eisenhower respingeva l ' appello alla clemenza . Alle sette i barbieri del penitenziario andarono a tagliare i capelli a Julius e a Ethel . Alle sette e un quarto i condannati vennero vestiti per l ' esecuzione : abiti di tela spessa e scura , e ciabatte di feltro . Alle sette e mezzo arrivò il rabbino per i conforti religiosi . Alle otto meno dieci entrarono i medici . Spettava ad essi decidere chi doveva essere giustiziato per primo , tenendo conto delle condizioni fisiche e nervose dei condannati . Il più debole dei due avrebbe dovuto precedere l ' altro . I medici trovarono sia Julius che Ethel calmi ed indifferenti , d ' una impenetrabile impassibilità . Fu un motivo di topografia che fece cadere la scelta su Julius . Se fosse andata Ethel per prima , essa sarebbe passata davanti alla cella del marito , e Julius avrebbe udito il fruscio del corteo che si avviava verso la stanza della morte . Julius si incamminò alle otto e due minuti . Alle otto e sei minuti il suo cadavere era portato nella sala anatomica per l ' autopsia . Ethel morì dieci minuti dopo , alle otto e sedici . L ' esecuzione sulla sedia elettrica viene compiuta con tre scariche successive , che passano nel corpo dei condannati , legato con cinghie ai bracciuoli , attraverso due elettrodi : uno a contatto del capo e l ' altro applicato alla gamba destra . Per Ethel furono necessarie cinque scariche . Dopo la terza scarica , i medici trovarono che il cuore batteva ancora , e fecero un cenno al manovratore dei congegni perché abbassasse ancora l ' interruttore . Si chiama Joseph Francel , ed è un mutilato della prima guerra mondiale . Da 14 anni fa funzionare la sedia elettrica di Sing Sing , ed ha già eseguito centinaia di esecuzioni capitali . Nessuno lo chiama « carnefice » , il suo titolo è switchman , elettricista addetto alle leve . Lo Stato di New York gli corrisponde 150 dollari , circa centomila lire , per esecuzione . Quando i Rosenberg furono giustiziati le guardie sulle torri di sorveglianza lungo le mura di Sing Sing incrociarono ed aprirono le braccia , come fanno i marinai sulle navi per le segnalazioni a distanza . È quello l ' avvertimento che si dà quando una esecuzione è compiuta . Lo videro i prigionieri alle finestre nei fabbricati di mattoni rossi delle carceri , lo videro i quattordici condannati a morte che aspettano la loro ora nelle celle dalle quali Julius ed Ethel erano usciti pochi minuti prima , lo videro i cronisti in attesa sul piazzale davanti alle prigioni . Alle otto e mezzo uscirono gli ultimi titoli per í Rosenberg : « Rosenbergs died in chair » , i Rosenberg sono morti sulla sedia . A Washington i dimostranti gettarono i loro cartelli a terra , davanti ai cancelli della Casa Bianca . Vidi nei viali del penitenziario il furgone che veniva a prendere i cadaveri . Il sole stava tramontando . In una sala dalle pareti bianche e nude , con un ventilatore sotto il soffitto , restava il protagonista della storia : la chair : una grossa sedia di quercia scura , con lo schienale inclinato e le cinghie che pendevano dai bracciuoli .
StampaPeriodica ,
Quando il sol perderà moto e splendore ; Quando di stelle sarà privo il cielo ; Quando la terra non avrà calore ; Quando unito vedremo il fuoco al gelo ; Quando parlerà il vero un impostore ; Quando il leon divenga un ragnatelo ; Quando all ’ uomo sia tolto ogni malore ; Quando la quercia si converta in melo ; Quando non avran pregio argento , e oro ; Quando il vizio a virtù non farà guerra ; Quando tempesta ai campi fia ristoro ; Quando gli augei , de ’ muli avran la soma ; Quando cittadi , e regni andran sotterra ; Avrete , o ciuchi , il Campidoglio , e Roma .
IL BUE MORTO ( SOFFICI ARDENGO , 1909 )
StampaPeriodica ,
A un tratto il veterinario sbucò di dietro lo stecconato dell ' orto , attraversò l ' aia avvampata di sole e si diresse verso la stalla . Era seguito da un carabiniere , dal garzone del macellaio armato di una sega e di diversi coltelli , e dalla guardia comunale , vestita di bigio , col berrettino filettato di verde e due bottiglie , una per mano , dalle quali esalava un puzzo d ' acido fenico e di petrolio che si diffondeva per l ' aria , di qua e di là . Dietro a loro si accalcava in tumulto la marmaglia dei ragazzi moccolosi e scalzi , strillando , bezzicandosi . Di sulle porte delle case vicine , le donne colla pezzola sugli occhi per via del sole e la treccia in mano , guardavano senza muoversi . Alcune ragazze invece che lavoravano sedute in crocchio all ' ombra del pagliaio , si rizzarono in furia buttando la treccia sulla seggiola e corsero a vedere . Le ciantelle e le voci riempiron l ' aia di un brusio disordinato . Il veterinario , senza neanche voltarsi , spinse l ' uscio rosso della stalla che era rabbattuto ed entrò . Il Faluca che l ' aveva scorto dal campo dove zappettava , arrivò pure di corsa , in zucca , scamiciato , sudato dal gran caldo , traversò la calca dei bambini e delle ragazze e messosi alla coda della brigata infilò anche lui nella stalla chiudendosi l ' uscio dietro . La stalla bassa e umida , era immersa in una oscurità quasi completa ; la poca luce verdognola che scendeva da un finestrino , attraverso i pampani di un tralcio avviticchiato all ' inferriata , non lasciava scorgere altro che un manzo bianco , ritto accanto al muro , con la testa rivolta sospettosamente verso la porta ; ma non passò un minuto che anche la massa enorme del bue morto apparve distinta ai piedi del vivo . Giaceva arrovesciato sulla schiena con le quattro gambe in aria , il corpo gonfio e duro , il muso volto per parte e la lingua paonazza che penzolava fuori dei denti . Di fra il corno e l ' orecchio incartapecorito si vedeva l ' occhio bianchiccio , velato che conservava ancora come un ' espressione di terrore . La moglie del contadino , che nessuno aveva ancor vista , ritta nel buio vicino al falcione , guardava la bestia e piangeva silenziosamente . Un ragazzo di una tredicina d ' anni le si stringeva addosso . e anche lui fissava il cadavere del manzo ; ma il suo viso era duro e pareva che non pensasse a nulla . - Dunque , sor Negri , - domandò il capoccia , rompendo per il primo il silenzio - lei la crede ? ... - Credo ? - rispose il veterinario , voltandosi quasi offeso alla domanda inattesa - non credo , ne son certo ! Era un omino macilento e dispettoso , vestito di lustrino nero , calvo e con degli occhietti e un naso rosso da ubriacone . La sua risposta fece restar male il contadino . - Bah ! - fece questi , incredulo , e abbassò la testa , rapata . - Che bah ! e non bah ! - ribatté l ' altro - v ' ho detto che è carbonchio , malattia contagiosa e che bisogna sotterrarlo ; cosa vorreste ? farlo mangiare alla gente ? La donna , come se non avesse aspettato che questa sentenza , scoppiò in singhiozzi ed uscì dalla stalla . Il carabiniere , la guardia e il garzone del macellaio si guardavan fra loro come per domandarsi l ' un l ' altro cosa bisognasse fare . - Avanti ! - disse allora il veterinario rivolto verso il giovane beccaio - levagli la pelle e sparalo . Non hai mica dei graffi nelle mani eh ? - domandò poi - bada che è pericoloso . Ma il giovanotto non l ' ascoltò nemmeno . Pareva che nessuno credesse - alla malattia della quale il veterinario voleva far credere fosse morto il bove . I tre uomini , aiutati dal capoccia e dal ragazzo , presero la bestia per la coda e la trascinarono nel mezzo della stalla . Il Negri che si sentiva affogare dall ' odor grave del concio ribollito e del fiato della bestia e degli uomini , accese un mezzo sigaro e messe la testa fuori dell ' uscio . Intanto il beccaio affilò il coltello e cominciò a sgozzare l ' animale . Il sangue di già rappreso non sgorgò per la ferita ; ma quando la testa fu recisa un rivoletto rosso cominciò a colare dalla gola lacerata , andando a sparire fra il letame . Il ragazzo prese la testa per le corna ed andò a posarla in un cantuccio : - Tieni anche queste - disse il macellaio ; e porse al ragazzo anche le quattro zampe , che aveva già tagliato ai garretti una dopo l ' altra , d ' un sol colpo , perché le mettesse accanto alla testa . Poi si mise a sventrare il bue per levargli la pelle , che buttò nella greppia , dopo averla legata con la coda come con un canapo . La carcassa della bestiaccia , decapitata , mutila , sanguinolenta cominciava davvero a far ribrezzo e pietà , con quei cinque uomini che le si accanivano sopra . Tenendola ciascuno per un dei tronconi delle gambe , costoro impedivano che rotolasse , mentre il garzon del beccaio andava immergendo il suo coltellaccio nell ' interiora , sgranandola come una zucca matura . Quand ' ebbe finito anche questa operazione e che il buzzo si sganasciò oscenamente lasciando sgorgare le budella e lo sterco sulle lastre dell ' impiantito , si fece dar la sega e squartò il cadavere in grossi pezzi . Il veterinario , che di tanto in tanto era andato voltandosi di sull ' uscio , appena vide che il lavoro era finito , rientrò nella stalla e disse al beccaio di sbranare in più posti i quarti ; poi comandò alla guardia di versar nelle ferite e su tutta la carne l ' acido fenico della boccia . L ' odor pestifero del disinfettante riempì la stalla obbligando gli uomini a tapparsi il naso con le dita . - Ora - ordinò ancora il veterinario - buttatelo sur un carretto e via . E lei - aggiunse rivolgendosi al carabiniere - badi bene che sia sotterrato tutto , tutto capisce ? Ne è responsabile . Voi poi - concluse , parlando questa volta alla guardia comunale , - non dimenticate d ' annaffiarlo col petrolio dell ' altra boccia - Mi raccomando . E senza salutar nessuno si allontanò . Il ragazzo del contadino a un cenno del padre sparì anche lui e dopo pochi minuti ritornò conducendo per la briglia un ciuco attaccato a un barroccino . Le cosce , le spalle , la testa e le zampe del bue furon caricate e il lugubre corteggio si mise in cammino . Intanto la folla rimasta fuori era andata ingrossando . Oltre le donne e i ragazzi , alcuni braccianti e contadini del vicinato , giovani e vecchi , eran venuti , attratti dalla curiosità , e guardavano quelli enormi brandelli di carne sanguinosa , fatta anche più rossa dalle tinte accese del sole di già basso , con una specie di avidità e di rimpianto . Di qua e di là qualche voce saliva anche a esprimere questi sentimenti e le donne stesse , invece d ' inorridire , lanciavano sul barroccino degli sguardi cupidi , delle parole di scherno sul carabiniere e la guardia che andavano a far da becchini . Sembrava che ogni stomaco palpitasse di bramosia per quella carne infetta . Uomini , donne e ragazzi parevano una turba affamata o una muta di cani mugolanti dietro al pasto . L ' uno eccitava l ' altro con parole piene d ' ingordigia . - Che bistecche eh ? che umidi ! - E che minestre ! - Bravo e il petrolio ? e il carbonchio ! - obiettava qualche schizzinoso timidamente . - Ma che carbonchio ! c ' è da dar regola al Negri . Per lui , quando gli ha bevuto , tutte le malattie son carbonchio . N ' avessi uno stufatino tutti i giorni ! - Peccato - E il povero Faluca che ha il male , il malanno e l ' uscio addosso ! Se fossi stato io ne ' suoi piedi non me lo levavan di sotto , te lo dice Parretto ! S ' aveva a far baldoria . E tutti rimpiangevano tanta grazia di Dio buttata a ingrassar gli ulivi . Qualcuno si staccò dal gruppo e s ' accompagnò al Faluca che camminava rabbuiato con un forcone sulla spalla dietro al figliuolo . Il carabiniere e la guardia andavano in silenzio sotto le rame dei loppi , su per la collina ombrosa in cima alla quale una buca scavata a piè d ' un fico aspettava fin dalla mattina la carne del bue morto . Verso mezzanotte , la casa del Faluca era piena di gente . Il Moro , il Ricciolo , il Rosso , Italo di Parretto , Gioia , Sciamagna , tutti quelli insomma che avevano assistito al seppellimento del bue eran venuti sull ' annottare e tutti insieme , con marre e pale sulle spalle , erano tornati di nascosto sulla collina . Un ' ora dopo eran ridiscesi con le carniere gonfie ; e adesso aspettavano chiacchierando in cucina , chi a cavalcioni sulla panca , accanto alla tavola apperecchiata , chi seduto in bilico sulla seggiola con le spalle alla madia , vicino alla finestra per fuggire il calore che spargeva nella stanza un fuoco infernale scoppiettante sotto una gran caldaia che avvolgeva tutta delle sue fiamme veementi . Di donne non c ' era che la moglie del Faluca , la quale , smesso di singhiozzare , correva qua e là per la cucina splendente , si arrabattava intorno a delle larghe bistecche che arrostivano su dei treppiedi in un canto del focolare , schiumava la caldaia bollente , condiva questa o quella pentola , nettava insalata e radici . Il ragazzo come inebriato dal profumo che montava dagli intingoli e dal brodo , si dava da fare anche lui , con le gote in fiamme e gli occhi lustri ; risciacquava i bicchieri , levava l ' olio ai fiaschi , grattava il cacio per i maccheroni . In quanto al capoccia non pareva più lo stesso uomo aggrondato della sera . Era seduto , quasi sdraiato , col gomito appoggiato allo spigolo della tavola e la testa sulla manaccia aperta , con la pipa in bocca , e si rallegrava con gli amici del bel tiro fatto al sor Negri . Ogni tanto sputava per dare un ' occhiata di tralice ai preparativi della cena . - Che il diavolo se lo porti lui e il suo acido fenico ! c ' è voluto un tino d ' acqua per mandarne via il sito . L ' acido fenico ! il petrolio ! ... aggiungeva scuotendo la testa - una bestia che non se ne vedeva , sana come una lasca ! lo so io per via di che l ' è morta ! Qualche animalaccio fra il segato , ve lo dico io ! qualche ragno , qualche scorpione . Gliel ' ho detto anche a lui ; ma sì ! quando gli ha un po ' di vino per la testa ! ... Gli altri approvavano in coro . Ogni tanto qualcuno usciva fuori con una frase mozza che i compagni dovevano completare a colpo . - Cari miei , gli è un darci ! secondo come la gli frulla ! ... - Vorrei averli io i marenghi de ' santantòni che ha fatto smerciar lui ! - Ai miei tempi - aggiungeva uno un po ' più anziano degli altri - ma che c ' era tutte queste calìe ! ... Mi ricordo quando morì la mucca a Natale ... E ognuno aveva da raccontare come tanti avessero mangiato e venduto la carne delle bestie morte da sé , senza che mai fosse successo nulla . Il Ricciolo narrò di due che una volta s ' eran fatto arrostire un vitellino nato morto e poi l ' avevan mangiato tutto . - E non moriron mica - concluse . - Solamente siccome gli avevan fatto indigestione , sapete cosa fece il dottore ? li fece entrare in un fiume fino alla gola e non fu altro . Frattanto la massaia aveva scodellato i maccheroni e ognuno prese il proprio posto . Uno dopo l ' altro i tegami , i piatti di salse , le marmitte d ' intingoli , i vassoi colmi di bistecche passavano dal focolare alla tavola e andavano vuotati d ' un tratto . Il vino scintillava nei bicchieri vuotati d ' un tratto e ripieni , infondendo nei petti un ' allegria fragorosa . Fra il rumore dei coltelli e delle forchette una gioia bestiale si propagava per la vasta cucina affumicata che la fiammata e i lumi a mano riempivano di riflessi e di grandi ombre . Gli odori della carne abbrustolita e del vino si mescolavano a quelli del sudore e del tabacco , e gli occhi e le gote si accendevano per la voluttà del bagordo . Ben presto però anche la baldoria cessò e come se tutti gli spiriti vitali fossero scesi negli stomachi un silenzio quasi religioso piombò su quella ribotta . Assorti tutti nella soddisfazione d ' ingollar cibi succolenti , con le nari e il cervello impinguati dei fumi del pasto , nessuno dei terribili convitati parlava più e fra l ' acciottolio delle terraglie e il suono delle posate battute nelle scodelle e nei denti , non si udiva che il crepitar della fiamma attutita e il dimenar delle ganasce . Ma dalla finestra aperta per la quale non si vedeva né il cielo né gli alberi fronzuti e carichi di frutti maturi , entrava un alito di vento che aleggiando per la stanza faceva tremar le fiaccole dei lumi a olio come se la morte vi soffiasse sopra .