StampaPeriodica ,
1
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
moderni
.
Quando
si
rispettano
le
proprie
qualità
,
si
ha
cura
di
non
snaturarle
negli
esibizionismi
,
nei
parossismi
,
nelle
parodie
;
quando
si
vuol
conservare
integro
un
organo
,
non
se
ne
alterano
le
funzioni
.
Il
modernismo
è
appunto
una
sopraffazione
alla
modernità
,
una
deviazione
della
modernità
,
una
funzione
artificiosa
che
la
corrompe
nella
sua
essenza
e
la
travisa
nelle
sue
forme
.
Il
modernismo
è
un
parassita
della
modernità
,
un
fatto
patologico
,
infine
una
moda
.
Noi
siamo
moderni
,
non
modisti
.
Non
possiamo
essere
che
moderni
secundum
naturam
,
e
la
modernità
è
per
noi
un
istinto
:
combattiamo
il
modernismo
perché
tende
a
trasformare
questo
istinto
in
un
vizio
.
2
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
italiani
.
Prodotto
di
climi
stranieri
al
nostro
il
modernismo
fa
il
giuoco
di
chi
non
ha
nulla
da
perdere
,
nulla
da
difendere
,
nulla
da
conservare
.
È
un
surrogato
della
civiltà
presso
i
barbari
,
i
popoli
inferiori
,
le
nazioni
in
decadenza
.
Storia
,
tradizione
,
carattere
,
sentimento
di
patria
,
attaccamento
alle
istituzioni
o
agli
ideali
rivoluzionari
,
nulla
è
tollerato
dal
modernismo
se
non
in
un
piano
secondario
;
nessuna
urgenza
è
ammessa
oltre
la
sua
.
Per
esistere
,
deve
trionfare
su
ogni
altra
legge
;
non
si
affida
a
una
potenza
,
che
non
possiede
,
ma
alla
prepotenza
.
Uccide
il
passato
,
sequestra
il
presente
,
ipoteca
l
'
avvenire
.
Il
modernismo
è
la
legge
,
la
morale
,
la
religione
,
la
retorica
che
esclude
tutte
le
altre
.
Il
suo
dramma
sta
nel
suo
assolutismo
,
un
assolutismo
posto
al
servizio
di
quanto
c
'
è
di
più
relativo
al
mondo
;
e
dunque
di
tutto
,
fuori
che
dall
'
italianità
.
3
.
-
Combattiamo
il
modernismo
perché
siamo
fascisti
.
Noi
abbiamo
sempre
considerato
il
Fascismo
come
un
modo
di
servire
l
'
Italia
,
cioè
un
'
idea
universale
,
indipendentemente
dalle
ideologie
occasionali
.
Cacciate
dalla
porta
al
momento
opportuno
,
esse
minacciano
di
rientrare
dalla
finestra
,
in
nome
appunto
del
modernismo
,
che
le
promuove
e
le
giustifica
.
Ma
Fascismo
e
modernismo
si
elidono
:
quello
serve
una
idea
assoluta
,
questo
un
'
idea
relativa
.
Il
Fascismo
,
in
quanto
espressione
della
civiltà
italiana
,
ha
carattere
universale
;
il
modernismo
invece
ha
carattere
internazionale
:
serve
altri
valori
,
o
meglio
serve
esigenze
,
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
la
nostra
storia
e
con
la
nostra
civiltà
.
Il
Fascismo
ha
una
sua
interpretazione
della
vita
moderna
,
e
cioè
un
'
interpretazione
italiana
;
il
modernismo
é
,
al
contrario
,
un
'
interpretazione
arbitraria
,
internazionalistica
,
intellettualistica
,
occasionale
della
modernità
.
Coloro
che
si
lasciano
sedurre
dalle
ideologie
modernistiche
credendo
di
servire
il
Fascismo
,
non
si
accorgono
di
svuotarlo
della
sua
vera
sostanza
e
delle
sue
profonde
ragioni
.
Essi
mostrano
di
non
aver
fede
nel
Fascismo
,
soltanto
nel
Fascismo
,
ma
di
aver
bisogno
di
qualcosaltro
.
È
proprio
questo
qualcosaltro
che
noi
non
digeriamo
.
Fummo
«
selvaggi
»
quando
si
tentò
di
addomesticare
la
Rivoluzione
;
perché
non
dovremmo
essere
«
selvaggi
»
quando
si
cerca
di
assoggettarla
al
modernismo
?
Il
Modernismo
è
un
partito
.
Noi
abbiamo
già
il
nostro
,
e
non
lo
vogliamo
né
barattare
né
mescolare
.
I
nostri
lettori
debbono
pur
sapere
con
chi
hanno
a
che
fare
.
StampaPeriodica ,
Da
ogni
parte
si
ripete
che
basta
ormai
con
la
violenza
individuale
,
che
si
deponga
l
'
odio
di
classe
,
che
occorre
tornare
alle
competizioni
elevate
di
idee
,
alle
lotte
civili
e
disciplinate
,
che
necessita
soprattutto
ristabilire
il
potere
della
legge
e
il
rispetto
e
la
libertà
per
tutti
...
E
'
vero
:
l
'
aspirazione
di
tutti
è
questa
:
pacificare
gli
animi
.
Ma
come
?
L
'
Avanti
!
risponde
:
è
un
dovere
della
stampa
borghese
.
E
mentre
si
lascia
sfuggire
tale
interessata
invocazione
,
si
scaglia
contro
il
fascismo
con
un
frasario
scorretto
e
triviale
...
Per
pacificare
ci
vuole
sincerità
:
il
fascismo
è
una
manifestazione
spontanea
del
popolo
italiano
,
la
cui
coscienza
è
insorta
contro
il
bolscevismo
invadente
,
contro
la
violenza
,
contro
una
dittatura
insopportabile
,
contro
un
'
indegna
tattica
di
lotta
,
contro
il
boicottaggio
e
l
'
affamamento
...
Ma
come
si
può
raggiungere
la
pacificazione
degli
spiriti
se
tanto
i
socialisti
che
i
comunisti
hanno
una
meta
unica
da
raggiungere
:
la
rivoluzione
?
I
socialisti
che
hanno
sempre
taciuto
quando
erano
i
loro
seguaci
a
commettere
violenze
ed
irridevano
alla
moribonda
borghesia
...
Essi
stessi
si
sforzano
oggi
di
imitare
il
grido
di
quella
e
fanno
anch
'
essi
appello
alla
legge
e
ricorrono
alla
protezione
della
forza
pubblica
...
Essi
invocano
la
legge
,
ma
contro
gli
avversari
che
reagiscono
alle
loro
violenze
;
essi
invocano
l
'
intervento
della
forza
pubblica
per
essere
protetti
nelle
loro
gesta
criminose
e
rivoluzionarie
...
Se
da
ogni
parte
si
grida
:
basta
!
comincino
i
socialisti
e
i
comunisti
a
disarmare
.
StampaPeriodica ,
Ogni
volta
che
colle
nostre
donne
noi
contadini
intonammo
il
coro
a
vespero
accompagnati
dalla
voce
solenne
dell
'
organo
,
abbiamo
pensato
che
Iddio
,
di
lassù
,
a
ogni
fine
di
giornata
,
prendeva
nota
di
quel
che
avevamo
sofferto
:
e
sperammo
sempre
che
sarebbe
giunto
il
momento
in
cui
egli
avrebbe
detto
:
basta
!
Non
abbiamo
con
ciò
preteso
mai
,
né
pretendiamo
che
si
dica
basta
al
lavoro
;
perché
sappiamo
che
la
terra
non
produce
il
grano
se
non
è
fecondata
di
sudore
.
Noi
anzi
la
amiamo
la
lotta
quotidiana
colla
terra
:
ma
crediamo
e
vogliamo
debba
cessare
la
legge
iniqua
per
cui
la
terra
oggi
produce
,
insieme
al
grano
,
la
tracotanza
dei
padroni
e
l
'
avvilimento
nostro
.
Noi
abbiamo
sempre
sperato
che
il
giorno
della
risurrezione
nostra
sarebbe
venuto
;
il
giorno
in
cui
,
cessando
di
essere
trattati
come
bestie
o
come
schiavi
,
avremmo
gustato
la
gioia
balda
e
soave
di
lavorare
come
in
una
grande
famiglia
di
fratelli
,
pari
tutti
nei
diritti
e
nei
doveri
,
nei
godimenti
e
nei
dolori
.
Questo
giorno
noi
lo
festeggiamo
in
anticipazione
il
primo
di
maggio
:
lo
festeggiamo
e
lo
affrettiamo
,
stringendoci
tutti
insieme
,
quanti
siamo
poveri
e
sfruttati
,
nel
proposito
di
lavorare
al
nostro
riscatto
che
è
voluto
da
Dio
.
Ma
il
prevosto
ci
dice
nelle
sue
prediche
:
«
Non
è
questa
la
volontà
di
Dio
:
non
è
conforme
a
religione
che
i
poveretti
si
uniscano
così
contro
i
signori
.
Perché
dice
il
prevosto
Dio
comanda
la
rassegnazione
e
l
'
umiltà
.
Comanda
di
lasciare
a
Cesare
quel
che
è
di
Cesare
.
Comanda
di
non
occuparsi
della
vita
terrena
,
pensando
che
le
ingiustizie
sofferte
quaggiù
saranno
ripagate
con
altrettanta
beatitudine
nel
regno
dei
cieli
.
Comanda
di
curar
l
'
anima
e
non
il
corpo
.
Comanda
di
cercare
soltanto
i
conforti
della
carità
:
di
quella
carità
che
stringe
in
un
amplesso
fraterno
il
povero
ed
il
ricco
»
.
Ma
il
curato
(
che
è
povero
quasi
come
noi
,
mentre
invece
il
prevosto
ha
una
grassa
prebenda
,
ed
ha
inoltre
,
di
suo
,
molta
roba
al
sole
che
fa
coltivare
da
noi
altri
contadini
)
ci
ha
detto
in
confidenza
:
«
Queste
questioni
qui
di
pane
e
di
giustizia
non
sono
articoli
di
fede
che
non
ci
si
possa
ragionare
su
col
proprio
criterio
.
Il
papa
,
i
vescovi
,
i
preti
dicono
la
loro
opinione
come
tutti
gli
altri
senza
che
ci
sia
vincolo
di
dogma
.
M
'
è
lecito
dunque
dirvi
il
mio
parere
senza
mancare
di
rispetto
al
superiore
.
Soltanto
,
vi
prego
di
non
riferirne
al
prevosto
,
perché
potrebbe
usarmi
il
trattamento
che
il
padrone
usa
con
voi
quando
comincia
a
pigliarvi
in
sospetto
...
siamo
intesi
!
Vediamo
dunque
un
po
'
,
se
a
formare
un
partito
contro
le
ingiustizie
dei
signori
,
voi
altri
andate
o
no
contro
la
religione
.
Io
credo
che
non
solo
non
andate
contro
la
religione
,
ma
ritengo
fermamente
che
vada
contro
alla
religione
quel
povero
che
non
si
unisce
al
partito
dei
lavoratori
.
Dio
comanda
la
rassegnazione
,
dice
il
prevosto
.
Ed
è
vero
.
Ma
in
quali
casi
?
Quando
si
tratta
di
disgrazie
che
manda
egli
stesso
e
che
non
si
possono
evitare
.
Se
vi
muore
un
bambino
,
se
la
gragnuola
viene
a
devastare
il
frumento
,
ognun
vede
che
bisogna
rassegnarsi
.
Ma
se
invece
si
tratta
di
mali
e
di
ingiustizie
che
ci
vengono
da
parte
degli
uomini
,
allora
è
dovere
di
buon
cristiano
ribellarvisi
.
Non
vedete
infatti
che
papa
,
cardinali
,
vescovi
,
si
adoperano
per
combattere
la
schiavitù
in
Africa
?
Non
vedete
che
per
combatterla
invocano
anche
l
'
uso
della
forza
?
Or
dunque
:
quel
che
è
giusto
per
l
'
Africa
non
lo
sarebbe
per
l
'
Europa
?
Come
mai
dovrebbe
essere
giusto
e
conforme
a
religione
combattere
contro
la
schiavitù
dei
negri
e
non
dev
'
essere
ugualmente
giusto
e
conforme
a
religione
combattere
contro
la
schiavitù
dei
bianchi
che
è
la
vostra
?
Se
è
legittimo
e
santo
ogni
tentativo
che
gli
schiavi
facciano
per
liberarsi
da
sé
,
non
sarà
altrettanto
giusto
ogni
tentativo
che
facciate
voi
altri
per
la
vostra
emancipazione
?
Dio
comanda
l
'
umiltà
,
dice
il
prevosto
.
Verissimo
anche
questo
.
E
perché
dunque
Iddio
dovrebbe
permettere
la
superbia
dei
padroni
?
Dio
comanda
«
date
a
Cesare
quel
ch
'
è
di
Cesare
»
.
D
'
accordo
.
Ma
la
questione
sta
nel
vedere
ciò
che
è
di
Cesare
.
Sono
forse
di
Cesare
,
ossia
dei
padroni
,
i
campi
che
Iddio
,
non
Cesare
,
ha
creato
?
Sono
forse
di
Cesare
le
messi
che
il
vostro
lavoro
,
e
non
già
il
padrone
,
ha
tratto
dalla
terra
?
Appartengono
forse
a
Cesare
,
ossia
al
padrone
,
le
vostre
persone
,
per
le
quali
non
vi
ha
né
dignità
né
libertà
finché
spetti
al
padrone
di
darvi
o
non
darvi
il
lavoro
e
il
pane
quotidiano
?
Dio
comanda
di
non
occuparsi
troppo
delle
cose
della
vita
terrena
.
Sta
bene
.
Ma
finché
si
vive
quaggiù
è
pur
necessario
occuparsi
della
vita
di
quaggiù
.
Si
può
pensare
alla
vita
di
là
e
insieme
alla
vita
di
qua
.
D
'
altronde
non
è
forse
doveroso
occuparsi
delle
cose
della
famiglia
?
E
perché
quel
che
è
doveroso
per
la
vostra
piccola
famiglia
,
dovrebbe
diventare
peccaminoso
per
la
famiglia
di
tutti
i
vostri
compagni
di
lavoro
e
di
miserie
?
Dio
comanda
di
non
curarsi
del
corpo
,
ma
dell
'
anima
.
Sia
pure
.
Ma
forseché
quanto
voi
,
uniti
in
Leghe
di
resistenza
,
volete
migliorare
i
patti
colonici
,
imponendovi
ai
padroni
colla
forza
del
numero
e
della
solidarietà
,
forse
che
provvedete
soltanto
al
corpo
o
non
anche
all
'
anima
?
Quando
non
si
mangia
che
polenta
fatta
di
grano
-
turco
cattivo
e
si
va
così
incontro
a
malattie
mentali
come
la
pellagra
e
alla
perdita
di
ogni
energia
morale
,
si
fanno
forse
gli
interessi
dell
'
anima
?
Quando
si
ha
un
orario
di
lavoro
che
non
lascia
tempo
né
lena
di
pensare
,
di
discorrere
,
di
goder
la
famiglia
,
di
leggere
qualcosa
,
si
può
dire
che
i
doveri
verso
l
'
anima
sieno
adempiuti
?
Oggi
voi
siete
come
bestie
,
che
lavorano
,
mangiano
e
dormono
.
Per
essere
diversi
dalle
bestie
,
per
essere
creature
ragionevoli
,
bisogna
saperla
adoperare
questa
benedetta
ragione
:
ma
finché
vivrete
come
oggi
i
padroni
vi
fanno
vivere
,
sarete
sempre
peggio
dei
bruti
.
Dio
non
vuole
dice
il
prevosto
che
ripariate
da
voi
alle
ingiustizie
,
se
ingiustizie
ci
sono
:
ma
vuole
invece
che
ne
attendiate
la
riparazione
dalla
carità
degli
altri
.
Degli
altri
?
dei
padroni
forse
?
Lasciamo
stare
che
,
quanto
a
carità
,
i
padroni
mostrano
di
averne
ben
poca
.
La
migliore
carità
infatti
,
che
sarebbe
quella
di
concedervi
i
miglioramenti
che
domandate
,
essi
non
ve
la
vogliono
fare
.
Perché
?
perché
dicono
che
non
vogliono
rovinarsi
per
voi
.
Che
è
quanto
dire
che
la
carità
che
son
disposti
a
farvi
sarà
sempre
così
limitata
che
non
riuscirà
neppure
a
lenire
i
vostri
mali
.
E
la
ingiustizia
sarà
conservata
.
La
miseria
resterà
.
Chi
ci
avrebbe
guadagnato
sarebbero
i
padroni
che
con
pochi
quattrini
,
presi
anche
questi
sul
lavoro
vostro
,
si
sarebbero
fatti
perdonare
l
'
usura
esercitata
su
di
voi
,
e
avrebbero
guadagnato
il
paradiso
.
Così
Dio
stesso
sarebbe
ingannato
.
Il
frutto
del
peccato
avrebbe
servito
alla
assoluzione
e
alla
beatitudine
del
peccatore
.
C
'
è
bensì
una
carità
santa
e
feconda
:
ed
è
il
soccorso
tra
pari
,
tra
fratelli
,
tra
uguali
.
La
carità
che
vi
potete
fare
fra
voi
altri
contadini
,
questa
sì
che
è
veramente
la
rugiada
della
vita
:
perché
non
umilia
chi
la
riceve
,
perché
non
ha
veleni
nascosti
.
Anzi
è
quel
che
si
può
immaginare
di
più
puro
,
di
più
sublime
,
di
più
divino
.
Or
bene
:
quale
è
la
carità
maggiore
che
vi
potete
fare
tra
voi
altri
?
E
lo
stare
uniti
tra
voi
;
il
formare
un
cuor
solo
e
una
volontà
sola
tra
voi
tutti
lavoratori
contro
il
comune
nemico
:
è
il
far
lega
,
in
modo
da
non
permettere
che
il
padrone
approfitti
della
vostra
offerta
per
appiccare
i
vostri
compagni
:
è
l
'
essere
insomma
uno
per
tutti
e
tutti
per
uno
,
in
un
fascio
solo
contro
l
'
avarizia
e
la
prepotenza
dei
padroni
»
.
Queste
cose
,
press
'
a
poco
,
ci
disse
il
curato
.
E
soggiunse
,
con
un
certo
sorriso
,
che
se
il
prevosto
parla
diverso
,
gli
è
ch
'
egli
appartiene
alla
classe
dei
padroni
,
ed
è
quindi
un
padrone
come
gli
altri
,
né
migliore
né
peggiore
degli
altri
.
Soltanto
,
trovandosi
ad
essere
sacerdote
,
egli
adopera
la
sua
autorità
sacerdotale
a
sostegno
de
'
suoi
interessi
.
Il
che
,
osserva
il
curato
,
non
fa
che
recare
danno
alla
stessa
religione
,
perché
quando
i
poveretti
sentono
che
in
nome
della
religione
si
vuoi
condannare
la
loro
causa
,
essi
abbandonano
la
religione
.
Il
buon
curato
poi
concludeva
col
dire
che
il
precetto
evangelico
da
seguirsi
in
queste
cose
è
quel
che
dice
:
se
Dio
comanda
una
cosa
e
gli
uomini
un
'
altra
,
bisogna
ubbidire
a
Dio
e
disubbidire
agli
uomini
.
Ora
se
Dio
,
come
non
v
'
ha
dubbio
,
vuole
che
la
giustizia
trionfi
,
bisogna
fare
ogni
opera
perché
trionfi
,
anche
ribellandoci
a
quel
che
comandano
i
padroni
.
Ci
sono
,
lo
sappiamo
,
molti
nostri
compagni
che
non
credono
in
Dio
,
perché
dicono
che
basta
essere
giusti
e
buoni
senza
andare
in
chiesa
.
Ma
a
noi
non
importa
,
perché
ci
basta
che
in
fatto
ei
siano
buoni
e
giusti
.
Vuol
dire
che
essi
,
invece
di
adorare
Dio
,
adorano
la
bontà
e
la
giustizia
.
Non
è
poi
lo
stesso
?
Quel
che
importa
è
che
si
sia
uniti
tutti
quanti
nel
pensiero
di
attuarla
questa
giustizia
.
In
tal
pensiero
salutiamo
tutti
il
primo
di
maggio
che
ci
richiama
al
nostro
primo
dovere
:
e
promettiamo
in
questo
giorno
solenne
di
consacrare
,
senza
paure
e
senza
esitazioni
,
tutte
le
nostre
forze
alla
emancipazione
della
nostra
classe
.
Iddio
Io
vuole
!
Alcuni
contadini
Chi
non
è
socialista
?
Oggi
,
in
Italia
,
tutti
vogliono
essere
un
po
'
socialisti
.
È
una
droga
,
il
socialismo
,
che
tutti
i
partiti
e
tutti
gli
uomini
borghesi
amano
mettere
senza
tema
di
avvelenamento
come
salsa
piccante
nei
loro
manicaretti
.
Segno
,
compagni
miei
,
che
siamo
ancora
deboli
.
Fossimo
forti
come
sono
i
nostri
compagni
di
altri
paesi
,
e
i
nostri
nemici
non
avrebbero
modo
né
voglia
di
permettersi
simili
gusti
.
Segno
che
ci
sono
ancora
troppi
socialisti
che
fanno
delle
sentimentalità
invece
di
fare
dei
ragionamenti
:
o
che
per
posare
ad
uomini
pratici
danno
esca
e
materia
a
questo
equivoco
colossale
che
,
con
tacito
accordo
,
viene
alimentato
e
coltivato
da
tutti
quanti
i
partiti
della
borghesia
.
L
'
equivoco
cioè
che
si
possa
essere
più
o
meno
socialisti
anche
senza
ammettere
la
lotta
di
classe
e
senza
vedere
,
come
risultato
della
stessa
,
la
socializzazione
degli
strumenti
di
lavoro
.
Codesti
volponi
,
aiutando
la
ingenuità
di
molti
nostri
compagni
,
dicono
:
«
Che
cosa
è
il
socialismo
se
non
il
desiderio
di
migliorare
la
condizione
della
povera
gente
?
or
dunque
:
non
siamo
noi
qui
a
riconoscere
che
la
miseria
esiste
e
che
bisogna
portarvi
un
rimedio
?
che
necessità
c
'
è
di
parlare
di
lotta
di
classe
dal
momento
che
noi
borghesi
,
come
vedete
,
siamo
i
primi
a
riconoscere
i
bisogni
del
lavoratore
?
Non
è
questo
anzi
un
pegno
d
'
amore
e
di
solidarietà
fra
le
classi
?
E
a
che
,
poi
,
smarrirci
nella
nebulosa
dell
'
avvenire
,
speculando
sulla
proprietà
collettiva
,
mentre
quel
che
importa
e
che
urge
è
provvedere
ai
mali
presenti
?
»
E
con
questo
parlare
,
molti
di
voi
,
operai
e
contadini
,
sono
presi
all
'
amo
.
Con
questa
arte
vi
si
persuade
di
lasciare
ai
borghesi
la
cura
del
vostro
«
miglioramento
»
nella
fiducia
che
,
illuminato
da
queste
belle
ispirazioni
,
il
loro
cuore
varrà
a
risolvere
la
questione
sociale
.
Ed
è
qui
appunto
dove
la
borghesia
vi
voleva
.
A
deporre
ogni
idea
di
conquista
:
ogni
proposito
di
lotta
contr
'
essa
.
Disarmarvi
,
addormentarvi
,
asservirvi
di
nuovo
.
Ma
guardate
un
po
'
com
'
è
fatto
il
laccio
in
cui
vi
si
vuol
prendere
.
Il
socialismo
,
essi
dicono
,
consiste
nel
desiderio
di
migliorare
la
condizione
della
povera
gente
.
Ebbene
,
no
:
in
ben
altro
consiste
il
socialismo
.
Consiste
nella
volontà
di
togliere
la
causa
della
povertà
.
La
filantropia
,
il
buon
cuore
danno
il
soldo
al
poveretto
:
il
socialismo
pone
la
domanda
:
perché
quest
'
uomo
ha
bisogno
del
soldo
filantropico
?
Ai
volponi
che
sorridendo
vi
dicono
che
sono
socialisti
anch
'
essi
,
rivolgete
questa
domanda
che
riassume
tutto
il
socialismo
:
«
di
dove
viene
la
miseria
del
lavoratore
moderno
?
»
E
state
a
sentire
che
cosa
risponderanno
.
Un
mondo
di
chiacchiere
e
di
contraddizioni
probabilmente
.
Ma
non
ci
sarà
caso
che
essi
dicano
:
la
miseria
del
lavoratore
moderno
deriva
da
ciò
,
che
la
ricchezza
della
borghesia
è
lavoro
dei
proletari
non
pagato
.
Se
non
rispondono
questo
,
il
loro
socialismo
è
menzogna
,
è
artificio
,
è
insidia
.
Le
loro
promesse
di
miglioramento
,
o
sono
le
promesse
insulse
della
carità
:
o
sono
le
panie
della
demagogia
.
Le
loro
dichiarazioni
di
amore
per
il
proletariato
esprimono
semplicemente
la
paura
della
guerra
di
conquista
che
,
per
ottenere
veri
ed
effettivi
miglioramenti
,
il
proletariato
deve
iniziare
contro
di
loro
.
Il
loro
disprezzo
per
la
affermazione
della
proprietà
collettiva
,
non
è
altro
che
una
manovra
per
sviare
il
proletariato
dall
'
unica
via
che
lo
può
condurre
alla
sua
emancipazione
.
Quando
dunque
li
sentite
dire
:
«
E
chi
non
è
socialista
?
»
replicate
subito
:
Voi
.
Voi
che
,
mentre
parlate
di
migliorare
le
condizioni
della
classe
operaia
,
volete
conservare
il
fatto
del
parassitismo
borghese
.
L
'
unico
miglioramento
che
possa
conseguire
il
lavoratore
consiste
nell
'
essere
meno
derubato
dei
frutti
del
suo
lavoro
.
Voi
volete
che
prosegua
il
furto
e
la
rapina
,
se
intendete
sia
mantenuta
in
vita
la
classe
borghese
,
la
quale
trae
la
sua
esistenza
specifica
e
caratteristica
per
l
'
appunto
dallo
sfruttamento
e
dal
monopolio
.
Ah
,
ben
intendiamo
dunque
come
sia
necessario
combattervi
precisamente
colla
bandiera
di
classe
,
affinché
si
dissipino
gli
equivoci
e
cadano
le
maschere
.
StampaPeriodica ,
Benito
Mussolini
ha
lanciato
il
suo
"
tendenzialmente
repubblicano
,
"
un
avverbio
un
aggettivo
destinati
a
scompigliare
amici
e
nemici
,
alleati
e
sudditi.Il
piccolo
mondo
della
politica
italiana
è
,
per
questo
,
tutto
a
rumore
.
Ne
godono
,
a
lor
modo
,
i
sovversivi
,
ne
gioiscono
i
repubblicani
,
se
ne
scandalizzano
i
liberali
.
Solo
i
popolari
senza
dimostrare
le
eccessive
e
farisaiche
meraviglie
di
coloro
che
a
Mussolini
guardavano
,
ora
non
è
molto
,
fino
al
giorno
delle
elezioni
,
non
soltanto
come
al
liberatore
ma
come
all
'
unico
uomo
degno
di
guidare
l
'
Italia
armata
di
schede
elettorali
e
di
fasci
littorii
,
possono
in
tutta
coscienza
affermare
che
la
questione
non
li
tocca
.
Essi
non
hanno
pregiudiziali
monarchiche
,
né
sono
costretti
in
questa
circostanza
a
ricorrere
a
certe
comode
"
riserve
mentali
,
"
che
hanno
sempre
caratterizzato
il
giuramento
di
altre
persone
aderenti
a
ben
diversi
e
determinati
organismi
politici
.
Il
"
tendenzialmente
"
di
Mussolini
,
viene
ad
interrompere
così
molti
placidi
sonni
e
molte
gratuite
e
malamente
acquisite
certezze
.
La
consorteria
liberale
è
costretta
a
trangugiare
l
'
amara
pillola
per
timore
che
la
parte
che
racchiude
nel
pugno
la
forza
,
l
'
ardire
,
l
'
audacia
e
lo
spirito
di
combattività
si
allontani
nel
più
bello
dalle
trincee
,
abbandonando
ad
un
ritorno
offensivo
dei
rossi
,
non
soltanto
il
tricolore
,
ma
il
partito
liberale
e
gli
interessi
degli
agrari
di
tutta
l
'
Italia
.
Senza
questa
preoccupazione
,
francamente
,
non
si
comprenderebbe
davvero
l
'
atteggiamento
dei
liberali
italiani
,
monarchici
e
conservatori
,
di
fronte
all
'
audacia
spregiudicata
del
tendenzialmente
repubblicano
,
condottiero
dei
Fasci
Italiani
di
Combattimento
.
Lo
storico
politico
del
futuro
dirà
,
con
rigida
imparzialità
,
quanta
parte
avrà
avuta
in
questo
atteggiamento
dei
liberali
la
sorpresa
di
vedersi
giocati
proprio
da
colui
,
nel
quale
troppo
imprudentemente
essi
si
erano
così
entusiasticamente
fidati
.
StampaPeriodica ,
IL
BARBIERE
DEI
MANICHINI
.
Ho
conosciuto
il
barbiere
dei
manichini
.
Ho
scoperto
così
che
ai
manichini
di
cera
cresce
una
barba
triste
come
ai
morti
.
Il
barbiere
dei
manichini
,
all
'
ultimo
piano
dei
Grandi
Magazzini
Centrali
,
insapona
con
l
'
acqua
fredda
le
guance
glabre
dei
suoi
silenziosissimi
clienti
,
e
li
rade
con
sopraffini
rasoi
lavorando
con
una
incomprensibile
tenuità
di
polso
,
per
non
sgranare
in
nessun
punto
la
cerea
epidermide
.
Passa
le
sue
notti
così
,
sotto
una
luce
fredda
,
in
questo
silenziosissimo
«
salon
de
toilette
»
senza
specchi
,
dove
i
manichini
si
muovono
con
secchi
passi
di
legno
.
Vita
grama
,
piena
di
piccole
manie
e
di
segreti
incubi
.
Qualche
volta
,
per
dispetto
,
il
barbiere
pianta
negli
occhi
di
vetro
dei
manichini
il
pennello
insaponato
.
Egli
si
toglie
anche
ogni
settimana
il
gusto
,
negato
a
tutti
gli
altri
barbieri
,
di
segare
con
un
solo
colpo
di
rasoio
la
gola
a
un
cliente
.
Lascia
i
Grandi
Magazzini
Centrali
all
'
alba
,
quando
la
sua
clientela
ha
ripreso
posto
nella
mostra
.
Aspetta
,
innanzi
alle
vetrine
,
che
si
rialzino
le
saracinesche
per
godersi
il
primo
spettacolo
della
sua
sbarbatissima
umanità
di
cera
.
IL
SOGNO
.
I
manichini
sognano
.
Sognano
di
diventar
statue
,
in
mezzo
a
una
piazza
,
e
di
farsi
chiamare
«
monumenti
»
.
IL
POMPIERE
IMPAZZITO
.
Ho
sempre
pensato
alla
follia
da
cui
potrebbe
essere
preso
un
pompiere
,
per
il
desiderio
di
raggiungere
quella
tale
finestra
al
quinto
piano
,
orrida
di
fiamme
e
di
fumo
:
arrampicarsi
con
l
'
ascia
in
bocca
su
per
il
getto
verticale
e
gelido
dell
'
acqua
.
SONNO
.
Alle
volte
,
nella
notte
,
il
mare
trema
lievissimamente
.
Sssst
!
...
Sono
i
pesci
che
,
nel
sonno
,
si
voltano
dall
'
altra
parte
.
COMMEDIA
.
La
notte
,
i
cavalli
impennati
dei
monumenti
equestri
fanno
un
piccolo
sorriso
ai
nottambuli
abituali
,
per
dire
:
«
Ci
impenniamo
così
,
tanto
per
fare
!
»
.
L
'
OSSO
.
Quando
alle
statue
si
spezzano
le
braccia
,
il
loro
viso
cambia
espressione
,
e
per
un
attimo
dimostra
uno
stupore
profondissimo
.
Esse
cercano
l
'
osso
,
l
'
osso
spezzato
,
e
sono
meravigliatissime
di
scoprirsi
fatte
soltanto
d
'
una
gelida
bianca
carne
senza
scheletro
.
LETTERE
DEL
PAESE
DELLE
LAGRIME
.
Le
lettere
«
passate
a
copialettere
»
pare
che
ci
giungano
da
un
desolato
paese
dove
non
si
può
scrivere
una
lettera
senza
irrorare
di
lagrime
il
foglio
.
IL
FABBRO
POVERO
.
La
chiave
femmina
la
inventò
un
fabbro
povero
e
amante
della
musica
che
non
era
riuscito
mai
a
comprarsi
un
flauto
.
NAUFRAGIO
.
Il
silenzio
delle
sale
cinematografiche
,
quando
la
luce
si
riaccende
e
l
'
orchestra
tace
,
fa
pensare
al
silenzio
che
deve
regnare
nei
saloni
lussuosi
e
abbandonati
dei
transatlantici
che
affondano
.
Ogni
spettatore
ha
l
'
anima
segreta
di
un
naufrago
dimenticato
che
si
sente
andar
giù
,
giù
,
con
la
bella
spoglia
morta
della
nave
,
verso
le
profondità
sottomarine
,
e
non
ha
la
forza
di
correre
sopracoperta
a
cercare
l
'
anello
di
un
salvagente
o
a
far
gesti
di
appello
disperato
alle
scialuppe
che
si
allontanano
reggendosi
sulle
ali
scheletriche
degli
otto
remi
.
Non
aprite
le
porte
!
Potrebbe
affacciarvisi
,
senza
che
più
fosse
possibile
opporvi
riparo
,
il
fiotto
verde
e
immenso
delle
acque
marine
.
ATLETISMO
.
Per
quanto
sia
grande
il
nostro
dolore
per
la
sua
dipartita
pure
,
mentre
,
con
altri
amici
,
si
porta
in
spalla
il
feretro
del
caro
estinto
verso
l
'
imboccatura
nera
del
carro
,
non
si
può
a
meno
di
far
un
certo
esibizionismo
,
come
se
si
fosse
abituati
a
degli
esercizi
di
forza
,
quando
,
tra
la
gente
,
si
traversa
il
breve
tratto
dal
portone
fino
al
carro
.
STAMPA
INGLESE
.
Il
corno
inglese
si
vanta
della
sua
bella
voce
nasale
e
aristocratica
.
Esige
per
parlare
un
assoluto
silenzio
.
Altezzoso
,
parla
stando
a
sedere
,
mentre
gli
si
fa
circolo
attorno
,
in
piedi
.
Fa
lievi
gesti
con
la
mano
guantata
,
parlando
di
cacce
veloci
sotto
alberi
stillanti
di
pioggia
.
BALLO
MASCHERATO
.
In
certe
opere
le
arpe
non
suonano
.
Rimangono
in
fondo
all
'
orchestra
,
avvolte
nei
loro
mantelli
verdi
,
come
,
in
un
ballo
mascherato
,
gli
innamorati
in
incognito
chiusi
nei
loro
domino
pazzi
di
gelosia
,
incapaci
di
partecipare
alle
danze
,
mentre
la
loro
bella
si
fa
prendere
in
braccio
nell
'
ombra
dei
palchetti
,
e
rovesciare
coppe
di
«
champagne
»
nel
cavo
della
scollatura
.
LE
IMPERATRICI
IN
ESILIO
.
Le
arpe
,
imperatrici
in
esilio
,
parlano
,
tratto
tratto
,
del
loro
regno
perduto
.
Attorno
a
loro
si
fa
un
momento
di
silenzio
rassegnato
,
e
soltanto
i
contrabbassi
legittimisti
brontolano
un
piccolo
coro
di
approvazione
in
sordina
.
Le
arpe
levano
le
loro
teste
di
cigni
dorati
,
la
maestà
incoronata
dei
fusti
.
Piove
come
sui
funerali
poveri
.
Le
trombe
si
voltano
con
i
calici
a
terra
.
MISTERO
.
Nei
buchi
dei
clarinetti
è
entrato
qualche
cosa
che
non
si
riesce
a
far
uscire
benché
ci
si
soffi
dentro
da
secoli
.
StampaPeriodica ,
1
.
Lotta
dichiarata
!
Sì
;
la
classe
operaia
italiana
ha
finalmente
inalberato
anch
'
essa
la
nuova
e
rifulgente
bandiera
.
Anch
'
essa
comincia
a
intendere
e
a
proclamare
il
principio
che
muterà
la
faccia
del
mondo
e
farà
di
mille
mandre
di
schiavi
un
popolo
solo
di
liberi
.
Questo
fatto
per
quanto
ancora
agli
inizi
è
senza
discussione
il
fenomeno
più
importante
che
sia
avvenuto
nella
vita
italiana
dopo
il
sorgere
dei
Comuni
del
medioevo
.
Più
importante
d
'
assai
dello
stesso
cosiddetto
risorgimento
politico
,
della
stessa
liberazione
dai
papi
,
dagli
stranieri
e
dai
duchi
,
perché
questa
fu
rivoluzione
borghese
,
fatta
e
sfruttata
a
beneficio
di
una
sola
classe
mentre
la
redenzione
del
proletariato
,
ultimo
porto
della
lotta
odierna
,
sarà
al
tempo
stesso
la
redenzione
dell
'
umanità
tutta
quanta
.
E
invero
,
se
la
servitù
abbrutisce
e
corrompe
il
servo
,
essa
non
corrompe
meno
il
padrone
e
i
suoi
sgherri
:
ed
è
una
triste
e
rovinosa
vita
per
tutti
,
quella
in
cui
la
ingiustizia
e
la
violenza
danno
ai
pochi
la
ricchezza
e
il
benessere
,
e
di
società
nel
vero
senso
della
parola
non
rimane
più
altro
che
il
nome
.
Di
questo
male
morirono
le
civiltà
antiche
,
fondate
sul
dispotismo
e
sul
dispregio
della
umana
dignità
e
l
'
ha
constatato
la
storia
.
Di
questo
male
morranno
le
moderne
democrazie
,
se
non
sapranno
trasformarsi
a
tempo
e
radicalmente
e
anche
questo
la
scienza
ha
preveduto
ed
è
fatale
come
il
destino
.
2
.
Quel
che
fu
nel
passato
Che
cos
'
è
la
lotta
di
classe
?
È
la
lotta
rispondono
di
coloro
che
non
posseggono
nulla
,
contro
quelli
che
posseggono
tutto
;
degli
sfruttati
contro
gli
sfruttatori
;
delle
vittime
contro
i
parassiti
.
Ed
è
vero
.
E
se
consultiamo
la
storia
,
questa
lotta
noi
la
troviamo
in
tutti
i
tempi
e
presso
tutti
i
popoli
.
Dacché
la
proprietà
privata
riuscì
ad
imporsi
,
a
monopolizzare
la
terra
,
che
è
il
retaggio
di
tutti
,
e
i
mezzi
della
produzione
e
dello
scambio
,
che
sono
il
prodotto
delle
attività
consociate
dacché
essa
riuscì
a
impiantarsi
nelle
leggi
e
ad
organizzare
sul
suo
modello
e
al
suo
servizio
lo
Stato
,
la
Chiesa
,
l
'
educazione
e
persino
le
teste
della
stessa
popolazione
che
ne
soffre
e
che
è
indotta
a
crederla
inevitabile
ed
eterna
da
quel
giorno
,
tuttavia
,
la
società
non
rimase
senza
convulsioni
.
E
la
lotta
dei
miseri
contro
gli
abbienti
,
degli
oppressori
contro
i
dominatori
,
animò
con
varia
vicenda
ogni
movimento
della
civiltà
.
Nei
tempi
bui
dell
'
antichità
e
del
medio
evo
la
vita
della
società
diventò
una
specie
di
duello
,
un
combattimento
di
fiere
per
ghermirsi
a
vicenda
il
boccone
contrastato
.
Le
classi
al
potere
,
sospinte
da
avidità
e
da
paura
,
non
rifuggirono
da
alcun
mezzo
per
disarmare
,
per
avvilire
,
per
estenuare
i
possibili
ribelli
decimando
dei
migliori
,
dei
più
valorosi
,
le
schiere
assoggettate
,
comprando
o
ricattando
le
intelligenze
,
intimidendo
le
velleità
generose
,
corrompendo
con
ogni
sorta
di
frottole
religiose
l
'
intelletto
e
il
cuore
delle
masse
.
Sotto
l
'
influenza
di
tali
artifizi
non
fu
cosa
forte
e
gentile
che
potesse
resistere
.
La
stessa
fede
nata
dalla
sete
di
ideale
,
in
tempi
in
cui
la
scienza
bambina
male
rispondeva
a
cotesto
eterno
bisogno
umano
fu
convertita
in
istrumento
di
servaggio
e
di
degenerazione
,
impiegata
a
mantenere
nei
cervelli
l
'
ombra
e
lo
sgomento
.
Il
timor
di
dio
fu
speso
a
rinforzare
i
catenacci
agli
scrigni
dei
potenti
,
impinguati
dal
sudore
dei
popoli
;
il
sacerdote
fu
chiamato
a
fare
il
paio
col
birro
per
assicurare
la
tranquillità
alle
orgie
dei
signori
del
mondo
.
3
.
Quel
ch
'
è
oggi
Ma
se
,
sotto
quest
'
aspetto
,
una
lotta
di
classi
si
può
dire
che
dura
da
millenni
ed
ebbe
un
esito
vario
a
seconda
delle
circostanze
e
dei
tempi
,
ben
altra
cosa
è
la
lotta
di
classe
moderna
quella
che
oggi
noi
combattiamo
.
E
invero
essa
sarebbe
cosa
ben
meschina
se
si
limitasse
a
voler
capovolgere
il
mondo
e
farcelo
ritrovare
poi
tale
e
quale
a
voler
porre
una
classe
in
luogo
dell
'
altra
a
voler
creare
,
mutate
solo
le
persone
,
nuove
falangi
di
padroni
e
nuove
sterminate
schiere
di
servi
.
Che
anzi
,
se
molti
episodi
di
codesta
lotta
,
nel
passato
,
ebbero
esito
infelice
e
non
condussero
a
nulla
,
si
fu
perché
mancava
in
essi
un
concetto
morale
superiore
,
al
quale
le
circostanze
permettessero
di
realizzarsi
di
cui
le
circostanze
esigessero
anzi
il
realizzamento
.
La
lotta
di
classe
moderna
per
questo
sarà
vittoriosa
e
sarà
redentrice
;
perché
essa
è
concepita
dal
pensiero
quale
è
richiesta
ed
è
voluta
dai
fatti
:
perché
essa
è
vera
ed
è
giusta
dentro
dell
'
uomo
che
la
pensa
e
che
essa
spinge
ad
agire
,
e
fuori
di
lui
,
nelle
condizioni
fatali
della
produzione
moderna
;
perché
la
meta
,
a
cui
essa
tende
,
è
voluta
non
solo
dal
pensiero
,
ma
anche
dalla
storia
.
4
.
Le
sue
cause
La
lotta
di
classe
moderna
è
nata
collo
sviluppo
dell
'
industrialismo
moderno
.
Come
tale
essa
ha
a
mala
pena
un
secolo
di
vita
.
Finché
la
produzione
fu
individuale
,
e
dominò
la
piccola
industria
,
e
il
lavoratore
era
padrone
del
suo
campicello
o
della
sua
bottega
,
vi
poterono
essere
angherie
,
spoliazioni
,
soprusi
,
ma
non
vi
era
non
vi
poteva
essere
la
lotta
di
classe
nel
senso
moderno
.
Fu
soltanto
quando
l
'
economia
medioevale
venne
capovolta
;
quando
specialmente
per
l
'
applicazione
delle
macchine
e
l
'
allargarsi
dei
mercati
la
produzione
divenne
collettiva
e
il
padrone
non
fu
più
il
lavoratore
più
abile
o
il
più
anziano
,
ma
diventò
uno
straniero
,
un
parassita
della
produzione
fu
allora
che
l
'
appropriazione
individuale
del
prodotto
del
lavoro
di
tutti
o
delle
,
grandi
maggioranze
,
a
favore
di
uno
solo
o
di
pochi
e
specialmente
degli
oziosi
,
diventò
un
flagrante
controsenso
.
La
proprietà
,
invece
di
essere
la
condizione
ed
il
compenso
del
lavoro
,
diventò
una
semplice
tassa
,
un
pedaggio
gravosissimo
,
succhiante
il
sangue
del
lavoratore
,
a
cui
in
compenso
non
diede
più
nulla
neppure
la
sicurezza
del
domani
.
E
chiamò
ipocritamente
«
libertà
del
lavoro
»
la
libertà
dello
sfruttamento
ad
oltranza
,
il
diritto
dell
'
oppressione
senza
limiti
,
il
più
fiero
e
il
più
invincibile
di
tutti
i
dispotismi
.
Il
monopolio
delle
terre
,
delle
miniere
,
degli
strumenti
del
lavoro
,
diventati
oramai
grandi
capitali
,
o
del
loro
equivalente
in
moneta
monopolio
acquistato
collo
sfruttamento
,
coll
'
usura
,
colla
frode
di
cui
vive
il
commercio
,
coll
'
eredità
,
col
servilismo
e
con
altri
mezzi
dai
quali
è
disgiunta
ogni
moralità
ed
ogni
merito
personale
diventò
la
condizione
imprescindibile
dell
'
arricchimento
e
del
benessere
.
Il
lavoro
,
la
virtù
,
il
risparmio
non
ebbero
più
altri
compagni
che
la
miseria
eterna
e
senza
speranza
.
La
concorrenza
dei
capitalisti
fra
loro
,
necessaria
per
sopraffarsi
a
vicenda
e
dominare
il
mercato
,
non
permise
più
ad
essi
di
essere
umani
,
buoni
,
pietosi
:
e
,
i
più
grossi
e
i
più
fortunati
sempre
divorando
i
più
piccoli
,
le
schiere
del
proletariato
si
andarono
ogni
giorno
ingrossando
colle
rovine
della
classe
possidente
.
Quanto
più
al
vertice
della
piramide
si
concentrava
il
lusso
e
la
felicità
,
tanto
più
alla
base
si
ammucchiava
la
fame
e
la
disperazione
.
La
stessa
causa
,
l
'
assenza
d
'
ogni
concetto
regolatore
della
produzione
,
produsse
le
crisi
,
la
disoccupazione
,
l
'
ingombro
dei
magazzini
insieme
alla
impotenza
dei
produttori
di
diventar
consumatori
e
di
diminuirlo
;
lo
sfruttamento
del
lavoro
dei
miseri
diventò
a
dirittura
forsennato
,
e
invano
le
leggi
,
per
la
salute
della
razza
umana
,
tentarono
a
volte
di
frenarlo
.
La
casa
di
lavoro
diventò
simile
all
'
ergastolo
,
e
dopo
avere
inghiottito
il
padre
di
famiglia
,
inghiottì
la
donna
ed
il
fanciullo
,
senza
rispetto
ad
età
né
a
debolezza
,
scagliò
la
donna
ed
i
fanciulli
strumenti
meno
costosi
a
strappare
il
pane
di
bocca
al
marito
ed
al
padre
esaurì
coi
lunghi
orari
e
col
cottimo
le
forze
e
la
salute
dei
lavoratori
,
ai
quali
fu
disertato
il
focolare
,
furon
tolte
la
famiglia
e
la
patria
.
Le
epidemie
,
la
delinquenza
spaventosamente
crescente
,
la
prostituzione
che
dilaga
,
il
fermento
dovunque
della
ribellione
e
dell
'
odio
,
la
giustizia
fatta
scudiera
delle
Loro
Maestà
l
'
oro
e
l
'
argento
,
lo
smarrimento
d
'
ogni
fede
e
d
'
ogni
ideale
sociale
e
morale
furono
le
conseguenze
di
uno
stato
di
cose
che
rammentava
peggiorate
le
decadenze
di
Babilonia
,
di
Bisanzio
e
dell
'
antica
Roma
.
5
.
Il
suo
significato
A
reazione
e
a
difesa
contro
questa
decadenza
e
questo
dissolvimento
,
sorge
il
movimento
operaio
,
si
desta
la
coscienza
operaia
.
Essa
capisce
che
,
essendo
il
proprietario
divenuto
un
peso
morto
sulla
produzione
,
affatto
inutile
ad
essa
,
il
prelevamento
che
esso
fa
sul
prodotto
al
quale
non
coopera
,
per
pagarsi
il
lusso
od
i
vizi
,
per
mantenere
la
burocrazia
e
gli
eserciti
a
sua
esclusiva
difesa
,
per
corrompersi
e
per
corrompere
il
mondo
,
cotesto
enorme
prelevamento
è
diventato
a
sua
volta
un
assurdo
:
che
,
collettiva
essendo
ormai
la
produzione
,
collettiva
dev
'
essere
la
ripartizione
dei
valori
,
a
misura
dei
meriti
e
dei
bisogni
di
ciascuno
;
che
chi
,
potendo
,
non
lavora
,
non
ha
diritto
di
mangiare
,
e
che
chi
vive
del
sudore
altrui
non
ha
diritto
di
vivere
.
La
coscienza
operaia
ha
capito
che
la
ricchezza
,
la
forza
,
il
sapere
dei
potenti
del
mondo
,
non
son
fatti
che
del
lavoro
e
degli
stenti
dei
lavoratori
:
e
che
,
se
vasti
ceti
di
professionisti
,
di
impiegati
,
di
operai
del
pensiero
sono
al
servigio
di
quei
pochi
contro
i
moltissimi
,
è
perché
i
pochi
seppero
armarsi
e
,
per
tal
modo
,
rimanere
i
più
forti
.
Ma
la
forza
delle
forze
,
pur
di
saperla
impiegare
,
sta
pur
sempre
nella
virtù
del
lavoro
,
e
solo
chi
tutto
produce
può
distruggere
tutto
perché
saprebbe
tutto
riedificare
.
Ha
capito
che
chi
detiene
le
ricchezze
,
nel
mondo
industriale
moderno
,
detiene
indirettamente
ogni
altro
potere
;
che
la
libertà
è
un
nome
vano
e
un
'
ironia
feroce
per
chi
nulla
ha
e
nulla
può
.
Ha
capito
che
gli
sforzi
dell
'
operaio
isolato
,
per
emanciparsi
,
sono
altrettanto
folli
quanto
il
voler
scuotere
da
soli
e
senza
leva
un
enorme
macigno
e
che
solo
l
'
unione
illuminata
e
cosciente
e
la
volontà
ferrea
,
compatta
,
pertinace
degli
interessati
può
spostare
l
'
asse
della
costituzione
sociale
.
Ha
capito
infine
che
nulla
più
si
oppone
a
che
il
mondo
industriale
questa
geenna
infernale
ridiventi
un
paradiso
terrestre
,
una
grande
cooperativa
di
soci
e
di
fratelli
,
interessati
non
a
divorarsi
e
a
svaligiarsi
a
vicenda
,
ma
ad
amarsi
e
ad
aiutarsi
nulla
più
si
oppone
a
questo
,
tranne
l
'
ostacolo
che
impedisce
appunto
il
fiorire
delle
cooperative
la
mancanza
cioè
,
nei
lavoratori
,
del
possesso
collettivo
dei
capitali
e
che
i
capitali
bisogna
prenderli
dove
sono
,
dove
il
lavoro
di
tutti
da
migliaia
d
'
anni
ha
cooperato
a
crearli
.
Ed
ha
innastata
,
a
questo
scopo
,
la
bandiera
della
lotta
di
classe
.
6
.
La
conquista
del
potere
Ma
ai
primi
passi
di
questa
lotta
ravvisò
un
altro
ostacolo
,
potente
fra
tutti
,
e
che
prima
non
aveva
sospettato
.
Vide
cioè
che
la
classe
spropriatrice
,
la
borghesia
capitalista
,
aveva
organizzato
il
suo
potere
nelle
leggi
e
nelle
istituzioni
amministrative
e
politiche
;
si
era
accampata
nei
Comuni
,
nello
Stato
,
nella
scuola
,
nel
tribunale
,
ecc
.
,
ecc
.
;
e
di
questi
istituti
si
serviva
a
tagliar
le
gambe
al
movimento
operaio
.
E
allora
ammaestrata
da
dolorose
esperienze
la
classe
operaia
capì
che
le
bisognava
seguire
la
medesima
via
.
Capì
che
la
violenza
improvvisa
,
se
può
riuscire
a
un
mutamento
semplicemente
politico
,
a
detronizzare
un
principe
od
a
sbaragliare
momentaneamente
un
esercito
,
non
riescirà
però
mai
,
da
sola
,
a
mutare
profondamente
la
struttura
economica
d
'
una
società
,
mentre
offre
ottimi
pretesti
ai
dominatori
per
salassare
i
popoli
e
snervarne
le
migliori
energie
.
Capì
che
i
Parlamenti
,
i
Comuni
,
tutte
le
istituzioni
organizzate
erano
strumenti
potentissimi
di
dominazione
che
difficilmente
si
potevano
distruggere
ma
dei
quali
si
poteva
invece
impossessarsi
e
servirsene
.
Capì
che
il
voto
,
questo
arnese
d
'
inganni
e
d
'
intrighi
,
questo
strumento
di
vanità
e
di
cupidigie
fin
che
era
maneggiato
unicamente
dai
dominatori
o
dato
alla
massa
a
pro
dei
loro
fini
e
per
le
loro
contese
,
poteva
invece
maneggiato
dai
lavoratori
ai
fini
loro
propri
e
per
le
loro
proprie
battaglie
diventare
,
non
solo
un
mezzo
di
reclutamento
del
partito
e
di
schierarne
e
di
contarne
le
forze
ma
altresì
la
più
sicura
delle
armi
per
acquistare
un
ascendente
sempre
maggiore
nella
vita
pubblica
ed
,
acquistatolo
,
poterlo
conservare
.
A
paragone
di
quest
'
arme
,
la
dinamite
e
qualunque
più
terribile
esplosivo
diventano
un
giochetto
da
bambini
.
Per
tutto
ciò
la
classe
operaia
si
organizzò
in
partito
politico
indipendente
e
,
sulla
bandiera
inalberata
della
lotta
di
classe
,
ha
inscritto
:
La
conquista
del
potere
.
7
.
Il
grande
ideale
Con
questa
bandiera
,
per
questa
via
.
il
proletariato
militante
cammina
,
lento
ma
sicuro
,
alla
mèta
luminosa
,
traendo
seco
la
folla
innumerevole
,
fra
lo
sgomento
dei
tiranni
pubblici
e
privati
sfidando
la
calunnia
e
il
sarcasmo
dei
nemici
,
la
congiura
incosciente
degli
imbecilli
e
dei
vigliacchi
arruolando
nelle
sue
file
ogni
giorno
nuove
reclute
,
sia
nel
campo
del
lavoro
manuale
,
sia
in
quello
del
pensiero
;
attraendo
a
sé
i
ceti
a
lui
vicini
,
che
il
moto
vorticoso
del
capitalismo
va
precipitando
nel
suo
seno
o
che
sentono
ormai
inevitabile
il
loro
tracollo
.
Cammina
e
diventa
la
fiumana
che
s
'
ingrossa
e
s
'
avanza
maestosa
,
che
travolge
gli
ostacoli
,
che
spazza
e
che
feconda
il
terreno
.
Per
questa
via
il
proletariato
che
fu
nulla
sente
che
diventa
qualcosa
e
che
domani
sarà
tutto
:
ma
colla
vittoria
non
sarà
più
il
proletariato
,
la
classe
dei
reietti
,
sarà
invece
l
'
umanità
tutta
intera
laboriosa
e
redenta
.
Fuori
del
suo
seno
,
che
avrà
radunate
tutte
le
forze
utili
della
società
,
non
ci
saranno
più
che
i
parassiti
ostinati
,
gli
elementi
corrotti
condannati
a
trasformarsi
o
a
perire
.
Così
la
lotta
di
classe
avrà
raggiunto
il
suo
fine
ultimo
e
grandioso
:
l
'
abolizione
delle
classi
,
l
'
armonizzamento
degli
interessi
nella
«
giustizia
pia
del
lavoro
»
.
Allora
,
per
la
prima
volta
dopo
tanti
secoli
,
una
«
società
umana
»
di
fatto
e
non
di
nome
sarà
alfine
instaurata
.
La
lotta
di
classe
moderna
,
animata
da
questo
grande
ideale
,
aiutata
da
tutte
le
forze
materiali
dell
'
evoluzione
sociale
,
incarnata
nella
grande
maggioranza
degli
interessi
e
dei
voleri
,
non
potrà
fallire
la
sua
mèta
.
Essa
si
presenta
restauratrice
della
proprietà
sulla
sua
base
legittima
,
il
lavoro
,
contro
gli
spogliatori
e
gli
usurai
restauratrice
della
famiglia
dissolta
o
mercantilizzata
ai
danni
della
specie
restauratrice
di
una
patria
terrena
all
'
immenso
popolo
che
più
non
ha
patria
e
che
è
burlato
colla
patria
celeste
realizzatrice
della
libertà
,
dell
'
eguaglianza
e
della
fratellanza
che
il
dominio
borghese
ha
insultate
e
derise
abolitrice
della
guerra
e
degli
odii
nazionali
e
di
classe
fondatrice
,
nel
violento
disordine
borghese
,
della
pace
e
dell
'
ordine
.
Essa
sola
la
lotta
di
classe
può
infiammare
ancora
di
un
santo
ardore
le
anime
generose
,
sostituire
le
religioni
crollanti
,
restituire
alla
vita
il
valore
e
l
'
ideale
smarriti
.
Essa
è
la
demolitrice
della
barbarie
la
salvatrice
della
pericolante
civiltà
.
E
le
altre
classi
?
Taluno
ci
osserva
:
E
le
altre
classi
?
Il
mondo
non
è
composto
soltanto
di
operai
del
braccio
.
Analizziamole
un
po
'
queste
pretese
«
altre
classi
»
.
I
contadini
innanzi
tutto
.
Ma
essi
sono
i
più
sfruttati
e
i
più
miseri
fra
i
proletari
.
Se
l
'
avanguardia
è
fatalmente
operaia
,
il
popolo
campagnuolo
certo
le
dovrà
tener
dietro
.
Basterà
che
si
svegli
.
I
piccoli
proprietari
.
Questi
sono
gente
dall
'
anatomia
complicata
,
Dalla
cintola
in
giù
proletari
;
dalla
cintola
in
su
si
illudono
di
appartenere
alla
classe
dirigente
.
Perciò
,
fin
che
prevalsero
col
numero
,
il
socialismo
rimase
utopia
.
Ma
l
'
evoluzione
sociale
,
l
'
espropriazione
continua
dei
piccoli
ad
opera
dei
grossi
,
che
è
il
sale
del
sistema
borghese
,
li
tronca
appunto
alla
cintola
e
non
ne
lascia
più
che
le
gambe
.
Come
i
piccoli
esercenti
e
tutta
l
'
altra
gente
piccina
,
essi
non
sono
che
i
proletari
del
domani
.
E
noi
aspettiamo
che
giungano
.
Segue
la
immensa
categoria
degli
impiegati
,
professionisti
,
insegnanti
,
magistrati
,
preti
,
soldati
,
ecc
.
;
la
categoria
dei
lavoratori
non
esclusivamente
manuali
.
Or
da
costoro
staccate
una
decima
parte
;
quelli
che
pappano
lauti
onorarii
,
che
intrigano
coi
dirigenti
,
che
sono
anch
'
essi
già
proprietari
almeno
virtuali
.
Rimane
la
turba
infinita
degli
altri
.
E
sono
proletari
in
giubba
,
plebe
verniciata
.
Schiacciati
dalla
gerarchia
,
nessun
legame
li
avvince
ai
dominanti
,
tranne
l
'
oppressione
.
Col
cuore
son
già
nostri
in
gran
parte
,
coll
'
interesse
lo
sono
tutti
.
Non
si
tratta
per
essi
che
di
capirlo
.
E
,
vinti
dall
'
esempio
operaio
,
ogni
giorno
una
loro
falange
,
gettata
la
stupida
albagia
della
livrea
,
scende
,
ossia
sale
,
fra
noi
.
Molti
di
essi
il
sistema
costringe
a
un
lavoro
ripugnante
,
strumenti
della
lotta
di
classe
dei
dominatori
contro
i
loro
veri
compagni
.
Questo
assurdo
mostruoso
li
farà
più
fieramente
ribelli
.
Il
proletariato
abbraccia
già
per
tre
quarti
,
abbraccerà
domani
per
intero
,
le
energie
utili
,
le
forze
vive
della
società
.
Fuori
di
lui
non
resterà
che
il
mostro
del
parassitismo
.
Intanto
la
battaglia
è
ingaggiata
dai
manipoli
degli
operai
dell
'
industria
,
perché
son
essi
le
vittime
più
dirette
e
perché
è
il
loro
lavoro
tutto
utile
che
darà
l
'
impronta
alla
nuova
società
.
Perciò
la
loro
bandiera
è
anche
la
prima
in
fila
e
la
più
vivida
.
A
cotesti
altri
ceti
e
non
classi
non
rimane
che
da
prender
posto
.
O
seguirla
o
combatterla
.
Note
storiche
Ecco
quasi
mezzo
secolo
dacché
Carlo
Marx
e
l
'
amico
suo
Federico
Engels
annunciarono
nel
loro
Manifesto
dei
Comunisti
il
grande
principio
:
che
l
'
emancipazione
della
classe
lavoratrice
sarà
raggiunta
dalla
lotta
cosciente
degli
stessi
lavoratori
.
La
reazione
che
invase
tutta
l
'
Europa
dopo
i
giorni
sanguinosi
delle
rivoluzioni
del
48
non
lasciò
campo
alla
diffusione
del
verbo
nuovo
ed
al
nuovo
metodo
di
lotta
del
lavoro
contro
il
capitale
.
La
sua
prima
larga
e
solida
applicazione
la
troviamo
in
Germania
verso
il
1860
,
quando
vari
nuclei
di
operai
organizzati
cominciarono
a
sentire
il
bisogno
di
un
programma
comune
di
principi
e
di
azione
.
A
tal
uopo
,
nel
1862
,
i
rappresentanti
di
coteste
prime
organizzazioni
si
riunirono
a
Berlino
ed
elessero
un
Comitato
coll
'
incarico
di
convocare
un
Congresso
operaio
nazionale
.
Il
Comitato
si
rivolse
a
Ferdinando
Lassalle
perché
redigesse
un
programma
del
movimento
operaio
.
E
Lassalle
scrisse
la
sua
celebre
Lettera
aperta
al
Comitato
centrale
di
Lipsia
,
nella
quale
diceva
:
«
Il
partito
operaio
deve
organizzarsi
in
un
partito
politico
indipendente
sotto
la
bandiera
del
suffragio
universale
.
Sarà
soltanto
la
rappresentanza
degli
operai
nei
corpi
legislativi
che
potrà
ottenere
i
mezzi
necessari
per
soddisfare
ai
diritti
legittimi
dei
lavoratori
»
.
L
'
appello
alla
organizzazione
degli
operai
in
partito
politico
indipendente
scatenò
addosso
a
Lassalle
tutte
le
ire
più
feroci
della
borghesia
di
tutti
i
colori
,
compresa
la
democrazia
.
Gli
stessi
operai
tedeschi
a
tutta
prima
non
intesero
bene
tutto
il
significato
della
lettera
aperta
di
Lassalle
.
Gli
uni
,
disgustati
dalle
manovre
politiche
della
borghesia
,
proclamavano
l
'
astensione
il
miglior
mezzo
di
difesa
;
altri
,
pur
già
coscienti
del
dovere
di
organizzarsi
per
la
lotta
economica
,
in
politica
assumevano
a
prestito
un
colore
qualunque
nell
'
iride
dei
partiti
politici
delle
classi
dominanti
.
Ma
Lassalle
,
con
un
'
energia
e
un
'
arditezza
meravigliose
,
si
scagliò
contro
l
'
indifferentismo
e
l
'
ignoranza
politica
della
classe
operaia
,
incitandola
«
a
non
rimanere
in
coda
del
partito
progressista
,
a
non
far
coro
ed
eco
ai
partiti
politici
nemici
,
ma
invece
a
lottare
indipendente
»
.
In
una
riunione
tenuta
a
Berlino
egli
disse
agli
operai
:
che
l
'
idea
della
conquista
del
potere
politico
dovea
dominare
tutti
i
loro
pensieri
e
tutte
le
loro
azioni
.
«
Quest
'
idea
soggiungeva
non
dovete
abbandonarla
mai
.
Essa
deve
essere
con
voi
all
'
officina
,
con
voi
nelle
ore
di
riposo
,
accompagnarvi
nelle
rare
vostre
passeggiate
,
in
tutte
le
vostre
riunioni
;
e
persino
quando
andate
al
riposo
,
sul
duro
giaciglio
essa
deve
occupare
l
'
animo
vostro
.
Quanto
più
cotesta
idea
diventerà
esclusiva
,
tanto
più
vi
appassionerete
,
e
tanto
più
presto
l
'
attuale
periodo
storico
compirà
la
sua
parabola
;
tanto
più
presto
vi
arriderà
la
vittoria
»
.
Tanto
più
presto
in
altri
termini
il
proletariato
conquisterà
il
potere
politico
per
attuare
il
regime
socialista
.
In
trent
'
anni
cotesta
idea
,
cotesta
convinzione
profonda
,
ha
fatto
tale
presa
nell
'
animo
del
proletariato
tedesco
,
ch
'
esso
è
ormai
a
pochi
passi
,
a
pochi
anni
di
distanza
dalla
meta
.
Esso
ha
lottato
fieramente
,
ma
già
vede
il
porto
,
già
sta
per
cogliere
il
premio
meritato
.
Quando
il
milione
e
mezzo
di
elettori
socialisti
delle
ultime
elezioni
continuando
la
rapida
progressione
seguita
fin
qui
sarà
appena
raddoppiato
,
il
partito
in
Germania
avrà
causa
vinta
.
Comincerà
una
nuova
età
della
storia
.
E
tutti
gli
altri
popoli
operai
si
cacciano
,
sempre
più
risoluti
,
nella
stessa
via
,
per
non
lasciare
soli
ed
isolati
quei
primi
combattenti
,
che
altrimenti
,
già
presso
alla
vittoria
,
verrebbero
schiacciati
dalla
coalizione
delle
potenze
avversarie
.
Solo
gli
operai
italiani
parvero
fino
a
ieri
i
più
refrattari
ad
entrare
,
colla
stessa
bandiera
,
nello
stesso
movimento
.
Ciò
che
meritò
loro
il
plauso
degli
anarchici
e
l
'
elogio
di
essere
operai
ragionevoli
e
benpensanti
da
parte
dei
padroni
e
del
governo
.
Ma
ormai
anche
nella
pigra
Italia
operaia
il
sonno
antico
si
è
scosso
.
Il
principio
,
una
volta
attecchito
,
metterà
radici
tanto
più
salde
e
più
rapide
,
quanta
maggiore
è
la
forza
dell
'
esempio
che
vien
dal
di
fuori
e
la
pressione
eccitatrice
delle
condizioni
economiche
mondiali
.
Si
comincia
sbrancati
e
a
passo
di
scuola
;
preso
l
'
andare
,
si
correrà
al
segno
in
marcia
serrata
,
a
passo
di
bersaglieri
.
StampaPeriodica ,
Noi
che
siamo
sorti
contro
la
Rivoluzione
,
ci
persuadiamo
sempre
più
che
BISOGNA
per
la
nostra
pace
onesta
di
domani
,
BISOGNA
fare
a
tutti
i
costi
la
nostra
Rivoluzione
...
Tutto
è
puzzolente
e
marcio
ormai
,
a
Roma
come
a
Bologna
.
I
vecchi
uomini
,
i
vecchi
partiti
,
i
vecchi
ceti
sociali
sono
diventati
il
letamaio
di
ogni
sorta
di
immondezze
.
A
Roma
un
Presidente
del
Consiglio
dopo
aver
tentato
di
assassinare
il
Paese
in
guerra
va
oggi
a
braccetto
con
Misiano
,
il
disertore
,
il
vigliacco
,
ed
apre
i
battenti
a
tutti
i
delinquenti
di
tutte
le
galere
...
Bisogna
andare
fino
in
fondo
nella
nostra
opera
risanatrice
.
Ognuno
deve
armarsi
e
decidersi
:
O
coi
bolscevichi
o
con
noi
!
La
guerra
civile
,
che
il
Governo
e
i
bolscevichi
hanno
voluto
nella
nostra
città
e
nella
nostra
provincia
,
NOI
L
'
ACCETTIAMO
E
LA
FAREMO
tutta
quanta
e
tutta
in
fondo
,
SENZA
QUARTIERE
E
SENZA
PIETA
.
Noi
abbiamo
domandato
un
governo
che
governi
e
poiché
questo
continua
a
tradire
e
a
tradirci
,
governeremo
noi
.
La
Comune
rivoluzionaria
la
faremo
noi
...
Popolo
di
Bologna
,
all
'
armi
!
StampaPeriodica ,
Sono
degli
anni
che
si
fa
tra
gli
anarchici
un
gran
discutere
su
questa
questione
.
E
,
come
avviene
spesso
,
quando
si
piglia
passione
in
una
discussione
ed
alla
ricerca
della
verità
subentra
il
puntiglio
di
aver
ragione
,
o
quando
le
discussioni
teoriche
non
sono
che
un
tentativo
per
giustificare
una
condotta
pratica
ispirata
da
altri
motivi
,
si
è
prodotta
una
grande
confusione
d
'
idee
e
di
parole
.
Ricordiamo
di
passaggio
,
tanto
per
sbarazzarcene
,
le
semplici
questioni
di
parole
,
che
a
volte
han
raggiunto
le
più
alte
cime
del
ridicolo
,
come
per
esempio
:
noi
non
vogliamo
l
'
organizzazione
ma
l
'
armonizzazione
;
siamo
contrari
all
'
associazione
,
ma
ammettiamo
l
'
intesa
;
noi
non
vogliamo
segretario
e
cassiere
,
perché
sono
cose
autoritarie
,
ma
incarichiamo
un
compagno
di
tenere
la
corrispondenza
,
ed
un
altro
di
custodire
il
denaro
-
e
passiamo
alla
discussione
seria
.
Vi
sono
tra
coloro
che
rivendicano
,
con
aggettivi
vari
o
senza
aggettivi
,
il
nome
di
anarchici
,
due
frazioni
:
i
partigiani
e
gli
avversari
dell
'
organizzazione
.
Se
non
possiamo
riuscire
a
metterci
d
'
accordo
,
cerchiamo
almeno
di
comprenderci
.
E
prima
di
tutto
distinguiamo
,
poiché
la
questione
è
triplice
:
-
l
'
organizzazione
in
generale
come
principio
e
condizione
di
vita
sociale
,
oggi
e
nella
società
futura
;
-
l
'
organizzazione
del
partito
anarchico
;
-
l
'
organizzazione
delle
forze
popolari
e
specialmente
quella
delle
masse
operaie
per
la
resistenza
contro
il
governo
e
contro
il
capitalismo
.
La
necessità
dell
'
organizzazione
nella
vita
sociale
,
e
quasi
direi
la
sinonimia
tra
organizzazione
e
società
,
è
cosa
tanto
evidente
che
si
stenta
a
credere
come
si
sia
potuta
negare
.
Per
rendersene
conto
bisogna
ricordare
quale
è
la
funzione
,
specifica
,
caratteristica
del
movimento
anarchico
,
e
come
gli
uomini
e
i
partiti
sono
soggetti
a
lasciarsi
assorbire
dalla
questione
che
più
direttamente
li
riguarda
,
dimenticando
tutte
le
questioni
connesse
,
a
guardare
più
la
forma
che
la
sostanza
,
infine
a
vedere
le
cose
da
un
lato
solo
e
perdere
così
la
giusta
nozione
della
realtà
.
Il
movimento
anarchico
cominciò
come
reazione
contro
lo
spirito
di
autorità
,
dominante
nella
società
civile
,
nonché
in
tutti
i
partiti
e
tutte
le
organizzazioni
operaie
,
e
si
è
andato
ingrossando
man
mano
di
tutte
le
rivolte
sollevatesi
contro
le
tendenze
autoritarie
ed
accentratrici
.
Era
naturale
quindi
che
molti
anarchici
fossero
come
ipnotizzati
da
questa
lotta
contro
l
'
autorità
e
che
,
credendo
,
per
l
'
influenza
dell
'
educazione
autoritaria
ricevuta
,
che
l
'
autorità
è
l
'
anima
della
organizzazione
sociale
,
per
combattere
quella
combattessero
e
negassero
questa
.
E
veramente
l
'
ipnotizzazione
arrivò
al
punto
da
far
sostenere
cose
veramente
incredibili
.
Si
combatté
ogni
sorta
di
cooperazione
e
di
intesa
,
ritenendo
che
l
'
associazione
era
l
'
antitesi
dell
'
anarchia
;
si
sostenne
che
senza
accordi
,
senza
obblighi
reciproci
,
facendo
ognuno
quello
che
gli
passa
per
il
capo
senza
nemmeno
informarsi
di
quello
che
fa
l
'
altro
,
tutto
si
sarebbe
spontaneamente
armonizzato
;
che
anarchia
significa
che
ogni
uomo
deve
bastare
a
sé
stesso
e
farsi
da
sé
tutto
quello
che
gli
occorre
senza
scambio
e
senza
lavoro
associato
;
che
le
ferrovie
potevano
funzionare
benissimo
senza
organizzazione
,
anzi
che
questo
avveniva
di
già
in
Inghilterra
(
!
)
;
che
la
posta
non
era
necessaria
e
che
chi
a
Parigi
voleva
scrivere
una
lettera
a
Pietroburgo
.
.
.
se
la
poteva
portare
da
sé
(
!
)
,
ecc
.
ecc
.
.
Ma
queste
sono
sciocchezze
,
si
dirà
,
e
non
vale
la
pena
di
rilevarle
.
Sì
,
ma
queste
sciocchezze
sono
state
dette
,
stampate
,
propagate
:
sono
state
accolte
da
gran
parte
del
pubblico
come
l
'
espressione
genuina
delle
idee
anarchiche
;
e
servono
sempre
come
armi
di
combattimento
agli
avversari
,
borghesi
e
non
borghesi
,
che
vogliono
aver
di
noi
una
facile
vittoria
.
E
poi
quelle
sciocchezze
non
mancano
del
loro
valore
,
in
quanta
sono
la
conseguenza
logica
di
certe
premesse
e
possono
servire
di
riprova
sperimentale
della
verità
a
meno
di
quelle
premesse
.
Alcuni
individui
,
di
mente
limitata
ma
forniti
di
potente
spirito
logico
,
quando
hanno
accettato
delle
premesse
ne
tirano
tutte
le
conseguenze
fino
all
'
ultimo
,
e
,
se
così
vuole
la
logica
,
arrivano
senza
scomporsi
alle
più
grandi
assurdità
,
alla
negazione
dei
fatti
più
evidenti
.
Ve
ne
sono
bensì
altri
più
colti
e
di
spirito
più
largo
,
che
trovan
sempre
modo
d
'
arrivare
a
conclusioni
più
o
meno
ragionevoli
,
anche
a
costo
di
strapazzare
la
logica
;
e
per
questi
gli
errori
teorici
hanno
poca
o
nessuna
influenza
sulla
condotta
pratica
.
Ma
insomma
,
fino
a
che
non
si
rinunzia
a
certi
errori
fondamentali
,
si
è
sempre
minacciati
dai
sillogizzatori
ad
oltranza
,
e
si
torna
sempre
da
capo
.
E
l
'
errore
fondamentale
degli
anarchici
avversari
dell
'
organizzazione
è
il
credere
che
non
sia
possibile
organizzare
senza
autorità
-
ed
il
preferire
,
ammessa
quella
ipotesi
,
piuttosto
rinunciare
a
qualsiasi
organizzazione
che
accettare
la
minima
autorità
.
Ora
,
che
l
'
organizzazione
,
vale
a
dire
l
'
associazione
per
uno
scopo
determinato
e
colle
forme
ed
i
mezzi
necessari
a
conseguire
quel
fine
,
sia
una
cosa
necessaria
alla
vita
sociale
ci
pare
evidente
.
L
'
uomo
isolato
non
può
vivere
nemmeno
la
vita
del
bruto
:
esso
è
impotente
,
salvo
nelle
regioni
tropicali
e
quando
la
popolazione
è
eccessivamente
rada
,
a
procurarsi
il
nutrimento
;
e
lo
è
sempre
,
senza
eccezioni
,
ad
elevarsi
ad
una
vita
alcun
poco
superiore
a
quella
degli
animali
.
Dovendo
perciò
unirsi
cogli
altri
uomini
,
anzi
trovandosi
unito
in
conseguenza
della
evoluzione
antecedente
della
specie
,
esso
deve
,
o
subire
la
volontà
degli
altri
(
essere
schiavo
)
,
o
imporre
la
volontà
propria
agli
altri
(
essere
un
'
autorità
)
,
o
vivere
cogli
altri
in
fraterno
accordo
in
vista
del
maggior
bene
di
tutti
(
essere
un
associato
)
.
Nessuno
può
esimersi
da
questa
necessità
;
ed
i
più
eccessivi
antiorganizzatori
non
solo
subiscono
l
'
organizzazione
generale
della
società
in
cui
vivono
,
ma
anche
negli
atti
volontari
della
loro
vita
,
anche
nelle
loro
rivolte
contro
l
'
organizzazione
si
uniscono
,
si
dividono
il
compito
,
si
organizzano
con
quelli
con
cui
vanno
d
'
accordo
e
utilizzano
i
mezzi
che
la
società
mette
a
loro
disposizione
.
.
.
sempre
,
s
'
intende
,
che
si
tratti
di
cose
volute
e
fatte
davvero
e
non
di
vaghe
aspirazioni
platoniche
,
di
sogni
sognati
.
Anarchia
significa
società
organizzata
senza
autorità
,
intendendosi
per
autorità
la
facoltà
di
imporre
la
propria
volontà
e
non
già
il
fatto
inevitabile
e
benefico
che
chi
meglio
intende
e
sa
fare
una
cosa
riesce
più
facilmente
a
far
accettare
la
sua
opinione
,
e
serve
di
guida
,
in
quella
data
cosa
,
ai
meno
capaci
di
lui
.
Secondo
noi
l
'
autorità
non
solo
non
è
necessaria
all
'
organizzazione
sociale
,
ma
,
lungi
dal
giovarle
,
vive
su
di
essa
da
parassita
,
ne
inceppa
l
'
evoluzione
,
e
volge
i
suoi
vantaggi
a
profitto
speciale
di
una
data
classe
che
sfrutta
ed
opprime
le
altre
.
Fino
a
che
in
una
collettività
vi
e
armonia
d
'
interessi
,
fino
a
che
nessuno
ha
voglia
o
modo
di
sfruttare
gli
altri
;
non
v
'
è
traccia
d
'
autorità
:
quando
viene
la
lotta
intestina
e
la
collettività
si
divide
in
vincitori
e
vinti
,
allora
sorge
l
'
autorità
,
la
quale
naturalmente
è
devoluta
ai
più
forti
e
serve
a
confermare
,
perpetuare
ed
ingrandire
la
loro
vittoria
.
Crediamo
così
,
e
perciò
siamo
anarchici
:
che
se
credessimo
che
non
vi
possa
essere
organizzazione
senza
autorità
,
noi
saremmo
autoritari
,
perché
preferiremmo
ancora
l
'
autorità
,
che
inceppa
ed
addolora
la
vita
,
alla
disorganizzazione
che
la
rende
impossibile
.
Del
resto
,
quel
che
saremmo
noi
importa
poco
.
Se
fosse
vero
che
il
macchinista
ed
il
capotreno
ed
i
capiservizio
debbano
per
forza
essere
delle
autorità
,
anziché
dei
compagni
che
fanno
per
tutti
un
determinato
lavoro
,
il
pubblico
amerebbe
sempre
piuttosto
subire
la
loro
autorità
che
viaggiare
a
piedi
.
Se
il
mastro
di
posta
non
potesse
non
essere
un
'
autorità
,
ogni
uomo
sano
di
mente
sopporterebbe
l
'
autorità
del
mastro
di
posta
,
piuttosto
che
portar
da
se
le
proprie
lettere
.
E
allora
.
.
.
l
'
anarchia
sarebbe
il
sogno
di
alcuni
,
ma
non
potrebbe
realizzarsi
mai
.
StampaPeriodica ,
...
Ah
,
no
perdio
!
Altro
è
il
Fascismo
del
1919
altro
è
il
Fascismo
dell
'
ultima
ora
.
Altro
è
il
Fascismo
di
Mussolini
,
altro
è
il
Fascismo
di
coloro
che
dei
Fasci
si
sono
fatto
sgabello
magari
per
raggiungere
la
medaglietta
montecitoriale
.
E
costoro
sono
quelli
che
piangono
perché
il
gruppo
parlamentare
Fascista
non
interverrà
alla
Camera
,
alla
seduta
reale
,
a
fare
la
'
genuflessioncella
d
'
uso
con
la
faccia
lieta
,
e
senilmente
adulatoria
,
'
a
Vittorio
Emanuele
di
Savoia
.
Credevano
forse
costoro
che
Mussolini
avesse
rinnegato
tutto
il
suo
passato
?
Sciocchi
!
Mussolini
è
l
'
unico
vero
rivoluzionario
d
'
Italia
.
Se
fosse
rimasto
nel
partito
socialista
egli
sì
che
avrebbe
dopo
la
guerra
fatta
la
rivoluzione
.
Non
alla
moda
russa
si
intende
!
Ed
ora
pretenderebbero
gli
'
arrivati
'
del
Fascismo
di
imporsi
e
minacciano
lo
scisma
.
Ma
se
ne
vadano
dunque
;
ci
risparmieranno
la
fatica
di
cacciarli
...
StampaPeriodica ,
Le
strade
di
Roma
alla
prima
minaccia
avevano
cominciato
a
spopolarsi
:
poi
in
pochi
giorni
la
paura
s
'
era
fatta
generale
e
la
città
rapidamente
s
'
andava
vuotando
.
Invasi
da
quello
spavento
,
i
cittadini
d
'
ora
in
ora
avevan
preso
d
'
assalto
le
stazioni
ferroviarie
,
e
impadroniti
violentemente
dei
treni
erano
fuggiti
lontano
.
I
più
ricchi
avevan
rimpinzato
d
'
olio
e
benzina
le
loro
automobili
e
per
tutte
le
tredici
porte
dell
'
Urbe
se
n
'
erano
volati
via
tra
la
polvere
verso
i
punti
cardinali
più
remoti
.
Così
per
dieci
giorni
.
Poi
d
'
un
tratto
si
videro
le
stazioni
deserte
,
e
le
strade
intorno
a
Roma
non
impolverarono
che
i
carretti
i
quali
non
hanno
paura
di
niente
.
Oramai
non
c
'
era
più
nessuno
entro
la
città
.
A
custodirla
erano
rimasti
pochi
eroi
e
poche
eroine
.
Gli
eroi
verso
mezzogiorno
giravano
con
padronanza
le
vie
,
senza
giacca
,
lasciando
che
il
sole
frustasse
a
sangue
le
loro
camicie
di
seta
e
si
specchiasse
vanitosamente
nelle
fibbie
delle
loro
cinture
.
Incontrandosi
si
guardavano
da
un
marciapiede
all
'
altro
,
anche
senza
conoscersi
,
con
un
sorriso
d
'
orgoglio
.
Sapevano
che
il
loro
dominio
dal
Laterano
a
Monte
Mario
e
da
Valle
Giulia
a
San
Paolo
sarebbe
durato
indisturbato
e
indiscusso
almeno
due
mesi
.
Ma
le
eroine
non
uscivano
sotto
il
sole
.
Aspettavano
nelle
case
ciascuna
il
suo
eroe
per
asciugargli
il
sudore
e
stirare
le
sue
camicie
di
seta
.
Uscivano
soltanto
la
notte
,
e
dietro
le
spalle
del
compagno
amoreggiavano
a
sguardi
,
per
tenersi
in
esercizio
,
con
gli
occhi
dei
gatti
errabondi
.
Io
ero
nel
numero
di
quegli
eroi
,
che
non
avevano
fuggito
la
città
all
'
assalto
dell
'
estate
:
perciò
io
seguo
le
leggi
della
natura
,
e
amo
il
caldo
del
sole
l
'
estate
e
quello
della
stufa
d
'
inverno
.
L
'
eroina
eletta
ad
asciugare
i
miei
sudori
si
chiamava
Aminta
.
Questo
una
volta
era
un
nome
di
maschio
;
ma
il
padre
della
mia
donna
non
conosceva
la
storia
letteraria
,
e
diciotto
anni
prima
,
fidandosi
all
'
orecchio
,
aveva
imposto
quel
nome
alla
sua
figliola
neonata
.
Il
prete
che
l
'
aveva
battezzato
non
osò
avvertire
il
padre
dell
'
errore
innocente
.
Aminta
,
ai
primi
calori
di
quell
'
estate
,
sùbito
s
'
era
arresa
alle
eccellenti
ragioni
che
le
avevo
esposte
per
convincerla
che
dovevamo
rimanercene
a
Roma
invece
di
andare
ai
monti
od
al
mare
.
Così
trascorsero
dolcemente
i
primi
otto
giorni
della
canicola
.
Non
avevo
mai
sorpreso
sulla
bianca
fronte
di
Aminta
il
menomo
segno
di
pentimento
,
di
rimpianto
,
di
dispetto
,
o
di
desiderio
.
Perciò
fui
molto
maravigliato
,
al
mezzodì
del
nono
giorno
,
quando
,
rincasando
io
dalla
ronda
sui
lastrici
infocati
,
Aminta
,
dopo
una
festosa
accoglienza
,
mezzo
seduta
accanto
a
me
nel
profondo
divano
dello
studio
,
con
una
mano
sulla
mia
spalla
disse
tutt
'
a
un
tratto
:
«
Caro
,
dovresti
farmi
un
piccolo
regalo
,
dovresti
farmi
fare
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Mi
sentii
aggrottarsi
le
ciglia
.
Il
mio
calunnioso
animo
maschile
si
intorbidò
di
sospetto
.
La
guardai
scuro
:
«
Perché
,
Aminta
?
Che
ti
piglia
?
Non
stiamo
divinamente
bene
a
Roma
?
Non
ti
verrà
l
'
idea
che
ce
ne
andiamo
?
che
andiamo
ai
bagni
?
Oh
ti
avevo
tanto
bene
spiegato
che
...
»
.
«
No
,
no
»
,
m
'
interruppe
sorridendo
con
gli
occhi
,
la
fronte
,
la
bocca
e
tutta
la
persona
«
nemmeno
per
idea
.
Stiamo
tanto
bene
a
Roma
,
sì
.
Chi
si
sogna
di
andarsene
?
Vorrei
un
bel
costumino
da
bagno
,
così
per
avere
un
bel
costumino
da
bagno
.
»
«
E
poi
che
lo
avrai
?
»
«
Me
lo
metterò
.
»
«
Quando
?
»
«
Ogni
tanto
.
Un
po
'
tutti
i
giorni
.
»
«
E
poi
?
»
«
E
poi
dopo
un
po
'
me
lo
leverò
.
»
«
È
tutto
?
»
«
È
tutto
.
Te
lo
giuro
.
»
Era
tanto
limpida
che
il
sospetto
s
'
era
dileguato
dal
mio
animo
.
Tacqui
ancora
un
minuto
per
dare
maggiore
importanza
alle
parole
che
stavo
per
pronunciare
;
poi
decretai
:
«
E
allora
sta
bene
.
Sì
cara
.
Fatti
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Batté
le
mani
e
fece
un
gran
salto
per
allegrezza
,
baciò
teneramente
tutto
il
sudore
della
mia
faccia
per
gratitudine
.
I
giorni
appresso
ella
era
molto
occupata
.
Non
fui
ammesso
a
conoscere
i
segreti
delle
sue
ricerche
,
studi
,
tentativi
,
dubbi
e
risoluzioni
riguardo
la
costruzione
del
costume
da
bagno
.
Uscì
qualche
volta
da
sola
,
di
giorno
,
e
lunghe
ore
rimase
chiusa
nella
sua
camera
con
una
sarta
.
Non
permise
che
mai
ne
sapessi
nulla
:
volle
prepararmi
la
sorpresa
davanti
al
capolavoro
inaspettato
.
Il
suo
volto
,
a
tutte
le
ore
del
giorno
e
della
notte
,
era
pieno
di
felicità
.
Dono
qualche
giorno
,
preso
dai
miei
pensieri
virili
avevo
quasi
dimenticato
,
quel
giuoco
della
donna
.
Ma
la
mattina
del
mercoledì
,
quando
mi
fui
levato
la
giacca
per
uscire
,
Aminta
salutandomi
mi
disse
:
«
Tra
un
'
ora
,
quando
torni
,
è
pronto
»
.
«
Che
cosa
?
»
«
Oh
il
costume
da
bagno
.
»
«
Davvero
?
»
«
Sì
,
fa
'
presto
a
tornare
,
vedrai
è
venuto
una
meraviglia
.
»
Rincasando
,
dopo
meno
d
'
un
'
ora
,
un
'
ombra
di
sospetto
ancora
cercava
insinuarsi
in
me
:
«
Davvero
questa
storiella
del
costume
non
preluderà
a
una
campagna
per
farsi
condurre
al
mare
?
È
possibile
che
nella
testa
di
Aminta
alberghi
un
pensiero
con
doppio
fondo
?
che
lei
ordisca
un
gioco
tanto
complicato
?
»
Non
ero
del
tutto
sicuro
quando
apersi
la
porta
di
casa
.
Entrando
nello
studio
,
la
voce
sua
di
là
dall
'
uscio
della
camera
mi
gridò
:
«
Non
entrare
qua
.
Sono
pronta
.
Mettiti
a
sedere
sul
divano
»
.
«
Ecco
,
non
entro
.
Ecco
,
sono
seduto
sul
divano
.
»
Fissavo
l
'
uscio
della
camera
.
L
'
uscio
della
camera
si
aperse
,
nello
studio
entrò
una
gran
luce
,
in
mezzo
alla
luce
era
Aminta
.
Aminta
vestita
del
suo
costume
da
bagno
.
Il
cuore
mi
impallidì
.
Aminta
si
avanzò
.
Quella
luce
veniva
da
lei
.
Era
tutta
la
luce
dei
cieli
,
e
si
avanzava
con
lei
.
Io
non
mi
mossi
,
tremavo
in
una
estasi
.
Aminta
si
fermò
in
mezzo
alla
stanza
.
Era
davvero
meravigliosa
.
Giù
dalla
gola
la
seta
colore
di
rosa
pallida
si
tendeva
a
modellare
il
seno
e
la
curva
del
torso
:
si
stringeva
intorno
ai
fianchi
in
una
cintura
di
minutissime
pieghe
,
sbocciava
in
un
gonnellino
breve
,
che
non
osava
più
toccare
la
carne
,
e
all
'
orlo
increspato
tremava
di
suggezione
.
Sul
roseo
di
quel
gonnellino
un
gran
fregio
girava
,
di
triangoli
acuti
colore
dello
smeraldo
.
Aminta
era
in
piedi
in
mezzo
alla
stanza
:
il
rosa
,
nella
luce
che
pioveva
giù
dagli
occhi
di
Aminta
,
cangiava
di
minuto
in
minuto
in
mille
riflessi
di
madreperla
:
il
verde
del
fregio
pareva
un
volto
di
cetonie
dorate
traverso
un
tramonto
.
Il
candore
delle
braccia
e
delle
gambe
in
mezzo
a
quell
'
effluvio
di
colori
teneri
impallidiva
.
I
piedi
scomparivano
in
due
scarpette
di
raso
verde
.
Ora
Aminta
rideva
di
allegrezza
con
tutte
le
carni
morbide
,
con
tutto
il
costume
verde
e
rosato
:
rideva
e
si
scrollava
come
una
pianta
nel
giardino
;
e
la
stanza
era
piena
di
profumo
di
paradiso
.
Io
non
avevo
il
coraggio
di
muovermi
.
Aminta
era
felice
d
'
essere
viva
.
Con
un
riso
di
campanelli
d
'
argento
,
che
uscì
dalla
finestra
e
andò
a
correre
via
per
il
cielo
,
Aminta
si
buttò
a
sedere
sul
tappeto
in
mezzo
alla
stanza
,
con
le
braccia
indietro
e
le
gambe
bianche
ripiegate
,
il
torso
riverso
e
teso
come
offrendosi
a
Dio
.
Riabbassò
lo
sguardo
su
me
,
che
non
mi
ero
più
mosso
e
mi
tenevo
con
le
mani
il
cuore
:
allo
spettacolo
della
mia
commozione
s
'
intenerì
di
gratitudine
.
Me
le
accostai
con
tremore
.
Sedei
sul
tappeto
quasi
al
suo
fianco
,
e
piano
le
presi
una
mano
.
La
accarezzai
tutta
con
uno
sguardo
,
poi
timidamente
toccai
con
la
fronte
il
rosa
pallido
della
sua
seta
.
Aminta
aveva
gli
occhi
pieni
di
sorrisi
,
ora
quasi
lacrimava
per
la
tenerezza
.
Cercava
con
gli
occhi
qualche
cosa
da
dirmi
.
E
la
voce
le
tremava
dicendo
:
«
Vedi
che
è
bello
,
senza
bisogno
di
andare
al
mare
?
»
Sentii
tutta
la
sua
anima
ingenua
appoggiarsi
a
me
.
Fui
pieno
d
'
amore
.
Anch
'
io
ora
cercavo
qualche
cosa
di
semplice
da
dirle
.
Con
una
guancia
adagiata
sul
suo
braccio
fresco
,
bisbigliai
:
«
La
modestia
dei
tuoi
desideri
merita
un
premio
»
.
Allora
lei
si
sciolse
e
di
nuovo
rise
allegramente
.
Ma
poiché
non
la
seguivo
in
quel
riso
,
lo
interruppe
e
mi
guardò
come
aspettando
.
Qualche
cosa
fremé
nell
'
aria
e
venne
a
toccarmi
.
Vidi
anche
lei
sentire
qualche
cosa
nell
'
aria
.
E
sùbito
rabbrividì
nelle
spalle
,
e
diceva
:
«
Che
cos
'
é
?
Com
'
è
bello
!
»
Tutta
l
'
aria
della
stanza
fu
corsa
da
una
specie
d
'
alito
leggero
,
che
sùbito
scomparve
.
Poi
per
tutto
intorno
vidi
un
tremolìo
di
luce
;
anch
'
esso
passò
davanti
ai
miei
occhi
,
poi
davanti
agli
occhi
di
Aminta
,
e
fuggì
via
.
«
Come
si
sta
bene
!
»
mormorava
Aminta
.
Era
seduta
presso
l
'
orlo
del
tappeto
,
e
io
un
poco
più
dietro
,
quasi
alle
sue
spalle
.
Un
murmure
dolce
e
strano
arrivò
fino
a
noi
,
si
spense
ai
piedi
di
lei
.
Vidi
che
ella
tendeva
l
'
orecchio
.
Il
suolo
mormorò
ancora
,
mentre
tutte
le
cose
della
stanza
sfumavano
ai
nostri
occhi
in
una
nebbia
chiara
,
corsa
d
'
ombre
azzurre
e
di
luci
d
'
argento
.
Frattanto
i
mormorii
del
suolo
s
'
erano
fatti
regolari
e
frequenti
,
venivano
di
lontano
,
frusciavano
appressando
,
morivano
tutti
ai
suoi
piedi
.
Poi
divennero
più
lunghi
:
uno
,
così
accostandosi
,
parve
stendersi
;
e
tutt
'
a
un
tratto
lei
dette
un
grido
acuto
e
ritirò
il
piede
di
scatto
:
«
Guarda
,
guarda
»
,
gridò
.
Guardai
.
La
scarpetta
verde
era
bagnata
,
e
il
piede
anche
,
fino
alla
caviglia
.
«
E
ancora
,
ancora
...
»
Il
fiotto
cresceva
:
ora
continuo
il
rumore
delle
piccole
onde
arrivava
a
battere
il
margine
del
tappeto
,
e
tutte
si
spingevano
contro
i
suoi
piedi
,
lungo
le
sue
gambe
.
Ella
senza
paura
si
piegò
in
avanti
,
tuffò
le
mani
in
quei
flutti
,
le
rialzò
stillanti
acqua
:
«
Il
mare
,
il
mare
»
.
La
nebbia
argentea
e
azzurra
tutt
'
intorno
s
'
era
riempita
di
luce
:
il
tappeto
ardeva
come
le
sabbie
:
Aminta
si
buttò
stesa
col
seno
giù
fuori
del
margine
,
si
rialzò
,
la
seta
bagnata
si
modellava
sul
suo
petto
,
vi
sollevava
le
piccole
punte
.
Io
estatico
guardavo
lei
,
ascoltavo
il
mare
che
era
venuto
a
trovarci
.
Improvviso
un
'
onda
più
lunga
mi
raggiunse
,
sentii
salirmi
l
'
acqua
su
per
i
polpacci
.
Saltai
in
piedi
spaventato
:
«
Aminta
,
è
meglio
che
vada
anch
'
io
a
mettermi
un
costume
»
.
«
Sì
»
,
grida
lei
«
ce
n
'
è
uno
nel
tuo
cassettone
,
in
basso
;
ma
fa
'
presto
.
»
Ed
eravamo
tutti
e
due
molto
felici
.