StampaPeriodica ,
IL
BARBIERE
DEI
MANICHINI
.
Ho
conosciuto
il
barbiere
dei
manichini
.
Ho
scoperto
così
che
ai
manichini
di
cera
cresce
una
barba
triste
come
ai
morti
.
Il
barbiere
dei
manichini
,
all
'
ultimo
piano
dei
Grandi
Magazzini
Centrali
,
insapona
con
l
'
acqua
fredda
le
guance
glabre
dei
suoi
silenziosissimi
clienti
,
e
li
rade
con
sopraffini
rasoi
lavorando
con
una
incomprensibile
tenuità
di
polso
,
per
non
sgranare
in
nessun
punto
la
cerea
epidermide
.
Passa
le
sue
notti
così
,
sotto
una
luce
fredda
,
in
questo
silenziosissimo
«
salon
de
toilette
»
senza
specchi
,
dove
i
manichini
si
muovono
con
secchi
passi
di
legno
.
Vita
grama
,
piena
di
piccole
manie
e
di
segreti
incubi
.
Qualche
volta
,
per
dispetto
,
il
barbiere
pianta
negli
occhi
di
vetro
dei
manichini
il
pennello
insaponato
.
Egli
si
toglie
anche
ogni
settimana
il
gusto
,
negato
a
tutti
gli
altri
barbieri
,
di
segare
con
un
solo
colpo
di
rasoio
la
gola
a
un
cliente
.
Lascia
i
Grandi
Magazzini
Centrali
all
'
alba
,
quando
la
sua
clientela
ha
ripreso
posto
nella
mostra
.
Aspetta
,
innanzi
alle
vetrine
,
che
si
rialzino
le
saracinesche
per
godersi
il
primo
spettacolo
della
sua
sbarbatissima
umanità
di
cera
.
IL
SOGNO
.
I
manichini
sognano
.
Sognano
di
diventar
statue
,
in
mezzo
a
una
piazza
,
e
di
farsi
chiamare
«
monumenti
»
.
IL
POMPIERE
IMPAZZITO
.
Ho
sempre
pensato
alla
follia
da
cui
potrebbe
essere
preso
un
pompiere
,
per
il
desiderio
di
raggiungere
quella
tale
finestra
al
quinto
piano
,
orrida
di
fiamme
e
di
fumo
:
arrampicarsi
con
l
'
ascia
in
bocca
su
per
il
getto
verticale
e
gelido
dell
'
acqua
.
SONNO
.
Alle
volte
,
nella
notte
,
il
mare
trema
lievissimamente
.
Sssst
!
...
Sono
i
pesci
che
,
nel
sonno
,
si
voltano
dall
'
altra
parte
.
COMMEDIA
.
La
notte
,
i
cavalli
impennati
dei
monumenti
equestri
fanno
un
piccolo
sorriso
ai
nottambuli
abituali
,
per
dire
:
«
Ci
impenniamo
così
,
tanto
per
fare
!
»
.
L
'
OSSO
.
Quando
alle
statue
si
spezzano
le
braccia
,
il
loro
viso
cambia
espressione
,
e
per
un
attimo
dimostra
uno
stupore
profondissimo
.
Esse
cercano
l
'
osso
,
l
'
osso
spezzato
,
e
sono
meravigliatissime
di
scoprirsi
fatte
soltanto
d
'
una
gelida
bianca
carne
senza
scheletro
.
LETTERE
DEL
PAESE
DELLE
LAGRIME
.
Le
lettere
«
passate
a
copialettere
»
pare
che
ci
giungano
da
un
desolato
paese
dove
non
si
può
scrivere
una
lettera
senza
irrorare
di
lagrime
il
foglio
.
IL
FABBRO
POVERO
.
La
chiave
femmina
la
inventò
un
fabbro
povero
e
amante
della
musica
che
non
era
riuscito
mai
a
comprarsi
un
flauto
.
NAUFRAGIO
.
Il
silenzio
delle
sale
cinematografiche
,
quando
la
luce
si
riaccende
e
l
'
orchestra
tace
,
fa
pensare
al
silenzio
che
deve
regnare
nei
saloni
lussuosi
e
abbandonati
dei
transatlantici
che
affondano
.
Ogni
spettatore
ha
l
'
anima
segreta
di
un
naufrago
dimenticato
che
si
sente
andar
giù
,
giù
,
con
la
bella
spoglia
morta
della
nave
,
verso
le
profondità
sottomarine
,
e
non
ha
la
forza
di
correre
sopracoperta
a
cercare
l
'
anello
di
un
salvagente
o
a
far
gesti
di
appello
disperato
alle
scialuppe
che
si
allontanano
reggendosi
sulle
ali
scheletriche
degli
otto
remi
.
Non
aprite
le
porte
!
Potrebbe
affacciarvisi
,
senza
che
più
fosse
possibile
opporvi
riparo
,
il
fiotto
verde
e
immenso
delle
acque
marine
.
ATLETISMO
.
Per
quanto
sia
grande
il
nostro
dolore
per
la
sua
dipartita
pure
,
mentre
,
con
altri
amici
,
si
porta
in
spalla
il
feretro
del
caro
estinto
verso
l
'
imboccatura
nera
del
carro
,
non
si
può
a
meno
di
far
un
certo
esibizionismo
,
come
se
si
fosse
abituati
a
degli
esercizi
di
forza
,
quando
,
tra
la
gente
,
si
traversa
il
breve
tratto
dal
portone
fino
al
carro
.
STAMPA
INGLESE
.
Il
corno
inglese
si
vanta
della
sua
bella
voce
nasale
e
aristocratica
.
Esige
per
parlare
un
assoluto
silenzio
.
Altezzoso
,
parla
stando
a
sedere
,
mentre
gli
si
fa
circolo
attorno
,
in
piedi
.
Fa
lievi
gesti
con
la
mano
guantata
,
parlando
di
cacce
veloci
sotto
alberi
stillanti
di
pioggia
.
BALLO
MASCHERATO
.
In
certe
opere
le
arpe
non
suonano
.
Rimangono
in
fondo
all
'
orchestra
,
avvolte
nei
loro
mantelli
verdi
,
come
,
in
un
ballo
mascherato
,
gli
innamorati
in
incognito
chiusi
nei
loro
domino
pazzi
di
gelosia
,
incapaci
di
partecipare
alle
danze
,
mentre
la
loro
bella
si
fa
prendere
in
braccio
nell
'
ombra
dei
palchetti
,
e
rovesciare
coppe
di
«
champagne
»
nel
cavo
della
scollatura
.
LE
IMPERATRICI
IN
ESILIO
.
Le
arpe
,
imperatrici
in
esilio
,
parlano
,
tratto
tratto
,
del
loro
regno
perduto
.
Attorno
a
loro
si
fa
un
momento
di
silenzio
rassegnato
,
e
soltanto
i
contrabbassi
legittimisti
brontolano
un
piccolo
coro
di
approvazione
in
sordina
.
Le
arpe
levano
le
loro
teste
di
cigni
dorati
,
la
maestà
incoronata
dei
fusti
.
Piove
come
sui
funerali
poveri
.
Le
trombe
si
voltano
con
i
calici
a
terra
.
MISTERO
.
Nei
buchi
dei
clarinetti
è
entrato
qualche
cosa
che
non
si
riesce
a
far
uscire
benché
ci
si
soffi
dentro
da
secoli
.
StampaPeriodica ,
1
.
Lotta
dichiarata
!
Sì
;
la
classe
operaia
italiana
ha
finalmente
inalberato
anch
'
essa
la
nuova
e
rifulgente
bandiera
.
Anch
'
essa
comincia
a
intendere
e
a
proclamare
il
principio
che
muterà
la
faccia
del
mondo
e
farà
di
mille
mandre
di
schiavi
un
popolo
solo
di
liberi
.
Questo
fatto
per
quanto
ancora
agli
inizi
è
senza
discussione
il
fenomeno
più
importante
che
sia
avvenuto
nella
vita
italiana
dopo
il
sorgere
dei
Comuni
del
medioevo
.
Più
importante
d
'
assai
dello
stesso
cosiddetto
risorgimento
politico
,
della
stessa
liberazione
dai
papi
,
dagli
stranieri
e
dai
duchi
,
perché
questa
fu
rivoluzione
borghese
,
fatta
e
sfruttata
a
beneficio
di
una
sola
classe
mentre
la
redenzione
del
proletariato
,
ultimo
porto
della
lotta
odierna
,
sarà
al
tempo
stesso
la
redenzione
dell
'
umanità
tutta
quanta
.
E
invero
,
se
la
servitù
abbrutisce
e
corrompe
il
servo
,
essa
non
corrompe
meno
il
padrone
e
i
suoi
sgherri
:
ed
è
una
triste
e
rovinosa
vita
per
tutti
,
quella
in
cui
la
ingiustizia
e
la
violenza
danno
ai
pochi
la
ricchezza
e
il
benessere
,
e
di
società
nel
vero
senso
della
parola
non
rimane
più
altro
che
il
nome
.
Di
questo
male
morirono
le
civiltà
antiche
,
fondate
sul
dispotismo
e
sul
dispregio
della
umana
dignità
e
l
'
ha
constatato
la
storia
.
Di
questo
male
morranno
le
moderne
democrazie
,
se
non
sapranno
trasformarsi
a
tempo
e
radicalmente
e
anche
questo
la
scienza
ha
preveduto
ed
è
fatale
come
il
destino
.
2
.
Quel
che
fu
nel
passato
Che
cos
'
è
la
lotta
di
classe
?
È
la
lotta
rispondono
di
coloro
che
non
posseggono
nulla
,
contro
quelli
che
posseggono
tutto
;
degli
sfruttati
contro
gli
sfruttatori
;
delle
vittime
contro
i
parassiti
.
Ed
è
vero
.
E
se
consultiamo
la
storia
,
questa
lotta
noi
la
troviamo
in
tutti
i
tempi
e
presso
tutti
i
popoli
.
Dacché
la
proprietà
privata
riuscì
ad
imporsi
,
a
monopolizzare
la
terra
,
che
è
il
retaggio
di
tutti
,
e
i
mezzi
della
produzione
e
dello
scambio
,
che
sono
il
prodotto
delle
attività
consociate
dacché
essa
riuscì
a
impiantarsi
nelle
leggi
e
ad
organizzare
sul
suo
modello
e
al
suo
servizio
lo
Stato
,
la
Chiesa
,
l
'
educazione
e
persino
le
teste
della
stessa
popolazione
che
ne
soffre
e
che
è
indotta
a
crederla
inevitabile
ed
eterna
da
quel
giorno
,
tuttavia
,
la
società
non
rimase
senza
convulsioni
.
E
la
lotta
dei
miseri
contro
gli
abbienti
,
degli
oppressori
contro
i
dominatori
,
animò
con
varia
vicenda
ogni
movimento
della
civiltà
.
Nei
tempi
bui
dell
'
antichità
e
del
medio
evo
la
vita
della
società
diventò
una
specie
di
duello
,
un
combattimento
di
fiere
per
ghermirsi
a
vicenda
il
boccone
contrastato
.
Le
classi
al
potere
,
sospinte
da
avidità
e
da
paura
,
non
rifuggirono
da
alcun
mezzo
per
disarmare
,
per
avvilire
,
per
estenuare
i
possibili
ribelli
decimando
dei
migliori
,
dei
più
valorosi
,
le
schiere
assoggettate
,
comprando
o
ricattando
le
intelligenze
,
intimidendo
le
velleità
generose
,
corrompendo
con
ogni
sorta
di
frottole
religiose
l
'
intelletto
e
il
cuore
delle
masse
.
Sotto
l
'
influenza
di
tali
artifizi
non
fu
cosa
forte
e
gentile
che
potesse
resistere
.
La
stessa
fede
nata
dalla
sete
di
ideale
,
in
tempi
in
cui
la
scienza
bambina
male
rispondeva
a
cotesto
eterno
bisogno
umano
fu
convertita
in
istrumento
di
servaggio
e
di
degenerazione
,
impiegata
a
mantenere
nei
cervelli
l
'
ombra
e
lo
sgomento
.
Il
timor
di
dio
fu
speso
a
rinforzare
i
catenacci
agli
scrigni
dei
potenti
,
impinguati
dal
sudore
dei
popoli
;
il
sacerdote
fu
chiamato
a
fare
il
paio
col
birro
per
assicurare
la
tranquillità
alle
orgie
dei
signori
del
mondo
.
3
.
Quel
ch
'
è
oggi
Ma
se
,
sotto
quest
'
aspetto
,
una
lotta
di
classi
si
può
dire
che
dura
da
millenni
ed
ebbe
un
esito
vario
a
seconda
delle
circostanze
e
dei
tempi
,
ben
altra
cosa
è
la
lotta
di
classe
moderna
quella
che
oggi
noi
combattiamo
.
E
invero
essa
sarebbe
cosa
ben
meschina
se
si
limitasse
a
voler
capovolgere
il
mondo
e
farcelo
ritrovare
poi
tale
e
quale
a
voler
porre
una
classe
in
luogo
dell
'
altra
a
voler
creare
,
mutate
solo
le
persone
,
nuove
falangi
di
padroni
e
nuove
sterminate
schiere
di
servi
.
Che
anzi
,
se
molti
episodi
di
codesta
lotta
,
nel
passato
,
ebbero
esito
infelice
e
non
condussero
a
nulla
,
si
fu
perché
mancava
in
essi
un
concetto
morale
superiore
,
al
quale
le
circostanze
permettessero
di
realizzarsi
di
cui
le
circostanze
esigessero
anzi
il
realizzamento
.
La
lotta
di
classe
moderna
per
questo
sarà
vittoriosa
e
sarà
redentrice
;
perché
essa
è
concepita
dal
pensiero
quale
è
richiesta
ed
è
voluta
dai
fatti
:
perché
essa
è
vera
ed
è
giusta
dentro
dell
'
uomo
che
la
pensa
e
che
essa
spinge
ad
agire
,
e
fuori
di
lui
,
nelle
condizioni
fatali
della
produzione
moderna
;
perché
la
meta
,
a
cui
essa
tende
,
è
voluta
non
solo
dal
pensiero
,
ma
anche
dalla
storia
.
4
.
Le
sue
cause
La
lotta
di
classe
moderna
è
nata
collo
sviluppo
dell
'
industrialismo
moderno
.
Come
tale
essa
ha
a
mala
pena
un
secolo
di
vita
.
Finché
la
produzione
fu
individuale
,
e
dominò
la
piccola
industria
,
e
il
lavoratore
era
padrone
del
suo
campicello
o
della
sua
bottega
,
vi
poterono
essere
angherie
,
spoliazioni
,
soprusi
,
ma
non
vi
era
non
vi
poteva
essere
la
lotta
di
classe
nel
senso
moderno
.
Fu
soltanto
quando
l
'
economia
medioevale
venne
capovolta
;
quando
specialmente
per
l
'
applicazione
delle
macchine
e
l
'
allargarsi
dei
mercati
la
produzione
divenne
collettiva
e
il
padrone
non
fu
più
il
lavoratore
più
abile
o
il
più
anziano
,
ma
diventò
uno
straniero
,
un
parassita
della
produzione
fu
allora
che
l
'
appropriazione
individuale
del
prodotto
del
lavoro
di
tutti
o
delle
,
grandi
maggioranze
,
a
favore
di
uno
solo
o
di
pochi
e
specialmente
degli
oziosi
,
diventò
un
flagrante
controsenso
.
La
proprietà
,
invece
di
essere
la
condizione
ed
il
compenso
del
lavoro
,
diventò
una
semplice
tassa
,
un
pedaggio
gravosissimo
,
succhiante
il
sangue
del
lavoratore
,
a
cui
in
compenso
non
diede
più
nulla
neppure
la
sicurezza
del
domani
.
E
chiamò
ipocritamente
«
libertà
del
lavoro
»
la
libertà
dello
sfruttamento
ad
oltranza
,
il
diritto
dell
'
oppressione
senza
limiti
,
il
più
fiero
e
il
più
invincibile
di
tutti
i
dispotismi
.
Il
monopolio
delle
terre
,
delle
miniere
,
degli
strumenti
del
lavoro
,
diventati
oramai
grandi
capitali
,
o
del
loro
equivalente
in
moneta
monopolio
acquistato
collo
sfruttamento
,
coll
'
usura
,
colla
frode
di
cui
vive
il
commercio
,
coll
'
eredità
,
col
servilismo
e
con
altri
mezzi
dai
quali
è
disgiunta
ogni
moralità
ed
ogni
merito
personale
diventò
la
condizione
imprescindibile
dell
'
arricchimento
e
del
benessere
.
Il
lavoro
,
la
virtù
,
il
risparmio
non
ebbero
più
altri
compagni
che
la
miseria
eterna
e
senza
speranza
.
La
concorrenza
dei
capitalisti
fra
loro
,
necessaria
per
sopraffarsi
a
vicenda
e
dominare
il
mercato
,
non
permise
più
ad
essi
di
essere
umani
,
buoni
,
pietosi
:
e
,
i
più
grossi
e
i
più
fortunati
sempre
divorando
i
più
piccoli
,
le
schiere
del
proletariato
si
andarono
ogni
giorno
ingrossando
colle
rovine
della
classe
possidente
.
Quanto
più
al
vertice
della
piramide
si
concentrava
il
lusso
e
la
felicità
,
tanto
più
alla
base
si
ammucchiava
la
fame
e
la
disperazione
.
La
stessa
causa
,
l
'
assenza
d
'
ogni
concetto
regolatore
della
produzione
,
produsse
le
crisi
,
la
disoccupazione
,
l
'
ingombro
dei
magazzini
insieme
alla
impotenza
dei
produttori
di
diventar
consumatori
e
di
diminuirlo
;
lo
sfruttamento
del
lavoro
dei
miseri
diventò
a
dirittura
forsennato
,
e
invano
le
leggi
,
per
la
salute
della
razza
umana
,
tentarono
a
volte
di
frenarlo
.
La
casa
di
lavoro
diventò
simile
all
'
ergastolo
,
e
dopo
avere
inghiottito
il
padre
di
famiglia
,
inghiottì
la
donna
ed
il
fanciullo
,
senza
rispetto
ad
età
né
a
debolezza
,
scagliò
la
donna
ed
i
fanciulli
strumenti
meno
costosi
a
strappare
il
pane
di
bocca
al
marito
ed
al
padre
esaurì
coi
lunghi
orari
e
col
cottimo
le
forze
e
la
salute
dei
lavoratori
,
ai
quali
fu
disertato
il
focolare
,
furon
tolte
la
famiglia
e
la
patria
.
Le
epidemie
,
la
delinquenza
spaventosamente
crescente
,
la
prostituzione
che
dilaga
,
il
fermento
dovunque
della
ribellione
e
dell
'
odio
,
la
giustizia
fatta
scudiera
delle
Loro
Maestà
l
'
oro
e
l
'
argento
,
lo
smarrimento
d
'
ogni
fede
e
d
'
ogni
ideale
sociale
e
morale
furono
le
conseguenze
di
uno
stato
di
cose
che
rammentava
peggiorate
le
decadenze
di
Babilonia
,
di
Bisanzio
e
dell
'
antica
Roma
.
5
.
Il
suo
significato
A
reazione
e
a
difesa
contro
questa
decadenza
e
questo
dissolvimento
,
sorge
il
movimento
operaio
,
si
desta
la
coscienza
operaia
.
Essa
capisce
che
,
essendo
il
proprietario
divenuto
un
peso
morto
sulla
produzione
,
affatto
inutile
ad
essa
,
il
prelevamento
che
esso
fa
sul
prodotto
al
quale
non
coopera
,
per
pagarsi
il
lusso
od
i
vizi
,
per
mantenere
la
burocrazia
e
gli
eserciti
a
sua
esclusiva
difesa
,
per
corrompersi
e
per
corrompere
il
mondo
,
cotesto
enorme
prelevamento
è
diventato
a
sua
volta
un
assurdo
:
che
,
collettiva
essendo
ormai
la
produzione
,
collettiva
dev
'
essere
la
ripartizione
dei
valori
,
a
misura
dei
meriti
e
dei
bisogni
di
ciascuno
;
che
chi
,
potendo
,
non
lavora
,
non
ha
diritto
di
mangiare
,
e
che
chi
vive
del
sudore
altrui
non
ha
diritto
di
vivere
.
La
coscienza
operaia
ha
capito
che
la
ricchezza
,
la
forza
,
il
sapere
dei
potenti
del
mondo
,
non
son
fatti
che
del
lavoro
e
degli
stenti
dei
lavoratori
:
e
che
,
se
vasti
ceti
di
professionisti
,
di
impiegati
,
di
operai
del
pensiero
sono
al
servigio
di
quei
pochi
contro
i
moltissimi
,
è
perché
i
pochi
seppero
armarsi
e
,
per
tal
modo
,
rimanere
i
più
forti
.
Ma
la
forza
delle
forze
,
pur
di
saperla
impiegare
,
sta
pur
sempre
nella
virtù
del
lavoro
,
e
solo
chi
tutto
produce
può
distruggere
tutto
perché
saprebbe
tutto
riedificare
.
Ha
capito
che
chi
detiene
le
ricchezze
,
nel
mondo
industriale
moderno
,
detiene
indirettamente
ogni
altro
potere
;
che
la
libertà
è
un
nome
vano
e
un
'
ironia
feroce
per
chi
nulla
ha
e
nulla
può
.
Ha
capito
che
gli
sforzi
dell
'
operaio
isolato
,
per
emanciparsi
,
sono
altrettanto
folli
quanto
il
voler
scuotere
da
soli
e
senza
leva
un
enorme
macigno
e
che
solo
l
'
unione
illuminata
e
cosciente
e
la
volontà
ferrea
,
compatta
,
pertinace
degli
interessati
può
spostare
l
'
asse
della
costituzione
sociale
.
Ha
capito
infine
che
nulla
più
si
oppone
a
che
il
mondo
industriale
questa
geenna
infernale
ridiventi
un
paradiso
terrestre
,
una
grande
cooperativa
di
soci
e
di
fratelli
,
interessati
non
a
divorarsi
e
a
svaligiarsi
a
vicenda
,
ma
ad
amarsi
e
ad
aiutarsi
nulla
più
si
oppone
a
questo
,
tranne
l
'
ostacolo
che
impedisce
appunto
il
fiorire
delle
cooperative
la
mancanza
cioè
,
nei
lavoratori
,
del
possesso
collettivo
dei
capitali
e
che
i
capitali
bisogna
prenderli
dove
sono
,
dove
il
lavoro
di
tutti
da
migliaia
d
'
anni
ha
cooperato
a
crearli
.
Ed
ha
innastata
,
a
questo
scopo
,
la
bandiera
della
lotta
di
classe
.
6
.
La
conquista
del
potere
Ma
ai
primi
passi
di
questa
lotta
ravvisò
un
altro
ostacolo
,
potente
fra
tutti
,
e
che
prima
non
aveva
sospettato
.
Vide
cioè
che
la
classe
spropriatrice
,
la
borghesia
capitalista
,
aveva
organizzato
il
suo
potere
nelle
leggi
e
nelle
istituzioni
amministrative
e
politiche
;
si
era
accampata
nei
Comuni
,
nello
Stato
,
nella
scuola
,
nel
tribunale
,
ecc
.
,
ecc
.
;
e
di
questi
istituti
si
serviva
a
tagliar
le
gambe
al
movimento
operaio
.
E
allora
ammaestrata
da
dolorose
esperienze
la
classe
operaia
capì
che
le
bisognava
seguire
la
medesima
via
.
Capì
che
la
violenza
improvvisa
,
se
può
riuscire
a
un
mutamento
semplicemente
politico
,
a
detronizzare
un
principe
od
a
sbaragliare
momentaneamente
un
esercito
,
non
riescirà
però
mai
,
da
sola
,
a
mutare
profondamente
la
struttura
economica
d
'
una
società
,
mentre
offre
ottimi
pretesti
ai
dominatori
per
salassare
i
popoli
e
snervarne
le
migliori
energie
.
Capì
che
i
Parlamenti
,
i
Comuni
,
tutte
le
istituzioni
organizzate
erano
strumenti
potentissimi
di
dominazione
che
difficilmente
si
potevano
distruggere
ma
dei
quali
si
poteva
invece
impossessarsi
e
servirsene
.
Capì
che
il
voto
,
questo
arnese
d
'
inganni
e
d
'
intrighi
,
questo
strumento
di
vanità
e
di
cupidigie
fin
che
era
maneggiato
unicamente
dai
dominatori
o
dato
alla
massa
a
pro
dei
loro
fini
e
per
le
loro
contese
,
poteva
invece
maneggiato
dai
lavoratori
ai
fini
loro
propri
e
per
le
loro
proprie
battaglie
diventare
,
non
solo
un
mezzo
di
reclutamento
del
partito
e
di
schierarne
e
di
contarne
le
forze
ma
altresì
la
più
sicura
delle
armi
per
acquistare
un
ascendente
sempre
maggiore
nella
vita
pubblica
ed
,
acquistatolo
,
poterlo
conservare
.
A
paragone
di
quest
'
arme
,
la
dinamite
e
qualunque
più
terribile
esplosivo
diventano
un
giochetto
da
bambini
.
Per
tutto
ciò
la
classe
operaia
si
organizzò
in
partito
politico
indipendente
e
,
sulla
bandiera
inalberata
della
lotta
di
classe
,
ha
inscritto
:
La
conquista
del
potere
.
7
.
Il
grande
ideale
Con
questa
bandiera
,
per
questa
via
.
il
proletariato
militante
cammina
,
lento
ma
sicuro
,
alla
mèta
luminosa
,
traendo
seco
la
folla
innumerevole
,
fra
lo
sgomento
dei
tiranni
pubblici
e
privati
sfidando
la
calunnia
e
il
sarcasmo
dei
nemici
,
la
congiura
incosciente
degli
imbecilli
e
dei
vigliacchi
arruolando
nelle
sue
file
ogni
giorno
nuove
reclute
,
sia
nel
campo
del
lavoro
manuale
,
sia
in
quello
del
pensiero
;
attraendo
a
sé
i
ceti
a
lui
vicini
,
che
il
moto
vorticoso
del
capitalismo
va
precipitando
nel
suo
seno
o
che
sentono
ormai
inevitabile
il
loro
tracollo
.
Cammina
e
diventa
la
fiumana
che
s
'
ingrossa
e
s
'
avanza
maestosa
,
che
travolge
gli
ostacoli
,
che
spazza
e
che
feconda
il
terreno
.
Per
questa
via
il
proletariato
che
fu
nulla
sente
che
diventa
qualcosa
e
che
domani
sarà
tutto
:
ma
colla
vittoria
non
sarà
più
il
proletariato
,
la
classe
dei
reietti
,
sarà
invece
l
'
umanità
tutta
intera
laboriosa
e
redenta
.
Fuori
del
suo
seno
,
che
avrà
radunate
tutte
le
forze
utili
della
società
,
non
ci
saranno
più
che
i
parassiti
ostinati
,
gli
elementi
corrotti
condannati
a
trasformarsi
o
a
perire
.
Così
la
lotta
di
classe
avrà
raggiunto
il
suo
fine
ultimo
e
grandioso
:
l
'
abolizione
delle
classi
,
l
'
armonizzamento
degli
interessi
nella
«
giustizia
pia
del
lavoro
»
.
Allora
,
per
la
prima
volta
dopo
tanti
secoli
,
una
«
società
umana
»
di
fatto
e
non
di
nome
sarà
alfine
instaurata
.
La
lotta
di
classe
moderna
,
animata
da
questo
grande
ideale
,
aiutata
da
tutte
le
forze
materiali
dell
'
evoluzione
sociale
,
incarnata
nella
grande
maggioranza
degli
interessi
e
dei
voleri
,
non
potrà
fallire
la
sua
mèta
.
Essa
si
presenta
restauratrice
della
proprietà
sulla
sua
base
legittima
,
il
lavoro
,
contro
gli
spogliatori
e
gli
usurai
restauratrice
della
famiglia
dissolta
o
mercantilizzata
ai
danni
della
specie
restauratrice
di
una
patria
terrena
all
'
immenso
popolo
che
più
non
ha
patria
e
che
è
burlato
colla
patria
celeste
realizzatrice
della
libertà
,
dell
'
eguaglianza
e
della
fratellanza
che
il
dominio
borghese
ha
insultate
e
derise
abolitrice
della
guerra
e
degli
odii
nazionali
e
di
classe
fondatrice
,
nel
violento
disordine
borghese
,
della
pace
e
dell
'
ordine
.
Essa
sola
la
lotta
di
classe
può
infiammare
ancora
di
un
santo
ardore
le
anime
generose
,
sostituire
le
religioni
crollanti
,
restituire
alla
vita
il
valore
e
l
'
ideale
smarriti
.
Essa
è
la
demolitrice
della
barbarie
la
salvatrice
della
pericolante
civiltà
.
E
le
altre
classi
?
Taluno
ci
osserva
:
E
le
altre
classi
?
Il
mondo
non
è
composto
soltanto
di
operai
del
braccio
.
Analizziamole
un
po
'
queste
pretese
«
altre
classi
»
.
I
contadini
innanzi
tutto
.
Ma
essi
sono
i
più
sfruttati
e
i
più
miseri
fra
i
proletari
.
Se
l
'
avanguardia
è
fatalmente
operaia
,
il
popolo
campagnuolo
certo
le
dovrà
tener
dietro
.
Basterà
che
si
svegli
.
I
piccoli
proprietari
.
Questi
sono
gente
dall
'
anatomia
complicata
,
Dalla
cintola
in
giù
proletari
;
dalla
cintola
in
su
si
illudono
di
appartenere
alla
classe
dirigente
.
Perciò
,
fin
che
prevalsero
col
numero
,
il
socialismo
rimase
utopia
.
Ma
l
'
evoluzione
sociale
,
l
'
espropriazione
continua
dei
piccoli
ad
opera
dei
grossi
,
che
è
il
sale
del
sistema
borghese
,
li
tronca
appunto
alla
cintola
e
non
ne
lascia
più
che
le
gambe
.
Come
i
piccoli
esercenti
e
tutta
l
'
altra
gente
piccina
,
essi
non
sono
che
i
proletari
del
domani
.
E
noi
aspettiamo
che
giungano
.
Segue
la
immensa
categoria
degli
impiegati
,
professionisti
,
insegnanti
,
magistrati
,
preti
,
soldati
,
ecc
.
;
la
categoria
dei
lavoratori
non
esclusivamente
manuali
.
Or
da
costoro
staccate
una
decima
parte
;
quelli
che
pappano
lauti
onorarii
,
che
intrigano
coi
dirigenti
,
che
sono
anch
'
essi
già
proprietari
almeno
virtuali
.
Rimane
la
turba
infinita
degli
altri
.
E
sono
proletari
in
giubba
,
plebe
verniciata
.
Schiacciati
dalla
gerarchia
,
nessun
legame
li
avvince
ai
dominanti
,
tranne
l
'
oppressione
.
Col
cuore
son
già
nostri
in
gran
parte
,
coll
'
interesse
lo
sono
tutti
.
Non
si
tratta
per
essi
che
di
capirlo
.
E
,
vinti
dall
'
esempio
operaio
,
ogni
giorno
una
loro
falange
,
gettata
la
stupida
albagia
della
livrea
,
scende
,
ossia
sale
,
fra
noi
.
Molti
di
essi
il
sistema
costringe
a
un
lavoro
ripugnante
,
strumenti
della
lotta
di
classe
dei
dominatori
contro
i
loro
veri
compagni
.
Questo
assurdo
mostruoso
li
farà
più
fieramente
ribelli
.
Il
proletariato
abbraccia
già
per
tre
quarti
,
abbraccerà
domani
per
intero
,
le
energie
utili
,
le
forze
vive
della
società
.
Fuori
di
lui
non
resterà
che
il
mostro
del
parassitismo
.
Intanto
la
battaglia
è
ingaggiata
dai
manipoli
degli
operai
dell
'
industria
,
perché
son
essi
le
vittime
più
dirette
e
perché
è
il
loro
lavoro
tutto
utile
che
darà
l
'
impronta
alla
nuova
società
.
Perciò
la
loro
bandiera
è
anche
la
prima
in
fila
e
la
più
vivida
.
A
cotesti
altri
ceti
e
non
classi
non
rimane
che
da
prender
posto
.
O
seguirla
o
combatterla
.
Note
storiche
Ecco
quasi
mezzo
secolo
dacché
Carlo
Marx
e
l
'
amico
suo
Federico
Engels
annunciarono
nel
loro
Manifesto
dei
Comunisti
il
grande
principio
:
che
l
'
emancipazione
della
classe
lavoratrice
sarà
raggiunta
dalla
lotta
cosciente
degli
stessi
lavoratori
.
La
reazione
che
invase
tutta
l
'
Europa
dopo
i
giorni
sanguinosi
delle
rivoluzioni
del
48
non
lasciò
campo
alla
diffusione
del
verbo
nuovo
ed
al
nuovo
metodo
di
lotta
del
lavoro
contro
il
capitale
.
La
sua
prima
larga
e
solida
applicazione
la
troviamo
in
Germania
verso
il
1860
,
quando
vari
nuclei
di
operai
organizzati
cominciarono
a
sentire
il
bisogno
di
un
programma
comune
di
principi
e
di
azione
.
A
tal
uopo
,
nel
1862
,
i
rappresentanti
di
coteste
prime
organizzazioni
si
riunirono
a
Berlino
ed
elessero
un
Comitato
coll
'
incarico
di
convocare
un
Congresso
operaio
nazionale
.
Il
Comitato
si
rivolse
a
Ferdinando
Lassalle
perché
redigesse
un
programma
del
movimento
operaio
.
E
Lassalle
scrisse
la
sua
celebre
Lettera
aperta
al
Comitato
centrale
di
Lipsia
,
nella
quale
diceva
:
«
Il
partito
operaio
deve
organizzarsi
in
un
partito
politico
indipendente
sotto
la
bandiera
del
suffragio
universale
.
Sarà
soltanto
la
rappresentanza
degli
operai
nei
corpi
legislativi
che
potrà
ottenere
i
mezzi
necessari
per
soddisfare
ai
diritti
legittimi
dei
lavoratori
»
.
L
'
appello
alla
organizzazione
degli
operai
in
partito
politico
indipendente
scatenò
addosso
a
Lassalle
tutte
le
ire
più
feroci
della
borghesia
di
tutti
i
colori
,
compresa
la
democrazia
.
Gli
stessi
operai
tedeschi
a
tutta
prima
non
intesero
bene
tutto
il
significato
della
lettera
aperta
di
Lassalle
.
Gli
uni
,
disgustati
dalle
manovre
politiche
della
borghesia
,
proclamavano
l
'
astensione
il
miglior
mezzo
di
difesa
;
altri
,
pur
già
coscienti
del
dovere
di
organizzarsi
per
la
lotta
economica
,
in
politica
assumevano
a
prestito
un
colore
qualunque
nell
'
iride
dei
partiti
politici
delle
classi
dominanti
.
Ma
Lassalle
,
con
un
'
energia
e
un
'
arditezza
meravigliose
,
si
scagliò
contro
l
'
indifferentismo
e
l
'
ignoranza
politica
della
classe
operaia
,
incitandola
«
a
non
rimanere
in
coda
del
partito
progressista
,
a
non
far
coro
ed
eco
ai
partiti
politici
nemici
,
ma
invece
a
lottare
indipendente
»
.
In
una
riunione
tenuta
a
Berlino
egli
disse
agli
operai
:
che
l
'
idea
della
conquista
del
potere
politico
dovea
dominare
tutti
i
loro
pensieri
e
tutte
le
loro
azioni
.
«
Quest
'
idea
soggiungeva
non
dovete
abbandonarla
mai
.
Essa
deve
essere
con
voi
all
'
officina
,
con
voi
nelle
ore
di
riposo
,
accompagnarvi
nelle
rare
vostre
passeggiate
,
in
tutte
le
vostre
riunioni
;
e
persino
quando
andate
al
riposo
,
sul
duro
giaciglio
essa
deve
occupare
l
'
animo
vostro
.
Quanto
più
cotesta
idea
diventerà
esclusiva
,
tanto
più
vi
appassionerete
,
e
tanto
più
presto
l
'
attuale
periodo
storico
compirà
la
sua
parabola
;
tanto
più
presto
vi
arriderà
la
vittoria
»
.
Tanto
più
presto
in
altri
termini
il
proletariato
conquisterà
il
potere
politico
per
attuare
il
regime
socialista
.
In
trent
'
anni
cotesta
idea
,
cotesta
convinzione
profonda
,
ha
fatto
tale
presa
nell
'
animo
del
proletariato
tedesco
,
ch
'
esso
è
ormai
a
pochi
passi
,
a
pochi
anni
di
distanza
dalla
meta
.
Esso
ha
lottato
fieramente
,
ma
già
vede
il
porto
,
già
sta
per
cogliere
il
premio
meritato
.
Quando
il
milione
e
mezzo
di
elettori
socialisti
delle
ultime
elezioni
continuando
la
rapida
progressione
seguita
fin
qui
sarà
appena
raddoppiato
,
il
partito
in
Germania
avrà
causa
vinta
.
Comincerà
una
nuova
età
della
storia
.
E
tutti
gli
altri
popoli
operai
si
cacciano
,
sempre
più
risoluti
,
nella
stessa
via
,
per
non
lasciare
soli
ed
isolati
quei
primi
combattenti
,
che
altrimenti
,
già
presso
alla
vittoria
,
verrebbero
schiacciati
dalla
coalizione
delle
potenze
avversarie
.
Solo
gli
operai
italiani
parvero
fino
a
ieri
i
più
refrattari
ad
entrare
,
colla
stessa
bandiera
,
nello
stesso
movimento
.
Ciò
che
meritò
loro
il
plauso
degli
anarchici
e
l
'
elogio
di
essere
operai
ragionevoli
e
benpensanti
da
parte
dei
padroni
e
del
governo
.
Ma
ormai
anche
nella
pigra
Italia
operaia
il
sonno
antico
si
è
scosso
.
Il
principio
,
una
volta
attecchito
,
metterà
radici
tanto
più
salde
e
più
rapide
,
quanta
maggiore
è
la
forza
dell
'
esempio
che
vien
dal
di
fuori
e
la
pressione
eccitatrice
delle
condizioni
economiche
mondiali
.
Si
comincia
sbrancati
e
a
passo
di
scuola
;
preso
l
'
andare
,
si
correrà
al
segno
in
marcia
serrata
,
a
passo
di
bersaglieri
.
StampaPeriodica ,
Noi
che
siamo
sorti
contro
la
Rivoluzione
,
ci
persuadiamo
sempre
più
che
BISOGNA
per
la
nostra
pace
onesta
di
domani
,
BISOGNA
fare
a
tutti
i
costi
la
nostra
Rivoluzione
...
Tutto
è
puzzolente
e
marcio
ormai
,
a
Roma
come
a
Bologna
.
I
vecchi
uomini
,
i
vecchi
partiti
,
i
vecchi
ceti
sociali
sono
diventati
il
letamaio
di
ogni
sorta
di
immondezze
.
A
Roma
un
Presidente
del
Consiglio
dopo
aver
tentato
di
assassinare
il
Paese
in
guerra
va
oggi
a
braccetto
con
Misiano
,
il
disertore
,
il
vigliacco
,
ed
apre
i
battenti
a
tutti
i
delinquenti
di
tutte
le
galere
...
Bisogna
andare
fino
in
fondo
nella
nostra
opera
risanatrice
.
Ognuno
deve
armarsi
e
decidersi
:
O
coi
bolscevichi
o
con
noi
!
La
guerra
civile
,
che
il
Governo
e
i
bolscevichi
hanno
voluto
nella
nostra
città
e
nella
nostra
provincia
,
NOI
L
'
ACCETTIAMO
E
LA
FAREMO
tutta
quanta
e
tutta
in
fondo
,
SENZA
QUARTIERE
E
SENZA
PIETA
.
Noi
abbiamo
domandato
un
governo
che
governi
e
poiché
questo
continua
a
tradire
e
a
tradirci
,
governeremo
noi
.
La
Comune
rivoluzionaria
la
faremo
noi
...
Popolo
di
Bologna
,
all
'
armi
!
StampaPeriodica ,
Sono
degli
anni
che
si
fa
tra
gli
anarchici
un
gran
discutere
su
questa
questione
.
E
,
come
avviene
spesso
,
quando
si
piglia
passione
in
una
discussione
ed
alla
ricerca
della
verità
subentra
il
puntiglio
di
aver
ragione
,
o
quando
le
discussioni
teoriche
non
sono
che
un
tentativo
per
giustificare
una
condotta
pratica
ispirata
da
altri
motivi
,
si
è
prodotta
una
grande
confusione
d
'
idee
e
di
parole
.
Ricordiamo
di
passaggio
,
tanto
per
sbarazzarcene
,
le
semplici
questioni
di
parole
,
che
a
volte
han
raggiunto
le
più
alte
cime
del
ridicolo
,
come
per
esempio
:
noi
non
vogliamo
l
'
organizzazione
ma
l
'
armonizzazione
;
siamo
contrari
all
'
associazione
,
ma
ammettiamo
l
'
intesa
;
noi
non
vogliamo
segretario
e
cassiere
,
perché
sono
cose
autoritarie
,
ma
incarichiamo
un
compagno
di
tenere
la
corrispondenza
,
ed
un
altro
di
custodire
il
denaro
-
e
passiamo
alla
discussione
seria
.
Vi
sono
tra
coloro
che
rivendicano
,
con
aggettivi
vari
o
senza
aggettivi
,
il
nome
di
anarchici
,
due
frazioni
:
i
partigiani
e
gli
avversari
dell
'
organizzazione
.
Se
non
possiamo
riuscire
a
metterci
d
'
accordo
,
cerchiamo
almeno
di
comprenderci
.
E
prima
di
tutto
distinguiamo
,
poiché
la
questione
è
triplice
:
-
l
'
organizzazione
in
generale
come
principio
e
condizione
di
vita
sociale
,
oggi
e
nella
società
futura
;
-
l
'
organizzazione
del
partito
anarchico
;
-
l
'
organizzazione
delle
forze
popolari
e
specialmente
quella
delle
masse
operaie
per
la
resistenza
contro
il
governo
e
contro
il
capitalismo
.
La
necessità
dell
'
organizzazione
nella
vita
sociale
,
e
quasi
direi
la
sinonimia
tra
organizzazione
e
società
,
è
cosa
tanto
evidente
che
si
stenta
a
credere
come
si
sia
potuta
negare
.
Per
rendersene
conto
bisogna
ricordare
quale
è
la
funzione
,
specifica
,
caratteristica
del
movimento
anarchico
,
e
come
gli
uomini
e
i
partiti
sono
soggetti
a
lasciarsi
assorbire
dalla
questione
che
più
direttamente
li
riguarda
,
dimenticando
tutte
le
questioni
connesse
,
a
guardare
più
la
forma
che
la
sostanza
,
infine
a
vedere
le
cose
da
un
lato
solo
e
perdere
così
la
giusta
nozione
della
realtà
.
Il
movimento
anarchico
cominciò
come
reazione
contro
lo
spirito
di
autorità
,
dominante
nella
società
civile
,
nonché
in
tutti
i
partiti
e
tutte
le
organizzazioni
operaie
,
e
si
è
andato
ingrossando
man
mano
di
tutte
le
rivolte
sollevatesi
contro
le
tendenze
autoritarie
ed
accentratrici
.
Era
naturale
quindi
che
molti
anarchici
fossero
come
ipnotizzati
da
questa
lotta
contro
l
'
autorità
e
che
,
credendo
,
per
l
'
influenza
dell
'
educazione
autoritaria
ricevuta
,
che
l
'
autorità
è
l
'
anima
della
organizzazione
sociale
,
per
combattere
quella
combattessero
e
negassero
questa
.
E
veramente
l
'
ipnotizzazione
arrivò
al
punto
da
far
sostenere
cose
veramente
incredibili
.
Si
combatté
ogni
sorta
di
cooperazione
e
di
intesa
,
ritenendo
che
l
'
associazione
era
l
'
antitesi
dell
'
anarchia
;
si
sostenne
che
senza
accordi
,
senza
obblighi
reciproci
,
facendo
ognuno
quello
che
gli
passa
per
il
capo
senza
nemmeno
informarsi
di
quello
che
fa
l
'
altro
,
tutto
si
sarebbe
spontaneamente
armonizzato
;
che
anarchia
significa
che
ogni
uomo
deve
bastare
a
sé
stesso
e
farsi
da
sé
tutto
quello
che
gli
occorre
senza
scambio
e
senza
lavoro
associato
;
che
le
ferrovie
potevano
funzionare
benissimo
senza
organizzazione
,
anzi
che
questo
avveniva
di
già
in
Inghilterra
(
!
)
;
che
la
posta
non
era
necessaria
e
che
chi
a
Parigi
voleva
scrivere
una
lettera
a
Pietroburgo
.
.
.
se
la
poteva
portare
da
sé
(
!
)
,
ecc
.
ecc
.
.
Ma
queste
sono
sciocchezze
,
si
dirà
,
e
non
vale
la
pena
di
rilevarle
.
Sì
,
ma
queste
sciocchezze
sono
state
dette
,
stampate
,
propagate
:
sono
state
accolte
da
gran
parte
del
pubblico
come
l
'
espressione
genuina
delle
idee
anarchiche
;
e
servono
sempre
come
armi
di
combattimento
agli
avversari
,
borghesi
e
non
borghesi
,
che
vogliono
aver
di
noi
una
facile
vittoria
.
E
poi
quelle
sciocchezze
non
mancano
del
loro
valore
,
in
quanta
sono
la
conseguenza
logica
di
certe
premesse
e
possono
servire
di
riprova
sperimentale
della
verità
a
meno
di
quelle
premesse
.
Alcuni
individui
,
di
mente
limitata
ma
forniti
di
potente
spirito
logico
,
quando
hanno
accettato
delle
premesse
ne
tirano
tutte
le
conseguenze
fino
all
'
ultimo
,
e
,
se
così
vuole
la
logica
,
arrivano
senza
scomporsi
alle
più
grandi
assurdità
,
alla
negazione
dei
fatti
più
evidenti
.
Ve
ne
sono
bensì
altri
più
colti
e
di
spirito
più
largo
,
che
trovan
sempre
modo
d
'
arrivare
a
conclusioni
più
o
meno
ragionevoli
,
anche
a
costo
di
strapazzare
la
logica
;
e
per
questi
gli
errori
teorici
hanno
poca
o
nessuna
influenza
sulla
condotta
pratica
.
Ma
insomma
,
fino
a
che
non
si
rinunzia
a
certi
errori
fondamentali
,
si
è
sempre
minacciati
dai
sillogizzatori
ad
oltranza
,
e
si
torna
sempre
da
capo
.
E
l
'
errore
fondamentale
degli
anarchici
avversari
dell
'
organizzazione
è
il
credere
che
non
sia
possibile
organizzare
senza
autorità
-
ed
il
preferire
,
ammessa
quella
ipotesi
,
piuttosto
rinunciare
a
qualsiasi
organizzazione
che
accettare
la
minima
autorità
.
Ora
,
che
l
'
organizzazione
,
vale
a
dire
l
'
associazione
per
uno
scopo
determinato
e
colle
forme
ed
i
mezzi
necessari
a
conseguire
quel
fine
,
sia
una
cosa
necessaria
alla
vita
sociale
ci
pare
evidente
.
L
'
uomo
isolato
non
può
vivere
nemmeno
la
vita
del
bruto
:
esso
è
impotente
,
salvo
nelle
regioni
tropicali
e
quando
la
popolazione
è
eccessivamente
rada
,
a
procurarsi
il
nutrimento
;
e
lo
è
sempre
,
senza
eccezioni
,
ad
elevarsi
ad
una
vita
alcun
poco
superiore
a
quella
degli
animali
.
Dovendo
perciò
unirsi
cogli
altri
uomini
,
anzi
trovandosi
unito
in
conseguenza
della
evoluzione
antecedente
della
specie
,
esso
deve
,
o
subire
la
volontà
degli
altri
(
essere
schiavo
)
,
o
imporre
la
volontà
propria
agli
altri
(
essere
un
'
autorità
)
,
o
vivere
cogli
altri
in
fraterno
accordo
in
vista
del
maggior
bene
di
tutti
(
essere
un
associato
)
.
Nessuno
può
esimersi
da
questa
necessità
;
ed
i
più
eccessivi
antiorganizzatori
non
solo
subiscono
l
'
organizzazione
generale
della
società
in
cui
vivono
,
ma
anche
negli
atti
volontari
della
loro
vita
,
anche
nelle
loro
rivolte
contro
l
'
organizzazione
si
uniscono
,
si
dividono
il
compito
,
si
organizzano
con
quelli
con
cui
vanno
d
'
accordo
e
utilizzano
i
mezzi
che
la
società
mette
a
loro
disposizione
.
.
.
sempre
,
s
'
intende
,
che
si
tratti
di
cose
volute
e
fatte
davvero
e
non
di
vaghe
aspirazioni
platoniche
,
di
sogni
sognati
.
Anarchia
significa
società
organizzata
senza
autorità
,
intendendosi
per
autorità
la
facoltà
di
imporre
la
propria
volontà
e
non
già
il
fatto
inevitabile
e
benefico
che
chi
meglio
intende
e
sa
fare
una
cosa
riesce
più
facilmente
a
far
accettare
la
sua
opinione
,
e
serve
di
guida
,
in
quella
data
cosa
,
ai
meno
capaci
di
lui
.
Secondo
noi
l
'
autorità
non
solo
non
è
necessaria
all
'
organizzazione
sociale
,
ma
,
lungi
dal
giovarle
,
vive
su
di
essa
da
parassita
,
ne
inceppa
l
'
evoluzione
,
e
volge
i
suoi
vantaggi
a
profitto
speciale
di
una
data
classe
che
sfrutta
ed
opprime
le
altre
.
Fino
a
che
in
una
collettività
vi
e
armonia
d
'
interessi
,
fino
a
che
nessuno
ha
voglia
o
modo
di
sfruttare
gli
altri
;
non
v
'
è
traccia
d
'
autorità
:
quando
viene
la
lotta
intestina
e
la
collettività
si
divide
in
vincitori
e
vinti
,
allora
sorge
l
'
autorità
,
la
quale
naturalmente
è
devoluta
ai
più
forti
e
serve
a
confermare
,
perpetuare
ed
ingrandire
la
loro
vittoria
.
Crediamo
così
,
e
perciò
siamo
anarchici
:
che
se
credessimo
che
non
vi
possa
essere
organizzazione
senza
autorità
,
noi
saremmo
autoritari
,
perché
preferiremmo
ancora
l
'
autorità
,
che
inceppa
ed
addolora
la
vita
,
alla
disorganizzazione
che
la
rende
impossibile
.
Del
resto
,
quel
che
saremmo
noi
importa
poco
.
Se
fosse
vero
che
il
macchinista
ed
il
capotreno
ed
i
capiservizio
debbano
per
forza
essere
delle
autorità
,
anziché
dei
compagni
che
fanno
per
tutti
un
determinato
lavoro
,
il
pubblico
amerebbe
sempre
piuttosto
subire
la
loro
autorità
che
viaggiare
a
piedi
.
Se
il
mastro
di
posta
non
potesse
non
essere
un
'
autorità
,
ogni
uomo
sano
di
mente
sopporterebbe
l
'
autorità
del
mastro
di
posta
,
piuttosto
che
portar
da
se
le
proprie
lettere
.
E
allora
.
.
.
l
'
anarchia
sarebbe
il
sogno
di
alcuni
,
ma
non
potrebbe
realizzarsi
mai
.
StampaPeriodica ,
...
Ah
,
no
perdio
!
Altro
è
il
Fascismo
del
1919
altro
è
il
Fascismo
dell
'
ultima
ora
.
Altro
è
il
Fascismo
di
Mussolini
,
altro
è
il
Fascismo
di
coloro
che
dei
Fasci
si
sono
fatto
sgabello
magari
per
raggiungere
la
medaglietta
montecitoriale
.
E
costoro
sono
quelli
che
piangono
perché
il
gruppo
parlamentare
Fascista
non
interverrà
alla
Camera
,
alla
seduta
reale
,
a
fare
la
'
genuflessioncella
d
'
uso
con
la
faccia
lieta
,
e
senilmente
adulatoria
,
'
a
Vittorio
Emanuele
di
Savoia
.
Credevano
forse
costoro
che
Mussolini
avesse
rinnegato
tutto
il
suo
passato
?
Sciocchi
!
Mussolini
è
l
'
unico
vero
rivoluzionario
d
'
Italia
.
Se
fosse
rimasto
nel
partito
socialista
egli
sì
che
avrebbe
dopo
la
guerra
fatta
la
rivoluzione
.
Non
alla
moda
russa
si
intende
!
Ed
ora
pretenderebbero
gli
'
arrivati
'
del
Fascismo
di
imporsi
e
minacciano
lo
scisma
.
Ma
se
ne
vadano
dunque
;
ci
risparmieranno
la
fatica
di
cacciarli
...
StampaPeriodica ,
Le
strade
di
Roma
alla
prima
minaccia
avevano
cominciato
a
spopolarsi
:
poi
in
pochi
giorni
la
paura
s
'
era
fatta
generale
e
la
città
rapidamente
s
'
andava
vuotando
.
Invasi
da
quello
spavento
,
i
cittadini
d
'
ora
in
ora
avevan
preso
d
'
assalto
le
stazioni
ferroviarie
,
e
impadroniti
violentemente
dei
treni
erano
fuggiti
lontano
.
I
più
ricchi
avevan
rimpinzato
d
'
olio
e
benzina
le
loro
automobili
e
per
tutte
le
tredici
porte
dell
'
Urbe
se
n
'
erano
volati
via
tra
la
polvere
verso
i
punti
cardinali
più
remoti
.
Così
per
dieci
giorni
.
Poi
d
'
un
tratto
si
videro
le
stazioni
deserte
,
e
le
strade
intorno
a
Roma
non
impolverarono
che
i
carretti
i
quali
non
hanno
paura
di
niente
.
Oramai
non
c
'
era
più
nessuno
entro
la
città
.
A
custodirla
erano
rimasti
pochi
eroi
e
poche
eroine
.
Gli
eroi
verso
mezzogiorno
giravano
con
padronanza
le
vie
,
senza
giacca
,
lasciando
che
il
sole
frustasse
a
sangue
le
loro
camicie
di
seta
e
si
specchiasse
vanitosamente
nelle
fibbie
delle
loro
cinture
.
Incontrandosi
si
guardavano
da
un
marciapiede
all
'
altro
,
anche
senza
conoscersi
,
con
un
sorriso
d
'
orgoglio
.
Sapevano
che
il
loro
dominio
dal
Laterano
a
Monte
Mario
e
da
Valle
Giulia
a
San
Paolo
sarebbe
durato
indisturbato
e
indiscusso
almeno
due
mesi
.
Ma
le
eroine
non
uscivano
sotto
il
sole
.
Aspettavano
nelle
case
ciascuna
il
suo
eroe
per
asciugargli
il
sudore
e
stirare
le
sue
camicie
di
seta
.
Uscivano
soltanto
la
notte
,
e
dietro
le
spalle
del
compagno
amoreggiavano
a
sguardi
,
per
tenersi
in
esercizio
,
con
gli
occhi
dei
gatti
errabondi
.
Io
ero
nel
numero
di
quegli
eroi
,
che
non
avevano
fuggito
la
città
all
'
assalto
dell
'
estate
:
perciò
io
seguo
le
leggi
della
natura
,
e
amo
il
caldo
del
sole
l
'
estate
e
quello
della
stufa
d
'
inverno
.
L
'
eroina
eletta
ad
asciugare
i
miei
sudori
si
chiamava
Aminta
.
Questo
una
volta
era
un
nome
di
maschio
;
ma
il
padre
della
mia
donna
non
conosceva
la
storia
letteraria
,
e
diciotto
anni
prima
,
fidandosi
all
'
orecchio
,
aveva
imposto
quel
nome
alla
sua
figliola
neonata
.
Il
prete
che
l
'
aveva
battezzato
non
osò
avvertire
il
padre
dell
'
errore
innocente
.
Aminta
,
ai
primi
calori
di
quell
'
estate
,
sùbito
s
'
era
arresa
alle
eccellenti
ragioni
che
le
avevo
esposte
per
convincerla
che
dovevamo
rimanercene
a
Roma
invece
di
andare
ai
monti
od
al
mare
.
Così
trascorsero
dolcemente
i
primi
otto
giorni
della
canicola
.
Non
avevo
mai
sorpreso
sulla
bianca
fronte
di
Aminta
il
menomo
segno
di
pentimento
,
di
rimpianto
,
di
dispetto
,
o
di
desiderio
.
Perciò
fui
molto
maravigliato
,
al
mezzodì
del
nono
giorno
,
quando
,
rincasando
io
dalla
ronda
sui
lastrici
infocati
,
Aminta
,
dopo
una
festosa
accoglienza
,
mezzo
seduta
accanto
a
me
nel
profondo
divano
dello
studio
,
con
una
mano
sulla
mia
spalla
disse
tutt
'
a
un
tratto
:
«
Caro
,
dovresti
farmi
un
piccolo
regalo
,
dovresti
farmi
fare
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Mi
sentii
aggrottarsi
le
ciglia
.
Il
mio
calunnioso
animo
maschile
si
intorbidò
di
sospetto
.
La
guardai
scuro
:
«
Perché
,
Aminta
?
Che
ti
piglia
?
Non
stiamo
divinamente
bene
a
Roma
?
Non
ti
verrà
l
'
idea
che
ce
ne
andiamo
?
che
andiamo
ai
bagni
?
Oh
ti
avevo
tanto
bene
spiegato
che
...
»
.
«
No
,
no
»
,
m
'
interruppe
sorridendo
con
gli
occhi
,
la
fronte
,
la
bocca
e
tutta
la
persona
«
nemmeno
per
idea
.
Stiamo
tanto
bene
a
Roma
,
sì
.
Chi
si
sogna
di
andarsene
?
Vorrei
un
bel
costumino
da
bagno
,
così
per
avere
un
bel
costumino
da
bagno
.
»
«
E
poi
che
lo
avrai
?
»
«
Me
lo
metterò
.
»
«
Quando
?
»
«
Ogni
tanto
.
Un
po
'
tutti
i
giorni
.
»
«
E
poi
?
»
«
E
poi
dopo
un
po
'
me
lo
leverò
.
»
«
È
tutto
?
»
«
È
tutto
.
Te
lo
giuro
.
»
Era
tanto
limpida
che
il
sospetto
s
'
era
dileguato
dal
mio
animo
.
Tacqui
ancora
un
minuto
per
dare
maggiore
importanza
alle
parole
che
stavo
per
pronunciare
;
poi
decretai
:
«
E
allora
sta
bene
.
Sì
cara
.
Fatti
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Batté
le
mani
e
fece
un
gran
salto
per
allegrezza
,
baciò
teneramente
tutto
il
sudore
della
mia
faccia
per
gratitudine
.
I
giorni
appresso
ella
era
molto
occupata
.
Non
fui
ammesso
a
conoscere
i
segreti
delle
sue
ricerche
,
studi
,
tentativi
,
dubbi
e
risoluzioni
riguardo
la
costruzione
del
costume
da
bagno
.
Uscì
qualche
volta
da
sola
,
di
giorno
,
e
lunghe
ore
rimase
chiusa
nella
sua
camera
con
una
sarta
.
Non
permise
che
mai
ne
sapessi
nulla
:
volle
prepararmi
la
sorpresa
davanti
al
capolavoro
inaspettato
.
Il
suo
volto
,
a
tutte
le
ore
del
giorno
e
della
notte
,
era
pieno
di
felicità
.
Dono
qualche
giorno
,
preso
dai
miei
pensieri
virili
avevo
quasi
dimenticato
,
quel
giuoco
della
donna
.
Ma
la
mattina
del
mercoledì
,
quando
mi
fui
levato
la
giacca
per
uscire
,
Aminta
salutandomi
mi
disse
:
«
Tra
un
'
ora
,
quando
torni
,
è
pronto
»
.
«
Che
cosa
?
»
«
Oh
il
costume
da
bagno
.
»
«
Davvero
?
»
«
Sì
,
fa
'
presto
a
tornare
,
vedrai
è
venuto
una
meraviglia
.
»
Rincasando
,
dopo
meno
d
'
un
'
ora
,
un
'
ombra
di
sospetto
ancora
cercava
insinuarsi
in
me
:
«
Davvero
questa
storiella
del
costume
non
preluderà
a
una
campagna
per
farsi
condurre
al
mare
?
È
possibile
che
nella
testa
di
Aminta
alberghi
un
pensiero
con
doppio
fondo
?
che
lei
ordisca
un
gioco
tanto
complicato
?
»
Non
ero
del
tutto
sicuro
quando
apersi
la
porta
di
casa
.
Entrando
nello
studio
,
la
voce
sua
di
là
dall
'
uscio
della
camera
mi
gridò
:
«
Non
entrare
qua
.
Sono
pronta
.
Mettiti
a
sedere
sul
divano
»
.
«
Ecco
,
non
entro
.
Ecco
,
sono
seduto
sul
divano
.
»
Fissavo
l
'
uscio
della
camera
.
L
'
uscio
della
camera
si
aperse
,
nello
studio
entrò
una
gran
luce
,
in
mezzo
alla
luce
era
Aminta
.
Aminta
vestita
del
suo
costume
da
bagno
.
Il
cuore
mi
impallidì
.
Aminta
si
avanzò
.
Quella
luce
veniva
da
lei
.
Era
tutta
la
luce
dei
cieli
,
e
si
avanzava
con
lei
.
Io
non
mi
mossi
,
tremavo
in
una
estasi
.
Aminta
si
fermò
in
mezzo
alla
stanza
.
Era
davvero
meravigliosa
.
Giù
dalla
gola
la
seta
colore
di
rosa
pallida
si
tendeva
a
modellare
il
seno
e
la
curva
del
torso
:
si
stringeva
intorno
ai
fianchi
in
una
cintura
di
minutissime
pieghe
,
sbocciava
in
un
gonnellino
breve
,
che
non
osava
più
toccare
la
carne
,
e
all
'
orlo
increspato
tremava
di
suggezione
.
Sul
roseo
di
quel
gonnellino
un
gran
fregio
girava
,
di
triangoli
acuti
colore
dello
smeraldo
.
Aminta
era
in
piedi
in
mezzo
alla
stanza
:
il
rosa
,
nella
luce
che
pioveva
giù
dagli
occhi
di
Aminta
,
cangiava
di
minuto
in
minuto
in
mille
riflessi
di
madreperla
:
il
verde
del
fregio
pareva
un
volto
di
cetonie
dorate
traverso
un
tramonto
.
Il
candore
delle
braccia
e
delle
gambe
in
mezzo
a
quell
'
effluvio
di
colori
teneri
impallidiva
.
I
piedi
scomparivano
in
due
scarpette
di
raso
verde
.
Ora
Aminta
rideva
di
allegrezza
con
tutte
le
carni
morbide
,
con
tutto
il
costume
verde
e
rosato
:
rideva
e
si
scrollava
come
una
pianta
nel
giardino
;
e
la
stanza
era
piena
di
profumo
di
paradiso
.
Io
non
avevo
il
coraggio
di
muovermi
.
Aminta
era
felice
d
'
essere
viva
.
Con
un
riso
di
campanelli
d
'
argento
,
che
uscì
dalla
finestra
e
andò
a
correre
via
per
il
cielo
,
Aminta
si
buttò
a
sedere
sul
tappeto
in
mezzo
alla
stanza
,
con
le
braccia
indietro
e
le
gambe
bianche
ripiegate
,
il
torso
riverso
e
teso
come
offrendosi
a
Dio
.
Riabbassò
lo
sguardo
su
me
,
che
non
mi
ero
più
mosso
e
mi
tenevo
con
le
mani
il
cuore
:
allo
spettacolo
della
mia
commozione
s
'
intenerì
di
gratitudine
.
Me
le
accostai
con
tremore
.
Sedei
sul
tappeto
quasi
al
suo
fianco
,
e
piano
le
presi
una
mano
.
La
accarezzai
tutta
con
uno
sguardo
,
poi
timidamente
toccai
con
la
fronte
il
rosa
pallido
della
sua
seta
.
Aminta
aveva
gli
occhi
pieni
di
sorrisi
,
ora
quasi
lacrimava
per
la
tenerezza
.
Cercava
con
gli
occhi
qualche
cosa
da
dirmi
.
E
la
voce
le
tremava
dicendo
:
«
Vedi
che
è
bello
,
senza
bisogno
di
andare
al
mare
?
»
Sentii
tutta
la
sua
anima
ingenua
appoggiarsi
a
me
.
Fui
pieno
d
'
amore
.
Anch
'
io
ora
cercavo
qualche
cosa
di
semplice
da
dirle
.
Con
una
guancia
adagiata
sul
suo
braccio
fresco
,
bisbigliai
:
«
La
modestia
dei
tuoi
desideri
merita
un
premio
»
.
Allora
lei
si
sciolse
e
di
nuovo
rise
allegramente
.
Ma
poiché
non
la
seguivo
in
quel
riso
,
lo
interruppe
e
mi
guardò
come
aspettando
.
Qualche
cosa
fremé
nell
'
aria
e
venne
a
toccarmi
.
Vidi
anche
lei
sentire
qualche
cosa
nell
'
aria
.
E
sùbito
rabbrividì
nelle
spalle
,
e
diceva
:
«
Che
cos
'
é
?
Com
'
è
bello
!
»
Tutta
l
'
aria
della
stanza
fu
corsa
da
una
specie
d
'
alito
leggero
,
che
sùbito
scomparve
.
Poi
per
tutto
intorno
vidi
un
tremolìo
di
luce
;
anch
'
esso
passò
davanti
ai
miei
occhi
,
poi
davanti
agli
occhi
di
Aminta
,
e
fuggì
via
.
«
Come
si
sta
bene
!
»
mormorava
Aminta
.
Era
seduta
presso
l
'
orlo
del
tappeto
,
e
io
un
poco
più
dietro
,
quasi
alle
sue
spalle
.
Un
murmure
dolce
e
strano
arrivò
fino
a
noi
,
si
spense
ai
piedi
di
lei
.
Vidi
che
ella
tendeva
l
'
orecchio
.
Il
suolo
mormorò
ancora
,
mentre
tutte
le
cose
della
stanza
sfumavano
ai
nostri
occhi
in
una
nebbia
chiara
,
corsa
d
'
ombre
azzurre
e
di
luci
d
'
argento
.
Frattanto
i
mormorii
del
suolo
s
'
erano
fatti
regolari
e
frequenti
,
venivano
di
lontano
,
frusciavano
appressando
,
morivano
tutti
ai
suoi
piedi
.
Poi
divennero
più
lunghi
:
uno
,
così
accostandosi
,
parve
stendersi
;
e
tutt
'
a
un
tratto
lei
dette
un
grido
acuto
e
ritirò
il
piede
di
scatto
:
«
Guarda
,
guarda
»
,
gridò
.
Guardai
.
La
scarpetta
verde
era
bagnata
,
e
il
piede
anche
,
fino
alla
caviglia
.
«
E
ancora
,
ancora
...
»
Il
fiotto
cresceva
:
ora
continuo
il
rumore
delle
piccole
onde
arrivava
a
battere
il
margine
del
tappeto
,
e
tutte
si
spingevano
contro
i
suoi
piedi
,
lungo
le
sue
gambe
.
Ella
senza
paura
si
piegò
in
avanti
,
tuffò
le
mani
in
quei
flutti
,
le
rialzò
stillanti
acqua
:
«
Il
mare
,
il
mare
»
.
La
nebbia
argentea
e
azzurra
tutt
'
intorno
s
'
era
riempita
di
luce
:
il
tappeto
ardeva
come
le
sabbie
:
Aminta
si
buttò
stesa
col
seno
giù
fuori
del
margine
,
si
rialzò
,
la
seta
bagnata
si
modellava
sul
suo
petto
,
vi
sollevava
le
piccole
punte
.
Io
estatico
guardavo
lei
,
ascoltavo
il
mare
che
era
venuto
a
trovarci
.
Improvviso
un
'
onda
più
lunga
mi
raggiunse
,
sentii
salirmi
l
'
acqua
su
per
i
polpacci
.
Saltai
in
piedi
spaventato
:
«
Aminta
,
è
meglio
che
vada
anch
'
io
a
mettermi
un
costume
»
.
«
Sì
»
,
grida
lei
«
ce
n
'
è
uno
nel
tuo
cassettone
,
in
basso
;
ma
fa
'
presto
.
»
Ed
eravamo
tutti
e
due
molto
felici
.
StampaPeriodica ,
Ammessa
possibile
l
'
esistenza
di
una
collettività
organizzata
senza
autorità
,
cioè
senza
coazione
-
e
per
gli
anarchici
è
necessario
ammetterlo
perché
altrimenti
l
'
anarchia
non
avrebbe
senso
-
passiamo
a
parlare
dell
'
organizzazione
del
partito
anarchico
.
Anche
in
questo
caso
l
'
organizzazione
ci
sembra
utile
e
necessaria
.
Se
partito
significa
l
'
insieme
d
'
individui
che
hanno
uno
scopo
comune
e
si
sforzano
di
raggiungere
questo
scopo
,
è
naturale
ch
'
essi
s
'
intendano
,
uniscano
le
loro
forze
,
si
dividano
il
lavoro
e
prendano
tutte
le
misure
stimate
atte
a
raggiungere
quello
scopo
.
Restare
isolati
,
agendo
o
volendo
agire
ciascuno
per
conto
suo
senza
intendersi
con
altri
,
senza
prepararsi
,
senza
unire
in
un
fascio
potente
le
deboli
forze
dei
singoli
,
significa
condannarsi
all
'
impotenza
,
sciupare
la
propria
energia
in
piccoli
atti
senza
efficacia
e
ben
presto
perdere
la
fede
nella
meta
e
cadere
nella
completa
inazione
.
Ma
anche
qui
la
cosa
ci
sembra
talmente
evidente
che
,
invece
di
insistere
nella
dimostrazione
diretta
,
cercheremo
di
rispondere
agli
argomenti
degli
avversari
dell
'
organizzazione
.
E
prima
di
tutto
ci
si
presenta
l
'
obbiezione
,
diremo
così
,
pregiudiziale
.
«
Ma
di
quale
partito
ci
parlate
?
»
,
essi
dicono
,
«
noi
non
siamo
un
partito
,
noi
non
abbiamo
programma
»
.
E
con
questa
forma
paradossale
essi
intendono
dire
che
le
idee
progrediscono
e
cambiano
continuamente
e
che
essi
non
vogliono
accettare
un
programma
fisso
,
che
può
essere
buono
oggi
,
ma
che
sarà
certamente
superato
domani
.
Ciò
sarebbe
perfettamente
giusto
se
si
trattasse
di
studiosi
che
cercano
il
vero
senza
curarsi
delle
applicazioni
pratiche
.
Un
matematico
,
un
chimico
,
un
psicologo
,
un
sociologo
possono
dire
di
non
aver
programma
o
di
non
avere
che
quello
di
ricercare
la
verità
:
essi
vogliono
conoscere
,
non
vogliono
fare
qualche
cosa
.
Ma
anarchia
e
socialismo
non
sono
delle
scienze
:
sono
dei
propositi
,
dei
progetti
che
anarchici
e
socialisti
vogliono
mettere
in
pratica
e
che
perciò
hanno
bisogno
di
essere
formulati
in
programmi
determinati
.
La
scienza
e
l
'
arte
delle
costruzioni
progrediscono
tutti
i
giorni
;
ma
un
ingegnere
che
vuol
costruire
,
o
anche
demolire
qualche
cosa
,
deve
fare
il
suo
piano
,
raccogliere
i
suoi
mezzi
di
azione
e
agire
come
se
scienza
ed
arte
si
fossero
arrestate
al
punto
ove
egli
le
trova
quando
dà
principio
ai
suoi
lavori
.
Può
benissimo
avvenire
che
egli
possa
utilizzare
delle
nuove
acquisizioni
fatte
nel
corso
del
lavoro
senza
rinunciare
alla
parte
essenziale
del
suo
piano
;
e
può
darsi
anche
che
le
nuove
scoperte
ed
i
nuovi
mezzi
creati
dall
'
industria
siano
tali
che
egli
vegga
la
necessità
di
abbandonare
tutto
e
ricominciare
da
capo
.
Ma
ricominciando
,
avrà
bisogno
di
fare
un
nuovo
piano
basato
su
quello
che
si
conosce
e
si
possiede
fino
a
quel
momento
,
e
non
potrà
concepire
e
mettersi
ad
eseguire
una
costruzione
amorfa
,
con
materiali
non
composti
,
per
il
motivo
che
domani
la
scienza
potrebbe
suggerire
delle
forme
migliori
e
l
'
industria
fornire
dei
materiali
meglio
composti
.
Noi
intendiamo
per
partito
anarchico
l
'
insieme
di
quelli
che
vogliono
concorrere
ad
attuare
l
'
anarchia
,
e
che
perciò
han
bisogno
di
fissarsi
uno
scopo
da
raggiungere
ed
una
via
da
percorrere
;
e
lasciamo
volentieri
alle
loro
elucubrazioni
trascendentali
gli
amatori
della
verità
assoluta
e
del
progresso
continuo
,
che
non
cimentando
mai
le
loro
idee
alla
prova
dei
fatti
finiscono
poi
col
far
nulla
e
scoprir
meno
.
L
'
altra
obbiezione
è
che
l
'
organizzazione
crea
dei
capi
,
delle
autorità
.
Se
questo
è
vero
,
se
è
vero
cioè
che
gli
anarchici
sono
incapaci
di
riunirsi
ed
accordarsi
tra
di
loro
senza
sottoporsi
ad
un
'
autorità
,
ciò
vuol
dire
che
essi
sono
ancora
molto
poco
anarchici
e
che
prima
di
pensare
a
stabilire
l
'
anarchia
nel
mondo
debbono
pensare
a
rendersi
capaci
essi
stessi
di
vivere
anarchicamente
.
Ma
il
rimedio
non
starebbe
già
nella
non
organizzazione
,
bensì
nella
cresciuta
coscienza
dei
singoli
membri
.
Certamente
se
in
un
'
organizzazione
si
lascia
addosso
a
pochi
tutto
il
lavoro
e
tutte
le
responsabilità
,
se
si
subisce
quello
che
fanno
i
pochi
senza
metter
mano
all
'
opera
e
cercar
di
far
meglio
,
quei
pochi
finiranno
,
anche
se
non
lo
vogliono
,
col
sostituire
la
propria
volontà
a
quella
della
collettività
.
Se
in
un
'
organizzazione
i
membri
tutti
non
si
curano
di
pensare
,
di
voler
capire
,
di
farsi
spiegare
quello
che
non
capiscono
,
di
esercitare
sempre
su
tutto
e
su
tutti
le
loro
facoltà
critiche
,
e
lasciano
a
pochi
il
compito
di
pensare
per
tutti
,
quei
pochi
saranno
i
capi
,
le
teste
pensanti
e
dirigenti
.
Ma
,
lo
ripetiamo
,
il
rimedio
non
sta
nella
non
organizzazione
.
Al
contrario
,
nelle
piccole
come
nella
grande
società
,
a
parte
la
forza
brutale
,
di
cui
non
può
essere
questione
nel
caso
nostro
,
l
'
origine
e
la
giustificazione
dell
'
autorità
sta
nella
disorganizzazione
sociale
.
Quando
una
collettività
ha
un
bisogno
ed
i
suoi
membri
non
sanno
organizzarsi
spontaneamente
da
loro
stessi
per
provvedervi
,
sorge
qualcuno
,
un
'
autorità
,
che
provvede
a
quel
bisogno
servendosi
delle
forze
di
tutti
e
dirigendole
a
sua
voglia
.
Se
le
strade
sono
mal
sicure
ed
il
popolo
non
sa
provvedere
,
sorge
una
polizia
che
,
per
qualche
servizio
che
rende
,
si
fa
sopportare
e
pagare
,
e
s
'
impone
e
tiranneggia
;
se
v
'
e
bisogno
di
un
prodotto
,
e
la
collettività
non
sa
intendersi
coi
produttori
lontani
per
farselo
mandare
in
cambio
di
prodotti
del
paese
,
vien
fuori
il
mercante
che
profitta
del
bisogno
che
hanno
gli
uni
di
vendere
e
gli
altri
di
comprare
,
ed
impone
i
prezzi
che
vuole
ai
produttori
ed
ai
consumatori
.
Vedete
che
cosa
è
sempre
successo
in
mezzo
a
noi
:
meno
siamo
stati
organizzati
più
ci
siamo
trovati
alla
discrezione
di
qualche
individuo
.
Ed
è
naturale
che
così
fosse
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
stare
in
rapporto
coi
compagni
delle
altre
località
,
di
ricevere
e
di
dare
notizie
,
ma
non
possiamo
ciascuno
individualmente
corrispondere
con
tutti
i
compagni
.
Se
siamo
organizzati
,
incarichiamo
dei
compagni
di
tenere
la
corrispondenza
per
conto
nostro
,
li
cambiamo
se
essi
non
ci
soddisfano
,
e
possiamo
stare
al
corrente
senza
dipendere
dalla
buona
grazia
di
qualcuno
per
avere
una
notizia
;
se
invece
siamo
disorganizzati
,
vi
sarà
qualcuno
che
avrà
i
mezzi
e
la
voglia
di
corrispondere
e
accentrerà
nelle
sue
mani
tutte
le
relazioni
,
comunicherà
le
notizie
secondo
che
gli
pare
ed
a
chi
gli
pare
,
e
,
se
ha
attività
ed
intelligenza
sufficienti
,
riuscirà
a
nostra
insaputa
a
dare
al
movimento
l
'
indirizzo
che
vuole
senza
che
a
noi
,
alla
massa
del
partito
,
resti
alcun
mezzo
di
controllo
,
e
senza
che
nessuno
abbia
il
diritto
di
lagnarsi
,
poiché
quell
'
individuo
agisce
per
conto
suo
,
senza
mandato
di
alcuno
e
senza
dover
rendere
conto
ad
alcuno
del
proprio
operato
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
avere
un
giornale
.
Se
siamo
organizzati
potremo
riunire
i
mezzi
per
fondarlo
e
farlo
vivere
,
incaricare
alcuni
compagni
di
redigerlo
,
e
controllarne
l
'
indirizzo
.
I
redattori
del
giornale
gli
daranno
certamente
,
in
modo
più
o
meno
spiccato
,
l
'
impronta
della
loro
personalità
,
ma
saranno
sempre
gente
che
noi
abbiamo
scelta
e
che
possiamo
cambiare
se
non
ci
accontenta
.
Se
invece
siamo
disorganizzati
,
qualcuno
che
ha
sufficiente
spirito
d
'
intrapresa
farà
il
giornale
per
conto
proprio
:
egli
troverà
in
mezzo
a
noi
i
corrispondenti
,
i
distributori
,
i
sottoscrittori
,
e
ci
farà
concorrere
ai
suoi
fini
senza
che
noi
li
sappiamo
o
vogliamo
;
e
noi
,
come
è
spesso
avvenuto
,
accetteremo
o
sosterremo
quel
giornale
anche
se
non
ci
piace
,
anche
se
troviamo
che
è
dannoso
alla
causa
,
perché
saremo
impotenti
a
farne
uno
che
rappresenti
meglio
le
nostre
idee
.
Cosicché
l
'
organizzazione
,
lungi
dal
creare
l
'
autorità
,
è
il
solo
rimedio
contro
di
essa
ed
il
solo
mezzo
perché
ciascun
di
noi
si
abitui
a
prender
parte
attiva
e
cosciente
nel
lavoro
collettivo
,
e
cessi
di
essere
strumento
passivo
in
mano
dei
capi
.
Ché
se
poi
non
si
fa
nulla
di
nulla
e
tutti
restano
nell
'
inazione
completa
,
allora
certamente
non
vi
saranno
né
capi
né
gregari
,
né
comandanti
né
comandati
,
ma
allora
finiranno
la
propaganda
,
il
partito
,
ed
anche
le
discussioni
intorno
all
'
organizzazione
.
.
.
e
questo
,
speriamo
,
non
è
l
'
ideale
di
nessuno
.
Ma
un
'
organizzazione
,
si
dice
,
suppone
l
'
obbligo
di
coordinare
la
propria
azione
e
quella
degli
altri
,
quindi
viola
la
libertà
,
inceppa
l
'
iniziativa
.
A
noi
sembra
che
quello
che
veramente
leva
la
libertà
e
rende
impossibile
l
'
iniziativa
è
l
'
isolamento
che
rende
impotente
.
La
libertà
non
è
il
diritto
astratto
,
ma
la
possibilità
di
fare
una
cosa
:
questo
è
vero
tra
di
noi
,
come
è
vero
nella
società
generale
,
E
nella
cooperazione
degli
altri
uomini
che
l
'
uomo
trova
i
mezzi
per
esplicare
la
sua
attività
,
la
sua
potenza
d
'
iniziativa
.
Certamente
,
organizzazione
significa
coordinazione
di
forze
ad
uno
scopo
comune
ed
obbligo
negli
organizzati
di
non
fare
cosa
contraria
allo
scopo
.
Ma
quando
si
tratta
di
organizzazioni
volontarie
,
quando
coloro
che
stanno
nella
stessa
organizzazione
hanno
veramente
lo
stesso
scopo
e
sono
partigiani
degli
stessi
mezzi
,
l
'
obbligo
reciproco
che
impegna
tutti
riesce
vantaggioso
,
per
tutti
;
e
se
qualcuno
rinunzia
a
qualche
sua
idea
particolare
in
omaggio
all
'
unione
,
ciò
vuol
dire
che
trova
più
vantaggioso
rinunziare
ad
un
'
idea
,
che
d
'
altronde
da
solo
non
potrebbe
attuare
,
anziché
privarsi
della
cooperazione
degli
altri
nelle
cose
ch
'
egli
crede
di
maggiore
importanza
.
Se
poi
un
individuo
trova
che
nessuna
delle
organizzazioni
esistenti
accetta
le
sue
idee
ed
i
suoi
metodi
in
ciò
che
hanno
di
essenziale
,
e
che
in
nessuna
potrebbe
esplicare
la
sua
individualità
come
egli
l
'
intende
,
allora
farà
bene
a
restarne
fuori
;
ma
allora
,
se
non
vuole
rimanere
inattivo
ed
impotente
,
deve
cercare
altri
individui
che
pensano
come
lui
e
farsi
iniziatore
di
una
nuova
organizzazione
.
Un
'
altra
obbiezione
,
ed
è
l
'
ultima
di
cui
ci
intratterremo
,
è
che
essendo
organizzati
siamo
più
esposti
alle
persecuzioni
del
governo
.
A
poi
pare
invece
che
quanto
più
si
è
uniti
tanto
più
ci
si
può
difendere
efficacemente
.
Ed
infatti
ogni
volta
che
le
persecuzioni
ci
han
sorpresi
mentre
eravamo
disorganizzati
ci
hanno
completamente
sbaragliati
ed
hanno
ridotto
a
nulla
il
nostro
lavoro
antecedente
;
mentre
quando
e
dove
eravamo
organizzati
ci
hanno
fatto
più
bene
che
male
.
Ed
è
lo
stesso
anche
per
quel
che
riguarda
l
'
interesse
personale
dei
singoli
:
basti
l
'
esempio
delle
ultime
persecuzioni
che
hanno
colpito
gl
'
isolati
tanto
quanto
gli
organizzati
e
forse
anche
più
gravemente
.
Questo
,
s
'
intende
,
per
quelli
che
,
isolati
o
no
,
fanno
almeno
la
propaganda
individuale
;
che
per
quelli
che
non
fanno
nulla
e
tengono
ben
nascoste
le
loro
convinzioni
,
certamente
il
pericolo
è
poco
,
ma
è
anche
meno
l
'
utilità
che
danno
alla
causa
.
Il
solo
risultato
,
dal
punto
di
vista
delle
persecuzioni
,
che
si
ottiene
stando
disorganizzati
,
si
è
di
autorizzare
il
governo
a
negarci
il
diritto
di
associazione
ed
a
rendere
possibili
quei
mostruosi
processi
per
associazione
a
delinquere
,
che
esso
non
oserebbe
fare
contro
gente
che
afferma
altamente
,
pubblicamente
,
il
diritto
e
il
fatto
di
stare
associata
,
o
che
,
se
il
governo
l
'
osasse
,
risulterebbero
a
scorno
suo
e
a
vantaggio
della
propaganda
.
Del
resto
,
è
naturale
che
l
'
organizzazione
prenda
le
forme
che
le
circostanze
consigliano
ed
impongono
.
L
'
importante
non
è
tanto
l
'
organizzazione
formale
,
quanto
lo
spirito
di
organizzazione
.
Possono
esservi
dei
casi
in
cui
per
l
'
imperversare
della
reazione
,
sia
utile
sospendere
ogni
corrispondenza
,
cessare
da
ogni
riunione
:
sarà
sempre
un
danno
,
ma
se
la
voglia
di
essere
organizzati
sussiste
,
se
resta
vivo
lo
spirito
di
associazione
,
se
il
periodo
antecedente
di
attività
coordinata
avrà
moltiplicate
le
relazioni
personali
,
prodotte
solide
amicizie
e
creato
un
vero
accordo
d
'
idee
e
di
condotta
tra
i
compagni
,
allora
il
lavoro
degl
'
individui
anche
isolati
concorrerà
allo
scopo
comune
,
e
presto
si
troverà
modo
di
riunirsi
di
nuovo
e
riparare
al
danno
subito
.
Noi
siamo
come
un
esercito
in
guerra
e
possiamo
,
secondo
il
terreno
e
secondo
le
misure
prese
dal
nemico
,
combattere
in
grandi
masse
o
in
ordine
sparso
:
l
'
essenziale
è
che
ci
consideriamo
sempre
membri
dello
stesso
esercito
,
che
ubbidiamo
tutti
alle
stesse
idee
direttive
e
siamo
sempre
pronti
a
riunirci
in
colonne
compatte
quando
occorre
e
si
può
.
Tutto
questo
che
abbiamo
detto
è
per
quei
compagni
che
realmente
sono
avversari
del
principio
di
organizzazione
.
A
quelli
poi
che
combattono
l
'
organizzazione
solo
perché
non
vogliono
entrare
,
o
non
sono
accettati
,
in
una
determinata
organizzazione
,
e
perché
non
simpatizzano
con
gli
individui
che
ne
fanno
parte
,
noi
diciamo
:
fate
da
voi
,
con
quelli
che
sono
d
'
accordo
con
voi
,
un
'
altra
organizzazione
.
Noi
ameremmo
certo
poter
andare
tutti
d
'
accordo
e
riunire
in
un
fascio
potente
tutte
quante
le
forze
dell
'
anarchismo
;
ma
non
crediamo
nella
solidità
delle
organizzazioni
fatte
a
forza
di
concessioni
e
di
sottintesi
e
dove
non
v
'
è
tra
i
membri
accordo
e
simpatia
reali
.
Meglio
disuniti
che
malamente
uniti
.
Però
vorremmo
che
ciascuno
si
unisse
coi
suoi
amici
e
non
vi
fossero
forze
isolate
,
forze
perdute
.
StampaPeriodica ,
La
non
unanime
adesione
da
parte
nostra
al
patto
di
Roma
,
l
'
apparente
indisciplina
di
alcuni
fasci
di
combattimento
,
le
discussioni
e
le
dispute
tra
Duce
e
gregari
,
danno
a
chi
ci
conosce
superficialmente
o
non
ci
conosce
affatto
la
sensazione
che
il
fascismo
si
avvii
verso
lo
sfasciamento
...
Ma
la
realtà
è
ben
diversa
,
la
mentalità
pussista
,
adusata
alle
scomuniche
del
direttorio
socialista
e
plasmata
in
modo
da
flettere
e
schiena
e
ginocchia
all
'
ipse
dixit
della
suprema
autorità
del
partito
non
può
comprendere
la
nostra
indipendenza
spirituale
,
non
può
capire
come
i
gregari
sappiano
opporsi
al
Duce
...
Infatti
quale
è
la
ragione
vera
per
cui
non
in
tutti
i
centri
fascisti
è
stato
accettato
con
perfetta
obbedienza
il
patto
di
Roma
?
Anzitutto
la
generale
convinzione
da
parte
nostra
che
i
socialisti
non
sono
mutati
da
quello
che
erano
ieri
...
Probabilmente
i
motivi
che
hanno
indotto
Mussolini
a
firmare
la
pace
non
sono
a
tutti
noti
e
forse
,
per
alquanto
tempo
,
non
lo
saranno
...
Ma
indubitato
è
questo
,
per
tutti
indistintamente
:
che
Mussolini
...
ha
ceduto
all
'
imperativo
della
sua
nobile
,
diritta
e
fiera
coscienza
,
ispirando
la
sua
azione
a
queste
due
supreme
idealità
:
rendere
ancora
un
servizio
alla
grande
madre
dolorante
per
gli
eccidi
...
e
richiamare
il
fascismo
alla
funzione
normale
di
un
movimento
che
ha
ricorso
alla
violenza
come
ad
un
mezzo
doloroso
per
quanto
necessario
,
mai
elevandolo
a
natura
ed
altezza
di
fine
...
I
compiti
che
le
cose
affidano
al
nostro
movimento
sono
molteplici
...
Per
il
presente
e
per
l
'
avvenire
,
per
l
'
Italia
e
per
le
sue
fortune
,
fascisti
a
noi
!
A
noi
contro
il
nemico
di
ieri
e
di
domani
!
StampaPeriodica ,
Il
principale
appunto
che
gli
esponenti
della
vecchia
ed
illuministica
mentalità
massonico
-
liberale
,
muovono
al
Fascismo
è
quello
di
livellare
soverchiamente
le
varie
personalità
,
di
sopprimere
,
in
una
parola
,
l
'
individuo
a
vantaggio
dell
'
unità
dello
Stato
.
Questo
rimprovero
dimostra
ad
abundantiam
come
tali
oppositori
siano
destinati
a
non
comprendere
assolutamente
nulla
di
ciò
che
forma
l
'
essenza
del
Fascismo
.
La
loro
posizione
intellettualistica
li
costringe
a
non
vedere
più
in
là
dell
'
individuo
come
puro
individuo
,
astratto
,
fuori
dello
Stato
,
anzi
,
contrapposto
allo
Stato
stesso
;
e
l
'
unità
di
esso
Stato
necessariamente
appare
ad
essi
come
unità
indifferenziata
,
astratta
,
tale
da
non
ammettere
in
sé
alcuna
distinzione
.
Ma
è
noto
a
chiunque
del
Fascismo
abbia
seguito
gli
sviluppi
,
non
limitando
la
propria
osservazione
alla
superficie
,
ma
vivendo
profondamente
,
nella
sua
intimità
spirituale
,
questo
nostro
grande
movimento
,
è
noto
che
esso
non
annulla
l
'
individuo
ma
anzi
gli
dà
la
sua
vera
vita
,
nel
tutto
nazionale
,
statale
,
fuori
del
quale
esso
individuo
non
esiste
,
né
può
avere
vita
.
E
lo
Stato
,
d
'
altra
parte
,
nell
'
individuo
trova
la
sua
vita
,
la
sua
attuazione
:
per
esistere
veramente
,
esso
,
con
tutti
i
suoi
problemi
e
le
sue
esigenze
,
deve
vivere
nell
'
intimo
dell
'
individuo
.
Nulla
sfugge
e
si
contrappone
assolutamente
allo
Stato
fascista
,
Stato
totalitario
per
eccellenza
,
in
cui
una
separazione
fra
teoria
e
pratica
,
fra
pensiero
e
azione
è
impossibile
.
Queste
fondamentali
premesse
del
Fascismo
se
sfuggono
ai
summenzionati
adoratori
dell
'
individuo
astratto
,
sfuggono
anche
,
ci
sembra
,
a
coloro
che
oggi
,
speriamo
in
buona
fede
,
vorrebbero
fare
del
Fascismo
una
specie
di
catechismo
da
accettarsi
,
così
,
dommaticamente
,
esteriormente
,
bell
'
e
fatto
e
conchiuso
in
sé
,
senza
più
vita
,
ridotto
a
qualcosa
di
statico
,
di
morto
.
Il
Fascismo
invece
non
è
una
dottrina
definitiva
,
dommatica
,
ma
è
essenzialmente
vita
spirituale
,
sviluppo
.
È
falso
che
il
Fascismo
tenda
a
legare
la
libera
attività
dell
'
individuo
(
che
,
però
,
si
deve
intendere
sempre
nel
tutto
statale
)
:
egli
non
può
né
vuole
aver
pensato
una
volta
tanto
per
tutti
ma
esige
che
ognuno
ricrei
in
sé
stesso
i
suoi
problemi
,
li
sviluppi
,
li
risolva
.
Premesso
ciò
è
chiaro
il
dovere
della
gioventù
fascista
:
non
accettare
passivamente
le
idee
del
Fascismo
ma
meditarle
,
viverle
,
convincersene
sempre
più
,
sinceramente
,
nell
'
intimo
della
propria
coscienza
.
Possiamo
agire
e
sacrificarci
per
un
'
idea
allora
,
soltanto
che
questa
idea
la
abbiamo
rivissuta
in
noi
,
l
'
abbiamo
fatta
più
nostra
del
nostro
sangue
e
della
nostra
carne
.
Ciò
che
non
ha
alla
base
una
convinzione
formatasi
nella
più
intima
coscienza
,
è
costruito
sulla
sabbia
e
destinato
ben
presto
a
perire
.
E
perciò
l
'
opera
di
coloro
che
tendono
a
fare
del
Fascismo
un
canone
formalistico
e
superficiale
,
a
scapito
della
sua
intimità
e
della
sua
vita
attiva
,
è
opera
deleteria
,
antifascista
.
Purtroppo
questa
tendenza
ad
accettare
supinamente
la
lettera
del
Fascismo
senza
riuscire
a
coglierne
lo
spirito
è
abbastanza
diffusa
,
dovunque
:
e
varie
volte
il
Duce
ha
dovuto
bollare
sdegnosamente
certi
relatori
di
un
'
ortodossia
tutta
esteriore
,
i
quali
di
fascista
il
più
delle
volte
non
hanno
che
la
tessera
.
Senza
contare
poi
che
la
maggioranza
di
tali
relatori
,
pronti
a
gridare
allo
scandalo
e
all
'
eresia
se
qualcuno
accenni
ad
esprimere
un
parere
leggermente
diverso
da
quello
del
gerarca
di
Roccacannuccia
di
sopra
,
sono
proprio
quelli
che
nel
Fascismo
si
son
rifugiati
all
'
ultimo
momento
,
assaliti
da
stranissime
e
troppo
tempestive
crisi
di
coscienza
.
Oh
,
la
noiosissima
e
pedantesca
genia
dei
neofiti
ipocriti
!
Ma
quel
che
è
peggio
,
è
il
fatto
che
molti
,
troppi
,
dei
nostri
giovani
sono
rimasti
infetti
da
questa
tabe
:
troppi
studenti
universitari
hanno
messo
un
robusto
lucchetto
alla
propria
scatola
cranica
,
beatamente
sicuri
che
per
essere
buoni
fascisti
basti
non
mancare
alle
varie
cerimonie
e
pagare
regolarmente
i
canoni
del
Partito
.
Per
il
resto
,
abulia
assoluta
:
le
Università
pullulano
ancora
di
quei
tali
studenti
cui
S
.
E
.
Turati
minacciò
una
serqua
di
sacrosantissimi
calci
.
In
una
rivista
destinata
agli
Universitari
certe
verità
,
anche
poco
simpatiche
non
si
devono
tacere
:
i
problemi
che
il
Fascismo
agita
e
che
devono
essere
meditati
e
sviscerati
,
per
troppa
gente
sono
ancora
lettera
morta
.
Il
difetto
capitale
è
questo
:
non
s
'
è
ancora
bene
compreso
che
Fascismo
vuol
dire
essenzialmente
serietà
e
sincerità
,
vuol
dire
opera
attiva
,
disinteressata
,
ognuno
al
proprio
posto
,
coscienziosamente
,
come
il
Duce
meravigliosamente
insegna
col
suo
esempio
.
Ed
è
veramente
doloroso
che
tale
rimprovero
di
poca
serietà
purtroppo
debba
così
spesso
essere
rivolto
proprio
alla
così
detta
classe
intellettuale
,
universitaria
destinata
domani
a
dirigere
la
vita
nazionale
.
Questo
disinteressamento
sempre
maggiore
della
gioventù
per
i
più
importanti
problemi
dello
spirito
,
per
la
scienza
e
per
l
'
arte
non
è
invero
soltanto
malattia
italiana
:
la
peste
pragmatistica
d
'
oltre
Atlantico
sta
vigilando
in
tutta
Europa
e
perciò
anche
da
noi
se
ne
risentono
le
conseguenze
.
Ma
a
questa
tendenza
reagisce
il
Fascismo
il
quale
,
ripetiamo
,
non
è
un
avversario
della
vita
spirituale
,
della
libera
attività
dell
'
individuo
che
pensa
e
agisce
,
ma
anzi
ne
è
il
più
schietto
e
genuino
esaltatore
.
E
la
serietà
che
il
Fascismo
esige
non
è
serietà
esteriore
,
apparente
ma
è
quella
intima
serietà
,
quella
dirittura
morale
che
non
tollera
compromessi
fra
teoria
e
pratica
,
la
serietà
degli
spiriti
pensosi
e
pronti
all
'
azione
.
Ecco
in
conclusione
il
dovere
della
gioventù
fascista
:
render
sempre
più
seria
la
propria
attività
,
collaborare
coscienziosamente
all
'
opera
del
Fascismo
,
vivendo
,
discutendo
,
risolvendo
,
i
suoi
problemi
,
aumentando
sempre
più
il
proprio
patrimonio
spirituale
per
poter
così
essere
sempre
più
utili
alla
Patria
.
Bisogna
fissarsi
bene
in
testa
che
l
'
Italia
non
occuperà
mai
il
posto
che
le
spetta
di
fronte
alle
altre
nazioni
se
i
suoi
cittadini
non
la
renderanno
degna
con
la
loro
opera
ininterrotta
ed
efficace
.
Ma
non
dimentichiamo
che
opera
efficace
è
soltanto
quella
che
scaturisce
da
un
travaglio
spirituale
profondo
e
sincero
,
dalla
coscienza
sicura
del
proprio
dovere
e
della
ferma
volontà
di
seguirlo
completamente
,
a
qualunque
costo
.
E
allora
comprenderemo
facilmente
come
gli
inetti
,
lo
studente
ignorante
,
il
professionista
incapace
e
così
via
,
siano
i
peggiori
antifascisti
anche
se
forniti
abbondantemente
di
tessere
e
di
distintivi
.
StampaPeriodica ,
L
Avanti
!
del
22
corrente
cortesemente
risponde
all
articolo
da
me
pubblicato
nell
Agitazione
del
14
sull
evoluzione
dell
anarchismo
;
ma
,
secondo
me
,
risponde
male
e
fuori
della
questione
.
Esso
vuol
dimostrare
,
in
contraddittorio
con
me
,
che
l
anarchismo
evolve
verso
il
socialismo
democratico
;
ed
invece
si
mette
a
sostenere
che
,
in
omaggio
alla
verità
ed
alla
logica
,
quell
evoluzione
dovrebbe
avvenire
ed
avverrà
.
Confondendo
in
tal
modo
ciò
che
è
con
ciò
che
si
crede
che
dovrebbe
essere
e
che
sarà
,
ognuno
,
il
quale
professa
onestamente
un
idea
e
la
ritiene
conforme
alla
logica
ed
alla
verità
ed
ha
fede
(
cioè
forte
speranza
)
nel
suo
trionfo
,
potrebbe
sostenere
che
tutti
gli
altri
evolvono
verso
di
lui
;
il
che
poi
non
cambierebbe
le
tendenze
reali
dei
vari
partiti
ed
i
rapporti
in
cui
si
trovano
l
uno
verso
l
altro
.
Io
potrei
limitarmi
a
constatare
,
il
modo
come
l
Avanti
!
ha
schivata
la
questione
e
non
aggiunger
altro
,
poiché
non
si
trattava
affatto
di
discutere
i
meriti
relativi
dei
programmi
socialista
democratico
e
socialista
anarchico
.
Ma
sarà
bene
seguire
l
Avanti
!
sul
suo
terreno
e
vedere
se
davvero
la
verità
sta
dalla
parte
sua
e
la
logica
deve
menar
gli
anarchici
dove
esso
dice
.
L
Avanti
!
mi
risponde
su
tre
questioni
:
quella
del
modo
,
radicalmente
diverso
dal
nostro
,
come
i
socialisti
democratici
intendono
attuare
la
trasformazione
sociale
;
quella
dello
Stato
nella
società
futura
;
e
quella
delle
elezioni
.
Sulla
prima
questione
io
avevo
detto
che
i
socialisti
democratici
vogliono
trasformare
la
società
presente
per
mezzo
di
leggi
,
e
l
Avanti
!
risponde
che
non
è
vero
che
essi
vogliono
servirsi
soltanto
di
leggi
:
io
veramente
il
soltanto
non
ce
l
avevo
messo
;
ma
ce
l
avessi
anche
messo
,
non
me
ne
pentirei
,
poiché
è
noto
che
per
i
socialisti
democratici
ogni
propaganda
,
ogni
agitazione
,
ogni
organizzazione
ha
per
scopo
finale
la
conquista
di
poteri
pubblici
,
vale
a
dire
il
potere
di
far
le
leggi
.
E
la
Critica
sociale
,
di
cui
l
Avanti
!
non
contesterà
l
autorevolezza
,
nel
suo
numero
del
16
maggio
,
lamentando
che
la
lotta
elettorale
,
che
dovrebbe
essere
l
indice
dell
azione
e
della
forza
del
partito
,
è
diventata
quasi
essa
sola
quest
azione
e
questa
forza
,
giunse
a
dire
:
astrattamente
,
metafisicamente
,
si
può
pensare
che
basti
.
Il
proletariato
poco
importa
che
sappia
,
che
capisca
,
che
voglia
,
che
agisca
esso
stesso
:
basta
che
intuisca
e
che
voti
.
Così
a
poco
a
poco
diventerà
maggioranza
e
altri
per
lui
trasformerà
lo
Stato
a
suo
vantaggio
.
E
se
la
Critica
trovava
che
questa
verità
astratta
non
è
poi
vera
in
concreto
,
era
solo
perché
il
governo
può
mozzare
nel
pugno
dei
socialisti
l
arma
del
voto
ed
allora
il
partito
non
sarebbe
in
grado
di
opporre
alcuna
resistenza
,
neppure
lo
sciopero
delle
arti
maggiori
nei
centri
maggiori
.
L
Avanti
!
può
dire
,
se
così
gli
piace
,
che
questo
non
è
vero
e
che
io
conosco
male
e
giudico
peggio
il
programma
dei
socialisti
democratici
;
ma
sta
il
fatto
che
gli
anarchici
convengono
tutti
,
in
questa
questione
,
nella
stessa
opinione
che
ho
espresso
io
e
credo
di
essere
nel
vero
dunque
,
niente
evoluzione
nel
senso
che
dice
l
Avanti
!
.
Sulla
questione
dello
Stato
,
avendo
io
affermato
che
lo
Stato
sarà
sempre
organo
di
sfruttamento
,
l
Avanti
!
mi
accusa
di
essere
caduto
in
un
equivoco
molto
grosso
perché
...
la
letteratura
socialista
(
democratica
)
scientifica
e
popolare
è
tutta
informata
al
concetto
che
,
soppressi
gli
antagonismi
di
classe
,
scompaiono
le
funzioni
oppressive
dello
Stato
.
Questo
è
infatti
una
cosa
nota
,
ed
io
avevo
già
detto
,
nello
stesso
brano
riportato
dall
Avanti
!
,
che
secondo
i
socialisti
democratici
lo
Stato
diverrà
,
nella
società
futura
organo
degli
interessi
di
tutti
;
ma
è
altrettanto
noto
che
gli
anarchici
pensano
(
ed
è
per
questo
che
sono
anarchici
)
che
lo
Stato
non
solo
è
strumento
di
oppressione
in
mano
della
classe
dominante
ma
costituisce
esso
stesso
,
col
suo
personale
,
una
classe
privilegiata
con
i
suoi
interessi
,
le
sue
passioni
,
i
suoi
pregiudizi
particolari
,
e
che
una
società
in
cui
si
fosse
abolita
la
proprietà
privata
e
conservato
lo
Stato
sarebbe
sempre
una
società
basata
sull
antagonismo
degl
interessi
,
e
presto
vedrebbe
risorgere
nel
suo
seno
,
per
opera
e
con
la
protezione
dello
Stato
,
il
privilegio
economico
con
tutte
le
sue
conseguenze
.
Non
è
il
caso
di
discutere
a
fondo
questa
questione
,
che
l
Agitazione
ha
già
trattata
e
su
cui
dovrà
per
certo
ritornare
continuamente
,
trattandosi
della
base
stessa
del
programma
anarchico
.
Importa
solo
notare
,
per
gli
scopi
della
presente
polemica
,
che
se
mai
gli
anarchici
si
convincessero
che
lo
Stato
può
diventare
un
istituzione
benefica
ed
esistere
utilmente
in
una
società
di
liberi
ed
eguali
,
allora
non
bisognerebbe
già
dire
che
l
anarchismo
ha
evoluto
verso
il
socialismo
democratico
,
ma
semplicemente
che
gli
anarchici
si
sono
convinti
che
avevano
torto
e
sono
diventati
socialisti
democratici
.
E
questo
non
è
.
Sulla
questione
infine
dell
astensione
elettorale
,
l
Avanti
!
ragiona
in
modo
ancora
più
singolare
.
Io
avevo
detto
:
Noi
cerchiamo
nel
movimento
operaio
la
base
della
nostra
forza
e
la
garanzia
che
la
prossima
rivoluzione
riesca
davvero
socialista
ed
anarchica
;
e
ci
rallegriamo
d
ogni
miglioramento
che
gli
operai
riescono
a
conquistare
,
perché
esso
aumenta
nella
classe
lavoratrice
la
coscienza
della
sua
forza
,
eccita
nuovi
bisogni
e
nuove
pretese
,
ed
avvicina
il
punto
limite
,
dove
i
borghesi
non
possono
più
cedere
se
non
rinunziando
ai
loro
privilegi
,
e
quindi
il
conflitto
violento
diventa
fatale
.
L
Avanti
!
cita
questo
brano
,
ma
sopprimendo
le
parole
ch
io
ho
messo
in
corsivo
,
e
ne
cava
delle
conclusioni
che
,
se
io
mi
fossi
fermato
là
dove
l
Avanti
!
arresta
la
citazione
,
sarebbero
perfettamente
giuste
.
Voi
propugnate
,
dice
l
Avanti
!
,
la
resistenza
operaia
nel
campo
economico
per
migliorare
le
condizioni
degli
operai
;
ma
siccome
vi
sono
miglioramenti
impossibili
ad
ottenersi
mediante
la
semplice
resistenza
ed
ancor
meno
si
può
con
la
resistenza
abolire
il
capitalismo
,
la
logica
vi
porterà
necessariamente
alla
resistenza
politica
che
per
l
Avanti
!
è
sinonimo
di
lotta
elettorale
.
L
Avanti
!
non
ha
pensato
(
quantunque
il
passaggio
da
esso
soppresso
nella
citazione
delle
mie
parole
lo
faceva
chiaramente
intendere
)
che
la
logica
potrebbe
portarci
,
e
ci
porta
infatti
,
alla
rivoluzione
.
Noi
crediamo
,
per
lo
meno
quanto
l
Avanti
!
,
che
l
organizzazione
corporativa
,
la
resistenza
economica
e
tutto
quanto
si
può
fare
nel
regime
attuale
,
non
può
risolvere
la
questione
sociale
e
che
,
a
parte
gli
effetti
morali
,
appena
serve
ad
assicurare
ad
una
frazione
del
proletariato
dei
miglioramenti
che
bisogna
poi
difendere
con
una
lotta
continua
contro
le
insidie
sempre
rinascenti
dei
padroni
e
siamo
convinti
che
la
libertà
ed
il
benessere
assicurati
a
tutti
non
si
avranno
se
non
quando
i
lavoratori
si
saranno
impossessati
dei
mezzi
di
produzione
ed
avranno
avocato
a
loro
l
organizzazione
della
vita
sociale
,
e
che
per
far
questo
bisogna
sbarazzarsi
del
potere
che
sta
a
guardia
del
capitalismo
e
si
arroga
il
diritto
di
sovranità
su
tutto
e
su
tutti
.
Ma
crediamo
che
la
lotta
elettorale
non
vale
a
debellare
il
potere
,
e
che
se
anche
lo
potesse
,
non
farebbe
che
passarlo
in
mano
di
altri
senza
nessun
vantaggio
sostanziale
per
il
popolo
;
e
perciò
ci
sforziamo
di
allontanare
i
lavoratori
da
un
mezzo
illusorio
e
dannoso
,
ed
affrettiamo
coi
voti
e
coll
opera
il
giorno
in
cui
,
cresciuta
a
sufficienza
la
coscienza
e
la
forza
dei
lavoratori
,
questi
affermeranno
coi
fatti
la
ferma
decisione
di
non
volere
più
essere
né
sfruttati
né
comandati
,
e
prenderan
possesso
,
direttamente
e
non
per
delegati
,
della
ricchezza
e
del
potere
sociale
.
Ché
se
poi
questa
determinazione
dei
lavoratori
comincerà
a
manifestarsi
mediante
il
rifiuto
del
lavoro
o
il
rifiuto
del
servizio
militare
o
il
rifiuto
di
pagare
i
fitti
ed
i
dazi
,
o
la
confisca
popolare
dei
generi
di
consumo
,
o
le
barricate
e
le
bande
armate
,
è
questione
che
risolveranno
le
circostanze
e
che
,
comunque
risoluta
,
menerà
sempre
agli
stessi
risultati
:
il
conflitto
violento
tra
il
vecchio
mondo
che
si
ostina
a
vivere
ed
il
nuovo
mondo
che
vuol
trionfare
sulle
rovine
di
quello
.
L
Avanti
!
a
quel
che
pare
ci
ha
completamente
fraintesi
:
esso
ha
creduto
che
noi
abbiam
cessato
di
essere
rivoluzionari
.
Ed
invece
noi
crediamo
più
che
mai
nella
necessità
della
rivoluzione
;
e
non
già
nel
senso
scientifico
della
parola
,
nel
qual
senso
spesso
si
chiamano
rivoluzionari
anche
i
legalitari
,
ma
nel
senso
volgare
di
conflitto
violento
,
in
cui
il
popolo
si
sbarazza
colla
forza
della
forza
che
l
opprime
,
ed
attua
i
suoi
desideri
fuori
e
contro
tutta
la
legalità
.
La
nostra
evoluzione
si
riduce
a
questo
:
che
avendo
visto
che
coi
vecchi
metodi
la
rivoluzione
non
si
faceva
né
si
avvicinava
,
abbiamo
abbracciato
metodi
che
ci
sembrano
più
atti
a
prepararla
ed
a
farla
.
I
socialisti
democratici
credono
che
siamo
in
errore
e
quindi
fanno
bene
a
cercare
di
convertirci
,
come
noi
cerchiamo
di
convertir
loro
;
ma
non
diano
per
fatto
quello
che
è
un
semplice
desiderio
,
non
vendano
la
pelle
dell
orso
prima
che
l
orso
sia
in
loro
potere
.
La
Giustizia
di
Reggio
Emilia
in
uno
dei
suoi
ultimi
numeri
,
riproducendo
un
passaggio
dell
Agitazione
,
nel
quale
s
insiste
sulla
necessità
di
preparare
e
rendere
possibile
la
rivoluzione
mediante
l
organizzazione
operaia
e
la
piccola
lotta
quotidiana
,
si
compiace
che
noi
abbiamo
finalmente
riconosciuto
quello
che
i
socialisti
democratici
hanno
sempre
predicato
e
praticato
,
e
per
cui
noi
li
abbiamo
aspramente
attaccati
e
vituperati
.
Ciò
non
è
esatto
.
Le
ragioni
del
nostro
dissenso
dai
socialisti
democratici
sono
state
sempre
quelle
stesse
di
oggi
.
Se
li
abbiamo
combattuti
con
acrimonia
non
è
stato
già
perché
essi
si
occupavano
del
movimento
operaio
più
di
quello
che
facessimo
noi
,
ma
perché
essi
cercavano
e
cercano
di
volgere
quel
movimento
a
scopi
che
noi
crediamo
dannosi
ai
veri
interessi
del
socialismo
.
Che
anzi
fra
le
cause
per
cui
gli
anarchici
hanno
per
lungo
tempo
guardato
con
sospetto
le
organizzazioni
operaie
non
decisamente
rivoluzionarie
,
ed
oggi
ancora
alcuni
dei
nostri
non
mettono
nel
propugnarle
tutto
il
necessario
fervore
,
vi
è
,
non
ultima
,
quella
che
i
propagandisti
del
socialismo
democratico
hanno
fatto
e
fanno
tutto
il
possibile
per
discreditarle
nell
animo
nostro
servendosene
per
farsi
nominare
deputati
.
Ed
io
mi
sovvengo
di
essere
stato
,
nel
1890
o
1891
,
trattato
male
dalla
Giustizia
(
non
dico
ch
io
l
abbia
trattata
meglio
)
perché
Prampolini
voleva
che
la
manifestazione
del
Primo
Maggio
si
facesse
invece
la
prima
Domenica
del
mese
,
e
gli
amici
di
Reggio
pubblicarono
uno
scritto
mio
per
protestare
contro
una
proposta
che
levava
alla
manifestazione
il
suo
significato
e
la
sua
importanza
.
Ciò
che
prova
che
io
ero
in
disaccordo
colla
Giustizia
non
già
perché
quel
giornale
patrocinava
la
resistenza
operaia
più
che
non
facessero
i
miei
amici
,
ma
perché
esso
tendeva
,
almeno
a
giudizio
mio
,
ad
evirare
il
movimento
operaio
e
l
ostacolava
precisamente
quando
stava
per
prendere
una
via
,
poco
atta
a
favorire
candidature
al
parlamento
,
ma
ottima
per
abituare
i
lavoratori
ad
agire
di
concerto
e
dar
loro
coscienza
della
propria
forza
.
Del
resto
,
se
gli
anarchici
hanno
a
volte
ecceduto
negli
attacchi
contro
i
socialisti
democratici
,
questi
ve
li
hanno
gravemente
provocati
,
poiché
invece
di
combatterci
per
quel
che
siamo
,
hanno
cercato
sempre
di
presentarci
sotto
una
falsa
luce
.
E
proprio
La
Giustizia
si
ostinò
una
volta
nel
sostenere
che
gli
anarchici
non
sono
socialisti
:
cosa
che
procurò
molto
piacere
a
Napoleone
Colajanni
,
ma
non
fece
certamente
onore
allo
spirito
di
verità
,
che
pur
d
ordinario
distingue
,
mi
compiaccio
nel
riconoscerlo
,
l
organo
socialista
di
Reggio
Emilia
.