StampaPeriodica ,
[
Oriana
Fallaci
,
ferita
mercoledì
2
ottobre
a
Città
del
Messico
,
durante
i
gravissimi
incidenti
di
piazza
delle
Tre
Culture
,
ci
ha
fatto
giungere
il
suo
racconto
della
stanza
dell
'
ospedale
in
cui
era
ricoverata
.
Lo
stato
in
cui
si
trovava
,
dopo
le
ferite
e
l
'
operazione
subita
,
le
ha
impedito
di
mettersi
alla
macchina
da
scrivere
.
Essa
ha
però
voluto
ugualmente
farci
avere
la
propria
testimonianza
sui
fatti
di
cui
è
stata
anche
protagonista
:
ha
inciso
su
nastri
tutto
il
racconto
.
La
registrazione
che
è
giunta
da
Città
del
Messico
dura
due
ore
e
mezzo
,
con
le
inevitabili
ripetizioni
,
gli
indugi
,
e
le
interruzioni
di
una
testimonianza
resa
a
viva
voce
da
una
persona
ancora
sotto
choc
del
rischio
mortale
che
ha
corso
.
Oriana
Fallaci
ci
ha
inviato
i
nastri
raccomandandoci
di
usare
la
sua
narrazione
per
ricavarne
un
servizio
su
ciò
che
era
accaduto
il
2
ottobre
in
Messico
.
Noi
,
dopo
aver
ascoltato
queste
bobine
,
abbiamo
deciso
di
trascrivere
esattamente
ciò
che
vi
è
detto
,
senza
cambiare
niente
.
Nessun
servizio
avrebbe
potuto
essere
più
vivo
,
più
drammatico
di
questo
racconto
fatto
con
la
sua
voce
viva
.
Ogni
tanto
il
discorso
è
interrotto
da
qualche
lamento
,
da
medici
e
infermieri
che
entrano
ad
escono
dalla
stanza
,
da
pause
di
stanchezza
della
nostra
collega
.
Il
servizio
di
Oriana
Fallaci
che
pubblichiamo
è
più
di
un
racconto
:
è
un
eccezionale
documento
giornalistico
]
.
(
All
'
inizio
del
nastro
si
sentono
voci
,
c
'
è
gente
nella
stanza
d
'
ospedale
dove
si
trova
Oriana
Fallaci
.
Un
'
infermiera
le
ordina
,
in
spagnolo
,
di
non
agitarsi
.
Poi
comincia
il
racconto
di
Oriana
Fallaci
.
)
Mi
sento
male
,
ho
ancora
la
testa
confusa
.
Vedi
,
c
'
è
qualcosa
che
mi
fa
più
male
del
dolore
,
di
questo
dolore
tremendo
alla
spalla
,
al
polmone
,
al
ginocchio
,
alla
gamba
,
mi
fa
più
male
del
dolore
fisico
:
mi
fa
male
questo
incubo
che
ritorna
,
che
mi
ossessiona
.
Il
dolore
fisico
si
sopporta
ma
l
'
incubo
no
.
Non
è
l
'
incubo
della
guerra
del
Vietnam
,
io
nel
Vietnam
ho
visto
delle
cose
spaventose
,
ho
seguito
delle
battaglie
tremende
,
dei
pericoli
allucinanti
,
ma
era
diverso
,
perché
sapevo
di
andare
alla
guerra
.
Uno
va
in
Vietnam
e
sa
che
va
alla
guerra
e
la
guerra
è
una
cosa
dove
ci
sono
dei
signori
armati
da
una
parte
e
degli
altri
signori
armati
dall
'
altra
:
sai
anche
che
si
spara
da
tutte
e
due
le
parti
.
Ma
quello
che
è
successo
là
la
sera
in
cui
sono
stata
ferita
non
era
una
guerra
.
Era
atroce
perché
non
era
la
battaglia
di
Dak
-
To
,
non
era
la
battaglia
ai
confini
con
la
Cambogia
o
che
diavolo
.
E
non
aveva
niente
a
che
vedere
con
le
guerre
che
più
o
meno
tutti
,
facendo
questo
mestiere
,
abbiamo
visto
come
corrispondenti
.
Capisci
?
Non
era
una
guerra
.
E
non
doveva
essere
una
notte
si
sangue
.
Se
insisto
su
questo
punto
è
perché
voglio
cercare
di
spiegare
quest
'
incubo
che
mi
torna
e
mi
ritorna
la
notte
.
La
storia
dell
'
altra
sera
è
questa
:
poi
andrò
indietro
e
ti
racconterò
il
perché
,
come
siamo
arrivati
a
questo
.
Mercoledì
alle
cinque
era
stata
indetta
una
manifestazione
nella
piazza
delle
Tre
Culture
a
Città
del
Messico
.
Questa
piazza
,
che
credo
sia
una
delle
più
grandi
di
Città
del
Messico
e
anche
una
delle
più
note
,
si
chiama
delle
Tre
Culture
perché
riunisce
in
un
certo
senso
,
simbolicamente
,
le
tre
culture
del
paese
:
quella
azteca
,
quella
spagnola
,
quella
moderna
:
c
'
è
una
chiesa
spagnola
del
1500
,
c
'
è
la
base
di
una
piramide
azteca
e
ci
sono
gli
edifici
moderni
,
quelli
costruiti
ora
.
Gli
studenti
l
'
hanno
sempre
scelta
per
le
loro
manifestazioni
,
non
soltanto
perché
si
trova
nel
quartiere
di
Tlatelolco
,
vale
a
dire
abbastanza
vicino
alla
loro
università
,
ma
anche
perché
è
molto
grande
,
ha
molte
vie
d
'
accesso
e
molte
vie
di
fuga
:
è
facile
arrivarci
ed
è
facile
uscirne
.
E
in
questo
paese
è
sempre
meglio
riunirsi
in
luoghi
dove
fai
presto
ad
arrivare
e
fai
presto
a
scappare
.
Io
ero
già
stata
testimone
di
una
manifestazione
del
genere
nella
piazza
delle
Tre
Culture
,
esattamente
il
giorno
dopo
in
cui
ero
arrivata
in
Messico
.
Era
lì
infatti
,
in
una
manifestazione
del
genere
,
nella
piazza
delle
Tre
Culture
,
che
avevo
conosciuto
i
capi
degli
studenti
e
avevo
cominciato
a
intervistarli
.
Ero
arrivata
la
notte
tra
il
giovedì
e
il
venerdì
,
e
al
venerdì
ci
fu
subito
questa
manifestazione
.
Era
la
prima
alla
quale
assistevo
,
e
mi
fece
subito
un
effetto
profondo
.
Mi
avevano
impressionata
queste
grandi
migliaia
di
ragazzi
,
perché
sono
ragazzi
,
sai
,
tredici
,
quattordici
,
sedici
diciotto
,
al
massimo
ventitré
o
ventiquattro
anni
.
Ragazzi
poveri
poi
,
perché
degli
studenti
messicani
solo
una
piccola
parte
sono
figli
di
borghesi
.
La
massima
parte
sono
figlioli
di
contadini
,
di
operai
e
appartengono
in
maggioranza
al
Politecnico
.
Al
Politecnico
ci
vanno
i
figli
degli
operai
,
dei
contadini
:
allora
tu
vedi
questi
ragazzini
,
che
non
sono
come
i
nostri
studenti
,
con
le
camicie
pulite
,
il
golf
stirato
di
fresco
,
le
scarpe
pulite
,
ma
sono
brutti
e
sembrano
i
contadini
che
alla
domenica
vanno
al
villaggio
,
come
si
vedevano
in
Italia
venti
o
trent
'
anni
fa
e
forse
anche
oggi
.
E
un
po
'
timidi
,
come
sono
i
contadini
.
Mi
ero
commossa
a
vederli
lì
tutti
ordinati
,
tutti
insieme
.
Questi
ragazzi
s
'
erano
riuniti
nella
piazza
delle
Tre
Culture
,
quello
scorso
venerdì
,
per
commemorare
i
loro
morti
,
perché
avevano
già
avuto
dei
morti
,
un
centinaio
credo
,
dal
ventisei
luglio
,
il
giorno
in
cui
sono
incominciate
le
repressioni
della
polizia
.
Quel
venerdì
c
'
era
la
polizia
,
soltanto
la
polizia
,
non
l
'
esercito
;
era
riunita
però
sulla
terrazza
della
Scuola
numero
7
,
ancora
occupata
dalla
truppe
governative
.
Questa
scuola
si
affaccia
proprio
sulla
piazza
delle
Tre
Culture
.
Dalla
parte
moderna
della
piazza
i
ragazzi
erano
arrivati
,
con
i
loro
cartelli
,
erano
intervervenute
le
madri
dei
ragazzi
ammazzati
dalla
polizia
.
Avevo
conosciuto
in
quell
'
occasione
alcuni
capi
del
Comitato
della
huelga
,
il
comitato
dello
sciopero
,
e
li
avevo
intervistati
.
I
discorsi
erano
tenuti
(
questo
è
importante
perché
è
lì
che
poi
è
successo
il
disastro
ieri
l
'
altro
)
dalla
terrazza
di
un
edificio
,
una
specie
di
grattacielo
popolare
,
che
guarda
proprio
la
piazza
delle
Tre
Culture
.
A
ogni
piano
di
questo
edificio
che
si
chiama
Chihuahua
Building
,
c
'
è
una
grande
terrazza
con
una
balaustra
abbastanza
bassa
e
lì
i
ragazzi
mettevano
degli
altoparlanti
e
parlavano
.
Era
stata
una
manifestazione
,
ripeto
,
commovente
perché
ad
un
certo
punto
c
'
era
stata
la
commemorazione
dei
morti
:
pioveva
,
e
tutti
questi
ragazzi
stavano
immobili
sotto
la
pioggia
,
e
le
madri
dei
ragazzi
morti
stavano
immobili
sotto
la
pioggia
.
Finita
la
manifestazione
,
anzi
durante
il
minuto
di
raccoglimento
per
i
morti
,
qualcuno
aveva
acceso
un
accendino
,
poi
un
altro
,
un
altro
ancora
e
poi
un
altro
ancora
e
s
'
eran
formati
in
tutta
questa
piazza
come
dei
fuochi
,
piccoli
fuochi
fatui
,
dappertutto
c
'
erano
queste
fiammelle
:
fiammelle
e
fiammelle
e
fiammelle
,
di
accendini
e
di
fiammiferi
che
finivano
per
bruciarsi
sulle
dita
.
Finchè
qualcuno
aveva
avuto
l
'
idea
di
arrotolare
dei
giornali
e
farne
delle
fiaccole
e
allora
tutti
si
erano
messi
ad
arrotolare
giornali
e
fare
fiaccole
e
la
manifestazione
s
'
era
sciolta
oserei
dire
pacificamente
con
questa
grande
fiaccolata
.
Capisci
,
avevano
arrotolato
i
giornali
,
erano
andati
via
uno
a
uno
,
una
fila
lunga
lunga
verso
il
ponte
,
queste
torce
accese
,
cantando
le
canzoni
degli
studenti
.
Le
canzoni
dicono
:
«
Goya
,
Goya
.
Cachu
,
cachu
rara
,
cachu
cachu
rara
,
Goya
Goya
Universidad
»
.
Non
vuole
dire
niente
,
sono
dei
suoni
da
bambini
,
questa
è
la
canzone
dell
'
università
;
la
canzone
del
Politecnico
è
:
«
Gueu
,
Gloria
a
la
cachi
cachi
porra
,
a
la
cachi
cachi
porra
Gueu
pin
pon
porra
Politecnico
Politecnico
gloria
»
.
Pensa
un
po
'
che
canzoni
pericolose
.
E
cantando
«
pin
pon
porra
cachu
rara
»
questi
ragazzi
,
con
la
loro
fiaccolata
,
si
allontanarono
e
questa
era
la
pericolosa
manifestazione
che
avrebbe
dovuto
mettere
in
pericolo
la
stabilità
e
l
'
attuazione
delle
Olimpiadi
.
Dopo
questa
manifestazione
il
governo
messicano
decise
di
togliere
le
truppe
dall
'
università
,
che
poi
fu
un
'
evacuazione
parziale
,
gli
studenti
mercoledì
indissero
un
'
altra
manifestazione
,
sempre
nella
piazza
delle
Tre
Culture
;
gli
studenti
mi
dissero
che
questa
era
una
manifestazione
importante
e
sarebbe
stato
bene
se
io
l
'
avessi
vista
,
e
ci
andai
.
(
A
questo
punto
nella
registrazione
si
inserisce
la
voce
di
un
medico
che
domanda
a
Oriana
Fallaci
come
si
sente
.
La
risposta
è
:
«
Mal
,
doctor
,
muy
mal
.
Mi
duole
tutta
la
schiena
»
.
Il
medico
dice
che
le
farà
un
'
iniezione
per
la
notte
.
Il
racconto
riprende
.
)
La
manifestazione
doveva
avvenire
alle
cinque
.
A
un
quarto
alle
cinque
io
ero
lì
nella
piazza
delle
Tre
Culture
e
la
piazza
era
già
piena
a
metà
.
Nelle
varie
terrazze
di
questo
edificio
popolare
che
guarda
la
piazza
,
c
'
erano
già
vari
capi
degli
studenti
ma
una
gran
parte
si
erano
riuniti
nella
terrazza
del
terzo
piano
dove
c
'
erano
gli
altoparlanti
con
le
bandiere
,
le
bandiere
messicane
e
le
bandierine
dello
sciopero
che
sono
rosse
e
nere
.
Sono
per
noi
colori
anarchici
,
per
loro
no
.
Per
i
messicani
la
bandiera
dello
sciopero
è
una
bandiera
rossa
e
nera
;
non
è
né
anarchica
né
non
anarchica
:
è
la
bandiera
dello
sciopero
.
Gli
operai
quando
sono
in
sciopero
innalzano
questa
bandiera
rossa
e
nera
.
Non
sono
anarchici
più
di
quanto
siano
comunisti
o
cattolici
,
liberali
o
che
altro
.
A
un
quarto
alle
cinque
la
piazza
era
già
piena
a
metà
,
io
sono
arrivata
,
sono
salita
sulla
terrazza
del
terzo
piano
e
ho
trovato
Guevara
che
è
uno
dei
capi
,
ho
trovato
Manuel
un
altro
capo
,
un
ragazzo
che
studia
biologia
ed
è
figlio
di
un
contadino
.
Ho
trovato
Manuel
che
è
figlio
di
un
musicista
e
studia
al
Conservatorio
,
ho
trovato
Socrates
,
un
altro
dei
capi
,
e
ho
trovato
Maribilla
una
ragazza
che
studia
,
mi
pare
,
medicina
.
Ho
chiesto
come
si
mettevano
le
cose
,
se
c
'
era
la
polizia
intorno
,
se
si
aspettavano
un
attacco
e
mi
hanno
detto
di
no
,
sembrava
che
la
manifestazione
fosse
tranquilla
.
In
realtà
dalla
terrazza
della
Scuola
numero
7
,
dove
la
settimana
avanti
,
durante
l
'
altra
manifestazione
,
quella
della
fiaccolata
,
avevo
visto
per
tutto
il
tempo
i
granaderos
con
i
mitra
puntati
,
non
c
'
era
niente
,
non
c
'
erano
neanche
i
granaderos
.
Intanto
la
piazza
si
riempiva
in
un
modo
incredibile
:
guarda
,
nel
giro
di
dieci
minuti
io
credo
che
siano
arrivate
tremila
,
quattromila
persone
,
perché
ad
un
certo
punto
c
'
erano
almeno
seimila
persone
.
Mentre
la
piazza
si
riempiva
è
arrivato
Angel
,
un
altro
ragazzo
dei
capi
del
Comitato
generale
dello
sciopero
;
sembrava
molto
turbato
e
mi
ha
detto
:
«
Sai
,
sono
in
ritardo
perché
quasi
tutta
la
piazza
a
tre
o
quattro
chilometri
da
qui
è
circondata
di
autoblindo
e
di
camion
:
a
un
certo
punto
c
'
è
una
strada
sbarrata
,
mi
sembra
che
fosse
la
strada
Manuel
Gonzales
,
sbarrata
con
ben
trenta
camion
carichi
di
soldati
con
le
mitragliatrici
e
non
lasciano
passare
nessuno
.
Ho
dovuto
fare
un
lungo
giro
e
per
questo
sono
arrivato
in
ritardo
»
.
Ora
sono
confusa
,
faccio
male
il
racconto
.
Dopo
la
manifestazione
i
ragazzi
volevano
andare
a
una
delle
scuole
del
Politecnico
che
è
ancora
occupata
dall
'
esercito
,
capito
?
Volevano
andare
a
fare
una
manifestazione
lì
.
Quando
Angel
è
arrivato
,
dicendo
che
c
'
era
l
'
esercito
e
la
polizia
schierata
dappertutto
,
i
ragazzi
tra
di
loro
si
sono
riuniti
e
hanno
deciso
di
non
andare
più
perché
,
hanno
detto
,
se
andiamo
tutti
lì
dove
ci
stanno
aspettando
con
i
bazooka
sembra
che
vogliamo
provocarli
.
Al
che
io
gli
ho
detto
per
carità
non
andate
,
non
lo
fate
,
lasciate
perdere
,
è
inutile
,
è
una
bravata
superflua
,
non
ci
andate
.
Allora
il
Socrates
è
andato
al
microfono
,
in
questa
piazza
che
continuava
a
riempirsi
,
e
ha
detto
:
«
Compañeros
,
abbiamo
cambiato
idea
,
volevamo
andare
a
manifestare
davanti
alla
scuola
.
Non
ci
andiamo
più
,
perché
l
'
esercito
ci
sta
aspettando
con
le
autoblindo
,
con
i
bazooka
.
Andarci
è
una
provocazione
inutile
,
per
cui
mi
raccomando
,
compañeros
,
appena
la
nostra
riunione
sarà
conclusa
disperdetevi
e
andate
alle
nostre
case
»
.
La
folla
,
i
ragazzi
rumoreggiavano
un
po
'
:
erano
un
po
'
delusi
;
ma
era
evidente
che
avevano
deciso
di
rinunciare
alla
sfilata
in
direzione
della
scuola
,
mi
pare
fosse
la
scuola
di
Economia
e
Commercio
.
Hanno
incominciato
la
riunione
vera
e
propria
.
I
discorsi
sono
stati
aperti
dalla
ragazzina
Maribilla
la
qualche
ha
detto
:
«
L
'
esercito
ha
evacuato
la
nostra
lotta
fino
all
'
applicazione
di
tutti
i
sei
punti
»
.
La
Maribilla
è
una
ragazzina
di
circa
diciotto
anni
,
graziosina
,
un
po
'
sciupata
da
un
labbro
leporino
,
gentile
,
un
po
'
timida
,
parlava
con
una
vocina
che
sembrava
un
uccellino
:
anche
con
l
'
altoparlante
non
si
sentiva
niente
.
Dopo
ha
preso
la
parola
Socrates
,
che
sembra
un
bambino
coi
baffi
,
ha
la
faccia
di
un
bambino
,
come
quella
di
Emiliano
Zapata
,
ha
diciotto
-
diciannove
anni
e
questi
immensi
baffi
che
è
tutto
quello
che
gli
è
rimasto
dei
capelloni
lunghi
perché
i
ragazzi
fino
all
'
agosto
scorso
avevano
i
capelli
lunghi
,
non
perché
volessero
fare
gli
hippies
,
non
perché
volessero
imitare
i
Beatles
,
ma
perché
c
'
è
una
tradizione
al
Messico
che
i
rivoluzionari
hanno
i
capelli
lunghi
.
Così
fino
a
poco
tempo
fa
,
i
ragazzi
portavano
tutti
i
capelli
lunghi
.
Quando
la
polizia
ha
cominciato
a
fotografarli
,
a
seguirli
,
ad
arrestarli
,
c
'
è
stata
una
ecatombe
di
capelli
lunghi
e
di
baffoni
e
l
'
unico
che
non
ha
voluto
rinunciare
ai
baffi
è
stato
il
Socrates
,
poveretto
,
che
con
i
suoi
baffoni
è
andatati
lì
al
microfono
e
ha
detto
:
«
Compagni
,
questa
è
una
manifestazione
pacifica
,
noi
oggi
l
'
abbiamo
indetta
innanzitutto
per
festeggiare
l
'
evacuazione
della
nostra
università
da
parte
delle
truppe
governative
,
poi
per
chiedere
che
il
resto
delle
scuole
secondarie
vengano
anch
'
esse
liberate
dalla
presenza
dei
soldati
e
infine
per
indurre
i
compañeros
a
cominciare
,
a
partire
da
lunedì
,
uno
sciopero
della
fame
,
per
dimostrare
che
noi
non
vogliamo
attaccare
nessuno
.
Cerchiamo
d
'
ora
innanzi
dei
sistemi
pacifici
.
Lunedì
cominceremo
,
chiunque
vorrà
partecipare
a
questo
sciopero
della
fame
si
sistemerà
nella
città
universitaria
dinnanzi
alla
piscina
olimpica
che
farà
lo
sciopero
della
fame
fino
alla
fine
delle
Olimpiadi
»
.
Socrates
aveva
appena
finito
di
parlare
,
che
un
elicottero
ha
cominciato
a
volare
sopra
la
piazza
,
un
elicottero
verde
dell
'
esercito
,
in
cerchi
concentrici
,
sempre
più
bassi
,
sempre
più
bassi
.
Io
mi
sono
preoccupata
e
ho
detto
a
Manuel
:
che
cos
'
è
questa
storia
?
Lui
mi
ha
risposto
di
non
preoccuparmi
;
i
ragazzi
non
erano
eccitati
,
erano
tranquilli
,
quieti
.
Mentre
si
discuteva
della
presenza
dell
'
elicottero
,
l
'
elicottero
ha
lanciato
due
bengala
verdi
.
Ora
,
venendo
dal
Vietnam
,
so
benissimo
che
tutte
le
volte
che
un
elicottero
o
un
aereo
butta
giù
un
bengala
,
è
perché
vuole
localizzare
il
punto
da
colpire
.
Allora
io
mi
sono
preoccupata
e
ho
detto
subito
a
questi
ragazzi
:
guardate
che
sta
buttando
i
bengala
,
se
butta
giù
i
bengala
vuol
dire
che
hanno
intenzione
di
sparare
.
Ma
loro
non
mi
hanno
preso
sul
serio
.
Siccome
sapevano
che
ero
stata
in
Vietnam
hanno
detto
:
«
Eh
,
tù
ves
las
cosas
come
en
Vietnam
»
.
Non
avevano
finito
di
parlare
che
si
è
sentito
un
gran
fracasso
,
un
grande
rumore
di
camion
e
di
carri
armati
e
la
piazza
è
stata
letteralmente
circondata
dalle
quattro
parti
,
perché
l
'
edificio
dove
eravamo
noi
,
questo
terzo
piano
dove
c
'
erano
gli
studenti
,
guarda
la
piazza
,
quindi
da
qualsiasi
parte
si
guardasse
,
si
vedevano
arrivare
camion
e
autoblindo
.
Sul
fondo
,
di
fronte
all
'
edificio
,
c
'
è
una
specie
di
cavalcavia
e
si
sono
piantati
su
questo
cavalcavia
.
I
camion
si
sono
aperti
,
cioè
la
parte
posteriore
dei
camion
,
i
soldato
si
sono
buttati
giù
sparando
.
Ma
non
sparando
in
aria
,
sparando
in
basso
,
i
fucili
non
li
tenevano
in
alto
,
li
tenevano
in
basso
.
Per
due
o
tre
minuti
siamo
rimasti
sbalorditi
,
allibiti
quasi
,
per
questa
cosa
;
questa
cosa
era
un
incubo
,
era
al
di
là
dell
'
assurdo
perché
non
era
successo
niente
che
potesse
giustificare
l
'
arrivo
di
queste
truppe
.
Stavano
dicendo
che
volevano
indire
lo
sciopero
della
fame
lunedì
!
I
ragazzi
hanno
cominciato
a
scappare
.
Socrates
,
non
essendosi
ancora
reso
conto
che
stavano
sparando
veramente
alla
folla
,
è
andato
al
microfono
e
ha
detto
:
«
Compañeros
,
compañeros
,
calma
calma
calma
,
es
una
provocaciòn
,
es
una
provocaciòn
!
»
.
Ma
loro
continuavano
a
scappare
,
volevano
venire
in
avanti
,
E
ad
un
tratto
ho
cominciato
a
vederli
cadere
,
sai
quando
vai
a
caccia
e
le
lepri
corrono
,
come
fanno
le
lepri
quando
le
colpisci
,
fanno
una
specie
di
capriola
e
poi
restano
lì
.
Da
lontano
si
vedevano
piccoli
,
e
si
vedevano
queste
lepri
,
che
correvano
e
facevano
una
capriola
,
bom
!
E
restavano
in
terra
.
Io
ero
immobilizzata
,
letteralmente
immobilizzata
al
balcone
e
guardavo
la
confusione
violenta
,
tremenda
che
era
scoppiata
e
sentivo
Socrates
che
stava
raccomandando
alla
folla
la
calma
:
ma
non
so
che
razza
di
calma
potesse
raccomandare
a
questo
punto
perché
erano
già
cominciati
a
cadere
i
primi
morti
.
Davanti
a
me
c
'
era
la
piazza
,
la
grande
piazza
rettangolare
che
dalla
nostra
parte
,
dove
eravamo
noi
,
finisce
in
una
grande
scalinata
.
Ora
c
'
è
una
cosa
ti
voglio
spiegare
,
ti
ricordi
nel
film
della
corazzata
Potiomkin
quella
scena
della
folla
che
scappa
per
quella
scalinata
e
restano
quelle
donne
,
quei
bambini
,
tutti
ciondoloni
,
ecco
sembrava
la
corazzata
Potiomkin
,
questa
scalinata
ripida
dove
restavano
tutti
in
giù
,
a
testa
in
giù
,
era
una
cosa
spaventosa
.
Noi
eravamo
chiusi
in
trappola
,
ci
eravamo
resi
conto
benissimo
che
stavano
puntando
verso
di
noi
,
verso
il
terzo
«
piso
»
,
il
terzo
piano
,
dove
c
'
erano
gli
altoparlanti
,
ma
ho
capito
anche
che
non
c
'
era
nulla
da
fare
.
Voglio
dire
ho
fatto
il
movimento
di
andare
verso
l
'
ascensore
,
ma
l
'
ascensore
era
stato
bloccato
,
capisci
,
nello
stesso
momento
la
Maribilla
che
era
scesa
giù
,
è
arrivata
gridando
,
chiamando
Angel
,
e
Angel
è
sceso
giù
al
piano
terreno
e
quando
è
sceso
giù
al
piano
terreno
ha
trovato
decine
,
decine
,
decine
di
poliziotti
in
borghese
che
hanno
cominciato
a
gridare
«
figlio
de
chingada
»
,
«
hijo
de
puta
»
,
«
figlio
di
cane
»
,
«
donde
vas
hijo
de
chingada
»
,
allora
Angel
e
gli
altri
dicevano
«
Abajo
,
abajo
!
»
e
allora
loro
hanno
detto
«
Arriva
,
arriba
!
»
e
li
hanno
mandati
su
.
Io
mi
sono
girata
voltando
le
spalle
al
massacro
che
era
cominciato
nella
piazza
e
ho
visto
piombare
,
come
nei
film
,
una
quarantina
,
una
cinquantina
prima
,
poi
una
sessantina
di
uomini
di
mezza
età
in
borghese
,
in
camicia
,
avevano
tutti
la
camicia
bianca
,
la
mano
sinistra
dentro
un
guanto
bianco
,
oppure
fasciata
in
un
fazzoletto
bianco
,
era
per
riconoscersi
,
perché
erano
in
borghese
.
Sono
entrati
sparando
,
hanno
cominciato
a
sparare
con
queste
rivoltelle
dappertutto
,
non
addosso
alla
gente
,
devo
dire
,
ma
per
terra
dappertutto
,
e
agguantando
la
gente
.
Socrates
è
scomparso
,
io
non
l
'
ho
più
visto
Socrates
,
Angel
era
già
scomparso
prima
,
quando
la
Maribilla
era
venuta
a
dire
che
c
'
erano
i
poliziotti
.
Io
mi
sono
ritrovata
insieme
a
Moises
,
che
è
un
ragazzino
del
Politecnico
,
figlio
di
un
contadino
,
a
Manuel
,
un
amico
mio
,
e
ho
guardato
i
poliziotto
venire
avanti
,
in
uno
stato
di
totale
stupore
,
anche
se
per
stupire
me
ce
ne
vuole
parecchio
e
per
stupirmi
dopo
che
avevo
visto
quello
che
stava
succedendo
nella
piazza
,
quel
piombare
senza
ragione
,
ce
ne
voleva
ancora
di
più
.
Ma
era
talmente
pazzo
il
piombare
di
questi
qua
,
che
li
guardavo
sbalordita
.
Una
guardia
mi
ha
preso
pei
capelli
,
io
ho
i
capelli
lunghi
,
mi
ha
agguantata
per
i
capelli
,
sai
come
nelle
vignette
dell
'
uomo
delle
caverne
che
agguanta
la
donna
per
i
capelli
,
e
prendendomi
pei
capelli
(
io
credo
che
gliene
siano
rimasti
un
bel
po
'
in
mano
)
,
mi
ha
fatto
fare
mulinello
,
mi
ha
letteralmente
scaraventata
contro
il
muro
.
Sono
rimasta
qualche
secondo
stordita
,
naturalmente
.
Non
so
se
avete
capito
com
'
era
la
terrazza
.
C
'
è
questa
terrazza
grande
,
con
le
scale
dalle
parti
,
poi
c
'
è
il
muro
con
i
due
ascensori
e
poi
c
'
è
la
balaustra
.
Lui
m
'
ha
buttato
contro
il
muro
dalla
parte
dove
ci
sono
gli
ascensori
.
Quando
mi
sono
ripresa
mi
sono
trovata
da
Moises
e
Manuel
,
gli
altri
erano
spariti
,
nello
sfondo
c
'
erano
altri
,
giornalisti
tedeschi
,
olandesi
,
c
'
era
un
giapponese
,
dei
francesi
,
eccetera
.
E
questo
qui
che
gridava
«
Detenidos
,
detenidos
,
detenidos
!
»
,
cioè
arrestati
,
arrestati
,
arrestati
.
Io
sono
rimasta
in
piedi
.
Intanto
continuava
la
sparatoria
nella
piazza
,
ma
non
era
ancora
una
sparatoria
violenta
.
Io
ho
detto
una
parola
:
«
Yo
italiana
»
.
Chissà
perché
ho
detto
italiana
,
mi
è
venuto
così
per
istinto
di
sopravvivenza
,
non
lo
so
.
Quello
ha
preso
e
mi
ha
messo
la
rivoltella
alla
tempia
.
A
questo
punto
,
ti
dico
la
verità
,
io
avrei
voluto
dire
periodista
,
giornalista
,
ma
non
sono
riuscita
a
dirlo
,
con
quella
pistola
puntata
alla
tempia
e
col
pensiero
che
se
avessi
voluto
tentare
di
dimostrarlo
,
non
avrei
neanche
potuto
,
perché
far
vedere
un
documento
,
soltanto
mettere
la
mano
nella
tasca
della
giacchetta
(
avevo
i
pantaloni
e
la
giacchetta
)
e
tirar
fuori
un
documento
voleva
dire
farti
sparare
,
perché
si
dovevano
tenere
le
mani
quelli
lì
facevano
partire
un
colpo
.
Ci
hanno
fatto
mettere
Dunque
sta
'
a
sentire
:
loro
ci
hanno
fatto
mettere
al
muro
.
Devo
dire
che
fino
a
quel
momento
,
malgrado
la
tremenda
sparatoria
fosse
già
cominciata
,
io
non
ero
spaventata
,
un
po
'
perché
c
'
era
Manuel
,
questo
ragazzo
che
continuava
a
dire
:
«
Lo
fanno
per
ragioni
psicologiche
»
,
un
po
'
perché
ero
andata
a
intervistare
il
capo
della
polizia
,
quel
generale
Queto
di
cui
gli
studenti
chiedono
le
dimissioni
insieme
allo
scioglimento
del
corpo
dei
granaderos
.
Ero
stata
ricevuta
da
questo
signore
nel
suo
bellissimo
ufficio
ed
egli
aveva
incominciato
a
intrattenermi
a
lungo
sui
vini
italiani
,
sul
fatto
che
a
lui
piace
il
Bardolino
e
il
Chianti
meno
,
che
c
'
è
un
ristorante
che
si
chiama
Mamma
Roma
,
Mamma
Maria
,
non
mi
ricordo
come
a
New
York
.
Quando
poi
gli
avevo
posto
delle
domande
precise
,
gli
avevo
chiesto
spiegazioni
sul
fatto
che
la
polizia
attaccava
gli
studenti
,
sparava
sulla
popolazione
,
con
aria
tranquilla
mi
aveva
detto
:
«
Ma
no
,
ma
nada
,
no
pasa
nada
,
no
pasa
nada
nunca
,
mentira
,
mentira
»
.
E
aveva
aggiunto
:
«
Lei
ha
visto
che
anche
l
'
ultima
volta
vi
è
stata
la
manifestazione
alla
piazza
delle
Tre
Culture
,
non
è
successo
niente
»
.
Ed
era
vero
che
non
era
successo
niente
,
capisci
.
Così
io
non
ero
eccessivamente
spaventata
.
Il
capo
stesso
della
polizia
mi
aveva
rassicurata
.
La
mia
sola
preoccupazione
era
data
,
devo
dire
,
dalla
presenza
di
questi
poliziotti
in
borghese
con
il
guanto
bianco
per
riconoscersi
,
con
le
pistole
puntate
.
Intanto
la
sparatoria
si
era
fatta
ancora
più
intensa
.
Le
raffiche
partivano
dalle
mitragliatrici
delle
autoblindo
,
che
circondavano
la
piazza
,
e
dai
mitragliatori
e
dai
fucili
automatici
dell
'
esercito
,
e
dai
granaderos
,
i
granatieri
che
qui
chiamano
granaderos
,
e
infine
da
questo
elicottero
che
si
abbassava
sempre
di
più
,
capisci
,
e
sparava
sulla
folla
ormai
sparsa
per
tutta
la
piazza
e
sulla
terrazza
dove
eravamo
noi
.
Ho
spiegato
che
su
questa
terrazza
l
'
unico
punto
in
cui
si
poteva
cercare
un
pochino
di
protezione
era
sotto
la
balaustra
,
sotto
il
muricciolo
,
e
sotto
il
muricciolo
si
sono
messi
tutti
questi
poliziotti
col
guanto
bianco
e
le
rivoltelle
in
pugno
,
puntate
contro
di
noi
e
noi
,
che
eravamo
i
detenidos
,
gli
arrestati
,
siamo
stati
messi
invece
dalla
parte
del
muro
.
Così
eravamo
un
bellissimo
bersaglio
per
quelli
che
sparavano
dalla
piazza
,
dall
'
elicottero
,
eravamo
un
bersaglio
per
tutti
.
(
A
questo
punto
la
voce
di
Oriana
Fallaci
si
interrompe
.
Quando
si
riprende
dice
:
«
Scusami
,
ferma
un
momento
il
magnetofono
che
mi
sento
male
,
molto
male
.
Mi
sento
morire
»
)
Ecco
,
riprendiamo
.
Vedi
,
quando
io
dico
che
era
peggio
che
nel
Vietnam
,
voglio
dire
che
nel
Vietnam
,
quando
sei
dentro
una
battaglia
,
cerchi
di
ripararti
,
di
salvarti
,
ti
butti
in
un
buco
,
ti
butti
in
un
bunker
,
ti
ripari
dietro
qualche
cosa
e
mentre
fai
questo
non
c
'
è
mica
un
poliziotto
con
la
rivoltella
spianata
che
te
lo
impedisce
.
E
non
potevi
trovare
nessun
rifugio
,
non
potevi
entrare
in
nessun
buco
,
non
c
'
era
nessun
bunker
nel
quale
ti
potevi
rifugiare
e
tutte
le
volte
che
cercavi
di
muoverti
di
un
millimetro
da
quel
muro
maledetto
che
costituiva
il
bersaglio
principale
e
contro
il
quale
ci
avevano
messi
e
cercavi
di
andare
un
pochino
più
in
là
dove
c
'
era
il
muricciolo
,
questi
poliziotti
distesi
per
terra
ti
sparavano
addosso
,
capisci
?
Sparavano
contro
il
muro
.
Hanno
sparato
due
o
tre
volte
nel
muro
!
Hanno
sparato
nell
'
ascensore
due
o
tre
volte
.
In
questa
sparatoria
tremenda
,
mi
cadevano
i
bossoli
tutto
d
'
intorno
.
A
un
certo
punto
io
ho
detto
:
«
Por
favor
,
por
favor
quiero
me
haga
venir
,
me
haga
venir
cerca
,
cerca
!
»
,
gliel
'
ho
detto
anche
in
inglese
:
«
Please
,
please
let
me
come
there
,
please
please
here
is
too
dangerous
,
too
bad
,
please
»
:
per
favore
qui
è
troppo
pericoloso
,
lasciatemi
venire
lì
.
Ma
loro
mi
rispondevano
puntandomi
l
'
arma
contro
e
sparando
nel
muro
.
Quindi
io
non
mi
potevo
muovere
,
comprendi
,
non
mi
potevo
muovere
assolutamente
.
L
'
incubo
per
cui
io
alla
notte
mi
sveglio
come
impazzita
è
questo
,
è
un
incubo
da
racconto
di
Poe
.
C
'
è
il
fuoco
da
tutte
le
parti
,
sei
inseguito
come
uno
scorpione
circondato
dal
fuoco
,
che
non
soltanto
ti
sparano
da
tutte
le
parti
ma
non
puoi
neanche
metterti
in
salvo
perché
quando
fai
un
movimento
per
metterti
in
salvo
te
lo
impediscono
e
ti
sparano
addosso
.
Poi
qualcuno
deve
avermi
dato
l
'
ispirazione
per
togliermi
da
quella
posizione
terribile
,
lì
in
piedi
,
a
fare
da
bersaglio
.
A
un
bel
momento
ho
finto
di
svenire
,
sicché
sono
calata
giù
come
uno
straccio
,
gli
altri
hanno
fatto
lo
stesso
e
quelli
ci
hanno
lasciato
fare
.
Allora
siamo
rimasti
in
quel
modo
sdraiati
a
pancia
a
terra
.
Io
mi
trovavo
fra
questi
due
studenti
,
questo
Moises
e
questo
Manuel
:
Moises
è
rimasto
subito
ferito
alla
mano
perché
ho
visto
che
la
mano
era
tutta
insanguinata
.
Manuel
cercava
di
proteggermi
e
quando
la
polizia
si
è
accorta
che
lui
cercava
di
proteggermi
un
poliziotto
ha
incominciato
a
gridare
perché
ci
staccassimo
.
Per
quanto
possibile
cercava
di
proteggermi
,
mi
teneva
le
mani
sulla
testa
,
e
mi
tenevo
anch
'
io
le
mani
sulla
testa
.
La
polizia
allora
,
sempre
puntando
le
rivoltelle
,
ha
ordinato
a
lui
di
staccarsi
e
a
tutti
e
due
e
anche
a
Moises
di
alzare
le
mani
in
modo
che
non
ci
potevamo
neanche
proteggere
la
testa
dalle
schegge
.
Niente
,
capisci
:
è
questa
la
cosa
meravigliosa
.
Quando
Manuel
si
è
staccato
da
me
e
Moises
si
è
staccato
,
io
centimetro
per
centimetro
,
perché
stavo
tutta
distesa
bocconi
sullo
stomaco
,
perché
mi
sentivo
più
sicura
,
ho
cominciato
a
scivolare
lungo
il
muro
e
sono
riuscita
a
spostarmi
di
un
metro
indietro
mentre
questo
poliziotto
gridava
e
mi
puntava
la
rivoltella
.
Questo
movimento
è
stato
quello
che
mi
ha
salvato
,
perché
se
no
la
pallottola
mi
sarebbe
arrivata
nella
testa
anziché
nelle
spalle
.
La
sparatoria
era
ininterrotta
,
ho
detto
che
sparavano
da
tutte
le
parti
mentre
noi
eravamo
sempre
sotto
le
rivoltelle
della
polizia
.
A
un
certo
punto
l
'
elicottero
si
è
abbassato
,
si
è
sentita
una
grande
raffica
e
io
ho
avvertito
come
due
o
tre
pezzi
di
sasso
che
si
abbattevano
sopra
di
me
e
un
coltello
che
mi
entrava
nella
schiena
.
Il
coltello
era
la
scheggia
della
pallottola
dell
'
elicottero
che
si
è
fermata
a
pochi
millimetri
dalla
colonna
vertebrale
.
Un
'
altra
scheggia
è
entrata
nel
ginocchio
sinistro
e
mi
ha
squarciato
tutta
la
gamba
in
quel
punto
,
però
ho
avuto
questa
fortuna
incredibile
che
il
professor
Viale
ha
definito
una
fortuna
scandalosa
perché
è
andata
a
incastrarsi
tra
l
'
arteria
principale
e
tutti
i
legamenti
nervosi
e
la
vena
,
senza
tagliare
né
l
'
una
né
l
'
altra
.
Un
'
altra
ancora
è
entrata
nella
coscia
.
È
entrata
da
una
parte
ed
è
uscita
educatamente
da
quell
'
altra
,
senza
fare
nulla
,
lasciando
solo
due
o
tre
schegge
che
risultano
dalla
radiografia
ma
che
non
possono
togliere
.
Resteranno
sempre
lì
tanto
non
mi
danno
noia
e
io
le
tengo
come
ricordo
.
StampaPeriodica ,
Come
un
medico
dall
'
orologio
d
'
oro
al
capezzale
dell
'
infanzia
,
così
il
circo
,
clown
occhialuto
,
porge
sciroppi
e
rimedi
alla
gioventù
malata
di
teatro
.
E
la
sabbia
delle
piste
ha
per
essa
lo
stesso
odore
dei
balsami
di
tolù
,
di
quei
caldi
aromi
consolatori
.
Movendo
dall
'
atto
secondo
,
in
cui
il
protagonista
Hinkemann
si
esibisce
nel
ruolo
di
mangiatopi
in
un
baraccone
,
Bruno
Cirino
(
Teatroggi
)
ha
impostato
Il
mutilato
di
Ernst
Toller
come
una
rappresentazione
di
circo
,
di
piccolo
circo
sdrucito
della
periferia
.
Un
telone
d
'
argento
,
dietro
il
quale
si
accende
a
tratti
,
come
nei
luna
-
park
,
una
fluente
treccia
di
lampadine
,
una
rossa
grancassa
e
una
grande
ruota
,
che
è
insieme
attrazione
da
fiera
e
graticola
e
macchina
da
colonia
penale
.
Come
le
isole
di
un
arcipelago
,
i
teatrini
si
scambiano
su
invisibili
navi
le
merci
delle
loro
esperienze
:
è
chiaro
che
l
'
architettura
di
questo
spettacolo
risente
della
conclusiva
sequenza
del
Risveglio
di
primavera
di
Nanni
.
Al
proprietario
del
baraccone
,
che
immaginavo
polputo
e
con
guance
di
melanzana
come
l
'
impresario
dell
'
Angelo
azzurro
di
Sternberg
,
il
regista
ha
sostituito
un
rabbioso
e
spietato
domatore
che
con
la
frusta
incalza
ed
umilia
i
semplici
,
gli
sventurati
,
costringendoli
a
salti
guitteschi
.
Avvilite
sembianze
,
gli
attori
in
tute
mimetiche
a
chiazze
arancione
matteggiano
,
ballano
,
strisciano
come
lombrichi
,
con
musica
di
tromboni
e
di
Knappentanz
.
Ciondolando
con
testa
di
leone
,
scambiandosi
affannosamente
bombette
,
e
con
criniera
equina
e
gualdrappa
mutandosi
in
un
quadrupede
simile
a
quello
del
balletto
Parade
,
traspongono
in
virtuosismi
da
acrobati
,
in
figurazioni
zoologiche
la
goffa
vicenda
di
Toller
,
i
suoi
sfocati
conflitti
,
il
suo
manicheismo
da
cartellone
.
E
nella
parade
-
allée
del
finale
ci
si
presentano
con
fuciletti
e
corazze
e
manopole
da
gladiatori
,
da
spartachi
,
forse
alludendo
allo
spartachismo
.
Schinieri
di
latta
e
bracciali
da
Darix
Togni
il
regista
affibbia
in
certi
punti
anche
a
Hinkemann
-
Homunculus
.
Nella
pendula
e
mogia
interpretazione
di
Ernesto
Colli
il
personaggio
assomiglia
,
non
tanto
a
un
«
orso
tedesco
»
,
a
una
disperata
larva
dell
'
espressionismo
,
quanto
a
uno
stanco
fachiro
di
Porta
Portele
,
la
faccia
esangue
e
tagliente
come
una
scure
,
capelli
lunghi
da
nazzareno
.
Rouault
ci
ha
avvertiti
nei
suoi
dipinti
della
parentela
tra
Cristo
e
i
pagliacci
.
Per
dilatare
l
'
equivalenza
Hinkemann
-
Cristo
accennata
da
Toller
,
il
regista
fa
sì
che
il
suo
primo
attore
si
collochi
sulla
ribalta
come
su
un
golgota
,
con
le
braccia
aperte
come
su
una
croce
,
spennacchiato
,
deserto
,
nella
conoide
luce
di
zafferano
.
Ci
aspettavamo
che
la
desolata
confessione
dell
'
eunuco
assumesse
un
'
irruenza
vocale
così
lacerante
da
disgradare
il
grido
di
gallo
del
professor
Unrat
nell
'
Angelo
azzurro
.
Ma
gli
interpreti
tutti
parlano
a
fior
di
labbra
,
bisbigliano
,
perdono
continuamente
la
voce
,
come
le
lumache
la
bava
.
E
del
resto
la
trascrizione
in
chiave
funambola
disperde
molti
elementi
fondamentali
del
testo
:
la
mascherata
degli
invalidi
con
organetti
,
la
simbologia
che
raccorda
la
perdita
del
piffero
con
l
'
acquisto
della
veggenza
,
l
'
allucinazione
ed
il
gusto
del
deforme
,
che
accostano
le
retoriche
apocalissi
di
Toller
alle
pitture
di
Frans
Masereel
e
di
Otto
Dix
.
Quando
smette
gli
sbalzi
e
le
capriuole
del
circo
,
la
recitazione
si
allenta
in
cadenze
dormigliose
e
svogliate
a
malapena
adombrando
il
rancore
che
intride
l
'
avvilimento
,
la
nausea
che
nasce
dall
'
esser
scherniti
,
lo
strazio
di
un
'
indifesa
ridicolaggine
.
Ciò
non
vuol
dire
però
che
lo
spettacolo
sia
magro
di
ghiotte
trovate
.
Grete
Hinkemann
(
Saviana
Scalfi
)
all
'
inizio
si
stende
,
come
inchiodata
,
sulla
ruota
che
gira
,
variante
della
«
rete
»
di
cui
parla
Toller
,
e
alla
fine
,
forse
per
significare
una
derisoria
gravidanza
,
viene
ostentando
,
ripulsivo
impasto
di
ginecologia
e
baraccone
,
enormi
mammelle
di
gomma
,
un
ventre
sfoggiato
,
due
lombi
badiali
.
Con
quell
'
obeso
costume
di
ciambelle
verdognole
,
con
quei
gonfiori
da
manichino
del
teatro
di
Schlemmer
e
da
pupazzo
della
Michelin
,
la
guitta
Grete
del
luna
-
park
di
borgata
,
la
saltatrice
lasciva
diventa
l
'
idropica
ipòstasi
di
una
scurrile
maternità
derelitta
.
E
ti
sembra
d
'
un
tratto
che
la
sua
enfiata
figura
condensi
tutti
i
drammi
d
'
alcova
che
lievitano
nei
casamenti
spettrali
dello
squallido
rione
di
Centocelle
,
dove
lo
scantinato
di
questo
teatrino
si
inselva
.
Non
conosce
alberi
Centocelle
.
Sono
andato
a
cercarli
altrove
,
sotto
il
tendone
del
Teatro
libero
nel
Circo
al
colle
Oppio
,
dove
si
recita
,
nella
regia
di
Armando
Pugliese
,
Il
barone
rampante
di
Calvino
.
Fantasticavo
di
trovarvi
una
delle
calvinesche
«
città
invisibili
»
,
una
Magnolia
,
un
'
Arbòrea
fogliosa
,
e
invece
mi
ha
accolto
una
dura
carpenteria
,
un
anello
di
ruvidi
e
inospiti
ceppi
,
tra
le
cui
forcelle
si
snoda
un
aereo
sentiero
,
come
una
pista
di
go
-
kart
.
Su
quel
cerchio
pensile
corrono
Cosimo
e
gli
altri
personaggi
invasati
da
dendropatia
e
tarzanismo
.
Ma
per
i
loro
scambietti
e
duelli
ed
inseguimenti
gli
interpreti
dispongono
anche
di
tre
piattaforme
e
della
pista
centrale
,
il
che
permette
un
assiduo
mutamento
di
luogo
e
procura
dei
bei
torcicolli
.
Le
idee
ronconiane
hanno
prosperato
diversi
congegni
:
da
questa
nocchiuta
alberatura
alle
mansioni
del
Grand
Magic
Circus
di
Jérôme
Savary
.
Nella
girandola
del
colle
Oppio
,
frammezzo
agli
spettatori
appollaiati
come
galline
su
trespoli
,
una
sfrenata
e
agilissima
compagnia
di
saltimbanchi
in
polpe
,
livree
,
crinoline
,
tricorni
,
parrucche
traduce
in
una
farsa
frenetica
l
'
adorabile
libro
,
purtroppo
stracciandone
l
'
esile
filigrana
.
In
quel
patassio
le
settecentesche
figure
si
riducono
a
concitate
macchiette
da
varietà
di
provincia
.
Questa
non
è
la
fiabesca
villa
di
Ombrosa
,
ma
una
qualsiasi
Massa
Lubrense
in
autunno
.
Come
accade
oggi
in
molti
teatrini
,
anche
sul
colle
Oppio
la
sostanza
verbale
si
soffoca
con
sovrattoni
,
con
strilli
,
con
putiferi
.
Non
basta
urlare
come
pirati
all
'
assalto
di
un
castello
pugliese
,
bisogna
vezzeggiar
la
parola
.
Non
basta
far
chiasso
,
perché
nasca
l
'
incanto
della
pagliacceria
.
StampaPeriodica ,
Giuliano
Ferrara
ingrassa
(
di
felicità
)
quanto
più
fa
il
malandrino
.
Dopo
il
fallimento
della
sua
malandrinata
in
Mugello
,
è
tornato
a
me
.
Tornato
perché
è
da
parecchio
che
ingrassa
punzecchiandomi
.
Quando
era
direttore
di
«
Panorama
»
,
il
suo
settimanale
non
perdeva
occasione
per
sfruculiarmi
.
Ora
che
la
sua
ammiraglia
è
diventata
«
Il
Foglio
»
,
Giulianone
(
o
il
suo
elefantino
)
provvede
da
sé
,
a
viso
aperto
.
A
fine
anno
è
partito
lancia
in
resta
contro
un
mio
libriccino
,
Homo
videns
,
dandomi
di
«
editorialista
supercilioso
»
,
scagliandomi
contro
dotti
richiami
a
Parmenide
,
Platone
e
Aristotele
,
e
addirittura
chiedendosi
:
«
Leggono
questi
professori
?
»
.
Stavo
ancora
contando
le
mie
letture
,
quand
'
ecco
che
mi
arriva
addosso
un
'
altra
bordata
.
E
finalmente
ho
capito
che
Ferrara
stava
ingrassando
troppo
(
di
felicità
)
,
e
che
per
il
suo
bene
era
bene
farlo
soffrire
.
Anche
se
mi
rendo
conto
che
l
'
impresa
è
titanica
.
L
'
ultima
bordata
si
intitola
:
«
Nel
'93
Sartori
e
Panebianco
dicevano
peste
e
corna
del
Mattarellum
.
Si
sbagliavano
(
la
legge
ha
funzionato
)
.
Ora
ce
l
'
hanno
con
le
riforme
»
.
Sottotitolo
:
«
Due
maestri
di
politologia
non
fanno
i
conti
con
le
previsioni
sbagliate
»
(
«
Il
Foglio
»
del
13
febbraio
)
.
Non
posso
rispondere
per
Angelo
Panebianco
;
ma
,
visto
che
sono
d
'
accordo
con
lui
,
sono
prontissimo
a
prendere
in
carico
anche
le
sue
colpe
.
Il
Mattarellum
,
cioè
la
legge
elettorale
attualmente
in
vigore
,
ha
funzionato
?
Le
previsioni
sono
state
sbagliate
?
Vediamo
.
A
una
mente
di
aristotelica
possanza
non
dovrebbe
essere
spiegato
che
il
successo
,
qualsiasi
successo
,
si
misura
su
un
obiettivo
,
si
commisura
a
uno
scopo
.
Ma
tant
'
è
.
Quindi
a
Ferrara
spiego
che
anche
lui
è
tenuto
,
come
gli
altri
comuni
mortali
,
a
partire
da
questo
quesito
:
qual
è
,
o
quale
dovrebbe
essere
,
l
'
intento
di
una
riforma
elettorale
oggi
in
Italia
?
Al
quesito
gli
esperti
e
le
persone
sensate
rispondono
che
noi
soffriamo
di
troppi
partiti
,
di
troppa
frammentazione
,
e
quindi
che
il
nostro
obiettivo
prioritario
è
adottare
un
sistema
elettorale
che
riduca
il
numero
dei
partiti
e
che
li
costringa
ad
aggregarsi
.
Stranamente
il
Nostro
nemmeno
dà
mostra
di
essersi
mai
imbattuto
in
questa
tesi
(
ma
cosa
legge
Giulianone
sapiens
?
)
,
e
quindi
non
la
mette
in
conto
.
Per
lui
il
Mattarellum
ha
funzionato
a
questo
titolo
:
perché
i
partiti
si
sono
tutti
salvati
,
e
sono
addirittura
aumentati
.
Ma
questa
era
,
appunto
,
la
previsione
mia
,
di
Panebianco
e
dei
politologi
in
generale
.
La
previsione
era
dunque
esattissima
.
Mentre
resta
da
dimostrare
perché
mai
un
risultato
di
accresciuta
frammentazione
sia
utile
al
paese
e
serva
l
'
interesse
generale
.
Hic
Rhodus
,
hic
salta
.
Ma
il
nostro
Giulianone
salta
via
,
salta
da
un
'
altra
parte
.
Difatti
Ferrara
devia
il
discorso
sul
fatto
che
il
Mattarellum
ha
funzionato
nel
produrre
due
coalizioni
vincenti
,
prima
quella
di
Berlusconi
e
poi
quella
dell
'
Ulivo
.
E
Pierino
(
pardon
:
Ferrara
)
racconta
la
vicenda
così
.
«
Alle
elezioni
politiche
del
marzo
1994
la
nuova
legge
elettorale
[...]
produsse
per
la
prima
volta
una
maggioranza
definita
,
quella
del
Polo
[...]
scelta
dai
cittadini
(
l
'
incidente
della
maggioranza
debole
al
Senato
non
ebbe
conseguenze
sul
voto
di
fiducia
)
.
E
il
nuovo
Parlamento
,
anziché
rischiare
la
paralisi
come
paventavano
i
politologi
,
portò
alla
formazione
del
governo
Berlusconi
,
il
quale
cadde
[...]
non
perché
la
legge
elettorale
fosse
un
'
pasticcio
'
[...]
come
volevano
i
professori
ma
perché
la
coalizione
esplose
sotto
i
colpi
di
mortaio
di
Bossi
e
si
rivelò
un
'
alleanza
politicamente
impossibile
»
.
Mi
scuso
per
la
lunga
citazione
,
troppo
bella
per
lasciarsela
scappare
,
che
compenserò
con
chiose
brevi
.
Primo
.
Anche
in
passato
abbiamo
avuto
maggioranze
definite
,
in
genere
pentapartitiche
o
quadripartitiche
come
oggi
.
Quale
sarebbe
la
differenza
?
Che
non
erano
scelte
dai
cittadini
?
Che
erano
meno
obbligate
di
quelle
prodotte
dal
Mattarellum
?
Detto
o
mal
detto
così
,
il
punto
mi
sfugge
.
Secondo
.
È
inesatto
che
Berlusconi
avesse
una
maggioranza
debole
al
Senato
:
non
l
'
aveva
proprio
.
E
poi
il
problema
di
avere
una
maggioranza
si
pone
per
tutto
il
tempo
della
legislatura
,
non
soltanto
al
voto
di
fiducia
.
Terzo
.
La
paralisi
paventata
dai
politologi
non
,
è
del
Parlamento
ma
della
governabilità
,
ed
è
prodotta
,
appunto
,
da
alleanze
impossibili
.
Come
il
nostro
avverte
,
senza
però
avvertire
di
contraddirsi
.
Quarto
.
Se
la
coalizione
di
Silvio
Berlusconi
esplose
per
colpa
di
Umberto
Bossi
è
ovviamente
perché
Bossi
era
un
partner
indispensabile
di
quella
coalizione
.
Chi
lo
aveva
reso
tale
?
Sì
,
gli
elettori
.
Ma
anche
una
pessima
legge
elettorale
.
Dunque
il
nesso
con
il
sistema
elettorale
c
'
è
,
anche
se
Ferrara
non
lo
vede
o
fa
finta
di
non
vederlo
.
Ripartiamo
dalla
domanda
:
qual
è
lo
scopo
di
un
sistema
elettorale
?
In
attesa
che
Ferrara
dimostri
perché
dovrebbe
essere
la
frantumazione
di
un
sistema
partitico
,
debbo
tornare
a
rispondere
che
in
Italia
occorre
oggi
un
sistema
che
riduca
e
aggreghi
i
partiti
.
Quando
si
passa
a
considerare
la
governabilità
,
lo
scopo
primario
diventa
prefigurare
coalizioni
di
governo
quanto
più
possibile
omogenee
.
Come
?
Facendo
ricorso
,
appunto
,
a
un
sistema
elettorale
aggregativo
.
Il
Mattarellum
non
lo
è
(
e
nemmeno
lo
sarà
il
Mattarellum
Due
prefigurato
nella
famosa
cena
a
casa
di
Gianni
Letta
)
.
Difatti
ha
prodotto
per
due
volte
consecutive
coalizioni
eterogenee
,
scollate
e
intrinsecamente
conflittuali
.
Come
era
stato
esattamente
previsto
e
come
volevasi
dimostrare
.
Anche
su
questo
punto
,
la
natura
delle
coalizioni
,
Ferrara
fa
lo
gnorri
e
sposta
il
discorso
dalla
governabilità
alla
stabilità
.
Ma
,
intanto
,
una
volta
su
due
la
stabilità
non
c
'
è
stata
:
il
governo
Berlusconi
è
stato
instabilissimo
,
sette
mesi
in
tutto
.
Inoltre
l
'
instabilità
del
nostro
passato
viene
largamente
esagerata
.
Giulio
Andreotti
a
modo
suo
è
stato
stabilissimo
,
ben
sette
volte
presidente
del
Consiglio
(
seguito
da
Amintore
Fanfani
con
sei
volte
e
Aldo
Moro
con
cinque
)
;
e
Bettino
Craxi
è
durato
,
con
due
consecutivi
governi
pentapartitici
,
dal
4
agosto
1983
al
3
marzo
1987
,
quindi
per
quasi
l
'
intero
corso
della
IX
legislatura
,
quattro
anni
.
Anche
se
Romano
Prodi
resterà
in
sella
per
tutta
la
XIII
legislatura
,
anche
così
Ferrara
si
eccita
troppo
quando
scrive
che
il
governo
Prodi
sarà
«
il
primo
governo
di
legislatura
nella
storia
italiana
»
.
Visto
che
durare
con
la
proporzionale
dovrebbe
essere
più
difficile
che
con
il
maggioritario
,
Craxi
regge
il
confronto
.
Comunque
sia
,
a
che
cosa
serve
una
stabilità
senza
vera
forza
di
governo
?
Questo
è
il
problema
che
il
Nostro
elude
.
Eppure
,
visto
che
Ferrara
va
alla
caccia
dei
politologi
,
dovrebbe
essere
informato
di
cosa
dicono
.
Dunque
dovrebbe
sapere
che
per
il
sottoscritto
(
e
altri
)
la
stabilità
dei
governi
è
un
falso
scopo
.
Un
governo
può
durare
ed
essere
inefficiente
.
Il
che
vuol
dire
che
la
stabilità
è
soltanto
una
condizione
di
governabilità
.
Quattro
anni
di
un
Prodi
sempre
bloccato
da
Fausto
Bertinotti
non
risolvono
i
nostri
guai
.
Ripeto
:
di
per
sé
la
stabilità
è
un
falso
scopo
,
agitato
per
i
gonzi
e
per
far
perdere
di
vista
che
lo
scopo
vero
è
la
governabilità
.
Vengo
ora
a
due
critiche
specifiche
.
La
prima
è
questa
:
che
nel
1993
,
all
'
indomani
del
referendum
che
aprì
le
porte
alla
riforma
elettorale
in
senso
maggioritario
,
«
i
due
eccellenti
politologi
[
Panebianco
e
io
]
,
prigionieri
della
teoria
,
esercitarono
in
modo
scombiccherato
[...]
la
loro
funzione
di
critica
e
di
analisi
.
Non
vollero
tracciare
una
rotta
[...]
ma
si
limitarono
a
demolire
[...]
il
progetto
Mattarella
»
.
Ma
il
mio
eccellente
demolitore
qui
asserisce
il
falso
.
È
vero
tutto
il
contrario
,
e
cioè
che
sin
da
prima
del
referendum
Segni
-
Pannella
combattei
una
battaglia
per
spiegare
che
quel
referendum
lasciava
aperta
la
via
a
una
duplice
interpretazione
-
maggioritario
a
un
turno
,
o
anche
maggioritario
a
due
turni
-
e
che
la
seconda
era
da
preferire
.
Dopo
di
che
ho
insistito
per
cinque
anni
,
e
quasi
al
di
là
del
sopportabile
,
nel
raccomandare
la
rotta
del
doppio
turno
.
Ammesso
che
Giulianone
sapiens
legga
davvero
,
mi
sa
che
legge
alla
rovescia
.
L
'
altra
critica
è
che
«
il
27
novembre
1993
il
professore
interviene
sulla
dissoluzione
del
centro
asserendo
che
il
maggioritario
è
una
macchina
trita
-
centro
[...]
fatta
apposta
per
stritolare
il
centro
»
.
Dal
che
,
scrive
il
Nostro
,
il
professore
ricava
«
col
suo
stile
sapido
e
rubicondo
una
prognosi
infausta
sulla
definitiva
scomparsa
della
Dc
»
.
Embè
?
A
me
in
effetti
risulta
che
la
Dc
si
è
disintegrata
e
centrifugata
tra
sinistra
e
destra
.
Al
nostro
risulta
invece
che
«
la
smentita
sarà
clamorosa
»
.
Smentita
che
Ferrara
illustra
così
:
«
Il
partito
di
centro
,
i
popolari
di
Martinazzoli
,
riesce
a
salvarsi
proprio
per
effetto
del
maggioritario
corretto
dalla
proporzionale
»
,
mentre
i
«
centristi
cattolici
che
già
avevano
avuto
una
prima
scissione
con
la
nascita
del
Ccd
si
divideranno
poi
per
schiette
ragioni
politiche
»
.
Questa
sarebbe
una
smentita
?
Una
frantumazione
in
tre
pezzi
che
poi
perdono
complessivamente
un
20
per
cento
del
loro
vecchio
voto
?
Concedo
che
qui
il
nostro
scombicchera
al
suo
meglio
.
Ma
non
concedo
che
dal
suo
polverone
emerga
una
smentita
.
Allora
,
quali
sarebbero
le
previsioni
sbagliate
con
le
quali
i
politologi
dovrebbero
fare
i
conti
?
Ci
saranno
,
non
dico
di
no
;
ma
certo
Ferrara
non
le
ha
scoperte
.
Forse
perché
la
sua
vista
è
impedita
dai
suoi
egregi
errori
di
fatto
e
di
logica
.