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LISTA BLOCCATA DE 'LA RONDA' ( MARGUTTE , 1919 )
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La seguente lista fu respinta dalla Prefettura di * * * per esser giunta con tre ore di ritardo . Chi la portava cadde da cavallo . Il male si è che s ' eran anticipati parecchi quattrini , le schede bell ' e stampate e , quel che più conta , impegnato il nome di gente di molto merito . Il contrassegno della scheda era il tamburino che si vede sulla copertina de La Ronda ( Roma , Piazza Venezia , 88 ) . Peccato ! Ma sarà per un ' altra volta . VINCENZO CARDARELLI . Pubblicista . Nato in vista del mare Tirreno , in terra etrusca . Il secolare travaglio della vita l ' ha fatto esperto dei vizi e dei valori umani . Soffrendo d ' insonnia , le pensa tutte : e certe volte vicino a lui ci si sente inquieti come in una foresta d ' alberi genealogici che cominciassero a mormorare . La sua gioviale e provocante camerateria si stampa profondamente nella memoria delle persone di passaggio . Gli amici rodono il freno , ma non se ne possono distaccare : perderebbero uno spettacolo troppo bello : di Cardarelli ce n ' è uno solo . Nondimeno i cocciuti girano al largo . Avendo da ragazzo cominciato a scrivere con tutta la sua testa fu detto subito che avrebbe fatto strada . Da principio fu redattore dell ' Avanti ! e propagandista ; ma voltosi poi tutto alle discipline letterarie vi fece un ingresso da padrone . Ammoniva e parlava come un fondatore . Tuttavia non si lasciò prendere dalle brutte febbri del nuovo e tenne fede ai grandi scrittori e alla vecchia umanità . Stampati i Prologhi , illuminazioni antelucane e canzoni di primo mattino , scrisse i Viaggi nel tempo . Esercitò per un anno la critica teatrale sul Tempo , lasciando di sé un dolceamaro ricordo ad autori , attori , comparse macchinisti e pubblico . Ora sta lavorando alle Favole della Genesi , che è come dire che rifà il mondo da capo , e con più criterio di prima . EMILIO CECCHI . Esquire . Nato a Firenze al tempo della Regina Vittoria . Come a tutti i veri scrittori il padre contrariavane l ' onorata vocazione delle lettere facendolo meglio atto ai fòndaci e alle dogane . Per non disobbedire il fanciulletto impiegava tutti i ritagli del suo tempo ad apprendere i principi delle lingue classiche e moderne , facendosene in breve ora padrone e conquistando , appena possibile , un posto di prim ' ordine nella giovane letteratura fiorentina , offrendosi a covare per suo conto le uova dei letterati più in voga e rompendole poi tutte allegramente . Critico letterario prima della Voce e poi della Tribuna , ha tenuto a battesimo le migliori speranze della poesia e della prosa italiana , macellando fra tanto modestamente tutti i capintesta degli allora correnti generi letterari . Egli è l ' Eliminatore , il Gastigatore , il Capitano Nemo di quest ' acque confusionarie , e non fu mai visto boja più elegante . Scoppiata la guerra posò la mannaia e partì per il fronte . Sul finire della conflagrazione fu in Inghilterra con incarichi d ' alta diplomazia . Di ritorno , interrogato sul Ponte Vecchio di dove venisse , rispose come il Guerin Meschino : " Dal mondo " . Ora se ne vive romito al Ponte dell ' Ariccia in forse tra il brigantaggio e la critica letteraria . Ma il giorno che Cecchi si desse al brigantaggio , poiché egli è veramente il campione della squisitezza e del disinteresse , tutta la classe sarebbe riscattata e glorificata . Ha scritto il Kipling , il Pascoli , la Storia della letteratura inglese , e altri libri raccoglie e prepara , goccia a goccia . RICCARDO BACCHELLI . Possidente . Nato a Bologna essendo consoli Acri e Carducci . Il padre fu fondatore nella città nativa di grandi istituti , d ' acquedotti , strade , giardini e altri abbellimenti edilizi . Il figliolo sopporta a pena d ' esserne il Cincinnato . A dirla tutta egli è il giovane Goethe bolognese che vien fuori da tutto il nostro sturm und drang post carducciano . Nel romanzo , nella novella , nella lirica , nel dramma , nella critica e nell ' epigramma , e non ha trent ' anni , egli ha lasciato segni d ' una potente individualità . Benché la sua opera non possa tutta andare senza previa scelta nelle mani delle virtuose giovanette , tuttavia essa è piena di significati morali da capo a fondo . È uno scrittore che va in ogni modo avvicinato con cautela , giacché non si posa mai su quel ramo che v ' aspettereste . Ma se cacciate sulle sue orme , ben avventurata sarà la vostra caccia . Quando i giovani avranno digerito la sua opera , forse s ' accorgeranno di star meglio e impareranno a vivere . Se il vecchio console Carducci avesse fatto a tempo a leggere alcuni dei Poemi Lirici sarebbe morto con più fiducia . Tutta l ' opera di Bacchelli esprime la febbre del nostro tempo e la nostra decisa volontà di guarire . Ha scritto il Filo meraviglioso , i Poemi lirici , le Memorie del tempo presente , l ' Amleto , e ora Spartaco . La sua dichiarata fedeltà alla Monarchia lo designa al favore degli uomini d ' ordine . Ha combattuto , a monte e a mare . ANTONIO BALDINI . Baccelliere in lettere . Di sangue arabo - tosco - romagnolo la passione delle lettere gli s ' è sviluppata grado a grado e a lasciarlo fare chi sa dove arriva . Pertanto la sua indole conciliante gli ha valso qualche condiscendenza da parte di vecchi e nuovi letterati . Le sue corrispondenze sull ' Illustrazione Italiana sono ricercatissime la domenica al caffè dei vecchi pensionati , e gli scrittori d ' avanguardia gli suppongono ancora qualche malizia d ' avanzo . Ma egli è tenace conservatore del patrimonio letterario nazionale , nimicissimo del libero scambio , avverso a tutti i programmi libertari , sostenitore dei vecchi generi letterari . Messo avanti , una volta , da un critico giovane come rinnovatore della sintassi e dell ' interpunzione giura che non l ' ha fatto a posta . Avendo molto dormito colla testa sui libri , la sua vita non la si può discorrere per colore e sorprese . Scrupoloso economo delle sue forze giace al sole , come lo prega il vecchio sangue arabo , e aspetta che le frutta cadano dal ramo . È sua la frase " Signori , la letteratura non è un terno al lotto " . Ha combattuto e ha scritto Nostro Purgatorio . Venuta la pace ha letto il Canto di Bellacqua alla Casa di Dante . Ma i giovini letterati non stuzzichino i cani che dormono . AURELIO SAFFI . Docente nelle scuole governative . È nato a Bologna ed è nipote del Bajardo della Romagna . La politica in lui sonnecchia con rari sussulti . La sua vera ringhiera è la poesia e l ' arte poetica . È l ' uomo di più sottili pasti che si conosca : è il Succi della poesia e della prosa italiana . Sarebbe carnivoro , ma a fin di bene . La sua analisi è più trafittiva che tutte l ' altre analisi . Nato cacciatore d ' ermellini in terra di bufali , non se ne dà per inteso e mantiene la posta . Dei giovani fondatori di riviste egli è il più schivo e il più conclusivo . In ronda è quello che drizza le orecchie ai rumori lontani e all ' occorrenza si svena come il mistico pellicano . Gran signore dell ' amicizia , potrebbe far suo il motto liberale del Marchese di Pescara : " Per vui se fa " . Ha scritto tutto quello che tiene nei cassetti . LORENZO MONTANO . Industriale . Veronese . Carattere dominante , l ' ottimismo . Egli è il buon macchinista che fida nella sua macchina e non ammette che i cantonieri possano rubare il salario allo Stato . Per grazia specialissima degl ' Iddei , dove gli altri uomini di lettere vedono ostacoli , nebbie e disservizio , egli vede la via sempre libera , le belle rotaie lucide , i segnali aperti e non un filo di fumo all ' orizzonte . Dalla stessa stazione di partenza si può dire ch ' è uscito con applauso : figuriamoci che sarà a quella d ' arrivo . Il carico che porta è senz ' ammanchi e senza avarie . Ne abbiamo i registri in regola . L ' abbiamo assicurato contro gl ' incendi , i deragliamenti , furti e simili . Tutto lascia credere che il suo treno arriverà senza un minuto di ritardo e ch ' egli avrà diritto alla gratificazione . Non più tardo curante dei propri diritti che del proprio dovere , s ' è fatto portare nella macchina i sedili di velluto della la classe e il plaid per arrotolarselo alle gambe . Ha scritto con questo il Diario di un bighellone . Ha combattuto con questo sul Carso coi granatieri di Sardegna , ma gente allegra il ciel l ' aiuta . BRUNO BARILLI . Compositore . Di padre pittore e scenografo nato in quel di Fano nel secolo scorso , anche di Barili ce n ' è uno solo e lasciarselo scappare sarebbe un delitto . Di calda , corrucciata , umorosa e dimentica natura , egli è uno dei più carichi e melodiosi accumulatori di musica che si conosca . Invece di cinque sensi ne ha dodici e tutti accavallati . Vicinissimo com ' è alla natura , rallegrasi quando tuona , e sente le carogne da lontano dieci miglia . Le ventiquattr ' ore della giornata temono di lui , perché quando s ' accorge che lo seguono le mette in sordina . Morto Dumas padre è vano sperare che ci sia chi possa raccontare la sua vita peninsulare e balcanica di clerico vagante e di buon pirata innamorato . Vive in musica e scrive in musica . Lo stile delle sue cronache musicali nel Tempo è sì pieno di foco spirituale che ne riluce tutto di fuori e le commessure non reggono ; i tipografi le compongono cogli occhiali da spaccapietra per via delle schegge . Ha composto Medusa , opera in tre atti . Ora dà l ' ultima mano a Emiral , opera albanese che i rivi di musica faran chiamare " Mesopotamia " . ARMANDO SPADINI , pittore fiorentino dell ' antica razza , che non si lascia scorare né dai soggetti abusati , né dalla grandezza delle tele , né dal numero delle figure , né dalla luce del sole , né dalla pena del lavoro : facilissimo nel far suo , ma pure scrupoloso , provocatore e attento risolvitore delle difficoltà , non meno eccellente che grazioso , insomma ornatissimo dipintore . Egli nacque all ' arte nei giorni e sui fogli di quel Leonardo fiorentino e papiniano che senza contrasto vuolsi essere stato il primo banditore delle nuove energie nazionali : oggi , nel pieno sviluppo della sua attività , è l ' amico della Ronda , che gli dà voto in lista per la bontà e la modestia dei suoi costumi , pel suo rispetto alla tradizione e pel riposo del settimo giorno . È da sapere che i Sette Savi della Ronda usano tutti i sabati sera ritrovarsi alle pergole del cav . Spadini alla villetta Parioli per salutare al tramonto l ' amico sole , mangiando e scolando quelle quattro nature morte ( uva , fichi , caldarroste e bottiglie ) con le quali questi uomini all ' antica non rifiutano di coronare le speculazioni e il lavoro della settimana .
ESSERE ITALIANI ( GRANZOTTO GIANNI , 1939 )
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Il sempre pia e sempre meglio affidato dal Duce agli Italiani come consegna per l ' anno XVIII riassume categoricamente i doveri imposti dalla nostra privilegiata situazione politica e morale . Dobbiamo preparare l ’ avvento al nostro Impero di giustizia , alla nuova Europa fondata su una pace , non occasionale e forzata , ma nutrita ad una equità illuminatrice , ad uno spirito di collaborazione tra i popoli su di un terreno di comune lavoro e di non contrastanti necessità . Raggiungere l ' equilibrio delle singole forze nazionali , commisurato alle potenze produttive e costruttrici di ciascuna di esse , alla loro forza sociale , alle possibili e naturali influenze geografiche ed economiche . In questo quadro spetta all ' Italia un posto di prim ' ordine . Gli Italiani debbono essere non soltanto degni , ma preparati a questo avvenire . Bisogna lavorare sodo , studiare con passione , perfezionare le proprie forze ed attitudini produttive , tecniche , scientifiche ; portare alla massima efficienza l ' organizzazione politica interna ; avanzare con metodo verso gli obiettivi tracciati dal sistema corporativo , dando vita , nerbo , sostanza agli istituti posti in questo campo a fondamento della nostra organizzazione politica e sociale , nella quale sopratutto vogliamo affermare la nostra originalità civile ; potenziare sempre più le forze armate a sicurissimo presidio della nostra ascesa nel mondo ; permeare gli spiriti dell ' idea imperiale , perché soltanto vince chi si convince ; stimolare le forze della cultura e dell ' arte , avanguardia spirituale di ogni avanzata nel campo internazionale . Sempre più e sempre meglio : se questa è la nostra consegna di combattimento , non vi è che un modo di poterla eseguire : essere sempre più e sempre meglio italiani . Mai come ora abbiamo sentito che il Fascismo ha scavato fino alle radici del nostro costume e della nostra tradizione per ritrovare il filone della più genuina italianità . L ' Italia ha un volto suo , una voce sua , una sua cadenza di pensiero e di azione . L ' equilibrio al quale essa richiama i popoli sul terreno internazionale è un equilibrio che la sua saggezza millenaria , rinvigorita da una rivoluzione di giovanissime energie , ha tramandato come patrimonio d ' esperienze di generazione in generazione . Essere italiani significa credere in questa spirituale eredità . Credere nel mediterraneo equilibrio tra ragione ed istinto , tra logica e sentimento , tra lo spirito e l ' atto , tra l ' ideale ed il pratico , tra il fine ed i mezzi , tra l ' individuale e il collettivo , tra libertà e autorità , tra tradizione e rivoluzione . Nel mare della storia c ' è sempre una via e una sola che si offre ai popoli come la migliore da percorrere , tra tante rotte ove è aperto il cammino . Talora , questa migliore tra le vie perché quella ove pienamente si identificano , con l ' azione da compiere , lo spirito della civiltà e della storia di quel popolo è anche l ' unica che conduca al porto delle conquiste . L ' Italia , dopo aver tenuto tante rotte ardite per aprirsi la via del libero mare , oggi ha indirizzato la sua navigazione su questo sicuro cammino . Qui ha ritrovato la sua vera natura e civiltà , il portato divino ed umano della sua storia . Bisogna dare braccia e menti per spianare questa strada . Il nostro destino è un destino d ' armonia , perché siamo uomini mediterranei , che non sanno distruggere ma costruire . Né si creda sia l ' armonia senza forza ; al contrario , senza forza armonia non vive , non continua . Mai come ora abbiamo sentito l ' orgoglio di questo destino , l ' importanza di essere italiani , la necessità di esserlo nel modo più esclusivo , più completo , più genuino . Bisogna , oggi , essere sempre più e sempre meglio italiani ; ad ogni costo . Questa è la nostra posizione nella guerra civile d ' Europa .
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Le sterminate pianure dell ' Europa orientale , dell ' Asia , dell ' Africa o delle Americhe , piatte , uniformi , monotone , danno l ' immagine della stasi , di quell ' infinito immobile che preclude , per il fatto stesso della sua incommensurabilità , ogni possibilità di mutamenti e di reazioni , per cui provoca nella psiche dell ' uomo il senso della nullità del proprio io , dell ' inutilità di un ' attività intensamente fattiva , donde deriva quel profondo senso di fatalismo , di abulia , che caratterizza per lo più le genti di quelle terre e ne fa dei popoli , in generale , profondamente passivi . Di contro il terreno rotto , elevato , continuamente diverso , che esprime nella rudezza delle sue pieghe , delle sue cime , dei suoi rilievi , l ' espressione di profonde attività endogene , di vasti sommovimenti , di lotte gigantesche e rinnovatrici ; il ritmo delle acque dei fiumi , che sembra additi la necessità di seguirne la corsa verso le piane ubertose ; il movimento irrequieto , perenne , possente del mare , che sintetizza e sublima il senso del mutevole , dell ' incalzante , dell ' ignoto , provocano nell ' animo umano quel profondo spirito di dinamismo , di necessità di vincere gli ostacoli , di dominare con la propria forza le forze della natura , di scrutarne tutti gli aspetti , di vedere sempre più lontano , di foggiarsi un corpo ed una menTe modellati su quello stesso piano di movimento e di forze . Tale è appunto l ' italiano , saldo e ferrigno come le sue montagne ; volitivo e ardito come le cime che svettano verso il cielo ; ardimentoso e ansioso di nuove vie come gli additano i corsi dei suoi fiumi e gli orizzonti del suo mare ; plastico nelle sue capacità intellettive e fattive come richiedono aspetti naturali così mutevoli e così differenti ; duttile come gli impongono le necessità della vita dura , che deve svolgersi ora sul monte ed ora sul piano , ora fra le nevi ed ora sul mare . Donde quelle caratteristiche perfettamente tipiche ed esclusive della razza italiana : della resistenza e dell ' amore al lavoro , della possibilità di impossessarsi di qualunque tecnica e di svolgere le attività più diverse , di concepire la vita dura come la vera vita , la quale è imposta dalle condizioni naturali ambientali . Ma su questa natura fisica già così variamente modellata e così polimorfa si dispiega tutta la vita vegetale , stupenda , multiforme , policroma ... Tutta questa meravigliosa armonia di colori e di luci , tutta questa varietà di forme così perfettamente intonate , tutto questo susseguirsi e inframmezzarsi di quadri sempre differenti e sempre stupendi , ha inciso nel cervello della nostra razza una orma profonda , unica , inconfondibile , assolutamente diversa da quella da ogni altra posseduta . Il culto della bellezza , la gioia delLa vita , la ricerca dell ' armonia delle forme e degli atti , la dedizione profonda alla natura come esaltazione del proprio io , il profondo senso di solidarietà e di fratellanza , che sono le caratteristiche della psiche delL ' italiano , hanno la loro origine in questa costituzione dell ' ambiente naturale . E perciò ogni italiano ha profondamente radicato in sé il culto dell ' arte ; per questo l ' Italia ha avuto sempre un ' arte sua propria , unica , unitaria , espressione di questa stupenda natura ; è ispirandosi a quelle forme , a quelle luci , a quei colori , che le arti figurative hanno dato i loro capolavori . Da ognuna si sprigiona l ' adorazione della luce , del colore , della forma ; ovunque vi è l ' esaltazione della natura ; ovunque vi è la negazione del chiuso , del cupo , del riflesso ; l ' arte figurativa non è mai dura , arcigna , costretta entro una cerebralità puramente voluta , ma in essa vi è sempre l ' anima che canta , che canta la natura , quella natura che San Francesco , il più italiano dei Santi italiani , amava come nessuno più di lui ha amato , perché in quell ' amore e in quell ' esaltazione Egli sentiva l ' esaltazione delle opere di Dio , sentiva l ' amore degli uomini verso le opere di Dio e verso i fratelli . E questo canto che si sprigiona dall ' architettura , dalla pittura e dalla scultura , questo canto che diviene vero canto nella nostra musica e nella nostra poesia , estrinsecazione soggettiva della natura che ci è stata donata , è l ' espressione della psiche dell ' italiano ; canto che è in tutta la nostra razza sotto una forma subcosciente , ma che affiora ad ogni istante nell ' artigiano che modella un oggetto e cerca imprimergli l ' impronta del bello , nel costruttore che dà alla sua opera una forma personale , nel contadino che tende i tralci della vite in una certa armonia , nell ' artista sommo che esprime dal suo cervello il capolavoro ... La razza italiana ha perciò queste caratteristiche biopsichiche , che sono sue ed esclusivamente sue ; caratteristiche che gli sono state impresse dai fattori naturali ambientali . L ' ambiente ha modellato la psiche dell ' italiano , e poiché questo ambiente è unico e nessun altro paese del mondo ne possiede di eguali , così anche la razza che vive in questa nostra terra ha una sua impronta psicologica che le è esclusiva ; più ancora dei tratti somatici , più ancora delle strutture morfologiche , la razza italiana ha una sua assoluta individualità psichica e spirituale ; quella che l ' ambiente le ha offerto , quella che la natura , così varia , così profonda , così stupenda , le ha impresso , dandole così il dono della serenità , della giocondità , della laboriosità , dandole quella cerebralità spirituale che è il culto del bello , della scienza , della filosofia , il culto della forma e il culto del pensiero , il culto soprattutto della sua unicità , della sua grandezza e del suo destino , che fanno perciò del popolo italiano un ' unità razziale compatta , omogenea e completa .
Povero Cristo ( Riva Valerio , 1975 )
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« Coscientemente ho cercato la morte dopo una breve giovinezza , che pure a me pare eterna , essendo l ' unica , l ' insostituibile che io avessi avuto in sorte . Coscientemente ho rinunciato all ' inenarrabile gioia di essere al mondo ... ma ho pagato questa rinuncia con uno strazio tale che solo un vivo può comprenderlo . » Queste parole , di trent ' anni fa , Pier Paolo Pasolini le scrisse idealmente , a nome di suo fratello Guido , ucciso il 7 febbraio 1945 nel tragico eccidio di Porzus , nel Friuli . Le ritrova per me Giuseppe Zigaina , il pittore di Cervignano intimo amico di Pasolini : l ' altro giorno , frugando tra le pubblicazioni di quella « Academiuta » ( a metà tra scuola dominicale e accademia folclorica ) che Pasolini aveva fondato a Casarsa , gli sono capitate sott ' occhio : una specie di testamento spirituale vergato , oltre la morte , dalla pietà fraterna . Poi è squillato il telefono con l ' annuncio della morte dell ' amico , e Zigaina è partito per Roma . Adesso si rigira in mano questa paginetta : « Credo » dice assorto Zigaina « che se potesse , dopo la morte , Pier Paolo riscriverebbe le stesse parole per sé » . E mi sottolinea una seconda frase : « Non c ' è confronto possibile fra tutto ciò che è di codesta vita e il silenzio terribile della morte ... » ; e Pasolini è precipitato anche lui nel silenzio terribile della morte , e queste frasi suonano come una straziante , impossibile invocazione alla felicità da parte di uno che era troppo diverso dagli altri . « Ma è mai stato felice , quest ' uomo ? » chiedo allora a Zigaina e a Nico Naldini , il cugino e l ' amico fedelissimo di Pasolini , dall ' infanzia ad oggi . Mi rispondono tutti e due , senza esitare : « È stato anche molto felice . Ma poche volte » . Cinquantaquattro anni di vita , la maggior parte dei quali triturati dal rovello di sentirsi respinto e offeso fin nell ' attimo in cui la gloria più sembrava arridergli ; un ' adolescenza spezzata da una tragedia familiare ( la morte del fratello , lo strazio della madre , il rancore del padre ) ; una giovinezza difficile ; una maturità accidentata dalle polemiche e dai processi , lui che era un uomo così mite e riguardoso . E solo due o tre momenti di grande , totale , solare felicità . Il primo di quei momenti è il tempo del Friuli , di Casarsa della Delizia , dove si era trasferito , da Bologna , al seguito del padre ufficiale di carriera e della madre maestra . La campagna e i giuochi dei ragazzi lungo gli argini ; la montagna e le pazze corse con gli sci ; la poesia che nasce . È un mondo perfetto dove l ' entusiasmo del ragazzo molto dotato si dilata quasi senza costrizioni , trasformando l ' innocenza infantile e la scoperta della sessualità nel mito di una paidia trionfante . Il 7 febbraio 1945 quel mondo s ' incrina , ma non si spezza . La morte del fratello Guido è brutale , in un modo che quasi preconizza la morte di Pier Paolo . Membro di una formazione di partigiani « bianchi » del Friuli , Guido è ucciso nello sterminio del comando della « Osoppo » per opera di garibaldini , cioè comunisti , persuasi ( a torto ) che gli osovani avessero avuto intelligenza col nemico . La morte di Guido è uno strazio : ferito , fugge , cerca scampo in casa d ' una donna , è scovato , trasportato altrove in fin di vita e sterminato . Da qui cominciano per il fratello sopravvissuto il calvario e l ' apoteosi . Per una misteriosa rivalsa , Pasolini si avvicina proprio ai comunisti , affascinato da un episodio di lotta di classe dell ' immediato dopoguerra : le lotte bracciantili all ' epoca del lodo De Gasperi . Al quasi ellenistico idillio originale si sovrappone e si fonde la felicità di sentirsi profeta e vate d ' un pezzo di popolo , che si ritrova nella propria lingua e nel proprio orgoglio . Ma l ' arcadia , anche sociale , non è possibile . Vigilia delle elezioni del 18 aprile '48 : un ragazzetto confessa al parroco d ' aver avuto rapporti sessuali con Pasolini ; il prete , violando il segreto del confessionale , corre a raccontarlo a quelli della DC ; i giornali cattolici sbandierano il fatto a prova della protervia comunista . Frettolosamente il PCI locale prende le distanze dallo scomodo poetino . Pasolini ha 28 anni . Fugge a Roma . Due anni di miseria , di umiliazione , di non lavoro o di lavori malpagati . Eppure è il suo secondo periodo di grande felicità . Giorno e notte percorre in lungo e in largo la Roma barocca , e il suo fasto , e la Roma popolare , e la sua triviale e insieme inesauribile fantasia . Una realtà sontuosa e stracciona , gloriosa e bieca ; ma Pasolini è un re Mida che trasforma íl mondo che tocca . Il suo eros , la sua forza fisica , la sua gioia di vivere sembrano non avere limitazioni ; l ' umiliazione del '48 pare dimenticata . Ma la gloria e í processi che gli arrivano a metà degli anni Cinquanta , con Ragazzi di vita , lo spingono in una « diversità » che più lo imprigiona e più gli sembra oscena , disumana . « Diverso » com ' è per costrizione sociale , da questo momento lotterà disperatamente per non rinnegare se stesso . Ma come i suoi Riccetti non riescono a uscire dall ' adolescenza se non con la morte , così per Pasolini le soluzioni ottimistiche di Una vita violenta ( diventare un buon « compagno » ) non risolvono nulla . Il terzo e ultimo momento di felicità è quello della scoperta della sopravvivenza del sottoproletariato nel Terzo Mondo , in Arabia , in Africa , e dell ' eros panico che ancora vi fiorisce . Ma è una felicità di ritorno . Il ricordo della friulana felicità originaria gli dà l ' illusione che l ' estremo attimo fosse fatto durare . Ma , anche questo paradiso cambia rapidamente . È il tempo che ormai manca a Pasolini . A metà degli anni Cinquanta , Pasolini visitava la realtà 24 ore su 24; nel '60 , come scrisse , vi dedicava l ' intero pomeriggio e la notte ; nei giorni che hanno preceduto la sua morte , non gli rimaneva , per andare in cerca della sua realtà differente da quella di tutti gli altri , se non qualche ora notturna . A Parigi , il giorno prima di morire , racconta Philippe Bouvard , guardava sempre l ' orologio : veniva da Stoccolma , aveva fretta di tornare a Roma . A Roma , quel giorno fatale , ebbe troppi impegni . Quel paio d ' ore , tra le 22 , quando lasciò Ninetto Davoli e la famiglia , e l ' una circa in cui morì , erano un tempo troppo breve per la felicità .
AOSTA LA VEJA ( BURZIO FILIPPO , 1920 )
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Aosta presentasi in foggia antica ed illustre , con un estollersi di campanili e torri sui grigi tetti , fuori dalle romane mura . Fanciulle protestanti vivono ivi , un po ' sdegnose del mondo di cui accolgono ogni agio nella severa cornice della lor casa : schive come educande , ma già donne , piene di personalità fiera e conscia nell ' anima eretta come la snella persona : e signorili spiriti modernisti , alieni dal mondan rumore , più pensatori che romanzieri sono i loro maestri . Superba e sdegnosa venustà calvinista . Figlie dei primi banchieri ugonotti , aristocrazia dell ' Europa borghese , la vostra bellezza è nordica e spirituale , non austera , ma chiusa nella sua veemenza , e nella sua grazia severa . Non ama i palagi , né le purpuree feste , sì le ville tacite ed i verdi recessi . Ma Aosta non è ancora Ginevra , se non in questo suo secreto fuggevole , e in fondo al viale sta Place Charles Albert . Più chiari sensi , più pacati affetti . Piacemi lo spirito di vecchiotta provincialità quarantottesca di questa piazza , il centro della vita cittadina borghese ed attuale . La Prefettura , di stile aulico , la caserma dei Carabinieri , e , in faccia , l ' Ufficio delle diligenze , e l ' Hôtel de la Couronne . Il buon Piemonte , rigido e burocratico : le sale dei caffè sotto i portici , dove le sedie di velluto rosso stanno in circolo intorno ai tavolinetti di marmo , sono vuote da che le disertarono i cravattoni neri che , nella Valle tradizionalista , dovevano risentire i nuovi eventi con l ' animo burbero e pure alcun po ' commosso , di Solaro e di Cesare Balbo . Meriggi sonnanbolici , in cui la gran luce del sole stordisce , stagnano fuori sulla piazza deserta ; ma , oltre i frontoni dei palazzi aulici , ridono per la gran conca vaghissime tinte , e le supreme nevi lontane , illustri al cospetto di tutta Europa , schiudono sul piccolo uno spiraglio di un lontano augusto esotico mondo . Chi sa se facevano parte degli itinerari romantici , se i lions e le crinoline montavano sull ' imperiale per i primi viaggi di esplorazione nel misterioso reame delle Alpi ? Venivan di Francia , e dalla nebbiosa Albione , al tempo che l ' Italia era ancora Calabria , e le misses sognavan Fra Diavolo spogliandosi nelle locande . Scoprivano una tranquilla provincia color di santa Alleanza , sul limite delle città fatali , miranti con occhi sfingei dal pelago ignoto d ' Italia , come le tremule luci , a notte , sul Canalazzo . Io dico che partivano da Torino verso le due del pomeriggio , mentre i portici di Piazza Castello tacevano assonnati . E un soldato col shakò di tela montava la guardia davanti a Palazzo Madama . Trovavano a Issogne il settecento malvivo , lasciato lì come una masserizia , al giungere di Bonaparte : forse dalle vetrate qualche conte gobbetto , in frak di color pulce e parrucca a sghimbescio , sbirciava con l ' occhialetto . Ma non sapevan più ridere alle volteriane facezie delle donne sospirose . Le sedi romane , inulte , sacre ai mercati paesani ; e i mezzadri prolificavano nei comitali castelli : Aosta la Veja . E non era più antica . Ora infiliamo Rue S . Anselme , e nel percorso tortuoso , tra le case basse annerite , oltre la Porta Romana , dal selciato erboso di verde antico , vedremo sorgere il Medio Evo . Un Medio Evo simpatico , comunale , sapiente . Più onesto del Rinascimento , ma come lui luminoso . Dalle botteghe dell ' artigiano esce ancor oggi il rumore del nobile ferro battuto . La via deserta che adduce alla più illustre ed antica chiesa , par fatta apposta per le ambulazioni vespertine dei saggi antichi . Scarsa tetraggine , uscendo dai monasteri , e fondono essi piacevolmente al tramonto , quasi ombra allungantesi dai campanili spettrali . È la rozza scienza , che trae pettoruta alla chiesa , pinta e scolpita dalla rozza arte . La sanno lunga , i Dottori : sono stati allo studio in Bologna e in Parigi : percorsero a piedi l ' Europa gotica , giunsero ai confini della moresca : ovunque attinsero scienza , e riscontrarono fede . Battevano la sera alle porte dei monasteri sorgenti al limitare delle foreste , turriti e merlati come castelli , popolosi come città : scendeva a incontrarli il priore . Una e indistinta ai bei giorni la Cristianità tutta quanta . Frontiere non sono alla comune fede , ed agli usi : Troiani e Quiriti son tutti cavalieri cristiani , i monaci parlano all ' Imperatore . Oggi , all ' errabondo Dottore che si fissò romito tra i monti , giungono ancora i messaggi dai conventi di Francia e d ' Inghilterra : le mule barbate recano le pergamene ove continuansi le dotte dispute : Scoto Eriugena insidia , in veste ereticale . Escono al tramonto dalle cellette ove trascorsero il giorno a battagliare con Satana nei sillogismi . Portano saio e cappuccio , sono paludati e solenni : hanno il famulo a fianco . Le donne susurrano tra loro al passaggio , e li guardano , piene di reverenzia : ma essi non curano il volgo , né l ' ancella natura che scalda col pio sole , le pietre dell ' antica chiesa sulla piazzetta , dove tepore della chiara luce e silenzio , sono per essi vil senso , per i nepoti poesia . Or vanne al tempio , e prega ivi , Dottore ; e poi erra nel chiostro . Satana , in foggia di bestia dell ' Apocalisse , sogghigna , dai tozzi capitelli , al passaggio . La via , che procede oltre , e si snoda , guida pianamente , varcando i confini delle età storiche verso una bellezza consueta ed eterna : casette senza stile e senza ricordi rivelano dai balconi fioriti la dolce pace , cui sono propizi la voce del rio corrente sopra il selciato , e i bisbigli dei passeri dentro gli orti murati . In fondo sta l ' Arco di Augusto , e intorno è già la natura . Aosta non ha suburbio . La città , antica e venerabile , finisce nella campagna con immediato trapasso , senza quelle orribili zone di transizione in cui si adunano , per il disgusto del passeggiero , i rifiuti e le imitazioni miserande dell ' una , e le prime immagini deformi dell ' altra : e la febbrile e disadorna vita delle metropoli industriali ne venta incontro l ' alito fumoso delle officine . Qui la vita cittadina , mancando le case basse intorno , diventa strada di campagna d ' un tratto , oltre un termine annoso , ma senza stridore , perché , per la consuetudine , l ' ultima casa e la campagna imminente si fondono con armonia . Se ne esce all ' antica , come se fosse ancora cinta di mura . E , così breve e nettamente delimitata , onusta di tradizioni urbane , ella è più " città " , più intensamente intuita , nella sua individualità , come tale , dei caotici agglomerati moderni ; se pure si sperda , con la breve cerchia , nel vasto seno , e serbi immediati contatti e comunanze di usi con la gran madre . Corrono alla periferia viottoli chiusi tra muri bianchi : e ai lati , tra gli interstizi , e dove il muricciuolo fa luogo alla rustica staccionata di legno , appaiono prati di erbe oscure , ove pascolano vacche ed armenti - vacche pezzate di nero e bianco , di gambe corte , di buona razza - ove scorrono velocemente , non anche placati dell ' alpina irruenza dal breve piano , acque dal grigio colore glaciale . Noi immaginiamo quelle acque scroscianti per le forre di Val d ' Enfer , stillanti nelle solitudini dei mari di ghiaccio , alziamo gli occhi al Ruitor lontano ; la maestà della Valle , per natura e per storia due volte illustre , balena improvvisa ed intera . Le viottole suburbane costeggiano l ' Anfiteatro , le torri di Bramafan , del Lebbroso , lasciano apparire tra i campi l ' Arco d ' Augusto . Romanità non metropolitana , e però più simpatica . La Roma austera delle Provincie , cinta di stranieri aspetti ; il morire del flutto classico , sul margine delle terre barbare , e della nuova storia . È bene che la vita si scosti dai luoghi onusti del suo passato : che siano silenzio e spazio , e chiaro aere intorno alle vestigia . Questa è innocenza e natura , in confronto delle raffinate città del silenzio , di Toscana e di Romagna . Qui non sangue e lussuria , qui non porpora ed oro : la venustà dei primordi , e la rozzezza . Nel vano tondo dell ' Arco , il Crocefisso . Rovinavano dagli altri valichi , con fragore di acciari , pallidi i Centurioni , lo scudo alzato in difesa alle terga : uomini dagli occhi chiari , cinti di ferine pelli inseguivangli , e qui arrestavano attoniti , solenne in vista la città quadrata . Illustre parco aperto sull ' Occidente : e tu , città romana , verso la mal doma Elvezia , ultima scolta ! Non so quale aspetto di confine romano ella conservi , se pure tant ' oltre si spinse la romana guerra : ma un termine di romanità doveva pur essere questo , al piede e a guardia dell ' Alpi . Qui germogliava la nuova storia : in queste zone di transizione , ai confini , dove le razze confluivano , e legionari miravano le terre ignote dall ' alto dei valli turriti . Brividi percorrevano le ossa della gente bruna al soffiare del vento nordico , e presagi d ' intimità e di sensibilità nuove scotevangli , in cospetto della commossa natura . Più verdi le primavere elvetiche , e le donne straniere più bianche . Qui è la patria nostra più vera , di noi occidentali , noi bianchi , prima e più che latini , nati dal cruento e fecondo amplesso di Roma coi barbari . Qui dove le razze si fusero e il nuovo spirito sorse . Troppo erano stanchi l ' Oriente ed il Meridione , rugosa e calva la lor terra antica ; la gleba mediterranea era troppo onusta di storia : pietrosa e arida come un paesaggio lunare , gialla , sabbiosa , battuta dal sole , pari in affetto ai mondi morti . Ma il verde delle plaghe alpine è colore di vita , e lo scrosciare del vento fra le selvose chiome e dell ' acque , è tumulto d ' intatta forza . Le terre vergini , appena sfiorate dalle leggere orme dei nomadi , colossi virginei nelle nevi e nelle foreste ; e in cima alle valli , ove una folta vegetazione cresceva , ancor simile a quella dei giorni della creazione , stavano le soglie dell ' Occidente . Giovine terra , dove le città nuove saranno erette , romano è il vomero che ne traccierà , primo , i confini , ma , fra mistiche guglie , un nuovo spirito vi eleggerà nuova dimora . Con le ginocchia della mente inchine , io discesi nel sotterraneo tuo tempio , o Sant ' Orso , ed errai fra le colonne rozze , e i segni della prisca fede : né sì commosso mirerei , credo , Micene e Menfi , né tanta reverenza ebbi per Roma , casa degli avi cara più di ogni estraneo palagio ! Il cuore sei tu della Valle che fu sempre cristiana : e sapevi di catacombe ai giorni che sorgendo ignota fra le cose illustri , l ' Arco , il Teatro , il Foro , preparavi nel sotterraneo germoglio la nuova vita : preparavi alla morte asceti e catecumeni , e la storia per te ricominciava , quando , nella gioventù nuova , pur gli anni del mondo tornarono a contarsi daccapo . Qui l ' intimità , qui la psicologia , qui la donna e la gentilezza , la natura ed il sentimento , il nostro modo , la vita a noi occidentali , a noi moderni più cara . LE STRADE È interessante considerare il mondo dal punto di vista della strada : un punto di vista umano e pittoresco . Aggiunge molto alla natura , e nulla toglie a lei , che , lambendo sui margini le umane traccie , si perde poi ambigua e profonda ai due lati . Nel caso naturale le strade segnano un ' orientazione . Sono ancora tracciate dalla necessità strutturale , e vi appare già la libertà umana . È bello avere intuizioni nuove di queste cose comuni , le strade , i fiumi , le valli ; ricrearne continuamente l ' individualità nello spirito . A fissarci un po ' sopra il pensiero , non si scorge altro più del mondo se non questa serie di nastri bianchi incrociantisi qua fitti , là radi , che si diramano bizzarramente , si espandono in città , si sperdono in sentieruoli , e non hanno mai fine . Basta seguir la più umile per guadagnar la più illustre : in cima alla stradina di casa , intima e nostra , è la straniera metropoli : tutte guidano a tutto . Una continuità lega il familiare all ' ignoto . La vera personalità del mondo è sulle strade . Vi si addensano intorno le case e gli uomini . I figli vi calcano le orme dei padri . C ' è qualche cosa di epico in questo aprirsi di vie da parte dei pionieri umani . Sono correnti in un mare amorfo . Un ' unitaria volontà le traccia e dirige sotto i più vari cieli , ma il genio dei luoghi si atteggia sui margini col suo volto mutevole , e l ' ignota terra che si attraversa v ' innerva il suo sistema , vi riversa i prodotti foggiati nel suo seno profondo : carriaggi e uomini pervengono alla massima dalle prossime vie , per un po ' la percorrono , poi l ' abbandonano . Così la provincia si affaccia e respira sul mondo . Grande moto e fragore è sulle vie del mondo ; la vita vi ferve col suo ritmo più esplicito , e col più ampio respiro , la storia v ' incede coi suoi carri falcati . Una perenne migrazione di popoli si compie lungo il suo bianco miraggio . Questa , che mi si para dinanzi , è fra le più illustri . Strada romana , e napoleonica . Quante , al tramonto , sfolgoranti metropoli , io , percorrendola , vagheggiai quali mete ! Cupole di Bisanzio , invero , e guglie caliginose del Nord , le moli nere dei nuvoli sul rosso sfondo . Un immenso aere fiammeo si accoglie e brilla fra l ' una e l ' altra pendice , imperial via rettilinea guidante all ' apoteosi . Nel volgere delle rutilanti spire , il fiume ne è tutto corrusco ; lenta mole di luce fluida , par scenda esso direttamente dal sole , che sui ghiacciai già ombrati sta immobile , nume accecante nell ' ora sacra , fra una sempre più fitta vaporosità d ' oro . Fiammeggia ancora pei vetri delle cappellette , quando , celando a tratti , agli svolti , la visione trionfale del fondo valle , la strada s ' ingolfa nelle fresche ombre , tra gli aspetti intimi delle radure e delle selvette . Cari più questi alla sera : la luna , che allunga l ' ombra di Ibleto dai muri di Verrès , e fa del mite Fénis un maniero spettrale , pende poi su di essi propizia , sui conciliaboli delle lepri e dei grilli . O come attraente , nel suo verde mistero , dai margini , la natura ci chiama , e la vita : come ne svia dalla meta ! Fanciulle , cogliendo fiori vengonci incontro dai profondi prati . Or via , seguiamole , in libertà gioconda . Che , dunque , ci attende , entro la boscaglia oscura ? La fragola selvatica , e l ' anemone bianco , e la ninfea sul tacito stagno . La marea verde dell ' erbe sta per sommergere le basse piante . Il caprifoglio si avviticchia ai tronchi , e il nostro desiderio , fanciulle , vi cingerà con le fluide braccia adducendovi nel più verde recesso . Quando , per la foresta , rimbomberà il corno eroico ? Quando , tra i rami , riapparirà il nastro bianco ? Spiccandoci dal vostro fianco , poi che cadrà la sera , verso le nobili sedi dello spirito ci avvieremo noi , cavalieri del Graal . Veloci macchine rombando distanziano i tardi carri ; favorevoli più questi allo spirito , montano quelle gli uomini che fanno piccolo il mondo . Divoratori dello spazio , banale cosa è la strada pei suoi moderni signori : uno schema della distanza ; il monotono segue il veloce , come il grigio la rapida sovrapposizione delle tinte . Ma poi , procedendo più adagio , vi scorgiamo più cose : e più cose , forse , vi scorgono i mendicanti seduti sui paracarri .
Antologie ( Salinari Carlo , 1960 )
StampaPeriodica ,
L ' Antologia della Voce , che ha fatto seguito a quella del Leonardo , dell ' Hermes e del Regno ( entrambe edite da Einaudi ) e a quella della Critica sociale ( edita da Feltrinelli ) , le annunciate antologie de Il Rinnovamento , Nova et vetera , L ' Anima , Lacerba , eccetera , che dovrebbero presto venire alla luce , testimoniano l ' interesse sempre più acuto delle nuove generazioni a ripercorrere il cammino della cultura e dello spirito pubblico del Novecento , per rintracciarvi le origini dei problemi che ancora ci assillano . Ed è naturale che , in questo ritorno alle origini , il decennio giolittiano - con i suoi fermenti e il suo vivace dibattito ideale - divenga il polo principale di attrazione . È troppo presto , forse , per tirare le somme e giudicare nel loro complesso codeste iniziative editoriali : per ora si può solo rilevare che le due antologie einaudiane sono molto ben fatte e sono introdotte con notevole intelligenza da Delia Frigessi e Angelo Romanò : che invece qualche incertezza presenta l ' antologia della Critica sociale nella parte politica ed economica , ma non nella parte culturale che qui più direttamente c ' interessa . Tuttavia , anche se non è possibile un quadro d ' insieme , si può fin d ' ora notare che le recenti ricerche hanno completamente capovolto i canoni d ' interpretazione di quel periodo che avevano dominato la cultura italiana fino all ' ultimo dopoguerra . Vediamo . La reazione antipositivistica era stata sempre considerata una caratteristica rinnovatrice del movimento culturale del primo decennio del secolo . Ora si è portati a capovolgere il giudizio . Non già perché si voglia difendere il positivismo negli aspetti grossolani che facilmente prestarono il fianco alla polemica ( e anche alla irrisione ) idealistica : la metafisica che tradiva il significato più profondo della grande esperienza delle scienze ; il determinismo che non lasciava posto « per l ' uomo , né per la storia dell ' uomo » ; il facile ottimismo o la superficialità con cui si parlava di progresso e si orecchiavano le conquiste scientifiche . Si tende , invece , a lasciare da parte - come poco importante - la parte sistematica del positivismo e a richiamare l ' attenzione su altri dati più interessanti : che il positivismo sorge come una sorta di nuovo illuminismo sulla base dell ' espansione della civiltà borghese dell ' Ottocento ; che esso , pur cedendo a sua volta alle tentazioni metafisiche , rappresenta il movimento di pensiero che fa della lotta contro la metafisica il punto cardine del suo programma ; che con esso si rilancia la fiducia nella ragione umana , soffocata dal movimento romantico ; che esso agisce sull ' orientamento ideale e sul costume di larghissimi strati d ' intellettuali , creando una mentalità laica , illuminata , aperta alle idee di progresso , chiusa alle superstizioni religiose , sicura delle possibilità dell ' uomo , amante della scienza e dei risultati della sua applicazione nei vari campi della vita civile ; che esso - proprio per le caratteristiche fin qui indicate - ha una funzione particolarmente progressiva nel nostro paese arretrato , tagliato fuori da alcuni secoli dalle grandi correnti di pensiero europee , insidiato dalla presenza del Vaticano . Il positivismo , cioè , si presenta oggi allo storico moderno come l ' aspetto più clamoroso di un profondo rinnovamento che si operò , dopo il 1860 e la " aggiunta unità , fra gl ' intellettuali e nella cultura italiana . Rinnovamento benefico - nonostante i pericoli e le esagerazioni - se esso veniva a consolidare e a confermare sulla base degli orientamenti della scienza e del pensiero europei il carattere prevalentemente laico della cultura italiana ( derivato dal modo stesso con cui si era formato lo Stato nazionale in opposizione alla Chiesa ) ; se contro l ' interiorità e il mito dei romantici ( l ' ideale staccato dal reale di cui parlava De Sanctis ) poneva il sapere scientifico come « l ' obiettiva coscienza del reale » ; se postulava una natura universale dell ' uomo a cui faceva corrispondere « un ' etica naturale , fondata su leggi psicologiche e sociali » e alla cui conquista sembrava impegnata la stessa storia che si presentava così conte indefinito progresso ; se sotto l ' Italia ideale sognata nelle battaglie del Risorgimento sapeva scoprire un ' Italia reale - fatta di bisogni concreti , di arretratezza , di miseria - e , quindi , faceva affiorare anche da noi la cosiddetta « questione sociale » ; se non si accontentava dell ' unità politica realizzata nm si rendeva conto dell ' esistenza di un problema del Mezzogiorno ; se aveva coscienza di quanta Arcadia fosse rimasta nel nostro romanticismo , di quanto fossimo rimasti indietro rispetto alle altre nazioni e operava il collegamento con un grande movimento di cultura europeo , aprendo le finestre , rinnovando l ' aria e liberandoci da pregiudizi , limiti provinciali e residui accademici . 1Int uguale capovolgimento di giudizio può notarsi , anche nei confronti della reazione antinaturalistica , nonostante che , in questo campo , sia stato proprio un critico marxista , il Lukács , a introdurre uno schema d ' interpretazione negativo : considerando il naturalismo come una corruzione in senso fotografico e descrittivo del grande realismo ottocentesco . Oggi si tende a considerare il naturalismo come un rinnovamento importante e benefico della nostra letteratura , come il più avanzato tentativo dl arte realistica compiuto nella nostra storia letteraria . Gli elementi di fondo di tale rinnovamento sono gli stessi già indicati per il positivismo e sono alla base della rivolta un po ' velleitaria degli Scapigliati ( e anche a guardar bene dell ' atteggiamento ribelle del primo Carducci ) e , soprattutto , della grande arte di Verga e della critica di Capuana . Giustamente è stato osservato come non sia stato per caso che la crisi letteraria si manifestasse a Milano prima e piuttosto che altrove . Perché « i primi effetti e i più appariscenti della trasformazione economica e sociale che era in atto , coi suoi urti , coi suoi contrasti interni e con i rivolgimenti di fortune e di opinioni che ne derivavano , si fecero sentire appunto in quella città che allora si avviava a essere , come poi si disse , la capitale morale d ' Italia , e cioè la capitale dei traffici e degli affari , uno dei centri più operosi e vitali della nuova borghesia e della nuova cultura » . E non fu un caso che essa trovasse i suoi maggiori interpreti in Verga e Capuana perché era necessario « un passionale deflusso dal centro alla periferia , dal Nord al Sud , dal vertice alla base , dal mondo della scioperatezza e degli sperperi al mondo della diffidenza e della parsimonia , dalla vita di lusso a quella dei bisogni elementari e primordiali » per individuare il contenuto più nuovo e tipico : « la vita del meridione , che nella struttura del nuovo stato unitario non era più un modo dl vita circoscritto e locale , ma assurgeva già al significato e all ' importanza di uno fra i più tormentosi e urgenti problemi nazionali » . Appunto sulla base di questo nuovo contenuto sorge l ' arte di Verga , nutrita essenzialmente dall ' analisi del molteplice giuoco di forze economiche e sociali che determinano i comportamenti , i sentimenti e il destino degli uomini . Ed è proprio il canone dell ' impersonalità , quello studiare le forme e le strutture sociali come lo scienziato studia il prodursi dei fenomeni naturali , proprio quel suo « ritrovare nella società umana non già i grandi problemi morali ma - come lo scienziato nella natura - solo le leggi del suo funzionamento » , proprio tutto questo che gli è stato rimproverato come un limite e un errore , consente invece al Verga di cogliere - al di là delle contingenze storiche e della euforia borghese - la legge fondamentale della società moderna , implacabile come il fato degli antichi greci , a cui si assoggettano i suoi personaggi esponendo la nuda e dolente verità della loro condizione umana . Del resto , indipendentemente dal Verga , per il quale è stato riconosciuto da tutti che l ' incontro con il verismo ebbe una funzione liberatrice , i canoni del naturalismo , che sono stati poi ferocemente criticati e derisi , l ' impersonalità e quindi il ritrarre direttamente dal vero , quasi in modo fotografico ; la scientificità , intesa come riduzione degli elementi umani soprattutto a quelli fisici e fisiologici , in particolare a quelli della ereditarietà e dell ' ambiente ; il dialetto o il gergo che dovevano rappresentare il modo reale di parlare dei personaggi , se valutati nel momento storico cui furono postulati e in rapporto con i nuovi contenuti che volevano esprimere , risultano , sul piano della poetica , non solo giustificati ma necessari . Da questi due giudizi radicalmente capovolti si possono ricavare molte conseguenze . Ci limiteremo ad accennarne una : l ' infondatezza della cosiddetta sprovincializzazione che - secondo i canoni più diffusi d ' interpretazione del Novecento - sarebbe il merito fondamentale dei movimenti culturali del decennio giolittiano . In realtà sia il positivismo che il naturalismo erano movimenti europei : il loro diffondersi in Italia aveva già rappresentato una rottura del nostro isolamento culturale . Ma il positivismo e il naturalismo ricevettero in Italia una elaborazione nazionale , mentre il famoso processo di europeizzazione dei Papini e dei Prezzolini avvenne attraverso forme di importazione a cui non corrispose un adeguato sforzo di elaborazione . Avvenne , cioè , in modo provinciale . Come si vede , la problematica sollevata da questi studi è di estremo interesse e modifica gli orizzonti tradizionali della nostra cultura . È inutile dire che tale sforzo ci appare benefico e che le prospettive verso le quali si muove ci trovano perfettamente consenzienti .
FILOSOFIA NOSTRA ( - , 1940 )
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Vittorio Frosini della Scuola Normale Superiore di Pisa , da Capodistria , a proposito della lettera di Goffredo Pistoni , ci scrive , fra l ' altro : " Non si può negare l ' importanza della filosofia , se non come necessità e grandezza dell ' umano pensiero , come importante contributo d ' un popolo alla civiltà . Non dimenticatevi che , in una recente crisi politica dell ' Europa centrale , un grande popolo ha vidimato la necessità ideale di un suo gesto di forza , con l ' affermazione d ' una superiore cultura e civiltà , nel cui campo rientrava tutta una serie di pensatori , di filosofi pur devoti ad un totale concettualismo . " Quel che s ' impone è dunque l ' esaltazione di una nostra filosofia , che risponda alle nostre tradizioni e caratteristiche di Popolo . " Coll ' appellarsi al nome di quelli che furono , al lor tempo , tra i più alti rappresentanti della cultura e della filosofia in Italia Vico e Leopardi non si combatte la Filosofia , ma si rafforza l ' autorità d ' una filosofia : la Nostra . "
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New York . Uscito sugli schermi in primavera , Play It again , Sam , il nuovo film di Woody Allen , sta battendo il record degli incassi . In luglio « Time » ha dedicato a Allen la foto di copertina e nell ' interno della rivista un articolo denso di fatti e lepidezze commenta la vita e la fortuna di quello che è , senza ombra di dubbio , il più grande comico americano dopo i Marx Brothers . A pensarci bene Woody Allen è il più grande comico vivente oggi nel mondo , ed è incredibile come la gente non se ne sia ancora accorta del tutto . In Italia il pubblico è giustificato . Woody Allen ha scritto dialoghi e sceneggiatura di un film abbastanza fortunato come Pussycat , ma personalmente vi è apparso quasi di scorcio , così come di scorcio è apparso in 007 Casino Royale , e solo pochi spettatori dall ' occhio sicuro hanno individuato il personaggio . Negli Stati Uniti Allen ha cominciato a diciassette anni a scrivere battute per colossi dello spettacolo come Ed Sullivan e Sid Caesar e solo facendo questo lavoro a diciannove anni era già ricchissimo , ma il grosso pubblico lo ha conosciuto quando ha cominciato a rappresentare e a interpretare le sue prime commedie , come Don ' t Drink the Water e Play It again , Sam . Due successi che han tenuto banco a Broadway dal 1964 a oggi , mentre Allen cominciava ad apparire sempre più frequentemente in televisione e a scrivere pezzi per il « New Yorker » , « Playboy » ed « Evergreen Review » . Nel 1969 è apparso come regista , autore e interprete del suo primo film Take the Money and Run ( Prendi i soldi e scappa ) . Un successo di ilarità che non si ricordava da decenni . Per una ragione che solo i loro psicanalisti potranno spiegare , i noleggiatori italiani non hanno ritenuto opportuno acquistare il film per l ' Italia . Due anni dopo Allen produceva il suo secondo film Bananas che apparve in Italia come Il dittatore dello Stato libero di Bananas . Chi lo ha visto ha capito che ci si trovava davanti a un nuovo grande talento comico , ma non ha sospettato che Bananas poteva essere considerato solo un sottoprodotto del primo film . Ora , da meno di tre mesi , gira in America Play It again , Sam . Intanto un editore italiano ha acquistato i diritti del libro di Woody Allen , Getting Even , e non rimane che da sperare bene . Woody Allen è piccolo , impacciato , miope , timido , esprime tutte le frustrazioni di una infanzia difficile nei quartieri ebrei poveri di New York , di una cultura assorbita come un ricatto ( Allen cita terrorizzato Kant , Kierkegaard , Leibniz , dal modo in cui li usa come elementi comici si capisce che li ha letti , ma non ha sopportato lo choc ) , di una irrefrenabile sessualità regolarmente repressa ( tutti i film di Allen sono centrati su una lunga , difficile , delusoria ricerca di una ragazza - che poi alla fine arriva , come accadeva per Chaplin , altro piccolo ebreo sconfitto e vincitore a un tempo ) . Il meccanismo della comicità di Allen è dato dal fatto che egli racconta se stesso : ricco e celebre , è esattamente come i suoi personaggi ( o meglio i suoi personaggi sono come lui ) , sempre in un posto sbagliato . Dice di sé , a conclusione della sua fortunata autobiografia : « Ha un solo rimpianto nella vita , ed è di non essere qualcun altro » . Definire l ' umorismo di Allen è molto difficile ; egli ha scritto soggetti per Peter Sellers , ma la differenza è enorme ; Peter Sellers è animale comico meravigliosamente superficiale ; ed è , sia pure in senso moderno , uomo da torte in faccia . Allen no , è uomo da torte sull ' inconscio , è un Io che inciampa di continuo nel Superego e finisce a faccia in giù sul divanetto facendo sbellicare dalle risa il suo psicanalista . La sua comicità è ossessionata da tragedie metafisiche : « Non solo Dio non esiste , ma provatevi a trovare un idraulico durante il week end ... » . Cerca salvezza nelle donne , ma il suo primo matrimonio è andato a monte . Allen si giustifica : « Avevo sbagliato tutto , avevo cominciato a mettere mia moglie sotto un piedistallo ... E poi è infantile , infantile : ieri stavo facendo il bagno e lei , senza nessuna ragione al mondo , è entrata e mi ha affondato tutte le barchette » . Ha avuto una infanzia triste : « Andavo in una scuola per insegnanti emotivamente disturbati ... A scuola mi hanno escluso dalla squadra di scacchi a causa della mia statura ... Volevo diventare un agente dell ' FBI , ma ci voleva un metro e ottanta di statura e venti su venti di vista . Allora ho deciso di diventare un grande criminale . Ma ci voleva un metro e ottanta di statura e venti su venti di vista » . La sua comicità nasce sempre da una situazione normale , rovesciata . Questo è il meccanismo più semplice , tanto che gli amici lo hanno soprannominato Allen Woody : « Portavo sempre una pallottola nel taschino all ' altezza del cuore . Un giorno qualcuno mi ha tirato contro una Bibbia e la pallottola mi ha salvato la vita ... Io e mia moglie non riuscivamo a tirare avanti così e allora ci siam detti : " O facciamo una vacanza insieme o divorziamo " ; poi abbiamo deciso che un viaggio alle Bermude finisce in quindici giorni mentre un divorzio è una cosa che ti dura tutta la vita » . Talora invece il meccanismo è dato dall ' inserzione violenta , nel corso di un discorso elevato , di elementi quotidiani , altrettanto veri e plausibili . Ecco Woody Allen che discute di metafisica : « Cosa conosciamo ? Cioè cosa siamo sicuri di conoscere , o sicuri che conosciamo di aver conosciuto , se pure è conoscibile ? Possiamo conoscere l ' universo ? Mio Dio , è già così difficile non perdersi in Chinatown ... » . Oppure : « Il punto pertanto è : " Esiste qualcosa fuori di noi ? E perché ? E devono proprio fare tutto quel rumore ? " » . Un terzo meccanismo consiste nell ' immaginare una situazione concettualmente plausibile e poi di tradurla visivamente traendone tutte le conseguenze . Per esempio : in Take the Money Woody è un aspirante rapinatore che finisce regolarmente in carcere perché non è capace a fare una rapina riuscita . Ad ogni arresto la televisione intervista i genitori del grande criminale . Cosa fanno i genitori di un pericolo pubblico trovandosi al centro della curiosità generale ? Si vergognano , perché sono due piccoli e timidi negozianti ebrei del Low East . Perciò partecipano all ' intervista ma col volto coperto . La variazione è data dal fatto che entrambi , madre e padre , si mettono una maschera da Groucho Marx , con gli occhiali spessi , il nasone e i baffi : per il resto il loro dialogo è realistico e commovente , fatto di pianti e recriminazioni . L ' effetto è indescrivibile . Play It again , Sam è , dei tre film , il più umano ; gli altri due erano ancora alla Hellzapoppin , a torte in faccia e ruzzoloni ( naturalmente a un livello infinitamente più sofisticato ) . L ' ultimo invece appartiene al genere psicologico . È la storia di un inetto nevrotico ossessionato dal fantasma di Humphrey Bogart in Casablanca . La moglie lo abbandona dicendogli che è sessualmente incapace , psicologicamente immaturo , brutto , noioso , travet e impotente . Poi aggiunge « doni take it personally » , niente di personale , beninteso . Woody cerca avventure impossibili , incappa , per esempio , in una femmina di colore che gli si strofina contro , sbottonandosi la camicetta e spiegando che lei è una ninfomane che pensa solo al sesso , equando lui sconvolto le si getta addosso , lo respinge gridando « ma per chi mi ha preso ? » . Poi , inaspettatamente , ha un ' avventura con la moglie del suo migliore amico , capisce di aver distrutto una famiglia e corre all ' aeroporto dove lui sta partendo . Sulla pista , davanti all ' aereo coi motori accesi , si trova nel bel mezzo del finale di Casablanca ; solo che Bogart andava a dire a Ingrid Bergman che lui non sarebbe partito con lei , che lei doveva seguire Paul Henreid , eroe della resistenza ; Allen invece trova la ragazza che gli dice che non può restare con lui , che seguirà il marito . Salta a capofitto nella situazione e le dice frasi nobilissime , lei esclama « che cosa meravigliosa hai detto ! » e lui confessa estasiato che sono le parole finali di Casablanca . Poi si allontana nella notte , verso gli hangar , è stato abbandonato ancora una volta , ma questa volta come Humphrey Bogart , finalmente è un vero uomo . Come gioca sui clichés del romanticismo consolatorio , così Woody Allen gioca sui miti della cultura . Nel suo libro vi è un pezzo squisito raccontato da un comprimario degli Anni Ruggenti che viaggia a Parigi e in Spagna con Hemingway , Alice Toklas , Picasso e Zelda Fitzgerald . « Nel pomeriggio mentre si andava per antiquari , chiesi a Gertrude Stein se avrei potuto diventare uno scrittore . Con quel tipico modo ambiguo e allusivo che ci incantava sempre lei disse : No . » Più tardi Gertrude spiega che « l ' arte , tutta l ' arte , è soltanto una espressione di qualche cosa » . Jean Gris fa una natura morta di Alice Toklas , ma da buon cubista cerca di spaccarle la faccia per trarne forme geometriche da sovrapporre ( altrove Allen parla di quel pittore moderno che ha tentato di tagliarsi un orecchio con un rasoio elettrico ) . In Conversazioni con Helmholtz intervista un discepolo di Freud che racconta alcuni dei casi più interessanti risolti dal Maestro : il caso di Edna S . , che aveva una paralisi isterica alle narici e non riusciva a fare l ' imitazione del coniglio , soffrendone moltissimo ; o quello di Joachim B . che non riusciva ad entrare in una stanza in cui ci fosse un violoncello e , entratoci , non poteva più uscirne se non richiestone da un membro della famiglia Rothschild . Costui era balbuziente , ma non quando parlava , solo quando scriveva . Conclude Helmholtz : « Io non credo in una vita dopo la morte , comunque mi porto la biancheria di ricambio » . In Mr Big Allen scrive una perfetta novella poliziesca , genere hard boiled , tra Dashiell Hammett , Spillane e Chandler . Dal detective arriva una bellissima ragazza che gli chiede di trovare una persona scomparsa . La situazione è normale , tensione erotica tra i due , il detective che domanda l ' anticipo , l ' inchiesta che comincia . Solo che la persona da trovare è Dio . Il detective comincia a interrogare un rabbino , poi elementi della malavita , stringe i fili , capisce tutto , affronta la ragazza : Dio è morto , ed è lei che lo ha ucciso , perché è una professoressa di fisica atea . « Taci bambola , ormai è troppo tardi . Tu hai fatto fuori Socrate , poi è apparso Descartes e tu hai manovrato Spinoza per far fuori Descartes , ma quando hai visto che Kant non ci stava hai dovuto sistemare anche lui ... Non mentire , poi ti sei fidata di Martin Buber , ma lì hai commesso il tuo primo errore , perché Buber credeva in Dio e allora hai dovuto sistemare anche Dio ... » La donna piange , tenta di sedurlo , ma lui , il duro , spara . Mentre lei muore lui le dice le ultime parole di amarezza e di passione : « La manifestazione dell ' universo come idea complessa in quanto opposta all ' Essere è in se stessa il nulla o meglio la Nientità in relazione a ... » . Credo che abbia capito mentre moriva , commenta il duro . Quel duro che Woody Allen vorrebbe essere . Non riuscendoci , racconta nei suoi film e nei suoi testi la storia del suo bisogno cosmico di protezione : « Provo un intenso desiderio di tornare nell ' utero ... di chiunque » .
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Giuseppe Grieco , dalla quarta sponda del Mare Nostro nell ' ora segnata dal destino per la nostra più grande ascesa imperiale : Fra i tanti miti distrutti o sfatati dall ' attuale conflitto c ' è anche quello del cosiddetto " onore " britannico . Eccetto pochi sparuti gruppi di persone legate al carro demo - ebraico di Londra , da per tutto si elevano voci di esecrazione verso l ' Inghilterra , mentre quei paesi la cui politica era fino ad ieri completamente infeudata a Londra , cercano con un subitaneo cambiamento di rotta , di liberarsi fino al fondo di tale nefasta eredità . Vista sotto questo aspetto , la nostra lotta assume un carattere etico ed europeo di tale grandezza , che solo i ciechi le possono negare . Tornando all " ' onore " britannico e lasciando da parte i vari Churchill , Eden , Duff Cooper e compagni , apriamo una delle tante pagine della storia del Risorgimento italiano , voglio parlare della rivoluzione napoletana del 1799 , e vediamo la parte avutavi dagli inglesi . Tralascio l ' opera e le mene della famigerata Lady Hamilton , intima della regina e amante di Nelson , per considerare solo quest ' ultimo . Il mozzo diventato ammiraglio , l ' eroe di Abukir , non ha scusanti , egli porta intera davanti alla storia la responsabilità della violazione , perpetrata a mente fredda , della capitolazione dei castelli napoletani , firmata tra gli altri , anche dal capitano Foote , comandante della fregata " Cavallo marino , " a nome di S . M . Britannica . Il trattato impegnava dunque solennemente l ' onore della nazione britannica , alleata di S . M . il Re delle due Sicilie , come fece bene notare il Cardinale Ruffo nel suo colloquio con Nelson e gli Hamilton . Ma l ’ “ Eroe ” fu inamovibile . Passò su tutto , anche sull ' onore britannico e la vistò . Invano si oppose il Ruffo , che non era affatto l ' uomo della leggenda liberale , ma un italiano di buona tempra , discendente di antichissima famiglia contro la volontà dell ' onnipotente " Eroe " inglese non potette far niente , anzi poco mancò che non lasciasse anche lui la testa sul patibolo , come era nei voti di Acton , di Nelson , degli Hamilton e della regina . Ho citato quest ' episodio della storia del Risorgimento italiano , perché più di qualsiasi dissertazione teorica rivela il carattere della mentalità inglese . L ' inglese si considera superiore a tutti gli altri popoli i quali debbono a lui quel tributo di omaggio e di servitù che l ' inferiore deve al superiore . Chi non serve agli interessi inglesi , o peggio , vi si ribella , è la pecora nera che va radiata dal consorzio " civile " con ogni mezzo . L ' onore non conta . Concludendo , l ' " onore " inglese è rimasto fondamentalmente quello dei vari Drake e compagni che crearono , a scopo piratesco , la prima marineria britannica . Mercante e pirata , ecco il vero volto dell ' inglese , quando cade la maschera sovrappostavi da secoli di " ipocrisia " e di "politica." Questa seconda e più feroce Cartagine , ora che è ridotta agli estremi , scopre gli artigli in un ultimo disperato tentativo di resistenza . Invano . La nuova Europa creata da Mussolini e da Hitler le sta sopra brandendo la spada della giustizia . E giustizia sarà fatta .
Ha tre teste però non è un'aquila ( Saviane Sergio , 1973 )
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Mi scrive il geometra Piero Morandi di Firenze : « È per sfornare servizi lacrimevoli e deamicisiani come quello della bambina rapita e portata a New York e dimenticare così le altre ben più tragiche vicende , conseguenza di una malintesa libertà e dell ' impotenza del potere costituito a neutralizzarne le vere cause , che la RAI occupa più di 750 giornalisti o mezzibusti ? » . Il lettore Morandi fa bene a chiedersi cosa fanno tutti gli squadroni di giornalisti radiotelevisivi , i dirigenti e i condirettori , i direttori ad personam e i caporedattori , i caposervizi , i vicecaposervizi e i vicetutto . Lavorano o non fanno niente tutte queste persone ? Si può credere che i giornalisti della RAI , i loro vice e i loro dirigenti non facciano niente , ma non è vero . La loro più grande preoccupazione è fare i furbi . Con la furbizia un funzionario della notizia può fare una carriera fulminante e passare di grado in poco tempo . Infatti sono quasi tutti capi e vicecapi . Peccato che il loro lavoro si riduca soltanto a fare i furbi ; ma questa è la chiave per diventare un buon mezzobusto . Ci sono eccezioni , si capisce ; c ' è il più furbo e il meno furbo . Ma , in genere , il notiziarolo di via Teulada non ha altra preoccupazione che osservare bene quello che fanno gli altri , i vicini di scrivania o i suoi diretti superiori . Durante il giorno non deve lavorare , deve dire sempre di sì , obbedire , fumare la pipa ; alla sera , in trattoria , può far finta di contestare , di parlare della pace nel Vietnam e anche criticare , con molta diplomazia , i suoi stessi alti dirigenti e il sistema . Questo è il segreto . Il direttore del telegiornale Willy De Luca , per esempio , è uno dei pochi che lavorano molto . Con tutti i tagli che deve fare , non è un furbo come tutti gli altri , perché è come se avesse tre teste : una per censurare , una per fare il furbo ( cioè mettersi in collegamento diretto con Bernabei ) e una per agitarsi durante i dibattiti di Tribuna politica . Quando è in funzione la prima , le altre due sono e devono restare inattive ; e viceversa . Non è facile sincronizzare tre crani così effervescenti e non comunicanti , ma De Luca sa innestare quasi sempre la marcia a tempo giusto con più precisione e tempismo di un automobilista sulla pista di Monza . C ' è qualche bisticcio , è vero . Perché , ogni tanto , il cranio da agitazione disturba quello da taglio ( sempre in fase collegamento con Bernabei ) , e , malgrado il doppio debraglio , si sente il secondo che dice al terzo : « Stai zitto , tu , testone ! » . Ma Willy riesce quasi sempre a sincronizzare le tre teste , in modo da non arrivare mai allo scontro frontale . Per quanto riguarda invece i suoi mezzibusti , ci troviamo di fronte ad un altro genere di materiale umano radiotelevisivo . Se negli uffici direttivi è facile trovare giornalisti con due o tre teste ( Bernabei ne deve tenere una a disposizione esclusiva di Fanfani ) , nel mezzobustismo spicciolo non si trovano quasi mai soggetti siamesi o a doppia e tripla testa . Il mezzobusto è uno e trino , come Dio , ma non sviluppa molto lavoro . Tutt ' al più legge una mezza cartella , su Van Thieu in visita ad Andreotti , al Papa e a Leone , ogni sera . Può anche darsi che questo prototipo funzioni a due , a tre o a quattro teste , ma il fenomeno non è visibile ad occhio nudo . Mariopastore , per esempio , di teste ne ha una sola e gli avanza . Anche Pasquarelli , Sparano , Rancati , Pinzauti , Favanuccio , Vannucchi , Brancoli , Titostagno , Selva , Citterich , Bersani e tutti gli altri non hanno ricambio , perché con la stessa testa leggono la segatura quotidiana o i telegrammi di Andreotti , mangiano , dormono , fanno i furbi e ritirano lo stipendio . Non c ' è dubbio che una testa gli basta . Anzi , potrebbero benissimo fare senza . Se gliela lasciano è solo perché in televisione bisogna pur far vedere qualche cosa montata sul mezzobusto : cosa sarebbe , diciamo la verità , un mezzobusto senza la testa ? Anche i mezzibusti aria - libera svolgono poco lavoro . Sono quasi tutti corrispondenti e vengono sempre inquadrati in esterni , sotto l ' albero , il pino o l ' abete , o sotto la neve , fra la tormenta , in barchetta sul lago , o con lo sfondo pino - mare come nelle cartoline di Napoli o il golfo . Ce n ' è uno , il moscovita Francesco Mattioli , per dirne uno molto furbo , che se non ha il colbacco e la neve , non parla nemmeno se lo ammazzano . Mattioli è uno che potrebbe camminare o fare il giornalista senza testa . Ma cosa ci metterebbero dentro al colbacco di Mattioli quando appare sullo schermo ? Anzi , a lui la testa sta proprio su misura . D ' altro canto , se ne avesse tre , come farebbe con un solo colbacco a coprirle tutte ? Mattioli è un caso unico di mezzobusto ricoperto e occorre riconoscere che quella di vestirgli il cranio non è stata un ' idea da poco . Infatti , l ' unica volta che il moscovita s ' è messo in posa sotto la betulla con i capelli al vento , faceva perfino fatica a parlare . Per questo il giorno dopo , anche se non c ' era la tormenta , il mezzobusto da esportazione è riapparso in colbacco . Mattioli però non è il solo che funziona meglio all ' aperto . Anche Sandro Paternostro , quello che vi parla da Londra , è monocranico e non legge niente se non appare ritagliato fra le colonne di un palazzo , o a Soho o sotto il campanile di Westminster , o sotto un monumento o in mezzo al mare , tra la furia degli elementi , col timone in mano , la pipa sottovento , il baffo di trinchetto e ilnaso antispruzzo . Mai egli accetterebbe l ' esposizione su schermo senza l ' albero maestro o senza la pioggia . Bisogna capirlo in questa sua sacrosanta esigenza di mezzobusto da oltremanica . Neppure il mezzobusto da inquinamento , quello che parla sempre sulle scogliere o in mezzo ai rifiuti , lungo i fiumi in piena o acquattato lungo gli scoli di liquame e le fogne , sopra le cataste di automobili scassate , mentre sullo sfondo romba la ruspa demolitrice , neppure lui lavora molto . A questo ecologo qui , se non è controvento e non ha il filtro , è inutile chiedergli notizie . O è controvento o sta zitto . Perfino Titostagno ( che è un furbo da studio , lavora poco e recita le notizie funerarie in gramaglie ) s ' è esposto all ' aria in una delle ultime trasmissioni per un ' intervista da Fiumicino . Quella sera Tito splendeva di nuova luce . Sbocciava , col suo kepì biondo , da un grande bavero di opossum levigato dallo zefiro marino . Un autentico colpo d ' occhio . Mercoledì della scorsa settimana , per esempio , mentre un altro testa - intera chiamato Gastone Ortona , parlava dal Nordeuropa , è saltato il macchinario ed è venuta fuori la cartina dell ' Irlanda , e , di scorcio , un baffo di Paternostro . Per fortuna non nevicava . Ma è stato un autentico flash di grande prestigio , una posa cielo - mare di grande effetto . Sembrava quasi ( non vorremmo però essere maligni ) fatto apposta . Ma lo scoop giornalistico l ' ha fatto quella sera Luciano Lombardi , un altro tira - tardi della televisione , inquadrato durante la sua conversazione anfano - ecologica sotto rigogliosi palmizi . Sferzato dalla tramontana , il mezzobusto da inquinamento emergeva nel teleschermo come Siro Lacedelli sopra la cima del K2 , a non dire niente sulla Montedison e le varie insidie dello scarico di Scarlino , come i suoi compagni di cordata bocche - cucite ufficiali dell ' ammiraglia Bernabei . Quella sera , dopo un mese che i giornali ( e perfino Gustavo Selva in un momento di euforia ) avevano detto che lo studente Franceschi era stato ucciso da una pallottola della polizia , Lello Bersani , dall ' alto della sua fronte velinata ha detto : « In seguito al caso dello studente Franceschi , scomparso nella dimostrazione alla Bocconi di Milano , è stato interrogato un testimone oculare ... » . Gli unici che quella sera hanno parlato al riparo dal vento sono stati Pasquarelli e Pastore , questa volta finalmente sottosforzo . Ma non sono due elementi di forte costituzione , non hanno quasi la voce per recitare il rosario della DC e dei partiti alleati e sarebbe imprudente farli lavorare di più o mandarli a dire fanfaluche fra la tormenta o sotto gli alberi .