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StampaPeriodica ,
[ Oriana Fallaci , ferita mercoledì 2 ottobre a Città del Messico , durante i gravissimi incidenti di piazza delle Tre Culture , ci ha fatto giungere il suo racconto della stanza dell ' ospedale in cui era ricoverata . Lo stato in cui si trovava , dopo le ferite e l ' operazione subita , le ha impedito di mettersi alla macchina da scrivere . Essa ha però voluto ugualmente farci avere la propria testimonianza sui fatti di cui è stata anche protagonista : ha inciso su nastri tutto il racconto . La registrazione che è giunta da Città del Messico dura due ore e mezzo , con le inevitabili ripetizioni , gli indugi , e le interruzioni di una testimonianza resa a viva voce da una persona ancora sotto choc del rischio mortale che ha corso . Oriana Fallaci ci ha inviato i nastri raccomandandoci di usare la sua narrazione per ricavarne un servizio su ciò che era accaduto il 2 ottobre in Messico . Noi , dopo aver ascoltato queste bobine , abbiamo deciso di trascrivere esattamente ciò che vi è detto , senza cambiare niente . Nessun servizio avrebbe potuto essere più vivo , più drammatico di questo racconto fatto con la sua voce viva . Ogni tanto il discorso è interrotto da qualche lamento , da medici e infermieri che entrano ad escono dalla stanza , da pause di stanchezza della nostra collega . Il servizio di Oriana Fallaci che pubblichiamo è più di un racconto : è un eccezionale documento giornalistico ] . ( All ' inizio del nastro si sentono voci , c ' è gente nella stanza d ' ospedale dove si trova Oriana Fallaci . Un ' infermiera le ordina , in spagnolo , di non agitarsi . Poi comincia il racconto di Oriana Fallaci . ) Mi sento male , ho ancora la testa confusa . Vedi , c ' è qualcosa che mi fa più male del dolore , di questo dolore tremendo alla spalla , al polmone , al ginocchio , alla gamba , mi fa più male del dolore fisico : mi fa male questo incubo che ritorna , che mi ossessiona . Il dolore fisico si sopporta ma l ' incubo no . Non è l ' incubo della guerra del Vietnam , io nel Vietnam ho visto delle cose spaventose , ho seguito delle battaglie tremende , dei pericoli allucinanti , ma era diverso , perché sapevo di andare alla guerra . Uno va in Vietnam e sa che va alla guerra e la guerra è una cosa dove ci sono dei signori armati da una parte e degli altri signori armati dall ' altra : sai anche che si spara da tutte e due le parti . Ma quello che è successo là la sera in cui sono stata ferita non era una guerra . Era atroce perché non era la battaglia di Dak - To , non era la battaglia ai confini con la Cambogia o che diavolo . E non aveva niente a che vedere con le guerre che più o meno tutti , facendo questo mestiere , abbiamo visto come corrispondenti . Capisci ? Non era una guerra . E non doveva essere una notte si sangue . Se insisto su questo punto è perché voglio cercare di spiegare quest ' incubo che mi torna e mi ritorna la notte . La storia dell ' altra sera è questa : poi andrò indietro e ti racconterò il perché , come siamo arrivati a questo . Mercoledì alle cinque era stata indetta una manifestazione nella piazza delle Tre Culture a Città del Messico . Questa piazza , che credo sia una delle più grandi di Città del Messico e anche una delle più note , si chiama delle Tre Culture perché riunisce in un certo senso , simbolicamente , le tre culture del paese : quella azteca , quella spagnola , quella moderna : c ' è una chiesa spagnola del 1500 , c ' è la base di una piramide azteca e ci sono gli edifici moderni , quelli costruiti ora . Gli studenti l ' hanno sempre scelta per le loro manifestazioni , non soltanto perché si trova nel quartiere di Tlatelolco , vale a dire abbastanza vicino alla loro università , ma anche perché è molto grande , ha molte vie d ' accesso e molte vie di fuga : è facile arrivarci ed è facile uscirne . E in questo paese è sempre meglio riunirsi in luoghi dove fai presto ad arrivare e fai presto a scappare . Io ero già stata testimone di una manifestazione del genere nella piazza delle Tre Culture , esattamente il giorno dopo in cui ero arrivata in Messico . Era lì infatti , in una manifestazione del genere , nella piazza delle Tre Culture , che avevo conosciuto i capi degli studenti e avevo cominciato a intervistarli . Ero arrivata la notte tra il giovedì e il venerdì , e al venerdì ci fu subito questa manifestazione . Era la prima alla quale assistevo , e mi fece subito un effetto profondo . Mi avevano impressionata queste grandi migliaia di ragazzi , perché sono ragazzi , sai , tredici , quattordici , sedici diciotto , al massimo ventitré o ventiquattro anni . Ragazzi poveri poi , perché degli studenti messicani solo una piccola parte sono figli di borghesi . La massima parte sono figlioli di contadini , di operai e appartengono in maggioranza al Politecnico . Al Politecnico ci vanno i figli degli operai , dei contadini : allora tu vedi questi ragazzini , che non sono come i nostri studenti , con le camicie pulite , il golf stirato di fresco , le scarpe pulite , ma sono brutti e sembrano i contadini che alla domenica vanno al villaggio , come si vedevano in Italia venti o trent ' anni fa e forse anche oggi . E un po ' timidi , come sono i contadini . Mi ero commossa a vederli lì tutti ordinati , tutti insieme . Questi ragazzi s ' erano riuniti nella piazza delle Tre Culture , quello scorso venerdì , per commemorare i loro morti , perché avevano già avuto dei morti , un centinaio credo , dal ventisei luglio , il giorno in cui sono incominciate le repressioni della polizia . Quel venerdì c ' era la polizia , soltanto la polizia , non l ' esercito ; era riunita però sulla terrazza della Scuola numero 7 , ancora occupata dalla truppe governative . Questa scuola si affaccia proprio sulla piazza delle Tre Culture . Dalla parte moderna della piazza i ragazzi erano arrivati , con i loro cartelli , erano intervervenute le madri dei ragazzi ammazzati dalla polizia . Avevo conosciuto in quell ' occasione alcuni capi del Comitato della huelga , il comitato dello sciopero , e li avevo intervistati . I discorsi erano tenuti ( questo è importante perché è lì che poi è successo il disastro ieri l ' altro ) dalla terrazza di un edificio , una specie di grattacielo popolare , che guarda proprio la piazza delle Tre Culture . A ogni piano di questo edificio che si chiama Chihuahua Building , c ' è una grande terrazza con una balaustra abbastanza bassa e lì i ragazzi mettevano degli altoparlanti e parlavano . Era stata una manifestazione , ripeto , commovente perché ad un certo punto c ' era stata la commemorazione dei morti : pioveva , e tutti questi ragazzi stavano immobili sotto la pioggia , e le madri dei ragazzi morti stavano immobili sotto la pioggia . Finita la manifestazione , anzi durante il minuto di raccoglimento per i morti , qualcuno aveva acceso un accendino , poi un altro , un altro ancora e poi un altro ancora e s ' eran formati in tutta questa piazza come dei fuochi , piccoli fuochi fatui , dappertutto c ' erano queste fiammelle : fiammelle e fiammelle e fiammelle , di accendini e di fiammiferi che finivano per bruciarsi sulle dita . Finchè qualcuno aveva avuto l ' idea di arrotolare dei giornali e farne delle fiaccole e allora tutti si erano messi ad arrotolare giornali e fare fiaccole e la manifestazione s ' era sciolta oserei dire pacificamente con questa grande fiaccolata . Capisci , avevano arrotolato i giornali , erano andati via uno a uno , una fila lunga lunga verso il ponte , queste torce accese , cantando le canzoni degli studenti . Le canzoni dicono : « Goya , Goya . Cachu , cachu rara , cachu cachu rara , Goya Goya Universidad » . Non vuole dire niente , sono dei suoni da bambini , questa è la canzone dell ' università ; la canzone del Politecnico è : « Gueu , Gloria a la cachi cachi porra , a la cachi cachi porra Gueu pin pon porra Politecnico Politecnico gloria » . Pensa un po ' che canzoni pericolose . E cantando « pin pon porra cachu rara » questi ragazzi , con la loro fiaccolata , si allontanarono e questa era la pericolosa manifestazione che avrebbe dovuto mettere in pericolo la stabilità e l ' attuazione delle Olimpiadi . Dopo questa manifestazione il governo messicano decise di togliere le truppe dall ' università , che poi fu un ' evacuazione parziale , gli studenti mercoledì indissero un ' altra manifestazione , sempre nella piazza delle Tre Culture ; gli studenti mi dissero che questa era una manifestazione importante e sarebbe stato bene se io l ' avessi vista , e ci andai . ( A questo punto nella registrazione si inserisce la voce di un medico che domanda a Oriana Fallaci come si sente . La risposta è : « Mal , doctor , muy mal . Mi duole tutta la schiena » . Il medico dice che le farà un ' iniezione per la notte . Il racconto riprende . ) La manifestazione doveva avvenire alle cinque . A un quarto alle cinque io ero lì nella piazza delle Tre Culture e la piazza era già piena a metà . Nelle varie terrazze di questo edificio popolare che guarda la piazza , c ' erano già vari capi degli studenti ma una gran parte si erano riuniti nella terrazza del terzo piano dove c ' erano gli altoparlanti con le bandiere , le bandiere messicane e le bandierine dello sciopero che sono rosse e nere . Sono per noi colori anarchici , per loro no . Per i messicani la bandiera dello sciopero è una bandiera rossa e nera ; non è né anarchica né non anarchica : è la bandiera dello sciopero . Gli operai quando sono in sciopero innalzano questa bandiera rossa e nera . Non sono anarchici più di quanto siano comunisti o cattolici , liberali o che altro . A un quarto alle cinque la piazza era già piena a metà , io sono arrivata , sono salita sulla terrazza del terzo piano e ho trovato Guevara che è uno dei capi , ho trovato Manuel un altro capo , un ragazzo che studia biologia ed è figlio di un contadino . Ho trovato Manuel che è figlio di un musicista e studia al Conservatorio , ho trovato Socrates , un altro dei capi , e ho trovato Maribilla una ragazza che studia , mi pare , medicina . Ho chiesto come si mettevano le cose , se c ' era la polizia intorno , se si aspettavano un attacco e mi hanno detto di no , sembrava che la manifestazione fosse tranquilla . In realtà dalla terrazza della Scuola numero 7 , dove la settimana avanti , durante l ' altra manifestazione , quella della fiaccolata , avevo visto per tutto il tempo i granaderos con i mitra puntati , non c ' era niente , non c ' erano neanche i granaderos . Intanto la piazza si riempiva in un modo incredibile : guarda , nel giro di dieci minuti io credo che siano arrivate tremila , quattromila persone , perché ad un certo punto c ' erano almeno seimila persone . Mentre la piazza si riempiva è arrivato Angel , un altro ragazzo dei capi del Comitato generale dello sciopero ; sembrava molto turbato e mi ha detto : « Sai , sono in ritardo perché quasi tutta la piazza a tre o quattro chilometri da qui è circondata di autoblindo e di camion : a un certo punto c ' è una strada sbarrata , mi sembra che fosse la strada Manuel Gonzales , sbarrata con ben trenta camion carichi di soldati con le mitragliatrici e non lasciano passare nessuno . Ho dovuto fare un lungo giro e per questo sono arrivato in ritardo » . Ora sono confusa , faccio male il racconto . Dopo la manifestazione i ragazzi volevano andare a una delle scuole del Politecnico che è ancora occupata dall ' esercito , capito ? Volevano andare a fare una manifestazione lì . Quando Angel è arrivato , dicendo che c ' era l ' esercito e la polizia schierata dappertutto , i ragazzi tra di loro si sono riuniti e hanno deciso di non andare più perché , hanno detto , se andiamo tutti lì dove ci stanno aspettando con i bazooka sembra che vogliamo provocarli . Al che io gli ho detto per carità non andate , non lo fate , lasciate perdere , è inutile , è una bravata superflua , non ci andate . Allora il Socrates è andato al microfono , in questa piazza che continuava a riempirsi , e ha detto : « Compañeros , abbiamo cambiato idea , volevamo andare a manifestare davanti alla scuola . Non ci andiamo più , perché l ' esercito ci sta aspettando con le autoblindo , con i bazooka . Andarci è una provocazione inutile , per cui mi raccomando , compañeros , appena la nostra riunione sarà conclusa disperdetevi e andate alle nostre case » . La folla , i ragazzi rumoreggiavano un po ' : erano un po ' delusi ; ma era evidente che avevano deciso di rinunciare alla sfilata in direzione della scuola , mi pare fosse la scuola di Economia e Commercio . Hanno incominciato la riunione vera e propria . I discorsi sono stati aperti dalla ragazzina Maribilla la qualche ha detto : « L ' esercito ha evacuato la nostra lotta fino all ' applicazione di tutti i sei punti » . La Maribilla è una ragazzina di circa diciotto anni , graziosina , un po ' sciupata da un labbro leporino , gentile , un po ' timida , parlava con una vocina che sembrava un uccellino : anche con l ' altoparlante non si sentiva niente . Dopo ha preso la parola Socrates , che sembra un bambino coi baffi , ha la faccia di un bambino , come quella di Emiliano Zapata , ha diciotto - diciannove anni e questi immensi baffi che è tutto quello che gli è rimasto dei capelloni lunghi perché i ragazzi fino all ' agosto scorso avevano i capelli lunghi , non perché volessero fare gli hippies , non perché volessero imitare i Beatles , ma perché c ' è una tradizione al Messico che i rivoluzionari hanno i capelli lunghi . Così fino a poco tempo fa , i ragazzi portavano tutti i capelli lunghi . Quando la polizia ha cominciato a fotografarli , a seguirli , ad arrestarli , c ' è stata una ecatombe di capelli lunghi e di baffoni e l ' unico che non ha voluto rinunciare ai baffi è stato il Socrates , poveretto , che con i suoi baffoni è andatati lì al microfono e ha detto : « Compagni , questa è una manifestazione pacifica , noi oggi l ' abbiamo indetta innanzitutto per festeggiare l ' evacuazione della nostra università da parte delle truppe governative , poi per chiedere che il resto delle scuole secondarie vengano anch ' esse liberate dalla presenza dei soldati e infine per indurre i compañeros a cominciare , a partire da lunedì , uno sciopero della fame , per dimostrare che noi non vogliamo attaccare nessuno . Cerchiamo d ' ora innanzi dei sistemi pacifici . Lunedì cominceremo , chiunque vorrà partecipare a questo sciopero della fame si sistemerà nella città universitaria dinnanzi alla piscina olimpica … che farà lo sciopero della fame fino alla fine delle Olimpiadi » . Socrates aveva appena finito di parlare , che un elicottero ha cominciato a volare sopra la piazza , un elicottero verde dell ' esercito , in cerchi concentrici , sempre più bassi , sempre più bassi . Io mi sono preoccupata e ho detto a Manuel : che cos ' è questa storia ? Lui mi ha risposto di non preoccuparmi ; i ragazzi non erano eccitati , erano tranquilli , quieti . Mentre si discuteva della presenza dell ' elicottero , l ' elicottero ha lanciato due bengala verdi . Ora , venendo dal Vietnam , so benissimo che tutte le volte che un elicottero o un aereo butta giù un bengala , è perché vuole localizzare il punto da colpire . Allora io mi sono preoccupata e ho detto subito a questi ragazzi : guardate che sta buttando i bengala , se butta giù i bengala vuol dire che hanno intenzione di sparare . Ma loro non mi hanno preso sul serio . Siccome sapevano che ero stata in Vietnam hanno detto : « Eh , tù ves las cosas come en Vietnam » . Non avevano finito di parlare che si è sentito un gran fracasso , un grande rumore di camion e di carri armati e la piazza è stata letteralmente circondata dalle quattro parti , perché l ' edificio dove eravamo noi , questo terzo piano dove c ' erano gli studenti , guarda la piazza , quindi da qualsiasi parte si guardasse , si vedevano arrivare camion e autoblindo . Sul fondo , di fronte all ' edificio , c ' è una specie di cavalcavia e si sono piantati su questo cavalcavia . I camion si sono aperti , cioè la parte posteriore dei camion , i soldato si sono buttati giù sparando . Ma non sparando in aria , sparando in basso , i fucili non li tenevano in alto , li tenevano in basso . Per due o tre minuti siamo rimasti sbalorditi , allibiti quasi , per questa cosa ; questa cosa era un incubo , era al di là dell ' assurdo perché non era successo niente che potesse giustificare l ' arrivo di queste truppe . Stavano dicendo che volevano indire lo sciopero della fame lunedì ! I ragazzi hanno cominciato a scappare . Socrates , non essendosi ancora reso conto che stavano sparando veramente alla folla , è andato al microfono e ha detto : « Compañeros , compañeros , calma calma calma , es una provocaciòn , es una provocaciòn ! » . Ma loro continuavano a scappare , volevano venire in avanti , E ad un tratto ho cominciato a vederli cadere , sai quando vai a caccia e le lepri corrono , come fanno le lepri quando le colpisci , fanno una specie di capriola e poi restano lì . Da lontano si vedevano piccoli , e si vedevano queste lepri , che correvano e facevano una capriola , bom ! E restavano in terra . Io ero immobilizzata , letteralmente immobilizzata al balcone e guardavo la confusione violenta , tremenda che era scoppiata e sentivo Socrates che stava raccomandando alla folla la calma : ma non so che razza di calma potesse raccomandare a questo punto perché erano già cominciati a cadere i primi morti . Davanti a me c ' era la piazza , la grande piazza rettangolare che dalla nostra parte , dove eravamo noi , finisce in una grande scalinata . Ora c ' è una cosa ti voglio spiegare , ti ricordi nel film della corazzata Potiomkin quella scena della folla che scappa per quella scalinata e restano quelle donne , quei bambini , tutti ciondoloni , ecco sembrava la corazzata Potiomkin , questa scalinata ripida dove restavano tutti in giù , a testa in giù , era una cosa spaventosa . Noi eravamo chiusi in trappola , ci eravamo resi conto benissimo che stavano puntando verso di noi , verso il terzo « piso » , il terzo piano , dove c ' erano gli altoparlanti , ma ho capito anche che non c ' era nulla da fare . Voglio dire ho fatto il movimento di andare verso l ' ascensore , ma l ' ascensore era stato bloccato , capisci , nello stesso momento la Maribilla che era scesa giù , è arrivata gridando , chiamando Angel , e Angel è sceso giù al piano terreno e quando è sceso giù al piano terreno ha trovato decine , decine , decine di poliziotti in borghese che hanno cominciato a gridare « figlio de chingada » , « hijo de puta » , « figlio di cane » , « donde vas hijo de chingada » , allora Angel e gli altri dicevano « Abajo , abajo ! » e allora loro hanno detto « Arriva , arriba ! » e li hanno mandati su . Io mi sono girata voltando le spalle al massacro che era cominciato nella piazza e ho visto piombare , come nei film , una quarantina , una cinquantina prima , poi una sessantina di uomini di mezza età in borghese , in camicia , avevano tutti la camicia bianca , la mano sinistra dentro un guanto bianco , oppure fasciata in un fazzoletto bianco , era per riconoscersi , perché erano in borghese . Sono entrati sparando , hanno cominciato a sparare con queste rivoltelle dappertutto , non addosso alla gente , devo dire , ma per terra dappertutto , e agguantando la gente . Socrates è scomparso , io non l ' ho più visto Socrates , Angel era già scomparso prima , quando la Maribilla era venuta a dire che c ' erano i poliziotti . Io mi sono ritrovata insieme a Moises , che è un ragazzino del Politecnico , figlio di un contadino , a Manuel , un amico mio , e ho guardato i poliziotto venire avanti , in uno stato di totale stupore , anche se per stupire me ce ne vuole parecchio e per stupirmi dopo che avevo visto quello che stava succedendo nella piazza , quel piombare senza ragione , ce ne voleva ancora di più . Ma era talmente pazzo il piombare di questi qua , che li guardavo sbalordita . Una guardia mi ha preso pei capelli , io ho i capelli lunghi , mi ha agguantata per i capelli , sai come nelle vignette dell ' uomo delle caverne che agguanta la donna per i capelli , e prendendomi pei capelli ( io credo che gliene siano rimasti un bel po ' in mano ) , mi ha fatto fare mulinello , mi ha letteralmente scaraventata contro il muro . Sono rimasta qualche secondo stordita , naturalmente . Non so se avete capito com ' era la terrazza . C ' è questa terrazza grande , con le scale dalle parti , poi c ' è il muro con i due ascensori e poi c ' è la balaustra . Lui m ' ha buttato contro il muro dalla parte dove ci sono gli ascensori . Quando mi sono ripresa mi sono trovata da Moises e Manuel , gli altri erano spariti , nello sfondo c ' erano altri , giornalisti tedeschi , olandesi , c ' era un giapponese , dei francesi , eccetera . E questo qui che gridava « Detenidos , detenidos , detenidos ! » , cioè arrestati , arrestati , arrestati . Io sono rimasta in piedi . Intanto continuava la sparatoria nella piazza , ma non era ancora una sparatoria violenta . Io ho detto una parola : « Yo italiana » . Chissà perché ho detto italiana , mi è venuto così per istinto di sopravvivenza , non lo so . Quello ha preso e mi ha messo la rivoltella alla tempia . A questo punto , ti dico la verità , io avrei voluto dire periodista , giornalista , ma non sono riuscita a dirlo , con quella pistola puntata alla tempia e col pensiero che se avessi voluto tentare di dimostrarlo , non avrei neanche potuto , perché far vedere un documento , soltanto mettere la mano nella tasca della giacchetta ( avevo i pantaloni e la giacchetta ) e tirar fuori un documento voleva dire farti sparare , perché si dovevano tenere le mani quelli lì facevano partire un colpo . Ci hanno fatto mettere … Dunque sta ' a sentire : loro ci hanno fatto mettere al muro . Devo dire che fino a quel momento , malgrado la tremenda sparatoria fosse già cominciata , io non ero spaventata , un po ' perché c ' era Manuel , questo ragazzo che continuava a dire : « Lo fanno per ragioni psicologiche » , un po ' perché ero andata a intervistare il capo della polizia , quel generale Queto di cui gli studenti chiedono le dimissioni insieme allo scioglimento del corpo dei granaderos . Ero stata ricevuta da questo signore nel suo bellissimo ufficio ed egli aveva incominciato a intrattenermi a lungo sui vini italiani , sul fatto che a lui piace il Bardolino e il Chianti meno , che c ' è un ristorante che si chiama Mamma Roma , Mamma Maria , non mi ricordo come a New York . Quando poi gli avevo posto delle domande precise , gli avevo chiesto spiegazioni sul fatto che la polizia attaccava gli studenti , sparava sulla popolazione , con aria tranquilla mi aveva detto : « Ma no , ma nada , no pasa nada , no pasa nada nunca , mentira , mentira » . E aveva aggiunto : « Lei ha visto che anche l ' ultima volta vi è stata la manifestazione alla piazza delle Tre Culture , non è successo niente » . Ed era vero che non era successo niente , capisci . Così io non ero eccessivamente spaventata . Il capo stesso della polizia mi aveva rassicurata . La mia sola preoccupazione era data , devo dire , dalla presenza di questi poliziotti in borghese con il guanto bianco per riconoscersi , con le pistole puntate . Intanto la sparatoria si era fatta ancora più intensa . Le raffiche partivano dalle mitragliatrici delle autoblindo , che circondavano la piazza , e dai mitragliatori e dai fucili automatici dell ' esercito , e dai granaderos , i granatieri che qui chiamano granaderos , e infine da questo elicottero che si abbassava sempre di più , capisci , e sparava sulla folla ormai sparsa per tutta la piazza e sulla terrazza dove eravamo noi . Ho spiegato che su questa terrazza l ' unico punto in cui si poteva cercare un pochino di protezione era sotto la balaustra , sotto il muricciolo , e sotto il muricciolo si sono messi tutti questi poliziotti col guanto bianco e le rivoltelle in pugno , puntate contro di noi e noi , che eravamo i detenidos , gli arrestati , siamo stati messi invece dalla parte del muro . Così eravamo un bellissimo bersaglio per quelli che sparavano dalla piazza , dall ' elicottero , eravamo un bersaglio per tutti . ( A questo punto la voce di Oriana Fallaci si interrompe . Quando si riprende dice : « Scusami , ferma un momento il magnetofono che mi sento male , molto male . Mi sento morire … » ) Ecco , riprendiamo . Vedi , quando io dico che era peggio che nel Vietnam , voglio dire che nel Vietnam , quando sei dentro una battaglia , cerchi di ripararti , di salvarti , ti butti in un buco , ti butti in un bunker , ti ripari dietro qualche cosa e mentre fai questo non c ' è mica un poliziotto con la rivoltella spianata che te lo impedisce . E non potevi trovare nessun rifugio , non potevi entrare in nessun buco , non c ' era nessun bunker nel quale ti potevi rifugiare e tutte le volte che cercavi di muoverti di un millimetro da quel muro maledetto che costituiva il bersaglio principale e contro il quale ci avevano messi e cercavi di andare un pochino più in là dove c ' era il muricciolo , questi poliziotti distesi per terra ti sparavano addosso , capisci ? Sparavano contro il muro . Hanno sparato due o tre volte nel muro ! Hanno sparato nell ' ascensore due o tre volte . In questa sparatoria tremenda , mi cadevano i bossoli tutto d ' intorno . A un certo punto io ho detto : « Por favor , por favor quiero me haga venir , me haga venir cerca , cerca ! » , gliel ' ho detto anche in inglese : « Please , please let me come there , please please here is too dangerous , too bad , please » : per favore qui è troppo pericoloso , lasciatemi venire lì . Ma loro mi rispondevano puntandomi l ' arma contro e sparando nel muro . Quindi io non mi potevo muovere , comprendi , non mi potevo muovere assolutamente . L ' incubo per cui io alla notte mi sveglio come impazzita è questo , è un incubo da racconto di Poe . C ' è il fuoco da tutte le parti , sei inseguito come uno scorpione circondato dal fuoco , che non soltanto ti sparano da tutte le parti ma non puoi neanche metterti in salvo perché quando fai un movimento per metterti in salvo te lo impediscono e ti sparano addosso . Poi qualcuno deve avermi dato l ' ispirazione per togliermi da quella posizione terribile , lì in piedi , a fare da bersaglio . A un bel momento ho finto di svenire , sicché sono calata giù come uno straccio , gli altri hanno fatto lo stesso e quelli ci hanno lasciato fare . Allora siamo rimasti in quel modo sdraiati a pancia a terra . Io mi trovavo fra questi due studenti , questo Moises e questo Manuel : Moises è rimasto subito ferito alla mano perché ho visto che la mano era tutta insanguinata . Manuel cercava di proteggermi e quando la polizia si è accorta che lui cercava di proteggermi un poliziotto ha incominciato a gridare perché ci staccassimo . Per quanto possibile cercava di proteggermi , mi teneva le mani sulla testa , e mi tenevo anch ' io le mani sulla testa . La polizia allora , sempre puntando le rivoltelle , ha ordinato a lui di staccarsi e a tutti e due e anche a Moises di alzare le mani in modo che non ci potevamo neanche proteggere la testa dalle schegge . Niente , capisci : è questa la cosa meravigliosa . Quando Manuel si è staccato da me e Moises si è staccato , io centimetro per centimetro , perché stavo tutta distesa bocconi sullo stomaco , perché mi sentivo più sicura , ho cominciato a scivolare lungo il muro e sono riuscita a spostarmi di un metro indietro mentre questo poliziotto gridava e mi puntava la rivoltella . Questo movimento è stato quello che mi ha salvato , perché se no la pallottola mi sarebbe arrivata nella testa anziché nelle spalle . La sparatoria era ininterrotta , ho detto che sparavano da tutte le parti mentre noi eravamo sempre sotto le rivoltelle della polizia . A un certo punto l ' elicottero si è abbassato , si è sentita una grande raffica e io ho avvertito come due o tre pezzi di sasso che si abbattevano sopra di me e un coltello che mi entrava nella schiena . Il coltello era la scheggia della pallottola dell ' elicottero che si è fermata a pochi millimetri dalla colonna vertebrale . Un ' altra scheggia è entrata nel ginocchio sinistro e mi ha squarciato tutta la gamba in quel punto , però ho avuto questa fortuna incredibile che il professor Viale ha definito una fortuna scandalosa perché è andata a incastrarsi tra l ' arteria principale e tutti i legamenti nervosi e la vena , senza tagliare né l ' una né l ' altra . Un ' altra ancora è entrata nella coscia . È entrata da una parte ed è uscita educatamente da quell ' altra , senza fare nulla , lasciando solo due o tre schegge che risultano dalla radiografia ma che non possono togliere . Resteranno sempre lì tanto non mi danno noia e io le tengo come ricordo .
RISPOSTA DI BETTI ( - , 1937 )
StampaPeriodica ,
Egregio sig . Direttore , l ' unico punto che mi interessi , nell ' articolo di Alfonso Gatto uscito nel Bargello del 28 corr . e da me letto solo stamane , è quello in cui si fanno contro di me , in sede prudentemente letteraria , delle insinuazioni il cui senso reale è invece ( specie su un foglio politicamente sensibile come il Bargello ) evidentemente politico , dato che le mie poesie , figurazioni ecc . sono definite più volte come socialistoidi ( ! ) . Dev ' essere uno scherzo . Ma se per strana combinazione si trattasse invece del solito turpe tentativo di gettare senza parere addosso al nome di uno scrittore ( troppo duro da rodere sul terreno dell ' arte ) qualche penombra d ' altro genere , e di " fregarlo " in questo modo , informo subito subito a scanso di ogni equivoco , il signor Gatto e i suoi amici letterati , che il sottoscritto è fascista , fascista sul serio e senza eclissi , volontario di guerra , decorato di medaglia di bronzo al valor militare , magistrato . Inattaccabile , egregio sig . Gatto . Spero che il signor Gatto e i suoi amici letterati possano presentare , all ' occorrenza una fedina politica e morale altrettanto specchiata . Se poi si volesse limitare strategicamente il discorso alla zona piuttosto gassosa ( e così propizia per le insinuazioni a mano salva ) delle " intonazioni " ecc . ecc . , sappia ancora il sig . Gatto che tutte , dico tutte le poesie cui egli accenna furono le prime , in Italia , ad essere pubblicate , periodicamente , in serie completa , su un giornale politico di battaglia . Si tratta del "Tevere." Il quale , quanto a sensibilità intransigente e gelosa , nei riguardi di certe " intonazioni , " non ha evidentemente niente da imparare dal sig . Gatto . Mando copia della presente lettera al Segretario della Federazione Fiorentina dei Fasci di combattimento ... Ugo Betti
IMPERIALISMI ( MURSIA UGO , 1936 )
StampaPeriodica ,
Spesso , troppo spesso , il fascismo è stato accusato all ' estero di imperialismo ; e questa è una delle ragioni che hanno impedito anche ad amici di avvicinarsi per capire la profonda rivoluzione operatasi nella coscienza del popolo italiano . Bisogna perciò intendersi bene sul valore che a tale parola si dovrebbe attribuire . Comunemente quando si parla di imperialismo vien fatto subito di pensare ad una volontà di dominio materiale , direi quasi bruto , sugli altri popoli . È innegabile che questo significato oltre ad essere il più comune è forse il più logico ; ma è altrettanto innegabile che una tale forma di dominio politico è una cosa oggi praticamente irraggiungibile . A parte per ora questa impossibilità contingente , se si considera attentamente il corso della storia si nota come carattere fondamentale di ogni impero , che si sia basato su tali principi di materiale dominio , la caducità : intendendo con caducità non tanto la brevità del tempo quanto , e sopratutto , la mancanza del contenuto ideale che forma il substrato assolutamente necessario se non sufficiente di ogni grande movimento sociale . Che cosa è rimasto del grande impero di Roma ? Materialmente nulla se non poche vestigia che di tanto in tanto vengono alla luce nelle più lontane contrade . Lo stesso si può dire per tutti gli altri imperi , massime dell ' antichità . Che se invece consideriamo tutto l ' ingente patrimonio spirituale che Roma sparse nel mondo scientemente o incoscientemente , allora ci accorgiamo come quel che rimane nei secoli sia l ' Italia . Il predominio politico quindi non può mai essere fine a se stesso perché in tal modo si esaurirebbe inutilmente , ma piuttosto un mezzo per la diffusione di nuove civiltà ; un mezzo perché non è assolutamente detto che tale diffusione non possa avverarsi pacificamente ; certo la penetrazione è lenta , ma se si tratta di principi vitali ed universali , inesorabile . E ciò è tanto più importante ripeto oggi in quanto è impossibile poter parlare di un imperialismo nel senso che a tale parola si attribuisce . Il prepotente risvegliarsi delle varie nazionalità ne è un indice sicuro , tal che si può prevedere in un non lontano avvenire la caduta degli imperi già esistenti ; alludendo con ciò specificatamente a quello inglese che più degli altri presenta sintomi di disgregamento . Da quanto s ' è detto appare chiaro che l ' unico imperialismo concepibile e compatibile con i tempi moderni è l ' imperialismo dello spirito . L ' utilità che anche un tale imperialismo può arrecare è incalcolabile ma ovvia ed è superfluo quindi far notare i grandi vantaggi anche d ' ordine materiale che ne scaturirebbero , non solo per il popolo che riuscisse a diffondere i propri principi ma anche per i paesi che li assimilassero . Ora l ' idea di cui il fascismo s ' è fatto banditore è come altre volte è stato già detto un ' idea universale , sebbene squisitamente latina ; profondamente consci di ciò sentiamo che essa può e deve necessariamente dare l ' impronta alla civiltà del nostro secolo . In questo senso il fascismo è imperiale , cioè non " imperialistico , " ché profonda è la differenza fra i due termini : l ' uno è egoistico desiderio di arbitrario predominio politico , l ' altro volontà di supremazia morale . E l ' attuare questa volontà sarà la nostra missione di domani ; non prima però d ' aver pareggiati i conti con coloro che ci sono debitori . A tal proposito sarebbe opportuno far rilevare a quegli stranieri , in mala o in buona fede , che credono di vedere nella impresa africana un atto di superbo imperialismo , come anche un asceta ha bisogno di un minimo per potere vivere .
L'orso vestito da fachiro ( Ripellino Angelo Maria , 1972 )
StampaPeriodica ,
Come un medico dall ' orologio d ' oro al capezzale dell ' infanzia , così il circo , clown occhialuto , porge sciroppi e rimedi alla gioventù malata di teatro . E la sabbia delle piste ha per essa lo stesso odore dei balsami di tolù , di quei caldi aromi consolatori . Movendo dall ' atto secondo , in cui il protagonista Hinkemann si esibisce nel ruolo di mangiatopi in un baraccone , Bruno Cirino ( Teatroggi ) ha impostato Il mutilato di Ernst Toller come una rappresentazione di circo , di piccolo circo sdrucito della periferia . Un telone d ' argento , dietro il quale si accende a tratti , come nei luna - park , una fluente treccia di lampadine , una rossa grancassa e una grande ruota , che è insieme attrazione da fiera e graticola e macchina da colonia penale . Come le isole di un arcipelago , i teatrini si scambiano su invisibili navi le merci delle loro esperienze : è chiaro che l ' architettura di questo spettacolo risente della conclusiva sequenza del Risveglio di primavera di Nanni . Al proprietario del baraccone , che immaginavo polputo e con guance di melanzana come l ' impresario dell ' Angelo azzurro di Sternberg , il regista ha sostituito un rabbioso e spietato domatore che con la frusta incalza ed umilia i semplici , gli sventurati , costringendoli a salti guitteschi . Avvilite sembianze , gli attori in tute mimetiche a chiazze arancione matteggiano , ballano , strisciano come lombrichi , con musica di tromboni e di Knappentanz . Ciondolando con testa di leone , scambiandosi affannosamente bombette , e con criniera equina e gualdrappa mutandosi in un quadrupede simile a quello del balletto Parade , traspongono in virtuosismi da acrobati , in figurazioni zoologiche la goffa vicenda di Toller , i suoi sfocati conflitti , il suo manicheismo da cartellone . E nella parade - allée del finale ci si presentano con fuciletti e corazze e manopole da gladiatori , da spartachi , forse alludendo allo spartachismo . Schinieri di latta e bracciali da Darix Togni il regista affibbia in certi punti anche a Hinkemann - Homunculus . Nella pendula e mogia interpretazione di Ernesto Colli il personaggio assomiglia , non tanto a un « orso tedesco » , a una disperata larva dell ' espressionismo , quanto a uno stanco fachiro di Porta Portele , la faccia esangue e tagliente come una scure , capelli lunghi da nazzareno . Rouault ci ha avvertiti nei suoi dipinti della parentela tra Cristo e i pagliacci . Per dilatare l ' equivalenza Hinkemann - Cristo accennata da Toller , il regista fa sì che il suo primo attore si collochi sulla ribalta come su un golgota , con le braccia aperte come su una croce , spennacchiato , deserto , nella conoide luce di zafferano . Ci aspettavamo che la desolata confessione dell ' eunuco assumesse un ' irruenza vocale così lacerante da disgradare il grido di gallo del professor Unrat nell ' Angelo azzurro . Ma gli interpreti tutti parlano a fior di labbra , bisbigliano , perdono continuamente la voce , come le lumache la bava . E del resto la trascrizione in chiave funambola disperde molti elementi fondamentali del testo : la mascherata degli invalidi con organetti , la simbologia che raccorda la perdita del piffero con l ' acquisto della veggenza , l ' allucinazione ed il gusto del deforme , che accostano le retoriche apocalissi di Toller alle pitture di Frans Masereel e di Otto Dix . Quando smette gli sbalzi e le capriuole del circo , la recitazione si allenta in cadenze dormigliose e svogliate a malapena adombrando il rancore che intride l ' avvilimento , la nausea che nasce dall ' esser scherniti , lo strazio di un ' indifesa ridicolaggine . Ciò non vuol dire però che lo spettacolo sia magro di ghiotte trovate . Grete Hinkemann ( Saviana Scalfi ) all ' inizio si stende , come inchiodata , sulla ruota che gira , variante della « rete » di cui parla Toller , e alla fine , forse per significare una derisoria gravidanza , viene ostentando , ripulsivo impasto di ginecologia e baraccone , enormi mammelle di gomma , un ventre sfoggiato , due lombi badiali . Con quell ' obeso costume di ciambelle verdognole , con quei gonfiori da manichino del teatro di Schlemmer e da pupazzo della Michelin , la guitta Grete del luna - park di borgata , la saltatrice lasciva diventa l ' idropica ipòstasi di una scurrile maternità derelitta . E ti sembra d ' un tratto che la sua enfiata figura condensi tutti i drammi d ' alcova che lievitano nei casamenti spettrali dello squallido rione di Centocelle , dove lo scantinato di questo teatrino si inselva . Non conosce alberi Centocelle . Sono andato a cercarli altrove , sotto il tendone del Teatro libero nel Circo al colle Oppio , dove si recita , nella regia di Armando Pugliese , Il barone rampante di Calvino . Fantasticavo di trovarvi una delle calvinesche « città invisibili » , una Magnolia , un ' Arbòrea fogliosa , e invece mi ha accolto una dura carpenteria , un anello di ruvidi e inospiti ceppi , tra le cui forcelle si snoda un aereo sentiero , come una pista di go - kart . Su quel cerchio pensile corrono Cosimo e gli altri personaggi invasati da dendropatia e tarzanismo . Ma per i loro scambietti e duelli ed inseguimenti gli interpreti dispongono anche di tre piattaforme e della pista centrale , il che permette un assiduo mutamento di luogo e procura dei bei torcicolli . Le idee ronconiane hanno prosperato diversi congegni : da questa nocchiuta alberatura alle mansioni del Grand Magic Circus di Jérôme Savary . Nella girandola del colle Oppio , frammezzo agli spettatori appollaiati come galline su trespoli , una sfrenata e agilissima compagnia di saltimbanchi in polpe , livree , crinoline , tricorni , parrucche traduce in una farsa frenetica l ' adorabile libro , purtroppo stracciandone l ' esile filigrana . In quel patassio le settecentesche figure si riducono a concitate macchiette da varietà di provincia . Questa non è la fiabesca villa di Ombrosa , ma una qualsiasi Massa Lubrense in autunno . Come accade oggi in molti teatrini , anche sul colle Oppio la sostanza verbale si soffoca con sovrattoni , con strilli , con putiferi . Non basta urlare come pirati all ' assalto di un castello pugliese , bisogna vezzeggiar la parola . Non basta far chiasso , perché nasca l ' incanto della pagliacceria .
CINEMA, CIVILTA’ ED ALTRE COSE ( LATTES FRANCO , 1936 )
StampaPeriodica ,
Vittorio Mussolini ha scritto su Cinema che la produzione cinematografica italiana dovrebbe indirizzarsi verso il gusto del pubblico che pare conceda tutte le sue simpatie ai films del tipo cosiddetto americano , contro quel genere di films tipicamente europei , in particolare franco - russo - tedeschi , che pare esprimano una concezione non consona allo spirito degli italiani : ora a me pare che il problema sia di una grande portata . Anzitutto si parla di spirito del film americano , del film europeo . Ebbene , è indiscutibile che la grande massa dei films commerciali americani sia la veste pseudo - artistica di concezioni etiche e sociali diffuse nella società americana , che sono completamente lontane dalle corrispondenti concezioni dei continentali europei . Il moralismo , l ' esaltazione della forza e della bellezza fisica , l ' ottimismo integrale , il trionfo della giustizia , il comico inverosimile , la santa crociata dei G . Mans contro i gangsters sono elementi dello spirito americano progressista ed ingenuo , di quello spirito insomma che ha nutrito di sé la poesia democratica di W . Whitman , le città - fungo , il mito di West , ed il tipo scanzonato e strafottente dello Yankee ; lo spirito della " libera America " prima della guerra e prima della crisi . Ora , indubbiamente , questo punto di vista ottimista e Wilsoniano , terribilmente superficiale ed inconsistente , che va dagli pseudo Tormenti della Crawford , ai Crociati di C . De Mille ( romanzo di gusto inglese di Walter Scott , volgarizzato per le fantasie storico - artistico - romantiche che hanno riempito di falsi Botticelli e di falsi Mino da Fiesole i musei delle città di farmen e di cow - boys dell ' Alabama o del Texas ) fino al gusto per il grottesco di cartone ( " King - Kong " insegna ) questa concezione , dicevamo , è per fortuna soltanto il fondo commerciale e beota della produzione americana . Quando il valore della produzione si innalza ( Vidor di Nostro pane quotidiano , Mamoulian del Dottor Jekill , Charlot di Le luci della città e infiniti altri esempi che ora mi sfuggono ) si vede proprio che in questi films si impostano e si affrontano problemi di indole tipicamente occidentale , civilizzata diciamo pure le parole malfamate intimista , psicologica , e per lo meno preoccupata di problemi morali , sociali e politici , propri del nostro mondo pesante di storia e di civiltà . Ecco che allora appaiono quelle espressioni del genio americano che , ( come osservò acutamente E . Cecchi in un articolo su B . Keaton ) , sono nel fondo più nascosto dell ' anima americana : come nel fondo di ogni popolo formatosi di recente e sostanzialmente barbarico gli Spiritual Songs e Edgar A . Poe , che danno Alleluja e Il dottor Jekill . Questo è forse il vero originale humus da cui attingere , con forme e problemi di calco europeo , il miglior cinema americano . Altrimenti si ha il truculento film di gangsters , l ' estenuante ripetizione dei films rivista e di ambienti di redazione di grandi giornali ( con tutta la solita insalata di tipi comuni ) , il terrore a lieto fine ( Maschera di Cera ) , la stucchevole falsità degli ambienti eleganti americani . E che cos ' è invece il film europeo ? La grande forza dell ' intelligenza , del gusto e della cultura , anche nella deficienza dei mezzi . René Clair , Pabst , Sternberg , Ford , Ucikj , non potevano nascere in America e l ' altezza artistica delle loro opere basta per dare una giustificazione storica e sociale al film europeo . Ora , l ' industria cinematografica italiana benché abbia già dato innumerevoli prove della sua recente vitalità ( vedi la nascitura città del Quadraro ) si trova a non essere ancora espressione dello spirito italiano e della profonda rivoluzione operata negli ultimi venti anni . Indubbiamente la civiltà europea porta i segni di una inevitabile decadenza che si ripercuotono in tutti i campi dello spirito , dalla pittura alla politica dal pensiero speculativo al cinema ; ma è illusorio ed ingenuo il credere che si rinnovino le forme del cinema italiano , sostituendo al film - operetta di ambiente viennese , alla pochade di gusto parigino , al drammone sociale e pedagogico di sapore tedesco , il sorriso di dentifricio delle girls californiane e gli audaci e spensierati boxeurs improvvisamente sentimentali sotto una luna che ( nonostante tutto ) è sempre quella delle fanciulle inglesi del primo '800 o che interrompono le loro avventure con gags del siciliano Frank Capra , o con le spiritosaggini del doppiaggio italiano . Siamo tutti d ' accordo nel ritenere che lo spirito della gioventù italiana sia adesso pervaso da quello che si suole chiamare quotidianamente , " un sano ottimismo , " " una serena volontà di vivere , " " una illimitata fiducia delle proprie forze fisiche e morali . " Ma non si supera una civiltà se non immergendosi nel vivo e pericoloso fiume di essa , e superandolo : non ignorando o fingendo di ignorarlo . E poiché gli psicologismi , gli intimismi eccetera sono inevitabili eredità della cultura , della storia e della tradizione europea ( quella cultura e civiltà che tutt ' oggi sulle carte stampate italiane , si afferma essere nata sulle rive del Mediterraneo Romano , e poi fra il cinque e il settecento , corrotta per alcune non ben chiare intrusioni Unno - luterano - giacobine ) non è lecito , a noi andare accattando modelli e forme espressive oltre oceano , e sostituire cioè una imitazione ad una altra imitazione , e di dimenticare soprattutto , che il pubblico ama i films americani perché soddisfano la sua tiepidità mentale , i suoi sensi da dopocena e il suo esotismo . Possiamo noi rinnegare la nostra tradizione di intelligenza e di arte che fa capo a Firenze e a Venezia e dimenticare la vera nostra genitura , sostituendo ai nostri maggiori gli sceriffi del Far - West ed i Puritani dello Hay flower ? Giovinezza , svecchiamento , modernità ( parole tanto usate da diventare uggiose ) sono belle cose ma inutili e vane quando si trovano di fronte una mentalità che , seppure sostanzialmente eroica , è nella grande massa sorda a molti problemi dell ' arte e dello spirito . Noi tutti ci domandiamo se il popolo italiano della Rivoluzione Fascista e della impresa Etiopica ha nessuna parentela con l ' America di Roosevelt , poiché i suoi problemi non sono quelli americani e se una educazione cinematografica è da ricominciare per il popolo italiano ( e ad essa cooperano e ancor più dovrebbero cooperare , riviste come Cinema con una efficace opera di volgarizzazione ) essa deve cominciare col far vedere nel cinema una espressione d ' arte che non può non essere Europea , invece di vedere la propria umanità deformarsi nella " prosperità " anglosassone e nel divismo caro a certe riviste di novelle e cinema - letture favorite di piccole studentesse o di cameriere di alto rango ...
ADDIO 'GIRLS' ( - , 1938 )
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Con tempestivo provvedimento il Ministro della Cultura Popolare ha proibito che nei manifesti degli spettacoli di varietà compaiano denominazioni e parole straniere . Così la " diva eccentrica viennese " tornerà ad essere una brava ragazza del Portello , le varie Milly , Dolly , Katharine e i vari Tom , Jack , ecc . , torneranno ad avere i loro semplici e più o meno eleganti nomi nostrani . Addio " sisters , " " stars , " " girls " ecc . delizia di vecchi pomicioni o di gagà esterofili . Il bello era che gli artisti dovevano camuffarsi da stranieri per accontentare i proprietari o gli impresari di teatro ! ! Chi lo pensava ? ?
StampaPeriodica ,
Giuliano Ferrara ingrassa ( di felicità ) quanto più fa il malandrino . Dopo il fallimento della sua malandrinata in Mugello , è tornato a me . Tornato perché è da parecchio che ingrassa punzecchiandomi . Quando era direttore di « Panorama » , il suo settimanale non perdeva occasione per sfruculiarmi . Ora che la sua ammiraglia è diventata « Il Foglio » , Giulianone ( o il suo elefantino ) provvede da sé , a viso aperto . A fine anno è partito lancia in resta contro un mio libriccino , Homo videns , dandomi di « editorialista supercilioso » , scagliandomi contro dotti richiami a Parmenide , Platone e Aristotele , e addirittura chiedendosi : « Leggono questi professori ? » . Stavo ancora contando le mie letture , quand ' ecco che mi arriva addosso un ' altra bordata . E finalmente ho capito che Ferrara stava ingrassando troppo ( di felicità ) , e che per il suo bene era bene farlo soffrire . Anche se mi rendo conto che l ' impresa è titanica . L ' ultima bordata si intitola : « Nel '93 Sartori e Panebianco dicevano peste e corna del Mattarellum . Si sbagliavano ( la legge ha funzionato ) . Ora ce l ' hanno con le riforme » . Sottotitolo : « Due maestri di politologia non fanno i conti con le previsioni sbagliate » ( « Il Foglio » del 13 febbraio ) . Non posso rispondere per Angelo Panebianco ; ma , visto che sono d ' accordo con lui , sono prontissimo a prendere in carico anche le sue colpe . Il Mattarellum , cioè la legge elettorale attualmente in vigore , ha funzionato ? Le previsioni sono state sbagliate ? Vediamo . A una mente di aristotelica possanza non dovrebbe essere spiegato che il successo , qualsiasi successo , si misura su un obiettivo , si commisura a uno scopo . Ma tant ' è . Quindi a Ferrara spiego che anche lui è tenuto , come gli altri comuni mortali , a partire da questo quesito : qual è , o quale dovrebbe essere , l ' intento di una riforma elettorale oggi in Italia ? Al quesito gli esperti e le persone sensate rispondono che noi soffriamo di troppi partiti , di troppa frammentazione , e quindi che il nostro obiettivo prioritario è adottare un sistema elettorale che riduca il numero dei partiti e che li costringa ad aggregarsi . Stranamente il Nostro nemmeno dà mostra di essersi mai imbattuto in questa tesi ( ma cosa legge Giulianone sapiens ? ) , e quindi non la mette in conto . Per lui il Mattarellum ha funzionato a questo titolo : perché i partiti si sono tutti salvati , e sono addirittura aumentati . Ma questa era , appunto , la previsione mia , di Panebianco e dei politologi in generale . La previsione era dunque esattissima . Mentre resta da dimostrare perché mai un risultato di accresciuta frammentazione sia utile al paese e serva l ' interesse generale . Hic Rhodus , hic salta . Ma il nostro Giulianone salta via , salta da un ' altra parte . Difatti Ferrara devia il discorso sul fatto che il Mattarellum ha funzionato nel produrre due coalizioni vincenti , prima quella di Berlusconi e poi quella dell ' Ulivo . E Pierino ( pardon : Ferrara ) racconta la vicenda così . « Alle elezioni politiche del marzo 1994 la nuova legge elettorale [...] produsse per la prima volta una maggioranza definita , quella del Polo [...] scelta dai cittadini ( l ' incidente della maggioranza debole al Senato non ebbe conseguenze sul voto di fiducia ) . E il nuovo Parlamento , anziché rischiare la paralisi come paventavano i politologi , portò alla formazione del governo Berlusconi , il quale cadde [...] non perché la legge elettorale fosse un ' pasticcio ' [...] come volevano i professori ma perché la coalizione esplose sotto i colpi di mortaio di Bossi e si rivelò un ' alleanza politicamente impossibile » . Mi scuso per la lunga citazione , troppo bella per lasciarsela scappare , che compenserò con chiose brevi . Primo . Anche in passato abbiamo avuto maggioranze definite , in genere pentapartitiche o quadripartitiche come oggi . Quale sarebbe la differenza ? Che non erano scelte dai cittadini ? Che erano meno obbligate di quelle prodotte dal Mattarellum ? Detto o mal detto così , il punto mi sfugge . Secondo . È inesatto che Berlusconi avesse una maggioranza debole al Senato : non l ' aveva proprio . E poi il problema di avere una maggioranza si pone per tutto il tempo della legislatura , non soltanto al voto di fiducia . Terzo . La paralisi paventata dai politologi non , è del Parlamento ma della governabilità , ed è prodotta , appunto , da alleanze impossibili . Come il nostro avverte , senza però avvertire di contraddirsi . Quarto . Se la coalizione di Silvio Berlusconi esplose per colpa di Umberto Bossi è ovviamente perché Bossi era un partner indispensabile di quella coalizione . Chi lo aveva reso tale ? Sì , gli elettori . Ma anche una pessima legge elettorale . Dunque il nesso con il sistema elettorale c ' è , anche se Ferrara non lo vede o fa finta di non vederlo . Ripartiamo dalla domanda : qual è lo scopo di un sistema elettorale ? In attesa che Ferrara dimostri perché dovrebbe essere la frantumazione di un sistema partitico , debbo tornare a rispondere che in Italia occorre oggi un sistema che riduca e aggreghi i partiti . Quando si passa a considerare la governabilità , lo scopo primario diventa prefigurare coalizioni di governo quanto più possibile omogenee . Come ? Facendo ricorso , appunto , a un sistema elettorale aggregativo . Il Mattarellum non lo è ( e nemmeno lo sarà il Mattarellum Due prefigurato nella famosa cena a casa di Gianni Letta ) . Difatti ha prodotto per due volte consecutive coalizioni eterogenee , scollate e intrinsecamente conflittuali . Come era stato esattamente previsto e come volevasi dimostrare . Anche su questo punto , la natura delle coalizioni , Ferrara fa lo gnorri e sposta il discorso dalla governabilità alla stabilità . Ma , intanto , una volta su due la stabilità non c ' è stata : il governo Berlusconi è stato instabilissimo , sette mesi in tutto . Inoltre l ' instabilità del nostro passato viene largamente esagerata . Giulio Andreotti a modo suo è stato stabilissimo , ben sette volte presidente del Consiglio ( seguito da Amintore Fanfani con sei volte e Aldo Moro con cinque ) ; e Bettino Craxi è durato , con due consecutivi governi pentapartitici , dal 4 agosto 1983 al 3 marzo 1987 , quindi per quasi l ' intero corso della IX legislatura , quattro anni . Anche se Romano Prodi resterà in sella per tutta la XIII legislatura , anche così Ferrara si eccita troppo quando scrive che il governo Prodi sarà « il primo governo di legislatura nella storia italiana » . Visto che durare con la proporzionale dovrebbe essere più difficile che con il maggioritario , Craxi regge il confronto . Comunque sia , a che cosa serve una stabilità senza vera forza di governo ? Questo è il problema che il Nostro elude . Eppure , visto che Ferrara va alla caccia dei politologi , dovrebbe essere informato di cosa dicono . Dunque dovrebbe sapere che per il sottoscritto ( e altri ) la stabilità dei governi è un falso scopo . Un governo può durare ed essere inefficiente . Il che vuol dire che la stabilità è soltanto una condizione di governabilità . Quattro anni di un Prodi sempre bloccato da Fausto Bertinotti non risolvono i nostri guai . Ripeto : di per sé la stabilità è un falso scopo , agitato per i gonzi e per far perdere di vista che lo scopo vero è la governabilità . Vengo ora a due critiche specifiche . La prima è questa : che nel 1993 , all ' indomani del referendum che aprì le porte alla riforma elettorale in senso maggioritario , « i due eccellenti politologi [ Panebianco e io ] , prigionieri della teoria , esercitarono in modo scombiccherato [...] la loro funzione di critica e di analisi . Non vollero tracciare una rotta [...] ma si limitarono a demolire [...] il progetto Mattarella » . Ma il mio eccellente demolitore qui asserisce il falso . È vero tutto il contrario , e cioè che sin da prima del referendum Segni - Pannella combattei una battaglia per spiegare che quel referendum lasciava aperta la via a una duplice interpretazione - maggioritario a un turno , o anche maggioritario a due turni - e che la seconda era da preferire . Dopo di che ho insistito per cinque anni , e quasi al di là del sopportabile , nel raccomandare la rotta del doppio turno . Ammesso che Giulianone sapiens legga davvero , mi sa che legge alla rovescia . L ' altra critica è che « il 27 novembre 1993 il professore interviene sulla dissoluzione del centro asserendo che il maggioritario è una macchina trita - centro [...] fatta apposta per stritolare il centro » . Dal che , scrive il Nostro , il professore ricava « col suo stile sapido e rubicondo una prognosi infausta sulla definitiva scomparsa della Dc » . Embè ? A me in effetti risulta che la Dc si è disintegrata e centrifugata tra sinistra e destra . Al nostro risulta invece che « la smentita sarà clamorosa » . Smentita che Ferrara illustra così : « Il partito di centro , i popolari di Martinazzoli , riesce a salvarsi proprio per effetto del maggioritario corretto dalla proporzionale » , mentre i « centristi cattolici che già avevano avuto una prima scissione con la nascita del Ccd si divideranno poi per schiette ragioni politiche » . Questa sarebbe una smentita ? Una frantumazione in tre pezzi che poi perdono complessivamente un 20 per cento del loro vecchio voto ? Concedo che qui il nostro scombicchera al suo meglio . Ma non concedo che dal suo polverone emerga una smentita . Allora , quali sarebbero le previsioni sbagliate con le quali i politologi dovrebbero fare i conti ? Ci saranno , non dico di no ; ma certo Ferrara non le ha scoperte . Forse perché la sua vista è impedita dai suoi egregi errori di fatto e di logica .
StampaPeriodica ,
Il tempestivo ed energico intervento del nostro Federale ha fatto sì che quella ineffabile chiesuola della pseudo intellettualità e del pettegolezzo , malata di parassitismo e d ' altre più gravi " malattie " rendesse finalmente l ' anima al ... creatore . Nessuno piangerà ! nemmeno , l ' ombra del buon Antonio Pedrocchi . Il vecchio caffettiere voleva che il suo caffè con gli annessi marciasse al passo coi tempi : il Federale l ' ha fatto marciare e d ' ora in poi nelle dorate sale troverà posto un ' istituzione del Regime : il Ritrovo del Littorio . L ' opera però non è finita .
StampaPeriodica ,
Beati i giovani . Io non li invidio più di tanto perché crescere è faticoso . Ma ormai abbondano i giovani che non crescono mai . E il giovane beato a vita , che non cresce faticando , comincia a fare storia nel 1968 . La generazione che maturava negli anni Sessanta è stata una generazione benedetta da tutte le fortune . Non ha conosciuto guerre in casa , è stata coccolata dal boom del benessere e ha visto sparire la tirannide dei genitori . Quei giovani si affacciavano a una vita che non era più , ai loro occhi , labor e cioè pena , sforzo , affanno . La durezza del vivere a loro era ignota . A tanta maggior ragione le energie da scaricare erano tante . Erano anche pronti gli strumenti del contagio , del fare massa , e cioè adeguatissime comunicazioni di massa . E dunque tutto era pronto per una rivoluzione dei giovani . L ' evento ci prese di sorpresa , anche perché le rivoluzioni del passato avvenivano per fame ( le rivoluzioni contadine ) oppure erano rivoluzioni contro il tiranno . Nel 1968 non c ' era né fame né tiranno . Così la rivoluzione dei giovani divenne universitaria . Scese anche per strada , è vero . Ma il suo bersaglio concreto era , per la prima volta nella storia , la cultura . I sessantottini volevano disfare e rifare ab imis il sapere , l ' insegnamento e chi insegnava . È un peccato che la dizione « rivoluzione culturale » sia stata accaparrata da Mao . In Cina quella di Mao fu una spietata purga di stampo staliniano . La vera rivoluzione culturale è stata la nostra . E ha prodotto , ahimè , una riuscitissima distruzione culturale . Il giovane , proprio perché è giovane , scopre . E la grande scoperta dei sessantottini era che il passato era da azzerare ( perché marcio o comunque perché inutile e dannosa zavorra ) , e che la storia ricominciava da loro . In politica i problemi sarebbero stati risolti dalla « immaginazione al potere » , e nella cultura dalla « matematica rossa » . Erano bambinate . In passato si aspettava che la fase bambinesca passasse . Sunt pueri et puerilia tractant . Liberi i fanciulli di fanciulleggiare . Ma oggi sunt pueri , tamen seria tractant . Sono fanciulli e tuttavia trattano di cose serie . Veniamo , allora , al discorso serio . Questo : che la scienza infusa , la scienza innata , non esiste . Ogni neonato parte da zero . Nasce non sapendo niente . Gli deve essere tutto insegnato facendolo studiare . Può saperne di più - nel corso della sua educazione - dei suoi educatori , e cioè di chi ha già studiato ? Può essere ( esistono autodidatti prodigiosi ) , ma è molto raro . Certo , ci sono educatori pessimi . Ma se il cattivo maestro è da sostituire , il maestro deve pur sempre restare . E se i maestri sono aboliti ( perché sostituiti dai loro studenti ) , allora le scuole vanno abolite . Eppure i rivoluzionari ancora imberbi ( ancorché barbuti ) del Sessantotto erano convinti di sapere e di essere portatori di nuovo sapere . In realtà il sapere ( pochissimo e soltanto settario ) dei sessantottini era anch ' esso un retaggio del passato e non nasceva per nulla dal loro cervello . Nella sua parte rispettabile ( e quindi prescindendo dalle puerili Bibbie di Mao , del Che e di Gheddafi ) quei giovani ripetevano , con Marx , Marcuse e la Scuola di Francoforte , il percorso della dissoluzione della filosofia hegeliana . Raymond Aron ( a proposito , chi era ? ) scrisse del Sessantotto che si trattava di una « rivoluzione introvabile » . Io ho scritto che era una « rivoluzione del nulla » , nel senso che si alimentava di vuoto e creava vuoto . Passata la vampata , del Sessantotto è restata solo la pars destruens : il messaggio anticulturale - il rifiuto della cultura come patrimonio di millenni di sapere - e il messaggio antielitista . Che resta , ad oggi , il distintivo del sessantottino . Per Mario Capanna gli anni della rivoluzione studentesca furono « formidabili » . Certo , formidabili per lui e per i molti , troppi , che ne hanno ricavato rendite di rivoluzione . Ma nient ' affatto formidabili per chi si aggira tra le rovine della scuola prodotte dalla cultura dell ' anticultura . È sempre vero , probabilmente , che in ogni epoca il numero degli stolti è infinito . Ma una cultura dominata da stolti e intrisa di stoltezza antielitista è un inedito . Qualcuno ha detto che « l ' ignoranza è sempre pronta ad ammirarsi » . Difatti mi aspetto , per il trentennio del Sessantotto , una travolgente valanga di autoincensamenti .
StampaPeriodica ,
Nelle vetrine dei negozi Bonaldi ed Ortolani fanno sempre bella mostra di sé numerosi articoli stranieri o pseudo tali , data la mania di qualche fabbricante nostro di voler ancora chiamare le sue merci con nomi ostrogoti . Dalle racchette Spalding con relative palle , si passa ai costumi Janzten , ai ferma cravatte inglesi , ai cappelli Habig , tutta roba inavvicinabile dati i prezzi proibitivi . A parte che in Italia si fabbrichino merci uguali e per bontà e solidità , ci sembra poco italiano continuare su questa via in tempo d ' autarchia .