StampaPeriodica ,
I
possessi
di
manomorta
si
distinguono
in
4
categorie
;
possessi
demaniali
,
comunali
,
ecclesiastici
,
opere
pie
.
Ecco
la
ripartizione
secondo
la
rendita
:
Demanio
nazionale
,
o
possessi
dello
Stato
,
ha
di
rendita
:
L
.
12.440.000
Comuni
hanno
di
rendita
:
15,000.000
Cassa
ecclesiastica
:
12.000.000
Clero
secolare
:
32.000.000
Corporazioni
religiose
:
8.560.000
Opere
pie
,
come
spedali
,
ecc
.
:
25.000.000
L
.
105.000.000
Capitalizzando
quella
rendita
si
trova
un
capitale
nelle
manimorte
di
1.783
milioni
.
La
manomorta
possiede
male
e
tiene
peggio
,
perché
i
suoi
beni
sono
male
amministrati
e
peggio
coltivati
;
se
quell
enorme
capitale
fosse
in
mano
dei
privati
verrebbe
a
due
e
tre
volte
più
.
In
due
modi
si
distrugge
la
manomorta
;
o
con
l
incameramento
o
con
i
livelli
che
possono
redimersi
;
quest
ultimo
modo
già
adottato
in
Toscana
è
ancora
in
vigore
nelle
provincie
meridionali
;
mancava
solo
la
legge
che
rendesse
redimibili
i
livelli
,
e
così
la
proprietà
di
manomorta
entra
nell
industria
privata
.
Il
Parlamento
ha
già
approvato
una
legge
con
la
qualche
chi
vuole
affrancare
un
canone
è
padrone
.
In
Italia
sono
47
arcivescovadi
,
21.100
parocchie
,
molti
seminari
,
parecchie
abbadie
ed
altri
benefizi
.
Ma
nulla
ancora
si
sa
di
preciso
.
La
rendita
fondiaria
dei
beni
che
possiede
il
clero
per
le
provincie
che
attualmente
fan
parte
del
Regno
d
Italia
si
valuta
a
29
milioni
;
ma
la
cifra
si
ritiene
di
sotto
del
vero
ed
è
più
vicina
a
33
milioni
;
nello
specchio
che
sopra
fu
posto
,
32
milioni
.
Nel
1855
furono
soppressi
nell
antico
Stato
del
Piemonte
300
conventi
con
5.172
religiosi
di
cui
3.334
mendicanti
.
Nell
Umbria
e
nelle
Marche
i
conventi
soppressi
sono
707
che
avevano
più
di
10.000
persone
.
Nelle
provincie
napolitane
cessarono
di
esistere
1.167
case
religiose
ove
abitavano
18.615
persone
di
cui
12.252
uomini
e
6.363
donne
;
più
della
metà
erano
mendicanti
.
Nell
Emilia
esistono
177
conventi
con
3.600
persone
,
in
Toscana
312
conventi
con
7.413
religiosi
,
di
cui
3.138
maschi
e
4.255
femmine
.
Senza
contare
la
Sicilia
,
nelle
provincie
del
Regno
d
Italia
vi
sono
2.664
conventi
con
44.800
persone
,
e
queste
sono
cifre
che
fanno
riflettere
seriamente
,
perché
in
Italia
vediamo
la
gente
più
volentieri
darsi
all
ozio
del
convento
che
al
lavoro
della
terra
e
dell
industria
.
Mancano
i
dati
statistici
,
perché
non
si
sa
ancora
quanto
posseggano
le
chiese
e
i
conventi
che
tuttora
sussistono
e
non
si
conosce
ancora
il
numero
delle
persone
che
compongono
il
clero
secolare
e
regolare
,
ma
si
può
ritenere
che
possegga
per
più
di
1.040
milioni
di
lire
.
Non
sarà
inutile
il
seguente
confronto
che
raccomandiamo
ai
nostri
lettori
perché
molto
istruttivo
.
In
Italia
s
impiega
4
volte
più
braccia
che
in
Inghilterra
e
il
doppio
che
in
Francia
per
coltivare
la
terra
.
In
Italia
17
milioni
sono
occupati
nell
agricoltura
e
7
milioni
per
le
altre
industrie
:
produce
2
miliardi
e
350
milioni
,
e
consuma
per
1
miliardo
665
milioni
.
L
Inghilterra
impiega
12
milioni
di
abitanti
e
produce
4
miliardi
e
500
milioni
;
la
Francia
adopra
nell
agricoltura
21
milioni
di
abitanti
e
produce
per
5
miliardi
.
Da
questi
dati
si
rileva
che
l
Italia
nell
agricoltura
produce
4
sesti
meno
che
l
Inghilterra
e
quasi
2
volte
meno
che
la
Francia
.
In
Inghilterra
si
spende
40
franchi
per
ettaro
e
si
ritrae
213
franchi
.
In
Francia
si
spende
5
franchi
e
se
ne
ritrae
95
,
in
Italia
se
ne
spendono
4
e
se
ne
ritrae
79
:
se
l
Italia
avesse
l
attività
e
la
sapienza
inglese
nei
metodi
di
coltura
,
potrebbe
con
minor
numero
di
braccia
produrre
6
miliardi
500
milioni
,
mentre
ora
con
maggior
fatica
ne
produce
appena
un
terzo
del
valore
.
Le
ragioni
di
questa
inferiorità
si
resumono
in
due
specie
;
le
manomorte
che
tengono
legate
tante
proprietà
in
mano
dei
comuni
,
delle
opere
pie
e
del
clero
:
e
queste
la
maggior
parte
nel
Mezzogiorno
d
Italia
;
cause
naturali
sono
poi
il
corso
sregolato
dei
fiumi
,
le
acque
stagnanti
e
le
molte
manomorte
che
in
Italia
occupano
un
tredicesimo
del
suolo
.
Infine
i
pregiudizi
e
l
ignoranza
delle
classi
agricole
,
la
mancanza
di
vie
.
Da
tutte
queste
ragioni
si
vede
che
noi
Italiani
abbiamo
molto
da
fare
avanti
di
giungere
al
punto
a
cui
oggi
sono
giunte
le
altre
nazioni
più
civili
.
StampaPeriodica ,
Il
volume
dei
documenti
Galimberti
,
recentemente
pubblicati
da
Crispolto
Crispolti
e
da
Guido
Aureli
insieme
ad
una
estesa
introduzione
storica
destinata
ad
illuminarne
il
valore
ed
il
significato
,
permette
alla
nostra
curiosità
di
penetrare
un
po
'
più
addentro
nella
scena
politica
italiana
degli
anni
che
cominciano
intorno
all
'
80
e
terminano
intorno
al
'90
.
Dicendo
"
scena
politica
italiana
"
si
ha
forse
l
'
aria
di
rimpiccolire
a
torto
il
teatro
della
politica
vaticana
:
ma
guardando
le
cose
un
po
'
da
vicino
si
vede
che
non
impiccioliamo
niente
,
poiché
mentre
da
un
lato
i
protagonisti
della
politica
vaticana
erano
quasi
tutti
italiani
negli
anni
a
cui
si
riferiscono
questi
documenti
,
dall
'
altro
vedremo
facilmente
che
la
spina
dorsale
della
politica
di
Leone
XIII
e
di
Rampolla
contro
la
quale
si
erige
la
polemica
di
questa
pubblicazione
vindice
della
fama
di
Luigi
Galimberti
,
si
innesta
su
di
un
errore
della
politica
italiana
dopo
il
'70
(
quello
stesso
che
abbiamo
cercato
di
mettere
in
luce
due
settimane
fa
a
proposito
dell
'
Archivio
Crispi
)
che
perciò
la
gonfia
bolla
dell
'
imperialismo
pontificale
si
risolveva
tutta
in
una
fase
negativa
della
nuova
politica
italiana
.
-
Diamo
dunque
un
'
occhiata
assai
rapida
ai
due
campi
,
di
qua
e
di
là
del
Tevere
:
vediamo
un
po
'
che
cosa
valessero
,
in
Curia
Romana
o
in
Consiglio
dei
Ministri
,
i
soliti
nipoti
di
Machiavelli
.
Un
giudizio
demolitore
del
pontificato
di
Leone
XIII
è
da
parecchi
anni
superfluo
.
Lo
hanno
già
dato
,
in
Conclave
,
i
cardinali
chiamati
ad
eleggerne
il
successore
:
e
quel
giudizio
è
stato
irrimediabilmente
confermato
dall
'
opinione
cattolica
degli
anni
successivi
alla
elezione
di
Pio
X
.
Appena
morto
il
Pontefice
tutto
l
'
edificio
fastoso
e
barocco
della
fama
decorativa
di
Leone
XIII
è
sparito
come
per
incanto
.
Pareva
una
solida
costruzione
da
sfidare
i
secoli
,
tanto
che
gli
esaltatori
evocavano
in
suo
onore
le
immagini
più
gloriose
del
Pontificato
romano
-
Innocenzo
III
,
ad
esempio
-
ed
invece
si
rivelò
subito
per
un
castelletto
di
carte
,
o
per
una
nube
effimera
colorita
come
una
chimera
.
L
difficile
evocare
il
ricordo
di
un
'
altra
fama
declinata
con
altrettanta
rapidità
dopo
la
morte
dell
'
uomo
che
ne
godé
da
vivo
:
forse
per
avvicinarsi
al
caso
attuale
,
bisogna
pensare
ad
uno
scrittore
che
sparì
dalla
scena
del
mondo
alt
'
incirca
negli
stessi
anni
:
Emile
Zola
.
Come
si
spiega
questo
giudizio
sommario
che
ha
cancellato
,
in
mezzo
a
tanto
unanime
consenso
,
le
glorificazioni
,
durate
venticinque
anni
,
di
un
papato
che
parve
glorioso
ed
ora
sembra
a
tutti
vano
e
decorativo
?
È
possibile
spiegarlo
pensando
al
pontificato
di
Leone
XIII
come
ad
una
tesi
di
cui
,
ad
onta
di
numerosi
e
caparbi
tentativi
,
non
si
è
saputa
dare
la
dimostrazione
.
La
tesi
di
Leone
XIII
era
un
'
eco
delle
tradizioni
politiche
dello
Stato
romano
,
boriosamente
gonfiate
con
gli
ideali
universalistici
della
Chiesa
medioevale
:
la
mancata
dimostrazione
storica
di
questa
tesi
,
cioè
la
sua
mancata
attuazione
nel
campo
dei
fatti
,
aprì
gli
occhi
alla
massa
dei
cattolici
sulle
condizioni
della
Chiesa
,
non
dico
dopo
il
'70
ma
nel
mondo
moderno
;
poté
insomma
operare
in
molti
quell
'
operazione
di
carattere
a
cui
la
tipica
mentalità
cattolica
ostinatamente
rifiuta
.
Poiché
nella
Curia
di
Roma
vive
ancora
-
e
finché
si
vive
si
spera
-
una
visione
della
storia
moderna
in
cui
sarebbe
difficile
a
dire
se
sia
più
grande
l
'
incomprensione
o
l
'
orgoglio
;
una
visione
per
la
quale
si
concepisce
tutto
il
moto
moderno
che
parte
dalla
Riforma
e
passa
per
la
Rivoluzione
francese
e
per
la
rivendicazione
delle
nazionalità
,
come
una
deviazione
dalla
linea
maestra
del
genere
umano
,
alla
quale
si
dovrà
(
dopo
una
più
o
meno
lunga
cecità
)
ritornare
:
ed
alla
Chiesa
cattolica
si
dà
la
missione
di
aspettare
in
silenzio
,
conservando
il
patrimonio
sacro
dell
'
ortodossia
,
riaffermando
di
continuo
le
proprie
posizioni
fondamentali
senza
mai
rinunziare
a
nulla
,
in
attesa
del
giorno
in
cui
la
restaurazione
sarà
piena
e
completa
,
così
nell
'
ordine
dello
spirito
come
in
quello
del
mondo
.
Quella
certa
aria
di
grandiosità
che
circondò
il
pontificato
di
Leone
XIII
,
e
che
trasse
in
inganno
i
suoi
contemporanei
,
bisogna
ricondurla
a
questa
tradizione
oramai
secolare
,
alimentata
dal
tenace
ed
abile
sforzo
della
Compagnia
di
Gesù
,
ed
in
cui
non
bisogna
certo
vedere
nulla
che
rassomigli
ad
un
'
azione
personale
.
Sul
fondamento
di
,
questa
tradizione
,
si
svolse
la
politica
del
pontefice
.
La
quale
,
se
si
guarda
alla
facciata
,
sembra
vasta
,
multiforme
e
sollecita
di
ogni
bisogno
della
chiesa
:
si
svolge
essa
per
lunga
distesa
delle
questioni
dello
spirito
fino
a
quelle
della
società
ed
alla
diplomazia
.
Infatti
il
pontificato
leonino
sembra
avere
il
suo
fondamento
nella
restaurazione
della
filosofia
tomistica
quasiché
il
papa
volesse
incominciare
dallo
spirito
e
dalla
cultura
la
sua
opera
di
riedificazione
.
Viene
poi
la
preoccupazione
della
pace
religiosa
;
unione
delle
Chiese
orientali
,
liquidazione
del
Culturkampf
.
Indi
la
pace
sociale
interesse
per
le
classi
proletarie
,
fondazione
della
democrazia
cristiana
.
Su
questa
triplice
base
spirituale
sembra
riposare
la
politica
propriamente
detta
di
Leone
XIII
:
quale
base
sembrerebbe
a
prima
vista
più
solida
di
questa
per
quell
'
attività
che
la
Chiesa
,
vivendo
fra
gli
uomini
,
è
costretta
ad
esercitare
fra
gli
uomini
?
E
nessuno
certamente
vorrà
negare
a
quel
papa
una
certa
larghezza
d
'
ingegno
e
di
visione
arricchita
dalla
cultura
umanistica
che
gli
fu
propria
ma
nessuno
altresì
potrà
riconoscergli
la
solidità
dell
'
intelletto
politico
e
la
profonda
serietà
degli
scopi
:
quella
serietà
per
la
quale
l
'
individuo
scompare
,
totalmente
assimilato
ed
assorbito
,
nell
'
opera
della
sua
vita
.
Invece
l
'
immagine
di
Leone
XIII
,
con
la
sua
magnificenza
di
pose
e
di
parole
,
non
soltanto
non
è
scomparsa
nell
'
opera
del
suo
pontificato
,
ma
è
invece
una
delle
pochissime
cose
che
il
suo
pontificato
abbia
lasciato
dietro
di
sé
nel
mondo
.
Il
papa
di
Carpineto
amava
,
come
ogni
buon
italiano
,
la
letteratura
e
i
versi
,
e
riuscì
a
fare
della
propria
vita
un
discreto
componimento
letterario
-
latinamente
rotondo
-
ma
la
vita
,
nella
sua
difficile
ed
ardua
complessità
,
gli
sfuggì
quasi
totalmente
tanto
che
egli
,
nel
.
corso
di
pochi
anni
,
finì
per
mummificarsi
in
un
sogno
impossibile
il
quale
,
se
mettiamo
da
parte
il
valor
letterario
,
si
riduce
a
una
bizza
senile
senza
profondità
e
senza
coscienza
.
Alla
luce
di
questa
bizza
senile
nella
quale
si
rivelò
presto
il
motivo
fondamentale
di
tutta
la
sua
attività
,
noi
possiamo
apprezzare
il
giusto
valore
delle
sue
iniziative
filosofiche
,
spirituali
e
sociali
.
E
questo
valore
è
piccolo
,
perché
quasi
mai
egli
partecipa
intimamente
alle
iniziative
ch
'
egli
stesso
prende
:
in
esse
ha
l
'
aria
di
veder
soltanto
strumenti
di
grandezza
,
élisir
per
il
ritorno
della
vita
gagliarda
nel
vecchio
corpo
della
Chiesa
,
grande
ma
stanco
.
Così
il
neo
-
tomismo
è
ai
suoi
occhi
un
fondamento
granitico
su
cui
combattere
il
pensiero
moderno
insidiante
,
l
'
unione
delle
Chiese
è
la
costituzione
di
un
maggior
impero
per
la
sua
potestà
spirituale
e
la
stessa
democrazia
cristiana
(
forse
il
più
geniale
dei
suoi
disegni
)
vale
più
come
un
'
arma
di
battaglia
che
come
una
rivelazione
morale
e
sentimentale
dell
'
uomo
.
Tutte
queste
grandi
mosse
,
che
potevano
far
pensare
alla
fondazione
di
un
pontificato
nuovo
stile
-
il
pontificato
spirituale
-
misero
capo
invece
in
brevissimo
tempo
ad
un
sogno
ben
piccino
:
il
sogno
della
restaurazione
temporale
.
L
'
universalità
del
cattolicismo
medioevale
si
risolveva
rapidamente
in
un
legittimismo
,
nemmeno
nazionale
.
Orbene
:
il
pontificato
di
Leone
XIII
sembra
muoversi
fra
il
contrasto
di
due
tendenze
,
di
due
volontà
,
di
due
uomini
,
-
Galimberti
e
Rampolla
.
Tale
almeno
è
il
presupposto
del
volume
di
cui
ci
stiamo
occupando
,
gli
autori
del
quale
sembrano
credere
che
,
se
la
politica
del
Galimberti
avesse
potuto
prevalere
,
il
valore
del
pontificato
sarebbe
stato
diverso
.
La
lettura
dei
documenti
contenuti
nel
volume
a
dir
vero
non
autorizza
né
smentisce
questa
opinione
;
poiché
essi
ci
rappresentano
un
Galimberti
che
adottava
,
per
l
'
esecuzione
della
politica
papale
,
strumenti
diversi
,
talora
opposti
,
a
quelli
scelti
dal
Rampolla
:
ma
lasciano
poi
impregiudicata
la
questione
di
sapere
se
il
Galimberti
,
pur
scegliendo
strumenti
diversi
,
avrebbe
poi
saputo
o
potuto
trasformare
la
politica
papale
in
qualche
cosa
di
diverso
da
quel
meschino
tentativo
di
restaurazione
temporale
ch
'
essa
era
in
sostanza
.
Ad
ogni
modo
gli
episodi
del
contrasto
fra
i
due
politici
di
Curia
ci
offrono
il
modo
di
vedere
su
quale
base
effimera
poggiasse
la
politica
del
Vaticano
.
L
'
animo
di
Leone
,
essendosi
determinato
nel
fine
da
raggiungere
,
doveva
ancora
fissarsi
sui
mezzi
più
opportuni
per
ottenerlo
più
speditamente
.
Nell
'
attesa
di
potersi
decidere
,
egli
incominciò
col
voler
rialzare
il
prestigio
della
Chiesa
.
La
questione
del
Culturkampf
era
ancora
aperta
:
egli
si
propose
di
chiuderla
,
instaurando
la
pace
religiosa
in
Germania
;
si
proponeva
insieme
,
e
attraverso
i
necessari
contatti
col
Cancelliere
tedesco
,
di
saggiare
le
sue
disposizioni
di
spirito
riguardo
alla
questione
romana
.
Era
opportuno
l
'
intervento
diretto
della
Curia
nella
battaglia
che
Windthorst
andava
conducendo
da
tanti
anni
con
indomita
energia
?
È
difficile
esprimere
su
questo
punto
un
'
opinione
recisa
;
ma
i
dubbi
che
possono
sorgere
intorno
a
ciò
sono
piuttosto
rinforzati
che
dissipati
dagli
AA
.
,
che
pure
hanno
tanto
a
cuore
la
fama
del
Galimberti
:
il
quale
fu
lo
strumento
efficace
degli
accordi
che
si
stabilirono
fra
il
Papa
e
Bismarck
.
Questi
,
infatti
,
al
tempo
dell
'
elezione
di
Leone
XIII
,
era
piuttosto
stanco
ed
annoiato
della
lotta
da
lui
suscitata
,
e
cercava
più
che
altro
il
modo
di
ritirarsene
senza
che
fosse
avvertita
questa
sua
ritirata
.
Windthorst
,
che
teneva
il
campo
senza
paura
,
lo
avrebbe
probabilmente
costretto
a
svelare
le
proprie
intenzioni
.
Ma
venne
l
'
intervento
del
Papa
;
ed
ecco
aprirsi
un
nuovo
gioco
diplomatico
che
doveva
fornire
a
Bismarck
il
terreno
propizio
per
mascherare
il
proprio
insuccesso
,
e
per
sfruttare
le
velleità
papali
a
profitto
di
altre
necessità
della
politica
tedesca
.
Il
Papa
,
in
sostanza
,
veniva
col
suo
intervento
a
pregiudicare
le
condizioni
della
Chiesa
in
Germania
,
a
beneficio
di
una
ipotetica
risoluzione
della
questione
romana
;
e
Galimberti
,
in
questo
episodio
,
ci
appare
dalla
sua
.
Ora
,
proprio
in
questa
liquidazione
del
Culturkampf
,
iniziata
per
volontà
del
papa
ed
effettuata
dal
Galimberti
con
l
'
aiuto
dello
Schlozer
e
del
Kopp
,
si
gettavano
le
basi
del
colossale
insuccesso
della
politica
vaticana
in
quel
periodo
.
Per
persuadersi
di
ciò
bisogna
seguire
in
tutte
le
sue
fasi
la
prima
missione
del
Galimberti
a
Berlino
.
Le
istruzioni
pontificie
ch
'
egli
aveva
ricevuto
gli
facevano
obbligo
"
di
scandagliare
destramente
l
'
animo
del
Cancelliere
:
"
su
la
opportunità
e
i
vantaggi
di
una
rappresentanza
pontificia
in
Berlino
;
"
su
l
'
opinione
che
il
Principe
nutriva
verso
l
'
Italia
,
e
se
disposto
,
e
quando
e
come
,
a
ristabilire
il
Pontefice
nei
suoi
temporali
diritti
;
"
su
la
parte
che
all
'
azione
del
Papa
avrebbe
potuto
esser
riservata
nelle
vertenze
europee
;
"
su
la
possibilità
che
un
'
azione
di
tal
natura
fosse
invocata
in
ordine
all
'
Alsazia
-
Lorena
"
.
(
p
.
113
)
.
Di
qui
si
vede
che
,
chi
si
recava
a
negoziare
a
Berlino
la
pace
religiosa
teneva
in
pectore
la
questione
romana
;
e
si
trovava
quindi
in
condizione
psicologica
tale
da
poter
essere
indotto
a
stabilire
una
compensazione
fra
gli
svantaggi
che
potevano
incontrare
in
un
campo
e
gli
ipotetici
vantaggi
che
si
potevano
sperare
nell
'
altro
.
Così
Windthorst
fu
piegato
;
il
calore
spirituale
che
animava
l
'
opposizione
tedesca
allo
stato
prussiano
e
protestante
fu
intiepidito
dalla
diplomazia
romana
,
che
aveva
sulle
rive
della
Sprea
uno
dei
suoi
migliori
rappresentanti
nel
Galimberti
.
E
che
cosa
portò
questi
a
Roma
,
in
cambio
,
dal
Cancelliere
tedesco
?
Il
Galimberti
stesso
s
'
incarica
di
dircelo
.
"
Il
principe
portò
il
suo
discorso
sul
dono
da
farsi
al
Papa
per
il
Giubileo
sacerdotale
:
se
convenisse
donare
un
busto
dell
'
Imperatore
,
un
triregno
o
una
mitria
.
E
dal
discorso
del
Giubileo
,
passando
a
più
notevole
materia
venimmo
a
parlare
della
triplice
alleanza
.
Il
cancelliere
illustrò
il
suo
oggetto
:
essere
la
"
difesa
contro
attacchi
esterni
"
e
lasciar
quindi
libera
internamente
la
questione
romana
.
Disse
che
soltanto
il
pensiero
al
Papa
lo
aveva
tenuto
in
sospeso
se
stipularla
o
no
.
Se
l
'
Italia
desse
Roma
al
Papa
,
niuno
sarebbe
stato
più
felice
del
Cancelliere
:
perché
,
cessato
il
dissidio
tra
il
Papato
e
l
'
Italia
,
questa
sarebbe
stata
più
forte
.
Se
poi
egli
vedesse
il
prevalere
delle
"
idee
repubblicane
"
e
l
'
Italia
piegare
verso
la
Repubblica
e
perciò
verso
la
Francia
egli
non
esiterebbe
a
favorire
il
ritorno
del
dominio
temporale
del
Papa
;
non
solo
,
ma
anche
degli
antichi
sovrani
spodestati
.
"
Alle
mie
osservazioni
sulla
situazione
anormale
del
Papato
,
alle
dimostrazioni
che
cagionerebbero
al
Papato
le
scissure
,
ai
principi
opposti
dello
Stato
e
Chiesa
e
quindi
alle
inevitabili
collisioni
che
avrebbero
potuto
inevitabilmente
verificarsi
,
il
Principe
di
Bismarck
rispose
:
"
comprendo
che
senza
territorio
non
v
'
ha
indipendenza
,
non
v
'
ha
sovranità
reale
.
Ma
chaque
jour
a
son
travail
"
(
pag
.
134
)
.
Era
molto
?
era
poco
?
Doveva
passare
qualche
anno
prima
che
i
politici
di
Curia
riuscissero
a
rispondere
a
queste
domande
.
Ma
quando
poterono
rispondere
dovettero
riconoscere
che
Bismarck
nell
'
88
ebbe
un
accenno
a
riprendere
il
giuoco
dell
'
82
,
quando
,
esaurite
le
buone
ragioni
che
dovevano
indurre
l
'
Italia
ad
aderire
alla
Triplice
,
e
vedendo
che
quasi
non
bastava
la
stessa
occupazione
di
Tunisi
a
dissipare
la
francofilia
congenita
della
monarchia
italiana
,
pensò
di
ricorrere
alle
minaccie
,
e
sollevò
lo
spauracchio
della
questione
romana
.
L
'
Italia
che
non
aveva
compreso
le
ragioni
serie
,
capì
il
pericolo
e
andò
a
Vienna
.
Orbene
;
negli
anni
che
seguirono
l
'
adesione
dell
'
Italia
alla
Triplice
il
problema
dell
'
equilibrio
europeo
occupò
sempre
più
la
mente
oli
Bismarck
,
come
si
vede
chiaramente
dai
suoi
Ricordi
:
si
trattava
perciò
oli
dare
alla
sua
creazione
solidità
e
vitalità
.
Nell
'
87
,
prima
della
politica
di
Crispi
e
dopo
la
chicane
di
Robilant
,
l
'
Italia
era
ancora
nella
Triplice
un
elemento
incerto
:
bisognava
consolidarlo
.
La
chiusura
del
Culfurkampf
,
offrì
a
Bismarck
l
'
occasione
di
lusingare
al
tempo
stesso
le
velleità
papali
,
ottenendone
in
cambio
patti
migliori
,
e
di
ridar
vita
al
fantasma
della
questione
romana
:
ottimo
motivo
di
riflessione
per
gli
uomini
politici
del
Quirinale
.
Poco
dopo
infatti
Crispi
si
precipitava
a
Friedrichsruh
:
seguiva
a
breve
scadenza
la
rottura
dei
trattati
di
commercio
con
la
Francia
,
e
l
'
Italia
era
condotta
a
prendere
il
suo
posto
attivo
nell
'
alleanza
.
In
Vaticano
,
non
troppo
più
tardi
doveva
avvenire
il
contrario
.
Disilluso
amaramente
il
vecchio
Papa
con
la
visita
di
Guglielmo
II
,
che
si
risolse
in
un
oltraggio
alla
sua
dignità
-
un
oltraggio
che
gli
A
A
.
del
volume
non
esitano
a
paragonare
allo
schiaffo
di
Nogaret
a
Bonifazio
VIII
-
la
politica
vaticana
si
gettò
in
braccio
alla
Francia
,
dalla
quale
soltanto
si
aspettò
oramai
la
realizzazione
dei
suoi
sogni
temporalistici
.
Cominciò
allora
il
periodo
della
grande
tensione
fra
l
'
Italia
e
il
Vaticano
.
In
questo
modo
Bismarck
era
giunto
a
creare
una
vera
e
propria
"
questione
romana
"
nel
seno
dello
stato
italiano
:
una
questione
che
,
per
il
propendere
del
Vaticano
verso
la
Francia
,
faceva
necessariamente
dell
'
Italia
una
alleata
sicura
e
fedele
della
politica
tedesca
.
Bisogna
riconoscere
che
,
nell
'
un
campo
come
nell
'
altro
,
i
"
nipoti
di
Machiavelli
"
non
ci
fanno
una
troppo
bella
figura
.
Ma
chi
fa
la
figura
peggiore
è
certamente
il
Vaticano
,
il
cui
gioco
politico
è
evidentemente
inconsapevole
delle
condizioni
che
lo
rendono
possibile
:
nasce
cioè
da
un
'
errore
dell
'
Italia
ed
ha
invece
l
'
aria
di
riposare
su
solide
basi
autonome
e
di
muovere
alla
conquista
del
mondo
.
Basta
ricondursi
una
diecina
d
'
anni
indietro
dal
tempo
di
questi
avvenimenti
per
vedere
che
,
se
la
politica
italiana
si
fosse
svolta
logicamente
a
suo
tempo
secondo
la
linea
dei
veri
interessi
nazionali
,
tutto
questo
divertimento
politico
di
Leone
XIII
sarebbe
divenuto
impossibile
.
Bisogna
cioè
retrocedere
fino
alla
vigilia
del
Congresso
di
Berlino
,
quando
la
Germania
ci
offriva
l
'
Albania
in
cambio
della
Bosnia
,
e
l
'
alleanza
difensiva
contro
la
Francia
che
avrebbe
reso
impossibile
Tunisi
:
ed
allora
si
intende
come
un
'
adesione
tempestiva
all
'
amicizia
tedesca
avrebbe
non
soltanto
allontanato
da
noi
quei
danni
e
quelle
minacce
la
cui
eliminazione
diventò
poi
la
mèta
faticosa
della
politica
italiana
,
ma
ci
avrebbe
persuaso
per
tempo
che
lo
Stato
italiano
non
aveva
oramai
più
nulla
a
temere
dal
Vaticano
,
la
cui
ostilità
efficace
si
era
esaurita
nel
lungo
sforzo
secolare
contro
l
'
unità
italiana
:
che
anzi
lo
Stato
italiano
era
chiamato
a
succedere
ad
altri
stati
nell
'
esercizio
di
un
'
influenza
preponderante
sulla
politica
della
Santa
Sede
.
La
questione
romana
non
avrebbe
potuto
essere
galvanizzata
nemmeno
per
burla
se
ciò
non
fosse
stato
consono
in
qualche
modo
ai
disegni
di
Bismarck
:
e
spettava
all
'
Italia
di
fare
in
modo
che
tale
consonanza
non
ci
fosse
;
tanto
più
che
poteva
farlo
riconoscendo
e
servendo
i
suoi
reali
interessi
politici
.
Gli
uomini
di
Stato
italiani
,
invece
,
alla
visione
di
quegli
interessi
furono
ciechi
:
e
ci
volle
la
paura
per
aprir
loro
gli
occhi
,
e
per
spingere
la
Dinastia
trepidante
sulla
via
di
Vienna
.
Credevano
un
po
'
tutti
-
come
chi
poco
ragiona
e
poco
intende
-
alle
fantasime
dell
'
immaginazione
impressionata
;
credevano
così
,
più
che
alla
voce
dell
'
interesse
nazionale
,
allo
spettro
della
questione
romana
:
e
ci
volevano
il
conclave
di
Pio
X
e
il
cervello
prosaico
di
Giolitti
per
lasciar
dissipare
certe
paure
,
e
per
mostrare
la
funzione
che
poteva
avere
l
'
Italia
nella
vita
stessa
del
Vaticano
!
CRISPOLTO
CRISPOLTI
e
GUIDO
AURELI
..
-
La
politica
di
Leone
XIII
da
Luigi
Galimberti
a
Mariano
Rampolla
,
su
documenti
inediti
.
Roma
,
Bontempelli
e
Invernizzi
.
1912
.
Un
vol
.
di
pag
.
586
,
L
.
15
.
-
-
Alcuni
dei
documenti
pubblicati
nel
volume
hanno
una
reale
importanza
.
Si
legge
con
molto
profitto
l
'
introduzione
storica
,
scritta
da
chi
possiede
una
vera
conoscenza
dell
'
ambiente
vaticano
,
ed
un
buon
colpo
d
'
occhio
sulla
politica
europea
degli
ultimi
cinquant
'
anni
.
StampaPeriodica ,
Il
contesto
delle
vicende
contingenti
,
delle
occasioni
politiche
in
cui
si
è
verificato
negli
scorsi
mesi
il
superamento
«
ufficiale
»
delle
formule
e
schemi
rigidi
dell
'
unità
d
'
azione
,
ha
reso
difficile
,
anche
per
osservatori
attenti
e
spregiudicati
,
di
coglierne
il
valore
politico
e
ideologico
,
il
significato
positivo
.
Quell
'
atto
veniva
quasi
a
configurarsi
come
la
chiusura
di
una
parentesi
,
un
«
ritorno
»
(
in
particolare
ad
una
autonomia
che
si
presumeva
smarrita
dal
Partito
socialista
)
,
anziché
essere
considerato
come
la
conclusione
,
sul
piano
delle
formule
e
dei
simboli
,
del
processo
reale
di
formazione
della
politica
unitaria
,
il
cui
contrassegno
fondamentale
sempre
era
consistito
nel
contrasto
con
una
impostazione
formale
e
«
diplomatica
»
dei
rapporti
tra
i
due
partiti
proletari
e
con
la
concezione
dogmatica
del
partito
che
quella
impostazione
presupponeva
.
La
politica
unitaria
aveva
come
nucleo
essenziale
appunto
il
superamento
della
concezione
dei
partiti
operai
come
formazioni
chiuse
,
portatrici
ciascuna
di
una
propria
«
verità
di
classe
»
,
depositaria
ciascuna
di
un
immobile
verbo
marxista
,
cioè
il
superamento
della
deformazione
dogmatica
e
burocratica
del
partito
quale
rappresentanza
ipostatizzata
della
classe
.
La
negazione
di
questa
concezione
metafisica
,
quasi
religiosa
,
antimarxista
del
partito
proletario
significava
al
tempo
stesso
affermazione
di
esso
come
funzione
e
strumento
della
classe
,
anzi
del
movimento
della
classe
operaia
.
Gli
equivoci
sorti
intorno
al
superamento
del
patto
di
unità
d
'
azione
-
formula
da
.
sempre
contrastante
con
la
sostanza
della
politica
unitaria
-
hanno
impedito
che
se
ne
annessero
le
naturali
conseguenze
,
di
un
rafforzamento
dell
'
azione
unitaria
con
una
dialettica
più
agile
e
non
pira
formalisticamente
impacciata
tra
i
partiti
e
le
organizzazioni
operaie
,
dunque
anche
mediante
un
aperto
confronto
critico
degli
atteggiamenti
e
delle
idee
volti
a
interpretare
le
esigenze
del
movimento
reale
.
Vogliamo
cogliere
il
segno
e
la
possibilità
di
un
nuovo
orientamento
,
di
un
nuovo
rapporto
critico
tra
PSI
e
PCI
rispondente
all
'
essenza
della
politica
unitaria
,
in
alcuni
aspetti
dell
'
ultima
sessione
del
C.C.
comunista
.
I
problemi
sottolineati
dall
'
uscita
dal
PCI
di
numerosi
intellettuali
e
lavoratori
sono
stati
riconosciuti
,
specialmente
nella
relazione
di
Giorgio
Aprendola
,
ma
si
sano
manifestate
tendenze
a
individuarne
l
'
origine
nello
ammorbidimento
della
politica
e
della
disciplina
.
Accenniamo
qui
a
qualche
punto
che
ci
sembra
meriti
una
impegnativa
discussione
.
Nella
relazione
di
Amendola
,
ad
esempio
,
si
richiama
la
necessità
di
un
'
opposizione
larga
e
articolata
alla
Democrazia
Cristiana
ma
nello
stesso
tempo
si
rivolgono
alla
politica
del
Partito
socialista
accuse
troppo
sommarie
di
inconseguenza
,
addirittura
in
rapporto
a
presunti
possibili
accordi
post
-
elettorali
con
la
Democrazia
Cristiana
:
eventualità
che
la
politica
socialista
,
dopo
le
cadute
illusioni
di
Pralognan
,
concede
soltanto
sul
piano
di
una
alternativa
di
classe
,
di
un
completo
ripudio
dell
'
indirizzo
attuale
della
Democrazia
Cristiana
.
Nelle
relazioni
e
in
quasi
tutti
gli
interventi
si
fa
poi
riferimento
alla
parola
d
'
ordine
del
Partito
comunista
come
forza
più
coerente
di
opposizione
,
ecc.
ecc
.
,
con
il
richiamo
implicito
a
una
investitura
e
supremazia
stabilita
a
priori
:
si
evoca
così
in
qualche
modo
il
Partito
-
guida
.
Gravi
questioni
vengono
sollevate
e
finalmente
messe
a
fuoco
dal
giusto
rifiuto
dello
schema
astratto
della
«
lotta
su
due
fronti
»
nel
Partito
,
schema
che
presuppone
una
linea
«
vera
»
,
sempre
in
possesso
del
gruppo
dirigente
,
e
in
pratica
si
risolve
nel
favorire
le
tendenze
conservatrici
.
Contro
quella
formula
,
Amendola
ed
altri
hanno
sostenuto
che
l
'
unità
del
partito
si
difende
e
si
ottiene
sul
terreno
reale
e
verificabile
della
lotta
per
l
'
attuazione
della
linea
politica
e
hanno
respinto
le
classificazioni
di
comodo
tra
revisionisti
e
settari
,
intellettuali
e
operai
,
ecc.
Amendola
ha
quindi
anche
proposto
di
giudicare
coloro
che
sono
usciti
dal
PCI
secondo
la
concreta
posizione
che
ciascuno
assume
nella
lotta
di
classe
.
Ma
come
si
conciliano
questi
importanti
riferimenti
a
una
concezione
non
dogmatica
del
partito
con
la
ripetizione
meccanica
,
in
nessun
modo
approfondita
,
della
formula
del
centralismo
e
della
necessità
disciplinare
?
Né
lo
sforzo
di
affermazione
di
un
nuovo
quadro
«
giovane
»
sostituisce
il
mancato
approfondimento
dei
problemi
del
centralismo
democratico
,
della
formazione
democratica
del
partito
.
Intorno
a
un
problema
fra
tutti
fondamentale
ci
è
infine
parso
particolarmente
insufficiente
e
«
cauto
»
il
dibattito
,
cioè
sulla
questione
del
diminuito
peso
specifico
della
classe
operaia
nella
lotta
politica
,
per
ripetere
l
'
espressione
usata
da
Togliatti
.
Il
problema
è
stato
collegato
a
quello
delle
trasformazioni
tecnico
-
industriali
,
delle
nuove
organizzazioni
aziendali
,
ecc
.
,
soltanto
per
ridurre
il
significato
che
la
considerazione
di
questi
fenomeni
può
assumere
per
una
ripresa
dell
'
azione
operaia
.
Anzi
,
la
valutazione
del
neo
-
capitalismo
è
stata
individuata
soltanto
come
base
del
neo
-
riformismo
.
Ma
la
riaffermazione
dell
'
autonomia
operaia
,
senza
la
ricerca
di
nuove
forme
di
azione
e
di
organizzazione
che
assicurino
la
presenza
e
il
controllo
operaio
nei
modi
odierni
della
produzione
,
resta
un
richiamo
del
tutto
esterno
e
sterile
.
StampaPeriodica ,
Da
quasi
cinquant
'
anni
l
'
Eni
è
una
delle
poche
aziende
italiane
globalizzate
.
Alla
fine
degli
anni
Cinquanta
l
'
Ente
nazionale
idrocarburi
,
allora
guidato
dalla
mano
felice
di
Enrico
Mattei
,
divenne
una
temibile
potenza
nel
campo
petrolifero
ed
energetico
.
Tanto
potente
da
costringere
i
nemici
'
amerikani
'
di
Mattei
a
tessere
contro
di
lui
un
'
orribile
congiura
sfociata
nella
esplosione
in
volo
dell
'
aereo
del
presidente
a
Bascapè
.
L
'
Eni
,
grazie
al
sostegno
del
premier
Amintore
Fanfani
e
all
'
appoggio
della
sinistra
Dc
,
aveva
sviluppato
nel
mondo
,
soprattutto
in
quello
arabo
,
una
sua
diplomazia
molto
efficiente
.
Al
Quai
d
'
Orsay
e
al
Foreign
Office
ancora
ricordano
l
'
impegno
dell
'
apparato
Eni
a
favore
dell
'
Fln
algerino
e
dei
movimenti
indipendentisti
in
Africa
occidentale
.
La
politica
estera
dell
'
ente
,
in
quei
tempi
,
i
tempi
dei
cosiddetti
'
mau
mau
della
Farnesina
'
,
era
in
completa
sintonia
con
quella
del
ministero
degli
Esteri
.
Fu
questa
la
felice
stagione
della
politica
mediterranea
dell
'
Italia
,
tanto
criticata
a
Washington
,
a
Parigi
e
a
Londra
.
Da
allora
l
'
Eni
ha
sempre
avuto
un
forte
apparato
all
'
estero
,
guidato
da
personaggi
di
primissimo
ordine
,
veri
antesignani
della
globalizzazione
e
della
mondializzazione
.
Per
chi
in
questi
ultimi
decenni
ha
viaggiato
fra
Il
Cairo
e
Caracas
,
Hong
Kong
e
Teheran
,
Baghdad
e
Lagos
,
gli
uomini
dell
'
Eni
hanno
sempre
rappresentato
un
interessante
punto
di
riferimento
.
Alla
struttura
internazionale
dell
'
Eni
si
è
sempre
appoggiato
Franco
Bernabè
.
Anche
su
questo
apparato
voleva
fondare
la
sua
strategia
di
suprema
globalizzazione
e
mondializzazione
del
gruppo
petrolifero
un
uomo
di
altissimo
valore
internazionale
come
l
'
ambasciatore
Renato
Ruggiero
,
ex
presidente
dell
'
Eni
.
Ma
con
una
nota
del
3
agosto
1999
(
quando
era
amministratore
delegato
)
Vittorio
Mincato
ha
abolito
la
famosa
direzione
esteri
,
ha
messo
gli
uffici
di
Londra
,
Vienna
,
Riyad
,
Istanbul
,
Tokyo
e
Singapore
alle
dipendenze
del
direttore
generale
della
divisione
Agip
Luciano
Sgubini
(
da
sempre
critico
verso
la
struttura
diplomatica
dell
'
Eni
e
sostenitore
di
quella
più
commerciale
dell
'
Agip
)
e
si
è
preso
direttamente
carico
delle
sedi
di
New
York
e
Mosca
.
E
come
risulta
,
da
pochi
giorni
Sgubini
ha
addirittura
deciso
,
d
'
accordo
con
l
'
attuale
presidente
Mincato
,
di
dare
il
colpo
finale
alla
'
Farnesina
'
dell
'
Eni
e
di
chiudere
definitivamente
alcune
sedi
in
Asia
,
Africa
ed
Europa
(
i
nomi
sono
ancora
segreti
)
e
di
richiamare
in
patria
uomini
di
grande
esperienza
.
In
un
momento
tanto
importante
per
le
alleanze
internazionali
il
vertice
dell
'
Eni
si
preoccupa
di
ridurre
quelle
rappresentanze
all
'
estero
dove
si
possono
trovare
futuri
partner
e
possibili
convergenze
.
Tale
comportamento
appare
,
a
dir
poco
,
strano
.
Tutto
ciò
fa
però
capire
meglio
il
mistero
delle
dimissioni
di
Ruggiero
.
L
'
ambasciatore
,
uomo
dai
grandi
orizzonti
e
dalle
grandi
strategie
,
si
sentiva
un
po
'
limitato
nella
sua
azione
da
quel
certo
provincialismo
che
lo
circondava
.
Proprio
la
soppressione
,
fortemente
voluta
da
Mincato
,
della
direzione
esteri
dell
'
Eni
gli
aveva
fatto
capire
che
era
giunto
il
momento
di
mollare
.
Così
vanno
le
cose
in
Italia
,
un
paese
dove
si
parla
a
vanvera
di
globalizzazione
ma
si
fa
poco
per
sostenerne
i
protagonisti
.
StampaPeriodica ,
Proseguiamo
ad
illustrare
i
fatti
avvenuti
recentemente
nelle
provincie
soggette
al
Papa
.
Dopo
l
assalto
dato
alla
rocca
di
Monterotondo
e
la
capitolazione
della
guarnigione
pontificia
,
Garibaldi
si
avanzò
co
suoi
alla
volta
di
Roma
e
s
accampò
alla
Cecchina
,
a
venti
minuti
di
distanza
dalla
città
eterna
.
Prima
di
giungervi
corse
un
grave
pericolo
alla
villa
Grazioli
,
ove
si
portò
a
fare
una
ricognizione
.
Questa
villa
,
che
gli
si
era
detto
essere
stata
abbandonata
,
conteneva
parecchi
volontari
pontifici
che
scaricarono
i
revolver
contro
lui
e
contro
i
suoi
uffiziali
,
ma
senza
riuscir
a
ferir
alcuno
.
Ma
mentre
era
accampato
alla
Cecchina
il
30
ottobre
,
la
situazione
mutava
faccia
completamente
a
Roma
.
La
mattina
del
31
,
alle
9
antim
.
,
un
contadino
giunse
al
galoppo
e
disse
poche
e
rapide
parole
al
generale
.
Il
messaggio
fu
presto
noto
a
tutti
:
i
Francesi
erano
a
Roma
!
V
erano
difatti
,
e
lo
stupore
,
a
questa
notizia
,
fu
grande
non
meno
a
Roma
che
nel
campo
garibaldino
.
Al
Vaticano
erano
giunte
tante
notizie
contradditorie
che
non
si
credeva
più
all
arrivo
delle
truppe
francesi
,
tantoché
fino
all
ultimo
momento
non
furono
preparati
alloggi
.
Ma
l
entrata
del
29°
fanteria
,
nel
pomeriggio
del
30
,
rassicurò
il
partito
clericale
.
Un
migliaio
di
persone
l
aspettava
alla
stazione
della
ferrovia
.
Appena
entrati
i
Francesi
,
la
città
,
che
era
muta
come
una
tomba
,
si
rianimò
d
un
tratto
,
e
gli
ecclesiastici
rari
ne
giorni
precedenti
,
scesero
in
gran
numero
nelle
strade
.
La
città
sembrò
svegliarsi
da
un
sonno
profondo
:
ma
,
dice
una
corrispondenza
,
quella
folla
era
agitata
sì
,
ma
silenziosa
.
Il
generale
De
Failly
,
comandante
il
corpo
di
spedizione
francese
,
pubblicò
tosto
il
proclama
seguente
:
Romani
.
L
imperatore
Napoleone
manda
di
nuovo
un
corpo
di
spedizione
a
Roma
per
proteggere
il
Santo
Padre
ed
il
trono
pontificio
contro
gli
attacchi
armati
di
bande
rivoluzionarie
.
Voi
ci
conoscete
da
lungo
tempo
:
come
sempre
,
veniamo
a
compiere
una
missione
tutta
morale
e
disinteressata
.
Vi
aiuteremo
a
stabilire
la
fiducia
e
la
sicurezza
.
I
nostri
soldati
continueranno
a
rispettare
le
vostre
persone
,
le
vostre
costumanze
e
le
vostre
leggi
;
il
passato
ve
ne
è
garante
.
DE
FAILLY
Era
tempo
che
i
Francesi
giungessero
.
Il
governo
pontificio
non
sussisteva
più
che
a
Roma
ed
a
Civitavecchia
.
Le
truppe
e
le
autorità
papaline
avevano
abbandonato
quasi
tutte
le
altre
città
,
e
queste
avevano
tosto
inalberato
la
bandiera
tricolore
.
Persin
ne
paesi
contigui
a
Roma
,
ad
Albano
,
a
Marino
,
a
Castelgandolfo
si
era
proclamato
il
Governo
provvisorio
.
Sul
palazzo
pontificio
di
Castelgandolfo
la
bandiera
italiana
fu
impennata
dal
custode
stesso
del
palazzo
.
Ad
Albano
era
stato
eletto
dittatore
il
signor
Persi
,
a
Velletri
il
conte
Ettore
Borgia
.
In
Roma
stessa
il
moto
del
22
ottobre
aveva
provato
che
l
insurrezione
possedeva
forze
non
scarse
.
Le
truppe
del
papa
erano
ridotte
ad
asserragliare
le
porte
minacciate
dagli
avamposti
garibaldini
.
La
caserma
Serristori
,
di
cui
presentiamo
il
triste
aspetto
dopo
lo
scoppio
del
22
ottobre
,
mostra
qual
era
l
accanimento
degl
insorti
.
Fortunatamente
i
Zuavi
erano
in
campagna
e
morirono
soltanto
parecchi
suonatori
della
banda
.
La
caserma
scoppiò
per
essere
stato
introdotto
sotterraneamente
un
barile
di
polvere
,
che
venne
acceso
al
momento
dell
insurrezione
.
StampaPeriodica ,
....
Una
strada
,
una
bracciante
che
passa
,
e
un
canto
di
uccello
,
di
prosaico
tordo
nel
silenzio
mattinale
:
questo
canto
suscita
la
visione
di
una
terra
lontana
e
di
una
casa
desiderata
(
La
povera
Susanna
,
1797
)
.
La
determinatezza
irriducibile
dell
'
elemento
di
ricordo
,
svegliato
alla
suggestione
del
canto
dell
'
uccello
,
esprime
la
semplicità
spirituale
e
a
un
tempo
la
intensità
di
affetti
della
povera
Susanna
.
La
sua
vita
interiore
si
scuopre
un
istante
:
e
non
c
'
è
dentro
che
una
immagine
di
montagna
sagliente
,
quei
volumi
di
vapori
,
quel
fiume
,
quei
pascoli
verdi
.
È
una
coscienza
che
,
rotto
il
velo
del
dolore
monotono
e
privato
di
ogni
poesia
,
è
natura
;
inesplicabile
,
solida
e
solenne
come
la
natura
.
La
lirica
consiste
di
questa
rivelazione
,
di
questo
transito
dalla
sentimentale
vuotezza
presente
,
all
'
assoluto
di
questa
natura
che
colma
d
'
un
tratto
tutta
la
realtà
interiore
;
e
del
riflesso
nuovo
da
questa
natura
chiusa
,
cementata
dentro
l
'
anima
,
che
non
può
aprirsi
neppure
a
lei
come
i
nostri
fulgidi
.
ma
morti
e
privi
di
contenuto
,
ricordi
della
prima
infanzia
,
del
riflesso
nuovo
sulla
vuotezza
e
tristezza
presente
.
Questo
trasalire
e
poi
ricomporsi
nella
prima
atona
calma
,
induce
un
turbamento
che
oltrepassa
i
meri
termini
della
rappresentazione
e
dà
il
senso
dell
'
intiera
serie
spirituale
.
Fra
i
due
termini
della
rappresentazione
è
lo
spazio
che
la
coscienza
del
lettore
riempie
del
suo
moto
,
nell
'
attuare
la
poesia
;
e
la
esattezza
con
la
quale
essi
son
posti
è
tale
che
quasi
senza
determinazione
esplicita
dànno
il
colore
dell
'
ora
,
l
'
ambiente
e
il
movimento
drammatico
del
personaggio
.
Lo
scatto
sentimentale
si
prolunga
e
diffonde
come
dall
'
impulso
di
movimento
cennato
nel
gesto
di
una
statua
si
crea
tutto
un
mondo
di
azioni
.
La
tormentosa
coscienza
della
vita
concepita
come
una
serie
limitata
,
irrevocabile
,
basta
a
suggerire
un
'
armonia
più
larga
.
Le
più
forti
poesie
del
Wordsworth
son
quelle
nelle
quali
il
contrasto
è
semplicemente
necessitato
;
senza
ragioni
aneddotiche
,
ridotto
quasi
a
pura
essenza
plastica
:
quando
da
una
attitudine
agevole
e
ferma
della
figura
,
la
scena
naturale
e
la
situazione
sentimentale
sono
evocate
nella
massima
compenetrazione
ed
immediatezza
;
mai
,
forse
,
come
nella
Mietitrice
solitaria
(
1803-1805
)
.
Non
si
può
immaginar
poesia
più
diversa
da
quella
del
Coleridge
nella
qualità
dei
mezzi
,
con
certe
analogie
di
significati
.
Non
c
'
è
movimento
qui
:
la
figura
è
in
una
ferma
postura
,
curva
come
una
mietitrice
del
Millet
o
una
pastora
del
Segantini
,
e
una
vita
diafana
e
densa
si
diffonde
da
lei
con
la
lenta
oscillazione
del
canto
per
tutto
il
paese
.
Questa
tozzezza
,
questa
fissità
,
si
ritrovano
in
tutte
le
creature
del
Wordsworth
;
più
difficile
sarebbe
riconoscere
spiegatamente
perché
la
sua
poesia
dia
evocazioni
simili
,
corpose
,
massicce
,
in
atteggiamenti
scolturali
riposati
.
Nel
paese
è
come
il
profilo
d
'
una
visione
;
un
'
ombra
di
giganteschi
dorsi
d
'
isole
di
basalto
,
che
campeggiano
sur
un
vuoto
di
mare
,
risonando
i
varchi
delle
isole
come
d
'
un
canto
di
cuculo
nella
penombra
serotina
:
il
fantastico
dentro
il
reale
,
come
il
ricordo
di
un
sogno
,
in
un
arresto
della
percezione
:
un
affioramento
dell
'
inconscio
,
o
una
di
quelle
associazioni
che
,
negli
spiriti
infantili
,
si
costituiscono
di
elementi
remoti
.
In
questa
come
in
qualche
altra
lirica
,
le
linee
dei
colli
,
la
distesa
dei
campi
,
sembran
modellate
in
vista
di
esprimere
una
colossale
implorazione
religiosa
:
e
su
queste
linee
campeggia
la
figura
umana
,
come
interprete
d
'
un
mistero
;
in
una
attitudine
sacrificante
,
insieme
rivelata
e
ingigantita
dal
mondo
intorno
.
Dietro
ad
essa
,
all
'
orizzonte
,
il
monte
vaporato
del
respiro
delle
nubi
è
come
un
altare
parato
d
'
incenso
per
le
offerte
sante
.
E
nelle
foreste
gli
alberi
si
incurvano
sulla
sua
testa
quasi
arcate
gotiche
di
cattedrali
,
mentre
in
fondo
al
verde
le
cascate
dei
fiumi
suonano
come
canne
d
'
organo
nascoste
.
Tutto
ciò
,
suggerito
per
scarne
evocazioni
e
,
dicevamo
,
senza
movimento
,
attraverso
un
processo
addirittura
opposto
a
quello
della
poesia
coleridgiana
.
Quivi
è
tutto
un
tremare
,
uno
spezzarsi
,
uno
scattare
,
un
ondare
e
rapprendersi
negli
arresti
e
nelle
risoluzioni
del
ritmo
;
un
isolarsi
di
ciascuna
linea
di
movimento
nell
'
intento
del
massimo
significato
particolare
;
uno
sforzarsi
di
ciascun
epiteto
nell
'
intensità
suprema
del
proprio
colore
.
Ma
nel
Wordsworth
non
sono
né
colori
,
né
fratture
,
né
esclamativi
.
L
'
arte
del
Wordsworth
aspira
alla
prosa
;
la
struttura
di
ciascun
verso
sembra
tendere
a
sciogliere
il
carattere
di
verso
,
e
far
che
ogni
successione
di
tempi
passi
dissimulatamente
nell
'
altra
come
un
respiro
di
prosa
fluisce
nell
'
altro
quasi
senza
cesura
:
niente
del
balzante
strano
impeto
del
Coleridge
,
il
quale
ha
bisogno
sempre
un
poco
di
inebbriare
per
ottenere
consenso
.
Wordsworth
vuole
persuadere
gravemente
;
e
il
suo
ritmo
è
quieto
e
suasivo
,
forte
e
regolare
.
La
sua
arte
sopratutto
vuol
dare
impressione
di
solidità
e
di
organismo
,
a
costo
di
sembrar
troppo
massiccia
e
pesante
.
Pare
si
possa
girar
intorno
a
una
sua
strofe
,
come
intorno
a
un
bel
pezzo
di
scoltura
,
dove
non
sono
anfratti
né
vuoti
morti
e
l
'
aria
e
la
luce
avvolgono
facilmente
da
tutte
le
parti
.
E
quando
nella
Prefazione
e
nelle
Appendici
egli
respinse
la
necessità
della
forma
metrica
e
della
dizion
poetica
,
dette
le
esagerazioni
teoriche
della
sua
pratica
di
nudità
e
indifferenza
,
la
quale
era
stata
eccellente
.
Il
Coleridge
passò
nella
tradizione
inglese
principalmente
per
la
squisitezza
dell
'
esempio
tecnico
e
del
gusto
letterario
;
ma
il
Wordsworth
poco
poteva
insegnare
ad
artisti
come
il
Keats
e
lo
stesso
Shelley
,
mentre
da
lui
si
comunicava
loro
una
parte
della
intuizion
vitale
.
L
'
errore
del
Coleridge
poteva
essere
di
finire
nel
meramente
esornativo
,
nel
piacevole
per
sé
stesso
,
nello
smalto
e
nel
cammeo
.
L
'
errore
del
Wordsworth
fu
a
così
dire
di
natura
scientifica
,
e
consisté
nell
'
organizzazione
forzosa
di
una
sorta
di
positivismo
,
di
psicologismo
poetico
,
poste
in
relazione
di
dipendenza
empirica
e
non
di
sviluppo
genetico
l
'
arte
e
l
'
esperienza
.
E
se
a
tali
opposizioni
formali
si
volessero
addossare
diversità
di
carattere
e
di
vita
,
si
ripenserebbe
il
Coleridge
perduto
in
mille
progetti
,
intralciato
dalla
propria
ricchezza
;
e
il
Wordsworth
che
chiuso
nel
disegno
preciso
dei
propri
fini
tratta
la
poesia
con
la
rude
decisione
con
la
quale
si
tratta
l
'
azione
pratica
,
sfrutta
il
proprio
patrimonio
poetico
con
freddezza
quasi
filistea
;
non
si
abbandona
e
fa
della
vita
la
metodica
incubazione
della
sua
arte
.
Non
c
'
è
in
lui
imprevisto
,
anzi
derivazione
,
deduzione
:
il
Coleridge
simile
ad
un
castello
devastato
da
tutti
i
venti
:
egli
che
vuol
precedere
logicamente
e
criticamente
la
propria
facoltà
poetica
,
e
nello
stesso
tempo
la
schematizza
e
la
impoverisce
.
Se
si
vuol
trovare
un
compagno
al
Wordsworth
,
in
Inghilterra
più
vicino
di
tutti
,
non
negli
errori
fortunatamente
,
gli
troviamo
Giovanni
Constable
.
Nel
Constable
mette
capo
la
tradizione
paesistica
inglese
,
discesa
dal
Rembrandt
,
l
'
Hobbema
e
gli
altri
olandesi
.
Ma
nel
Constable
in
confronto
al
Wordsworth
delle
liriche
più
belle
,
c
'
è
un
minor
distacco
dal
particolare
oggettivo
;
e
per
quanto
ogni
suo
quadro
sia
costruito
potentemente
,
architettato
con
genio
,
si
è
a
contatto
di
serie
di
elementi
d
'
una
vita
,
individuale
esuberante
fra
i
quali
la
figura
umana
resta
subordinata
,
un
poco
come
nelle
Stagioni
del
Thompson
.
Nei
quadri
del
Constable
,
nella
vita
naturale
entrano
i
segni
delle
opere
dell
'
uomo
,
i
ponti
,
i
molini
,
le
barche
,
i
solchi
,
i
ripari
:
ma
tutte
queste
cose
diventate
natura
greggia
,
bruti
oggetti
,
come
i
sassi
,
gli
alberi
,
le
foglie
.
L
'
animazione
,
il
consenso
totale
è
più
spesso
ottenuto
per
mezzo
della
rappresentazione
di
veementi
crisi
atmosferiche
:
le
fronde
sotto
il
vento
rovesciate
rispecchian
variamente
come
un
giuoco
di
onde
tutto
il
cielo
:
il
disotto
delle
foglie
splende
bianco
come
le
spume
sulle
attorte
colonne
glauche
,
e
alla
chiara
pace
d
'
un
'
acqua
tra
glabre
foglie
stillanti
risponde
lontano
il
brillar
della
luce
,
attraverso
i
nuvoli
rossi
,
di
fondo
.
all
'
aria
argentata
dopo
il
rovescio
.
Nel
Constable
c
'
è
una
maschia
e
sana
dilettazione
negli
oggetti
che
nel
Wordsworth
maturo
manca
,
e
nel
giovine
Wordsworth
degli
Schizzi
descrittivi
e
della
Passeggiata
serotina
non
è
tanto
tranquilla
e
disciplinata
.
E
se
usciamo
d
'
Inghilterra
e
pensiamo
ad
altri
grandi
paesisti
contemporanei
,
il
Corot
ha
un
paese
fantastico
e
musicale
:
paese
da
Claudio
Gellée
romantico
,
fatto
per
le
danze
delle
ninfe
,
dei
fauni
,
nei
prati
plumbei
di
rugiada
sotto
velature
e
penombre
molli
:
paese
per
la
gioia
contemplativa
di
spiriti
malinconici
e
sognanti
,
non
per
la
vita
dura
e
combattuta
.
Bisogna
accostarsi
risolutamente
al
Millet
:
nel
Millet
,
insieme
alla
simpatia
naturale
,
è
la
profonda
simpatia
umana
:
dall
'
episodico
,
nel
Millet
come
nel
Wordsworth
superiore
,
è
estratta
una
sostanza
poetica
eterna
:
presentate
le
figure
nella
loro
essenziale
semplicità
e
nella
corposità
massima
,
immerse
in
una
luminosità
diffusa
,
come
se
la
cupola
del
cielo
fosse
la
cupola
di
un
tempio
che
i
riverberi
del
sole
fonde
per
oscillazioni
blande
fino
a
una
mistica
penombra
.
Le
creature
,
nel
Millet
come
nel
Wordsworth
,
hanno
qualche
cosa
della
solenne
rudezza
e
pesantezza
delle
linee
dei
monti
e
degli
orizzonti
,
sembrano
statue
scolpite
nella
materia
stessa
della
natura
,
corpi
impastati
della
massa
terrestre
e
ancora
in
essa
implicati
;
aggravate
dalla
fatica
del
lavoro
,
legate
alla
terra
da
una
mistica
affezione
per
gli
animali
.
Certo
,
non
son
molte
le
liriche
del
Wordsworth
che
si
mantengono
in
questa
energica
purezza
:
Lucy
Gray
con
l
'
effetto
solenne
della
distesa
nevosa
nella
quale
la
piccola
Lucia
si
è
spersa
;
V
'
era
un
ragazzo
e
voi
lo
conosceste
bene
,
o
balze
;
I
tassi
;
I
mendicanti
e
Gli
zingari
,
dove
il
carattere
aneddotico
è
più
calcato
e
l
'
impressione
meno
schietta
e
resistente
;
il
poemetto
Michele
.
In
alcune
,
un
paesaggio
deserto
,
per
la
repente
animazione
d
'
un
ricordo
,
per
la
suggestione
d
'
un
grido
d
'
uccello
,
si
riempie
di
palpitazione
cordiale
,
e
la
solitudine
v
'
inspira
il
senso
opposto
a
quello
della
solitudine
:
il
senso
d
'
una
presenza
.
Come
un
'
acqua
intorno
a
una
statua
limpida
di
vetro
sommersa
,
l
'
atmosfera
circola
fasciando
un
'
invisibile
creatura
.
Son
paesaggi
vuoti
nei
quali
è
sospesa
una
ansietà
acuta
,
come
se
la
natura
,
al
cenno
della
magia
poetica
,
fosse
divenuta
il
calco
,
l
'
impronta
negativa
d
'
un
'
anima
ormai
esulata
;
in
ogni
aspetto
,
in
ogni
fremito
,
in
ogni
accenno
,
vibrando
una
sostenuta
evocazione
umana
.
Nelle
sequele
ritmiche
del
breve
ciclo
per
Lucia
morta
,
alle
quali
è
veramente
fraterna
la
lirica
Al
cuculo
(
Oh
,
giocondo
nuovo
venuto
,
etc
.
)
,
sotto
la
volta
aerea
creata
d
'
incanto
dal
grido
dell
'
uccello
primaverile
,
si
esala
perdutamente
il
senso
di
una
felicità
remota
,
e
lo
smarrimento
della
natura
che
rinnova
è
raggelato
dal
fantasma
di
una
adolescenza
che
non
tornerà
più
.
....
Così
il
Wordsworth
rivelò
nella
vita
comune
,
piccola
,
una
latente
religiosità
rimasta
per
secoli
nascosta
sotto
il
tritume
delle
dilettazioni
idilliche
.
Un
bifolco
,
una
contadinella
,
diventavano
per
lui
grandiosi
come
Giasone
e
Clitennestra
;
egli
sapeva
che
nelle
loro
anime
semplici
accadevano
oscuri
mutamenti
,
si
levavano
intuizioni
repentine
non
meno
cariche
delle
sorti
del
mondo
di
quelle
che
i
vecchi
poeti
cantavano
nei
cicli
mitici
ed
eroici
.
Nella
coscienza
fresca
quasi
foglia
d
'
erba
d
'
un
bambino
,
leggeva
segni
misteriosi
come
di
primitive
cosmogonie
.
Il
silenzio
,
l
'
oscurità
,
l
'
immobilità
,
il
sentimento
d
'
un
luogo
particolare
,
come
la
astratta
desolazione
d
'
una
interminabile
strada
bianca
(
Pater
)
,
la
verde
pace
del
grembo
d
'
una
collina
,
il
timbro
solare
dell
'
ora
,
per
lui
diventavano
una
immediata
sostanza
musica
,
cui
non
restava
che
essere
un
poco
rilevata
d
'
alcune
parole
di
canto
,
come
nel
blocco
di
certe
statue
arcaiche
sembra
il
lavoro
della
natura
abbia
dovuto
appena
esser
sottolineato
dalla
mano
dell
'
uomo
.
Nessuno
se
non
certi
paesisti
modernissimi
trasferì
la
intima
realtà
della
cosa
,
l
'
essenza
vitale
della
cosa
nell
'
arte
così
intatta
mente
.
Nelle
sue
più
belle
poesie
i
suggerimenti
mistici
sono
offerti
attraverso
un
appello
,
una
concentrazion
sensuale
.
Egli
fa
diventar
sublime
una
figura
,
comunicandole
una
sorta
di
perennità
arborea
,
realizzandola
come
traverso
l
'
ignara
staticità
del
minerale
.
Le
influenze
della
natura
tranquillizzano
nella
sua
arte
la
coscienza
umana
e
le
dànno
qualcosa
della
naturale
placidezza
,
mentre
essa
offre
alla
natura
qualcosa
del
suo
pathos
.
Questa
tranquillità
,
questa
fiducia
d
'
abbandono
,
nel
mondo
romantico
percosso
di
ansietà
biblica
,
rischiarato
di
fuochi
d
'
incendio
all
'
orizzonte
,
e
davanti
al
quale
ci
sentiamo
ancora
smarriti
,
ci
fanno
considerare
le
sue
figure
,
e
con
esse
il
loro
creatore
,
quasi
d
'
un
'
intima
natura
superiore
alla
nostra
.
Il
Berenson
ha
ricordato
Wordsworth
parlando
di
Piero
dei
Franceschi
.
E
si
potrebbero
trasferire
al
Wordsworth
,
in
accezione
estetica
,
alcune
frasi
morali
di
Seneca
nella
quarantunesima
a
Lucilio
.
Soltanto
il
Keats
nell
'
Iperione
ottenne
effetti
d
'
altrettanta
solennità
,
attraverso
un
distacco
,
una
impersonalità
non
minori
;
ma
non
per
esprimere
la
fiducia
,
la
pace
degli
uomini
per
l
'
accordo
dell
'
anima
con
la
natura
,
sibbene
,
con
un
'
ampiezza
angosciosa
di
vibrazione
musicale
che
fa
pensare
al
Wagner
nel
principio
dell
'
atto
terzo
del
Sigfrido
e
nel
Crepuscolo
,
il
dolore
degli
Dei
decaduti
....
StampaPeriodica ,
Il
dibattito
sulla
stampa
a
fumetti
per
i
ragazzi
,
che
ha
avuto
luogo
alla
Camera
dei
deputati
,
ha
suscitato
un
interesse
notevole
ed
è
stato
a
sua
volta
il
risultato
di
un
movimento
di
opinione
pubblica
abbastanza
largo
,
creato
nel
Paese
attorno
a
questa
questione
.
La
legge
discussa
nel
Parlamento
,
e
che
si
riduce
a
una
serie
di
misure
degne
di
un
dispotismo
illuminato
e
a
una
proposta
di
sequestro
preventivo
,
è
da
respingersi
perché
reazionaria
e
inefficace
.
Inconsistente
è
l
'
argomentazione
che
misure
simili
,
attraverso
le
quali
la
stampa
per
bambini
e
ragazzi
dovrebbe
essere
«
moralizzata
»
,
potrebbero
influire
nel
ridurre
la
delinquenza
giovanile
e
far
sparire
certe
forme
di
degenerazione
e
delitto
dei
giovani
,
di
cui
si
sono
avuti
di
recente
,
in
Italia
e
altrove
.
esempi
numerosi
e
pietosi
.
La
delinquenza
dei
minori
è
un
fatto
sociale
le
cui
origini
lontane
e
vicine
sono
da
cercare
ben
più
profondamente
,
e
in
altre
direzioni
vitali
.
La
stampa
che
i
giovanissimi
e
i
giovani
leggono
è
,
se
mai
,
uno
degli
aspetti
della
loro
vita
,
e
non
è
certo
l
'
aspetto
determinante
di
quegli
orientamenti
della
mente
e
del
costume
,
che
certo
contribuisce
(
vogliamo
ammetterlo
)
sia
a
rendere
manifesti
che
a
rendere
più
acuti
.
La
radice
vera
di
questi
orientamenti
bisogna
cercarla
molto
più
a
fondo
,
da
un
lato
nelle
condizioni
materiali
dell
'
esistenza
,
nelle
catastrofi
a
cui
la
politica
fatta
dai
governi
e
dalle
classi
ha
portato
le
associazioni
umane
,
gli
Stati
.
e
dall
'
altro
lato
nello
spirito
generale
che
in
queste
associazioni
umane
,
qui
in
Occidente
.
cioè
nei
paesi
dove
dominano
ancora
i
capitalisti
,
è
diffuso
dappertutto
e
si
respira
La
stampa
che
i
giovanissimi
e
i
giovani
ricevono
,
cercano
,
leggono
,
è
uno
degli
elementi
della
cultura
che
oggi
esiste
in
queste
parti
del
mondo
.
Vale
dunque
la
pena
,
sotto
questo
aspetto
,
di
discuterne
.
Il
dibattito
non
è
nuovo
,
del
resto
,
anche
se
oggi
prende
forme
acute
.
Quando
sorsero
,
nella
Francia
del
Seicento
,
«
i
racconti
di
fate
»
,
la
reazione
moralistica
contro
questo
genere
di
letteratura
per
l
'
infanzia
fu
vivace
.
La
storia
del
gatto
degli
stivali
fu
denunciata
come
istigazione
alla
malafede
,
esaltazione
del
brigantaggio
,
della
rapina
.
Da
quella
polemica
si
può
datare
l
'
origine
di
quella
noiosissima
,
stomachevole
letteratura
per
l
'
infanzia
e
la
giovinezza
che
,
per
insegnare
la
virtù
,
elabora
il
tipo
del
ragazzo
virtuoso
,
ma
cretino
e
lo
fa
muovere
in
un
mondo
di
stoppa
dipinta
e
di
lattemiele
,
di
enti
e
moralità
non
reali
,
lontani
tanto
dalla
vita
che
veramente
si
vive
quanto
dai
sogni
della
fantasia
popolare
.
I
libri
di
scuola
appartengono
quasi
tutti
a
questa
famiglia
,
purtroppo
,
e
neanche
il
Cuore
se
ne
stacca
.
La
tradizione
della
letteratura
per
i
ragazzi
,
è
,
da
un
lato
,
quella
dei
racconti
popolari
ingenuamente
fantastici
,
che
sotto
la
fantasia
nascondono
una
concezione
vigorosa
e
semplice
del
mondo
,
delle
sue
difficoltà
,
delle
sue
stranezze
,
e
dall
'
altro
lato
è
quella
realistica
,
che
racconta
e
fa
capire
la
vita
così
com
'
è
e
insegna
ad
affrontarla
con
calma
.
In
Pinocchio
le
due
correnti
felicemente
si
congiungono
e
per
questo
Pinocchio
è
una
grande
,
classica
opera
d
'
arte
.
Che
cosa
è
,
oggi
,
il
fumetto
,
e
da
che
parte
viene
?
È
un
modo
di
raccontare
per
immagini
una
storia
rappresentata
nei
momenti
più
salienti
:
non
vi
è
commento
scritto
,
soltanto
alcune
parole
che
escono
in
una
nuvoletta
di
fumo
dalla
bocca
dei
protagonisti
.
È
comparso
in
America
nel
1894
.
lanciato
da
Hearst
,
il
più
grande
editore
di
giornali
del
mondo
,
padrone
di
centinaia
di
fogli
collegati
a
catena
e
di
conseguenza
dell
'
opinione
pubblica
degli
Stati
Uniti
.
All
'
inizio
la
cosa
suscitò
proteste
,
ma
in
breve
i
fumetti
divennero
una
delle
maggiori
fonti
di
reddito
per
il
monopolio
di
Hearst
.
Il
racconto
è
sempre
avventuroso
e
vi
si
esaltano
la
violenza
,
la
brutalità
,
la
lotta
fra
gli
uomini
,
l
'
istinto
sessuale
.
Qui
si
apre
una
questione
,
che
è
poi
al
fondo
di
tutto
il
dibattito
.
Si
fa
distinzione
fra
la
forma
del
fumetto
e
il
contenuto
del
racconto
a
fumetti
.
Si
sostiene
che
ciò
che
rende
dannosa
la
stampa
a
fumetti
sarebbe
il
suo
contenuto
e
non
la
sua
forma
.
Per
difendere
questa
posizione
si
sono
persino
andati
a
cercare
precedenti
nella
storia
della
pittura
e
dei
suoi
mezzi
espressivi
;
si
sono
disturbati
Giotto
e
Simone
Martini
e
i
primitivi
che
affrescando
le
mura
delle
Chiese
del
'200
e
del
'300
avrebbero
tenuto
a
battesimo
,
essi
,
il
fumetto
.
Questa
affermazione
ci
sembra
,
oltre
che
irriverente
,
assai
superficiale
.
Basti
pensare
che
si
tratta
di
pittura
e
non
di
letteratura
,
e
che
per
«
raccontare
quelle
storie
sacre
í
cui
episodi
erano
il
soggetto
di
famosi
affreschi
in
serie
,
i
papi
facevano
scrivere
codici
preziosi
e
non
solo
dipingere
i
muri
delle
chiese
.
D
'
altra
parte
gli
affreschi
di
Giotto
sulla
vita
di
San
Francesco
o
di
Gesù
,
ad
esempio
,
non
sono
immagini
che
si
svolgano
l
'
una
dopo
l
'
altra
,
concatenate
per
dare
il
senso
di
un
racconto
:
sono
episodi
salienti
di
una
vita
,
qualche
volta
non
disposti
neppure
in
ordine
di
tempo
,
ma
raffigurati
così
come
la
fantasia
dell
'
artista
li
ha
visti
.
Ancor
oggi
,
dopo
tanti
secoli
,
un
pittore
che
volesse
raffigurare
la
vita
di
un
grande
,
non
potrebbe
che
seguire
la
stessa
strada
,
perché
questa
è
la
sola
via
delle
arti
figurative
,
e
non
farebbe
,
con
ciò
,
una
narrazione
a
fumetti
.
I
fumetti
sono
un
'
altra
cosa
;
non
sono
una
serie
di
quadri
dedicati
a
diversi
episodi
di
una
storia
,
ma
il
racconto
della
storia
stessa
,
fatto
con
disegni
rudimentali
e
battute
di
dialogo
adattate
a
questi
disegni
.
Non
sono
una
storia
dipinta
;
sono
piuttosto
una
lingua
scritta
per
immagini
.
Se
si
vuol
trovare
un
precedente
,
non
è
tra
le
pitture
che
bisogna
cercare
,
ma
se
mai
riferirsi
alla
scrittura
ideografica
,
per
geroglifici
,
cioè
dei
periodi
di
civiltà
meno
sviluppata
.
Se
si
fa
attenzione
,
infatti
,
se
si
confrontano
un
grande
numero
di
racconti
a
fumetti
,
si
vede
che
le
immagini
sono
ridotte
come
tipo
e
come
numero
;
sono
su
per
giù
tutte
eguali
,
perché
il
disegno
trascura
del
tutto
i
particolari
e
coglie
soltanto
pochissimi
elementi
della
figura
.
Le
donne
dei
fumetti
hanno
tutte
le
stesse
natiche
a
semiluni
,
i
seni
che
sporgono
,
la
veste
attillata
,
un
dito
di
coscia
che
vien
fuori
,
ecc.
Dei
movimenti
e
atti
del
corpo
umano
rimangono
solo
alcuni
,
quello
del
dare
uno
schiaffo
o
un
calcio
,
sparare
un
colpo
,
afferrare
un
altro
per
il
collo
,
mettersi
a
fuggire
,
spaccarsi
la
testa
o
simili
.
Chi
sia
abituato
alle
normali
vignette
e
al
modo
normale
di
raccontare
,
nel
fumetto
non
capisce
nulla
.
Ci
si
trova
di
fronte
a
una
notazione
abbreviata
,
che
colpisce
invece
,
attira
e
lega
la
mente
di
chi
non
è
ancora
arrivato
o
non
è
ancora
assuefatto
al
modo
di
esporre
e
ragionare
discorsivo
,
dove
ciò
che
conta
non
è
una
serie
continua
di
gesti
o
di
frasi
folgoranti
,
ma
è
il
nesso
logico
e
il
complesso
dei
particolari
,
è
il
concatenamento
dei
fatti
e
delle
cose
,
rapido
o
lento
,
tranquillo
o
tumultuoso
,
ma
sempre
guidato
secondo
uno
sviluppo
coerente
,
organico
,
di
immagini
e
di
concetti
.
Il
confronto
con
certe
scritture
primitive
vale
quindi
nel
senso
che
,
come
queste
scritture
sono
ferme
al
primo
degli
elementi
della
espressione
scritta
,
che
è
una
immagine
stereotipa
,
ma
non
giungono
alle
superiori
forme
di
organizzazione
della
lingua
e
della
sua
traduzione
in
segni
,
così
il
fumetto
riduce
la
rappresentazione
della
realtà
a
un
certo
,
limitato
numero
di
segni
visivi
chiarissimi
ma
primitivi
,
e
sopprime
tutto
il
resto
,
che
è
la
vera
creazione
e
conquista
dell
'
ingegno
umano
sulla
via
,
non
diciamo
dell
'
arte
,
ma
della
espressione
consapevole
.
Si
dice
che
i
fumetti
piacciono
ai
bambini
,
ed
è
naturale
,
appunto
perché
la
mente
del
bambino
è
primitiva
.
Il
bambino
vede
e
conosce
senza
comprendere
,
cioè
senza
riuscire
a
cogliere
esattamente
il
legame
tra
i
particolari
e
il
nesso
degli
avvenimenti
e
delle
cose
.
Una
immagine
primitiva
o
una
serie
di
immagini
primitive
,
semplici
,
urtanti
,
suscita
in
lui
un
ricordo
di
cose
già
viste
,
lo
orienta
verso
certi
pensieri
.
Per
questo
il
libro
per
bambini
dovrà
sempre
essere
illustrato
.
Benissimo
illustrati
e
a
colori
sono
i
bei
libri
che
si
pubblicano
per
i
bambini
nell
'
Unione
Sovietica
.
Ma
l
'
illustrazione
deve
avere
i
suoi
particolari
,
orientare
alla
ricerca
di
essi
e
,
se
legata
a
un
racconto
,
deve
esserlo
in
modo
da
spingere
il
bambino
a
scoprire
i
nessi
tra
i
fatti
,
il
legame
logico
che
tiene
uniti
gli
avvenimenti
nella
realtà
.
Tutto
questo
nel
fumetto
non
c
'
è
e
non
ci
può
essere
.
Il
fumetto
afferra
la
mente
attraverso
poche
immagini
e
sostituisce
una
serie
violenta
di
queste
immagini
alla
ricerca
dei
particolari
,
di
una
logica
e
di
un
processo
discorsivo
.
Le
poche
parole
illustrative
sono
una
molla
,
essa
pure
primitiva
,
che
spinge
da
una
immagine
all
'
altra
una
mente
che
non
lavora
,
non
riflette
,
si
impigrisce
e
arrugginisce
mentre
,
d
'
altra
parte
,
le
vengono
fatte
passare
davanti
,
come
strumento
di
avventura
,
le
più
portentose
conquiste
della
tecnica
.
La
osservazione
dei
fumetti
è
quindi
cosa
profondamente
diversa
dalla
lettura
.
Non
sostituisce
la
lettura
,
la
sopprime
.
La
gioventù
che
si
nutre
di
fumetti
è
una
gioventù
che
non
legge
e
questa
assenza
di
lettura
nel
senso
proprio
della
parola
non
è
l
'
ultima
tra
le
cause
di
irrequietezza
,
di
scarsa
riflessività
,
di
deficiente
contatto
col
mondo
circostante
e
quindi
di
tendenza
alla
violenza
,
alla
brutalità
,
all
'
avventura
fuori
della
legge
e
solidarietà
degli
uomini
.
L
'
educazione
al
ragionamento
e
alla
riflessione
che
si
ottiene
con
l
'
attenzione
prestata
al
racconto
scritto
,
non
ha
soltanto
il
valore
di
una
preparazione
letteraria
,
non
è
soltanto
educazione
dell
'
intelletto
,
ma
disciplina
interiore
degli
istinti
primitivi
,
animaleschi
.
Questa
analisi
del
fumetto
,
che
credo
esatta
,
induce
alla
conclusione
cui
volevo
arrivare
,
che
il
contenuto
e
la
forma
non
sono
qui
separabili
.
Perché
i
fumetti
narrano
a
preferenza
ed
esclusivamente
,
anzi
,
storie
orripilanti
di
gente
che
corre
la
stupida
avventura
della
violenza
e
della
brutalità
,
che
è
continuamente
in
guerra
contro
i
propri
simili
,
che
ogni
contrasto
tende
a
risolvere
con
la
frode
.
col
pugno
al
plesso
solare
o
con
la
pistola
,
che
non
ha
nemmeno
il
tempo
di
nutrir
sentimenti
,
valutare
,
riflettere
?
È
il
modo
stesso
del
racconto
che
impone
questo
,
perché
esige
che
i
protagonisti
siano
di
continuo
-
ad
ogni
nuova
figura
-
impegnati
in
un
gesto
e
atto
violento
,
se
no
la
serie
non
interessa
,
non
resiste
.
Ricordate
la
figura
quasi
idilliaca
dell
'
inglese
o
dello
svizzero
sperduto
nell
'
isola
deserta
,
che
a
poco
a
poco
riconquista
gli
Infiniti
strumenti
materiali
della
civiltà
e
prende
coscienza
del
proprio
limite
e
del
proprio
valore
?
Nel
fumetto
la
sua
storia
diventa
un
'
allucinante
serie
di
urti
brutali
e
ridicoli
(
vince
sempre
lui
!
)
ed
egli
un
energumeno
senz
'
anima
,
bestia
in
lotta
contro
altre
bestie
.
Ed
è
per
tutto
questo
che
il
fumetto
è
stato
inventato
in
America
e
viene
dall
'
America
.
Esso
è
adeguato
a
quel
complesso
di
aspetti
negativi
,
repellenti
persino
,
a
etti
purtroppo
sembra
oggi
ridursi
la
civiltà
del
Paese
che
fu
di
Walt
Whitman
e
di
Mark
Twain
.
È
un
mondo
dominato
dalla
preoccupazione
del
successo
materiale
che
consente
di
viver
bene
e
infischiarsi
del
resto
.
Ciò
che
si
oppone
al
successo
materiale
,
trattisi
di
un
concorrente
o
di
una
legge
morale
,
di
una
banda
di
malfattori
o
della
polizia
,
di
una
organizzazione
di
operai
o
della
indipendenza
di
un
popolo
,
deve
essere
battuto
,
stroncato
.
Ha
ragione
il
più
forte
.
Ha
ragione
chi
riesce
a
farla
franca
,
ad
aprirsi
la
strada
con
qualsiasi
mezzo
,
a
vincere
,
a
fare
l
'
affare
,
ad
accumulare
più
denaro
.
È
scomparsa
anche
la
vernice
religiosa
dei
primi
pionieri
;
è
rimasta
la
ferocia
cinica
con
la
quale
,
pur
non
smettendo
mai
di
leggere
la
Bibbia
e
di
predicarla
,
annientarono
fisicamente
un
popolo
intiero
per
estendere
le
loro
fattorie
.
Ingenuità
e
brutalità
,
assenza
di
profonde
tradizioni
culturali
e
umanistiche
completano
il
quadro
.
L
'
eroe
di
questo
mondo
non
può
essere
che
il
bandito
(
il
gangster
)
,
ed
è
bandito
anche
quando
è
un
grande
finanziere
o
un
capo
di
poliziotti
o
il
presidente
della
repubblica
.
Vita
e
storia
di
questo
eroe
si
colano
nel
fumetto
aderendo
perfettamente
a
quella
forma
.
La
massa
di
poveretti
che
la
società
condanna
allo
stento
e
al
travaglio
di
una
vita
oscura
,
senza
soddisfazioni
,
penosa
nel
lavoro
e
paurosa
nella
disoccupazione
,
coltiva
e
sogna
,
da
lontano
,
la
figura
di
questo
eroe
.
Guarda
il
fumetto
,
vaneggia
colpi
di
borsa
e
colpi
di
pistola
che
lo
facciano
diventare
qualcuno
,
avere
una
donna
come
quelle
,
riuscire
.
È
logico
che
il
fumetto
sia
stato
lanciato
da
Hearst
,
imperialista
cinico
e
fascista
.
Se
il
popolo
non
pensa
,
non
riflette
,
rimane
estraneo
alla
cultura
,
alimentando
in
sé
in
nodo
grottesco
una
voglia
assurda
di
danaro
,
di
eleganza
femminile
,
di
avventure
e
di
successo
,
tanto
di
guadagnato
per
i
capitalisti
.
Questo
popolo
troverà
maggiori
,
alle
volte
insuperabili
difficoltà
per
riorganizzarsi
,
far
valere
i
suoi
interessi
,
disprezzare
e
ridurre
alla
ragione
i
suoi
padroni
.
Se
qualcuno
,
esaltato
o
depresso
,
scantona
e
non
ha
successo
,
c
'
è
il
bastone
di
gomma
e
la
rivoltella
dell
'
agente
,
-
come
nei
fumetti
,
precisamente
.
Da
noi
vi
fu
una
timida
comparsa
di
questo
genere
di
pubblicazioni
per
la
gioventù
nel
1936
,
e
ora
ve
ne
è
una
vera
invasione
,
tra
i
ragazzi
e
i
giovani
.
Naturalmente
,
la
cosa
fa
parte
di
tutto
lo
straripare
di
ammirazione
ed
esaltazione
per
ciò
che
vien
dall
'
America
,
dato
che
dall
'
America
è
giunta
l
'
investitura
del
potere
per
i
governanti
attuali
.
Vi
è
poi
la
decadenza
generale
della
istruzione
familiare
e
scolastica
della
cultura
.
Vi
è
una
estrema
incertezza
e
contraddittorietà
nelle
tradizioni
,
nei
motivi
stessi
dell
'
orientamento
morale
che
si
cerca
di
dare
ai
giovani
.
Oggi
la
coltivazione
di
un
senso
patriottico
,
per
esempio
,
quale
viene
fatta
dal
De
Amicis
,
nel
Cuore
,
collegandosi
alla
tradizione
risorgimentale
,
può
essere
continuata
soltanto
esaltando
la
resistenza
e
la
guerra
dei
partigiani
.
Ma
i
partigiani
sono
,
per
l
'
opinione
ufficiale
,
per
il
predicatore
pagato
dalla
Confindustria
,
delinquenti
,
assassini
da
mettere
in
prigione
o
al
bando
.
Il
fascismo
,
poi
,
come
esaltarlo
se
è
quello
che
ci
portò
alle
catastrofi
peggiori
?
Si
crea
un
vuoto
,
sensibile
nei
giovani
molto
più
che
negli
adulti
.
Qualcuno
pensa
che
si
possa
riempire
questo
vuoto
con
una
predicazione
religiosa
;
ma
anche
qui
si
apre
un
violento
contrasto
,
perché
della
religione
è
stato
fatto
il
fondamento
palese
dell
'
ordine
politico
e
sociale
odierno
,
così
ingiusto
,
così
offensivo
per
ogni
persona
di
intelligenza
e
di
cuore
.
Se
poi
si
esaminano
le
condizioni
sociali
si
ha
un
quadro
molto
svariato
,
ma
impressionante
,
di
aspri
squilibri
,
di
contraddizioni
dolorose
.
La
vita
quotidiana
è
molto
triste
per
intieri
gruppi
di
cittadini
e
di
famiglie
,
e
quindi
anche
di
ragazzi
,
di
giovani
.
Mancando
prospettive
reali
di
miglioramento
,
si
è
spinti
alla
evasione
.
Pensate
al
ragazzetto
che
non
va
più
a
scuola
e
non
sa
come
,
dove
,
quando
lavorerà
;
alla
bambina
che
dopo
la
quinta
elementare
,
se
l
'
ha
fatta
,
sa
che
starà
a
casa
ad
attendere
se
le
riesce
di
trovare
un
marito
decente
(
e
se
questo
non
viene
,
dove
andrà
,
farà
la
domestica
,
la
segretaria
d
'
ufficio
,
di
che
vivrà
,
chi
le
vorrà
bene
?
)
.
Ma
anche
chi
lavora
,
ma
non
fa
parte
né
dei
ricchi
né
dei
privilegiati
,
che
prospettiva
ha
,
tra
l
'
iniziativa
privata
che
non
accoglie
se
non
per
eccezione
,
e
l
'
impiego
di
Stato
gramo
,
uggioso
,
di
vita
stentata
?
Tutto
questo
crea
un
terreno
di
malcontento
e
di
squilibrio
morale
,
dove
l
'
ideale
diventa
facilmente
l
'
avventura
irreale
,
in
cui
l
'
impiegata
costringe
il
padrone
a
sposarla
,
o
diventa
stella
di
cinematografo
;
il
giovane
si
fa
strada
a
cazzotti
;
vi
è
sempre
un
violento
fortunato
che
alla
fine
si
fa
un
sacco
di
quattrini
;
ci
si
esercita
al
tiro
al
bersaglio
contro
le
pelli
rosse
o
nere
e
così
avanti
.
Tutto
questo
appaga
un
segreto
istinto
di
ribellione
contro
la
società
,
ma
è
un
abbietto
e
pericoloso
surrogato
della
lotta
reale
per
aprirsi
una
strada
,
per
trasformare
la
società
,
migliorare
il
mondo
,
creare
per
tutti
le
condizioni
di
una
esistenza
felice
.
Decadenza
,
corruzione
,
delinquenza
dei
giovani
e
dilagare
del
fumetto
sono
dunque
fatti
collegati
,
ma
non
come
l
'
effetto
e
la
causa
,
bensì
come
manifestazioni
diverse
di
una
realtà
unica
.
Proibire
i
fumetti
,
dunque
,
controllarli
a
mezzo
di
una
commissione
di
gente
per
bene
,
lasciar
circolare
soltanto
quelli
che
sian
fatti
dalle
organizzazioni
cattoliche
?
Sono
tutti
palliativi
,
pretesti
e
in
parte
anche
ingiustizie
e
soprusi
.
Bisogna
affrontare
e
risolvere
tutta
la
questione
dell
'
orientamento
ideale
e
pratico
,
dalla
educazione
,
dello
sviluppo
intellettuale
e
morale
dei
giovani
.
Ma
non
lo
si
fa
,
se
non
si
mette
il
dito
sulla
piaga
,
che
è
di
ordine
economico
,
sociale
e
anche
politico
.
StampaPeriodica ,
Renaissance
Books
è
un
editore
di
Los
Angeles
molto
aperto
al
nuovo
e
all
'
anticonvenzionale
.
Pubblica
libri
di
politologia
e
di
storia
.
Non
poteva
che
essere
Renaissance
Books
a
stampare
Vote.com,
il
saggio
dissacrante
e
provocatorio
di
Dick
Morris
dedicato
al
rapporto
fra
Internet
e
politica
.
Nell
'
era
della
globalizzazione
e
dei
"
webbies
"
,
i
consumatori
di
Internet
,
la
lettura
di
Vote.com
diventa
un
obbligo
per
politici
,
giornalisti
,
ricercatori
,
cultori
di
una
nuova
rivoluzione
basata
sull
'
uso
di
Internet
nei
rapporti
fra
cittadini
e
stato
,
oppure
fra
uomini
della
terra
e
futuro
governo
mondiale
.
Dick
Morris
è
da
vent
'
anni
amico
di
Bill
Clinton
e
lo
ha
consigliato
durante
momenti
difficili
.
La
specialità
di
Morris
sono
le
campagne
elettorali
e
di
opinione
,
dirette
a
convincere
la
gente
che
un
presidente
è
buono
,
che
una
legge
è
giusta
,
che
l
'
avversario
è
un
imbecille
.
In
Vote.com
Morris
spiega
come
il
grande
capitale
,
i
lobbisti
,
i
media
,
il
Congresso
degli
Usa
e
quello
dei
singoli
stati
americani
stiano
perdendo
la
loro
influenza
e
come
Internet
possa
ridare
potere
al
popolo
.
Per
Morris
gli
80
milioni
di
americani
che
sono
collegati
a
Internet
rappresentano
il
"
quinto
potere
"
,
una
nuova
forza
capace
di
trasformare
la
politica
,
una
sorta
di
"
comitato
"
di
cittadini
"
online
"
.
Per
Morris
tutto
ciò
è
il
sogno
della
democrazia
diretta
di
Thomas
Jefferson
,
quella
dei
"
town
meeting
"
.
La
velocità
e
l
'
interattività
di
Internet
possono
trasformare
la
democrazia
Usa
in
un
sistema
di
politica
istantanea
attraverso
il
metodo
dei
referendum
popolari
condotti
per
via
telematica
.
La
filosofia
di
Internet
,
così
come
la
spiega
Morris
,
è
quella
di
eliminare
gli
intermediari
.
Le
azioni
si
comprano
e
si
vendono
direttamente
,
senza
pagare
commissioni
.
I
biglietti
aerei
si
acquistano
online
,
senza
far
guadagnare
un
dollaro
agli
agenti
di
viaggio
.
I
libri
si
fanno
arrivare
a
casa
attraverso
Amazon
.
E
'
dunque
inevitabile
che
anche
le
intermediazioni
nel
campo
della
politica
finiscano
con
l
'
essere
eliminate
.
Sinora
il
pubblico
di
Internet
ha
ricevuto
notizie
e
informazioni
politiche
di
ogni
genere
:
un
input
colossale
e
continuo
.
Ma
l
'
output
,
la
manifestazione
efficace
delle
proprie
opinioni
,
è
confinato
al
voto
per
la
nomina
dei
propri
rappresentanti
nelle
istituzioni
o
del
presidente
degli
Stati
Uniti
.
Secondo
Morris
Internet
permette
al
cittadino
di
rovesciare
tutto
e
di
esprimersi
direttamente
,
in
tempo
reale
,
su
qualsiasi
problema
.
In
tal
modo
la
capacità
della
gente
di
influire
,
di
condizionare
,
di
orientare
le
decisioni
della
politica
di
Washington
e
dei
governi
locali
sale
in
modo
esponenziale
.
Morris
e
la
moglie
Eileen
McGann
stanno
per
aprire
un
sito
che
si
chiama
Vote.com
.
L
'
obiettivo
è
di
incoraggiare
i
webbies
a
votare
,
di
informare
dei
risultati
i
congressmen
,
i
senatori
,
i
governatori
e
il
presidente
.
Appena
i
cittadini
votano
via
Internet
su
una
legge
o
un
provvedimento
i
politici
interessati
ne
conoscono
immediatamente
l
'
opinione
.
Resta
difficile
per
un
rappresentante
del
popolo
approvare
una
norma
al
Congresso
se
i
milioni
di
abbonati
a
Internet
hanno
espresso
parere
contrario
.
La
macchina
descritta
da
Morris
è
infernale
per
il
futuro
della
vecchia
politica
e
delle
vecchie
istituzioni
.
Il
"
quinto
potere
"
è
davvero
alle
porte
,
anche
in
Italia
,
dove
la
politica
è
molto
più
decrepita
e
ingessata
che
negli
Usa
.
StampaPeriodica ,
È
un
triste
soggetto
la
fame
;
molti
si
sdegneranno
perché
noi
ne
facciamo
argomento
di
un
articolo
,
molti
passeranno
a
leggere
le
altre
pagine
senza
curarsene
.
Nondimeno
questo
argomento
è
per
tutti
coloro
che
hanno
cuore
un
argomento
pieno
di
un
doloroso
interesse
;
quella
parte
della
stampa
che
ha
coscienza
della
propria
missione
pubblica
da
più
d
un
mese
le
notizie
terribili
di
questo
flagello
,
e
discute
i
mezzi
di
rimediarvi
.
Dappertutto
,
in
Algeria
,
in
Russia
,
in
Francia
,
nella
civilissima
Inghilterra
,
in
alcune
provincie
della
Prussia
la
miseria
miete
ogni
giorno
centinaia
di
vittime
.
Intanto
che
i
governi
pensano
a
nuovi
riordinamenti
di
eserciti
,
a
provigioni
di
fortezze
,
a
probabilità
di
collisioni
imminenti
,
nelle
città
più
popolose
,
nelle
capitali
più
ricche
di
alcuni
Stati
si
muore
di
fame
.
La
carità
privata
è
muta
come
la
carità
pubblica
;
mentre
le
popolazioni
attendono
eccitamenti
dai
governi
,
la
miseria
penetra
in
tutte
le
provincie
e
la
classe
povera
è
decimata
dal
freddo
e
dalla
fame
.
Questa
terribile
questione
diventerà
fra
poco
la
questione
della
massima
importanza
in
Europa
.
Essa
comincia
a
soverchiare
le
questioni
politiche
che
annuvolano
l
orizzonte
europeo
.
Il
Siècle
del
12
dice
a
questo
proposito
che
i
mali
provenienti
dalla
scarsità
del
raccolto
si
aggravano
in
ogni
parte
.
In
Parigi
l
amministrazione
dell
assistenza
pubblica
provvede
notte
e
giorno
a
riparare
alle
deplorabili
conseguenze
della
assoluta
miseria
che
piglia
un
estensione
spaventevole
.
Anche
nei
dipartimenti
si
costituiscono
associazioni
per
questo
scopo
.
Anche
in
Russia
ed
in
alcune
provincie
della
Prussia
,
dice
il
Times
,
è
impossibile
che
una
parte
della
popolazione
possa
evitare
di
morire
di
fame
.
In
Prussia
,
secondo
il
citato
giornale
,
regna
quella
malattia
terribile
che
i
fogli
tedeschi
annunziano
col
nome
di
tifo
della
fame
.
In
diversi
luoghi
la
miseria
è
giunta
a
tal
punto
che
si
dovettero
istituire
commissioni
di
beneficenza
che
forniscono
ogni
giorno
gli
alimenti
e
gli
abiti
ai
moltissimi
che
ne
hanno
il
più
stretto
bisogno
.
L
Opinion
Nationale
del
12
riporta
tristissime
notizie
sul
flagello
della
fame
che
infierisce
in
Algeria
.
Ecco
una
sua
corrispondenza
da
Kandouri
in
data
1
gennaio
:
La
miseria
continua
ostinata
fra
gli
Arabi
.
I
particolari
di
questa
calamità
sono
orribili
.
Gli
uomini
scacciano
dalle
lor
tende
le
donne
ed
i
figli
per
non
aver
più
modo
di
alimentarli
,
e
le
infelici
creature
errano
lungamente
per
provvedersi
un
cibo
qualunque
.
In
tutti
i
villaggi
chiusi
da
mura
vi
sono
guardie
destinate
a
respingere
chiunque
tentasse
di
entrarvi
per
calmare
la
fame
.
Si
fanno
vivi
sforzi
per
scongiurare
il
male
ma
tutto
è
impossibile
.
Si
è
constatato
inoltre
che
gli
affamati
ai
quali
fu
somministrato
il
cibo
,
muoiono
a
capo
di
otto
giorni
perché
il
loro
stomaco
non
è
più
in
grado
di
sostenere
alcun
nutrimento
.
Trattando
dei
disastri
che
la
fame
cagiona
in
varie
parti
d
Europa
,
e
dei
pericoli
maggiori
che
all
Europa
tutta
sovrastano
in
forza
di
questo
flagello
,
il
Siècle
del
12
pronuncia
queste
assennate
parole
:
E
non
è
egli
doloroso
pensare
che
in
mezzo
a
queste
grida
strazianti
delle
moltitudini
,
vi
sono
persone
che
si
occupano
unicamente
di
armamenti
e
di
future
battaglie
?
Tutte
le
nazioni
,
tutti
i
governi
non
dovrebbero
invece
unirsi
per
dichiarare
la
guerra
alla
miseria
ed
alla
fame
?
I
particolari
della
fame
in
Prussia
diventano
ancora
più
desolanti
.
Il
freddo
è
giunto
a
26°
e
28°
.
A
Danzica
si
sono
istituite
delle
distribuzioni
di
minestre
calde
,
e
le
porzioni
furono
dovute
aumentare
da
1000
a
1500
.
Da
Tilsit
in
Russia
si
scrive
che
le
autorità
diedero
ricovero
nelle
prigioni
di
polizia
agli
operai
senza
tetto
,
i
quali
poi
ogni
mattina
ricominciano
la
dolorosa
istoria
del
cercar
lavoro
senza
frutto
.
In
Finlandia
e
nel
Governo
di
Perm
,
gl
infelici
muoiono
lentamente
di
fame
a
centinaia
;
la
peste
siberica
distrusse
in
gran
parte
il
bestiame
ed
i
cavalli
.
È
stato
impossibile
di
far
la
seminagione
nei
campi
al
finire
dell
anno
;
di
modo
che
non
si
ha
in
quelle
provincie
nemmeno
la
speranza
di
vedere
la
prossima
raccolta
por
fine
alle
sofferenze
del
paese
.
La
posizione
è
ad
un
incirca
tanto
spaventevole
nel
governo
d
Arkangeli
.
Il
pane
triplicò
di
valore
,
e
si
prevede
l
epoca
sfortunatamente
prossima
in
cui
sarà
impossibile
ottenerne
a
nessun
prezzo
.
Il
console
inglese
ad
Arkangeli
lo
dimostra
in
una
lettera
indirizzata
al
Times
:
È
assolutamente
impossibile
,
dice
,
che
il
governo
e
la
carità
possano
soccorrere
tante
miserie
;
il
flagello
è
troppo
grande
,
le
provincie
che
esso
desola
sono
troppo
lontane
dalle
parti
ricche
dell
impero
,
perché
questi
sforzi
possano
produrre
risultati
di
qualche
importanza
.
Le
notizie
che
giungono
dall
Africa
e
dall
Oriente
sono
le
mille
volte
più
spaventose
.
Il
3
dicembre
scorso
furono
trovati
a
Mascara
dieci
cadaveri
di
morti
di
fame
.
All
indomani
quattordici
,
nel
giorno
susseguente
venticinque
.
Altri
morti
,
scrive
un
corrispondente
dell
Echo
d
Orma
,
giacevano
dentro
delle
buche
,
in
fondo
dei
precipizi
,
lungo
le
strade
,
nei
ruscelli
,
e
specialmente
in
un
luogo
detto
il
ricovero
di
Sidi
-
Bouas
,
specie
di
necropoli
,
tomba
anticipata
ove
si
trascinavano
tutti
quegli
infelici
che
sentivano
prossimo
il
loro
fine
.
I
più
robusti
europei
non
vivrebbero
più
di
quarantott
ore
in
quel
luogo
.
Centinaia
di
questi
paria
errano
come
fantasmi
,
attorno
alle
fortificazioni
della
città
,
nella
quale
è
assai
difficile
penetrare
essendo
stata
data
la
consegna
a
ciascuna
sentinella
di
impedire
l
accesso
a
qualunque
indigeno
avente
apparenza
di
mendicante
.
I
tribunali
correzionali
a
Parigi
,
qualunque
sia
il
sentimento
di
pietà
che
è
loro
imposto
da
tanta
miseria
,
sono
obbligati
a
condannare
alla
prigione
molti
sventurati
accusati
di
mendicità
e
di
vagabondaggio
.
Un
giornale
parigino
racconta
che
un
povero
giovine
non
aveva
trovato
altro
mezzo
per
satollare
la
fame
che
quello
di
recarsi
in
una
bettola
a
mangiare
senza
pagare
,
e
attendervi
l
arrivo
della
polizia
che
gli
procurò
almeno
nelle
carceri
un
luogo
ove
dormire
al
coperto
.
Le
Progès
du
Nord
racconta
questo
fatto
.
Un
operaio
senza
lavoro
,
certo
Francesco
Casse
è
venuto
da
Roubaix
a
Lille
con
intenzione
di
commettervi
un
delitto
onde
procurarsi
un
asilo
contro
il
freddo
e
contro
la
fame
.
A
questo
scopo
egli
si
era
appostato
vicino
al
Caffé
Marsa
,
e
nell
istante
in
cui
vi
passava
un
brigadiere
di
polizia
,
egli
diede
un
colpo
di
bastone
nelle
lastre
,
dicendo
:
Ora
conducetemi
con
voi
.
Questo
infelice
è
stato
condannato
ad
un
mese
di
carcere
e
a
25
lire
d
ammenda
.
A
Londra
ove
la
ricchezza
è
sì
grande
ma
sì
mal
divisa
,
questi
fatti
si
moltiplicano
ogni
giorno
;
la
statistica
di
coloro
che
muoiono
di
fame
ha
cifre
ancora
più
spaventose
di
quelle
delle
provincie
più
povere
.
Non
ha
guari
il
coroner
ha
fatto
un
inchiesta
sul
cadavere
di
un
uomo
chiamato
Pritchard
,
che
è
morto
di
fame
.
Il
30
novembre
il
signor
Ellis
,
che
abita
a
Bromley
,
seppe
che
una
famiglia
che
stava
in
Eggleton
road
al
n
°
28
era
nella
più
grande
miseria
.
Ellis
andò
immediatamente
alla
casa
indicata
,
bussò
più
volte
alla
porta
,
ma
nessuno
aprì
.
Pregò
i
vicini
a
chiamare
da
una
finestra
di
dentro
,
ma
invano
:
finalmente
disse
loro
di
fargli
sapere
se
qualcuno
entrava
o
usciva
dalla
casa
.
Dopo
due
giorni
un
bambino
andò
a
cercarlo
dicendogli
che
se
voleva
,
poteva
andare
al
n
°
28
in
Eggleton
road
e
gli
sarebbe
stato
aperto
.
Ellis
tenne
dietro
al
fanciullo
.
La
prima
stanza
era
vuota
e
la
divideva
da
una
camera
un
tramezzo
di
legno
sottile
e
screpolato
.
La
porta
della
cucina
era
chiusa
;
aprendola
,
Ellis
non
vide
nulla
perché
le
imposte
erano
serrate
.
Quando
si
mosse
per
cercare
una
finestra
urtò
in
qualche
cosa
che
era
per
terra
,
ma
alla
meglio
poté
aprire
e
allora
vide
un
desolante
spettacolo
.
La
sala
era
piccola
,
umida
,
fredda
,
vi
era
un
focolare
,
ma
senza
fuoco
.
Per
terra
era
disteso
un
uomo
,
e
poco
discosto
si
scorgeva
il
corpo
di
una
donna
,
in
un
angolo
v
erano
cinque
bambini
semivestiti
,
stretti
e
accasciati
sopra
una
specie
di
pagliariccio
.
Uno
di
loro
era
una
bambina
di
nove
o
dieci
anni
che
stringeva
tra
le
braccia
un
bambinello
di
dieci
mesi
.
L
Ellis
prima
di
indagare
se
era
in
mezzo
ai
morti
o
ai
vivi
,
mandò
subito
in
traccia
di
sua
moglie
,
che
corse
recando
acquavite
,
dei
cibi
e
delle
coperte
.
Essa
si
dette
attorno
per
somministrare
i
primi
soccorsi
,
mentre
il
marito
andò
a
chiamare
un
medico
;
ma
quando
tornarono
,
l
uomo
aveva
cessato
di
vivere
;
e
secondo
il
parere
del
dottore
,
la
donna
avrebbe
mandato
l
ultimo
respiro
se
tardava
un
ora
il
soccorso
.
Presto
però
la
casa
mutò
d
aspetto
mercè
le
sollecitudini
di
quelle
persone
caritatevoli
.
Fu
acceso
un
buon
fuoco
,
e
la
infelice
madre
,
messa
in
un
letto
rifatto
di
nuovo
,
dopo
alcune
ore
di
ansia
,
tornò
alla
vita
.
I
quattro
bambini
furono
condotti
all
asilo
dei
poveri
(
Workhouse
)
di
Poplar
,
e
la
bambina
rimase
con
sua
madre
.
Alle
molte
domande
che
le
furono
rivolte
rispose
:
Venerdì
mattina
papà
ci
dette
un
po
di
pane
,
ma
il
babbo
e
la
mamma
non
ne
potettero
mangiare
perché
erano
malati
,
malati
molto
.
Il
giorno
dopo
nostro
padre
era
a
sedere
nella
poltrona
,
ci
chiese
qualche
cosa
da
mangiare
,
ma
non
si
aveva
nulla
da
dargli
,
tutto
quel
che
avevamo
in
casa
era
finito
.
Egli
cominciò
a
pregare
per
noi
tutti
,
poi
si
distese
sul
pavimento
e
non
si
alzò
più
;
dormiva
senza
dubbio
.
Ciò
detto
cadde
in
delirio
e
incominciò
ad
urlare
:
Date
del
pane
al
fratellino
piccino
,
dategli
del
pane
!
Pritchard
era
un
mercante
di
zigari
.
Quando
cominciò
aveva
in
commercio
un
capitale
di
75.000
franchi
,
ma
mise
la
sua
firma
sulla
cambiale
di
un
amico
,
questi
non
pagò
ed
egli
fu
costretto
a
fallire
.
Da
quel
momento
cominciò
a
poco
a
poco
la
miseria
.
Quando
glielo
concedeva
la
salute
Pritchard
andava
a
vendere
per
le
case
una
certa
polvere
che
fabbricava
,
ma
raramente
gli
veniva
fatto
di
raccogliere
un
poco
di
denaro
.
La
povertà
aumentava
sempre
più
,
da
ultimo
si
nutriva
con
un
sol
tozzo
di
pane
che
spezzava
insieme
alla
sua
famiglia
.
Ecco
cosa
accadde
a
Londra
,
e
disgraziatamente
è
un
caso
tra
mille
.
Noi
viviamo
fortunatamente
in
una
terra
privilegiata
;
nondimeno
il
numero
di
coloro
che
soffrono
i
rigori
del
freddo
e
della
fame
,
è
abbastanza
considerevole
.
Raccogliendo
e
ponendo
sotto
gli
occhi
dei
lettori
queste
notizie
,
non
intendiamo
accennare
a
rimedi
,
ché
non
siamo
da
tanto
;
non
intendiamo
dare
eccitamenti
,
ché
ove
il
senso
di
carità
esiste
,
agisce
da
sé
e
non
esige
impulsi
o
consigli
.
Ricordiamo
soltanto
a
coloro
che
vivono
nell
agiatezza
che
vi
sono
migliaia
di
loro
simili
che
muoiono
di
freddo
e
di
fame
.
La
loro
carità
,
se
può
,
li
soccorra
.
StampaPeriodica ,
Si
suol
ripetere
che
la
storiografia
moderna
ha
discacciato
dalla
storia
i
giudizii
morali
;
e
la
cosa
,
enunciata
a
questo
modo
,
o
così
semplicisticamente
intesa
,
non
regge
né
in
diritto
né
in
fatto
.
Se
la
moralità
è
una
delle
forme
necessarie
dello
spirito
umano
,
come
mai
la
storia
potrebbe
intendere
le
cose
umane
senza
insieme
giudicare
della
moralità
degli
atti
?
La
pretesa
sarebbe
assurda
.
E
che
sia
assurda
si
vede
non
solo
dal
nostro
continuo
giudicare
la
moralità
degli
altri
(
di
che
si
potrebbe
,
in
certa
misura
e
per
carità
cristiana
,
far
anche
di
meno
)
,
ma
(
e
di
questo
non
si
può
far
di
meno
)
dal
continuo
giudicare
sotto
l
'
aspetto
morale
noi
stessi
,
in
quel
che
abbiamo
voluto
ed
operato
,
per
conoscere
,
confortare
,
rimproverare
,
raddrizzare
la
nostra
azione
.
Non
sono
codesti
"
pezzi
di
storia
"
,
che
costruiamo
a
ogni
istante
,
pezzi
di
storia
compresi
e
giudicati
in
tutti
i
loro
aspetti
,
e
non
meno
energicamente
nell
'
aspetto
morale
?
Sono
stati
scritti
perfino
libri
per
narrare
sé
stessi
,
moralmente
giudicandosi
,
come
le
Confessioni
di
Sant
'
Agostino
o
il
Secretum
del
Petrarca
.
Ma
queste
tante
narrazioni
storiche
,
rischiarate
dal
giudizio
morale
,
che
noi
facciamo
di
noi
stessi
e
degli
uomini
coi
quali
collaboriamo
o
combattiamo
,
sebbene
siano
storia
non
meno
reale
e
perfetta
,
e
non
meno
per
noi
importante
,
di
qualunque
gran
volume
di
storia
,
appartengono
di
solito
a
quelle
parti
della
storia
,
che
vengono
più
rapidamente
dimenticate
:
vita
quotidiana
sorpassata
da
vita
quotidiana
,
vita
individuale
sostituita
da
nuova
vita
individuale
.
Quel
che
si
chiama
storia
in
senso
specifico
ed
eminente
si
volge
invece
,
soprattutto
,
a
ciò
che
,
sebbene
anche
transeunte
,
è
più
duraturo
nell
'
interesse
e
nella
memoria
:
ai
sistemi
di
pensiero
,
alle
opere
dell
'
arte
,
ai
,
costumi
,
istituti
e
indirizzi
pratici
,
che
il
genere
umano
è
venuto
producendo
,
e
che
viene
sempre
cangiando
ma
in
relazione
al
già
prodotto
,
con
logica
coerenza
:
nelle
quali
contemplazioni
e
meditazioni
i
meriti
e
i
demeriti
,
le
glorie
e
le
miserie
individuali
sono
gettati
nello
sfondo
,
non
perché
si
neghi
loro
realtà
ed
efficacia
,
ma
perché
non
è
quello
il
punto
che
veramente
ora
importa
e
che
costituisce
problema
.
La
storiografia
moderna
,
in
apparenza
,
rigetta
il
giudizio
morale
,
ma
in
realtà
non
fa
altro
che
diventare
più
seriamente
e
altamente
storiografia
,
più
rispondente
ai
grandi
interessi
generali
della
società
umana
.
I
vecchi
storici
,
che
aspiravano
ad
imitare
il
giudice
delle
anime
all
'
entrata
dell
'
Inferno
o
Il
Padre
eterno
del
giudizio
universale
,
e
minacciavano
ai
colpevoli
"
il
giudizio
della
storia
"
,
ci
sembrano
ora
piuttosto
poeti
(
quando
non
erano
retori
)
che
storici
:
e
non
Tacito
,
ma
Polibio
è
,
per
noi
moderni
,
il
veramente
grande
tra
gli
storici
antichi
.
E
c
'
è
poi
un
'
altra
ragione
,
che
consiglia
quella
relativa
astensione
dai
giudizii
morali
nella
storia
:
una
ragione
che
si
congiunge
con
la
precedente
.
Appunto
perché
tanta
parte
delle
agitazioni
delle
coscienze
individuali
è
cosa
che
importa
al
solo
individuo
che
vive
ed
opera
,
ed
è
rapidamente
dimenticata
dagli
altri
o
dall
'
individuo
medesimo
,
accade
che
per
giudicare
della
moralità
dei
personaggi
storici
manchino
,
o
siano
insufficienti
,
i
documenti
,
ì
documenti
intimi
,
che
sono
quelli
che
ci
vorrebbero
.
E
quando
io
leggo
le
conclusioni
recise
degli
storici
che
condannano
il
tale
e
tal
altro
personaggio
sia
nel
complesso
della
sua
vita
sia
in
determinati
avvenimenti
,
quasi
sempre
scuoto
la
testa
,
e
dico
tra
me
:
-
Ma
bisognerebbe
per
lo
meno
ascoltare
l
'
accusato
!
Come
?
la
società
non
condanna
nessun
ladro
o
assassino
,
sia
pure
còlto
in
flagrante
,
senza
averne
ascoltate
le
difese
e
le
controdifese
e
le
aggiunte
difese
;
e
gli
storici
su
pochi
frammenti
scritti
e
su
molte
dicerie
si
permettono
di
condannare
gli
uomini
,
e
i
grandi
uomini
,
sol
perché
sono
passati
alla
storia
?
-
E
quando
poi
leggo
certe
glorificazioni
morali
celebrate
dagli
storici
,
mi
torna
assai
spesso
in
mente
un
quadro
di
Eustachio
Lesueur
,
che
vidi
più
di
venti
anni
fa
al
Louvre
,
dove
è
rappresentata
la
scena
di
quel
dottore
morto
in
fama
di
santità
,
che
in
chiesa
,
dove
ne
è
stato
trasportato
il
cadavere
,
tra
la
buona
gente
pregante
e
osannante
,
si
rizza
col
petto
sul
catafalco
,
tendendo
le
mani
e
supplicando
:
-
Cessate
le
preghiere
!
Io
sono
dannato
.
Nondimeno
,
si
dirà
,
l
'
uomo
ha
bisogno
di
certi
simboli
del
bene
e
del
male
,
di
Catone
virtuoso
,
di
Catilina
infame
,
di
Armodio
vendicatore
di
libertà
;
ha
bisogno
degli
eroi
di
Plutarco
e
dei
santi
della
Leggenda
aurea
.
Questo
è
un
altro
conto
.
Stiamo
creando
tante
figure
simboliche
nelle
commozioni
della
presente
guerra
europea
,
che
non
mi
può
venire
in
mente
di
negare
né
il
bisogno
,
né
il
fatto
,
né
la
necessità
e
razionalità
del
bisogno
e
del
fatto
.
Ma
io
parlavo
di
storia
e
di
verità
.