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SOSTE DEL CAPOGIRO ( VERGANI ORIO , 1926 )
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IL BARBIERE DEI MANICHINI . Ho conosciuto il barbiere dei manichini . Ho scoperto così che ai manichini di cera cresce una barba triste come ai morti . Il barbiere dei manichini , all ' ultimo piano dei Grandi Magazzini Centrali , insapona con l ' acqua fredda le guance glabre dei suoi silenziosissimi clienti , e li rade con sopraffini rasoi lavorando con una incomprensibile tenuità di polso , per non sgranare in nessun punto la cerea epidermide . Passa le sue notti così , sotto una luce fredda , in questo silenziosissimo « salon de toilette » senza specchi , dove i manichini si muovono con secchi passi di legno . Vita grama , piena di piccole manie e di segreti incubi . Qualche volta , per dispetto , il barbiere pianta negli occhi di vetro dei manichini il pennello insaponato . Egli si toglie anche ogni settimana il gusto , negato a tutti gli altri barbieri , di segare con un solo colpo di rasoio la gola a un cliente . Lascia i Grandi Magazzini Centrali all ' alba , quando la sua clientela ha ripreso posto nella mostra . Aspetta , innanzi alle vetrine , che si rialzino le saracinesche per godersi il primo spettacolo della sua sbarbatissima umanità di cera . IL SOGNO . I manichini sognano . Sognano di diventar statue , in mezzo a una piazza , e di farsi chiamare « monumenti » . IL POMPIERE IMPAZZITO . Ho sempre pensato alla follia da cui potrebbe essere preso un pompiere , per il desiderio di raggiungere quella tale finestra al quinto piano , orrida di fiamme e di fumo : arrampicarsi con l ' ascia in bocca su per il getto verticale e gelido dell ' acqua . SONNO . Alle volte , nella notte , il mare trema lievissimamente . Sssst ! ... Sono i pesci che , nel sonno , si voltano dall ' altra parte . COMMEDIA . La notte , i cavalli impennati dei monumenti equestri fanno un piccolo sorriso ai nottambuli abituali , per dire : « Ci impenniamo così , tanto per fare ! » . L ' OSSO . Quando alle statue si spezzano le braccia , il loro viso cambia espressione , e per un attimo dimostra uno stupore profondissimo . Esse cercano l ' osso , l ' osso spezzato , e sono meravigliatissime di scoprirsi fatte soltanto d ' una gelida bianca carne senza scheletro . LETTERE DEL PAESE DELLE LAGRIME . Le lettere « passate a copialettere » pare che ci giungano da un desolato paese dove non si può scrivere una lettera senza irrorare di lagrime il foglio . IL FABBRO POVERO . La chiave femmina la inventò un fabbro povero e amante della musica che non era riuscito mai a comprarsi un flauto . NAUFRAGIO . Il silenzio delle sale cinematografiche , quando la luce si riaccende e l ' orchestra tace , fa pensare al silenzio che deve regnare nei saloni lussuosi e abbandonati dei transatlantici che affondano . Ogni spettatore ha l ' anima segreta di un naufrago dimenticato che si sente andar giù , giù , con la bella spoglia morta della nave , verso le profondità sottomarine , e non ha la forza di correre sopracoperta a cercare l ' anello di un salvagente o a far gesti di appello disperato alle scialuppe che si allontanano reggendosi sulle ali scheletriche degli otto remi . Non aprite le porte ! Potrebbe affacciarvisi , senza che più fosse possibile opporvi riparo , il fiotto verde e immenso delle acque marine . ATLETISMO . Per quanto sia grande il nostro dolore per la sua dipartita pure , mentre , con altri amici , si porta in spalla il feretro del caro estinto verso l ' imboccatura nera del carro , non si può a meno di far un certo esibizionismo , come se si fosse abituati a degli esercizi di forza , quando , tra la gente , si traversa il breve tratto dal portone fino al carro . STAMPA INGLESE . Il corno inglese si vanta della sua bella voce nasale e aristocratica . Esige per parlare un assoluto silenzio . Altezzoso , parla stando a sedere , mentre gli si fa circolo attorno , in piedi . Fa lievi gesti con la mano guantata , parlando di cacce veloci sotto alberi stillanti di pioggia . BALLO MASCHERATO . In certe opere le arpe non suonano . Rimangono in fondo all ' orchestra , avvolte nei loro mantelli verdi , come , in un ballo mascherato , gli innamorati in incognito chiusi nei loro domino pazzi di gelosia , incapaci di partecipare alle danze , mentre la loro bella si fa prendere in braccio nell ' ombra dei palchetti , e rovesciare coppe di « champagne » nel cavo della scollatura . LE IMPERATRICI IN ESILIO . Le arpe , imperatrici in esilio , parlano , tratto tratto , del loro regno perduto . Attorno a loro si fa un momento di silenzio rassegnato , e soltanto i contrabbassi legittimisti brontolano un piccolo coro di approvazione in sordina . Le arpe levano le loro teste di cigni dorati , la maestà incoronata dei fusti . Piove come sui funerali poveri . Le trombe si voltano con i calici a terra . MISTERO . Nei buchi dei clarinetti è entrato qualche cosa che non si riesce a far uscire benché ci si soffi dentro da secoli .
LA MODERNA LOTTA DI CLASSE ( TURATI FILIPPO , 1892 )
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1 . Lotta dichiarata ! Sì ; la classe operaia italiana ha finalmente inalberato anch ' essa la nuova e rifulgente bandiera . Anch ' essa comincia a intendere e a proclamare il principio che muterà la faccia del mondo e farà di mille mandre di schiavi un popolo solo di liberi . Questo fatto – per quanto ancora agli inizi – è senza discussione il fenomeno più importante che sia avvenuto nella vita italiana dopo il sorgere dei Comuni del medioevo . Più importante d ' assai dello stesso cosiddetto risorgimento politico , della stessa liberazione dai papi , dagli stranieri e dai duchi , perché questa fu rivoluzione borghese , fatta e sfruttata a beneficio di una sola classe – mentre la redenzione del proletariato , ultimo porto della lotta odierna , sarà al tempo stesso la redenzione dell ' umanità tutta quanta . E invero , se la servitù abbrutisce e corrompe il servo , essa non corrompe meno il padrone e i suoi sgherri : ed è una triste e rovinosa vita per tutti , quella in cui la ingiustizia e la violenza danno ai pochi la ricchezza e il benessere , e di società – nel vero senso della parola – non rimane più altro che il nome . Di questo male morirono le civiltà antiche , fondate sul dispotismo e sul dispregio della umana dignità – e l ' ha constatato la storia . Di questo male morranno le moderne democrazie , se non sapranno trasformarsi a tempo e radicalmente – e anche questo la scienza ha preveduto ed è fatale come il destino . 2 . Quel che fu nel passato Che cos ' è la lotta di classe ? È la lotta – rispondono – di coloro che non posseggono nulla , contro quelli che posseggono tutto ; degli sfruttati contro gli sfruttatori ; delle vittime contro i parassiti . Ed è vero . E se consultiamo la storia , questa lotta noi la troviamo in tutti i tempi e presso tutti i popoli . Dacché la proprietà privata riuscì ad imporsi , a monopolizzare la terra , che è il retaggio di tutti , e i mezzi della produzione e dello scambio , che sono il prodotto delle attività consociate – dacché essa riuscì a impiantarsi nelle leggi e ad organizzare sul suo modello e al suo servizio lo Stato , la Chiesa , l ' educazione e persino le teste della stessa popolazione che ne soffre e che è indotta a crederla inevitabile ed eterna – da quel giorno , tuttavia , la società non rimase senza convulsioni . E la lotta dei miseri contro gli abbienti , degli oppressori contro i dominatori , animò con varia vicenda ogni movimento della civiltà . Nei tempi bui dell ' antichità e del medio evo la vita della società diventò una specie di duello , un combattimento di fiere per ghermirsi a vicenda il boccone contrastato . Le classi al potere , sospinte da avidità e da paura , non rifuggirono da alcun mezzo per disarmare , per avvilire , per estenuare i possibili ribelli – decimando dei migliori , dei più valorosi , le schiere assoggettate , comprando o ricattando le intelligenze , intimidendo le velleità generose , corrompendo con ogni sorta di frottole religiose l ' intelletto e il cuore delle masse . Sotto l ' influenza di tali artifizi non fu cosa forte e gentile che potesse resistere . La stessa fede – nata dalla sete di ideale , in tempi in cui la scienza bambina male rispondeva a cotesto eterno bisogno umano – fu convertita in istrumento di servaggio e di degenerazione , impiegata a mantenere nei cervelli l ' ombra e lo sgomento . Il timor di dio fu speso a rinforzare i catenacci agli scrigni dei potenti , impinguati dal sudore dei popoli ; il sacerdote fu chiamato a fare il paio col birro per assicurare la tranquillità alle orgie dei signori del mondo . 3 . Quel ch ' è oggi Ma se , sotto quest ' aspetto , una lotta di classi si può dire che dura da millenni ed ebbe un esito vario a seconda delle circostanze e dei tempi , ben altra cosa è la lotta di classe moderna – quella che oggi noi combattiamo . E invero essa sarebbe cosa ben meschina se si limitasse a voler capovolgere il mondo e farcelo ritrovare poi tale e quale – a voler porre una classe in luogo dell ' altra a voler creare , mutate solo le persone , nuove falangi di padroni e nuove sterminate schiere di servi . Che anzi , se molti episodi di codesta lotta , nel passato , ebbero esito infelice e non condussero a nulla , si fu perché mancava in essi un concetto morale superiore , al quale le circostanze permettessero di realizzarsi – di cui le circostanze esigessero anzi il realizzamento . La lotta di classe moderna per questo sarà vittoriosa e sarà redentrice ; perché essa è concepita dal pensiero quale è richiesta ed è voluta dai fatti : perché essa è vera ed è giusta dentro dell ' uomo che la pensa e che essa spinge ad agire , e fuori di lui , nelle condizioni fatali della produzione moderna ; perché la meta , a cui essa tende , è voluta non solo dal pensiero , ma anche dalla storia . 4 . Le sue cause La lotta di classe moderna è nata collo sviluppo dell ' industrialismo moderno . Come tale essa ha a mala pena un secolo di vita . Finché la produzione fu individuale , e dominò la piccola industria , e il lavoratore era padrone del suo campicello o della sua bottega , vi poterono essere angherie , spoliazioni , soprusi , ma non vi era – non vi poteva essere – la lotta di classe nel senso moderno . Fu soltanto quando l ' economia medioevale venne capovolta ; quando – specialmente per l ' applicazione delle macchine e l ' allargarsi dei mercati – la produzione divenne collettiva e il padrone non fu più il lavoratore più abile o il più anziano , ma diventò uno straniero , un parassita della produzione – fu allora che l ' appropriazione individuale del prodotto del lavoro di tutti o delle , grandi maggioranze , a favore di uno solo o di pochi e specialmente degli oziosi , diventò un flagrante controsenso . La proprietà , invece di essere la condizione ed il compenso del lavoro , diventò una semplice tassa , un pedaggio gravosissimo , succhiante il sangue del lavoratore , a cui in compenso non diede più nulla – neppure la sicurezza del domani . E chiamò ipocritamente « libertà del lavoro » la libertà dello sfruttamento ad oltranza , il diritto dell ' oppressione senza limiti , il più fiero e il più invincibile di tutti i dispotismi . Il monopolio delle terre , delle miniere , degli strumenti del lavoro , diventati oramai grandi capitali , o del loro equivalente in moneta – monopolio acquistato collo sfruttamento , coll ' usura , colla frode di cui vive il commercio , coll ' eredità , col servilismo e con altri mezzi dai quali è disgiunta ogni moralità ed ogni merito personale – diventò la condizione imprescindibile dell ' arricchimento e del benessere . Il lavoro , la virtù , il risparmio non ebbero più altri compagni che la miseria eterna e senza speranza . La concorrenza dei capitalisti fra loro , necessaria per sopraffarsi a vicenda e dominare il mercato , non permise più ad essi di essere umani , buoni , pietosi : e , i più grossi e i più fortunati sempre divorando i più piccoli , le schiere del proletariato si andarono ogni giorno ingrossando colle rovine della classe possidente . Quanto più al vertice della piramide si concentrava il lusso e la felicità , tanto più alla base si ammucchiava la fame e la disperazione . La stessa causa , l ' assenza d ' ogni concetto regolatore della produzione , produsse le crisi , la disoccupazione , l ' ingombro dei magazzini insieme alla impotenza dei produttori di diventar consumatori e di diminuirlo ; lo sfruttamento del lavoro dei miseri diventò a dirittura forsennato , e invano le leggi , per la salute della razza umana , tentarono a volte di frenarlo . La casa di lavoro diventò simile all ' ergastolo , e dopo avere inghiottito il padre di famiglia , inghiottì la donna ed il fanciullo , senza rispetto ad età né a debolezza , scagliò la donna ed i fanciulli – strumenti meno costosi – a strappare il pane di bocca al marito ed al padre – esaurì coi lunghi orari e col cottimo le forze e la salute dei lavoratori , ai quali fu disertato il focolare , furon tolte la famiglia e la patria . Le epidemie , la delinquenza spaventosamente crescente , la prostituzione che dilaga , il fermento dovunque della ribellione e dell ' odio , la giustizia fatta scudiera delle Loro Maestà l ' oro e l ' argento , lo smarrimento d ' ogni fede e d ' ogni ideale sociale e morale furono le conseguenze di uno stato di cose che rammentava – peggiorate – le decadenze di Babilonia , di Bisanzio e dell ' antica Roma . 5 . Il suo significato A reazione e a difesa contro questa decadenza e questo dissolvimento , sorge il movimento operaio , si desta la coscienza operaia . Essa capisce che , essendo il proprietario divenuto un peso morto sulla produzione , affatto inutile ad essa , il prelevamento che esso fa sul prodotto al quale non coopera , per pagarsi il lusso od i vizi , per mantenere la burocrazia e gli eserciti a sua esclusiva difesa , per corrompersi e per corrompere il mondo , cotesto enorme prelevamento è diventato a sua volta un assurdo : che , collettiva essendo ormai la produzione , collettiva dev ' essere la ripartizione dei valori , a misura dei meriti e dei bisogni di ciascuno ; che chi , potendo , non lavora , non ha diritto di mangiare , e che chi vive del sudore altrui non ha diritto di vivere . La coscienza operaia ha capito che la ricchezza , la forza , il sapere dei potenti del mondo , non son fatti che del lavoro e degli stenti dei lavoratori : e che , se vasti ceti di professionisti , di impiegati , di operai del pensiero sono al servigio di quei pochi contro i moltissimi , è perché i pochi seppero armarsi e , per tal modo , rimanere i più forti . Ma la forza delle forze , pur di saperla impiegare , sta pur sempre nella virtù del lavoro , e solo chi tutto produce può distruggere tutto perché saprebbe tutto riedificare . Ha capito che chi detiene le ricchezze , nel mondo industriale moderno , detiene indirettamente ogni altro potere ; che la libertà è un nome vano e un ' ironia feroce per chi nulla ha e nulla può . Ha capito che gli sforzi dell ' operaio isolato , per emanciparsi , sono altrettanto folli quanto il voler scuotere da soli e senza leva un enorme macigno – e che solo l ' unione illuminata e cosciente e la volontà ferrea , compatta , pertinace degli interessati può spostare l ' asse della costituzione sociale . Ha capito infine che nulla più si oppone a che il mondo industriale – questa geenna infernale – ridiventi un paradiso terrestre , una grande cooperativa di soci e di fratelli , interessati non a divorarsi e a svaligiarsi a vicenda , ma ad amarsi e ad aiutarsi – nulla più si oppone a questo , tranne l ' ostacolo che impedisce appunto il fiorire delle cooperative – la mancanza cioè , nei lavoratori , del possesso collettivo dei capitali – e che i capitali bisogna prenderli dove sono , dove il lavoro di tutti da migliaia d ' anni ha cooperato a crearli . Ed ha innastata , a questo scopo , la bandiera della lotta di classe . 6 . La conquista del potere Ma ai primi passi di questa lotta ravvisò un altro ostacolo , potente fra tutti , e che prima non aveva sospettato . Vide cioè che la classe spropriatrice , la borghesia capitalista , aveva organizzato il suo potere nelle leggi e nelle istituzioni amministrative e politiche ; si era accampata nei Comuni , nello Stato , nella scuola , nel tribunale , ecc . , ecc . ; e di questi istituti si serviva a tagliar le gambe al movimento operaio . E allora – ammaestrata da dolorose esperienze – la classe operaia capì che le bisognava seguire la medesima via . Capì che la violenza improvvisa , se può riuscire a un mutamento semplicemente politico , a detronizzare un principe od a sbaragliare momentaneamente un esercito , non riescirà però mai , da sola , a mutare profondamente la struttura economica d ' una società , mentre offre ottimi pretesti ai dominatori per salassare i popoli e snervarne le migliori energie . Capì che i Parlamenti , i Comuni , tutte le istituzioni organizzate erano strumenti potentissimi di dominazione – che difficilmente si potevano distruggere – ma dei quali si poteva invece impossessarsi e servirsene . Capì che il voto , questo arnese d ' inganni e d ' intrighi , questo strumento di vanità e di cupidigie fin che era maneggiato unicamente dai dominatori o dato alla massa a pro dei loro fini e per le loro contese , poteva invece – maneggiato dai lavoratori ai fini loro propri e per le loro proprie battaglie – diventare , non solo un mezzo di reclutamento del partito e di schierarne e di contarne le forze – ma altresì la più sicura delle armi per acquistare un ascendente sempre maggiore nella vita pubblica ed , acquistatolo , poterlo conservare . A paragone di quest ' arme , la dinamite e qualunque più terribile esplosivo diventano un giochetto da bambini . Per tutto ciò la classe operaia si organizzò in partito politico indipendente e , sulla bandiera inalberata della lotta di classe , ha inscritto : La conquista del potere . 7 . Il grande ideale Con questa bandiera , per questa via . il proletariato militante cammina , lento ma sicuro , alla mèta luminosa , traendo seco la folla innumerevole , fra lo sgomento dei tiranni pubblici e privati – sfidando la calunnia e il sarcasmo dei nemici , la congiura incosciente degli imbecilli e dei vigliacchi – arruolando nelle sue file ogni giorno nuove reclute , sia nel campo del lavoro manuale , sia in quello del pensiero ; attraendo a sé i ceti a lui vicini , che il moto vorticoso del capitalismo va precipitando nel suo seno o che sentono ormai inevitabile il loro tracollo . Cammina e diventa la fiumana che s ' ingrossa e s ' avanza maestosa , che travolge gli ostacoli , che spazza e che feconda il terreno . Per questa via il proletariato – che fu nulla – sente che diventa qualcosa e che domani sarà tutto : ma colla vittoria non sarà più il proletariato , la classe dei reietti , sarà invece l ' umanità tutta intera laboriosa e redenta . Fuori del suo seno , che avrà radunate tutte le forze utili della società , non ci saranno più che i parassiti ostinati , gli elementi corrotti – condannati a trasformarsi o a perire . Così la lotta di classe avrà raggiunto il suo fine ultimo e grandioso : l ' abolizione delle classi , l ' armonizzamento degli interessi nella « giustizia pia del lavoro » . Allora , per la prima volta dopo tanti secoli , una « società umana » di fatto e non di nome sarà alfine instaurata . La lotta di classe moderna , animata da questo grande ideale , aiutata da tutte le forze materiali dell ' evoluzione sociale , incarnata nella grande maggioranza degli interessi e dei voleri , non potrà fallire la sua mèta . Essa si presenta restauratrice della proprietà sulla sua base legittima , il lavoro , contro gli spogliatori e gli usurai – restauratrice della famiglia dissolta o mercantilizzata ai danni della specie – restauratrice di una patria terrena all ' immenso popolo che più non ha patria e che è burlato colla patria celeste – realizzatrice della libertà , dell ' eguaglianza e della fratellanza che il dominio borghese ha insultate e derise – abolitrice della guerra e degli odii nazionali e di classe – fondatrice , nel violento disordine borghese , della pace e dell ' ordine . Essa sola – la lotta di classe – può infiammare ancora di un santo ardore le anime generose , sostituire le religioni crollanti , restituire alla vita il valore e l ' ideale smarriti . Essa è la demolitrice della barbarie – la salvatrice della pericolante civiltà . E le altre classi ? Taluno ci osserva : – E le altre classi ? Il mondo non è composto soltanto di operai del braccio . Analizziamole un po ' queste pretese « altre classi » . – I contadini innanzi tutto . Ma essi sono i più sfruttati e i più miseri fra i proletari . Se l ' avanguardia è fatalmente operaia , il popolo campagnuolo certo le dovrà tener dietro . Basterà che si svegli . I piccoli proprietari . Questi sono gente dall ' anatomia complicata , Dalla cintola in giù proletari ; dalla cintola in su si illudono di appartenere alla classe dirigente . Perciò , fin che prevalsero col numero , il socialismo rimase utopia . Ma l ' evoluzione sociale , l ' espropriazione continua dei piccoli ad opera dei grossi , che è il sale del sistema borghese , li tronca appunto alla cintola e non ne lascia più che le gambe . Come i piccoli esercenti e tutta l ' altra gente piccina , essi non sono che i proletari del domani . E noi aspettiamo che giungano . Segue la immensa categoria degli impiegati , professionisti , insegnanti , magistrati , preti , soldati , ecc . ; la categoria dei lavoratori non esclusivamente manuali . Or da costoro staccate una decima parte ; quelli che pappano lauti onorarii , che intrigano coi dirigenti , che sono anch ' essi già proprietari almeno virtuali . Rimane la turba infinita degli altri . E sono proletari in giubba , plebe verniciata . Schiacciati dalla gerarchia , nessun legame li avvince ai dominanti , tranne l ' oppressione . Col cuore son già nostri in gran parte , coll ' interesse lo sono tutti . Non si tratta per essi che di capirlo . E , vinti dall ' esempio operaio , ogni giorno una loro falange , gettata la stupida albagia della livrea , scende , ossia sale , fra noi . Molti di essi il sistema costringe a un lavoro ripugnante , strumenti della lotta di classe dei dominatori contro i loro veri compagni . Questo assurdo mostruoso li farà più fieramente ribelli . Il proletariato abbraccia già per tre quarti , abbraccerà domani per intero , le energie utili , le forze vive della società . Fuori di lui non resterà che il mostro del parassitismo . Intanto la battaglia è ingaggiata dai manipoli degli operai dell ' industria , perché son essi le vittime più dirette e perché è il loro lavoro tutto utile che darà l ' impronta alla nuova società . Perciò la loro bandiera è anche la prima in fila e la più vivida . A cotesti altri ceti e non classi non rimane che da prender posto . O seguirla o combatterla . Note storiche Ecco quasi mezzo secolo dacché Carlo Marx e l ' amico suo Federico Engels annunciarono nel loro Manifesto dei Comunisti il grande principio : che l ' emancipazione della classe lavoratrice sarà raggiunta dalla lotta cosciente degli stessi lavoratori . La reazione che invase tutta l ' Europa dopo i giorni sanguinosi delle rivoluzioni del ‘48 non lasciò campo alla diffusione del verbo nuovo ed al nuovo metodo di lotta del lavoro contro il capitale . La sua prima larga e solida applicazione la troviamo in Germania verso il 1860 , quando vari nuclei di operai organizzati cominciarono a sentire il bisogno di un programma comune di principi e di azione . A tal uopo , nel 1862 , i rappresentanti di coteste prime organizzazioni si riunirono a Berlino ed elessero un Comitato coll ' incarico di convocare un Congresso operaio nazionale . Il Comitato si rivolse a Ferdinando Lassalle perché redigesse un programma del movimento operaio . E Lassalle scrisse la sua celebre Lettera aperta al Comitato centrale di Lipsia , nella quale diceva : « Il partito operaio deve organizzarsi in un partito politico indipendente sotto la bandiera del suffragio universale . Sarà soltanto la rappresentanza degli operai nei corpi legislativi che potrà ottenere i mezzi necessari per soddisfare ai diritti legittimi dei lavoratori » . L ' appello alla organizzazione degli operai in partito politico indipendente scatenò addosso a Lassalle tutte le ire più feroci della borghesia di tutti i colori , compresa la democrazia . Gli stessi operai tedeschi a tutta prima non intesero bene tutto il significato della lettera aperta di Lassalle . Gli uni , disgustati dalle manovre politiche della borghesia , proclamavano l ' astensione il miglior mezzo di difesa ; altri , pur già coscienti del dovere di organizzarsi per la lotta economica , in politica assumevano a prestito un colore qualunque nell ' iride dei partiti politici delle classi dominanti . Ma Lassalle , con un ' energia e un ' arditezza meravigliose , si scagliò contro l ' indifferentismo e l ' ignoranza politica della classe operaia , incitandola « a non rimanere in coda del partito progressista , a non far coro ed eco ai partiti politici nemici , ma invece a lottare indipendente » . In una riunione tenuta a Berlino egli disse agli operai : che l ' idea della conquista del potere politico dovea dominare tutti i loro pensieri e tutte le loro azioni . « Quest ' idea soggiungeva non dovete abbandonarla mai . Essa deve essere con voi all ' officina , con voi nelle ore di riposo , accompagnarvi nelle rare vostre passeggiate , in tutte le vostre riunioni ; e persino quando andate al riposo , sul duro giaciglio essa deve occupare l ' animo vostro . Quanto più cotesta idea diventerà esclusiva , tanto più vi appassionerete , e tanto più presto l ' attuale periodo storico compirà la sua parabola ; tanto più presto vi arriderà la vittoria » . Tanto più presto in altri termini il proletariato conquisterà il potere politico per attuare il regime socialista . In trent ' anni cotesta idea , cotesta convinzione profonda , ha fatto tale presa nell ' animo del proletariato tedesco , ch ' esso è ormai a pochi passi , a pochi anni di distanza dalla meta . Esso ha lottato fieramente , ma già vede il porto , già sta per cogliere il premio meritato . Quando il milione e mezzo di elettori socialisti delle ultime elezioni continuando la rapida progressione seguita fin qui sarà appena raddoppiato , il partito in Germania avrà causa vinta . Comincerà una nuova età della storia . E tutti gli altri popoli operai si cacciano , sempre più risoluti , nella stessa via , per non lasciare soli ed isolati quei primi combattenti , che altrimenti , già presso alla vittoria , verrebbero schiacciati dalla coalizione delle potenze avversarie . Solo gli operai italiani parvero fino a ieri i più refrattari ad entrare , colla stessa bandiera , nello stesso movimento . Ciò che meritò loro il plauso degli anarchici e l ' elogio di essere operai ragionevoli e benpensanti da parte dei padroni e del governo . Ma ormai anche nella pigra Italia operaia il sonno antico si è scosso . Il principio , una volta attecchito , metterà radici tanto più salde e più rapide , quanta maggiore è la forza dell ' esempio che vien dal di fuori e la pressione eccitatrice delle condizioni economiche mondiali . Si comincia sbrancati e a passo di scuola ; preso l ' andare , si correrà al segno in marcia serrata , a passo di bersaglieri .
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Noi che siamo sorti contro la Rivoluzione , ci persuadiamo sempre più che BISOGNA per la nostra pace onesta di domani , BISOGNA fare a tutti i costi la nostra Rivoluzione ... Tutto è puzzolente e marcio ormai , a Roma come a Bologna . I vecchi uomini , i vecchi partiti , i vecchi ceti sociali sono diventati il letamaio di ogni sorta di immondezze . A Roma un Presidente del Consiglio dopo aver tentato di assassinare il Paese in guerra va oggi a braccetto con Misiano , il disertore , il vigliacco , ed apre i battenti a tutti i delinquenti di tutte le galere ... Bisogna andare fino in fondo nella nostra opera risanatrice . Ognuno deve armarsi e decidersi : O coi bolscevichi o con noi ! La guerra civile , che il Governo e i bolscevichi hanno voluto nella nostra città e nella nostra provincia , NOI L ' ACCETTIAMO E LA FAREMO tutta quanta e tutta in fondo , SENZA QUARTIERE E SENZA PIETA ’ . Noi abbiamo domandato un governo che governi e poiché questo continua a tradire e a tradirci , governeremo noi . La Comune rivoluzionaria la faremo noi ... Popolo di Bologna , all ' armi !
ORGANIZZATORI E ANTIORGANIZZATORI ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
StampaPeriodica ,
Sono degli anni che si fa tra gli anarchici un gran discutere su questa questione . E , come avviene spesso , quando si piglia passione in una discussione ed alla ricerca della verità subentra il puntiglio di aver ragione , o quando le discussioni teoriche non sono che un tentativo per giustificare una condotta pratica ispirata da altri motivi , si è prodotta una grande confusione d ' idee e di parole . Ricordiamo di passaggio , tanto per sbarazzarcene , le semplici questioni di parole , che a volte han raggiunto le più alte cime del ridicolo , come per esempio : “ noi non vogliamo l ' organizzazione ma l ' armonizzazione ” ; “ siamo contrari all ' associazione , ma ammettiamo l ' intesa ” ; “ noi non vogliamo segretario e cassiere , perché sono cose autoritarie , ma incarichiamo un compagno di tenere la corrispondenza , ed un altro di custodire il denaro ” - e passiamo alla discussione seria . Vi sono tra coloro che rivendicano , con aggettivi vari o senza aggettivi , il nome di anarchici , due frazioni : i partigiani e gli avversari dell ' organizzazione . Se non possiamo riuscire a metterci d ' accordo , cerchiamo almeno di comprenderci . E prima di tutto distinguiamo , poiché la questione è triplice : - l ' organizzazione in generale come principio e condizione di vita sociale , oggi e nella società futura ; - l ' organizzazione del partito anarchico ; - l ' organizzazione delle forze popolari e specialmente quella delle masse operaie per la resistenza contro il governo e contro il capitalismo . La necessità dell ' organizzazione nella vita sociale , e quasi direi la sinonimia tra organizzazione e società , è cosa tanto evidente che si stenta a credere come si sia potuta negare . Per rendersene conto bisogna ricordare quale è la funzione , specifica , caratteristica del movimento anarchico , e come gli uomini e i partiti sono soggetti a lasciarsi assorbire dalla questione che più direttamente li riguarda , dimenticando tutte le questioni connesse , a guardare più la forma che la sostanza , infine a vedere le cose da un lato solo e perdere così la giusta nozione della realtà . Il movimento anarchico cominciò come reazione contro lo spirito di autorità , dominante nella società civile , nonché in tutti i partiti e tutte le organizzazioni operaie , e si è andato ingrossando man mano di tutte le rivolte sollevatesi contro le tendenze autoritarie ed accentratrici . Era naturale quindi che molti anarchici fossero come ipnotizzati da questa lotta contro l ' autorità e che , credendo , per l ' influenza dell ' educazione autoritaria ricevuta , che l ' autorità è l ' anima della organizzazione sociale , per combattere quella combattessero e negassero questa . E veramente l ' ipnotizzazione arrivò al punto da far sostenere cose veramente incredibili . Si combatté ogni sorta di cooperazione e di intesa , ritenendo che l ' associazione era l ' antitesi dell ' anarchia ; si sostenne che senza accordi , senza obblighi reciproci , facendo ognuno quello che gli passa per il capo senza nemmeno informarsi di quello che fa l ' altro , tutto si sarebbe spontaneamente armonizzato ; che anarchia significa che ogni uomo deve bastare a sé stesso e farsi da sé tutto quello che gli occorre senza scambio e senza lavoro associato ; che le ferrovie potevano funzionare benissimo senza organizzazione , anzi che questo avveniva di già in Inghilterra ( ! ) ; che la posta non era necessaria e che chi a Parigi voleva scrivere una lettera a Pietroburgo . . . se la poteva portare da sé ( ! ) , ecc . ecc . . Ma queste sono sciocchezze , si dirà , e non vale la pena di rilevarle . Sì , ma queste sciocchezze sono state dette , stampate , propagate : sono state accolte da gran parte del pubblico come l ' espressione genuina delle idee anarchiche ; e servono sempre come armi di combattimento agli avversari , borghesi e non borghesi , che vogliono aver di noi una facile vittoria . E poi quelle sciocchezze non mancano del loro valore , in quanta sono la conseguenza logica di certe premesse e possono servire di riprova sperimentale della verità a meno di quelle premesse . Alcuni individui , di mente limitata ma forniti di potente spirito logico , quando hanno accettato delle premesse ne tirano tutte le conseguenze fino all ' ultimo , e , se così vuole la logica , arrivano senza scomporsi alle più grandi assurdità , alla negazione dei fatti più evidenti . Ve ne sono bensì altri più colti e di spirito più largo , che trovan sempre modo d ' arrivare a conclusioni più o meno ragionevoli , anche a costo di strapazzare la logica ; e per questi gli errori teorici hanno poca o nessuna influenza sulla condotta pratica . Ma insomma , fino a che non si rinunzia a certi errori fondamentali , si è sempre minacciati dai sillogizzatori ad oltranza , e si torna sempre da capo . E l ' errore fondamentale degli anarchici avversari dell ' organizzazione è il credere che non sia possibile organizzare senza autorità - ed il preferire , ammessa quella ipotesi , piuttosto rinunciare a qualsiasi organizzazione che accettare la minima autorità . Ora , che l ' organizzazione , vale a dire l ' associazione per uno scopo determinato e colle forme ed i mezzi necessari a conseguire quel fine , sia una cosa necessaria alla vita sociale ci pare evidente . L ' uomo isolato non può vivere nemmeno la vita del bruto : esso è impotente , salvo nelle regioni tropicali e quando la popolazione è eccessivamente rada , a procurarsi il nutrimento ; e lo è sempre , senza eccezioni , ad elevarsi ad una vita alcun poco superiore a quella degli animali . Dovendo perciò unirsi cogli altri uomini , anzi trovandosi unito in conseguenza della evoluzione antecedente della specie , esso deve , o subire la volontà degli altri ( essere schiavo ) , o imporre la volontà propria agli altri ( essere un ' autorità ) , o vivere cogli altri in fraterno accordo in vista del maggior bene di tutti ( essere un associato ) . Nessuno può esimersi da questa necessità ; ed i più eccessivi antiorganizzatori non solo subiscono l ' organizzazione generale della società in cui vivono , ma anche negli atti volontari della loro vita , anche nelle loro rivolte contro l ' organizzazione si uniscono , si dividono il compito , si organizzano con quelli con cui vanno d ' accordo e utilizzano i mezzi che la società mette a loro disposizione . . . sempre , s ' intende , che si tratti di cose volute e fatte davvero e non di vaghe aspirazioni platoniche , di sogni sognati . Anarchia significa società organizzata senza autorità , intendendosi per autorità la facoltà di imporre la propria volontà e non già il fatto inevitabile e benefico che chi meglio intende e sa fare una cosa riesce più facilmente a far accettare la sua opinione , e serve di guida , in quella data cosa , ai meno capaci di lui . Secondo noi l ' autorità non solo non è necessaria all ' organizzazione sociale , ma , lungi dal giovarle , vive su di essa da parassita , ne inceppa l ' evoluzione , e volge i suoi vantaggi a profitto speciale di una data classe che sfrutta ed opprime le altre . Fino a che in una collettività vi e armonia d ' interessi , fino a che nessuno ha voglia o modo di sfruttare gli altri ; non v ' è traccia d ' autorità : quando viene la lotta intestina e la collettività si divide in vincitori e vinti , allora sorge l ' autorità , la quale naturalmente è devoluta ai più forti e serve a confermare , perpetuare ed ingrandire la loro vittoria . Crediamo così , e perciò siamo anarchici : che se credessimo che non vi possa essere organizzazione senza autorità , noi saremmo autoritari , perché preferiremmo ancora l ' autorità , che inceppa ed addolora la vita , alla disorganizzazione che la rende impossibile . Del resto , quel che saremmo noi importa poco . Se fosse vero che il macchinista ed il capotreno ed i capiservizio debbano per forza essere delle autorità , anziché dei compagni che fanno per tutti un determinato lavoro , il pubblico amerebbe sempre piuttosto subire la loro autorità che viaggiare a piedi . Se il mastro di posta non potesse non essere un ' autorità , ogni uomo sano di mente sopporterebbe l ' autorità del mastro di posta , piuttosto che portar da se le proprie lettere . E allora . . . l ' anarchia sarebbe il sogno di alcuni , ma non potrebbe realizzarsi mai .
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... Ah , no perdio ! Altro è il Fascismo del 1919 altro è il Fascismo dell ' ultima ora . Altro è il Fascismo di Mussolini , altro è il Fascismo di coloro che dei Fasci si sono fatto sgabello magari per raggiungere la medaglietta montecitoriale . E costoro sono quelli che piangono perché il gruppo parlamentare Fascista non interverrà alla Camera , alla seduta reale , a fare la ' genuflessioncella d ' uso con la faccia lieta , e senilmente adulatoria , ' a Vittorio Emanuele di Savoia . Credevano forse costoro che Mussolini avesse rinnegato tutto il suo passato ? Sciocchi ! Mussolini è l ' unico vero rivoluzionario d ' Italia . Se fosse rimasto nel partito socialista egli sì che avrebbe dopo la guerra fatta la rivoluzione . Non alla moda russa si intende ! Ed ora pretenderebbero gli ' arrivati ' del Fascismo di imporsi e minacciano lo scisma . Ma se ne vadano dunque ; ci risparmieranno la fatica di cacciarli ...
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Le strade di Roma alla prima minaccia avevano cominciato a spopolarsi : poi in pochi giorni la paura s ' era fatta generale e la città rapidamente s ' andava vuotando . Invasi da quello spavento , i cittadini d ' ora in ora avevan preso d ' assalto le stazioni ferroviarie , e impadroniti violentemente dei treni erano fuggiti lontano . I più ricchi avevan rimpinzato d ' olio e benzina le loro automobili e per tutte le tredici porte dell ' Urbe se n ' erano volati via tra la polvere verso i punti cardinali più remoti . Così per dieci giorni . Poi d ' un tratto si videro le stazioni deserte , e le strade intorno a Roma non impolverarono che i carretti i quali non hanno paura di niente . Oramai non c ' era più nessuno entro la città . A custodirla erano rimasti pochi eroi e poche eroine . Gli eroi verso mezzogiorno giravano con padronanza le vie , senza giacca , lasciando che il sole frustasse a sangue le loro camicie di seta e si specchiasse vanitosamente nelle fibbie delle loro cinture . Incontrandosi si guardavano da un marciapiede all ' altro , anche senza conoscersi , con un sorriso d ' orgoglio . Sapevano che il loro dominio dal Laterano a Monte Mario e da Valle Giulia a San Paolo sarebbe durato indisturbato e indiscusso almeno due mesi . Ma le eroine non uscivano sotto il sole . Aspettavano nelle case ciascuna il suo eroe per asciugargli il sudore e stirare le sue camicie di seta . Uscivano soltanto la notte , e dietro le spalle del compagno amoreggiavano a sguardi , per tenersi in esercizio , con gli occhi dei gatti errabondi . Io ero nel numero di quegli eroi , che non avevano fuggito la città all ' assalto dell ' estate : perciò io seguo le leggi della natura , e amo il caldo del sole l ' estate e quello della stufa d ' inverno . L ' eroina eletta ad asciugare i miei sudori si chiamava Aminta . Questo una volta era un nome di maschio ; ma il padre della mia donna non conosceva la storia letteraria , e diciotto anni prima , fidandosi all ' orecchio , aveva imposto quel nome alla sua figliola neonata . Il prete che l ' aveva battezzato non osò avvertire il padre dell ' errore innocente . Aminta , ai primi calori di quell ' estate , sùbito s ' era arresa alle eccellenti ragioni che le avevo esposte per convincerla che dovevamo rimanercene a Roma invece di andare ai monti od al mare . Così trascorsero dolcemente i primi otto giorni della canicola . Non avevo mai sorpreso sulla bianca fronte di Aminta il menomo segno di pentimento , di rimpianto , di dispetto , o di desiderio . Perciò fui molto maravigliato , al mezzodì del nono giorno , quando , rincasando io dalla ronda sui lastrici infocati , Aminta , dopo una festosa accoglienza , mezzo seduta accanto a me nel profondo divano dello studio , con una mano sulla mia spalla disse tutt ' a un tratto : « Caro , dovresti farmi un piccolo regalo , dovresti farmi fare un bel costumino da bagno » . Mi sentii aggrottarsi le ciglia . Il mio calunnioso animo maschile si intorbidò di sospetto . La guardai scuro : « Perché , Aminta ? Che ti piglia ? Non stiamo divinamente bene a Roma ? Non ti verrà l ' idea che ce ne andiamo ? che andiamo ai bagni ? Oh ti avevo tanto bene spiegato che ... » . « No , no » , m ' interruppe sorridendo con gli occhi , la fronte , la bocca e tutta la persona « nemmeno per idea . Stiamo tanto bene a Roma , sì . Chi si sogna di andarsene ? Vorrei un bel costumino da bagno , così per avere un bel costumino da bagno . » « E poi che lo avrai ? » « Me lo metterò . » « Quando ? » « Ogni tanto . Un po ' tutti i giorni . » « E poi ? » « E poi dopo un po ' me lo leverò . » « È tutto ? » « È tutto . Te lo giuro . » Era tanto limpida che il sospetto s ' era dileguato dal mio animo . Tacqui ancora un minuto per dare maggiore importanza alle parole che stavo per pronunciare ; poi decretai : « E allora sta bene . Sì cara . Fatti un bel costumino da bagno » . Batté le mani e fece un gran salto per allegrezza , baciò teneramente tutto il sudore della mia faccia per gratitudine . I giorni appresso ella era molto occupata . Non fui ammesso a conoscere i segreti delle sue ricerche , studi , tentativi , dubbi e risoluzioni riguardo la costruzione del costume da bagno . Uscì qualche volta da sola , di giorno , e lunghe ore rimase chiusa nella sua camera con una sarta . Non permise che mai ne sapessi nulla : volle prepararmi la sorpresa davanti al capolavoro inaspettato . Il suo volto , a tutte le ore del giorno e della notte , era pieno di felicità . Dono qualche giorno , preso dai miei pensieri virili avevo quasi dimenticato , quel giuoco della donna . Ma la mattina del mercoledì , quando mi fui levato la giacca per uscire , Aminta salutandomi mi disse : « Tra un ' ora , quando torni , è pronto » . « Che cosa ? » « Oh il costume da bagno . » « Davvero ? » « Sì , fa ' presto a tornare , vedrai è venuto una meraviglia . » Rincasando , dopo meno d ' un ' ora , un ' ombra di sospetto ancora cercava insinuarsi in me : « Davvero questa storiella del costume non preluderà a una campagna per farsi condurre al mare ? È possibile che nella testa di Aminta alberghi un pensiero con doppio fondo ? che lei ordisca un gioco tanto complicato ? » Non ero del tutto sicuro quando apersi la porta di casa . Entrando nello studio , la voce sua di là dall ' uscio della camera mi gridò : « Non entrare qua . Sono pronta . Mettiti a sedere sul divano » . « Ecco , non entro . Ecco , sono seduto sul divano . » Fissavo l ' uscio della camera . L ' uscio della camera si aperse , nello studio entrò una gran luce , in mezzo alla luce era Aminta . Aminta vestita del suo costume da bagno . Il cuore mi impallidì . Aminta si avanzò . Quella luce veniva da lei . Era tutta la luce dei cieli , e si avanzava con lei . Io non mi mossi , tremavo in una estasi . Aminta si fermò in mezzo alla stanza . Era davvero meravigliosa . Giù dalla gola la seta colore di rosa pallida si tendeva a modellare il seno e la curva del torso : si stringeva intorno ai fianchi in una cintura di minutissime pieghe , sbocciava in un gonnellino breve , che non osava più toccare la carne , e all ' orlo increspato tremava di suggezione . Sul roseo di quel gonnellino un gran fregio girava , di triangoli acuti colore dello smeraldo . Aminta era in piedi in mezzo alla stanza : il rosa , nella luce che pioveva giù dagli occhi di Aminta , cangiava di minuto in minuto in mille riflessi di madreperla : il verde del fregio pareva un volto di cetonie dorate traverso un tramonto . Il candore delle braccia e delle gambe in mezzo a quell ' effluvio di colori teneri impallidiva . I piedi scomparivano in due scarpette di raso verde . Ora Aminta rideva di allegrezza con tutte le carni morbide , con tutto il costume verde e rosato : rideva e si scrollava come una pianta nel giardino ; e la stanza era piena di profumo di paradiso . Io non avevo il coraggio di muovermi . Aminta era felice d ' essere viva . Con un riso di campanelli d ' argento , che uscì dalla finestra e andò a correre via per il cielo , Aminta si buttò a sedere sul tappeto in mezzo alla stanza , con le braccia indietro e le gambe bianche ripiegate , il torso riverso e teso come offrendosi a Dio . Riabbassò lo sguardo su me , che non mi ero più mosso e mi tenevo con le mani il cuore : allo spettacolo della mia commozione s ' intenerì di gratitudine . Me le accostai con tremore . Sedei sul tappeto quasi al suo fianco , e piano le presi una mano . La accarezzai tutta con uno sguardo , poi timidamente toccai con la fronte il rosa pallido della sua seta . Aminta aveva gli occhi pieni di sorrisi , ora quasi lacrimava per la tenerezza . Cercava con gli occhi qualche cosa da dirmi . E la voce le tremava dicendo : « Vedi che è bello , senza bisogno di andare al mare ? » Sentii tutta la sua anima ingenua appoggiarsi a me . Fui pieno d ' amore . Anch ' io ora cercavo qualche cosa di semplice da dirle . Con una guancia adagiata sul suo braccio fresco , bisbigliai : « La modestia dei tuoi desideri merita un premio » . Allora lei si sciolse e di nuovo rise allegramente . Ma poiché non la seguivo in quel riso , lo interruppe e mi guardò come aspettando . Qualche cosa fremé nell ' aria e venne a toccarmi . Vidi anche lei sentire qualche cosa nell ' aria . E sùbito rabbrividì nelle spalle , e diceva : « Che cos ' é ? Com ' è bello ! » Tutta l ' aria della stanza fu corsa da una specie d ' alito leggero , che sùbito scomparve . Poi per tutto intorno vidi un tremolìo di luce ; anch ' esso passò davanti ai miei occhi , poi davanti agli occhi di Aminta , e fuggì via . « Come si sta bene ! » mormorava Aminta . Era seduta presso l ' orlo del tappeto , e io un poco più dietro , quasi alle sue spalle . Un murmure dolce e strano arrivò fino a noi , si spense ai piedi di lei . Vidi che ella tendeva l ' orecchio . Il suolo mormorò ancora , mentre tutte le cose della stanza sfumavano ai nostri occhi in una nebbia chiara , corsa d ' ombre azzurre e di luci d ' argento . Frattanto i mormorii del suolo s ' erano fatti regolari e frequenti , venivano di lontano , frusciavano appressando , morivano tutti ai suoi piedi . Poi divennero più lunghi : uno , così accostandosi , parve stendersi ; e tutt ' a un tratto lei dette un grido acuto e ritirò il piede di scatto : « Guarda , guarda » , gridò . Guardai . La scarpetta verde era bagnata , e il piede anche , fino alla caviglia . « E ancora , ancora ... » Il fiotto cresceva : ora continuo il rumore delle piccole onde arrivava a battere il margine del tappeto , e tutte si spingevano contro i suoi piedi , lungo le sue gambe . Ella senza paura si piegò in avanti , tuffò le mani in quei flutti , le rialzò stillanti acqua : « Il mare , il mare » . La nebbia argentea e azzurra tutt ' intorno s ' era riempita di luce : il tappeto ardeva come le sabbie : Aminta si buttò stesa col seno giù fuori del margine , si rialzò , la seta bagnata si modellava sul suo petto , vi sollevava le piccole punte . Io estatico guardavo lei , ascoltavo il mare che era venuto a trovarci . Improvviso un ' onda più lunga mi raggiunse , sentii salirmi l ' acqua su per i polpacci . Saltai in piedi spaventato : « Aminta , è meglio che vada anch ' io a mettermi un costume » . « Sì » , grida lei « ce n ' è uno nel tuo cassettone , in basso ; ma fa ' presto . » Ed eravamo tutti e due molto felici .
NECESSITÀ DELL'ORGANIZZAZIONE ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
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Ammessa possibile l ' esistenza di una collettività organizzata senza autorità , cioè senza coazione - e per gli anarchici è necessario ammetterlo perché altrimenti l ' anarchia non avrebbe senso - passiamo a parlare dell ' organizzazione del partito anarchico . Anche in questo caso l ' organizzazione ci sembra utile e necessaria . Se partito significa l ' insieme d ' individui che hanno uno scopo comune e si sforzano di raggiungere questo scopo , è naturale ch ' essi s ' intendano , uniscano le loro forze , si dividano il lavoro e prendano tutte le misure stimate atte a raggiungere quello scopo . Restare isolati , agendo o volendo agire ciascuno per conto suo senza intendersi con altri , senza prepararsi , senza unire in un fascio potente le deboli forze dei singoli , significa condannarsi all ' impotenza , sciupare la propria energia in piccoli atti senza efficacia e ben presto perdere la fede nella meta e cadere nella completa inazione . Ma anche qui la cosa ci sembra talmente evidente che , invece di insistere nella dimostrazione diretta , cercheremo di rispondere agli argomenti degli avversari dell ' organizzazione . E prima di tutto ci si presenta l ' obbiezione , diremo così , pregiudiziale . « Ma di quale partito ci parlate ? » , essi dicono , « noi non siamo un partito , noi non abbiamo programma » . E con questa forma paradossale essi intendono dire che le idee progrediscono e cambiano continuamente e che essi non vogliono accettare un programma fisso , che può essere buono oggi , ma che sarà certamente superato domani . Ciò sarebbe perfettamente giusto se si trattasse di studiosi che cercano il vero senza curarsi delle applicazioni pratiche . Un matematico , un chimico , un psicologo , un sociologo possono dire di non aver programma o di non avere che quello di ricercare la verità : essi vogliono conoscere , non vogliono fare qualche cosa . Ma anarchia e socialismo non sono delle scienze : sono dei propositi , dei progetti che anarchici e socialisti vogliono mettere in pratica e che perciò hanno bisogno di essere formulati in programmi determinati . La scienza e l ' arte delle costruzioni progrediscono tutti i giorni ; ma un ingegnere che vuol costruire , o anche demolire qualche cosa , deve fare il suo piano , raccogliere i suoi mezzi di azione e agire come se scienza ed arte si fossero arrestate al punto ove egli le trova quando dà principio ai suoi lavori . Può benissimo avvenire che egli possa utilizzare delle nuove acquisizioni fatte nel corso del lavoro senza rinunciare alla parte essenziale del suo piano ; e può darsi anche che le nuove scoperte ed i nuovi mezzi creati dall ' industria siano tali che egli vegga la necessità di abbandonare tutto e ricominciare da capo . Ma ricominciando , avrà bisogno di fare un nuovo piano basato su quello che si conosce e si possiede fino a quel momento , e non potrà concepire e mettersi ad eseguire una costruzione amorfa , con materiali non composti , per il motivo che domani la scienza potrebbe suggerire delle forme migliori e l ' industria fornire dei materiali meglio composti . Noi intendiamo per partito anarchico l ' insieme di quelli che vogliono concorrere ad attuare l ' anarchia , e che perciò han bisogno di fissarsi uno scopo da raggiungere ed una via da percorrere ; e lasciamo volentieri alle loro elucubrazioni trascendentali gli amatori della verità assoluta e del progresso continuo , che non cimentando mai le loro idee alla prova dei fatti finiscono poi col far nulla e scoprir meno . L ' altra obbiezione è che l ' organizzazione crea dei capi , delle autorità . Se questo è vero , se è vero cioè che gli anarchici sono incapaci di riunirsi ed accordarsi tra di loro senza sottoporsi ad un ' autorità , ciò vuol dire che essi sono ancora molto poco anarchici e che prima di pensare a stabilire l ' anarchia nel mondo debbono pensare a rendersi capaci essi stessi di vivere anarchicamente . Ma il rimedio non starebbe già nella non organizzazione , bensì nella cresciuta coscienza dei singoli membri . Certamente se in un ' organizzazione si lascia addosso a pochi tutto il lavoro e tutte le responsabilità , se si subisce quello che fanno i pochi senza metter mano all ' opera e cercar di far meglio , quei pochi finiranno , anche se non lo vogliono , col sostituire la propria volontà a quella della collettività . Se in un ' organizzazione i membri tutti non si curano di pensare , di voler capire , di farsi spiegare quello che non capiscono , di esercitare sempre su tutto e su tutti le loro facoltà critiche , e lasciano a pochi il compito di pensare per tutti , quei pochi saranno i capi , le teste pensanti e dirigenti . Ma , lo ripetiamo , il rimedio non sta nella non organizzazione . Al contrario , nelle piccole come nella grande società , a parte la forza brutale , di cui non può essere questione nel caso nostro , l ' origine e la giustificazione dell ' autorità sta nella disorganizzazione sociale . Quando una collettività ha un bisogno ed i suoi membri non sanno organizzarsi spontaneamente da loro stessi per provvedervi , sorge qualcuno , un ' autorità , che provvede a quel bisogno servendosi delle forze di tutti e dirigendole a sua voglia . Se le strade sono mal sicure ed il popolo non sa provvedere , sorge una polizia che , per qualche servizio che rende , si fa sopportare e pagare , e s ' impone e tiranneggia ; se v ' e bisogno di un prodotto , e la collettività non sa intendersi coi produttori lontani per farselo mandare in cambio di prodotti del paese , vien fuori il mercante che profitta del bisogno che hanno gli uni di vendere e gli altri di comprare , ed impone i prezzi che vuole ai produttori ed ai consumatori . Vedete che cosa è sempre successo in mezzo a noi : meno siamo stati organizzati più ci siamo trovati alla discrezione di qualche individuo . Ed è naturale che così fosse . Noi sentiamo il bisogno di stare in rapporto coi compagni delle altre località , di ricevere e di dare notizie , ma non possiamo ciascuno individualmente corrispondere con tutti i compagni . Se siamo organizzati , incarichiamo dei compagni di tenere la corrispondenza per conto nostro , li cambiamo se essi non ci soddisfano , e possiamo stare al corrente senza dipendere dalla buona grazia di qualcuno per avere una notizia ; se invece siamo disorganizzati , vi sarà qualcuno che avrà i mezzi e la voglia di corrispondere e accentrerà nelle sue mani tutte le relazioni , comunicherà le notizie secondo che gli pare ed a chi gli pare , e , se ha attività ed intelligenza sufficienti , riuscirà a nostra insaputa a dare al movimento l ' indirizzo che vuole senza che a noi , alla massa del partito , resti alcun mezzo di controllo , e senza che nessuno abbia il diritto di lagnarsi , poiché quell ' individuo agisce per conto suo , senza mandato di alcuno e senza dover rendere conto ad alcuno del proprio operato . Noi sentiamo il bisogno di avere un giornale . Se siamo organizzati potremo riunire i mezzi per fondarlo e farlo vivere , incaricare alcuni compagni di redigerlo , e controllarne l ' indirizzo . I redattori del giornale gli daranno certamente , in modo più o meno spiccato , l ' impronta della loro personalità , ma saranno sempre gente che noi abbiamo scelta e che possiamo cambiare se non ci accontenta . Se invece siamo disorganizzati , qualcuno che ha sufficiente spirito d ' intrapresa farà il giornale per conto proprio : egli troverà in mezzo a noi i corrispondenti , i distributori , i sottoscrittori , e ci farà concorrere ai suoi fini senza che noi li sappiamo o vogliamo ; e noi , come è spesso avvenuto , accetteremo o sosterremo quel giornale anche se non ci piace , anche se troviamo che è dannoso alla causa , perché saremo impotenti a farne uno che rappresenti meglio le nostre idee . Cosicché l ' organizzazione , lungi dal creare l ' autorità , è il solo rimedio contro di essa ed il solo mezzo perché ciascun di noi si abitui a prender parte attiva e cosciente nel lavoro collettivo , e cessi di essere strumento passivo in mano dei capi . Ché se poi non si fa nulla di nulla e tutti restano nell ' inazione completa , allora certamente non vi saranno né capi né gregari , né comandanti né comandati , ma allora finiranno la propaganda , il partito , ed anche le discussioni intorno all ' organizzazione . . . e questo , speriamo , non è l ' ideale di nessuno . Ma un ' organizzazione , si dice , suppone l ' obbligo di coordinare la propria azione e quella degli altri , quindi viola la libertà , inceppa l ' iniziativa . A noi sembra che quello che veramente leva la libertà e rende impossibile l ' iniziativa è l ' isolamento che rende impotente . La libertà non è il diritto astratto , ma la possibilità di fare una cosa : questo è vero tra di noi , come è vero nella società generale , E nella cooperazione degli altri uomini che l ' uomo trova i mezzi per esplicare la sua attività , la sua potenza d ' iniziativa . Certamente , organizzazione significa coordinazione di forze ad uno scopo comune ed obbligo negli organizzati di non fare cosa contraria allo scopo . Ma quando si tratta di organizzazioni volontarie , quando coloro che stanno nella stessa organizzazione hanno veramente lo stesso scopo e sono partigiani degli stessi mezzi , l ' obbligo reciproco che impegna tutti riesce vantaggioso , per tutti ; e se qualcuno rinunzia a qualche sua idea particolare in omaggio all ' unione , ciò vuol dire che trova più vantaggioso rinunziare ad un ' idea , che d ' altronde da solo non potrebbe attuare , anziché privarsi della cooperazione degli altri nelle cose ch ' egli crede di maggiore importanza . Se poi un individuo trova che nessuna delle organizzazioni esistenti accetta le sue idee ed i suoi metodi in ciò che hanno di essenziale , e che in nessuna potrebbe esplicare la sua individualità come egli l ' intende , allora farà bene a restarne fuori ; ma allora , se non vuole rimanere inattivo ed impotente , deve cercare altri individui che pensano come lui e farsi iniziatore di una nuova organizzazione . Un ' altra obbiezione , ed è l ' ultima di cui ci intratterremo , è che essendo organizzati siamo più esposti alle persecuzioni del governo . A poi pare invece che quanto più si è uniti tanto più ci si può difendere efficacemente . Ed infatti ogni volta che le persecuzioni ci han sorpresi mentre eravamo disorganizzati ci hanno completamente sbaragliati ed hanno ridotto a nulla il nostro lavoro antecedente ; mentre quando e dove eravamo organizzati ci hanno fatto più bene che male . Ed è lo stesso anche per quel che riguarda l ' interesse personale dei singoli : basti l ' esempio delle ultime persecuzioni che hanno colpito gl ' isolati tanto quanto gli organizzati e forse anche più gravemente . Questo , s ' intende , per quelli che , isolati o no , fanno almeno la propaganda individuale ; che per quelli che non fanno nulla e tengono ben nascoste le loro convinzioni , certamente il pericolo è poco , ma è anche meno l ' utilità che danno alla causa . Il solo risultato , dal punto di vista delle persecuzioni , che si ottiene stando disorganizzati , si è di autorizzare il governo a negarci il diritto di associazione ed a rendere possibili quei mostruosi processi per associazione a delinquere , che esso non oserebbe fare contro gente che afferma altamente , pubblicamente , il diritto e il fatto di stare associata , o che , se il governo l ' osasse , risulterebbero a scorno suo e a vantaggio della propaganda . Del resto , è naturale che l ' organizzazione prenda le forme che le circostanze consigliano ed impongono . L ' importante non è tanto l ' organizzazione formale , quanto lo spirito di organizzazione . Possono esservi dei casi in cui per l ' imperversare della reazione , sia utile sospendere ogni corrispondenza , cessare da ogni riunione : sarà sempre un danno , ma se la voglia di essere organizzati sussiste , se resta vivo lo spirito di associazione , se il periodo antecedente di attività coordinata avrà moltiplicate le relazioni personali , prodotte solide amicizie e creato un vero accordo d ' idee e di condotta tra i compagni , allora il lavoro degl ' individui anche isolati concorrerà allo scopo comune , e presto si troverà modo di riunirsi di nuovo e riparare al danno subito . Noi siamo come un esercito in guerra e possiamo , secondo il terreno e secondo le misure prese dal nemico , combattere in grandi masse o in ordine sparso : l ' essenziale è che ci consideriamo sempre membri dello stesso esercito , che ubbidiamo tutti alle stesse idee direttive e siamo sempre pronti a riunirci in colonne compatte quando occorre e si può . Tutto questo che abbiamo detto è per quei compagni che realmente sono avversari del principio di organizzazione . A quelli poi che combattono l ' organizzazione solo perché non vogliono entrare , o non sono accettati , in una determinata organizzazione , e perché non simpatizzano con gli individui che ne fanno parte , noi diciamo : fate da voi , con quelli che sono d ' accordo con voi , un ' altra organizzazione . Noi ameremmo certo poter andare tutti d ' accordo e riunire in un fascio potente tutte quante le forze dell ' anarchismo ; ma non crediamo nella solidità delle organizzazioni fatte a forza di concessioni e di sottintesi e dove non v ' è tra i membri accordo e simpatia reali . Meglio disuniti che malamente uniti . Però vorremmo che ciascuno si unisse coi suoi amici e non vi fossero forze isolate , forze perdute .
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La non unanime adesione da parte nostra al patto di Roma , l ' apparente indisciplina di alcuni fasci di combattimento , le discussioni e le dispute tra Duce e gregari , danno a chi ci conosce superficialmente o non ci conosce affatto la sensazione che il fascismo si avvii verso lo sfasciamento ... Ma la realtà è ben diversa , la mentalità pussista , adusata alle scomuniche del direttorio socialista e plasmata in modo da flettere e schiena e ginocchia all ' ipse dixit della suprema autorità del partito non può comprendere la nostra indipendenza spirituale , non può capire come i gregari sappiano opporsi al Duce ... Infatti quale è la ragione vera per cui non in tutti i centri fascisti è stato accettato con perfetta obbedienza il patto di Roma ? Anzitutto la generale convinzione da parte nostra che i socialisti non sono mutati da quello che erano ieri ... Probabilmente i motivi che hanno indotto Mussolini a firmare la pace non sono a tutti noti e forse , per alquanto tempo , non lo saranno ... Ma indubitato è questo , per tutti indistintamente : che Mussolini ... ha ceduto all ' imperativo della sua nobile , diritta e fiera coscienza , ispirando la sua azione a queste due supreme idealità : rendere ancora un servizio alla grande madre dolorante per gli eccidi ... e richiamare il fascismo alla funzione normale di un movimento che ha ricorso alla violenza come ad un mezzo doloroso per quanto necessario , mai elevandolo a natura ed altezza di fine ... I compiti che le cose affidano al nostro movimento sono molteplici ... Per il presente e per l ' avvenire , per l ' Italia e per le sue fortune , fascisti a noi ! A noi contro il nemico di ieri e di domani !
IL DOVERE DEI GIOVANI ( RADETTI GIORGIO , 1929 )
StampaPeriodica ,
Il principale appunto che gli esponenti della vecchia ed illuministica mentalità massonico - liberale , muovono al Fascismo è quello di livellare soverchiamente le varie personalità , di sopprimere , in una parola , l ' individuo a vantaggio dell ' unità dello Stato . Questo rimprovero dimostra ad abundantiam come tali oppositori siano destinati a non comprendere assolutamente nulla di ciò che forma l ' essenza del Fascismo . La loro posizione intellettualistica li costringe a non vedere più in là dell ' individuo come puro individuo , astratto , fuori dello Stato , anzi , contrapposto allo Stato stesso ; e l ' unità di esso Stato necessariamente appare ad essi come unità indifferenziata , astratta , tale da non ammettere in sé alcuna distinzione . Ma è noto a chiunque del Fascismo abbia seguito gli sviluppi , non limitando la propria osservazione alla superficie , ma vivendo profondamente , nella sua intimità spirituale , questo nostro grande movimento , è noto che esso non annulla l ' individuo ma anzi gli dà la sua vera vita , nel tutto nazionale , statale , fuori del quale esso individuo non esiste , né può avere vita . E lo Stato , d ' altra parte , nell ' individuo trova la sua vita , la sua attuazione : per esistere veramente , esso , con tutti i suoi problemi e le sue esigenze , deve vivere nell ' intimo dell ' individuo . Nulla sfugge e si contrappone assolutamente allo Stato fascista , Stato totalitario per eccellenza , in cui una separazione fra teoria e pratica , fra pensiero e azione è impossibile . Queste fondamentali premesse del Fascismo se sfuggono ai summenzionati adoratori dell ' individuo astratto , sfuggono anche , ci sembra , a coloro che oggi , speriamo in buona fede , vorrebbero fare del Fascismo una specie di catechismo da accettarsi , così , dommaticamente , esteriormente , bell ' e fatto e conchiuso in sé , senza più vita , ridotto a qualcosa di statico , di morto . Il Fascismo invece non è una dottrina definitiva , dommatica , ma è essenzialmente vita spirituale , sviluppo . È falso che il Fascismo tenda a legare la libera attività dell ' individuo ( che , però , si deve intendere sempre nel tutto statale ) : egli non può né vuole aver pensato una volta tanto per tutti ma esige che ognuno ricrei in sé stesso i suoi problemi , li sviluppi , li risolva . Premesso ciò è chiaro il dovere della gioventù fascista : non accettare passivamente le idee del Fascismo ma meditarle , viverle , convincersene sempre più , sinceramente , nell ' intimo della propria coscienza . Possiamo agire e sacrificarci per un ' idea allora , soltanto che questa idea la abbiamo rivissuta in noi , l ' abbiamo fatta più nostra del nostro sangue e della nostra carne . Ciò che non ha alla base una convinzione formatasi nella più intima coscienza , è costruito sulla sabbia e destinato ben presto a perire . E perciò l ' opera di coloro che tendono a fare del Fascismo un canone formalistico e superficiale , a scapito della sua intimità e della sua vita attiva , è opera deleteria , antifascista . Purtroppo questa tendenza ad accettare supinamente la lettera del Fascismo senza riuscire a coglierne lo spirito è abbastanza diffusa , dovunque : e varie volte il Duce ha dovuto bollare sdegnosamente certi relatori di un ' ortodossia tutta esteriore , i quali di fascista il più delle volte non hanno che la tessera . Senza contare poi che la maggioranza di tali relatori , pronti a gridare allo scandalo e all ' eresia se qualcuno accenni ad esprimere un parere leggermente diverso da quello del gerarca di Roccacannuccia di sopra , sono proprio quelli che nel Fascismo si son rifugiati all ' ultimo momento , assaliti da stranissime e troppo tempestive crisi di coscienza . Oh , la noiosissima e pedantesca genia dei neofiti ipocriti ! Ma quel che è peggio , è il fatto che molti , troppi , dei nostri giovani sono rimasti infetti da questa tabe : troppi studenti universitari hanno messo un robusto lucchetto alla propria scatola cranica , beatamente sicuri che per essere buoni fascisti basti non mancare alle varie cerimonie e pagare regolarmente i canoni del Partito . Per il resto , abulia assoluta : le Università pullulano ancora di quei tali studenti cui S . E . Turati minacciò una serqua di sacrosantissimi calci . In una rivista destinata agli Universitari certe verità , anche poco simpatiche non si devono tacere : i problemi che il Fascismo agita e che devono essere meditati e sviscerati , per troppa gente sono ancora lettera morta . Il difetto capitale è questo : non s ' è ancora bene compreso che Fascismo vuol dire essenzialmente serietà e sincerità , vuol dire opera attiva , disinteressata , ognuno al proprio posto , coscienziosamente , come il Duce meravigliosamente insegna col suo esempio . Ed è veramente doloroso che tale rimprovero di poca serietà purtroppo debba così spesso essere rivolto proprio alla così detta classe intellettuale , universitaria destinata domani a dirigere la vita nazionale . Questo disinteressamento sempre maggiore della gioventù per i più importanti problemi dello spirito , per la scienza e per l ' arte non è invero soltanto malattia italiana : la peste pragmatistica d ' oltre Atlantico sta vigilando in tutta Europa e perciò anche da noi se ne risentono le conseguenze . Ma a questa tendenza reagisce il Fascismo il quale , ripetiamo , non è un avversario della vita spirituale , della libera attività dell ' individuo che pensa e agisce , ma anzi ne è il più schietto e genuino esaltatore . E la serietà che il Fascismo esige non è serietà esteriore , apparente ma è quella intima serietà , quella dirittura morale che non tollera compromessi fra teoria e pratica , la serietà degli spiriti pensosi e pronti all ' azione . Ecco in conclusione il dovere della gioventù fascista : render sempre più seria la propria attività , collaborare coscienziosamente all ' opera del Fascismo , vivendo , discutendo , risolvendo , i suoi problemi , aumentando sempre più il proprio patrimonio spirituale per poter così essere sempre più utili alla Patria . Bisogna fissarsi bene in testa che l ' Italia non occuperà mai il posto che le spetta di fronte alle altre nazioni se i suoi cittadini non la renderanno degna con la loro opera ininterrotta ed efficace . Ma non dimentichiamo che opera efficace è soltanto quella che scaturisce da un travaglio spirituale profondo e sincero , dalla coscienza sicura del proprio dovere e della ferma volontà di seguirlo completamente , a qualunque costo . E allora comprenderemo facilmente come gli inetti , lo studente ignorante , il professionista incapace e così via , siano i peggiori antifascisti anche se forniti abbondantemente di tessere e di distintivi .
CHIARIMENTO ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
StampaPeriodica ,
L ’ Avanti ! del 22 corrente cortesemente risponde all ’ articolo da me pubblicato nell ’ Agitazione del 14 sull ’ evoluzione dell ’ anarchismo ; ma , secondo me , risponde male e fuori della questione . Esso vuol dimostrare , in contraddittorio con me , che l ’ anarchismo evolve verso il socialismo democratico ; ed invece si mette a sostenere che , in omaggio alla verità ed alla logica , quell ’ evoluzione dovrebbe avvenire ed avverrà . Confondendo in tal modo ciò che è con ciò che si crede che dovrebbe essere e che sarà , ognuno , il quale professa onestamente un ’ idea e la ritiene conforme alla logica ed alla verità ed ha fede ( cioè forte speranza ) nel suo trionfo , potrebbe sostenere che tutti gli altri evolvono verso di lui ; il che poi non cambierebbe le tendenze reali dei vari partiti ed i rapporti in cui si trovano l ’ uno verso l ’ altro . Io potrei limitarmi a constatare , il modo come l ’ Avanti ! ha schivata la questione e non aggiunger altro , poiché non si trattava affatto di discutere i meriti relativi dei programmi socialista democratico e socialista anarchico . Ma sarà bene seguire l ’ Avanti ! sul suo terreno e vedere se davvero la verità sta dalla parte sua e la logica deve menar gli anarchici dove esso dice . L ’ Avanti ! mi risponde su tre questioni : quella del modo , radicalmente diverso dal nostro , come i socialisti democratici intendono attuare la trasformazione sociale ; quella dello Stato nella società futura ; e quella delle elezioni . Sulla prima questione io avevo detto che i socialisti democratici vogliono trasformare la società presente per mezzo di leggi , e l ’ Avanti ! risponde che non è vero che essi vogliono servirsi soltanto di leggi : io veramente il soltanto non ce l ’ avevo messo ; ma ce l ’ avessi anche messo , non me ne pentirei , poiché è noto che per i socialisti democratici ogni propaganda , ogni agitazione , ogni organizzazione ha per scopo finale la conquista di poteri pubblici , vale a dire il potere di far le leggi . E la Critica sociale , di cui l ’ Avanti ! non contesterà l ’ autorevolezza , nel suo numero del 16 maggio , lamentando che “ la lotta elettorale , che dovrebbe essere l ’ indice dell ’ azione e della forza del partito , è diventata quasi essa sola quest ’ azione e questa forza ” , giunse a dire : “ astrattamente , metafisicamente , si può pensare che basti . Il proletariato poco importa che sappia , che capisca , che voglia , che agisca esso stesso : basta che intuisca e che voti . Così a poco a poco diventerà maggioranza e altri per lui trasformerà lo Stato a suo vantaggio ” . E se la Critica trovava che questa verità astratta non è poi vera in concreto , era solo perché il governo può mozzare nel pugno dei socialisti l ’ arma del voto ed allora il partito non sarebbe in grado di opporre alcuna resistenza , “ neppure lo sciopero delle arti maggiori nei centri maggiori ” . L ’ Avanti ! può dire , se così gli piace , che questo “ non è vero ” e che io conosco male e giudico peggio il programma dei socialisti democratici ; ma sta il fatto che gli anarchici convengono tutti , in questa questione , nella stessa opinione che ho espresso io e credo di essere nel vero – dunque , niente evoluzione nel senso che dice l ’ Avanti ! . Sulla questione dello Stato , avendo io affermato che lo Stato sarà sempre organo di sfruttamento , l ’ Avanti ! mi accusa di essere caduto in “ un equivoco molto grosso ” perché ... “ la letteratura socialista ( democratica ) scientifica e popolare è tutta informata al concetto che , soppressi gli antagonismi di classe , scompaiono le funzioni oppressive dello Stato ” . Questo è infatti una cosa nota , ed io avevo già detto , nello stesso brano riportato dall ’ Avanti ! , che secondo i socialisti democratici lo Stato diverrà , nella società futura organo degli interessi di tutti ; ma è altrettanto noto che gli anarchici pensano ( ed è per questo che sono anarchici ) che lo Stato non solo “ è strumento di oppressione in mano della classe dominante ” ma costituisce esso stesso , col suo personale , una classe privilegiata con i suoi interessi , le sue passioni , i suoi pregiudizi particolari , e che una società in cui si fosse abolita la proprietà privata e conservato lo Stato sarebbe sempre una società basata sull ’ antagonismo degl ’ interessi , e presto vedrebbe risorgere nel suo seno , per opera e con la protezione dello Stato , il privilegio economico con tutte le sue conseguenze . Non è il caso di discutere a fondo questa questione , che l ’ Agitazione ha già trattata e su cui dovrà per certo ritornare continuamente , trattandosi della base stessa del programma anarchico . Importa solo notare , per gli scopi della presente polemica , che se mai gli anarchici si convincessero che lo Stato può diventare un ’ istituzione benefica ed esistere utilmente in una società di liberi ed eguali , allora non bisognerebbe già dire che l ’ anarchismo ha evoluto verso il socialismo democratico , ma semplicemente che gli anarchici si sono convinti che avevano torto e sono diventati socialisti democratici . E questo non è . Sulla questione infine dell ’ astensione elettorale , l ’ Avanti ! ragiona in modo ancora più singolare . Io avevo detto : “ Noi cerchiamo nel movimento operaio la base della nostra forza e la garanzia che la prossima rivoluzione riesca davvero socialista ed anarchica ; e ci rallegriamo d ’ ogni miglioramento che gli operai riescono a conquistare , perché esso aumenta nella classe lavoratrice la coscienza della sua forza , eccita nuovi bisogni e nuove pretese , ed avvicina il punto limite , dove i borghesi non possono più cedere se non rinunziando ai loro privilegi , e quindi il conflitto violento diventa fatale ” . L ’ Avanti ! cita questo brano , ma sopprimendo le parole ch ’ io ho messo in corsivo , e ne cava delle conclusioni che , se io mi fossi fermato là dove l ’ Avanti ! arresta la citazione , sarebbero perfettamente giuste . Voi propugnate , dice l ’ Avanti ! , la resistenza operaia nel campo economico per migliorare le condizioni degli operai ; ma siccome vi sono miglioramenti impossibili ad ottenersi mediante la semplice resistenza ed ancor meno si può con la resistenza abolire il capitalismo , la logica vi porterà necessariamente alla resistenza politica … che per l ’ Avanti ! è sinonimo di lotta elettorale . L ’ Avanti ! non ha pensato ( quantunque il passaggio da esso soppresso nella citazione delle mie parole lo faceva chiaramente intendere ) che la logica potrebbe portarci , e ci porta infatti , alla rivoluzione . Noi crediamo , per lo meno quanto l ’ Avanti ! , che l ’ organizzazione corporativa , la resistenza economica e tutto quanto si può fare nel regime attuale , non può risolvere la questione sociale e che , a parte gli effetti morali , appena serve ad assicurare ad una frazione del proletariato dei miglioramenti che bisogna poi difendere con una lotta continua contro le insidie sempre rinascenti dei padroni e siamo convinti che la libertà ed il benessere assicurati a tutti non si avranno se non quando i lavoratori si saranno impossessati dei mezzi di produzione ed avranno avocato a loro l ’ organizzazione della vita sociale , e che per far questo bisogna sbarazzarsi del potere che sta a guardia del capitalismo e si arroga il diritto di sovranità su tutto e su tutti . Ma crediamo che la lotta elettorale non vale a debellare il potere , e che se anche lo potesse , non farebbe che passarlo in mano di altri senza nessun vantaggio sostanziale per il popolo ; e perciò ci sforziamo di allontanare i lavoratori da un mezzo illusorio e dannoso , ed affrettiamo coi voti e coll ’ opera il giorno in cui , cresciuta a sufficienza la coscienza e la forza dei lavoratori , questi affermeranno coi fatti la ferma decisione di non volere più essere né sfruttati né comandati , e prenderan possesso , direttamente e non per delegati , della ricchezza e del potere sociale . Ché se poi questa determinazione dei lavoratori comincerà a manifestarsi mediante il rifiuto del lavoro o il rifiuto del servizio militare o il rifiuto di pagare i fitti ed i dazi , o la confisca popolare dei generi di consumo , o le barricate e le bande armate , è questione che risolveranno le circostanze e che , comunque risoluta , menerà sempre agli stessi risultati : il conflitto violento tra il vecchio mondo che si ostina a vivere ed il nuovo mondo che vuol trionfare sulle rovine di quello . L ’ Avanti ! a quel che pare ci ha completamente fraintesi : esso ha creduto che noi abbiam cessato di essere rivoluzionari . Ed invece noi crediamo più che mai nella necessità della rivoluzione ; e non già nel senso “ scientifico ” della parola , nel qual senso spesso si chiamano rivoluzionari anche i legalitari , ma nel senso “ volgare ” di conflitto violento , in cui il popolo si sbarazza colla forza della forza che l ’ opprime , ed attua i suoi desideri fuori e contro tutta la legalità . La nostra evoluzione si riduce a questo : che avendo visto che coi vecchi metodi la rivoluzione non si faceva né si avvicinava , abbiamo abbracciato metodi che ci sembrano più atti a prepararla ed a farla . I socialisti democratici credono che siamo in errore e quindi fanno bene a cercare di convertirci , come noi cerchiamo di convertir loro ; ma non diano per fatto quello che è un semplice desiderio , non vendano la pelle dell ’ orso prima che l ’ orso sia in loro potere . La Giustizia di Reggio Emilia in uno dei suoi ultimi numeri , riproducendo un passaggio dell ’ Agitazione , nel quale s ’ insiste sulla necessità di preparare e rendere possibile la rivoluzione mediante l ’ organizzazione operaia e la piccola lotta quotidiana , si compiace che noi abbiamo finalmente riconosciuto quello che i socialisti democratici hanno sempre predicato e praticato , e per cui noi li abbiamo aspramente attaccati e vituperati . Ciò non è esatto . Le ragioni del nostro dissenso dai socialisti democratici sono state sempre quelle stesse di oggi . Se li abbiamo combattuti con acrimonia non è stato già perché essi si occupavano del movimento operaio più di quello che facessimo noi , ma perché essi cercavano e cercano di volgere quel movimento a scopi che noi crediamo dannosi ai veri interessi del socialismo . Che anzi fra le cause per cui gli anarchici hanno per lungo tempo guardato con sospetto le organizzazioni operaie non decisamente rivoluzionarie , ed oggi ancora alcuni dei nostri non mettono nel propugnarle tutto il necessario fervore , vi è , non ultima , quella che i propagandisti del socialismo democratico hanno fatto e fanno tutto il possibile per discreditarle nell ’ animo nostro servendosene per farsi nominare deputati . Ed io mi sovvengo di essere stato , nel 1890 o 1891 , trattato male dalla Giustizia ( non dico ch ’ io l ’ abbia trattata meglio ) perché Prampolini voleva che la manifestazione del Primo Maggio si facesse invece la prima Domenica del mese , e gli amici di Reggio pubblicarono uno scritto mio per protestare contro una proposta che levava alla manifestazione il suo significato e la sua importanza . Ciò che prova che io ero in disaccordo colla Giustizia non già perché quel giornale patrocinava la resistenza operaia più che non facessero i miei amici , ma perché esso tendeva , almeno a giudizio mio , ad evirare il movimento operaio e l ’ ostacolava precisamente quando stava per prendere una via , poco atta a favorire candidature al parlamento , ma ottima per abituare i lavoratori ad agire di concerto e dar loro coscienza della propria forza . Del resto , se gli anarchici hanno a volte ecceduto negli attacchi contro i socialisti democratici , questi ve li hanno gravemente provocati , poiché invece di combatterci per quel che siamo , hanno cercato sempre di presentarci sotto una falsa luce . E proprio La Giustizia si ostinò una volta nel sostenere che gli anarchici non sono socialisti : cosa che procurò molto piacere a Napoleone Colajanni , ma non fece certamente onore allo spirito di verità , che pur d ’ ordinario distingue , mi compiaccio nel riconoscerlo , l ’ organo socialista di Reggio Emilia .