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StampaPeriodica ,
Mussolini disse che , se fosse stato al governo dopo il disastro di Caporetto , avrebbe annunziato una grande vittoria . È la sua idea fissa di ciarlatano e di avventuriero . Più le cose vanno male e più bisogna mostrare sicurezza . Più si hanno disfatte e più bisogna annunziare vittoria . L ' Italia , dopo il Fascismo , è il paese del mondo che ha più cambiali protestate e più fallimenti . Mussolini fa un comunicato e un discorso per dire che questa è la prova della energia del Fascismo , che liquida le imprese malsane create dopo la guerra . Basta un semplice sguardo alla lista dei fallimenti per vedere che cadono invece le più antiche industrie , le case che parevano più solide , i commerci migliori . Vi è un fenomeno dei più preoccupanti . " Il Sole " di Milano , che pubblica con maggiori dettagli la lista dei fallimenti è diventato un necrologio della ricchezza italiana . Ma il fenomeno che colpisce è il numero dei magazzini alimentari e di sartorie che si chiudono . In Italia la gente non mangia e non si veste . Ma , dopo ogni Caporetto , Mussolini continua ad annunziare una grande vittoria . In questi giorni è avvenuta la fusione del Credito Italiano e della Banca Nazionale di Credito . I due istituti erano in stato grave , con molte immobilizzazioni e con un portafoglio pesantissimo . Hanno unito le loro debolezze . Vi sarà ora una sola banca : il Credito Italiano . La Banca Nazionale di Credito rimane come istituto di gestioni delle partecipazioni industriali , cioè , delle immobilizzazioni . Il disastro è stato annunziato come una vittoria . " Il Popolo d ' Italia " in un articolo intitolato Finanza moderna ( perché moderna ? il fallimento è un fatto antico ) si rallegra del fatto , che è " una coordinazione di compiti , una razionalizzazione delle attività bancarie , " e altre simili sciocchezze , che devono sembrare esagerate perfino a un povero scemo come il ministro Mosconi . Quale è la situazione attuale ? L ' Italia con 40 milioni di abitanti non ha quasi più banche , dopo gli innumerevoli fallimenti che sono diventati più numerosi delle bugie di Mussolini , ciò che può sembrare appena credibile . Il Banco di Roma è anchilosato e si trascina pesantemente . La Banca agricola non è solo anchilosata , ma ha la deformazione di tutte le ossa . Il Credito Marittimo , imbrogliato nelle operazioni della Navigazione generale italiana , ha il respiro affannoso . Non rimangono dunque che due sole banche , il Credito Italiano ( più debole che mai dopo la fusione con la Banca Nazionale di Credito ) e la Banca commerciale . Ma la Banca commerciale si trova anch ' essa in gravi difficoltà e presto assisteremo ad altre fusioni , La finanza moderna , come dice la gente allegra del " Popolo d ' Italia " ci darà presto la sorpresa di altre fusioni , che non servono se non a rinviare la liquidazione di situazioni insostenibili . L ' Inghilterra dopo il Fascismo non ha voluto mai più prestare all ' Italia ; l ' America non presta più . Il Fascismo , che ha rovinato l ' economia nazionale e ha costretto le migliori industrie italiane a contrarre prestiti onerosi , cerca di cedere tutto , di vendere tutto , di ipotecare tutto . Ma non trova credito né meno alle condizioni più onerose . Non trova più nemmeno il credito degli straccioni dando dei pegni . La stampa infame , che disonora l ' Italia in regime fascista , può ancora mentire , ma non trova più nessuno che le crede . Tutti sanno che la finanza moderna dei Volpi , dei Ciano , degli Arnaldo Mussolini non è che l ' ignoranza e il furto e il furto e l ' ignoranza preparano sempre il disastro .
StampaPeriodica ,
Davanti allo spettacolo del popolo italiano nell ' esercizio di una funzione politica universale , quella della elezione dei deputati , le anime più elevate e più giovini sono rimaste indifferenti , come se l ' evento non valesse la pena della più lieve attenzione o si svolgesse in un ambiente e con interessi del tutto appartati . Non uno di noi , spiriti nuovi e aperti a tutte le manifestazioni dell ' umanità , non uno di noi , intelletti moderni e idonei ad accogliere tutta l ' eredità del passato per imporre su di essa l ' impronta nostra , non uno di noi , coscienze limpide , in cui la realtà si palesa nelle sue rappresentazioni essenziali e si elabora in modo da riespandersi in forme scientifiche o letterarie , non uno di noi , sui quali pesano i destini futuri della nazione e della razza si preoccupò del fenomeno che avveniva sotto gli occhi nostri . E pure noi ci diamo vanto di universali , e anzi facciamo consistere una delle nostre massime virtù , di cui si onora l ' uomo moderno , nell ' accogliere dentro l ' anima le manifestazioni più diverse del mondo , così che la coscienza nostra , come un immenso e molteplice sensorio , rifletta in forme spirituali l ' agitazione dell ' universo . E pure noi raccogliamo a ogni giorno , nella fulminea e molteplice successione di impressioni che traversa il nostro spirito cosciente , innumerevoli fatti dei quali le generazioni che ci precedettero non avvertirono quasi l ' esistenza , e non solo , ma di tutti i fatti noi giungiamo a comprendere qualche cosa di più e di diverso di quanto non si comprendeva prima e sappiamo cogliere una realtà più profonda , più generale , meno mutevole di quella intesa dalli antichi osservatori . E allora come mai questo , delle elezioni , che pur è un avvenimento umano , e non dei più lievi , ma che riguarda non solo psicologia , sociologia etc . ma ben anco la pratica esistenza e l ' affermazione di un dominio – e noi a giusta lode siamo assai sagacemente positivi per non trascurare questo lato delle cose – come mai questo fenomeno passò per noi inosservato ? Per rispondere non ripetiamo , per carità ! gli sciocchi argomenti delli ignoranti illusi , dei romantici di vecchio stampo , delli austeri patrioti , delli inetti scrittori politici quotidiani ! Non invochiamo o il disgusto per la corruzione parlamentare e politica , o la mancanza di idealità , o lo spregio del potere , o l ' incompetenza di noi scrittori veri per l ' arzigogolo politico , poiché ogni parola oltre all ' essere bugiarda sarebbe anche una misera assurdità . Questa ormai è roba da museo o da ospedale ; sono ragioni cioè buone per i poveri vecchi unilaterali e stanchi , per i poveri uomini diminuiti e incapaci e per quei disgraziati giovini ancora più poveri , che della vita moderna nulla capiscono . Noi non sentiamo disgusto alcuno per la corruzione politica , anzitutto perché la corruzione è una parola priva di senso , in secondo luogo poi perché , anche dato il significato comune , questa non è né più né meno di tutto quanto ci sta attorno nella società borghese e però , se bene noi non ci adatteremmo mai a niuna diminuzione morale di noi stessi , abbiamo non di meno la sincerità di affermare che essa non tocca per nulla la nostra emotività . Ma ripeto la ragione principale è perché la parola stessa di corruzione noi non la abbiamo sentita pronunciare se non per esprimere lo sfogo ipocrita dell ' impotente che non può porre in opera ciò che un altro fa , così che corruzione , non solo è un vocabolo assurdo se spregiativo , ma contiene un concetto falso , perché al più delle volte esso si riferisce solo ad una data serie di azioni , che non hanno altro torto che quello di essere o diverse da quelle che tutti compiono ( e quindi possono anche essere migliori ) o più intense ( e quindi più opportune e rapide a raggiungere lo scopo ) . Non è poi sicuro per mancanza di idealità che non ci accostiamo alla lotta politica . Le idealità noi le abbiamo in noi e con noi sempre fulgide , solenni , vigorose come fiamme pure nella solitudine dei cieli notturni . E però a qualsiasi cosa noi avviciniamo l ' anima nostra , a qualsiasi impresa noi associamo l ' anima nostra , le idealità non difettano mai . Nelli atti stessi più abituali , quelli del mangiare , del vestire , dell ' amare , dove idealità per la buona gente borghese non esiste o esiste falsa , come nell ' amore , noi sappiamo porre e elaborare e perseguire un quid novi che è all ' infuori dell ' atto stesso , che oscilla in un campo più alto , in quello dello spirito . Io bacio una donna non col solito bacio , non per baciare , ma nel bacio aduno , mediante una rapida e intensa riflessione psichica , una serie di moti e di elementi da cui risulti una impronta particolare e una finitezza completa dell ' atto , talché il bacio viene fatto sullo schema dell ' opera ideale più complessa e in vista di uno scopo altrettanto ideale di quello che ha colui che scrive un romanzo . Oh d ' accordo che le idealità vecchie hanno fatto bancarotta in politica , e che oggi sono scomparse dalla politica completamente . Ma questo anzi è un bene e un progresso . Tante bestialità di meno ! Chi ci crede infatti più ad esse ormai ? Tutto il programma della democrazia liberale , la quintessenza dell ' ottantanove , basata su tutte le libertà possibili , su tutti i diritti escogitabili , e quindi tutte le illusioni idealistiche dei nostri nonni e dei nostri padri in questa materia sono cadute rovinosamente ; e oggi farebbero ridere noi uomini di scienza e di pratica , quei pochi avanzi che in esse si sono fossilizzati , se non pensassimo all ' immenso sciupio di forze fisiche , morali , economiche , politiche e sociali che quelle illusioni sono costate , ai mali che hanno prodotto , là dove si vollero attuare , all ' inesorabile tenebrose di cui hanno ricoperto le menti dei governanti . Per fortuna nostra e delli altri noi non siamo più guastati da queste fisime e da questi errori , ma abbiamo idealità ben più sublimi e vaste da inseguire nel campo politico , a cominciare dalla fortuna nostra fino alla utopistica visione di una libertà e di un diritto tale che niuno seppe finora concepire . Tanto meno poi invochiamo l ' oraziano procul negotiis riferito alla politica ! Perché artisti , perché letterati , perché studiosi dubitiamo forse di saper conciliare le tendenze dell ' anima nostra con le necessarie qualità che occorrono nell ' uomo politico ? No certamente , anzi per la testimonianza sincera della nostra coscienza noi sentiamo insita in noi la condizione del Potere e comprendiamo benissimo che essa non ci porrebbe affatto in antagonismo con noi stessi . Ormai è ben lontana dal nostro modo di fare la condotta del poeta passeggiatore fra le nuvole , asceta da quinto piano , alcoolista da bettola e inetto a ogni espansione pratica di vita , o la condotta dello scienziato ignaro del mondo , chiuso fra i quattro libri , sudicio nell ' abbigliamento e orso nelle relazioni sociali . Tanto l ' arte quanto la scienza vivono oggi con la realtà sotto la fiammeggiante e universale luce del sole , e il sognatore che si chiude nella sua camera o fra le cose morte è un debole , un vinto o un ignorante . La vita istessa che noi viviamo è per l ' intelligente un estetismo e una scienza . E però , tanto come modestia , quanto come superbia , il dire che noi preferiamo tenerci lontani dal governo del nostro paese è una menzogna ipocrita . Lo è nel primo caso perché noi ci sentiamo perfettamente capaci di reggere la pubblica cosa con assai maggior forza e senno che non coloro che oggi ne fanno parte , nel secondo caso perché non crediamo affatto che sia un male per noi o che sia indegno di noi il portare il nostro concorso al governo nazionale . E per ultimo niuno di noi vorrà certo dichiarare , per giustificare l ' astensione , la propria incompetenza a conoscere , ad apprezzare , a dirigere il fatto politico . Oh che di fronte a tutta la turba dei politicanti grandi e piccini noi non sentiamo divampare con ferace orgoglio la fiamma vivida della nostra superiorità ! Basta un qualunque atto , anche tra i più difficili e celebrati dei nostri uomini politici , basta un qualunque programma , fra i più elaborati e distillati dei nostri deputati e ministri perché noi , esaminandolo o leggendolo , non ci avvediamo subito non solo della loro pochezza ma di saper fare e scrivere altrettanto e meglio . Nelle azioni dei governanti non vediamo mai la determinante originale del genio , della volontà personale , che hanno saputo intuire una situazione , padroneggiarla e risolverla in vista di uno scopo prefisso , ma vediamo sempre l ' azione anonima e infinita di innumerevoli cause e forze trascinanti l ' opera individuale ; nei loro programmi poi , specie in Italia , noi possiamo trovare una siffatta miseria intellettuale e scientifica , una tale assidua banalità e ignoranza , dove non splende la più lieve originalità e vigoria , da farci persuasi che veramente noi sapremmo far meglio le mille volte . Ma allora quale è la ragione che ci tiene lontani dall ' ambiente politico e che ci fa assistere con un biasimevole fakirismo alla evoluzione politica ? Ragioni vere a parer mio non ce ne sono , ci sono soltanto dei pregiudizi , delli errori , e delle costrizioni che pur troppo incombono ancora sulla nostra volontà . Il primo è appunto il pregiudizio della volgarità . Da una parte i nostri padri e i sopraviventi delle generazioni passate , sorti in epoche di formazioni e di lotte , mentre il corroso edificio della fede e della scienza tradizionale crollava e sfolgorava fascinante l ' atavica brama dell ' indipendenza e unità della patria , con i loro entusiasmi quarantotteschi , con la loro retorica politica e la corrispettiva ignoranza sociale , dall ' altra la turba attuale di quei giovini romantici , poveri esaltati e privi di cultura moderna con la loro demagogia romorosa , con le loro anticaglie sentimentali hanno gettato il discredito sulla politica e su chi se ne occupa , talché uno di noi teme l ' accusa di volgarità e di ignoranza se fa per avvicinarsi all ' opera attiva del governo nazionale e si attribuisce a lode di starsene appartato pur soffrendo per l ' ignobile spettacolo che gli sta innanzi e che egli si sentirebbe in grado di correggere . Vi è d ' uopo dire quanto sarebbe facile il toglier via questo pregiudizio mediante la decisione unanime dei migliori di noi a sfidarlo entrando gagliardamente combattenti nel campo politico ? Il secondo è l ' errore di credere che l ' attività politica non ci porterebbe altro frutto se non quello di distrarci da opere migliori . Vedendo ciò che sono e che fanno anche gli uomini politici più eminenti , noi dubitiamo , seguendo quella via , di somigliar loro , cioè di nulla compiere di buono per noi e per gli altri . Ma , sì come io mi rivolgo a chi è capace di intendermi , basterà di far notare quale differenza di idee , di cognizioni , di anima sia fra noi e questi signori , quale diversa potenza psichica e fisica noi possiamo adoperare in loro confronto , per farci persuasi dell ' utilità dell ' opera nostra . Noi nella politica rimasta stazionaria nel suo sviluppo a mezzo secolo fa , abbiamo tutto da fare , e da guadagnare molto , noi e gli altri . La terza è la costrizione della tradizione e dei vecchi . E questa causa purtroppo è pur troppo in gran parte indipendente dal nostro volere . La tradizione impone come elemento imprescindibile per la qualità di uomo politico la vecchiaia , a causa della triste assurdità , che attribuisce il senno e la gagliardia a chi non può più fisiologicamente avere né l ' uno né l ' altra ; i vecchi poi si valgono della credenza favorevole per conservarsi i loro posti primi e per opporsi a chi si attentasse di disputarli loro . Qui sì che si conviene l ' azione nostra assidua , insistente , energica e associata al fine di demolire questa egemonia della vecchiezza , dovuta a una strana inversione del buon senso e della realtà ; qui conviene combattere , e aspramente , per far sparire la tirannide rimbambita della anzianità allo scopo di sostituirvi un regime giovane e salutare di energie vigorose e intatte . È immancabile che al primo assalto dato con oculatezza e vigore il sistema , che si impernia su i peli bianchi , si sfasci lasciando a noi libero il cammino del futuro dominio . Il risultato di questi tre elementi forma a sua volta un sentimento che è diverso da ognuno di essi e sta sopra a tutti e agisce come una forza a sé . Esso consiste per una parte in una specie di apatia intellettuale , per cui , all ' infuori delle dilettazioni immediate , noi consideriamo con una giustificata diffidenza tutte quelle altre azioni che importerebbero un dispendio della nostra energia , e davanti ad esse noi ci chiediamo : A quoi bon ? e sovente se non sempre la triste domanda accoglie la risposta negante ; per un ' altra parte in una specie di piacere riflesso che ci procura nel nostro riposo , nell ' economia delle nostre forze , nell ' impiego razionale che ne facciamo per i nostri esclusivi piaceri , lo spettacolo dell ' affannarsi che si dànno gli altri uomini per raggiungere la loro infelicità . In tal modo per soli sentimenti negativi noi ci appartiamo dalla vita politica rinchiudendoci a nostra volta in una esistenza interiore o in un àmbito ristretto dalla multiforme opera umana . Or bene questa lontananza è il nostro massimo torto e il nostro massimo errore . E tanto più è il nostro massimo torto , perché mentre noi ci appartiamo dalla vita pubblica si sta proprio compiendo in essa un fenomeno evolutivo dei più importanti e significativi del nostro secolo , il fenomeno cioè per cui si troveranno di fronte per la prima volta nel mondo i due soli partiti logici della società umana , quelli che disegnano come immense colonne miliari la partenza e l ' arrivo di ogni ciclo evolutivo sociale , così che da questo incontro sorgerà la fine di ciò che è attualmente e l ' inizio della nuova organizzazione futura . Dove potremo assistere mai a un fatto più grandioso per il risolvimento del quale sono necessarie tutte le forze migliori ? E tanto più è il nostro massimo errore , perché mentre sappiamo dolerci del mal governo che corrompe e opprime noi e altri , mentre sentiamo l ' insofferenza del comando e la voluttà del dominio , mentre critichiamo l ' altrui opera politica sapendone rilevare le assurdità e le inettezze , viceversa subiamo tutto passivamente stando a parte e non ci curiamo di occupare quelle alte posizioni che assicurerebbero facilmente a noi più che ad altri l ' egemonia sulle folle , e che domani corriamo il rischio di trovar occupate . Errore nostro tanto più imperdonabile in quanto ( lasciate pur ridere gli sciocchi ) con un piccolo sforzo noi possiamo riuscire al dominio e assicurarci l ' avvenire . Oh non è questo uno scopo ben degno , alto e vantaggioso per noi ? Venezia , aprile '97
TRIONFO ( - , 1922 )
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Italiani tutti in piedi ! ... Il grande miracolo della rinascita italiana si è compiuto . La passione nazionale che un Parlamento senza fede e uomini di Stato senza coscienza avevano cinicamente abbandonata al ricatto dell ' organizzazione rossa , è esplosa nella sua formidabile vibrazione come la grande corrente nervosa che anima e vivifica la razza . La vittoria fascista di questi giorni è sboccata in una specie di plebiscitaria consacrazione fatale sulla via di Roma ed ebbe aperte le vie consolari che portano i nomi e le insegne del risorgimento : " Italia e Vittorio Emanuele . " La lunga vigilia d ' armi è finita e lo spirito che ha portato per tante ore il peso di un ' angoscia senza nome , può finalmente riposare con la coscienza di aver dirittamente operato . L ' Italia per merito esclusivo del Fascismo ha afferrato oggi per la criniera il nero cavallo del Destino ed inizia la sua marcia verso l ' avvenire . Il Re ha trovato il suo esercito nel Popolo ; la Nazione ha ritrovata la sua grande anima unitaria e un ministero fatto di volontà ferrea e sciolto dai legami della menzogna . Nulla più manca a fare dell ' Italia la più grande e potente unità d ' Europa . Il nostro capo , Benito Mussolini , Colui che oggi ha in pugno le sorti della Patria , è un forte . Egli ha vinto . E vincerà ancora anche al governo , nel nome d ' Italia !
StampaPeriodica ,
In un articolo precedente ho cercato di analizzare e di sceverare pregiudizi e ragioni che tengono lontani dalla vita pubblica italiana i migliori e più intelligenti fra i giovini nostri affermando a guisa di conclusione l ' importanza dell ' attuale momento politico rispetto a noi , e la facilità per noi di riuscire al dominio futuro . Ora ho pensato che non basta l ' affermare ma che per convincere bisogna dimostrare , ed è quello appunto che oggi voglio compiere . Per comprendere l ' enorme importanza del movimento politico odierno bisogna prima conoscere brevemente la teoria dei partiti politici . I partiti politici derivano inizialmente dai partiti popolari comprendenti tutta la massa di una popolazione , separati fra loro da differenze reali e naturali che , oltre che nella politica , si fanno sentire in tutte le altre esplicazioni della attività umana . Ma siccome in origine ai capi è delegata quasi onninamente la funzione politica , così per questi non è visibile e non ha importanza se non la differenza che esiste in questo àmbito . Con la specificazione sociale ai capi si aggiungono i loro aderenti , si forma cioè quella classe che si occupa della cosa pubblica , che si attribuisce il monopolio politico e che quindi a sua volta non sente che le differenze politiche . Ora avviene che sovente , per non dir sempre , sia scomparsa nelle masse di uno stesso popolo quella tal ragione di differenza che informava in modo diverso la condotta di una parte dei cittadini dalla condotta dell ' altra , e ad essa se ne sia magari sostituita un ' altra , mentre la prima differenza permane sempre nella classe politica , simbolo ormai di una realtà che non è più , proiezione permanente di un oggetto scomparso . Ma qui sta il punto . Fino a che il partito politico corrisponde a una differenza reale esplicantesi in tutti i membri della comunità anche per le altre forme dell ' umana attività oltre quella politica , il partito è vitale e logico , ha una ragion di essere e di vivere ; ma quando tale differenza è scomparsa , il partito è una etichetta che copre una bottiglia vuota , è una sopravvivenza inutile se non morbosa e dannosa . Ma quali sono queste differenze naturali e universali ? Ve ne sono di molte specie , che però per l ' economia della trattazione possiamo raggruppare in tre : politiche , religiose , sociali . Alli inizi delle società hanno il predominio le divisioni politiche non ancora localizzate in una sola classe di cittadini ma estendentesi a tutto il popolo o per meglio dire personificate nell ' uomo che riassume questo o quel gruppo di popolo . È naturale ; il fatto più importante delle società primitive è la guerra , le società constano di due elementi etnici – vincitori e vinti – la ricchezza sociale sta nella preda , e però la massa non può preoccuparsi che di queste cose , che sono di natura politica per quanto barbara e selvaggia . Quando poi dalla terra l ' orientamento delle anime e dei desideri si sposta verso il cielo , quando la preoccupazione più insistente e forte è quella religiosa , allora le divisioni delle masse diventano di indole religiosa , e questa impronta si riverbera anche nella politica , che già però fà corpo a sé con tutto ciò che si riferisce allo Stato e al Governo , e ché accoglie quindi le scissioni religiose . Ma ben presto l ' uomo stanco di annaspare fra le nubi , dal cielo torna in terra , e da principio è un gran da fare per dare assetto ordinato all ' ambiente nazionale in cui deve vivere , e magari per procurarselo . Rinascono quindi e ridiventano universali le divisioni politiche , meno barbare e più ideali delle antiche , ma pur sempre politiche , come quelle che si riferiscono alla integrità e indipendenza della patria , alla forma libera di governo , alla creazione di nuovi istituti nello Stato etc . etc . Finalmente l ' uomo comincia a pensare a sé . La nazione , lo Stato sono una gran bella cosa , ma l ' individuo che vive e sente ha pur le sue esigenze , i suoi bisogni , i suoi desideri , e vorrebbe soddisfarli ; ed eccoci alle divisioni sociali , nascenti appunto dal diverso modo con cui si vuole conseguire questo nuovo e più grande benessere . Ripeto qui , prima di andare avanti , che questo è un quadro grossolano , e che questa classificazione è fatta per la necessità della trattazione ; nella realtà le cose sono molto più complicate , le diverse categorie non sono certo così nitide , né si seguono , in ogni caso , nell ' ordine in cui io le ho esposte , ma bensì si confondono l ' una con l ' altra , si mischiano e spesso coesistono insieme . E per tornare in argomento , vediamo ora in una specie di bilancio che cosa rimane di tutte queste divisioni nell ' ambiente generale e in quello politico . Nella nazione e nel popolo le antiche differenze sono finite , o per lo meno non sono più sentite spontaneamente ; le idealità politiche , religiose e patriottiche non sono certo più quelle che oggi preoccupano la vita delle masse , o che scindono la nazione in due campi chiusi e guerreggiantisi . Oggi la preoccupazione più forte ed ansiosa è quella del benessere materiale e morale , ed essa punge così gli individui tutti , da organizzare limpidamente in diverse categorie non solo quelli che il loro benessere vogliono raggiungere e accrescere ( lavoratori - poveri - contadini - spostati ecc . ) da quelli che oggi lo hanno e si sforzano di conservarselo ( proprietari - capitalisti - professionisti ecc . ) ma quelli che , più con un sistema che con un altro , mirano a soddisfare in un nuovo ordinamento i nuovi appetiti . Questa è la divisione naturale in cui stanno gli uomini appartenenti alle società più civili nell ' epoca attuale ; orbene la divisione politica corrisponde ad essa , ne è come dovrebbe essere una specie di proiezione fedele ? Condizione questa essenziale perché come dicemmo i partiti politici abbiano una ragione d ' essere . Evidentemente no . I partiti politici di tutti i paesi d ' Europa , ma più specialmente in Italia , rispecchiano divisioni e idee non più esistenti nell ' ambiente . Essi non corrispondono certamente allo stato di cose che abbiamo descritto testé e tanto meno rappresentano la proiezione nel campo del Governo della divisione sociale che spartisce in realtà il paese . Essi si fossilizzarono in quello schema di principii e di divisioni che è il prodotto della rivoluzione francese e riproducono oggi quindi uno stato di cose che non è più , sono l ' ombra di un oggetto oggi infranto . Allora i desideri e gli ideali delle masse e della società consistevano nella rinnovazione degli organi di governo , nell ' acquisto dei diritti e delle libertà politiche , nella riforma delli istituti nazionali , e il paese si suddivideva generalmente in coloro che volevano il nuovo ordine di cose e quelli che volevano conservare l ' antico , e in quelli che volevano raggiungere la meta nuova più con questo che con quel mezzo , ma oggi ripeto ciò non commuove più alcuno . Vi può essere qua e là qualche rudero o qualche illuso , si può dare qua e là qualche agitazione creata artificiosamente risuscitando atavici sentimenti , ma ormai a queste idee la società è inerte , e noi abbiamo visto quali sono invece le sue ansie profonde . I partiti politici sono rimasti invece a questo punto , credendo nella loro ignoranza che anche l ' anima sociale fosse rimasta inalterata e però sono in gran parte sopravvivenze morbose e dannose di cui , giorno per giorno , assistiamo allo sfacelo con grande turbamento della vita pubblica . Questa la ragione della disgregazione e confusione dei partiti politici tanto lamentata e di cui finora niuno seppe trovare la spiegazione positiva . La condanna adunque dei partiti politici che ancora e a stento si trascinano è pronunciata dal momento che non corrispondono ad alcuna realtà , e tale condanna la eseguiscono gli elettori ad ogni nuova elezione politica tanto in Italia quanto in Belgio , in Francia , in Austria e in Germania . Come infatti si svolge e quale significato ha la lotta elettorale in Europa ? Mi limito ad affermazioni saltuarie per non dilungarmi eccessivamente . La lotta elettorale va mano mano spostandosi dal campo politico verso il campo sociale , sfuggendo di mano ai partiti e alli uomini politici per accentrarsi nei partiti sociali e fra le mani di coloro che , lasciate in disparte le divisioni e le insegne politiche , hanno assunto i nuovi ideali sociali . E il significato di questa lotta è appunto la progressiva e rapida liquidazione dei puri partiti politici , specie di quelli intermedi . Nel Belgio , che politicamente ha molta affinità con noi , ma che socialmente è assai più progredito , le elezioni del luglio 1896 ci hanno mostrato la fine delle mezze tinte – conservatori , liberali , progressisti , radicali – assorbite dai due partiti estremi e logici – reazionari cattolici da una parte , socialisti dall ' altra . E in Francia e recentemente in Austria e oggi in Italia ci si pone ineluttabilmente su questa via . Qui è l ' avvenire . Da una parte coloro che vogliono tutto conservare di ciò che è attualmente , dall ' altra quelli che vogliono tutto innovare ; da una parte il partito , sintesi del passato dello stata quo , che in sé adunerà tutte le tendenze intermedie politiche , religiose e sociali del passato e che sarà a sua volta ancora partito politico e religioso sebbene dovrà sostenere la lotta nel campo sociale e però formulare il suo programma sociale – il partito cioè clericale e conservatore – dall ' altra il primo partito sociale che preannunzia l ' avvenire e che oggi si presenta sotto le forme del socialismo . Altro che conservatori reazionari e conservatori liberali , altro che progressisti di destra e progressisti di sinistra , altro che la sinistra liberale storica e i radicali legalitari , altro che radicali e repubblicani questi sono giochetti da bambini , sono sdilinquimenti da arcadia di fronte all ' urto immane delle caterve d ' uomini adunate nelle due punte estreme della vita sociale pronte ad incontrarsi ! Questa sarà l ' ultima lotta in cm figureranno ancora bandiere politiche , perché ripeto il partito conservatore dovrà porre nel suo programma la conservazione delle istituzioni politiche , ma poi ? E qui dall ' ipotesi si sale alla profezia ; poi si disegnerà , la vera la sola lotta razionale , la prima lotta che incarnerà i due elementi essenziali e contradittori dell ' individuo e della società poiché quando si dovrà discutere intorno all ' unico argomento che valga veramente la pena di essere discusso – il benessere e la felicità dell ' uomo – staranno di fronte i due soli principi naturali esistenti per conseguirli , la socialità e l ' individualismo ; rappresentanti delle due realtà positive e in antagonismo – individuo e società . Qui sarà il nostro posto ; per ora , come rappresentanti del movimento futuro , e con la sola bandiera del benessere umano non si presentano che i socialisti , ma una volta che essi come partito ( non certo come attuazione pratica ) si saranno affermati , inesorabilmente si alzerà contro essi a difendere l ' uomo dal mostro sociale e a proclamare la somma felicità nell ' assoluta individualità , il partito individualista . La sintesi delle forze sociali , lo sforzo massimo della socialità avrà così di fronte la suprema reazione dell ' io individuale . Anche questo movimento già si disegna e noi lo abbiamo potuto cogliere nell ' ultimo congresso tenuto dai socialisti a Londra , dove avvenne la scissione palese dei due gruppi estremi – socialisti collettivisti marxisti – quelli destinati a combattere la lotta con l ' ultimo partito politico - sociale , e gli uni - anarchici individualisti gli uni - archisti , che stanno a significare la suprema meta della libertà e individualità umana , l ' affermazione illimitata della personalità singola per il conseguimento della felicità massima . Possiamo , dobbiamo noi starcene in disparte proprio quando stanno per decidersi le sorti dell ' ambiente in cui viviamo e mentre si delineano i destini del secolo futuro ? Proprio nel momento fatale della rinnovazione e della creazione , quando tutte le forze sono accese e vibranti al loro massimo , quando gli elementi nuovi e nascenti stanno per apprestarsi a costituire l ' umanità del domani , noi inettamente faremo da spettatori passivi e ci lasceremo portare e travolgere dal turbine ? Non è questa proprio l ' ora tipica per assumere il nostro posto di combattimento e invigilare e dirigere , l ' azione a tutto nostro profitto e per la nostra vittoria ? Se domani saremo i vinti e i sottomessi , di chi la colpa se non nostra ? Adesso , e le ultime elezioni lo hanno mostrato con molta chiarezza , ci avviciniamo alla grande battaglia mentre per noi , proprio per noi si apre l ' adito più favorevole per giungere alla testa . Che il grande urto , qui da noi , sia imminente basta una semplice considerazione di fatto a provarlo . Il corpo elettorale italiano oltrepassa di poco i due milioni di elettori iscritti ; appena la metà accorrono alle urne , cioè un milione circa . Ora su questo milione nelle elezioni del 1895 si contavano già 75000 socialisti votanti tutti , disciplinatamente unanimi , e in queste del 1897 ascendono a ben 140.000 i socialisti votanti ; quanti saranno alle prossime elezioni ? Non meno di 300.000 sicuro . Già fino da ora questi 140.000 socialisti oltre all ' aver mandato alla camera 25 dei loro , hanno prodotto un grosso turbamento nell ' ambiente elettorale , quello di provocare un gran numero di ballottaggi e poi di deciderne le sorti ; si può quindi facilmente imaginare l ' effetto potentissimo che eglino produrranno quando saranno raddoppiati , triplicati . Tanto che fra pochi anni si troveranno di fronte da un lato le riserve clericali e reazionarie , oggi astenentisi , e allora in gran parte assottigliate e dall ' altro lato le masse socialiste , in mezzo , gli ultimi dispersi rappresentanti dei partiti intermedi . E su ciò non è possibile il dubbio . Riguardo al secondo asserto che proprio per noi ora si apre l ' adito più favorevole per giungere alla testa , la dimostrazione della sua verità è altrettanto breve e semplice . I partiti non hanno più uomini da opporre ai candidati socialisti . Le ultime elezioni lo hanno mostrato a chiare note . In fatti , io lo ho potuto constatare de visu . Avviene questo fenomeno per la ricerca dei candidati politici . Due sono le generazioni che ci precedono nella vita , e che hanno passato i trent ' anni ; i vecchi , quelli che oggi sono sulla sessantina e più , ultimi resti di una generazione forte , ardita , avventurosa , poco colta ma molto attiva , con una anima feconda di ideali , sorta in una epoca di spasimo e sviluppatasi fra vere battaglie , ma oggi stanca appunto per la multiforme opera prestata , esaurita , fuori del tempo e ridotta a pochissimi individui ; gli intermedi , quelli che oggi hanno raggiunto il punto più alto della parabola vitale , generazione ibrida che ha tutti i difetti dei vecchi senza averne le buone qualità e che in più vi aggiunge una male intesa concezione della vita moderna ; generazione inconcludente , debole , senza tenacia e senza ideali , che ha visto fare e non ha potuto fare , sorta in mezzo alla trasformazione e sfibrata dal mutamento dell ' ambiente , inadatta ai tempi nuovi e fuori del passato ; generazione , che non può dare capi ma solo gregari , che non può dirigere ma essere diretta , che non ha idee proprie e che trascura coi pregiudizi le idee che le sono presentate . Per cui mentre i primi , i vecchi , non sono più in numero sufficiente per fornire tutti i candidati richiesti , e fra qualche anno quando l ' ora ciel pericolo sarà suonata , non esisteranno più , i secondi , quelli che dovrebbero assumere l ' eredità , sono inetti al còmpito , invisi alle maggioranze e più diversi da noi e dal tempo nostro che non i vecchi medesimi . Così che trionfarono ancora nelle presenti elezioni i vecchi e i mediocri degli intermedi , essendo i partiti politici imbarazzati per trovare qualcuno da opporre ai sociali . Ecco perché si videro candidati nuovi di 70 anni , età in cui l ' uomo appena giunge a conservare con l ' uso di tutte le sue energie la sola attività vegetativa , e candidati assolutamente inferiori alla loro missione rieletti per 12 , terza o quarta volta . Sfido io non ci sono uomini ! E quando i vecchi saranno finiti , e gli altri avranno dimostrato la loro inettezza e inadattabilità ai nuovi tempi , per forza i partiti politici saranno costretti a rivolgersi a noi a farci largo e a porci alla loro testa . Su ciò del pari non può nascer dubbio . Qualunque sia il partito politico che ci chiamerà , non importa : noi abbiamo un programma nostro formato con idee nostre e col patrimonio della scienza odierna e che noi sosteniamo con mezzi di lotta e di discussione del tutto nuovi , e sappiamo che quelle divisioni politiche che ci hanno portato in su sono fatalmente destinate a morire . A noi basta l ' essere portati contro il socialismo al quartiere generale della immensa battaglia che daranno le forze esistenti alle nuove , volute monopolizzare dai socialisti . Dopo di questa battaglia noi alzeremo a nostra volta la nostra insegna raggiante e ci slanceremo alla conquista della felicità contro il trionfatore . Avanti adunque , gli erti sentieri umani sono aperti e soleggiati . Venezia , maggio '97
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... Giovinezza , giovinezza ... è intonato per le vie dalle fanfare e dai concerti militari ( perfino dalla Regia Guardia ! ) , entra nei luoghi dove meno si sospetterebbe ( l ' ho sentito uscire , trionfante , tra la sorpresa prima e gli applausi poi , in una festa d ' una comunità religiosa ) , è di prescrizione in tutti i ritrovi ; le orchestre di tutti i teatri e le bande anche dei più umili villaggi sanno benissimo che assai di rado si sfugge alle acclamanti richieste del novissimo inno . Chi è l ' autore , o chi ne sono gli autori ? È . certo soltanto che le belle suggestive parole del ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza ... si trovano nel canto degli Arditi , del quale invano ha tentato di ricostruire la storia il Fumagalli nell ' ultima edizione del suo Chi l ' ha detto ? Parrebbe che l ' inno degli Arditi , intitolato appunto Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza fosse l ' adattamento operato dall ' exsottotenente degli Arditi Marcello Manni d ' un coro tratto da un ' operetta intitolata Festa dei fiori , musica del maestro Blanc e parole del compianto Nino Oxilia , rappresentata a Torino prima della guerra ( del coro , poi , era stata fatta la riduzione per banda da G . Castaldi che ha figurato anch ' esso come autore dell ' inno degli Arditi ) ... Il Fumagalli riporta inoltre un ' altra versione secondo la quale Giovinezza , giovinezza sarebbe opera di un laureando dell ' Ateneo torinese , il signor Blanc di Torino che la cantò la prima volta nel 1910 a Bardonecchia , dove si svolgeva un corso di skiatori al quale partecipava un ufficiale per ognuno dei reggimenti Alpini . La canzone piacque ai giovani ufficiali Alpini che la popolarizzarono presso i rispettivi reggimenti e fu messa in repertorio dalle loro fanfare , tanto che fu adottata dal corpo quasi come inno ufficiale . Per concludere , può dirsi identificato il musicista di Giovinezza , giovinezza : il maestro Giuseppe Blanc che figura , come abbiamo veduto , tanto quale autore della Festa dei fiori ( da cui derivò l ' inno degli Arditi ) quanto come autore dell ' inno degli Alpini , esaltante anch ' esso la giovinezza . Ma il poeta ? ... Diremo solo che da Torino è stato lanciato un " inno italico " con musica di G . Blanc e parole di Vittorio Emanuele Bravetta con questo ritornello : Giovinezza , giovinezza primavera di bellezza , il coraggio e la fortezza ci provengono da te ... che è anche diffusa , da Firenze , una " edizione ufficiale " dell ' inno dei Fascisti Giovinezza , giovinezza con motivi di Giuseppe Blanc , riduzione di Ernesto Vitale , e che pure a Firenze è stato stampato il canto dei Fascisti Giovinezza , giovinezza , con queste indicazioni : versi di Marcello Manni ( l ' ufficiale degli Arditi che abbiamo ricordato ) , musica di G . Blanc . L ' origine torinese della musica e la stretta parentela con l ' inno degli Arditi sono così adombrate in una breve prefazione dello stesso Marcello Manni : " Compagni torinesi , io vi porto una canzone che è vostra , una canzone che forse il vostro bel cielo ispirò , una canzone che porta ancora viva la freschezza di un canto goliardico . Pur nella sua veste fascista essa rimane la canzone dell ' arditismo " ...
GAZZETTINO UFFICIALE DI STRAPAESE ( ORCO BISORCO , 1928 )
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La gente di Strapaese , salutando l ' inizio della quinta annata del suo Selvaggio , portavoce del paese più paese del mondo , ha stabilito in una memorabile assemblea , prima di tutto di riconfermare Orco Bisorco suo segretario anche per il 1928 , e in secondo luogo alcuni principii d ' ordine generale e alcune precise direttive che il Selvaggio dovrà seguire , per una sempre maggior chiarezza delle sue funzioni . 1 . - Gli artisti che fanno capo al Selvaggio intendono di proseguire l ' italianissima tradizione per la quale essi hanno sempre fatto parte integrante della vita politica , rappresentando anzi la quintessenza dell ' italianità . Italia prima che industria , agricoltura , commercio , significa spirito , e gli artisti sono i sacerdoti dello spirito . Quel che essi pensano e affermano ha valore di voce schietta della razza e quindi funzione di prim ' ordine nella vita politica italiana . Soltanto in un regime demoliberale o socialistico , e quindi improprio all ' italianità , gli artisti erano assenti dalla vita pubblica . Il fascismo , restauratore degli autentici valori nazionali , ha ridato , e il Selvaggio ne è prova palpitante , una coscienza politica agli artisti . 2 . - Strapaese , originale espressione di bisogni spirituali di un popolo che ha ritrovato la sua unità nel Fascismo e che la vuol permeare dei propri caratteri , attraverso quella necessaria continua selezione in cui consiste la modernità , non è stato difatti creato da letterati , ma da artisti . Questo punto è essenziale e non va dimenticato . 3 . - Gli artisti , per essere immuni da tendenze a carriere politiche e a posizioni politiche personali , sono i più adatti naturalmente a esprimere , nell ' interesse del Fascismo , una serena opera positiva e negativa perché la vita italiana acquisti tono , stile e costume sempre più degni delle aspirazioni imperiali della razza e si vada liberando da incrostazioni , deformazioni e deviazioni ostacolatrici , magari con etichetta fascista o col favore di personaggi fascisti , del compito alto e severo del vero Fascismo . 4 . - Occorre avere il coraggio , squisitamente fascista , di mettere a confronto le affermazioni ideali e di ordine generale coi fatti della realtà , e di assumersi la responsabilità di denunziare la sconcordanze che ne resultassero , senza rispetti e senza preconcetti . Amici o nemici sono la stessa cosa di fronte alla rivoluzione . Soltanto se alimentata da un simile coraggio , la critica può esser benefica e feconda . Il Duce va servito con fatti e non con chiacchiere aeree o con divagazioni dottrinarie . Questo farà il Selvaggio , che si chiama così anche perché è estraneo ad ogni forma di società di mutuo soccorso politico o peggio . 5 . - Soltanto la passione sincera incita a scoprire il male e a combatterlo . La parola d ' ordine « Tutto bene » è un tradimento , ed è un segno di spregevole cinismo o di volgare egoismo , quando si applichi come sistema per scaricarsi dalle responsabilità dalle seccature . Il Fascismo non può volere dei servizi sciocchi , ma dei devoti , ardenti , vivi e fieri gregari . I fascisti debbon esser degli apostoli e la tessera non dev ' essere un ' autorizzazione al vivere tranquillo e sicuro , ma una consegna di coraggio e di azione . 6 . - Strapaese proclama da anni la necessità di difendere il carattere rurale della vita italiana dalle importazioni di civiltà straniere che tendono a distruggerlo . Questo è un principio politico , non una ricettina letteraria . Andate a un mercato qualunque dei nostri paesi : vedrete gente robusta , abbronzata e fiera , attivissima e piena d ' ingegno . Costì è la base di un impero . Andate in un tabarìn : ci troverete dei giovani che a trent ' anni n ' hanno sessanta . 7 . - L ' Italia è il paese dell ' armonia . Tale armonia deve trovare riscontro nella vita politica . Noi detestiamo il quaqquerismo formalistico . Gli uomini son uomini : pieni di vizi e di virtù : la politica deve maneggiare un materiale eterogeneo per fare le sue costruzioni . Occorre la nobile pietra , come occorre il fango . Si tratta di fare in modo che la pietra domini il fango ; che l ' edificio non risulti un ammasso di mota , ma un armonico insieme dove il marmo prezioso e l ' umile calcina concorrano a creare un capolavoro . 8 . - Ma le questioni letterarie , i problemi artistici , estetici , le tendenze , le scuole , le mode , le polemiche ? Non c ' interessano se non in quanto possano interessare quelli che per noi sono i principi essenziali dello spirito italiano , e i valori che attraverso i secoli esso ha affermato . Il resto , o è pettegolezzo e non ci riguarda ; o è questione tecnica e culturale , e in quanto riguarda il nostro mestiere , in tanto ci mettiamo bocca . Tranquillamente ripigliamo quindi il nostro lavoro , offrendolo con semplicità e con affetto , per quel che valga , e senza pretesa alcuna d ' infallibità , ma con la fierezza dell ' onestà e della serietà che ne formano la sostanza , al nostro Duce , e agli Italiani .
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È così raro il trovare un contradittore cortese , il quale opponga ragioni a ragioni , anziché argomenti tolti al sarto o ingiurie apprese nella bettola , che io non ho saputo resistere alla tentazione di credermi per qualche parte indicato nel suo articolo , pubblicato sul Marzocco col titolo Contro l ' egoismo e di rispondervi , a rischio forse di apparire pretensioso . Io confido del resto che tale apparenza vanirà per la natura della mia risposta e per la sua obbiettività . Poiché , anzitutto , io non voglio discutere sui principii generali che portano lei a combattere la legge morale che si fonda sulla supremazia dell ' io e che hanno portato me invece ad affermarla nella formula più assoluta in un libro recente . Una tal discussione , Ella lo comprende , esigerebbe non un articolo , non un giornale , ma volumi e volumi , come quella che implica tutta la concezione filosofica dell ' universo considerato in tutti i suoi diversi ordini di fenomeni , da quelli cosmici fino a quelli psichici e sociali . Pertanto io desidero limitare queste mie osservazioni a un solo rilievo di carattere generale e poi fermarmi esclusivamente sopra i fatti da lei addotti in sostegno delle sue conclusioni . Il rilievo di carattere generale è il seguente : Ella fa tutt ' uno dell ' egoismo ( inteso nel senso più ristretto , più concreto e più condannevole del vocabolo ) e di un sistema morale e sociale astratto chiamato egoarchia . Ella confonde insieme quella parte più atavica e animalesca del nostro istinto elementare di conservazione e di soprafazione che è appunto l ' egoismo vitale con quell ' altissimo e astratto complesso di idee e di norme tendenti non all ' esaltazione dell ' egoismo ma bensì dell ' io individuale , definito col nome di egoarchia o meglio di egocrazia , appunto in contrasto a democrazia . Né la differenza è piccola , perché dicendo esaltazione dell ' egoismo si può interpretare , come Ella fa logicamente , tanto l ' incitamento ai più brutali atti dell ' uomo inferiore quanto la negazione di ogni grandezza affettiva e morale , concludendo facilmente alla riprovazione e alla condanna ; mentre dicendo esaltazione dell ' io individuale , tale interpretazione non è più lecita , e si intende soltanto lo sviluppo di quelle attività e facoltà fisiche e intellettuali tendenti ad una più armonica , più bella e più completa esplicazione della propria personalità senza affatto impedire che all ' intorno , parallelamente , altre personalità ottengano il medesimo svolgimento ; e da tutto ciò esula qualsiasi idea di riprovazione e di condanna . Non è lecito infine far una cosa sola dell ' egoismo , come elemento del nostro essere biologico , elemento integrante e necessario e perciò soltanto né buono né cattivo , con l ' egoarchia , come sistema filosofico , del tutto indipendente dal primo ; o se tal confusione si fa , essa viene subito a togliere ogni forza all ' argomentazione , perché l ' egoarca potrà sempre rispondere : « Verissimo quanto dite sull ' egoismo e sopra i suoi effetti , anzi io vi approvo , ma ciò non ha nulla a che vedere né con l ' egoarchia né con le conseguenze morali e sociali di essa » . Io vorrei ancora farle notare un ' altra confusione di minore entità in cui Ella crede , quando nella espressione astratta assoluta di Legge morale Ella intende di significare la passeggera e relativa norma morale che Ella ed altri seguono in questo quarto d ’ ora , a preferenza di un ' altra , mostrandole quanto sia pericoloso l ' attribuire una tale importanza all ' abito morale proprio anche quando esso sia accetto alle maggioranze , perché domani io potrei valermi dello stesso diritto per dichiarare sola legge morale assoluta la norma morale che io ed altri propugniamo e dichiarare immorale la sua ; ma l ' insistere su questo punto porterebbe di necessità a trattare sulla differenza del relativo e dell ' assoluto morale e ancor più sulla disparità dei vari sistemi etici , i quali non per questo cessano di essere morali , nel senso di essere norme della condotta tendenti a un dato scopo ; e vengo ai fatti . Ella scrive : « Che cosa significa egoismo ? » « Significa in politica , il Valentino ; in etica , Don Giovanni ; in fisiologia , Trimalcione . E se volete ancora , in politica , il processo Dreyfus ; in etica , il quartiere latino ; in fisiologia , la Banca romana . E ancora in politica , le stragi d ' Armenia ; in etica , Malthus ; in fisiologia , la dinamite » . Ora se il riferimento del Valentino e del Don Giovanni possono reggere , ed io non so celare la mia ammirazione per queste due autentiche e veramente umane personificazioni del dominio e del piacere , gli altri esempi sono più o meno fuori luogo . Il processo Dreyfus ? riguardo al processo Dreyfus basta non contentarsi delle apparenze , delle lustre superficiali , delle retoriche verbali , buone solo per gl ' ingenui e gli illusi , e penetrare un po ' addentro in quella intricata matassa per capire che la cosa non è tanto liscia , che la tanto strombazzata giustizia e la invocata verità salvo appunto per qualche illuso in buona fede , come lo Zola , non sono che pretesti , come lo era il ribasso del pane per i tumulti delle plebi italiane , per capire che il processo lo hanno ridotto quello che ora è i soliti mestatori , altruisti soltanto quando si tratta di provocare disordini e di demolire . Non è il governo o l ' esercito che non voglia rivedere il processo Dreyfus . Ella è giovane troppo intelligente per ripetere questo genere di illazioni in cui si impernia la scienza democratica , ma sono invece i peggiori elementi del corpo sociale che , ammantandosi di simpatici orpelli , vogliono fare il processo alle classi incarnanti l ' autorità e la forza . E queste si difendono , ed è giustizia il dirlo , molto ma molto male . Il Quartier latino ? Eh via , per il quartier latino si potrà parlare di licenziosità , di volgarità ( non egoistica , ma rumorosa e plebea ) , di miseria , di sciocchezza , ma di una applicazione della morale dell ' egoismo , no , no sicuro . Sarebbe lo stesso come se io , dal mio punto di vista , affermassi che le sconcia urla di una dimostrazione popolare rappresentano l ' applicazione del regime democratico in pro degli umili alla politica . Ella se ne dorrebbe ed avrebbe ragione . Peggio poi quando si esuma il putrido affare della Banca romana . Qui , per un lato , si tratta di quella corruzione imbecille e piccola propria dei nostri governanti , venuti su dall ' avara borghesia o dall ' avida plebe ; per l ' altro di criminalità vera e propria . Tanto varrebbe allora che Ella richiamasse tutti i crimini , omicidi , truffe , rapine , furti che avvengono in Italia : poiché non c ' è differenza fra i grandi e i piccoli , nel qual caso , io avrei tutto il diritto d ' imputare con la medesima logica al regime morale e sociale che Ella difende gli stessi crimini , poiché nessuno più di me li ritiene incompatibili con l ' ideale espansione egoistica che io propugno , impossibili quando questo ideale fosse realizzato . Il criminale non rappresenta il frutto dell ' egoismo ma lo scarto fallito dell ' egoismo , e dico egoismo e non egoarchia , poiché non posso ammettere che Ella rinnovi contro questo sistema filosofico l ' errore grossolano che , anni fa , si commetteva da taluni imputanti alla teoria darvinistica le aberrazioni criminose del singolo , e fra questi alcuni debbo notare il Daudet . Altrettanto potrei dirle per le stragi d ' Armenia , ma io desidero sopratutto venire all ' ultimo esempio che Ella cita , alla dinamite . Questo no poi , assolutamente no . Permetta che io le dica che qui Ella ha invertito le parti . Basta la più elementare conoscenza di quello che è e di quello che vuole o meglio non vuole l ' anarchia e sia pur quella che mette la dinamite al servizio di un ' idea , per dovere concludere a rovescio di quanto Ella ha affermato . L ' anarchia , ed Ella non ha bisogno che io glie lo insegni , da Bakounine alle figurazioni letterarie di essa nel Germinal e nel Paris , se rappresenta qualcosa , rappresenta l ' antitesi più spiccata dell ' egoismo , rappresenta il sogno utopistico di umanità , di eguaglianza , di comunanza e di amore più grande che sia mai stato fatto sulla terra , rappresenta addirittura l ' altruismo sovrumano . Ni dieu ni maître , tutti uguali , tutto in comune , non più autorità , non più leggi , libertà e fratellanza universale , questo l ' ideale anarchico , il quale costituisce , precisamente l ' estremo svolgimento logico dell ' incompleto concetto cristiano democratico socialista . E come negli effetti a queste limitate concezioni cristiane - democratiche - socialiste , quando la turba inferiore comincia ad operare corrispondono lo sciopero , la sommossa , il tumulto , la devastazione , il saccheggio , così alla illimitata concezione altruistica dell ' anarchia corrisponde inevitabilmente un ben maggiore effetto , la dinamite e la distruzione . Per cui se la morale egoistica , secondo Ella dice , può apparire la negazione di ogni morale , la morale altruistica portata alle sue ultime conseguenze può significare la negazione della vita medesima . Poiché , almeno lo spero , Ella non vorrà certo imputare all ' egoarchia e ai suoi seguaci e in genere a coloro che mirano a scopi egoistici ed edonisti l ' uso della dinamite . Sarebbe errore troppo grande e sarebbe una affermazione smentita da tutti gli attentati dinamitardi individuali e collettivi avvenuti da che la dinamite fu inventata , e basta che Ella ne ricordi qualcuno per dovermi dar completa ragione su questo punto . Del resto Ella che si mostra nei suoi studi critici fine psicologo non può ignorare che essenza dell ' egoismo è conservare e non mai distruggere e ciò anzi tanto più quanto l ' egoismo è angusto e materiale . In un altro punto del suo articolo là dove vieppiù l ' argomentazione stringe Ella giudica : « Una donna del popolo che compia un atto di sacrifizio è infinitamente più grande di fronte all ' Assoluto che non siano Copernico , Lagrange , Dante , Leibnitz , Galileo » . Qui davvero io non mi trovo più , anche facendo astrazione completa dall ' egoismo e dall ' altruismo , e non mi trovo più perché non comprendo il valore di questo paragone , dato che il termine fisso l ' Assoluto a cui Ella confronta la donna sacrificantesi e l ' uomo di genio mi è ignoto , come è ignoto a Lei e a tutti . Quale assoluto ? Notando che , pur dovendole fare questa domanda , sono obbligato a riconoscerla errata e a ritenere già errata la risposta , perché qualunque qualifica Ella mi esprimesse , questa verrebbe necessariamente a limitare l ' assoluto , che allora non sarebbe più assoluto . E per tanto si impone il dilemma : o Ella mi specifica l ' assoluto ed allora questo è una porzione del relativo , o Ella lascia , come è imprescindibile , indeterminata l ' espressione e allora il confronto diviene impossibile e nulla significa poiché si paragona un termine noto ad uno del tutto , non solo ignoto , ma inconcepibile . E quest ' ultima è la verità ; il confronto da lei instituito non può sussistere , perché di fronte all ' infinita chimera dell ' assoluto l ' atto umano , dalla Divina commedia alla giocata di un temo al lotto , e noti solo l ' atto umano , ma qualsiasi atto biologico , e non solo , ma qualsiasi fenomeno , dalla sconfitta della Spagna alla caduta di una goccia d ' acqua , dalla conflagrazione di un sole allo spostamento di un grano di sabbia , ha lo stesso valore e la medesima importanza ; non è né più grande né più piccolo , né migliore né peggiore , è , soltanto è e basta . Ella ha forse una sola via di uscita , una sola risposta , quella di oppormi l ' Assoluto divino , Dio , ed allora davanti a un argomento di fede , io non discuto più , poiché la discussione non è più possibile ; mi inchino . Ancora una osservazione prima di venire all ' ultimo fatto . Ella scrive : « Essa ( la legge morale dell ' altruismo e del disinteresse ) è una vera e propria legge di natura , di cui le religioni sono interpreti e custodi » . La frase è bella letterariamente , ma filosoficamente contiene due errori . Primo : gli studi più recenti hanno tolto ogni finalità , ogni teleologia alla natura , la quale non ha scopi né buoni né cattivi da conseguire e quindi essa non ha che una legge sola , quella del divenire , all ' infuori da qualsiasi apprezzamento qualificativo : inoltre anche nell ' accezione non scientifica ma materiale del vocabolo , la natura , quando la si guardi con occhi veritieri , spogli ad ogni rosea superstizione , ci porge in ogni sua manifestazione un solo insegnamento , quello dell ' indifferenza e dello sperpero o sovente dell ' ingiustizia o della crudeltà sia che ci fermiamo sul delicato fenomeno della riproduzione degli esseri sia sull ' esistenza stessa dei corpi inorganici . Per cui non è già che la natura sancisca la legge morale altruistica e disinteressata ma furono i propugnatori di questa morale che incorporarono nella natura e alla natura prescrissero il loro ideale . Secondo : vi furono e vi sono religioni in perfetta antitesi con la legge morale del disinteresse e della rinuncia e non mi occorrono esempi , poiché Ella di certo li può trovare al pari di me . Sono giunto così al fatto essenziale e conclusivo cui Ella , attribuendo più forza di qualsiasi ragionamento , oppone alle dottrine egoarchiche . Ella dice : « Del resto , più di qualunque dimostrazione , la smentita più eloquente alla vostra egoarchia sta nell ' evoluzione stessa della società contemporanea , la quale prende a cellula tipica non già le signorie del rinascimento ma le corporazioni mediovali » . Qui non mi occorrono argomentazioni , obbiezioni e difesa ; la storia , il gran libro della storia sta lì aperto e per tutti palese . Mi basta solo che Ella riconosca la verità storica dei fatti , il significato cioè della corporazione d ' arti e mestieri nel medioevo – strettissima , misoneista , tirannica , ladresca associazione di chi possedeva lo strumento e la capacità tecnica per l ' asservimento e lo sfruttamento del lavoratore anonimo e del consumatore di fronte alle magnifiche signorie del Rinascimento che illustrarono l ' Italia davanti al mondo e segnarono una meravigliosa fioritura d ' arte e la rinnovazione della scienza ; mi basta , ripeto , che Ella riconosca questo , che del resto è la verità , perché io le ammetta che l ' evoluzione della società contemporanea sui regoli democratici e socialisti prende a cellula tipica non già le signorie del Rinascimento ma le corporazioni medioevali . Ma in questo caso sarò io quegli che avrà ragione e che sarà nella logica e nel vero , quando concluderò contrariamente a lei : « Tale evoluzione significa la condanna della società contemporanea e specialmente della guida che la dirige ; tanto peggio se questa è la morale dell ' altruismo e del disinteresse , e significa la trionfale giustificazione ed esaltazione della morale opposta , quella della egocrazia » .
ITALIA NUOVA ( - , 1921 )
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... Perché Benito Mussolini ha dichiarato che " il gruppo fascista si asterrà ufficialmente dal prendere parte alla seduta reale " è sorto per ogni dove un venticello di fronda che francamente , a noi fa molto schifo . Esistono dunque ancora dei fascisti che si sono rifugiati nel nostro purissimo e giovanile movimento per cullarsi nella certezza di una conservazione perenne dello stata quo per sottrarsi all ' incubo di tutte le trasformazioni , per sentirsi al sicuro da ogni novità che si affaccia all ' orizzonte politico . Ci sono ancora dei fascisti dei simpatizzanti che non hanno affatto compreso quello che è e deve assolutamente essere il fascismo , che non possiedono la mentalità spregiudicata che ci occorre , che non hanno seguito la nostra evoluzione parallela a quella dei tempi . Ebbene , tali pseudofascisti dovranno passare per questo vaglio , secondo , dopo quello creato dai fatti di Fiume . Inutilmente dunque per costoro illustrammo su queste pagine il nostro programma con tenace insistenza , vagamente per essi proclamammo che se il fascismo è intimamente antipregiudizialistico , nel momento attuale , date le attuali condizioni , è tendenzialmente repubblicano . Leggano costoro l ' articolo del Duce " Parole chiare alle reclute " imparino che il fascismo non è mai stato monarchico dalle sue origini fino ad oggi e che il fascismo assunse un atteggiamento di destra negli ultimi tempi esclusivamente per la necessità di combattere la degenerazione ... ai principi originari . Ma ora è tempo di tornare sulla retta via , ai principi originari . Questa monarchia che sanzionò la amnistia ai disertori , questa monarchia che assume per i suoi ministri il Cagoia e il labbrone , questa monarchia che va cercando , come farà nel discorso della corona , la collaborazione socialista al governo , questa monarchia che non ebbe uno slancio di fede nei momenti tristi , un gesto grande e generoso nei momenti tragici non è degna , o signori falsi fascisti , di essere da noi riverita . Noi siamo l ' Italia nuova che se ne frega dell ' Italia vecchia , siamo la purità che insorge contro la camorra impura , l ' eroismo contro la vigliaccheria e guai a noi se ci comprometteremo con un solo atto di omaggio verso la vecchia Italia di ieri . Il sacro compito della rivolta del bene contro il male è passato dal socialismo migliore di un tempo e dal repubblicanesimo a noi . Se all ' apertura della Camera , l ' aula fosse vuota , come dovrebbe , da tutti i fascisti , repubblicani e socialisti , ahi allora sì avrebbe finalmente la sensazione che il Paese va , con una mentalità nuova , verso istituzioni nuove , e che la meta , attraverso la Costituente non è lontana . Così forse non sarà , perché l ' anima piccina e affaristica di coloro che hanno tradito la Patria e poi Lenin , avviandosi verso il piccolo sol dell ' avvenire della collaborazione al governo , avrà perduta la voglia di assentarsi . E se a poco varrebbe l ' assenza dell ' esiguo gruppo repubblicano , molto significativa in tutti i casi sarà l ' assenza del gruppo fascista . Ma chi sono coloro , fra i nostri , che questo non comprendono ? " Noi pensiamo scrive Mussolini che per i nuovi alla vita politica , per coloro che si affacciano per la prima volta sulla scena , questo discorso è assai probabilmente superfluo . I giovani ci comprendono magnificamente e non hanno gli strani tremori , le curiose oscillazioni , proceduristiche e formalistiche , nelle quali molta gente impiglia e perde la sua coscienza . Molte reclute che sono venute al fascismo nel 1921 , ignorano , evidentemente , la storia del fascismo italiano ; non conoscono , evidentemente , le idee programmatiche direttrici del fascismo italiano e stanno pescando dei granchi piuttosto vistosi che non hanno proprio niente di comune col fascismo italiano . " Dunque uomini vecchi di età che sono vecchi anche di spirito , si discostino da noi , insieme ai giovani d ' età che sono vecchi di spirito . Noi siamo fascisti . Fascisti , oggi tendenzialmente repubblicani , che ànno qualche non lieve cosa , da rimproverare alla monarchia . Se voi avete applaudito Mussolini quando disse , il 3 aprile , che per merito nostro il timone dello Stato passa da Giolitti a Gabriele D ' Annunzio , come potete conservare una mentalità così piccina , pesante , statica , incagoiata come quella che non vi fa approvare una doverosa e dignitosa astensione dalla prima seduta della Camera , che è cerimonia squisitamente dinastica ? A Bologna i fascisti sono nella grandissima maggioranza , dei migliori , concordi nell ' indirizzo puro , nell ' indirizzo di Mussolini e nostro . Siamo orgogliosi di poterlo dire al Duce . Siamo fieri di proclamarlo ai quattro venti che portino l ' annuncio ai fascisti veri e a quelli falsi delle più lontane regioni d ' Italia . E commettiamo solennemente ai deputati fascisti della nostra circoscrizione che presenzieranno all ' adunata di Milano di sostenere con intransigenza , il principio dell 'astensione."
CRONACA NERA ( POLVERE , 1928 )
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Benissimo ha fatto Paolieri a mettere al posto le cose intorno al Salgari , su cui i soliti giornalisti - letterati stanno facendo un disgustoso can can , ridicolizzando quello che potrebbe essere una semplice riparazione , dal punto di vista strettamente economico , dall ' ingiustizie e angherie che il Salgari patì dagli editori . Dice opportunamente Paolieri sulla Nazione : « Il Salgari , non solo scriveva con la sciatteria degli scrittori a poche lire la dispensa , ma non poteva essere un vero e proprio educatore , come ad esempio l ' impareggiabile Giulio Verne , proprio a causa della sua completa mancanza di cognizioni scientifiche , oltre che di sintassi e di lingua . Il Salgari non era che un abile rimpolpettatore del Mayne - Reid , dei l ' Aymard , del Boussenard e , soprattutto , dell ' Assollant sulle cui orme marciò peggiorando il genere per l ' assoluto dilettantismo nel quale sempre rimase , non possedendo serii studii di scienza né avendo mai sconfinato oltre la propria provincia . » Aggiungeremo per conto nostro che Salgari ha diffuso nevrastenia e morboso romanticismo nelle file dei giovani lettori , li ha tenuto lontani dagli studi , dalla realtà e dell ' umanità . Siamo quindi sbalorditi di leggere sul Raduno che Salgari sarebbe un « martoriato educatore della nostra gioventù » e un precursore del fascismo ; e lo sbalordimento si muta in nausea e disgusto quando in quel giornale « degli artisti di tutte le arti » troviamo , buttata giù di straforo , una frase simile : « Io affermo che nel bilancio storico dell ' Italia , della nuova Italia , Emilio Salgari conta molto più che Giacomo Leopardi » . Se degli Italiani pensano e scrivono questa roba in pieno anno VI del Fascismo , noi ci domandiamo seriamente se valga la pena lottare e dedicare , come abbiamo dedicato , la nostra migliore giovinezza per la purificazione di questa nostra Italia , che vorremmo grande , nobile bella , gloriosa e forte , e che non sa ancora espellere violentemente da sé tanta marcia , tanta miseria , tanta carogneria . Inconsciamente , l ' autore di quella trista frase , ha posto un problema essenziale . Insomma , l ' Italia del Fascismo è nata da Salgari o da Leopardi ? Il problema esiste , dal momento che qualcuno l ' ha posto . Ma intanto , visto che il Raduno si è gloriosamente collocato fra le più evidenti manifestazioni di grossolanità , di volgarità e di ignoranza , domandiamo , alle corte : 1 . - Se roba simile è fascismo ; 2 . - Se il Raduno è giornale polemico o officioso ; 3 . - Se gli intellettuali e gli artisti sono obbligati ad essere solidali con un organo di tanta imbecillità e confusione , degnamente battezzato con una parola che in Italiano non esiste .
StampaPeriodica ,
Io penso nel medesimo tempo con una tristezza e con una gioia infinite ai profondi secreti dell ' anima che i grandi poeti non rivelarono mai con le parole . Quel silenzio immortale nel quale si spense la loro voce potente , avvince , attraverso i secoli , il nostro spirito al loro , e ci attira ancora coi profondi abissi del mistero , vaneggianti sempre dinanzi agli occhi vigili della mente nostra . Quanto di tutto quello che s ' agitò nel cuore di quei grandi , e il meglio senza dubbio , non suggellò nel loro petto col suo bacio la morte ? E tutto quello che essi sentirono , quella voce che per loro soli ebbe la natura e che si articolò in parole , le cui sillabe furono battiti del cuore e pulsazioni delle arterie , tutto questo non potrà dunque più riecheggiare nell ' animo d ' alcuno ? Allorché io vedo lettori attenti badare , nella lettura dei poeti , solamente a ciò che le parole suonano , vedo uomini pallidi , il cui viso non ha mai imporporato la fiamma dell ' Amore . Ma vi son quelli sul cui animo incombe la gravità di quel silenzio che involge d ' ombra quelle parole e che silenziosamente ascoltano parlare il loro cuore ; e sono gli eletti , che sentono in quel momento la loro comunione con gli spiriti del passato . La fatica dei secoli intorno alla Commedia non è che lo sforzo titanico di penetrare l ' immenso e pauroso silenzio di Dante , e dimostra ad un tempo la grandezza del poeta , e la vanità delle opere umane quando non sono irraggiate dalla Grazia . Il commentatore non potrà mai pronunziar la parola che non suonò sul labbro del poeta , perché l ' eterno non si può chiudere nel tempo , e il silenzio ( diceva il professor Teufelsdröckh ) è appunto dell ' eternità , come del tempo è la parola . Egli dunque disporrà solo l ' animo del lettore ad accogliere in lui quel muto linguaggio i cui segni ideali , sono tutti nella profondità dell ' anima nostra e sdegnano di essere racchiusi nelle angustie delle lettere e di essere evocati da deboli suoni . Ogni volta che io ripeto nella mente : Quel giorno più non vi leggemmo avante e ripenso a tutti coloro che hanno voluto compiere il pensiero del poeta , non so se m ' assale più il dispetto o il riso , ed ho come davanti agli occhi il riflesso della fiamma che tremò nell ' animo di Dante e Io scaldò : intraducibile tutto . Noi possiamo comprendere , ma non spiegare ; risentire tutto il tumulto della passione incomposta , violenta , ma non esprimerlo ; e rifugiamo dal limitare il sentimento della nostra tristezza , che è più vago , più si diffonde quasi per tutto l ' essere nostro . I poeti i quali trovarono una espressione determinata per tutti i loro sentimenti , o credettero che quanto essi percepivano poteva passare nell ' animo dei lettori solamente attraverso le parole , furono con questi in una comunione temporanea , poiché dei sentimenti si palesa con esattezza solo quel grado più semplice e più comune , nella cui espressione tutti convengono egualmente , poiché solo per poco può piacer riudire ciò che noi stessi possiamo ad ogni momento formulare . Così quelli , allorché furono spenti i contemporanei , testimoni delle anime loro , capaci di comprendere la parte più caduca di esse , la quale vibra nei sentimenti che sono la caratteristica di un periodo o di una società , non hanno altra via di comunicare coi futuri ; poiché tutto di essi si è spento . Fecero come i fanciulli : trovarono un suono per tutti i loro vaghi sentimenti : ma non proferirono mai la parola velata d ' ombra . E la natura li ammoniva in ben altro modo , la natura che ha rivestito tutte le idee più grandi e più belle di forme mute che solo a coloro che sanno ascoltare parlano un divino linguaggio . La natura dice attraverso le gemme e i fiori degli alberi le sue odorose parole , solo perché le profonde radici bevono nel suo oscuro seno i succhi della vita . L ' uomo che ascolta la parola del fiore caduco sa solamente quello che muore : quegli che sa udire tutto ciò che mormora sommessa la terra ha colto forse la parola eterna . Così l ' artista deve imitar la natura creando forme che abbiano un linguaggio per coloro che l ' Amore ha illuminato . Così il Poeta , il cui strumento è la parola , ha nelle sue mani il mezzo più potente e più difficile per creare : e la sua creazione diventa meravigliosa fra tutte le altre appunto perché egli ha saputo conciliare in una divina armonia il Silenzio e la Parola . Quando egli ha fatto ciò , ha creato nell ' arte quello che è vivo nella natura : il Simbolo . Molti scambiano facilmente l ' allegoria col simbolo e credono di avere allora svelato il significato riposto delle cose ; ma l ' allegoria non cela che apparentemente l ' idea , ed è un velo che può facilmente essere rimosso , così che tutto può apparire poi manifesto in tutte le sue parti . Non così il simbolo , che non lascia se non spiragli aperti al mistero delle cose e non può essere mai rivelato tutto . Ricordate Il Vischio di Giovanni Pascoli ? L ' orto nel quale egli erra con l ' anima sorella non ha carattere allegorico , cioè non indica alcuna cosa di determinato : ma i fiori rosei dei peschi e i bianchi dei susini sono pure la speranza e la promessa ; ma i loro petali sparsi a terra e calpestati sull ' aurora non adombrano le memorie vane , sono invece quelle stesse , « Ognuna con la sua lacrima ancora » . È importante notar questo , perché è essenziale al carattere del poeta il non aver voluto presentare due spettacoli distinti , l ' apparente e il morale , che si corrispondano artificiosamente e separatamente l ' uno all ' altro , ma l ' aver colto tutt ' insieme uno spettacolo della natura con la sua significazione oscura forse agli occhi del corpo , ma lucida a quella dell ' anima . L ' albero che getta , per la volontà di vivere , qualche cosa di più bello della vita , fiori od ali , è sempre l ' albero , ma quando ha detto al poeta il suo segreto . Allora solo , dopo che il poeta ha raccolto la parola eterna , allora solo egli che volge intorno lo sguardo s ' accorge dell ' albero ignoto , dell ' albero strano « Che non ha frutti ai rami e fiori al piede » . S ' accorge non già ch ' esso è davanti ai suoi occhi , ma che gli parla anch ' esso . Il molle seme del vischio si è inserito nella sua dura scorza , e volle , senza che esso o sapesse o credesse . Comprendete come qui sia scomparsa l ' allegoria ? Questa può spiegare quel che l ' uno volle e l ' altro non seppe e non credé ; il simbolo vi ha solo aperto quello spiraglio , perché voi che avete occhi vediate nella tenebra . E la fusione del silenzio e della parola è piena nell ' anima dell ' artista quando sa e vi dice quel che s ' agitò tra le fibre dell ' albero tristo , « E tu languivi : e la bellezza e il bene t ' uscìa di mente , né pulsar più fuori gemme sentivi di tra il tuo lichene » . La bellezza e il bene e le gemme sono appunto i termini di questa fusione , le une eterne , le altre passeggiere , e davanti agli occhi del poeta sono come una sola cosa : « Due anime in te sono , albero . Senti più la lor pugna , quando mai t ' affisi ne l ' ozioso mormorio dei venti ? Quella che avea lacrime e sorrisi , che ti ridea col labbro de ' bocciuoli , che ti piangea dai palmiti recisi , e che d ' amore abbrividiva ai voli d ' api villose , già sé stessa ignora . Tu vivi l ' altra , e sempre più t ' involi da te , fuggendo immobilmente ; ed ora l ' ombra straniera è già di te più forte , più te . Sei tu , checché gemmasti allora , ch ' ora distilli il glutine di morte » . Non cercate qui quello che il poeta abbia voluto significare nel mondo morale ; non fate alcuna costruzione etica ; non cercate il parallelo dell ' albero e dell ' uomo ; poiché tutta la vostra fatica sarebbe vana , e forse non direste mai tutta la verità . Io l ' ho già detto : questa non è un ' allegoria . Pensate solo che quell ' albero è il vischio , il vischio solamente con la sua ultrasensibile significazione , ed aprite l ' animo vostro ad accogliere il mistero e il simbolo : checché il cuore vi parlerà e voi non saprete esprimere è per voi la verità .