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SALUTO ROMANO ( - , 1933 )
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L ' on . Starace , nelle disposizioni trasmesse recentemente ai segretari federali , ha riaffermato con le seguenti istruzioni la volontà dell ' uso del saluto romano per tutti i fascisti : Il saluto romano è ormai di uso comune , perché tutto il popolo italiano l ' ha adottato . La stretta di mano , specie nelle cerimonie ufficiali , deve essere assoluta - mente abolita . Sia abolita anche nelle presentazioni che vengono fatte all ' atto dell ' arrivo di un gerarca , nonché al termine dei discorsi , compresi quelli pronunciati alla Camera . A parte ogni altra considerazione di carattere fascista è antiestetica , serve a far perdere del tempo , oppure è causa di disagio per le inevitabili esclusioni che ne derivano .
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La Rivoluzione Fascista ha trovato le sue migliori legioni fra i rurali , ha detto recentemente il Duce . I rurali , infatti , se per natura sono alieni dall ' entusiasmo e dal partecipare a rinnovamenti improvvisi o a rivolgimenti politici , tuttavia , quando riscontrino in un movimento quella bontà e serietà che sono proprie del loro carattere e s ' accorgano che un Capo merita la loro fiducia , allora , come in guerra , si trasformano in militi silenziosi e fedeli disposti sempre a dare e incapaci di chiedere . Il socialismo ha dovuto fare i conti con la gente di campagna alla quale non piacciono le chiacchiere perché sotto le belle parole indovina subito la "fregatura." Così la terra ai contadini , promessa da ogni tribuno dieci volte al giorno negli anni del dopoguerra , invece di commuovere i rurali li ha insospettiti trasformandoli in conservatori anziché in sovversivi . Si può oggi riconoscere che la gente di campagna , con la sua fedeltà alla terra , è stata l ' ostacolo maggiore per il bolscevismo no - strano e l ' elemento risolutivo nella lotta impegnata fra le forze sane del paese e l ' antinazione . Era una imponente massa di milioni di persone che si rifiutava , con la sua muta condanna , di partecipare a qualsiasi avventura che si volesse tentare contro la Patria . In Mussolini i rurali hanno riconosciuto il Capo , colui che fa sul serio , che non promette niente e dà quello che può ; l ' Uomo che ha le stesse loro virtù di probità , pazienza , coraggio e perciò sono entrati compatti nei ranghi delle legioni fasciste . Durare per essi non è un programma ma un costume di vita .
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... Le smisurate dovizie di valore sociale , portate dalla cultura fascista imposta nel - le scuole come centro di tutto il sapere , provano che i fanciulli vivono in una consapevolezza che li fa degni di ravvivare la fiamma rivoluzionaria e crea in loro stessi la forza costruttrice dell ' Italia di Mussolini . Composizioni varie , corrispondenze con le scuole delle colonie , celebrazioni annua - li , resoconti di lettura sul Fascismo , la vita del Duce , libri d ' oro contenenti le sue frasi incisive , interessanti raccolte di fotografie e stampe dalle origini della guerra fino alle ultime realizzazioni del Fascismo , i quaderni del Balilla e della Piccola Italiana , tutto testimonia un lavoro assi - duo che sospinge azzurre ondate di un pro - mettente avvenire . Altra novità che attiva la cultura con immenso potere , in quanto rappresenta l ' intima forza della politica è la creazione di giornali illustrati , redatti dalle allieve di una sezione femminile . Diano conto delle lezioni create dal Duce , o cantino l ' ultima epica gesta , celebrino l ' ala d ' Italia per i cieli del mondo o realizzino un anno di attività fascista , sono sempre l ' affermazione della pensosa personalità della Piccola Italiana vivente nell ' atmosfera della Rivoluzione fascista ... Le idee trattate come sostanze di vita hanno dato slancio spirituale ad ogni smisurata concorrenza di iniziative ... E quel che più vale hanno introdotto una didattica concretamente fascista per assicurare alla scuola palermitana la sua funzione normale e formare una coscienza forte che sia lo spirito stesso del Fascismo ; è fascistizzata rapidamente , completamente la scuola , tutta la scuola e non soltanto attraverso la cultura essenzialmente politica , ma anche vivendo e respirando negli avvenimenti nazionali , nelle celebrazioni patrie poiché tutta la vita è fascismo ...
TOGLIERE L'ACCADEMIA DALLE ACCADEMIE ( DE VECCHI DI VAL CISMON CESARE MARIA , 1933 )
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... Colpi di piccone qui ci vogliono , risanamento da troppi miasmi , abbattimento di sovracostruzioni accademiche , raddrizzamento di deformazioni , riapertura di canali nella terra nuovamente squarciata perché tutte le acque confluiscano al grande fiume . Magnifica cosa l ' Accademia d ' Italia ! Ottima cosa l ' Istituto Fascista di Cultura con gli altri organismi nati nel Regime ! Ma è ben più vasto il lavoro da compiere , perché sia messo un po ' di ordine in questo caotico mondo , che ti appare come una specie di museo di provincia dove tu trovi i resti della civiltà etrusca od i marmi di Roma mischiati con le calze o la camicia da notte di qualche più o meno illustre concittadino . Bisogna togliere l ' Accademia dalle Accademie . Bisogna mettersi anche qui al passo del Condottiero . Bisogna demolire inesorabilmente un ammasso di casupole senza sole e piene di miseria per isolare il Campidoglio ; creare la via dell ' Impero , riattaccar - si alle strade Consolari ; cercare su di quelle , fatte lisce come specchi , il mare e gli oceani del nostro domani . In quelle casupole c ' era troppa malinconia e talora erano infette . La loro pretesa apoliticità non può non rimanere terreno adatto per lo sfogo di qualunque nostalgia di un tempo che fu . Lo sventramento e la fine di tanti malanni sono fortunatamente vicini ...
CUOR DI BALILLA ( - , 1933 )
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In una via di Napoli un bimbo sta per essere investito dal tranvai che sopraggiunge veloce . Con prontissima decisione un ragazzo di appena dieci anni si slancia in mezzo al binario , afferra il bimbo e lo trascina sul marciapiedi salvandolo dal grave pericolo che incombe su di lui . Il coraggioso ragazzo è una piccola Camicia Nera , il Balilla Alfredo Picaro . La Piccola Italiana non è la bimba timida e impacciata che non sa distaccarsi dalle gonne materne . Essa è degna compagna ed emula del Balilla d ' Italia , e come lui sa dimostrare , nel momento del bisogno , prontezza di decisione , generosità di cuore , sangue freddo , sprezzo del pericolo . Ricordiamo la Piccola Andreina Massa da Recoaro ( Vicenza ) . In un giorno dello scorso marzo era in riva al torrente Agno con una sorellina , quando questa precipitò nell ' acqua profonda e impetuosa . Senza esitazione la brava Piccola Italiana si gettò anch ' essa nell ' acqua e lottando con la corrente molto rapida riuscì a gran fatica a raggiungere la piccina , afferrarla e trarla a salvamento , quando già il torrente l ' aveva trascinata per una cinquantina di metri . A Castiglione di Sicilia il 24 luglio XI uno stabile ardeva in preda alle fiamme . D ' ogni parte accorrevano i paesani per do - mare con ogni mezzo l ' incendio e per sal - vare quanto poteva essere salvato . Fra i primi ad accorrere furono due Avanguardisti , Vincenzo Di Carlo e Giuseppe Girardi , i quali si prodigarono animosamente per aiutare nello spegnimento , incuorando gli altri con l ' esempio finché il fuoco non fu completamente estinto
CONFLITTO IN PIAZZA ( BENEDETTI ARRIGO , 1933 )
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Noi bambini giocavamo cavalcando sedie , presso la finestra perché la sera si avvicinava e non ancora si era accesa la luce . Dalla cucina dove la mamma e la serva preparavano la cena venivano i rumori familiari dei loro passi intorno al focolare , delle stoviglie smosse . Alcuni minuti e poi la mamma sarebbe entrata accendendo la luce , cominciando ad apparecchiar la tavola , e certo un gioco rumoroso , come quello del cavalcar se - die a mo ' di focosi destrieri , e di di - menarle trattandosi di focosi anima - li , sarebbe stato subito proibito . Ma udimmo aprir la porta di casa e vedemmo capitar in sala da pranzo , col cappotto bagnato siccome uscita senza ombrello l ' aveva sorpresa la pioggia , la nostra cugina Anna , una ragazza che scendendo a Lucca due volte all ' anno smaniosa di divertirsi noi la consideravamo bambina . Essa non diceva niente a vederci fracassar sedie sicché le facemmo uno sfrenato galoppo d ' onore finale in quanto accesasi la luce si capiva bene come non potevamo continuare , quei nostri cavalli ridivenute misere sedie . Piove diceva Anna ; c ' è tanta gente in piazza San Michele ; ci sono i socialisti che fanno un comizio . Noi ci facemmo attenti perché allettava assai le nostre immaginazioni quella piazza coi socialisti adunati ; tanto vicina a casa nostra tale piazza , eppure ai nostri occhi parimenti lontana , come di un ' altra città , come mai l ' avessimo traversata . Ce la figuravamo piena di gente bigia e cupa . I vetri della finestra gocciolavano , le case dirimpetto sparivano e quell ' esser bambini , tra quattro mura , ci riempiva di tristezza profonda . Dopo , la cugina andò a mutarsi e venne la mamma ad apparecchiare , a sgridarci per le sedie sciupate , a farci mettere a tavola composti quasi mancasse un minuto alla venuta del babbo e non una lunghissima attesa . Ma ecco nell ' attesa , mentre ci annoiamo a osservare le macchie di vi - no sulla tovaglia e lo scintillare delle stoviglie , ecco improvvisamente s ' ode uno scroscio lontano e un clamore levarsi ; né v ' è tempo di domandarci che sia perché Anna entra gridando qualche parola e tutti la seguiamo attraverso le stanze al buio fino ad una camera dalla finestra della quale si scorge un angolo della piazza dov ' è scoppiato il conflitto , da dove la gente fugge dicendo parole soffocate dal fracasso dei negozi che chiudono imposte e abbassano saracinesche . Né fermi alla finestra sapemmo staccar - cene , un po ' tremanti un po ' eccita - ti ; fino a quando vedemmo nostro padre in strada venire e sorridere per rassicurarci . E il babbo rientrato , prima di levarsi il cappotto , molte cose ebbe da raccontare a proposito di quel conflitto scoppiato tra socialisti in comizio e fascisti venuti ad impedirlo ; e come si era gettata una bomba e come ne era seguito un subisso di rivolverate , e come dei presenti i pratici di quelle faccende per la guerra combattuta si eran gettati corpo a terra mentre gli altri disordinata - mente fuggivano . Un morto e un ferito : l ' uno e l ' altro uomini senza colo - re , che passavano per caso . Poi si andò a cena , la quale fu diversa dal - le solite ché ci perdemmo a ragionar dell ' accaduto : Stasera non vi sarà un ' anima fuori ! diceva il babbo : nemmeno io uscirò ; e impressionava il pensiero della città paurosa - mente deserta ; solo che senza avvedercene ci calmammo con negli ani - mi solo una leggera smania di sapere , per la quale noi bambini non si era capaci di rassegnarci ad andare a letto e nostro padre a rimanersene in casa . Così se egli prima dicendo di non uscire voleva con una precauzione eccezionale adeguarsi ad un eccezionale momento , poi , a poco a poco , la sua smania lo vinse : Vado a prender da fumare disse . Mi terrò per le vie secondarie ; ed usci . Allora noi non sapevamo arrenderci a coricarci ; ma quando , fallito l ' ultimo tentativo per rimanere ancora un po ' alzati si dové cedere , volemmo in camera nostra la mamma e la cugina . Si riparlò a lungo del conflitto e del morto , il quale lasciava moglie e figlioli , particolare che commoveva le donne e impressionava noi bambini ; sopratutto pensavamo che morti mai se n ' era visti e che se ci fossimo trovati in quella piazza ne avremmo visto uno ; e pensavamo anche che un uccisore doveva esservi per forza e come chi uccide , dicono , rivede la notte in sogno la propria vittima , pensiero troppo forte per noi quasi la vita ci riserbasse un così atroce destino . Ma la luce ormai irritando i nostri occhi le due donne si ritirarono lasciandoci al buio a pensare , confusamente come prima del sonno , alla piazza del conflitto che non ci pareva nemmeno della nostra città .
PAROLE PRELIMINARI ( GENTILE GIOVANNI, , 1934 )
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Si chiude un periodo , e se ne apre un altro . Tutti gl ' italiani lo sentono . Con la Legge sulle Corporazioni la Rivoluzione fascista è giunta alla sua maturità , e l ' Istituto Nazionale Fascista di cultura riconosce che non si tratta più di " educare " il popolo italiano alla scuola del fascismo , ma di esporre ormai ed enucleare le esigenze del nuovo spirito , e concorrere , per la propria parte , all ' opera di costruzione della nuova civiltà che il mondo attende dagl ' italiani o a cui già collabora . Certo , in un senso assoluto , l ' educazione umana non finisce mai ; e il fascista che ha la sua fede non dimenticherà mai , che ogni giorno ci sarà un nuovo dovere per lui , e una nuova prova ; alla quale resterà impari senza nuovi sforzi e un superiore perfezionamento della sua personalità . Ma c ' è pure una maturità relativa , che licenzia i giovani da ogni obbligo di scuola e li ammette alla vita ; nella quale devono dire la loro parola e recare il contributo della loro opera , assumendo tutta sopra di sé la responsabilità d ' ogni loro azione . Finisce il tirocinio e comincia il lavoro della produzione e della creazione . L ' uomo comincia socialmente a contare , ed esser lui ... Quindici anni ( 1919-1933 ) sono passati in un travaglio che ha impegnato dapprima , col fondatore del nuovo sistema politico e morale , pochi adepti animosi , e poi schiere sempre più numerose e serrate di italiani attratti dalla luce dell ' idea e dalla bellezza dell ' esempio , e in - fine tutta la nazione . Sono passati , non in un ' attesa vana ; ma in una lenta , prudente , disciplinata e laboriosa fatica , piena di fede e di entusiasmo , diretta costantemente ad un fine : restaurare lo Stato , non forma astratta e quasi soprastruttura per sé stante della realtà nazionale , ma la stessa vivente organizzazione e coscienza di tale realtà . Azione squisitamente educativa , attraverso la scuola e il Partito , attraverso il Parlamento e la Milizia , ma sopra tutto attraverso la potente suggestione del Duce sulla massa . Oggi con la legge delle Corporazioni questa fatica trilustre è compiuta , poiché lo Stato , almeno virtualmente , è organizzato ; e s ' affaccia con la sua caratteristica fisionomia nel mondo , come artefice primario di quella pace mondiale che è disarmo di frontiere e di animi , lealmente e coraggiosamente voluto e perciò divenuto realisticamente possibile ; e come portatore di una nuova idea . Questa idea non è un ' astratta dottrina politica , né un astratto sistema economico e sociale . Lo Stato di Mussolini è forza ; ma è forza perché è idea . È concetto dell ' uomo e del mondo , e quindi programma totalitario di vita , così pel singolo come per la nazione . La quale , a sua volta , non è quella fittizia entità naturalistica che è per qualche imitatore esotico del fascismo , ossia la razza , presunta realtà naturale misteriosa . La nazione del fascista è , mazzinianamente , coscienza di sé e missione . Tanto fiera di sé e gelosa della sua individualità storicamente privilegiata , quanto è aperta e pronta al riconoscimento ed esaltamento di ciò che nell ' italiano è umano , e che all ' italiano rende possibile un linguaggio significativo per tutte le genti . Lo Stato di Mussolini è perciò riordinamento e potenziamento delle energie nazionali radunate e unificate nella disciplina dell ' autorità , che sola è capace di stringerle in un vivo fascio ; ma anche nuova civiltà . Che vuoi dire nuovo pensiero in tutta la ricchezza delle sue determinazioni : arte e religione , scienza e visione speculativa della vita , costume e legge , stile dell ' uomo . Ciò che lo Stato di Mussolini non potrebbe essere , se si limitasse a quel semplicistico principio dell ' autorità , a cui l ' osservatore superficiale guarda come al suo carattere più rilevato . Come forma essenzialmente etica della personalità umana , lo Stato fascista è autorità . Ma è autorità in quanto è libertà , od espressione della volontà nazionale . Tutt ' è che questa volontà non vada cercata ne ' suoi accidentali e fallaci erramenti , come il capriccio od arbitrio insofferente e insolente dell ' individuo , o come l ' inconsapevole , nervosa , stravagante velleità degli irresponsabili che , pur di mettere a fuoco la presunzione del lorocervello , non esiterebbero a rischiare l ' esistenza stessa del cielo e della terra : fiat experimentum et pereat mundus . La volontà nazionale è invece lì , nel suo storico , normale , sano , razionale indirizzo , qual è determinato dal complesso de ' bisogni della nazione economici e politici , materiali e morali . Perciò lo Stato di Mussolini è Stato corporativo : che vuol dire la forma più adeguata e più aderente di una democrazia , che non sia quel mito comodo ai politicanti anarcoidi del vecchio parlamentarismo di una volta , ma la realtà stessa ed effettiva del popolo . Il quale popolo , poi ormai si sa , è cosa molto diversa dalla somma o maggioranza dei singoli cittadini che il materialistico liberalismo fantasticava , ma si incontra e si manifesta nel sistema organico delle forze produttive della nazione . Quelle forze d ' ogni genere , che creano la storia , e che , se sfuggono allo sguardo dei più , che ne sono in certo modo governati e come vissuti , sono ravvisate e tratte alla luce e rese consapevoli dall ' uomo di genio nella universalità chiaroveggente e gagliarda del suo spirito . L ' uomo di genio non è certo un istituto , che il diritto pubblico possa postulare e teorizzare . Ma appunto perciò riveste il carattere provvidenziale proprio dei grandi eventi e personaggi della storia . Che gli uomini s ' illudono sempre di creare o guidare , laddove essa è già in atto , tutta determinata , quando gli uomini cominciano a pensarci su e a studiarla ...
CORPORAZIONE FASCISTA ( BIGNAMI ERNESTO , 1934 )
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... Come ben disse Mussolini , la crisi che attanaglia da quattro anni il mondo economico , è penetrata così profondamente nel sistema che è diventata una crisi del sistema . Non è più un trauma , ma una malattia costituzionale . Il sistema liberale - capitalistico , che , partendo dalle solite premesse astrattamente individualistiche , ha esasperato lo spirito di iniziativa e condotto alle costruzioni ipertrofiche del supercapitalismo ( cartelli , sindacati , consorzi , trusts , ecc . ) è ormai al suo tramonto : le crisi di sovraproduzione lo hanno afferrato alla gola e gettato nelle braccia dello Stato per ottenere protezione e privilegi . Lo Stato a sua volta non può più fare , sul terreno economico , professione di agnosticismo , non può più " stare alla finestra " e disinteressarsi delle questioni della produzione e del lavoro : la crisi ormai sistematica , superando i limiti dell ' interesse individuale , ha toccato i più vitali interessi dell ' intera società , ha trasformato il fatto economico in fatto sociale . L ' intervenzionismo statale è dunque , allo stato attuale delle cose , una necessità storica e morale : occorre anche su questo terreno una superiore disciplina , un controllo gerarchico , una per così dire burocratizzazione o calmieramento del lavoro , in nome dei più generali interessi della Nazione e della società . Cadrà per questo lo Stato nell ' estremo opposto del socialismo di Stato , della statizzazione dei mezzi di produzione , dell ' annientamento d ' ogni libera iniziativa individuale ? Il Fascismo ha già risposto da tempo a tale quesito , e la dichiarazione VII della Carta del Lavoro è esplicita su questo punto : " Lo Stato corporativo considera l ' iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento più efficace e più utile nell ' interesse della Nazione . " Il Fascismo in altre parole accetta il principio della libertà individuale ( è questo il grande portato della rivoluzione francese ) , perché sa che solo nello spirito d ' iniziativa sta la dignità e la ragione d ' ogni reale progresso ; ma intende dare a questo principio un fondamento idealistico ed etico , impedendo le degenerazioni della moderna vita economica e politica . " Il Corporativismo , " ebbe a dichiarare S . E . Mussolini con una frase che è come la chiave dell ' intero discorso e che è destinata a segnare la meta della nuova civiltà fascista , " su - pera il socialismo e supera il liberalismo , creando una nuova sintesi . " E ancora : " Il Corporativismo è la economia disciplinata e quindi anche controllata , perché non si può pensare ad una disciplina che non abbia un controllo . " Liberalismo e socialismo decadono contemporaneamente in tutta Europa : fatto sintomatico , che segna la precarietà e l ' aberrazione di questi due opposti fenomeni , e prepara l ' avvento del nuovo Corporativismo fascista . L ' Italia , interprete della millenaria civiltà classica e latina , segnerà ai popoli le vie dell ' equilibrio e del - la mediazione : l ' aureo centro tra gli estremi , aborrente dalle soluzioni esclusive e radicali , la sintesi nuova destinata a fondere le opposte , parziali verità ...
DINAMICA DELLA CORPORAZIONE ( MISSIROLI MARIO , 1934 )
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Com ' è nato l ' ordinamento corporativo ? È una concezione teorica , sorta dalla speculazione filosofica , oppure è il risultato di un ' esperienza di - retta ? A questo interrogativo rispondono esaurientemente gli Scritti di economia corporativa di S . E . Biagi , editi ... dallo Zanichelli . Il pregio di questo libro , che mantiene assai più di quanto promette , è quello di offrire un quadro organico , una sin - tesi felice , di quella che è la concezione mussoliniana dello Stato corporativo superando le vedute unilaterali e comunque parziali . La dottrina non vi è esposta in forma astratta , ma concreta , poiché è cura costante dell ' autore mostrare come essa sia sorta dalle necessità della vita e si sia sviluppata attraverso una laboriosa esperienza . Di modo che il libro costituisce , oltre tutto , un valido contributo alla storia della Rivoluzione fascista , riguardata come feconda generatrice di idee . Natural - mente l ' autore è troppo imbevuto di spirito idealistico per cedere alle tentazioni del materialismo storico ; è , anzi , sua costante preoccupazione mettere in luce la preminenza della volontà anche in quel campo dei fenomeni economici , che , secondo la scuola socialista e la stessa scuola liberale , sfuggiva al controllo e alla coscienza riflessa degli uomini . L ' auto - re respinge energicamente questa visione propria del fatalismo , si ammantasse , essa , di materialismo , o di idealismo storicistico , per rivendicare all ' azione , sia dello Stato , sia dei gruppi , sia dei singoli quella supremazia del pensiero e della volontà , che , sola , conferisce un valore alla vita e un senso alla storia . Certo lo studioso è stato molto aiutato , in questo orientamento , dalla comprensione dell ' opera di Mussolini , che offre il più insigne esempio di volontà nei tempi moderni ed è suo merito l ' averne tratto tutti gli insegna - menti e le necessarie riprove ...
CORPORAZIONE E PARTITO ( MARANINI GIUSEPPE , 1934 )
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... Che cosa intendiamo per sistema corporativo fascista ? Intendiamo una forma di decentramento dell ' attività regolatrice dell ' economia , affidata , sotto l ' alta direttiva del potere politico , alle categorie economiche opportunamente organizzate . Permane intatta la proprietà privata , intesa però come un plenus ius utendi e non più come un ius utendi et abutendi ; e rimane libera la privata iniziativa , molla fondamentale e insostituibile della attività economica . Nella corporazione si equilibra - no e si conciliano le forze degli imprenditori e dei lavoratori , regolando così la distribuzione : sotto questo aspetto , il regime corporativo ha già avuto in Italia un brillante collaudo , prima ancora della istituzione del - le corporazioni , con la pratica dei contratti collettivi e con l ' azione efficace della magistratura del lavoro ; poiché ogni attività volta a ridurre ad unità lo sforzo costante di organismi sindacali opposti è intrinsecamente corporativa . Ma nella corporazione deve anche ridursi ad unità l ' attività produttiva : e questo è il campo nuovo , delicatissimo , gelosissimo , nel quale le nuove corporazioni dovranno saggiare la loro idoneità e vitalità . Delicatissima e gelosissima funzione , abbiamo detto , perché unità non deve significare monopolio , e disciplina della produzione non deve significare soffocamento dell ' iniziativa privata : ma la discriminazione è difficile , e occorrerà bontà di organizzazione e saggezza di dirigenti per raggiungerla nella pratica quotidiana . Né potranno bastare , a indirizzare l ' attività delle nuove corporazioni , criteri puramente economici : ma questi dovranno sempre essere illuminati da una visione politica , nel senso più pieno e alto della parola . Una visione politica : cioè completa , organica , totalitaria ; una visione capace di superare e di risolvere i problemi economici sollevandoli in una atmosfera superiore , piegando in qualche modo le sorde necessità della vita economica sotto il dominio dello spirito . Difficoltà analoghe , e non meno gravi , già si incontrarono e si superarono in materia di distribuzione , con i contratti collettivi e con i giudizi del magistrato del lavoro : e si superarono appunto grazie al clima di intensa vibrazione politica in cui i nuovi istituti vennero sperimentati . Anche le nuove difficoltà verranno certamente superate , e l ' Italia , dopo avere offerto all ' attenzione del mondo uno straordinario esempio di integrale organizzazione politica , riuscirà , noi crediamo , anche ad offrire un esempio di integrale organizzazione economica : anzi , per meglio dire , l ' Italia mostrerà al mondo come la sua poderosa organizzazione politica abbia tanta intrinseca vitalità da poter definitivamente costituire anche una forma di integrale organizzazione economica . È in sostanza il Regime , che , dopo avere già , in questi difficili anni , con mezzi di fortuna , vittoriosa - mente dominata e sostenuta l ' economia italiana , si appresta a sostener - la e a regolarla organicamente raccogliendo definitivamente in saldo fa - scio tutte le energie materiali e morali del paese . Il Regime : cioè il Partito unico , lo Stato forte , la coscienza vibrante della nuova Italia . Questo è e rimane il fondamento ferreo , la condizione prima della grande impresa nazionale , cui tutti ci industriamo di collaborare con appassionato fervore .