StampaPeriodica ,
Con
grande
sorpresa
gli
italiani
appresero
,
ai
primi
di
luglio
,
che
Mussolini
e
Turati
si
stessero
abbracciando
!
E
come
mai
?
Perché
?
Ma
se
,
nel
mentre
in
prima
pagina
i
giornali
raccontavano
gli
abbracci
,
le
altre
erano
piene
di
racconti
di
nuove
aggressioni
proditorie
esercitate
per
parte
di
socialisti
e
di
comunisti
,
fratelli
Siamesi
,
in
danno
di
fascisti
!
Ma
se
,
il
giorno
istesso
degli
abbracci
,
l
'
Avanti
!
con
bella
insolenza
,
respingeva
ogni
amorevole
contatto
!
È
Mussolini
sempre
compos
suis
?
Non
conosce
le
trappole
del
collega
sornione
?
Si
ostina
egli
ad
allungare
la
serie
delle
sue
gaffes
?
Ma
,
allora
,
chi
gliele
sta
facendo
fare
?
Non
vede
egli
che
risultati
seguono
dalle
sue
improntitudini
?
Queste
erano
le
meraviglie
alle
quali
assistevamo
,
questi
i
quesiti
che
gli
italiani
si
ponevano
.
Da
allora
sono
passati
alcuni
giorni
;
bolcevismo
e
nittismo
sono
risorti
,
sfacciati
come
nel
1919;
ed
è
ora
di
parlare
chiaro
,
ma
chiaro
assai
.
È
troppo
preziosa
per
il
rinascimento
morale
ed
economico
del
paese
l
'
opera
dei
Fasci
perché
non
meriti
esame
ogni
attentato
disgregatore
della
loro
compagine
,
o
deviatore
della
loro
funzione
nazionale
.
È
gioventù
troppo
bella
quella
che
sotto
questa
bandiera
riuscì
a
riunirsi
perché
sia
acconsentito
di
assistere
impassibile
alla
delusione
da
cui
sarà
colta
dopo
di
essere
stata
traviata
.
È
anche
figura
di
combattente
troppo
bella
quella
dello
stesso
Mussolini
per
tollerare
che
la
sfruttino
i
compari
della
plutocrazia
demagogica
ed
i
parassiti
del
proletariato
.
È
dovere
di
segnalare
a
fascisti
e
a
Mussolini
lo
sfruttamento
di
cui
sono
oggetto
,
la
ingenuità
con
la
quale
ne
restano
vittime
,
e
lo
scredito
che
li
attende
,
scredito
che
li
ridurrà
a
spauracchi
,
rivestiti
di
stracci
,
che
non
sbarreranno
più
la
via
agli
astuti
imbroglioni
della
banca
giudaica
,
ai
pescicani
industriali
in
procinto
di
fallire
ed
agli
operai
fannulloni
e
viziati
che
tutti
fanno
a
combutta
per
spogliare
a
mezzo
del
Governo
,
delle
sue
imprese
,
dei
suoi
contratti
e
favori
,
coloro
che
del
proprio
lavoro
e
talento
,
e
dell
'
uso
dei
propri
risparmi
,
traggono
onesto
sostentamento
.
...
Il
primo
effetto
della
gaffe
di
Mussolini
fu
dunque
quella
di
far
uscire
di
nuovo
dalle
loro
tane
le
bande
dei
pregiudicati
,
dei
ladri
,
degli
accoltellatori
,
che
formano
l
'
esercito
bolcevico
.
Il
secondo
effetto
della
gaffe
fu
quello
di
tornare
a
porre
a
repentaglio
l
'
unione
fascista
.
Fu
impossibile
ai
principali
Fasci
locali
di
seguire
colui
che
vorrebbe
esserne
il
duce
generale
.
E
con
ragione
.
Non
sono
essi
sotto
l
'
influenza
della
plutocrazia
demagogica
sionista
,
e
se
questa
può
far
fare
delle
gaffes
al
Mussolini
,
essa
non
può
ottenere
che
i
Fasci
non
si
rendano
conto
delle
gaffes
e
si
comportino
come
fanno
le
masse
pecorine
del
proletariato
!
Queste
non
ragionano
,
perché
sono
gregge
incolto
,
stimolato
da
istinto
di
rapina
.
Si
promette
loro
del
bottino
e
seguono
il
ciarlatano
!
I
fascisti
,
invece
,
sono
gioventù
borghese
.
Hanno
spirito
critico
.
Non
lavorano
per
la
pancia
,
ma
per
un
ideale
.
Non
cercano
preda
,
ma
vogliono
la
grandezza
della
Patria
.
Possono
errare
nell
'
accogliere
una
teoria
;
le
teorie
sono
modelli
mentali
per
l
'
accasellamento
dei
fatti
e
perciò
ognora
mutevoli
;
ma
non
possono
cambiare
i
sentimenti
e
da
nobili
diventare
vili
,
da
generosi
egocentrici
,
da
patriottici
socialistici
.
...
Passiamo
adesso
per
un
momento
all
'
esame
della
situazione
della
plutocrazia
demagogica
e
vedremo
come
il
suo
interesse
collima
con
quello
socialista
.
E
per
non
stare
sulle
generali
,
procediamo
per
via
di
esempii
.
È
fallita
l
'
ulva
.
Di
chi
il
danno
?
Degli
azionisti
!
Ma
chi
sono
?
Credete
che
siano
il
pubblico
?
Manco
per
sogno
!
Nel
pubblico
c
'
è
poca
roba
.
...
Ma
,
si
dirà
,
va
bene
per
l
'
ulva
,
è
un
caso
speciale
,
tanto
più
che
il
Governo
le
tolse
150
milioni
di
sopra
-
profitti
di
guerra
,
che
ora
si
vede
dove
stessero
!
No
,
Mussolini
mio
,
l
'
istessa
storia
la
vedrai
con
Ansaldo
.
Vedrai
che
pace
e
che
amore
ti
offriranno
i
vari
Modigliani
,
Treves
,
mentre
per
la
platea
fingeranno
clamorosa
guerra
.
Vedrai
che
bocche
,
atteggiate
a
culo
di
gallina
,
ti
faranno
i
vari
Della
Torre
e
gli
altri
fratelli
in
Sion
e
Oriente
.
Perché
la
cosa
è
questa
.
Se
quei
ragazzi
che
ti
si
schierano
attorno
sapessero
capire
altrettanto
bene
quanto
sanno
sentire
rettamente
,
se
l
'
intelligenza
avessero
fine
e
la
cultura
soda
quanto
hanno
il
cuore
puro
e
ricco
di
note
,
l
'
Italia
non
fallirebbe
,
l
'
Italia
non
sarebbe
presa
dallo
straniero
a
pedate
,
l
'
Italia
non
sarebbe
sfruttata
,
oltre
le
sue
forze
,
oltre
il
suo
enorme
coraggio
,
oltre
la
impareggiabile
sua
probità
e
laboriosità
,
dalla
canaglia
bolcevica
,
dai
sornioni
socialisti
e
dal
farabuttismo
plutocratico
.
Ma
,
il
primo
a
non
capire
,
sei
te
,
Mussolini
!
StampaPeriodica ,
Quando
alle
pure
parole
di
«
cultura
»
,
«
intellettuale
»
,
«
scienza
»
,
«
arte
»
Si
aggiunge
l
'
aggettivo
impegnante
di
«
fascista
»
spesso
,
per
non
dire
quasi
sempre
,
fiorisce
sulle
labbra
dell
'
ascoltatore
scaltrito
di
ogni
più
esperta
coltura
un
sorriso
di
compatimento
se
non
proprio
di
disprezzo
;
tantoché
ancora
oggi
intellettuale
fascista
è
per
moltissimi
sinonimo
di
facilone
,
di
superficiale
,
di
arruffone
,
o
di
ingenuo
in
buona
fede
.
Perché
capita
agli
intellettuali
fascisti
questa
sorte
poco
benigna
?
Si
usa
dire
con
una
corrente
formula
che
la
coltura
in
quanto
tale
è
disinteressata
e
vergine
,
di
ogni
politico
e
pratico
contatto
;
e
che
non
si
può
sotto
pena
di
vanificare
il
sostantivo
,
valersi
dell
'
aggettivo
.
Si
usa
dire
troppo
di
frequente
anche
da
molti
uomini
forniti
di
distintivo
,
che
il
Fascismo
è
anticultura
,
che
il
Fascismo
non
ha
bisogno
di
idee
,
che
gli
intellettuali
sono
in
quanto
intellettuali
tutti
per
lo
meno
sospetti
di
antifascismo
,
e
che
ogni
preoccupazione
a
questo
riguardo
è
inutile
perché
il
vero
fascista
non
deve
navigare
nel
nebuloso
cielo
della
teoria
che
non
serve
a
nulla
.
Molti
poi
,
che
sono
fascisti
anche
di
limpida
fede
,
usano
tacere
la
loro
qualità
di
fascisti
quando
agitano
problemi
culturali
o
peggio
la
dimenticano
nella
loro
vita
intellettuale
anche
se
poi
la
ricordano
in
parole
vane
e
sonore
.
Io
voglio
dire
alcune
semplici
parole
da
studente
universitario
ai
miei
colleghi
studenti
universitari
,
parole
che
le
osservazioni
che
mi
son
venuto
formando
nel
considerare
un
po
'
l
'
ambiente
nostro
mi
spingono
a
dire
.
È
vero
che
la
cultura
è
pura
e
che
cioè
nella
sua
libera
consapevolezza
non
può
essere
pavesata
di
drappi
e
di
fiamme
nere
e
tricolori
,
ma
è
anche
vero
che
quella
cultura
,
se
è
fatta
e
attuata
da
uomini
che
sono
intimamente
fascisti
,
sarà
necessariamente
significativa
del
fascismo
:
anzi
contro
quella
torbida
vena
di
improvvisazione
e
di
enfasi
è
bene
riaffermare
,
secondo
l
'
esempio
di
parole
che
sono
a
noi
care
per
la
voce
che
le
ha
pronunciate
,
che
anche
nel
contrasto
culturale
il
Fascismo
deve
affermarsi
sopra
tutto
come
serietà
e
come
chiara
coscienza
,
senza
confusioni
e
senza
leggerezze
.
Non
è
necessario
per
chi
sia
nel
fascismo
con
tutta
la
sua
sincerità
spirituale
abbandonarsi
,
al
termine
di
ogni
indagine
,
a
rettoriche
gonfiezze
e
a
sforzature
falsamente
patriottiche
e
ridicolosamente
regimistiche
.
Quando
S
.
E
.
Bottai
ha
con
parola
severa
e
con
acume
di
studioso
veramente
fascista
,
tenuto
a
noi
studenti
quella
lucida
lezione
di
diritto
corporativo
,
io
ho
pensato
che
se
tanto
si
parla
di
stile
fascista
,
stile
fascista
è
quello
che
segna
la
linea
del
pensiero
di
S
.
E
.
Bottai
e
che
significa
ammonimento
a
parlare
solo
di
quello
che
si
è
veramente
pensato
e
capito
:
studiare
,
pensare
,
scrivere
perché
il
Fascismo
si
valga
del
nostro
lavoro
e
non
pretendere
che
il
nostro
lavoro
si
valga
del
Fascismo
per
farsi
stimare
quello
che
non
è
.
Se
tutti
i
fascisti
che
lavorano
a
dissodare
le
terre
della
cultura
non
avranno
ritegno
né
estrinseco
né
interiore
a
sentirsi
nella
temperie
del
fascismo
,
e
se
tutti
quelli
,
che
pur
essendo
fascisti
di
provata
fede
non
sono
preparati
per
una
serietà
di
pensiero
si
ritireranno
in
uffici
più
adatti
,
non
ci
sarà
più
nessun
rispetto
umano
che
terrà
lontano
un
intellettuale
dal
sentirsi
intellettuale
fascista
...
Non
vogliamo
riagitare
la
questione
che
ha
infierito
su
Riviste
e
Giornali
non
molto
tempo
fa
a
proposito
del
clima
spirituale
del
Regime
,
della
possibilità
e
del
valore
di
un
'
arte
fascista
e
di
una
cultura
fascista
.
Ma
è
certo
che
se
esiste
il
Fascismo
come
un
motivo
storico
che
si
sta
svolgendo
,
noi
che
siamo
nel
Fascismo
e
che
anzi
siamo
,
tutti
quanti
,
il
fascismo
,
pensando
,
scrivendo
,
non
potremo
fare
a
meno
di
creare
una
cultura
che
sia
del
Fascismo
espressione
.
Ma
occorre
però
che
noi
,
che
bene
o
male
studiamo
e
che
siamo
fascisti
tesserati
,
non
ci
limitiamo
alla
esteriore
accettazione
del
regime
,
e
alla
tessera
,
ma
che
ne
sentiamo
come
interiori
le
necessità
culturali
,
e
che
abbiamo
l
'
orgoglio
intellettuale
oltre
che
sentimentale
di
essere
fascisti
.
Non
è
necessario
perciò
scalmanarsi
in
feroci
esclusioni
e
in
entusiastiche
e
vociferanti
esaltazioni
;
non
è
necessario
per
esempio
dire
che
la
cultura
fascista
non
può
essere
che
futurista
e
soltanto
futurista
,
come
non
è
necessario
dire
che
non
può
essere
che
nazionalista
e
soltanto
nazionalista
.
In
quanto
il
fascismo
è
il
fascismo
e
non
il
futurismo
o
nazionalismo
,
bisogna
avvertire
che
la
nuova
cultura
non
può
irrigidirsi
su
questi
schemi
che
sono
stati
completati
,
trasformati
,
arricchiti
e
che
debbono
tutt
'
al
più
restare
solo
con
valore
di
particolari
e
legittime
preferenze
.
Mi
pare
che
occorra
innanzitutto
agire
,
lavorare
,
e
che
poi
sarà
facile
e
gradita
opera
andare
rintracciando
in
quanto
sarà
stato
raggiunto
questo
spunto
più
insistente
o
questo
colore
più
acceso
:
una
cosa
sola
è
necessaria
in
questa
nostra
fatica
che
si
svolge
come
fatica
idealmente
vibrante
nella
nostra
storia
fascista
,
e
questa
cosa
necessaria
si
chiama
tradizione
italiana
.
Tradizione
italiana
che
non
dev
'
essere
schematizzazione
,
non
deve
essere
passiva
accettazione
,
ma
dev
'
essere
ampiezza
di
orizzonti
e
spregiudicatezza
assoluta
senza
quei
timori
che
solo
la
fede
malcerta
ispira
:
tradizione
italiana
che
deve
farsi
tale
proprio
nel
contrasto
con
le
altre
tradizioni
nazionali
e
con
le
altre
culture
delle
quali
bisogna
tener
conto
perché
non
si
possa
all
'
estero
rimproverare
come
sempre
si
è
fatto
,
che
gli
italiani
non
hanno
più
raggiunto
il
livello
culturale
europeo
.
Queste
parole
io
dico
come
segno
di
una
mia
esigenza
e
come
invito
a
me
e
ai
miei
colleghi
,
non
come
disconoscimento
,
ma
come
affermazione
di
quello
che
sin
'
ora
è
stato
fatto
dai
maggiori
di
noi
.
StampaPeriodica ,
Carissimi
compagni
,
Mi
rallegro
della
prossima
pubblicazione
del
giornale
«
L
Agitazione
»
,
e
vi
auguro
di
cuore
il
più
completo
successo
.
Il
vostro
giornale
compare
in
un
momento
in
cui
grande
ne
è
la
necessità
,
ed
io
spero
che
esso
potrà
essere
un
organo
serio
di
discussione
e
di
propaganda
,
ed
un
mezzo
efficace
per
raccogliere
e
ricongiungere
le
sparse
file
del
nostro
partito
.
Potete
contare
sul
mio
concorso
per
tutto
ciò
che
le
forze
mie
,
deboli
purtroppo
,
mi
permetteranno
.
Per
questa
volta
,
tanto
per
isgombrarmi
il
terreno
alla
futura
collaborazione
,
vi
scriverò
sopra
alcuni
punti
che
,
se
in
certo
modo
mi
riguardano
personalmente
,
non
sono
senza
portata
sulla
propaganda
generale
.
L
amico
nostro
Merlino
,
che
come
sapete
,
si
perde
ora
nell
inane
tentativo
di
voler
conciliare
l
anarchia
col
parlamentarismo
,
in
una
sua
lettera
al
«
Messaggero
»
volendo
sostenere
che
«
il
parlamentarismo
non
è
destinato
a
sparire
interamente
e
qualche
cosa
ne
rimarrà
anche
nella
società
che
noi
vagheggiamo
»
,
ricorda
uno
scritto
da
me
inviato
alla
Conferenza
anarchica
di
Chicago
del
1893
,
in
cui
io
sostenevo
che
«
per
talune
cose
il
parere
della
maggioranza
dovrà
necessariamente
prevalere
a
quello
della
minoranza
»
.
La
cosa
è
vera
,
nè
le
mie
idee
sono
oggi
diverse
da
quelle
espresse
nello
scritto
di
cui
si
tratta
.
Ma
Merlino
,
riportando
una
mia
frase
staccata
per
sostenere
una
tesi
diversa
da
quella
che
sostenevo
io
,
lascia
nell
ombra
e
nell
equivoco
quello
che
io
veramente
intendevo
.
Ecco
:
v
erano
a
quell
epoca
molti
anarchici
,
e
ve
n
è
ancora
un
poco
,
che
scambiando
la
forma
colla
sostanza
e
badando
più
alle
parole
che
alle
cose
,
si
erano
formati
una
specie
di
«
rituale
del
vero
anarchico
»
che
inceppava
la
loro
azione
,
e
li
trascinava
a
sostenere
cose
assurde
e
grottesche
.
Così
essi
,
partendo
dal
principio
che
la
maggioranza
non
ha
il
diritto
d
imporre
la
sua
volontà
alla
minoranza
,
ne
conchiudevano
che
nulla
si
dovesse
mai
fare
se
non
approvato
all
unanimità
dei
concorrenti
.
Confondendo
il
voto
politico
,
che
serve
a
nominarsi
dei
padroni
con
il
voto
quando
è
mezzo
per
esprimere
in
modo
spiccio
la
propria
opinione
,
ritenevano
anti
-
anarchica
ogni
specie
di
votazione
.
Così
,
si
convocava
un
comizio
per
protestare
contro
una
violenza
governativa
o
padronale
,
o
per
mostrare
la
simpatia
popolare
per
un
dato
avvenimento
;
la
gente
veniva
,
ascoltava
i
discorsi
dei
promotori
,
ascoltava
quelli
dei
contraddittori
,
e
poi
se
ne
andava
senza
esprimere
la
propria
opinione
,
perché
il
solo
mezzo
per
esprimerla
era
la
votazione
sui
vari
ordini
del
giorno
...
e
votare
non
era
anarchico
.
Un
circolo
voleva
fare
un
manifesto
:
v
erano
diverse
redazioni
proposte
che
dividevano
i
pareri
dei
soci
;
si
discuteva
a
non
finire
,
ma
non
si
riusciva
mai
a
sapere
l
opinione
predominante
,
perché
era
proibito
il
votare
,
e
quindi
o
il
manifesto
non
si
pubblicava
,
o
alcuni
pubblicavano
per
conto
loro
quello
che
preferivano
;
il
circolo
si
scindeva
quando
non
v
era
in
realtà
nessun
dissenso
reale
e
si
trattava
solo
di
una
questione
di
stile
.
E
una
conseguenza
di
questi
usi
,
che
dicevano
essere
garanzie
di
libertà
,
era
che
solo
alcuni
,
meglio
dotati
di
facoltà
oratorie
,
facevano
e
disfacevano
,
mentre
quelli
che
non
sapevano
o
non
osavano
parlare
in
pubblico
,
e
che
sono
sempre
la
grande
maggioranza
,
non
contavano
proprio
nulla
.
Mentre
poi
l
altra
conseguenza
più
grave
e
veramente
mortale
per
il
movimento
anarchico
,
era
che
gli
anarchici
non
si
credevano
legati
dalla
solidarietà
operaia
,
ed
in
tempo
di
sciopero
andavano
a
lavorare
,
perché
lo
sciopero
era
stato
votato
a
maggioranza
e
contro
il
loro
parere
.
E
giungevano
fino
a
non
osare
di
biasimare
dei
farabutti
,
sedicenti
anarchici
,
che
domandavano
e
ricevevano
denari
dai
padroni
potrei
citare
i
nomi
occorrendo
per
combattere
uno
sciopero
in
nome
dell
anarchia
.
Contro
queste
e
simili
aberrazioni
era
diretto
lo
scritto
che
io
mandai
a
Chicago
.
Io
sostenevo
che
non
ci
sarebbe
vita
sociale
possibile
se
davvero
non
si
dovesse
fare
mai
nulla
insieme
se
non
quando
tutti
sono
unanimemente
d
accordo
.
Che
le
idee
e
le
opinioni
sono
in
continua
evoluzione
e
si
differenziano
per
gradazioni
insensibili
,
mentre
le
realizzazioni
pratiche
cambiano
a
salti
bruschi
;
e
che
,
se
arrivasse
un
giorno
in
cui
tutti
fossero
perfettamente
d
accordo
sui
vantaggi
di
una
data
cosa
,
ciò
significherebbe
che
in
quella
data
cosa
ogni
progresso
possibile
è
esaurito
.
Così
,
per
esempio
,
se
si
trattasse
di
fare
una
ferrovia
,
vi
sarebbero
certamente
mille
opinioni
diverse
sul
tracciato
della
linea
,
sul
materiale
,
sul
tipo
di
macchine
e
di
vagoni
,
sul
posto
delle
stazioni
,
ecc
.
,
e
queste
opinioni
andrebbero
cambiando
di
giorno
in
giorno
:
ma
se
la
ferrovia
si
vuol
fare
bisogna
pure
scegliere
fra
le
opinioni
esistenti
,
nè
si
potrebbe
ogni
giorno
modificare
il
tracciato
,
traslocare
le
stazioni
e
cambiare
le
macchine
.
E
poiché
di
scegliere
si
tratta
è
meglio
che
siano
contenti
i
più
che
i
meno
,
salvo
naturalmente
a
dare
ai
meno
tutta
la
libertà
e
tutti
i
mezzi
possibili
per
propagare
e
sperimentare
le
loro
idee
e
cercare
di
diventare
la
maggioranza
.
Dunque
in
tutte
quelle
cose
che
non
ammettono
parecchie
soluzioni
contemporanee
,
o
nelle
quali
le
differenze
d
opinione
non
sono
di
tale
importanza
che
valga
la
pena
di
dividersi
ed
agire
ogni
frazione
a
modo
suo
,
o
in
cui
il
dovere
di
solidarietà
impone
l
unione
,
è
ragionevole
,
giusto
,
necessario
che
la
minoranza
ceda
alla
maggioranza
.
Ma
questo
cedere
della
minoranza
deve
essere
effetto
della
libera
volontà
,
determinata
dalla
coscienza
della
necessità
;
non
deve
essere
un
principio
,
una
legge
,
che
s
applica
per
conseguenza
in
tutti
i
casi
,
anche
quando
la
necessità
realmente
non
c
è
.
Ed
in
questo
consiste
la
differenza
tra
l
anarchia
e
una
forma
di
governo
qualunque
.
Tutta
la
vita
sociale
è
piena
di
queste
necessità
in
cui
uno
deve
cedere
le
proprie
preferenze
per
non
offendere
i
diritti
degli
altri
.
Entro
in
un
caffè
,
trovo
occupato
il
posto
che
piace
a
me
e
vado
tranquillamente
a
sedermi
in
un
altro
,
dove
magari
c
è
una
corrente
d
aria
che
mi
fa
male
.
Vedo
delle
persone
che
parlano
in
modo
da
far
capire
che
non
vogliono
essere
ascoltate
,
ed
io
mi
tengo
lontano
,
magari
con
incomodo
mio
,
per
non
incomodar
loro
.
Ma
questo
io
lo
fo
perché
me
lo
impongono
il
mio
istinto
d
uomo
sociale
,
la
mia
abitudine
di
vivere
in
mezzo
agli
uomini
ed
il
mio
interesse
a
non
farmi
trattar
male
se
io
facessi
altrimenti
;
quelli
che
io
incomoderei
,
mi
farebbero
presto
sentire
in
un
modo
o
in
un
altro
il
danno
che
v
è
ad
essere
uno
zotico
.
Non
voglio
che
dei
legislatori
vengano
a
prescrivermi
qual
è
il
modo
col
quale
io
debbo
comportarmi
in
un
caffè
,
nè
credo
che
essi
varrebbero
ad
insegnarmi
quell
educazione
che
io
non
avessi
saputo
apprendere
dalla
società
in
mezzo
a
cui
vivo
.
Come
fa
il
Merlino
a
cavare
da
questo
che
un
resto
di
parlamentarismo
vi
dovrà
essere
anche
nella
società
che
noi
vagheggiamo
?
Il
parlamentarismo
è
una
forma
di
governo
nella
quale
gli
eletti
del
popolo
,
riuniti
in
corpo
legislativo
fanno
,
a
maggioranza
di
voti
,
le
leggi
che
a
loro
piace
e
le
impongono
al
popolo
con
tutti
i
mezzi
coercitivi
di
cui
possono
disporre
.
È
un
avanzo
di
questa
bella
roba
,
che
Merlino
vorrebbe
conservata
anche
in
Anarchia
?
Oppure
,
poiché
in
Parlamento
si
parla
,
e
si
discute
e
si
delibera
,
e
questo
si
farà
sempre
in
qualsiasi
società
possibile
,
Merlino
chiama
questo
un
avanzo
di
parlamentarismo
?
Ma
ciò
sarebbe
davvero
giuocar
sulle
parole
,
e
Merlino
è
capace
di
altri
e
ben
più
seri
procedimenti
di
discussione
.
Non
si
ricorda
il
Merlino
quando
polemizzando
insieme
contro
quegli
anarchici
che
sono
avversi
ad
ogni
congresso
perché
appunto
ritengono
i
congressi
una
forma
di
parlamentarismo
,
noi
sostenevamo
che
l
essenza
del
parlamentarismo
sta
nel
fatto
che
i
parlamenti
fanno
ed
impongono
leggi
,
mentre
un
congresso
anarchico
non
fa
che
discutere
e
proporre
delle
risoluzioni
,
che
non
hanno
valore
esecutivo
se
non
dopo
l
approvazione
dei
mandanti
e
solo
per
coloro
che
le
approvano
?
O
che
le
parole
hanno
cambiato
di
significato
ora
che
Merlino
ha
cambiato
d
idee
?
Osvaldo
Gnocchi
Viani
,
parlando
nella
«
Lotta
di
Classe
»
della
discussione
fra
me
e
Merlino
a
proposito
della
lotta
elettorale
,
dice
che
noi
,
Merlino
ed
io
,
«
ci
siamo
staccati
dallo
stipite
anarchico
-
individualista
ed
abbiamo
fatto
un
evoluzione
verso
il
metodo
dell
organizzazione
e
dell
azione
politica
»
e
quindi
conchiude
che
Merlino
ed
io
abbiamo
fatto
un
evoluzione
dello
stesso
genere
,
e
che
solo
differiamo
perché
l
uno
ha
corso
più
dell
altro
,
ed
io
non
so
e
non
voglio
«
lasciarmi
andare
fin
là
»
cioè
fino
ad
accettare
la
tattica
elettorale
.
Tutti
questi
spropositi
si
capirebbero
in
uno
che
fosse
completamente
ignaro
della
storia
del
movimento
nostro
in
Italia
;
ma
in
Gnocchi
Viani
fan
meraviglia
davvero
,
e
fan
vedere
come
il
partito
preso
può
ottenebrare
il
giudizio
anche
negli
uomini
meglio
informati
,
e
,
d
ordinario
,
più
sereni
ed
equanimi
.
Staccati
dallo
stipite
anarchico
-
indidualista
!
Ma
quando
mai
Merlino
ed
io
siamo
stati
individualisti
?
E
che
cosa
è
mai
questo
stipite
anarchico
-
individualista
?
In
Italia
per
molto
tempo
tutti
gli
anarchici
furono
socialisti
,
anzi
il
socialismo
vi
è
nato
anarchico
,
or
sono
già
quasi
trent
anni
.
Gnocchi
Viani
se
ne
deve
ricordare
.
L
individualismo
cosiddetto
anarchico
venne
molto
più
tardi
e
ci
ebbe
sempre
avversari
,
tanto
Merlino
che
io
.
Evoluzione
verso
il
metodo
dell
organizzazione
e
dell
azione
politica
!
Ma
chi
di
noi
ha
mai
cessato
dal
riconoscere
e
propugnare
la
suprema
necessità
della
organizzazione
,
e
quella
della
lotta
politica
?
Sulla
prima
questione
noi
abbiamo
sempre
sostenuto
che
l
abolizione
del
governo
e
del
capitalismo
è
possibile
solo
quando
il
popolo
,
organizzandosi
,
si
metta
in
grado
di
provvedere
a
quelle
funzioni
sociali
a
cui
provvedono
oggi
,
sfruttandole
a
loro
vantaggio
,
i
governanti
e
i
capitalisti
.
Quindi
non
volendo
governo
,
noi
abbiamo
una
ragione
di
più
di
tutti
gli
altri
per
essere
caldi
partigiani
dell
organizzazione
.
E
sulla
seconda
questione
,
chi
più
di
noi
ha
sostenuto
che
alla
lotta
contro
il
capitalismo
bisogna
unire
la
lotta
contro
lo
Stato
,
vale
a
dire
la
lotta
politica
?
Oggi
v
è
una
scuola
che
per
lotta
politica
intende
la
conquista
dei
pubblici
poteri
mediante
le
elezioni
;
ma
Gnocchi
Viani
non
può
ignorare
che
la
logica
impone
altri
metodi
di
combattimento
a
chi
vuole
abolire
il
governo
e
non
già
occuparlo
.
Merlino
ed
io
ci
siamo
trovati
d
accordo
nel
segnalare
gli
errori
che
,
secondo
noi
,
si
erano
infiltrati
nelle
teorie
anarchiche
ed
i
mali
che
avevano
afflitto
il
nostro
partito
,
e
Merlino
ci
ha
messo
,
mi
compiaccio
di
riconoscerlo
,
più
attività
che
non
abbia
fatto
io
.
Ma
,
quando
i
mali
da
noi
lamentati
sono
già
quasi
da
tutti
riconosciuti
,
quando
gli
errori
incominciano
ad
essere
respinti
e
l
organizzazione
del
partito
incomincia
sul
serio
,
allietandoci
di
belle
speranze
,
Merlino
crede
di
scorgere
la
salvezza
nella
tattica
elettorale
,
che
è
stata
già
per
lunga
esperienza
così
grande
jattura
per
la
causa
socialista
,
e
ci
lascia
.
Tanto
peggio
.
Noi
continueremo
lo
stesso
senza
di
lui
.
Questo
non
significa
essere
andati
un
po
più
o
un
po
meno
avanti
sulla
stessa
via
,
ma
aver
percorso
insieme
una
certa
strada
,
e
poi
giunti
al
bivio
,
essersi
separati
,
l
uno
pigliando
da
una
parte
e
l
uno
dall
altra
.
Non
pare
così
anche
a
Gnocchi
Viani
?
StampaPeriodica ,
I
fascisti
dell
'
Emilia
e
della
Romagna
si
sono
recati
a
Ravenna
con
una
marcia
di
tre
giorni
per
giungere
alla
tomba
del
Poeta
coi
segni
di
una
rude
e
nobile
stanchezza
di
fanti
.
Fu
questo
un
pellegrinaggio
di
fede
simile
a
quello
dei
veri
e
proprii
pellegrini
che
a
grandi
tappe
attraversavano
i
continenti
per
prosternarsi
e
santificarsi
davanti
al
sepolcro
di
Cristo
.
Fu
una
bella
marcia
forzata
di
giovani
,
di
una
massa
fiorente
di
letizia
e
di
orgoglio
scaturita
dalla
sempre
nuova
matrice
della
nostra
razza
che
ha
la
virtù
di
non
invecchiare
giammai
.
I
preti
dopo
d
'
aver
messo
la
Divina
Commedia
all
'
indice
,
si
sono
ora
impadroniti
di
Dante
,
che
fu
indubbiamente
cattolico
,
e
tentano
di
farne
il
loro
eroe
...
nazionale
.
I
fascisti
invece
,
prescindendo
da
ogni
elemento
religioso
e
basandosi
sull
'
atteggiamento
civile
di
Dante
verso
la
Patria
,
vogliono
esaltare
in
Dante
il
Patriota
...
Noi
fascisti
ne
:
l
intendiamo
certamente
prendere
occasione
dal
centenario
Dantesco
per
trarre
da
esso
nostri
particolari
vantaggi
o
motivo
d
'
orgoglio
.
Dante
non
appartiene
né
ai
fascisti
,
né
ai
socialisti
,
né
ai
preti
:
appartiene
prima
di
tutto
all
'
Italia
e
poi
all
'
Arte
,
alla
Poesia
,
alla
Storia
.
Il
fascismo
,
prima
di
essere
un
partito
politico
in
antitesi
con
altri
partiti
,
è
un
atteggiamento
di
spiriti
eletti
rivolti
sopratutto
ad
esaltare
tutto
ciò
che
può
essere
ragione
di
onore
e
di
orgoglio
per
la
nostra
Patria
e
per
la
nostra
razza
.
Perciò
i
fascisti
,
prescindendo
da
ogni
ragione
politica
cui
sono
stati
sospinti
per
forza
di
tempi
,
commemorano
nel
Divino
Poeta
l
'
Uomo
che
può
essere
considerato
come
il
purissimo
simbolo
della
Patria
,
che
nel
Suo
nome
si
afferma
e
si
esalta
.
StampaPeriodica ,
Presso
il
nostro
Gruppo
Universitario
Fascista
con
recente
provvedimento
è
stato
istituito
l
'
Ufficio
Sindacale
il
quale
inizierà
lo
svolgimento
del
suo
programma
.
Sono
sicuro
che
all
'
Ufficio
aderiranno
parecchi
Universitari
studiosi
e
desiderosi
di
approfondire
le
loro
conoscenze
nel
Diritto
Corporativo
.
Più
che
allo
studio
teorico
dei
grandi
problemi
sociali
,
economici
e
politici
,
l
'
Ufficio
Sindacale
mira
ad
addestrare
i
Goliardi
nella
pratica
della
vita
organizzativa
e
dell
'
attività
intersindacale
,
favorendo
la
loro
partecipazione
a
tutte
le
discussioni
di
carattere
tecnico
e
giuridico
.
Compito
quindi
dell
'
Ufficio
Sindacale
dovrà
essere
la
formazione
di
una
coscienza
,
di
una
mentalità
sindacale
negli
studenti
universitari
.
È
stato
giustamente
notato
che
gli
Universitari
in
gran
parte
sono
assenti
dal
movimento
sindacale
e
corporativo
.
Quest
'
assenteismo
da
parte
della
Gioventù
Universitaria
deve
scomparire
:
i
dubbiosi
e
gli
scettici
più
o
meno
eterni
dovranno
convincersi
una
buona
volta
che
il
Fascismo
ha
costruito
il
grandioso
edificio
corporativo
sull
'
infaticabile
ed
infallibile
spirito
italico
e
dovranno
decidersi
a
considerare
la
realtà
dei
fatti
e
non
le
semplici
promesse
di
un
tempo
passato
.
Il
Regime
Fascista
con
la
conciliazione
e
collaborazione
fra
capitale
e
lavoro
ha
assicurato
quella
pace
e
quella
sicurezza
che
mai
prima
d
'
ora
era
stato
possibile
raggiungere
.
La
conciliazione
e
la
collaborazione
attuata
dal
Regime
Fascista
non
è
rivolta
al
soddisfacimento
di
un
unico
interesse
ma
alla
composizione
ed
alla
fusione
di
tutti
gli
interessi
.
Bisogna
dunque
penetrare
nella
massa
universitaria
,
smuoverla
dal
suo
assenteismo
,
dalla
sua
noncuranza
se
domani
si
vorrà
avere
dei
dirigenti
sindacali
maturi
nella
dottrina
e
nello
spirito
.
Studiare
,
non
solo
,
e
partecipare
al
movimento
sindacale
,
vuol
dire
perfezionarlo
,
farlo
progredire
,
e
di
questi
compiti
tutti
i
giovani
universitari
dovrebbero
sentire
tutta
la
responsabilità
,
tutto
l
'
interesse
.
Occorre
quindi
serietà
,
riflessione
,
siile
da
parte
della
Gioventù
studiosa
di
oggi
se
vuole
essere
domani
quella
classe
di
dirigenti
che
il
Fascismo
si
sforza
di
formare
per
arrivare
alle
supreme
conquiste
.
La
buona
volontà
,
l
'
amore
,
l
'
attaccamento
alla
nostra
Organizzazione
di
cui
è
animato
il
Goliardismo
Pisano
mi
fa
sperare
che
anche
in
questo
ramo
di
attività
del
nostro
G
.
U
.
F
.
si
otterranno
fecondi
risultati
e
che
domani
anche
Pisa
sarà
in
grado
di
offrire
al
Sindacalismo
Fascista
dei
giovani
degnamente
istruiti
,
competenti
e
preparati
a
dare
il
loro
contributo
al
perfezionamento
ed
all
'
attuazione
integrale
dell
'
economia
corporativa
.
StampaPeriodica ,
Sotto
questo
titolo
riceviamo
da
Saverio
Merlino
l
articolo
seguente
,
che
pubblichiamo
con
piacere
.
Il
Merlino
può
essere
sicuro
di
trovare
sempre
in
noi
la
serenità
e
l
amore
impregiudicato
della
verità
,
che
egli
desidera
.
D
altronde
,
noi
conveniamo
con
lui
che
spesso
gli
anarchici
si
sono
mostrati
intolleranti
e
troppo
pronti
alle
ire
ed
ai
sospetti
;
ma
non
bisognerebbe
poi
,
nell
entusiasmo
dei
mea
culpa
,
pigliare
tutti
i
torti
per
noi
e
dimenticare
che
l
esempio
e
la
provocazione
ci
sono
venuti
il
più
sovente
dagli
altri
.
Senza
rimontare
ai
tempi
di
Bakunin
ed
alle
infami
calunnie
ed
invereconde
menzogne
che
ancora
si
raccontano
ai
giovani
che
non
sanno
la
storia
nostra
,
ci
basti
ricordare
la
condotta
dei
socialisti
democratici
negli
ultimi
Congressi
Internazionali
verso
gli
anarchici
,
e
certi
articoli
apparsi
,
non
è
gran
tempo
,
nella
stampa
socialista
democratica
di
vari
paesi
.
In
ogni
modo
,
cerchiamo
,
se
ci
riesce
,
di
esser
giusti
noi
,
checchè
facciano
e
dicano
i
nostri
avversarii
.
Ecco
l
articolo
di
Merlino
:
Vediamo
un
po
se
è
possibile
continuare
a
discutere
serenamente
senza
ire
nè
sospetti
,
come
abbiamo
principiato
.
Sarebbe
una
cosa
quasi
nuova
e
di
così
lieto
augurio
,
che
io
dovrei
rallegrarmi
di
avere
offerto
ai
miei
amici
l
opportunità
di
dimostrare
che
il
partito
anarchico
comincia
ad
educarsi
all
osservanza
dei
principi
che
professa
.
E
prima
di
tutto
,
sono
io
anarchico
?
Rispondo
:
se
l
astensionismo
è
dogma
di
fede
anarchica
,
no
.
Ma
io
non
credo
al
dogma
.
Non
credo
contrari
ai
principi
nostri
la
difesa
e
l
esercizio
dei
nostri
diritti
neppure
dei
minimi
.
Non
credo
che
esercitando
il
diritto
di
voto
,
che
ci
viene
consentito
,
noi
si
rinunzi
ai
diritti
maggiori
,
che
ci
vengono
negati
e
che
dobbiamo
rivendicare
.
Credo
che
l
agitazione
elettorale
ci
offra
modi
e
opportunità
di
propaganda
,
a
cui
sarebbe
follia
rinunciare
,
specialmente
in
questo
quarto
d
ora
e
in
Italia
dove
quasi
ogni
altra
affermazione
ci
è
interdetta
,
e
credo
che
non
se
ne
possa
trarre
tutto
il
profitto
possibile
quando
si
sostiene
l
astensione
.
(
Di
ciò
abbiamo
fatto
la
prova
in
questi
giorni
qui
a
Roma
,
dove
presentando
la
candidatura
Galleani
,
abbiamo
potuto
tenere
comizi
,
diffondere
manifesti
,
guadagnarci
la
simpatia
di
molti
che
ci
erano
ostili
o
indifferenti
come
non
avremmo
mai
potuto
fare
se
fossimo
rimasti
astensionisti
)
.
Del
resto
non
credo
alla
conquista
dei
poteri
pubblici
:
sostengo
che
tanto
la
lotta
per
la
libertà
,
quanto
quella
per
l
emancipazione
economica
debba
essere
combattuta
principalmente
fuori
del
Parlamento
.
L
opera
dei
deputati
operai
,
socialisti
e
rivoluzionarii
la
ritengo
utile
non
per
se
stessa
ma
in
aiuto
alla
lotta
extraparlamentare
.
E
se
così
pensando
non
mi
trovo
perfettamente
d
accordo
nè
con
gli
anarchici
nè
coi
socialisti
democratici
me
ne
duole
sinceramente
:
ma
posso
io
disdirmi
?
Ma
ormai
pro
e
contro
la
partecipazione
alle
elezioni
mi
pare
che
si
sia
detto
a
un
dipresso
tutto
quello
che
si
poteva
dire
:
ed
io
mi
compiaccio
che
la
disputa
sia
stata
da
Malatesta
sollevata
nella
sfera
dei
principii
:
ed
anche
per
questo
non
mi
pento
di
averla
suscitata
.
Non
si
può
negare
che
attorno
ai
nostri
principii
che
son
veri
,
se
rettamente
interpretati
son
pullulati
molti
errori
e
molti
sofismi
.
Uno
di
questi
è
che
gli
uomini
debbano
far
tutto
da
sè
,
individualmente
;
che
un
uomo
non
debba
farsi
mai
rappresentare
da
un
altro
,
che
le
minoranze
non
debbano
cedere
alle
maggioranze
(
essendo
più
probabile
che
s
ingannino
queste
che
quelle
)
;
che
nella
società
futura
gli
uomini
si
troveranno
miracolosamente
d
accordo
,
o
se
non
i
dissidenti
si
separeranno
e
ciascuno
agirà
a
sua
guisa
:
che
ogni
altra
condotta
sarebbe
contraria
ai
nostri
principii
.
Io
vorrei
qui
ripetere
parola
per
parola
le
giustissime
e
lucidissime
considerazioni
che
fa
Malatesta
(
e
non
per
la
prima
volta
)
contro
codesto
modo
d
intendere
l
anarchia
nel
n
.
1
dell
«
Agitazione
»
,
concludendo
col
dire
:
«
Dunque
in
tutte
quelle
cose
che
non
ammettono
parecchie
soluzioni
contemporanee
,
o
nelle
quali
le
differenze
d
opinione
non
sono
di
tale
importanza
che
valga
la
pena
di
dividersi
ed
agire
ogni
frazione
a
modo
suo
,
ed
in
cui
il
dovere
di
solidarietà
impone
l
unione
,
è
ragionevole
,
giusto
,
necessario
che
la
minoranza
ceda
alla
maggioranza
»
.
In
due
punti
però
io
credo
di
dissentire
da
lui
:
in
primo
luogo
,
Malatesta
sembra
credere
che
le
cose
nelle
quali
per
le
varie
ragioni
da
lui
adottate
è
necessità
convenire
sieno
tutte
cose
di
poco
momento
.
Si
vede
dagli
esempi
che
adduce
.
Vado
in
caffè
:
trovo
i
posti
migliori
occupati
;
devo
rassegnarmi
a
stare
sull
uscio
,
o
andar
via
.
Vedo
persone
parlar
sommessamente
:
devo
allontanarmi
per
non
essere
indiscreto
e
via
dicendo
.
Io
invece
credo
(
e
forse
anche
Malatesta
lo
crede
,
ma
non
lo
dice
)
che
tra
le
questioni
nelle
quali
converrà
l
accordo
e
quindi
,
se
non
è
possibile
essere
tutti
della
stessa
opinione
,
è
necessario
cercare
un
compromesso
,
ve
ne
sono
delle
gravissime
:
e
sono
tali
propriamente
tutte
le
questioni
sull
organizzazione
generale
della
società
e
tutti
i
grandi
interessi
pubblici
.
Vi
può
essere
nella
società
qualcuno
che
ritenga
giusta
la
vendetta
:
ma
la
maggioranza
degli
uomini
ha
diritto
di
decidere
che
è
ingiusta
e
d
impedirla
.
Vi
può
essere
una
minoranza
,
che
preferisca
di
organizzare
l
industria
dei
trasporti
per
le
vie
ferrate
in
modo
cooperativistico
,
o
collettivistico
,
o
comunistico
,
od
in
un
altro
modo
:
ma
l
organizzazione
non
potendo
essere
che
una
,
è
necessità
che
prevalga
il
parere
dei
più
.
Vi
può
essere
uno
che
ritenga
addirittura
una
vessazione
il
provvedimento
tale
,
adottato
per
impedire
il
diffondersi
di
una
malattia
contagiosa
:
ma
la
società
ha
diritto
di
premunirsi
dai
mali
epidemici
.
Il
secondo
dissenso
tra
Malatesta
e
me
è
in
questo
,
che
io
non
credo
di
poter
profetare
che
nella
società
futura
la
minoranza
sempre
e
in
tutti
i
casi
si
arrenderà
volentieri
al
parere
della
maggioranza
,
Malatesta
invece
dice
:
«
Ma
questo
cedere
della
minoranza
dev
essere
effetto
della
libera
volontà
determinata
dalla
coscienza
della
necessità
»
.
E
se
questa
volontà
non
c
è
,
se
questa
coscienza
della
necessità
nella
minoranza
non
c
è
,
se
anzi
la
minoranza
è
convinta
di
fare
il
suo
dovere
resistendo
?
Evidentemente
la
maggioranza
,
non
volendo
subire
la
volontà
della
minoranza
,
farà
la
legge
,
darà
alla
propria
deliberazione
(
come
dice
Malatesta
a
proposito
dei
Congressi
)
un
valore
esecutivo
.
Malatesta
dice
anzi
di
più
:
e
,
a
proposito
di
chi
trova
il
posto
preferito
al
caffè
occupato
,
o
di
chi
deve
allontanarsi
da
un
colloquio
confidenziale
dice
:
«
Se
io
facessi
altrimenti
,
quelli
che
io
incomoderei
mi
farebbero
sentire
,
in
un
modo
o
in
un
altro
il
danno
che
vi
è
ad
essere
uno
zotico
»
.
Ed
ecco
una
coazione
.
E
si
tratta
,
negli
esempi
addotti
,
di
rapporti
individuali
e
di
questioni
di
pochissimo
rilievo
.
Figuriamoci
se
si
trattasse
di
una
grave
questione
di
pubblico
interesse
,
come
quelle
a
cui
ho
accennato
io
più
sopra
!
Sta
bene
che
la
coazione
debba
essere
minima
,
e
possibilmente
più
morale
che
fisica
,
e
che
si
debbano
rispettare
i
diritti
delle
minoranze
,
ed
ammettere
in
taluni
casi
perfino
la
secessione
della
minoranza
dissidente
.
Ma
insomma
è
questione
di
più
e
di
meno
,
di
modalità
e
non
di
principii
.
Nei
casi
,
in
cui
ciò
sia
utile
e
necessario
,
dico
io
,
non
è
contrario
ai
principi
anarchici
nè
addivenire
ad
una
votazione
,
nè
provvedere
all
esecuzione
delle
deliberazioni
prese
:
e
quando
queste
cose
non
si
possono
fare
(
per
ragion
di
numero
o
di
capacità
)
dagli
interessati
direttamente
,
non
è
contrario
ai
principi
anarchici
che
,
prese
le
debite
precauzioni
contro
i
possibili
abusi
,
si
deleghino
ad
altri
.
Quindi
io
conchiudo
:
O
si
crede
nell
armonia
provvidenziale
che
regnerebbe
nella
società
futura
:
ed
allora
ha
torto
Malatesta
ed
hanno
ragione
gl
individualisti
.
O
Malatesta
ha
ragione
ed
allora
non
si
ha
più
diritto
di
dire
che
ogni
rappresentanza
,
ogni
atto
con
cui
il
popolo
confida
ad
altri
la
cura
dei
suoi
interessi
,
sia
contrario
ai
nostri
principi
.
A
questo
dilemma
mi
pare
difficile
di
sfuggire
.
StampaPeriodica ,
...
L
'
importante
è
sopprimere
e
sopraffare
coll
'
odio
e
coll
'
armi
gli
avversari
.
Non
vale
che
il
fine
di
tutti
quanti
sia
unico
,
che
il
metodo
sia
sempre
lo
stesso
da
tutte
due
le
parti
.
Non
vale
che
l
'
odio
partorisca
odio
anche
maggiore
,
che
il
sangue
chiami
altro
sangue
,
che
i
morti
chiedano
,
come
vittime
espiatorie
,
altri
morti
.
La
pazzia
che
succede
alle
lunghe
febbri
ci
possiede
tutti
e
non
v
'
è
chi
vada
per
la
strada
senza
sospettare
nel
passante
un
nemico
e
senza
temere
,
certi
giorni
,
la
scheggia
d
'
una
bomba
o
un
proiettile
che
(
sbagli
la
mira
...
StampaPeriodica ,
È
stato
giustamente
affermato
che
uno
dei
problemi
da
risolvere
per
la
realizzazione
integrale
dell
'
ordinamento
corporativo
e
l
'
educazione
della
mentalità
di
molti
italiani
al
fenomeno
sindacale
.
Il
Sindacalismo
è
un
fenomeno
necessario
proprio
di
tutte
le
Società
e
di
tutti
i
tempi
.
Nella
società
contemporanea
l
'
associazione
della
classe
,
è
un
fatto
innegabile
ed
inevitabile
,
in
quanto
la
tutela
necessaria
dell
'
interesse
collettivo
esige
che
i
singoli
individui
riuniscano
le
proprie
forze
per
realizzare
i
propri
fini
.
Muovendo
dal
concetto
che
il
Sindacalismo
è
un
fenomeno
necessario
,
ne
deriva
che
lo
Stato
deve
dare
all
'
organizzazione
sindacale
un
ordinamento
giuridico
per
sottoporne
il
riconoscimento
a
certe
condizioni
,
per
determinare
la
capacità
giuridica
,
le
responsabilità
,
i
diritti
e
gli
obblighi
della
associazione
sindacale
.
E
non
deve
restringersi
il
concetto
del
sindacalismo
così
da
ridurlo
alla
sola
considerazione
dell
'
associazione
dei
lavoratori
manuali
,
ma
è
giusto
e
logico
che
esso
si
estenda
a
tutte
le
organizzazioni
delle
forze
produttive
del
paese
sia
che
si
tratti
di
lavoratori
intellettuali
,
degli
artisti
e
dei
datori
di
lavoro
o
imprenditori
.
Si
può
affermare
che
il
Sindacalismo
come
espressione
dei
desideri
e
delle
aspirazioni
delle
masse
operaie
sia
nato
da
quando
la
società
moderna
pose
essa
stessa
il
problema
del
lavoro
.
Il
Fascismo
attraverso
il
proprio
Sindacalismo
affrontò
il
problema
del
lavoro
,
secondo
un
punto
di
vista
nettamente
realistico
.
Innanzitutto
rivelò
che
le
ideologie
internazionalistiche
propugnate
dal
sindacalismo
socialista
,
in
tanto
sono
realizzabili
,
in
quanto
abbia
a
sussistere
nella
realtà
uno
stato
di
eguale
potenza
economica
tra
paese
e
paese
e
quindi
tra
classe
e
classe
dei
singoli
paesi
.
Ma
quando
come
effettivamente
è
nella
dura
realtà
,
i
beni
economici
per
le
leggi
naturali
che
sfuggono
all
'
umano
controllo
sono
distribuiti
in
diversa
proporzione
fra
i
popoli
,
come
è
possibile
stabilire
una
intesa
perfetta
tra
classi
e
classi
?
Di
fronte
a
questo
stato
di
fatto
il
Sindacalismo
fascista
affermò
che
per
i
popoli
i
quali
,
come
nel
nostro
,
sono
poveri
di
materie
prime
e
viceversa
,
per
naturale
compenso
fecondi
di
razza
,
la
tutela
delle
classi
lavoratrici
non
può
compiersi
se
non
nell
'
ambito
della
Nazione
.
Tra
le
varie
classi
esiste
in
altre
parole
,
una
ragione
superiore
di
solidarietà
,
la
quale
sovrasta
i
contrasti
di
categoria
,
la
solidarietà
cioè
di
una
nazione
proletaria
,
che
deve
lottare
per
la
sua
esistenza
contro
paesi
più
ricchi
ed
economicamente
più
forti
e
fortunati
.
Così
la
caratteristica
del
Sindacalismo
fascista
è
la
caratteristica
nazionale
.
Il
Sindacalismo
Fascista
ha
affrontato
il
problema
partendo
da
un
principio
di
uguaglianza
sociale
.
Esso
ha
affermato
che
di
fronte
allo
Stato
tutte
le
classi
vengono
a
porsi
su
di
uno
stesso
piano
;
non
vi
sono
i
più
forti
e
più
deboli
,
i
più
organizzati
ed
i
meno
organizzati
;
vi
sono
unicamente
le
varie
categorie
di
produttori
.
Questa
uguaglianza
giuridica
che
allinea
ugualmente
tutte
le
classi
,
impone
già
di
per
se
stessa
un
metodo
di
lotta
per
lo
meno
diverso
da
quello
del
passato
,
poiché
i
vari
ceti
si
trovano
ad
avere
un
uguale
potere
.
Organo
integratore
delle
associazioni
sindacali
è
la
Corporazione
.
Esclusi
i
Sindacati
misti
,
comprendenti
cioè
al
tempo
stesso
datori
di
lavoro
e
lavoratori
sorgeva
il
problema
del
collegamento
fra
le
associazioni
formate
,
come
vuole
la
legge
,
da
soli
datori
di
lavoro
o
da
soli
lavoratori
;
problema
di
grande
rilevanza
,
perché
trattasi
di
riunire
i
fattori
della
produzione
,
di
collegarli
in
vista
di
interessi
generali
,
nazionali
,
e
della
necessità
che
essi
procedano
sempre
d
'
accordo
.
La
Corporazione
quale
è
considerata
e
regolata
dal
nuovo
ordinamento
forma
come
il
coronamento
di
un
edificio
nel
quale
i
piani
sottostanti
sono
costituiti
dalle
associazioni
sindacali
unitarie
,
o
di
primo
grado
,
e
dalle
associazioni
sindacali
di
grado
superiore
.
Si
hanno
così
organi
centrali
di
collegamento
,
o
corporativi
che
posseggono
carattere
nazionale
(
Organi
di
Stato
)
.
E
qui
è
il
punto
essenziale
che
distingue
la
Corporazione
dal
Sindacato
.
La
Corporazione
è
un
tutto
di
cui
il
Sindacato
è
una
parte
.
Il
Sindacato
ha
una
azione
parziale
,
la
Corporazione
una
azione
generale
,
coordinatrice
,
unitaria
.
In
generale
si
fa
una
tale
confusione
tra
corporazione
e
sindacato
da
ritenere
che
siano
omonimi
e
che
,
quindi
,
stato
corporativo
e
stato
sindacale
siano
tutt
'
uno
giungendo
così
a
non
distinguere
la
profonda
differenza
tra
un
ordinamento
statale
che
abbia
per
base
il
Sindacato
,
ossia
la
classe
,
ed
un
ordinamento
statale
che
abbia
per
base
la
Corporazione
,
ossia
l
'
organizzazione
integrale
di
tutti
i
fattori
della
produzione
:
il
capitale
ed
il
lavoro
.
A
tipo
di
ordinamento
di
stato
sindacale
può
essere
citato
,
pure
in
senso
relativo
,
quello
bolscevico
della
Russia
mentre
l
'
ordinamento
corporativo
è
una
tra
le
più
essenziali
caratteristiche
dello
Stato
Fascista
,
e
basta
questo
confronto
per
porre
in
rilievo
,
la
necessità
di
conoscere
a
fondo
,
nella
sostanza
e
nello
spirito
,
prima
ancora
che
nelle
forme
esteriori
l
'
ordinamento
corporativo
del
nostro
paese
.
Con
questi
chiarimenti
non
può
sussistere
alcuna
giustificata
ignoranza
circa
l
'
essenza
dell
'
ordinamento
corporativo
e
circa
i
rapporti
tra
corporazione
e
sindacato
.
La
corporazione
non
esclude
il
sindacato
:
lo
supera
.
Il
Sindacato
rappresenta
la
classe
dei
datori
di
lavoro
o
dei
lavoratori
.
Come
tale
collabora
nell
'
interesse
della
classe
che
rappresenta
.
La
Corporazione
è
costituita
invece
dalla
categoria
,
nei
diversi
raggruppamenti
di
datori
di
lavoro
e
lavoratori
;
per
questa
sua
costituzione
,
è
portata
a
vedere
gli
interessi
della
produzione
non
da
un
punto
di
vista
unilaterale
e
parziale
ma
sotto
l
'
aspetto
generale
comune
ai
suoi
raggruppamenti
.
E
attraverso
il
superiore
organo
di
collegamento
le
corporazioni
vengono
a
trovarsi
sul
piano
generale
degli
interessi
nazionali
,
nei
quali
si
uniscono
e
si
confondono
gli
interessi
particolari
,
della
classe
e
della
categoria
come
nella
Nazione
si
uniscono
e
si
confondono
le
classi
e
le
categorie
.
Al
di
sopra
di
ogni
interesse
,
di
ogni
egoismo
è
l
'
idea
di
Patria
,
intesa
non
già
come
una
nebulosa
inafferrabile
,
ma
come
una
realtà
viva
ed
operante
,
costituita
di
tutto
il
complesso
organismo
nazionale
,
di
cui
ogni
cittadino
è
nel
contempo
creatore
e
creatura
.
Questo
è
un
concetto
che
credo
abbiano
nella
mente
tutti
anche
se
le
lotte
e
le
concezioni
politiche
che
il
Fascismo
ha
superate
parvero
per
un
momento
farcelo
dimenticare
.
Stato
vuol
dire
Nazione
,
Nazione
vuol
dire
Patria
,
Patria
vuol
dire
la
nostra
terra
,
ed
il
complesso
degli
interessi
delle
nostre
famiglie
e
di
noi
stessi
.
Finché
abbiamo
nel
sangue
l
'
affetto
per
la
nostra
famiglia
e
ci
sentiamo
pronti
,
ove
occorra
,
a
sacrificare
ad
essi
i
nostri
interessi
particolari
,
necessariamente
dobbiamo
sentire
lo
stesso
vincolo
di
affetto
e
di
subordinazione
verso
la
Patria
,
che
non
è
che
il
complesso
di
tutte
le
famiglie
nostre
e
degli
interessi
relativi
.
Da
questa
premessa
ne
discende
logicamente
che
il
vero
interesse
individuale
o
di
classe
non
può
non
identificarsi
in
quello
di
tutta
la
collettività
,
che
la
sorte
di
ognuno
è
strettamente
legata
alla
sorte
di
tutti
coloro
che
vivono
nella
stessa
terra
,
hanno
lo
stesso
sangue
,
sono
retti
dalle
stesse
leggi
.
Se
taluno
può
a
volte
ritenere
il
proprio
interesse
contrario
a
quello
della
collettività
,
ciò
deriva
da
una
concezione
contraria
ai
principi
del
Fascismo
che
vuole
sviluppati
nel
popolo
i
valori
spirituali
ed
il
senso
del
dovere
civico
.
La
Corporazione
che
il
nuovo
ordinamento
sindacale
permette
di
instaurare
,
potrà
essere
infatti
l
'
espressione
più
feconda
,
più
fattiva
,
più
utile
della
collaborazione
tra
gli
agenti
della
produzione
e
potrà
avere
il
carattere
veramente
associativo
delle
energie
tutte
cooperanti
alla
prosperità
nazionale
,
perché
in
essa
e
per
essa
gli
egoismi
,
gli
interessi
,
le
aspirazioni
,
le
tendenze
di
categoria
o
di
classe
dovranno
sottomettersi
alla
legge
inflessibile
dell
'
utilità
e
del
bene
nazionale
che
lo
Stato
ha
il
compito
di
fare
imperare
su
tutti
e
contro
tutti
.
Il
Fascismo
pone
dei
principi
,
dei
capisaldi
,
delle
norme
che
valgono
a
far
sorgere
un
edificio
nuovo
,
equilibrato
organicamente
ideato
,
nel
quale
trovano
posto
le
organizzazioni
sindacali
di
datori
di
lavoro
e
di
lavoratori
manuali
ed
intellettuali
:
le
Corporazioni
,
che
collegano
le
une
alle
altre
;
la
Magistratura
,
che
quando
lo
necessiti
la
mancata
conciliazione
risolve
le
controversie
nel
lavoro
.
È
questa
costruzione
giuridica
,
economica
,
sociale
che
ogni
italiano
ha
il
dovere
oggidì
di
conoscere
almeno
nelle
sue
linee
generali
;
è
questo
nuovo
ordinamento
economico
dello
Stato
che
,
mentre
costituisce
un
titolo
di
onore
del
Fascismo
e
un
esperimento
di
grande
portata
nazionale
,
viene
a
formare
anche
lo
strumento
fondamentale
dello
sviluppo
ulteriore
della
economia
nazionale
;
è
questa
nuova
concezione
dei
compiti
della
Rivoluzione
Fascista
che
devesi
seguire
con
interesse
,
con
amore
e
con
passione
nella
sua
graduale
incessante
attuazione
.
StampaPeriodica ,
Merlino
dice
senza
dubbio
molte
cose
giustissime
e
che
diciamo
anche
noi
;
ma
nell
affermare
delle
idee
generali
,
sulle
necessità
della
vita
sociale
,
perde
di
vista
,
a
parer
nostro
,
la
differenza
tra
autoritarismo
ed
anarchismo
e
le
ragioni
della
differenza
.
Così
che
tutto
il
suo
argomentare
potrebbe
servire
benissimo
per
sostenere
la
necessità
di
un
governo
,
e
quindi
l
impossibilità
dell
anarchia
.
Stabiliamo
subito
quali
sono
i
punti
in
cui
siamo
d
accordo
,
acciò
né
il
Merlino
né
altri
,
cui
piaccia
polemizzare
con
noi
,
perda
il
tempo
a
combattere
in
noi
idee
che
non
sono
nostre
,
e
riesca
così
a
sfondare
delle
porte
aperte
.
Noi
pensiamo
che
in
molti
casi
la
minoranza
anche
se
convinta
di
aver
ragione
,
deve
cedere
alla
maggioranza
,
perché
altrimenti
non
vi
sarebbe
vita
sociale
possibile
e
fuori
della
società
è
impossibile
ogni
vita
umana
.
E
sappiamo
benissimo
che
le
cose
in
cui
non
si
può
raggiungere
l
unanimità
ed
in
cui
è
necessario
che
la
minoranza
ceda
non
sono
le
cose
di
poco
momento
;
ma
anche
,
e
specialmente
,
quelle
di
importanza
vitale
per
l
economia
della
collettività
.
Noi
non
crediamo
nel
diritto
divino
delle
maggioranze
,
ma
nemmeno
crediamo
che
le
minoranze
rappresentino
,
sempre
,
la
ragione
ed
il
progresso
.
Galileo
aveva
ragione
contro
tutti
i
suoi
contemporanei
;
ma
vi
sono
oggi
ancora
alcuni
che
sostengono
che
la
terra
è
piatta
e
che
il
sole
le
gira
intorno
,
e
nessuno
vorrà
dire
che
hanno
ragione
perché
son
diventati
minoranza
.
Del
resto
,
se
è
vero
che
i
rivoluzionari
sono
sempre
una
minoranza
,
sono
anche
sempre
in
minoranza
gli
sfruttatori
ed
i
birri
.
Così
pure
noi
siamo
d
accordo
col
Merlino
nell
ammettere
che
è
impossibile
che
ogni
uomo
faccia
tutto
da
sè
,
e
che
,
se
anche
fosse
possibile
,
ciò
sarebbe
sommamente
svantaggioso
per
tutti
.
Quindi
ammettiamo
la
divisione
del
lavoro
sociale
,
la
delegazione
delle
funzioni
e
la
rappresentanza
delle
opinioni
e
degli
interessi
propri
affidata
ad
altri
.
E
soprattutto
respingiamo
come
falsa
e
perniciosa
ogni
idea
di
armonia
provvidenziale
e
di
ordine
naturale
nella
società
,
poichè
crediamo
che
la
società
umana
e
l
uomo
sociale
esso
stesso
siano
il
prodotto
di
una
lotta
lunga
e
faticosa
contro
la
natura
,
e
che
se
l
uomo
cessasse
dall
esercitare
la
sua
volontà
cosciente
e
si
abbandonasse
alla
natura
,
ricadrebbe
presto
nella
animalità
e
nella
lotta
brutale
.
Ma
e
qui
è
la
ragione
per
cui
siamo
anarchici
noi
vogliamo
che
le
minoranze
cedano
volontariamente
quando
così
la
richieda
la
necessità
ed
il
sentimento
della
solidarietà
.
Vogliamo
che
la
divisione
del
lavoro
sociale
non
divida
gli
uomini
in
classi
e
faccia
gli
uni
direttori
e
capi
,
esenti
da
ogni
lavoro
ingrato
,
e
condanni
gli
altri
ad
esser
le
bestie
da
soma
della
società
.
Vogliamo
che
delegando
ad
altri
una
funzione
,
cioè
incaricando
altri
di
un
dato
lavoro
,
gli
uomini
non
rinunzino
alla
propria
sovranità
,
e
che
,
ove
occorra
un
rappresentante
,
questi
sia
il
portaparola
dei
suoi
mandanti
o
l
esecutore
delle
loro
volontà
,
e
non
già
colui
che
fa
la
legge
e
la
fa
accettare
per
forza
,
e
crediamo
che
ogni
organizzazione
sociale
non
fondata
sulla
libera
e
cosciente
volontà
dei
suoi
membri
conduce
all
oppressione
ed
allo
sfruttamento
della
massa
da
parte
di
una
piccola
minoranza
.
Ogni
società
autoritaria
si
mantiene
per
coazione
.
La
società
anarchica
deve
essere
fondata
sul
libero
accordo
:
in
essa
bisogna
che
gli
uomini
sentano
vivamente
ed
accettino
spontaneamente
i
doveri
della
vita
sociale
,
e
si
sforzino
di
organizzare
gl
interessi
discordanti
e
di
eliminare
ogni
motivo
di
lotta
intestina
;
o
almeno
che
,
se
conflitti
si
producono
,
essi
non
siano
mai
di
tale
importanza
da
provocare
la
costituzione
di
un
potere
moderatore
,
che
col
pretesto
di
garantire
la
giustizia
a
tutti
,
ridurrebbe
tutti
in
servitù
.
Ma
se
la
minoranza
non
vuol
cedere
?
dice
Merlino
.
E
se
la
maggioranza
vuol
abusare
della
sua
forza
?
domandiamo
noi
.
È
chiaro
che
nell
un
caso
come
nell
altro
non
v
è
anarchia
possibile
.
Per
esempio
noi
non
vogliamo
polizia
.
Ciò
suppone
naturalmente
che
noi
pensiamo
che
le
nostre
donne
,
i
nostri
bimbi
e
noi
stessi
possiamo
andar
per
le
strade
senza
che
nessuno
ci
molesti
,
o
almeno
che
se
qualcuno
volesse
abusar
su
di
noi
della
sua
forza
superiore
,
troveremmo
nei
vicini
e
nei
passanti
più
valida
protezione
che
non
in
un
corpo
di
polizia
appositamente
stipendiato
.
Ma
se
invece
delle
bande
di
facinorosi
van
per
le
strade
insultando
e
bastonando
i
più
deboli
di
loro
ed
il
pubblico
assiste
indifferente
a
tale
spettacolo
?
Allora
naturalmente
i
deboli
e
quelli
che
amano
la
propria
tranquillità
invocherebbero
la
istituzione
della
polizia
,
e
questa
non
mancherebbe
di
costituirsi
.
Si
potrebbe
forse
sostenere
che
,
date
quelle
circostanze
,
la
polizia
sarebbe
il
minore
dei
mali
;
ma
non
si
potrebbe
certo
dire
che
si
sta
in
anarchia
.
La
verità
sarebbe
che
quando
v
è
tanti
prepotenti
da
un
lato
e
tanti
vili
dall
altro
l
anarchia
non
è
possibile
.
Quindi
è
che
l
anarchico
deve
sentire
fortemente
il
rispetto
della
libertà
e
del
benessere
degli
altri
,
e
deve
fare
di
questo
rispetto
lo
scopo
precipuo
della
sua
propaganda
.
Ma
,
si
obbietterà
,
gli
uomini
oggi
sono
troppo
egoisti
,
troppo
intolleranti
,
troppo
cattivi
per
rispettare
i
diritti
degli
altri
e
cedere
volontariamente
alle
necessità
sociali
.
Invero
,
noi
abbiamo
sempre
riscontrato
negli
uomini
,
anche
i
più
corrotti
,
tale
un
bisogno
di
essere
stimati
ed
amati
,
e
,
in
date
circostanze
,
tanta
capacità
di
sacrificio
e
tanta
considerazione
dei
bisogni
degli
altri
da
sperare
che
,
una
volta
distrutte
con
la
proprietà
individuale
le
cause
permanenti
dei
più
gravi
antagonismi
,
non
sarà
difficile
di
ottenere
la
libera
cooperazione
di
ciascuno
al
benessere
di
tutti
.
Comunque
sia
,
noi
anarchici
non
siamo
tutta
l
umanità
e
non
possiamo
certamente
far
da
noi
soli
tutta
la
storia
umana
;
ma
possiamo
e
dobbiamo
lavorare
per
la
realizzazione
dei
nostri
ideali
cercando
di
eliminare
,
il
più
possibile
,
la
lotta
e
la
coazione
nella
vita
sociale
.
E
dopo
ciò
ha
ragione
di
sostenere
Merlino
che
il
parlamentarismo
non
può
sparire
completamente
e
che
ve
ne
dovrà
restare
qualche
cosa
anche
nella
società
da
noi
vagheggiata
?
Noi
crediamo
che
il
chiamare
parlamentarismo
o
avanzo
di
parlamentarismo
quello
scambio
di
servizi
e
quella
distribuzione
delle
funzioni
sociali
senza
di
cui
la
società
non
potrebbe
esistere
,
sia
un
alterare
senza
ragione
il
significato
accettato
delle
parole
,
e
non
possa
che
oscurare
e
confondere
la
discussione
.
Il
parlamentarismo
è
una
forma
di
governo
;
e
un
governo
significa
potere
legislativo
,
potere
esecutivo
e
potere
giudiziario
;
significa
violenza
,
coazione
,
imposizione
con
la
forza
della
volontà
dei
governanti
ai
governati
.
Un
esempio
chiarirà
il
nostro
concetto
.
I
vari
Stati
d
Europa
e
del
mondo
stanno
in
rapporto
tra
di
loro
,
si
fanno
rappresentare
gli
uni
presso
gli
altri
,
organizzano
servizi
internazionali
,
convocano
congressi
,
fanno
la
pace
o
la
guerra
,
senza
che
vi
sia
un
governo
internazionale
,
un
potere
legislativo
che
faccia
la
legge
a
tutti
gli
Stati
,
ed
un
potere
esecutivo
che
a
tutti
l
imponga
.
Oggi
i
rapporti
tra
i
diversi
Stati
sono
ancora
in
molta
parte
fondati
sulla
violenza
e
sul
sospetto
.
Alle
sopravvivenze
ataviche
delle
rivalità
storiche
,
degli
odi
di
razza
e
di
religione
e
dello
spirito
di
conquista
,
si
aggiunge
la
concorrenza
economica
ogni
giorno
minacciati
dalla
guerra
ed
ogni
giorno
i
grossi
Stati
fan
violenza
ai
piccoli
.
Ma
chi
oserebbe
sostenere
che
per
rimediare
a
questo
stato
di
cose
bisognerebbe
che
ogni
Stato
nominasse
dei
rappresentanti
,
i
quali
,
riunitisi
stabilissero
tra
loro
,
a
maggioranza
di
voti
,
i
principi
del
diritto
internazionale
e
le
sanzioni
penali
contro
i
trasgressori
e
man
mano
legiferassero
su
tutte
le
questioni
tra
Stato
e
Stato
;
ed
avessero
a
loro
disposizione
una
forza
per
far
rispettare
le
loro
decisioni
?
Questo
sarebbe
il
parlamentarismo
esteso
ai
rapporti
internazionali
;
e
lungi
dall
armonizzare
gl
interessi
dei
vari
Stati
e
distruggere
le
cause
dei
conflitti
,
tenderebbe
a
consolidare
il
predominio
dei
più
forti
e
creerebbe
una
nuova
classe
di
sfruttatori
e
di
oppressori
internazionali
.
Qualche
cosa
di
questo
genere
esiste
di
già
in
germe
nel
«
concetto
»
delle
grandi
potenze
,
e
tutti
ne
vediamo
gli
effetti
liberticidi
.
Ed
ancora
due
parole
sulla
questione
dell
astensionismo
elettorale
.
Merlino
continua
a
parlare
dell
attività
propagandista
che
si
può
spiegare
per
mezzo
delle
elezioni
;
ma
non
pensa
a
quello
che
si
potrebbe
fare
se
,
respingendo
la
lotta
elettorale
,
si
portasse
quell
attività
sopra
un
altro
campo
più
consono
coi
nostri
principi
e
coi
nostri
fini
.
Merlino
non
crede
nella
conquista
dei
poteri
pubblici
;
ma
noi
non
vorremmo
questa
conquista
,
né
per
noi
né
per
altri
,
neanche
se
la
credessimo
possibile
.
Noi
siamo
avversari
del
principio
di
governo
,
e
non
crediamo
che
chi
andasse
al
governo
si
affretterebbe
poi
a
rinunziare
al
potere
conquistato
.
I
popoli
che
vogliono
la
libertà
demoliscono
le
Bastiglie
,
i
tiranni
invece
,
domandano
di
entrarvi
e
fortificarvisi
,
colla
scusa
di
difendere
il
popolo
contro
i
nemici
.
Quindi
noi
non
vogliamo
che
il
popolo
s
abitui
a
mandare
al
potere
i
suoi
amici
,
o
pretesi
tali
,
e
ad
attendersi
l
emancipazione
dalla
loro
ascesa
al
potere
.
L
astensione
per
noi
è
una
questione
di
tattica
;
ma
è
tanto
importante
che
,
quando
vi
si
rinunzia
,
si
finisce
col
rinunziare
anche
ai
principi
.
E
ciò
per
la
naturale
connessione
dei
mezzi
col
fine
.
Merlino
si
duole
di
non
essere
completamente
d
accordo
né
con
noi
né
coi
socialisti
democratici
;
ma
dice
che
non
si
può
disdire
.
Noi
non
gli
domandiamo
certamente
di
disdirsi
,
contro
le
sue
convinzioni
e
contro
la
sua
coscienza
.
Ma
ci
permettiamo
di
fargli
un
osservazione
.
Una
tattica
,
per
buona
che
sia
,
non
vale
se
non
quando
è
accettata
da
coloro
che
dovrebbero
praticarla
.
Ora
,
a
ragione
o
a
torto
,
noi
e
gli
anarchici
tutti
,
della
tattica
proposta
dal
Merlino
non
vogliamo
saperne
.
Non
è
meglio
che
egli
stia
con
noi
con
cui
ha
pur
comuni
gl
ideali
e
comuni
ha
pure
i
mezzi
principali
di
lotta
,
anziché
sciupare
le
sue
forze
in
un
tentativo
che
resterà
sterile
,
ne
siam
sicuri
,
a
meno
che
egli
rinunzi
all
anarchia
e
cerchi
i
suoi
partigiani
tra
gli
avversari
nostri
e
suoi
?
StampaPeriodica ,
Fascisti
in
piedi
!
Presentiamo
le
armi
ai
morti
innocenti
del
Diana
:
riverenti
inchiniamoci
davanti
alle
vittime
della
follia
anarchica
...
I
nostri
volti
contratti
dal
dolore
e
dall
'
angoscia
di
quest
'
ora
rossa
di
sangue
dicano
ai
feroci
assassini
il
nostro
fermo
e
irrevocabile
proposito
di
vendicare
i
caduti
.
La
sfida
è
gettata
:
raccoglietela
,
o
belve
umane
,
se
ne
avete
il
coraggio
,
uscite
dall
'
ombra
paurosa
e
vile
;
venite
all
'
aperto
,
smascheratevi
e
combattiamo
la
battaglia
.
Il
dilemma
è
uno
:
o
noi
o
voi
...
o
la
vita
o
la
morte
...