StampaPeriodica ,
Lo
sciopero
generale
,
volutamente
preparato
da
quell
'
emerita
carogna
che
risponde
al
nome
di
Canepa
e
da
quel
tristo
buffone
che
porta
il
nome
di
Turati
,
ha
avuto
tutto
l
'
epilogo
che
la
tragedia
richiedeva
.
Validamente
inseritosi
nelle
più
vive
cartilagini
del
martoriato
corpo
nazionale
,
il
Fascismo
progrediva
con
veri
passi
da
giganti
battendo
ovunque
le
rocche
del
socialismo
sovversivo
.
Misconosciuto
e
incompreso
,
dai
troppo
sicuri
capeggiatori
,
fu
da
principio
preso
di
mira
con
la
diffamazione
ed
il
disprezzo
,
col
tradimento
e
con
l
'
agguato
quando
fu
visto
trionfare
.
Si
corse
allora
ai
ripari
per
impedire
l
'
assalto
definitivo
e
concludente
,
ma
l
'
arte
subdola
dell
'
astuzia
non
fu
sufficiente
alla
bisogna
.
Tutto
fu
tentato
.
Sabotamenti
parlamentari
,
compromessi
ministeriali
,
concentramenti
di
sinistra
,
inginocchiamenti
a
Gardone
,
amorosi
sensi
coi
popolari
,
insurrezioni
parziali
,
arditi
del
popolo
e
repubblicani
,
fronte
unico
antinazionale
,
visita
al
Capo
dello
Stato
,
ripiegamento
generale
...
ma
non
fu
possibile
salvarsi
:
il
socialismo
politicante
crollava
già
miseramente
sotto
i
colpi
vigorosi
della
riscossa
nazionale
.
Restava
ancora
una
carta
da
cimentare
nel
giuoco
:
l
'
insurrezione
proletaria
.
E
delittuosamente
fu
giocata
con
l
'
incoscienza
dei
criminali
.
Così
si
giunse
allo
sciopero
che
fu
chiamato
generale
:
così
si
giunse
alla
guerra
che
volle
darsi
al
Fascismo
.
Ora
di
quella
carta
non
resta
più
che
la
cenere
bagnata
ancora
dal
sangue
dei
nostri
eroici
combattenti
:
ora
di
quella
guerra
non
resta
più
che
il
ricordo
della
disfatta
sovversiva
.
E
l
'
Italia
infine
non
teme
l
'
azione
insana
ed
infame
del
corrosivo
socialista
che
la
struggeva
da
quattr
'
anni
.
Né
,
come
pensa
certa
stampa
liberale
,
questo
fatto
costituisce
un
episodio
sporadico
limitato
ed
infruttuoso
perché
esso
è
la
espressione
di
due
stati
d
'
animo
in
contrasto
,
è
la
manifestazione
d
'
una
lotta
giunta
all
'
apice
supremo
,
è
il
momento
storico
che
attraversa
la
Nazione
,
è
la
salvezza
della
Patria
.
Viva
sempre
il
Fascismo
.
StampaPeriodica ,
Lunedì
30
dicembre
la
polizia
francese
alle
otto
del
mattino
dopo
un
'
accurata
perquisizione
nelle
loro
case
arrestava
i
nostri
amici
Alberto
Cianca
,
Alberto
Tarchiani
,
Giuseppe
Sardelli
.
Nessuna
comunicazione
veniva
data
alla
stampa
fino
alla
sera
del
31
:
soltanto
alle
20
e
30
del
martedì
un
breve
comunicato
Havas
annunziava
l
'
arresto
dei
nostri
amici
e
specificava
che
esso
era
avvenuto
in
seguito
a
denunzia
delle
autorità
italiane
.
Aggiungeva
che
le
perquisizioni
avevano
portato
al
sequestro
di
numerosi
documenti
e
che
nella
casa
che
Cianca
divideva
con
Giuseppe
Sardelli
erano
stati
scoperti
7
pacchetti
di
cheddite
,
alcuni
detonatori
ed
una
certa
quantità
di
cordone
Bickford
.
Dopo
un
lungo
interrogatorio
nei
locali
della
Sûreté
Générale
i
nostri
amici
venivano
inviati
al
carcere
della
Santé
.
Essi
hanno
scelto
per
difensore
l
'
avvocato
Henri
Torrès
.
I
tre
arrestati
sono
noti
a
tutti
gli
antifascisti
e
sono
tra
le
figure
più
popolari
,
e
più
amate
dell
'
emigrazione
politica
.
Di
Alberto
Cianca
abbiamo
detto
avanti
.
Alberto
Tarchiani
,
democratico
,
è
stato
per
molti
anni
il
redattore
capo
del
più
grande
giornale
italiano
,
il
"
Corriere
della
Sera
.
"
La
sua
avversione
al
Fascismo
lo
costrinse
a
cercare
rifugio
in
Francia
dove
continuava
con
grande
passione
la
sua
opera
di
scrittore
denunziando
,
soprattutto
nei
giornali
degli
Stati
Uniti
,
le
infamie
del
regime
fascista
.
Giuseppe
Sardelli
,
socialista
ex
deputato
,
fervido
organizzatore
operaio
costretto
ad
abbandonare
l
'
Italia
svolgeva
da
circa
tre
anni
tra
le
masse
emigrate
in
Francia
opera
salda
ed
efficace
.
La
famiglia
di
Alberto
Tarchiani
si
trova
a
Parigi
.
La
moglie
ed
i
figliuoli
di
Cianca
e
di
Sardelli
sono
in
Italia
.
L
'
arresto
dei
nostri
amici
ha
provocato
la
prevedibile
ignobile
gazzarra
dei
giornali
italiani
e
dei
pochi
quotidiani
francesi
che
per
ragioni
che
non
vogliamo
indagare
cantano
ad
ogni
costo
le
lodi
di
Mussolini
e
del
fascismo
.
Ma
questo
blaterare
di
servi
ubriachi
non
meriterebbe
di
essere
rilevato
se
le
dichiarazioni
del
governo
italiano
e
dei
suoi
servizi
all
'
estero
non
ci
fornissero
preziose
indicazioni
.
Il
"
Corriere
della
Sera
"
del
5
gennaio
dichiara
che
gli
arresti
di
Cianca
Tarchiani
e
Sardelli
provocati
dai
documenti
scoperti
presso
il
Beineri
arrestato
a
Bruxelles
rappresentano
il
trionfo
della
polizia
francese
che
è
riuscita
finalmente
a
metter
la
mano
sui
capi
delle
organizzazioni
terroristiche
antifasciste
.
Lo
stesso
giornale
afferma
che
il
Berneri
era
sorvegliato
da
un
agente
del
governo
italiano
il
quale
fotografava
le
missive
che
Berneri
gli
affidava
perché
egli
le
mettesse
alla
posta
.
Una
di
queste
missive
,
diretta
al
Cianca
,
sempre
secondo
il
"
Corriere
della
Sera
,
"
darebbe
istruzioni
precise
su
di
un
misterioso
oggetto
che
ha
bisogno
di
essere
tenuto
ritto
e
che
teme
il
freddo
.
In
altri
termini
,
secondo
la
stampa
fascista
,
i
nostri
amici
sarebbero
stati
scoperti
,
nell
'
esercizio
delle
loro
criminose
attività
dall
'
abilità
di
una
spia
fascista
che
abusava
della
ingenuità
del
Berneri
.
Tutto
ciò
puzza
a
chilometri
di
cattivo
romanzo
d
'
appendice
.
E
l
'
assurdità
di
questa
tesi
è
saltata
agli
occhi
di
tutta
la
stampa
libera
francese
e
belga
.
"
La
Volonté
"
di
Parigi
ha
fatto
una
inchiesta
ed
è
arrivata
a
precisare
alcuni
punti
assai
interessanti
.
E
tra
l
'
altro
!
1
.
Che
Berneri
coabitava
con
la
nota
spia
fascista
Ermanno
Menapace
.
2
.
Che
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
un
viaggio
nella
Francia
meridionale
ed
in
Svizzera
.
3
.
Che
lo
stesso
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
Belgio
e
che
lo
fornì
di
una
pistola
.
Dettaglio
comico
:
la
pistola
era
un
semplice
giocattolo
ad
aria
compressa
incapace
di
far
male
ad
una
mosca
.
Il
"
Quotidien
,
"
"
l
'
OEuvre
,
"
"
la
Volonté
"
affacciano
in
conseguenza
l
'
opinione
che
tutta
questa
rocambolesca
montatura
di
complotti
di
devastazioni
e
di
assassini
che
vanno
dalla
distruzione
della
Società
delle
Nazioni
alla
uccisione
di
Rocco
e
dalla
soppressione
della
famiglia
reale
belga
al
bombardamento
della
mole
littoria
di
Bologna
si
possano
ridurre
in
fondo
ad
un
complotto
solo
:
un
complotto
degli
agenti
provocatori
fascisti
per
compromettere
alcuni
fra
gli
uomini
più
rappresentativi
della
emigrazione
politica
.
In
tutti
gli
articoli
un
nome
ricorre
frequente
:
Ricciotti
Garibaldi
.
Questo
sarebbe
il
secondo
caso
Garibaldi
.
Ma
anche
questa
volta
le
macchinazioni
degli
agenti
provocatori
sono
cadute
nel
ridicolo
.
Il
"
Soir
,
"
il
più
grande
giornale
belga
,
che
non
può
certo
essere
accusato
di
idee
rivoluzionarie
,
pubblica
un
grande
articolo
nel
suo
numero
del
12
corrente
col
titolo
:
Il
complotto
Menapace
Berneri
e
Compagni
.
La
verità
si
fa
strada
sicuramente
e
rapidamente
.
La
ignobile
manovra
fascista
può
dirsi
già
fallita
.
E
su
tutto
questo
pantano
di
menzogna
di
falsità
e
di
bassi
espedienti
polizieschi
più
chiara
e
sicura
rimane
intatta
ed
intangibile
la
fiamma
della
nostra
fede
e
la
sicurezza
della
nostra
vittoria
.
StampaPeriodica ,
Riceviamo
da
un
nostro
amico
la
seguente
lettera
che
ci
pare
assai
interessante
e
che
pubblichiamo
tanto
più
volentieri
,
in
quanto
consentiamo
con
lo
scrittore
nel
condannare
la
presente
agitazione
popolare
per
l
'
Italia
irredenta
,
come
pure
nella
maggior
parte
delle
opinioni
ch
'
egli
espone
sulla
politica
italiana
in
questi
ultimi
anni
.
Nel
criticare
il
contegno
tenuto
dall
'
Italia
nel
congresso
di
Berlino
,
noi
non
intendevamo
affatto
muovere
rimprovero
ai
nostri
rappresentanti
di
non
aver
chiesto
il
Trentino
,
ossia
di
non
aver
commesso
una
follia
,
ma
bensì
di
non
aver
fatto
la
più
lontana
allusione
alla
questione
nelle
sedute
ufficiali
del
congresso
in
occasione
dei
nuovi
ingrandimenti
dell
'
Austria
;
del
non
avere
insomma
,
ci
si
permetta
l
'
espressione
,
interrotto
la
prescrizione
;
dell
'
aver
ratificato
il
trattato
senza
che
almeno
nei
processi
verbali
delle
sedute
sia
stata
rammentata
una
questione
che
ha
per
l
'
Italia
una
primaria
importanza
anche
al
punto
di
vista
della
sua
difesa
militare
.
È
vero
che
vi
sono
persone
,
e
tra
le
bene
informate
,
le
quali
sostengono
che
il
primo
rappresentante
d
'
Italia
abbia
veramente
in
colloqui
privati
col
cancelliere
dell
'
Impero
germanico
,
ai
quali
assisteva
soltanto
il
ministro
di
Francia
,
chiesto
formalmente
una
rettifica
di
frontiere
,
e
che
abbia
così
esposto
la
dignità
del
paese
ad
un
fiero
e
diremmo
quasi
insolente
rabbuffo
per
parte
del
principe
di
Bismarck
.
Ma
noi
non
vogliamo
prestare
intera
fede
a
tutto
ciò
,
perché
farebbe
veramente
troppo
torto
al
senno
di
un
vecchio
diplomatico
come
il
conte
Corti
.
Ma
l
'
accusa
maggiore
che
muoviamo
alla
politica
italiana
al
congresso
,
è
quella
di
non
aver
risolutamente
sostenuto
i
diritti
della
Grecia
e
delle
altre
nazionalità
della
penisola
balcanica
;
e
del
non
aver
protestato
energicamente
contro
l
'
avvilimento
del
Montenegro
,
e
contro
i
diritti
quasi
di
alta
sovranità
riconosciuti
alla
sola
Austria
sopra
tutto
il
litorale
orientale
dell
'
Adriatico
.
A
parte
la
questione
del
rispetto
al
principio
di
nazionalità
,
a
cui
l
'
Italia
deve
la
vita
,
e
nel
tener
alto
il
prestigio
del
quale
abbiamo
la
garanzia
più
sicura
della
nostra
futura
indipendenza
politica
in
Europa
,
più
sicura
di
quel
che
non
ci
diano
ora
i
nostri
imperfettissimi
armamenti
;
a
parte
,
diciamo
,
questa
questione
,
l
'
Italia
ha
un
interesse
grandissimo
a
che
la
penisola
balcanica
non
cada
in
mano
né
all
'
Austria
,
almeno
finché
si
estende
dai
Carpazi
fino
al
lago
di
Garda
,
né
alla
Russia
.
Ora
il
miglior
modo
di
opporsi
a
ciò
,
non
è
di
sostenere
il
fracido
edificio
dell
'
impero
ottomano
,
ma
di
appoggiare
la
creazione
di
una
federazione
di
Stati
nazionali
,
grandi
assai
per
vivere
di
vita
autonoma
,
e
non
tanto
da
poter
fare
mai
ombra
all
'
Italia
.
Né
qui
si
tratterebbe
di
un
fascio
di
piccoli
Stati
artificialmente
messi
insieme
e
artificialmente
mantenuti
come
quelli
della
Confederazione
del
Reno
,
creata
da
Napoleone
I
e
poscia
sognata
da
Thiers
,
ma
bensì
di
un
ordinamento
politico
che
coinciderebbe
con
la
repartizione
delle
nazionalità
nella
penisola
balcanica
.
E
dato
pure
che
la
voce
isolata
dell
'
Italia
nel
congresso
non
avesse
potuto
produrre
alcun
effetto
sensibile
negli
articoli
del
trattato
,
essa
ci
avrebbe
almeno
procurato
le
simpatie
di
tutti
quei
popoli
,
e
osiamo
dire
anche
il
rispetto
dell
'
Europa
,
più
che
non
il
nostro
silenzio
e
la
nostra
indecisione
.
Almeno
non
sarebbero
sorte
le
stupide
accuse
che
noi
desideriamo
l
'
Albania
,
o
altri
ingrandimenti
simili
.
Né
di
minore
importanza
era
per
l
'
Italia
l
'
assicurare
con
l
'
indipendenza
del
Montenegro
,
e
con
l
'
affermazione
della
sua
completa
sovranità
sopra
quei
pochi
chilometri
di
coste
che
gli
sono
stati
concessi
dal
congresso
,
un
punto
fermo
agl
'
ingrandimenti
,
in
quella
direzione
,
dell
'
Austria
.
E
ciò
senza
ripetere
quanto
già
abbiamo
detto
altra
volta
,
sullo
schiaffo
da
noi
ricevuto
nel
non
essere
stati
almeno
consociati
all
'
Austria
nei
suoi
diritti
di
sorveglianza
sulla
costa
montenegrina
e
nel
porto
di
Antivari
.
Non
è
dato
a
nessuno
prevedere
le
conseguenze
infinite
che
sorgeranno
dalla
nuova
fase
in
cui
è
entrata
la
sempre
più
imbrogliata
questione
d
'
Oriente
,
ma
non
ci
sorprenderebbe
affatto
se
dal
congresso
di
Berlino
dovesse
per
noi
risultare
un
mutamento
di
alleanze
,
e
se
i
nuovi
amoreggiamenti
del
governo
germanico
con
il
Vaticano
,
i
quali
pure
contribuiscono
a
spiegare
la
poca
simpatia
dimostrataci
ultimamente
dal
cancelliere
dell
'
Impero
,
non
ci
spingeranno
fatalmente
a
ristringere
l
'
alleanza
con
la
Francia
repubblicana
ed
anticlericale
.
Ecco
la
lettera
:
31
luglio
Ai
direttori
.
L
'
agitazione
per
l
'
Italia
irredenta
comincia
a
calmarsi
.
Era
tempo
,
se
non
volevamo
renderci
ridicoli
agli
occhi
dell
'
Europa
,
poiché
è
sempre
rendersi
ridicoli
l
'
alzare
la
voce
senza
essere
in
grado
di
far
seguire
l
'
atto
alla
parola
.
E
nessuna
persona
sensata
potrebbe
dubitare
che
in
questo
momento
l
'
Italia
è
incapace
di
agire
in
favore
di
Trento
(
lascio
sempre
da
parte
Trieste
come
una
chimera
)
con
qualche
probabilità
di
riuscita
.
Forse
è
colpa
dei
nostri
governi
se
non
siamo
in
istato
di
realizzare
i
nostri
desiderii
e
quelli
che
crediamo
nostri
diritti
.
Diritti
piuttosto
morali
che
scritti
,
e
piuttosto
politici
che
morali
,
poiché
non
è
tanto
in
virtù
della
nazionalità
italiana
della
maggioranza
degli
abitanti
del
Trentino
,
che
noi
reclamiamo
questa
provincia
-
dovremmo
allora
e
con
maggior
ragione
reclamare
il
cantone
Ticino
,
Nizza
,
la
Corsica
e
quelle
parti
della
Dalmazia
ove
la
popolazione
intera
è
di
nazionalità
italiana
,
ma
nell
'
interesse
della
nostra
sicurezza
,
la
quale
esige
che
la
posizione
strategica
del
Trentino
,
tutta
offensiva
nelle
mani
di
una
potenza
transalpina
,
difensiva
in
quella
di
una
potenza
cisalpina
come
la
nostra
,
ci
sia
presto
o
tardi
ceduta
.
Può
darsi
,
dicevo
,
che
sia
colpa
della
nostra
politica
estera
se
non
abbiamo
potuto
profittare
dell
'
occasione
del
recente
raffazzonamento
politico
della
carta
di
Europa
per
ottenere
la
rettificazione
della
nostra
frontiera
del
nord
.
Procuriamo
almeno
di
profittare
di
questa
lezione
,
non
ricadendo
negli
stessi
errori
.
Questi
errori
,
a
parer
mio
,
si
riassumono
in
uno
solo
:
l
'
indecisione
.
Abbiamo
voluto
,
come
si
dice
volgarmente
,
salvare
capra
e
cavoli
,
ed
ora
ci
troviamo
a
mani
vuote
.
Fino
dal
principio
della
crisi
,
era
evidente
esservi
in
Europa
due
campi
,
quello
dell
'
Inghilterra
e
quello
della
Russia
.
Ora
,
se
stava
nel
beneplacito
della
Francia
e
della
Germania
,
che
non
aveano
nulla
da
perdere
né
da
guadagnare
in
questo
conflitto
,
di
mantenersi
neutrali
,
non
era
così
per
l
'
Austria
e
l
'
Italia
.
E
mentre
la
prima
,
facendo
tacere
ogni
antipatia
e
simpatia
sentimentale
,
e
non
ascoltando
che
la
voce
del
suo
interesse
,
s
'
intese
fin
dal
principio
con
la
Russia
circa
un
compenso
eventuale
(
non
è
ormai
più
permesso
di
dubitarne
)
,
l
'
Italia
temé
di
scontentare
l
'
Inghilterra
e
venir
meno
alle
sue
tradizioni
liberali
,
alleandosi
francamente
alla
Russia
,
ed
ebbe
paura
di
scatenare
la
guerra
gettandosi
intieramente
nelle
braccia
dell
'
Inghilterra
.
Eppure
sarebbe
stato
sì
facile
di
conciliare
le
proprie
tradizioni
liberali
con
l
'
interesse
del
paese
:
bastava
a
tale
effetto
vedere
coi
propri
occhi
,
giudicare
i
fatti
e
le
situazioni
senza
idee
preconcette
,
e
soprattutto
senza
lasciarsi
imporre
dalle
parole
.
Si
preferì
invece
ascoltare
la
parola
d
'
ordine
,
data
dall
'
«
opinione
pubblica
»
di
Parigi
,
fabbricata
come
tutti
sanno
,
dalla
penna
esperta
e
infaticabile
del
patriotta
polacco
che
dirige
la
politica
estera
del
«
Journal
des
Débats
»
e
di
cui
le
frasi
sonore
sulla
seconda
edizione
della
spartizione
della
Polonia
(
la
Turchia
una
Polonia
!
)
furono
per
due
anni
amplificate
e
variate
all
'
infinito
con
una
commovente
unanimità
da
tutti
gli
organi
riconosciuti
dell
'
«
opinione
pubblica
»
per
tutta
Europa
:
«
Pall
Mall
Gazette
»
,
«
Kölnische
»
,
«
Allgemeine
»
e
«
Neue
Freie
Presse
»
senza
parlare
dei
burgravi
del
giornalismo
italiano
;
poiché
è
soltanto
da
quando
è
stata
gettata
la
maschera
,
e
gli
organi
dell
'
«
opinione
pubblica
»
al
di
là
delle
Alpi
,
all
'
unisono
e
sempre
al
cenno
partito
dalla
rue
des
Prêtres
,
gridano
la
croce
addosso
all
'
Italia
,
che
i
nostri
vecchi
liberali
cominciano
un
poco
ad
aprire
gli
occhi
sui
loro
amici
occidentali
.
Un
anno
,
due
anni
fa
a
Roma
se
ne
era
ancora
lontani
,
e
mentre
il
governo
austriaco
lasciava
declamare
la
sua
«
opinione
pubblica
»
per
agire
nell
'
interesse
della
monarchia
,
il
nostro
governo
stimò
doversi
conformare
al
modo
di
vedere
superficiale
e
burocratico
de
'
nostri
burgravi
.
Quando
si
sarebbe
dovuto
prendere
in
mano
risolutamente
la
questione
delle
nazionalità
oppresse
,
intendersi
col
governo
d
'
Atene
,
spingerlo
,
occorrendo
,
alla
guerra
,
far
valere
questo
servizio
sia
a
Pietroburgo
come
indebolimento
della
Turchia
,
sia
a
Londra
come
contrappeso
allo
slavismo
,
si
ebbe
paura
di
compromettersi
,
di
avventurare
la
propria
neutralità
,
di
scatenare
la
guerra
europea
.
Chi
non
risica
non
rosica
.
Una
politica
risolutamente
anti
-
turca
dell
'
Italia
non
soltanto
ci
avrebbe
procacciato
l
'
onore
di
mantenere
la
bandiera
sotto
la
quale
abbiamo
acquistato
la
nostra
propria
indipendenza
,
ma
avrebbe
avuto
il
vantaggio
di
rafforzare
la
nostra
posizione
in
Europa
.
La
Francia
certamente
,
benché
i
suoi
interessi
nel
Mediterraneo
e
nel
Levante
sieno
meno
importanti
dei
nostri
,
avrebbe
sostenuto
questa
politica
,
come
lo
prova
il
suo
contegno
a
Berlino
nella
questione
ellenica
,
e
noi
saremmo
comparsi
a
Berlino
con
dei
titoli
per
farci
ascoltare
.
Invece
,
che
cosa
è
accaduto
?
L
'
Europa
ha
agito
come
se
la
questione
del
Mediterraneo
non
ci
riguardasse
,
e
invece
di
riunire
in
un
fascio
le
potenze
mediterranee
,
Francia
,
Austria
,
Italia
e
Grecia
ingrandita
,
e
fortificarle
coll
'
aprire
il
mare
Egeo
alla
Russia
,
noi
abbiamo
lasciato
il
Mediterraneo
,
il
nostro
mare
,
cadere
tutto
intiero
e
senza
contrappeso
nelle
mani
di
una
potenza
che
non
vi
ha
nessun
diritto
naturale
come
potenza
litoranea
,
e
che
è
la
rivale
la
più
pericolosa
pel
nostro
commercio
orientale
.
Ed
in
ricambio
non
abbiamo
ricevuto
un
solo
vantaggio
materiale
,
e
neppure
un
solo
vantaggio
morale
.
Non
parleremo
qui
dell
'
annessione
della
Bosnia
e
dell
'
Erzegovina
all
'
Austria
:
essa
non
costituisce
un
pericolo
per
l
'
Italia
e
non
aumenta
neppure
in
modo
considerevole
le
forze
militari
della
nostra
antica
rivale
,
benché
avrebbe
potuto
e
avrebbe
dovuto
servire
di
pretesto
per
un
regolamento
di
conti
,
se
avessimo
fatto
l
'
occorrente
per
essere
ammessi
seriamente
a
regolarli
.
Più
grave
è
la
presa
di
possesso
di
Spizza
e
il
diritto
di
sorveglianza
a
Antivari
,
che
sono
stati
accordati
all
'
Austria
e
che
noi
avremmo
certamente
potuto
impedire
,
se
avessimo
protestato
altamente
e
risolutamente
invece
di
fare
timide
osservazioni
;
poiché
sempre
ed
ovunque
è
stata
la
paura
per
parte
dei
nostri
governanti
di
bagnarsi
con
l
'
entrare
nell
'
acqua
che
ci
ha
fatti
restare
all
'
asciutto
a
guardarla
correre
.
Circa
ai
vantaggi
morali
,
non
sono
meno
negativi
,
e
,
che
io
sappia
,
non
possiamo
vantarci
,
come
il
re
di
Danimarca
all
'
uscire
dal
congresso
di
Vienna
,
di
avere
conquistato
,
se
non
una
sola
anima
,
almeno
tutti
i
cuori
.
Noi
non
possiamo
contare
né
sull
'
affezione
né
sulla
gratitudine
di
alcun
governo
e
di
alcun
popolo
.
Ed
oggi
?
Mi
sembra
che
non
vi
sia
più
che
un
solo
contegno
possibile
:
quello
della
dignità
tranquilla
e
dell
'
attenzione
vigile
.
Il
trattato
di
Berlino
,
comunque
imperfetto
,
avrebbe
potuto
garantirci
alcuni
lustri
di
pace
:
le
convenzioni
segrete
poco
onorevoli
dell
'
Inghilterra
con
la
Russia
e
la
Turchia
del
30
maggio
e
del
4
giugno
,
concluse
dietro
le
spalle
all
'
Europa
quando
altri
si
faceva
ad
alta
voce
il
campione
degl
'
interessi
europei
(
nota
Salisbury
del
1°
aprile
)
,
hanno
notevolmente
compromesso
la
durata
di
questa
pace
;
ed
una
politica
intelligente
deve
preparare
da
questo
momento
le
vie
ed
i
mezzi
per
partecipare
con
maggior
autorità
che
non
abbiamo
fatto
a
Berlino
,
alla
prossima
nuova
sistemazione
degli
affari
orientali
.
È
impossibile
che
la
Grecia
sì
perfidamente
adescata
,
sì
ignominiosamente
abbandonata
dall
'
Inghilterra
,
sì
platonicamente
confortata
dal
congresso
,
resti
molto
tempo
col
fucile
ad
armacollo
.
Non
è
probabile
che
la
Turchia
si
mostri
molto
amabile
nella
delimitazione
di
frontiere
«
consigliata
»
dal
congresso
di
Berlino
;
e
per
chiunque
conosce
la
storia
dell
'
isola
di
Creta
da
cinquant
'
anni
,
è
anche
meno
probabile
che
i
cretesi
si
rassegnino
a
lungo
a
subire
il
giogo
ottomano
ch
'
essi
hanno
tentato
tante
volte
di
scuotere
e
che
avrebbero
scosso
nel
1868
,
se
l
'
Inghilterra
non
avesse
allora
,
come
l
'
anno
scorso
,
interposto
un
veto
.
Tutti
sentono
che
il
regno
dei
turchi
in
Europa
si
avvicina
al
suo
termine
;
che
le
decisioni
del
congresso
di
Berlino
non
costituiscono
che
una
nuova
fermata
nel
cammino
verso
la
soluzione
definitiva
;
la
questione
può
non
aprirsi
che
fra
venti
anni
,
come
può
riaprirsi
l
'
anno
prossimo
.
E
per
quanto
questa
seconda
eventualità
sia
poco
probabile
e
non
certo
da
desiderarsi
,
poiché
lo
stesso
acquisto
del
Trentino
non
varrebbe
forse
per
noi
dieci
o
venti
anni
di
pace
,
pure
dobbiamo
esser
pronti
ad
ogni
caso
;
sta
a
noi
d
'
intenderci
anticipatamente
con
la
Russia
e
la
Grecia
sulla
sorte
della
Romenia
e
della
Albania
,
dell
'
Epiro
e
della
Tessalia
,
di
Costantinopoli
soprattutto
;
sta
a
noi
di
dettare
condizioni
all
'
Austria
,
una
volta
che
ci
saremo
intesi
coi
nostri
due
alleati
naturali
;
a
noi
allora
di
lasciar
andare
le
cose
,
occorrendo
,
fino
alla
guerra
;
non
ci
si
arriverà
,
si
può
esserne
sicuri
!
Se
l
'
Austria
in
una
guerra
contro
l
'
Italia
,
o
,
per
parlare
più
esattamente
,
nella
considerazione
dei
casi
di
una
guerra
con
l
'
Italia
,
avesse
dietro
di
sé
l
'
Inghilterra
,
noi
avremmo
dietro
di
noi
la
Russia
ed
i
popoli
della
penisola
dei
Balcani
,
senza
contare
l
'
appoggio
della
Germania
e
della
Francia
.
Imperocché
,
non
si
prenda
abbaglio
,
la
Francia
può
,
momentaneamente
ed
in
odio
del
suo
vincitore
del
1870
,
far
buon
viso
al
brutto
tiro
che
l
'
Inghilterra
le
ha
fatto
adesso
,
ma
verrà
il
giorno
in
cui
l
'
antica
gelosia
contro
la
perfida
Albione
,
assopita
da
quindici
o
venti
anni
e
così
leggermente
ridestata
da
lord
Beaconsfield
,
risusciterà
più
cieca
ed
appassionata
che
mai
:
tocca
a
noi
di
profittarne
,
come
abbiamo
profittato
della
sua
folle
scappata
contro
la
Germania
:
potremo
farlo
,
come
l
'
abbiamo
fatto
nel
1870
,
senza
rimorsi
e
senza
far
torto
alla
nostra
dignità
,
perché
avremo
la
coscienza
che
facendolo
non
portiamo
danno
all
'
interesse
vero
,
ma
contribuiamo
,
anzi
,
al
vantaggio
reale
del
nostro
antico
alleato
,
al
quale
dobbiamo
sì
gran
parte
della
nostra
liberazione
.
Devot
.
C
.
F
.
StampaPeriodica ,
Fascisti
!
La
grande
battaglia
è
vinta
su
tutto
il
fronte
.
Il
"
bluff
"
del
sovversivismo
,
che
fino
a
ieri
ricattò
lo
Stato
,
che
fino
a
ieri
minacciò
la
tranquillità
della
Nazione
,
è
stato
duramente
,
inesorabilmente
punito
.
Crediamo
che
di
scioperi
generali
non
si
parlerà
più
per
un
bel
pezzo
.
L
'
Italia
può
oggi
,
mercé
il
sacrificio
dei
nostri
indimenticabili
morti
,
mercé
l
'
opera
santa
di
tutti
voi
,
o
fascisti
italiani
,
l
'
Italia
può
oggi
iniziare
,
senza
tema
di
essere
pugnalata
alle
spalle
,
la
sua
ricostruzione
morale
ed
economica
.
Italiani
!
Italiani
di
tutte
le
fedi
non
estranee
al
sentimento
della
Patria
,
italiani
di
tutti
i
partiti
non
stranieri
in
terra
italiana
,
il
Partito
Nazionale
Fascista
saluta
la
conquistata
vittoria
col
duplice
grido
che
è
poi
un
grido
solo
di
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Così
come
lo
salutarono
,
esalando
l
'
ultimo
respiro
,
i
nostri
squadristi
rinnovanti
la
leggenda
garibaldina
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Lavoratori
!
II
Fascismo
non
è
contro
di
voi
.
Il
Fascismo
sa
che
non
vi
è
possibilità
di
grandezza
per
una
Nazione
se
gli
uomini
del
lavoro
non
abbiano
tutelati
i
loro
legittimi
interessi
.
Ogni
diritto
è
preceduto
dal
dovere
e
la
legittimità
di
esso
incomincia
quando
il
dovere
è
già
compiuto
.
Il
vostro
primo
dovere
è
di
ricacciare
lontano
da
voi
chiunque
tenti
di
adoperarvi
contro
la
Patria
.
Il
Partito
Nazionale
Fascista
,
spezzando
le
catene
che
vi
mantenevano
schiavi
di
malvagi
pastori
,
che
dopo
avervi
spinto
all
'
inconsulto
sciopero
si
sono
,
nel
momento
dell
'
azione
,
vigliaccamente
eclissati
,
ha
ridonato
a
tutti
voi
,
o
lavoratori
italiani
,
la
Libertà
.
Sappiatene
saggiamente
usufruire
!
Fascisti
!
Riguadagnate
le
vostre
sedi
fieri
del
dovere
compiuto
.
Sia
cura
dei
capi
procedere
alla
smobilitazione
,
lasciando
i
necessari
presidi
solo
in
quelle
località
dove
la
situazione
lo
richiede
.
Le
squadre
,
prima
di
partire
,
rendano
gli
onori
all
'
Esercito
.
Esse
attendano
,
sotto
la
guida
dei
loro
capi
,
ad
intensificare
la
propaganda
,
consolidare
le
posizioni
conquistate
e
prepararsi
assiduamente
alla
più
grande
battaglia
futura
.
Essa
coronerà
degnamente
l
'
opera
nostra
.
Vita
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
StampaPeriodica ,
Non
siamo
né
di
destra
né
di
sinistra
e
ce
ne
vantiamo
.
Parrà
forse
a
molti
un
paradosso
,
l
'
occuparsi
di
questioni
politiche
,
essere
buoni
italiani
,
eppure
non
appartenere
né
alla
destra
né
alla
sinistra
.
A
noi
sembra
invece
naturalissimo
.
Anzi
,
una
volta
accettate
le
opinioni
che
la
«
Rassegna
»
professa
,
non
sappiamo
davvero
come
potremmo
fare
per
ascriverci
a
destra
o
a
sinistra
.
La
«
Rassegna
»
vuole
il
suffragio
universale
uninominale
e
diretto
.
La
maggioranza
della
destra
non
lo
vuole
,
e
così
pure
la
maggioranza
della
sinistra
.
In
entrambe
le
schiere
vi
sono
pochi
individui
che
in
quest
'
argomento
voterebbero
con
noi
.
La
destra
accetta
una
qualche
estensione
del
suffragio
,
ma
parte
sempre
dal
punto
di
vista
delle
capacità
,
così
come
fa
pure
l
'
on
.
Depretis
nel
progetto
di
legge
da
lui
presentato
alla
Camera
L
'
on
.
Lanza
ci
dice
che
l
'
estensione
del
voto
dev
'
esser
fatta
in
modo
da
giovare
egualmente
a
tutte
le
classi
;
ma
noi
sfidiamo
chiunque
a
trovare
altro
modo
di
raggiungere
questo
intento
,
all
'
infuori
o
del
suffragio
universale
o
del
voto
graduato
;
e
questo
secondo
mezzo
non
è
praticamente
effettuabile
,
senza
dire
che
i
signori
di
destra
non
avrebbero
mai
l
'
ardire
di
affrontare
l
'
impopolarità
sostenendolo
.
E
la
sinistra
?
Essa
ha
,
dacché
è
al
potere
,
architettato
diversi
progetti
di
nuova
legge
elettorale
.
In
tutti
si
esclude
a
priori
il
suffragio
universale
,
in
tutti
si
dà
una
soverchia
preponderanza
all
'
elemento
cittadino
,
che
già
predomina
nel
nostro
paese
,
e
il
cui
esclusivo
predominio
è
la
ragione
principale
per
cui
appunto
richiedesi
una
riforma
elettorale
.
La
«
Rassegna
»
chiede
al
nostro
Stato
una
politica
più
sicura
di
sé
,
più
convinta
,
più
seria
di
fronte
alla
Chiesa
.
Ciò
non
vuole
la
maggioranza
della
destra
,
la
quale
trova
che
lo
stato
di
cose
attuale
è
l
'
ideale
;
la
quale
si
contenta
di
una
frase
vuota
e
ambigua
,
come
di
una
sicura
regola
di
condotta
.
Ciò
vuole
tanto
meno
la
maggioranza
della
sinistra
,
la
quale
dacché
è
al
potere
fa
crollare
anziché
rinforzare
quei
pochi
sostegni
che
ancora
difendevano
i
diritti
dello
Stato
di
fronte
alla
azione
invadente
e
accaparratrice
della
gerarchia
ecclesiastica
romana
.
Vi
sono
,
è
vero
,
e
a
destra
e
a
sinistra
,
alcuni
individui
che
sanno
valutare
tutto
il
pericolo
a
cui
la
nostra
civiltà
nazionale
va
incontro
;
ma
sono
eccezioni
,
che
il
partito
conserva
nel
suo
seno
,
tanto
per
avere
un
'
arme
di
più
contro
l
'
avversario
,
in
un
momento
in
cui
urga
batterlo
più
vigorosamente
in
breccia
.
Così
noi
vorremmo
che
la
proprietà
e
l
'
amministrazione
dei
beni
delle
parrocchie
fosse
riconosciuta
nella
comunione
dei
parrocchiani
correligionari
,
rappresentata
da
una
congregazione
elettiva
,
e
che
lo
Stato
non
concedesse
il
godimento
dei
frutti
delle
proprietà
destinate
al
mantenimento
degli
ufficiali
ecclesiastici
che
a
chi
è
designato
per
elezione
dai
parrocchiani
stessi
.
Volendo
queste
cose
,
ci
troviamo
compagni
con
alcune
brave
persone
di
destra
e
di
sinistra
,
ma
recisamente
contrari
alla
maggioranza
e
di
qua
e
di
là
.
Noi
abbiamo
sempre
patrocinato
gl
'
interessi
delle
classi
povere
nel
nostro
paese
.
Crediamo
che
la
prima
preoccupazione
del
nostro
governo
dovrebb
'
essere
quella
di
meglio
tutelare
quegl
'
interessi
,
che
ora
sono
conculcati
da
ogni
parte
,
dallo
Stato
,
dalla
provincia
,
dal
comune
e
dalla
classe
agiata
.
Non
ci
siamo
mai
stancati
dal
far
rilevare
l
'
urgenza
di
provvedere
e
con
misure
legislative
e
con
provvedimenti
amministrativi
di
ogni
maniera
.
Or
bene
:
qual
è
il
partito
che
sia
con
noi
in
questa
questione
?
Destra
o
sinistra
,
tutti
parlano
genericamente
della
questione
sociale
;
tutti
assicurano
che
essi
soli
cureranno
gli
interessi
delle
classi
meno
agiate
;
ma
di
provvedimenti
seri
ed
efficaci
non
se
ne
sono
visti
affatto
da
parte
dei
ministri
né
prima
del
18
marzo
1876
né
dopo
;
ma
e
gli
uni
e
gli
altri
molte
,
moltissime
cose
hanno
fatto
per
aggravare
la
condizione
del
nostro
contadiname
.
Tutto
il
nostro
sistema
d
'
imposte
gravita
sproporzionatamente
sul
lavoro
e
sul
povero
.
Il
nostro
contadino
non
trova
nella
società
difesa
alcuna
contro
la
prepotenza
e
gli
abusi
della
classe
che
sta
sovra
di
lui
.
Già
troppe
volte
,
del
resto
,
abbiamo
parlato
ampiamente
di
ciò
,
per
dover
ora
dilungarci
a
dimostrarlo
.
Ma
ora
,
ci
si
dirà
,
ora
che
la
sinistra
ha
preso
per
bandiera
l
'
abolizione
totale
del
macinato
,
perché
non
vi
schierate
con
lei
?
È
facile
spiegarlo
.
La
«
Rassegna
»
,
fin
dal
giugno
1878
,
consigliava
che
nel
più
breve
termine
possibile
si
dovesse
abolire
l
'
intera
tassa
sul
macinato
,
sostituendovi
qualche
altro
balzello
che
supplisse
al
vuoto
che
ne
deriverebbe
nelle
entrate
del
Tesoro
.
La
sinistra
vuole
ora
l
'
abolizione
,
ma
non
ha
il
coraggio
di
rimediare
al
deficit
con
tasse
che
vadano
a
colpire
gli
elettori
;
e
sostiene
che
4
e
4
fanno
9
perché
così
vuole
l
'
amor
di
parte
.
Il
suo
ragionamento
ci
pare
essere
il
seguente
:
«
Se
4
e
4
non
fanno
9
,
torna
la
destra
:
noi
non
vogliamo
la
destra
:
ergo
dobbiamo
ritenere
che
4
e
4
fanno
9
»
.
La
destra
mette
in
ridicolo
quest
'
argomentazione
ed
ha
ragione
;
ma
essa
stessa
che
vuole
?
Essa
si
contenta
di
dire
:
«
9
meno
1
fa
8;
4
e
4
fanno
8
:
noi
abbiamo
bisogno
di
9;
dunque
4
e
4
non
bastano
»
.
Ma
tace
sul
punto
essenziale
,
se
voglia
o
no
l
'
abolizione
del
macinato
.
Il
dirci
:
«
Per
abolire
il
macinato
,
ci
vogliono
nuove
tasse
,
perché
noi
vogliamo
il
pareggio
»
,
non
è
una
risposta
,
perché
il
quid
faciendum
rimane
sempre
dubbio
;
e
noi
chiediamo
loro
:
«
Volete
il
pareggio
mediante
nuove
tasse
da
sostituirsi
al
macinato
,
o
lo
volete
con
il
macinato
,
lasciando
tutto
così
come
sta
ora
?
»
.
Per
ora
nessuno
di
destra
lo
ha
detto
;
e
non
lo
ha
detto
perché
anch
'
essa
platonicamente
vorrebbe
abolire
il
macinato
,
ma
non
ha
il
coraggio
né
la
voglia
di
gravare
di
più
gli
elettori
per
isgravare
i
non
elettori
.
Onde
a
noi
la
questione
del
giorno
apparisce
in
questi
termini
:
destra
e
sinistra
ripugnano
dall
'
aggravare
gli
elettori
;
ma
mentre
la
seconda
preferisce
a
ciò
il
deficit
,
la
prima
vi
preferisce
il
macinato
.
Noi
invece
vorremmo
l
'
abolizione
del
macinato
,
e
il
mantenimento
del
pareggio
con
nuovi
balzelli
o
con
l
'
aggravamento
dei
vecchi
,
in
modo
che
colpiscano
di
preferenza
la
classe
abbiente
.
Onde
anche
in
siffatta
questione
non
sappiamo
d
'
essere
né
di
destra
né
di
sinistra
.
Le
riforme
amministrative
,
dice
di
volerle
l
'
un
partito
quanto
l
'
altro
;
all
'
atto
pratico
finora
l
'
uno
ha
fatto
su
per
giù
come
l
'
altro
.
Così
delle
riforme
nel
militare
,
nella
Marina
,
ecc
.
Tutti
le
vogliono
;
ma
nessun
partito
ha
un
programma
speciale
e
distinto
di
riforme
,
tale
da
poterlo
distinguere
dall
'
avversario
.
I
mali
che
si
deplorano
nell
'
amministrazione
e
nel
campo
della
giustizia
,
quelli
del
modo
in
cui
funzionano
le
istituzioni
parlamentari
;
l
'
ultrapotenza
dei
deputati
;
la
demoralizzazione
generale
;
sono
state
effetto
costante
del
governo
dell
'
uno
come
dell
'
altro
.
Non
vogliamo
entrare
nella
questione
se
uno
dei
due
partiti
abbia
mostrato
maggiore
serietà
e
dato
maggior
numero
di
uomini
di
Stato
che
non
l
'
altro
.
Questo
giudizio
spetterà
agli
storici
nell
'
avvenire
,
ma
non
è
ragione
sufficiente
per
ascriversi
a
un
partito
o
a
un
altro
.
Un
partito
non
è
,
e
non
deve
essere
semplicemente
una
società
di
persone
che
provino
simpatia
e
stima
reciproca
,
ma
invece
un
insieme
di
uomini
che
si
raccolgono
intorno
a
un
programma
determinato
nelle
questioni
maggiori
.
Queste
lotte
dei
nostri
partiti
ricordano
alcune
guerre
dei
nostri
comuni
medioevali
:
gli
uni
si
dicevano
guelfi
,
gli
altri
ghibellini
,
tanto
per
distinguersi
;
ma
del
Papa
o
dell
'
Imperatore
se
ne
ridevano
egualmente
tutti
e
due
.
Oramai
si
erano
sempre
chiamati
così
;
perché
cambiare
?
Firenze
guelfa
,
Pisa
ghibellina
,
dunque
giù
randellate
e
stoccate
;
sempre
in
nome
dei
princìpi
,
e
sempre
egualmente
a
danno
di
tutto
il
paese
.
Ma
che
cosa
vogliono
dunque
di
diverso
questa
destra
e
questa
sinistra
?
ci
dimanderà
il
lettore
ingenuo
.
Risponda
sempre
per
noi
quel
tal
poeta
di
Mugello
:
...
tutto
si
riduce
,
a
parer
mio
,
A
dire
:
esci
di
lì
,
ci
vo
'
star
io
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gioda
,
al
vostro
telegramma
di
plauso
,
rispondo
con
poche
dichiarazioni
che
vi
prego
di
pubblicare
su
Il
Maglio
.
Veramente
avrei
preferito
tacere
in
proposito
e
che
alla
mia
iscrizione
ai
Fasci
venisse
data
la
stessa
importanza
che
ha
quella
del
più
modesto
gregario
,
innamorato
del
proprio
Paese
,
disposto
a
difenderlo
a
qualunque
costo
,
conscio
che
il
Fascismo
sia
l
'
unica
arma
indispensabile
alla
salvezza
d
'
Italia
.
Ma
poiché
giornali
e
giornaletti
di
diversi
partiti
e
di
diverse
parti
della
Nazione
hanno
,
con
varia
cortesia
,
commentato
la
mia
lettera
a
Mussolini
e
continuano
a
giungermi
lettere
di
privati
specialmente
cattolici
che
plaudono
o
si
stupiscono
o
imprecano
,
bisognerà
pure
che
io
affermi
pubblicamente
quelle
semplici
verità
cui
troppi
ahimè
!
sogliono
dare
assai
poca
importanza
.
La
pluralità
degli
Italiani
,
o
per
timidezza
o
per
buon
senso
eccessivo
o
perché
preoccupata
dalla
rapidità
evolutiva
delle
idee
che
travagliano
il
nostro
Paese
,
non
ha
finora
partecipato
attivamente
alla
lotta
politica
,
ha
solamente
sofferto
.
Ha
fatto
il
proprio
dovere
di
soldato
al
fronte
,
ha
sperato
in
una
pace
che
è
ancora
assai
lontana
,
ha
maledetto
nel
segreto
del
cuore
l
'
opera
dissolvitrice
degli
sciacalli
bolscevichi
;
per
poter
credere
nel
buono
e
nel
giusto
si
è
rifugiata
nelle
memorie
del
passato
,
ha
ripristinato
il
culto
delle
tradizioni
;
per
poter
sopportare
l
'
angoscia
è
ritornata
a
Dio
,
alla
legge
eterna
di
Cristo
,
alla
fede
dei
Padri
:
è
nato
così
uno
spiritualismo
nuovo
,
santificato
dall
'
immensità
del
dolore
.
Io
sono
stato
di
questi
uomini
fino
ad
ieri
;
ed
era
forse
necessario
che
l
'
ardore
e
la
sincerità
d
'
oggi
fossero
preparati
,
giorno
per
giorno
,
ora
per
ora
,
dallo
stillicidio
di
quella
pena
.
Si
giunge
alla
certezza
assoluta
di
noi
stessi
solo
attraverso
un
lungo
sentiero
di
spine
.
Ma
la
meta
è
di
luce
e
di
gioia
;
poiché
l
'
azione
è
splendida
.
Io
ho
toccato
la
meta
della
mia
certezza
il
giorno
che
ho
sentito
la
impossibilità
di
durare
nel
silenzio
delle
mie
solitudini
e
che
ho
compreso
la
viltà
del
non
scendere
in
campo
.
Il
campo
era
aspramente
conteso
dai
giovani
,
dalla
falange
di
coloro
che
,
per
purità
d
'
entusiasmo
,
a
costo
eli
ogni
sacrificio
,
hanno
dimostrato
e
dimostrano
di
adorare
l
'
Italia
.
Ho
voluto
essere
dei
loro
.
E
bisogna
che
siano
dei
loro
,
ossia
dei
nostri
,
quanti
in
Italia
tuttora
incerti
e
doloranti
vogliono
la
salvezza
d
'
Italia
.
Non
c
'
è
da
scegliere
:
il
Fascismo
procede
su
grandi
strade
parallele
e
tutte
conducono
a
un
fine
unico
:
di
liberazione
e
di
pace
.
Passano
le
falangi
col
moto
travolgente
della
guerra
:
ma
è
la
guerra
santa
:
ogni
gregario
porta
la
sua
croce
sul
petto
:
così
come
i
soldati
di
Goffredo
.
E
"
il
Dio
dei
Cristiani
è
con
noi
,
"
come
mi
scrive
un
prete
settantenne
di
Genova
,
don
Antonio
Benvenuto
,
fascista
.
Dio
è
con
noi
,
checché
arzigogoli
l
'
onorevole
Meda
quando
,
preoccupato
che
venga
scossa
la
compagine
del
suo
partito
,
manda
articoli
ai
giornali
per
dimostrare
come
i
cattolici
non
possano
essere
fascisti
,
la
violenza
fascista
contrastando
coi
dettami
di
Cristo
...
StampaPeriodica ,
Cominciamo
con
questo
numero
la
pubblicazione
di
una
serie
di
rapporti
"
riservatissimi
"
al
Comm
.
Bocchini
,
direttore
generale
della
P.S.
in
Italia
,
redatti
da
un
attivissimo
antifascista
d
'
azione
addetto
al
servizio
di
spionaggio
;
il
quale
per
la
sua
posizione
autorevole
è
di
solito
bene
informato
.
Al
.
Comm
.
Bocchini
Ministero
dell
'
Interno
Roma
(
Riservatissimo
N
.
566
)
Parigi
,
10.10-30
.
Egregio
commendatore
,
L
'
affare
della
cheddite
è
andato
ottimamente
.
Avevamo
pensato
di
farne
trovare
un
paio
di
chilogrammi
nel
barattolo
del
caffè
di
Filippo
Turati
,
il
quale
ha
una
svariata
raccolta
di
caffettiere
napoletane
che
con
un
paio
di
articoli
scritti
come
si
conviene
ne
"
La
Liberté
,
"
potevano
benissimo
passare
per
"
macchine
infernali
"
truccate
in
quel
modo
per
meglio
varcare
la
frontiera
svizzera
.
Poi
,
abbiamo
pensato
che
Turati
era
meglio
riservarcelo
per
un
altro
complotto
,
a
cui
metteremo
mano
nel
caso
in
cui
questo
in
corso
non
dovesse
dare
tutti
i
risultati
previsti
.
Anche
per
Nitti
e
Sforza
abbiamo
delle
buone
idee
;
ma
bisognerà
che
io
faccia
una
corsa
a
Roma
per
metterci
d
'
accordo
soprattutto
sui
"fondi."
Intanto
quello
che
non
marcia
è
l
'
affare
del
"
Becco
Giallo
.
"
Eravamo
rimasti
d
'
accordo
che
subito
dopo
l
'
arresto
di
Alberto
Cianca
,
l
'
ambasciatore
avrebbe
fatto
energici
passi
al
Quai
d
'
Orsay
per
ottenere
il
decreto
di
sospensione
dell
'
immondo
libello
e
l
'
espulsione
dell
'
altro
direttore
,
che
non
siamo
riusciti
a
coinvolgere
nel
complotto
,
perché
abita
ad
un
settimo
piano
ed
era
impossibile
entrare
dalla
finestra
per
mettergli
la
cheddite
sotto
al
letto
.
I
corrispondenti
di
Parigi
,
che
erano
stati
istruiti
,
hanno
funzionato
a
dovere
.
Ed
infatti
tutti
i
giornali
con
"
Il
Corriere
della
Sera
"
in
testa
,
hanno
annunziato
come
imminente
il
provvedimento
.
Ma
questo
,
al
momento
in
cui
scrivo
,
non
è
ancora
arrivato
e
credo
che
anche
questa
volta
abbiamo
fatto
palla
corta
.
Ho
fatto
una
capatina
in
redazione
,
con
la
scusa
che
mi
mancava
una
copia
arretrata
della
collezione
,
per
vedere
che
faccia
avevano
e
che
pensavano
.
In
quanto
alla
faccia
,
la
prima
impressione
è
stata
poco
confortante
.
Le
dico
:
come
se
non
fosse
affare
loro
!
Tranquilli
peggio
di
Salandra
dopo
un
terremoto
o
del
Duce
nostro
invitto
dopo
una
delle
tante
battaglie
che
vince
sempre
.
Le
loro
faccie
erano
più
fresche
del
solito
ed
a
gonfiarle
di
schiaffi
come
i
palloncini
della
"
Rinascente
"
del
due
volte
senatore
Borletti
,
avrei
avuto
un
gusto
matto
.
Quello
che
pensano
dell
'
affare
è
poi
addirittura
esasperante
.
E
se
non
ci
fosse
il
fatto
che
la
ghigliottina
qui
la
fanno
funzionare
senza
guardare
al
fine
nazionale
,
non
ci
penserei
un
momento
a
mettermene
un
paio
sulla
coscienza
con
relativo
encomio
solenne
nel
foglio
d
'
ordini
.
In
breve
il
loro
ragionamento
è
questo
:
"
Il
Becco
Giallo
"
lei
mi
capisce
chi
è
che
parlava
così
è
un
giornale
attrezzato
per
i
lunghi
viaggi
.
Il
suo
bagaglio
è
perciò
,
ridottissimo
:
tutta
l
'
amministrazione
registri
,
fascettari
,
timbri
e
conti
debitori
compresi
entra
in
una
valigetta
50
per
25
,
trasportabile
a
mano
.
Soppresso
in
Italia
,
venne
a
spalla
,
in
un
sacco
da
montagna
,
in
Francia
dove
,
rispettoso
delle
leggi
del
paese
e
fiducioso
negli
immortali
principi
dell
'
89
(
che
roba
mi
tocca
sentire
,
senza
neanche
poter
sparare
!
)
riprese
le
sue
pubblicazioni
.
Se
domani
ai
cani
del
signor
Ambasciatore
dicendo
(
perdoni
,
signor
commendatore
la
frase
irriverente
,
ma
la
riporto
tale
e
quale
,
mettendo
di
mio
soltanto
l
'
a
maiuscola
all
'
Ambasciatore
,
perché
lei
ci
faccia
mente
locale
)
dovesse
essere
soppresso
in
Francia
,
si
trasferirebbe
in
ferrovia
o
in
battello
in
un
punto
qualunque
di
un
paese
qualunque
ove
sia
una
tipografia
ed
un
ufficio
postale
e
continuerebbe
come
prima
,
peggio
di
prima
.
E
se
anche
in
quel
punto
qualunque
di
un
paese
qualunque
dovesse
essere
soppresso
,
andrebbe
a
piedi
,
in
bicicletta
o
in
automobile
in
un
altro
punto
di
un
altro
paese
qualunque
ove
fosse
una
tipografia
e
un
ufficio
postale
,
e
ricomincerebbe
da
capo
...
E
così
di
seguito
per
tutto
il
giro
del
mondo
in
53
anni
,
quanti
restano
dei
sessanta
appaltati
al
Padreterno
da
Mussolini
.
Che
ne
dice
,
di
simili
criminali
?
Mi
istruisca
sul
da
farsi
.
Dev.mo
AGENTE
99
P
.
S
.
Riapro
per
dirle
che
ho
fatto
trasferire
Menapace
in
Olanda
in
attesa
che
si
schiarisca
l
'
orizzonte
e
che
lei
mi
mandi
istruzioni
.
Bisognerebbe
intanto
mettere
sotto
la
stampa
nazionale
per
fare
capire
al
governo
francese
che
la
condanna
di
Cianca
,
Sardelli
e
Tarchiani
gioverebbe
alle
buone
relazioni
franco
-
italiane
,
faciliterebbe
l
'
accordo
navale
,
spianerebbe
la
via
alla
Locarno
del
Mediterraneo
,
abbatterebbe
gli
ostacoli
al
regolamento
dello
statuto
per
Tunisi
e
allargherebbe
la
zona
d
'
influenza
dell
'
acqua
di
colonia
del
signor
Coty
col
quale
vado
benissimo
.
StampaPeriodica ,
8
aprile
1881
Tutta
l
'
Europa
seguiva
con
ansietà
la
lotta
ardente
impegnatasi
fra
il
despotismo
illimitato
e
la
gioventù
rivoluzionaria
lotta
che
continua
da
due
anni
senza
tregua
,
col
terrore
da
una
parte
e
dall
'
altra
.
Ogni
nuovo
attentato
contro
lo
Tzar
,
lasciava
la
società
occidentale
stupefatta
,
atterrita
;
i
commenti
erano
assai
vari
;
ma
in
una
cosa
convenivano
tutti
:
in
questo
,
cioè
,
che
la
cagione
stessa
della
lotta
era
da
cercarsi
appunto
nell
'
assolutismo
stesso
del
monarca
.
Di
guisa
che
,
quando
giunse
la
notizia
della
catastrofe
del
13
di
marzo
,
parve
che
nessuno
ne
fosse
meravigliato
:
se
l
'
aspettavano
tutti
!
Finito
questo
primo
atto
del
dramma
luttuoso
,
sorge
spontanea
la
domanda
:
vorrà
il
nuovo
Tzar
approfittare
dell
'
esperienza
triste
fatta
da
suo
padre
,
o
vorrà
seguire
la
via
del
despotismo
illimitato
;
e
,
tanto
nel
primo
,
quanto
nel
secondo
caso
,
qual
sarà
la
condotta
della
gioventù
rivoluzionaria
?
Per
ora
,
a
queste
domande
è
assai
difficile
rispondere
,
tanto
più
che
ai
giornali
russi
viene
officiosamente
proibito
di
parlare
delle
riforme
politiche
ed
economiche
da
introdursi
nel
paese
;
ma
la
stampa
europea
va
generalmente
d
'
accordo
nel
supporre
qual
sarà
l
'
opera
del
nuovo
Tzar
.
Nel
«
Times
»
e
nella
«
Revue
politique
»
sono
stati
stampati
degli
articoli
di
un
personaggio
,
che
conosce
davvicino
Alessandro
III
;
questi
articoli
assicurano
,
e
noi
non
esitiamo
a
dubitare
dell
'
assicurazione
,
che
non
v
'
è
da
aspettarsi
una
costituzione
,
in
Russia
,
a
mo
'
di
quelle
che
han
vigore
nell
'
Europa
occidentale
,
essendo
lo
Czar
partigiano
del
partito
ultranazionaleslavofilo
,
che
abborre
dalle
forme
della
civiltà
occidentale
.
A
quel
che
sembra
lo
Tzar
si
preoccuperà
,
invece
,
della
sorte
della
classe
rurale
,
e
vorrà
essere
uno
«
Czar
dei
contadini
»
.
Le
riforme
,
che
si
proporrebbe
d
'
introdurre
,
saranno
queste
:
1
.
Diminuzione
considerevole
del
pagamento
dovuto
pel
riscatto
delle
terre
;
2
.
Cambiamento
radicale
del
sistema
d
'
imposte
;
3
.
Abolizione
della
tassa
di
capitazione
(
pogolovnaia
podat
)
;
4
.
Facilità
d
'
emigrazione
in
altri
governi
(
province
)
sulle
terre
del
fisco
;
5
.
Abolizione
del
sistema
de
'
passaporti
;
6
.
Fondazione
di
banche
rurali
.
Oltre
a
ciò
darebbe
la
libertà
ai
vecchi
credenti
(
setta
religiosa
)
;
ma
quanto
alla
costituzione
propriamente
detta
,
non
c
'
è
da
aspettarla
...
...
L
'
assemblea
consultiva
,
di
cui
si
è
tanto
parlato
,
consiste
di
228
rappresentanti
della
città
di
Pietroburgo
,
eletti
fra
i
grandi
proprietari
,
i
locatori
principali
delle
case
,
i
grandi
industriali
e
la
burocrazia
.
Questi
228
rappresentanti
elessero
fra
di
loro
25
membri
e
25
supplenti
.
Il
modo
con
cui
fu
eletta
quest
'
assemblea
fu
assai
singolare
.
La
popolazione
della
città
non
sapeva
neanche
di
che
si
trattasse
.
Il
giorno
dopo
il
decreto
dello
Czar
,
che
,
convocava
codesta
assemblea
,
la
polizia
andava
per
tutte
le
case
a
raccogliere
i
voti
;
alcuni
non
sapevano
chi
indicare
,
e
la
polizia
proponeva
sé
stessa
;
altri
credevano
si
trattasse
di
perquisizioni
;
e
nascondevano
la
roba
;
riunioni
elettive
naturalmente
,
non
potevano
aver
luogo
.
L
'
assemblea
era
convocata
non
per
altro
che
per
aiutare
la
polizia
a
ristabilire
il
così
detto
ordine
e
la
così
detta
sicurezza
pubblica
in
Pietroburgo
...
...
Parte
del
popolo
istigata
dalla
polizia
,
diventa
,
in
tanta
confusione
,
furiosa
contro
la
gioventù
studiosa
.
Ci
furono
de
'
casi
,
in
cui
de
'
giovani
studenti
e
delle
studentesse
vennero
bastonati
ferocemente
dalla
moltitudine
e
minacciati
di
essere
impiccati
ai
fanali
...
...
La
carestia
è
dappertutto
spaventevole
:
12
governi
(
province
)
sono
in
piena
miseria
;
prima
del
13
marzo
,
i
consigli
provinciali
(
zemstvo
)
chiedevano
sussidi
al
governo
;
ora
è
proibito
di
trattare
della
questione
della
fame
fra
i
contadini
!
...
28
aprile
1881
Dopo
la
catastrofe
del
13
di
marzo
,
tutti
si
domandavano
ansiosamente
qual
sarebbe
la
condotta
di
Alessandro
III
.
Certuni
confidavano
nel
buon
senso
dello
Czar
e
prevedevano
già
delle
riforme
e
la
tranquillizzazione
del
paese
;
ma
queste
illusioni
svanirono
dopo
un
mese
di
regno
del
nuovo
carnefice
.
Dico
carnefice
e
senza
esagerazione
perché
la
Russia
traversa
adesso
un
tal
periodo
straziante
,
che
non
si
vide
nemmeno
durante
il
regno
dello
Czar
di
ferro
,
Nicola
I
.
Quest
'
ultimo
fu
mansueto
,
in
paragone
col
suo
nipote
Alessandro
III
.
A
tutti
sono
già
note
le
ultime
esecuzioni
,
che
provocarono
dappertutto
un
senso
d
'
orrore
.
Alessandro
III
è
il
primo
fra
gli
Czar
che
abbia
fatto
giustiziare
due
donne
:
dico
due
,
poiché
sebbene
la
seconda
non
sia
ancora
impiccata
,
la
sua
condizione
è
peggiore
della
morte
.
Il
meglio
morire
cento
volte
che
rimanere
5
mesi
nelle
torture
morali
e
sapere
che
con
ogni
giorno
che
passa
si
stringe
vieppiù
sempre
la
corda
rimasta
lenta
attorno
al
collo
...
...
La
reazione
che
infierisce
adesso
in
Russia
è
incredibile
.
Vecchi
processi
,
la
cui
sentenza
fu
pronunziata
due
o
tre
anni
fa
riveduti
ora
dal
senato
,
hanno
un
esito
inaudito
.
Nel
processo
di
Tcighirin
,
ove
furono
complicati
molti
contadini
per
una
cospirazione
iniziata
dai
rivoluzionari
nelle
campagne
,
le
condanne
non
furono
,
relativamente
,
molto
dure
.
Adesso
tutti
quelli
,
che
furono
assolti
,
sono
condannati
da
1
a
6
anni
di
carcere
,
quelli
che
furono
solamente
esiliati
nei
lontani
governi
della
Russia
,
ora
sono
condannati
ai
lavori
forzati
in
Siberia
da
13
a
20
anni
.
Fra
questi
v
'
è
una
donna
.
Quanto
ai
contadini
stessi
,
la
loro
pena
fu
commutata
,
ma
in
tal
modo
ch
'
essi
si
troveranno
ben
peggio
nell
'
esilio
in
Siberia
che
nelle
prigioni
del
proprio
paese
.
(
Golos
,
11-22
aprile
.
)
Ultimamente
,
avvennero
tumulti
fra
gli
studenti
di
Mosca
e
di
Pietroburgo
in
favore
della
libertà
di
riunione
.
La
politica
non
vi
entrava
per
niente
;
ma
le
Università
furono
circondate
dalle
truppe
;
arresti
in
massa
furono
eseguiti
;
e
,
dopo
essere
stati
processati
dall
'
autorità
universitaria
,
500
studenti
furono
condannati
chi
al
carcere
,
chi
esiliato
e
chi
escluso
dall
'
Università
.
Ma
non
è
solamente
la
gioventù
studiosa
che
protesta
ed
insorge
contro
la
brutalità
del
regime
attuale
.
I
contadini
del
governo
di
Tver
si
sollevano
contro
i
signori
,
non
volendo
giurare
al
nuovo
Czar
,
dicendo
che
col
nuovo
regno
comincerà
la
schiavitù
abolita
dallo
Czar
ucciso
.
Ci
vollero
delle
truppe
per
soffocare
questo
movimento
.
Nel
governo
di
Volinsk
fra
poco
saranno
processati
più
di
200
contadini
che
si
sollevarono
contro
certe
imposte
inflitte
loro
dai
preti
per
riti
religiosi
.
Gli
arresti
si
succedono
ogni
giorno
in
una
quantità
indeterminabile
.
Giorni
sono
furono
sequestrate
:
la
stamperia
della
«
Narodnaia
Volia
»
,
cioè
la
stamperia
del
«
Comitato
esecutivo
»
,
a
Pietroburgo
ed
un
'
altra
stamperia
clandestina
a
Kieff
,
cioè
quella
dell
'
«
Unione
meridionale
degli
operai
»
.
A
Kieff
fra
pochi
giorni
si
aspetta
un
nuovo
processo
contro
la
frazione
del
partito
rivoluzionario
russo
del
«
Ciornî
Perediel
»
(
divisione
nera
)
.
Questa
frazione
si
chiama
popolare
,
perché
intende
particolarmente
alla
propaganda
fra
il
popolo
.
Vi
sono
implicate
sei
persone
,
fra
cui
3
donne
...
...
Per
finire
,
aggiungerò
che
quel
giovane
il
quale
gettò
la
seconda
bomba
,
che
cagionò
la
morte
ad
Alessandro
II
,
e
morì
senza
dir
il
suo
nome
,
è
un
Polacco
,
Chrenivezky
studente
all
'
Università
di
Pietroburgo
.
StampaPeriodica ,
Richiamo
l
'
attenzione
di
tutti
i
Fasci
e
dei
rispettivi
Direttori
e
Comandi
squadra
sull
'
ammonimento
reciso
del
nostro
Capo
nel
suo
recente
discorso
di
Udine
:
L
'
indisciplina
,
le
violenze
inutili
,
singole
,
sporadiche
vanno
represse
e
punite
"
col
ferro
e
col
fuoco
.
"
Non
è
possibile
che
azioni
d
'
impulsivi
o
di
avventurieri
e
di
lestofanti
,
infiltratisi
nelle
nostre
file
,
possano
ostacolare
l
'
attività
del
fascismo
ed
offuscare
la
bellezza
magnifica
della
nostra
milizia
.
E
pertanto
,
sotto
l
'
impressione
di
non
pochi
fatti
particolari
,
dolorosamente
avvenuti
qua
e
là
,
per
opera
di
incoscienti
pseudo
fascisti
richiamo
gli
organi
dirigenti
e
responsabili
del
fascismo
ligure
:
1
)
Sul
mimetismo
troppo
sovente
pappagallesco
e
,
talvolta
,
antiumano
e
irritante
dei
bandi
a
persone
,
e
di
azioni
contro
singoli
o
case
abitate
da
estranei
,
da
donne
bambini
vecchi
!
Ciò
che
può
essere
chirurgicamente
necessario
in
un
caso
,
è
inutile
e
antipatico
in
altri
cento
casi
.
Può
condurre
a
fatti
spiacevoli
e
dolorosi
,
non
previsti
e
voluti
.
I
bandi
alle
persone
non
possono
essere
deliberati
che
dai
direttori
provinciali
!
Inoltre
il
fascista
deve
essere
generoso
e
cavalleresco
.
Dieci
contro
uno
è
semplicemente
vile
e
non
fascista
.
Le
donne
,
i
bambini
vanno
rispettati
e
protetti
,
anche
se
famigliari
di
avversari
.
2
)
Sull
'
abuso
che
da
taluni
fascisti
si
va
facendo
in
ferrovia
o
tranvie
,
di
non
pagare
biglietti
e
di
tenere
,
verso
chi
ne
chiede
il
pagamento
,
contegno
spavaldo
.
Codesto
è
bolscevismo
bello
e
buono
.
Altro
che
restaurazione
dello
Stato
!
3
)
Sull
'
abuso
inutile
e
spendereccio
di
viaggi
,
colazioni
e
pranzi
in
occasione
di
cerimonie
.
I
volontari
del
fascismo
che
si
rispettano
,
si
accontentano
di
poco
e
fanno
anche
dei
sacrifici
.
Altrimenti
si
va
a
finire
nello
scrocconismo
festaiolo
.
4
)
Sulla
enorme
frequenza
,
anche
fuori
la
propria
città
,
di
collette
,
offerte
di
cartoline
,
oblazioni
ecc
.
Tutte
questue
,
codeste
,
che
ormai
scocciano
il
buon
cittadino
italiano
che
,
nonostante
tutta
la
simpatia
,
giudica
in
cuor
suo
,
si
secca
e
manda
al
diavolo
gli
scocciatori
in
camicia
nera
.
Inoltre
questo
spesseggiare
di
questue
è
talvolta
pretesto
ed
occasione
al
pelandronismo
di
loschi
volontari
del
far
niente
e
del
vivere
a
scrocco
,
ieri
comunisteggianti
,
oggi
disposti
a
giurare
ed
...
a
spassarsela
col
fascismo
.
5
)
Sull
'
abuso
di
vestire
la
camicia
nera
.
La
camicia
nera
è
una
divisa
.
È
la
divisa
dei
morti
.
È
il
segno
della
fede
e
del
valore
fascista
.
Va
rispettata
.
Va
vestita
nelle
cerimonie
,
o
solo
in
seguito
a
comando
dei
Superiori
.
E
chi
la
veste
deve
onorarla
con
la
sua
condotta
.
Avviene
invece
che
taluno
la
porti
a
zonzo
nei
caffè
,
in
giro
per
le
piazze
e
perfino
nei
postriboli
.
Ciò
non
deve
più
avvenire
...
Ferracelo
Lantini
,
Delegato
Regionale
StampaPeriodica ,
Il
fascismo
è
in
crisi
,
in
gravissima
crisi
economica
,
politica
,
morale
.
Tutti
lo
sentono
,
tutti
lo
dicono
.
Mussolini
confessa
che
i
tempi
sono
"difficili."
All
'
estero
,
nelle
cancellerie
e
nei
giornali
,
le
previsioni
si
fanno
ogni
giorno
più
scure
.
La
caduta
di
De
Rivera
preannuncia
la
rovina
mussoliniana
e
richiama
l
'
attenzione
del
mondo
sulla
tragedia
italiana
.
Il
mito
di
un
fascismo
ricostruttore
d
'
Italia
è
crollato
miseramente
.
Il
popolo
italiano
è
oggi
,
in
virtù
del
littorio
,
schiavo
ed
affamato
.
Perciò
il
mal
contento
si
diffonde
,
guadagna
le
fila
di
quelli
che
del
fascismo
furono
un
tempo
i
sostenitori
ardenti
,
mentre
i
primi
conati
di
rivolta
(
Sulmona
,
Faenza
,
Viterbo
)
danno
il
senso
della
catastrofe
vicina
.
L
'
antifascismo
guadagna
terreno
,
si
riorganizza
,
i
giovani
accorrono
,
l
'
ora
delle
grandi
prove
si
approssima
.
Ed
ecco
risorgere
,
sull
'
inquieto
orizzonte
la
Medusa
monarchica
,
speranza
vile
e
addormentatrice
.
Da
qualche
settimana
a
questa
parte
ringalluzzita
dalle
cerimonie
matrimoniali
,
la
compagnia
scema
degli
italiani
filomonarchici
si
è
rimessa
in
moto
a
diffonder
consigli
di
calma
,
pazienza
,
prudenza
:
tale
e
quale
come
dopo
il
delitto
Matteotti
.
Ci
sussurrano
del
povero
re
prigioniero
,
del
principino
antifascista
,
di
Maria
José
che
guarda
storto
Mussolini
,
del
Papa
che
vuole
vendicarsi
,
di
Federzoni
che
,
d
'
accordo
coi
gesuiti
e
la
grande
industria
,
prepara
la
successione
.
Un
diluvio
di
pettegolezzi
uno
più
falso
e
più
sciocco
dell
'
altro
il
cui
effetto
è
uno
solo
:
spezzare
la
ripresa
antifascista
e
dar
tempo
a
Mussolini
di
superare
la
crisi
per
ribadirci
le
già
pesanti
catene
.
Molte
animule
in
pena
,
che
la
salvezza
attendono
da
tutti
fuor
che
da
se
stessi
,
abboccano
all
'
amo
e
vanno
sospirando
d
'
orecchio
in
orecchio
i
"
magari
fosse
vero
...
"
Bisogna
reagire
.
E
violentemente
reagire
.
Matteotti
non
deve
essere
morto
invano
.
L
'
amara
esperienza
di
Amendola
,
ultimo
nobile
cavaliere
dell
'
idea
monarchica
,
non
deve
andar
perduta
.
La
monarchia
va
inchiodata
sin
d
'
ora
alle
sue
tremende
responsabilità
.
Diciamo
subito
che
noi
non
siamo
dei
repubblicani
pregiudizialisti
.
Non
crediamo
cioè
che
un
paese
,
sol
perché
retto
a
repubblica
,
divenga
perciò
solo
depositario
d
'
ogni
giustizia
e
virtù
.
In
Inghilterra
vivremmo
benissimo
sotto
la
monarchia
.
Ma
diciamo
chiaro
e
tondo
che
la
monarchia
in
Italia
è
venuta
meno
al
suo
compito
storico
e
alla
sua
funzione
specifica
di
garante
delle
libertà
statutarie
,
e
deve
considerarsi
finita
.
Casa
Savoia
-
Carignano
non
regna
per
diritto
divino
o
per
lunga
tradizione
di
secoli
.
Casa
Savoia
-
Carignano
regna
in
Italia
solo
e
solamente
in
virtù
del
patto
statutario
liberamente
accettato
in
sei
plebisciti
.
Dal
giorno
(
sono
sette
anni
!
)
che
il
patto
fu
dal
re
calpestato
,
il
patto
è
risolto
e
il
popolo
italiano
ha
riacquistato
,
intera
,
la
sua
libertà
.
La
sua
libertà
,
dopo
questa
esperienza
,
ha
un
solo
nome
:
repubblica
.
A
chi
ci
parla
della
monarchia
come
possibile
salvatrice
,
noi
rispondiamo
col
ricordo
di
una
complicità
continua
,
gravissima
,
determinante
.
L
'
alleanza
infame
non
si
scioglie
all
'
ora
ultima
,
quando
tutto
precipita
.
Sette
anni
di
corresponsabilità
non
si
lavano
col
facile
pentimento
del
poi
.
Ricordiamo
:
Fu
la
monarchia
a
consegnare
il
potere
a
Mussolini
,
sovrapponendosi
a
Governo
,
a
Parlamento
,
a
Paese
,
a
quel
Paese
che
,
nelle
elezioni
del
"
21
"
aveva
schiacciato
il
fascismo
sotto
una
valanga
di
schede
.
Fu
la
monarchia
ad
apporre
il
suo
sigillo
ad
una
serie
indefinita
di
decreti
anticostituzionali
,
dalla
revoca
della
libertà
di
stampa
e
di
associazione
alla
legge
sul
Gran
Consiglio
,
nonostante
l
'
avvertimento
solenne
e
contrario
dell
'
antico
suo
servitore
,
Giolitti
.
Fu
la
monarchia
ad
amnistiare
gli
assassini
di
Matteotti
e
a
tradire
vergognosamente
le
opposizioni
abbandonandole
,
dopo
il
colpo
di
stato
del
3
gennaio
,
mani
e
piedi
legati
,
alle
vendette
del
Duce
.
Fu
la
monarchia
a
ratificare
la
soppressione
di
tutte
le
libertà
,
a
firmare
le
leggi
eccezionali
,
a
consentire
la
feroce
persecuzione
di
cittadini
rei
soli
di
tener
fede
a
quello
Statuto
cui
tuttora
,
per
atroce
ironia
,
è
fatto
obbligo
agli
impiegati
e
ai
soldati
,
di
prestar
giuramento
.
La
monarchia
,
sempre
la
monarchia
.
Né
si
dica
che
bisogna
distinguere
tra
padre
e
figliolo
,
tra
Vittorio
ed
Umberto
.
Il
monarca
rappresenta
l
'
istituto
monarchico
in
tutti
i
suoi
elementi
e
ne
impegna
coi
suoi
atti
presente
e
avvenire
.
Ma
a
parte
ciò
,
grandemente
si
illude
chi
vede
nel
figlio
un
correttivo
del
padre
.
Gli
antifascisti
sappiano
che
il
principe
cova
sogni
grotteschi
di
restaurazione
,
monarchica
-
autoritaria
,
a
braccetto
dei
preti
,
se
ora
posa
ad
antifascista
,
non
è
in
odio
a
Mussolini
tiranno
,
a
Mussolini
liberticida
,
ma
sol
perché
vuol
essere
lui
al
posto
di
Mussolini
,
lui
al
centro
della
vita
italiana
,
lui
a
profittare
della
centralizzazione
di
poteri
operata
dal
fascismo
.
Per
ben
7
anni
ha
servito
di
comparsa
nelle
cerimonie
fasciste
,
ha
rivestito
la
camicia
nera
,
comandato
alle
manovre
battaglioni
di
militi
,
concesso
interviste
all
'
Impero
,
votato
clamorosamente
alle
elezioni
...
plebiscitarie
primo
ed
unico
tra
i
principi
ereditari
per
i
fascisti
.
È
tardi
ormai
per
il
voltafaccia
caro
ai
Savoia
.
Coloro
che
ancora
sognano
una
libertà
per
concessione
graziosa
del
Sovrano
,
tradiscono
la
loro
impotenza
e
la
loro
bassezza
.
La
libertà
non
si
dona
,
ma
si
conquista
;
e
in
tanto
vale
in
quanto
molto
si
è
dovuto
lottare
per
conquistarla
.
Tutti
i
grandi
popoli
hanno
conquistato
la
libertà
sulle
barricate
,
suggellando
col
sangue
il
loro
noviziato
di
modernità
.
L
'
Italia
non
può
sottrarsi
al
suo
fato
.
Una
falsa
libertà
che
ci
venisse
elargita
da
una
monarchia
fedifraga
,
attraverso
compromessi
miserabili
,
sarebbe
una
schiavitù
ancor
più
triste
perché
più
definitiva
della
presente
.
Basta
coi
re
e
con
le
speranze
nel
re
.
Monarchia
e
fascismo
fanno
tutt
'
uno
.
Legati
alla
stessa
catena
,
marciano
assieme
e
assieme
debbono
cadere
.
Il
popolo
italiano
non
si
lascerà
attrarre
nella
trappola
monarchica
.
Il
popolo
italiano
prepara
la
sua
rivoluzione
che
spazzerà
via
tutti
i
tiranni
,
tutti
i
responsabili
,
tutti
i
traditori
.
A
cominciare
dal
Re
.