StampaPeriodica ,
I
Poiché
G
.
Pascoli
ce
ne
dà
la
speranza
,
«
Il
Marzocco
»
potrà
mantenere
ai
suoi
lettori
un
'
antica
promessa
,
e
offrirà
loro
una
serie
di
studi
su
Dante
.
Il
poeta
del
Vischio
ha
tutto
rivolto
ora
il
suo
meraviglioso
acume
all
'
esame
della
Divina
Commedia
e
giunge
a
conclusioni
nuove
ed
inaspettate
,
tali
che
nessuna
persona
colta
deve
ignorare
in
Italia
.
Forse
egli
stesso
acconsentirà
di
compendiare
per
noi
quello
che
di
più
sostanziale
si
verrà
derivando
dalla
sua
indagine
amorosa
,
e
sarà
questo
il
dono
migliore
che
ai
nostri
intelligenti
lettori
noi
potremo
fare
.
Intanto
però
ci
è
sembrato
necessario
di
richiamare
all
'
attenzione
di
tutti
,
un
libro
che
egli
ha
già
pubblicato
da
2
anni
,
Minerva
Oscura
,
in
cui
esamina
tutta
la
costruzione
morale
del
divino
poema
.
È
un
libro
poco
divulgato
fuori
della
cerchia
degli
studiosi
,
ma
che
pure
deve
essere
letto
da
chi
voglia
seguire
con
animo
attento
l
'
indagine
nuova
del
nostro
illustre
collaboratore
ed
amico
.
Io
mi
propongo
di
farne
un
'
esposizione
più
chiara
che
per
me
si
potrà
,
avvertendo
che
sarò
costretto
,
per
ragioni
di
spazio
,
a
tacere
le
prove
di
molte
affermazioni
ivi
contenute
,
che
i
lettori
faran
bene
a
ricercare
nel
libro
.
Dante
,
ha
osservato
il
Pascoli
,
ha
confessato
di
voler
essere
oscuro
e
di
volere
ora
esercitare
l
'
acume
,
ora
mettere
a
prova
la
dottrina
dei
suoi
lettori
;
e
di
questa
sua
intenzione
assai
spesso
li
avverte
.
Ora
quando
egli
dà
quegli
ammonimenti
è
in
certo
qual
modo
un
Dante
diverso
da
quello
che
prima
segue
Virgilio
e
poi
Beatrice
:
non
è
più
un
Dante
attore
,
ma
un
Dante
autore
che
ci
parla
.
«
Ora
io
credo
dice
il
Pascoli
che
a
noi
convenga
,
per
intendere
il
poema
,
seguire
appunto
l
'
attore
,
il
Dante
che
figura
come
ammaestrato
e
guidato
e
illuminato
continuamente
a
mano
a
mano
,
prima
da
Virgilio
,
poi
da
Beatrice
,
e
qua
e
là
impara
da
tutti
e
da
tutto
;
e
finge
,
per
mostrare
agli
altri
come
possano
condurvisi
,
di
essere
tratto
esso
di
servo
...
a
libertate
'
.
Da
questa
parte
di
Dante
io
penso
che
come
è
naturale
che
derivi
non
piccola
oscurità
,
perché
l
'
autore
,
fingendo
che
l
'
attore
sia
ammaestrato
nella
verità
via
via
,
non
può
dire
la
verità
qual
'
è
,
d
'
un
tratto
;
così
è
sperabile
che
a
noi
venga
la
luce
,
se
non
presumeremo
di
precedere
Dante
stesso
e
di
veder
più
di
quello
che
egli
stesso
dice
di
aver
veduto
»
(
MO
,
IV
,
13-14
)
.
Vinti
dunque
i
primi
dubbi
che
spesso
l
'
hanno
arrestato
nella
prima
parte
del
suo
cammino
,
ecco
Dante
alle
porte
di
Dite
,
ove
Virgilio
gli
dichiara
la
costruzione
dell
'
Inferno
.
L
'
esposizione
che
fa
il
maestro
non
è
tra
le
più
chiare
,
primieramente
perché
Virgilio
,
sia
che
simboleggi
la
Ragione
o
la
Filosofia
,
chiara
non
la
poteva
fare
,
ed
in
secondo
luogo
,
perché
essendo
egli
il
maestro
vuole
che
il
discepolo
lavori
anch
'
egli
a
comprendere
.
Ma
ad
ogni
modo
dall
'
esposizione
di
Virgilio
questo
risulta
chiaro
,
che
delle
tre
disposizioni
che
il
ciel
non
vuole
,
una
,
l
'
Incontinenza
,
è
punita
fuori
della
città
roggia
,
e
le
altre
due
Malizia
e
la
matta
Bestialità
,
dentro
;
e
che
queste
due
equivalgono
ad
una
triplice
malizia
di
cui
ingiuria
è
il
fine
:
violenza
cioè
,
frode
in
colui
che
si
fida
,
e
frode
in
quello
che
fidanza
non
imborsa
.
Dei
peccati
d
'
incontinenza
,
lussuria
,
gola
ed
avarizia
,
Dante
conosceva
già
il
nome
,
come
sa
anche
il
nome
dei
peccati
puniti
nella
palude
pingue
dove
sono
l
'
anime
di
color
cui
vinse
ira
e
di
quelli
che
portaron
dentro
«
accidioso
fummo
»
8Inf
.
,
VII
,
123
)
.
Quindi
anche
dell
'
ira
e
dell
'
accidia
Dante
sa
il
nome
.
Dei
sette
peccati
capitali
,
due
dunque
,
l
'
Invidia
e
la
Superbia
non
sembrano
puniti
nell
'
Inferno
danTesco
,
e
la
ricerca
del
Pascoli
è
tutta
rivolta
a
scoprire
dove
essi
siano
puniti
dentro
la
città
di
Dite
.
Ma
intanto
ricordando
l
'
altra
lezione
che
Virgilio
fa
a
Dante
nel
Purgatorio
(
canto
XVII
)
subito
egli
nota
una
corrispondenza
che
è
fra
loro
.
Nell
'
Inferno
Virgilio
ha
ragionato
dei
tre
cerchietti
,
che
avevano
ancora
da
visitare
,
nel
Purgatorio
invece
tace
dei
tre
cerchi
superiori
e
parla
dei
quattro
che
hanno
già
visitato
,
tace
cioè
dell
'
avarizia
,
della
gola
e
della
lussuria
,
e
parla
invece
della
superbia
,
dell
'
invidia
,
dell
'
ira
e
dell
'
accidia
.
Non
è
senza
importanza
questo
silenzio
:
egli
tace
perché
la
natura
di
quei
tre
peccati
l
'
ha
già
dichiarata
al
suo
discepolo
precedentemente
.
Così
che
,
applicando
questa
correlazione
ai
peccati
nell
'
Inferno
,
dobbiamo
conchiudere
che
i
peccatori
dei
tre
cerchietti
«
rei
di
malizia
di
cui
ingiuria
è
il
fine
,
secondo
che
l
'
ingiuria
è
con
forza
o
con
frode
o
con
tradimento
,
erano
appunto
irosi
,
invidi
e
superbi
»
(
MO
,
VIII
,
25
)
.
Nel
Purgatorio
noi
sappiamo
anche
quale
è
la
causa
donde
discendono
tutti
i
peccati
:
l
'
amore
;
e
sappiamo
come
essi
sono
ordinati
,
non
come
sono
in
S
.
Tommaso
,
ma
come
sono
invece
in
S
.
Bonaventura
,
in
Ugo
di
S
.
Vittore
e
in
S
.
Gregorio
.
Ma
nell
'
Inferno
sono
essi
ordinati
così
,
e
quale
ne
è
la
ragione
e
la
natura
?
Di
tre
,
quelli
derivanti
da
incontinenza
si
sa
;
ma
degli
altri
quattro
?
E
qui
si
comincia
l
'
esame
di
questi
quattro
peccati
oscuri
,
e
primieramente
dell
'
ultimo
,
quello
del
nono
cerchio
ove
è
l
'
imperator
del
doloroso
regno
.
Il
peccato
del
primo
Angelo
è
stato
senza
dubbio
la
superbia
,
che
è
secondo
S
.
Agostino
appetito
di
perversa
eccellenza
,
amore
di
primazia
.
Lucifero
è
dunque
principio
del
male
,
come
la
superbia
è
inizio
di
ogni
peccato
.
E
che
così
sia
veramente
è
confermato
dal
Dottore
d
'
Aquino
,
il
quale
dopo
aver
insegnato
«
che
in
ogni
peccato
è
un
volgersi
verso
un
commutevole
bene
e
un
ritorcersi
dal
bene
immutabile
che
è
Dio
,
affermava
che
nella
superbia
un
torcesi
da
Dio
non
proveniva
da
ignoranza
o
debolezza
o
desiderio
di
alcuna
cosa
,
come
negli
altri
peccati
,
ma
da
ciò
quod
non
vult
Deo
et
eius
regulae
subiici
.
In
questo
modo
ogni
peccato
comincia
con
la
superbia
,
ossia
col
disprezzo
di
quella
tal
legge
di
Dio
,
che
proibisce
quel
tal
atto
»
(
MO
,
X
,
29
)
.
Ma
se
in
ogni
peccato
è
superbia
,
vi
è
pure
una
superbia
di
per
sé
.
Quella
del
primo
Angelo
si
manifestò
con
alzar
le
ciglia
contro
Dio
,
quella
degli
uomini
col
non
volersi
sottoporre
a
lui
ed
alle
sue
leggi
.
Per
Lucifero
la
legge
era
di
riconoscer
da
Dio
la
sua
creazione
e
aspettar
lume
,
per
l
'
uomo
fu
tempo
che
si
riduceva
al
solo
divieto
del
pomo
.
Trasgredito
questo
divieto
e
commesso
il
primo
peccato
che
fu
di
superbia
,
perché
il
tentatore
disse
ad
Eva
che
essi
sarebbero
come
Iddii
,
si
moltiplicarono
per
gli
uomini
i
divieti
,
divieti
che
furono
da
Dio
rivelati
a
Mosè
nelle
due
tavole
che
gli
diede
sul
Sinai
:
così
che
fu
peccato
poi
la
violazione
di
ognuno
di
questi
comandamenti
di
Giustizia
.
Importante
è
quindi
esaminare
come
si
possono
dividere
questi
precetti
.
È
chiaro
che
quei
della
prima
tavola
riguardano
le
relazioni
dell
'
uomo
con
Dio
,
e
quelli
della
seconda
che
cominciano
«
Onora
il
padre
tuo
e
la
madre
tua
»
riguardano
la
relazione
degli
uomini
fra
loro
,
ma
pure
il
I
della
seconda
tavola
ha
una
certa
affinità
con
quelli
che
riguardano
Iddio
,
perché
i
genitori
sono
particolarmente
principio
del
nostro
essere
come
Dio
ne
è
il
principio
universale
.
Quindi
tre
sono
le
divisioni
che
si
possono
fare
di
tutti
i
dieci
comandamenti
:
i
primi
tre
riguardano
la
religio
che
è
verso
Dio
;
il
quarto
la
pietas
che
è
verso
i
genitori
e
gli
ultimi
sei
la
justitia
communiter
dicta
,
che
è
tra
eguali
.
È
naturale
che
di
tutti
questi
precetti
quelli
che
si
possono
più
facilmente
osservare
sono
quelli
che
si
violano
con
maggiore
ingiustizia
,
e
quindi
più
severa
punizione
merita
la
trasgressione
di
quello
di
Religione
e
Pietà
,
anzi
che
quella
di
giustizia
comunemente
intesa
.
«
E
io
osserva
il
Pascoli
pensai
al
lago
del
centro
terrestre
che
aggela
per
il
ventilare
delle
sei
ali
del
primo
superbo
.
Facilmente
s
'
intende
come
notassi
subito
che
era
diviso
in
quattro
circuizioni
,
e
come
ricordassi
i
quattro
precetti
di
Religione
e
di
Pietà
,
cui
violare
credevo
essere
superbia
»
(
MO
,
XII
,
34
)
.
Nella
Caina
(
traditori
dei
consanguinei
)
adunque
,
sarebbero
puniti
i
violatori
del
quarto
comandamento
che
quantunque
suoni
:
onora
il
padre
tuo
e
la
madre
tua
,
implica
anche
i
consanguinei
;
nella
Antenora
(
traditori
della
patria
)
i
violatori
del
terzo
:
Ricordati
di
santificare
il
giorno
di
Sabato
.
E
qui
si
richiede
una
breve
spiegazione
.
Secondo
S
.
Tommaso
,
observatio
sabbati
est
signum
generalis
beneficii
scilicet
productionis
universae
creaturae
(
Summa
Th
.
2a
e
2ae
CXXII
)
.
«
Festeggiare
dunque
il
giorno
del
Riposo
di
Dio
,
è
quanto
riconoscere
che
Dio
fece
caelum
et
terram
,
la
qual
Terra
è
la
patria
nostra
presente
,
e
il
Cielo
la
patria
futura
»
(
MO
,
XII
,
35
)
.
Quindi
il
peccato
di
Bocca
si
può
esprimere
con
queste
parole
:
"
Violò
il
Sabato
del
Signore
"
.
Nella
Tolomea
(
traditori
dei
commensali
)
sono
puniti
i
violatori
del
secondo
precetto
:
Non
prendere
in
vano
il
nome
del
Signore
Dio
tuo
,
col
quale
si
proibisce
lo
spergiuro
che
pertiene
a
irreligiosità
;
e
spergiura
in
massimo
grado
chi
viola
la
santità
della
mensa
;
e
finalmente
nella
Giudecca
,
come
di
leggieri
si
può
concludere
sono
puniti
i
violatori
del
primo
precetto
:
"
Non
avrai
altri
dii
innanzi
a
me
"
.
Ma
giunto
a
questo
punto
il
Pascoli
ha
il
dubbio
che
Dante
più
che
questa
distinzione
ne
possa
avere
avuta
in
mente
una
più
semplice
suggeritagli
da
uno
scrittore
che
in
questo
luogo
aveva
presente
,
da
Cicerone
,
il
quale
disse
di
Romolo
uccisor
del
fratello
:
Omisit
pietatem
et
bumanitatem
(
De
off
..
III
109
,
il
che
potrebbe
condurre
a
questa
affermazione
più
semplice
,
che
superbia
sia
violare
la
Pietà
quale
è
in
Cicerone
e
altro
peccato
sia
violare
l
'
umanità
sola
.
Queste
induzioni
non
bastano
però
al
critico
dotto
:
egli
vuole
approfondir
maggiormente
il
suo
argomento
.
La
superbia
viola
i
precetti
di
giustizia
,
cioè
i
primi
quattro
comandamenti
.
Vediamo
adunque
che
cosa
è
la
giustizia
.
Secondo
S
.
Tommaso
è
perpetua
et
constans
voluntas
ius
suum
unicuique
tribuendi
,
è
atto
di
essa
reddere
unicuique
quod
suum
est
(
Summa
Th
.
2a
e
2ae
LVIII
)
.
Atto
dell
'
ingiustizia
dunque
sarà
altrui
in
ferre
iniuriam
,
quindi
in
Dante
malizia
è
precisamente
quello
che
Cicerone
intende
per
ingiustizia
,
Cum
...
duobus
modis
,
id
est
,
aut
vi
aut
fraude
,
fiat
iniuria
,
dice
l
'
Arpinate
nel
De
Officiis
(
I,13
,
41
)
,
e
più
oltre
:
fundamentum
iustitiae
est
fides
(
De
off
.
I
,
7
,
23
)
;
e
questi
due
luoghi
ricordano
assai
chiaramente
ciò
che
dice
Virgilio
a
Dante
nel
canto
XI
dell
'
Inferno
,
quando
parla
della
violenza
e
della
frode
.
I
fraudolenti
,
dunque
,
sono
rei
contro
la
giustizia
comunemente
detta
,
mentre
da
chi
tradisce
è
offesa
la
Religione
e
la
Pietà
.
«
E
così
mi
pareva
considerando
i
peccatori
del
nono
cerchio
e
i
loro
peccati
,
poi
che
di
quelli
che
sono
nelle
tre
bocche
di
Lucifero
,
Giuda
aveva
tradito
direttamente
Cristo
,
e
Bruto
e
Cassio
la
Monarchia
,
che
dipende
direttamente
da
Dio
(
Mon
.
III
,
15
)
:
avevano
tradito
,
non
tanto
,
come
dissi
,
per
il
mezzo
fraudolento
posto
in
opera
dall
'
uno
e
dagli
altri
,
quanto
per
la
persona
,
perché
Dio
era
il
loro
benefattore
,
o
immediatamente
,
come
Cristo
,
o
mediatamente
,
come
Cesare
;
e
perciò
Dio
e
Cesare
avevano
particolar
motivo
di
fidarsi
di
loro
,
sì
che
Cristo
esclamava
:
"
Con
un
bacio
!
"
e
Cesare
"
Anche
tu
,
figlio
?
"
.
Gli
altri
peccatori
della
Giudecca
e
della
Tolomea
avevano
pur
tradito
Dio
,
nelle
persone
che
per
il
benefizio
più
avevano
di
Dio
e
in
quelle
che
per
Dio
erano
state
accolte
alla
mensa
ospitale
,
e
gli
uni
e
gli
altri
avevano
perciò
fede
intera
nel
beneficato
e
nell
'
ospite
.
E
anche
quelli
dell
'
Antenora
avevano
offeso
direttamente
Dio
,
il
che
,
più
che
per
altro
,
intendevo
per
la
differenza
tra
Bocca
,
traditore
di
parte
guelfa
o
della
patria
,
e
Camicion
de
'
Pazzi
,
uccisore
di
un
suo
congiunto
.
Poi
che
questi
non
rifugge
di
dire
il
suo
nome
,
perché
non
crede
il
suo
peccato
gravissimo
tra
tutti
,
anzi
aspetta
un
altro
suo
congiunto
,
che
per
la
colpa
di
aver
tradito
la
patria
,
faccia
parer
meno
grave
la
sua
d
'
aver
tradito
un
parente
.
In
fatti
,
essendo
la
superbia
appetito
di
perversa
eccellenza
,
tale
appetito
non
si
può
mostrare
che
da
chi
vuoi
essere
superiore
al
Sommo
,
cioè
a
Dio
.
Ora
questo
appetito
si
punisce
in
Inferno
anche
col
desiderio
del
contrario
,
come
chiaramente
a
Dante
,
che
aveva
domandato
se
volesse
fama
,
risponde
Bocca
:
"
del
contrario
ho
io
brama
"
e
come
chiaramente
dimostrano
gli
altri
peccatori
della
Ghiaccia
»
(
MO
,
XIII
,
38-39
)
.
Ma
v
'
è
qualche
cosa
ancora
da
osservare
.
Che
nella
Ghiaccia
sia
punita
la
superbia
che
si
nasconde
sotto
il
nome
di
tradimento
o
di
frode
in
chi
si
fida
,
è
provato
da
questo
passo
di
S
.
Agostino
.
«
È
bene
avere
in
alto
il
cuore
;
non
tuttavia
verso
di
sé
,
che
è
della
superbia
;
ma
verso
il
Signore
che
è
dell
'
obbedienza
,
che
non
può
essere
se
non
degli
umili
.
Vi
è
dunque
mirabilmente
nell
'
umiltà
qualche
cosa
che
solleva
in
alto
il
cuore
,
e
qualche
cosa
nell
'
elevazione
che
porta
il
cuore
a
basso
.
Or
pare
un
assurdo
che
l
'
elevazione
sia
per
in
giù
e
l
'
umiltà
in
su
»
(
Civ
.
D
.
XIV
13
,
in
MO
,
XIV
,
40
)
.
E
i
peccatori
della
Ghiaccia
tengono
il
viso
basso
oltre
che
sono
nell
'
imo
,
e
l
'
anima
che
trade
ruinò
in
quella
cisterna
,
e
questo
cader
dell
'
anima
significa
che
il
suo
tradere
è
un
superbire
e
che
ipsum
extolli
iam
deiici
est
.
Queste
sono
le
conclusioni
del
Pascoli
intorno
al
peccato
di
superbia
.
Nel
prossimo
numero
daremo
conto
ai
nostri
lettori
di
quello
che
egli
dice
intorno
all
'
invidia
.
II
Che
il
peccato
di
superbia
richiami
subito
alla
mente
quello
d
'
invidia
è
dichiarato
da
S
.
Agostino
,
il
quale
dice
che
l
'
una
partorisce
l
'
altra
,
ed
è
provato
dall
'
ordine
stesso
in
cui
sono
disposti
i
peccati
,
perché
l
'
invidia
viene
subito
dopo
la
superbia
.
Lucifero
adunque
fu
superbo
e
perciò
anche
invido
,
e
la
lupa
è
stata
appunto
dall
'
invidia
prima
,
cioè
dall
'
invidia
del
primo
superbo
,
dipartita
dall
'
inferno
.
Adunque
i
due
peccati
sono
affini
,
ed
hanno
fra
loro
questa
differenza
,
che
l
'
una
è
contro
Dio
,
l
'
altra
contro
gli
uomini
.
Lucifero
ebbe
invidia
di
Adamo
e
lo
indusse
nel
peccato
di
superbia
a
cui
seguì
quello
d
'
invidia
,
al
peccato
di
Adamo
,
cioè
,
quello
di
Caino
.
Così
che
Caino
è
da
Dante
rappresentato
come
superbo
nella
Ghiaccia
e
come
invido
nel
Purgatorio
.
«
Anciderammi
qualunque
m
'
apprende
»
(
Purg
.
XIV
,
133
)
grida
una
voce
nel
secondo
balzo
,
e
se
nell
'
Inferno
il
fratricida
è
superbo
,
ciò
dipende
dal
fatto
che
quantunque
il
suo
peccato
sia
contro
il
prossimo
,
fu
pure
contro
Dio
,
perché
tutto
il
prossimo
per
lui
si
riduceva
al
solo
fratello
.
Così
al
Pascoli
par
ragionevole
di
supporre
che
in
Malebolge
,
nel
cui
mezzo
vaneggia
il
pozzo
della
superbia
,
sia
punita
l
'
invidia
,
ossia
frode
in
chi
fidanza
non
imborsa
;
ed
a
confortarlo
in
questa
opinione
lo
soccorre
il
luogo
del
Purgatorio
,
in
cui
l
'
amore
o
carità
è
considerata
contraria
all
'
invidia
:
Questo
cinghio
sferza
La
colpa
dell
'
invidia
,
e
però
sono
Tratte
da
amor
le
corde
della
ferza
(
Purg
.
XIII
,
37-39
)
.
Dimostra
quindi
il
nostro
amico
illustre
come
le
operazioni
dei
fraudolenti
siano
pure
degli
invidi
:
i
seduttori
e
gli
adulatori
,
infatti
,
nel
far
male
al
prossimo
usarono
le
stesse
arti
del
serpente
tentatore
,
che
fu
,
giova
ripeterlo
,
invido
;
i
simoniaci
hanno
attristato
il
mondo
«
calcando
i
buoni
e
sollevando
i
pravi
»
(
Inf
.
XIX
,
105
)
,
facendo
cioè
quello
che
fa
l
'
invido
,
il
quale
«
nessun
male
crede
poter
fare
più
grande
al
buono
e
al
valente
,
che
esaltare
sopra
lui
il
malvagio
e
l
'
inetto
»
(
MO
,
XVI
,
45
)
;
gli
indovini
non
vedono
innanzi
più
di
quel
che
vide
Satana
quando
disse
ai
primi
parenti
:
sarete
come
Iddii
;
e
come
Satana
che
si
mutò
in
serpente
fecero
i
falsificatori
di
sé
stessi
;
e
il
principal
vizio
del
diavolo
,
che
è
bugiardo
e
padre
di
menzogna
,
ebbero
i
falsari
,
e
i
seminatori
di
discordie
parimenti
fecero
come
il
Nemico
che
fu
autore
della
separazione
tra
l
'
uomo
e
Dio
,
e
come
lui
fecero
gli
ipocriti
,
i
ladri
e
i
barattieri
e
i
pravi
consiglieri
.
Il
luogo
stesso
di
Malebolge
col
suo
color
ferrigno
ricorda
il
balzo
degli
invidiosi
del
Purgatorio
con
la
ripa
e
la
via
«
col
livido
color
della
petraia
»
(Purg.,
XIII
,
9
)
.
E
non
è
questa
la
sola
relazione
che
vi
è
fra
gli
invidi
del
Purgatorio
e
i
fraudolenti
dell
'
Inferno
.
Se
in
quello
il
mal
che
s
'
ama
è
solamente
del
prossimo
,
si
può
dire
lo
stesso
dei
peccati
che
in
questo
sono
puniti
,
nei
quali
è
l
'
odio
di
Dio
?
Pare
che
una
differenza
ci
sia
;
ma
leggendo
attentamente
le
definizioni
date
dei
superbi
e
degli
invidi
,
si
vedrà
che
il
concetto
che
ha
Dante
di
questi
due
peccati
nel
Inferno
non
discorda
da
quello
del
Purgatorio
.
Dice
Virgilio
dei
primi
:
E
'
chi
per
esser
suo
vicin
soppresso
Spera
eccellenza
;
e
sol
per
questo
brama
Ch
'
el
sia
di
sua
grandezza
in
basso
messo
(
Purg
.
XVII
,
115-117
)
e
dei
secondi
:
E
'
chi
podere
,
grazia
,
onore
e
fama
Teme
di
perder
per
ch
'
altri
sormonti
,
Onde
s
'
attrista
sì
che
il
contrario
ama
(
Purg
.
XVII
,
118-120
)
.
L
'
uno
,
dunque
spera
,
l
'
altro
teme
:
non
differiscono
prima
di
tutto
tra
loro
nel
desiderio
del
male
,
e
non
differirebbero
nella
materia
dell
'
azione
ma
nel
fine
ultimo
,
se
scendessero
all
'
atto
;
poiché
riuscirebbero
entrambi
fraudolenti
come
sono
quelli
dell
'
Inferno
,
l
'
uno
per
sopprimere
quello
che
gli
è
legittimante
superiore
,
l
'
altro
per
non
perdere
quello
che
ha
;
finirebbero
a
insomma
entrambi
per
odiare
Dio
stesso
.
Ma
v
'
è
un
'
altra
ragione
per
credere
che
in
Malebolge
sia
punita
l
'
invidia
,
ed
è
questa
.
Se
l
'
invidia
è
affine
alla
superbia
vi
deve
essere
qualche
cosa
di
comune
tra
i
peccatori
della
Ghiaccia
e
quelli
del
secondo
cerchietto
.
E
c
'
è
difatti
:
in
entrambi
c
'
è
la
ripugnanza
a
nomarsi
e
ad
essere
conosciuti
,
e
se
qualcuno
pur
si
noma
è
per
qualche
sottil
ragione
speciale
dalla
quale
non
è
offeso
il
fatto
generale
:
così
Guido
di
Montefeltro
,
il
quale
crede
che
Dante
non
sia
mai
per
tornare
al
mondo
,
così
Vanni
Fucci
,
che
si
dava
per
quel
che
non
era
,
cioè
per
uomo
di
sangue
e
di
crucci
,
e
menava
vanto
della
sua
vita
bestiale
;
ma
si
dipinse
di
trista
vergogna
quando
non
poté
fare
a
meno
di
confessare
la
colpa
di
essere
stato
«
ladro
alla
sacrestia
de
'
belli
arredi
»
(
Inf
.
XXIV
,
138
)
,
di
essere
cioè
stato
fraudolento
.
Invidi
e
superbi
adunque
quelli
che
contristano
altrui
con
froda
.
La
quale
spiace
più
a
Dio
perché
è
dell
'
uomo
proprio
male
.
Infatti
,
poiché
la
ragione
distingue
gli
uomini
dalle
bestie
,
è
naturale
che
sia
più
grave
l
'
ingiuria
che
si
fa
con
inganno
.
Ecco
così
dichiarato
uno
degli
elementi
della
froda
:
l
'
intelligenza
.
Ma
ve
ne
sono
altri
due
che
il
Pascoli
sottilmente
ricerca
per
giungere
quindi
a
delle
conclusioni
veramente
originali
e
inaspettate
.
Nell
'
episodio
di
Buonconte
è
raffigurato
l
'
Angel
di
inferno
nel
punto
di
commettere
il
male
:
Giunse
quel
mal
voler
,
che
pur
mal
chiede
Con
l
'
intelletto
,
e
mosse
il
fuoco
e
il
vento
Per
la
virtù
che
sua
natura
diede
(
Purg
.
V
,
112-114
)
.
Tre
sono
adunque
gli
attributi
del
Demonio
,
il
mal
volere
,
l
'
intelletto
e
la
virtù
che
sua
natura
diede
;
la
quale
ultima
virtù
sarebbe
alquanto
oscura
,
se
non
fosse
dichiarata
da
quel
luogo
dell
'
Inferno
in
cui
si
loda
la
natura
di
creare
bensì
elefanti
e
balene
,
ma
non
giganti
:
Ché
dove
l
'
argomento
della
mente
S
'
aggiunge
al
mal
volere
ed
alla
possa
,
Nessun
riparo
vi
può
far
la
gente
(
Inf
.
XXXI
,
55-57
)
.
Qui
dunque
ritroviamo
l
'
argomento
della
mente
,
cioè
l
'
intelletto
,
il
mal
volere
e
la
possa
che
equivale
appunto
a
quella
virtù
di
cui
si
è
detto
più
sopra
.
Ora
che
cosa
è
questa
possa
?
Nei
giganti
è
certamente
il
gran
corpo
;
ma
nell
'
Angel
d
'
Inferno
,
che
è
di
intellettual
natura
,
il
gran
corpo
non
può
essere
.
Dionisio
citato
da
S
.
Tommaso
dice
dei
demoni
che
in
essi
è
furor
irrationabilis
et
concupiscentia
amens
(
Summa
Th
.
1a
LIX
4
)
,
cioè
che
in
essi
è
l
'
irascibile
e
il
concupiscibile
,
che
sono
nella
parte
sensitiva
dell
'
anima
,
che
manca
appunto
nei
demoni
e
negli
angeli
.
Se
non
che
l
'
Aquinate
annota
che
furor
et
concupiscentia
metaphorice
dicuntur
esse
in
daemonibus
(
cfr
.
MO
,
XVIII
,
55
)
.
Non
potrebbe
Dante
aver
seguito
Dionisio
nella
sua
affermazione
e
S
.
Tommaso
nella
sua
spiegazione
,
ed
avere
per
«
la
virtù
che
sua
natura
diede
»
(
Purg
.
V
,
114
)
inteso
questo
appetito
sensitivo
che
si
distingue
in
irascibile
ed
in
concupiscibile
?
Lucifero
ha
infatti
tre
facce
alla
sua
testa
,
ed
in
esse
al
Pascoli
par
di
riscontrare
i
tre
attributi
da
lui
esposti
:
nella
faccia
vermiglia
è
la
volontà
di
cui
è
obbietto
il
male
,
in
quella
nera
l
'
intelletto
che
ha
per
obbietto
il
falso
,
in
quella
tra
bianca
e
gialla
quest
'
appetito
sensitivo
,
che
nei
suoi
due
colori
indica
chiaramente
le
due
suddivisioni
accennate
.
E
così
Lucifero
è
Anti
-
Dio
uno
e
trino
;
con
la
sua
faccia
vermiglia
dell
'
iniqua
volontà
si
oppone
al
primo
amore
,
con
la
bianca
e
gialla
della
forza
diabolica
si
oppone
alla
divina
potestate
,
con
la
nera
dell
'
intelletto
si
oppone
alla
somma
sapienza
;
ed
è
nello
stesso
tempo
la
superbia
,
origine
di
ogni
altro
peccato
,
e
la
superbia
di
per
sé
;
e
le
sei
grandi
ali
possono
simboleggiare
appunto
tutti
e
sei
i
peccati
che
da
lui
derivano
.
E
come
Lucifero
è
tricipite
,
così
Gerione
è
tricorpore
,
con
la
faccia
d
'
uomo
giusto
,
col
fusto
di
serpente
e
con
due
branche
pilose
infra
le
ascelle
.
Ora
come
l
'
invidia
assomiglia
alla
superbia
,
è
naturale
che
Gerione
assomigli
a
Lucifero
,
e
che
anche
in
lui
si
debbano
ritrovare
i
tre
attributi
di
quest
'
ultimo
.
Che
cosa
infatti
può
simboleggiare
la
faccia
d
'
uom
giusto
se
non
l
'
intelletto
,
che
cosa
il
fusto
di
serpente
,
«
quale
fu
il
primo
autore
d
'
ogni
male
»
(
MO
,
XIX
,
57
)
,
se
non
il
mal
volere
,
e
che
cosa
finalmente
le
due
branche
,
se
non
l
'
appetito
sensitivo
e
le
sue
due
grandi
suddivisioni
?
Con
questa
interpretazione
ogni
simbolo
s
'
illumina
di
una
luce
nuova
,
e
corrisponde
così
bene
in
ogni
sua
piccola
parte
a
quelle
dottrine
a
cui
Dante
poté
attingere
,
che
noi
restiamo
compresi
di
meraviglia
dinanzi
alla
nuova
e
poderosa
indagine
.
Ma
v
'
è
altro
da
ammirare
procedendo
oltre
nell
'
esame
.
Vanni
Fucci
per
far
credere
di
essere
stato
violento
dice
che
gli
piacque
vita
bestiale
e
non
umana
:
la
violenza
è
dunque
,
come
facilmente
si
può
comprendere
,
senza
intelletto
,
ed
è
tutt
'
una
con
la
matta
bestialitate
aristotelica
.
Si
ponga
mente
alla
stoltezza
di
Capaneo
:
egli
minaccia
Dio
di
non
allegra
vendetta
anche
se
lo
saetti
di
tutta
sua
forza
,
ed
è
nell
'
inferno
precipitatovi
appunto
dalla
saetta
di
Dio
!
Né
è
contro
quest
'
affermazione
il
fatto
che
i
violenti
più
gravi
siano
quelli
che
fanno
forza
nella
deità
.
Col
cor
negando
e
bestemmiando
quella
(
Inf
.
XI
,
47
)
;
poichè
spregiar
Dio
col
cuore
significa
spregiarlo
senza
il
concorso
dell
'
intelletto
,
ma
solo
col
Thumòs
cioè
con
la
parte
sensitiva
dell
'
anima
.
Perciò
i
guardiani
e
i
punitori
del
primo
cerchietto
,
i
centauri
,
il
Minotauro
,
le
Arpie
non
hanno
più
tre
nature
come
Gerione
e
Lucifero
,
ma
solamente
due
,
nelle
quali
sono
raffigurate
la
possa
o
appetito
sensitivo
e
il
mal
volere
.
Qual
è
dunque
il
peccato
che
si
punisce
nel
cerchio
dei
violenti
?
Il
Minotauro
quando
vide
i
poeti
,
sé
stesso
morse
,
Sì
come
quei
,
cui
l
'
ira
dentro
fiacca
(
Inf
.
XII
,
14-15
)
;
inoltre
«
ira
folle
»
(
MO
,
XXI
,
64
)
è
chiamata
quella
che
immolla
nel
fiume
di
sangue
;
un
de
'
centauri
,
sebben
da
lungi
,
minaccia
di
tirar
subito
l
'
arco
,
e
Chirone
prende
subito
uno
strale
appena
veduti
Dante
e
Virgilio
;
Pier
della
Vigna
dichiara
d
'
esser
stato
mosso
da
disdegnoso
gusto
e
feroce
chiama
l
'
anima
che
si
disvelle
dal
corpo
da
sé
stessa
;
di
sabbia
è
ancora
compreso
Capaneo
che
giace
dispettoso
e
i
cui
dispetti
Sono
al
suo
petto
assai
debiti
fregi
(
Inf
.
XIV
,
72
)
.
Questo
peccato
è
dunque
ira
.
Ora
si
comprende
come
possono
essere
stati
irosi
gli
omicidi
e
i
predoni
,
i
suicidi
e
i
dissipatori
e
finalmente
i
bestemmiatori
come
Capaneo
,
non
si
intende
facilmente
come
irosi
possano
essere
stati
i
sodomiti
e
gli
usurieri
.
Ma
anche
questa
difficoltà
d
'
interpretazione
vince
trionfalmente
il
Pascoli
.
Nella
Genesi
è
detto
che
l
'
uomo
fu
posto
nel
paradiso
terrestre
affinché
«
operasse
»
,
gli
fu
inoltre
rivolta
l
'
esortazione
:
«
Crescete
e
moltiplicate
»
(
Gen
.
1
,
28
)
.
Ora
tanto
l
'
operare
come
il
generare
non
sarebbero
stati
dolorosi
se
l
'
uomo
non
avesse
peccato
,
ma
sarebbero
stati
giocondo
l
'
uno
,
come
dice
Sant
'
Agostino
«
per
lo
sperimento
della
vita
naturale
»
e
lieve
l
'
altro
«
perché
si
conoscesse
che
la
procreazione
dei
figli
pertiene
alla
gloria
del
connubio
,
non
alla
pena
del
peccato
»
(
Civ
.
D
.
XIV
,
21
)
.
Quando
,
dopo
il
peccato
originale
,
all
'
uomo
,
fu
ingiunto
di
nutrirsi
col
sudor
della
fronte
ed
alla
donna
di
procrear
figli
con
dolore
,
il
monito
divino
ebbe
sì
il
carattere
di
castigo
,
ma
conservò
anche
quello
dell
'
antica
bontà
.
L
'
usuriere
,
dunque
,
negandosi
di
lavorare
,
offende
non
solo
la
bontà
divina
,
ma
fa
direttamente
anche
contro
la
giustizia
,
perché
solo
Adamo
nel
paradiso
terrestre
avrebbe
potuto
fare
contro
la
bontà
ricusando
di
lavorare
.
E
come
ci
si
può
ribellare
alla
giustizia
?
come
si
può
misconoscerla
?
Evidentemente
ritenendo
iniuria
il
ius
e
viceversa
.
E
così
fu
l
'
usuriere
che
tiene
ingiuria
il
castigo
dato
giustamente
agli
uomini
di
nutrirsi
col
sudore
del
loro
volto
e
si
ribella
,
si
fa
cioè
«
ghiotto
della
vendetta
»
(
Purg
.
XVII
,
122
,
cfr
.
MO
,
XXIII
,
68
)
,
appunto
come
San
Tommaso
dice
che
fa
l
'
irato
,
il
quale
in
tanto
cerca
vendetta
in
quanto
gli
par
giustizia
.
E
se
si
può
obbiettare
che
l
'
ira
è
con
ragione
,
e
che
quindi
non
può
esser
tutt
'
una
con
la
matta
bestialità
,
si
ponga
mente
a
quel
che
l
'
Aquinate
dice
di
essa
,
che
è
con
ragione
quodammodo
,
perché
quest
'
ultima
«
non
si
ci
accompagna
se
non
come
denunziatrice
dell
'
ingiuria
da
vendicare
»
(
MO
,
XXIV
,
71
)
,
mentre
poi
nell
'
atto
iroso
è
sempre
abbandonata
.
Rei
di
ira
sono
dunque
anche
i
peccatori
nella
cui
schiera
è
Ser
Brunetto
,
poiché
insomma
essi
hanno
creduto
pena
del
peccato
quella
che
è
gloria
del
connubio
:
non
han
voluto
,
procreando
,
crescere
l
'
infelicità
e
moltiplicare
la
morte
,
come
ingiustamente
parve
loro
che
dovesse
avvenire
dopo
le
parole
che
,
commesso
il
peccato
,
Dio
rivolse
ai
primi
parenti
,
e
perciò
si
ribellarono
.
Se
non
che
nel
settimo
balzo
del
Purgatorio
una
schiera
di
lussuriosi
grida
Soddoma
e
Gomorra
;
e
questo
fatto
parrebbe
distruggere
quella
corrispondenza
che
si
è
trovata
finora
fra
i
peccati
dei
due
regni
:
ma
a
chi
ponga
mente
(
e
la
dimostrazione
particolare
i
lettori
faran
bene
a
cercarla
direttamente
per
esteso
nel
libro
,
cfr
.
MO
,
XXV
,
75-79
)
che
nei
peccati
del
Purgatorio
,
dopo
il
giusto
loro
pentimento
,
si
toglie
«
l
'
aversione
della
mente
da
Dio
»
(
come
dice
S
.
Tommaso
Summa
Th
.
3ª
LXXXVI
4
)
,
che
consiste
nella
volontà
d
'
impedire
la
generazione
,
e
resta
solamente
l
'
atto
materiale
che
è
solo
di
lussuria
.
E
questa
osservazione
basta
a
spiegare
la
differenza
che
è
tra
la
violenza
di
Brunetto
Latini
e
l
'
incontinenza
di
quei
che
gridano
nel
Purgatorio
Soddoma
.
Ma
se
nel
cerchio
dei
violenti
è
punita
l
'
ira
quali
sono
i
peccatori
del
pantano
di
Stige
?
È
quello
che
,
se
i
lettori
consentono
,
vedremo
nel
prossimo
numero
.
III
Se
l
'
incontinenza
è
il
peccato
di
cui
sono
rei
i
lussuriosi
,
i
golosi
,
gli
avari
e
i
prodighi
,
ed
essa
,
secondo
la
divisione
dell
'
Etica
,
è
solamente
incontinenza
di
concupiscibile
,
non
è
senza
fondamento
credere
che
debbano
anche
essere
puniti
nell
'
inferno
gli
incontinenti
di
irascibile
,
che
è
l
'
altra
parte
dell
'
appetito
sensitivo
.
Rei
di
quest
'
ultimo
peccato
dunque
potrebbero
essere
i
puniti
nel
pantano
di
Stige
,
i
quali
non
son
messi
dentro
Dite
fra
gli
irosi
,
per
questa
ragione
,
che
non
ebbero
,
come
questi
ultimi
,
per
fine
il
male
,
e
non
fecero
ingiuria
.
Di
Filippo
Argenti
infatti
non
si
rammenta
alcun
peccato
particolare
,
e
l
'
atto
ch
'
egli
fa
di
volgersi
in
sé
medesimo
coi
denti
,
bene
indicherebbe
che
egli
non
fece
male
,
ma
l
'
avrebbe
voluto
fare
,
rodendosi
perciò
continuamente
per
l
'
odio
e
per
la
rabbia
.
Inoltre
l
'
essere
tutte
queste
anime
del
pantano
ignude
,
il
loro
piangere
,
il
disprezzo
con
cui
Virgilio
parla
di
loro
,
il
sapere
che
fra
esse
saranno
gran
regi
,
e
il
vedere
finalmente
per
la
palude
arrivare
su
una
nave
Flegias
,
fanno
simile
questo
luogo
all
'
Antinferno
,
dove
pure
è
gente
nuda
,
continuamente
in
moto
,
che
piange
continuamente
,
della
quale
Virgilio
non
vuol
ragionare
,
con
la
quale
è
mischiato
il
cattivo
coro
degli
angeli
e
dalla
cui
riva
vedono
i
poeti
arrivare
per
nave
Caron
.
Queste
somiglianze
rendono
certi
che
come
vi
è
un
Antinferno
così
vi
è
anche
un
Antidite
;
e
poiché
la
tristizia
dei
peccatori
fitti
nel
limo
è
simile
a
quella
di
coloro
che
«
visser
senza
infamia
e
senza
loro
»
(
Inf
.
III
,
36
)
,
conclude
il
Pascoli
che
accidiosi
sono
gli
ignavi
dell
'
Antinferno
e
accidiosi
questi
incontinenti
di
irascibili
dell
'
Antidite
.
Accidia
è
invero
,
secondo
S
.
Tommaso
,
taedium
bene
operandi
(
Summa
Th
.
l
ª
LXIII
2ae
passim
)
.
Dunque
quei
della
palude
pingue
non
fecero
il
bene
,
perché
sotto
il
predominio
dell
'
irascibile
amarono
il
male
(
e
in
questo
movimento
dell
'
animo
essi
si
distinguono
da
quei
d
'
oltre
Acheronte
,
i
quali
non
si
giovarono
in
alcun
modo
della
libertà
del
volere
concessa
agli
uomini
)
;
ma
il
male
poi
non
fecero
.
Ora
questi
che
Dite
non
vuole
,
sono
di
due
specie
:
coloro
che
furono
vinti
dall
'
ira
e
quelli
che
si
gorgogliar
l
'
inno
nella
strozza
(
accidia
è
secondo
la
definizione
di
Gregorio
Nysseno
,
tristitia
vocem
amputans
,
Cfr
.
MO
,
XXVIII
,
86
)
;
inquieti
i
primi
,
immobili
gli
altri
;
ma
entrambi
tristi
,
poiché
la
tristitia
è
per
quel
che
dice
S
.
Tommaso
«
media
tra
due
passioni
dell
'
irascibile
»
(
Summa
Th
.
l
ª
2ae
XXV
1
)
:
segue
cioè
il
male
che
si
temeva
e
precede
il
modo
d
'
ira
.
Sono
insomma
fitti
nel
limo
quelli
che
scontano
la
passione
del
concupiscibile
,
quelli
cioè
che
appetirono
la
vendetta
come
a
loro
possibile
ma
nei
quali
,
per
essere
molto
alta
la
persona
che
fece
nocumento
non
seguì
ira
,
sì
bene
tristizia
,
e
sono
inquieti
quelli
che
obbedirono
al
moto
dell
'
irascibile
.
E
se
si
obbietta
che
i
primi
non
si
abbiano
a
considerare
come
veri
incontinenti
di
ira
,
parendo
piuttosto
che
ne
siano
stati
privi
,
si
ricordi
che
incontinenza
non
significa
propriamente
eccesso
,
sì
bene
disordine
o
squilibrio
,
e
questi
immobili
sono
messi
insieme
cogli
inquieti
,
per
la
medesima
ragione
che
con
gli
incontinenti
della
ricchezza
sono
messi
anche
i
prodighi
.
Come
l
'
uomo
debba
poi
essere
temperato
in
tali
passioni
ci
mostra
Dante
quando
si
sdegna
con
Filippo
Argenti
:
egli
ci
mostra
che
vi
è
un
'
ira
per
zelum
che
è
giusta
,
assai
diversa
da
quella
per
vitium
che
è
invece
punita
(
Conv
.
IV
,
16
)
.
Ora
i
gran
regi
destinati
a
star
nel
pantano
,
vi
devono
essere
tuffati
per
difetto
della
prima
o
per
eccesso
della
seconda
?
Il
gastigo
che
essi
avranno
dopo
morte
è
certo
in
grande
contrasto
con
la
nobiltà
della
loro
vita
.
Essi
sono
vili
,
per
non
aver
usato
o
«
lo
freno
di
temperanza
»
o
«
lo
sprone
di
fortezza
»
,
che
sono
i
due
mezzi
coi
quali
,
secondo
le
parole
di
Dante
,
la
ragione
guida
l
'
appetito
«
che
irascibile
e
concupiscibile
si
chiama
»
(
Conv
.
IV
,
26
)
.
Quello
adunque
che
il
Poeta
desiderava
in
questi
gran
regi
era
il
sentimento
di
quella
giustizia
che
essi
non
ebbero
,
perché
come
Cesare
non
perdonarono
,
e
come
Augusto
non
vendicarono
:
e
la
loro
viltà
si
ridusse
a
non
aver
drizzato
la
loro
volontà
ad
essere
quando
come
il
primo
,
quando
come
il
secondo
.
Bene
,
adunque
,
quest
'
una
o
quest
'
altra
loro
viltà
corrisponde
alla
duplice
distinzione
degli
altri
rei
del
pantano
.
Accidiosi
,
dunque
,
i
peccatori
dell
'
Antidite
come
quelli
dell
'
Antinferno
,
con
questa
differenza
che
i
primi
«
per
le
passioni
del
concupiscibile
e
dell
'
irascibile
,
non
si
risolsero
alla
ingiuria
,
ma
non
vollero
la
giustizia
»
(
MO
,
XXIX
,
93
)
,
e
gli
altri
non
usarono
la
libertà
del
volere
:
incontinenti
questi
,
maliziosi
quelli
,
o
meglio
accidiosi
del
male
.
Ma
gli
altri
spiriti
sono
nell
'
Inferno
che
pure
si
potrebbe
dire
essere
puniti
per
accidia
«
Non
per
far
,
ma
per
non
fare
,
ho
perduto
Di
veder
l
'
alto
Sol
...
»
(
Purg
.
VII
,
25-26
)
dice
infatti
Virgilio
a
Sordello
.
Questi
spiriti
son
separati
appena
da
un
gradino
dagli
ignavi
,
che
stanno
sopra
di
loro
,
e
furono
dannati
per
un
difetto
e
non
per
una
colpa
.
Ma
anche
dei
peccatori
che
stanno
nelle
arche
si
può
dire
che
furono
puniti
non
per
altro
che
per
non
aver
adorato
o
riconosciuto
il
Creatore
e
per
aver
fatta
morta
la
anima
col
corpo
.
Anche
fra
essi
udiamo
lamenti
,
come
nel
Limbo
,
anche
il
luogo
dove
essi
sono
è
oscuro
,
e
dentro
Dite
,
sebbene
agli
spaldi
,
come
appunto
il
Limbo
è
dentro
l
'
Inferno
sebbene
nel
primo
cerchio
;
e
la
differenza
fra
i
non
battezzati
e
i
non
credenti
è
questa
che
nei
primi
la
mancanza
di
fede
fu
quasi
involontaria
,
volontaria
invece
nei
secondi
,
perché
questi
ultimi
,
dopo
Cristo
,
non
credettero
,
mentre
quelli
,
benché
prima
di
Cristo
,
adorarono
,
sebbene
non
debitamente
,
Dio
:
furono
cioè
traviati
dall
'
ignoranza
,
la
quale
appunto
genera
quei
peccati
che
ad
accidia
si
possono
ridurre
.
Accidiosi
dunque
anche
i
peccatori
del
Limbo
,
come
quelli
delle
arche
,
i
primi
rispetto
alla
vita
attiva
,
rispetto
alla
vita
contemplativa
o
intellettuale
i
secondi
.
Questa
interpretazione
fornisce
al
Pascoli
una
nuova
prova
che
il
Messo
del
Cielo
che
apre
le
porte
di
Dite
sia
Enea
;
Enea
che
Dante
prende
,
nel
Convito
,
a
modello
del
buon
cavalcatore
che
frena
e
sprona
il
concupiscibile
e
l
'
irascibile
con
la
temperanza
e
la
fortezza
,
e
nel
De
Monarchia
dichiara
esempio
di
nobiltà
.
Chi
dunque
meglio
di
lui
poteva
passare
a
piante
asciutte
la
palude
della
non
attività
o
non
giustizia
o
viltà
o
ignobiltà
a
disordine
nell
'
irascibile
?
Resta
ancora
al
Pascoli
,
dopo
questo
,
di
dichiarare
un
altro
punto
;
se
a
questi
accidiosi
dell
'
Inferno
corrispondono
nel
Purgatorio
altri
rei
dello
stesso
peccato
,
ma
a
Dio
conversi
.
Prima
di
entrar
le
Porte
del
Purgatorio
il
poeta
vede
«
andar
lentamente
o
sedersi
stanche
anime
che
si
conversero
bensì
a
Dio
,
ma
tardivamente
,
per
difetto
nella
Volontà
.
Queste
anime
sono
di
quattro
ragioni
:
di
scomunicati
,
di
altri
che
indugiarono
il
pentimento
al
punto
di
morte
,
di
altri
a
cui
il
pentimento
fu
in
certo
modo
estorto
dalla
morte
violenta
,
di
altri
,
che
sono
re
e
principi
,
che
hanno
negletto
ciò
che
dovevano
fare
.
Tutti
sono
negligenti
,
quanto
a
dire
accidiosi
in
certo
modo
»
(
MO
,
XXXIII
,
108
)
.
E
si
possono
ridurre
a
due
specie
:
quelli
che
per
maledizione
ecclesiastica
avevano
se
non
perduto
almeno
smarrito
l
'
eterno
amore
,
e
corrispondono
ai
sospesi
del
Limbo
ed
agli
eresiarchi
,
e
quelli
che
non
essendo
in
istato
di
infedeltà
vissero
aversi
e
si
conversero
solo
all
'
ultimo
momento
,
e
corrispondono
agli
ignavi
dell
'
Antinferno
e
agli
accidiosi
dello
Stige
:
e
la
valletta
amena
dove
sono
imperatori
,
re
e
principi
,
puniti
per
qualche
loro
negligenza
è
in
perfetta
correlazione
col
Nobile
Castello
del
Limbo
.
Procede
quindi
il
Pascoli
,
pei
balzi
del
Purgatorio
,
cogliendo
brevemente
le
relazioni
,
già
prima
particolarmente
esposte
,
fra
i
peccati
quivi
puniti
e
i
corrispondenti
dell
'
Inferno
,
finché
Dante
giunge
alla
foresta
viva
:
«
da
selva
a
foresta
:
dall
'
impedimento
del
vizio
alla
libertà
,
dalle
tenebre
alla
luce
»
(
MO
,
XXXIII
,
113
)
.
E
sopra
il
poeta
è
il
Paradiso
,
al
quale
egli
sale
guardando
negli
occhi
a
Beatrice
,
cioè
alla
scienza
divina
,
dopo
di
essere
stato
immerso
nei
fiumi
Letè
e
Eunoè
.
Vede
prima
il
cielo
della
Luna
,
un
pianeta
con
macchie
,
dove
appariscono
,
come
ombre
riflesse
da
specchi
o
da
acque
nitide
e
tranquille
,
anime
un
po
'
appannate
;
poi
il
cielo
di
Mercurio
,
spera
«
che
si
vela
a
'
mortai
con
gli
altrui
raggi
»
(
MO
,
XXXIV
,
113
)
.
I
beati
del
primo
cielo
avevano
fatto
olocausto
a
Dio
della
loro
volontà
,
e
la
loro
volontà
era
stata
poi
sforzata
:
e
quanto
essi
corrispondano
e
ai
non
credenti
del
Limbo
e
in
qualche
modo
anche
agli
ignavi
di
oltre
Acheronte
è
manifesto
per
questo
:
perché
essi
avevano
la
loro
volontà
unita
a
Dio
per
il
voto
,
ed
essa
in
Dio
non
si
fermò
mentre
i
sospesi
avevano
la
loro
volontà
decisa
da
Dio
per
il
peccato
originale
ed
essa
a
Dio
non
si
congiunse
:
né
per
loro
colpa
.
Inoltre
come
i
beati
annullarono
la
loro
volontà
in
Dio
,
i
dannati
di
oltre
Acheronte
l
'
annullarono
in
sé
.
In
Mercurio
sono
spiriti
attivi
bensì
,
ma
perché
onore
e
fama
gli
succeda
.
La
loro
attività
ebbe
meno
meriti
,
perché
deviarono
i
loro
desideri
da
Dio
.
Farinata
adunque
fu
uno
di
coloro
che
«
a
ben
far
poser
gl
'
ingegni
»
(
Inf
.
VI
,
81
)
,
se
non
avesse
misconosciuto
Dio
,
e
i
rissosi
dello
Stige
,
pure
uomini
attivi
,
se
non
fossero
stati
spinti
,
sebbene
invano
,
dall
'
ira
,
avrebbero
in
questo
cielo
la
loro
sede
,
come
ve
l
'
avranno
certamente
un
giorno
i
principi
della
valletta
amena
.
Questi
due
cieli
adunque
corrispondono
all
'
Antinferno
e
all
'
Antidite
come
pure
all
'
Antipurgatorio
,
e
formano
alla
loro
volta
una
specie
di
Antiparadiso
.
Gli
spiriti
amanti
che
sono
nel
cielo
di
Venere
avrebbero
potuto
,
per
l
'
influsso
di
quella
stella
,
essere
trascinati
o
in
mezzo
alla
bufera
infernale
o
tra
le
fiamme
del
Purgatorio
:
e
non
c
'
è
luogo
qui
di
illustrare
a
lungo
la
corrispondenza
.
Nel
Cielo
del
Sole
sono
i
santi
dottori
che
amarono
la
verace
manna
.
Quanto
diversi
questi
nutriti
di
luce
e
di
verità
da
quelli
che
sotto
la
pioggia
«
maledetta
,
fredda
e
greve
»
(
Inf
.
VI
,
81
)
,
urlano
come
cani
!
E
tanto
fra
questi
dotti
come
fra
i
golosi
Dante
ode
parlare
della
risurrezione
della
carne
:
e
l
'
accenno
,
nel
Paradiso
,
ad
Eva
«
il
cui
palato
a
tutto
il
mondo
costa
»
(
Purg
.
XIII
,
39
)
richiama
alla
mente
l
'
albero
del
Purgatorio
«
con
pomi
ad
adorar
soavi
e
buoni
»
(
Purg
.
XXII
,
132
)
.
Infine
l
'
idea
di
contrapporre
ai
golosi
i
dotti
scaturisce
tutta
dal
primo
dramma
che
si
compié
nel
Paradiso
terrestre
,
dove
il
Tentatore
aveva
invitato
i
primi
uomini
a
mangiar
del
pomo
,
colla
fallace
lusinga
che
essi
avrebbero
saputo
il
bene
e
il
male
.
Sale
dal
Sole
il
Poeta
nel
cielo
di
Marte
,
dove
sono
i
guerrieri
della
Fede
,
i
liberali
del
loro
sangue
,
che
con
la
loro
suprema
mobilità
ci
fanno
pensare
a
quegli
avari
che
sono
supini
e
distesi
aderendo
al
pavimento
.
Né
Cacciaguida
invano
rammenta
in
questa
sfera
il
misurato
spendio
e
il
nessun
lusso
dei
suoi
tempi
,
né
invano
,
parlando
di
Cangrande
,
predice
il
non
curar
che
egli
farà
dell
'
argento
.
Siamo
in
Giove
,
dove
i
giusti
ci
ricordano
i
gran
regi
che
devono
essere
tuffati
nel
lago
di
Stige
perché
la
giustizia
non
vollero
.
E
questo
delle
sfere
di
Venere
,
del
Sole
,
di
Marte
e
di
Giove
è
un
paradiso
medio
,
assegnato
alle
virtù
nell
'
esercizio
delle
quali
l
'
animo
nostro
patisce
«
alcuna
mistura
»
(
Purg
.
XXVIII
,
29
)
dell
'
appetito
,
che
non
ha
luogo
nell
'
uso
più
pieno
di
beatitudine
,
che
è
lo
speculativo
,
e
cessa
dunque
la
corrispondenza
delle
virtù
premiate
coi
vizi
puniti
.
Cessa
in
realtà
;
ma
formalmente
continua
ancora
,
perché
contrapposto
al
cerchietto
e
alla
cornice
della
violenza
e
dell
'
ira
è
il
cielo
di
Saturno
,
il
re
mite
della
pace
;
e
a
Malebolge
e
alla
cornice
dell
'
invidia
è
contrapposto
il
regno
dei
Gemini
,
dal
quale
Dante
riconosce
il
suo
ingegno
,
e
dal
quale
volgendo
in
giù
gli
occhi
vede
«
L
'
aiuola
che
ci
fa
tanto
feroci
»
(
Par
.
XXII
,
151
)
atto
questo
che
ci
chiama
alla
memoria
quel
che
Virgilio
dice
nella
cornice
dell
'
invidia
:
«
Chiamavi
il
cielo
e
intorno
vi
si
gira
Mostrandovi
le
sue
bellezze
eterne
,
E
l
'
occhio
vostro
pure
a
terra
mira
(
Purg
.
XIV
,
148-150
)
.
Così
al
centro
della
fossa
è
contrapposto
il
Primo
Mobile
,
e
nell
'
Empireo
a
Lucifero
uno
e
trino
,
Dio
uno
e
trino
ugualmente
.
Ed
è
questo
il
disegno
di
Dante
,
come
il
Pascoli
ha
visto
:
disegno
che
io
ho
cercato
di
esporre
fedelmente
,
valendomi
molte
volte
,
anche
quando
chiaramente
non
l
'
ho
indicato
,
delle
espressioni
stesse
del
mio
illustre
e
soavissimo
amico
.
Alle
cui
profonde
e
geniali
idee
io
non
ho
in
altro
modo
giovato
se
non
cercando
che
esse
fossero
divulgate
in
una
cerchia
più
ampia
di
lettori
.
E
ad
essi
l
'
autore
stesso
di
Minerva
oscura
parlerà
spero
,
direttamente
in
uno
dei
prossimi
numeri
:
il
che
è
certamente
il
più
bel
dono
che
io
potessi
loro
procurare
.
StampaPeriodica ,
La
guerra
è
cessata
,
e
noi
abbiamo
ottenuta
la
Venezia
.
Lo
scopo
a
cui
da
sei
anni
ci
apparecchiavamo
,
è
ottenuto
con
minori
sacrifizii
,
che
non
eravamo
disposti
a
farne
;
ma
niuno
di
noi
è
contento
.
V
'
è
stato
un
sacrifizio
che
ci
pesa
più
d
ogni
altro
.
Questa
guerra
ci
ha
fatto
perdere
molte
illusioni
,
ci
ha
tolto
quella
fiducia
infinita
che
avevamo
in
noi
stessi
.
Abbiamo
visto
i
tardi
Tedeschi
correre
come
il
fulmine
,
e
i
focosi
Italiani
andare
come
le
tartarughe
.
La
Prussia
di
vittoria
in
vittoria
annientò
le
forze
dell
Austria
,
contro
le
quali
noi
abbiamo
ottenuto
così
poco
per
terra
e
per
mare
.
Ci
è
impossibile
pensar
di
noi
quello
elle
avevamo
pensato
finora
.
Di
chi
è
la
colpa
?
La
risposta
è
già
pronta
,
e
tutti
ripetono
in
coro
:
La
colpa
è
dei
capi
.
I
nostri
soldati
e
marinai
combatterono
da
eroi
:
ma
nel
momento
dell
azione
mancò
la
capacità
del
supremo
comando
,
e
si
trovarono
come
abbandonati
a
se
stessi
.
Se
non
che
,
quando
sembra
che
la
questione
sia
chiaramente
risoluta
,
allora
sopravvengono
altre
osservazioni
,
e
si
moltiplicano
da
ogni
lato
.
Si
scoprono
nuovi
errori
e
nuovi
colpevoli
.
In
un
punto
mancò
il
cibo
,
in
un
altro
la
munizione
,
un
ordine
non
giunse
a
tempo
,
un
altro
fu
male
eseguito
,
il
volontario
fu
sprovvisto
d
ogni
cosa
,
e
,
quanto
alla
flotta
,
sarebbe
impossibile
enumerare
tutto
quello
che
si
dice
,
ora
che
ognuno
pretende
conoscere
a
fondo
l
arte
della
guerra
.
Ma
allora
come
mai
si
commisero
tanti
errori
?
Di
chi
è
la
colpa
?
La
colpa
è
del
sistema
che
ci
ha
governati
finora
.
Sono
le
consorterie
,
le
malve
,
il
piemontesismo
,
sono
gli
uomini
che
hanno
sempre
tenuto
il
mestolo
in
mano
,
e
sempre
a
danno
del
paese
.
Ora
finalmente
si
vede
chiaro
dove
ci
hanno
condotti
.
Ma
anche
a
questa
risposta
vien
fatto
di
soggiungere
:
Come
mai
l
'
Italia
s
è
lasciata
così
lungamente
governare
da
tali
uomini
?
Noi
abbiamo
,
certo
,
libertà
assai
più
larghe
,
non
solo
dell
Austria
,
ma
della
Francia
e
della
Prussia
.
Il
Governo
fu
sostenuto
dai
Deputati
,
questi
furono
eletti
dal
popolo
,
e
le
ultime
elezioni
furono
fatte
senza
pressione
del
Ministero
.
Sì
,
ma
le
nostre
moltitudini
sono
ignoranti
e
si
lasciano
portar
pel
naso
dai
mestatori
.
La
pubblica
opinione
non
ha
indirizzo
,
e
noi
manchiamo
di
uomini
.
Allora
la
questione
muta
sostanzialmente
.
Voi
siete
scontenti
dei
generali
,
dei
ministri
,
dei
deputati
,
degl
impiegati
,
e
per
giunta
anche
del
pubblico
.
E
se
ancora
volete
attribuire
tutto
ciò
a
sola
colpa
del
Governo
,
io
vi
chiedo
:
l
amministrazione
dei
municipii
e
delle
province
va
bene
?
L
associazione
e
l
iniziativa
privata
fecero
forse
quello
che
s
aspettava
?
L
industria
,
il
commercio
,
la
scienza
presero
forse
lo
slancio
che
si
doveva
sperare
dalla
libertà
e
dall
Italia
unita
?
Tirate
un
poco
la
somma
di
tutto
ciò
,
e
allora
ditemi
se
egli
è
giusto
di
accumulare
le
conseguenze
inevitabili
di
tanti
errori
tutte
sul
capo
di
due
o
tre
uomini
che
,
se
furono
funesti
al
paese
,
potrebbero
facilmente
essere
giudicati
e
rimossi
;
per
chiuder
poi
gli
occhi
a
quegli
errori
assai
più
pericolosi
e
più
difficili
a
rimediarsi
,
perché
furono
gli
errori
di
tutto
il
paese
.
Noi
potremmo
essere
costretti
,
per
qualche
altra
e
più
grave
sventura
,
a
subirne
di
nuovo
le
conseguenze
,
ed
avvedercene
ancora
una
volta
troppo
tardi
.
O
vogliamo
noi
ridurre
a
questione
di
partito
una
questione
che
riguarda
la
nostra
esistenza
e
il
nostro
avvenire
,
in
un
momento
in
cui
ci
troviamo
a
sperimentare
così
dolorosamente
l
incapacità
,
gli
errori
e
la
mancanza
d
'
uomini
in
tutti
i
partiti
?
Innanzi
a
noi
non
v
è
che
una
via
sola
,
per
rimediare
ai
mali
,
e
non
perdere
la
stima
che
ci
siamo
acquistata
in
Europa
.
Metterci
a
cercare
le
cagioni
degli
errori
,
senza
ira
e
senza
parte
;
provvedere
,
senza
esitare
e
senza
rispettare
idoli
di
sorta
.
Il
sistema
di
gettarci
da
noi
stessi
polvere
negli
occhi
,
di
adularci
per
farci
adulare
,
è
ormai
un
sistema
fallito
.
A
che
ci
è
servito
ripetere
mille
volte
che
la
flotta
italiana
era
formidabile
,
inespugnabile
,
e
la
flotta
austriaca
ridicola
,
quando
a
Lissa
il
Re
d
Italia
è
affondato
,
la
Palestro
è
saltata
in
aria
,
e
il
Kaiser
è
tornato
a
Pola
?
E
poi
che
bisogno
abbiamo
d
'
illuderci
?
I
nostri
errori
sono
pure
conseguenza
del
troppo
rapido
cammino
che
abbiamo
fatto
,
e
i
prodigi
operati
dal
59
in
poi
non
sono
sogni
.
Noi
possiamo
sempre
inorgoglirne
,
ed
essi
sono
arra
sicura
del
nostro
avvenire
,
se
una
tenace
perseveranza
sa
ritrovare
i
germi
del
male
,
nascosti
in
mezzo
ai
nostri
maggiori
successi
,
e
sa
rimediare
ai
disordini
della
fretta
.
Quale
altra
nazione
ha
potuto
,
in
così
breve
tempo
,
fare
un
corpo
solo
di
province
così
disgregate
?
Abbiamo
dimenticato
le
difficoltà
superate
per
organizzare
ventidue
milioni
d
uomini
,
e
formare
un
esercito
di
trecentomila
soldati
,
ed
una
marineria
proporzionata
all
esercito
?
Non
dovemmo
creare
il
materiale
da
guerra
,
le
tradizioni
,
gli
ordini
,
la
disciplina
,
gli
uffiziali
,
i
generali
,
ogni
cosa
?
Non
trovammo
noi
le
più
gravi
difficoltà
fin
dal
cominciare
la
coscrizione
,
che
in
alcune
province
alimentava
il
brigantaggio
,
e
in
altre
sembrava
non
dover
mai
riuscire
?
Eppure
tutto
ciò
è
stato
superato
.
Nella
Camera
,
nel
Ministero
,
negli
ufficii
pubblici
e
privati
,
ogni
differenza
tra
provincia
e
provincia
è
scomparsa
.
L
'
esercito
ha
riunito
tutti
gl
Italiani
sotto
l
onore
della
stessa
bandiera
,
e
di
tutte
le
forze
morali
,
unificatrici
e
civilizzatrici
del
paese
,
è
divenuto
la
più
efficace
.
Se
non
avesse
fatto
altro
che
tenere
,
per
sei
anni
,
unite
insieme
centinaia
di
migliaia
d
'
Italiani
,
educando
al
principio
dell
'
onore
e
della
lealtà
militare
così
il
gentiluomo
di
Napoli
e
Milano
,
come
il
pescatore
del
Mediterraneo
o
il
capraro
dell
Appennino
,
sarebbe
stato
già
un
.
benefizio
incalcolabile
.
Queste
grandi
qualità
noi
le
abbiamo
avute
nella
pace
,
e
ce
le
siamo
ritrovate
nella
guerra
.
Non
è
stato
forse
uno
spettacolo
sublime
quello
di
vedere
,
invece
delle
reazioni
,
del
brigantaggio
e
della
discordia
aspettata
dai
nostri
nemici
,
i
coscritti
presenti
senza
renitenti
,
i
partiti
riuniti
in
un
solo
pensiero
,
i
quarantamila
volontarii
presenti
invece
dei
ventimila
chiamati
?
Quale
dei
principi
spodestati
potrà
più
dire
,
che
i
suoi
fedeli
aspettano
solo
l
ora
della
riscossa
?
E
in
mezzo
a
battaglie
sfortunate
l
'
eroismo
dei
soldati
ci
ha
fatto
inorgoglire
,
e
ci
ha
guadagnato
la
stima
dei
nemici
e
degli
amici
.
Noi
abbiamo
visto
i
nostri
soldati
,
morenti
di
fame
,
di
sete
e
di
stanchezza
,
continuare
gli
assalti
;
noi
li
abbiamo
visti
sugli
alberi
del
Re
d
Italia
continuare
il
fuoco
,
mentre
la
nave
rapidamente
affondava
;
e
le
ciurme
della
corazzata
Palestro
gridavano
ancora
:
Viva
l
Italia
!
nel
momento
d
'
essere
gettate
a
brani
sul
mare
.
Tutto
ciò
è
mirabile
,
e
noi
soli
possiamo
giudicare
il
portentoso
progresso
;
perché
noi
soli
sappiamo
in
quale
abbrutimento
,
fra
quali
gelosie
,
i
passati
governi
avevano
saputo
tenere
le
nostre
plebi
.
Ma
tutto
ciò
non
è
bastato
,
perché
la
guerra
è
l
arte
di
ammazzare
,
non
di
farsi
ammazzare
.
La
guerra
decide
i
destini
dei
popoli
,
perché
in
essa
si
misurano
tutte
quante
le
forze
delle
nazioni
.
Ove
la
differenza
del
numero
non
renda
impossibile
la
lotta
,
la
nazione
che
vince
non
è
quella
che
ha
solamente
più
eroismo
,
abnegazione
ed
entusiasmo
;
ma
è
la
nazione
più
civile
.
Ora
che
gli
eserciti
son
divenuti
così
numerosi
,
si
distendono
sopra
così
vasti
paesi
,
e
si
muovono
con
tanta
rapidità
,
che
gli
ordini
si
dànno
col
telegrafo
e
si
eseguono
colle
strade
ferrate
;
il
piano
di
battaglia
è
divenuto
un
lavoro
di
scienza
,
e
la
direzione
di
queste
grandi
masse
richiede
,
se
non
genio
,
che
questo
non
si
può
sempre
avere
,
almeno
grande
ingegno
e
grande
coltura
in
tutti
coloro
che
comandano
.
L
'
approvvigionamento
richiede
una
grande
capacità
amministrativa
,
e
i
mezzi
d
offesa
e
di
difesa
sono
divenuti
così
complicati
,
che
tutte
le
operazioni
militari
suppongono
nell
esercito
e
nella
flotta
una
grandissima
forza
industriale
.
Nella
Esposizione
di
Londra
,
la
Prussia
pigliò
un
gran
posto
accanto
alla
Francia
ed
all
Inghilterra
,
superando
di
gran
lunga
l
'
Austria
,
dalla
quale
noi
fummo
superati
.
Invece
di
gettare
un
grido
d
'
allarme
,
nascondemmo
la
dura
lezione
,
ed
ora
siamo
venuti
a
raccoglier
nella
guerra
ciò
che
avevamo
seminato
nella
pace
,
e
restammo
sbalorditi
nel
paragonare
le
splendide
vittorie
dei
Prussiani
coi
nostri
miserabili
insuccessi
.
Ma
potrà
essere
altrimenti
,
fino
a
che
il
nostro
operaio
sarà
vinto
in
tutte
le
Esposizioni
?
Quando
il
nostro
contadino
non
sa
cavare
da
un
suolo
fertilissimo
un
prodotto
uguale
a
quello
che
l
Inghilterra
e
la
Germania
cavano
da
un
suolo
ingrato
;
quando
noi
abbiamo
reso
povero
un
paese
dalla
natura
fatto
ricco
,
e
la
Prussia
con
la
sua
industria
e
la
sua
mirabile
amministrazione
ha
fatto
ricchissimo
un
paese
povero
,
ed
ha
potuto
compiere
la
guerra
senza
nuovi
debiti
?
I
suoi
libri
sono
cercati
in
Francia
,
in
Italia
,
in
Inghilterra
,
e
i
nostri
non
passano
le
Alpi
.
I
nostri
matematici
,
ingegneri
,
strategici
,
meccanici
durano
gran
fatica
a
tener
dietro
al
progresso
che
la
scienza
ha
fatto
in
Germania
.
Noi
dobbiamo
chiedere
alto
straniero
rotaie
,
cannoni
,
fucili
,
navi
e
qualche
volta
anche
i
macchinisti
delle
navi
.
E
non
sono
queste
le
forze
che
vincono
nella
guerra
?
Il
cannone
rigato
fu
inventato
in
Francia
,
ed
il
fucile
ad
ago
in
Prussia
,
perché
queste
due
nazioni
hanno
grandi
industrie
e
grandi
fabbriche
d
'
armi
,
le
quali
,
specialmente
in
Prussia
,
avevano
preso
uno
svolgimento
prodigioso
.
Le
navi
corazzate
furono
trovate
in
America
,
e
il
cannone
Armstrong
,
destinato
a
forarle
,
fu
trovato
in
Inghilterra
,
le
due
nazioni
più
industriali
e
più
navigatrici
del
mondo
.
La
civiltà
è
un
complesso
di
forze
che
formano
un
organismo
vivente
,
e
dove
una
di
queste
forze
manca
,
tutte
le
altre
se
ne
risentono
.
Non
è
possibile
supporre
,
che
la
nazione
più
debole
nella
pace
riesca
nella
guerra
più
forte
.
Noi
siamo
ora
vicini
a
ricevere
una
nuova
e
assai
più
dura
lezione
dall
Europa
.
L
'
Esposizione
del
67
si
approssima
,
e
tutti
ci
aspettano
alla
prova
per
vedere
che
cosa
ha
saputo
fare
la
nazione
risorta
.
Ora
non
dobbiamo
più
sperare
nella
benevola
indulgenza
che
avemmo
a
Londra
,
dove
l
Italia
si
presentò
come
un
paese
che
,
incerto
ancora
della
sua
esistenza
,
chiedeva
d
essere
accolto
fra
le
nazioni
civili
.
Oggi
siamo
un
popolo
già
libero
da
alcuni
anni
,
nei
quali
l
'
Europa
e
la
fortuna
ci
hanno
aiutato
.
Si
ha
il
diritto
di
chiederci
sul
serio
:
cosa
avete
fatto
voi
?
E
se
non
sapremo
neppur
mostrare
quel
che
veramente
siamo
,
i
Francesi
sapranno
dirci
sul
viso
il
pensier
loro
,
e
da
ciò
che
proveremo
d
'
essere
nella
pace
,
s
argomenterà
di
nuovo
ciò
che
potremo
esser
nella
guerra
.
Quando
le
ciurme
della
nave
americana
o
inglese
sono
in
riposo
,
voi
trovate
i
marinai
occupati
a
leggere
.
I
nostri
son
costretti
a
dormire
o
giocare
.
Quando
i
coscritti
prussiani
si
presentano
al
Consiglio
di
leva
,
la
prima
cosa
si
esamina
se
sanno
leggere
e
scrivere
.
E
quando
un
Municipio
presenta
più
di
un
analfabeta
,
si
apre
un
'
inchiesta
per
esaminare
la
cagione
del
fatto
strano
.
Noi
abbiamo
17
milioni
d
analfabeti
.
Quando
in
tempo
di
pace
gli
ufficiali
francesi
o
prussiani
sona
di
guarnigione
,
voi
li
trovate
occupati
nel
disegno
,
nelle
scienze
militari
,
nella
storia
,
e
molte
opere
celebrate
di
geografia
,
di
storia
,
di
letteratura
escono
dalla
loro
penna
.
Osservate
le
carte
geografiche
dello
Stato
Maggiore
austriaco
o
prussiano
;
sono
lavori
ammirabili
per
esattezza
scientifica
.
Questa
guerra
è
stata
un
grande
trionfo
per
la
scienza
,
perché
ha
provato
che
la
nazione
più
dotta
riesce
la
prima
anche
nel
campo
di
battaglia
.
Che
cosa
siamo
noi
che
,
facendo
la
guerra
nel
proprio
paese
,
abbiamo
più
volte
sbagliate
le
strade
?
Il
nostro
esercito
è
la
nazione
perfezionata
.
Esso
è
meglio
amministrato
,
meglio
ordinato
,
più
disciplinato
e
morale
di
tutte
le
nostre
istituzioni
.
Ma
se
esso
può
migliorare
,
non
può
creare
tutte
le
forze
che
mancano
nella
nazione
.
Coloro
che
lo
compongono
continuamente
,
sono
Italiani
che
v
entrano
a
diciannove
anni
,
cioè
quando
l
'
uomo
è
già
formato
.
Ora
se
la
coltura
delle
nostre
plebi
è
così
bassa
,
credete
voi
che
nessun
grave
danno
ne
risenta
l
'
esercito
?
Potete
supporre
che
il
pescatore
,
il
quale
non
s
è
mai
allontanato
dalle
rive
del
suo
paese
,
riesca
così
abile
a
manovrare
sulla
nave
corazzata
,
coi
cannoni
Armstrong
,
come
colui
che
ha
traversato
due
o
tre
volte
l
Atlantico
?
Potete
supporre
che
il
pecoraio
ignorante
ed
abbrutito
riescirà
nell
esercito
così
abile
,
come
l
industrioso
agricoltore
e
l
'
operaio
intelligente
?
Le
nostre
scuole
militari
sono
condotte
con
molto
ordine
e
molta
disciplina
;
ma
se
la
coltura
scientifica
è
così
bassa
nel
paese
,
e
il
pubblico
insegnamento
così
abbandonato
,
dove
troveranno
esse
tutto
il
gran
capitale
scientifico
di
cui
abbisognano
?
La
Scuola
Politecnica
di
Parigi
,
le
scuole
militari
della
Francia
e
della
Prussia
sono
grandi
istituzioni
,
perché
v
insegnano
illustri
scienziati
,
che
noi
o
non
abbiamo
o
non
sappiamo
valercene
.
Il
nostro
esercito
è
un
miracolo
del
valore
e
dell
ingegno
italiano
,
perché
la
distanza
che
lo
separa
dai
primi
d
Europa
,
è
infinitamente
minore
di
quella
che
separa
la
nazione
dalle
altre
più
civili
.
Ma
esso
è
giunto
ora
ad
un
punto
,
che
,
a
volerlo
migliorare
ancora
,
bisogna
che
il
paese
pensi
sul
serio
a
migliorare
se
stesso
.
Ed
il
Ministro
della
guerra
dovrà
essere
il
primo
ad
esigere
,
che
la
nazione
tutta
quanta
progredisca
.
Che
se
si
tornasse
ancora
sulla
mancanza
di
capi
,
bisognerà
pur
notare
che
la
nazione
ha
il
diritto
di
avere
uomini
che
non
commettano
gravi
errori
,
che
non
si
dimostrino
di
un
assoluta
incapacità
;
ma
non
può
sperare
di
aver
sempre
a
sua
disposizione
uno
di
quegli
uomini
di
genio
,
che
sono
capaci
d
'
infondere
la
vita
in
tutto
un
paese
.
Di
questi
ne
nasce
uno
ogni
secolo
,
ed
anche
allora
essi
rappresentano
il
popolo
in
cui
vivono
.
Senza
la
Rivoluzione
il
genio
di
Napoleone
non
si
poteva
manifestare
,
senza
i
marinari
inglesi
non
vi
sarebbe
stato
un
Nelson
.
Due
grandi
nomi
ci
ha
dato
la
nostra
rivoluzione
,
il
Cavour
e
il
Garibaldi
.
Il
primo
rappresentò
quel
genio
politico
che
non
ci
è
mai
mancato
;
il
secondo
è
il
genio
del
!
entusiasmo
e
del
valore
popolare
,
dei
quali
l
'
Italia
ha
dato
sempre
tante
e
così
splendide
prove
.
Ma
la
guerra
presente
ha
dimostrato
,
che
queste
due
grandi
qualità
ancora
non
bastano
,
e
a
noi
sono
mancati
gli
uomini
appunto
che
supplissero
alle
qualità
che
mancavano
nel
paese
.
Gran
fortuna
per
noi
sarebbe
stata
se
,
invece
di
due
mesi
,
le
battaglie
fossero
continuate
per
un
anno
.
Esse
avrebbero
provato
molti
uomini
,
messo
in
luce
molti
nomi
oscuri
,
e
mandato
in
ombra
molte
celebrità
usurpate
,
formato
il
carattere
della
nazione
,
e
dato
maggiore
esperienza
e
maggiore
solidità
all
esercito
.
Una
vittoria
difficile
,
dopo
una
guerra
lunga
,
era
ciò
che
l
Italia
poteva
desiderare
di
meglio
.
Ma
ciò
non
è
avvenuto
,
ed
è
inutile
desiderarlo
.
Ora
bisogna
,
invece
,
saper
profittare
della
pace
per
cercare
le
cagioni
degli
errori
,
trovare
i
rimedii
.
Come
è
dunque
avvenuto
che
un
popolo
così
intelligente
e
volonteroso
qual
è
l
Italiano
,
sia
caduto
in
tanti
errori
,
e
debba
riconoscersi
così
poco
progredito
da
sentirsene
umiliato
?
Qual
via
ci
ha
condotti
ove
noi
siamo
,
e
v
è
egli
modo
di
uscirne
?
Se
è
possibile
dare
,
una
volta
,
il
proprio
nome
alle
cose
ed
agli
uomini
,
non
vedo
che
un
solo
metodo
per
risolvere
una
tal
questione
:
esaminare
prima
in
che
modo
s
è
formata
l
Italia
.
Se
noi
avessimo
fatta
una
vera
e
propria
rivoluzione
colle
sole
forze
del
paese
,
i
nuovi
e
i
vecchi
elementi
si
sarebbero
confusi
tra
loro
,
ed
in
mezzo
ad
una
lotta
lunga
e
sanguinosa
sarebbe
scomparsa
una
generazione
e
ne
sarebbe
sorta
un
altra
,
giovine
,
nuova
,
agguerrita
,
capace
di
governare
e
condurre
il
nuovo
paese
.
Ma
i
governi
passati
crollarono
,
quasi
senza
esser
toccati
,
perché
nel
popolo
s
era
manifestato
un
progresso
a
cui
essi
vollero
rimanere
estranei
o
avversi
,
e
la
lotta
contro
l
'
Austria
fu
vinta
coll
'
aiuto
della
Francia
.
Un
bel
giorno
noi
eravamo
liberi
ed
uniti
,
dopo
lotte
che
,
in
proporzione
del
grande
risultato
,
si
potevano
dire
di
poco
momento
.
E
l
Italia
nuova
si
trovò
formata
degli
elementi
stessi
di
cui
era
composta
l
Italia
vecchia
,
solo
disposti
in
ordine
e
proporzione
diversa
.
In
quel
momento
bisognava
cominciare
a
riordinare
e
ricostituire
;
l
entusiasmo
,
l
'
abnegazione
e
l
eroismo
non
bastavano
più
:
cessarono
i
prodigi
e
cominciarono
gli
errori
.
La
nuova
Italia
si
trovò
formata
di
tre
elementi
diversi
.
Vi
erano
gl
'
impiegati
dei
vecchi
governi
,
i
liberali
d
ogni
colore
delle
nuove
province
,
e
finalmente
i
Piemontesi
.
I
primi
da
una
rivoluzione
violenta
sarebbero
stati
licenziati
in
massa
;
ma
la
nostra
,
pacifica
e
tranquilla
,
dovette
invece
accettarne
un
grandissimo
numero
.
La
loro
esperienza
ci
era
necessaria
,
non
avendo
noi
avuto
il
tempo
di
formare
una
nuova
generazione
;
e
fra
di
essi
v
eran
pure
uomini
abilissimi
che
resero
grandi
servigi
al
paese
.
Ma
,
in
fine
dei
conti
,
lasciando
da
parte
le
eccezioni
lodevoli
,
ognuno
può
facilmente
comprendere
quanto
abili
dovessero
riuscire
a
governare
con
la
libertà
un
paese
di
ventidue
milioni
,
coloro
che
avevano
formato
le
amministrazioni
,
corrotte
o
microscopiche
,
di
governi
caduti
per
la
loro
ignoranza
e
pel
loro
cieco
dispotismo
.
A
questi
s
unirono
i
liberali
in
gran
numero
,
e
fra
di
essi
vi
erano
ingegni
giustamente
riputati
,
caratteri
specchiati
,
patriotti
a
tutta
prova
.
Ma
vogliamo
esser
giusti
veramente
con
tutti
?
Chi
siamo
noi
,
moderati
e
partito
d
azione
,
consorti
e
non
consorti
?
Tutti
gli
uomini
del
gran
partito
liberale
nacquero
,
vissero
e
furono
educati
nell
Italia
divisa
dei
piccoli
Stati
e
dei
piccoli
tiranni
.
Noi
abbiamo
avuto
quella
educazione
che
solo
era
possibile
in
paesi
dove
le
lettere
,
le
scienze
,
le
arti
,
l
'
industria
,
il
commercio
erano
nell
infanzia
,
sotto
governi
paurosi
d
ogni
raggio
di
luce
,
in
mezzo
a
società
frivole
o
corrotte
.
Volere
o
non
volere
,
questa
è
l
aria
che
abbiamo
respirata
,
e
la
miglior
parte
del
nostro
carattere
s
'
è
dovuta
formare
in
un
circolo
ristretto
d
amici
,
protestando
e
cospirando
.
Ci
salvammo
a
forza
di
generose
aspirazioni
,
di
entusiasmo
e
di
sacrifizii
;
ma
l
istruzione
e
l
'
educazione
sociale
di
un
gran
popolo
ci
è
mancata
,
perché
questo
popolo
ancora
non
esisteva
.
La
rivoluzione
portava
adesso
i
liberali
al
governo
e
negli
impieghi
.
E
ciò
che
li
spingeva
innanzi
era
generalmente
il
carattere
politico
,
non
la
capacità
amministrativa
.
Dove
potevano
averla
acquistata
?
La
burocrazia
è
una
professione
come
un
altra
,
che
richiede
s
'
udii
speciali
,
lungo
tirocinio
e
,
sopra
tutto
,
lunghissima
esperienza
.
I
liberali
venivano
,
invece
,
dagli
esilii
,
dalle
galere
,
dalle
cospirazioni
,
dal
campo
dei
volontarii
,
e
d
un
tratto
,
si
trovavano
nei
più
alti
ufficii
,
dati
loro
in
premio
delle
sofferenze
patite
.
Ed
era
ben
naturale
.
In
quei
momenti
d
incertezza
e
di
sospetti
,
quando
i
vecchi
impiegati
si
potevano
credere
amici
dei
governi
caduti
,
quando
mille
pericoli
ne
circondavano
,
quando
tutto
si
riduceva
a
sapere
se
potevamo
o
no
esistere
,
la
fede
politica
ci
era
cento
volte
più
utile
della
capacità
amministrativa
.
Il
ricco
,
il
nobile
,
il
potente
che
faceva
una
franca
adesione
al
nuovo
Governo
,
era
spinto
innanzi
colle
mani
e
coi
piedi
,
senza
badare
al
suo
valore
,
purché
servisse
d
esempio
agli
altri
.
In
tutte
le
Prefetture
,
nella
Polizia
,
nei
Ministeri
,
nei
Municipii
,
ovunque
si
poteva
supporre
un
ombra
d
'
influenza
politica
,
ci
voleva
gente
di
provata
fede
;
e
quindi
si
posero
uomini
che
avevano
più
carattere
che
esperienza
,
più
entusiasmo
che
cognizioni
speciali
.
Ed
una
volta
presa
questa
norma
,
si
procedette
con
una
cecità
spaventevole
.
Senza
tener
conto
dei
pochi
uomini
di
grande
ingegno
,
e
senza
tener
conto
degli
avventurieri
e
dei
disonesti
elle
le
rivoluzioni
portano
sempre
a
galla
,
il
numero
degl
incapaci
fu
spaventoso
.
Un
giorno
ebbi
a
raccomandare
un
giovane
onesto
,
liberale
,
ma
scarso
d
ogni
istruzione
.
Io
accettai
l
'
incarico
della
raccomandazione
,
perché
quel
giovane
mi
era
fatto
conoscere
da
uno
che
aveva
,
con
dieci
anni
di
galera
,
scampato
la
pena
del
capo
,
ed
aveva
giurato
di
non
chieder
mai
nulla
per
sé
.
Egli
mi
disse
:
Questo
giovane
domanda
solo
un
mezzo
onesto
di
guadagnarsi
il
puro
pane
,
e
sa
che
la
sua
poca
istruzione
non
gli
permette
chiedere
di
più
.
Con
queste
medesime
parole
io
feci
la
mia
raccomandazione
al
Ministro
d
uno
dei
tanti
governi
provvisorii
.
Non
erano
passati
due
giorni
,
e
quel
giovane
venne
a
ringraziarmi
d
'
essere
stato
impiegato
con
cinquanta
scudi
al
mese
,
in
una
delle
amministrazioni
più
difficili
e
complicate
dello
Stato
.
Egli
era
tutto
confuso
,
non
sapendo
come
fare
per
mettersi
in
grado
d
adempiere
il
suo
ufficio
.
Pure
,
come
Dio
volle
,
la
cosa
andò
al
pari
di
tante
altre
.
Io
non
ero
anche
uscito
dalla
mia
maraviglia
,
quando
venne
da
me
un
altro
giovane
,
cui
m
ero
sforzato
di
persuadere
,
che
profittasse
dei
nuovi
tempi
per
darsi
agli
studii
,
non
essendo
possibile
vivere
in
un
paese
civile
colla
sua
ignoranza
.
V
ero
quasi
riuscito
;
ma
quel
giorno
esso
venne
a
licenziarsi
,
perché
lo
avevano
nominato
giudice
nell
isola
di
Capri
.
Di
questi
fatti
se
ne
possono
citare
a
migliaia
,
e
se
fosse
permesso
dire
i
nomi
,
farei
vedere
quali
funeste
conseguenze
ne
sono
derivate
qualche
volta
allo
Stato
ed
ai
privati
cittadini
.
Noi
abbiamo
avuto
magistrati
che
appena
avevano
letto
il
Codice
,
prefetti
d
una
ignoranza
proverbiale
,
professori
che
non
avevano
studiato
la
materia
che
dovevano
insegnare
.
Ed
è
singolare
!
il
paese
che
ha
sempre
gridato
contro
tutti
e
contro
tutto
,
è
stato
sempre
d
una
tolleranza
illimitata
contro
questo
trionfo
delle
incapacità
.
E
chi
volesse
persuadere
ai
liberali
,
che
l
'
aver
sempre
pensato
alla
libertà
del
proprio
paese
,
l
averne
fatto
l
'
unica
occupazione
d
una
vita
spesa
nel
cospirare
,
soffrire
e
combattere
per
la
patria
,
gli
ha
resi
,
novanta
volte
su
cento
,
pessimi
burocratici
;
direbbe
una
verità
manifesta
che
nessuno
di
loro
vorrebbe
credere
.
Ed
ora
veniamo
al
terzo
elemento
di
cui
si
compone
la
nuova
Italia
:
il
Piemonte
.
Qui
non
ci
sono
uomini
vecchi
ed
uomini
nuovi
,
non
ci
sono
liberali
ed
impiegati
di
un
governo
caduto
.
Questa
è
una
sacra
falange
che
s
'
avanza
unita
e
compatta
,
un
quadrato
armato
di
fucili
ad
ago
.
Guai
a
chi
volesse
far
gli
contro
una
carica
!
In
mezzo
a
governi
che
crollavano
da
ogni
lato
,
il
Piemonte
pareva
una
massa
di
granito
impenetrabile
,
con
una
forza
d
assimilazione
portentosa
.
Ed
invero
,
la
sua
superiorità
politica
su
tutte
le
province
d
'
Italia
era
ornai
incontrastabile
.
Aveva
la
sola
amministrazione
che
non
si
dovesse
da
capo
a
fondo
rovesciare
;
aveva
una
libera
costituzione
e
leggi
che
quasi
tutte
le
altre
province
spontaneamente
accettavano
o
imitavano
;
i
soli
uomini
esperimentati
alla
vita
politica
,
che
l
'
Italia
conoscesse
;
un
esercito
valoroso
,
un
primo
Ministro
che
l
Europa
ammirava
,
ed
alla
cui
morale
dittatura
ogni
provincia
si
piegava
;
un
Re
che
si
batteva
per
l
Italia
.
Volere
o
non
volere
,
siccome
l
esercito
piemontese
fu
il
nucleo
intorno
a
cui
si
formò
l
esercito
italiano
,
così
il
governo
e
l
amministrazione
del
Piemonte
dovevano
formare
il
governo
e
l
amministrazione
d
'
Italia
.
Sui
varii
elementi
che
la
rivoluzione
apparecchiava
,
il
Piemonte
riuscì
a
distendere
la
sua
tenacissima
trama
,
per
farne
un
corpo
solo
.
Ma
che
valore
aveva
questa
trama
?
Prima
del
48
il
Piemonte
non
era
neppure
una
delle
regioni
più
civili
d
'
Italia
,
e
i
principii
della
Rivoluzione
francese
v
erano
penetrati
meno
che
in
altre
province
.
Ma
dopo
quel
tempo
,
la
sua
amministrazione
lenta
,
pedantesca
,
intricata
,
aveva
pure
dalla
libertà
ricevuto
nuovo
vigore
ed
uomini
nuovi
.
Il
paese
,
per
se
stesso
disciplinato
e
laborioso
,
si
vide
rapidamente
prosperare
.
Il
commercio
,
l
'
industria
,
l
'
educazione
popolare
avevano
preso
un
grandissimo
slancio
;
l
emigrazione
italiana
vi
aveva
raccolto
nobili
ingegni
,
e
la
febbrile
attività
del
Cavour
dava
un
moto
accelerato
a
quel
piccolo
Stato
che
,
se
era
ben
lungi
dal
potersi
ancora
paragonare
al
Belgio
o
all
Olanda
,
si
poteva
certo
fra
di
noi
chiamare
uno
Stato
modello
,
e
come
tale
fu
d
esempio
e
di
scuola
all
Italia
.
Pure
le
antiche
tradizioni
non
s
erano
spezzate
,
e
l
'
organismo
amministrativo
e
governativo
,
nonostante
il
moto
che
condizioni
tanto
favorevoli
gl
'
infondevano
,
era
sempre
condotto
da
un
gran
numero
di
vecchi
arnesi
,
in
gran
parte
vecchio
e
sdrucito
arnese
esso
stesso
.
In
un
piccolo
paese
tutti
questi
mali
s
avvertivano
poco
o
non
si
vedevano
;
ma
quando
la
trama
di
questa
tela
si
dovette
stendere
sopra
l
'
assai
più
vasta
superficie
dell
Italia
,
allora
dovunque
mancava
una
maglia
si
fece
uno
strappo
,
e
dove
erano
fila
intricate
si
fece
un
nodo
indissolubile
.
Così
tutti
i
suoi
difetti
si
videro
ad
un
tratto
ingigantiti
.
Fra
difficoltà
sempre
nuove
,
fra
moltitudini
sempre
diverse
,
in
una
condizione
di
cose
sempre
mutabile
,
v
era
bisogno
d
una
grande
rapidità
negli
affari
,
d
una
grande
elasticità
nei
regolamenti
,
di
mille
espedienti
e
ripieghi
per
condurre
un
paese
che
voleva
essere
amministrato
e
formato
nel
medesimo
tempo
.
Ed
,
invece
,
con
un
amministrazione
lenta
,
pedantesca
,
intricata
e
tenacissima
delle
sue
vecchie
tradizioni
,
si
trovavano
a
condurre
le
cose
d
'
Italia
coloro
che
avevano
appena
saputo
amministrare
il
Piemonte
.
Che
esser
Capo
di
Divisione
per
le
carceri
o
la
sicurezza
pubblica
,
Consigliere
di
Stato
o
della
Corte
dei
Conti
nel
Piemonte
tranquillo
o
nell
Italia
in
rivoluzione
,
sien
due
cose
affatto
diverse
,
niuno
certo
vorrà
metterlo
in
dubbio
.
Ed
è
chiaro
perciò
,
che
se
il
Piemonte
non
avesse
fatto
altro
che
darci
la
sua
amministrazione
,
le
sue
leggi
,
i
suoi
uomini
,
cogli
ufficii
in
cui
si
trovavano
,
la
macchina
governativa
avrebbe
lavorato
già
assai
peggio
,
e
mille
disordini
sarebbero
stati
inevitabili
.
Ma
le
cose
andarono
bene
altrimenti
.
Quando
gl
impiegati
dei
caduti
governi
e
i
liberali
delle
nuove
province
si
unirono
ai
Piemontesi
,
questi
dettero
uno
straordinario
contingente
burocratico
a
tutta
Italia
.
Si
trattava
d
attuare
le
leggi
e
la
politica
del
Piemonte
,
e
i
suoi
uomini
avevano
una
reputazione
d
'
onestà
,
di
capacità
ed
attività
superiore
agli
altri
.
Era
necessario
perciò
moltiplicare
il
numero
dei
suoi
impiegati
,
e
cominciò
quindi
un
rapido
movimento
di
ascensione
dai
gradi
più
bassi
ai
superiori
.
Bisognava
aprire
le
scuole
elementari
nella
Sicilia
o
nel
Napoletano
dove
mancavano
.
I
governi
provvisorii
avevano
già
proclamato
leggi
simili
a
quelle
del
Piemonte
,
che
imponevano
l
obbligo
d
aprire
le
scuole
,
ma
non
v
'
erano
maestri
,
direttori
,
ispettori
,
e
bisognava
far
presto
.
Allora
il
maestro
elementare
del
Piemonte
venne
a
dirigere
la
scuola
,
ad
improvvisare
altri
maestri
.
La
necessità
lo
faceva
nominare
qualche
volta
ispettore
o
anche
direttore
di
Scuola
Normale
.
E
così
il
buon
maestro
elementare
di
Torino
diveniva
,
nell
Italia
meridionale
,
un
cattivo
ispettore
,
un
pessimo
direttore
.
E
questo
lavoro
si
eseguì
sopra
una
larghissima
scala
.
Come
per
l
aumento
dell
'
esercito
,
il
capitano
fu
colonnello
,
e
questi
generale
,
e
chi
aveva
comandato
una
divisione
comandò
un
corpo
d
esercito
,
e
chi
aveva
comandato
quarantamila
uomini
ne
dové
comandare
due
o
trecentomila
;
così
il
medesimo
sistema
si
volle
e
spesso
si
dovette
seguire
nell
'
amministrazione
.
Senza
dare
alcuna
prova
delle
nuove
ed
assai
maggiori
capacità
,
che
i
nuovi
ufficii
richiedevano
,
il
Capo
-
Sezione
fu
subito
Capo
di
Divisione
,
e
questi
volle
essere
Prefetto
,
e
il
maestro
elementare
insegnò
nel
liceo
.
Quindi
,
nel
medesimo
tempo
,
si
vide
sgovernata
l
Italia
,
peggiorato
il
Piemonte
,
e
buoni
impiegati
divenire
mediocri
o
pessimi
;
perché
,
capaci
a
condurre
la
piccola
barca
del
Piemonte
tranquillo
,
si
trovavano
incapacissimi
a
condurre
,
con
assai
maggiori
ufficii
,
la
nave
d
'
Italia
,
in
un
mare
tanto
burrascoso
.
Il
paese
si
trovò
invaso
da
una
moltitudine
sempre
crescente
d
incapacità
burocratiche
,
che
moltiplicavano
da
ogni
lato
come
le
locuste
.
Uomini
vecchi
e
uomini
nuovi
,
liberali
,
martiri
e
persecutori
,
nessuno
aveva
ricevuta
l
educazione
e
il
tirocinio
necessario
ai
nuovi
tempi
.
I
Piemontesi
,
con
tutti
i
loro
difetti
,
erano
laboriosi
,
disciplinati
,
tenacissimi
;
si
erano
trovati
in
condizioni
più
favorevoli
,
e
quindi
formarono
come
lo
scheletro
o
l
impalcatura
che
doveva
reggere
insieme
la
macchina
della
nuova
amministrazione
.
Ora
sarebbe
inutile
rivolgere
la
colpa
di
questi
fatti
agli
uni
o
agli
altri
.
A
che
gioverebbe
oggi
.
sapere
se
,
nel
distribuire
gl
impieghi
,
fu
tenuta
una
proporzione
troppo
favorevole
agli
uni
o
agli
altri
?
Il
certo
si
è
,
che
dei
tre
elementi
di
cui
s
è
formata
l
Italia
,
la
nostra
rivoluzione
non
poteva
escluderne
alcuno
;
ed
essi
erano
di
tal
natura
,
che
dovevano
inevitabilmente
portare
il
governo
in
mano
di
una
burocrazia
assai
inferiore
al
bisogno
.
Io
,
perciò
,
non
vedo
alcuna
necessità
d
introdurre
le
passioni
dei
partiti
nell
esame
di
tali
questioni
.
Importa
assai
più
di
riconoscere
la
forza
fatale
di
quelle
leggi
che
regolano
le
rivoluzioni
e
le
società
.
Queste
leggi
non
sono
meno
inalterabili
di
quelle
della
natura
,
e
solo
dalla
loro
conoscenza
il
politico
può
attingere
quella
sapienza
che
le
fa
servire
ai
suoi
fini
,
e
,
introducendo
le
riforme
utili
e
possibili
,
accelera
il
progresso
,
promuove
il
miglioramento
,
sociale
.
La
burocrazia
è
divenuta
una
delle
macchine
più
potenti
e
più
necessarie
nei
governi
così
complicati
delle
società
moderne
.
Essa
ordina
il
lavoro
;
accumula
esperienza
;
raccoglie
quel
numero
infinito
di
cognizioni
speciali
e
necessarie
,
che
la
pratica
solamente
suggerisce
;
forma
le
tradizioni
degli
affari
.
Ma
tutti
i
governi
burocratici
sono
minacciati
da
una
malattia
che
,
se
si
lascia
propagare
,
e
non
vi
si
pone
efficace
rimedio
,
è
capace
di
consumare
il
più
forte
organismo
sociale
.
I
Francesi
la
chiamano
routine
,
ed
il
Mill
la
definisce
,
dicendo
che
è
la
malattia
che
affligge
i
governi
burocratici
,
e
di
cui
generalmente
essi
muoiono
.
«
Periscono
»
egli
osserva
«
per
la
immutabilità
delle
loro
massime
,
ed
ancora
più
per
quella
legge
universale
,
per
cui
tutto
ciò
che
diviene
routine
perde
il
suo
vitale
principio
,
e
non
avendo
più
la
mente
che
operi
dentro
,
procede
,
girando
meccanicamente
,
senza
che
più
ne
risulti
l
opera
che
era
destinato
a
produrre
.
Una
burocrazia
tende
sempre
a
divenire
una
pedantocrazia
»
(
On
representative
governement
,
chap
.
IV
)
.
Ora
non
v
è
nulla
che
tanto
agevoli
il
progresso
di
questa
malattia
,
quanto
l
'
accumulare
una
prodigiosa
mediocrità
in
un
punto
determinato
dell
'
organismo
sociale
.
Il
lettore
tiri
da
se
stesso
le
conseguenze
,
e
vedrà
allora
quel
che
doveva
seguire
nei
nostri
Ministeri
.
Osservate
un
poco
come
si
recluta
ogni
giorno
,
come
si
forma
e
come
lavora
la
nostra
burocrazia
.
Negl
impieghi
si
entra
generalmente
senza
esami
,
senza
dar
prova
di
capacità
,
e
,
cominciando
dai
gradi
infimi
,
si
suole
ascendere
col
tempo
e
con
un
regolare
ed
immutabile
processo
di
anzianità
ai
gradi
supremi
.
Il
copista
può
divenire
un
giorno
Capo
di
Divisione
;
ma
allora
il
Capo
di
Divisione
resterà
un
copista
da
cui
dipenderà
la
decisione
d
affari
importantissimi
.
Fra
i
nostri
ve
ne
sono
certamente
alcuni
di
molto
valore
;
ma
io
ne
ho
pure
conosciuto
pili
di
uno
laborioso
ed
onesto
che
,
sepolto
ed
affogato
nel
formalismo
burocratico
,
era
incapace
di
stendere
la
risoluzione
di
un
affare
,
con
una
chiara
cognizione
di
esso
.
E
se
un
Ministro
,
in
tal
condizione
di
cose
,
volesse
oggi
nominare
Capo
di
Divisione
un
privato
cittadino
,
egli
sarebbe
risguardato
come
violatore
dei
più
sacri
diritti
,
ancora
quando
la
capacità
del
nuovo
venuto
fosse
la
più
incontrastabile
e
la
più
incontrastata
.
Se
la
legge
non
vi
si
oppone
,
vi
si
oppongono
le
tradizioni
,
che
qualche
volta
sono
più
tenaci
della
legge
,
e
che
nel
vecchio
Piemonte
arrestarono
perfino
l
'
audacia
del
conte
di
Cavour
.
La
rivoluzione
poté
fare
,
per
cagioni
politiche
,
molte
eccezioni
;
ma
ora
la
porta
è
chiusa
,
e
la
massima
che
generalmente
prevale
può
dirsi
compendiata
nelle
parole
di
quel
burocratico
che
,
alla
morte
del
Cavour
,
diceva
:
Io
non
so
perché
tutti
si
disperano
.
Si
prenda
il
pia
anziano
,
e
si
ponga
nel
posto
del
primo
Ministro
.
Tutti
gl
'
impiegati
sono
come
i
pezzi
d
una
macchina
,
che
debbono
passare
regolarmente
,
in
tempo
determinato
,
nel
posto
stabilito
.
Se
però
il
Ministro
volesse
favorirne
alcuno
,
egli
può
facilmente
trasferirlo
da
un
ufficio
ad
un
altro
del
medesimo
grado
,
ma
d
una
importanza
assai
maggiore
,
d
un
indole
assolutamente
diversa
,
e
che
richieda
cognizioni
affatto
speciali
.
Con
una
facile
manovra
burocratica
,
a
cui
la
legge
e
la
tradizione
non
s
'
oppongono
,
il
Capo
-
Sezione
o
il
Capo
-
Divisione
possono
salire
una
cattedra
,
dirigere
una
biblioteca
o
un
accademia
di
belle
arti
,
senza
saper
distinguere
un
Raffaello
da
un
Cimabue
,
senza
aver
dato
alcuna
prova
di
conoscere
la
materia
che
sono
chiamati
ad
insegnare
.
Vi
sarebbe
,
è
vero
,
da
temere
il
giudizio
del
pubblico
;
ma
esso
è
,
in
questi
casi
,
di
una
tolleranza
uguale
solo
all
infinito
.
In
una
parola
,
tutte
le
vie
sono
aperte
per
ammettere
le
incapacità
,
tutte
sono
chiuse
quando
si
tratta
di
ammettere
in
modo
eccezionale
le
capacità
singolari
,
le
quali
,
si
noti
,
bene
,
è
quasi
impossibile
che
prendano
la
via
ordinaria
.
Uno
che
senta
in
se
stesso
facoltà
superiori
al
comune
degli
uomini
,
non
vorrà
certamente
porsi
dieci
o
forse
venti
anni
a
copiare
e
scrivere
lettere
,
per
giungere
finalmente
a
quelli
ufficio
dove
potrà
dimostrare
il
suo
valore
,
se
la
sua
intelligenza
non
sarà
già
esaurita
sotto
il
lungo
e
lento
processo
di
mummificazione
,
cui
fu
sottoposta
.
L
'
uomo
d
ingegno
si
troverà
così
sempre
come
corpo
estraneo
,
in
mezzo
a
una
mediocrità
che
dilaga
da
ogni
lato
,
e
la
sua
superiorità
sarà
soggetto
di
gelosia
grandissima
o
di
diffidenza
,
per
forza
naturale
delle
cose
e
per
legge
dell
umana
natura
.
L
'
intelligenza
,
che
dovrebbe
essere
la
forza
motrice
e
regolatrice
della
gran
macchina
burocratica
,
va
mancando
,
e
i
capi
d
ufficio
non
sono
essi
stessi
che
pezzi
della
macchina
.
Non
v
è
paese
del
mondo
in
cui
i
più
alti
impiegati
amministrativi
sieno
così
privi
d
ogni
responsabilità
e
indipendenza
,
così
male
retribuiti
come
tra
noi
.
Il
Capo
di
Divisione
non
può
scegliere
alcuno
de
suoi
impiegati
,
non
può
mai
risolvere
in
suo
proprio
nome
gli
affari
.
La
firma
è
sempre
del
Ministro
o
del
Segretario
che
sottoscrive
in
nome
del
Ministro
;
la
responsabilità
in
faccia
al
paese
è
loro
,
sebbene
gli
affari
sieno
poi
di
fatto
risoluti
dalla
burocrazia
che
,
messa
al
coperto
,
e
considerata
come
una
macchina
,
diventa
più
macchina
che
mai
.
La
responsabilità
non
è
più
di
nessuno
,
perché
coloro
che
conoscono
e
risolvono
gli
affari
non
l
hanno
,
ed
il
Ministro
ed
il
Segretario
sono
responsabili
solo
di
nome
,
quando
si
trovano
costretti
a
firmar
carte
che
non
hanno
il
tempo
materiale
di
leggere
.
Così
,
nel
tempo
stesso
in
cui
da
un
lato
si
è
tolto
alla
burocrazia
ogni
indipendenza
legale
,
si
è
resa
dalli
altro
onnipotente
.
E
l
aver
tutto
concentrato
nel
Ministro
,
serve
spesso
ad
introdurre
il
favoritismo
politico
in
ogni
parte
dell
amministrazione
,
con
danno
manifesto
degli
affari
.
Da
questa
continua
ingerenza
politica
sono
,
io
credo
,
derivati
i
danni
maggiori
al
pubblico
insegnamento
:
il
Ministro
ed
il
Segretario
non
possono
sempre
resistere
alle
raccomandazioni
dei
Deputati
e
dei
Senatori
.
Dovrebbero
essere
la
sola
forza
intelligente
e
responsabile
,
la
mente
e
l
anima
dell
organismo
burocratico
;
ma
essi
mutano
continuamente
,
onde
il
corpo
si
è
dovuto
assuefare
a
camminare
senza
anima
,
e
le
ruote
dello
strano
meccanismo
girano
ancora
,
quando
la
prima
forza
motrice
è
mancata
.
Il
regolamento
è
divenuto
la
sola
ancora
,
il
vangelo
della
burocrazia
,
come
la
rettorica
è
il
vangelo
dei
pedanti
.
Ma
come
nessuna
rettorica
fece
mai
uno
scrittore
,
così
nessun
regolamento
basterà
mai
a
formare
una
buona
amministrazione
.
La
difficoltà
di
penetrare
il
vero
scopo
delle
leggi
,
e
la
mancanza
di
autorità
per
assumerne
sopra
di
sé
la
interpretazione
,
hanno
fatta
sostituire
la
lettera
allo
spirito
.
Quanto
più
il
lavoro
prescritto
è
complicato
,
irrazionale
,
tanto
più
viene
religiosamente
eseguito
,
senza
osservare
se
lo
scopo
prefisso
è
ottenuto
.
Una
volta
ebbi
occasione
d
'
osservare
questo
fatto
.
Si
dové
eseguire
un
disegno
approvato
dal
Ministero
,
per
adattare
un
antico
locale
ad
un
nuovo
uso
.
Il
lavoro
era
abbastanza
inoltrato
,
quando
si
vide
che
un
certo
numero
di
finestre
non
potevano
farsi
con
la
spesa
indicata
;
perché
si
trovarono
antichi
pilastri
nascosti
nell
'
interno
delle
mura
,
appunto
là
dove
dovevano
venir
le
finestre
.
Non
essendo
possibile
sospendere
i
lavori
,
per
aspettare
la
fine
delle
lunghe
pratiche
necessarie
ad
avere
l
approvazione
d
'
un
nuovo
disegno
,
bisognava
o
fare
,
senza
permesso
,
una
spesa
maggiore
,
o
aprire
le
finestre
in
altro
punto
,
e
deturpare
tutta
l
architettura
.
Studiato
il
regolamento
,
fu
deciso
di
aprire
le
finestre
,
con
la
spesa
indicata
,
là
dove
deturpavano
l
'
architettura
,
per
poi
chiuderle
,
e
con
nuovo
disegno
regolarmente
approvato
,
riaprirle
dove
conveniva
.
Il
regolamento
era
fatto
per
impedire
spese
maggiori
del
bisogno
,
e
in
queste
appunto
si
cadeva
,
volendo
rispettarne
la
lettera
,
a
danno
dello
spirito
.
La
moltiplicità
delle
forme
e
delle
formole
non
è
credibile
,
e
sembra
destinata
assai
spesso
a
non
ottenere
altro
fine
che
quello
d
arrestare
il
corso
delle
pubbliche
faccende
.
Ho
visto
gli
agenti
d
una
Compagnia
americana
,
venuti
in
Italia
con
forti
capitali
,
per
intraprendere
alcune
industrie
,
fuggire
disperati
,
dopo
aver
visto
la
serie
infinita
delle
pratiche
che
bisognava
fare
per
ottenere
il
desiderato
permesso
,
e
le
mille
difficoltà
che
si
dovevano
superare
.
L
Italia
,
mi
dissero
,
non
è
ancora
un
paese
per
gli
affari
;
e
se
ne
andarono
.
Sarebbe
nondimeno
ingiusto
il
non
osservare
che
questa
burocrazia
lenta
,
ostinata
,
pedantesca
com
è
,
ha
pure
reso
,
col
suo
lavoro
costante
,
paziente
e
noioso
,
grandi
servigi
al
paese
.
Credete
forse
che
un
amministrazione
improvvisata
solamente
di
liberali
,
o
di
vecchi
impiegati
,
o
di
Piemontesi
,
avrebbe
potuto
resistere
alla
continua
mutazione
dei
Ministeri
,
agli
urli
della
piazza
,
alla
inerzia
passionata
della
maggior
parte
di
noi
?
Più
di
una
volta
l
'
ostinazione
e
la
pedanteria
burocratica
sono
state
la
sola
forza
veramente
conservatrice
,
che
potevamo
opporre
alle
tradizioni
immorali
dei
caduti
governi
,
ed
al
favoritismo
politico
.
Ora
però
siamo
giunti
a
un
punto
,
che
la
più
necessaria
delle
riforme
deve
cominciare
da
essa
,
se
non
vogliamo
che
la
vita
nazionale
resti
soffocata
.
Ma
è
singolare
!
mentre
tutto
il
paese
grida
tanto
contro
la
burocrazia
,
sembra
esso
stesso
affetto
dalla
medesima
malattia
.
Voi
sentite
da
ogni
lato
ripetere
:
che
cosa
bisogna
fare
?
Qual
è
il
regolamento
,
quale
la
legge
,
in
una
parola
,
quale
è
il
nuovo
sistema
che
deve
salvarci
?
Né
si
considera
che
di
regolamenti
ne
abbiamo
finora
fatti
delle
migliaia
,
che
tutte
le
nostre
stamperie
sono
ancora
affaticate
in
questo
indefesso
lavoro
;
e
fra
poco
avremo
percorsa
tutta
la
serie
dei
regolamenti
e
dei
sistemi
possibili
,
senza
avere
ottenuto
il
nostro
scopo
.
E
proprio
il
caso
di
ripetere
all
Italia
le
parole
di
Fausto
a
Wagner
:
E
stimi
dunque
Che
da
vil
pergamena
esca
la
sacra
Sorgente
che
l
ardor
di
questa
sete
Possa
ammorzarti
?
Oh
no
ristoro
alcuno
Non
aspettar
,
se
dall
anima
tua
Limpida
non
zampilla
.
Si
tratta
di
finanza
?
E
sorgono
subito
a
combattere
tre
sistemi
nuovi
debiti
,
nuove
imposte
o
nuove
economie
.
Ma
nuovi
debiti
non
troviamo
da
farne
;
nuove
imposte
,
il
paese
esausto
sarà
pur
troppo
incapace
di
sopportarle
,
e
quanto
alle
economie
,
l
esame
delle
cifre
ha
provato
che
le
spese
maggiori
sono
quelle
appunto
che
non
si
possono
diminuire
.
Con
questi
palliativi
noi
dunque
andremo
innanzi
ancora
qualche
anno
,
senza
aver
trovato
il
sistema
che
ci
deve
salvare
.
V
è
in
Italia
nessun
uomo
di
buon
senso
,
il
quale
dubiti
ancora
,
che
il
solo
mezzo
per
uscire
dal
laberinto
in
cui
siamo
entrati
,
sta
nell
'
aumentare
il
lavoro
e
la
produzione
nazionale
;
perché
solo
allora
le
rendite
dello
Stato
cresceranno
,
e
perché
una
nazione
come
la
nostra
,
che
spende
e
non
produce
,
deve
assolutamente
fallire
,
e
non
è
il
sistema
,
ma
il
lavoro
che
può
salvarla
?
Si
tratta
di
pubblica
istruzione
?
Ed
ecco
i
sistemi
sorgono
a
combatter
fra
loro
.
Libertà
d
insegnamento
,
tasse
elevate
,
insegnamento
dello
Stato
,
privati
docenti
,
insegnamento
obbligatorio
.
Ed
ognuno
si
presenta
con
in
mano
un
segreto
talismano
,
che
deve
salvare
il
paese
.
Ma
perché
non
osservare
che
le
tasse
elevate
erano
prescritte
dalla
legge
Casati
,
e
voi
foste
indotti
a
scemarle
?
Che
essa
stabilisce
l
insegnamento
elementare
obbligatorio
,
mentre
in
Toscana
è
libero
;
che
a
Napoli
v
'
è
un
gran
numero
di
privati
-
docenti
,
mentre
a
Torino
,
Pavia
,
Pisa
non
attecchiscono
;
che
dal
59
in
poi
quasi
tutti
i
sistemi
'
furono
provati
;
che
anche
oggi
buona
parte
di
essi
sono
in
presenza
,
e
che
riescono
solo
a
far
andare
l
'
insegnamento
ugualmente
male
per
tutto
?
A
che
vi
giova
l
aprire
le
scuole
serali
,
quando
voi
cominciate
con
500
alunni
,
empite
d
elogi
tutti
i
giornali
,
lodate
il
Municipio
,
la
popolazione
,
il
Ministro
e
l
Ispettore
;
e
poi
abbandonate
le
scuole
a
se
stesse
?
Gli
alunni
diminuiscono
subito
,
e
finalmente
voi
dovete
cominciare
a
chiudere
le
scuole
.
Allora
sarebbe
il
tempo
pei
giornali
di
gridare
;
ma
essi
pensano
a
cose
più
serie
.
Qual
sistema
,
qual
regolamento
vi
salva
da
questa
generale
oscitanza
?
Un
giorno
si
levò
nella
Camera
un
deputato
e
disse
:
Signori
!
Volete
voi
sapere
che
cosa
bisogna
fare
per
riordinare
il
nostro
insegnamento
universitario
?
Pigliate
ogni
anno
dieci
o
dodici
fra
i
migliori
giovani
che
s
addottarono
nelle
nostre
Università
,
e
mandateli
a
perfezionarsi
all
'
estero
,
specialmente
in
Germania
.
Così
,
dopo
qualche
tempo
,
avrete
un
primo
nucleo
di
buoni
professori
,
che
s
'
andranno
moltiplicando
ogni
anno
.
Il
consiglio
parve
buono
e
fu
adottato
;
la
Camera
approvò
nel
bilancio
una
somma
sufficiente
.
Si
venne
subito
al
modo
d
attuare
,
e
si
fece
il
regolamento
.
Ogni
anno
,
nel
tempo
delle
nostre
vacanze
universitarie
,
s
intima
un
concorso
per
scegliere
un
buon
numero
di
giovani
dottori
,
ed
è
stabilito
prima
,
quanti
debbono
essere
i
medici
,
quanti
i
filosofi
,
i
matematici
,
ec
.
Ed
ogni
anno
avviene
che
l
'
Italia
non
è
pronta
a
dare
un
numero
determinato
,
e
anche
distribuito
secondo
la
tabella
ministeriale
,
di
giovani
capaci
di
profittar
davvero
del
loro
soggiorno
in
Germania
,
dove
gli
studii
sono
tanto
diversi
e
tanto
più
elevati
.
Quindi
,
il
più
delle
volle
,
una
parte
degli
eletti
sono
giovani
assai
mediocri
.
Tra
le
materie
per
l
'
esame
di
concorso
non
si
richiede
alcuna
conoscenza
della
lingua
del
paese
,
dove
si
va
a
studiare
,
e
la
durata
del
soggiorno
è
d
'
un
anno
solo
.
Generalmente
la
decisione
del
concorso
è
fatta
conoscere
al
giovane
nella
fine
del
novembre
;
onde
egli
arriva
a
Berlino
non
prima
degli
ultimi
giorni
del
dicembre
,
per
fare
le
vacanze
del
Natale
.
Il
semestre
d
inverno
,
che
in
Germania
comincia
nell
'
ottobre
,
ed
è
quello
degli
studii
più
severi
,
si
trova
già
inoltrato
a
metà
;
e
prima
che
il
giovane
si
ponga
in
grado
di
comprendere
il
tedesco
e
profittare
,
la
più
gran
parte
dell
'
anno
è
passata
,
ed
egli
deve
apparecchiarsi
a
ritornare
in
patria
.
Non
v
è
che
un
solo
mezzo
per
restare
,
quello
d
'
avere
,
in
questo
tempo
,
fatto
in
Germania
e
stampato
un
lavoro
,
e
con
esso
presentarsi
ad
un
secondo
concorso
.
Ora
è
certo
,
che
se
fra
quei
giovani
ve
ne
è
qualcuno
veramente
capace
di
profittare
,
questi
non
avrà
finito
e
stampato
un
lavoro
in
così
breve
tempo
.
Egli
deve
dunque
tornare
,
il
regolamento
lo
impone
.
Eccezioni
ve
ne
sono
state
,
e
sul
principio
il
Ministro
aveva
assai
maggiore
larghezza
;
ma
ora
la
regola
è
questa
.
Così
n
è
seguito
che
i
danari
si
sono
spesi
,
ma
i
professori
non
si
sono
avuti
.
Il
Governo
stesso
sembra
diffidar
di
questi
giovani
,
e
in
si
grande
penuria
d
'
insegnanti
,
quando
è
costretto
a
nominar
professori
alcuni
che
non
hanno
neppure
compiuto
gli
studii
universitarii
,
già
si
dimostra
restio
ad
impiegar
questi
dottori
perfezionati
in
Germania
.
Esso
sembra
non
essere
in
grado
di
conoscer
neppure
con
che
profitto
abbiano
studiato
,
a
quale
disciplina
più
specialmente
si
siano
dati
.
Così
almeno
bisogna
credere
,
quando
s
è
visto
che
coloro
i
quali
a
Berlino
studiavano
una
materia
,
furono
chiamati
in
Italia
ad
insegnarne
un
'
altra
affatto
diversa
;
quando
s
è
visto
quelli
che
più
godevano
la
stima
dei
compagni
e
dei
professori
,
piatire
invano
un
posto
di
liceo
,
mentre
altri
,
e
non
più
meritevoli
,
entravano
nelle
Università
.
Molti
di
essi
gridarono
che
,
così
facendo
,
v
'
era
un
fine
premeditato
;
ma
ciò
è
assurdo
.
Il
Governo
e
la
burocrazia
non
hanno
altro
fine
,
che
il
bene
della
gioventù
e
dell
insegnamento
;
ma
si
sono
da
se
stessi
legate
le
mani
,
e
messi
nella
impossibilità
di
farlo
.
È
dunque
da
meravigliarsi
,
se
il
paese
non
ha
finora
risentito
alcun
vantaggio
dei
danari
spesi
,
e
se
noli
abbiamo
guadagnato
niente
nella
poca
stima
che
s
ha
di
noi
all
estero
,
dove
s
è
avuto
un
saggio
del
modo
con
cui
in
Italia
procedono
le
pubbliche
faccende
,
e
la
nostra
leggerezza
è
stata
dagli
uomini
gravi
giudicata
scandalosa
?
Quale
è
il
regolamento
che
ci
salva
da
questi
errori
,
quale
è
il
sistema
?
Io
lo
dirò
francamente
:
bisogna
non
fare
strazio
così
manifesto
del
senso
comune
.
La
questione
principale
tra
di
noi
non
è
di
regolamenti
o
di
leggi
;
ma
è
di
uomini
.
Con
uomini
che
sappiano
e
che
vogliano
,
le
peggiori
leggi
si
portano
a
buon
fine
;
con
uomini
indolenti
o
ignoranti
,
tutto
riesce
male
.
E
l
'
Italia
,
invece
di
rivolgere
a
ciò
tutta
quanta
la
sua
attenzione
,
s
è
persuasa
che
ad
avere
una
nazione
stimata
,
civile
e
potente
,
basti
avere
una
libera
costituzione
,
ed
un
miglior
codice
penale
e
civile
e
scuole
e
vie
ferrate
e
porti
e
canali
,
e
la
posta
che
parte
tre
o
quattro
volte
il
giorno
,
ec
.
,
ec
.
Ma
questi
sono
condotti
pei
quali
deve
scorrere
la
vita
e
l
attività
nazionale
;
se
questa
vita
manca
e
niuno
pensa
a
ridestarla
,
se
le
strade
restano
senza
viaggiatori
e
i
porti
senza
navi
e
le
scuole
senza
scolari
,
tutte
le
grandi
imprese
servono
solo
ad
affrettar
la
rovina
ed
il
fallimento
.
Le
società
vi
sono
,
la
libertà
si
desidera
solo
per
avere
uomini
migliori
;
le
leggi
,
le
istituzioni
non
possono
essere
che
mezzi
e
strumenti
di
questo
fine
più
alto
assai
.
Ma
gli
ostacoli
che
si
frappongono
fra
noi
a
conseguirlo
sono
infiniti
,
e
tanto
più
gravi
,
quanto
più
molti
di
essi
sono
opera
delle
nostre
proprie
mani
.
Io
ne
citerò
uno
che
sembra
di
poco
momento
;
ma
è
notevole
assai
,
perché
viene
dalla
gente
più
illuminata
e
benemerita
del
paese
.
Vi
sono
fra
di
noi
molti
uomini
,
che
hanno
più
degli
altri
contribuito
a
fare
l
'
Italia
.
Costoro
nelle
lettere
,
nelle
scienze
,
nelle
armi
o
nella
politica
hanno
reso
grandi
servigi
alla
patria
,
e
i
loro
nomi
sono
giustamente
venerati
in
Italia
e
fuori
.
Ma
non
pochi
di
essi
restarono
,
come
noi
tutti
,
ubbriacati
dai
facili
successi
finora
ottenuti
.
Più
volte
m
è
avvenuto
di
parlare
con
qualcuno
di
loro
,
sulle
più
utili
riforme
di
cui
il
nostro
paese
avrebbe
bisogno
.
Ed
ogni
volta
che
io
discorrendo
,
per
esempio
,
di
pubblica
istruzione
,
mi
sono
lasciato
andare
a
descrivere
disegni
di
radicali
riforme
,
sono
stato
interrotto
da
un
osservazione
che
m
ha
fatto
molto
pensare
,
perché
mi
fu
troppe
volte
ripetuta
.
In
fin
de
conti
,
m
hanno
detto
molti
di
questi
uomini
politici
,
ed
anche
non
pochi
egregi
professori
,
noi
non
facemmo
tali
studii
,
non
fummo
costretti
a
questo
tirocinio
;
eppure
....
eppure
qualche
cosa
noi
siamo
,
l
'
Italia
,
in
fine
,
l
'
abbiam
fatta
noi
!
Vi
fu
tra
gli
altri
un
deputato
di
molto
ingegno
,
che
aggiunse
:
Io
piglierei
che
i
nostri
figli
facessero
camminar
l
'
Italia
,
quanto
l
'
abbiam
fatta
camminar
noi
.
Ora
,
con
buona
pace
di
questi
signori
,
io
credo
che
essi
vivano
nella
più
grande
illusione
.
I
nomi
di
coloro
che
seppero
sperare
contro
la
speranza
,
che
ebbero
una
fede
inconcussa
nella
libertà
,
per
cui
vissero
e
soffrirono
,
resteranno
immortali
,
e
le
loro
opere
saranno
d
'
esempio
ai
posteri
.
Ma
se
non
si
persuadono
,
che
le
forze
bastevoli
a
far
cadere
governi
crollanti
non
bastano
a
formare
una
grande
nazione
;
se
non
si
persuadono
,
che
ora
si
tratta
di
creare
una
generazione
di
gran
lunga
superiore
a
noi
,
perché
la
scienza
,
l
'
industria
,
l
esperienza
,
in
una
parola
,
gli
uomini
che
l
Italia
possiede
,
non
sono
ancora
quelli
che
costituiscono
le
grandi
nazioni
,
e
che
si
formano
in
esse
;
se
di
tutto
ciò
non
si
vogliono
persuadere
,
potrebbero
correre
il
pericolo
di
divenire
un
ostacolo
all
'
opera
che
così
splendidamente
iniziarono
colle
proprie
mani
.
Niuna
illusione
più
funesta
di
quella
che
vuol
credere
,
che
gli
uomini
i
quali
di
recente
spezzarono
le
proprie
catene
,
sieno
davvero
i
più
capaci
a
sostenere
in
tutto
l
'
onore
e
la
gloria
del
paese
risorto
.
In
quella
poca
esperienza
che
ho
potuto
avere
nell
insegnamento
,
mi
è
restata
sempre
una
profonda
convinzione
,
che
la
nostra
gioventù
potrà
rapidissimamente
superarci
,
se
noi
non
continuiamo
a
lasciarla
nell
'
abbandono
in
cui
l
abbiamo
tenuta
finora
.
Ma
se
ancora
duriamo
fatica
a
capire
,
che
il
nostro
più
nobile
ufficio
è
quello
di
produrre
una
generazione
che
ci
superi
,
e
vogliamo
produrne
una
simile
a
noi
,
avremo
invece
una
copia
peggiorata
dalla
nostra
incapacità
:
noi
potremmo
avvederci
del
funesto
errore
,
quando
in
Europa
venisse
uno
di
quei
momenti
difficili
nei
quali
,
fra
l
urto
dei
potenti
,
solo
i
forti
si
salvano
,
o
fossimo
sottoposti
ad
una
di
quelle
crisi
violente
,
a
cui
,
pur
troppo
!
anche
le
società
moderne
vanno
soggette
.
Ma
abbiamo
noi
bisogno
di
novelle
prove
?
Non
è
generale
il
grido
che
la
gioventù
nostra
da
tutti
tenuta
fra
le
più
intelligenti
non
progredisce
punto
?
E
non
furono
gli
uomini
stessi
che
fecero
l
Italia
,
coloro
che
,
venuti
all
opera
,
riuscirono
impotenti
a
un
assetto
definitivo
,
e
caddero
in
quegli
errori
che
questa
guerra
è
venuta
a
mettere
così
dolorosamente
in
luce
?
E
se
anche
gli
uomini
eminenti
possono
qualche
volta
,
loro
malgrado
,
essere
d
inciampo
al
progresso
della
nazione
;
che
sarà
della
schiera
infinita
dei
mediocri
?
Avete
voi
mai
conosciuto
un
paese
dove
la
calunnia
sia
così
potente
e
così
avida
,
dove
in
così
breve
tempo
si
sia
lacerato
un
ugual
numero
di
riputazioni
onorate
?
Si
grida
per
tutto
che
ci
vogliono
uomini
nuovi
,
perché
gli
uomini
vecchi
sono
già
consumati
;
ma
non
appena
si
vedono
i
segni
di
un
qualche
giovane
di
vero
ingegno
elle
sorge
,
un
mal
volere
,
direi
quasi
,
un
odio
infinito
,
s
'
accumula
contro
di
lui
e
lo
circonda
.
La
mediocrità
è
una
potenza
livellatrice
,
vorrebbe
ridurre
tutti
gli
uomini
alla
sua
misura
,
odia
il
genio
che
non
comprende
,
detesta
l
ingegno
che
distrugge
l
'
armonia
della
sua
ambita
uguaglianza
.
Essa
ha
i
suoi
idoli
che
solleva
e
che
adora
;
ma
sono
grandi
mediocrità
anch
essi
,
che
le
servono
di
strumento
,
e
che
,
con
una
riputazione
usurpala
,
nascondono
i
bassi
fini
della
moltitudine
.
Essa
ha
in
tutto
ciò
una
forza
d
associazione
incredibile
,
una
disciplina
ed
un
istinto
che
le
fa
sempre
riconoscere
da
lontano
il
nemico
,
contro
cui
tutti
rivolgono
contemporaneamente
i
loro
strali
avvelenati
.
Molti
e
molti
giovani
io
ho
veduti
abbandonarsi
e
cedere
,
scoraggiati
,
il
terreno
,
innanzi
ad
un
nemico
sconosciuto
,
invisibile
,
eppure
così
numeroso
.
Che
l
'
Italiano
del
Settentrione
ricordi
un
poco
che
cosa
erano
i
Napoletani
appena
usciti
dalla
rivoluzione
;
come
si
laceravano
,
e
come
,
i
più
numerosi
nella
Camera
,
e
con
una
intelligenza
che
nessuno
mai
negò
loro
,
restarono
pur
sempre
i
più
deboli
.
E
poi
si
faccia
un
esame
di
coscienza
,
e
veda
se
non
è
vero
,
che
queste
nostre
passioni
consumano
per
tutto
le
forze
più
vive
del
paese
,
e
fanno
che
spesso
l
'
Italia
divori
,
come
Saturno
,
i
suoi
proprii
figli
.
Ma
voi
siete
sempre
ad
assalire
le
moltitudini
,
e
tacete
delle
consorterie
,
che
fra
di
noi
cagionarono
tutto
il
male
.
Sono
esse
che
fanno
un
disonesto
monopolio
del
Governo
a
vantaggio
di
pochi
;
sono
esse
che
detestano
l
ingegno
e
la
gioventù
,
elle
proteggono
solo
i
vecchi
impiegati
,
perché
possono
averli
docili
strumenti
dei
loro
bassi
fini
.
Prima
si
diceva
la
consorteria
;
ora
il
singolare
s
è
mutato
in
plurale
,
ed
abbiamo
le
consorterie
:
v
è
la
toscana
,
la
napoletana
,
la
lombarda
,
la
piemontese
,
e
fra
poco
avremo
anche
la
veneta
.
E
mentre
vi
sono
di
quelli
che
le
fanno
cagione
di
tutti
i
mali
,
ve
ne
sono
altri
,
i
quali
dicono
che
esse
sono
un
nome
vano
,
un
mito
,
uno
spauracchio
da
bambini
.
Le
consorterie
però
ci
sono
e
sono
una
grande
calamità
,
perché
sintomi
funesti
di
una
malattia
morale
che
ancora
ci
travaglia
.
Nelle
grandi
questioni
politiche
,
là
dove
si
tratta
della
esistenza
del
paese
,
tutta
la
nazione
si
agita
,
tutte
le
opinioni
s
'
uniscono
,
il
programma
politico
è
uno
solo
,
ed
il
Governo
allora
pare
che
non
guidi
,
ma
sia
guidato
dal
paese
.
E
sono
i
soli
momenti
,
in
cui
da
noi
non
si
commettono
più
errori
.
Le
nostre
moltitudini
hanno
un
senso
politico
così
fino
,
che
vedono
sempre
il
punto
essenziale
della
questione
,
ed
a
quello
rivolgono
tutte
le
forze
,
dimenticando
il
resto
.
L
Italia
diviene
allora
ammirabile
al
cospetto
dei
mondo
,
e
fa
prodigi
.
Ma
in
tutte
le
altre
questioni
d
'
amministrazione
,
di
finanza
,
di
pubblico
insegnamento
,
là
dove
non
si
tratta
più
della
esistenza
immediata
,
e
si
potrebbero
formare
i
partiti
,
perché
incominciano
le
divergenze
;
il
paese
,
invece
,
cade
subito
nell
'
abbandono
e
nell
'
indifferenza
,
grida
perché
soffre
,
ma
non
pensa
al
rimedio
,
ed
aspetta
ogni
cosa
dal
Governo
.
Gli
uomini
politici
si
trovano
,
così
,
come
generali
senza
esercito
,
e
si
dividono
in
gruppi
che
sono
consorterie
,
e
non
possono
in
alcun
modo
divenire
partiti
.
Il
conte
di
Cavour
,
colla
sua
personalità
e
col
suo
genio
politico
,
teneva
uniti
molti
di
quei
gruppi
,
e
,
sollevando
a
tempo
delle
grandi
questioni
,
agitava
il
paese
quando
ne
aveva
bisogno
.
Ma
dopo
la
sua
morte
i
gruppi
si
divisero
,
e
le
consorterie
moltiplicarono
.
Appena
uno
di
questi
gruppi
saliva
al
potere
,
si
trovava
intorno
un
paese
che
non
suggeriva
nulla
,
ma
chiedeva
di
essere
sollevato
;
e
di
fronte
si
trovava
gli
altri
gruppi
tutti
nemici
,
perché
tutti
desiderosi
del
potere
.
Quindi
le
avversioni
personali
,
meschine
;
la
guerra
d
ingiurie
e
di
pettegolezzi
,
che
il
paese
ha
sempre
deplorata
e
deplora
.
Se
il
Governo
poi
voleva
aiuto
;
se
aveva
bisogno
d
un
segretario
,
d
'
un
prefetto
,
d
un
impiegato
,
non
poteva
sceglierlo
che
fra
il
piccolo
numero
degli
amici
fidati
.
Più
volte
i
consorti
tentarono
rompere
questo
cerchio
di
ferro
,
che
li
stringeva
e
gl
'
isolava
;
ma
non
v
era
modo
.
Essi
non
impiegavano
i
loro
più
fidi
,
e
correvano
pericolo
di
far
solo
qualche
disertore
;
essi
cercavano
fuori
,
e
s
imbattevano
in
un
nemico
o
in
uno
sconosciuto
.
Il
Governo
si
riduceva
così
inevitabilmente
nelle
mani
di
pochi
,
ed
era
quello
che
li
rendeva
odiosi
.
Ma
fino
a
che
dietro
a
ognuno
di
quei
gruppi
non
sarà
una
parte
del
paese
,
fino
a
che
il
Governo
sarà
ridotto
nella
materiale
impossibilità
di
stendersi
in
un
largo
cerchio
;
i
partiti
saranno
sempre
impossibili
,
e
avremo
solo
consorterie
,
chiunque
sia
al
potere
.
Se
quello
che
oggi
si
chiama
partito
di
azione
,
riuscisse
in
tempi
pacifici
ad
afferrare
il
potere
,
si
vedrebbe
anch
esso
,
in
tutte
le
faccende
di
governo
,
ridotto
ad
un
piccolo
numero
,
e
sarebbe
subito
preso
dal
male
della
consorteria
.
Un
Governo
di
pochi
è
sempre
meschino
e
personale
,
odioso
,
sospettoso
d
ogni
nuovo
venuto
;
è
sempre
una
consorteria
,
e
qualche
volta
può
divenire
una
camorra
.
E
noi
non
usciremo
mai
da
un
Governo
di
pochi
,
fino
a
che
il
paese
non
comincia
a
discutere
sul
serio
i
proprii
affari
,
a
determinare
la
propria
opinione
,
e
,
coi
mezzi
legali
,
imporla
ai
ministri
.
Fino
a
che
non
si
decide
a
pigliar
parte
alla
vita
politica
,
e
lascia
vuoti
i
collegi
elettorali
,
e
chiama
al
municipio
gente
che
non
conosce
,
e
pretende
che
il
Governo
debba
far
tutto
per
tutti
,
e
aspetta
da
esso
la
pioggia
ed
il
bel
tempo
;
la
libertà
resterà
un
nome
vano
,
e
le
istituzioni
liberali
saranno
come
le
strade
ferrate
senza
viaggiatori
,
come
i
porti
senza
navi
;
le
consorterie
non
potranno
divenire
partiti
,
e
tutti
gli
sforzi
per
distruggerle
riusciranno
solo
ad
aumentarne
il
numero
.
Esse
dunque
ci
sono
e
sono
un
male
,
di
cui
la
colpa
principale
ricade
sui
non
consorti
,
che
si
contentano
solo
di
biasimare
e
stare
a
guardare
.
Potremo
noi
sperare
di
mutare
,
fino
a
che
vi
saranno
ancora
municipii
,
nei
quali
gli
ordini
delle
autorità
locali
si
debbono
proclamare
a
suon
di
tromba
o
tamburo
,
per
non
esservi
chi
sappia
leggerli
?
Così
dunque
ci
troviamo
portati
sempre
ad
una
medesima
conclusione
.
V
è
in
Italia
un
gran
colpevole
,
che
ha
fatto
più
male
ed
ha
commesso
più
errori
dei
generali
,
dei
ministri
,
del
partito
d
'
azione
,
delle
malve
e
delle
consorterie
,
e
quest
'
uno
siamo
noi
tutti
.
Ma
qui
mi
si
potrebbe
dire
:
è
bello
e
comodo
predicare
per
fare
il
profeta
di
sventure
;
ma
veniamo
un
poco
al
quid
agendum
.
Voi
dite
che
in
Italia
mancano
gli
uomini
,
e
voi
non
avete
alcuna
fede
nelle
istituzioni
,
nelle
leggi
e
nei
regolamenti
.
Che
cosa
dunque
bisogna
fare
?
Voi
dite
che
le
moltitudini
sono
ignoranti
.
Ma
noi
abbiamo
aperto
scuole
sopra
scuole
,
abbiamo
creato
un
esercito
di
professori
,
abbiamo
aggravato
il
bilancio
dello
Stato
,
abbiamo
.
tentato
i
nuovi
sistemi
;
e
voi
dite
che
si
va
di
male
in
peggio
,
e
ripetete
che
non
bisogna
aver
fede
cieca
nei
sistemi
o
nei
regolamenti
.
Per
aver
buone
scuole
bisogna
aver
buoni
professori
,
e
viceversa
,
per
formar
dei
professori
ci
vogliono
le
scuole
.
Noi
non
abbiamo
né
l
una
cosa
né
l
altra
.
Inviammo
a
Berlino
i
nostri
migliori
giovani
,
e
neppure
siamo
riusciti
a
nulla
.
Questa
è
dunque
una
impresa
disperata
?
Se
dopo
tutto
ciò
che
ho
detto
,
io
pretendessi
d
'
avere
trovato
il
segreto
talismano
che
deve
guarire
l
'
Italia
,
il
lettore
di
buon
senso
sarebbe
nell
'
obbligo
di
darmi
del
ciarlatano
.
Io
non
credo
che
l
impresa
sia
disperata
;
ma
non
ho
certo
la
pretensione
di
rispondere
alla
domanda
;
e
quando
mi
sentissi
da
ciò
,
non
avrei
preso
a
scrivere
un
opuscolo
.
Credo
di
più
,
che
non
vi
sia
uomo
capace
di
rispondere
,
perché
la
rigenerazione
d
'
un
paese
,
per
mezzo
della
libertà
,
deve
essere
l
opera
del
Governo
e
del
paese
stesso
.
Il
primo
passo
,
però
,
è
quello
di
mettere
,
noi
stessi
,
a
nudo
le
nostre
piaghe
,
di
distruggere
le
illusioni
o
i
pregiudizii
nazionali
.
Se
voi
pigliate
ad
uno
ad
uno
tutti
i
rami
della
civiltà
umana
,
l
Italiano
vi
consente
che
in
ciascuno
di
essi
noi
siamo
inferiori
a
tutte
le
nazioni
civili
.
Niuno
vi
pone
in
dubbio
che
le
scienze
,
le
lettere
,
l
industria
,
il
commercio
,
l
'
istruzione
,
la
disciplina
,
l
energia
nel
lavoro
sieno
in
Italia
assai
inferiori
a
quel
che
sono
in
Francia
,
in
Germania
,
in
Inghilterra
,
nella
Svizzera
,
nel
Belgio
,
nell
Olanda
,
nell
'
America
.
Ma
quando
poi
si
viene
a
tirare
la
somma
,
v
è
sempre
una
certa
cosa
,
per
cui
vogliamo
persuaderci
di
essere
superiori
agli
altri
.
Ebbene
,
questa
certa
cosa
o
non
c
è
,
o
bisogna
dimostrarla
coi
fatti
,
se
vogliamo
che
il
mondo
vi
creda
,
e
che
noi
possiamo
risentirne
i
vantaggi
.
Se
poi
dovesse
solo
servirci
di
pretesto
,
per
non
fare
gli
sforzi
infiniti
,
e
durare
le
grandi
fatiche
che
le
altre
nazioni
durarono
per
rendersi
civili
,
allora
sarebbe
assai
meglio
non
aver
questo
dono
funesto
e
misterioso
.
Quando
si
chiede
che
cosa
cl
vuole
per
formare
uno
scrittore
,
il
rètore
ha
subito
una
risposta
pronta
,
e
ci
presenta
una
nota
in
cui
è
scritto
come
si
fa
la
novella
o
la
storia
,
come
si
fa
piangere
e
come
si
fa
ridere
,
come
si
arriva
al
sublime
e
come
si
desta
la
malinconia
.
Ma
colui
che
conosce
per
pratica
il
mestiere
,
non
può
avere
una
così
cieca
ed
implicita
fede
nelle
regole
della
rettorica
,
e
vi
dirà
,
invece
,
che
si
tratta
di
una
disciplina
lunga
e
penosa
,
che
bisogna
studiare
i
classici
,
formarsi
il
gusto
,
conoscere
gli
uomini
,
il
mondo
,
e
che
bisogna
,
sopra
tutto
,
avere
il
dono
della
sacra
fiamma
.
Il
volgo
rimane
a
questo
poco
soddisfatto
,
e
i
rètori
trovano
spesso
più
facile
ascolto
,
specialmente
in
Italia
dove
furono
ammirati
tanto
il
Castelvetro
e
il
padre
Cesari
,
il
Metastasio
e
l
'
Arcadia
.
Questa
medesima
tendenza
del
nostro
spirito
noi
dimostriamo
,
quando
si
ragiona
o
scrive
di
politica
.
Ognuno
vuole
il
sistema
,
vuole
essere
rivelato
il
segreto
.
Si
tratta
d
intraprendere
un
opera
faticosa
e
penosa
,
a
cui
altre
nazioni
hanno
impiegate
le
forze
di
più
generazioni
.
Noi
possiamo
dirci
in
una
condizione
fortunata
,
perché
se
apriamo
la
storia
,
troviamo
che
,
poco
prima
o
poco
dopo
la
Rivoluzione
di
Francia
,
tutti
i
paesi
ora
più
civili
si
trovarono
in
condizioni
non
molto
dissimili
da
quelle
in
cui
siamo
noi
adesso
.
Se
ne
avvidero
,
si
decisero
a
rimediarvi
,
si
posero
coraggiosamente
all
'
opera
,
e
tutti
,
più
o
meno
,
per
le
medesime
vie
,
cogli
stessi
mezzi
,
vi
riuscirono
.
Basta
aprire
la
storia
di
Francia
,
di
Germania
,
d
Inghilterra
per
vedere
quali
furono
questi
mezzi
.
Essi
costituiscono
alcune
scienze
e
alcune
discipline
,
che
hanno
grandi
cultori
in
Europa
.
Siamo
noi
forse
i
soli
che
senza
sudare
e
senza
stentare
dobbiamo
ottener
tutto
dalla
fortuna
;
i
soli
che
non
hanno
nulla
di
comune
cogli
altri
uomini
,
per
non
voler
prender
la
via
battuta
da
tutte
le
altre
nazioni
?
Che
se
l
'
Italiano
ha
ancora
la
superbia
orgogliosa
e
vana
del
suo
primato
,
se
crede
ancora
d
essere
superiore
a
tutti
gli
altri
,
quando
le
sue
opere
sono
così
manifestamente
inferiori
;
allora
guardi
a
ciò
che
fecero
i
suoi
padri
,
e
vedrà
che
la
più
parte
di
queste
scienze
,
di
queste
discipline
nacquero
in
Italia
,
che
le
nostre
scuole
,
le
nostre
Università
,
le
nostre
istituzioni
furono
imitate
dai
Tedeschi
,
Francesi
ed
Inglesi
,
e
che
anche
la
via
,
per
cui
le
nostre
repubbliche
uscirono
dalla
barbarie
del
medio
evo
,
è
la
stessa
.
Dica
allora
d
imitare
se
stesso
,
ove
ciò
gli
stia
tanto
a
cuore
;
ma
si
persuada
però
una
volta
,
che
se
la
questione
è
difficile
assai
,
è
più
di
tenace
volontà
,
che
di
scienza
occulta
;
è
di
uomini
,
non
di
leggi
o
d
istituzioni
solamente
.
Chi
vi
ha
impedito
di
diffondere
l
'
istruzione
elementare
?
Non
è
nota
la
via
per
ottenere
il
fine
?
Non
lo
ha
quasi
ottenuto
il
Piemonte
,
non
è
forse
vicino
alla
mèta
il
municipio
di
Milano
?
Le
difficoltà
più
gravi
e
le
questioni
veramente
disputabili
incominciano
là
dove
noi
ancora
non
siamo
giunti
.
Abbiamo
ragionato
alquanto
dei
molti
mali
che
travagliano
la
nostra
burocrazia
;
e
la
questione
è
per
noi
d
importanza
capitale
.
La
burocrazia
ha
in
mano
l
'
opera
maggiore
del
Governo
;
essa
muove
la
gran
macchina
dello
Stato
;
lo
amministra
,
ed
indirettamente
elabora
,
più
spesso
che
non
si
crede
,
anche
i
disegni
di
legge
.
Le
assemblee
legislative
son
buone
a
deliberare
,
a
sindacare
,
a
dare
pubblicità
al
Governo
,
a
determinarne
l
'
indirizzo
;
ma
incapacissime
ad
amministrare
,
riescono
spesso
impotenti
ancora
a
formolare
e
discutere
le
leggi
,
in
quei
mille
particolari
che
le
rendono
efficaci
,
e
che
vengono
suggeriti
solo
da
quella
lunga
e
minuta
esperienza
,
che
è
la
qualità
principale
d
'
una
buona
burocrazia
.
Chi
dunque
ci
ha
fatto
lasciare
una
parte
così
importante
dello
Stato
in
un
disordine
permanente
,
e
forse
anche
progressivo
?
Non
hanno
le
altre
nazioni
trovato
i
medesimi
ostacoli
,
e
non
li
hanno
forse
superati
?
In
qual
modo
?
Facendo
precisamente
il
contrario
di
quello
che
facciamo
noi
.
Infatti
,
noi
ammettiamo
agl
'
impieghi
minori
senza
esame
e
senza
concorso
;
la
Prussia
non
ammette
a
concorrere
agl
impieghi
di
Stato
chi
non
abbia
fatto
un
corso
regolare
di
studii
classici
.
Noi
facciamo
passare
da
un
impiego
all
'
altro
,
quasi
per
sola
anzianità
,
e
la
Prussia
sa
quali
sono
le
cognizioni
richieste
in
ciascuno
dei
principali
rami
d
'
amministrazione
,
e
prima
di
farvi
entrare
qualcuno
vuole
prove
ben
sicure
.
Noi
crediamo
che
l
'
impiegato
di
ogni
grado
sia
una
macchina
,
e
abbiamo
tutto
concentrato
nel
Ministro
;
ogni
paese
civile
ha
,
invece
,
creato
nelle
amministrazioni
un
piccolo
numero
di
alti
impiegati
,
con
grande
indipendenza
e
responsabilità
,
nei
quali
si
pongono
,
con
paghe
quasi
ministeriali
,
uomini
eminenti
.
Essi
sono
l
anima
e
la
vita
delle
amministrazioni
,
perché
,
mentre
tengono
ferme
le
tradizioni
nella
continua
mutabilità
dei
Ministri
,
sanno
operare
in
modo
che
la
lettera
non
uccida
lo
spirito
,
avendo
l
autorità
e
l
esperienza
necessaria
a
farlo
senza
pericolo
.
Noi
abbiamo
,
con
ogni
studio
,
chiusa
la
porta
delle
amministrazioni
alla
intelligenza
in
generale
,
ed
agli
uomini
più
eminenti
in
particolare
;
i
paesi
veramente
civili
invitano
con
ogni
mezzo
l
'
intelligenza
,
cercano
gli
uomini
eminenti
,
e
quando
la
loro
capacità
è
davvero
provata
,
allora
non
vi
sono
ostacoli
possibili
,
e
se
tutto
manca
,
si
crea
a
bella
posta
un
nuovo
e
più
alto
ufficio
:
s
è
visto
che
una
sola
intelligenza
elevata
,
messa
a
servigio
dello
Stato
,
fa
quello
che
miriadi
d
impiegati
mediocri
non
possono
fare
.
«
Solo
in
un
Governo
popolare
,
dice
il
Mill
,
poteva
Sir
Rowland
Hill
vincerla
contro
l
Uffizio
delle
Poste
.
Un
Governo
popolare
lo
installò
dentro
le
Poste
del
Regno
Unito
,
e
fece
che
il
corpo
,
a
dispetto
di
se
stesso
,
obbedisse
al
nuovo
spirito
i
che
v
infuse
dentro
un
uomo
di
originalità
e
di
energia
»
(
On
representative
Governement
)
.
E
solo
in
questo
modo
si
può
evitar
quella
carie
che
così
spesso
rode
le
ossa
delle
amministrazioni
,
mutando
in
meccanismo
il
lavoro
intelligente
.
Se
un
paese
doveva
trovare
difficoltà
ad
accettare
il
sistema
prussiano
degli
esami
e
concorsi
,
per
tutti
gl
'
impieghi
,
questo
era
l
Inghilterra
,
dove
i
più
alti
ufficii
erano
un
privilegio
dell
'
aristocrazia
.
Ma
quando
si
vide
che
il
favoritismo
minacciava
di
portar
mali
assai
gravi
,
allora
l
'
Inghilterra
subito
pose
mano
arditamente
alla
riforma
.
Capì
che
si
trattava
di
uomini
,
e
nell
'
aristocrazia
stessa
vi
fu
chi
sostenne
la
propaganda
generosa
,
la
quale
fini
con
la
legge
che
sottopose
agli
esami
quasi
tutti
gl
'
impieghi
.
Questa
legge
scoteva
l
'
antica
base
aristocratica
della
società
inglese
,
perché
poneva
il
figlio
del
calzolaio
in
termini
d
uguaglianza
col
nobile
lord
,
dando
la
superiorità
solo
all
ingegno
ed
alla
coltura
;
ma
fu
riconosciuta
utile
,
e
non
si
esitò
un
istante
.
Noi
,
invece
,
ci
siamo
divertiti
a
crescere
o
diminuire
il
numero
delle
Divisioni
,
dei
segretarii
,
a
creare
direttori
,
ispettori
,
commissarii
;
e
queste
miserie
furono
le
nostre
riforme
,
quando
bisognava
invece
trovar
modo
d
'
introdurre
l
intelligenza
,
la
responsabilità
e
la
vita
in
un
corpo
,
a
cui
sembra
che
con
ogni
studio
si
voglia
togliere
l
anima
.
Si
è
subito
detto
,
che
i
concorsi
e
gli
esami
non
riescono
fra
noi
;
ma
non
si
è
pensato
che
chi
li
adottò
,
aveva
trovato
i
medesimi
ostacoli
,
aveva
saputo
correggerne
tutti
gl
'
inconvenienti
,
ed
aveva
finalmente
ottenuto
i
risultati
che
voleva
.
Gli
esaminatori
sono
scelti
fra
gli
uomini
più
eminenti
del
paese
,
pagati
largamente
,
e
non
hanno
avuto
paura
di
cominciar
col
disapprovare
il
cinquanta
per
cento
degli
esaminati
.
Vi
sono
molti
impieghi
,
nei
quali
certe
qualità
morali
,
che
non
si
provano
cogli
esami
,
sono
necessarie
quanto
la
coltura
:
in
essi
l
esame
è
stato
solo
una
condizione
inevitabile
per
avere
l
'
ufficio
,
ma
non
l
unica
.
Si
è
cercato
e
s
è
trovato
il
modo
di
assicurare
tutti
i
vantaggi
a
chi
riusciva
migliore
;
ma
non
si
è
tolto
a
chi
doveva
far
la
nomina
,
il
diritto
di
mettere
in
bilancia
anche
e
qualità
morali
.
In
altri
casi
l
esame
è
servito
a
determinare
solo
la
eleggibilità
,
lasciando
libera
la
scelta
fra
tutti
gli
eleggibili
.
Ora
se
gl
Inglesi
hanno
potuto
persuadersi
,
che
la
competitive
examination
era
la
base
più
essenziale
della
riforma
amministrativa
,
e
l
hanno
fatta
a
dispetto
delle
tradizioni
,
dei
pregiudizii
,
degl
interessi
aristocratici
;
se
essi
già
ne
risentono
i
vantaggi
medesimi
che
ne
hanno
avuto
i
Prussiani
,
e
se
ne
dichiarano
così
contenti
,
che
il
Gladstone
affermava
,
il
secolo
XIX
dover
essere
il
secolo
dei
telegrafi
,
del
vapore
e
degli
esami
;
che
cosa
impedisce
a
noi
,
società
democratica
,
e
senza
differenza
di
classi
,
di
vedere
che
questo
è
il
primo
principio
della
riforma
amministrativa
?
Con
essa
,
non
solo
il
numero
degl
impiegati
può
diminuire
,
e
un
'
economia
desiderata
si
rende
possibile
;
ma
la
rapidità
assai
maggiore
degli
affari
cesserà
di
soffocare
la
vita
nazionale
in
un
mare
di
formalità
inconcludenti
,
il
che
è
per
noi
questione
d
'
essere
o
non
essere
.
E
se
prendiamo
,
ad
una
ad
una
,
tutte
e
istituzioni
che
hanno
bisogno
di
riforma
,
noi
troveremo
sempre
che
il
primo
passo
si
riduce
a
trovar
modo
d
introdurre
in
esse
maggiore
intelligenza
ed
uomini
più
capaci
.
Il
resto
verrebbe
poi
assai
facilmente
e
quasi
da
sé
.
Quando
avrete
accumulala
la
forza
motrice
,
sarà
facile
dirigerla
,
risparmiarla
,
moltiplicarla
.
Così
è
che
nel
fondo
di
tutte
le
nostre
riforme
ve
n
'
è
una
che
è
la
base
di
tutte
le
altre
,
ed
è
quella
del
pubblico
insegnamento
.
Ogni
volta
che
voi
parlate
ad
uno
straniero
intelligente
dei
progressi
che
ha
fatti
l
'
Italia
colla
rivoluzione
,
egli
conchiude
sempre
col
chiedervi
:
e
che
cosa
avete
voi
fatto
per
la
istruzione
e
l
'
educazione
del
vostro
popolo
?
Questa
è
invero
l
'
unica
base
ferma
e
sicura
della
libertà
.
Ma
non
bisogna
credere
,
che
un
buon
sistema
d
'
istruzione
e
di
educazione
significhi
solo
avere
scuole
elementari
dove
s
'
insegni
il
leggere
e
lo
scrivere
,
licei
dove
s
'
insegni
greco
e
latino
,
Università
dove
s
'
insegnino
le
professioni
.
Una
nazione
civile
è
quella
che
ha
scuole
,
le
quali
,
mentre
istruiscono
,
fortificano
l
intelligenza
individuale
,
moltiplicano
l
intelligenza
nazionale
,
formano
il
carattere
,
dànno
la
disciplina
morale
e
civile
,
migliorano
tutto
l
uomo
.
Un
buon
sistema
d
istruzione
crea
,
colle
scuole
industriali
,
abili
operai
;
moltiplica
l
'
industria
ed
il
commercio
;
perfeziona
coll
insegnamento
del
disegno
le
più
importanti
manifatture
;
caccia
la
miseria
e
introduce
per
tutto
un
agiato
vivere
.
Il
Governo
prussiano
seppe
,
con
le
scuole
temporanee
o
permanenti
di
operai
,
introdurre
nella
Slesia
l
industria
dei
tappeti
turchi
e
delle
trine
che
ne
cacciarono
la
miseria
.
Nel
Gran
Ducato
di
Baden
le
scuole
industriali
riuscirono
a
perfezionare
alcune
delle
manifatture
,
da
cui
dipende
la
ricchezza
del
paese
,
come
l
orologeria
che
era
decaduta
,
e
la
pittura
a
smalto
,
in
porcellana
,
ec
.
Il
Belgio
,
organizzando
non
meno
di
cinquanta
scuole
comunali
da
tessere
,
cacciò
dalla
Fiandra
occidentale
la
mendicità
che
l
aveva
invasa
:
Nel
Wurtemberg
ed
in
Baviera
,
specialmente
a
Norimberga
,
le
scuole
di
disegno
hanno
perfezionate
alcune
industrie
per
modo
,
che
se
ne
moltiplicarono
il
commercio
e
la
ricchezza
,
ed
un
agiato
vivere
s
introdusse
nei
più
remoti
abituri
,
nelle
più
povere
capanne
.
Esempii
simili
di
progresso
efficacemente
voluto
ed
ottenuto
se
ne
potrebbero
citare
a
migliaia
.
Ma
un
buon
sistema
d
educazione
significa
ancora
la
salute
migliorata
,
la
forza
fisica
accresciuta
.
L
'
uomo
ha
il
potere
di
perfezionare
non
solo
le
razze
degli
animali
,
ma
la
sua
propria
,
coll
igiene
,
la
ginnastica
,
la
caccia
,
il
cavalcare
,
il
tiro
a
segno
,
la
scherma
,
ec
.
,
ec
.
Il
giuoco
del
cricket
,
il
remigare
,
il
cavalcare
,
la
caccia
,
sono
,
infatti
,
parte
essenziale
d
una
buona
educazione
inglese
.
Il
Times
riporta
ogni
anno
i
nomi
dei
dodici
che
,
nelle
sfide
al
cricket
,
tra
Oxford
e
Cambridge
,
sono
vittoriosi
,
e
la
vittoria
consecutiva
di
più
anni
da
una
parte
o
dall
altra
,
è
uno
degli
onori
più
ardentemente
ambiti
da
quelle
due
grandi
Università
.
Il
ritratto
di
colui
che
vince
nel
tiro
a
segno
,
si
trova
in
tutti
i
giornali
illustrati
,
è
esposto
al
pubblico
in
tutte
le
città
del
Regno
Unito
.
E
l
ultima
Commissione
d
inchiesta
sulle
grandi
scuole
,
rivolgeva
tutta
quanta
la
sua
attenzione
sopra
questi
esercizii
del
corpo
,
che
non
giudicava
meno
importanti
del
greco
e
del
latino
.
La
ginnastica
è
divenuta
una
delle
occupazioni
più
popolari
e
più
ardentemente
cercate
in
tutta
la
Germania
,
dove
ha
creato
grandi
istituzioni
,
giornali
e
feste
,
che
sono
divenute
feste
nazionali
di
tutto
quanto
il
popolo
tedesco
.
E
così
la
Prussia
,
con
17
milioni
di
abitanti
,
ha
potuto
mettere
sotto
le
armi
700
mila
soldati
che
han
provato
d
'
essere
tra
i
primi
d
Europa
.
Il
suo
coscritto
si
presenta
,
non
solo
sapendo
leggere
e
scrivere
,
non
solo
abile
operaio
o
agricoltore
;
ma
anche
assai
forte
e
senza
i
molti
difetti
fisici
,
che
fanno
respingere
tanti
dei
nostri
dai
Consigli
di
leva
.
Il
tiro
a
segno
è
l
occupazione
e
l
orgoglio
di
tutti
gli
abitatori
delle
Alpi
,
e
i
nostri
volontarii
l
hanno
,
pur
troppo
,
sperimentato
anche
nel
Trentino
.
Il
generale
Garibaldi
lodò
altamente
il
valore
dei
Tirolesi
,
ed
è
bene
di
notare
che
essi
sono
,
ad
un
tempo
,
i
più
abili
tiratori
dell
Austria
,
ed
i
soli
che
non
abbiano
tra
loro
analfabeti
.
In
ogni
popolo
v
è
qualcuno
di
questi
esercizii
che
ne
alimenta
la
fierezza
e
la
forza
;
che
cosa
abbiamo
fatto
noi
colla
ginnastica
e
col
tiro
a
segno
?
Del
danaro
se
n
è
speso
;
ma
ben
presto
il
primo
entusiasmo
si
è
spento
,
secondo
la
solita
inerzia
che
non
si
è
fatta
vincere
neppure
dalla
passione
di
questi
utili
passatempi
,
i
quali
non
solo
fortificano
il
corpo
,
ma
affinano
i
sensi
.
L
occhio
vede
più
lontano
e
più
giusto
,
la
mano
è
più
ferma
e
svelta
,
i
movimenti
della
persona
più
agili
.
Non
vi
siete
avvisti
,
viaggiando
sulle
strade
ferrate
,
che
fuori
d
'
Italia
le
guardie
hanno
l
occhio
più
giusto
ed
esercitato
,
sono
più
accorte
,
ed
un
numero
minore
di
facchini
fa
un
lavoro
maggiore
?
Per
qual
ragione
un
cameriere
dei
Caffè
sui
Boulevards
di
Parigi
vi
pare
una
molla
d
acciaio
,
che
scatta
ad
ogni
più
piccolo
cenno
?
Esso
vede
tutto
,
ed
è
pronto
a
tutto
ed
a
tutti
.
Perché
una
donna
francese
basta
a
dirigere
un
intero
magazzino
,
può
tenervi
in
ordine
un
intero
stabilimento
,
facendo
un
lavoro
che
parecchie
delle
nostre
,
insieme
riunite
,
non
bastano
a
fare
?
Per
quale
ragione
,
in
tutte
le
biblioteche
di
Germania
,
un
così
piccolo
numero
d
'
impiegati
deve
bastare
ad
un
lavoro
così
prodigiosamente
maggiore
e
migliore
di
quello
che
fanno
i
nostri
?
A
Gottinga
vi
sono
500,000
volumi
che
ogni
giorno
s
'
aumentano
,
e
che
vanno
continuamente
in
giro
per
tutta
la
Germania
.
E
quindici
soli
impiegati
bastano
a
questo
lavoro
,
tenendo
sempre
al
corrente
tre
cataloghi
,
per
materie
,
per
ordine
alfabetico
,
per
ordine
di
tempo
in
cui
arrivano
,
compresi
gli
opuscoli
e
gli
articoli
di
Riviste
,
anch
essi
posti
a
catalogo
.
La
Biblioteca
di
Berlino
,
anche
meglio
ordinata
,
con
700,000
,
tra
volumi
e
manoscritti
,
ne
manda
ogni
anno
in
giro
circa
150,000
,
e
venti
soli
impiegati
bastano
a
tutto
.
È
forse
la
natura
che
ci
ha
resi
così
inferiori
?
o
non
sono
l
educazione
e
la
istruzione
,
ricevute
e
trasmesse
di
generazione
in
generazione
,
quelle
che
hanno
in
ogni
classe
migliorato
tutte
le
facoltà
e
le
abitudini
,
perfezionato
tutto
l
uomo
?
Non
pensate
,
adunque
,
solamente
al
leggere
ed
allo
scrivere
.
Entrate
nella
città
di
Napoli
,
lasciate
quelle
vie
,
dove
abita
la
gente
colta
ed
agiata
,
dove
corrono
i
ricchi
e
splendidi
equipaggi
,
penetrate
,
invece
,
nei
quartieri
più
remoti
,
dove
i
vicoli
ed
i
chiassi
sono
così
confusi
ed
intrecciati
fra
loro
,
e
le
case
così
alte
e
vicine
,
che
si
forma
un
laberinto
in
cui
,
non
che
altro
,
neppure
l
'
aria
può
liberamente
circolare
.
Le
vie
sono
così
sudice
ed
anguste
,
che
l
uomo
a
fatica
può
vivervi
,
e
se
vi
arriva
lo
spazzaturaio
del
Municipio
,
v
offende
ancora
il
lezzo
che
esce
dalle
case
.
La
vita
s
abbrevia
,
la
salute
è
estenuata
,
le
malattie
si
moltiplicano
,
e
quando
giunge
fra
di
essi
il
colèra
,
miete
a
migliaia
le
sue
vittime
;
gli
storpii
e
gl
invalidi
son
molti
;
la
coscrizione
deve
respingerne
un
numero
non
piccolo
,
per
incapacità
fisica
:
campano
la
vita
con
mestieri
assai
rozzi
e
primitivi
,
dando
una
produzione
insignificante
.
Uno
spettacolo
simile
,
sotto
forme
più
o
meno
diverse
,
voi
potete
ritrovare
in
molte
parti
d
'
Italia
.
E
credete
forse
di
avere
adempito
gli
obblighi
d
'
un
popolo
civile
,
se
accanto
a
questi
tugurii
vi
contentate
d
'
aprire
la
scuola
elementare
del
leggere
e
dello
scrivere
?
Bisogna
prima
introdurvi
l
aria
e
l
'
acqua
;
bisogna
abbatter
quelle
che
ancora
si
chiamano
case
,
e
costruire
abitazioni
per
contadini
,
per
operai
;
cacciarli
dalle
tane
da
lupi
,
in
cui
vivono
;
chiamarli
alla
scuola
,
per
far
loro
,
prima
di
tutto
,
gustare
il
benefizio
dell
aria
libera
e
della
nettezza
.
Sulla
soglia
della
loro
scuola
voi
dovete
,
prima
d
ogni
altra
cosa
,
come
nella
ragged
school
di
Londra
o
Edimburgo
,
tenere
il
bagno
,
che
per
essi
è
più
necessario
dell
abbiccì
.
Dovete
insegnar
loro
un
mestiere
,
col
quale
possano
menar
la
vita
meno
misera
,
e
colle
lettere
dell
alfabeto
finalmente
aprir
l
animo
loro
a
quel
mondo
morale
che
sembra
ancora
chiuso
per
essi
.
Così
,
nell
ora
del
cimento
,
gli
avrete
,
senza
troppo
lungo
tirocinio
,
soldati
,
se
non
più
valorosi
,
certo
più
numerosi
,
più
robusti
e
più
intelligenti
.
Considerate
un
poco
che
tesoro
di
danaro
,
di
esperienza
,
di
cure
affettuose
,
d
intelligenza
spendono
i
popoli
civili
per
prevenire
il
delitto
,
con
istituzioni
che
raccolgono
coloro
che
già
minacciano
d
entrare
nella
cattiva
via
,
con
istituzioni
che
raccolgono
coloro
che
escono
dalle
carceri
,
e
con
un
regime
carcerario
pieno
d
umanità
e
d
intelligenza
.
Io
non
posso
esprimere
l
'
ammirazione
che
provai
nel
visitare
il
carcere
penitenziario
di
Berlino
.
Nulla
di
simile
ho
visto
,
per
l
'
ordine
,
la
nettezza
,
la
precisione
,
le
cure
infinite
che
vi
si
spendono
,
e
gli
studii
che
si
fanno
continuamente
per
migliorarlo
.
Su
tutto
ciò
si
sono
scritti
molti
volumi
,
si
è
raccolta
l
esperienza
di
molti
secoli
e
di
molte
nazioni
,
si
sono
create
istituzioni
di
cui
noi
conosciamo
appena
i
nomi
.
E
vi
sono
scuole
normali
per
fare
gl
'
impiegati
di
tali
istituzioni
,
e
vi
furono
uomini
che
si
dettero
persino
al
santo
ufficio
di
vivere
nelle
galere
,
come
condannati
,
per
provarsi
a
cacciarne
il
delitto
con
l
opera
della
loro
benefica
propaganda
.
Ogni
volta
che
si
aprono
discussioni
su
questo
soggetto
,
da
tutte
le
nazioni
accorrono
gli
operai
della
benemerita
impresa
.
Di
rado
assai
s
'
ode
la
voce
di
un
Italiano
.
E
perché
noi
soli
dobbiamo
,
senza
lavoro
e
senza
sacrifizii
,
presumere
di
raccogliere
il
frutto
della
civiltà
,
a
cui
gli
altri
arrivarono
solo
col
sudore
della
propria
fronte
?
Quale
più
nobile
spettacolo
,
che
quello
di
vedere
l
'
aristocrazia
inglese
far
di
quest
opera
una
delle
sue
occupazioni
principali
,
e
dei
suoi
principali
doveri
?
Voi
trovate
la
nobile
lady
,
educata
a
tutti
gli
agi
del
vivere
,
passar
le
sue
ore
migliori
nella
workhouse
,
nella
ragged
school
e
nel
reformatory
,
dove
,
in
mezzo
ai
ladri
ivi
raccolti
,
legge
e
spiega
il
Vangelo
.
Ho
visto
un
gran
numero
di
ladri
riuniti
,
per
sentire
il
discorso
d
'
un
nobile
inglese
,
il
quale
voleva
loro
provare
i
vantaggi
che
v
erano
a
vivere
da
galantuomini
.
Ed
egli
concludeva
il
suo
discorso
col
dire
:
Voi
sapete
che
noi
Inglesi
siamo
uomini
pratici
e
positivi
.
Io
voglio
ora
vedere
,
se
le
mie
parole
han
portato
alcun
frutto
.
E
così
dicendo
;
gettava
in
mezzo
alla
folla
una
ghinea
d
oro
,
invitando
chi
la
pigliava
a
barattarla
e
tornare
.
Erano
passati
dieci
minuti
,
e
il
giovane
che
l
'
aveva
presa
non
tornava
ancora
.
Nella
sala
si
manifestava
un
singolare
movimento
d
'
impazienza
e
quasi
di
amor
proprio
offeso
,
quando
un
grido
di
gioia
e
d
'
applausi
annunziò
il
ritorno
del
giovane
.
E
queste
scene
seguono
ogni
giorno
in
tutta
l
'
Inghilterra
,
e
sono
il
mezzo
più
efficace
a
diminuire
da
un
lato
i
delitti
,
mentre
dall
'
altro
nobilitano
sempre
più
quella
classe
di
cittadini
che
le
promuove
.
Non
v
è
parte
della
vita
sociale
,
dove
questa
benefica
azione
del
Governo
o
dei
privati
cittadini
non
cerchi
costantemente
ed
efficacemente
di
penetrare
.
In
Francia
,
in
Germania
,
e
specialmente
in
Inghilterra
,
il
paese
più
geloso
delle
libertà
personali
,
v
'
è
una
serie
di
leggi
che
,
con
una
grande
minuzia
e
grandissima
cura
,
obbligano
il
Governo
ad
entrare
in
tutte
le
grandi
officine
,
in
tutte
le
grandi
miniere
,
ovunque
si
agglomera
una
moltitudine
di
operai
,
per
vigilare
alla
loro
salute
,
alla
loro
istruzione
e
moralità
.
determinato
il
massimo
delle
ore
di
lavoro
;
è
determinata
l
età
,
prima
della
quale
i
fanciulli
non
possono
essere
impiegati
,
e
le
ore
in
cui
debbono
lasciare
il
lavoro
,
per
andare
alla
scuola
che
deve
essere
ivi
aperta
.
Le
regole
dell
'
igiene
sono
severamente
imposte
,
e
tutto
viene
da
ispettori
del
Governo
fatto
eseguire
.
Queste
leggi
che
l
Inghilterra
accettò
con
ripugnanza
,
arrestarono
la
decadenza
fisica
delle
popolazioni
di
tutto
il
Lancashire
,
poi
ne
migliorarono
visibilmente
la
salute
,
e
ne
diminuirono
la
mortalità
.
Che
cosa
abbiamo
noi
fatto
di
tutto
ciò
?
Nulla
.
Io
potrei
andare
all
'
infinito
,
notando
le
mille
forme
,
in
cui
la
educazione
si
diffonde
tra
i
popoli
civili
,
e
riesce
a
migliorarne
la
coltura
,
il
carattere
,
la
forza
fisica
e
morale
.
Ma
basta
per
ora
accennare
,
che
queste
istituzioni
ci
sono
,
e
che
le
vie
per
entrare
nella
civiltà
,
se
sono
lunghe
e
penose
,
sono
anche
vie
già
note
e
battute
dai
nostri
padri
e
dai
nostri
contemporanei
.
Bisogna
però
che
l
Italia
cominci
col
persuadersi
,
che
v
è
nel
seno
della
nazione
stessa
un
nemico
più
potente
dell
'
Austria
,
ed
è
la
nostra
colossale
ignoranza
,
sono
le
moltitudini
analfabete
,
i
burocratici
macchine
,
i
professori
ignoranti
,
i
politici
bambini
,
i
diplomatici
impossibili
,
i
generali
incapaci
,
l
operaio
inesperto
,
l
'
agricoltore
patriarcale
,
e
la
rettorica
che
ci
rode
e
ossa
.
Non
è
il
quadrilatero
di
Mantova
e
Verona
che
ha
potuto
arrestare
il
nostro
cammino
;
ma
è
il
quadrilatero
di
17
milioni
di
analfabeti
e
5
milioni
di
arcadi
.
Il
momento
è
venuto
,
per
fare
una
leva
in
massa
di
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
,
e
compiere
questa
nuova
spedizione
nell
'
interno
.
Il
paese
è
convinto
e
disposto
ad
ogni
sacrifizio
,
pur
di
sentirsi
uguale
a
se
stesso
.
Gli
errori
manifesti
di
tutti
i
partiti
possono
servire
a
riordinarli
sopra
una
nuova
base
.
Oggi
la
domanda
è
una
sola
,
e
si
ode
da
ogni
lato
ripetere
:
-
Come
riordinare
il
paese
?
Ed
è
su
questo
terreno
che
debbon
ricominciare
le
lotte
politiche
.
Ma
guai
!
se
il
paese
ed
il
Governo
restano
ancora
inerti
,
e
lasciano
passare
quest
ora
di
confessione
generale
.
Guai
!
se
avremo
ancora
fede
illimitata
nelle
leggi
e
nei
decreti
che
,
eseguiti
automaticamente
,
servono
solo
a
soffocare
lo
slancio
e
la
vita
nazionale
;
se
aspetteremo
sempre
che
la
manna
piova
dal
cielo
;
se
il
Governo
aspetterà
tutto
dalle
moltitudini
che
non
sanno
leggere
,
e
il
paese
continuerà
a
credere
che
il
Governo
debba
far
tutto
per
tutti
,
e
ognuno
vorrà
sperare
nella
scoperta
del
misterioso
sistema
che
deve
salvarci
.
Il
rimedio
è
uno
solo
:
MODESTIA
,
VOLONTÀ
E
LAVORO
.
I
fatti
parleranno
poi
.
Il
segreto
è
uno
,
ed
è
tutto
nella
volontà
che
ci
è
mancata
,
nell
'
inerzia
che
ci
ha
dominati
,
in
questo
inneggiarci
continuo
senza
regola
e
senza
misura
,
in
questa
rettorica
politica
che
ci
affoga
,
in
questa
nuova
specie
di
sciroppo
Pagliano
,
che
ognuno
aspetta
e
che
ognuno
crede
di
aver
trovato
,
per
rigenerare
il
paese
senza
stenti
e
senza
sudori
.
Bisogna
finalmente
capire
,
che
solo
la
nostra
volontà
può
salvare
noi
stessi
,
e
che
ponendoci
all
'
opera
,
possiamo
fare
miracoli
;
perché
,
apparecchiando
la
nuova
generazione
,
si
migliora
rapidamente
la
presente
,
cui
la
rivoluzione
stessa
fu
già
grande
scuola
;
e
il
paese
allora
si
troverà
davvero
risorto
alla
civiltà
.
Che
se
,
abbandonati
al
solo
entusiasmo
ed
a
quelle
forze
che
la
natura
ci
ha
date
,
noi
abbiamo
potuto
,
in
così
breve
tempo
,
fare
l
Italia
e
guadagnarci
la
stima
dei
popoli
civili
;
nessuno
vorrà
dubitare
,
che
,
una
volta
educate
queste
forze
,
disciplinate
e
moltiplicate
dall
'
arte
,
non
sapremo
pigliare
quel
posto
a
cui
il
nostro
passato
ci
chiama
.