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StampaPeriodica ,
Il quadro economico è cambiato radicalmente rispetto al 10 settembre . Abbiamo preparato una Legge finanziaria straordinaria perché è straordinario il momento . Abbiamo stanziato alcune migliaia di miliardi per potenziare la sicurezza interna e i servizi di intelligence . Eppure , siamo riusciti a tener fede agli impegni di migliorare la qualità della vita dei pensionati e delle famiglie » . Alla vigilia della presentazione della prima Finanziaria del governo Berlusconi , Gianfranco Fini non crede che la recessione economica possa compromettere a lungo l ' economia italiana . « Per tranquillizzare i mercati , è indispensabile che tutti i focolai di terrorismo vengano individuati e sradicati . Tutti sanno che i prossimi mesi non saranno agevoli . Ma è ragionevole pensare che dalla primavera del 2002 possa ripartire la ripresa economica internazionale . L ' Italia sarà certamente in grado di cogliere questa occasione » . Quanti provvedimenti economici avete dovuto rinviare dopo gli attentati di New York ? Ragioniamo con la logica di un governo che ha cinque anni davanti a sé e che si è trovato con un deficit imprevisto grazie anche alla politica del centrosinistra . Abbiamo dovuto graduare nel tempo alcuni interventi anche se nel pacchetto dei 100 giorni abbiamo potuto adottare misure come la Tremonti bis e la legge obiettivo per le opere pubbliche finalizzate ad aiutare l ' economia e a far ripartire la produzione » . Quanto dovremo aspettare per gli sgravi fiscali che avete promesso in campagna elettorale ? Tutta la riforma del sistema fiscale sarà oggetto di delega a margine della Finanziaria e sarà messa a punto nell ' arco del 2002 . Alla base di tutto questo ci sono gli attentati di New York . Il presidente egiziano ha confermato l ' intenzione dei terroristi di colpire il vertice di Genova . Avevate avuto segnalazioni precise ? Mubarak ha confermato che i servizi segreti italiani avevano segnalato , anche su informazioni di altri colleghi , che gli estremisti islamici avrebbero cercato di colpire Bush in aria . Il governo decise di chiudere lo spazio aereo di Genova tirandosi addosso una nuvola di polemiche . Alla luce di quanto è successo l'11 settembre quelle polemiche si dimostrano tragicamente infondate e chi ci accusò di voler limitare la libertà di movimento dei cittadini dovrebbe riflettere . Va rivisto anche il giudizio negativo che molti hanno dato sull ' opera di prevenzione dei nostri servizi ? Il governo non lasciò nulla al caso . Intervenne su indicazioni precise e questo deve indurre tutti a essere meno superficiali nella valutazione della supposta incapacità dei nostri servizi come elemento utile a garantire la sicurezza . Avete elementi concreti per considerare l ' Italia come un obiettivo dei terroristi ? Anche per la sua posizione geografica , l ' Italia è certamente uno degli obiettivi di questa follia criminale . Ma la vigilanza è molto alta e l ' arresto di lunedì scorso dei cinque giovani afghani dimostra che funziona . Però la gente è inquieta , molti hanno paura . Io credo che abbia ragione il ministro dell ' Interno quando definisce del tutto fuori luogo un allarmismo generico e immotivato . Per questo mi auguro maggiore consapevolezza da parte di chi ha il compito delicatissimo di informare l ' opinione pubblica . Si riferisce alle notizie sull ' eventuale uso da parte degli americani della bomba atomica ? Appunto . Non c ' è alcuna ipotesi realistica in proposito . Qualcuno dice che gli Stati Uniti non ci tengono in gran conto . Non è vero . I rapporti personali tra Bush e Berlusconi sono un ulteriore elemento di garanzia circa la lealtà dell ' Italia e la sua capacità a tener fede agli impegni . Senza le doppiezze e i bizantinismi che purtroppo hanno caratterizzato la politica italiana in passato , determinando un giudizio complessivo di scarsa serietà e affidabilità . Debbo riconoscere che , a parte rarissime eccezioni , il comportamento responsabile dell ' opposizione concorre a garantire la piena tenuta del nostro Paese . Il nostro sostegno militare agli americani sarà virtuale ? Voglio dire : non ci saranno chiesti uomini e mezzi ? Noi faremo tutto quello che sarà deciso in sede Nato . Se gli inglesi sono già operativi è perché il loro rapporto con gli Stati Uniti è da sempre strettissimo e il loro potenziale di intervento militare è assai più elevato del nostro . Ma sarebbe sbagliato misurare l ' affidabilità dell ' Italia sulla base del numero di mezzi che ci sarà richiesto . Questo regolamento di conti con il terrorismo internazionale non potrà limitarsi solo ad aspetti militari . Appunto . È significativo constatare che sulla legittimità della risposta militare concordano tutti . Ed è estremamente importante quel che ha detto la gerarchia cattolica . Ma la lotta al terrorismo dovrà servirsi necessariamente anche di altri strumenti come l ' individuazione dei santuari finanziari e l ' adozione di alcune misure di embargo . Anche qui l ' Italia è chiamata a fare la sua parte .
CAPITALE E LAVORO ( - , 1862 )
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Vi è un uomo che possiede molte ricchezze : egli ha una cassa guernita di molta moneta , egli ha palazzi e case , ville e fattorie . Molte famiglie campano su quello di lui , sia lavorando la terra sia nell ’ impiego delle sue amministrazioni di città e di campagna . Dai suoi fondi egli ricava in abbondanza vino , olio , lane , seta , bestiami e legname d ’ ogni sorta . La natura arricchì i suoi terreni di marmi e di minerali , e i porti vicini veggono caricare sulle navi straniere i suoi prodotti . Quest ’ uomo si chiama il capitale . Vi è un altro uomo che ha nelle mani molti milioni di danaro : egli possiede diverse banche in diverse città e spesso succede che se lo Stato ha bisogno di prestiti trova in questo millionario l ’ aiuto necessario del pronto contante : non è solo lo Stato che a lui ricorre : perché molti negozianti e intraprenditori trovano per mezzo suo l ’ aiuto a montare dei grandi commerci e delle grosse fabbriche . Voi vedete quei magazzini forniti di grandi masse di mercanzie , raccolte d ’ ogni parte per il consumo dell ’ interno e dell ’ estero : il denaro che comprò quelle mercanzie viene dalle mani del millionario . Voi entrate con meraviglia dentro quella officina dove una macchina fissa mette in moto tante altre macchine per lavorare , e dove tanti uomini sono occupati ognuno al suo lavoro : il costo di quelle macchine sale a millioni : e sapete che il millionario prestò il suo denaro all ’ intraprenditore di quella fabbricazione . Anche quest ’ uomo è un capitale . Evvi un terzo uomo che possiede niente altro che un bellissimo ingegno coltivato fin da fanciullo negli studi : e con lui ve n ’ è un altro che possiede ancor meno : due braccia e l ’ esercizio d ’ un mestiere . Il primo di questi due è capace di guidare un ’ impresa , di creare una macchina , di dirigere una lavorazione : il secondo lavora ed è esatto , diligente ed operoso : questi due uomini sono il lavoro . Ponetemi questi quattro uomini isolati : saranno essi quattro forze senza moto , quattro vite senza destino . Il mio ricco da per sé non potrebbe giungere dopo tanta fatica a coltivare il più piccolo de ’ suoi poderi : i suoi terreni ben presto s ’ impaluderebbero e sarebbero coperti di bronchi e di spine : dei suoi palazzi non saprebbe che farne e ben presto cadrebbero in ruina per effetto dell ’ abbandono . Il mio millionario sarebbe il più povero uomo della terra : senza esser capace di provvedere con le sue mani al più piccolo de ’ suoi bisogni , egli avrebbe una grande massa di argento e d ’ oro che gli varrebbe quanto un monte di cenere . Gli avverrebbe come all ’ avaro della favola che si vide imbandire davanti ( allora che aveva più appetito ) pane e cibi d ’ oro , e disperato sarebbe ben presto perito di fame , se non avesse dismesso l ’ antica avarizia , e si fosse persuaso che tanto il denaro vale quanto si spende ad utile comune . L ’ uomo poi che ha un bell ’ ingegno , ridotto solo , è un disperato che sogna di belle cose e non ne può ridurre ad effetto pur una . Egli avrebbe in mente di procurare lavoro al suo compagno l ’ operaio e alle migliaia di questi , ma il denaro gli manca per apportare tanto utile al suo paese . L ’ ingegno suo rimane allora come un diamante nascoso nel fango e che tu non puoi distinguere dagli altri ciottoli del terreno . L ’ operaio ridotto solo , anco lui è un vagabondo , è un pezzente che si sente struggere di noia e che vede morire di fame la sua famiglia : indarno offre e domanda lavoro , perché nessuno ha bisogno di lui . Varrà meglio per tutti che queste quattro forze la ricchezza e il denaro , l ’ intelligenza e il lavoro se ne vadano associati per vivere l ’ una per l ’ altra e l ’ uno con l ’ altro . La ricchezza fu acquistata per via di risparmi e di lavoro : il capitale ancora del millionario fu accumulato per via di risparmi e fu quell ’ istinto di previdenza che distingue le creature ragionevoli che spinse l ’ uomo accorto ed attivo a porre insieme il resultato de ’ suoi guadagni . La terra è il primo capitale , e l ’ uomo la coltiva e da essa ricava tante ricchezze che fanno la potenza degli Stati e la fortuna dell ’ individui . Una generazione le raccoglie per trasmetterle all ’ altra generazione : così vive la società : via via ogni età valendosi delle ricchezze e dei risparmi dell ’ età antecedente . Guai a una generazione prodiga : ella non solo rovina se stessa , ma compromette ancora l ’ avvenire delle generazioni future come appunto succedé nelle famiglie . Guai a una generazione oziosa : essa campa alle spalle delle generazioni passate , e prende delle anticipazioni sul lavoro e sui guadagni delle generazioni future : come fa il tristo uomo che avendo una rendita o la sciupa o non la fa progredire . La similitudine torna a capello , perché la società è la famiglia universale . Il capitale dunque è un avanzo che si è fatto sui lavori antecedenti per potere dar vita ai lavori futuri : e se la terra è come il fondo di tutti i capitali , perché da lei si ricava ogni materia del lavoro umano l ’ istinto di previdenza spinge gli uomini come diceva a creare oggi dei grandi riserbi per i bisogni e per le opere del domani . Un ’ altra volta vedremo come il capitale non può essere il lavoro e viceversa .
DA 'PENSIERI E FRAMMENTI' ( BOINE GIOVANNI , 1917 )
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A tagliare gli ormeggi il vento via ti soffia : Però non si sa dove . Sia per dove sia ! il vento mi strappi via della disperazione ! Però a scrutarmi nell ' oscurità che gemere che smarrimento ! Però a cercarmi nella pietà stringo le mani in contorcimento non so che Iddio scongiuri per esaudimento nella improvvisa ingenuità . Non v ' era luce nell ' opacità ! Curvai le sbarre di questa prigione : verso la liberazione l ' anima ruppe con voracità . Ma porto fu il nulla ! Ormai non ho più nulla da via buttare son nudo fino all ' anima non son che un ' anima tutto son fatto di tristezze amare e di sgomento . Senza meta , e per disperazione reggo contro me in ribellione ma il nulla fa spavento . ( Signore questo rotto corpo , non mi porta ormai non mi conforta pei chiari occhi la sanità del mondo . Qui giaccio qui lento mi disfaccio gemebondo . Oltre del corpo cercai Signore , ansioso le tue porte : sprofondo spento nel disfacimento della morte ) . Con nocche di sangue in cima alla scalea scuoto in angoscia le porte di bronzo : sono un perduto nell ' eternità . Mi abbranco naufrago alla disperazione ; tutto son teso nell ' invocazione ; - di qui qui qui all ' eternità ! - Così lento andando la tristezza m ' è così deserta ! Oh come pesa , oh come chiude questo mantello nero ! Giù tra gli scogli il mare appena fiata , fa gluglù è una bestia che dorme . Finché dal profondo nero orizzonte qua e là veggo le quiete stelle , così lontane e fuor di cruccio ! Proprio ; è un altro mondo ! che subito mi fermo e d ' ogni pena mi stabarro smemorato . A guardarlo questo vago latte delle nebulose che dolcezza ! Così vago che ti stempra , così lieve che non hai più corpo . Qui , a guardare , null ' altro è più che il pacifico stupore . Perché , che cosa dire ? Sono segni senza paragone ; sono al cuore segni d ' un profondo senza nome . Non c ' è che sprofondare .
MIRACOLO A MILANO ( Palazzeschi Aldo , 1951 )
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Se Vittorio De Sica si fosse limitato a darci , con questi giullari del tempo nostro , il senso poetico della povertà , l ' intima gioia che è nel povero , la sua superiorità davanti al ricco , e invece di mostrarcelo così incerto e sottomesso ce lo avesse mostrato sicuro e fiero di sé , fiero di quella libertà di spirito che forma la sua conquista e che per la sua stessa condizione al ricco viene negata , e fiero di quella fantasia che lo porterà a cavalcioni di un manico di granata a volare in cielo , Miracolo a Milano sarebbe senz ' altro un capolavoro , un messaggio , assolverebbe senza volerlo un compito sociale . Dove trapela , attraverso la caricatura , un presupposto sociale , il film perde quota , immiserisce , perché tace la poesia . E proprio lo spirito borghese ad inquinarlo . La caricatura è bella quando è fine a se stessa come nella scena dei dottori che contano le pulsazioni al letto della moribonda . Il film si muove con un primo bamboleggiamento di sapore deamicisiano finché Totò , questo « clown » della bontà e volontario della miseria , non uscirà dall ' orfanotrofio per entrare nel consorzio umano dove riunirà i mendicanti coi quali costruirà una città fatta di assi tarlate , rami d ' albero e latte mangiate dalla ruggine , e per la quale riuscirà a scovare anche una statua da porsi sulla piazza centrale ; colonia felice che con scoppi di gioia verrà inaugurata e percorsa da un capo all ' altro , e non appena un temporale l ' avrà sconvolta tutti si daranno senza indugio a ricostruirla : qui è la forza . Per tutto il primo tempo le scene incalzano una più bella dell ' altra . Nella seconda parte , allorché prende il sopravvento l ' elemento surrealistico , e questo film con grande soddisfazione surrealista possiamo classificare , via via decade . Sui prodigi della colomba si insiste troppo e al finale soltanto Totò con Edvige fra lo stupore di tutti dovrebbero volare in cielo , essi che hanno avuto fede nella bontà . La regia di Vittorio De Síca è di prim ' ordine e dal punto di vista strettamente cinematografico , per due buoni terzi il film riesce a mantenere un ritmo degno di incondizionata ammirazione . Secondo me manca quel raggio che alla fine ce lo faccia vedere nella sua interezza , uscendo lo si pensa ancora nei particolari di cui è straricco . Le masse sono manovrate magistralmente , il regista è nella sua piena maturità . Anche dell ' efficacia e spontaneità degli attori dobbiamo rendere a lui il principale merito , e aggiungeremo a questo proposito : quando si prendono attori occasionali sarebbe meglio lo fossero tutti , dal primo all ' ultimo , quei rari di professione che vi si mescolano sono proprio quelli che fanno brutta figura .
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PECHINO - Il presente dizionarietto intende offrire al lettore alcune informazioni su Pechino , dove ho vissuto una settimana in piena libertà di movimento mentre si svolgeva il nono congresso del Partito Comunista Cinese . Gli strumenti di conoscenza a disposizione di uno straniero in Cina sono l ' ideologia marxista - leninista del presidente Mao Tse Tung , i propri occhi e la propria ragione . Pure tenendo molto conto del primo ho scelto tuttavia gli altri due . Le voci si riferiscono esclusivamente a Pechino ma in molti casi , non specifici , si possono riferire all ' intero paese . Atmosfera Quell ' aria che corre intorno e dentro a luogo , persona o società e ne rivela il sentimento . Pechino in tempi normali è uniformemente grigio cinese , di un polline color cenere che forma e formula la realtà , l ' essenza e la sublime sua eleganza . All ' interno del colore cenere sono sospesi pochissimi colori tenui , il verdino di foglie molto piccole e piumose che fuma da certi alberelli grigi allineati , il giallo arancio cenere del sole , il giallo cenere della polvere che il vento un po ' sonoro trasporta dai deserti del Gobi . Solitario colore intenso e gloriosamente artificiale è il rosso lacca a cui si possono paragonare soltanto certi smalti per unghie lunghe e puntute . In questi giorni di nono congresso del Partito Comunista Cinese totalitarie superfici di rosso astratto coprono vasti e fragili vuoti color cenere creando nello spazio geometrie ed equilibri che la nostra società e la nostra cultura hanno abbandonato e dimenticato da molti secoli . All ' interno delle immobili aree e prospettive rosso e cenere si muovono le bandiere rosse e le mani che producono decorazioni fatte con carte colorate da applicare su vetri di finestre , su camion , su filobus , su biciclette ; si formano lentamente enormi ideogrammi dipinti a mano con smalto rosso su superfici gialle di carta , incollate una accanto all ' altra su muri grigi lunghissimi , si formano ancora altri spazi rossi e cenere e su questi spazi , massimi e minimi , si applica il numero infinito dei ritratti di Mao Tse Tung e la grafia del suo pensiero . Il risultato è una città intera ricreata , rifatta artificialmente , una espressione collettiva di artigianato popolare cioè , la più autentica e totale opera di pop art finora apparsa . È parte dell ' opera il popolo di Pechino e i suoi movimenti e sorrisi estatici erranti nelle strade , alcune guance da bambola di pezza su cui si posano i rossi della grande scena . L ' opera ideologico - pop durerà quanto il congresso , poi si dissolverà e resterà nella fantasia , nell ' aria . Abitanti Ho già espresso in altre occasioni la mia ammirazione umana ma anche estetica ( se mi si lascia usare questo termine in tempi duri di stupida e prepotente obbedienza nomenclatoria ) per il popolo cinese , in questi giorni ne ho avuto conferma e sono costretto a ripetermi . Il popolo cinese emana il grande fascino di chi è senza peccato , cioè di chi è senza volgarità . Ognuno cerchi dove e come crede le ragioni dell ' assenza di volgarità . Chi nella rarefazione e nell ' antichità della cultura cinese , chi nell ' ideologia di Mao Tse Tung , chi nei casi della natura . Personalmente " non approfondisco " perché non mi va di " approfondire " né di " politicizzare " ciò che salta semplicemente all ' occhio . Cioè che la grande leggerezza interiore , il peso specifico spirituale e umano , chiuso dentro vestiti poveri e rattoppati , in scarpette di pezza e di velluto nero , è di tutti , di tutto il popolo cinese : privilegio collettivo così alto che fa sentire gli occidentali , ad eccezione dei contadini , dei poveri e di qualche rarità , pesanti , meschini , e " culoni " . Dispiace dirlo . Spesso , in fotografie o immagini televisive che li mostrano presi dal comportamento politico i cinesi possono apparire violenti fanatici e anche brutti . Bisogna diffidare di queste immagini perché la macchina fotografica e la cinepresa ( nella loro fretta e obbedienza industriali ) sono poco adatte a carpire il fascino del popolo cinese che esige un rapporto ottico diretto , senza mediazioni meccaniche ( non umane cioè ) che dia modo e tempo di scoprire i dettagli . Si vedrà che in pieno comportamento politico ( che , se isolato dai " tempi " irreali delle cineprese può apparire violento , fanatico , brutto , così come lo vuol far apparire l ' occhio di chi lo riprende ) molto spesso qualcuno del piccolo o grande gruppo si mette a ridere , provocando allegria generale ; come se un rapidissimo , infantile e un po ' pazzo estro comico li avesse presi tutti . Basta questo per correggere la sensazione precedente . I cinesi sono più bizzarri di quanto si pensa , proprio per quella leggerezza interna che crea disponibilità e immaginazione anche intorno alle cose più schematiche e prevedibili . Dunque diffidare dalle riproduzioni meccaniche , che sono i nostri testi sacri : il popolo cinese è così umano naturale e non alienato ( dalla macchina , voglio dire ) che la fotografia , cioè amputazione della realtà , che si presta molto bene a nature o società stereotipe , raramente può essere considerata documento . Un tratto comune agli abitanti di Pechino in questi giorni è l ' allegria , o per meglio dire una certa giocosità festosa che si nota anche nelle " sagre " delle nostre campagne . Pechino è affollatissima a tutte le ore del giorno , cioè dall ' alba al tramonto , come fosse domenica . Nei parchi pubblici ho visto molti capannelli formati da giocatori di carte , carte da poker . Altri capannelli si formano intorno ai ginnasti improvvisati o a qualche novantenne campione di ginnastica tradizionale che può stare in flessione su un piede per mezz ' ora . Vorrei insistere sull ' elemento gioco , mai disgiunto dall ' eleganza . Dobbiamo sempre imparare , abbiamo molto da imparare . Tecnica e tecnologia dovrebbero , a un certo momento , passare in secondo piano rispetto alle non - tecniche della vita e cioè alla " forma " di vivere . Artigianato Se l ' arte è inutile , nella Cina attuale ( come nella Cina del passato ) non c ' è e non c ' è mai stata arte , ma soltanto artigianato . Tuttavia la perfezione a cui giunge il senso artigianale dei cinesi è quasi inutile , dunque quasi arte . Ho modo , in questi giorni , di rendermi conto personalmente di come lavora un artigiano cinese , anzi di come lavorano centinaia di piccoli artigiani cinesi . I pannelli di compensato su cui viene applicata l ' imitazione ( perfetta ) della scrittura di Mao sono prodotti perfetti . Molto spesso si vedono pannelli o scritte che riproducono lo stesso slogan , lo stesso pensiero di Mao , uno accanto all ' altro . La differenza c ' è : sta nella qualità , nell ' estro , nella fantasia della scrittura . È una gara ( estetica , assolutamente estetica ) nel produrre ed esibire , dovunque si può , dai muri agli alberelli , un oggetto , il cui contenuto è sempre lo stesso ( auguri al nono congresso , un pensiero di Mao ) ma la cui forma cambia sempre . Le tabelle alle fermate dei filobus sono coperte da fogli di carta dove un ignoto calligrafo dà prova della sua bravura . Così sui vetri dei taxi , o sulle pompe di benzina ; o sulle pance dei cavalli , se non si trova altro spazio . Ho visto pittori con la loro tavolozza , issati su una scala di fronte a un pannello alto circa quattro metri . Copiano la riproduzione di un ritratto di Mao giovane , sullo sfondo di un paesaggio montagnoso di Cina . È un ritratto famoso che è servito a questo slogan : « Un esempio della grande rivoluzione culturale nella pittura ad olio ... » . Copiano con la precisione e la minuzia dei copisti di Palazzo Pitti : ma non copiano un capolavoro unico , bensì una riproduzione in serie già stampata a milioni e milioni di copie , di un ritratto già notissimo . Ho visto anche copisti e artigiani dilettanti : un conducente di taxi , dentro il suo taxi , e un cameriere notturno dell ' albergo passano la notte a fabbricare un manifesto personale incollando molti pezzetti di carta , ritratti di Mao ritagliati da riviste , ideogrammi ritagliati da fogli d ' oro , cespuglietti di fiori fatti con carta crêpe . La letteratura , a giudicare dalle librerie , è per così dire sintetizzata nell ' opera di Mao e ancor più sintetizzata nel libretto delle citazioni . Cinema e teatri sono chiusi e si danno spettacoli soltanto in occasione delle grandi feste nazionali . La televisione esiste soltanto negli alberghi e negli uffici , o nelle sedi di lavoro ; nelle case non c ' è . Conclusione : l ' arte o artigianato in Cina è espressione individuale di massa . Individuale perché ognuno produce direttamente e a mano la sua espressione , di massa perché l ' opera non può non essere vista nel suo insieme , come ad esempio l ' intera città di Pechino in questi giorni di congresso . Autocritica « … Controllare regolarmente il nostro lavoro e sviluppare in questo processo uno stile democratico , non temere la critica né l ' autocritica e applicare le buone massime popolari : " l ' acqua corrente non imputridisce mai e il cardine della porta non è mai mangiato dai tarli " . " Dì tutto quello che sai e dillo senza riserve " . " Non biasimare chi parla ma prendi le sue parole come ammonimento " . " Se hai commesso errori correggili ; se non ne hai commessi sta in guardia " » . ( Mao Tse Tung : Sul governo di coalizione , 24 aprile 1945 , Opere Scelte , vol. III ) . Questo brano viene riportato anche nel libretto delle citazioni e così , a livello di proverbi , si esercitano in pratica critica e autocritica . Ho assistito a questo esercizio alcune volte . Darò un esempio ; finita di servire la cena , nella sala del ristorante d ' albergo ( sono le otto di sera ) i camerieri , maschi e femmine , si dispongono nel centro della sala su due file , rivolti verso il grande ritratto del presidente Mao incorniciato di fiori e festoni di carta colorata e posto su un piedestallo . Si cominciano a leggere , a turno , o in coro , alcuni brani delle citazioni . Subito dopo , il Libretto Rosso nella mano destra e il braccio destro alzato in direzione dell ' immagine del presidente , una donna intona una breve canzone ( di solito auguri di lunga vita , o auguri al nono congresso del partito ) . Il canto può essere accompagnato da una breve danza , con piccoli salti , una piroetta , risatine e grande divertimento generale . Ancora qualche citazione , qualche canto e balletto . Spesso accade che chi intona la canzone non è intonato e questo fa ridere moltissimo tutti . Pausa per ridere , ripresa della canzone . Questi esercizi ( preparatori ) durano una diecina di minuti . Poi camerieri e cameriere si siedono intorno a un tavolo col Libretto Rosso aperto davanti a sé e riprendono la lettura . A questo punto qualcuno del gruppo fa l ' esame del lavoro collettivo della giornata , cioè il lavoro per l ' andamento di tutto l ' albergo , e l ' esame del ruolo svolto da ognuno . Da qui comincia la critica e anche l ' autocritica tra i componenti del gruppo . Questa avviene tra scherzi e risatine . Forse gli errori commessi sono comici o non sono molto gravi . Sia gli errori che il lavoro svolto e il programma di lavoro del giorno seguente vengono per così dire messi a confronto col brano di citazione del presidente Mao che li può riguardare . Per quella sera non ci sono state punizioni , ma ci possono essere . Uno dei direttori dell ' albergo che tre anni fa , all ' epoca del mio primo viaggio in Cina , era il maggiore responsabile , ora è retrocesso alle pulizie e al facchinaggio per abuso di potere . Lo vedo in questa sua nuova umile condizione di rieducando , per nulla turbato . Anzi , con mia grande sorpresa , canta . Politica e ideologia ( nell ' albergo ) sono nelle mani di due guardie rosse , camerieri come gli altri , che però , ho notato , lavorano più degli altri : sono due ragazzi , uno spilungone che lavora freneticamente alla lucidatura degli ottoni e un altro addetto alla pulizia delle camere . Con il primo , che parla un po ' di inglese , discutiamo spesso mentre lui sta appeso fuori dalla finestra a pulire i vetri : devo accettare queste regole perché dice che non ha tempo . Mi spiega che sono avvenute critiche molto severe durante la rivoluzione culturale . La severità massima consiste nello svergognamento pubblico . Ho avuto varie testimonianze di osservatori stranieri che mi hanno parlato di molti casi di suicidio : l ' animo cinese non regge alla vergogna e al disonore pubblico , giusto o ingiusto che sia . L ' onore ha ancora molta importanza in Cina . Bellezza Voce che richiederebbe molto spazio : il senso della bellezza nei cinesi comprende molte cose , e infinite sfumature delle molte cose . Il razionalismo della struttura del pensiero cinese sfugge l ' assoluto e si indirizza piuttosto al relativo , al particolare , in una parola ai dettagli . Rasenta l ' assoluto soltanto in un caso , nel caso della calligrafia , che è la grande vocazione estetica dei cinesi . Si rivolge ai dettagli perché un minuscolo dettaglio non perfetto può sciupare la bellezza di una intera opera . Esempio : un sublime vecchietto impiegato in un negozio di Stato in qualità di commesso e di intenditore , quasi si rifiutava di vendermi un cofanetto di cuoio laccato : primo perché non trovava una serratura di proporzioni secondo lui equivalenti alla proporzione del cofanetto poi perché , una volta trovata la serratura , la chiave di questa , una specie di grimaldello di ottone mancava di un certo prolungamento , bello ma non necessario . La chiave funzionava ma non era perfetta in rapporto al tutto , cioè all ' apparizione dell ' intero cofanetto in rapporto con i suoi dettagli . Le proporzioni di milioni di ideogrammi , minuscoli e giganteschi , che coprono in questi giorni Pechino , obbediscono a questo concetto . Ma a questo concetto obbediscono molte altre forme d ' essere , di apparire e di comportarsi . Comportamento Gli abitanti di Pechino hanno appuntato sul petto il distintivo di Mao . Sono rari quelli che ne hanno soltanto uno , nella media ne hanno tre , moltissimi ne hanno cinque o sei , uno diverso dall ' altro e il loro povero vestito brilla di questa sola ricchezza , rossa , dorata e lucente . È importante sapere che si comprano , non vengono regalati , né imposti . I distintivi sono di misure diverse , il diametro degli ultimi usciti è superiore a quello dei precedenti e gli ultimissimi hanno un diametro di circa dieci centimetri . Sono di porcellana bianca con Mao giovane a figura intera . Gli abitanti di Pechino portano sempre con sé il Libretto Rosso delle citazioni , consumato dall ' assidua lettura , spesso si fermano per la strada e ne leggono qualche brano , a voce alta o tra sé e sé . I bambini escono dalle scuole col Libretto Rosso in mano e carichi di enormi distintivi . Dovunque si formano gruppi di passanti che leggono insieme le citazioni del presidente Mao . Piccoli cortei di scolari con la bandiera in testa e il Libretto Rosso in mano marciano per le strade citando il pensiero di Mao . Quando non leggono il pensiero di Mao si riuniscono per inneggiare al nono congresso del partito . Questo è il comportamento degli abitanti di Pechino : in ogni luogo , anche da soli , anche non visti . Comportamento politico , o più semplicemente , comportamento , cioè apparenza , quello che si vede . Molti in Occidente si chiedono : fino a che punto l ' apparenza coincide con la sostanza ? Cioè , in altre parole , fino a che punto il comportamento coincide con l ' ideologia ? O , più grossolanamente , ci credono o fanno finta di crederci ? Personalmente credo al comportamento , a tutti i comportamenti che vedo perché , veri o falsi , rappresentano un fatto reale : in Cina ( ma dovunque ) un insieme di comportamenti politici crea una realtà politica di massa . Il cuore degli uomini è oscuro ma il loro comportamento è chiaro , per cui si può dire che ogni uomo si conosce non attraverso il suo cuore , che nessuno vede , ma attraverso il suo comportamento che ognuno può vedere . Conclusione : il comportamento politico di molti filoni di individui cinesi messi insieme è la politica cinese . Congresso All ' imbrunire si accendono le luci all ' interno del grande Palazzo dei Congressi dall ' architettura titanica e severa . Hanno inizio i lavori . Sia di giorno che di notte all ' esterno del palazzo non c ' è anima viva e l ' interno stesso si direbbe deserto : ai piedi delle scale che portano ai grandi portoni sbarrati non ci sono automobili , bandiere , soldati . Nessuno . Solo ai lati delle porte , seminvisibili , stanno due piccole sentinelle dell ' esercito popolare tutt ' altro che marziali . All ' interno del palazzo si svolgono i lavori del nono congresso del partito comunista cinese . Dopo l ' imbrunire la piazza Tien An Men è deserta , percorsa dal vento e dallo spazio . Il Palazzo dei Congressi sfuma piano piano nell ' ombra . Non un solo delegato è giunto né giunge più . Passeggio solo intorno alla piana immensa e guardo la Luna che mi sembra più bella , più piccola e più irraggiungibile che in Europa e , spiego a me stesso , come un bambino , che la Luna mi sembra più piccola perché mi sono allontanato di molti chilometri dai luoghi dove mi sembrava più grossa . Così passeggiando arriva quasi mezzanotte . A quell ' ora le luci all ' interno del Palazzo dei Congressi si spengono . Aspetto . Nessun delegato esce e si fa notte . I delegati al congresso sono 1512 . Da che parte entrano e da che parte escono , dal momento che non ne ho visto uno ? Il giorno dopo mi parlano di un sottopassaggio che collega il Palazzo dei Congressi alle zone residenziali nella Città Proibita le cui mura sono di là della strada . Ma nelle ore in cui vidi le luci prima accendersi e poi spegnersi , non lo sapevo . Avrei preferito continuare a non saperlo e ora provo insofferenza e noia fisica per l ' uomo piatto che me l ' ha rivelato . Sono quasi certo che un cinese non me l ' avrebbe mai detto . Cultura Si esercita attraverso lo studio del pensiero del presidente Mao Tse Tung e attraverso la critica e l ' autocritica . Nel suo scritto Da dove provengono le idee giuste ? Mao Tse Tung ha criticato i settori delle letteratura e dell ' arte sotto il controllo di Liu Shao Chi , in quanto ancora dominati dai " morti " , ha criticato il ministero della cultura dicendo che « se si rifiuta di cambiare gli si dovrebbe dare il nome nuovo di ministero degli imperatori , dei re , dei generali e dei primi ministri , il ministero dei dotti e delle beltà o il ministero degli stranieri morti » . Ha detto inoltre , in altra occasione : « L ' uomo ha arterie e vene che , per mezzo del cuore , permettono la circolazione del sangue ; l ' uomo respira attraverso i polmoni espirando anidride carbonica ed aspirando ossigeno fresco ; questo significa espellere ciò che è alterato e assorbire il nuovo . Nella stessa maniera un partito proletario deve espellere ciò che è alterato e assorbire il nuovo per essere pieno di dinamismo . Senza espulsione dei rifiuti e assorbimento del sangue nuovo non potrebbe essere dinamico » . Ho riferito queste due citazioni di Mao Tse Tung , già ricordate da Lin Piao al nono congresso nel contesto della voce " cultura " perché esse riassumono , a mio parere con grande esattezza , il panorama della cultura oggi in Cina . Esso mostra , con la rivoluzione culturale , il processo di eliminazione della vecchia cultura da parte della nuova cultura . Cos ' è la cultura vecchia e cos ' è la cultura nuova ? La cultura vecchia è tutto ciò che esisteva in Cina e ancora esiste nel mondo prima dell ' azione ( rivoluzione della cultura precedente chiamata cultura di classe ) . La cultura nuova è appunto la dinamica di distruzione della vecchia cultura e la costruzione della nuova secondo il pensiero di Mao . L ' immenso successo del Libretto Rosso tra i giovani è la prova - fenomeno del successo della teoria . La tabula rasa attira , ha sempre attirato nella storia dell ' uomo . Da tutto ciò dovrebbe sorgere l ' uomo nuovo . A Pechino l ' università è chiusa , dentro vivono gli studenti delle diverse facoltà che studiano l ' applicazione del pensiero di Mao nello studio . I musei sono chiusi , il palazzo imperiale chiuso . Le scuole elementari sono aperte e vi si studia il pensiero di Mao da applicare allo studio delle altre materie . Dolciumi In tutti i negozi di alimentari e nei grandi magazzini si vendono moltissime qualità di dolciumi . I reparti sono sempre molto affollati . Tutti mangiano dolciumi con attenzione e lentezza . Si vedono uomini maturi , soldati , ficcare la mano dentro il sacchettino di dolciumi appena comprato , tirare fuori un dolcetto , guardarlo bene e poi sgranocchiarlo . Fotografie Sì vendono moltissime fotografie di Mao Tse - tung in bianco e nero , a colori e in vari formati . C ' è la serie della sua vita , dalla gioventù ai nostri giorni . Ci sono altre fotografie di Mao Tse - tung con Lin Piao . Poi altre di Mao Tse - tung , Lin Piao e Ciu En - lai . Ho osservato attentamente queste ultime . Sono state scattate in luoghi diversi ma conservano le stesse attitudini e le stesse distanze : in primo piano Mao Tse - tung , un passettino indietro Lin Piao , due passi indietro Ciu En - lai . Questa è la distanza che separa sempre le tre figure , in qualunque luogo , attitudine o movimento essi si trovino ad essere . Grazie In cinese si dice scié - scié , con l ' accento sulla e , e si pronuncia in modo infantile , come certi suoni di neonati , talvolta accompagnato da un piccolo inchino . Non sempre . Riflettere a lungo e provare e riprovare tra sé la grazia e la bizzarria di questo vocabolo . Guardie rosse Attualmente avviate , nella grande massa , al lavoro nelle campagne ; alcune hanno assunto ruoli di responsabilità produttiva e politica nelle città . Poche in giro per Pechino . Sono di solito inquadrate in drappelli di una ventina e marciano al ritmo di slogan e citazioni dall ' alba al tramonto . Spesso si fermano e leggono brani del pensiero di Mao in coro . Alcuni drappelli hanno il mazziere in testa , un ragazzino che rotea il bastone con immenso orgoglio , come fanno gli inglesi e gli americani . Non credo sia abitudine e tradizione cinese . Sono ragazzi e ragazze vestiti molto poveramente , con fascia rossa al braccio , molti distintivi , una sportina di plastica in mano . Ho chiesto a chi stava con me di parlare un po ' con loro ma mi ha detto che preferiscono non essere disturbati nel loro lavoro . Che lavoro ? Politico , ideologico . Sono drappelli sparsi , isolati , marciano tutto il giorno , un po ' vaganti , a caso , anche in lunghissime vie semideserte della periferia . Non ridono , non sorridono . Si vedono qua e là . I passanti non li notano . Fanno chilometri ..
I BRIGANTI E I PRETI ( - , 1862 )
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Ecco il bel regalo che ci fanno i tiranni di Roma : i più iniqui e scellerati uomini che si conoscano , i briganti ; ecco i bei difensori di Bombino e del governo de ’ preti : gli avanzi delle galere , gli assassini , i nemici dell ’ uomo . Già gente poco di buono non può far razza che con brutti soggetti ; e quando una causa è affidata a questa canaglia dite pure che è bell ’ e ita e che non c ’ è medico che la guarisca né benedizione che la salvi . Vi pare questa una bella carità , per sfogar la rabbia contro i liberali , armare quella razzumaglia perché ammazzi donne , fanciulli , vecchi ; bruci e devasti le campagne e le case senza riguardo e senza misericordia ? Ecco qui , non sentiamo dire che stragi , che spedizioni di briganti , e tutto si prepara e si ordina a Roma , e tutto si paga col danaro dei minchioni raccolto dai preti colla scusa delle offerte al Papa per il trionfo della religione . Che i briganti sono tanti missionari che vanno a predicare il Vangelo che si dicono i campioni della Chiesa ? Oh ! è una bella missione quella di ammazzare il prossimo suo come si scannano le bestie : degna proprio di esser lodata e favorita da quelli che si chiamano ministri di Dio . E poi , vedete la contradizione , a far trionfare la religione di Cristo ci si mandano dei luterani , dei calvinisti , e degli eretici , insomma i nemici di nostra religione . Serva questo di esempio . Sappiamo tutti quanto soffrono dall ’ Imperatore della Russia i poveri Polacchi , che pure sono cattolici , e quanti sono trucidati perfino nelle chiese , eppure il Papa prima di sostenere le parti dei Polacchi , come padre di tutti i cristiani , si è messo d ’ accordo coll ’ Imperatore Alessandro e gli ha concesso quanto ha voluto ; ha permesso che il Vescovo di Varsavia , quell ’ ottimo sacerdote e quel buon cittadino fosse , per grazia speciale , condannato a un anno di carcere in una fortezza , e che tanti e tanti altri patriottici sacerdoti fossero incatenati , senza procurarne la liberazione , senza maledire all ’ ingiusto e tirannico sovrano , per timore che questi non si faccia amico all ’ Italia , e non riconosca il nostro Regno ; mentre scomunica il nostro Re , e tutti i liberali i quali non hanno neppure torto un capello a questa buona lana di preti che generalmente abbiamo noi . Ma non lo intenderebbe un negro che uscisse ora da una foresta e che non avesse conosciuto mai gli uomini , che qui non si tratta che di ingiusta persecuzione , e che tutt ’ altro si vuole che il trionfo della religione quando per un interesse terreno è la prima a sacrificarsi ? Ecco qui : là per conservarsi un amico scismatico , un tiranno , permette si uccidano e si maltrattino i cristiani , qua per l ’ amicizia di un altro tirannello che ha perduto il trono e per sfogo di rabbia contro chi è stato eletto dai sudditi a suo legittimo principe , e che egli dice avergli usurpato le Romagne , le Marche e l ’ Umbria manda i briganti ad ammazzare gl ’ innocenti cristiani . Ma non si contentano di questo i preti : le tentano e le fanno di tutte . Se in una famiglia v ’ è un giovanotto che è chiamato dal dovere di cittadino a difendere la patria , lo istigano a non presentarsi e piuttosto gli forniscono i danari perché vada a servizio dell ’ Austria . Incitano i soldati a disertare procurando loro modo , vesti , danaro , suggerendo la via perché abbandonino il loro posto con più facilità ; e spesso accade che questi poveri disgraziati siano arrestati e subiscano gravi punizioni per gli inganni di loro . Quanti dei disertori e dei refrattari non che degli stessi briganti , arrestati , non hanno confessato di essere stati rovinati e ingannati dai preti ; e quanti non hanno maledetto a questi vili insinuatori , e perfidi ministri dell ’ Austria . Quel famoso brigante Josè Bories prima di esser fucilato che non disse contro i preti ? E quanti e quanti altri mai saranno morti col pentimento di aver dato retta a chi li spinge sul precipizio . Eppure gli esempi non bastano , e da per tutto di quando in quando si ripetono i medesimi fatti : da per tutto vi sono dei mostri d ’ ignoranza e maligni insinuatori che aiutano e tengono di mano a dette diserzioni . Ma bisognerebbe che la pena fosse raddoppiata per chi n ’ è cagione ; bisognerebbe dar qualche bell ’ esempio . I fatti non mancano , e non mancano le prove , non ci manca altro che metter mano alle punizioni , e Dio voglia sia presto perché cessino una volta questi maneggi e questi rigori . Se io non avessi conosciuto i pregiudizi di molte donnicciuole e specialmente di quelle che bazzicano troppo conventi e sagrestie , e si lasciano portar pel naso dalle sottane bigie e nere , avrei dubitato a credere quel che adesso vi voglio riportare e che ho letto in un giornale napoletano . Con me certo dubiteranno quelli che ridono sulle matte superstizioni degli ignoranti ma scommetto che non parrà più strano se pongano mente al dominio che i preti hanno avuto sempre nell ’ ex - Regno di Napoli sotto i Borboni , e all ’ ignoranze e alla superstizione che a loro profitto preti e frati vogliono diffondere per ingannare la povera gente e ingrassarsi a loro spese . Il fatto che io vi voglio far conoscere è intitolato il porco di S . Antonio nelle provincie meridionali : sentite ora come viene raccontato da un giornale di quei luoghi . “ Non so se sappiate che cosa è non solo in Salerno , ma in quasi tutti i paesi del napoletano , il Porco di Sant ’ Antonio . Esso è una creatura privilegiata , accarezzata , lavata con acqua fresca , se fa caldo , coperta di lana , se fa freddo , col diritto di entrare in tutte le botteghe dei fornai , fruttivendoli , bottegai , ecc . ecc . , e servirsi o farsi servire gratis di un buon boccone , a seconda della sua ingordigia , ed anche di mordere se uno si rifiuta . Guai poi , se passando per la strada , qualcuno lo calpesta o lo bistratta ! Cento furie pettegole e bigotte saltano su , con ragazzi pezzenti , e se loro non impone , o da esse non si sottragga , lo fanno a pezzi , o quanto meno lo trattano da eretico e da scomunicato per aver toccato con poco rispetto quella creatura benedetta , che dopo morte è già votata alla canonizzazione . Figuratevi un porco a cui furono tagliate le orecchie a guisa di un bulldog e la coda netta netta , ingrassato a dismisura dalle pagnotte , da carote , pomi , ecc . , ecc . , che gli offrono i fedeli , e che giorno e notte , senza domicilio alcuno , va girovagando per la città . Figuratevi una bigotta che gli passa vicino , rispettosamente lo tocca sullo schifoso groppone colla destra e quindi bacia ancor più rispettosamente la parte che toccò il venerato maiale , susseguendo l ’ atto con un compunto segno di croce . Non mi creda chi non vuol credere , ma ciò che io dico è scrupolosamente storico . Ebbene , questo maiale è dei Frati di Sant ’ Antonio ; e corre voce che se qualcuno lo rubasse , la sua casa sarebbe infallantemente arsa dal fuoco del cielo , ed è talmente questa cosa creduta , che fra tanti ladri non si diede mai l ’ esempio di un simile atto che una volta sola , e quella volta il ladro ebbe arsa la casa e tutti i suoi averi : così la tradizione . I frati lo rinnovano tutti gli anni , e quando dal pubblico è ben pasciuto e grasso , dopo averlo coperto di nastri , lo portano , ossia lo conducono in processione in uno alla statua del suo Santo protettore , terminata la quale bellamente si uccide , mentre le pinzocchere recitano il rosario e seguitano così la formazione della benedetta salciccia . Il giorno dopo si distribuiscono a pezzetti le scarnate ossa al popolo credenzone , che le appende sopra il letto , per tenersi lontani da cattivi sogni , in un coi corni , il ferro da cavallo , e l ’ ulivo benedetto , tutti famosi preservativi contro la iettatura , ecc . , ecc . Né si creda che solo il basso popolo abbia fede in ciò ; ma quando dico popolo , intendo tutti , signori , dame e damine ; meno noi che ci ridiamo dei pregiudizi loro . ”
L'ORO DELLA MAMMA ( GIANELLI GIULIO , 1914 )
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Aveva sedici anni , voleva fare della poesia . Solo al mondo , per vivere , accettò un impiego presso un avvocato ; stipendio : quindici lire al mese . Andava la mattina dalle nove a mezzogiorno e il pomeriggio dalle due alle sei , ore che passavano nella trascrizione monotona di documenti e citazioni e nel ricevere in anticamera ladri e furfanti che venivano a chiedere il patrocinio penale del suo padrone . Il quale era l ' opposto della poesia ; uomo di cuore così alla grossa , ma rude , secco , dolciastro nel buon umore e violento nella collera . Paolino ogni metà di mese gli chiedeva un anticipo sul mensile , cogliendolo naturalmente in un ' ora buona . L ' avvocato , senza guardarlo in viso , afferrava il portafoglio : - Un anticipo ? Cinque lire ? Ma sicuro , subito ; io faccio tutte le possibili facilitazioni ... E snocciolava lo scudo . Intanto il ragazzo studiava nei ritagli di tempo , e molto , aspettando con sicurezza la fioritura della propria anima . Era ancora tutto primitivo ; il sentimento resisteva all ' arte in lotte disperate . Soffriva la prigionia dell ' ufficio , amava i colori l ' acqua , la luce , le piante e doveva contemplare quattro sedie , un tavolino , la macchina da scrivere . A volte sentendosi sperduto urlava il proprio nome : - Io , Paolo Brunati , eccomi qui . In aprile , ornò la scrivania con un ramicello fiorito che il principale regolarmente cestinava alla sua entrata e che Paolo riportava sempre con soave ostentazione . La sera , prima di intanarsi nella soffitta , si immergeva con voluttà nella mestizia del vespro , tra i profumi della primavera , commosso fino al pianto . Ma la prigionia pesava ogni giorno di più . Maggio lo rese furioso , giugno lo spronò al riscatto . - Piantare l ' impiego ! - Accarezzò l ' idea ; la portò nell ' anima , permise che invigorisse da sola ; l ' aurora , il tramonto , la notte , lo trovavano sempre più forte . Lui sempre più bella . Dunque ? - Gli chiedevano le piante - vuoi vederci fiorire ora per ora ? E le nuvole : - Vuoi venire con noi ? E le stesse : - Vuoi salire , salire , salire ? Paolino rispose di sì la sera del 30 luglio . Aveva trovato anche un magnifico pretesto perché l ' animo la vincesse sul corpo . Lui non possedeva neppure un ritratto della mamma ; bisognava girare il mondo e conquistarlo . Meta sublime al pellegrinaggio di un adolescente . Poteva bene il corpo digrignare i denti , ma l ' anima era felice . Da chi avrebbe avuto il ritratto ? Da una vecchissima prozia materna rimasta sola dopo la morte dell ' unica sorella e che abitava un villaggio alpestre , sperduto nel Biellese . Il trentuno di luglio Paolo Brunati presentava ufficialmente le sue dimissioni . L ' avvocato allibì : - Ma dove intende di andare ? - In campagna . - Lei ? - Sì ; ho dei risparmi . - Va bene : se va a star meglio , sia pure : ecco il mensile intero , non calcolo l ' anticipo che le ho già dato . Io faccio sempre tutte le facilitazioni ... La mattina dopo con un pacco assai leggero d ' indumenti era alla stazione . Per economia ... prese il biglietto solo fino a tre quarti di strada , si godette la piattaforma di terza classe , giacché il treno brutto o bello gli rappresentava non altro che il mezzo dell ' esecuzione del suo sogno . In quell ' adolescente c ' era la tempra di chi , con lo spirito , arriva dove vuole . Scese ad una stazione secondaria , sperduta in un mare di verde e d ' oro e si avviò col pacco , guardingo a non premere col piede né un ciuffo d ' erba , né una spiga di grano alle radici . Care creature vegetali ! E che aria fine , che luccichio tremulo intorno ! Di fronte le montagne materne con delle cuffie nevose sulle creste , si avvicinavano . Vedeva , netti , i fianchi , le spaccature , le frane , i nastri argentei dei corsi d ' acqua , le selve rampicanti . Ripassò , di ritorno , il treno . Non lo interessava più . Ora era la terra , il piccolo sentiero , che lo conduceva al ritratto della madre . Ecco , ecco il paesello sopra un picco che pareva continuare l ' assalto al cielo grazie ad uno slanciato e aguzzo campanile , il più alto dei dintorni . Paolo saliva una di quelle strade di montagna che sono vere scale , scavate nella roccia , dai gradini irregolari e larghi . Saliva col cuore in tumulto . Quale la casa della vecchietta ? Un prete annoso e rubizzo gli rese il grato servigio di accompagnarlo fino alla soglia , placidamente . Il cuore di Paolo balzava , irrompeva . Il buon prete voleva sapere chi fosse . - Un pronipote . - Davvero ! Chi sa che piacere per l ' avola ! Chi sa che piacere ! - Si fermò presso una porticina e , a testa alta , chiamò : Sora Felicita ! una visita ! - poi si piantò ad aspettare anche lui , con le mani nelle tasche e il cappello un po ' di traverso . Paolo intimidito avrebbe pagato il resto del suo peculio per congedarlo . - Grazie , reverendo . Grazie , non occore altro . - Ma sì , il reverendo era avido del loro incontro e volle assistervi . Ne capitavano così pochi di spettacoli lassù . Un passo affrettato di vecchia ; un colpo di tosse ; la porta si aprì . Che cosa piccolina anche sua zia ! Come lui . Si abbracciarono , stupiti , come due secoli , uno in sul finire , l ' altro sul nascere . Si guardarono con un vago dubbio inconfessato sulla loro identità personale . Ella non si dava pace come lui risuscitasse soltanto allora . Paolo non si dava pace di non averla cercata prima . E il buon reverendo soddisfatto riprese la sua strada e sorrideva come tutto fosse accaduto a lui . Essi entrarono . Sulle pareti non c ' era il ritratto della mamma . Cominciò uno scambio di notizie che non finiva più . - Tu , tu Paolino ! Sei proprio tu ? - E un pianto . - Sì eccomi qui , proprio io . - E cosa fai tu solo nel mondo ? - Un altro pianto . - Studio . - E chi ti fa studiare ? - Lavoro , guadagno e studio da me . - Miracolo ! Miracolo ! - Qui due lacrimette di meraviglia . Poi la vecchietta , quasi ottantenne , ripresa dall ' egoismo incosciente dell ' età che precipita verso la tomba , parlò di sé . - Io invece , sono alla fine ... ho perduto tutto il mio denaro sulle banche , vivo male ... Non posso darti nulla , Paolino ... Paolino , fu tanto uomo da rassicurarla che non voleva ... nulla ... Infatti , guardando la prozia , ebbe una sensazione di infinita pena : piccola , stecchita , avvolta in vesti antiche e stinte ; gli occhi respinti nell ' orbita verso il buio , le mani spolpate un po ' tremanti . Appena la si poteva scorgere in quella poltrona . Paolo dopo la pietà per la zia sentì un ' improvvisa nostalgia del sole . Forse era anche appetito . La vecchietta si levò , alla fine dei lamenti , sorrise , fece un gesto con le mani come a scacciare i fantasmi del dolore , e si occupò del pranzo . Ma sul più buono del lavoro , mentre Paolo la seguiva qua e là per la cucina stretta , sempre con sulle labbra una domanda intorno al ritratto di mamma , ella s ' interruppe . - Sai , non posso darti dei quattrini , ma ci ho una cosa per te , una cosa ... - Una fotografia della mamma ! - Anche quella , se non l ' hai , ... Ma ho un ' altra cosa . - Dammela , zia ! - disse Paolo giungendo le mani . - Te la dò , vieni con me . - Subito ! La vecchia posò una forchetta , andò al canterano del settecento , aprì il primo cassetto colmo di reliquie di tutte le forme ... - Eccolo ... Era un ritratto del 1880 , scolorito ma non alterato . Paolo guardò e lo baciò silenziosamente , senza ascoltare i commenti tremuli della zia le cui lacrime gocciolavano pel cassetto aperto . - Sei contento ? Paolo era corso alla finestra a guardare la fotografia . Com ' era bella sua madre ! Un aspetto dolce di creatura destinata al sacrificio : i capelli spartiti sulla fronte in due onde dolcissime che scendevano a un rapido contatto con l ' arco delle sopracciglia . Gli occhi mesti , aperti al sogno guardavano il dolore ; la bocca senza sorriso ma non triste . La testa leggermente inclinata . Una margherita tra i capelli , a destra . La zia , non si ricordava più dove aveva posata la forchetta ; la cercò , corse al fornello , scostò dalla brace una padellina , dove sfrigolava del burro , poi tornò al cassettone chiamando Paolino . - C ' è anche questo ... - Un altro ritratto ? - No ... - fece la zia aprendo la bocca sdentata ad un sorriso ovale di stupore , un sorriso particolare di alcuni vecchi . - È l ' oro di mamma tua ... che io ti regalo : ecco l ' anello nuziale , i pendenti , gli orecchini ... Sono tuoi , Paolino : Dio ti manda in tempo ; se non venivi chissà ! ... Conservalo , sai ... E tornò al burro sfrigolante che aspettava un rosso pomodoro per diventare sugo appetitoso . Il ragazzo non osava appropriarsi di tanta ricchezza , di tanto ben di Dio . - L ' oro , l ' oro ! Paolo non aveva mai pensato all ' oro che in sogno , come alle stelle , alla luna ... Dopo il pranzo minuscolo , un po ' troppo minuscolo , uscirono a braccetto . La zia presentò a tutti il pronipote , così giovane che si guadagnava già da vivere ; visitarono il parroco , andarono al cimitero , a due passi da casa per rendere omaggio all ' altra zia . Le ore della sera furono terribili . La vecchietta , forse per abitudine di tutte le sere , rannicchiatasi nell ' angolo della finestra che rispondeva quasi sul cimitero , si immerse nel ricordo della sorella , nominandola di quando in quando . Non parlarono più . Imbruniva ; le croci ingrandivano come ombre . Anche la zia pareva un ' ombra lamentosa . Paolo intuì che la poveretta aveva paura della morte . L ' Avemaria suonò come un monito lungo accasciato : pareva la voce di quella desolazione . Venne dal di fuori con un profumo di campagna il tremito dei grilli , legato serrato , dolce e doloroso ... La giornata finì con un reciproco addio , fra prozia e pronipote , un addio a fior di labbro , che pareva dovere essere l ' ultimo per l ' eternità . A l ' alba , col solito pacco di indumenti assicurato ad uno spago rosso , Paolo trottava verso le montagne . Possedeva ancora sette lire e centesimi ; un tesoro . Via via , che procedeva , qualcosa di brutto si staccava da lui , la sua anima raggiava come un cristallo ripulito . Il torrente , vecchio poeta della valle , lo affascinò tanto che dovette rallentare il passo . Lasciò il sentiero , di pietra in pietra , saltando raggiunse il centro dell ' alveo irto di massi . Sedette per fare uno spuntino di pane e frutta . L ' acqua azzurrognola urtava nei graniti spruzzando , si frangeva squillando ; formava cascatelle , rigagnoli , laghetti . Tacque a mezzodì lo strepito delle fabbriche ; la valle si rivelò nella pace . Paolo volle rivedere l ' oro della mamma alla luce del sole . Da quanto tempo non brillava così ? Lo pose sopra un masso , si scostò per guardarlo da lontano , come splendesse . Intanto parlava con la madre , a voce bassa ; a poco a poco molte immagini lo assalirono fiammeggiandogli nel cervello , accompagnate da spunti di versi . Parole melodiose gli accarezzavano le labbra ; lottò per ordinarle ; altre sopraggiungevano , poi un verso intero limpido , un secondo , un terzo . Allora sorse con la furia del conquistatore che deve ormai avanzare senza paura , tornò sul sentiero , prese un passo rapido , gli occhi lucenti mobilissimi . La prima lirica , intera , gli sgorgava dall ' anima . Cantò le prime strofe con pause tra l ' una e l ' altra ; talvolta una parola pareva materialmente staccarsi e cadere . Egli si irrigidiva finché l ' avesse sostituita . Dopo un ' ora mise il già fatto a prova di voce . - Sì , così va bene . È chiaro , bello , commovente : Avanti ! - Era un canto alla madre . Da più ore le fabbriche avevano ripreso lo strepito dei telai , accompagnato dall ' urlo ininterrotto del torrente sempre più furibondo quanto più Paolo lo risaliva verso la foce . Era giunto a Rosazza la gemma dei paesi alpini , nascosta come un giardino di fate entro una gola melanconica di monti . Paolo sostò al ponte sul Cervo per vivere il sogno di un altro miracolo : la sera che calava dalle vette mentre in cielo morivano rose ad ogni minuto e occhieggiavano le stelle . Languido nella profondità dell ' azzurro un quarto di luna . Quando si accorse di esistere Paolo mormorò a sé stesso : - Eccomi qui col ritratto della mamma , con l ' oro della mamma e una poesia per la mamma : la prima , quasi finita . Trovò alloggio facilmente , con poca spesa . Lo condussero in una camera sepolta nel buio . Ebbe paura . - Se mi rubassero l ' oro ? - Il ritratto e la poesia più che mai , erano al sicuro , ma l ' anello e i pendenti no . Guardò dalla finestra . La valle era tenebrosa sotto uno stellato fitto , vedeva un fianco di monte vicinissimo , sparso di macigni frananti . Pareva un ossario di giganti , sconsacrato . Al lume della candela nascose la giacchetta con l ' oro sotto il guanciale , poi come ciò non gli bastasse elevò presso la porta una barricata di sedie , sormontata dalla brocca dell ' acqua : così i ladri , venendo si farebbero sentire , lo sveglierebbero ... Proprio sul punto che credeva di addormentarsi ecco l ' ispirazione fresca , viva , incalzante , dettargli la chiusa della lirica materna . A poco a poco tra spasimi intellettuali e sospiri e fissità di occhi nel buio portò alla fine la bella fatica . Ma allo svegliarsi credette d ' impazzire . Cercò , cercò si martellò la testa di pugni , stupidito da una realtà agghiacciante ; cercò e non trovava più nulla . Eppure era ben desto . - Possibile ! Un furto di quel genere non lo poteva concepire . La giacchetta con l ' oro erano al loro posto . Ma c ' erano veramente ? Tale e quali ? Non cambiati con malizia ? Sì , ci erano . E poi chi poteva immaginare in lui un possessore d ' oro ? Ah povero Paolino ! Gli avevano rubato una buona parte della poesia , proprio le cose più belle che non gli riusciva di richiamare alla mente . Gli mancavano il secondo verso della prima quartina , il terzo della seconda e tutta la chiusa commovente . Altri pugni sulla testa ed altre prove per ricordare . Niente valeva . A certi punti la memoria , tac , si fermava come un orologio . Entrò un raggio di luce a far brillare l ' oro della mamma ancora scoperto . A quei barbagli la vena poetica , sorda ai pugni , pensò bene di mostrarsi più docile . Un verso tornò sano e salvo ; un ritmo oscillò qualche secondo , poi un altro ; con essi le parole ripresero il loro posto con la brava rima che sbocciata al sommo come un fiore . Paolo , quasi placato , poiché non gli mancavano che due versi secondari , trasse un sospiro di liberazione come il ladro fosse venuto di persona a restituirgli il bottino chiedendo perdono del furto perpetrato a tradimento . Quando scese a pagare lo scotto nel vedere una collana d ' oro falso al collo della montanara che l ' aveva ospitato trovò per incanto i due versi riluttanti ! Finalmente ! " Com ' è bizzarra la poesia ! " notò tra sé e sé mentre ripigliava la via del ritorno . Così ordinava il suo bilancio che gridava aiuto al cospetto di Dio . Tre lire in tasca e settanta kilometri di strada da percorrere a piedi fino a Torino ; due giorni di pellegrinaggio . Era una bellezza . Avviatosi , costeggiò il torrente , giunse a Biella verso il mezzogiorno , poi infilò lo stradone provinciale diritto come una saetta , polveroso sotto il sole canicolare . L ' ebbrezza del meriggio lo manteneva in uno stato canoro eccitandolo a esprimere melodie interiori . La poesia gli tornò alle labbra più volte , ne uscì più volte volando nella luce ; ma non gli sfuggiva più ormai : i versi dopo un volo nell ' aria a una a uno , come rondinelle , tornavano al nido che era il suo cuore . Dopo tutto , quella prima fatica d ' arte , coronata di successo valeva bene un impiego da quindici lire al mese . Oh se lo valeva ! A peggio andare ne troverebbe un altro . Si volse a salutare le montagne velate dall ' intero dardeggio del sole , salutò il Cervo , il vecchio poeta della valle , mandò da lontano un bacio al paese della zia . Povera vecchia ! Non saprebbe mai mai che lo scopo unico della sua visita non era stato che il riscatto della fotografia della mamma . Verso sera la ripensò e la rivide con gli occhi della mente rannicchiata alla finestra , triste , sotto l ' incubo della morte quasi presente . Paolo camminò per ore ed ore . Venne mezzodì , venne la sera . Il giorno dopo all ' alba snellito da un breve riposo in una casa campestre dove aveva gustato il ricovero del vero pellegrino marciava ancora verso la città natale . Tutto bene : leggero di stomaco e di borsa . La lirica che ripeteva di quando in quando gli dava l ' impressione di un dolce saporito , inebriandolo con l ' orgoglio dell ' artefice soddisfatto . Al tornare della notte l ' apparire di due gendarmi , a cavallo proprio davanti a lui , quasi vicini , lo fece tremare a verga . Se lo interrogassero ? Se lo frugassero ? Quell ' oro ... E perché non avrebbero interrogato un vagabondo , di notte , in una strada provinciale ? Quando i gendarmi lo sfiorarono disse : - Buona sera . - Buona sera - risposero due voci . E i grilli cantavano cantavano nella dolce notte d ' agosto .
La fabbrica e l'operaio ( Carocci Giovanni , 1958 )
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Si dice che il mondo della fabbrica , il mondo meccanico della produzione industriale sia grigio , amorfo , tendenzialmente piccolo borghese . Ebbene non ha nulla di tragico la decadenza di un operaio specializzato che dopo aver trascorso la propria vita nelle officine , al contatto della macchina . tra i compagni di lavoro , colpito da un padrone che spezza d ' un colpo tutti questi legami che facevano parte della sua vita , e che lo perseguita dall ' alto nella città , come una divinità vendicativa ed onnipossente , termina a scaricare la notte casse di verdura ai mercati generali ? Poche ore di lavoro , saltuarie , alcune migliaia di lire al mese , il sussidio di disoccupazione finché dura e un po ' di ortaggi infilati in tasca . O non ha nulla di drammatico la lotta dell ' immigrato , ex bracciante e salariato di una campagna miserabile , il quale si aggrappa alla città ostile dove si snodano le catene di montaggio e la notte il cielo si illumina del bagliore delle colate ? Questo contadino sradicato che lotta muto , ostinato , per occuparsi , per farsi avanti , per unirsi alla famiglia e finalmente per scomparire anch ' esso nella grande città , per confondersi tra la massa dei vecchi operai . Come non è drammatico l ' eroismo silenzioso dell ' operaio cosciente il quale , giorno dopo giorno , ignorato dalla società civile , indifeso , talvolta solo , sfida la prepotenza del padrone rivendicando i propri diritti di cittadino e di operaio ? Non è sconcertante che in officina si debba tacere , tacere e chinare la testa , sentirsi divisi , sentirsi in due parti , una dignitosa e civile che va nascosta , e l ' altra bassa , meschina , egoista , la sola da manifestare in fabbrica se si vuol vivere una vita che almeno materialmente sia tranquilla . È la tragedia della classe operaia che sa di avere dei diritti perché produce , che vede una classe dirigente corrotta e sa di essere sana e forte , che vuole esprimersi , partecipare alla vita civile del paese , ed invece si vede ignorata , esclusa , perennemente ricacciata alla periferia ! La coscienza dei diritti Nell ' esaminare la condizione operaia non è sufficiente limitarsi alle condizioni materiali d ' esistenza ma è necessario studiare accanto a queste come venga soddisfatto quel complesso di necessità di ordine sociale che , nel caso di una società evoluta , sono divenute vitali ed incomprimibili per l ' individuo . In modo particolare occorre verificare come la società assorbe l ' individuo ( il gruppo , la classe ) e lo fa partecipe del proprio processo evolutivo . Occorre verificare se soddisfa o meno la tensione dell ' individuo a non essere subordinato ma attivo , la sua necessità di manifestarsi economicamente , politicamente , socialmente , secondo tutto l ' arco di diritti che il progresso civile gli riconosce . Quando esigenze di espressione sono compresse , quando classi o gruppi sociali vedono negato il proprio diritto storico ad essere partecipi , sotto ogni aspetto , del progresso civile , quando vi è una contraddizione tra i diritti che lo sviluppo economico dà ai produttori , ed i rapporti produttivi e di classe che comprimono l ' esercizio reale di questi diritti , allora vi è nella società un malessere profondo , una carica drammatica che bisogna denunciare . Ciò che oggi rende particolarmente drammatica la condizione operaia nel nostro paese è appunto la contraddizione tra la maturità sociale e politica dei lavoratori , tra la consapevolezza dei loro diritti di produttori , ed i rapporti di produzione esistenti che consentono agli imprenditori di imporre l ' alienazione globale di chi lavora . Si trovi al confine della fame o abbia invece raggiunto un tenore di vita che Io liberi dall ' assillo della miseria ( come avviene nei settori di capitalismo più sviluppato , soprattutto in quelli monopolistici ) , l ' operaio non ha scelta : se vuol cedere la propria forza lavoro deve cedere contemporaneamente , durante le ore di officina , l ' esercizio concreto dei propri diritti , deve rinunciare alla propria personalità umana . I rapporti di classe L ' alienazione globale è il portato di determinati rapporti di classe . Proprio per questa sua natura essa , diramandosi dalla fabbrica e dal processo produttivo , si trasferisce nel paese dove mira a consolidare i rapporti di classe esistenti nelle officine . Appunto l ' ampiezza dell ' alienazione operaia denuncia l ' arretratezza della struttura economica e sociale del paese e dimostra ancora una volta come sia impossibile paragonare la condizione operaia italiana con quella degli altri paesi industriali dell ' occidente . Essa va dalle forme più evidenti in atto nelle piccole industrie ( anche se spesso , malgrado le condizioni di vita siano intollerabili . , minore è il senso dell ' oppressione ) a quelle più complesse di pressione economica , disciplinare ed ideologica dei grandi gruppi industriali , soprattutto monopolistici , dove nondimeno l ' assenza di ampie prospettive di mercato e la mancanza di un moderno spirito imprenditoriale , la grettezza tradizionale della nostra borghesia industriale , danno a questa pressione un inconfondibile carattere di rozzezza , di brutalità , talvolta di aperto terrorismo . Funzione dell ' alienazione globale è quella di imporre un più completo sfruttamento del lavoro . È evidente infatti che tutta la bardatura di diritti che accompagnano l ' operaio costituisce una remora ad un suo più completo sfruttamento . Pertanto , quando i rapporti di classe lo consentono , l ' imprenditore annulla questi diritti e subordina totalmente l ' operaio . Ma da un altro angolo visuale , assai istruttivo , può essere vista l ' alienazione globale . Essa cioè esprime il livello al quale si forma , nel nostro paese , l ' equilibrio sociale . Negli altri paesi occidentali , grazie al diverso grado di sviluppo del sistema capitalista e alla maggiore forza della classe operaia , la lotta di classe conduce ad un equilibrio che consente un minore sfruttamento del lavoro , che impone il riconoscimento effettivo dei diritti dei produttori e , ora più ora meno , libera la classe operaia dalla sua condizione subalterna e la immette nel moto del progresso civile . In Italia invece , grazie appunto alla sua arretratezza strutturale , l ' imprenditore impone all ' operaio la sua alienazione globale , lo spoglia dei suoi diritti e lo elimina dal moto della storia , e questa pratica si dirama dalla fabbrica nel paese chiamandosi discriminazioni , illegalità , violenza della coscienza individuale , arresto e decadenza della vita democratica , subordinazione dei produttori e , se badiamo alla sostanza senza lasciarci incantare dalle apparenze , vera e propria violenza di classe . Presenza della fabbrica Non si comprende il mondo dell ' operaio se prima non si afferra , in tutta la sua grande portata , il significato della fabbrica per chi vi lavora . La società operaia , la mentalità , il carattere , l ' umanità dell ' operaio , risentono in tutto la presenza della fabbrica . Le lotte operaie , sindacali o politiche , tutte le sfumature ideologiche che si sviluppano con tanto vigore tra gli operai , il legame tra il proletariato industriale ed i partiti di classe sono fatti astratti , cose senza vita , se al loro fondo non si sa vedere l ' esperienza di fabbrica . In sostanza la fabbrica è per l ' operaio il centro naturale in cui si articolano larga parte delle espressioni della sua personalità , si manifestino nel lavoro , nella solidarietà nella lotta . La parte sociale della sua personalità , quella che si manifesta nei rapporti sociali , si realizza di giorno in giorno nelle mille esperienze che compongono la vita di lavoro . L ' operaio riceve costantemente qualcosa dalla vita di fabbrica , sia nei suoi rapporti con i compagni di lavoro , sia nel suo legame col processo produttivo e col padrone , e ad essa dà costantemente parte di se stesso . Ecco allora perché l ' operaio prova un così vivo dolore quando questi legami , sviluppatisi a lungo , vengono bruscamente interrotti . E non si tratta soltanto di dolore ; è sbalordimento , mortificazione e poi rimpianto del passato . Nella sua storia di individuo questo è un momento di grande drammaticità : l ' involucro sociale della sua personalità è scardinato , ad un tratto è crollato qualcosa nella sua vita , la sua continuità si è dolorosamente interrotta . Un legame profondo La fabbrica è l ' ambiente naturale dell ' operaio . Già la sua società lo ha predisposto prima ancora che entri in officina . Nella società operaia si avverte dovunque la presenza della fabbrica . Essa , oltre ad essere concretamente visibile ed a manifestarsi in qualcosa di indefinibile ma concreto nell ' atmosfera cittadina , è nei pensieri , nelle aspettative , nelle preoccupazioni di tutti . Fuori dalla fabbrica , in altre attività , chi è stato operaio è il più delle volte uno spostato , un solitario , un infelice . L ' officina è nel sangue dell ' operaio nei suoi aspetti creativi come in quelli oppressivi . Essa è un fatto immenso nella sua vita , toglietela e ne farete un infelice , lo dimezzerete . Egli accetta la fabbrica , ne ha bisogno ed in essa trova modo di esprimersi . Può fare ciò perché istintivamente dà un giudizio storico : egli sente che quanto vi è nella vita di fabbrica di opprimente , di umiliante , non è nella natura del moderno processo di produzione , ma costituisce il portato di determinati rapporti di classe , di una certa situazione sociale . Egli scinde quanto è la conseguenza logica , accettabile della moderna organizzazione del lavoro , da quanto invece è frutto dell ' uomo . Ecco perché non odia la fabbrica , perché non ne ha orrore ma necessità : gli schiavi non amano la propria prigione . Fortemente drammatico è il legame tra l ' operaio militante e la sua fabbrica . Dati i rapporti di classe esistenti nel paese , l ' imprenditore impone l ' alienazione globale dei lavoratori . Doppiamente dura è la vita d ' officina per chi ha coscienza di classe : non solo deve condurre , all ' interno del processo produttivo , la sua lotta naturale contro il sistema capitalista , ma vede negati tutti i propri diritti , di cui ha consapevolezza e necessità , vede colpito in fabbrica ciò che è legale nel paese , vede violentemente compresso lo slancio a manifestare le proprie esigenze . Dura , esasperante è la vita dell ' operaio cosciente : eppure il grande desiderio del licenziato per rappresaglia , del perseguitato dal padrone , è quello di rientrare nella fabbrica da cui è stato estromesso . Tornare nella fabbrica non significa solo riprendere la lotta , come molti sostengono cedendo alla retorica , ma significa , più modestamente , riannodare le fila di una vita in cui la lotta di classe ha un significato profondo , riprenderla là dove il padrone la ha bruscamente , dolorosamente spezzata . Il centro delle lotte Malgrado il clima oppressivo della fabbrica , così profondo è il suo legame con essa , così forte il suo senso storico , che non ho mai sentito un operaio , per quanto perseguitato dal padrone , proporsi di abbandonare il mondo della fabbrica come cercasse di liberarsi da una condizione per sua natura oppressiva ed immutabile . Il lavoro non è una schiavitù . Esso conferisce dignità alla vita . , inserisce l ' individuo nella società , ne fa un produttore . Ma vi è di più : il lavoro è anche un modo di esprimersi , di trovare cioè una risposta alla propria esistenza dando forma concreta a tutto ciò che vi è in noi di buono e di utile . Colpisce l ' attaccamento dell ' operaio specializzato al proprio lavoro . Questo attaccamento non è soltanto la caratteristica di una élite operaia , ma , se è vero che qui ha la sua manifestazione più appariscente , è comune a tutti coloro che lavorano e vedono la materializzazione della propria attività e della propria tensione interiore . Ignoro se in altre classi si verifichi un legame altrettanto profondo col lavoro , nato dal trovarvi sia la propria dignità sociale , sia l ' espressione della propria interiorità , un attaccamento insomma che abbia un significato morale altrettanto intenso . Da che cosa deriva la « passione » dell ' operaio per il proprio lavoro ? ( Si badi bene : non intendo dire che tutti gli operai provino questa passione , nemmeno che la loro media provi comunemente un sentimento così forte ; intendo invece dire che nutre questa « passione » una élite che però è determinante per comprendere il « carattere » della classe operaia ) . Credo essa vada attribuita al sentimento di essere una classe nuova in una struttura economica che va rapidamente trasformandosi e facendo delle attività industriali il fattore decisivo del progresso civile . L ' operaio si sente al centro delle trasformazioni che vanno così sensibilmente accelerando lo sviluppo della società ; quanto vi è di più moderno nella tecnica , e di più importante negli esperimenti sociali , passa attraverso di lui . D ' altro canto risente anche dei benefici materiali che derivano dalla sua posizione . Ma se la classe operaia sente di trovarsi , per così dire , nel centro motore del progresso civile , essa sa anche che è in questo settore del processo produttivo che si decidono , nella loro sostanza , i rapporti di produzione , che le lotte sociali condotte sul suo terreno sono appunto quelle decisive per l ' orientamento della società e per i rapporti di forza tra le classi . In altre parole la classe operaia sa , più o meno consapevolmente , di trovarsi ad un tempo nel centro strutturale del progresso civile ed in quello decisivo per la lotta di classe . Faccia a faccia con la borghesia industriale , essa pone la propria candidatura a classe dirigente nel cuore del progresso economico e civile . Si tratta come si vede di sentimenti vaghi , assai generici così formulati , ma sono sentimenti per così dire « storici » , decisivi nell ' atteggiamento e nelle lotte di una classe . Essi non hanno nulla di astratto e , pur essendo il più delle volte inconsci , pur traducendosi in un modo di agire che non sa darsi una spiegazione ideologica , si alimentano ininterrottamente nel concreto del processo produttivo , nel fulcro dei rapporti di classe e della struttura della società moderna . Grande importanza , non adeguatamente valutata , hanno nell ' atteggiamento dell ' operaio dinanzi alla società , e nella maturazione di questi incerti ma concreti sentimenti della propria funzione , le ideologie che operano nel mondo operaio . In genere chi vede il mondo operaio come una società amorfa , tendenzialmente piccolo borghese , con la vocazione della casetta , del frigidaire , della televisione , è condotto ad un secondo errore . Proprio perché mosso da una concezione superficiale dei fatti sociali , egli concepisce la società operaia come qualcosa di livellato , di appiattito , di analogo alla produzione in serie . Egli perde insomma il senso della tridimensionalità nei fatti sociali . I livelli diversi di consapevolezza Ebbene la struttura della società operaia si presenta assai complessa , sia dal punto di vista della anatomia sociale , sia da quello della fisiologia sociale . Vi sono in essa diversissimi livelli di condizione economica , di educazione , di consapevolezza ideologica . Al suo interno agiscono organismi che la improntano profondamente come il sindacato , il partito di classe , la rete cooperativa etc. Nella società industriale agiscono fenomeni come l ' immigrazione dalle campagne , la politica riformistica dei gruppi monopolistici , l ' offensiva ideologica e politica dello schieramento industriale , i riflessi sociali della introduzione di nuove tecniche produttive etc . , fenomeni che incidono profondamente sulla struttura di questa società e sugli individui che ne fanno parte . E tutto ciò va visto non per schermi , non staticamente , bensì nel suo sviluppo dinamico , nei rapporti concreti , nei reciproci influssi tra fatti di struttura e di sovrastruttura . Di grande interesse per una sociologia legata al movimento operaio sarebbe lo studio del settore operaio che è legato alle istanze di classe , analisi descrittiva che , nutrendosi di lieviti storici ed ideologici , miri a fissare la vita reale di questa zona della società . Ad esempio non si dà rilievo al fatto che all ' interno del movimento di classe esistono diversi livelli di consapevolezza politica ed ideologica , e che a questi diversi gradi di consapevolezza corrispondono diverse funzioni nel corpo sociale preso in esame . Si va così dall ' operaio la cui fedeltà al movimento di classe è data dall ' odio cieco , insopprimibile per il padrone , a quello che è invece consapevole della propria funzione di classe , dall ' operaio che oppone al padrone soltanto la propria ostinata resistenza a quello che , sul luogo di lavoro , sa trasformare una resistenza in una politica . Ebbene è evidente che a questi diversi gradi di maturità ideologica corrispondono influssi diversi ( spesso valorizzati o compressi dalla politica generale del movimento operaio ) sulla struttura del movimento di classe e , di riflesso , sulla società operaia . È di grande importanza politica afferrare la complessità degli strati sociali sui quali hanno presa le nostre organizzazioni , studiare i rapporti tra i vari gradi di consapevolezza ideologica , anche in relazione alla prospettiva politica del movimento , stabilirne i reciproci influssi ed il loro peso sul complesso del movimento di classe . Il contrasto di generazioni Nel corso di una mia inchiesta condotta prevalentemente tra gli operai coscienti del complesso Fiat , ho constatato una mancata diversità nella concezione del mondo tra vecchi e giovani operai . E dicendo vecchi intendo le generazioni che hanno vissuto gli anni del primo dopoguerra , mentre per giovani intendo coloro che si sono formati nella guerra partigiana e negli anni di questo dopoguerra . Questa marcata differenza , che ha una radice profonda nell ' individuo e si manifesta nella personalità , più ancora che nell ' ideologia , corrisponde a due fasi ben distinte della storia del movimento operaio . Sono stati questi periodi distinti , ai quali si accompagnava anche una diversa società operaia , ad esercitare una influenza formativa determinante su chi li ha vissuti . Nel loro corso infatti il movimento operaio ha avuto una natura diversa , una diversa prospettiva politica ed un diverso sentimento di se stesso . E nel caso di chi è legato alle lotte della classe operaia va osservato che il loro influsso è determinante nella storia del suo sviluppo individuale . Paradossalmente , in contrasto con tutto quanto dice il buon senso comune , i vecchi operai hanno un istinto , un temperamento rivoluzionario che invece i giovani hanno in parte perduto . Predomina in essi l ' istinto di classe sulla consapevolezza politica , lo spirito libertario sul senso del reale , la passione sul raziocinio . Sono più avventurosi , più sensibili all ' immaginazione , più intransigenti e fiduciosi , più giovanili . , se vogliamo . dei giovani . Sono il frutto di un socialismo che era più rozzo ma più legato alle masse , di un socialismo che lottava con generosità per un mondo radicalmente diverso , fatto di realtà come di miti , di un socialismo che ancora non conosceva la fatica e l ' amarezza della ragion di stato . Con la loro presenza attiva nel movimento operaio essi costituiscono un perenne richiamo ai motivi primi , più elementari , più generosi del socialismo . Se spesso costituiscono un fattore di resistenza ad una impostazione più moderna e cosciente delle lotte operaie , non dimentichiamo mai che il loro istinto di classe , la loro intransigenza rivoluzionaria , la generosità e lo slancio con cui combattono per le organizzazioni di classe , sono un patrimonio prezioso di spirito rivoluzionario ed una garanzia contro ogni forma di degenerazione piccolo borghese del socialismo . Formatisi negli anni della liberazione e delle lotte di questo dopoguerra , i giovani sono il prodotto di una nuova situazione storica , di una società più vicina alla prosa , se vogliano . là dove l ' altra risentiva del pathos della poesia . Essi sono , il frutto dello stalinismo se per questo s ' intende il socialismo che si consolida là dove ha conquistato il potere , la divisione del mondo in blocchi , la subordinazione della volontà rivoluzionaria alle esigenze della ragion di stato . Ma sono anche il frutto di un socialismo che si è fatto più adulto , che ha acquistato una superiore consapevolezza politica , che si è configurato come nuova classe dirigente ed è in grado di porre . nel nostro paese , una reale alternativa in quanto tale . Il senso di concretezza Si incontrano tra di loro caratteri individuali e sfumature ideologiche assai diverse e spesso contrastanti . C ' è chi dà alla lotta di classe una impostazione radicale e chi invece una impostazione riformista : è soprattutto attorno a queste due prospettive politiche ( alle quali corrispondono temperamenti e caratteri individuali diversi ) che si sviluppano i contrasti . Ma l ' unità che li diversifica dalle passate generazioni c ' è ed è sostanziale . Direi che in essi si è compiuto il passaggio dalla aspirazione ad un mondo diverso , alla trasformazione concreta di questa società , anche se vista in chiavi diverse . In questo essi segnano il passaggio dall ' era dei partiti d ' avanguardia a quella dei partiti di massa , e alle maggiori responsabilità che queste organizzazioni affidano , proprio perché si costituiscono in potere nel potere , ai propri militanti . I giovani dunque hanno sostituito alla improvvisazione la disciplina , alla generica volontà rivoluzionaria la conoscenza dei termini concreti in cui si attua la rivoluzione . Lo studio e la conoscenza dei problemi politici e tecnici sono visti come la condizione per incidere e per trasformare questa società . Senso della realtà , conoscenza dei problemi produttivi , capacità tecniche , qualità tattiche e strategiche , rifiuto di ogni velleitarismo rivoluzionario sono elementi comuni a tutti . In sostanza essi si costituiscono in classe dirigente già nella società borghese e , nei limiti del proprio potere , esercitano queste qualità , piuttosto che essere classe dirigente esclusivamente nei termini della propria tensione rivoluzionaria ed attendere all ' esercizio della propria responsabilità soltanto dopo il salto qualitativo compiuto con la conquista del potere . Si ritiene comunemente che la tradizione sia un fenomeno rilevante e caratteristico del mondo contadino . La forza della tradizione nel mondo contadino è giustamente messa in rapporto con la struttura di questa società , ed il fenomeno è visto sia come strumento di coesione e di stabilità sociale , sia come strumento educativo . La tradizione , intesa come travaso di valori e di cognizioni dall ' ambiente al singolo , rappresenta il tipo di educazione caratteristico della società contadina arretrata . Nelle sue manifestazioni , che talora divengono vere e proprie tecniche , il singolo viene plasmato ideologicamente , riceve regole di condotta , princìpi morali , cognizioni . Valore della tradizione La tradizione si presenta dunque come tipica manifestazione di una società caratterizzata dalla coesione , dalla lentezza del proprio sviluppo se non dalla immobilità , dall ' assenza di bruschi salti qualitativi e di lacerazioni . Del tutto diversa , opposta addirittura , la società industriale : diversa la sua struttura , diverse le forme del suo sviluppo , diverso il suo ideale umano , diverse le finalità e gli strumenti educativi . Va rilevato come la tradizione permanga , anche se come fenomeno secondario , nei gruppi sociali che compongono le società evolute . Essa si presenta ancora come un fattore di coesione e di unità del gruppo , e come uno strumento che consente di travasare nel singolo l ' ideologia del gruppo di cui fa parte . Questo aspetto della tradizione , intesa come educazione ideologica del singolo da parte del gruppo , di travaso di elementi emotivi , sentimentali ( oltre che strettamente ideologici ) dal gruppo al singolo , è rilevante anche tra i settori più avanzati del movimento operaio , e va studiata proprio sotto l ' aspetto della conservazione di determinati valori , sentimentali ed ideologici . In parte , forse , può essere messa in relazione con le origini di contadini inurbati degli attuali operai . Un patrimonio comune Così la storia del movimento operaio , soprattutto la storia « fatta » , quella della città , del quartiere e della fabbrica addirittura , divengono elementi vivi , di un comune modo di sentire e vedere le cose , tappe di una comune origine , qualcosa di profondamente formativo e di nient ' affatto libresco . Essa ha come centri diffusori le organizzazioni politiche e sindacali degli operai , ed il nucleo familiare , e passa , arricchendosi e trasformandosi , da compagno a compagno , da gruppo a gruppo , da generazione a generazione . Nei suoi termini più ampi si tramanda di generazione in generazione , spesso fondendo esperienze di campagna ed esperienze di città , assai sovente nella stessa famiglia ( accade continuamente di scoprire nello stesso nucleo familiare una attiva tradizione di lotta di classe ) , e diviene un fattore coesivo di grande importanza , sotto tutti gli aspetti : emotivi e ideologici . In moltissimi casi è per questa via che l ' operaio impara di avere delle radici , una « storia » alle proprie spalle e sempre per questa via amplia la propria esperienza personale in quella del gruppo ; ed infine è ancora per questa via che riceve cognizioni le quali , per quanto grossolane , restano tra gli elementi più vivi e formativi della sua cultura . Alcuni temi di studio Innumerevoli temi attraggono chi studia il mondo operaio , ma compito di chi si accinge a questa analisi è separare i motivi di fondo da quelli secondari . Non solo , ma chi è sensibile alle prospettive di lotta del movimento operaio avrà sempre la sensibilità di individuare , nel groviglio dei problemi , quelli che presentano un motivo d ' interesse immediato , anche se non contingente . Una indagine sulla condizione operaia , come del resto qualsiasi indagine sociologica , deve procedere su due binari che appaiono paralleli ma in realtà , quando il lavoro è proficuo , si sovrappongono : si tratta cioè di studiare la struttura e la vita della società operaia e contemporaneamente di portare alla luce , secondo criteri obbiettivi , le forze morali , le aspirazioni politiche e sociali che agiscono al suo interno . Come non bisogna mai separare la descrizione della società dalle forze che la compongono , così è necessario accompagnare sempre la società con l ' uomo che ne è il centro . Tra i temi di studio per una sociologia operaia , oltre a quelli evidentissimi di base ( quali la struttura dell ' economia , le condizioni sociali , politiche , sindacali ecc. del lavoro , la distribuzione dei redditi , la disoccupazione , e via di seguito ) ne suggerirei altri che vengono posti in primo piano dall ' attuale fase di sviluppo del capitalismo italiano , ed altri ancora connessi prevalentemente allo studio di quello che è l ' « Uomo » operaio . Così , rispetto a Torino , sono temi di grande interesse , oltre a quelli ovvi relativi all ' effetto delle trasformazioni tecnologiche e politiche del grande monopolio sulla composizione della maestranza e sulle lotte sindacali , il nesso tra sviluppo del monopolio cd arca economica subordinata , l ' esame dei rapporti tra immigrazione e politica monopolistica sia all ' interno del complesso Fiat sia in relazione alla sua politica verso l ' area economica subordinata . Infine lo studio della più intima natura del riformismo aziendale , vista soprattutto come indice della mentalità sociale e politica della classe dirigente monopolistica e delle sue componenti ideologiche ( da questo punto di vista si rivelerebbe di estrema utilità lo studio del « linguaggio » dl monopolio , nelle sue pubblicazioni e nei suoi rapporti con le maestranze e con il pubblico ) e nei suoi riflessi sulla personalità dei lavoratori . Temi affascinanti sono quelli connessi al rapporto tra ambiente operaio e personalità ed ideologia dell ' operaio cosciente , soprattutto in relazione all ' influsso formativo delle principali lotte politiche e sociali del nostro secolo , delle prospettive e dell ' ideologia dei partiti e delle organizzazioni di classe . L ' operaio , come ogni altra classe subordinata , ha un profondo bisogno di esprimersi , quasi per una inconsapevole volontà di entrare , anche per questa via , a far parte della storia . Così la biografia resa scientifica e l ' intervista condotta con rigore possono divenire strumenti fondamentali di conoscenza , soprattutto perché consentono di osservare dal basso la fisiologia della società operaia e permettono di afferrare l ' elemento umano osservandone lo sviluppo nella società in cui vive . Necessità di una sociologia marxista Lo sviluppo di una sociologia marxista sarebbe un momento culturale e politico di grande importanza sia per la formazione di una cultura marxista , che abbia stabilito dialetticamente il proprio legame con il movimento operaio , sia perché la via pacifica ( o italiana ) al socialismo sarà una vaga formula fintantoché i partiti operai non conosceranno a fondo la realtà della società nazionale . Si giungerà ad una produzione valida a condizione di liberarsi da ogni sociologismo , dando a questa produzione impronta ideologica ed autentico respiro culturale . Condizione di ogni sociologia marxista è lo spirito scientifico con cui si affronta la realtà , spirito scientifico che , anziché escludere , presuppone l ' impronta ideologica . Si tratta di configurare la condizione operaia nei suoi aspetti strutturali ed in quelli sociali ( in altre parole nella sua anatomia e nella sua fisiologia ) , come nella sua tensione morale . Sono due facce della stessa realtà , l ' intendimento dell ' una presuppone la conoscenza dell ' altra . Proprio perché della società si vuol cogliere il fondo , l ' anima per così dire , occorre lavorare in profondità . Operare in estensione , secondo criteri prevalentemente quantitativi e pedantescamente sociologici , conduce ad un ritratto del tutto superficiale , ad un ritratto in cui manca proprio ciò che ci interessa , ciò che imprime tutto di sé : il carattere .
Dall'odio etnico alle guerre sante ( Bettiza Enz , 2001 )
StampaPeriodica ,
La bomba lanciata a Belfast contro un corteo di bambine cattoliche che , nei giorni di riapertura dell ' anno scolastico , si recavano alla Holy Cross Primary School situata nell ' infuocato quartiere di Ardoyne , è stata un ' imboscata protestante certamente inaudita quanto orrenda . Mai , nella guerra civile che da trent ' anni continua a insanguinare l ' Irlanda del Nord , era accaduto che fanciulli innocenti venissero presi a bersaglio dai bombaroli dell ' una o dell ' altra fazione . Le analogie che vengono a mente esulano dai confini dell ' Europa occidentale : Little Rock , Bosnia , Kosovo , Algeria , Nigeria , Sudan , Indonesia . Però , in questi giorni cruciali , il paragone che forse colpisce più l ' occhio e l ' immaginazione è quello fra l ' Irlanda del Nord e la Palestina . Non v ' è dubbio che il lancio della granata contro lo scolaresche cattoliche dell ' Ulster sia stato , di per sé , un gesto assolutamente indegno di una società civile europea . Ma in un certo senso ancora più inquietante , più emblematica , perché volutamente intonata al clima d ' intolleranza confessionale generalizzata che va espandendosi nel mondo , è stata la fitta sassaiola che , prima della bomba , i protestanti avevano fatto piovere sulle giovani alunne della Holy Cross School.Tale prima eccezionale intifada anticattolica non è stata che un ' intenzionale citazione della seconda intifada mediorientale : quella rilanciata dai palestinesi contro gli ebrei per motivi religiosi un anno fa , quando Ariel Sharon , non ancora primo ministro , decise di compiere una passeggiata attraverso la Spianata delle Moschee di Gerusalemme . Da quel momento , attizzata da un evidente atto di provocazione religiosa , la lotta per la liberazione della Palestina perdeva i suoi connotati tradizionalmente laici e assumeva , anch ' essa , caratteristiche religiose e fondamentaliste sempre più accentuate e indiscriminate . Scendevano in campo , scavalcando l ' indebolita Autorità palestinese di Yasser Arafat , i fanatici della guerra santa , della Jihad islamista , i kamikaze di Hamas e i guerriglieri dell ' Hezbollah libanese . Dai sassi si passava alle bombe , alle autobombe , agli uomini bomba che s ' immolano nelle discoteche , nelle pizzerie e nei centri israeliani con la certezza di rinascere seduta stante nei paradisi di Allah . Ciò che più impressiona di questa nuova epidemia terroristica è la sua omologazione nelle tecniche e nei gesti simbolici , i sassi nell ' Ulster come in Cisgiordania , omologazione pericolosa che sembra scavalcare i confini tra mondi culturalmente diversi : non a caso uno studioso della London school of economics ha potuto azzardare lo slogan « Irlanda del Nord fotocopia della Palestina » . Da un altro lato impressiona la virulenza con cui l ' odio religioso , dilagando sempre più in primo piano , sembra prevalere e diventare un po ' dovunque la fase suprema dell ' astio etnico , il quale spesso poggia su basi surrettizie o immaginarie . Si ricorda distrattamente che arabi ed ebrei sono semiti , ma si sottolinea con più forza che gli uni sono musulmani e gli altri giudei . Si guardano le drammatiche immagini di Belfast e si vedono bimbe cattoliche terrorizzate che hanno gli stessi capelli biondi o rossi delle bimbe protestanti : più del cromosoma le distingue il marchio della religione . C ' è infine l ' aspetto , non meno preoccupante , dell ' integralismo religioso globalizzato . Più le differenze confessionali si fanno ampie e globali , contrapponendo per esempio nel suo insieme l ' intero mondo islamico a quello cristiano e giudaico , tanto più l ' intolleranza politicizzata di una parte tende a prevalere senza reciprocità sulla tolleranza legale e morale dell ' altra . L ' Europa difatti tollera l ' invasione delle sue coste meridionali da parte di nomadi masse islamiche , lascia che Parigi e Milano diventino centri islamici mondiali ; ma cosa avverrebbe se folle di europei senza lavoro invadessero le coste libiche o algerine , o se tentassimo di erigere una basilica cristiana nei deserti dell ' Arabia Saudita ? Perfino alla conferenza delle Nazioni Unite di Durban abbiamo visto trionfare l ' intollerante fondamentalismo terzomondista , fomentato da stati teocratici che , con l ' appoggio di governi dispotici come quello castrista , sono riusciti a imporre l ' equazione ingiuriosa del sionismo parificato al razzismo . Le delegazioni americana , canadese , australiana e israeliana hanno abbandonato la conferenza . Le delegazioni europee sono rimaste . La cultura della resa e del rimorso ha paralizzato una volta di più gli europei che , pur lapidandosi a Belfast , rinunciano poi a difendersi concordi dall ' aggressore esterno .
IL CLERO ITALIANO ( - , 1861 )
StampaPeriodica ,
La religione non è nata da ’ fatti , né la sua forma essenziale esterna è l ’ effetto di una complicazione d ’ eventi , o il risultato del concerto de ’ pensieri degli uomini ; essa è il parto della mente di Dio , e da Lui l ’ organizzazione del suo eterno regime fu esclusivamente costituita . In nulla dipende da ’ fatti umani il suo prestigio . Che ci venite dunque a dire che il cattolicismo unica vera religione , che è il cristianesimo nella sua purezza sia per essere oscurato da ’ fatti de ’ suoi ministri , e che fra breve il protestantesimo s ’ impossesserà d ’ Italia ? Nel secolo XIX queste puerili asserzioni , questi panici timori , questa confusione di ciò che è divino con quello che è umano ? Che importa al cattolicismo che Italia le sia fedele ; come qual male ridonda alla divinità che l ’ uomo si perda ? L ’ uno si estende al di là dell ’ Europa , l ’ altra è glorificata nella sua giustizia . Ma di grazia chi è questo clero reazionario che tanto avversa alla causa italiana ? Non è certamento quello che imbrandì le armi e la sostenne col sangue ; non è l ’ episcopato in gran parte della Sicilia ; non sono i vescovi delle Puglie che spedirono indirizzi a Vittorio Emanuele , o scrissero lettere pastorali per inculcare la libertà e l ’ unione italiana a ’ loro sudditi ; non è il vescovo di Striano che tanto si è distinto a seguire il movimento dell ’ Italia meridionale ; non sono i vescovi dell ’ alta Italia i quali già governano i fedeli , stando il libero regime del Re Galantuomo . Si riduce dunque tutta la colpa a quelli i quali sono passivi , cioè che non hanno presa parte alcuna nell ’ azione . Eppure quanto c ’ illudiamo ! Essi sono i più utili alla causa italiana . Dico primamente sono passivi . Sì tali sono . Signori miei , via le dicerie e le immaginazioni . Un governo libero e forte è un governo sapiente che non si fa accalappiare dagli allarmi di chi cerca suscitare tumulti perché non è contento del governo . Oh quanti sono i mascherati ! I fatti dove sono ? Noi non crediamo alle ciarle , poca fede deve prestarsi a qualche penna venduta allo straniero : dove sono i processi , dove sono le condanne , dove è la flagranza , dov ’ è la congiura scoperta la quale abbia a capo ( non già quattro o cinque preti ignoranti , qualche monaco indegno di portare l ’ abito religioso e qualche altro , che si è dimenticato della sua divina missione ) ma che abbia a capo almeno la decima parte de ’ vescovi e del clero , per dirsi che il clero avversa il progresso sociale ? Ma noi vi dicevamo : essi sono utili alla causa italiana . Signori miei giornalisti , invece di destare sdegni senza scopo animate piuttosto il popolo italiano ad attendere a ’ suoi veri interessi , a procurare il proprio bene , la prosperità del paese ... oh quanto meglio adempirebbero essi alla loro missione ; e si toglierebbero mille ostacoli . O la nostra causa è giusta o è ingiusta : se è giusta a che vi serve l ’ azione di tutto il clero ? il coagire tutto il clero a concorrervi con l ’ azione sarebbe un volere a forza un appoggio dal sacerdozio , quasi che noi Italiani non l ’ avessimo nella nostra causa medesima ; fate supporre che noi dubitiamo della giustizia de ’ nostri sforzi e andiamo mendicando titoli e colori dal clero ; come in alcuni passati governi la scuola febroniana attuata nel sistema amministrativo del culto prendeva ipocritamente le sembianze di zelo per la Chiesa e pel cattolicismo . E non vedete che la passività del clero , la sua inerzia è una tacita espressione che dichiara che non prende azione contraria , poiché non entra nel punto dommatico , o morale , quanto avviene nelle trasformazioni sociali nel solo punto di vista governativo ? Se fosse altrimenti avrebbe ben fatta sentire la sua energica parola ; avrebbe con pari zelo e coraggio esposto il petto alle spade , il capo alla mannaia . E se vedete che noi pure infimi nel cattolicesimo alziamo la voce contro i fogli anticattolici , contro i libri perversi , contro i seducenti sofisti ; lo è perché amiamo che la causa italiana non venga ad essere disonorata da essi . Signori miei , non tocchiamo il cattolicismo , altrimenti Iddio ci spezzerà le spade . Voi ci parlate delle azioni della corte romana . Ma se voi stessi separate re da papa , come ora volete confondere papa con re ? Che chiede il Papa ? La sua indipendenza . La indipendenza del Pontefice è necessaria non solo a tutt ’ i cattolici , ma principalmente all ’ Italia . Un potere che sia giudice de ’ sovrani e de ’ sudditi è il più grande perno della transazione democratica , che è la Costituzione . Vorremmo che pacata la mente de ’ nostri lettori vi riflettesse . Voltaire stesso la credeva necessaria a tutta l ’ umanità . Nel Medioevo l ’ autorità del Papa salvò l ’ Italia , e salvò l ’ Europa dalla tirannia degl ’ imperatori . Eccovi un nemico de ’ papi e del cattolicismo che ne fa testimonianza . “ L ’ interesse del genere umano ” egli dice “ esige un freno che trattenga certi principi e che ponga al sicuro la vita del popolo : questo della religione avrebbe potuto per effetto di un generale consentimento essere in mano de ’ papi . Quei primi pontefici prendendo parte nelle temporali dispute per acchetarle , avvertendo i popoli ed i re de ’ loro doveri , riprendendo i loro delitti , riserbando le scomuniche per i grandi attentati , avrebbero dovuto essere riguardati come imagini di Dio sulla terra . Niun nuovo principe osava dirsi sovrano , né poteva essere riconosciuto dagli altri principi senza la permissione del Papa . ” Ecco il fondamento della storia del Medioevo . Italiani , il vessillo del cattolicismo è la bandiera della vera libertà : la croce ; stringetevi intorno a questa e vostre saranno le vittorie . L ’ episcopato vi benedirà , e registrerà i vostri nomi come de ’ più cari suoi figli , se correndo alla difesa della libertà nazionale con uno sguardo cruccioso caccerete lungi da voi i seducenti vostri nemici , gl ’ inverecondi apostati della religione degli avi nostri . Iddio benedirà i vostri sentimenti patriottici se sono secondo gli ordini di sua Provvidenza .