StampaPeriodica ,
Il
quadro
economico
è
cambiato
radicalmente
rispetto
al
10
settembre
.
Abbiamo
preparato
una
Legge
finanziaria
straordinaria
perché
è
straordinario
il
momento
.
Abbiamo
stanziato
alcune
migliaia
di
miliardi
per
potenziare
la
sicurezza
interna
e
i
servizi
di
intelligence
.
Eppure
,
siamo
riusciti
a
tener
fede
agli
impegni
di
migliorare
la
qualità
della
vita
dei
pensionati
e
delle
famiglie
»
.
Alla
vigilia
della
presentazione
della
prima
Finanziaria
del
governo
Berlusconi
,
Gianfranco
Fini
non
crede
che
la
recessione
economica
possa
compromettere
a
lungo
l
'
economia
italiana
.
«
Per
tranquillizzare
i
mercati
,
è
indispensabile
che
tutti
i
focolai
di
terrorismo
vengano
individuati
e
sradicati
.
Tutti
sanno
che
i
prossimi
mesi
non
saranno
agevoli
.
Ma
è
ragionevole
pensare
che
dalla
primavera
del
2002
possa
ripartire
la
ripresa
economica
internazionale
.
L
'
Italia
sarà
certamente
in
grado
di
cogliere
questa
occasione
»
.
Quanti
provvedimenti
economici
avete
dovuto
rinviare
dopo
gli
attentati
di
New
York
?
Ragioniamo
con
la
logica
di
un
governo
che
ha
cinque
anni
davanti
a
sé
e
che
si
è
trovato
con
un
deficit
imprevisto
grazie
anche
alla
politica
del
centrosinistra
.
Abbiamo
dovuto
graduare
nel
tempo
alcuni
interventi
anche
se
nel
pacchetto
dei
100
giorni
abbiamo
potuto
adottare
misure
come
la
Tremonti
bis
e
la
legge
obiettivo
per
le
opere
pubbliche
finalizzate
ad
aiutare
l
'
economia
e
a
far
ripartire
la
produzione
»
.
Quanto
dovremo
aspettare
per
gli
sgravi
fiscali
che
avete
promesso
in
campagna
elettorale
?
Tutta
la
riforma
del
sistema
fiscale
sarà
oggetto
di
delega
a
margine
della
Finanziaria
e
sarà
messa
a
punto
nell
'
arco
del
2002
.
Alla
base
di
tutto
questo
ci
sono
gli
attentati
di
New
York
.
Il
presidente
egiziano
ha
confermato
l
'
intenzione
dei
terroristi
di
colpire
il
vertice
di
Genova
.
Avevate
avuto
segnalazioni
precise
?
Mubarak
ha
confermato
che
i
servizi
segreti
italiani
avevano
segnalato
,
anche
su
informazioni
di
altri
colleghi
,
che
gli
estremisti
islamici
avrebbero
cercato
di
colpire
Bush
in
aria
.
Il
governo
decise
di
chiudere
lo
spazio
aereo
di
Genova
tirandosi
addosso
una
nuvola
di
polemiche
.
Alla
luce
di
quanto
è
successo
l'11
settembre
quelle
polemiche
si
dimostrano
tragicamente
infondate
e
chi
ci
accusò
di
voler
limitare
la
libertà
di
movimento
dei
cittadini
dovrebbe
riflettere
.
Va
rivisto
anche
il
giudizio
negativo
che
molti
hanno
dato
sull
'
opera
di
prevenzione
dei
nostri
servizi
?
Il
governo
non
lasciò
nulla
al
caso
.
Intervenne
su
indicazioni
precise
e
questo
deve
indurre
tutti
a
essere
meno
superficiali
nella
valutazione
della
supposta
incapacità
dei
nostri
servizi
come
elemento
utile
a
garantire
la
sicurezza
.
Avete
elementi
concreti
per
considerare
l
'
Italia
come
un
obiettivo
dei
terroristi
?
Anche
per
la
sua
posizione
geografica
,
l
'
Italia
è
certamente
uno
degli
obiettivi
di
questa
follia
criminale
.
Ma
la
vigilanza
è
molto
alta
e
l
'
arresto
di
lunedì
scorso
dei
cinque
giovani
afghani
dimostra
che
funziona
.
Però
la
gente
è
inquieta
,
molti
hanno
paura
.
Io
credo
che
abbia
ragione
il
ministro
dell
'
Interno
quando
definisce
del
tutto
fuori
luogo
un
allarmismo
generico
e
immotivato
.
Per
questo
mi
auguro
maggiore
consapevolezza
da
parte
di
chi
ha
il
compito
delicatissimo
di
informare
l
'
opinione
pubblica
.
Si
riferisce
alle
notizie
sull
'
eventuale
uso
da
parte
degli
americani
della
bomba
atomica
?
Appunto
.
Non
c
'
è
alcuna
ipotesi
realistica
in
proposito
.
Qualcuno
dice
che
gli
Stati
Uniti
non
ci
tengono
in
gran
conto
.
Non
è
vero
.
I
rapporti
personali
tra
Bush
e
Berlusconi
sono
un
ulteriore
elemento
di
garanzia
circa
la
lealtà
dell
'
Italia
e
la
sua
capacità
a
tener
fede
agli
impegni
.
Senza
le
doppiezze
e
i
bizantinismi
che
purtroppo
hanno
caratterizzato
la
politica
italiana
in
passato
,
determinando
un
giudizio
complessivo
di
scarsa
serietà
e
affidabilità
.
Debbo
riconoscere
che
,
a
parte
rarissime
eccezioni
,
il
comportamento
responsabile
dell
'
opposizione
concorre
a
garantire
la
piena
tenuta
del
nostro
Paese
.
Il
nostro
sostegno
militare
agli
americani
sarà
virtuale
?
Voglio
dire
:
non
ci
saranno
chiesti
uomini
e
mezzi
?
Noi
faremo
tutto
quello
che
sarà
deciso
in
sede
Nato
.
Se
gli
inglesi
sono
già
operativi
è
perché
il
loro
rapporto
con
gli
Stati
Uniti
è
da
sempre
strettissimo
e
il
loro
potenziale
di
intervento
militare
è
assai
più
elevato
del
nostro
.
Ma
sarebbe
sbagliato
misurare
l
'
affidabilità
dell
'
Italia
sulla
base
del
numero
di
mezzi
che
ci
sarà
richiesto
.
Questo
regolamento
di
conti
con
il
terrorismo
internazionale
non
potrà
limitarsi
solo
ad
aspetti
militari
.
Appunto
.
È
significativo
constatare
che
sulla
legittimità
della
risposta
militare
concordano
tutti
.
Ed
è
estremamente
importante
quel
che
ha
detto
la
gerarchia
cattolica
.
Ma
la
lotta
al
terrorismo
dovrà
servirsi
necessariamente
anche
di
altri
strumenti
come
l
'
individuazione
dei
santuari
finanziari
e
l
'
adozione
di
alcune
misure
di
embargo
.
Anche
qui
l
'
Italia
è
chiamata
a
fare
la
sua
parte
.
StampaPeriodica ,
Vi
è
un
uomo
che
possiede
molte
ricchezze
:
egli
ha
una
cassa
guernita
di
molta
moneta
,
egli
ha
palazzi
e
case
,
ville
e
fattorie
.
Molte
famiglie
campano
su
quello
di
lui
,
sia
lavorando
la
terra
sia
nell
impiego
delle
sue
amministrazioni
di
città
e
di
campagna
.
Dai
suoi
fondi
egli
ricava
in
abbondanza
vino
,
olio
,
lane
,
seta
,
bestiami
e
legname
d
ogni
sorta
.
La
natura
arricchì
i
suoi
terreni
di
marmi
e
di
minerali
,
e
i
porti
vicini
veggono
caricare
sulle
navi
straniere
i
suoi
prodotti
.
Quest
uomo
si
chiama
il
capitale
.
Vi
è
un
altro
uomo
che
ha
nelle
mani
molti
milioni
di
danaro
:
egli
possiede
diverse
banche
in
diverse
città
e
spesso
succede
che
se
lo
Stato
ha
bisogno
di
prestiti
trova
in
questo
millionario
l
aiuto
necessario
del
pronto
contante
:
non
è
solo
lo
Stato
che
a
lui
ricorre
:
perché
molti
negozianti
e
intraprenditori
trovano
per
mezzo
suo
l
aiuto
a
montare
dei
grandi
commerci
e
delle
grosse
fabbriche
.
Voi
vedete
quei
magazzini
forniti
di
grandi
masse
di
mercanzie
,
raccolte
d
ogni
parte
per
il
consumo
dell
interno
e
dell
estero
:
il
denaro
che
comprò
quelle
mercanzie
viene
dalle
mani
del
millionario
.
Voi
entrate
con
meraviglia
dentro
quella
officina
dove
una
macchina
fissa
mette
in
moto
tante
altre
macchine
per
lavorare
,
e
dove
tanti
uomini
sono
occupati
ognuno
al
suo
lavoro
:
il
costo
di
quelle
macchine
sale
a
millioni
:
e
sapete
che
il
millionario
prestò
il
suo
denaro
all
intraprenditore
di
quella
fabbricazione
.
Anche
quest
uomo
è
un
capitale
.
Evvi
un
terzo
uomo
che
possiede
niente
altro
che
un
bellissimo
ingegno
coltivato
fin
da
fanciullo
negli
studi
:
e
con
lui
ve
n
è
un
altro
che
possiede
ancor
meno
:
due
braccia
e
l
esercizio
d
un
mestiere
.
Il
primo
di
questi
due
è
capace
di
guidare
un
impresa
,
di
creare
una
macchina
,
di
dirigere
una
lavorazione
:
il
secondo
lavora
ed
è
esatto
,
diligente
ed
operoso
:
questi
due
uomini
sono
il
lavoro
.
Ponetemi
questi
quattro
uomini
isolati
:
saranno
essi
quattro
forze
senza
moto
,
quattro
vite
senza
destino
.
Il
mio
ricco
da
per
sé
non
potrebbe
giungere
dopo
tanta
fatica
a
coltivare
il
più
piccolo
de
suoi
poderi
:
i
suoi
terreni
ben
presto
s
impaluderebbero
e
sarebbero
coperti
di
bronchi
e
di
spine
:
dei
suoi
palazzi
non
saprebbe
che
farne
e
ben
presto
cadrebbero
in
ruina
per
effetto
dell
abbandono
.
Il
mio
millionario
sarebbe
il
più
povero
uomo
della
terra
:
senza
esser
capace
di
provvedere
con
le
sue
mani
al
più
piccolo
de
suoi
bisogni
,
egli
avrebbe
una
grande
massa
di
argento
e
d
oro
che
gli
varrebbe
quanto
un
monte
di
cenere
.
Gli
avverrebbe
come
all
avaro
della
favola
che
si
vide
imbandire
davanti
(
allora
che
aveva
più
appetito
)
pane
e
cibi
d
oro
,
e
disperato
sarebbe
ben
presto
perito
di
fame
,
se
non
avesse
dismesso
l
antica
avarizia
,
e
si
fosse
persuaso
che
tanto
il
denaro
vale
quanto
si
spende
ad
utile
comune
.
L
uomo
poi
che
ha
un
bell
ingegno
,
ridotto
solo
,
è
un
disperato
che
sogna
di
belle
cose
e
non
ne
può
ridurre
ad
effetto
pur
una
.
Egli
avrebbe
in
mente
di
procurare
lavoro
al
suo
compagno
l
operaio
e
alle
migliaia
di
questi
,
ma
il
denaro
gli
manca
per
apportare
tanto
utile
al
suo
paese
.
L
ingegno
suo
rimane
allora
come
un
diamante
nascoso
nel
fango
e
che
tu
non
puoi
distinguere
dagli
altri
ciottoli
del
terreno
.
L
operaio
ridotto
solo
,
anco
lui
è
un
vagabondo
,
è
un
pezzente
che
si
sente
struggere
di
noia
e
che
vede
morire
di
fame
la
sua
famiglia
:
indarno
offre
e
domanda
lavoro
,
perché
nessuno
ha
bisogno
di
lui
.
Varrà
meglio
per
tutti
che
queste
quattro
forze
la
ricchezza
e
il
denaro
,
l
intelligenza
e
il
lavoro
se
ne
vadano
associati
per
vivere
l
una
per
l
altra
e
l
uno
con
l
altro
.
La
ricchezza
fu
acquistata
per
via
di
risparmi
e
di
lavoro
:
il
capitale
ancora
del
millionario
fu
accumulato
per
via
di
risparmi
e
fu
quell
istinto
di
previdenza
che
distingue
le
creature
ragionevoli
che
spinse
l
uomo
accorto
ed
attivo
a
porre
insieme
il
resultato
de
suoi
guadagni
.
La
terra
è
il
primo
capitale
,
e
l
uomo
la
coltiva
e
da
essa
ricava
tante
ricchezze
che
fanno
la
potenza
degli
Stati
e
la
fortuna
dell
individui
.
Una
generazione
le
raccoglie
per
trasmetterle
all
altra
generazione
:
così
vive
la
società
:
via
via
ogni
età
valendosi
delle
ricchezze
e
dei
risparmi
dell
età
antecedente
.
Guai
a
una
generazione
prodiga
:
ella
non
solo
rovina
se
stessa
,
ma
compromette
ancora
l
avvenire
delle
generazioni
future
come
appunto
succedé
nelle
famiglie
.
Guai
a
una
generazione
oziosa
:
essa
campa
alle
spalle
delle
generazioni
passate
,
e
prende
delle
anticipazioni
sul
lavoro
e
sui
guadagni
delle
generazioni
future
:
come
fa
il
tristo
uomo
che
avendo
una
rendita
o
la
sciupa
o
non
la
fa
progredire
.
La
similitudine
torna
a
capello
,
perché
la
società
è
la
famiglia
universale
.
Il
capitale
dunque
è
un
avanzo
che
si
è
fatto
sui
lavori
antecedenti
per
potere
dar
vita
ai
lavori
futuri
:
e
se
la
terra
è
come
il
fondo
di
tutti
i
capitali
,
perché
da
lei
si
ricava
ogni
materia
del
lavoro
umano
l
istinto
di
previdenza
spinge
gli
uomini
come
diceva
a
creare
oggi
dei
grandi
riserbi
per
i
bisogni
e
per
le
opere
del
domani
.
Un
altra
volta
vedremo
come
il
capitale
non
può
essere
il
lavoro
e
viceversa
.
StampaPeriodica ,
A
tagliare
gli
ormeggi
il
vento
via
ti
soffia
:
Però
non
si
sa
dove
.
Sia
per
dove
sia
!
il
vento
mi
strappi
via
della
disperazione
!
Però
a
scrutarmi
nell
'
oscurità
che
gemere
che
smarrimento
!
Però
a
cercarmi
nella
pietà
stringo
le
mani
in
contorcimento
non
so
che
Iddio
scongiuri
per
esaudimento
nella
improvvisa
ingenuità
.
Non
v
'
era
luce
nell
'
opacità
!
Curvai
le
sbarre
di
questa
prigione
:
verso
la
liberazione
l
'
anima
ruppe
con
voracità
.
Ma
porto
fu
il
nulla
!
Ormai
non
ho
più
nulla
da
via
buttare
son
nudo
fino
all
'
anima
non
son
che
un
'
anima
tutto
son
fatto
di
tristezze
amare
e
di
sgomento
.
Senza
meta
,
e
per
disperazione
reggo
contro
me
in
ribellione
ma
il
nulla
fa
spavento
.
(
Signore
questo
rotto
corpo
,
non
mi
porta
ormai
non
mi
conforta
pei
chiari
occhi
la
sanità
del
mondo
.
Qui
giaccio
qui
lento
mi
disfaccio
gemebondo
.
Oltre
del
corpo
cercai
Signore
,
ansioso
le
tue
porte
:
sprofondo
spento
nel
disfacimento
della
morte
)
.
Con
nocche
di
sangue
in
cima
alla
scalea
scuoto
in
angoscia
le
porte
di
bronzo
:
sono
un
perduto
nell
'
eternità
.
Mi
abbranco
naufrago
alla
disperazione
;
tutto
son
teso
nell
'
invocazione
;
-
di
qui
qui
qui
all
'
eternità
!
-
Così
lento
andando
la
tristezza
m
'
è
così
deserta
!
Oh
come
pesa
,
oh
come
chiude
questo
mantello
nero
!
Giù
tra
gli
scogli
il
mare
appena
fiata
,
fa
gluglù
è
una
bestia
che
dorme
.
Finché
dal
profondo
nero
orizzonte
qua
e
là
veggo
le
quiete
stelle
,
così
lontane
e
fuor
di
cruccio
!
Proprio
;
è
un
altro
mondo
!
che
subito
mi
fermo
e
d
'
ogni
pena
mi
stabarro
smemorato
.
A
guardarlo
questo
vago
latte
delle
nebulose
che
dolcezza
!
Così
vago
che
ti
stempra
,
così
lieve
che
non
hai
più
corpo
.
Qui
,
a
guardare
,
null
'
altro
è
più
che
il
pacifico
stupore
.
Perché
,
che
cosa
dire
?
Sono
segni
senza
paragone
;
sono
al
cuore
segni
d
'
un
profondo
senza
nome
.
Non
c
'
è
che
sprofondare
.
StampaPeriodica ,
Se
Vittorio
De
Sica
si
fosse
limitato
a
darci
,
con
questi
giullari
del
tempo
nostro
,
il
senso
poetico
della
povertà
,
l
'
intima
gioia
che
è
nel
povero
,
la
sua
superiorità
davanti
al
ricco
,
e
invece
di
mostrarcelo
così
incerto
e
sottomesso
ce
lo
avesse
mostrato
sicuro
e
fiero
di
sé
,
fiero
di
quella
libertà
di
spirito
che
forma
la
sua
conquista
e
che
per
la
sua
stessa
condizione
al
ricco
viene
negata
,
e
fiero
di
quella
fantasia
che
lo
porterà
a
cavalcioni
di
un
manico
di
granata
a
volare
in
cielo
,
Miracolo
a
Milano
sarebbe
senz
'
altro
un
capolavoro
,
un
messaggio
,
assolverebbe
senza
volerlo
un
compito
sociale
.
Dove
trapela
,
attraverso
la
caricatura
,
un
presupposto
sociale
,
il
film
perde
quota
,
immiserisce
,
perché
tace
la
poesia
.
E
proprio
lo
spirito
borghese
ad
inquinarlo
.
La
caricatura
è
bella
quando
è
fine
a
se
stessa
come
nella
scena
dei
dottori
che
contano
le
pulsazioni
al
letto
della
moribonda
.
Il
film
si
muove
con
un
primo
bamboleggiamento
di
sapore
deamicisiano
finché
Totò
,
questo
«
clown
»
della
bontà
e
volontario
della
miseria
,
non
uscirà
dall
'
orfanotrofio
per
entrare
nel
consorzio
umano
dove
riunirà
i
mendicanti
coi
quali
costruirà
una
città
fatta
di
assi
tarlate
,
rami
d
'
albero
e
latte
mangiate
dalla
ruggine
,
e
per
la
quale
riuscirà
a
scovare
anche
una
statua
da
porsi
sulla
piazza
centrale
;
colonia
felice
che
con
scoppi
di
gioia
verrà
inaugurata
e
percorsa
da
un
capo
all
'
altro
,
e
non
appena
un
temporale
l
'
avrà
sconvolta
tutti
si
daranno
senza
indugio
a
ricostruirla
:
qui
è
la
forza
.
Per
tutto
il
primo
tempo
le
scene
incalzano
una
più
bella
dell
'
altra
.
Nella
seconda
parte
,
allorché
prende
il
sopravvento
l
'
elemento
surrealistico
,
e
questo
film
con
grande
soddisfazione
surrealista
possiamo
classificare
,
via
via
decade
.
Sui
prodigi
della
colomba
si
insiste
troppo
e
al
finale
soltanto
Totò
con
Edvige
fra
lo
stupore
di
tutti
dovrebbero
volare
in
cielo
,
essi
che
hanno
avuto
fede
nella
bontà
.
La
regia
di
Vittorio
De
Síca
è
di
prim
'
ordine
e
dal
punto
di
vista
strettamente
cinematografico
,
per
due
buoni
terzi
il
film
riesce
a
mantenere
un
ritmo
degno
di
incondizionata
ammirazione
.
Secondo
me
manca
quel
raggio
che
alla
fine
ce
lo
faccia
vedere
nella
sua
interezza
,
uscendo
lo
si
pensa
ancora
nei
particolari
di
cui
è
straricco
.
Le
masse
sono
manovrate
magistralmente
,
il
regista
è
nella
sua
piena
maturità
.
Anche
dell
'
efficacia
e
spontaneità
degli
attori
dobbiamo
rendere
a
lui
il
principale
merito
,
e
aggiungeremo
a
questo
proposito
:
quando
si
prendono
attori
occasionali
sarebbe
meglio
lo
fossero
tutti
,
dal
primo
all
'
ultimo
,
quei
rari
di
professione
che
vi
si
mescolano
sono
proprio
quelli
che
fanno
brutta
figura
.
StampaPeriodica ,
PECHINO
-
Il
presente
dizionarietto
intende
offrire
al
lettore
alcune
informazioni
su
Pechino
,
dove
ho
vissuto
una
settimana
in
piena
libertà
di
movimento
mentre
si
svolgeva
il
nono
congresso
del
Partito
Comunista
Cinese
.
Gli
strumenti
di
conoscenza
a
disposizione
di
uno
straniero
in
Cina
sono
l
'
ideologia
marxista
-
leninista
del
presidente
Mao
Tse
Tung
,
i
propri
occhi
e
la
propria
ragione
.
Pure
tenendo
molto
conto
del
primo
ho
scelto
tuttavia
gli
altri
due
.
Le
voci
si
riferiscono
esclusivamente
a
Pechino
ma
in
molti
casi
,
non
specifici
,
si
possono
riferire
all
'
intero
paese
.
Atmosfera
Quell
'
aria
che
corre
intorno
e
dentro
a
luogo
,
persona
o
società
e
ne
rivela
il
sentimento
.
Pechino
in
tempi
normali
è
uniformemente
grigio
cinese
,
di
un
polline
color
cenere
che
forma
e
formula
la
realtà
,
l
'
essenza
e
la
sublime
sua
eleganza
.
All
'
interno
del
colore
cenere
sono
sospesi
pochissimi
colori
tenui
,
il
verdino
di
foglie
molto
piccole
e
piumose
che
fuma
da
certi
alberelli
grigi
allineati
,
il
giallo
arancio
cenere
del
sole
,
il
giallo
cenere
della
polvere
che
il
vento
un
po
'
sonoro
trasporta
dai
deserti
del
Gobi
.
Solitario
colore
intenso
e
gloriosamente
artificiale
è
il
rosso
lacca
a
cui
si
possono
paragonare
soltanto
certi
smalti
per
unghie
lunghe
e
puntute
.
In
questi
giorni
di
nono
congresso
del
Partito
Comunista
Cinese
totalitarie
superfici
di
rosso
astratto
coprono
vasti
e
fragili
vuoti
color
cenere
creando
nello
spazio
geometrie
ed
equilibri
che
la
nostra
società
e
la
nostra
cultura
hanno
abbandonato
e
dimenticato
da
molti
secoli
.
All
'
interno
delle
immobili
aree
e
prospettive
rosso
e
cenere
si
muovono
le
bandiere
rosse
e
le
mani
che
producono
decorazioni
fatte
con
carte
colorate
da
applicare
su
vetri
di
finestre
,
su
camion
,
su
filobus
,
su
biciclette
;
si
formano
lentamente
enormi
ideogrammi
dipinti
a
mano
con
smalto
rosso
su
superfici
gialle
di
carta
,
incollate
una
accanto
all
'
altra
su
muri
grigi
lunghissimi
,
si
formano
ancora
altri
spazi
rossi
e
cenere
e
su
questi
spazi
,
massimi
e
minimi
,
si
applica
il
numero
infinito
dei
ritratti
di
Mao
Tse
Tung
e
la
grafia
del
suo
pensiero
.
Il
risultato
è
una
città
intera
ricreata
,
rifatta
artificialmente
,
una
espressione
collettiva
di
artigianato
popolare
cioè
,
la
più
autentica
e
totale
opera
di
pop
art
finora
apparsa
.
È
parte
dell
'
opera
il
popolo
di
Pechino
e
i
suoi
movimenti
e
sorrisi
estatici
erranti
nelle
strade
,
alcune
guance
da
bambola
di
pezza
su
cui
si
posano
i
rossi
della
grande
scena
.
L
'
opera
ideologico
-
pop
durerà
quanto
il
congresso
,
poi
si
dissolverà
e
resterà
nella
fantasia
,
nell
'
aria
.
Abitanti
Ho
già
espresso
in
altre
occasioni
la
mia
ammirazione
umana
ma
anche
estetica
(
se
mi
si
lascia
usare
questo
termine
in
tempi
duri
di
stupida
e
prepotente
obbedienza
nomenclatoria
)
per
il
popolo
cinese
,
in
questi
giorni
ne
ho
avuto
conferma
e
sono
costretto
a
ripetermi
.
Il
popolo
cinese
emana
il
grande
fascino
di
chi
è
senza
peccato
,
cioè
di
chi
è
senza
volgarità
.
Ognuno
cerchi
dove
e
come
crede
le
ragioni
dell
'
assenza
di
volgarità
.
Chi
nella
rarefazione
e
nell
'
antichità
della
cultura
cinese
,
chi
nell
'
ideologia
di
Mao
Tse
Tung
,
chi
nei
casi
della
natura
.
Personalmente
"
non
approfondisco
"
perché
non
mi
va
di
"
approfondire
"
né
di
"
politicizzare
"
ciò
che
salta
semplicemente
all
'
occhio
.
Cioè
che
la
grande
leggerezza
interiore
,
il
peso
specifico
spirituale
e
umano
,
chiuso
dentro
vestiti
poveri
e
rattoppati
,
in
scarpette
di
pezza
e
di
velluto
nero
,
è
di
tutti
,
di
tutto
il
popolo
cinese
:
privilegio
collettivo
così
alto
che
fa
sentire
gli
occidentali
,
ad
eccezione
dei
contadini
,
dei
poveri
e
di
qualche
rarità
,
pesanti
,
meschini
,
e
"
culoni
"
.
Dispiace
dirlo
.
Spesso
,
in
fotografie
o
immagini
televisive
che
li
mostrano
presi
dal
comportamento
politico
i
cinesi
possono
apparire
violenti
fanatici
e
anche
brutti
.
Bisogna
diffidare
di
queste
immagini
perché
la
macchina
fotografica
e
la
cinepresa
(
nella
loro
fretta
e
obbedienza
industriali
)
sono
poco
adatte
a
carpire
il
fascino
del
popolo
cinese
che
esige
un
rapporto
ottico
diretto
,
senza
mediazioni
meccaniche
(
non
umane
cioè
)
che
dia
modo
e
tempo
di
scoprire
i
dettagli
.
Si
vedrà
che
in
pieno
comportamento
politico
(
che
,
se
isolato
dai
"
tempi
"
irreali
delle
cineprese
può
apparire
violento
,
fanatico
,
brutto
,
così
come
lo
vuol
far
apparire
l
'
occhio
di
chi
lo
riprende
)
molto
spesso
qualcuno
del
piccolo
o
grande
gruppo
si
mette
a
ridere
,
provocando
allegria
generale
;
come
se
un
rapidissimo
,
infantile
e
un
po
'
pazzo
estro
comico
li
avesse
presi
tutti
.
Basta
questo
per
correggere
la
sensazione
precedente
.
I
cinesi
sono
più
bizzarri
di
quanto
si
pensa
,
proprio
per
quella
leggerezza
interna
che
crea
disponibilità
e
immaginazione
anche
intorno
alle
cose
più
schematiche
e
prevedibili
.
Dunque
diffidare
dalle
riproduzioni
meccaniche
,
che
sono
i
nostri
testi
sacri
:
il
popolo
cinese
è
così
umano
naturale
e
non
alienato
(
dalla
macchina
,
voglio
dire
)
che
la
fotografia
,
cioè
amputazione
della
realtà
,
che
si
presta
molto
bene
a
nature
o
società
stereotipe
,
raramente
può
essere
considerata
documento
.
Un
tratto
comune
agli
abitanti
di
Pechino
in
questi
giorni
è
l
'
allegria
,
o
per
meglio
dire
una
certa
giocosità
festosa
che
si
nota
anche
nelle
"
sagre
"
delle
nostre
campagne
.
Pechino
è
affollatissima
a
tutte
le
ore
del
giorno
,
cioè
dall
'
alba
al
tramonto
,
come
fosse
domenica
.
Nei
parchi
pubblici
ho
visto
molti
capannelli
formati
da
giocatori
di
carte
,
carte
da
poker
.
Altri
capannelli
si
formano
intorno
ai
ginnasti
improvvisati
o
a
qualche
novantenne
campione
di
ginnastica
tradizionale
che
può
stare
in
flessione
su
un
piede
per
mezz
'
ora
.
Vorrei
insistere
sull
'
elemento
gioco
,
mai
disgiunto
dall
'
eleganza
.
Dobbiamo
sempre
imparare
,
abbiamo
molto
da
imparare
.
Tecnica
e
tecnologia
dovrebbero
,
a
un
certo
momento
,
passare
in
secondo
piano
rispetto
alle
non
-
tecniche
della
vita
e
cioè
alla
"
forma
"
di
vivere
.
Artigianato
Se
l
'
arte
è
inutile
,
nella
Cina
attuale
(
come
nella
Cina
del
passato
)
non
c
'
è
e
non
c
'
è
mai
stata
arte
,
ma
soltanto
artigianato
.
Tuttavia
la
perfezione
a
cui
giunge
il
senso
artigianale
dei
cinesi
è
quasi
inutile
,
dunque
quasi
arte
.
Ho
modo
,
in
questi
giorni
,
di
rendermi
conto
personalmente
di
come
lavora
un
artigiano
cinese
,
anzi
di
come
lavorano
centinaia
di
piccoli
artigiani
cinesi
.
I
pannelli
di
compensato
su
cui
viene
applicata
l
'
imitazione
(
perfetta
)
della
scrittura
di
Mao
sono
prodotti
perfetti
.
Molto
spesso
si
vedono
pannelli
o
scritte
che
riproducono
lo
stesso
slogan
,
lo
stesso
pensiero
di
Mao
,
uno
accanto
all
'
altro
.
La
differenza
c
'
è
:
sta
nella
qualità
,
nell
'
estro
,
nella
fantasia
della
scrittura
.
È
una
gara
(
estetica
,
assolutamente
estetica
)
nel
produrre
ed
esibire
,
dovunque
si
può
,
dai
muri
agli
alberelli
,
un
oggetto
,
il
cui
contenuto
è
sempre
lo
stesso
(
auguri
al
nono
congresso
,
un
pensiero
di
Mao
)
ma
la
cui
forma
cambia
sempre
.
Le
tabelle
alle
fermate
dei
filobus
sono
coperte
da
fogli
di
carta
dove
un
ignoto
calligrafo
dà
prova
della
sua
bravura
.
Così
sui
vetri
dei
taxi
,
o
sulle
pompe
di
benzina
;
o
sulle
pance
dei
cavalli
,
se
non
si
trova
altro
spazio
.
Ho
visto
pittori
con
la
loro
tavolozza
,
issati
su
una
scala
di
fronte
a
un
pannello
alto
circa
quattro
metri
.
Copiano
la
riproduzione
di
un
ritratto
di
Mao
giovane
,
sullo
sfondo
di
un
paesaggio
montagnoso
di
Cina
.
È
un
ritratto
famoso
che
è
servito
a
questo
slogan
:
«
Un
esempio
della
grande
rivoluzione
culturale
nella
pittura
ad
olio
...
»
.
Copiano
con
la
precisione
e
la
minuzia
dei
copisti
di
Palazzo
Pitti
:
ma
non
copiano
un
capolavoro
unico
,
bensì
una
riproduzione
in
serie
già
stampata
a
milioni
e
milioni
di
copie
,
di
un
ritratto
già
notissimo
.
Ho
visto
anche
copisti
e
artigiani
dilettanti
:
un
conducente
di
taxi
,
dentro
il
suo
taxi
,
e
un
cameriere
notturno
dell
'
albergo
passano
la
notte
a
fabbricare
un
manifesto
personale
incollando
molti
pezzetti
di
carta
,
ritratti
di
Mao
ritagliati
da
riviste
,
ideogrammi
ritagliati
da
fogli
d
'
oro
,
cespuglietti
di
fiori
fatti
con
carta
crêpe
.
La
letteratura
,
a
giudicare
dalle
librerie
,
è
per
così
dire
sintetizzata
nell
'
opera
di
Mao
e
ancor
più
sintetizzata
nel
libretto
delle
citazioni
.
Cinema
e
teatri
sono
chiusi
e
si
danno
spettacoli
soltanto
in
occasione
delle
grandi
feste
nazionali
.
La
televisione
esiste
soltanto
negli
alberghi
e
negli
uffici
,
o
nelle
sedi
di
lavoro
;
nelle
case
non
c
'
è
.
Conclusione
:
l
'
arte
o
artigianato
in
Cina
è
espressione
individuale
di
massa
.
Individuale
perché
ognuno
produce
direttamente
e
a
mano
la
sua
espressione
,
di
massa
perché
l
'
opera
non
può
non
essere
vista
nel
suo
insieme
,
come
ad
esempio
l
'
intera
città
di
Pechino
in
questi
giorni
di
congresso
.
Autocritica
«
Controllare
regolarmente
il
nostro
lavoro
e
sviluppare
in
questo
processo
uno
stile
democratico
,
non
temere
la
critica
né
l
'
autocritica
e
applicare
le
buone
massime
popolari
:
"
l
'
acqua
corrente
non
imputridisce
mai
e
il
cardine
della
porta
non
è
mai
mangiato
dai
tarli
"
.
"
Dì
tutto
quello
che
sai
e
dillo
senza
riserve
"
.
"
Non
biasimare
chi
parla
ma
prendi
le
sue
parole
come
ammonimento
"
.
"
Se
hai
commesso
errori
correggili
;
se
non
ne
hai
commessi
sta
in
guardia
"
»
.
(
Mao
Tse
Tung
:
Sul
governo
di
coalizione
,
24
aprile
1945
,
Opere
Scelte
,
vol.
III
)
.
Questo
brano
viene
riportato
anche
nel
libretto
delle
citazioni
e
così
,
a
livello
di
proverbi
,
si
esercitano
in
pratica
critica
e
autocritica
.
Ho
assistito
a
questo
esercizio
alcune
volte
.
Darò
un
esempio
;
finita
di
servire
la
cena
,
nella
sala
del
ristorante
d
'
albergo
(
sono
le
otto
di
sera
)
i
camerieri
,
maschi
e
femmine
,
si
dispongono
nel
centro
della
sala
su
due
file
,
rivolti
verso
il
grande
ritratto
del
presidente
Mao
incorniciato
di
fiori
e
festoni
di
carta
colorata
e
posto
su
un
piedestallo
.
Si
cominciano
a
leggere
,
a
turno
,
o
in
coro
,
alcuni
brani
delle
citazioni
.
Subito
dopo
,
il
Libretto
Rosso
nella
mano
destra
e
il
braccio
destro
alzato
in
direzione
dell
'
immagine
del
presidente
,
una
donna
intona
una
breve
canzone
(
di
solito
auguri
di
lunga
vita
,
o
auguri
al
nono
congresso
del
partito
)
.
Il
canto
può
essere
accompagnato
da
una
breve
danza
,
con
piccoli
salti
,
una
piroetta
,
risatine
e
grande
divertimento
generale
.
Ancora
qualche
citazione
,
qualche
canto
e
balletto
.
Spesso
accade
che
chi
intona
la
canzone
non
è
intonato
e
questo
fa
ridere
moltissimo
tutti
.
Pausa
per
ridere
,
ripresa
della
canzone
.
Questi
esercizi
(
preparatori
)
durano
una
diecina
di
minuti
.
Poi
camerieri
e
cameriere
si
siedono
intorno
a
un
tavolo
col
Libretto
Rosso
aperto
davanti
a
sé
e
riprendono
la
lettura
.
A
questo
punto
qualcuno
del
gruppo
fa
l
'
esame
del
lavoro
collettivo
della
giornata
,
cioè
il
lavoro
per
l
'
andamento
di
tutto
l
'
albergo
,
e
l
'
esame
del
ruolo
svolto
da
ognuno
.
Da
qui
comincia
la
critica
e
anche
l
'
autocritica
tra
i
componenti
del
gruppo
.
Questa
avviene
tra
scherzi
e
risatine
.
Forse
gli
errori
commessi
sono
comici
o
non
sono
molto
gravi
.
Sia
gli
errori
che
il
lavoro
svolto
e
il
programma
di
lavoro
del
giorno
seguente
vengono
per
così
dire
messi
a
confronto
col
brano
di
citazione
del
presidente
Mao
che
li
può
riguardare
.
Per
quella
sera
non
ci
sono
state
punizioni
,
ma
ci
possono
essere
.
Uno
dei
direttori
dell
'
albergo
che
tre
anni
fa
,
all
'
epoca
del
mio
primo
viaggio
in
Cina
,
era
il
maggiore
responsabile
,
ora
è
retrocesso
alle
pulizie
e
al
facchinaggio
per
abuso
di
potere
.
Lo
vedo
in
questa
sua
nuova
umile
condizione
di
rieducando
,
per
nulla
turbato
.
Anzi
,
con
mia
grande
sorpresa
,
canta
.
Politica
e
ideologia
(
nell
'
albergo
)
sono
nelle
mani
di
due
guardie
rosse
,
camerieri
come
gli
altri
,
che
però
,
ho
notato
,
lavorano
più
degli
altri
:
sono
due
ragazzi
,
uno
spilungone
che
lavora
freneticamente
alla
lucidatura
degli
ottoni
e
un
altro
addetto
alla
pulizia
delle
camere
.
Con
il
primo
,
che
parla
un
po
'
di
inglese
,
discutiamo
spesso
mentre
lui
sta
appeso
fuori
dalla
finestra
a
pulire
i
vetri
:
devo
accettare
queste
regole
perché
dice
che
non
ha
tempo
.
Mi
spiega
che
sono
avvenute
critiche
molto
severe
durante
la
rivoluzione
culturale
.
La
severità
massima
consiste
nello
svergognamento
pubblico
.
Ho
avuto
varie
testimonianze
di
osservatori
stranieri
che
mi
hanno
parlato
di
molti
casi
di
suicidio
:
l
'
animo
cinese
non
regge
alla
vergogna
e
al
disonore
pubblico
,
giusto
o
ingiusto
che
sia
.
L
'
onore
ha
ancora
molta
importanza
in
Cina
.
Bellezza
Voce
che
richiederebbe
molto
spazio
:
il
senso
della
bellezza
nei
cinesi
comprende
molte
cose
,
e
infinite
sfumature
delle
molte
cose
.
Il
razionalismo
della
struttura
del
pensiero
cinese
sfugge
l
'
assoluto
e
si
indirizza
piuttosto
al
relativo
,
al
particolare
,
in
una
parola
ai
dettagli
.
Rasenta
l
'
assoluto
soltanto
in
un
caso
,
nel
caso
della
calligrafia
,
che
è
la
grande
vocazione
estetica
dei
cinesi
.
Si
rivolge
ai
dettagli
perché
un
minuscolo
dettaglio
non
perfetto
può
sciupare
la
bellezza
di
una
intera
opera
.
Esempio
:
un
sublime
vecchietto
impiegato
in
un
negozio
di
Stato
in
qualità
di
commesso
e
di
intenditore
,
quasi
si
rifiutava
di
vendermi
un
cofanetto
di
cuoio
laccato
:
primo
perché
non
trovava
una
serratura
di
proporzioni
secondo
lui
equivalenti
alla
proporzione
del
cofanetto
poi
perché
,
una
volta
trovata
la
serratura
,
la
chiave
di
questa
,
una
specie
di
grimaldello
di
ottone
mancava
di
un
certo
prolungamento
,
bello
ma
non
necessario
.
La
chiave
funzionava
ma
non
era
perfetta
in
rapporto
al
tutto
,
cioè
all
'
apparizione
dell
'
intero
cofanetto
in
rapporto
con
i
suoi
dettagli
.
Le
proporzioni
di
milioni
di
ideogrammi
,
minuscoli
e
giganteschi
,
che
coprono
in
questi
giorni
Pechino
,
obbediscono
a
questo
concetto
.
Ma
a
questo
concetto
obbediscono
molte
altre
forme
d
'
essere
,
di
apparire
e
di
comportarsi
.
Comportamento
Gli
abitanti
di
Pechino
hanno
appuntato
sul
petto
il
distintivo
di
Mao
.
Sono
rari
quelli
che
ne
hanno
soltanto
uno
,
nella
media
ne
hanno
tre
,
moltissimi
ne
hanno
cinque
o
sei
,
uno
diverso
dall
'
altro
e
il
loro
povero
vestito
brilla
di
questa
sola
ricchezza
,
rossa
,
dorata
e
lucente
.
È
importante
sapere
che
si
comprano
,
non
vengono
regalati
,
né
imposti
.
I
distintivi
sono
di
misure
diverse
,
il
diametro
degli
ultimi
usciti
è
superiore
a
quello
dei
precedenti
e
gli
ultimissimi
hanno
un
diametro
di
circa
dieci
centimetri
.
Sono
di
porcellana
bianca
con
Mao
giovane
a
figura
intera
.
Gli
abitanti
di
Pechino
portano
sempre
con
sé
il
Libretto
Rosso
delle
citazioni
,
consumato
dall
'
assidua
lettura
,
spesso
si
fermano
per
la
strada
e
ne
leggono
qualche
brano
,
a
voce
alta
o
tra
sé
e
sé
.
I
bambini
escono
dalle
scuole
col
Libretto
Rosso
in
mano
e
carichi
di
enormi
distintivi
.
Dovunque
si
formano
gruppi
di
passanti
che
leggono
insieme
le
citazioni
del
presidente
Mao
.
Piccoli
cortei
di
scolari
con
la
bandiera
in
testa
e
il
Libretto
Rosso
in
mano
marciano
per
le
strade
citando
il
pensiero
di
Mao
.
Quando
non
leggono
il
pensiero
di
Mao
si
riuniscono
per
inneggiare
al
nono
congresso
del
partito
.
Questo
è
il
comportamento
degli
abitanti
di
Pechino
:
in
ogni
luogo
,
anche
da
soli
,
anche
non
visti
.
Comportamento
politico
,
o
più
semplicemente
,
comportamento
,
cioè
apparenza
,
quello
che
si
vede
.
Molti
in
Occidente
si
chiedono
:
fino
a
che
punto
l
'
apparenza
coincide
con
la
sostanza
?
Cioè
,
in
altre
parole
,
fino
a
che
punto
il
comportamento
coincide
con
l
'
ideologia
?
O
,
più
grossolanamente
,
ci
credono
o
fanno
finta
di
crederci
?
Personalmente
credo
al
comportamento
,
a
tutti
i
comportamenti
che
vedo
perché
,
veri
o
falsi
,
rappresentano
un
fatto
reale
:
in
Cina
(
ma
dovunque
)
un
insieme
di
comportamenti
politici
crea
una
realtà
politica
di
massa
.
Il
cuore
degli
uomini
è
oscuro
ma
il
loro
comportamento
è
chiaro
,
per
cui
si
può
dire
che
ogni
uomo
si
conosce
non
attraverso
il
suo
cuore
,
che
nessuno
vede
,
ma
attraverso
il
suo
comportamento
che
ognuno
può
vedere
.
Conclusione
:
il
comportamento
politico
di
molti
filoni
di
individui
cinesi
messi
insieme
è
la
politica
cinese
.
Congresso
All
'
imbrunire
si
accendono
le
luci
all
'
interno
del
grande
Palazzo
dei
Congressi
dall
'
architettura
titanica
e
severa
.
Hanno
inizio
i
lavori
.
Sia
di
giorno
che
di
notte
all
'
esterno
del
palazzo
non
c
'
è
anima
viva
e
l
'
interno
stesso
si
direbbe
deserto
:
ai
piedi
delle
scale
che
portano
ai
grandi
portoni
sbarrati
non
ci
sono
automobili
,
bandiere
,
soldati
.
Nessuno
.
Solo
ai
lati
delle
porte
,
seminvisibili
,
stanno
due
piccole
sentinelle
dell
'
esercito
popolare
tutt
'
altro
che
marziali
.
All
'
interno
del
palazzo
si
svolgono
i
lavori
del
nono
congresso
del
partito
comunista
cinese
.
Dopo
l
'
imbrunire
la
piazza
Tien
An
Men
è
deserta
,
percorsa
dal
vento
e
dallo
spazio
.
Il
Palazzo
dei
Congressi
sfuma
piano
piano
nell
'
ombra
.
Non
un
solo
delegato
è
giunto
né
giunge
più
.
Passeggio
solo
intorno
alla
piana
immensa
e
guardo
la
Luna
che
mi
sembra
più
bella
,
più
piccola
e
più
irraggiungibile
che
in
Europa
e
,
spiego
a
me
stesso
,
come
un
bambino
,
che
la
Luna
mi
sembra
più
piccola
perché
mi
sono
allontanato
di
molti
chilometri
dai
luoghi
dove
mi
sembrava
più
grossa
.
Così
passeggiando
arriva
quasi
mezzanotte
.
A
quell
'
ora
le
luci
all
'
interno
del
Palazzo
dei
Congressi
si
spengono
.
Aspetto
.
Nessun
delegato
esce
e
si
fa
notte
.
I
delegati
al
congresso
sono
1512
.
Da
che
parte
entrano
e
da
che
parte
escono
,
dal
momento
che
non
ne
ho
visto
uno
?
Il
giorno
dopo
mi
parlano
di
un
sottopassaggio
che
collega
il
Palazzo
dei
Congressi
alle
zone
residenziali
nella
Città
Proibita
le
cui
mura
sono
di
là
della
strada
.
Ma
nelle
ore
in
cui
vidi
le
luci
prima
accendersi
e
poi
spegnersi
,
non
lo
sapevo
.
Avrei
preferito
continuare
a
non
saperlo
e
ora
provo
insofferenza
e
noia
fisica
per
l
'
uomo
piatto
che
me
l
'
ha
rivelato
.
Sono
quasi
certo
che
un
cinese
non
me
l
'
avrebbe
mai
detto
.
Cultura
Si
esercita
attraverso
lo
studio
del
pensiero
del
presidente
Mao
Tse
Tung
e
attraverso
la
critica
e
l
'
autocritica
.
Nel
suo
scritto
Da
dove
provengono
le
idee
giuste
?
Mao
Tse
Tung
ha
criticato
i
settori
delle
letteratura
e
dell
'
arte
sotto
il
controllo
di
Liu
Shao
Chi
,
in
quanto
ancora
dominati
dai
"
morti
"
,
ha
criticato
il
ministero
della
cultura
dicendo
che
«
se
si
rifiuta
di
cambiare
gli
si
dovrebbe
dare
il
nome
nuovo
di
ministero
degli
imperatori
,
dei
re
,
dei
generali
e
dei
primi
ministri
,
il
ministero
dei
dotti
e
delle
beltà
o
il
ministero
degli
stranieri
morti
»
.
Ha
detto
inoltre
,
in
altra
occasione
:
«
L
'
uomo
ha
arterie
e
vene
che
,
per
mezzo
del
cuore
,
permettono
la
circolazione
del
sangue
;
l
'
uomo
respira
attraverso
i
polmoni
espirando
anidride
carbonica
ed
aspirando
ossigeno
fresco
;
questo
significa
espellere
ciò
che
è
alterato
e
assorbire
il
nuovo
.
Nella
stessa
maniera
un
partito
proletario
deve
espellere
ciò
che
è
alterato
e
assorbire
il
nuovo
per
essere
pieno
di
dinamismo
.
Senza
espulsione
dei
rifiuti
e
assorbimento
del
sangue
nuovo
non
potrebbe
essere
dinamico
»
.
Ho
riferito
queste
due
citazioni
di
Mao
Tse
Tung
,
già
ricordate
da
Lin
Piao
al
nono
congresso
nel
contesto
della
voce
"
cultura
"
perché
esse
riassumono
,
a
mio
parere
con
grande
esattezza
,
il
panorama
della
cultura
oggi
in
Cina
.
Esso
mostra
,
con
la
rivoluzione
culturale
,
il
processo
di
eliminazione
della
vecchia
cultura
da
parte
della
nuova
cultura
.
Cos
'
è
la
cultura
vecchia
e
cos
'
è
la
cultura
nuova
?
La
cultura
vecchia
è
tutto
ciò
che
esisteva
in
Cina
e
ancora
esiste
nel
mondo
prima
dell
'
azione
(
rivoluzione
della
cultura
precedente
chiamata
cultura
di
classe
)
.
La
cultura
nuova
è
appunto
la
dinamica
di
distruzione
della
vecchia
cultura
e
la
costruzione
della
nuova
secondo
il
pensiero
di
Mao
.
L
'
immenso
successo
del
Libretto
Rosso
tra
i
giovani
è
la
prova
-
fenomeno
del
successo
della
teoria
.
La
tabula
rasa
attira
,
ha
sempre
attirato
nella
storia
dell
'
uomo
.
Da
tutto
ciò
dovrebbe
sorgere
l
'
uomo
nuovo
.
A
Pechino
l
'
università
è
chiusa
,
dentro
vivono
gli
studenti
delle
diverse
facoltà
che
studiano
l
'
applicazione
del
pensiero
di
Mao
nello
studio
.
I
musei
sono
chiusi
,
il
palazzo
imperiale
chiuso
.
Le
scuole
elementari
sono
aperte
e
vi
si
studia
il
pensiero
di
Mao
da
applicare
allo
studio
delle
altre
materie
.
Dolciumi
In
tutti
i
negozi
di
alimentari
e
nei
grandi
magazzini
si
vendono
moltissime
qualità
di
dolciumi
.
I
reparti
sono
sempre
molto
affollati
.
Tutti
mangiano
dolciumi
con
attenzione
e
lentezza
.
Si
vedono
uomini
maturi
,
soldati
,
ficcare
la
mano
dentro
il
sacchettino
di
dolciumi
appena
comprato
,
tirare
fuori
un
dolcetto
,
guardarlo
bene
e
poi
sgranocchiarlo
.
Fotografie
Sì
vendono
moltissime
fotografie
di
Mao
Tse
-
tung
in
bianco
e
nero
,
a
colori
e
in
vari
formati
.
C
'
è
la
serie
della
sua
vita
,
dalla
gioventù
ai
nostri
giorni
.
Ci
sono
altre
fotografie
di
Mao
Tse
-
tung
con
Lin
Piao
.
Poi
altre
di
Mao
Tse
-
tung
,
Lin
Piao
e
Ciu
En
-
lai
.
Ho
osservato
attentamente
queste
ultime
.
Sono
state
scattate
in
luoghi
diversi
ma
conservano
le
stesse
attitudini
e
le
stesse
distanze
:
in
primo
piano
Mao
Tse
-
tung
,
un
passettino
indietro
Lin
Piao
,
due
passi
indietro
Ciu
En
-
lai
.
Questa
è
la
distanza
che
separa
sempre
le
tre
figure
,
in
qualunque
luogo
,
attitudine
o
movimento
essi
si
trovino
ad
essere
.
Grazie
In
cinese
si
dice
scié
-
scié
,
con
l
'
accento
sulla
e
,
e
si
pronuncia
in
modo
infantile
,
come
certi
suoni
di
neonati
,
talvolta
accompagnato
da
un
piccolo
inchino
.
Non
sempre
.
Riflettere
a
lungo
e
provare
e
riprovare
tra
sé
la
grazia
e
la
bizzarria
di
questo
vocabolo
.
Guardie
rosse
Attualmente
avviate
,
nella
grande
massa
,
al
lavoro
nelle
campagne
;
alcune
hanno
assunto
ruoli
di
responsabilità
produttiva
e
politica
nelle
città
.
Poche
in
giro
per
Pechino
.
Sono
di
solito
inquadrate
in
drappelli
di
una
ventina
e
marciano
al
ritmo
di
slogan
e
citazioni
dall
'
alba
al
tramonto
.
Spesso
si
fermano
e
leggono
brani
del
pensiero
di
Mao
in
coro
.
Alcuni
drappelli
hanno
il
mazziere
in
testa
,
un
ragazzino
che
rotea
il
bastone
con
immenso
orgoglio
,
come
fanno
gli
inglesi
e
gli
americani
.
Non
credo
sia
abitudine
e
tradizione
cinese
.
Sono
ragazzi
e
ragazze
vestiti
molto
poveramente
,
con
fascia
rossa
al
braccio
,
molti
distintivi
,
una
sportina
di
plastica
in
mano
.
Ho
chiesto
a
chi
stava
con
me
di
parlare
un
po
'
con
loro
ma
mi
ha
detto
che
preferiscono
non
essere
disturbati
nel
loro
lavoro
.
Che
lavoro
?
Politico
,
ideologico
.
Sono
drappelli
sparsi
,
isolati
,
marciano
tutto
il
giorno
,
un
po
'
vaganti
,
a
caso
,
anche
in
lunghissime
vie
semideserte
della
periferia
.
Non
ridono
,
non
sorridono
.
Si
vedono
qua
e
là
.
I
passanti
non
li
notano
.
Fanno
chilometri
..
StampaPeriodica ,
Ecco
il
bel
regalo
che
ci
fanno
i
tiranni
di
Roma
:
i
più
iniqui
e
scellerati
uomini
che
si
conoscano
,
i
briganti
;
ecco
i
bei
difensori
di
Bombino
e
del
governo
de
preti
:
gli
avanzi
delle
galere
,
gli
assassini
,
i
nemici
dell
uomo
.
Già
gente
poco
di
buono
non
può
far
razza
che
con
brutti
soggetti
;
e
quando
una
causa
è
affidata
a
questa
canaglia
dite
pure
che
è
bell
e
ita
e
che
non
c
è
medico
che
la
guarisca
né
benedizione
che
la
salvi
.
Vi
pare
questa
una
bella
carità
,
per
sfogar
la
rabbia
contro
i
liberali
,
armare
quella
razzumaglia
perché
ammazzi
donne
,
fanciulli
,
vecchi
;
bruci
e
devasti
le
campagne
e
le
case
senza
riguardo
e
senza
misericordia
?
Ecco
qui
,
non
sentiamo
dire
che
stragi
,
che
spedizioni
di
briganti
,
e
tutto
si
prepara
e
si
ordina
a
Roma
,
e
tutto
si
paga
col
danaro
dei
minchioni
raccolto
dai
preti
colla
scusa
delle
offerte
al
Papa
per
il
trionfo
della
religione
.
Che
i
briganti
sono
tanti
missionari
che
vanno
a
predicare
il
Vangelo
che
si
dicono
i
campioni
della
Chiesa
?
Oh
!
è
una
bella
missione
quella
di
ammazzare
il
prossimo
suo
come
si
scannano
le
bestie
:
degna
proprio
di
esser
lodata
e
favorita
da
quelli
che
si
chiamano
ministri
di
Dio
.
E
poi
,
vedete
la
contradizione
,
a
far
trionfare
la
religione
di
Cristo
ci
si
mandano
dei
luterani
,
dei
calvinisti
,
e
degli
eretici
,
insomma
i
nemici
di
nostra
religione
.
Serva
questo
di
esempio
.
Sappiamo
tutti
quanto
soffrono
dall
Imperatore
della
Russia
i
poveri
Polacchi
,
che
pure
sono
cattolici
,
e
quanti
sono
trucidati
perfino
nelle
chiese
,
eppure
il
Papa
prima
di
sostenere
le
parti
dei
Polacchi
,
come
padre
di
tutti
i
cristiani
,
si
è
messo
d
accordo
coll
Imperatore
Alessandro
e
gli
ha
concesso
quanto
ha
voluto
;
ha
permesso
che
il
Vescovo
di
Varsavia
,
quell
ottimo
sacerdote
e
quel
buon
cittadino
fosse
,
per
grazia
speciale
,
condannato
a
un
anno
di
carcere
in
una
fortezza
,
e
che
tanti
e
tanti
altri
patriottici
sacerdoti
fossero
incatenati
,
senza
procurarne
la
liberazione
,
senza
maledire
all
ingiusto
e
tirannico
sovrano
,
per
timore
che
questi
non
si
faccia
amico
all
Italia
,
e
non
riconosca
il
nostro
Regno
;
mentre
scomunica
il
nostro
Re
,
e
tutti
i
liberali
i
quali
non
hanno
neppure
torto
un
capello
a
questa
buona
lana
di
preti
che
generalmente
abbiamo
noi
.
Ma
non
lo
intenderebbe
un
negro
che
uscisse
ora
da
una
foresta
e
che
non
avesse
conosciuto
mai
gli
uomini
,
che
qui
non
si
tratta
che
di
ingiusta
persecuzione
,
e
che
tutt
altro
si
vuole
che
il
trionfo
della
religione
quando
per
un
interesse
terreno
è
la
prima
a
sacrificarsi
?
Ecco
qui
:
là
per
conservarsi
un
amico
scismatico
,
un
tiranno
,
permette
si
uccidano
e
si
maltrattino
i
cristiani
,
qua
per
l
amicizia
di
un
altro
tirannello
che
ha
perduto
il
trono
e
per
sfogo
di
rabbia
contro
chi
è
stato
eletto
dai
sudditi
a
suo
legittimo
principe
,
e
che
egli
dice
avergli
usurpato
le
Romagne
,
le
Marche
e
l
Umbria
manda
i
briganti
ad
ammazzare
gl
innocenti
cristiani
.
Ma
non
si
contentano
di
questo
i
preti
:
le
tentano
e
le
fanno
di
tutte
.
Se
in
una
famiglia
v
è
un
giovanotto
che
è
chiamato
dal
dovere
di
cittadino
a
difendere
la
patria
,
lo
istigano
a
non
presentarsi
e
piuttosto
gli
forniscono
i
danari
perché
vada
a
servizio
dell
Austria
.
Incitano
i
soldati
a
disertare
procurando
loro
modo
,
vesti
,
danaro
,
suggerendo
la
via
perché
abbandonino
il
loro
posto
con
più
facilità
;
e
spesso
accade
che
questi
poveri
disgraziati
siano
arrestati
e
subiscano
gravi
punizioni
per
gli
inganni
di
loro
.
Quanti
dei
disertori
e
dei
refrattari
non
che
degli
stessi
briganti
,
arrestati
,
non
hanno
confessato
di
essere
stati
rovinati
e
ingannati
dai
preti
;
e
quanti
non
hanno
maledetto
a
questi
vili
insinuatori
,
e
perfidi
ministri
dell
Austria
.
Quel
famoso
brigante
Josè
Bories
prima
di
esser
fucilato
che
non
disse
contro
i
preti
?
E
quanti
e
quanti
altri
mai
saranno
morti
col
pentimento
di
aver
dato
retta
a
chi
li
spinge
sul
precipizio
.
Eppure
gli
esempi
non
bastano
,
e
da
per
tutto
di
quando
in
quando
si
ripetono
i
medesimi
fatti
:
da
per
tutto
vi
sono
dei
mostri
d
ignoranza
e
maligni
insinuatori
che
aiutano
e
tengono
di
mano
a
dette
diserzioni
.
Ma
bisognerebbe
che
la
pena
fosse
raddoppiata
per
chi
n
è
cagione
;
bisognerebbe
dar
qualche
bell
esempio
.
I
fatti
non
mancano
,
e
non
mancano
le
prove
,
non
ci
manca
altro
che
metter
mano
alle
punizioni
,
e
Dio
voglia
sia
presto
perché
cessino
una
volta
questi
maneggi
e
questi
rigori
.
Se
io
non
avessi
conosciuto
i
pregiudizi
di
molte
donnicciuole
e
specialmente
di
quelle
che
bazzicano
troppo
conventi
e
sagrestie
,
e
si
lasciano
portar
pel
naso
dalle
sottane
bigie
e
nere
,
avrei
dubitato
a
credere
quel
che
adesso
vi
voglio
riportare
e
che
ho
letto
in
un
giornale
napoletano
.
Con
me
certo
dubiteranno
quelli
che
ridono
sulle
matte
superstizioni
degli
ignoranti
ma
scommetto
che
non
parrà
più
strano
se
pongano
mente
al
dominio
che
i
preti
hanno
avuto
sempre
nell
ex
-
Regno
di
Napoli
sotto
i
Borboni
,
e
all
ignoranze
e
alla
superstizione
che
a
loro
profitto
preti
e
frati
vogliono
diffondere
per
ingannare
la
povera
gente
e
ingrassarsi
a
loro
spese
.
Il
fatto
che
io
vi
voglio
far
conoscere
è
intitolato
il
porco
di
S
.
Antonio
nelle
provincie
meridionali
:
sentite
ora
come
viene
raccontato
da
un
giornale
di
quei
luoghi
.
Non
so
se
sappiate
che
cosa
è
non
solo
in
Salerno
,
ma
in
quasi
tutti
i
paesi
del
napoletano
,
il
Porco
di
Sant
Antonio
.
Esso
è
una
creatura
privilegiata
,
accarezzata
,
lavata
con
acqua
fresca
,
se
fa
caldo
,
coperta
di
lana
,
se
fa
freddo
,
col
diritto
di
entrare
in
tutte
le
botteghe
dei
fornai
,
fruttivendoli
,
bottegai
,
ecc
.
ecc
.
,
e
servirsi
o
farsi
servire
gratis
di
un
buon
boccone
,
a
seconda
della
sua
ingordigia
,
ed
anche
di
mordere
se
uno
si
rifiuta
.
Guai
poi
,
se
passando
per
la
strada
,
qualcuno
lo
calpesta
o
lo
bistratta
!
Cento
furie
pettegole
e
bigotte
saltano
su
,
con
ragazzi
pezzenti
,
e
se
loro
non
impone
,
o
da
esse
non
si
sottragga
,
lo
fanno
a
pezzi
,
o
quanto
meno
lo
trattano
da
eretico
e
da
scomunicato
per
aver
toccato
con
poco
rispetto
quella
creatura
benedetta
,
che
dopo
morte
è
già
votata
alla
canonizzazione
.
Figuratevi
un
porco
a
cui
furono
tagliate
le
orecchie
a
guisa
di
un
bulldog
e
la
coda
netta
netta
,
ingrassato
a
dismisura
dalle
pagnotte
,
da
carote
,
pomi
,
ecc
.
,
ecc
.
,
che
gli
offrono
i
fedeli
,
e
che
giorno
e
notte
,
senza
domicilio
alcuno
,
va
girovagando
per
la
città
.
Figuratevi
una
bigotta
che
gli
passa
vicino
,
rispettosamente
lo
tocca
sullo
schifoso
groppone
colla
destra
e
quindi
bacia
ancor
più
rispettosamente
la
parte
che
toccò
il
venerato
maiale
,
susseguendo
l
atto
con
un
compunto
segno
di
croce
.
Non
mi
creda
chi
non
vuol
credere
,
ma
ciò
che
io
dico
è
scrupolosamente
storico
.
Ebbene
,
questo
maiale
è
dei
Frati
di
Sant
Antonio
;
e
corre
voce
che
se
qualcuno
lo
rubasse
,
la
sua
casa
sarebbe
infallantemente
arsa
dal
fuoco
del
cielo
,
ed
è
talmente
questa
cosa
creduta
,
che
fra
tanti
ladri
non
si
diede
mai
l
esempio
di
un
simile
atto
che
una
volta
sola
,
e
quella
volta
il
ladro
ebbe
arsa
la
casa
e
tutti
i
suoi
averi
:
così
la
tradizione
.
I
frati
lo
rinnovano
tutti
gli
anni
,
e
quando
dal
pubblico
è
ben
pasciuto
e
grasso
,
dopo
averlo
coperto
di
nastri
,
lo
portano
,
ossia
lo
conducono
in
processione
in
uno
alla
statua
del
suo
Santo
protettore
,
terminata
la
quale
bellamente
si
uccide
,
mentre
le
pinzocchere
recitano
il
rosario
e
seguitano
così
la
formazione
della
benedetta
salciccia
.
Il
giorno
dopo
si
distribuiscono
a
pezzetti
le
scarnate
ossa
al
popolo
credenzone
,
che
le
appende
sopra
il
letto
,
per
tenersi
lontani
da
cattivi
sogni
,
in
un
coi
corni
,
il
ferro
da
cavallo
,
e
l
ulivo
benedetto
,
tutti
famosi
preservativi
contro
la
iettatura
,
ecc
.
,
ecc
.
Né
si
creda
che
solo
il
basso
popolo
abbia
fede
in
ciò
;
ma
quando
dico
popolo
,
intendo
tutti
,
signori
,
dame
e
damine
;
meno
noi
che
ci
ridiamo
dei
pregiudizi
loro
.
StampaPeriodica ,
Aveva
sedici
anni
,
voleva
fare
della
poesia
.
Solo
al
mondo
,
per
vivere
,
accettò
un
impiego
presso
un
avvocato
;
stipendio
:
quindici
lire
al
mese
.
Andava
la
mattina
dalle
nove
a
mezzogiorno
e
il
pomeriggio
dalle
due
alle
sei
,
ore
che
passavano
nella
trascrizione
monotona
di
documenti
e
citazioni
e
nel
ricevere
in
anticamera
ladri
e
furfanti
che
venivano
a
chiedere
il
patrocinio
penale
del
suo
padrone
.
Il
quale
era
l
'
opposto
della
poesia
;
uomo
di
cuore
così
alla
grossa
,
ma
rude
,
secco
,
dolciastro
nel
buon
umore
e
violento
nella
collera
.
Paolino
ogni
metà
di
mese
gli
chiedeva
un
anticipo
sul
mensile
,
cogliendolo
naturalmente
in
un
'
ora
buona
.
L
'
avvocato
,
senza
guardarlo
in
viso
,
afferrava
il
portafoglio
:
-
Un
anticipo
?
Cinque
lire
?
Ma
sicuro
,
subito
;
io
faccio
tutte
le
possibili
facilitazioni
...
E
snocciolava
lo
scudo
.
Intanto
il
ragazzo
studiava
nei
ritagli
di
tempo
,
e
molto
,
aspettando
con
sicurezza
la
fioritura
della
propria
anima
.
Era
ancora
tutto
primitivo
;
il
sentimento
resisteva
all
'
arte
in
lotte
disperate
.
Soffriva
la
prigionia
dell
'
ufficio
,
amava
i
colori
l
'
acqua
,
la
luce
,
le
piante
e
doveva
contemplare
quattro
sedie
,
un
tavolino
,
la
macchina
da
scrivere
.
A
volte
sentendosi
sperduto
urlava
il
proprio
nome
:
-
Io
,
Paolo
Brunati
,
eccomi
qui
.
In
aprile
,
ornò
la
scrivania
con
un
ramicello
fiorito
che
il
principale
regolarmente
cestinava
alla
sua
entrata
e
che
Paolo
riportava
sempre
con
soave
ostentazione
.
La
sera
,
prima
di
intanarsi
nella
soffitta
,
si
immergeva
con
voluttà
nella
mestizia
del
vespro
,
tra
i
profumi
della
primavera
,
commosso
fino
al
pianto
.
Ma
la
prigionia
pesava
ogni
giorno
di
più
.
Maggio
lo
rese
furioso
,
giugno
lo
spronò
al
riscatto
.
-
Piantare
l
'
impiego
!
-
Accarezzò
l
'
idea
;
la
portò
nell
'
anima
,
permise
che
invigorisse
da
sola
;
l
'
aurora
,
il
tramonto
,
la
notte
,
lo
trovavano
sempre
più
forte
.
Lui
sempre
più
bella
.
Dunque
?
-
Gli
chiedevano
le
piante
-
vuoi
vederci
fiorire
ora
per
ora
?
E
le
nuvole
:
-
Vuoi
venire
con
noi
?
E
le
stesse
:
-
Vuoi
salire
,
salire
,
salire
?
Paolino
rispose
di
sì
la
sera
del
30
luglio
.
Aveva
trovato
anche
un
magnifico
pretesto
perché
l
'
animo
la
vincesse
sul
corpo
.
Lui
non
possedeva
neppure
un
ritratto
della
mamma
;
bisognava
girare
il
mondo
e
conquistarlo
.
Meta
sublime
al
pellegrinaggio
di
un
adolescente
.
Poteva
bene
il
corpo
digrignare
i
denti
,
ma
l
'
anima
era
felice
.
Da
chi
avrebbe
avuto
il
ritratto
?
Da
una
vecchissima
prozia
materna
rimasta
sola
dopo
la
morte
dell
'
unica
sorella
e
che
abitava
un
villaggio
alpestre
,
sperduto
nel
Biellese
.
Il
trentuno
di
luglio
Paolo
Brunati
presentava
ufficialmente
le
sue
dimissioni
.
L
'
avvocato
allibì
:
-
Ma
dove
intende
di
andare
?
-
In
campagna
.
-
Lei
?
-
Sì
;
ho
dei
risparmi
.
-
Va
bene
:
se
va
a
star
meglio
,
sia
pure
:
ecco
il
mensile
intero
,
non
calcolo
l
'
anticipo
che
le
ho
già
dato
.
Io
faccio
sempre
tutte
le
facilitazioni
...
La
mattina
dopo
con
un
pacco
assai
leggero
d
'
indumenti
era
alla
stazione
.
Per
economia
...
prese
il
biglietto
solo
fino
a
tre
quarti
di
strada
,
si
godette
la
piattaforma
di
terza
classe
,
giacché
il
treno
brutto
o
bello
gli
rappresentava
non
altro
che
il
mezzo
dell
'
esecuzione
del
suo
sogno
.
In
quell
'
adolescente
c
'
era
la
tempra
di
chi
,
con
lo
spirito
,
arriva
dove
vuole
.
Scese
ad
una
stazione
secondaria
,
sperduta
in
un
mare
di
verde
e
d
'
oro
e
si
avviò
col
pacco
,
guardingo
a
non
premere
col
piede
né
un
ciuffo
d
'
erba
,
né
una
spiga
di
grano
alle
radici
.
Care
creature
vegetali
!
E
che
aria
fine
,
che
luccichio
tremulo
intorno
!
Di
fronte
le
montagne
materne
con
delle
cuffie
nevose
sulle
creste
,
si
avvicinavano
.
Vedeva
,
netti
,
i
fianchi
,
le
spaccature
,
le
frane
,
i
nastri
argentei
dei
corsi
d
'
acqua
,
le
selve
rampicanti
.
Ripassò
,
di
ritorno
,
il
treno
.
Non
lo
interessava
più
.
Ora
era
la
terra
,
il
piccolo
sentiero
,
che
lo
conduceva
al
ritratto
della
madre
.
Ecco
,
ecco
il
paesello
sopra
un
picco
che
pareva
continuare
l
'
assalto
al
cielo
grazie
ad
uno
slanciato
e
aguzzo
campanile
,
il
più
alto
dei
dintorni
.
Paolo
saliva
una
di
quelle
strade
di
montagna
che
sono
vere
scale
,
scavate
nella
roccia
,
dai
gradini
irregolari
e
larghi
.
Saliva
col
cuore
in
tumulto
.
Quale
la
casa
della
vecchietta
?
Un
prete
annoso
e
rubizzo
gli
rese
il
grato
servigio
di
accompagnarlo
fino
alla
soglia
,
placidamente
.
Il
cuore
di
Paolo
balzava
,
irrompeva
.
Il
buon
prete
voleva
sapere
chi
fosse
.
-
Un
pronipote
.
-
Davvero
!
Chi
sa
che
piacere
per
l
'
avola
!
Chi
sa
che
piacere
!
-
Si
fermò
presso
una
porticina
e
,
a
testa
alta
,
chiamò
:
Sora
Felicita
!
una
visita
!
-
poi
si
piantò
ad
aspettare
anche
lui
,
con
le
mani
nelle
tasche
e
il
cappello
un
po
'
di
traverso
.
Paolo
intimidito
avrebbe
pagato
il
resto
del
suo
peculio
per
congedarlo
.
-
Grazie
,
reverendo
.
Grazie
,
non
occore
altro
.
-
Ma
sì
,
il
reverendo
era
avido
del
loro
incontro
e
volle
assistervi
.
Ne
capitavano
così
pochi
di
spettacoli
lassù
.
Un
passo
affrettato
di
vecchia
;
un
colpo
di
tosse
;
la
porta
si
aprì
.
Che
cosa
piccolina
anche
sua
zia
!
Come
lui
.
Si
abbracciarono
,
stupiti
,
come
due
secoli
,
uno
in
sul
finire
,
l
'
altro
sul
nascere
.
Si
guardarono
con
un
vago
dubbio
inconfessato
sulla
loro
identità
personale
.
Ella
non
si
dava
pace
come
lui
risuscitasse
soltanto
allora
.
Paolo
non
si
dava
pace
di
non
averla
cercata
prima
.
E
il
buon
reverendo
soddisfatto
riprese
la
sua
strada
e
sorrideva
come
tutto
fosse
accaduto
a
lui
.
Essi
entrarono
.
Sulle
pareti
non
c
'
era
il
ritratto
della
mamma
.
Cominciò
uno
scambio
di
notizie
che
non
finiva
più
.
-
Tu
,
tu
Paolino
!
Sei
proprio
tu
?
-
E
un
pianto
.
-
Sì
eccomi
qui
,
proprio
io
.
-
E
cosa
fai
tu
solo
nel
mondo
?
-
Un
altro
pianto
.
-
Studio
.
-
E
chi
ti
fa
studiare
?
-
Lavoro
,
guadagno
e
studio
da
me
.
-
Miracolo
!
Miracolo
!
-
Qui
due
lacrimette
di
meraviglia
.
Poi
la
vecchietta
,
quasi
ottantenne
,
ripresa
dall
'
egoismo
incosciente
dell
'
età
che
precipita
verso
la
tomba
,
parlò
di
sé
.
-
Io
invece
,
sono
alla
fine
...
ho
perduto
tutto
il
mio
denaro
sulle
banche
,
vivo
male
...
Non
posso
darti
nulla
,
Paolino
...
Paolino
,
fu
tanto
uomo
da
rassicurarla
che
non
voleva
...
nulla
...
Infatti
,
guardando
la
prozia
,
ebbe
una
sensazione
di
infinita
pena
:
piccola
,
stecchita
,
avvolta
in
vesti
antiche
e
stinte
;
gli
occhi
respinti
nell
'
orbita
verso
il
buio
,
le
mani
spolpate
un
po
'
tremanti
.
Appena
la
si
poteva
scorgere
in
quella
poltrona
.
Paolo
dopo
la
pietà
per
la
zia
sentì
un
'
improvvisa
nostalgia
del
sole
.
Forse
era
anche
appetito
.
La
vecchietta
si
levò
,
alla
fine
dei
lamenti
,
sorrise
,
fece
un
gesto
con
le
mani
come
a
scacciare
i
fantasmi
del
dolore
,
e
si
occupò
del
pranzo
.
Ma
sul
più
buono
del
lavoro
,
mentre
Paolo
la
seguiva
qua
e
là
per
la
cucina
stretta
,
sempre
con
sulle
labbra
una
domanda
intorno
al
ritratto
di
mamma
,
ella
s
'
interruppe
.
-
Sai
,
non
posso
darti
dei
quattrini
,
ma
ci
ho
una
cosa
per
te
,
una
cosa
...
-
Una
fotografia
della
mamma
!
-
Anche
quella
,
se
non
l
'
hai
,
...
Ma
ho
un
'
altra
cosa
.
-
Dammela
,
zia
!
-
disse
Paolo
giungendo
le
mani
.
-
Te
la
dò
,
vieni
con
me
.
-
Subito
!
La
vecchia
posò
una
forchetta
,
andò
al
canterano
del
settecento
,
aprì
il
primo
cassetto
colmo
di
reliquie
di
tutte
le
forme
...
-
Eccolo
...
Era
un
ritratto
del
1880
,
scolorito
ma
non
alterato
.
Paolo
guardò
e
lo
baciò
silenziosamente
,
senza
ascoltare
i
commenti
tremuli
della
zia
le
cui
lacrime
gocciolavano
pel
cassetto
aperto
.
-
Sei
contento
?
Paolo
era
corso
alla
finestra
a
guardare
la
fotografia
.
Com
'
era
bella
sua
madre
!
Un
aspetto
dolce
di
creatura
destinata
al
sacrificio
:
i
capelli
spartiti
sulla
fronte
in
due
onde
dolcissime
che
scendevano
a
un
rapido
contatto
con
l
'
arco
delle
sopracciglia
.
Gli
occhi
mesti
,
aperti
al
sogno
guardavano
il
dolore
;
la
bocca
senza
sorriso
ma
non
triste
.
La
testa
leggermente
inclinata
.
Una
margherita
tra
i
capelli
,
a
destra
.
La
zia
,
non
si
ricordava
più
dove
aveva
posata
la
forchetta
;
la
cercò
,
corse
al
fornello
,
scostò
dalla
brace
una
padellina
,
dove
sfrigolava
del
burro
,
poi
tornò
al
cassettone
chiamando
Paolino
.
-
C
'
è
anche
questo
...
-
Un
altro
ritratto
?
-
No
...
-
fece
la
zia
aprendo
la
bocca
sdentata
ad
un
sorriso
ovale
di
stupore
,
un
sorriso
particolare
di
alcuni
vecchi
.
-
È
l
'
oro
di
mamma
tua
...
che
io
ti
regalo
:
ecco
l
'
anello
nuziale
,
i
pendenti
,
gli
orecchini
...
Sono
tuoi
,
Paolino
:
Dio
ti
manda
in
tempo
;
se
non
venivi
chissà
!
...
Conservalo
,
sai
...
E
tornò
al
burro
sfrigolante
che
aspettava
un
rosso
pomodoro
per
diventare
sugo
appetitoso
.
Il
ragazzo
non
osava
appropriarsi
di
tanta
ricchezza
,
di
tanto
ben
di
Dio
.
-
L
'
oro
,
l
'
oro
!
Paolo
non
aveva
mai
pensato
all
'
oro
che
in
sogno
,
come
alle
stelle
,
alla
luna
...
Dopo
il
pranzo
minuscolo
,
un
po
'
troppo
minuscolo
,
uscirono
a
braccetto
.
La
zia
presentò
a
tutti
il
pronipote
,
così
giovane
che
si
guadagnava
già
da
vivere
;
visitarono
il
parroco
,
andarono
al
cimitero
,
a
due
passi
da
casa
per
rendere
omaggio
all
'
altra
zia
.
Le
ore
della
sera
furono
terribili
.
La
vecchietta
,
forse
per
abitudine
di
tutte
le
sere
,
rannicchiatasi
nell
'
angolo
della
finestra
che
rispondeva
quasi
sul
cimitero
,
si
immerse
nel
ricordo
della
sorella
,
nominandola
di
quando
in
quando
.
Non
parlarono
più
.
Imbruniva
;
le
croci
ingrandivano
come
ombre
.
Anche
la
zia
pareva
un
'
ombra
lamentosa
.
Paolo
intuì
che
la
poveretta
aveva
paura
della
morte
.
L
'
Avemaria
suonò
come
un
monito
lungo
accasciato
:
pareva
la
voce
di
quella
desolazione
.
Venne
dal
di
fuori
con
un
profumo
di
campagna
il
tremito
dei
grilli
,
legato
serrato
,
dolce
e
doloroso
...
La
giornata
finì
con
un
reciproco
addio
,
fra
prozia
e
pronipote
,
un
addio
a
fior
di
labbro
,
che
pareva
dovere
essere
l
'
ultimo
per
l
'
eternità
.
A
l
'
alba
,
col
solito
pacco
di
indumenti
assicurato
ad
uno
spago
rosso
,
Paolo
trottava
verso
le
montagne
.
Possedeva
ancora
sette
lire
e
centesimi
;
un
tesoro
.
Via
via
,
che
procedeva
,
qualcosa
di
brutto
si
staccava
da
lui
,
la
sua
anima
raggiava
come
un
cristallo
ripulito
.
Il
torrente
,
vecchio
poeta
della
valle
,
lo
affascinò
tanto
che
dovette
rallentare
il
passo
.
Lasciò
il
sentiero
,
di
pietra
in
pietra
,
saltando
raggiunse
il
centro
dell
'
alveo
irto
di
massi
.
Sedette
per
fare
uno
spuntino
di
pane
e
frutta
.
L
'
acqua
azzurrognola
urtava
nei
graniti
spruzzando
,
si
frangeva
squillando
;
formava
cascatelle
,
rigagnoli
,
laghetti
.
Tacque
a
mezzodì
lo
strepito
delle
fabbriche
;
la
valle
si
rivelò
nella
pace
.
Paolo
volle
rivedere
l
'
oro
della
mamma
alla
luce
del
sole
.
Da
quanto
tempo
non
brillava
così
?
Lo
pose
sopra
un
masso
,
si
scostò
per
guardarlo
da
lontano
,
come
splendesse
.
Intanto
parlava
con
la
madre
,
a
voce
bassa
;
a
poco
a
poco
molte
immagini
lo
assalirono
fiammeggiandogli
nel
cervello
,
accompagnate
da
spunti
di
versi
.
Parole
melodiose
gli
accarezzavano
le
labbra
;
lottò
per
ordinarle
;
altre
sopraggiungevano
,
poi
un
verso
intero
limpido
,
un
secondo
,
un
terzo
.
Allora
sorse
con
la
furia
del
conquistatore
che
deve
ormai
avanzare
senza
paura
,
tornò
sul
sentiero
,
prese
un
passo
rapido
,
gli
occhi
lucenti
mobilissimi
.
La
prima
lirica
,
intera
,
gli
sgorgava
dall
'
anima
.
Cantò
le
prime
strofe
con
pause
tra
l
'
una
e
l
'
altra
;
talvolta
una
parola
pareva
materialmente
staccarsi
e
cadere
.
Egli
si
irrigidiva
finché
l
'
avesse
sostituita
.
Dopo
un
'
ora
mise
il
già
fatto
a
prova
di
voce
.
-
Sì
,
così
va
bene
.
È
chiaro
,
bello
,
commovente
:
Avanti
!
-
Era
un
canto
alla
madre
.
Da
più
ore
le
fabbriche
avevano
ripreso
lo
strepito
dei
telai
,
accompagnato
dall
'
urlo
ininterrotto
del
torrente
sempre
più
furibondo
quanto
più
Paolo
lo
risaliva
verso
la
foce
.
Era
giunto
a
Rosazza
la
gemma
dei
paesi
alpini
,
nascosta
come
un
giardino
di
fate
entro
una
gola
melanconica
di
monti
.
Paolo
sostò
al
ponte
sul
Cervo
per
vivere
il
sogno
di
un
altro
miracolo
:
la
sera
che
calava
dalle
vette
mentre
in
cielo
morivano
rose
ad
ogni
minuto
e
occhieggiavano
le
stelle
.
Languido
nella
profondità
dell
'
azzurro
un
quarto
di
luna
.
Quando
si
accorse
di
esistere
Paolo
mormorò
a
sé
stesso
:
-
Eccomi
qui
col
ritratto
della
mamma
,
con
l
'
oro
della
mamma
e
una
poesia
per
la
mamma
:
la
prima
,
quasi
finita
.
Trovò
alloggio
facilmente
,
con
poca
spesa
.
Lo
condussero
in
una
camera
sepolta
nel
buio
.
Ebbe
paura
.
-
Se
mi
rubassero
l
'
oro
?
-
Il
ritratto
e
la
poesia
più
che
mai
,
erano
al
sicuro
,
ma
l
'
anello
e
i
pendenti
no
.
Guardò
dalla
finestra
.
La
valle
era
tenebrosa
sotto
uno
stellato
fitto
,
vedeva
un
fianco
di
monte
vicinissimo
,
sparso
di
macigni
frananti
.
Pareva
un
ossario
di
giganti
,
sconsacrato
.
Al
lume
della
candela
nascose
la
giacchetta
con
l
'
oro
sotto
il
guanciale
,
poi
come
ciò
non
gli
bastasse
elevò
presso
la
porta
una
barricata
di
sedie
,
sormontata
dalla
brocca
dell
'
acqua
:
così
i
ladri
,
venendo
si
farebbero
sentire
,
lo
sveglierebbero
...
Proprio
sul
punto
che
credeva
di
addormentarsi
ecco
l
'
ispirazione
fresca
,
viva
,
incalzante
,
dettargli
la
chiusa
della
lirica
materna
.
A
poco
a
poco
tra
spasimi
intellettuali
e
sospiri
e
fissità
di
occhi
nel
buio
portò
alla
fine
la
bella
fatica
.
Ma
allo
svegliarsi
credette
d
'
impazzire
.
Cercò
,
cercò
si
martellò
la
testa
di
pugni
,
stupidito
da
una
realtà
agghiacciante
;
cercò
e
non
trovava
più
nulla
.
Eppure
era
ben
desto
.
-
Possibile
!
Un
furto
di
quel
genere
non
lo
poteva
concepire
.
La
giacchetta
con
l
'
oro
erano
al
loro
posto
.
Ma
c
'
erano
veramente
?
Tale
e
quali
?
Non
cambiati
con
malizia
?
Sì
,
ci
erano
.
E
poi
chi
poteva
immaginare
in
lui
un
possessore
d
'
oro
?
Ah
povero
Paolino
!
Gli
avevano
rubato
una
buona
parte
della
poesia
,
proprio
le
cose
più
belle
che
non
gli
riusciva
di
richiamare
alla
mente
.
Gli
mancavano
il
secondo
verso
della
prima
quartina
,
il
terzo
della
seconda
e
tutta
la
chiusa
commovente
.
Altri
pugni
sulla
testa
ed
altre
prove
per
ricordare
.
Niente
valeva
.
A
certi
punti
la
memoria
,
tac
,
si
fermava
come
un
orologio
.
Entrò
un
raggio
di
luce
a
far
brillare
l
'
oro
della
mamma
ancora
scoperto
.
A
quei
barbagli
la
vena
poetica
,
sorda
ai
pugni
,
pensò
bene
di
mostrarsi
più
docile
.
Un
verso
tornò
sano
e
salvo
;
un
ritmo
oscillò
qualche
secondo
,
poi
un
altro
;
con
essi
le
parole
ripresero
il
loro
posto
con
la
brava
rima
che
sbocciata
al
sommo
come
un
fiore
.
Paolo
,
quasi
placato
,
poiché
non
gli
mancavano
che
due
versi
secondari
,
trasse
un
sospiro
di
liberazione
come
il
ladro
fosse
venuto
di
persona
a
restituirgli
il
bottino
chiedendo
perdono
del
furto
perpetrato
a
tradimento
.
Quando
scese
a
pagare
lo
scotto
nel
vedere
una
collana
d
'
oro
falso
al
collo
della
montanara
che
l
'
aveva
ospitato
trovò
per
incanto
i
due
versi
riluttanti
!
Finalmente
!
"
Com
'
è
bizzarra
la
poesia
!
"
notò
tra
sé
e
sé
mentre
ripigliava
la
via
del
ritorno
.
Così
ordinava
il
suo
bilancio
che
gridava
aiuto
al
cospetto
di
Dio
.
Tre
lire
in
tasca
e
settanta
kilometri
di
strada
da
percorrere
a
piedi
fino
a
Torino
;
due
giorni
di
pellegrinaggio
.
Era
una
bellezza
.
Avviatosi
,
costeggiò
il
torrente
,
giunse
a
Biella
verso
il
mezzogiorno
,
poi
infilò
lo
stradone
provinciale
diritto
come
una
saetta
,
polveroso
sotto
il
sole
canicolare
.
L
'
ebbrezza
del
meriggio
lo
manteneva
in
uno
stato
canoro
eccitandolo
a
esprimere
melodie
interiori
.
La
poesia
gli
tornò
alle
labbra
più
volte
,
ne
uscì
più
volte
volando
nella
luce
;
ma
non
gli
sfuggiva
più
ormai
:
i
versi
dopo
un
volo
nell
'
aria
a
una
a
uno
,
come
rondinelle
,
tornavano
al
nido
che
era
il
suo
cuore
.
Dopo
tutto
,
quella
prima
fatica
d
'
arte
,
coronata
di
successo
valeva
bene
un
impiego
da
quindici
lire
al
mese
.
Oh
se
lo
valeva
!
A
peggio
andare
ne
troverebbe
un
altro
.
Si
volse
a
salutare
le
montagne
velate
dall
'
intero
dardeggio
del
sole
,
salutò
il
Cervo
,
il
vecchio
poeta
della
valle
,
mandò
da
lontano
un
bacio
al
paese
della
zia
.
Povera
vecchia
!
Non
saprebbe
mai
mai
che
lo
scopo
unico
della
sua
visita
non
era
stato
che
il
riscatto
della
fotografia
della
mamma
.
Verso
sera
la
ripensò
e
la
rivide
con
gli
occhi
della
mente
rannicchiata
alla
finestra
,
triste
,
sotto
l
'
incubo
della
morte
quasi
presente
.
Paolo
camminò
per
ore
ed
ore
.
Venne
mezzodì
,
venne
la
sera
.
Il
giorno
dopo
all
'
alba
snellito
da
un
breve
riposo
in
una
casa
campestre
dove
aveva
gustato
il
ricovero
del
vero
pellegrino
marciava
ancora
verso
la
città
natale
.
Tutto
bene
:
leggero
di
stomaco
e
di
borsa
.
La
lirica
che
ripeteva
di
quando
in
quando
gli
dava
l
'
impressione
di
un
dolce
saporito
,
inebriandolo
con
l
'
orgoglio
dell
'
artefice
soddisfatto
.
Al
tornare
della
notte
l
'
apparire
di
due
gendarmi
,
a
cavallo
proprio
davanti
a
lui
,
quasi
vicini
,
lo
fece
tremare
a
verga
.
Se
lo
interrogassero
?
Se
lo
frugassero
?
Quell
'
oro
...
E
perché
non
avrebbero
interrogato
un
vagabondo
,
di
notte
,
in
una
strada
provinciale
?
Quando
i
gendarmi
lo
sfiorarono
disse
:
-
Buona
sera
.
-
Buona
sera
-
risposero
due
voci
.
E
i
grilli
cantavano
cantavano
nella
dolce
notte
d
'
agosto
.
StampaPeriodica ,
Si
dice
che
il
mondo
della
fabbrica
,
il
mondo
meccanico
della
produzione
industriale
sia
grigio
,
amorfo
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
.
Ebbene
non
ha
nulla
di
tragico
la
decadenza
di
un
operaio
specializzato
che
dopo
aver
trascorso
la
propria
vita
nelle
officine
,
al
contatto
della
macchina
.
tra
i
compagni
di
lavoro
,
colpito
da
un
padrone
che
spezza
d
'
un
colpo
tutti
questi
legami
che
facevano
parte
della
sua
vita
,
e
che
lo
perseguita
dall
'
alto
nella
città
,
come
una
divinità
vendicativa
ed
onnipossente
,
termina
a
scaricare
la
notte
casse
di
verdura
ai
mercati
generali
?
Poche
ore
di
lavoro
,
saltuarie
,
alcune
migliaia
di
lire
al
mese
,
il
sussidio
di
disoccupazione
finché
dura
e
un
po
'
di
ortaggi
infilati
in
tasca
.
O
non
ha
nulla
di
drammatico
la
lotta
dell
'
immigrato
,
ex
bracciante
e
salariato
di
una
campagna
miserabile
,
il
quale
si
aggrappa
alla
città
ostile
dove
si
snodano
le
catene
di
montaggio
e
la
notte
il
cielo
si
illumina
del
bagliore
delle
colate
?
Questo
contadino
sradicato
che
lotta
muto
,
ostinato
,
per
occuparsi
,
per
farsi
avanti
,
per
unirsi
alla
famiglia
e
finalmente
per
scomparire
anch
'
esso
nella
grande
città
,
per
confondersi
tra
la
massa
dei
vecchi
operai
.
Come
non
è
drammatico
l
'
eroismo
silenzioso
dell
'
operaio
cosciente
il
quale
,
giorno
dopo
giorno
,
ignorato
dalla
società
civile
,
indifeso
,
talvolta
solo
,
sfida
la
prepotenza
del
padrone
rivendicando
i
propri
diritti
di
cittadino
e
di
operaio
?
Non
è
sconcertante
che
in
officina
si
debba
tacere
,
tacere
e
chinare
la
testa
,
sentirsi
divisi
,
sentirsi
in
due
parti
,
una
dignitosa
e
civile
che
va
nascosta
,
e
l
'
altra
bassa
,
meschina
,
egoista
,
la
sola
da
manifestare
in
fabbrica
se
si
vuol
vivere
una
vita
che
almeno
materialmente
sia
tranquilla
.
È
la
tragedia
della
classe
operaia
che
sa
di
avere
dei
diritti
perché
produce
,
che
vede
una
classe
dirigente
corrotta
e
sa
di
essere
sana
e
forte
,
che
vuole
esprimersi
,
partecipare
alla
vita
civile
del
paese
,
ed
invece
si
vede
ignorata
,
esclusa
,
perennemente
ricacciata
alla
periferia
!
La
coscienza
dei
diritti
Nell
'
esaminare
la
condizione
operaia
non
è
sufficiente
limitarsi
alle
condizioni
materiali
d
'
esistenza
ma
è
necessario
studiare
accanto
a
queste
come
venga
soddisfatto
quel
complesso
di
necessità
di
ordine
sociale
che
,
nel
caso
di
una
società
evoluta
,
sono
divenute
vitali
ed
incomprimibili
per
l
'
individuo
.
In
modo
particolare
occorre
verificare
come
la
società
assorbe
l
'
individuo
(
il
gruppo
,
la
classe
)
e
lo
fa
partecipe
del
proprio
processo
evolutivo
.
Occorre
verificare
se
soddisfa
o
meno
la
tensione
dell
'
individuo
a
non
essere
subordinato
ma
attivo
,
la
sua
necessità
di
manifestarsi
economicamente
,
politicamente
,
socialmente
,
secondo
tutto
l
'
arco
di
diritti
che
il
progresso
civile
gli
riconosce
.
Quando
esigenze
di
espressione
sono
compresse
,
quando
classi
o
gruppi
sociali
vedono
negato
il
proprio
diritto
storico
ad
essere
partecipi
,
sotto
ogni
aspetto
,
del
progresso
civile
,
quando
vi
è
una
contraddizione
tra
i
diritti
che
lo
sviluppo
economico
dà
ai
produttori
,
ed
i
rapporti
produttivi
e
di
classe
che
comprimono
l
'
esercizio
reale
di
questi
diritti
,
allora
vi
è
nella
società
un
malessere
profondo
,
una
carica
drammatica
che
bisogna
denunciare
.
Ciò
che
oggi
rende
particolarmente
drammatica
la
condizione
operaia
nel
nostro
paese
è
appunto
la
contraddizione
tra
la
maturità
sociale
e
politica
dei
lavoratori
,
tra
la
consapevolezza
dei
loro
diritti
di
produttori
,
ed
i
rapporti
di
produzione
esistenti
che
consentono
agli
imprenditori
di
imporre
l
'
alienazione
globale
di
chi
lavora
.
Si
trovi
al
confine
della
fame
o
abbia
invece
raggiunto
un
tenore
di
vita
che
Io
liberi
dall
'
assillo
della
miseria
(
come
avviene
nei
settori
di
capitalismo
più
sviluppato
,
soprattutto
in
quelli
monopolistici
)
,
l
'
operaio
non
ha
scelta
:
se
vuol
cedere
la
propria
forza
lavoro
deve
cedere
contemporaneamente
,
durante
le
ore
di
officina
,
l
'
esercizio
concreto
dei
propri
diritti
,
deve
rinunciare
alla
propria
personalità
umana
.
I
rapporti
di
classe
L
'
alienazione
globale
è
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
.
Proprio
per
questa
sua
natura
essa
,
diramandosi
dalla
fabbrica
e
dal
processo
produttivo
,
si
trasferisce
nel
paese
dove
mira
a
consolidare
i
rapporti
di
classe
esistenti
nelle
officine
.
Appunto
l
'
ampiezza
dell
'
alienazione
operaia
denuncia
l
'
arretratezza
della
struttura
economica
e
sociale
del
paese
e
dimostra
ancora
una
volta
come
sia
impossibile
paragonare
la
condizione
operaia
italiana
con
quella
degli
altri
paesi
industriali
dell
'
occidente
.
Essa
va
dalle
forme
più
evidenti
in
atto
nelle
piccole
industrie
(
anche
se
spesso
,
malgrado
le
condizioni
di
vita
siano
intollerabili
.
,
minore
è
il
senso
dell
'
oppressione
)
a
quelle
più
complesse
di
pressione
economica
,
disciplinare
ed
ideologica
dei
grandi
gruppi
industriali
,
soprattutto
monopolistici
,
dove
nondimeno
l
'
assenza
di
ampie
prospettive
di
mercato
e
la
mancanza
di
un
moderno
spirito
imprenditoriale
,
la
grettezza
tradizionale
della
nostra
borghesia
industriale
,
danno
a
questa
pressione
un
inconfondibile
carattere
di
rozzezza
,
di
brutalità
,
talvolta
di
aperto
terrorismo
.
Funzione
dell
'
alienazione
globale
è
quella
di
imporre
un
più
completo
sfruttamento
del
lavoro
.
È
evidente
infatti
che
tutta
la
bardatura
di
diritti
che
accompagnano
l
'
operaio
costituisce
una
remora
ad
un
suo
più
completo
sfruttamento
.
Pertanto
,
quando
i
rapporti
di
classe
lo
consentono
,
l
'
imprenditore
annulla
questi
diritti
e
subordina
totalmente
l
'
operaio
.
Ma
da
un
altro
angolo
visuale
,
assai
istruttivo
,
può
essere
vista
l
'
alienazione
globale
.
Essa
cioè
esprime
il
livello
al
quale
si
forma
,
nel
nostro
paese
,
l
'
equilibrio
sociale
.
Negli
altri
paesi
occidentali
,
grazie
al
diverso
grado
di
sviluppo
del
sistema
capitalista
e
alla
maggiore
forza
della
classe
operaia
,
la
lotta
di
classe
conduce
ad
un
equilibrio
che
consente
un
minore
sfruttamento
del
lavoro
,
che
impone
il
riconoscimento
effettivo
dei
diritti
dei
produttori
e
,
ora
più
ora
meno
,
libera
la
classe
operaia
dalla
sua
condizione
subalterna
e
la
immette
nel
moto
del
progresso
civile
.
In
Italia
invece
,
grazie
appunto
alla
sua
arretratezza
strutturale
,
l
'
imprenditore
impone
all
'
operaio
la
sua
alienazione
globale
,
lo
spoglia
dei
suoi
diritti
e
lo
elimina
dal
moto
della
storia
,
e
questa
pratica
si
dirama
dalla
fabbrica
nel
paese
chiamandosi
discriminazioni
,
illegalità
,
violenza
della
coscienza
individuale
,
arresto
e
decadenza
della
vita
democratica
,
subordinazione
dei
produttori
e
,
se
badiamo
alla
sostanza
senza
lasciarci
incantare
dalle
apparenze
,
vera
e
propria
violenza
di
classe
.
Presenza
della
fabbrica
Non
si
comprende
il
mondo
dell
'
operaio
se
prima
non
si
afferra
,
in
tutta
la
sua
grande
portata
,
il
significato
della
fabbrica
per
chi
vi
lavora
.
La
società
operaia
,
la
mentalità
,
il
carattere
,
l
'
umanità
dell
'
operaio
,
risentono
in
tutto
la
presenza
della
fabbrica
.
Le
lotte
operaie
,
sindacali
o
politiche
,
tutte
le
sfumature
ideologiche
che
si
sviluppano
con
tanto
vigore
tra
gli
operai
,
il
legame
tra
il
proletariato
industriale
ed
i
partiti
di
classe
sono
fatti
astratti
,
cose
senza
vita
,
se
al
loro
fondo
non
si
sa
vedere
l
'
esperienza
di
fabbrica
.
In
sostanza
la
fabbrica
è
per
l
'
operaio
il
centro
naturale
in
cui
si
articolano
larga
parte
delle
espressioni
della
sua
personalità
,
si
manifestino
nel
lavoro
,
nella
solidarietà
nella
lotta
.
La
parte
sociale
della
sua
personalità
,
quella
che
si
manifesta
nei
rapporti
sociali
,
si
realizza
di
giorno
in
giorno
nelle
mille
esperienze
che
compongono
la
vita
di
lavoro
.
L
'
operaio
riceve
costantemente
qualcosa
dalla
vita
di
fabbrica
,
sia
nei
suoi
rapporti
con
i
compagni
di
lavoro
,
sia
nel
suo
legame
col
processo
produttivo
e
col
padrone
,
e
ad
essa
dà
costantemente
parte
di
se
stesso
.
Ecco
allora
perché
l
'
operaio
prova
un
così
vivo
dolore
quando
questi
legami
,
sviluppatisi
a
lungo
,
vengono
bruscamente
interrotti
.
E
non
si
tratta
soltanto
di
dolore
;
è
sbalordimento
,
mortificazione
e
poi
rimpianto
del
passato
.
Nella
sua
storia
di
individuo
questo
è
un
momento
di
grande
drammaticità
:
l
'
involucro
sociale
della
sua
personalità
è
scardinato
,
ad
un
tratto
è
crollato
qualcosa
nella
sua
vita
,
la
sua
continuità
si
è
dolorosamente
interrotta
.
Un
legame
profondo
La
fabbrica
è
l
'
ambiente
naturale
dell
'
operaio
.
Già
la
sua
società
lo
ha
predisposto
prima
ancora
che
entri
in
officina
.
Nella
società
operaia
si
avverte
dovunque
la
presenza
della
fabbrica
.
Essa
,
oltre
ad
essere
concretamente
visibile
ed
a
manifestarsi
in
qualcosa
di
indefinibile
ma
concreto
nell
'
atmosfera
cittadina
,
è
nei
pensieri
,
nelle
aspettative
,
nelle
preoccupazioni
di
tutti
.
Fuori
dalla
fabbrica
,
in
altre
attività
,
chi
è
stato
operaio
è
il
più
delle
volte
uno
spostato
,
un
solitario
,
un
infelice
.
L
'
officina
è
nel
sangue
dell
'
operaio
nei
suoi
aspetti
creativi
come
in
quelli
oppressivi
.
Essa
è
un
fatto
immenso
nella
sua
vita
,
toglietela
e
ne
farete
un
infelice
,
lo
dimezzerete
.
Egli
accetta
la
fabbrica
,
ne
ha
bisogno
ed
in
essa
trova
modo
di
esprimersi
.
Può
fare
ciò
perché
istintivamente
dà
un
giudizio
storico
:
egli
sente
che
quanto
vi
è
nella
vita
di
fabbrica
di
opprimente
,
di
umiliante
,
non
è
nella
natura
del
moderno
processo
di
produzione
,
ma
costituisce
il
portato
di
determinati
rapporti
di
classe
,
di
una
certa
situazione
sociale
.
Egli
scinde
quanto
è
la
conseguenza
logica
,
accettabile
della
moderna
organizzazione
del
lavoro
,
da
quanto
invece
è
frutto
dell
'
uomo
.
Ecco
perché
non
odia
la
fabbrica
,
perché
non
ne
ha
orrore
ma
necessità
:
gli
schiavi
non
amano
la
propria
prigione
.
Fortemente
drammatico
è
il
legame
tra
l
'
operaio
militante
e
la
sua
fabbrica
.
Dati
i
rapporti
di
classe
esistenti
nel
paese
,
l
'
imprenditore
impone
l
'
alienazione
globale
dei
lavoratori
.
Doppiamente
dura
è
la
vita
d
'
officina
per
chi
ha
coscienza
di
classe
:
non
solo
deve
condurre
,
all
'
interno
del
processo
produttivo
,
la
sua
lotta
naturale
contro
il
sistema
capitalista
,
ma
vede
negati
tutti
i
propri
diritti
,
di
cui
ha
consapevolezza
e
necessità
,
vede
colpito
in
fabbrica
ciò
che
è
legale
nel
paese
,
vede
violentemente
compresso
lo
slancio
a
manifestare
le
proprie
esigenze
.
Dura
,
esasperante
è
la
vita
dell
'
operaio
cosciente
:
eppure
il
grande
desiderio
del
licenziato
per
rappresaglia
,
del
perseguitato
dal
padrone
,
è
quello
di
rientrare
nella
fabbrica
da
cui
è
stato
estromesso
.
Tornare
nella
fabbrica
non
significa
solo
riprendere
la
lotta
,
come
molti
sostengono
cedendo
alla
retorica
,
ma
significa
,
più
modestamente
,
riannodare
le
fila
di
una
vita
in
cui
la
lotta
di
classe
ha
un
significato
profondo
,
riprenderla
là
dove
il
padrone
la
ha
bruscamente
,
dolorosamente
spezzata
.
Il
centro
delle
lotte
Malgrado
il
clima
oppressivo
della
fabbrica
,
così
profondo
è
il
suo
legame
con
essa
,
così
forte
il
suo
senso
storico
,
che
non
ho
mai
sentito
un
operaio
,
per
quanto
perseguitato
dal
padrone
,
proporsi
di
abbandonare
il
mondo
della
fabbrica
come
cercasse
di
liberarsi
da
una
condizione
per
sua
natura
oppressiva
ed
immutabile
.
Il
lavoro
non
è
una
schiavitù
.
Esso
conferisce
dignità
alla
vita
.
,
inserisce
l
'
individuo
nella
società
,
ne
fa
un
produttore
.
Ma
vi
è
di
più
:
il
lavoro
è
anche
un
modo
di
esprimersi
,
di
trovare
cioè
una
risposta
alla
propria
esistenza
dando
forma
concreta
a
tutto
ciò
che
vi
è
in
noi
di
buono
e
di
utile
.
Colpisce
l
'
attaccamento
dell
'
operaio
specializzato
al
proprio
lavoro
.
Questo
attaccamento
non
è
soltanto
la
caratteristica
di
una
élite
operaia
,
ma
,
se
è
vero
che
qui
ha
la
sua
manifestazione
più
appariscente
,
è
comune
a
tutti
coloro
che
lavorano
e
vedono
la
materializzazione
della
propria
attività
e
della
propria
tensione
interiore
.
Ignoro
se
in
altre
classi
si
verifichi
un
legame
altrettanto
profondo
col
lavoro
,
nato
dal
trovarvi
sia
la
propria
dignità
sociale
,
sia
l
'
espressione
della
propria
interiorità
,
un
attaccamento
insomma
che
abbia
un
significato
morale
altrettanto
intenso
.
Da
che
cosa
deriva
la
«
passione
»
dell
'
operaio
per
il
proprio
lavoro
?
(
Si
badi
bene
:
non
intendo
dire
che
tutti
gli
operai
provino
questa
passione
,
nemmeno
che
la
loro
media
provi
comunemente
un
sentimento
così
forte
;
intendo
invece
dire
che
nutre
questa
«
passione
»
una
élite
che
però
è
determinante
per
comprendere
il
«
carattere
»
della
classe
operaia
)
.
Credo
essa
vada
attribuita
al
sentimento
di
essere
una
classe
nuova
in
una
struttura
economica
che
va
rapidamente
trasformandosi
e
facendo
delle
attività
industriali
il
fattore
decisivo
del
progresso
civile
.
L
'
operaio
si
sente
al
centro
delle
trasformazioni
che
vanno
così
sensibilmente
accelerando
lo
sviluppo
della
società
;
quanto
vi
è
di
più
moderno
nella
tecnica
,
e
di
più
importante
negli
esperimenti
sociali
,
passa
attraverso
di
lui
.
D
'
altro
canto
risente
anche
dei
benefici
materiali
che
derivano
dalla
sua
posizione
.
Ma
se
la
classe
operaia
sente
di
trovarsi
,
per
così
dire
,
nel
centro
motore
del
progresso
civile
,
essa
sa
anche
che
è
in
questo
settore
del
processo
produttivo
che
si
decidono
,
nella
loro
sostanza
,
i
rapporti
di
produzione
,
che
le
lotte
sociali
condotte
sul
suo
terreno
sono
appunto
quelle
decisive
per
l
'
orientamento
della
società
e
per
i
rapporti
di
forza
tra
le
classi
.
In
altre
parole
la
classe
operaia
sa
,
più
o
meno
consapevolmente
,
di
trovarsi
ad
un
tempo
nel
centro
strutturale
del
progresso
civile
ed
in
quello
decisivo
per
la
lotta
di
classe
.
Faccia
a
faccia
con
la
borghesia
industriale
,
essa
pone
la
propria
candidatura
a
classe
dirigente
nel
cuore
del
progresso
economico
e
civile
.
Si
tratta
come
si
vede
di
sentimenti
vaghi
,
assai
generici
così
formulati
,
ma
sono
sentimenti
per
così
dire
«
storici
»
,
decisivi
nell
'
atteggiamento
e
nelle
lotte
di
una
classe
.
Essi
non
hanno
nulla
di
astratto
e
,
pur
essendo
il
più
delle
volte
inconsci
,
pur
traducendosi
in
un
modo
di
agire
che
non
sa
darsi
una
spiegazione
ideologica
,
si
alimentano
ininterrottamente
nel
concreto
del
processo
produttivo
,
nel
fulcro
dei
rapporti
di
classe
e
della
struttura
della
società
moderna
.
Grande
importanza
,
non
adeguatamente
valutata
,
hanno
nell
'
atteggiamento
dell
'
operaio
dinanzi
alla
società
,
e
nella
maturazione
di
questi
incerti
ma
concreti
sentimenti
della
propria
funzione
,
le
ideologie
che
operano
nel
mondo
operaio
.
In
genere
chi
vede
il
mondo
operaio
come
una
società
amorfa
,
tendenzialmente
piccolo
borghese
,
con
la
vocazione
della
casetta
,
del
frigidaire
,
della
televisione
,
è
condotto
ad
un
secondo
errore
.
Proprio
perché
mosso
da
una
concezione
superficiale
dei
fatti
sociali
,
egli
concepisce
la
società
operaia
come
qualcosa
di
livellato
,
di
appiattito
,
di
analogo
alla
produzione
in
serie
.
Egli
perde
insomma
il
senso
della
tridimensionalità
nei
fatti
sociali
.
I
livelli
diversi
di
consapevolezza
Ebbene
la
struttura
della
società
operaia
si
presenta
assai
complessa
,
sia
dal
punto
di
vista
della
anatomia
sociale
,
sia
da
quello
della
fisiologia
sociale
.
Vi
sono
in
essa
diversissimi
livelli
di
condizione
economica
,
di
educazione
,
di
consapevolezza
ideologica
.
Al
suo
interno
agiscono
organismi
che
la
improntano
profondamente
come
il
sindacato
,
il
partito
di
classe
,
la
rete
cooperativa
etc.
Nella
società
industriale
agiscono
fenomeni
come
l
'
immigrazione
dalle
campagne
,
la
politica
riformistica
dei
gruppi
monopolistici
,
l
'
offensiva
ideologica
e
politica
dello
schieramento
industriale
,
i
riflessi
sociali
della
introduzione
di
nuove
tecniche
produttive
etc
.
,
fenomeni
che
incidono
profondamente
sulla
struttura
di
questa
società
e
sugli
individui
che
ne
fanno
parte
.
E
tutto
ciò
va
visto
non
per
schermi
,
non
staticamente
,
bensì
nel
suo
sviluppo
dinamico
,
nei
rapporti
concreti
,
nei
reciproci
influssi
tra
fatti
di
struttura
e
di
sovrastruttura
.
Di
grande
interesse
per
una
sociologia
legata
al
movimento
operaio
sarebbe
lo
studio
del
settore
operaio
che
è
legato
alle
istanze
di
classe
,
analisi
descrittiva
che
,
nutrendosi
di
lieviti
storici
ed
ideologici
,
miri
a
fissare
la
vita
reale
di
questa
zona
della
società
.
Ad
esempio
non
si
dà
rilievo
al
fatto
che
all
'
interno
del
movimento
di
classe
esistono
diversi
livelli
di
consapevolezza
politica
ed
ideologica
,
e
che
a
questi
diversi
gradi
di
consapevolezza
corrispondono
diverse
funzioni
nel
corpo
sociale
preso
in
esame
.
Si
va
così
dall
'
operaio
la
cui
fedeltà
al
movimento
di
classe
è
data
dall
'
odio
cieco
,
insopprimibile
per
il
padrone
,
a
quello
che
è
invece
consapevole
della
propria
funzione
di
classe
,
dall
'
operaio
che
oppone
al
padrone
soltanto
la
propria
ostinata
resistenza
a
quello
che
,
sul
luogo
di
lavoro
,
sa
trasformare
una
resistenza
in
una
politica
.
Ebbene
è
evidente
che
a
questi
diversi
gradi
di
maturità
ideologica
corrispondono
influssi
diversi
(
spesso
valorizzati
o
compressi
dalla
politica
generale
del
movimento
operaio
)
sulla
struttura
del
movimento
di
classe
e
,
di
riflesso
,
sulla
società
operaia
.
È
di
grande
importanza
politica
afferrare
la
complessità
degli
strati
sociali
sui
quali
hanno
presa
le
nostre
organizzazioni
,
studiare
i
rapporti
tra
i
vari
gradi
di
consapevolezza
ideologica
,
anche
in
relazione
alla
prospettiva
politica
del
movimento
,
stabilirne
i
reciproci
influssi
ed
il
loro
peso
sul
complesso
del
movimento
di
classe
.
Il
contrasto
di
generazioni
Nel
corso
di
una
mia
inchiesta
condotta
prevalentemente
tra
gli
operai
coscienti
del
complesso
Fiat
,
ho
constatato
una
mancata
diversità
nella
concezione
del
mondo
tra
vecchi
e
giovani
operai
.
E
dicendo
vecchi
intendo
le
generazioni
che
hanno
vissuto
gli
anni
del
primo
dopoguerra
,
mentre
per
giovani
intendo
coloro
che
si
sono
formati
nella
guerra
partigiana
e
negli
anni
di
questo
dopoguerra
.
Questa
marcata
differenza
,
che
ha
una
radice
profonda
nell
'
individuo
e
si
manifesta
nella
personalità
,
più
ancora
che
nell
'
ideologia
,
corrisponde
a
due
fasi
ben
distinte
della
storia
del
movimento
operaio
.
Sono
stati
questi
periodi
distinti
,
ai
quali
si
accompagnava
anche
una
diversa
società
operaia
,
ad
esercitare
una
influenza
formativa
determinante
su
chi
li
ha
vissuti
.
Nel
loro
corso
infatti
il
movimento
operaio
ha
avuto
una
natura
diversa
,
una
diversa
prospettiva
politica
ed
un
diverso
sentimento
di
se
stesso
.
E
nel
caso
di
chi
è
legato
alle
lotte
della
classe
operaia
va
osservato
che
il
loro
influsso
è
determinante
nella
storia
del
suo
sviluppo
individuale
.
Paradossalmente
,
in
contrasto
con
tutto
quanto
dice
il
buon
senso
comune
,
i
vecchi
operai
hanno
un
istinto
,
un
temperamento
rivoluzionario
che
invece
i
giovani
hanno
in
parte
perduto
.
Predomina
in
essi
l
'
istinto
di
classe
sulla
consapevolezza
politica
,
lo
spirito
libertario
sul
senso
del
reale
,
la
passione
sul
raziocinio
.
Sono
più
avventurosi
,
più
sensibili
all
'
immaginazione
,
più
intransigenti
e
fiduciosi
,
più
giovanili
.
,
se
vogliamo
.
dei
giovani
.
Sono
il
frutto
di
un
socialismo
che
era
più
rozzo
ma
più
legato
alle
masse
,
di
un
socialismo
che
lottava
con
generosità
per
un
mondo
radicalmente
diverso
,
fatto
di
realtà
come
di
miti
,
di
un
socialismo
che
ancora
non
conosceva
la
fatica
e
l
'
amarezza
della
ragion
di
stato
.
Con
la
loro
presenza
attiva
nel
movimento
operaio
essi
costituiscono
un
perenne
richiamo
ai
motivi
primi
,
più
elementari
,
più
generosi
del
socialismo
.
Se
spesso
costituiscono
un
fattore
di
resistenza
ad
una
impostazione
più
moderna
e
cosciente
delle
lotte
operaie
,
non
dimentichiamo
mai
che
il
loro
istinto
di
classe
,
la
loro
intransigenza
rivoluzionaria
,
la
generosità
e
lo
slancio
con
cui
combattono
per
le
organizzazioni
di
classe
,
sono
un
patrimonio
prezioso
di
spirito
rivoluzionario
ed
una
garanzia
contro
ogni
forma
di
degenerazione
piccolo
borghese
del
socialismo
.
Formatisi
negli
anni
della
liberazione
e
delle
lotte
di
questo
dopoguerra
,
i
giovani
sono
il
prodotto
di
una
nuova
situazione
storica
,
di
una
società
più
vicina
alla
prosa
,
se
vogliano
.
là
dove
l
'
altra
risentiva
del
pathos
della
poesia
.
Essi
sono
,
il
frutto
dello
stalinismo
se
per
questo
s
'
intende
il
socialismo
che
si
consolida
là
dove
ha
conquistato
il
potere
,
la
divisione
del
mondo
in
blocchi
,
la
subordinazione
della
volontà
rivoluzionaria
alle
esigenze
della
ragion
di
stato
.
Ma
sono
anche
il
frutto
di
un
socialismo
che
si
è
fatto
più
adulto
,
che
ha
acquistato
una
superiore
consapevolezza
politica
,
che
si
è
configurato
come
nuova
classe
dirigente
ed
è
in
grado
di
porre
.
nel
nostro
paese
,
una
reale
alternativa
in
quanto
tale
.
Il
senso
di
concretezza
Si
incontrano
tra
di
loro
caratteri
individuali
e
sfumature
ideologiche
assai
diverse
e
spesso
contrastanti
.
C
'
è
chi
dà
alla
lotta
di
classe
una
impostazione
radicale
e
chi
invece
una
impostazione
riformista
:
è
soprattutto
attorno
a
queste
due
prospettive
politiche
(
alle
quali
corrispondono
temperamenti
e
caratteri
individuali
diversi
)
che
si
sviluppano
i
contrasti
.
Ma
l
'
unità
che
li
diversifica
dalle
passate
generazioni
c
'
è
ed
è
sostanziale
.
Direi
che
in
essi
si
è
compiuto
il
passaggio
dalla
aspirazione
ad
un
mondo
diverso
,
alla
trasformazione
concreta
di
questa
società
,
anche
se
vista
in
chiavi
diverse
.
In
questo
essi
segnano
il
passaggio
dall
'
era
dei
partiti
d
'
avanguardia
a
quella
dei
partiti
di
massa
,
e
alle
maggiori
responsabilità
che
queste
organizzazioni
affidano
,
proprio
perché
si
costituiscono
in
potere
nel
potere
,
ai
propri
militanti
.
I
giovani
dunque
hanno
sostituito
alla
improvvisazione
la
disciplina
,
alla
generica
volontà
rivoluzionaria
la
conoscenza
dei
termini
concreti
in
cui
si
attua
la
rivoluzione
.
Lo
studio
e
la
conoscenza
dei
problemi
politici
e
tecnici
sono
visti
come
la
condizione
per
incidere
e
per
trasformare
questa
società
.
Senso
della
realtà
,
conoscenza
dei
problemi
produttivi
,
capacità
tecniche
,
qualità
tattiche
e
strategiche
,
rifiuto
di
ogni
velleitarismo
rivoluzionario
sono
elementi
comuni
a
tutti
.
In
sostanza
essi
si
costituiscono
in
classe
dirigente
già
nella
società
borghese
e
,
nei
limiti
del
proprio
potere
,
esercitano
queste
qualità
,
piuttosto
che
essere
classe
dirigente
esclusivamente
nei
termini
della
propria
tensione
rivoluzionaria
ed
attendere
all
'
esercizio
della
propria
responsabilità
soltanto
dopo
il
salto
qualitativo
compiuto
con
la
conquista
del
potere
.
Si
ritiene
comunemente
che
la
tradizione
sia
un
fenomeno
rilevante
e
caratteristico
del
mondo
contadino
.
La
forza
della
tradizione
nel
mondo
contadino
è
giustamente
messa
in
rapporto
con
la
struttura
di
questa
società
,
ed
il
fenomeno
è
visto
sia
come
strumento
di
coesione
e
di
stabilità
sociale
,
sia
come
strumento
educativo
.
La
tradizione
,
intesa
come
travaso
di
valori
e
di
cognizioni
dall
'
ambiente
al
singolo
,
rappresenta
il
tipo
di
educazione
caratteristico
della
società
contadina
arretrata
.
Nelle
sue
manifestazioni
,
che
talora
divengono
vere
e
proprie
tecniche
,
il
singolo
viene
plasmato
ideologicamente
,
riceve
regole
di
condotta
,
princìpi
morali
,
cognizioni
.
Valore
della
tradizione
La
tradizione
si
presenta
dunque
come
tipica
manifestazione
di
una
società
caratterizzata
dalla
coesione
,
dalla
lentezza
del
proprio
sviluppo
se
non
dalla
immobilità
,
dall
'
assenza
di
bruschi
salti
qualitativi
e
di
lacerazioni
.
Del
tutto
diversa
,
opposta
addirittura
,
la
società
industriale
:
diversa
la
sua
struttura
,
diverse
le
forme
del
suo
sviluppo
,
diverso
il
suo
ideale
umano
,
diverse
le
finalità
e
gli
strumenti
educativi
.
Va
rilevato
come
la
tradizione
permanga
,
anche
se
come
fenomeno
secondario
,
nei
gruppi
sociali
che
compongono
le
società
evolute
.
Essa
si
presenta
ancora
come
un
fattore
di
coesione
e
di
unità
del
gruppo
,
e
come
uno
strumento
che
consente
di
travasare
nel
singolo
l
'
ideologia
del
gruppo
di
cui
fa
parte
.
Questo
aspetto
della
tradizione
,
intesa
come
educazione
ideologica
del
singolo
da
parte
del
gruppo
,
di
travaso
di
elementi
emotivi
,
sentimentali
(
oltre
che
strettamente
ideologici
)
dal
gruppo
al
singolo
,
è
rilevante
anche
tra
i
settori
più
avanzati
del
movimento
operaio
,
e
va
studiata
proprio
sotto
l
'
aspetto
della
conservazione
di
determinati
valori
,
sentimentali
ed
ideologici
.
In
parte
,
forse
,
può
essere
messa
in
relazione
con
le
origini
di
contadini
inurbati
degli
attuali
operai
.
Un
patrimonio
comune
Così
la
storia
del
movimento
operaio
,
soprattutto
la
storia
«
fatta
»
,
quella
della
città
,
del
quartiere
e
della
fabbrica
addirittura
,
divengono
elementi
vivi
,
di
un
comune
modo
di
sentire
e
vedere
le
cose
,
tappe
di
una
comune
origine
,
qualcosa
di
profondamente
formativo
e
di
nient
'
affatto
libresco
.
Essa
ha
come
centri
diffusori
le
organizzazioni
politiche
e
sindacali
degli
operai
,
ed
il
nucleo
familiare
,
e
passa
,
arricchendosi
e
trasformandosi
,
da
compagno
a
compagno
,
da
gruppo
a
gruppo
,
da
generazione
a
generazione
.
Nei
suoi
termini
più
ampi
si
tramanda
di
generazione
in
generazione
,
spesso
fondendo
esperienze
di
campagna
ed
esperienze
di
città
,
assai
sovente
nella
stessa
famiglia
(
accade
continuamente
di
scoprire
nello
stesso
nucleo
familiare
una
attiva
tradizione
di
lotta
di
classe
)
,
e
diviene
un
fattore
coesivo
di
grande
importanza
,
sotto
tutti
gli
aspetti
:
emotivi
e
ideologici
.
In
moltissimi
casi
è
per
questa
via
che
l
'
operaio
impara
di
avere
delle
radici
,
una
«
storia
»
alle
proprie
spalle
e
sempre
per
questa
via
amplia
la
propria
esperienza
personale
in
quella
del
gruppo
;
ed
infine
è
ancora
per
questa
via
che
riceve
cognizioni
le
quali
,
per
quanto
grossolane
,
restano
tra
gli
elementi
più
vivi
e
formativi
della
sua
cultura
.
Alcuni
temi
di
studio
Innumerevoli
temi
attraggono
chi
studia
il
mondo
operaio
,
ma
compito
di
chi
si
accinge
a
questa
analisi
è
separare
i
motivi
di
fondo
da
quelli
secondari
.
Non
solo
,
ma
chi
è
sensibile
alle
prospettive
di
lotta
del
movimento
operaio
avrà
sempre
la
sensibilità
di
individuare
,
nel
groviglio
dei
problemi
,
quelli
che
presentano
un
motivo
d
'
interesse
immediato
,
anche
se
non
contingente
.
Una
indagine
sulla
condizione
operaia
,
come
del
resto
qualsiasi
indagine
sociologica
,
deve
procedere
su
due
binari
che
appaiono
paralleli
ma
in
realtà
,
quando
il
lavoro
è
proficuo
,
si
sovrappongono
:
si
tratta
cioè
di
studiare
la
struttura
e
la
vita
della
società
operaia
e
contemporaneamente
di
portare
alla
luce
,
secondo
criteri
obbiettivi
,
le
forze
morali
,
le
aspirazioni
politiche
e
sociali
che
agiscono
al
suo
interno
.
Come
non
bisogna
mai
separare
la
descrizione
della
società
dalle
forze
che
la
compongono
,
così
è
necessario
accompagnare
sempre
la
società
con
l
'
uomo
che
ne
è
il
centro
.
Tra
i
temi
di
studio
per
una
sociologia
operaia
,
oltre
a
quelli
evidentissimi
di
base
(
quali
la
struttura
dell
'
economia
,
le
condizioni
sociali
,
politiche
,
sindacali
ecc.
del
lavoro
,
la
distribuzione
dei
redditi
,
la
disoccupazione
,
e
via
di
seguito
)
ne
suggerirei
altri
che
vengono
posti
in
primo
piano
dall
'
attuale
fase
di
sviluppo
del
capitalismo
italiano
,
ed
altri
ancora
connessi
prevalentemente
allo
studio
di
quello
che
è
l
'
«
Uomo
»
operaio
.
Così
,
rispetto
a
Torino
,
sono
temi
di
grande
interesse
,
oltre
a
quelli
ovvi
relativi
all
'
effetto
delle
trasformazioni
tecnologiche
e
politiche
del
grande
monopolio
sulla
composizione
della
maestranza
e
sulle
lotte
sindacali
,
il
nesso
tra
sviluppo
del
monopolio
cd
arca
economica
subordinata
,
l
'
esame
dei
rapporti
tra
immigrazione
e
politica
monopolistica
sia
all
'
interno
del
complesso
Fiat
sia
in
relazione
alla
sua
politica
verso
l
'
area
economica
subordinata
.
Infine
lo
studio
della
più
intima
natura
del
riformismo
aziendale
,
vista
soprattutto
come
indice
della
mentalità
sociale
e
politica
della
classe
dirigente
monopolistica
e
delle
sue
componenti
ideologiche
(
da
questo
punto
di
vista
si
rivelerebbe
di
estrema
utilità
lo
studio
del
«
linguaggio
»
dl
monopolio
,
nelle
sue
pubblicazioni
e
nei
suoi
rapporti
con
le
maestranze
e
con
il
pubblico
)
e
nei
suoi
riflessi
sulla
personalità
dei
lavoratori
.
Temi
affascinanti
sono
quelli
connessi
al
rapporto
tra
ambiente
operaio
e
personalità
ed
ideologia
dell
'
operaio
cosciente
,
soprattutto
in
relazione
all
'
influsso
formativo
delle
principali
lotte
politiche
e
sociali
del
nostro
secolo
,
delle
prospettive
e
dell
'
ideologia
dei
partiti
e
delle
organizzazioni
di
classe
.
L
'
operaio
,
come
ogni
altra
classe
subordinata
,
ha
un
profondo
bisogno
di
esprimersi
,
quasi
per
una
inconsapevole
volontà
di
entrare
,
anche
per
questa
via
,
a
far
parte
della
storia
.
Così
la
biografia
resa
scientifica
e
l
'
intervista
condotta
con
rigore
possono
divenire
strumenti
fondamentali
di
conoscenza
,
soprattutto
perché
consentono
di
osservare
dal
basso
la
fisiologia
della
società
operaia
e
permettono
di
afferrare
l
'
elemento
umano
osservandone
lo
sviluppo
nella
società
in
cui
vive
.
Necessità
di
una
sociologia
marxista
Lo
sviluppo
di
una
sociologia
marxista
sarebbe
un
momento
culturale
e
politico
di
grande
importanza
sia
per
la
formazione
di
una
cultura
marxista
,
che
abbia
stabilito
dialetticamente
il
proprio
legame
con
il
movimento
operaio
,
sia
perché
la
via
pacifica
(
o
italiana
)
al
socialismo
sarà
una
vaga
formula
fintantoché
i
partiti
operai
non
conosceranno
a
fondo
la
realtà
della
società
nazionale
.
Si
giungerà
ad
una
produzione
valida
a
condizione
di
liberarsi
da
ogni
sociologismo
,
dando
a
questa
produzione
impronta
ideologica
ed
autentico
respiro
culturale
.
Condizione
di
ogni
sociologia
marxista
è
lo
spirito
scientifico
con
cui
si
affronta
la
realtà
,
spirito
scientifico
che
,
anziché
escludere
,
presuppone
l
'
impronta
ideologica
.
Si
tratta
di
configurare
la
condizione
operaia
nei
suoi
aspetti
strutturali
ed
in
quelli
sociali
(
in
altre
parole
nella
sua
anatomia
e
nella
sua
fisiologia
)
,
come
nella
sua
tensione
morale
.
Sono
due
facce
della
stessa
realtà
,
l
'
intendimento
dell
'
una
presuppone
la
conoscenza
dell
'
altra
.
Proprio
perché
della
società
si
vuol
cogliere
il
fondo
,
l
'
anima
per
così
dire
,
occorre
lavorare
in
profondità
.
Operare
in
estensione
,
secondo
criteri
prevalentemente
quantitativi
e
pedantescamente
sociologici
,
conduce
ad
un
ritratto
del
tutto
superficiale
,
ad
un
ritratto
in
cui
manca
proprio
ciò
che
ci
interessa
,
ciò
che
imprime
tutto
di
sé
:
il
carattere
.
StampaPeriodica ,
La
bomba
lanciata
a
Belfast
contro
un
corteo
di
bambine
cattoliche
che
,
nei
giorni
di
riapertura
dell
'
anno
scolastico
,
si
recavano
alla
Holy
Cross
Primary
School
situata
nell
'
infuocato
quartiere
di
Ardoyne
,
è
stata
un
'
imboscata
protestante
certamente
inaudita
quanto
orrenda
.
Mai
,
nella
guerra
civile
che
da
trent
'
anni
continua
a
insanguinare
l
'
Irlanda
del
Nord
,
era
accaduto
che
fanciulli
innocenti
venissero
presi
a
bersaglio
dai
bombaroli
dell
'
una
o
dell
'
altra
fazione
.
Le
analogie
che
vengono
a
mente
esulano
dai
confini
dell
'
Europa
occidentale
:
Little
Rock
,
Bosnia
,
Kosovo
,
Algeria
,
Nigeria
,
Sudan
,
Indonesia
.
Però
,
in
questi
giorni
cruciali
,
il
paragone
che
forse
colpisce
più
l
'
occhio
e
l
'
immaginazione
è
quello
fra
l
'
Irlanda
del
Nord
e
la
Palestina
.
Non
v
'
è
dubbio
che
il
lancio
della
granata
contro
lo
scolaresche
cattoliche
dell
'
Ulster
sia
stato
,
di
per
sé
,
un
gesto
assolutamente
indegno
di
una
società
civile
europea
.
Ma
in
un
certo
senso
ancora
più
inquietante
,
più
emblematica
,
perché
volutamente
intonata
al
clima
d
'
intolleranza
confessionale
generalizzata
che
va
espandendosi
nel
mondo
,
è
stata
la
fitta
sassaiola
che
,
prima
della
bomba
,
i
protestanti
avevano
fatto
piovere
sulle
giovani
alunne
della
Holy
Cross
School.Tale
prima
eccezionale
intifada
anticattolica
non
è
stata
che
un
'
intenzionale
citazione
della
seconda
intifada
mediorientale
:
quella
rilanciata
dai
palestinesi
contro
gli
ebrei
per
motivi
religiosi
un
anno
fa
,
quando
Ariel
Sharon
,
non
ancora
primo
ministro
,
decise
di
compiere
una
passeggiata
attraverso
la
Spianata
delle
Moschee
di
Gerusalemme
.
Da
quel
momento
,
attizzata
da
un
evidente
atto
di
provocazione
religiosa
,
la
lotta
per
la
liberazione
della
Palestina
perdeva
i
suoi
connotati
tradizionalmente
laici
e
assumeva
,
anch
'
essa
,
caratteristiche
religiose
e
fondamentaliste
sempre
più
accentuate
e
indiscriminate
.
Scendevano
in
campo
,
scavalcando
l
'
indebolita
Autorità
palestinese
di
Yasser
Arafat
,
i
fanatici
della
guerra
santa
,
della
Jihad
islamista
,
i
kamikaze
di
Hamas
e
i
guerriglieri
dell
'
Hezbollah
libanese
.
Dai
sassi
si
passava
alle
bombe
,
alle
autobombe
,
agli
uomini
bomba
che
s
'
immolano
nelle
discoteche
,
nelle
pizzerie
e
nei
centri
israeliani
con
la
certezza
di
rinascere
seduta
stante
nei
paradisi
di
Allah
.
Ciò
che
più
impressiona
di
questa
nuova
epidemia
terroristica
è
la
sua
omologazione
nelle
tecniche
e
nei
gesti
simbolici
,
i
sassi
nell
'
Ulster
come
in
Cisgiordania
,
omologazione
pericolosa
che
sembra
scavalcare
i
confini
tra
mondi
culturalmente
diversi
:
non
a
caso
uno
studioso
della
London
school
of
economics
ha
potuto
azzardare
lo
slogan
«
Irlanda
del
Nord
fotocopia
della
Palestina
»
.
Da
un
altro
lato
impressiona
la
virulenza
con
cui
l
'
odio
religioso
,
dilagando
sempre
più
in
primo
piano
,
sembra
prevalere
e
diventare
un
po
'
dovunque
la
fase
suprema
dell
'
astio
etnico
,
il
quale
spesso
poggia
su
basi
surrettizie
o
immaginarie
.
Si
ricorda
distrattamente
che
arabi
ed
ebrei
sono
semiti
,
ma
si
sottolinea
con
più
forza
che
gli
uni
sono
musulmani
e
gli
altri
giudei
.
Si
guardano
le
drammatiche
immagini
di
Belfast
e
si
vedono
bimbe
cattoliche
terrorizzate
che
hanno
gli
stessi
capelli
biondi
o
rossi
delle
bimbe
protestanti
:
più
del
cromosoma
le
distingue
il
marchio
della
religione
.
C
'
è
infine
l
'
aspetto
,
non
meno
preoccupante
,
dell
'
integralismo
religioso
globalizzato
.
Più
le
differenze
confessionali
si
fanno
ampie
e
globali
,
contrapponendo
per
esempio
nel
suo
insieme
l
'
intero
mondo
islamico
a
quello
cristiano
e
giudaico
,
tanto
più
l
'
intolleranza
politicizzata
di
una
parte
tende
a
prevalere
senza
reciprocità
sulla
tolleranza
legale
e
morale
dell
'
altra
.
L
'
Europa
difatti
tollera
l
'
invasione
delle
sue
coste
meridionali
da
parte
di
nomadi
masse
islamiche
,
lascia
che
Parigi
e
Milano
diventino
centri
islamici
mondiali
;
ma
cosa
avverrebbe
se
folle
di
europei
senza
lavoro
invadessero
le
coste
libiche
o
algerine
,
o
se
tentassimo
di
erigere
una
basilica
cristiana
nei
deserti
dell
'
Arabia
Saudita
?
Perfino
alla
conferenza
delle
Nazioni
Unite
di
Durban
abbiamo
visto
trionfare
l
'
intollerante
fondamentalismo
terzomondista
,
fomentato
da
stati
teocratici
che
,
con
l
'
appoggio
di
governi
dispotici
come
quello
castrista
,
sono
riusciti
a
imporre
l
'
equazione
ingiuriosa
del
sionismo
parificato
al
razzismo
.
Le
delegazioni
americana
,
canadese
,
australiana
e
israeliana
hanno
abbandonato
la
conferenza
.
Le
delegazioni
europee
sono
rimaste
.
La
cultura
della
resa
e
del
rimorso
ha
paralizzato
una
volta
di
più
gli
europei
che
,
pur
lapidandosi
a
Belfast
,
rinunciano
poi
a
difendersi
concordi
dall
'
aggressore
esterno
.
StampaPeriodica ,
La
religione
non
è
nata
da
fatti
,
né
la
sua
forma
essenziale
esterna
è
l
effetto
di
una
complicazione
d
eventi
,
o
il
risultato
del
concerto
de
pensieri
degli
uomini
;
essa
è
il
parto
della
mente
di
Dio
,
e
da
Lui
l
organizzazione
del
suo
eterno
regime
fu
esclusivamente
costituita
.
In
nulla
dipende
da
fatti
umani
il
suo
prestigio
.
Che
ci
venite
dunque
a
dire
che
il
cattolicismo
unica
vera
religione
,
che
è
il
cristianesimo
nella
sua
purezza
sia
per
essere
oscurato
da
fatti
de
suoi
ministri
,
e
che
fra
breve
il
protestantesimo
s
impossesserà
d
Italia
?
Nel
secolo
XIX
queste
puerili
asserzioni
,
questi
panici
timori
,
questa
confusione
di
ciò
che
è
divino
con
quello
che
è
umano
?
Che
importa
al
cattolicismo
che
Italia
le
sia
fedele
;
come
qual
male
ridonda
alla
divinità
che
l
uomo
si
perda
?
L
uno
si
estende
al
di
là
dell
Europa
,
l
altra
è
glorificata
nella
sua
giustizia
.
Ma
di
grazia
chi
è
questo
clero
reazionario
che
tanto
avversa
alla
causa
italiana
?
Non
è
certamento
quello
che
imbrandì
le
armi
e
la
sostenne
col
sangue
;
non
è
l
episcopato
in
gran
parte
della
Sicilia
;
non
sono
i
vescovi
delle
Puglie
che
spedirono
indirizzi
a
Vittorio
Emanuele
,
o
scrissero
lettere
pastorali
per
inculcare
la
libertà
e
l
unione
italiana
a
loro
sudditi
;
non
è
il
vescovo
di
Striano
che
tanto
si
è
distinto
a
seguire
il
movimento
dell
Italia
meridionale
;
non
sono
i
vescovi
dell
alta
Italia
i
quali
già
governano
i
fedeli
,
stando
il
libero
regime
del
Re
Galantuomo
.
Si
riduce
dunque
tutta
la
colpa
a
quelli
i
quali
sono
passivi
,
cioè
che
non
hanno
presa
parte
alcuna
nell
azione
.
Eppure
quanto
c
illudiamo
!
Essi
sono
i
più
utili
alla
causa
italiana
.
Dico
primamente
sono
passivi
.
Sì
tali
sono
.
Signori
miei
,
via
le
dicerie
e
le
immaginazioni
.
Un
governo
libero
e
forte
è
un
governo
sapiente
che
non
si
fa
accalappiare
dagli
allarmi
di
chi
cerca
suscitare
tumulti
perché
non
è
contento
del
governo
.
Oh
quanti
sono
i
mascherati
!
I
fatti
dove
sono
?
Noi
non
crediamo
alle
ciarle
,
poca
fede
deve
prestarsi
a
qualche
penna
venduta
allo
straniero
:
dove
sono
i
processi
,
dove
sono
le
condanne
,
dove
è
la
flagranza
,
dov
è
la
congiura
scoperta
la
quale
abbia
a
capo
(
non
già
quattro
o
cinque
preti
ignoranti
,
qualche
monaco
indegno
di
portare
l
abito
religioso
e
qualche
altro
,
che
si
è
dimenticato
della
sua
divina
missione
)
ma
che
abbia
a
capo
almeno
la
decima
parte
de
vescovi
e
del
clero
,
per
dirsi
che
il
clero
avversa
il
progresso
sociale
?
Ma
noi
vi
dicevamo
:
essi
sono
utili
alla
causa
italiana
.
Signori
miei
giornalisti
,
invece
di
destare
sdegni
senza
scopo
animate
piuttosto
il
popolo
italiano
ad
attendere
a
suoi
veri
interessi
,
a
procurare
il
proprio
bene
,
la
prosperità
del
paese
...
oh
quanto
meglio
adempirebbero
essi
alla
loro
missione
;
e
si
toglierebbero
mille
ostacoli
.
O
la
nostra
causa
è
giusta
o
è
ingiusta
:
se
è
giusta
a
che
vi
serve
l
azione
di
tutto
il
clero
?
il
coagire
tutto
il
clero
a
concorrervi
con
l
azione
sarebbe
un
volere
a
forza
un
appoggio
dal
sacerdozio
,
quasi
che
noi
Italiani
non
l
avessimo
nella
nostra
causa
medesima
;
fate
supporre
che
noi
dubitiamo
della
giustizia
de
nostri
sforzi
e
andiamo
mendicando
titoli
e
colori
dal
clero
;
come
in
alcuni
passati
governi
la
scuola
febroniana
attuata
nel
sistema
amministrativo
del
culto
prendeva
ipocritamente
le
sembianze
di
zelo
per
la
Chiesa
e
pel
cattolicismo
.
E
non
vedete
che
la
passività
del
clero
,
la
sua
inerzia
è
una
tacita
espressione
che
dichiara
che
non
prende
azione
contraria
,
poiché
non
entra
nel
punto
dommatico
,
o
morale
,
quanto
avviene
nelle
trasformazioni
sociali
nel
solo
punto
di
vista
governativo
?
Se
fosse
altrimenti
avrebbe
ben
fatta
sentire
la
sua
energica
parola
;
avrebbe
con
pari
zelo
e
coraggio
esposto
il
petto
alle
spade
,
il
capo
alla
mannaia
.
E
se
vedete
che
noi
pure
infimi
nel
cattolicesimo
alziamo
la
voce
contro
i
fogli
anticattolici
,
contro
i
libri
perversi
,
contro
i
seducenti
sofisti
;
lo
è
perché
amiamo
che
la
causa
italiana
non
venga
ad
essere
disonorata
da
essi
.
Signori
miei
,
non
tocchiamo
il
cattolicismo
,
altrimenti
Iddio
ci
spezzerà
le
spade
.
Voi
ci
parlate
delle
azioni
della
corte
romana
.
Ma
se
voi
stessi
separate
re
da
papa
,
come
ora
volete
confondere
papa
con
re
?
Che
chiede
il
Papa
?
La
sua
indipendenza
.
La
indipendenza
del
Pontefice
è
necessaria
non
solo
a
tutt
i
cattolici
,
ma
principalmente
all
Italia
.
Un
potere
che
sia
giudice
de
sovrani
e
de
sudditi
è
il
più
grande
perno
della
transazione
democratica
,
che
è
la
Costituzione
.
Vorremmo
che
pacata
la
mente
de
nostri
lettori
vi
riflettesse
.
Voltaire
stesso
la
credeva
necessaria
a
tutta
l
umanità
.
Nel
Medioevo
l
autorità
del
Papa
salvò
l
Italia
,
e
salvò
l
Europa
dalla
tirannia
degl
imperatori
.
Eccovi
un
nemico
de
papi
e
del
cattolicismo
che
ne
fa
testimonianza
.
L
interesse
del
genere
umano
egli
dice
esige
un
freno
che
trattenga
certi
principi
e
che
ponga
al
sicuro
la
vita
del
popolo
:
questo
della
religione
avrebbe
potuto
per
effetto
di
un
generale
consentimento
essere
in
mano
de
papi
.
Quei
primi
pontefici
prendendo
parte
nelle
temporali
dispute
per
acchetarle
,
avvertendo
i
popoli
ed
i
re
de
loro
doveri
,
riprendendo
i
loro
delitti
,
riserbando
le
scomuniche
per
i
grandi
attentati
,
avrebbero
dovuto
essere
riguardati
come
imagini
di
Dio
sulla
terra
.
Niun
nuovo
principe
osava
dirsi
sovrano
,
né
poteva
essere
riconosciuto
dagli
altri
principi
senza
la
permissione
del
Papa
.
Ecco
il
fondamento
della
storia
del
Medioevo
.
Italiani
,
il
vessillo
del
cattolicismo
è
la
bandiera
della
vera
libertà
:
la
croce
;
stringetevi
intorno
a
questa
e
vostre
saranno
le
vittorie
.
L
episcopato
vi
benedirà
,
e
registrerà
i
vostri
nomi
come
de
più
cari
suoi
figli
,
se
correndo
alla
difesa
della
libertà
nazionale
con
uno
sguardo
cruccioso
caccerete
lungi
da
voi
i
seducenti
vostri
nemici
,
gl
inverecondi
apostati
della
religione
degli
avi
nostri
.
Iddio
benedirà
i
vostri
sentimenti
patriottici
se
sono
secondo
gli
ordini
di
sua
Provvidenza
.