StampaPeriodica ,
...
Giovinezza
,
giovinezza
...
è
intonato
per
le
vie
dalle
fanfare
e
dai
concerti
militari
(
perfino
dalla
Regia
Guardia
!
)
,
entra
nei
luoghi
dove
meno
si
sospetterebbe
(
l
'
ho
sentito
uscire
,
trionfante
,
tra
la
sorpresa
prima
e
gli
applausi
poi
,
in
una
festa
d
'
una
comunità
religiosa
)
,
è
di
prescrizione
in
tutti
i
ritrovi
;
le
orchestre
di
tutti
i
teatri
e
le
bande
anche
dei
più
umili
villaggi
sanno
benissimo
che
assai
di
rado
si
sfugge
alle
acclamanti
richieste
del
novissimo
inno
.
Chi
è
l
'
autore
,
o
chi
ne
sono
gli
autori
?
È
.
certo
soltanto
che
le
belle
suggestive
parole
del
ritornello
:
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
...
si
trovano
nel
canto
degli
Arditi
,
del
quale
invano
ha
tentato
di
ricostruire
la
storia
il
Fumagalli
nell
'
ultima
edizione
del
suo
Chi
l
'
ha
detto
?
Parrebbe
che
l
'
inno
degli
Arditi
,
intitolato
appunto
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
fosse
l
'
adattamento
operato
dall
'
exsottotenente
degli
Arditi
Marcello
Manni
d
'
un
coro
tratto
da
un
'
operetta
intitolata
Festa
dei
fiori
,
musica
del
maestro
Blanc
e
parole
del
compianto
Nino
Oxilia
,
rappresentata
a
Torino
prima
della
guerra
(
del
coro
,
poi
,
era
stata
fatta
la
riduzione
per
banda
da
G
.
Castaldi
che
ha
figurato
anch
'
esso
come
autore
dell
'
inno
degli
Arditi
)
...
Il
Fumagalli
riporta
inoltre
un
'
altra
versione
secondo
la
quale
Giovinezza
,
giovinezza
sarebbe
opera
di
un
laureando
dell
'
Ateneo
torinese
,
il
signor
Blanc
di
Torino
che
la
cantò
la
prima
volta
nel
1910
a
Bardonecchia
,
dove
si
svolgeva
un
corso
di
skiatori
al
quale
partecipava
un
ufficiale
per
ognuno
dei
reggimenti
Alpini
.
La
canzone
piacque
ai
giovani
ufficiali
Alpini
che
la
popolarizzarono
presso
i
rispettivi
reggimenti
e
fu
messa
in
repertorio
dalle
loro
fanfare
,
tanto
che
fu
adottata
dal
corpo
quasi
come
inno
ufficiale
.
Per
concludere
,
può
dirsi
identificato
il
musicista
di
Giovinezza
,
giovinezza
:
il
maestro
Giuseppe
Blanc
che
figura
,
come
abbiamo
veduto
,
tanto
quale
autore
della
Festa
dei
fiori
(
da
cui
derivò
l
'
inno
degli
Arditi
)
quanto
come
autore
dell
'
inno
degli
Alpini
,
esaltante
anch
'
esso
la
giovinezza
.
Ma
il
poeta
?
...
Diremo
solo
che
da
Torino
è
stato
lanciato
un
"
inno
italico
"
con
musica
di
G
.
Blanc
e
parole
di
Vittorio
Emanuele
Bravetta
con
questo
ritornello
:
Giovinezza
,
giovinezza
primavera
di
bellezza
,
il
coraggio
e
la
fortezza
ci
provengono
da
te
...
che
è
anche
diffusa
,
da
Firenze
,
una
"
edizione
ufficiale
"
dell
'
inno
dei
Fascisti
Giovinezza
,
giovinezza
con
motivi
di
Giuseppe
Blanc
,
riduzione
di
Ernesto
Vitale
,
e
che
pure
a
Firenze
è
stato
stampato
il
canto
dei
Fascisti
Giovinezza
,
giovinezza
,
con
queste
indicazioni
:
versi
di
Marcello
Manni
(
l
'
ufficiale
degli
Arditi
che
abbiamo
ricordato
)
,
musica
di
G
.
Blanc
.
L
'
origine
torinese
della
musica
e
la
stretta
parentela
con
l
'
inno
degli
Arditi
sono
così
adombrate
in
una
breve
prefazione
dello
stesso
Marcello
Manni
:
"
Compagni
torinesi
,
io
vi
porto
una
canzone
che
è
vostra
,
una
canzone
che
forse
il
vostro
bel
cielo
ispirò
,
una
canzone
che
porta
ancora
viva
la
freschezza
di
un
canto
goliardico
.
Pur
nella
sua
veste
fascista
essa
rimane
la
canzone
dell
'
arditismo
"
...
StampaPeriodica ,
La
gente
di
Strapaese
,
salutando
l
'
inizio
della
quinta
annata
del
suo
Selvaggio
,
portavoce
del
paese
più
paese
del
mondo
,
ha
stabilito
in
una
memorabile
assemblea
,
prima
di
tutto
di
riconfermare
Orco
Bisorco
suo
segretario
anche
per
il
1928
,
e
in
secondo
luogo
alcuni
principii
d
'
ordine
generale
e
alcune
precise
direttive
che
il
Selvaggio
dovrà
seguire
,
per
una
sempre
maggior
chiarezza
delle
sue
funzioni
.
1
.
-
Gli
artisti
che
fanno
capo
al
Selvaggio
intendono
di
proseguire
l
'
italianissima
tradizione
per
la
quale
essi
hanno
sempre
fatto
parte
integrante
della
vita
politica
,
rappresentando
anzi
la
quintessenza
dell
'
italianità
.
Italia
prima
che
industria
,
agricoltura
,
commercio
,
significa
spirito
,
e
gli
artisti
sono
i
sacerdoti
dello
spirito
.
Quel
che
essi
pensano
e
affermano
ha
valore
di
voce
schietta
della
razza
e
quindi
funzione
di
prim
'
ordine
nella
vita
politica
italiana
.
Soltanto
in
un
regime
demoliberale
o
socialistico
,
e
quindi
improprio
all
'
italianità
,
gli
artisti
erano
assenti
dalla
vita
pubblica
.
Il
fascismo
,
restauratore
degli
autentici
valori
nazionali
,
ha
ridato
,
e
il
Selvaggio
ne
è
prova
palpitante
,
una
coscienza
politica
agli
artisti
.
2
.
-
Strapaese
,
originale
espressione
di
bisogni
spirituali
di
un
popolo
che
ha
ritrovato
la
sua
unità
nel
Fascismo
e
che
la
vuol
permeare
dei
propri
caratteri
,
attraverso
quella
necessaria
continua
selezione
in
cui
consiste
la
modernità
,
non
è
stato
difatti
creato
da
letterati
,
ma
da
artisti
.
Questo
punto
è
essenziale
e
non
va
dimenticato
.
3
.
-
Gli
artisti
,
per
essere
immuni
da
tendenze
a
carriere
politiche
e
a
posizioni
politiche
personali
,
sono
i
più
adatti
naturalmente
a
esprimere
,
nell
'
interesse
del
Fascismo
,
una
serena
opera
positiva
e
negativa
perché
la
vita
italiana
acquisti
tono
,
stile
e
costume
sempre
più
degni
delle
aspirazioni
imperiali
della
razza
e
si
vada
liberando
da
incrostazioni
,
deformazioni
e
deviazioni
ostacolatrici
,
magari
con
etichetta
fascista
o
col
favore
di
personaggi
fascisti
,
del
compito
alto
e
severo
del
vero
Fascismo
.
4
.
-
Occorre
avere
il
coraggio
,
squisitamente
fascista
,
di
mettere
a
confronto
le
affermazioni
ideali
e
di
ordine
generale
coi
fatti
della
realtà
,
e
di
assumersi
la
responsabilità
di
denunziare
la
sconcordanze
che
ne
resultassero
,
senza
rispetti
e
senza
preconcetti
.
Amici
o
nemici
sono
la
stessa
cosa
di
fronte
alla
rivoluzione
.
Soltanto
se
alimentata
da
un
simile
coraggio
,
la
critica
può
esser
benefica
e
feconda
.
Il
Duce
va
servito
con
fatti
e
non
con
chiacchiere
aeree
o
con
divagazioni
dottrinarie
.
Questo
farà
il
Selvaggio
,
che
si
chiama
così
anche
perché
è
estraneo
ad
ogni
forma
di
società
di
mutuo
soccorso
politico
o
peggio
.
5
.
-
Soltanto
la
passione
sincera
incita
a
scoprire
il
male
e
a
combatterlo
.
La
parola
d
'
ordine
«
Tutto
bene
»
è
un
tradimento
,
ed
è
un
segno
di
spregevole
cinismo
o
di
volgare
egoismo
,
quando
si
applichi
come
sistema
per
scaricarsi
dalle
responsabilità
dalle
seccature
.
Il
Fascismo
non
può
volere
dei
servizi
sciocchi
,
ma
dei
devoti
,
ardenti
,
vivi
e
fieri
gregari
.
I
fascisti
debbon
esser
degli
apostoli
e
la
tessera
non
dev
'
essere
un
'
autorizzazione
al
vivere
tranquillo
e
sicuro
,
ma
una
consegna
di
coraggio
e
di
azione
.
6
.
-
Strapaese
proclama
da
anni
la
necessità
di
difendere
il
carattere
rurale
della
vita
italiana
dalle
importazioni
di
civiltà
straniere
che
tendono
a
distruggerlo
.
Questo
è
un
principio
politico
,
non
una
ricettina
letteraria
.
Andate
a
un
mercato
qualunque
dei
nostri
paesi
:
vedrete
gente
robusta
,
abbronzata
e
fiera
,
attivissima
e
piena
d
'
ingegno
.
Costì
è
la
base
di
un
impero
.
Andate
in
un
tabarìn
:
ci
troverete
dei
giovani
che
a
trent
'
anni
n
'
hanno
sessanta
.
7
.
-
L
'
Italia
è
il
paese
dell
'
armonia
.
Tale
armonia
deve
trovare
riscontro
nella
vita
politica
.
Noi
detestiamo
il
quaqquerismo
formalistico
.
Gli
uomini
son
uomini
:
pieni
di
vizi
e
di
virtù
:
la
politica
deve
maneggiare
un
materiale
eterogeneo
per
fare
le
sue
costruzioni
.
Occorre
la
nobile
pietra
,
come
occorre
il
fango
.
Si
tratta
di
fare
in
modo
che
la
pietra
domini
il
fango
;
che
l
'
edificio
non
risulti
un
ammasso
di
mota
,
ma
un
armonico
insieme
dove
il
marmo
prezioso
e
l
'
umile
calcina
concorrano
a
creare
un
capolavoro
.
8
.
-
Ma
le
questioni
letterarie
,
i
problemi
artistici
,
estetici
,
le
tendenze
,
le
scuole
,
le
mode
,
le
polemiche
?
Non
c
'
interessano
se
non
in
quanto
possano
interessare
quelli
che
per
noi
sono
i
principi
essenziali
dello
spirito
italiano
,
e
i
valori
che
attraverso
i
secoli
esso
ha
affermato
.
Il
resto
,
o
è
pettegolezzo
e
non
ci
riguarda
;
o
è
questione
tecnica
e
culturale
,
e
in
quanto
riguarda
il
nostro
mestiere
,
in
tanto
ci
mettiamo
bocca
.
Tranquillamente
ripigliamo
quindi
il
nostro
lavoro
,
offrendolo
con
semplicità
e
con
affetto
,
per
quel
che
valga
,
e
senza
pretesa
alcuna
d
'
infallibità
,
ma
con
la
fierezza
dell
'
onestà
e
della
serietà
che
ne
formano
la
sostanza
,
al
nostro
Duce
,
e
agli
Italiani
.
StampaPeriodica ,
È
così
raro
il
trovare
un
contradittore
cortese
,
il
quale
opponga
ragioni
a
ragioni
,
anziché
argomenti
tolti
al
sarto
o
ingiurie
apprese
nella
bettola
,
che
io
non
ho
saputo
resistere
alla
tentazione
di
credermi
per
qualche
parte
indicato
nel
suo
articolo
,
pubblicato
sul
Marzocco
col
titolo
Contro
l
'
egoismo
e
di
rispondervi
,
a
rischio
forse
di
apparire
pretensioso
.
Io
confido
del
resto
che
tale
apparenza
vanirà
per
la
natura
della
mia
risposta
e
per
la
sua
obbiettività
.
Poiché
,
anzitutto
,
io
non
voglio
discutere
sui
principii
generali
che
portano
lei
a
combattere
la
legge
morale
che
si
fonda
sulla
supremazia
dell
'
io
e
che
hanno
portato
me
invece
ad
affermarla
nella
formula
più
assoluta
in
un
libro
recente
.
Una
tal
discussione
,
Ella
lo
comprende
,
esigerebbe
non
un
articolo
,
non
un
giornale
,
ma
volumi
e
volumi
,
come
quella
che
implica
tutta
la
concezione
filosofica
dell
'
universo
considerato
in
tutti
i
suoi
diversi
ordini
di
fenomeni
,
da
quelli
cosmici
fino
a
quelli
psichici
e
sociali
.
Pertanto
io
desidero
limitare
queste
mie
osservazioni
a
un
solo
rilievo
di
carattere
generale
e
poi
fermarmi
esclusivamente
sopra
i
fatti
da
lei
addotti
in
sostegno
delle
sue
conclusioni
.
Il
rilievo
di
carattere
generale
è
il
seguente
:
Ella
fa
tutt
'
uno
dell
'
egoismo
(
inteso
nel
senso
più
ristretto
,
più
concreto
e
più
condannevole
del
vocabolo
)
e
di
un
sistema
morale
e
sociale
astratto
chiamato
egoarchia
.
Ella
confonde
insieme
quella
parte
più
atavica
e
animalesca
del
nostro
istinto
elementare
di
conservazione
e
di
soprafazione
che
è
appunto
l
'
egoismo
vitale
con
quell
'
altissimo
e
astratto
complesso
di
idee
e
di
norme
tendenti
non
all
'
esaltazione
dell
'
egoismo
ma
bensì
dell
'
io
individuale
,
definito
col
nome
di
egoarchia
o
meglio
di
egocrazia
,
appunto
in
contrasto
a
democrazia
.
Né
la
differenza
è
piccola
,
perché
dicendo
esaltazione
dell
'
egoismo
si
può
interpretare
,
come
Ella
fa
logicamente
,
tanto
l
'
incitamento
ai
più
brutali
atti
dell
'
uomo
inferiore
quanto
la
negazione
di
ogni
grandezza
affettiva
e
morale
,
concludendo
facilmente
alla
riprovazione
e
alla
condanna
;
mentre
dicendo
esaltazione
dell
'
io
individuale
,
tale
interpretazione
non
è
più
lecita
,
e
si
intende
soltanto
lo
sviluppo
di
quelle
attività
e
facoltà
fisiche
e
intellettuali
tendenti
ad
una
più
armonica
,
più
bella
e
più
completa
esplicazione
della
propria
personalità
senza
affatto
impedire
che
all
'
intorno
,
parallelamente
,
altre
personalità
ottengano
il
medesimo
svolgimento
;
e
da
tutto
ciò
esula
qualsiasi
idea
di
riprovazione
e
di
condanna
.
Non
è
lecito
infine
far
una
cosa
sola
dell
'
egoismo
,
come
elemento
del
nostro
essere
biologico
,
elemento
integrante
e
necessario
e
perciò
soltanto
né
buono
né
cattivo
,
con
l
'
egoarchia
,
come
sistema
filosofico
,
del
tutto
indipendente
dal
primo
;
o
se
tal
confusione
si
fa
,
essa
viene
subito
a
togliere
ogni
forza
all
'
argomentazione
,
perché
l
'
egoarca
potrà
sempre
rispondere
:
«
Verissimo
quanto
dite
sull
'
egoismo
e
sopra
i
suoi
effetti
,
anzi
io
vi
approvo
,
ma
ciò
non
ha
nulla
a
che
vedere
né
con
l
'
egoarchia
né
con
le
conseguenze
morali
e
sociali
di
essa
»
.
Io
vorrei
ancora
farle
notare
un
'
altra
confusione
di
minore
entità
in
cui
Ella
crede
,
quando
nella
espressione
astratta
assoluta
di
Legge
morale
Ella
intende
di
significare
la
passeggera
e
relativa
norma
morale
che
Ella
ed
altri
seguono
in
questo
quarto
d
ora
,
a
preferenza
di
un
'
altra
,
mostrandole
quanto
sia
pericoloso
l
'
attribuire
una
tale
importanza
all
'
abito
morale
proprio
anche
quando
esso
sia
accetto
alle
maggioranze
,
perché
domani
io
potrei
valermi
dello
stesso
diritto
per
dichiarare
sola
legge
morale
assoluta
la
norma
morale
che
io
ed
altri
propugniamo
e
dichiarare
immorale
la
sua
;
ma
l
'
insistere
su
questo
punto
porterebbe
di
necessità
a
trattare
sulla
differenza
del
relativo
e
dell
'
assoluto
morale
e
ancor
più
sulla
disparità
dei
vari
sistemi
etici
,
i
quali
non
per
questo
cessano
di
essere
morali
,
nel
senso
di
essere
norme
della
condotta
tendenti
a
un
dato
scopo
;
e
vengo
ai
fatti
.
Ella
scrive
:
«
Che
cosa
significa
egoismo
?
»
«
Significa
in
politica
,
il
Valentino
;
in
etica
,
Don
Giovanni
;
in
fisiologia
,
Trimalcione
.
E
se
volete
ancora
,
in
politica
,
il
processo
Dreyfus
;
in
etica
,
il
quartiere
latino
;
in
fisiologia
,
la
Banca
romana
.
E
ancora
in
politica
,
le
stragi
d
'
Armenia
;
in
etica
,
Malthus
;
in
fisiologia
,
la
dinamite
»
.
Ora
se
il
riferimento
del
Valentino
e
del
Don
Giovanni
possono
reggere
,
ed
io
non
so
celare
la
mia
ammirazione
per
queste
due
autentiche
e
veramente
umane
personificazioni
del
dominio
e
del
piacere
,
gli
altri
esempi
sono
più
o
meno
fuori
luogo
.
Il
processo
Dreyfus
?
riguardo
al
processo
Dreyfus
basta
non
contentarsi
delle
apparenze
,
delle
lustre
superficiali
,
delle
retoriche
verbali
,
buone
solo
per
gl
'
ingenui
e
gli
illusi
,
e
penetrare
un
po
'
addentro
in
quella
intricata
matassa
per
capire
che
la
cosa
non
è
tanto
liscia
,
che
la
tanto
strombazzata
giustizia
e
la
invocata
verità
salvo
appunto
per
qualche
illuso
in
buona
fede
,
come
lo
Zola
,
non
sono
che
pretesti
,
come
lo
era
il
ribasso
del
pane
per
i
tumulti
delle
plebi
italiane
,
per
capire
che
il
processo
lo
hanno
ridotto
quello
che
ora
è
i
soliti
mestatori
,
altruisti
soltanto
quando
si
tratta
di
provocare
disordini
e
di
demolire
.
Non
è
il
governo
o
l
'
esercito
che
non
voglia
rivedere
il
processo
Dreyfus
.
Ella
è
giovane
troppo
intelligente
per
ripetere
questo
genere
di
illazioni
in
cui
si
impernia
la
scienza
democratica
,
ma
sono
invece
i
peggiori
elementi
del
corpo
sociale
che
,
ammantandosi
di
simpatici
orpelli
,
vogliono
fare
il
processo
alle
classi
incarnanti
l
'
autorità
e
la
forza
.
E
queste
si
difendono
,
ed
è
giustizia
il
dirlo
,
molto
ma
molto
male
.
Il
Quartier
latino
?
Eh
via
,
per
il
quartier
latino
si
potrà
parlare
di
licenziosità
,
di
volgarità
(
non
egoistica
,
ma
rumorosa
e
plebea
)
,
di
miseria
,
di
sciocchezza
,
ma
di
una
applicazione
della
morale
dell
'
egoismo
,
no
,
no
sicuro
.
Sarebbe
lo
stesso
come
se
io
,
dal
mio
punto
di
vista
,
affermassi
che
le
sconcia
urla
di
una
dimostrazione
popolare
rappresentano
l
'
applicazione
del
regime
democratico
in
pro
degli
umili
alla
politica
.
Ella
se
ne
dorrebbe
ed
avrebbe
ragione
.
Peggio
poi
quando
si
esuma
il
putrido
affare
della
Banca
romana
.
Qui
,
per
un
lato
,
si
tratta
di
quella
corruzione
imbecille
e
piccola
propria
dei
nostri
governanti
,
venuti
su
dall
'
avara
borghesia
o
dall
'
avida
plebe
;
per
l
'
altro
di
criminalità
vera
e
propria
.
Tanto
varrebbe
allora
che
Ella
richiamasse
tutti
i
crimini
,
omicidi
,
truffe
,
rapine
,
furti
che
avvengono
in
Italia
:
poiché
non
c
'
è
differenza
fra
i
grandi
e
i
piccoli
,
nel
qual
caso
,
io
avrei
tutto
il
diritto
d
'
imputare
con
la
medesima
logica
al
regime
morale
e
sociale
che
Ella
difende
gli
stessi
crimini
,
poiché
nessuno
più
di
me
li
ritiene
incompatibili
con
l
'
ideale
espansione
egoistica
che
io
propugno
,
impossibili
quando
questo
ideale
fosse
realizzato
.
Il
criminale
non
rappresenta
il
frutto
dell
'
egoismo
ma
lo
scarto
fallito
dell
'
egoismo
,
e
dico
egoismo
e
non
egoarchia
,
poiché
non
posso
ammettere
che
Ella
rinnovi
contro
questo
sistema
filosofico
l
'
errore
grossolano
che
,
anni
fa
,
si
commetteva
da
taluni
imputanti
alla
teoria
darvinistica
le
aberrazioni
criminose
del
singolo
,
e
fra
questi
alcuni
debbo
notare
il
Daudet
.
Altrettanto
potrei
dirle
per
le
stragi
d
'
Armenia
,
ma
io
desidero
sopratutto
venire
all
'
ultimo
esempio
che
Ella
cita
,
alla
dinamite
.
Questo
no
poi
,
assolutamente
no
.
Permetta
che
io
le
dica
che
qui
Ella
ha
invertito
le
parti
.
Basta
la
più
elementare
conoscenza
di
quello
che
è
e
di
quello
che
vuole
o
meglio
non
vuole
l
'
anarchia
e
sia
pur
quella
che
mette
la
dinamite
al
servizio
di
un
'
idea
,
per
dovere
concludere
a
rovescio
di
quanto
Ella
ha
affermato
.
L
'
anarchia
,
ed
Ella
non
ha
bisogno
che
io
glie
lo
insegni
,
da
Bakounine
alle
figurazioni
letterarie
di
essa
nel
Germinal
e
nel
Paris
,
se
rappresenta
qualcosa
,
rappresenta
l
'
antitesi
più
spiccata
dell
'
egoismo
,
rappresenta
il
sogno
utopistico
di
umanità
,
di
eguaglianza
,
di
comunanza
e
di
amore
più
grande
che
sia
mai
stato
fatto
sulla
terra
,
rappresenta
addirittura
l
'
altruismo
sovrumano
.
Ni
dieu
ni
maître
,
tutti
uguali
,
tutto
in
comune
,
non
più
autorità
,
non
più
leggi
,
libertà
e
fratellanza
universale
,
questo
l
'
ideale
anarchico
,
il
quale
costituisce
,
precisamente
l
'
estremo
svolgimento
logico
dell
'
incompleto
concetto
cristiano
democratico
socialista
.
E
come
negli
effetti
a
queste
limitate
concezioni
cristiane
-
democratiche
-
socialiste
,
quando
la
turba
inferiore
comincia
ad
operare
corrispondono
lo
sciopero
,
la
sommossa
,
il
tumulto
,
la
devastazione
,
il
saccheggio
,
così
alla
illimitata
concezione
altruistica
dell
'
anarchia
corrisponde
inevitabilmente
un
ben
maggiore
effetto
,
la
dinamite
e
la
distruzione
.
Per
cui
se
la
morale
egoistica
,
secondo
Ella
dice
,
può
apparire
la
negazione
di
ogni
morale
,
la
morale
altruistica
portata
alle
sue
ultime
conseguenze
può
significare
la
negazione
della
vita
medesima
.
Poiché
,
almeno
lo
spero
,
Ella
non
vorrà
certo
imputare
all
'
egoarchia
e
ai
suoi
seguaci
e
in
genere
a
coloro
che
mirano
a
scopi
egoistici
ed
edonisti
l
'
uso
della
dinamite
.
Sarebbe
errore
troppo
grande
e
sarebbe
una
affermazione
smentita
da
tutti
gli
attentati
dinamitardi
individuali
e
collettivi
avvenuti
da
che
la
dinamite
fu
inventata
,
e
basta
che
Ella
ne
ricordi
qualcuno
per
dovermi
dar
completa
ragione
su
questo
punto
.
Del
resto
Ella
che
si
mostra
nei
suoi
studi
critici
fine
psicologo
non
può
ignorare
che
essenza
dell
'
egoismo
è
conservare
e
non
mai
distruggere
e
ciò
anzi
tanto
più
quanto
l
'
egoismo
è
angusto
e
materiale
.
In
un
altro
punto
del
suo
articolo
là
dove
vieppiù
l
'
argomentazione
stringe
Ella
giudica
:
«
Una
donna
del
popolo
che
compia
un
atto
di
sacrifizio
è
infinitamente
più
grande
di
fronte
all
'
Assoluto
che
non
siano
Copernico
,
Lagrange
,
Dante
,
Leibnitz
,
Galileo
»
.
Qui
davvero
io
non
mi
trovo
più
,
anche
facendo
astrazione
completa
dall
'
egoismo
e
dall
'
altruismo
,
e
non
mi
trovo
più
perché
non
comprendo
il
valore
di
questo
paragone
,
dato
che
il
termine
fisso
l
'
Assoluto
a
cui
Ella
confronta
la
donna
sacrificantesi
e
l
'
uomo
di
genio
mi
è
ignoto
,
come
è
ignoto
a
Lei
e
a
tutti
.
Quale
assoluto
?
Notando
che
,
pur
dovendole
fare
questa
domanda
,
sono
obbligato
a
riconoscerla
errata
e
a
ritenere
già
errata
la
risposta
,
perché
qualunque
qualifica
Ella
mi
esprimesse
,
questa
verrebbe
necessariamente
a
limitare
l
'
assoluto
,
che
allora
non
sarebbe
più
assoluto
.
E
per
tanto
si
impone
il
dilemma
:
o
Ella
mi
specifica
l
'
assoluto
ed
allora
questo
è
una
porzione
del
relativo
,
o
Ella
lascia
,
come
è
imprescindibile
,
indeterminata
l
'
espressione
e
allora
il
confronto
diviene
impossibile
e
nulla
significa
poiché
si
paragona
un
termine
noto
ad
uno
del
tutto
,
non
solo
ignoto
,
ma
inconcepibile
.
E
quest
'
ultima
è
la
verità
;
il
confronto
da
lei
instituito
non
può
sussistere
,
perché
di
fronte
all
'
infinita
chimera
dell
'
assoluto
l
'
atto
umano
,
dalla
Divina
commedia
alla
giocata
di
un
temo
al
lotto
,
e
noti
solo
l
'
atto
umano
,
ma
qualsiasi
atto
biologico
,
e
non
solo
,
ma
qualsiasi
fenomeno
,
dalla
sconfitta
della
Spagna
alla
caduta
di
una
goccia
d
'
acqua
,
dalla
conflagrazione
di
un
sole
allo
spostamento
di
un
grano
di
sabbia
,
ha
lo
stesso
valore
e
la
medesima
importanza
;
non
è
né
più
grande
né
più
piccolo
,
né
migliore
né
peggiore
,
è
,
soltanto
è
e
basta
.
Ella
ha
forse
una
sola
via
di
uscita
,
una
sola
risposta
,
quella
di
oppormi
l
'
Assoluto
divino
,
Dio
,
ed
allora
davanti
a
un
argomento
di
fede
,
io
non
discuto
più
,
poiché
la
discussione
non
è
più
possibile
;
mi
inchino
.
Ancora
una
osservazione
prima
di
venire
all
'
ultimo
fatto
.
Ella
scrive
:
«
Essa
(
la
legge
morale
dell
'
altruismo
e
del
disinteresse
)
è
una
vera
e
propria
legge
di
natura
,
di
cui
le
religioni
sono
interpreti
e
custodi
»
.
La
frase
è
bella
letterariamente
,
ma
filosoficamente
contiene
due
errori
.
Primo
:
gli
studi
più
recenti
hanno
tolto
ogni
finalità
,
ogni
teleologia
alla
natura
,
la
quale
non
ha
scopi
né
buoni
né
cattivi
da
conseguire
e
quindi
essa
non
ha
che
una
legge
sola
,
quella
del
divenire
,
all
'
infuori
da
qualsiasi
apprezzamento
qualificativo
:
inoltre
anche
nell
'
accezione
non
scientifica
ma
materiale
del
vocabolo
,
la
natura
,
quando
la
si
guardi
con
occhi
veritieri
,
spogli
ad
ogni
rosea
superstizione
,
ci
porge
in
ogni
sua
manifestazione
un
solo
insegnamento
,
quello
dell
'
indifferenza
e
dello
sperpero
o
sovente
dell
'
ingiustizia
o
della
crudeltà
sia
che
ci
fermiamo
sul
delicato
fenomeno
della
riproduzione
degli
esseri
sia
sull
'
esistenza
stessa
dei
corpi
inorganici
.
Per
cui
non
è
già
che
la
natura
sancisca
la
legge
morale
altruistica
e
disinteressata
ma
furono
i
propugnatori
di
questa
morale
che
incorporarono
nella
natura
e
alla
natura
prescrissero
il
loro
ideale
.
Secondo
:
vi
furono
e
vi
sono
religioni
in
perfetta
antitesi
con
la
legge
morale
del
disinteresse
e
della
rinuncia
e
non
mi
occorrono
esempi
,
poiché
Ella
di
certo
li
può
trovare
al
pari
di
me
.
Sono
giunto
così
al
fatto
essenziale
e
conclusivo
cui
Ella
,
attribuendo
più
forza
di
qualsiasi
ragionamento
,
oppone
alle
dottrine
egoarchiche
.
Ella
dice
:
«
Del
resto
,
più
di
qualunque
dimostrazione
,
la
smentita
più
eloquente
alla
vostra
egoarchia
sta
nell
'
evoluzione
stessa
della
società
contemporanea
,
la
quale
prende
a
cellula
tipica
non
già
le
signorie
del
rinascimento
ma
le
corporazioni
mediovali
»
.
Qui
non
mi
occorrono
argomentazioni
,
obbiezioni
e
difesa
;
la
storia
,
il
gran
libro
della
storia
sta
lì
aperto
e
per
tutti
palese
.
Mi
basta
solo
che
Ella
riconosca
la
verità
storica
dei
fatti
,
il
significato
cioè
della
corporazione
d
'
arti
e
mestieri
nel
medioevo
strettissima
,
misoneista
,
tirannica
,
ladresca
associazione
di
chi
possedeva
lo
strumento
e
la
capacità
tecnica
per
l
'
asservimento
e
lo
sfruttamento
del
lavoratore
anonimo
e
del
consumatore
di
fronte
alle
magnifiche
signorie
del
Rinascimento
che
illustrarono
l
'
Italia
davanti
al
mondo
e
segnarono
una
meravigliosa
fioritura
d
'
arte
e
la
rinnovazione
della
scienza
;
mi
basta
,
ripeto
,
che
Ella
riconosca
questo
,
che
del
resto
è
la
verità
,
perché
io
le
ammetta
che
l
'
evoluzione
della
società
contemporanea
sui
regoli
democratici
e
socialisti
prende
a
cellula
tipica
non
già
le
signorie
del
Rinascimento
ma
le
corporazioni
medioevali
.
Ma
in
questo
caso
sarò
io
quegli
che
avrà
ragione
e
che
sarà
nella
logica
e
nel
vero
,
quando
concluderò
contrariamente
a
lei
:
«
Tale
evoluzione
significa
la
condanna
della
società
contemporanea
e
specialmente
della
guida
che
la
dirige
;
tanto
peggio
se
questa
è
la
morale
dell
'
altruismo
e
del
disinteresse
,
e
significa
la
trionfale
giustificazione
ed
esaltazione
della
morale
opposta
,
quella
della
egocrazia
»
.
StampaPeriodica ,
...
Perché
Benito
Mussolini
ha
dichiarato
che
"
il
gruppo
fascista
si
asterrà
ufficialmente
dal
prendere
parte
alla
seduta
reale
"
è
sorto
per
ogni
dove
un
venticello
di
fronda
che
francamente
,
a
noi
fa
molto
schifo
.
Esistono
dunque
ancora
dei
fascisti
che
si
sono
rifugiati
nel
nostro
purissimo
e
giovanile
movimento
per
cullarsi
nella
certezza
di
una
conservazione
perenne
dello
stata
quo
per
sottrarsi
all
'
incubo
di
tutte
le
trasformazioni
,
per
sentirsi
al
sicuro
da
ogni
novità
che
si
affaccia
all
'
orizzonte
politico
.
Ci
sono
ancora
dei
fascisti
dei
simpatizzanti
che
non
hanno
affatto
compreso
quello
che
è
e
deve
assolutamente
essere
il
fascismo
,
che
non
possiedono
la
mentalità
spregiudicata
che
ci
occorre
,
che
non
hanno
seguito
la
nostra
evoluzione
parallela
a
quella
dei
tempi
.
Ebbene
,
tali
pseudofascisti
dovranno
passare
per
questo
vaglio
,
secondo
,
dopo
quello
creato
dai
fatti
di
Fiume
.
Inutilmente
dunque
per
costoro
illustrammo
su
queste
pagine
il
nostro
programma
con
tenace
insistenza
,
vagamente
per
essi
proclamammo
che
se
il
fascismo
è
intimamente
antipregiudizialistico
,
nel
momento
attuale
,
date
le
attuali
condizioni
,
è
tendenzialmente
repubblicano
.
Leggano
costoro
l
'
articolo
del
Duce
"
Parole
chiare
alle
reclute
"
imparino
che
il
fascismo
non
è
mai
stato
monarchico
dalle
sue
origini
fino
ad
oggi
e
che
il
fascismo
assunse
un
atteggiamento
di
destra
negli
ultimi
tempi
esclusivamente
per
la
necessità
di
combattere
la
degenerazione
...
ai
principi
originari
.
Ma
ora
è
tempo
di
tornare
sulla
retta
via
,
ai
principi
originari
.
Questa
monarchia
che
sanzionò
la
amnistia
ai
disertori
,
questa
monarchia
che
assume
per
i
suoi
ministri
il
Cagoia
e
il
labbrone
,
questa
monarchia
che
va
cercando
,
come
farà
nel
discorso
della
corona
,
la
collaborazione
socialista
al
governo
,
questa
monarchia
che
non
ebbe
uno
slancio
di
fede
nei
momenti
tristi
,
un
gesto
grande
e
generoso
nei
momenti
tragici
non
è
degna
,
o
signori
falsi
fascisti
,
di
essere
da
noi
riverita
.
Noi
siamo
l
'
Italia
nuova
che
se
ne
frega
dell
'
Italia
vecchia
,
siamo
la
purità
che
insorge
contro
la
camorra
impura
,
l
'
eroismo
contro
la
vigliaccheria
e
guai
a
noi
se
ci
comprometteremo
con
un
solo
atto
di
omaggio
verso
la
vecchia
Italia
di
ieri
.
Il
sacro
compito
della
rivolta
del
bene
contro
il
male
è
passato
dal
socialismo
migliore
di
un
tempo
e
dal
repubblicanesimo
a
noi
.
Se
all
'
apertura
della
Camera
,
l
'
aula
fosse
vuota
,
come
dovrebbe
,
da
tutti
i
fascisti
,
repubblicani
e
socialisti
,
ahi
allora
sì
avrebbe
finalmente
la
sensazione
che
il
Paese
va
,
con
una
mentalità
nuova
,
verso
istituzioni
nuove
,
e
che
la
meta
,
attraverso
la
Costituente
non
è
lontana
.
Così
forse
non
sarà
,
perché
l
'
anima
piccina
e
affaristica
di
coloro
che
hanno
tradito
la
Patria
e
poi
Lenin
,
avviandosi
verso
il
piccolo
sol
dell
'
avvenire
della
collaborazione
al
governo
,
avrà
perduta
la
voglia
di
assentarsi
.
E
se
a
poco
varrebbe
l
'
assenza
dell
'
esiguo
gruppo
repubblicano
,
molto
significativa
in
tutti
i
casi
sarà
l
'
assenza
del
gruppo
fascista
.
Ma
chi
sono
coloro
,
fra
i
nostri
,
che
questo
non
comprendono
?
"
Noi
pensiamo
scrive
Mussolini
che
per
i
nuovi
alla
vita
politica
,
per
coloro
che
si
affacciano
per
la
prima
volta
sulla
scena
,
questo
discorso
è
assai
probabilmente
superfluo
.
I
giovani
ci
comprendono
magnificamente
e
non
hanno
gli
strani
tremori
,
le
curiose
oscillazioni
,
proceduristiche
e
formalistiche
,
nelle
quali
molta
gente
impiglia
e
perde
la
sua
coscienza
.
Molte
reclute
che
sono
venute
al
fascismo
nel
1921
,
ignorano
,
evidentemente
,
la
storia
del
fascismo
italiano
;
non
conoscono
,
evidentemente
,
le
idee
programmatiche
direttrici
del
fascismo
italiano
e
stanno
pescando
dei
granchi
piuttosto
vistosi
che
non
hanno
proprio
niente
di
comune
col
fascismo
italiano
.
"
Dunque
uomini
vecchi
di
età
che
sono
vecchi
anche
di
spirito
,
si
discostino
da
noi
,
insieme
ai
giovani
d
'
età
che
sono
vecchi
di
spirito
.
Noi
siamo
fascisti
.
Fascisti
,
oggi
tendenzialmente
repubblicani
,
che
ànno
qualche
non
lieve
cosa
,
da
rimproverare
alla
monarchia
.
Se
voi
avete
applaudito
Mussolini
quando
disse
,
il
3
aprile
,
che
per
merito
nostro
il
timone
dello
Stato
passa
da
Giolitti
a
Gabriele
D
'
Annunzio
,
come
potete
conservare
una
mentalità
così
piccina
,
pesante
,
statica
,
incagoiata
come
quella
che
non
vi
fa
approvare
una
doverosa
e
dignitosa
astensione
dalla
prima
seduta
della
Camera
,
che
è
cerimonia
squisitamente
dinastica
?
A
Bologna
i
fascisti
sono
nella
grandissima
maggioranza
,
dei
migliori
,
concordi
nell
'
indirizzo
puro
,
nell
'
indirizzo
di
Mussolini
e
nostro
.
Siamo
orgogliosi
di
poterlo
dire
al
Duce
.
Siamo
fieri
di
proclamarlo
ai
quattro
venti
che
portino
l
'
annuncio
ai
fascisti
veri
e
a
quelli
falsi
delle
più
lontane
regioni
d
'
Italia
.
E
commettiamo
solennemente
ai
deputati
fascisti
della
nostra
circoscrizione
che
presenzieranno
all
'
adunata
di
Milano
di
sostenere
con
intransigenza
,
il
principio
dell
'astensione."
StampaPeriodica ,
Benissimo
ha
fatto
Paolieri
a
mettere
al
posto
le
cose
intorno
al
Salgari
,
su
cui
i
soliti
giornalisti
-
letterati
stanno
facendo
un
disgustoso
can
can
,
ridicolizzando
quello
che
potrebbe
essere
una
semplice
riparazione
,
dal
punto
di
vista
strettamente
economico
,
dall
'
ingiustizie
e
angherie
che
il
Salgari
patì
dagli
editori
.
Dice
opportunamente
Paolieri
sulla
Nazione
:
«
Il
Salgari
,
non
solo
scriveva
con
la
sciatteria
degli
scrittori
a
poche
lire
la
dispensa
,
ma
non
poteva
essere
un
vero
e
proprio
educatore
,
come
ad
esempio
l
'
impareggiabile
Giulio
Verne
,
proprio
a
causa
della
sua
completa
mancanza
di
cognizioni
scientifiche
,
oltre
che
di
sintassi
e
di
lingua
.
Il
Salgari
non
era
che
un
abile
rimpolpettatore
del
Mayne
-
Reid
,
dei
l
'
Aymard
,
del
Boussenard
e
,
soprattutto
,
dell
'
Assollant
sulle
cui
orme
marciò
peggiorando
il
genere
per
l
'
assoluto
dilettantismo
nel
quale
sempre
rimase
,
non
possedendo
serii
studii
di
scienza
né
avendo
mai
sconfinato
oltre
la
propria
provincia
.
»
Aggiungeremo
per
conto
nostro
che
Salgari
ha
diffuso
nevrastenia
e
morboso
romanticismo
nelle
file
dei
giovani
lettori
,
li
ha
tenuto
lontani
dagli
studi
,
dalla
realtà
e
dell
'
umanità
.
Siamo
quindi
sbalorditi
di
leggere
sul
Raduno
che
Salgari
sarebbe
un
«
martoriato
educatore
della
nostra
gioventù
»
e
un
precursore
del
fascismo
;
e
lo
sbalordimento
si
muta
in
nausea
e
disgusto
quando
in
quel
giornale
«
degli
artisti
di
tutte
le
arti
»
troviamo
,
buttata
giù
di
straforo
,
una
frase
simile
:
«
Io
affermo
che
nel
bilancio
storico
dell
'
Italia
,
della
nuova
Italia
,
Emilio
Salgari
conta
molto
più
che
Giacomo
Leopardi
»
.
Se
degli
Italiani
pensano
e
scrivono
questa
roba
in
pieno
anno
VI
del
Fascismo
,
noi
ci
domandiamo
seriamente
se
valga
la
pena
lottare
e
dedicare
,
come
abbiamo
dedicato
,
la
nostra
migliore
giovinezza
per
la
purificazione
di
questa
nostra
Italia
,
che
vorremmo
grande
,
nobile
bella
,
gloriosa
e
forte
,
e
che
non
sa
ancora
espellere
violentemente
da
sé
tanta
marcia
,
tanta
miseria
,
tanta
carogneria
.
Inconsciamente
,
l
'
autore
di
quella
trista
frase
,
ha
posto
un
problema
essenziale
.
Insomma
,
l
'
Italia
del
Fascismo
è
nata
da
Salgari
o
da
Leopardi
?
Il
problema
esiste
,
dal
momento
che
qualcuno
l
'
ha
posto
.
Ma
intanto
,
visto
che
il
Raduno
si
è
gloriosamente
collocato
fra
le
più
evidenti
manifestazioni
di
grossolanità
,
di
volgarità
e
di
ignoranza
,
domandiamo
,
alle
corte
:
1
.
-
Se
roba
simile
è
fascismo
;
2
.
-
Se
il
Raduno
è
giornale
polemico
o
officioso
;
3
.
-
Se
gli
intellettuali
e
gli
artisti
sono
obbligati
ad
essere
solidali
con
un
organo
di
tanta
imbecillità
e
confusione
,
degnamente
battezzato
con
una
parola
che
in
Italiano
non
esiste
.
StampaPeriodica ,
Io
penso
nel
medesimo
tempo
con
una
tristezza
e
con
una
gioia
infinite
ai
profondi
secreti
dell
'
anima
che
i
grandi
poeti
non
rivelarono
mai
con
le
parole
.
Quel
silenzio
immortale
nel
quale
si
spense
la
loro
voce
potente
,
avvince
,
attraverso
i
secoli
,
il
nostro
spirito
al
loro
,
e
ci
attira
ancora
coi
profondi
abissi
del
mistero
,
vaneggianti
sempre
dinanzi
agli
occhi
vigili
della
mente
nostra
.
Quanto
di
tutto
quello
che
s
'
agitò
nel
cuore
di
quei
grandi
,
e
il
meglio
senza
dubbio
,
non
suggellò
nel
loro
petto
col
suo
bacio
la
morte
?
E
tutto
quello
che
essi
sentirono
,
quella
voce
che
per
loro
soli
ebbe
la
natura
e
che
si
articolò
in
parole
,
le
cui
sillabe
furono
battiti
del
cuore
e
pulsazioni
delle
arterie
,
tutto
questo
non
potrà
dunque
più
riecheggiare
nell
'
animo
d
'
alcuno
?
Allorché
io
vedo
lettori
attenti
badare
,
nella
lettura
dei
poeti
,
solamente
a
ciò
che
le
parole
suonano
,
vedo
uomini
pallidi
,
il
cui
viso
non
ha
mai
imporporato
la
fiamma
dell
'
Amore
.
Ma
vi
son
quelli
sul
cui
animo
incombe
la
gravità
di
quel
silenzio
che
involge
d
'
ombra
quelle
parole
e
che
silenziosamente
ascoltano
parlare
il
loro
cuore
;
e
sono
gli
eletti
,
che
sentono
in
quel
momento
la
loro
comunione
con
gli
spiriti
del
passato
.
La
fatica
dei
secoli
intorno
alla
Commedia
non
è
che
lo
sforzo
titanico
di
penetrare
l
'
immenso
e
pauroso
silenzio
di
Dante
,
e
dimostra
ad
un
tempo
la
grandezza
del
poeta
,
e
la
vanità
delle
opere
umane
quando
non
sono
irraggiate
dalla
Grazia
.
Il
commentatore
non
potrà
mai
pronunziar
la
parola
che
non
suonò
sul
labbro
del
poeta
,
perché
l
'
eterno
non
si
può
chiudere
nel
tempo
,
e
il
silenzio
(
diceva
il
professor
Teufelsdröckh
)
è
appunto
dell
'
eternità
,
come
del
tempo
è
la
parola
.
Egli
dunque
disporrà
solo
l
'
animo
del
lettore
ad
accogliere
in
lui
quel
muto
linguaggio
i
cui
segni
ideali
,
sono
tutti
nella
profondità
dell
'
anima
nostra
e
sdegnano
di
essere
racchiusi
nelle
angustie
delle
lettere
e
di
essere
evocati
da
deboli
suoni
.
Ogni
volta
che
io
ripeto
nella
mente
:
Quel
giorno
più
non
vi
leggemmo
avante
e
ripenso
a
tutti
coloro
che
hanno
voluto
compiere
il
pensiero
del
poeta
,
non
so
se
m
'
assale
più
il
dispetto
o
il
riso
,
ed
ho
come
davanti
agli
occhi
il
riflesso
della
fiamma
che
tremò
nell
'
animo
di
Dante
e
Io
scaldò
:
intraducibile
tutto
.
Noi
possiamo
comprendere
,
ma
non
spiegare
;
risentire
tutto
il
tumulto
della
passione
incomposta
,
violenta
,
ma
non
esprimerlo
;
e
rifugiamo
dal
limitare
il
sentimento
della
nostra
tristezza
,
che
è
più
vago
,
più
si
diffonde
quasi
per
tutto
l
'
essere
nostro
.
I
poeti
i
quali
trovarono
una
espressione
determinata
per
tutti
i
loro
sentimenti
,
o
credettero
che
quanto
essi
percepivano
poteva
passare
nell
'
animo
dei
lettori
solamente
attraverso
le
parole
,
furono
con
questi
in
una
comunione
temporanea
,
poiché
dei
sentimenti
si
palesa
con
esattezza
solo
quel
grado
più
semplice
e
più
comune
,
nella
cui
espressione
tutti
convengono
egualmente
,
poiché
solo
per
poco
può
piacer
riudire
ciò
che
noi
stessi
possiamo
ad
ogni
momento
formulare
.
Così
quelli
,
allorché
furono
spenti
i
contemporanei
,
testimoni
delle
anime
loro
,
capaci
di
comprendere
la
parte
più
caduca
di
esse
,
la
quale
vibra
nei
sentimenti
che
sono
la
caratteristica
di
un
periodo
o
di
una
società
,
non
hanno
altra
via
di
comunicare
coi
futuri
;
poiché
tutto
di
essi
si
è
spento
.
Fecero
come
i
fanciulli
:
trovarono
un
suono
per
tutti
i
loro
vaghi
sentimenti
:
ma
non
proferirono
mai
la
parola
velata
d
'
ombra
.
E
la
natura
li
ammoniva
in
ben
altro
modo
,
la
natura
che
ha
rivestito
tutte
le
idee
più
grandi
e
più
belle
di
forme
mute
che
solo
a
coloro
che
sanno
ascoltare
parlano
un
divino
linguaggio
.
La
natura
dice
attraverso
le
gemme
e
i
fiori
degli
alberi
le
sue
odorose
parole
,
solo
perché
le
profonde
radici
bevono
nel
suo
oscuro
seno
i
succhi
della
vita
.
L
'
uomo
che
ascolta
la
parola
del
fiore
caduco
sa
solamente
quello
che
muore
:
quegli
che
sa
udire
tutto
ciò
che
mormora
sommessa
la
terra
ha
colto
forse
la
parola
eterna
.
Così
l
'
artista
deve
imitar
la
natura
creando
forme
che
abbiano
un
linguaggio
per
coloro
che
l
'
Amore
ha
illuminato
.
Così
il
Poeta
,
il
cui
strumento
è
la
parola
,
ha
nelle
sue
mani
il
mezzo
più
potente
e
più
difficile
per
creare
:
e
la
sua
creazione
diventa
meravigliosa
fra
tutte
le
altre
appunto
perché
egli
ha
saputo
conciliare
in
una
divina
armonia
il
Silenzio
e
la
Parola
.
Quando
egli
ha
fatto
ciò
,
ha
creato
nell
'
arte
quello
che
è
vivo
nella
natura
:
il
Simbolo
.
Molti
scambiano
facilmente
l
'
allegoria
col
simbolo
e
credono
di
avere
allora
svelato
il
significato
riposto
delle
cose
;
ma
l
'
allegoria
non
cela
che
apparentemente
l
'
idea
,
ed
è
un
velo
che
può
facilmente
essere
rimosso
,
così
che
tutto
può
apparire
poi
manifesto
in
tutte
le
sue
parti
.
Non
così
il
simbolo
,
che
non
lascia
se
non
spiragli
aperti
al
mistero
delle
cose
e
non
può
essere
mai
rivelato
tutto
.
Ricordate
Il
Vischio
di
Giovanni
Pascoli
?
L
'
orto
nel
quale
egli
erra
con
l
'
anima
sorella
non
ha
carattere
allegorico
,
cioè
non
indica
alcuna
cosa
di
determinato
:
ma
i
fiori
rosei
dei
peschi
e
i
bianchi
dei
susini
sono
pure
la
speranza
e
la
promessa
;
ma
i
loro
petali
sparsi
a
terra
e
calpestati
sull
'
aurora
non
adombrano
le
memorie
vane
,
sono
invece
quelle
stesse
,
«
Ognuna
con
la
sua
lacrima
ancora
»
.
È
importante
notar
questo
,
perché
è
essenziale
al
carattere
del
poeta
il
non
aver
voluto
presentare
due
spettacoli
distinti
,
l
'
apparente
e
il
morale
,
che
si
corrispondano
artificiosamente
e
separatamente
l
'
uno
all
'
altro
,
ma
l
'
aver
colto
tutt
'
insieme
uno
spettacolo
della
natura
con
la
sua
significazione
oscura
forse
agli
occhi
del
corpo
,
ma
lucida
a
quella
dell
'
anima
.
L
'
albero
che
getta
,
per
la
volontà
di
vivere
,
qualche
cosa
di
più
bello
della
vita
,
fiori
od
ali
,
è
sempre
l
'
albero
,
ma
quando
ha
detto
al
poeta
il
suo
segreto
.
Allora
solo
,
dopo
che
il
poeta
ha
raccolto
la
parola
eterna
,
allora
solo
egli
che
volge
intorno
lo
sguardo
s
'
accorge
dell
'
albero
ignoto
,
dell
'
albero
strano
«
Che
non
ha
frutti
ai
rami
e
fiori
al
piede
»
.
S
'
accorge
non
già
ch
'
esso
è
davanti
ai
suoi
occhi
,
ma
che
gli
parla
anch
'
esso
.
Il
molle
seme
del
vischio
si
è
inserito
nella
sua
dura
scorza
,
e
volle
,
senza
che
esso
o
sapesse
o
credesse
.
Comprendete
come
qui
sia
scomparsa
l
'
allegoria
?
Questa
può
spiegare
quel
che
l
'
uno
volle
e
l
'
altro
non
seppe
e
non
credé
;
il
simbolo
vi
ha
solo
aperto
quello
spiraglio
,
perché
voi
che
avete
occhi
vediate
nella
tenebra
.
E
la
fusione
del
silenzio
e
della
parola
è
piena
nell
'
anima
dell
'
artista
quando
sa
e
vi
dice
quel
che
s
'
agitò
tra
le
fibre
dell
'
albero
tristo
,
«
E
tu
languivi
:
e
la
bellezza
e
il
bene
t
'
uscìa
di
mente
,
né
pulsar
più
fuori
gemme
sentivi
di
tra
il
tuo
lichene
»
.
La
bellezza
e
il
bene
e
le
gemme
sono
appunto
i
termini
di
questa
fusione
,
le
une
eterne
,
le
altre
passeggiere
,
e
davanti
agli
occhi
del
poeta
sono
come
una
sola
cosa
:
«
Due
anime
in
te
sono
,
albero
.
Senti
più
la
lor
pugna
,
quando
mai
t
'
affisi
ne
l
'
ozioso
mormorio
dei
venti
?
Quella
che
avea
lacrime
e
sorrisi
,
che
ti
ridea
col
labbro
de
'
bocciuoli
,
che
ti
piangea
dai
palmiti
recisi
,
e
che
d
'
amore
abbrividiva
ai
voli
d
'
api
villose
,
già
sé
stessa
ignora
.
Tu
vivi
l
'
altra
,
e
sempre
più
t
'
involi
da
te
,
fuggendo
immobilmente
;
ed
ora
l
'
ombra
straniera
è
già
di
te
più
forte
,
più
te
.
Sei
tu
,
checché
gemmasti
allora
,
ch
'
ora
distilli
il
glutine
di
morte
»
.
Non
cercate
qui
quello
che
il
poeta
abbia
voluto
significare
nel
mondo
morale
;
non
fate
alcuna
costruzione
etica
;
non
cercate
il
parallelo
dell
'
albero
e
dell
'
uomo
;
poiché
tutta
la
vostra
fatica
sarebbe
vana
,
e
forse
non
direste
mai
tutta
la
verità
.
Io
l
'
ho
già
detto
:
questa
non
è
un
'
allegoria
.
Pensate
solo
che
quell
'
albero
è
il
vischio
,
il
vischio
solamente
con
la
sua
ultrasensibile
significazione
,
ed
aprite
l
'
animo
vostro
ad
accogliere
il
mistero
e
il
simbolo
:
checché
il
cuore
vi
parlerà
e
voi
non
saprete
esprimere
è
per
voi
la
verità
.
StampaPeriodica ,
I
fascisti
della
nostra
città
,
che
esplicano
un
lavoro
efficace
di
tutti
i
giorni
,
anche
nella
scorsa
settimana
,
diedero
prova
tangibile
della
loro
attività
.
Poiché
alcuni
...
sconosciuti
pussisti
,
si
erano
presa
la
briga
di
insozzare
con
la
stereotipata
frase
del
Chi
paga
?
i
manifesti
che
il
Comitato
Centrale
dei
Fasci
aveva
fatto
affiggere
per
la
città
,
una
squadra
di
fascisti
,
sorpresili
in
flagrante
,
somministrò
loro
una
tale
dose
di
pugni
e
ceffoni
,
da
costringerli
a
fuga
ignomignosa
.
Non
solo
,
ma
lasciarono
nelle
nostre
mani
,
gli
eroi
nottambuli
,
a
loro
completo
scorno
,
ed
a
nostra
gloria
,
il
pennello
e
la
stampiglia
in
metallo
,
del
Chi
paga
?
Aggiungiamo
.
che
ora
,
non
avrebbe
più
ragione
di
esistere
l
'
interrogativo
,
in
quanto
possano
ritenersi
anch
'
essi
personalmente
...
pagati
!
!
StampaPeriodica ,
Si
approfitta
dell
'
occasione
anche
per
ricordare
a
personalità
influenti
del
regime
la
loro
appartenenza
alle
tribù
selvagge
.
Nel
mese
di
giugno
del
1924
,
all
'
inizio
di
quel
temporale
che
poi
si
scaricò
in
grandine
il
3
gennaio
del
1925
,
un
gruppo
di
giovani
di
buona
famiglia
e
di
buoni
studi
si
mise
in
testa
di
fondare
un
giornale
che
potesse
servire
da
documento
della
nostra
età
,
dello
spirito
delle
giovani
generazioni
,
quasi
lo
specchio
della
vita
italiana
del
tempo
di
Mussolini
.
Uno
specchio
che
riflettesse
,
della
vita
italiana
,
non
già
tutto
il
moto
vario
e
complesso
,
ma
soltanto
il
più
intimo
,
il
più
sincero
e
il
più
originale
.
L
'
ambizione
era
molta
,
ma
il
successo
fu
pari
alla
serietà
dei
propositi
.
Il
giornale
,
concepito
in
provincia
da
alcuni
onesti
giovani
provinciali
,
uscì
a
Colle
Val
d
'
Elsa
,
a
poche
miglia
da
Siena
,
e
cioè
nella
più
centrale
delle
provincie
italiane
,
quasi
diremmo
nell
'
Arciprovincia
;
ed
ebbe
per
titolo
«
Il
Selvaggio
»
,
per
motto
,
quello
di
Leonardo
:
«
salvatico
è
chi
si
salva
»
.
Tale
fu
l
'
accoglienza
che
gli
fecero
i
giovani
di
tutta
Italia
che
in
breve
la
tiratura
del
giornale
salì
al
alcune
migliaia
di
copie
e
l
'
appellativo
«
selvaggio
»
divenne
sinonimo
di
fedelissimo
di
Mussolini
,
cioè
di
intransigente
,
poiché
l
'
intransigenza
fascista
non
è
che
l
'
assoluta
fedeltà
a
Mussolini
.
In
tutta
la
Toscana
,
in
Romagna
,
in
Lombardia
,
in
Emilia
,
in
Umbria
,
nel
Lazio
,
nell
'
Irpinia
,
in
Sicilia
,
i
così
detti
selvaggi
si
raggrupparono
nelle
così
dette
tribù
e
raccolsero
i
migliori
tra
la
gioventù
universitaria
e
squadrista
di
tutte
le
regioni
d
'
Italia
.
I
giornali
dell
'
opposizione
aventiniana
ebbero
l
'
aria
di
scandalizzarsi
,
e
fecero
piovere
sui
selvaggi
tutte
le
contumelie
in
uso
in
quel
tempo
.
Ma
Colle
Val
d
'
Elsa
,
fra
una
burrasca
e
l
'
altra
,
divenne
la
capitale
di
Strapaese
,
la
mecca
della
fedeltà
mussoliniana
.
I
selvaggi
della
Val
d
'
Elsa
non
erano
,
come
li
dipingevano
gli
antifascisti
,
dei
bastonatori
rozzi
in
maniche
di
camicia
,
ma
dei
giovani
di
buoni
studi
,
che
avevano
le
lettere
e
le
arti
in
grande
onore
,
e
dei
quali
alcuni
si
son
poi
fatti
un
nome
nella
letteratura
e
nella
pittura
di
questa
Italia
.
Tuttavia
i
selvaggi
non
perdevano
d
'
occhio
la
politica
.
La
famosa
adunata
del
Monte
Amiata
,
dove
il
Duce
pronunziò
il
fortissimo
discorso
dello
«
strame
»
,
che
suonò
come
il
segnale
di
riscossa
contro
la
secessione
anticostituzionale
dell
'
Aventino
,
fu
organizzata
dai
selvaggi
.
In
quell
'
occasione
apparve
nei
giornali
una
fotografia
di
Mussolini
,
circondato
da
un
folte
gruppo
di
squadristi
,
che
tenevano
aperto
in
mostra
un
numero
del
«
Selvaggio
»
.
Quella
fotografia
,
presa
durante
l
'
adunata
del
Monte
Amiata
,
è
il
più
nobile
documento
dell
'
onesta
e
fiera
storia
dei
selvaggi
,
i
quali
contavano
nelle
loro
file
i
più
bei
nomi
della
nobiltà
rivoluzionaria
del
fascismo
,
da
Italo
Balbo
a
Giuriati
,
da
De
Vecchi
e
da
De
Bono
ad
Arpinati
,
da
Giunta
e
da
Scorza
a
Ricci
,
da
Soffici
a
Oppo
,
dal
Bove
di
Colle
al
Mordini
di
Barga
,
da
Tramontano
di
Siena
a
Gaggioli
di
Ferrara
.
Nomi
famosi
e
oscuri
,
di
capi
e
di
gregari
,
di
squadristi
e
di
artisti
,
ma
tutti
nomi
di
fedeli
e
di
galantuomini
,
la
cui
fierezza
e
la
cui
onestà
non
erano
e
non
sono
che
un
riverbero
dell
'
umanità
e
della
generosità
di
Mussolini
.
Alla
fine
del
1925
,
tornato
il
sereno
,
le
tribù
si
sciolsero
e
i
selvaggi
andarono
in
congedo
.
Molti
,
ormai
,
hanno
preso
moglie
,
qualcuno
è
diventato
Podestà
o
Ministro
.
Ma
in
tutti
è
rimasto
l
'
amore
per
il
«
Selvaggio
»
,
per
il
modesto
e
glorioso
giornale
di
Colle
Val
d
'
Elsa
,
che
ha
seguitato
imperterrito
a
uscire
di
quando
in
quando
,
accolto
sempre
con
affetto
dagli
antichi
e
dai
nuovi
amici
delle
più
provinciali
provincie
d
'
Italia
.
All
'
inizio
del
1929
,
per
uno
dei
soliti
fenomeni
d
'
emigrazione
interna
,
i
fondatori
del
«
Selvaggio
»
abbandonarono
Colle
Val
d
'
Elsa
e
si
stabilirono
a
Torino
.
Così
Strapaese
venne
a
star
di
casa
a
Stracittà
.
Molti
si
meravigliarono
della
cosa
,
e
alcuni
profeti
male
informati
ebbero
a
dichiarare
che
i
selvaggi
,
a
Torino
,
si
sarebbero
trovati
come
i
pesci
fuor
d
'
acqua
.
L
'
esperienza
ha
dato
torto
ai
profeti
.
Infatti
,
all
'
ombra
della
Mole
Antonelliana
,
i
selvaggi
si
sentono
ormai
come
a
casa
propria
.
Tanto
è
vero
,
che
anche
il
loro
giornale
lascia
Colle
Val
d
'
Elsa
e
viene
a
metter
famiglia
a
Torino
.
Guarda
un
po
'
che
cosa
ci
fa
fare
l
'
amore
per
Mussolini
!
StampaPeriodica ,
Ed
ecco
finalmente
un
poeta
che
agita
nella
sua
mente
i
problemi
più
importanti
del
suo
tempo
,
anzi
il
più
grande
di
tutti
,
e
coopera
magnificamente
alla
sua
risoluzione
.
Così
al
coro
di
ammirazione
che
suscitano
in
ogni
parte
d
'
Italia
le
strofe
di
G
.
Pascoli
bisogna
che
si
unisca
quello
della
gratitudine
per
l
'
opera
buona
che
egli
ha
compiuto
.
E
la
bontà
non
val
certamente
meno
dell
'
impegno
:
io
oserei
dire
che
vale
anche
di
più
.
Dal
risolvere
con
amore
il
problema
dell
'
educazione
dipenderà
senza
dubbio
gran
parte
della
nostra
felicità
avvenire
,
tutta
quasi
vorrei
dire
,
e
tutta
la
nostra
floridezza
e
tutta
quella
gloria
,
alla
quale
oscuramente
aspiriamo
in
nome
di
una
grande
tradizione
.
Sì
,
è
necessario
che
la
«
novella
generazione
italica
»
sia
migliore
di
noi
;
è
necessario
che
essa
abbia
più
fede
di
noi
,
è
necessario
da
lei
attendere
«
piuttosto
che
l
'
incremento
,
la
risurrezione
della
nostra
idealità
»
.
E
l
'
uomo
che
ha
rivolto
il
suo
cuore
a
questa
nobile
meta
è
degno
davvero
di
essere
ascoltato
con
animo
commosso
dai
giovani
,
è
degno
che
a
lui
guardino
con
occhi
di
riconoscenza
tutti
coloro
(
ed
ancora
sono
pochi
in
Italia
)
che
nelle
questioni
dell
'
educazione
sentono
palpitare
tutto
il
loro
cuore
.
È
un
fatto
che
a
questo
fine
altissimo
di
risorgimento
morale
i
compilatori
di
libri
per
i
ragazzi
pensano
poco
,
e
non
vi
pensano
affatto
,
salvo
qualche
nobile
eccezione
,
i
compilatori
delle
Antologie
italiane
,
di
quei
libri
cioè
che
restano
profondamente
impressi
nell
'
animo
nostro
,
come
tutto
ciò
che
appartiene
alla
nostra
prima
esistenza
.
Pare
che
coloro
i
quali
si
accingono
a
questo
lavoro
ignorino
completamente
quale
importanza
abbiano
i
primi
semi
che
si
gettano
nelle
anime
ancora
schiuse
,
schiuse
e
forse
allora
solamente
,
alla
contemplazione
ed
all
'
ammirazione
sincera
.
E
quest
'
ammirazione
sincera
non
può
nascere
se
non
dall
'
affinità
che
ha
il
mondo
interiore
del
fanciullo
con
quello
che
l
'
arte
ha
rappresentato
;
e
non
è
vero
che
a
quella
prima
età
ci
si
interessi
più
alla
rappresentazione
degli
affetti
e
dei
sentimenti
di
una
civiltà
complessa
e
raffinata
come
è
la
nostra
,
anzi
che
a
quella
più
primitiva
e
più
infantile
di
un
passato
lontano
.
Coloro
che
credettero
una
volta
di
dover
sbandire
dalla
prima
scuola
tutto
ciò
che
era
l
'
eco
di
una
società
defunta
non
osservarono
se
non
certi
legami
apparenti
,
ma
parvero
non
vedere
alcuni
vincoli
più
saldi
che
legano
l
'
animo
nostro
e
che
si
stendono
lontani
e
tenaci
nelle
misteriose
oscurità
del
tempo
.
E
se
l
'
uomo
avveduto
,
se
l
'
uomo
sapiente
,
cioè
il
poeta
(
poiché
è
appunto
un
poeta
che
si
è
assunto
il
compito
di
guidare
nella
vita
e
nell
'
arte
quelli
che
saranno
uomini
quando
egli
sarà
pressoché
al
termine
del
suo
viaggio
)
ha
trovato
il
modo
di
far
palpitare
,
ricordando
le
più
ideali
espressioni
di
una
vita
più
semplice
e
più
schietta
della
nostra
,
l
'
anima
giovanile
,
egli
ha
forse
tanto
meritato
della
sua
fatica
,
quanto
con
l
'
arte
sua
stessa
.
Così
una
gran
parte
del
volume
mette
il
fanciullo
nel
bel
mezzo
del
mondo
eroico
...
Ma
ascoltiamo
il
Mentore
:
«
Oh
!
il
mio
fanciullo
quanto
è
lontano
!
È
sulle
rive
dell
'
Ellesponto
,
è
nel
campo
degli
Achei
,
è
nel
mondo
di
Omero
.
Eppure
più
s
'
allontana
da
ciò
che
gli
è
intorno
,
più
s
'
avvicina
a
ciò
che
egli
è
dentro
.
È
uscito
dal
suo
ambiente
,
e
ha
trovato
la
sua
anima
.
Quegli
eroi
antichi
di
tre
millenni
sono
più
somiglianti
al
suo
essere
intimo
,
che
non
i
personaggi
de
'
racconti
d
'
oggidì
,
specialmente
de
'
racconti
per
bambini
.
Oh
!
il
gran
libro
per
i
bambini
che
è
l
'
Iliade
!
Il
mio
fanciullo
ne
è
preso
:
egli
vede
se
stesso
in
Achille
,
che
è
pur
così
grande
e
che
,
quando
,
nell
'
impeto
del
dolore
,
si
rotola
per
terra
,
copre
tanto
spazio
.
Fanciullo
mio
,
non
è
vero
che
t
'
assomiglia
?
Tu
non
ti
vendichi
,
è
vero
,
così
terribilmente
;
anzi
,
perché
ascolti
alcuni
divini
precetti
,
non
ti
vendichi
affatto
.
Ma
quando
sei
adirato
,
che
cosa
non
ti
proponi
di
fare
!
E
anche
tu
,
quando
non
ti
puoi
sfogare
,
piangi
;
e
piangi
in
disparte
anche
tu
.
E
dici
:
mamma
!
mamma
!
anche
se
ella
è
lontana
,
anche
se
ella
è
lontanissima
,
morta
;
e
la
chiami
per
ogni
tuo
cruccio
e
per
ogni
tuo
dolore
con
un
gran
ripetìo
,
con
un
singultìo
continuato
,
torcendoti
le
mani
dalla
disperazione
.
Oppure
le
mani
le
tendi
;
le
tendi
,
se
non
al
mare
,
al
cielo
infinito
.
E
viene
allora
?
Ti
dice
ella
,
Mia
creatura
,
che
piangi
?
e
qual
passione
t
'
accora
?
Dimmelo
,
non
lo
nascondere
:
in
due
lo
vogliamo
sapere
!
ti
dice
ella
così
?
Presso
a
poco
,
ella
ti
dice
così
e
ti
stringe
la
tuta
fra
le
sue
due
mani
.
E
non
sei
tu
che
fai
le
bizze
ora
?
Ti
sei
impuntato
a
castigare
i
compagni
privandoli
della
tua
compagnia
ne
'
loro
giochi
;
e
castighi
te
stesso
.
Ti
rodi
di
non
essere
con
loro
e
non
vuoi
volere
.
Eccolo
il
giovinetto
imbronciato
,
che
sta
in
un
cantuccio
:
né
all
'
adunata
egli
più
si
recava
,
ch
'
esalta
i
guerrieri
,
né
alla
guerra
egli
più
:
ma
bensì
macerava
il
suo
cuore
standosi
lì
,
e
anelava
tra
sé
l
'
ululato
di
guerra
.
Non
la
guerra
,
non
l
'
ululato
di
guerra
,
veramente
;
ma
giù
di
lì
:
può
anzi
essere
a
dirittura
la
guerra
con
eroi
dall
'
elmo
di
cartone
e
dalla
spada
di
legno
,
ma
può
anche
essere
caponiscondere
e
mosca
cieca
.
Ma
facendo
questa
riduzione
,
non
più
dal
grande
al
piccolo
,
ma
,
per
così
dire
,
dal
selvatico
al
domestico
,
sii
Achille
,
o
giovinetto
buono
,
sii
Achille
,
quando
si
tratta
del
tuo
dovere
!
E
fissati
ora
nell
'
anima
e
presentati
poi
nel
pensiero
,
ogni
volta
che
il
dovere
da
adempiere
sia
con
dolore
e
con
pericolo
,
presentati
nel
pensiero
il
fulvo
eroe
sul
carro
da
guerra
:
e
il
cavallo
gli
parla
con
la
testa
china
e
con
la
criniera
spiovente
e
tersa
e
gli
dice
:
Andremo
e
morrai
!
ed
esso
risponde
:
E
morrò
:
Disse
e
d
'
un
urlo
tra
i
primi
egli
spinse
al
galoppo
i
cavalli
.
Prepara
il
cuore
alle
traversie
:
verranno
.
Ricordati
che
si
può
e
si
deve
essere
eroi
anche
senza
lanciarsi
,
l
'
un
contro
l
'
altro
,
le
lancie
guarnite
di
bronzo
.
Ricordati
che
il
sommo
dell
'
eroismo
non
è
nel
riluttare
,
ma
nel
rassegnarsi
(
Achille
si
rassegna
alla
morte
)
,
nel
soffrire
anche
più
che
nel
fare
»
(
G
.
PASCOLI
,
Nota
per
gli
alunni
,
in
Sul
limitare
,
cit
.
,
pp
.
XI
-
XII
)
.
Ed
a
traverso
il
mondo
eroico
il
fanciullo
è
trasportato
in
mezzo
al
mondo
romano
,
e
ne
apprende
qualche
gloria
fulgida
dalla
parola
colorita
di
Livio
,
qualche
ignominia
dagli
accenti
rotti
e
fieri
di
Tacito
,
finché
giunge
all
'
età
media
,
a
quel
tempo
in
cui
gli
uomini
parvero
ritornati
«
a
quella
selvatica
e
semplice
infanzia
in
che
erano
al
tempo
di
Achille
e
del
suo
poeta
»
(Ibid.,
p
.
XIII
)
.
Ed
anche
qui
altri
eroi
,
altri
racconti
meravigliosi
;
ed
egli
accoglie
pensoso
nell
'
anima
i
fatti
di
cui
si
gloriano
le
nuove
nazioni
nate
dal
disfacimento
del
più
grande
impero
del
mondo
,
e
si
domanda
forse
perché
anche
l
'
Italia
non
ha
nella
sua
parte
l
'
eco
di
quella
società
nuova
che
si
veniva
formando
lentamente
dal
dissolvimento
di
un
'
antica
.
Chi
sa
?
Forse
per
noi
la
fine
dell
'
Impero
«
non
fu
un
tramonto
o
fu
un
tramonto
polare
,
cui
non
seguì
la
notte
,
ma
l
'
alba
,
quasi
senza
intervallo
.
Non
ci
fu
penombra
e
il
nostro
popolo
non
ebbe
tempo
di
sognare
»
(Ibid.,
p
.
XIV
)
.
E
questa
ragione
merita
un
attento
esame
.
E
poi
agli
occhi
del
piccolo
lettore
s
'
apre
il
mondo
delle
meraviglie
,
è
Ulisse
,
sono
semplici
racconti
e
leggende
popolari
,
è
qualche
favola
,
qualche
parabola
,
qualche
allegoria
;
racconto
e
ragionamento
nel
tempo
stesso
,
per
adombrare
qualche
altra
verità
,
alle
volte
con
voce
divina
.
E
finalmente
si
trova
in
un
tribunale
nell
'
Elica
,
ed
ivi
apprende
come
si
debba
piuttosto
morire
che
mancare
al
suo
dovere
.
«
Le
parole
di
Socrate
nel
vestibolo
e
sul
limitare
della
morte
sono
tali
che
nessuno
venuto
al
mondo
deve
uscirne
senza
averle
imparate
»
(Ibid.,
p
.
XVIII
)
.
E
da
ultimo
quando
il
giovinetto
è
passato
attraverso
ad
un
'
altra
parte
del
libro
di
pensieri
e
di
affetti
è
maturo
per
imparare
a
conoscere
i
due
più
grandi
spiriti
di
nostra
gente
:
Virgilio
e
Dante
.
Con
tali
intendimenti
è
fatto
questo
magnifico
libro
,
che
io
chiamerei
volentieri
un
'
opera
di
fede
;
libro
fatto
non
per
insegnare
come
s
'
abbiano
a
dire
le
cose
(
questa
preoccupazione
è
stata
sempre
,
io
credo
,
una
delle
principali
ragioni
della
nostra
debolezza
morale
)
ma
le
cose
che
si
possono
poi
dire
agli
altri
ed
anche
non
dire
:
libro
che
ha
la
divina
virtù
di
svegliare
in
noi
,
anche
diventati
grandi
,
il
fanciullo
che
in
noi
dorme
;
quel
fanciullo
che
sa
qualche
volta
additarci
con
la
sua
voce
semplice
e
buona
e
istintivamente
una
mèta
nobile
ed
alta
ed
a
volte
anche
gloriosa
.
E
lode
sia
a
G
.
Pascoli
di
questo
suo
grande
benefizio
;
sia
lode
a
lui
che
tante
volte
ascolta
con
orecchio
attento
e
ripete
con
voce
commossa
la
voce
del
fanciullo
che
così
spesso
in
lui
si
risveglia
.
StampaPeriodica ,
L
'
Ardito
-
Futurista
si
proietta
nell
'
avvenire
come
un
acrobatico
razzo
illuminante
,
lasciandosi
indietro
,
negli
organizzati
bivacchi
,
le
moltitudini
pesanti
che
solcheranno
fatalmente
la
sua
traccia
di
luce
.
Vertebra
della
vita
italiana
,
esso
è
destinato
a
colorare
della
sua
audacia
rossissima
gli
eventi
e
le
volontà
che
foggeranno
il
futuro
d
'
Italia
.
Il
prototipo
dell
'
Ardito
-
Futurista
ha
press
'
a
poco
questi
Caratteri
fisici
:
1
.
Vivace
testa
geniale
con
folti
capelli
scomposti
.
2
.
Occhi
ardenti
fieri
ed
ingenui
,
che
non
ignorano
l
'
ironia
.
3
.
Bocca
sensuale
ed
energica
,
pronta
a
baciare
con
furore
,
a
cantare
con
dolcezza
e
a
comandare
imperiosamente
.
4
.
Elasticità
di
muscoli
asciutti
,
irradiati
di
fasci
di
nervi
ultrasensibili
.
5
.
Cuore
di
dinamo
,
polmoni
pneumatici
,
fegato
di
leopardo
.
6
.
Gambe
di
scoiattolo
,
per
arrampicarsi
a
tutte
le
cime
e
per
scavalcare
tutti
gli
abissi
.
7
.
Eleganza
sobria
virile
sportiva
,
che
permette
di
correre
,
di
lottare
,
di
svincolarsi
,
di
danzare
,
di
arringare
una
folla
.
Composizione
spirituale
:
1
.
Capacità
sconfinata
di
amore
e
di
odio
,
non
repressa
da
imbecilli
riserve
filosofiche
.
2
.
Adorazione
sana
e
gioconda
della
vita
,
manifestata
dalla
tendenza
a
goderla
con
avidità
e
ad
offrirla
tutta
in
un
attimo
con
generosità
.
3
.
Coraggio
illimitato
,
che
non
conosce
l
'
impossibile
e
non
indietreggia
davanti
a
nessun
ostacolo
,
a
nessun
pudore
,
a
nessuna
impotenza
tradizionale
.
4
.
Intelligenza
intuitiva
e
liricamente
pratica
,
che
rifiuta
il
sofisma
,
sdegna
la
logica
pedantesca
,
e
odia
l
'
erudizione
.
5
.
Personalità
inedita
e
sincera
,
per
la
quale
non
esiste
nulla
di
convenzionale
,
di
stereotipo
e
di
snobistico
.
6
.
Tendenza
a
prodigarsi
nel
più
difficile
e
nel
più
rischioso
,
con
fantasia
e
bontà
.
L
'
Ardito
-
Futurista
sarà
l
'
elemento
irresistibilmente
vivificatore
e
propulsore
di
ogni
consorzio
della
vita
nazionale
.
Ecco
il
suo
Programma
energetico
:
1
.
Esercitare
quotidianamente
il
proprio
corpo
in
tutte
le
forme
di
sport
,
soprattutto
nel
pugilato
,
nella
scherma
di
pugnale
,
nel
nuoto
,
nella
corsa
e
nell
'
aviazione
.
2
.
Intervenire
ogni
giorno
,
in
ogni
occasione
e
per
qualunque
pretesto
,
nella
vita
collettiva
,
portando
nelle
manifestazioni
e
nelle
decisioni
delle
masse
il
calore
della
sua
giovinezza
temeraria
che
non
conosce
prudenza
e
non
s
'
inchina
davanti
a
nessuna
Autorità
che
non
sia
la
grande
Italia
di
domani
.
3
.
Smontare
,
ripulire
,
lubrificare
e
modernizzare
tutti
i
congegni
della
complessa
macchina
politica
-
burocratica
-
giuridica
italiana
,
oppure
trovandoli
fuori
uso
,
gettarli
nel
crogiuolo
di
una
rivoluzione
,
fondendo
e
costruendo
un
nuovo
arnese
più
adatto
al
suo
tempo
.
4
.
Combattere
senza
quartiere
e
senza
mezzi
termini
le
camorre
organizzate
,
tutti
i
negatori
della
patria
,
tutti
i
detrattori
della
santa
guerra
rivoluzionaria
.
5
.
Perseguitare
spietatamente
i
neutrali
,
i
vigliacchi
e
gli
imboscati
di
tutte
le
lotte
,
cruente
e
non
cruente
.
6
.
Snidare
e
ripartire
le
ricchezze
di
fonte
equivoca
,
e
quelle
accumulate
a
spese
dei
combattenti
durante
la
guerra
.
7
.
Appoggiare
le
agitazioni
dei
lavoratori
,
tendenti
alla
loro
elevazione
morale
e
materiale
;
ma
impedire
che
facciano
il
gioco
di
un
qualsiasi
Partito
politico
.
8
.
Opporsi
a
tutte
le
dittature
,
a
tutte
le
egemonie
(
da
quella
delle
Casseforti
a
quella
delle
Mani
Callose
)
,
e
non
ammettere
per
l
'
Italia
altra
democrazia
che
quella
dell
'
ingegno
e
della
volontà
costruttiva
...