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... Giovinezza , giovinezza ... è intonato per le vie dalle fanfare e dai concerti militari ( perfino dalla Regia Guardia ! ) , entra nei luoghi dove meno si sospetterebbe ( l ' ho sentito uscire , trionfante , tra la sorpresa prima e gli applausi poi , in una festa d ' una comunità religiosa ) , è di prescrizione in tutti i ritrovi ; le orchestre di tutti i teatri e le bande anche dei più umili villaggi sanno benissimo che assai di rado si sfugge alle acclamanti richieste del novissimo inno . Chi è l ' autore , o chi ne sono gli autori ? È . certo soltanto che le belle suggestive parole del ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza ... si trovano nel canto degli Arditi , del quale invano ha tentato di ricostruire la storia il Fumagalli nell ' ultima edizione del suo Chi l ' ha detto ? Parrebbe che l ' inno degli Arditi , intitolato appunto Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza fosse l ' adattamento operato dall ' exsottotenente degli Arditi Marcello Manni d ' un coro tratto da un ' operetta intitolata Festa dei fiori , musica del maestro Blanc e parole del compianto Nino Oxilia , rappresentata a Torino prima della guerra ( del coro , poi , era stata fatta la riduzione per banda da G . Castaldi che ha figurato anch ' esso come autore dell ' inno degli Arditi ) ... Il Fumagalli riporta inoltre un ' altra versione secondo la quale Giovinezza , giovinezza sarebbe opera di un laureando dell ' Ateneo torinese , il signor Blanc di Torino che la cantò la prima volta nel 1910 a Bardonecchia , dove si svolgeva un corso di skiatori al quale partecipava un ufficiale per ognuno dei reggimenti Alpini . La canzone piacque ai giovani ufficiali Alpini che la popolarizzarono presso i rispettivi reggimenti e fu messa in repertorio dalle loro fanfare , tanto che fu adottata dal corpo quasi come inno ufficiale . Per concludere , può dirsi identificato il musicista di Giovinezza , giovinezza : il maestro Giuseppe Blanc che figura , come abbiamo veduto , tanto quale autore della Festa dei fiori ( da cui derivò l ' inno degli Arditi ) quanto come autore dell ' inno degli Alpini , esaltante anch ' esso la giovinezza . Ma il poeta ? ... Diremo solo che da Torino è stato lanciato un " inno italico " con musica di G . Blanc e parole di Vittorio Emanuele Bravetta con questo ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza , il coraggio e la fortezza ci provengono da te ... che è anche diffusa , da Firenze , una " edizione ufficiale " dell ' inno dei Fascisti Giovinezza , giovinezza con motivi di Giuseppe Blanc , riduzione di Ernesto Vitale , e che pure a Firenze è stato stampato il canto dei Fascisti Giovinezza , giovinezza , con queste indicazioni : versi di Marcello Manni ( l ' ufficiale degli Arditi che abbiamo ricordato ) , musica di G . Blanc . L ' origine torinese della musica e la stretta parentela con l ' inno degli Arditi sono così adombrate in una breve prefazione dello stesso Marcello Manni : " Compagni torinesi , io vi porto una canzone che è vostra , una canzone che forse il vostro bel cielo ispirò , una canzone che porta ancora viva la freschezza di un canto goliardico . Pur nella sua veste fascista essa rimane la canzone dell ' arditismo " ...
GAZZETTINO UFFICIALE DI STRAPAESE ( ORCO BISORCO , 1928 )
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La gente di Strapaese , salutando l ' inizio della quinta annata del suo Selvaggio , portavoce del paese più paese del mondo , ha stabilito in una memorabile assemblea , prima di tutto di riconfermare Orco Bisorco suo segretario anche per il 1928 , e in secondo luogo alcuni principii d ' ordine generale e alcune precise direttive che il Selvaggio dovrà seguire , per una sempre maggior chiarezza delle sue funzioni . 1 . - Gli artisti che fanno capo al Selvaggio intendono di proseguire l ' italianissima tradizione per la quale essi hanno sempre fatto parte integrante della vita politica , rappresentando anzi la quintessenza dell ' italianità . Italia prima che industria , agricoltura , commercio , significa spirito , e gli artisti sono i sacerdoti dello spirito . Quel che essi pensano e affermano ha valore di voce schietta della razza e quindi funzione di prim ' ordine nella vita politica italiana . Soltanto in un regime demoliberale o socialistico , e quindi improprio all ' italianità , gli artisti erano assenti dalla vita pubblica . Il fascismo , restauratore degli autentici valori nazionali , ha ridato , e il Selvaggio ne è prova palpitante , una coscienza politica agli artisti . 2 . - Strapaese , originale espressione di bisogni spirituali di un popolo che ha ritrovato la sua unità nel Fascismo e che la vuol permeare dei propri caratteri , attraverso quella necessaria continua selezione in cui consiste la modernità , non è stato difatti creato da letterati , ma da artisti . Questo punto è essenziale e non va dimenticato . 3 . - Gli artisti , per essere immuni da tendenze a carriere politiche e a posizioni politiche personali , sono i più adatti naturalmente a esprimere , nell ' interesse del Fascismo , una serena opera positiva e negativa perché la vita italiana acquisti tono , stile e costume sempre più degni delle aspirazioni imperiali della razza e si vada liberando da incrostazioni , deformazioni e deviazioni ostacolatrici , magari con etichetta fascista o col favore di personaggi fascisti , del compito alto e severo del vero Fascismo . 4 . - Occorre avere il coraggio , squisitamente fascista , di mettere a confronto le affermazioni ideali e di ordine generale coi fatti della realtà , e di assumersi la responsabilità di denunziare la sconcordanze che ne resultassero , senza rispetti e senza preconcetti . Amici o nemici sono la stessa cosa di fronte alla rivoluzione . Soltanto se alimentata da un simile coraggio , la critica può esser benefica e feconda . Il Duce va servito con fatti e non con chiacchiere aeree o con divagazioni dottrinarie . Questo farà il Selvaggio , che si chiama così anche perché è estraneo ad ogni forma di società di mutuo soccorso politico o peggio . 5 . - Soltanto la passione sincera incita a scoprire il male e a combatterlo . La parola d ' ordine « Tutto bene » è un tradimento , ed è un segno di spregevole cinismo o di volgare egoismo , quando si applichi come sistema per scaricarsi dalle responsabilità dalle seccature . Il Fascismo non può volere dei servizi sciocchi , ma dei devoti , ardenti , vivi e fieri gregari . I fascisti debbon esser degli apostoli e la tessera non dev ' essere un ' autorizzazione al vivere tranquillo e sicuro , ma una consegna di coraggio e di azione . 6 . - Strapaese proclama da anni la necessità di difendere il carattere rurale della vita italiana dalle importazioni di civiltà straniere che tendono a distruggerlo . Questo è un principio politico , non una ricettina letteraria . Andate a un mercato qualunque dei nostri paesi : vedrete gente robusta , abbronzata e fiera , attivissima e piena d ' ingegno . Costì è la base di un impero . Andate in un tabarìn : ci troverete dei giovani che a trent ' anni n ' hanno sessanta . 7 . - L ' Italia è il paese dell ' armonia . Tale armonia deve trovare riscontro nella vita politica . Noi detestiamo il quaqquerismo formalistico . Gli uomini son uomini : pieni di vizi e di virtù : la politica deve maneggiare un materiale eterogeneo per fare le sue costruzioni . Occorre la nobile pietra , come occorre il fango . Si tratta di fare in modo che la pietra domini il fango ; che l ' edificio non risulti un ammasso di mota , ma un armonico insieme dove il marmo prezioso e l ' umile calcina concorrano a creare un capolavoro . 8 . - Ma le questioni letterarie , i problemi artistici , estetici , le tendenze , le scuole , le mode , le polemiche ? Non c ' interessano se non in quanto possano interessare quelli che per noi sono i principi essenziali dello spirito italiano , e i valori che attraverso i secoli esso ha affermato . Il resto , o è pettegolezzo e non ci riguarda ; o è questione tecnica e culturale , e in quanto riguarda il nostro mestiere , in tanto ci mettiamo bocca . Tranquillamente ripigliamo quindi il nostro lavoro , offrendolo con semplicità e con affetto , per quel che valga , e senza pretesa alcuna d ' infallibità , ma con la fierezza dell ' onestà e della serietà che ne formano la sostanza , al nostro Duce , e agli Italiani .
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È così raro il trovare un contradittore cortese , il quale opponga ragioni a ragioni , anziché argomenti tolti al sarto o ingiurie apprese nella bettola , che io non ho saputo resistere alla tentazione di credermi per qualche parte indicato nel suo articolo , pubblicato sul Marzocco col titolo Contro l ' egoismo e di rispondervi , a rischio forse di apparire pretensioso . Io confido del resto che tale apparenza vanirà per la natura della mia risposta e per la sua obbiettività . Poiché , anzitutto , io non voglio discutere sui principii generali che portano lei a combattere la legge morale che si fonda sulla supremazia dell ' io e che hanno portato me invece ad affermarla nella formula più assoluta in un libro recente . Una tal discussione , Ella lo comprende , esigerebbe non un articolo , non un giornale , ma volumi e volumi , come quella che implica tutta la concezione filosofica dell ' universo considerato in tutti i suoi diversi ordini di fenomeni , da quelli cosmici fino a quelli psichici e sociali . Pertanto io desidero limitare queste mie osservazioni a un solo rilievo di carattere generale e poi fermarmi esclusivamente sopra i fatti da lei addotti in sostegno delle sue conclusioni . Il rilievo di carattere generale è il seguente : Ella fa tutt ' uno dell ' egoismo ( inteso nel senso più ristretto , più concreto e più condannevole del vocabolo ) e di un sistema morale e sociale astratto chiamato egoarchia . Ella confonde insieme quella parte più atavica e animalesca del nostro istinto elementare di conservazione e di soprafazione che è appunto l ' egoismo vitale con quell ' altissimo e astratto complesso di idee e di norme tendenti non all ' esaltazione dell ' egoismo ma bensì dell ' io individuale , definito col nome di egoarchia o meglio di egocrazia , appunto in contrasto a democrazia . Né la differenza è piccola , perché dicendo esaltazione dell ' egoismo si può interpretare , come Ella fa logicamente , tanto l ' incitamento ai più brutali atti dell ' uomo inferiore quanto la negazione di ogni grandezza affettiva e morale , concludendo facilmente alla riprovazione e alla condanna ; mentre dicendo esaltazione dell ' io individuale , tale interpretazione non è più lecita , e si intende soltanto lo sviluppo di quelle attività e facoltà fisiche e intellettuali tendenti ad una più armonica , più bella e più completa esplicazione della propria personalità senza affatto impedire che all ' intorno , parallelamente , altre personalità ottengano il medesimo svolgimento ; e da tutto ciò esula qualsiasi idea di riprovazione e di condanna . Non è lecito infine far una cosa sola dell ' egoismo , come elemento del nostro essere biologico , elemento integrante e necessario e perciò soltanto né buono né cattivo , con l ' egoarchia , come sistema filosofico , del tutto indipendente dal primo ; o se tal confusione si fa , essa viene subito a togliere ogni forza all ' argomentazione , perché l ' egoarca potrà sempre rispondere : « Verissimo quanto dite sull ' egoismo e sopra i suoi effetti , anzi io vi approvo , ma ciò non ha nulla a che vedere né con l ' egoarchia né con le conseguenze morali e sociali di essa » . Io vorrei ancora farle notare un ' altra confusione di minore entità in cui Ella crede , quando nella espressione astratta assoluta di Legge morale Ella intende di significare la passeggera e relativa norma morale che Ella ed altri seguono in questo quarto d ’ ora , a preferenza di un ' altra , mostrandole quanto sia pericoloso l ' attribuire una tale importanza all ' abito morale proprio anche quando esso sia accetto alle maggioranze , perché domani io potrei valermi dello stesso diritto per dichiarare sola legge morale assoluta la norma morale che io ed altri propugniamo e dichiarare immorale la sua ; ma l ' insistere su questo punto porterebbe di necessità a trattare sulla differenza del relativo e dell ' assoluto morale e ancor più sulla disparità dei vari sistemi etici , i quali non per questo cessano di essere morali , nel senso di essere norme della condotta tendenti a un dato scopo ; e vengo ai fatti . Ella scrive : « Che cosa significa egoismo ? » « Significa in politica , il Valentino ; in etica , Don Giovanni ; in fisiologia , Trimalcione . E se volete ancora , in politica , il processo Dreyfus ; in etica , il quartiere latino ; in fisiologia , la Banca romana . E ancora in politica , le stragi d ' Armenia ; in etica , Malthus ; in fisiologia , la dinamite » . Ora se il riferimento del Valentino e del Don Giovanni possono reggere , ed io non so celare la mia ammirazione per queste due autentiche e veramente umane personificazioni del dominio e del piacere , gli altri esempi sono più o meno fuori luogo . Il processo Dreyfus ? riguardo al processo Dreyfus basta non contentarsi delle apparenze , delle lustre superficiali , delle retoriche verbali , buone solo per gl ' ingenui e gli illusi , e penetrare un po ' addentro in quella intricata matassa per capire che la cosa non è tanto liscia , che la tanto strombazzata giustizia e la invocata verità salvo appunto per qualche illuso in buona fede , come lo Zola , non sono che pretesti , come lo era il ribasso del pane per i tumulti delle plebi italiane , per capire che il processo lo hanno ridotto quello che ora è i soliti mestatori , altruisti soltanto quando si tratta di provocare disordini e di demolire . Non è il governo o l ' esercito che non voglia rivedere il processo Dreyfus . Ella è giovane troppo intelligente per ripetere questo genere di illazioni in cui si impernia la scienza democratica , ma sono invece i peggiori elementi del corpo sociale che , ammantandosi di simpatici orpelli , vogliono fare il processo alle classi incarnanti l ' autorità e la forza . E queste si difendono , ed è giustizia il dirlo , molto ma molto male . Il Quartier latino ? Eh via , per il quartier latino si potrà parlare di licenziosità , di volgarità ( non egoistica , ma rumorosa e plebea ) , di miseria , di sciocchezza , ma di una applicazione della morale dell ' egoismo , no , no sicuro . Sarebbe lo stesso come se io , dal mio punto di vista , affermassi che le sconcia urla di una dimostrazione popolare rappresentano l ' applicazione del regime democratico in pro degli umili alla politica . Ella se ne dorrebbe ed avrebbe ragione . Peggio poi quando si esuma il putrido affare della Banca romana . Qui , per un lato , si tratta di quella corruzione imbecille e piccola propria dei nostri governanti , venuti su dall ' avara borghesia o dall ' avida plebe ; per l ' altro di criminalità vera e propria . Tanto varrebbe allora che Ella richiamasse tutti i crimini , omicidi , truffe , rapine , furti che avvengono in Italia : poiché non c ' è differenza fra i grandi e i piccoli , nel qual caso , io avrei tutto il diritto d ' imputare con la medesima logica al regime morale e sociale che Ella difende gli stessi crimini , poiché nessuno più di me li ritiene incompatibili con l ' ideale espansione egoistica che io propugno , impossibili quando questo ideale fosse realizzato . Il criminale non rappresenta il frutto dell ' egoismo ma lo scarto fallito dell ' egoismo , e dico egoismo e non egoarchia , poiché non posso ammettere che Ella rinnovi contro questo sistema filosofico l ' errore grossolano che , anni fa , si commetteva da taluni imputanti alla teoria darvinistica le aberrazioni criminose del singolo , e fra questi alcuni debbo notare il Daudet . Altrettanto potrei dirle per le stragi d ' Armenia , ma io desidero sopratutto venire all ' ultimo esempio che Ella cita , alla dinamite . Questo no poi , assolutamente no . Permetta che io le dica che qui Ella ha invertito le parti . Basta la più elementare conoscenza di quello che è e di quello che vuole o meglio non vuole l ' anarchia e sia pur quella che mette la dinamite al servizio di un ' idea , per dovere concludere a rovescio di quanto Ella ha affermato . L ' anarchia , ed Ella non ha bisogno che io glie lo insegni , da Bakounine alle figurazioni letterarie di essa nel Germinal e nel Paris , se rappresenta qualcosa , rappresenta l ' antitesi più spiccata dell ' egoismo , rappresenta il sogno utopistico di umanità , di eguaglianza , di comunanza e di amore più grande che sia mai stato fatto sulla terra , rappresenta addirittura l ' altruismo sovrumano . Ni dieu ni maître , tutti uguali , tutto in comune , non più autorità , non più leggi , libertà e fratellanza universale , questo l ' ideale anarchico , il quale costituisce , precisamente l ' estremo svolgimento logico dell ' incompleto concetto cristiano democratico socialista . E come negli effetti a queste limitate concezioni cristiane - democratiche - socialiste , quando la turba inferiore comincia ad operare corrispondono lo sciopero , la sommossa , il tumulto , la devastazione , il saccheggio , così alla illimitata concezione altruistica dell ' anarchia corrisponde inevitabilmente un ben maggiore effetto , la dinamite e la distruzione . Per cui se la morale egoistica , secondo Ella dice , può apparire la negazione di ogni morale , la morale altruistica portata alle sue ultime conseguenze può significare la negazione della vita medesima . Poiché , almeno lo spero , Ella non vorrà certo imputare all ' egoarchia e ai suoi seguaci e in genere a coloro che mirano a scopi egoistici ed edonisti l ' uso della dinamite . Sarebbe errore troppo grande e sarebbe una affermazione smentita da tutti gli attentati dinamitardi individuali e collettivi avvenuti da che la dinamite fu inventata , e basta che Ella ne ricordi qualcuno per dovermi dar completa ragione su questo punto . Del resto Ella che si mostra nei suoi studi critici fine psicologo non può ignorare che essenza dell ' egoismo è conservare e non mai distruggere e ciò anzi tanto più quanto l ' egoismo è angusto e materiale . In un altro punto del suo articolo là dove vieppiù l ' argomentazione stringe Ella giudica : « Una donna del popolo che compia un atto di sacrifizio è infinitamente più grande di fronte all ' Assoluto che non siano Copernico , Lagrange , Dante , Leibnitz , Galileo » . Qui davvero io non mi trovo più , anche facendo astrazione completa dall ' egoismo e dall ' altruismo , e non mi trovo più perché non comprendo il valore di questo paragone , dato che il termine fisso l ' Assoluto a cui Ella confronta la donna sacrificantesi e l ' uomo di genio mi è ignoto , come è ignoto a Lei e a tutti . Quale assoluto ? Notando che , pur dovendole fare questa domanda , sono obbligato a riconoscerla errata e a ritenere già errata la risposta , perché qualunque qualifica Ella mi esprimesse , questa verrebbe necessariamente a limitare l ' assoluto , che allora non sarebbe più assoluto . E per tanto si impone il dilemma : o Ella mi specifica l ' assoluto ed allora questo è una porzione del relativo , o Ella lascia , come è imprescindibile , indeterminata l ' espressione e allora il confronto diviene impossibile e nulla significa poiché si paragona un termine noto ad uno del tutto , non solo ignoto , ma inconcepibile . E quest ' ultima è la verità ; il confronto da lei instituito non può sussistere , perché di fronte all ' infinita chimera dell ' assoluto l ' atto umano , dalla Divina commedia alla giocata di un temo al lotto , e noti solo l ' atto umano , ma qualsiasi atto biologico , e non solo , ma qualsiasi fenomeno , dalla sconfitta della Spagna alla caduta di una goccia d ' acqua , dalla conflagrazione di un sole allo spostamento di un grano di sabbia , ha lo stesso valore e la medesima importanza ; non è né più grande né più piccolo , né migliore né peggiore , è , soltanto è e basta . Ella ha forse una sola via di uscita , una sola risposta , quella di oppormi l ' Assoluto divino , Dio , ed allora davanti a un argomento di fede , io non discuto più , poiché la discussione non è più possibile ; mi inchino . Ancora una osservazione prima di venire all ' ultimo fatto . Ella scrive : « Essa ( la legge morale dell ' altruismo e del disinteresse ) è una vera e propria legge di natura , di cui le religioni sono interpreti e custodi » . La frase è bella letterariamente , ma filosoficamente contiene due errori . Primo : gli studi più recenti hanno tolto ogni finalità , ogni teleologia alla natura , la quale non ha scopi né buoni né cattivi da conseguire e quindi essa non ha che una legge sola , quella del divenire , all ' infuori da qualsiasi apprezzamento qualificativo : inoltre anche nell ' accezione non scientifica ma materiale del vocabolo , la natura , quando la si guardi con occhi veritieri , spogli ad ogni rosea superstizione , ci porge in ogni sua manifestazione un solo insegnamento , quello dell ' indifferenza e dello sperpero o sovente dell ' ingiustizia o della crudeltà sia che ci fermiamo sul delicato fenomeno della riproduzione degli esseri sia sull ' esistenza stessa dei corpi inorganici . Per cui non è già che la natura sancisca la legge morale altruistica e disinteressata ma furono i propugnatori di questa morale che incorporarono nella natura e alla natura prescrissero il loro ideale . Secondo : vi furono e vi sono religioni in perfetta antitesi con la legge morale del disinteresse e della rinuncia e non mi occorrono esempi , poiché Ella di certo li può trovare al pari di me . Sono giunto così al fatto essenziale e conclusivo cui Ella , attribuendo più forza di qualsiasi ragionamento , oppone alle dottrine egoarchiche . Ella dice : « Del resto , più di qualunque dimostrazione , la smentita più eloquente alla vostra egoarchia sta nell ' evoluzione stessa della società contemporanea , la quale prende a cellula tipica non già le signorie del rinascimento ma le corporazioni mediovali » . Qui non mi occorrono argomentazioni , obbiezioni e difesa ; la storia , il gran libro della storia sta lì aperto e per tutti palese . Mi basta solo che Ella riconosca la verità storica dei fatti , il significato cioè della corporazione d ' arti e mestieri nel medioevo – strettissima , misoneista , tirannica , ladresca associazione di chi possedeva lo strumento e la capacità tecnica per l ' asservimento e lo sfruttamento del lavoratore anonimo e del consumatore di fronte alle magnifiche signorie del Rinascimento che illustrarono l ' Italia davanti al mondo e segnarono una meravigliosa fioritura d ' arte e la rinnovazione della scienza ; mi basta , ripeto , che Ella riconosca questo , che del resto è la verità , perché io le ammetta che l ' evoluzione della società contemporanea sui regoli democratici e socialisti prende a cellula tipica non già le signorie del Rinascimento ma le corporazioni medioevali . Ma in questo caso sarò io quegli che avrà ragione e che sarà nella logica e nel vero , quando concluderò contrariamente a lei : « Tale evoluzione significa la condanna della società contemporanea e specialmente della guida che la dirige ; tanto peggio se questa è la morale dell ' altruismo e del disinteresse , e significa la trionfale giustificazione ed esaltazione della morale opposta , quella della egocrazia » .
ITALIA NUOVA ( - , 1921 )
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... Perché Benito Mussolini ha dichiarato che " il gruppo fascista si asterrà ufficialmente dal prendere parte alla seduta reale " è sorto per ogni dove un venticello di fronda che francamente , a noi fa molto schifo . Esistono dunque ancora dei fascisti che si sono rifugiati nel nostro purissimo e giovanile movimento per cullarsi nella certezza di una conservazione perenne dello stata quo per sottrarsi all ' incubo di tutte le trasformazioni , per sentirsi al sicuro da ogni novità che si affaccia all ' orizzonte politico . Ci sono ancora dei fascisti dei simpatizzanti che non hanno affatto compreso quello che è e deve assolutamente essere il fascismo , che non possiedono la mentalità spregiudicata che ci occorre , che non hanno seguito la nostra evoluzione parallela a quella dei tempi . Ebbene , tali pseudofascisti dovranno passare per questo vaglio , secondo , dopo quello creato dai fatti di Fiume . Inutilmente dunque per costoro illustrammo su queste pagine il nostro programma con tenace insistenza , vagamente per essi proclamammo che se il fascismo è intimamente antipregiudizialistico , nel momento attuale , date le attuali condizioni , è tendenzialmente repubblicano . Leggano costoro l ' articolo del Duce " Parole chiare alle reclute " imparino che il fascismo non è mai stato monarchico dalle sue origini fino ad oggi e che il fascismo assunse un atteggiamento di destra negli ultimi tempi esclusivamente per la necessità di combattere la degenerazione ... ai principi originari . Ma ora è tempo di tornare sulla retta via , ai principi originari . Questa monarchia che sanzionò la amnistia ai disertori , questa monarchia che assume per i suoi ministri il Cagoia e il labbrone , questa monarchia che va cercando , come farà nel discorso della corona , la collaborazione socialista al governo , questa monarchia che non ebbe uno slancio di fede nei momenti tristi , un gesto grande e generoso nei momenti tragici non è degna , o signori falsi fascisti , di essere da noi riverita . Noi siamo l ' Italia nuova che se ne frega dell ' Italia vecchia , siamo la purità che insorge contro la camorra impura , l ' eroismo contro la vigliaccheria e guai a noi se ci comprometteremo con un solo atto di omaggio verso la vecchia Italia di ieri . Il sacro compito della rivolta del bene contro il male è passato dal socialismo migliore di un tempo e dal repubblicanesimo a noi . Se all ' apertura della Camera , l ' aula fosse vuota , come dovrebbe , da tutti i fascisti , repubblicani e socialisti , ahi allora sì avrebbe finalmente la sensazione che il Paese va , con una mentalità nuova , verso istituzioni nuove , e che la meta , attraverso la Costituente non è lontana . Così forse non sarà , perché l ' anima piccina e affaristica di coloro che hanno tradito la Patria e poi Lenin , avviandosi verso il piccolo sol dell ' avvenire della collaborazione al governo , avrà perduta la voglia di assentarsi . E se a poco varrebbe l ' assenza dell ' esiguo gruppo repubblicano , molto significativa in tutti i casi sarà l ' assenza del gruppo fascista . Ma chi sono coloro , fra i nostri , che questo non comprendono ? " Noi pensiamo scrive Mussolini che per i nuovi alla vita politica , per coloro che si affacciano per la prima volta sulla scena , questo discorso è assai probabilmente superfluo . I giovani ci comprendono magnificamente e non hanno gli strani tremori , le curiose oscillazioni , proceduristiche e formalistiche , nelle quali molta gente impiglia e perde la sua coscienza . Molte reclute che sono venute al fascismo nel 1921 , ignorano , evidentemente , la storia del fascismo italiano ; non conoscono , evidentemente , le idee programmatiche direttrici del fascismo italiano e stanno pescando dei granchi piuttosto vistosi che non hanno proprio niente di comune col fascismo italiano . " Dunque uomini vecchi di età che sono vecchi anche di spirito , si discostino da noi , insieme ai giovani d ' età che sono vecchi di spirito . Noi siamo fascisti . Fascisti , oggi tendenzialmente repubblicani , che ànno qualche non lieve cosa , da rimproverare alla monarchia . Se voi avete applaudito Mussolini quando disse , il 3 aprile , che per merito nostro il timone dello Stato passa da Giolitti a Gabriele D ' Annunzio , come potete conservare una mentalità così piccina , pesante , statica , incagoiata come quella che non vi fa approvare una doverosa e dignitosa astensione dalla prima seduta della Camera , che è cerimonia squisitamente dinastica ? A Bologna i fascisti sono nella grandissima maggioranza , dei migliori , concordi nell ' indirizzo puro , nell ' indirizzo di Mussolini e nostro . Siamo orgogliosi di poterlo dire al Duce . Siamo fieri di proclamarlo ai quattro venti che portino l ' annuncio ai fascisti veri e a quelli falsi delle più lontane regioni d ' Italia . E commettiamo solennemente ai deputati fascisti della nostra circoscrizione che presenzieranno all ' adunata di Milano di sostenere con intransigenza , il principio dell 'astensione."
CRONACA NERA ( POLVERE , 1928 )
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Benissimo ha fatto Paolieri a mettere al posto le cose intorno al Salgari , su cui i soliti giornalisti - letterati stanno facendo un disgustoso can can , ridicolizzando quello che potrebbe essere una semplice riparazione , dal punto di vista strettamente economico , dall ' ingiustizie e angherie che il Salgari patì dagli editori . Dice opportunamente Paolieri sulla Nazione : « Il Salgari , non solo scriveva con la sciatteria degli scrittori a poche lire la dispensa , ma non poteva essere un vero e proprio educatore , come ad esempio l ' impareggiabile Giulio Verne , proprio a causa della sua completa mancanza di cognizioni scientifiche , oltre che di sintassi e di lingua . Il Salgari non era che un abile rimpolpettatore del Mayne - Reid , dei l ' Aymard , del Boussenard e , soprattutto , dell ' Assollant sulle cui orme marciò peggiorando il genere per l ' assoluto dilettantismo nel quale sempre rimase , non possedendo serii studii di scienza né avendo mai sconfinato oltre la propria provincia . » Aggiungeremo per conto nostro che Salgari ha diffuso nevrastenia e morboso romanticismo nelle file dei giovani lettori , li ha tenuto lontani dagli studi , dalla realtà e dell ' umanità . Siamo quindi sbalorditi di leggere sul Raduno che Salgari sarebbe un « martoriato educatore della nostra gioventù » e un precursore del fascismo ; e lo sbalordimento si muta in nausea e disgusto quando in quel giornale « degli artisti di tutte le arti » troviamo , buttata giù di straforo , una frase simile : « Io affermo che nel bilancio storico dell ' Italia , della nuova Italia , Emilio Salgari conta molto più che Giacomo Leopardi » . Se degli Italiani pensano e scrivono questa roba in pieno anno VI del Fascismo , noi ci domandiamo seriamente se valga la pena lottare e dedicare , come abbiamo dedicato , la nostra migliore giovinezza per la purificazione di questa nostra Italia , che vorremmo grande , nobile bella , gloriosa e forte , e che non sa ancora espellere violentemente da sé tanta marcia , tanta miseria , tanta carogneria . Inconsciamente , l ' autore di quella trista frase , ha posto un problema essenziale . Insomma , l ' Italia del Fascismo è nata da Salgari o da Leopardi ? Il problema esiste , dal momento che qualcuno l ' ha posto . Ma intanto , visto che il Raduno si è gloriosamente collocato fra le più evidenti manifestazioni di grossolanità , di volgarità e di ignoranza , domandiamo , alle corte : 1 . - Se roba simile è fascismo ; 2 . - Se il Raduno è giornale polemico o officioso ; 3 . - Se gli intellettuali e gli artisti sono obbligati ad essere solidali con un organo di tanta imbecillità e confusione , degnamente battezzato con una parola che in Italiano non esiste .
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Io penso nel medesimo tempo con una tristezza e con una gioia infinite ai profondi secreti dell ' anima che i grandi poeti non rivelarono mai con le parole . Quel silenzio immortale nel quale si spense la loro voce potente , avvince , attraverso i secoli , il nostro spirito al loro , e ci attira ancora coi profondi abissi del mistero , vaneggianti sempre dinanzi agli occhi vigili della mente nostra . Quanto di tutto quello che s ' agitò nel cuore di quei grandi , e il meglio senza dubbio , non suggellò nel loro petto col suo bacio la morte ? E tutto quello che essi sentirono , quella voce che per loro soli ebbe la natura e che si articolò in parole , le cui sillabe furono battiti del cuore e pulsazioni delle arterie , tutto questo non potrà dunque più riecheggiare nell ' animo d ' alcuno ? Allorché io vedo lettori attenti badare , nella lettura dei poeti , solamente a ciò che le parole suonano , vedo uomini pallidi , il cui viso non ha mai imporporato la fiamma dell ' Amore . Ma vi son quelli sul cui animo incombe la gravità di quel silenzio che involge d ' ombra quelle parole e che silenziosamente ascoltano parlare il loro cuore ; e sono gli eletti , che sentono in quel momento la loro comunione con gli spiriti del passato . La fatica dei secoli intorno alla Commedia non è che lo sforzo titanico di penetrare l ' immenso e pauroso silenzio di Dante , e dimostra ad un tempo la grandezza del poeta , e la vanità delle opere umane quando non sono irraggiate dalla Grazia . Il commentatore non potrà mai pronunziar la parola che non suonò sul labbro del poeta , perché l ' eterno non si può chiudere nel tempo , e il silenzio ( diceva il professor Teufelsdröckh ) è appunto dell ' eternità , come del tempo è la parola . Egli dunque disporrà solo l ' animo del lettore ad accogliere in lui quel muto linguaggio i cui segni ideali , sono tutti nella profondità dell ' anima nostra e sdegnano di essere racchiusi nelle angustie delle lettere e di essere evocati da deboli suoni . Ogni volta che io ripeto nella mente : Quel giorno più non vi leggemmo avante e ripenso a tutti coloro che hanno voluto compiere il pensiero del poeta , non so se m ' assale più il dispetto o il riso , ed ho come davanti agli occhi il riflesso della fiamma che tremò nell ' animo di Dante e Io scaldò : intraducibile tutto . Noi possiamo comprendere , ma non spiegare ; risentire tutto il tumulto della passione incomposta , violenta , ma non esprimerlo ; e rifugiamo dal limitare il sentimento della nostra tristezza , che è più vago , più si diffonde quasi per tutto l ' essere nostro . I poeti i quali trovarono una espressione determinata per tutti i loro sentimenti , o credettero che quanto essi percepivano poteva passare nell ' animo dei lettori solamente attraverso le parole , furono con questi in una comunione temporanea , poiché dei sentimenti si palesa con esattezza solo quel grado più semplice e più comune , nella cui espressione tutti convengono egualmente , poiché solo per poco può piacer riudire ciò che noi stessi possiamo ad ogni momento formulare . Così quelli , allorché furono spenti i contemporanei , testimoni delle anime loro , capaci di comprendere la parte più caduca di esse , la quale vibra nei sentimenti che sono la caratteristica di un periodo o di una società , non hanno altra via di comunicare coi futuri ; poiché tutto di essi si è spento . Fecero come i fanciulli : trovarono un suono per tutti i loro vaghi sentimenti : ma non proferirono mai la parola velata d ' ombra . E la natura li ammoniva in ben altro modo , la natura che ha rivestito tutte le idee più grandi e più belle di forme mute che solo a coloro che sanno ascoltare parlano un divino linguaggio . La natura dice attraverso le gemme e i fiori degli alberi le sue odorose parole , solo perché le profonde radici bevono nel suo oscuro seno i succhi della vita . L ' uomo che ascolta la parola del fiore caduco sa solamente quello che muore : quegli che sa udire tutto ciò che mormora sommessa la terra ha colto forse la parola eterna . Così l ' artista deve imitar la natura creando forme che abbiano un linguaggio per coloro che l ' Amore ha illuminato . Così il Poeta , il cui strumento è la parola , ha nelle sue mani il mezzo più potente e più difficile per creare : e la sua creazione diventa meravigliosa fra tutte le altre appunto perché egli ha saputo conciliare in una divina armonia il Silenzio e la Parola . Quando egli ha fatto ciò , ha creato nell ' arte quello che è vivo nella natura : il Simbolo . Molti scambiano facilmente l ' allegoria col simbolo e credono di avere allora svelato il significato riposto delle cose ; ma l ' allegoria non cela che apparentemente l ' idea , ed è un velo che può facilmente essere rimosso , così che tutto può apparire poi manifesto in tutte le sue parti . Non così il simbolo , che non lascia se non spiragli aperti al mistero delle cose e non può essere mai rivelato tutto . Ricordate Il Vischio di Giovanni Pascoli ? L ' orto nel quale egli erra con l ' anima sorella non ha carattere allegorico , cioè non indica alcuna cosa di determinato : ma i fiori rosei dei peschi e i bianchi dei susini sono pure la speranza e la promessa ; ma i loro petali sparsi a terra e calpestati sull ' aurora non adombrano le memorie vane , sono invece quelle stesse , « Ognuna con la sua lacrima ancora » . È importante notar questo , perché è essenziale al carattere del poeta il non aver voluto presentare due spettacoli distinti , l ' apparente e il morale , che si corrispondano artificiosamente e separatamente l ' uno all ' altro , ma l ' aver colto tutt ' insieme uno spettacolo della natura con la sua significazione oscura forse agli occhi del corpo , ma lucida a quella dell ' anima . L ' albero che getta , per la volontà di vivere , qualche cosa di più bello della vita , fiori od ali , è sempre l ' albero , ma quando ha detto al poeta il suo segreto . Allora solo , dopo che il poeta ha raccolto la parola eterna , allora solo egli che volge intorno lo sguardo s ' accorge dell ' albero ignoto , dell ' albero strano « Che non ha frutti ai rami e fiori al piede » . S ' accorge non già ch ' esso è davanti ai suoi occhi , ma che gli parla anch ' esso . Il molle seme del vischio si è inserito nella sua dura scorza , e volle , senza che esso o sapesse o credesse . Comprendete come qui sia scomparsa l ' allegoria ? Questa può spiegare quel che l ' uno volle e l ' altro non seppe e non credé ; il simbolo vi ha solo aperto quello spiraglio , perché voi che avete occhi vediate nella tenebra . E la fusione del silenzio e della parola è piena nell ' anima dell ' artista quando sa e vi dice quel che s ' agitò tra le fibre dell ' albero tristo , « E tu languivi : e la bellezza e il bene t ' uscìa di mente , né pulsar più fuori gemme sentivi di tra il tuo lichene » . La bellezza e il bene e le gemme sono appunto i termini di questa fusione , le une eterne , le altre passeggiere , e davanti agli occhi del poeta sono come una sola cosa : « Due anime in te sono , albero . Senti più la lor pugna , quando mai t ' affisi ne l ' ozioso mormorio dei venti ? Quella che avea lacrime e sorrisi , che ti ridea col labbro de ' bocciuoli , che ti piangea dai palmiti recisi , e che d ' amore abbrividiva ai voli d ' api villose , già sé stessa ignora . Tu vivi l ' altra , e sempre più t ' involi da te , fuggendo immobilmente ; ed ora l ' ombra straniera è già di te più forte , più te . Sei tu , checché gemmasti allora , ch ' ora distilli il glutine di morte » . Non cercate qui quello che il poeta abbia voluto significare nel mondo morale ; non fate alcuna costruzione etica ; non cercate il parallelo dell ' albero e dell ' uomo ; poiché tutta la vostra fatica sarebbe vana , e forse non direste mai tutta la verità . Io l ' ho già detto : questa non è un ' allegoria . Pensate solo che quell ' albero è il vischio , il vischio solamente con la sua ultrasensibile significazione , ed aprite l ' animo vostro ad accogliere il mistero e il simbolo : checché il cuore vi parlerà e voi non saprete esprimere è per voi la verità .
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I fascisti della nostra città , che esplicano un lavoro efficace di tutti i giorni , anche nella scorsa settimana , diedero prova tangibile della loro attività . Poiché alcuni ... sconosciuti pussisti , si erano presa la briga di insozzare con la stereotipata frase del “ Chi paga ? ” i manifesti che il Comitato Centrale dei Fasci aveva fatto affiggere per la città , una squadra di fascisti , sorpresili in flagrante , somministrò loro una tale dose di pugni e ceffoni , da costringerli a fuga ignomignosa . Non solo , ma lasciarono nelle nostre mani , gli eroi nottambuli , a loro completo scorno , ed a nostra gloria , il pennello e la stampiglia in metallo , del “ Chi paga ? ” Aggiungiamo . che ora , non avrebbe più ragione di esistere l ' interrogativo , in quanto possano ritenersi anch ' essi personalmente ... pagati ! !
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Si approfitta dell ' occasione anche per ricordare a personalità influenti del regime la loro appartenenza alle tribù selvagge . Nel mese di giugno del 1924 , all ' inizio di quel temporale che poi si scaricò in grandine il 3 gennaio del 1925 , un gruppo di giovani di buona famiglia e di buoni studi si mise in testa di fondare un giornale che potesse servire da documento della nostra età , dello spirito delle giovani generazioni , quasi lo specchio della vita italiana del tempo di Mussolini . Uno specchio che riflettesse , della vita italiana , non già tutto il moto vario e complesso , ma soltanto il più intimo , il più sincero e il più originale . L ' ambizione era molta , ma il successo fu pari alla serietà dei propositi . Il giornale , concepito in provincia da alcuni onesti giovani provinciali , uscì a Colle Val d ' Elsa , a poche miglia da Siena , e cioè nella più centrale delle provincie italiane , quasi diremmo nell ' Arciprovincia ; ed ebbe per titolo « Il Selvaggio » , per motto , quello di Leonardo : « salvatico è chi si salva » . Tale fu l ' accoglienza che gli fecero i giovani di tutta Italia che in breve la tiratura del giornale salì al alcune migliaia di copie e l ' appellativo « selvaggio » divenne sinonimo di fedelissimo di Mussolini , cioè di intransigente , poiché l ' intransigenza fascista non è che l ' assoluta fedeltà a Mussolini . In tutta la Toscana , in Romagna , in Lombardia , in Emilia , in Umbria , nel Lazio , nell ' Irpinia , in Sicilia , i così detti selvaggi si raggrupparono nelle così dette tribù e raccolsero i migliori tra la gioventù universitaria e squadrista di tutte le regioni d ' Italia . I giornali dell ' opposizione aventiniana ebbero l ' aria di scandalizzarsi , e fecero piovere sui selvaggi tutte le contumelie in uso in quel tempo . Ma Colle Val d ' Elsa , fra una burrasca e l ' altra , divenne la capitale di Strapaese , la mecca della fedeltà mussoliniana . I selvaggi della Val d ' Elsa non erano , come li dipingevano gli antifascisti , dei bastonatori rozzi in maniche di camicia , ma dei giovani di buoni studi , che avevano le lettere e le arti in grande onore , e dei quali alcuni si son poi fatti un nome nella letteratura e nella pittura di questa Italia . Tuttavia i selvaggi non perdevano d ' occhio la politica . La famosa adunata del Monte Amiata , dove il Duce pronunziò il fortissimo discorso dello « strame » , che suonò come il segnale di riscossa contro la secessione anticostituzionale dell ' Aventino , fu organizzata dai selvaggi . In quell ' occasione apparve nei giornali una fotografia di Mussolini , circondato da un folte gruppo di squadristi , che tenevano aperto in mostra un numero del « Selvaggio » . Quella fotografia , presa durante l ' adunata del Monte Amiata , è il più nobile documento dell ' onesta e fiera storia dei selvaggi , i quali contavano nelle loro file i più bei nomi della nobiltà rivoluzionaria del fascismo , da Italo Balbo a Giuriati , da De Vecchi e da De Bono ad Arpinati , da Giunta e da Scorza a Ricci , da Soffici a Oppo , dal Bove di Colle al Mordini di Barga , da Tramontano di Siena a Gaggioli di Ferrara . Nomi famosi e oscuri , di capi e di gregari , di squadristi e di artisti , ma tutti nomi di fedeli e di galantuomini , la cui fierezza e la cui onestà non erano e non sono che un riverbero dell ' umanità e della generosità di Mussolini . Alla fine del 1925 , tornato il sereno , le tribù si sciolsero e i selvaggi andarono in congedo . Molti , ormai , hanno preso moglie , qualcuno è diventato Podestà o Ministro . Ma in tutti è rimasto l ' amore per il « Selvaggio » , per il modesto e glorioso giornale di Colle Val d ' Elsa , che ha seguitato imperterrito a uscire di quando in quando , accolto sempre con affetto dagli antichi e dai nuovi amici delle più provinciali provincie d ' Italia . All ' inizio del 1929 , per uno dei soliti fenomeni d ' emigrazione interna , i fondatori del « Selvaggio » abbandonarono Colle Val d ' Elsa e si stabilirono a Torino . Così Strapaese venne a star di casa a Stracittà . Molti si meravigliarono della cosa , e alcuni profeti male informati ebbero a dichiarare che i selvaggi , a Torino , si sarebbero trovati come i pesci fuor d ' acqua . L ' esperienza ha dato torto ai profeti . Infatti , all ' ombra della Mole Antonelliana , i selvaggi si sentono ormai come a casa propria . Tanto è vero , che anche il loro giornale lascia Colle Val d ' Elsa e viene a metter famiglia a Torino . Guarda un po ' che cosa ci fa fare l ' amore per Mussolini !
PER UN'ANTOLOGIA ( GARGÀNO GIUSEPPE_SAVERIO , 1899 )
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Ed ecco finalmente un poeta che agita nella sua mente i problemi più importanti del suo tempo , anzi il più grande di tutti , e coopera magnificamente alla sua risoluzione . Così al coro di ammirazione che suscitano in ogni parte d ' Italia le strofe di G . Pascoli bisogna che si unisca quello della gratitudine per l ' opera buona che egli ha compiuto . E la bontà non val certamente meno dell ' impegno : io oserei dire che vale anche di più . Dal risolvere con amore il problema dell ' educazione dipenderà senza dubbio gran parte della nostra felicità avvenire , tutta quasi vorrei dire , e tutta la nostra floridezza e tutta quella gloria , alla quale oscuramente aspiriamo in nome di una grande tradizione . Sì , è necessario che la « novella generazione italica » sia migliore di noi ; è necessario che essa abbia più fede di noi , è necessario da lei attendere « piuttosto che l ' incremento , la risurrezione della nostra idealità » . E l ' uomo che ha rivolto il suo cuore a questa nobile meta è degno davvero di essere ascoltato con animo commosso dai giovani , è degno che a lui guardino con occhi di riconoscenza tutti coloro ( ed ancora sono pochi in Italia ) che nelle questioni dell ' educazione sentono palpitare tutto il loro cuore . È un fatto che a questo fine altissimo di risorgimento morale i compilatori di libri per i ragazzi pensano poco , e non vi pensano affatto , salvo qualche nobile eccezione , i compilatori delle Antologie italiane , di quei libri cioè che restano profondamente impressi nell ' animo nostro , come tutto ciò che appartiene alla nostra prima esistenza . Pare che coloro i quali si accingono a questo lavoro ignorino completamente quale importanza abbiano i primi semi che si gettano nelle anime ancora schiuse , schiuse e forse allora solamente , alla contemplazione ed all ' ammirazione sincera . E quest ' ammirazione sincera non può nascere se non dall ' affinità che ha il mondo interiore del fanciullo con quello che l ' arte ha rappresentato ; e non è vero che a quella prima età ci si interessi più alla rappresentazione degli affetti e dei sentimenti di una civiltà complessa e raffinata come è la nostra , anzi che a quella più primitiva e più infantile di un passato lontano . Coloro che credettero una volta di dover sbandire dalla prima scuola tutto ciò che era l ' eco di una società defunta non osservarono se non certi legami apparenti , ma parvero non vedere alcuni vincoli più saldi che legano l ' animo nostro e che si stendono lontani e tenaci nelle misteriose oscurità del tempo . E se l ' uomo avveduto , se l ' uomo sapiente , cioè il poeta ( poiché è appunto un poeta che si è assunto il compito di guidare nella vita e nell ' arte quelli che saranno uomini quando egli sarà pressoché al termine del suo viaggio ) ha trovato il modo di far palpitare , ricordando le più ideali espressioni di una vita più semplice e più schietta della nostra , l ' anima giovanile , egli ha forse tanto meritato della sua fatica , quanto con l ' arte sua stessa . Così una gran parte del volume mette il fanciullo nel bel mezzo del mondo eroico ... Ma ascoltiamo il Mentore : « Oh ! il mio fanciullo quanto è lontano ! È sulle rive dell ' Ellesponto , è nel campo degli Achei , è nel mondo di Omero . Eppure più s ' allontana da ciò che gli è intorno , più s ' avvicina a ciò che egli è dentro . È uscito dal suo ambiente , e ha trovato la sua anima . Quegli eroi antichi di tre millenni sono più somiglianti al suo essere intimo , che non i personaggi de ' racconti d ' oggidì , specialmente de ' racconti per bambini . Oh ! il gran libro per i bambini che è l ' Iliade ! Il mio fanciullo ne è preso : egli vede se stesso in Achille , che è pur così grande e che , quando , nell ' impeto del dolore , si rotola per terra , copre tanto spazio . Fanciullo mio , non è vero che t ' assomiglia ? Tu non ti vendichi , è vero , così terribilmente ; anzi , perché ascolti alcuni divini precetti , non ti vendichi affatto . Ma quando sei adirato , che cosa non ti proponi di fare ! E anche tu , quando non ti puoi sfogare , piangi ; e piangi in disparte anche tu . E dici : mamma ! mamma ! anche se ella è lontana , anche se ella è lontanissima , morta ; e la chiami per ogni tuo cruccio e per ogni tuo dolore con un gran ripetìo , con un singultìo continuato , torcendoti le mani dalla disperazione . Oppure le mani le tendi ; le tendi , se non al mare , al cielo infinito . E viene allora ? Ti dice ella , Mia creatura , che piangi ? e qual passione t ' accora ? Dimmelo , non lo nascondere : in due lo vogliamo sapere ! ti dice ella così ? Presso a poco , ella ti dice così e ti stringe la tuta fra le sue due mani . E non sei tu che fai le bizze ora ? Ti sei impuntato a castigare i compagni privandoli della tua compagnia ne ' loro giochi ; e castighi te stesso . Ti rodi di non essere con loro e non vuoi volere . Eccolo il giovinetto imbronciato , che sta in un cantuccio : né all ' adunata egli più si recava , ch ' esalta i guerrieri , né alla guerra egli più : ma bensì macerava il suo cuore standosi lì , e anelava tra sé l ' ululato di guerra . Non la guerra , non l ' ululato di guerra , veramente ; ma giù di lì : può anzi essere a dirittura la guerra con eroi dall ' elmo di cartone e dalla spada di legno , ma può anche essere caponiscondere e mosca cieca . Ma facendo questa riduzione , non più dal grande al piccolo , ma , per così dire , dal selvatico al domestico , sii Achille , o giovinetto buono , sii Achille , quando si tratta del tuo dovere ! E fissati ora nell ' anima e presentati poi nel pensiero , ogni volta che il dovere da adempiere sia con dolore e con pericolo , presentati nel pensiero il fulvo eroe sul carro da guerra : e il cavallo gli parla con la testa china e con la criniera spiovente e tersa e gli dice : Andremo e morrai ! ed esso risponde : E morrò : Disse e d ' un urlo tra i primi egli spinse al galoppo i cavalli . Prepara il cuore alle traversie : verranno . Ricordati che si può e si deve essere eroi anche senza lanciarsi , l ' un contro l ' altro , le lancie guarnite di bronzo . Ricordati che il sommo dell ' eroismo non è nel riluttare , ma nel rassegnarsi ( Achille si rassegna alla morte ) , nel soffrire anche più che nel fare » ( G . PASCOLI , Nota per gli alunni , in Sul limitare , cit . , pp . XI - XII ) . Ed a traverso il mondo eroico il fanciullo è trasportato in mezzo al mondo romano , e ne apprende qualche gloria fulgida dalla parola colorita di Livio , qualche ignominia dagli accenti rotti e fieri di Tacito , finché giunge all ' età media , a quel tempo in cui gli uomini parvero ritornati « a quella selvatica e semplice infanzia in che erano al tempo di Achille e del suo poeta » (Ibid., p . XIII ) . Ed anche qui altri eroi , altri racconti meravigliosi ; ed egli accoglie pensoso nell ' anima i fatti di cui si gloriano le nuove nazioni nate dal disfacimento del più grande impero del mondo , e si domanda forse perché anche l ' Italia non ha nella sua parte l ' eco di quella società nuova che si veniva formando lentamente dal dissolvimento di un ' antica . Chi sa ? Forse per noi la fine dell ' Impero « non fu un tramonto o fu un tramonto polare , cui non seguì la notte , ma l ' alba , quasi senza intervallo . Non ci fu penombra e il nostro popolo non ebbe tempo di sognare » (Ibid., p . XIV ) . E questa ragione merita un attento esame . E poi agli occhi del piccolo lettore s ' apre il mondo delle meraviglie , è Ulisse , sono semplici racconti e leggende popolari , è qualche favola , qualche parabola , qualche allegoria ; racconto e ragionamento nel tempo stesso , per adombrare qualche altra verità , alle volte con voce divina . E finalmente si trova in un tribunale nell ' Elica , ed ivi apprende come si debba piuttosto morire che mancare al suo dovere . « Le parole di Socrate nel vestibolo e sul limitare della morte sono tali che nessuno venuto al mondo deve uscirne senza averle imparate » (Ibid., p . XVIII ) . E da ultimo quando il giovinetto è passato attraverso ad un ' altra parte del libro di pensieri e di affetti è maturo per imparare a conoscere i due più grandi spiriti di nostra gente : Virgilio e Dante . Con tali intendimenti è fatto questo magnifico libro , che io chiamerei volentieri un ' opera di fede ; libro fatto non per insegnare come s ' abbiano a dire le cose ( questa preoccupazione è stata sempre , io credo , una delle principali ragioni della nostra debolezza morale ) ma le cose che si possono poi dire agli altri ed anche non dire : libro che ha la divina virtù di svegliare in noi , anche diventati grandi , il fanciullo che in noi dorme ; quel fanciullo che sa qualche volta additarci con la sua voce semplice e buona e istintivamente una mèta nobile ed alta ed a volte anche gloriosa . E lode sia a G . Pascoli di questo suo grande benefizio ; sia lode a lui che tante volte ascolta con orecchio attento e ripete con voce commossa la voce del fanciullo che così spesso in lui si risveglia .
MANIFESTO DELL'ARDITO-FUTURISTA ( CARLI MARIO , 1919 )
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L ' Ardito - Futurista si proietta nell ' avvenire come un acrobatico razzo illuminante , lasciandosi indietro , negli organizzati bivacchi , le moltitudini pesanti che solcheranno fatalmente la sua traccia di luce . Vertebra della vita italiana , esso è destinato a colorare della sua audacia rossissima gli eventi e le volontà che foggeranno il futuro d ' Italia . Il prototipo dell ' Ardito - Futurista ha press ' a poco questi Caratteri fisici : 1 . Vivace testa geniale con folti capelli scomposti . 2 . Occhi ardenti fieri ed ingenui , che non ignorano l ' ironia . 3 . Bocca sensuale ed energica , pronta a baciare con furore , a cantare con dolcezza e a comandare imperiosamente . 4 . Elasticità di muscoli asciutti , irradiati di fasci di nervi ultrasensibili . 5 . Cuore di dinamo , polmoni pneumatici , fegato di leopardo . 6 . Gambe di scoiattolo , per arrampicarsi a tutte le cime e per scavalcare tutti gli abissi . 7 . Eleganza sobria virile sportiva , che permette di correre , di lottare , di svincolarsi , di danzare , di arringare una folla . Composizione spirituale : 1 . Capacità sconfinata di amore e di odio , non repressa da imbecilli riserve filosofiche . 2 . Adorazione sana e gioconda della vita , manifestata dalla tendenza a goderla con avidità e ad offrirla tutta in un attimo con generosità . 3 . Coraggio illimitato , che non conosce l ' impossibile e non indietreggia davanti a nessun ostacolo , a nessun pudore , a nessuna impotenza tradizionale . 4 . Intelligenza intuitiva e liricamente pratica , che rifiuta il sofisma , sdegna la logica pedantesca , e odia l ' erudizione . 5 . Personalità inedita e sincera , per la quale non esiste nulla di convenzionale , di stereotipo e di snobistico . 6 . Tendenza a prodigarsi nel più difficile e nel più rischioso , con fantasia e bontà . L ' Ardito - Futurista sarà l ' elemento irresistibilmente vivificatore e propulsore di ogni consorzio della vita nazionale . Ecco il suo Programma energetico : 1 . Esercitare quotidianamente il proprio corpo in tutte le forme di sport , soprattutto nel pugilato , nella scherma di pugnale , nel nuoto , nella corsa e nell ' aviazione . 2 . Intervenire ogni giorno , in ogni occasione e per qualunque pretesto , nella vita collettiva , portando nelle manifestazioni e nelle decisioni delle masse il calore della sua giovinezza temeraria che non conosce prudenza e non s ' inchina davanti a nessuna Autorità che non sia la grande Italia di domani . 3 . Smontare , ripulire , lubrificare e modernizzare tutti i congegni della complessa macchina politica - burocratica - giuridica italiana , oppure trovandoli fuori uso , gettarli nel crogiuolo di una rivoluzione , fondendo e costruendo un nuovo arnese più adatto al suo tempo . 4 . Combattere senza quartiere e senza mezzi termini le camorre organizzate , tutti i negatori della patria , tutti i detrattori della santa guerra rivoluzionaria . 5 . Perseguitare spietatamente i neutrali , i vigliacchi e gli imboscati di tutte le lotte , cruente e non cruente . 6 . Snidare e ripartire le ricchezze di fonte equivoca , e quelle accumulate a spese dei combattenti durante la guerra . 7 . Appoggiare le agitazioni dei lavoratori , tendenti alla loro elevazione morale e materiale ; ma impedire che facciano il gioco di un qualsiasi Partito politico . 8 . Opporsi a tutte le dittature , a tutte le egemonie ( da quella delle Casseforti a quella delle Mani Callose ) , e non ammettere per l ' Italia altra democrazia che quella dell ' ingegno e della volontà costruttiva ...