Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaPeriodica"
StampaPeriodica ,
1 . - Combattiamo il modernismo perché siamo moderni . Quando si rispettano le proprie qualità , si ha cura di non snaturarle negli esibizionismi , nei parossismi , nelle parodie ; quando si vuol conservare integro un organo , non se ne alterano le funzioni . Il modernismo è appunto una sopraffazione alla modernità , una deviazione della modernità , una funzione artificiosa che la corrompe nella sua essenza e la travisa nelle sue forme . Il modernismo è un parassita della modernità , un fatto patologico , infine una moda . Noi siamo moderni , non modisti . Non possiamo essere che moderni secundum naturam , e la modernità è per noi un istinto : combattiamo il modernismo perché tende a trasformare questo istinto in un vizio . 2 . - Combattiamo il modernismo perché siamo italiani . Prodotto di climi stranieri al nostro il modernismo fa il giuoco di chi non ha nulla da perdere , nulla da difendere , nulla da conservare . È un surrogato della civiltà presso i barbari , i popoli inferiori , le nazioni in decadenza . Storia , tradizione , carattere , sentimento di patria , attaccamento alle istituzioni o agli ideali rivoluzionari , nulla è tollerato dal modernismo se non in un piano secondario ; nessuna urgenza è ammessa oltre la sua . Per esistere , deve trionfare su ogni altra legge ; non si affida a una potenza , che non possiede , ma alla prepotenza . Uccide il passato , sequestra il presente , ipoteca l ' avvenire . Il modernismo è la legge , la morale , la religione , la retorica che esclude tutte le altre . Il suo dramma sta nel suo assolutismo , un assolutismo posto al servizio di quanto c ' è di più relativo al mondo ; e dunque di tutto , fuori che dall ' italianità . 3 . - Combattiamo il modernismo perché siamo fascisti . Noi abbiamo sempre considerato il Fascismo come un modo di servire l ' Italia , cioè un ' idea universale , indipendentemente dalle ideologie occasionali . Cacciate dalla porta al momento opportuno , esse minacciano di rientrare dalla finestra , in nome appunto del modernismo , che le promuove e le giustifica . Ma Fascismo e modernismo si elidono : quello serve una idea assoluta , questo un ' idea relativa . Il Fascismo , in quanto espressione della civiltà italiana , ha carattere universale ; il modernismo invece ha carattere internazionale : serve altri valori , o meglio serve esigenze , che non hanno nulla a che fare con la nostra storia e con la nostra civiltà . Il Fascismo ha una sua interpretazione della vita moderna , e cioè un ' interpretazione italiana ; il modernismo é , al contrario , un ' interpretazione arbitraria , internazionalistica , intellettualistica , occasionale della modernità . Coloro che si lasciano sedurre dalle ideologie modernistiche credendo di servire il Fascismo , non si accorgono di svuotarlo della sua vera sostanza e delle sue profonde ragioni . Essi mostrano di non aver fede nel Fascismo , soltanto nel Fascismo , ma di aver bisogno di qualcosaltro . È proprio questo qualcosaltro che noi non digeriamo . Fummo « selvaggi » quando si tentò di addomesticare la Rivoluzione ; perché non dovremmo essere « selvaggi » quando si cerca di assoggettarla al modernismo ? Il Modernismo è un partito . Noi abbiamo già il nostro , e non lo vogliamo né barattare né mescolare . I nostri lettori debbono pur sapere con chi hanno a che fare .
StampaPeriodica ,
Da ogni parte si ripete che basta ormai con la violenza individuale , che si deponga l ' odio di classe , che occorre tornare alle competizioni elevate di idee , alle lotte civili e disciplinate , che necessita soprattutto ristabilire il potere della legge e il rispetto e la libertà per tutti ... E ' vero : l ' aspirazione di tutti è questa : pacificare gli animi . Ma come ? L ' Avanti ! risponde : è un dovere della stampa borghese . E mentre si lascia sfuggire tale interessata invocazione , si scaglia contro il fascismo con un frasario scorretto e triviale ... Per pacificare ci vuole sincerità : il fascismo è una manifestazione spontanea del popolo italiano , la cui coscienza è insorta contro il bolscevismo invadente , contro la violenza , contro una dittatura insopportabile , contro un ' indegna tattica di lotta , contro il boicottaggio e l ' affamamento ... Ma come si può raggiungere la pacificazione degli spiriti se tanto i socialisti che i comunisti hanno una meta unica da raggiungere : la rivoluzione ? I socialisti che hanno sempre taciuto quando erano i loro seguaci a commettere violenze ed irridevano alla moribonda borghesia ... Essi stessi si sforzano oggi di imitare il grido di quella e fanno anch ' essi appello alla legge e ricorrono alla protezione della forza pubblica ... Essi invocano la legge , ma contro gli avversari che reagiscono alle loro violenze ; essi invocano l ' intervento della forza pubblica per essere protetti nelle loro gesta criminose e rivoluzionarie ... Se da ogni parte si grida : basta ! comincino i socialisti e i comunisti a disarmare .
DIO LO VUOLE! CHI NON È SOCIALISTA? ( BISSOLATI LEONIDA , 1893 )
StampaPeriodica ,
Ogni volta che colle nostre donne noi contadini intonammo il coro a vespero accompagnati dalla voce solenne dell ' organo , abbiamo pensato che Iddio , di lassù , a ogni fine di giornata , prendeva nota di quel che avevamo sofferto : e sperammo sempre che sarebbe giunto il momento in cui egli avrebbe detto : basta ! Non abbiamo con ciò preteso mai , né pretendiamo che si dica basta al lavoro ; perché sappiamo che la terra non produce il grano se non è fecondata di sudore . Noi anzi la amiamo la lotta quotidiana colla terra : ma crediamo e vogliamo debba cessare la legge iniqua per cui la terra oggi produce , insieme al grano , la tracotanza dei padroni e l ' avvilimento nostro . Noi abbiamo sempre sperato che il giorno della risurrezione nostra sarebbe venuto ; il giorno in cui , cessando di essere trattati come bestie o come schiavi , avremmo gustato la gioia balda e soave di lavorare come in una grande famiglia di fratelli , pari tutti nei diritti e nei doveri , nei godimenti e nei dolori . Questo giorno noi lo festeggiamo in anticipazione il primo di maggio : lo festeggiamo e lo affrettiamo , stringendoci tutti insieme , quanti siamo poveri e sfruttati , nel proposito di lavorare al nostro riscatto che è voluto da Dio . Ma il prevosto ci dice nelle sue prediche : « Non è questa la volontà di Dio : non è conforme a religione che i poveretti si uniscano così contro i signori . Perché dice il prevosto Dio comanda la rassegnazione e l ' umiltà . Comanda di lasciare a Cesare quel che è di Cesare . Comanda di non occuparsi della vita terrena , pensando che le ingiustizie sofferte quaggiù saranno ripagate con altrettanta beatitudine nel regno dei cieli . Comanda di curar l ' anima e non il corpo . Comanda di cercare soltanto i conforti della carità : di quella carità che stringe in un amplesso fraterno il povero ed il ricco » . Ma il curato ( che è povero quasi come noi , mentre invece il prevosto ha una grassa prebenda , ed ha inoltre , di suo , molta roba al sole che fa coltivare da noi altri contadini ) ci ha detto in confidenza : « Queste questioni qui di pane e di giustizia non sono articoli di fede che non ci si possa ragionare su col proprio criterio . Il papa , i vescovi , i preti dicono la loro opinione come tutti gli altri senza che ci sia vincolo di dogma . M ' è lecito dunque dirvi il mio parere senza mancare di rispetto al superiore . Soltanto , vi prego di non riferirne al prevosto , perché potrebbe usarmi il trattamento che il padrone usa con voi quando comincia a pigliarvi in sospetto ... siamo intesi ! Vediamo dunque un po ' , se a formare un partito contro le ingiustizie dei signori , voi altri andate o no contro la religione . Io credo che non solo non andate contro la religione , ma ritengo fermamente che vada contro alla religione quel povero che non si unisce al partito dei lavoratori . Dio comanda la rassegnazione , dice il prevosto . Ed è vero . Ma in quali casi ? Quando si tratta di disgrazie che manda egli stesso e che non si possono evitare . Se vi muore un bambino , se la gragnuola viene a devastare il frumento , ognun vede che bisogna rassegnarsi . Ma se invece si tratta di mali e di ingiustizie che ci vengono da parte degli uomini , allora è dovere di buon cristiano ribellarvisi . Non vedete infatti che papa , cardinali , vescovi , si adoperano per combattere la schiavitù in Africa ? Non vedete che per combatterla invocano anche l ' uso della forza ? Or dunque : quel che è giusto per l ' Africa non lo sarebbe per l ' Europa ? Come mai dovrebbe essere giusto e conforme a religione combattere contro la schiavitù dei negri e non dev ' essere ugualmente giusto e conforme a religione combattere contro la schiavitù dei bianchi che è la vostra ? Se è legittimo e santo ogni tentativo che gli schiavi facciano per liberarsi da sé , non sarà altrettanto giusto ogni tentativo che facciate voi altri per la vostra emancipazione ? Dio comanda l ' umiltà , dice il prevosto . Verissimo anche questo . E perché dunque Iddio dovrebbe permettere la superbia dei padroni ? Dio comanda « date a Cesare quel ch ' è di Cesare » . D ' accordo . Ma la questione sta nel vedere ciò che è di Cesare . Sono forse di Cesare , ossia dei padroni , i campi che Iddio , non Cesare , ha creato ? Sono forse di Cesare le messi che il vostro lavoro , e non già il padrone , ha tratto dalla terra ? Appartengono forse a Cesare , ossia al padrone , le vostre persone , per le quali non vi ha né dignità né libertà finché spetti al padrone di darvi o non darvi il lavoro e il pane quotidiano ? Dio comanda di non occuparsi troppo delle cose della vita terrena . Sta bene . Ma finché si vive quaggiù è pur necessario occuparsi della vita di quaggiù . Si può pensare alla vita di là e insieme alla vita di qua . D ' altronde non è forse doveroso occuparsi delle cose della famiglia ? E perché quel che è doveroso per la vostra piccola famiglia , dovrebbe diventare peccaminoso per la famiglia di tutti i vostri compagni di lavoro e di miserie ? Dio comanda di non curarsi del corpo , ma dell ' anima . Sia pure . Ma forseché quanto voi , uniti in Leghe di resistenza , volete migliorare i patti colonici , imponendovi ai padroni colla forza del numero e della solidarietà , forse che provvedete soltanto al corpo o non anche all ' anima ? Quando non si mangia che polenta fatta di grano - turco cattivo e si va così incontro a malattie mentali come la pellagra e alla perdita di ogni energia morale , si fanno forse gli interessi dell ' anima ? Quando si ha un orario di lavoro che non lascia tempo né lena di pensare , di discorrere , di goder la famiglia , di leggere qualcosa , si può dire che i doveri verso l ' anima sieno adempiuti ? Oggi voi siete come bestie , che lavorano , mangiano e dormono . Per essere diversi dalle bestie , per essere creature ragionevoli , bisogna saperla adoperare questa benedetta ragione : ma finché vivrete come oggi i padroni vi fanno vivere , sarete sempre peggio dei bruti . Dio non vuole dice il prevosto che ripariate da voi alle ingiustizie , se ingiustizie ci sono : ma vuole invece che ne attendiate la riparazione dalla carità degli altri . Degli altri ? dei padroni forse ? Lasciamo stare che , quanto a carità , i padroni mostrano di averne ben poca . La migliore carità infatti , che sarebbe quella di concedervi i miglioramenti che domandate , essi non ve la vogliono fare . Perché ? perché dicono che non vogliono rovinarsi per voi . Che è quanto dire che la carità che son disposti a farvi sarà sempre così limitata che non riuscirà neppure a lenire i vostri mali . E la ingiustizia sarà conservata . La miseria resterà . Chi ci avrebbe guadagnato sarebbero i padroni che con pochi quattrini , presi anche questi sul lavoro vostro , si sarebbero fatti perdonare l ' usura esercitata su di voi , e avrebbero guadagnato il paradiso . Così Dio stesso sarebbe ingannato . Il frutto del peccato avrebbe servito alla assoluzione e alla beatitudine del peccatore . C ' è bensì una carità santa e feconda : ed è il soccorso tra pari , tra fratelli , tra uguali . La carità che vi potete fare fra voi altri contadini , questa sì che è veramente la rugiada della vita : perché non umilia chi la riceve , perché non ha veleni nascosti . Anzi è quel che si può immaginare di più puro , di più sublime , di più divino . Or bene : quale è la carità maggiore che vi potete fare tra voi altri ? E lo stare uniti tra voi ; il formare un cuor solo e una volontà sola tra voi tutti lavoratori contro il comune nemico : è il far lega , in modo da non permettere che il padrone approfitti della vostra offerta per appiccare i vostri compagni : è l ' essere insomma uno per tutti e tutti per uno , in un fascio solo contro l ' avarizia e la prepotenza dei padroni » . Queste cose , press ' a poco , ci disse il curato . E soggiunse , con un certo sorriso , che se il prevosto parla diverso , gli è ch ' egli appartiene alla classe dei padroni , ed è quindi un padrone come gli altri , né migliore né peggiore degli altri . Soltanto , trovandosi ad essere sacerdote , egli adopera la sua autorità sacerdotale a sostegno de ' suoi interessi . Il che , osserva il curato , non fa che recare danno alla stessa religione , perché quando i poveretti sentono che in nome della religione si vuoi condannare la loro causa , essi abbandonano la religione . Il buon curato poi concludeva col dire che il precetto evangelico da seguirsi in queste cose è quel che dice : se Dio comanda una cosa e gli uomini un ' altra , bisogna ubbidire a Dio e disubbidire agli uomini . Ora se Dio , come non v ' ha dubbio , vuole che la giustizia trionfi , bisogna fare ogni opera perché trionfi , anche ribellandoci a quel che comandano i padroni . Ci sono , lo sappiamo , molti nostri compagni che non credono in Dio , perché dicono che basta essere giusti e buoni senza andare in chiesa . Ma a noi non importa , perché ci basta che in fatto ei siano buoni e giusti . Vuol dire che essi , invece di adorare Dio , adorano la bontà e la giustizia . Non è poi lo stesso ? Quel che importa è che si sia uniti tutti quanti nel pensiero di attuarla questa giustizia . In tal pensiero salutiamo tutti il primo di maggio che ci richiama al nostro primo dovere : e promettiamo in questo giorno solenne di consacrare , senza paure e senza esitazioni , tutte le nostre forze alla emancipazione della nostra classe . Iddio Io vuole ! Alcuni contadini Chi non è socialista ? Oggi , in Italia , tutti vogliono essere un po ' socialisti . È una droga , il socialismo , che tutti i partiti e tutti gli uomini borghesi amano mettere senza tema di avvelenamento come salsa piccante nei loro manicaretti . Segno , compagni miei , che siamo ancora deboli . Fossimo forti come sono i nostri compagni di altri paesi , e i nostri nemici non avrebbero modo né voglia di permettersi simili gusti . Segno che ci sono ancora troppi socialisti che fanno delle sentimentalità invece di fare dei ragionamenti : o che per posare ad uomini pratici danno esca e materia a questo equivoco colossale che , con tacito accordo , viene alimentato e coltivato da tutti quanti i partiti della borghesia . L ' equivoco cioè che si possa essere più o meno socialisti anche senza ammettere la lotta di classe e senza vedere , come risultato della stessa , la socializzazione degli strumenti di lavoro . Codesti volponi , aiutando la ingenuità di molti nostri compagni , dicono : « Che cosa è il socialismo se non il desiderio di migliorare la condizione della povera gente ? or dunque : non siamo noi qui a riconoscere che la miseria esiste e che bisogna portarvi un rimedio ? che necessità c ' è di parlare di “ lotta di classe ” dal momento che noi borghesi , come vedete , siamo i primi a riconoscere i bisogni del lavoratore ? Non è questo anzi un pegno d ' amore e di solidarietà fra le classi ? E a che , poi , smarrirci nella nebulosa dell ' avvenire , speculando sulla proprietà collettiva , mentre quel che importa e che urge è provvedere ai mali presenti ? » E con questo parlare , molti di voi , operai e contadini , sono presi all ' amo . Con questa arte vi si persuade di lasciare ai borghesi la cura del vostro « miglioramento » nella fiducia che , illuminato da queste belle ispirazioni , il loro cuore varrà a risolvere la questione sociale . Ed è qui appunto dove la borghesia vi voleva . A deporre ogni idea di conquista : ogni proposito di lotta contr ' essa . Disarmarvi , addormentarvi , asservirvi di nuovo . Ma guardate un po ' com ' è fatto il laccio in cui vi si vuol prendere . Il socialismo , essi dicono , consiste nel desiderio di migliorare la condizione della povera gente . Ebbene , no : in ben altro consiste il socialismo . Consiste nella volontà di togliere la causa della povertà . La filantropia , il buon cuore danno il soldo al poveretto : il socialismo pone la domanda : perché quest ' uomo ha bisogno del soldo filantropico ? Ai volponi che sorridendo vi dicono che sono socialisti anch ' essi , rivolgete questa domanda che riassume tutto il socialismo : « di dove viene la miseria del lavoratore moderno ? » E state a sentire che cosa risponderanno . Un mondo di chiacchiere e di contraddizioni probabilmente . Ma non ci sarà caso che essi dicano : la miseria del lavoratore moderno deriva da ciò , che la ricchezza della borghesia è lavoro dei proletari non pagato . Se non rispondono questo , il loro socialismo è menzogna , è artificio , è insidia . Le loro promesse di miglioramento , o sono le promesse insulse della carità : o sono le panie della demagogia . Le loro dichiarazioni di amore per il proletariato esprimono semplicemente la paura della guerra di conquista che , per ottenere veri ed effettivi miglioramenti , il proletariato deve iniziare contro di loro . Il loro disprezzo per la affermazione della proprietà collettiva , non è altro che una manovra per sviare il proletariato dall ' unica via che lo può condurre alla sua emancipazione . Quando dunque li sentite dire : « E chi non è socialista ? » replicate subito : Voi . Voi che , mentre parlate di migliorare le condizioni della classe operaia , volete conservare il fatto del parassitismo borghese . L ' unico miglioramento che possa conseguire il lavoratore consiste nell ' essere meno derubato dei frutti del suo lavoro . Voi volete che prosegua il furto e la rapina , se intendete sia mantenuta in vita la classe borghese , la quale trae la sua esistenza specifica e caratteristica per l ' appunto dallo sfruttamento e dal monopolio . Ah , ben intendiamo dunque come sia necessario combattervi precisamente colla bandiera di classe , affinché si dissipino gli equivoci e cadano le maschere .
DELUSI ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Benito Mussolini ha lanciato il suo " tendenzialmente repubblicano , " un avverbio un aggettivo destinati a scompigliare amici e nemici , alleati e sudditi.Il piccolo mondo della politica italiana è , per questo , tutto a rumore . Ne godono , a lor modo , i sovversivi , ne gioiscono i repubblicani , se ne scandalizzano i liberali . Solo i popolari senza dimostrare le eccessive e farisaiche meraviglie di coloro che a Mussolini guardavano , ora non è molto , fino al giorno delle elezioni , non soltanto come al liberatore ma come all ' unico uomo degno di guidare l ' Italia armata di schede elettorali e di fasci littorii , possono in tutta coscienza affermare che la questione non li tocca . Essi non hanno pregiudiziali monarchiche , né sono costretti in questa circostanza a ricorrere a certe comode " riserve mentali , " che hanno sempre caratterizzato il giuramento di altre persone aderenti a ben diversi e determinati organismi politici . Il " tendenzialmente " di Mussolini , viene ad interrompere così molti placidi sonni e molte gratuite e malamente acquisite certezze . La consorteria liberale è costretta a trangugiare l ' amara pillola per timore che la parte che racchiude nel pugno la forza , l ' ardire , l ' audacia e lo spirito di combattività si allontani nel più bello dalle trincee , abbandonando ad un ritorno offensivo dei rossi , non soltanto il tricolore , ma il partito liberale e gli interessi degli agrari di tutta l ' Italia . Senza questa preoccupazione , francamente , non si comprenderebbe davvero l ' atteggiamento dei liberali italiani , monarchici e conservatori , di fronte all ' audacia spregiudicata del tendenzialmente repubblicano , condottiero dei Fasci Italiani di Combattimento . Lo storico politico del futuro dirà , con rigida imparzialità , quanta parte avrà avuta in questo atteggiamento dei liberali la sorpresa di vedersi giocati proprio da colui , nel quale troppo imprudentemente essi si erano così entusiasticamente fidati .
SOSTE DEL CAPOGIRO ( VERGANI ORIO , 1926 )
StampaPeriodica ,
IL BARBIERE DEI MANICHINI . Ho conosciuto il barbiere dei manichini . Ho scoperto così che ai manichini di cera cresce una barba triste come ai morti . Il barbiere dei manichini , all ' ultimo piano dei Grandi Magazzini Centrali , insapona con l ' acqua fredda le guance glabre dei suoi silenziosissimi clienti , e li rade con sopraffini rasoi lavorando con una incomprensibile tenuità di polso , per non sgranare in nessun punto la cerea epidermide . Passa le sue notti così , sotto una luce fredda , in questo silenziosissimo « salon de toilette » senza specchi , dove i manichini si muovono con secchi passi di legno . Vita grama , piena di piccole manie e di segreti incubi . Qualche volta , per dispetto , il barbiere pianta negli occhi di vetro dei manichini il pennello insaponato . Egli si toglie anche ogni settimana il gusto , negato a tutti gli altri barbieri , di segare con un solo colpo di rasoio la gola a un cliente . Lascia i Grandi Magazzini Centrali all ' alba , quando la sua clientela ha ripreso posto nella mostra . Aspetta , innanzi alle vetrine , che si rialzino le saracinesche per godersi il primo spettacolo della sua sbarbatissima umanità di cera . IL SOGNO . I manichini sognano . Sognano di diventar statue , in mezzo a una piazza , e di farsi chiamare « monumenti » . IL POMPIERE IMPAZZITO . Ho sempre pensato alla follia da cui potrebbe essere preso un pompiere , per il desiderio di raggiungere quella tale finestra al quinto piano , orrida di fiamme e di fumo : arrampicarsi con l ' ascia in bocca su per il getto verticale e gelido dell ' acqua . SONNO . Alle volte , nella notte , il mare trema lievissimamente . Sssst ! ... Sono i pesci che , nel sonno , si voltano dall ' altra parte . COMMEDIA . La notte , i cavalli impennati dei monumenti equestri fanno un piccolo sorriso ai nottambuli abituali , per dire : « Ci impenniamo così , tanto per fare ! » . L ' OSSO . Quando alle statue si spezzano le braccia , il loro viso cambia espressione , e per un attimo dimostra uno stupore profondissimo . Esse cercano l ' osso , l ' osso spezzato , e sono meravigliatissime di scoprirsi fatte soltanto d ' una gelida bianca carne senza scheletro . LETTERE DEL PAESE DELLE LAGRIME . Le lettere « passate a copialettere » pare che ci giungano da un desolato paese dove non si può scrivere una lettera senza irrorare di lagrime il foglio . IL FABBRO POVERO . La chiave femmina la inventò un fabbro povero e amante della musica che non era riuscito mai a comprarsi un flauto . NAUFRAGIO . Il silenzio delle sale cinematografiche , quando la luce si riaccende e l ' orchestra tace , fa pensare al silenzio che deve regnare nei saloni lussuosi e abbandonati dei transatlantici che affondano . Ogni spettatore ha l ' anima segreta di un naufrago dimenticato che si sente andar giù , giù , con la bella spoglia morta della nave , verso le profondità sottomarine , e non ha la forza di correre sopracoperta a cercare l ' anello di un salvagente o a far gesti di appello disperato alle scialuppe che si allontanano reggendosi sulle ali scheletriche degli otto remi . Non aprite le porte ! Potrebbe affacciarvisi , senza che più fosse possibile opporvi riparo , il fiotto verde e immenso delle acque marine . ATLETISMO . Per quanto sia grande il nostro dolore per la sua dipartita pure , mentre , con altri amici , si porta in spalla il feretro del caro estinto verso l ' imboccatura nera del carro , non si può a meno di far un certo esibizionismo , come se si fosse abituati a degli esercizi di forza , quando , tra la gente , si traversa il breve tratto dal portone fino al carro . STAMPA INGLESE . Il corno inglese si vanta della sua bella voce nasale e aristocratica . Esige per parlare un assoluto silenzio . Altezzoso , parla stando a sedere , mentre gli si fa circolo attorno , in piedi . Fa lievi gesti con la mano guantata , parlando di cacce veloci sotto alberi stillanti di pioggia . BALLO MASCHERATO . In certe opere le arpe non suonano . Rimangono in fondo all ' orchestra , avvolte nei loro mantelli verdi , come , in un ballo mascherato , gli innamorati in incognito chiusi nei loro domino pazzi di gelosia , incapaci di partecipare alle danze , mentre la loro bella si fa prendere in braccio nell ' ombra dei palchetti , e rovesciare coppe di « champagne » nel cavo della scollatura . LE IMPERATRICI IN ESILIO . Le arpe , imperatrici in esilio , parlano , tratto tratto , del loro regno perduto . Attorno a loro si fa un momento di silenzio rassegnato , e soltanto i contrabbassi legittimisti brontolano un piccolo coro di approvazione in sordina . Le arpe levano le loro teste di cigni dorati , la maestà incoronata dei fusti . Piove come sui funerali poveri . Le trombe si voltano con i calici a terra . MISTERO . Nei buchi dei clarinetti è entrato qualche cosa che non si riesce a far uscire benché ci si soffi dentro da secoli .
LA MODERNA LOTTA DI CLASSE ( TURATI FILIPPO , 1892 )
StampaPeriodica ,
1 . Lotta dichiarata ! Sì ; la classe operaia italiana ha finalmente inalberato anch ' essa la nuova e rifulgente bandiera . Anch ' essa comincia a intendere e a proclamare il principio che muterà la faccia del mondo e farà di mille mandre di schiavi un popolo solo di liberi . Questo fatto – per quanto ancora agli inizi – è senza discussione il fenomeno più importante che sia avvenuto nella vita italiana dopo il sorgere dei Comuni del medioevo . Più importante d ' assai dello stesso cosiddetto risorgimento politico , della stessa liberazione dai papi , dagli stranieri e dai duchi , perché questa fu rivoluzione borghese , fatta e sfruttata a beneficio di una sola classe – mentre la redenzione del proletariato , ultimo porto della lotta odierna , sarà al tempo stesso la redenzione dell ' umanità tutta quanta . E invero , se la servitù abbrutisce e corrompe il servo , essa non corrompe meno il padrone e i suoi sgherri : ed è una triste e rovinosa vita per tutti , quella in cui la ingiustizia e la violenza danno ai pochi la ricchezza e il benessere , e di società – nel vero senso della parola – non rimane più altro che il nome . Di questo male morirono le civiltà antiche , fondate sul dispotismo e sul dispregio della umana dignità – e l ' ha constatato la storia . Di questo male morranno le moderne democrazie , se non sapranno trasformarsi a tempo e radicalmente – e anche questo la scienza ha preveduto ed è fatale come il destino . 2 . Quel che fu nel passato Che cos ' è la lotta di classe ? È la lotta – rispondono – di coloro che non posseggono nulla , contro quelli che posseggono tutto ; degli sfruttati contro gli sfruttatori ; delle vittime contro i parassiti . Ed è vero . E se consultiamo la storia , questa lotta noi la troviamo in tutti i tempi e presso tutti i popoli . Dacché la proprietà privata riuscì ad imporsi , a monopolizzare la terra , che è il retaggio di tutti , e i mezzi della produzione e dello scambio , che sono il prodotto delle attività consociate – dacché essa riuscì a impiantarsi nelle leggi e ad organizzare sul suo modello e al suo servizio lo Stato , la Chiesa , l ' educazione e persino le teste della stessa popolazione che ne soffre e che è indotta a crederla inevitabile ed eterna – da quel giorno , tuttavia , la società non rimase senza convulsioni . E la lotta dei miseri contro gli abbienti , degli oppressori contro i dominatori , animò con varia vicenda ogni movimento della civiltà . Nei tempi bui dell ' antichità e del medio evo la vita della società diventò una specie di duello , un combattimento di fiere per ghermirsi a vicenda il boccone contrastato . Le classi al potere , sospinte da avidità e da paura , non rifuggirono da alcun mezzo per disarmare , per avvilire , per estenuare i possibili ribelli – decimando dei migliori , dei più valorosi , le schiere assoggettate , comprando o ricattando le intelligenze , intimidendo le velleità generose , corrompendo con ogni sorta di frottole religiose l ' intelletto e il cuore delle masse . Sotto l ' influenza di tali artifizi non fu cosa forte e gentile che potesse resistere . La stessa fede – nata dalla sete di ideale , in tempi in cui la scienza bambina male rispondeva a cotesto eterno bisogno umano – fu convertita in istrumento di servaggio e di degenerazione , impiegata a mantenere nei cervelli l ' ombra e lo sgomento . Il timor di dio fu speso a rinforzare i catenacci agli scrigni dei potenti , impinguati dal sudore dei popoli ; il sacerdote fu chiamato a fare il paio col birro per assicurare la tranquillità alle orgie dei signori del mondo . 3 . Quel ch ' è oggi Ma se , sotto quest ' aspetto , una lotta di classi si può dire che dura da millenni ed ebbe un esito vario a seconda delle circostanze e dei tempi , ben altra cosa è la lotta di classe moderna – quella che oggi noi combattiamo . E invero essa sarebbe cosa ben meschina se si limitasse a voler capovolgere il mondo e farcelo ritrovare poi tale e quale – a voler porre una classe in luogo dell ' altra a voler creare , mutate solo le persone , nuove falangi di padroni e nuove sterminate schiere di servi . Che anzi , se molti episodi di codesta lotta , nel passato , ebbero esito infelice e non condussero a nulla , si fu perché mancava in essi un concetto morale superiore , al quale le circostanze permettessero di realizzarsi – di cui le circostanze esigessero anzi il realizzamento . La lotta di classe moderna per questo sarà vittoriosa e sarà redentrice ; perché essa è concepita dal pensiero quale è richiesta ed è voluta dai fatti : perché essa è vera ed è giusta dentro dell ' uomo che la pensa e che essa spinge ad agire , e fuori di lui , nelle condizioni fatali della produzione moderna ; perché la meta , a cui essa tende , è voluta non solo dal pensiero , ma anche dalla storia . 4 . Le sue cause La lotta di classe moderna è nata collo sviluppo dell ' industrialismo moderno . Come tale essa ha a mala pena un secolo di vita . Finché la produzione fu individuale , e dominò la piccola industria , e il lavoratore era padrone del suo campicello o della sua bottega , vi poterono essere angherie , spoliazioni , soprusi , ma non vi era – non vi poteva essere – la lotta di classe nel senso moderno . Fu soltanto quando l ' economia medioevale venne capovolta ; quando – specialmente per l ' applicazione delle macchine e l ' allargarsi dei mercati – la produzione divenne collettiva e il padrone non fu più il lavoratore più abile o il più anziano , ma diventò uno straniero , un parassita della produzione – fu allora che l ' appropriazione individuale del prodotto del lavoro di tutti o delle , grandi maggioranze , a favore di uno solo o di pochi e specialmente degli oziosi , diventò un flagrante controsenso . La proprietà , invece di essere la condizione ed il compenso del lavoro , diventò una semplice tassa , un pedaggio gravosissimo , succhiante il sangue del lavoratore , a cui in compenso non diede più nulla – neppure la sicurezza del domani . E chiamò ipocritamente « libertà del lavoro » la libertà dello sfruttamento ad oltranza , il diritto dell ' oppressione senza limiti , il più fiero e il più invincibile di tutti i dispotismi . Il monopolio delle terre , delle miniere , degli strumenti del lavoro , diventati oramai grandi capitali , o del loro equivalente in moneta – monopolio acquistato collo sfruttamento , coll ' usura , colla frode di cui vive il commercio , coll ' eredità , col servilismo e con altri mezzi dai quali è disgiunta ogni moralità ed ogni merito personale – diventò la condizione imprescindibile dell ' arricchimento e del benessere . Il lavoro , la virtù , il risparmio non ebbero più altri compagni che la miseria eterna e senza speranza . La concorrenza dei capitalisti fra loro , necessaria per sopraffarsi a vicenda e dominare il mercato , non permise più ad essi di essere umani , buoni , pietosi : e , i più grossi e i più fortunati sempre divorando i più piccoli , le schiere del proletariato si andarono ogni giorno ingrossando colle rovine della classe possidente . Quanto più al vertice della piramide si concentrava il lusso e la felicità , tanto più alla base si ammucchiava la fame e la disperazione . La stessa causa , l ' assenza d ' ogni concetto regolatore della produzione , produsse le crisi , la disoccupazione , l ' ingombro dei magazzini insieme alla impotenza dei produttori di diventar consumatori e di diminuirlo ; lo sfruttamento del lavoro dei miseri diventò a dirittura forsennato , e invano le leggi , per la salute della razza umana , tentarono a volte di frenarlo . La casa di lavoro diventò simile all ' ergastolo , e dopo avere inghiottito il padre di famiglia , inghiottì la donna ed il fanciullo , senza rispetto ad età né a debolezza , scagliò la donna ed i fanciulli – strumenti meno costosi – a strappare il pane di bocca al marito ed al padre – esaurì coi lunghi orari e col cottimo le forze e la salute dei lavoratori , ai quali fu disertato il focolare , furon tolte la famiglia e la patria . Le epidemie , la delinquenza spaventosamente crescente , la prostituzione che dilaga , il fermento dovunque della ribellione e dell ' odio , la giustizia fatta scudiera delle Loro Maestà l ' oro e l ' argento , lo smarrimento d ' ogni fede e d ' ogni ideale sociale e morale furono le conseguenze di uno stato di cose che rammentava – peggiorate – le decadenze di Babilonia , di Bisanzio e dell ' antica Roma . 5 . Il suo significato A reazione e a difesa contro questa decadenza e questo dissolvimento , sorge il movimento operaio , si desta la coscienza operaia . Essa capisce che , essendo il proprietario divenuto un peso morto sulla produzione , affatto inutile ad essa , il prelevamento che esso fa sul prodotto al quale non coopera , per pagarsi il lusso od i vizi , per mantenere la burocrazia e gli eserciti a sua esclusiva difesa , per corrompersi e per corrompere il mondo , cotesto enorme prelevamento è diventato a sua volta un assurdo : che , collettiva essendo ormai la produzione , collettiva dev ' essere la ripartizione dei valori , a misura dei meriti e dei bisogni di ciascuno ; che chi , potendo , non lavora , non ha diritto di mangiare , e che chi vive del sudore altrui non ha diritto di vivere . La coscienza operaia ha capito che la ricchezza , la forza , il sapere dei potenti del mondo , non son fatti che del lavoro e degli stenti dei lavoratori : e che , se vasti ceti di professionisti , di impiegati , di operai del pensiero sono al servigio di quei pochi contro i moltissimi , è perché i pochi seppero armarsi e , per tal modo , rimanere i più forti . Ma la forza delle forze , pur di saperla impiegare , sta pur sempre nella virtù del lavoro , e solo chi tutto produce può distruggere tutto perché saprebbe tutto riedificare . Ha capito che chi detiene le ricchezze , nel mondo industriale moderno , detiene indirettamente ogni altro potere ; che la libertà è un nome vano e un ' ironia feroce per chi nulla ha e nulla può . Ha capito che gli sforzi dell ' operaio isolato , per emanciparsi , sono altrettanto folli quanto il voler scuotere da soli e senza leva un enorme macigno – e che solo l ' unione illuminata e cosciente e la volontà ferrea , compatta , pertinace degli interessati può spostare l ' asse della costituzione sociale . Ha capito infine che nulla più si oppone a che il mondo industriale – questa geenna infernale – ridiventi un paradiso terrestre , una grande cooperativa di soci e di fratelli , interessati non a divorarsi e a svaligiarsi a vicenda , ma ad amarsi e ad aiutarsi – nulla più si oppone a questo , tranne l ' ostacolo che impedisce appunto il fiorire delle cooperative – la mancanza cioè , nei lavoratori , del possesso collettivo dei capitali – e che i capitali bisogna prenderli dove sono , dove il lavoro di tutti da migliaia d ' anni ha cooperato a crearli . Ed ha innastata , a questo scopo , la bandiera della lotta di classe . 6 . La conquista del potere Ma ai primi passi di questa lotta ravvisò un altro ostacolo , potente fra tutti , e che prima non aveva sospettato . Vide cioè che la classe spropriatrice , la borghesia capitalista , aveva organizzato il suo potere nelle leggi e nelle istituzioni amministrative e politiche ; si era accampata nei Comuni , nello Stato , nella scuola , nel tribunale , ecc . , ecc . ; e di questi istituti si serviva a tagliar le gambe al movimento operaio . E allora – ammaestrata da dolorose esperienze – la classe operaia capì che le bisognava seguire la medesima via . Capì che la violenza improvvisa , se può riuscire a un mutamento semplicemente politico , a detronizzare un principe od a sbaragliare momentaneamente un esercito , non riescirà però mai , da sola , a mutare profondamente la struttura economica d ' una società , mentre offre ottimi pretesti ai dominatori per salassare i popoli e snervarne le migliori energie . Capì che i Parlamenti , i Comuni , tutte le istituzioni organizzate erano strumenti potentissimi di dominazione – che difficilmente si potevano distruggere – ma dei quali si poteva invece impossessarsi e servirsene . Capì che il voto , questo arnese d ' inganni e d ' intrighi , questo strumento di vanità e di cupidigie fin che era maneggiato unicamente dai dominatori o dato alla massa a pro dei loro fini e per le loro contese , poteva invece – maneggiato dai lavoratori ai fini loro propri e per le loro proprie battaglie – diventare , non solo un mezzo di reclutamento del partito e di schierarne e di contarne le forze – ma altresì la più sicura delle armi per acquistare un ascendente sempre maggiore nella vita pubblica ed , acquistatolo , poterlo conservare . A paragone di quest ' arme , la dinamite e qualunque più terribile esplosivo diventano un giochetto da bambini . Per tutto ciò la classe operaia si organizzò in partito politico indipendente e , sulla bandiera inalberata della lotta di classe , ha inscritto : La conquista del potere . 7 . Il grande ideale Con questa bandiera , per questa via . il proletariato militante cammina , lento ma sicuro , alla mèta luminosa , traendo seco la folla innumerevole , fra lo sgomento dei tiranni pubblici e privati – sfidando la calunnia e il sarcasmo dei nemici , la congiura incosciente degli imbecilli e dei vigliacchi – arruolando nelle sue file ogni giorno nuove reclute , sia nel campo del lavoro manuale , sia in quello del pensiero ; attraendo a sé i ceti a lui vicini , che il moto vorticoso del capitalismo va precipitando nel suo seno o che sentono ormai inevitabile il loro tracollo . Cammina e diventa la fiumana che s ' ingrossa e s ' avanza maestosa , che travolge gli ostacoli , che spazza e che feconda il terreno . Per questa via il proletariato – che fu nulla – sente che diventa qualcosa e che domani sarà tutto : ma colla vittoria non sarà più il proletariato , la classe dei reietti , sarà invece l ' umanità tutta intera laboriosa e redenta . Fuori del suo seno , che avrà radunate tutte le forze utili della società , non ci saranno più che i parassiti ostinati , gli elementi corrotti – condannati a trasformarsi o a perire . Così la lotta di classe avrà raggiunto il suo fine ultimo e grandioso : l ' abolizione delle classi , l ' armonizzamento degli interessi nella « giustizia pia del lavoro » . Allora , per la prima volta dopo tanti secoli , una « società umana » di fatto e non di nome sarà alfine instaurata . La lotta di classe moderna , animata da questo grande ideale , aiutata da tutte le forze materiali dell ' evoluzione sociale , incarnata nella grande maggioranza degli interessi e dei voleri , non potrà fallire la sua mèta . Essa si presenta restauratrice della proprietà sulla sua base legittima , il lavoro , contro gli spogliatori e gli usurai – restauratrice della famiglia dissolta o mercantilizzata ai danni della specie – restauratrice di una patria terrena all ' immenso popolo che più non ha patria e che è burlato colla patria celeste – realizzatrice della libertà , dell ' eguaglianza e della fratellanza che il dominio borghese ha insultate e derise – abolitrice della guerra e degli odii nazionali e di classe – fondatrice , nel violento disordine borghese , della pace e dell ' ordine . Essa sola – la lotta di classe – può infiammare ancora di un santo ardore le anime generose , sostituire le religioni crollanti , restituire alla vita il valore e l ' ideale smarriti . Essa è la demolitrice della barbarie – la salvatrice della pericolante civiltà . E le altre classi ? Taluno ci osserva : – E le altre classi ? Il mondo non è composto soltanto di operai del braccio . Analizziamole un po ' queste pretese « altre classi » . – I contadini innanzi tutto . Ma essi sono i più sfruttati e i più miseri fra i proletari . Se l ' avanguardia è fatalmente operaia , il popolo campagnuolo certo le dovrà tener dietro . Basterà che si svegli . I piccoli proprietari . Questi sono gente dall ' anatomia complicata , Dalla cintola in giù proletari ; dalla cintola in su si illudono di appartenere alla classe dirigente . Perciò , fin che prevalsero col numero , il socialismo rimase utopia . Ma l ' evoluzione sociale , l ' espropriazione continua dei piccoli ad opera dei grossi , che è il sale del sistema borghese , li tronca appunto alla cintola e non ne lascia più che le gambe . Come i piccoli esercenti e tutta l ' altra gente piccina , essi non sono che i proletari del domani . E noi aspettiamo che giungano . Segue la immensa categoria degli impiegati , professionisti , insegnanti , magistrati , preti , soldati , ecc . ; la categoria dei lavoratori non esclusivamente manuali . Or da costoro staccate una decima parte ; quelli che pappano lauti onorarii , che intrigano coi dirigenti , che sono anch ' essi già proprietari almeno virtuali . Rimane la turba infinita degli altri . E sono proletari in giubba , plebe verniciata . Schiacciati dalla gerarchia , nessun legame li avvince ai dominanti , tranne l ' oppressione . Col cuore son già nostri in gran parte , coll ' interesse lo sono tutti . Non si tratta per essi che di capirlo . E , vinti dall ' esempio operaio , ogni giorno una loro falange , gettata la stupida albagia della livrea , scende , ossia sale , fra noi . Molti di essi il sistema costringe a un lavoro ripugnante , strumenti della lotta di classe dei dominatori contro i loro veri compagni . Questo assurdo mostruoso li farà più fieramente ribelli . Il proletariato abbraccia già per tre quarti , abbraccerà domani per intero , le energie utili , le forze vive della società . Fuori di lui non resterà che il mostro del parassitismo . Intanto la battaglia è ingaggiata dai manipoli degli operai dell ' industria , perché son essi le vittime più dirette e perché è il loro lavoro tutto utile che darà l ' impronta alla nuova società . Perciò la loro bandiera è anche la prima in fila e la più vivida . A cotesti altri ceti e non classi non rimane che da prender posto . O seguirla o combatterla . Note storiche Ecco quasi mezzo secolo dacché Carlo Marx e l ' amico suo Federico Engels annunciarono nel loro Manifesto dei Comunisti il grande principio : che l ' emancipazione della classe lavoratrice sarà raggiunta dalla lotta cosciente degli stessi lavoratori . La reazione che invase tutta l ' Europa dopo i giorni sanguinosi delle rivoluzioni del ‘48 non lasciò campo alla diffusione del verbo nuovo ed al nuovo metodo di lotta del lavoro contro il capitale . La sua prima larga e solida applicazione la troviamo in Germania verso il 1860 , quando vari nuclei di operai organizzati cominciarono a sentire il bisogno di un programma comune di principi e di azione . A tal uopo , nel 1862 , i rappresentanti di coteste prime organizzazioni si riunirono a Berlino ed elessero un Comitato coll ' incarico di convocare un Congresso operaio nazionale . Il Comitato si rivolse a Ferdinando Lassalle perché redigesse un programma del movimento operaio . E Lassalle scrisse la sua celebre Lettera aperta al Comitato centrale di Lipsia , nella quale diceva : « Il partito operaio deve organizzarsi in un partito politico indipendente sotto la bandiera del suffragio universale . Sarà soltanto la rappresentanza degli operai nei corpi legislativi che potrà ottenere i mezzi necessari per soddisfare ai diritti legittimi dei lavoratori » . L ' appello alla organizzazione degli operai in partito politico indipendente scatenò addosso a Lassalle tutte le ire più feroci della borghesia di tutti i colori , compresa la democrazia . Gli stessi operai tedeschi a tutta prima non intesero bene tutto il significato della lettera aperta di Lassalle . Gli uni , disgustati dalle manovre politiche della borghesia , proclamavano l ' astensione il miglior mezzo di difesa ; altri , pur già coscienti del dovere di organizzarsi per la lotta economica , in politica assumevano a prestito un colore qualunque nell ' iride dei partiti politici delle classi dominanti . Ma Lassalle , con un ' energia e un ' arditezza meravigliose , si scagliò contro l ' indifferentismo e l ' ignoranza politica della classe operaia , incitandola « a non rimanere in coda del partito progressista , a non far coro ed eco ai partiti politici nemici , ma invece a lottare indipendente » . In una riunione tenuta a Berlino egli disse agli operai : che l ' idea della conquista del potere politico dovea dominare tutti i loro pensieri e tutte le loro azioni . « Quest ' idea soggiungeva non dovete abbandonarla mai . Essa deve essere con voi all ' officina , con voi nelle ore di riposo , accompagnarvi nelle rare vostre passeggiate , in tutte le vostre riunioni ; e persino quando andate al riposo , sul duro giaciglio essa deve occupare l ' animo vostro . Quanto più cotesta idea diventerà esclusiva , tanto più vi appassionerete , e tanto più presto l ' attuale periodo storico compirà la sua parabola ; tanto più presto vi arriderà la vittoria » . Tanto più presto in altri termini il proletariato conquisterà il potere politico per attuare il regime socialista . In trent ' anni cotesta idea , cotesta convinzione profonda , ha fatto tale presa nell ' animo del proletariato tedesco , ch ' esso è ormai a pochi passi , a pochi anni di distanza dalla meta . Esso ha lottato fieramente , ma già vede il porto , già sta per cogliere il premio meritato . Quando il milione e mezzo di elettori socialisti delle ultime elezioni continuando la rapida progressione seguita fin qui sarà appena raddoppiato , il partito in Germania avrà causa vinta . Comincerà una nuova età della storia . E tutti gli altri popoli operai si cacciano , sempre più risoluti , nella stessa via , per non lasciare soli ed isolati quei primi combattenti , che altrimenti , già presso alla vittoria , verrebbero schiacciati dalla coalizione delle potenze avversarie . Solo gli operai italiani parvero fino a ieri i più refrattari ad entrare , colla stessa bandiera , nello stesso movimento . Ciò che meritò loro il plauso degli anarchici e l ' elogio di essere operai ragionevoli e benpensanti da parte dei padroni e del governo . Ma ormai anche nella pigra Italia operaia il sonno antico si è scosso . Il principio , una volta attecchito , metterà radici tanto più salde e più rapide , quanta maggiore è la forza dell ' esempio che vien dal di fuori e la pressione eccitatrice delle condizioni economiche mondiali . Si comincia sbrancati e a passo di scuola ; preso l ' andare , si correrà al segno in marcia serrata , a passo di bersaglieri .
StampaPeriodica ,
Noi che siamo sorti contro la Rivoluzione , ci persuadiamo sempre più che BISOGNA per la nostra pace onesta di domani , BISOGNA fare a tutti i costi la nostra Rivoluzione ... Tutto è puzzolente e marcio ormai , a Roma come a Bologna . I vecchi uomini , i vecchi partiti , i vecchi ceti sociali sono diventati il letamaio di ogni sorta di immondezze . A Roma un Presidente del Consiglio dopo aver tentato di assassinare il Paese in guerra va oggi a braccetto con Misiano , il disertore , il vigliacco , ed apre i battenti a tutti i delinquenti di tutte le galere ... Bisogna andare fino in fondo nella nostra opera risanatrice . Ognuno deve armarsi e decidersi : O coi bolscevichi o con noi ! La guerra civile , che il Governo e i bolscevichi hanno voluto nella nostra città e nella nostra provincia , NOI L ' ACCETTIAMO E LA FAREMO tutta quanta e tutta in fondo , SENZA QUARTIERE E SENZA PIETA ’ . Noi abbiamo domandato un governo che governi e poiché questo continua a tradire e a tradirci , governeremo noi . La Comune rivoluzionaria la faremo noi ... Popolo di Bologna , all ' armi !
ORGANIZZATORI E ANTIORGANIZZATORI ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
StampaPeriodica ,
Sono degli anni che si fa tra gli anarchici un gran discutere su questa questione . E , come avviene spesso , quando si piglia passione in una discussione ed alla ricerca della verità subentra il puntiglio di aver ragione , o quando le discussioni teoriche non sono che un tentativo per giustificare una condotta pratica ispirata da altri motivi , si è prodotta una grande confusione d ' idee e di parole . Ricordiamo di passaggio , tanto per sbarazzarcene , le semplici questioni di parole , che a volte han raggiunto le più alte cime del ridicolo , come per esempio : “ noi non vogliamo l ' organizzazione ma l ' armonizzazione ” ; “ siamo contrari all ' associazione , ma ammettiamo l ' intesa ” ; “ noi non vogliamo segretario e cassiere , perché sono cose autoritarie , ma incarichiamo un compagno di tenere la corrispondenza , ed un altro di custodire il denaro ” - e passiamo alla discussione seria . Vi sono tra coloro che rivendicano , con aggettivi vari o senza aggettivi , il nome di anarchici , due frazioni : i partigiani e gli avversari dell ' organizzazione . Se non possiamo riuscire a metterci d ' accordo , cerchiamo almeno di comprenderci . E prima di tutto distinguiamo , poiché la questione è triplice : - l ' organizzazione in generale come principio e condizione di vita sociale , oggi e nella società futura ; - l ' organizzazione del partito anarchico ; - l ' organizzazione delle forze popolari e specialmente quella delle masse operaie per la resistenza contro il governo e contro il capitalismo . La necessità dell ' organizzazione nella vita sociale , e quasi direi la sinonimia tra organizzazione e società , è cosa tanto evidente che si stenta a credere come si sia potuta negare . Per rendersene conto bisogna ricordare quale è la funzione , specifica , caratteristica del movimento anarchico , e come gli uomini e i partiti sono soggetti a lasciarsi assorbire dalla questione che più direttamente li riguarda , dimenticando tutte le questioni connesse , a guardare più la forma che la sostanza , infine a vedere le cose da un lato solo e perdere così la giusta nozione della realtà . Il movimento anarchico cominciò come reazione contro lo spirito di autorità , dominante nella società civile , nonché in tutti i partiti e tutte le organizzazioni operaie , e si è andato ingrossando man mano di tutte le rivolte sollevatesi contro le tendenze autoritarie ed accentratrici . Era naturale quindi che molti anarchici fossero come ipnotizzati da questa lotta contro l ' autorità e che , credendo , per l ' influenza dell ' educazione autoritaria ricevuta , che l ' autorità è l ' anima della organizzazione sociale , per combattere quella combattessero e negassero questa . E veramente l ' ipnotizzazione arrivò al punto da far sostenere cose veramente incredibili . Si combatté ogni sorta di cooperazione e di intesa , ritenendo che l ' associazione era l ' antitesi dell ' anarchia ; si sostenne che senza accordi , senza obblighi reciproci , facendo ognuno quello che gli passa per il capo senza nemmeno informarsi di quello che fa l ' altro , tutto si sarebbe spontaneamente armonizzato ; che anarchia significa che ogni uomo deve bastare a sé stesso e farsi da sé tutto quello che gli occorre senza scambio e senza lavoro associato ; che le ferrovie potevano funzionare benissimo senza organizzazione , anzi che questo avveniva di già in Inghilterra ( ! ) ; che la posta non era necessaria e che chi a Parigi voleva scrivere una lettera a Pietroburgo . . . se la poteva portare da sé ( ! ) , ecc . ecc . . Ma queste sono sciocchezze , si dirà , e non vale la pena di rilevarle . Sì , ma queste sciocchezze sono state dette , stampate , propagate : sono state accolte da gran parte del pubblico come l ' espressione genuina delle idee anarchiche ; e servono sempre come armi di combattimento agli avversari , borghesi e non borghesi , che vogliono aver di noi una facile vittoria . E poi quelle sciocchezze non mancano del loro valore , in quanta sono la conseguenza logica di certe premesse e possono servire di riprova sperimentale della verità a meno di quelle premesse . Alcuni individui , di mente limitata ma forniti di potente spirito logico , quando hanno accettato delle premesse ne tirano tutte le conseguenze fino all ' ultimo , e , se così vuole la logica , arrivano senza scomporsi alle più grandi assurdità , alla negazione dei fatti più evidenti . Ve ne sono bensì altri più colti e di spirito più largo , che trovan sempre modo d ' arrivare a conclusioni più o meno ragionevoli , anche a costo di strapazzare la logica ; e per questi gli errori teorici hanno poca o nessuna influenza sulla condotta pratica . Ma insomma , fino a che non si rinunzia a certi errori fondamentali , si è sempre minacciati dai sillogizzatori ad oltranza , e si torna sempre da capo . E l ' errore fondamentale degli anarchici avversari dell ' organizzazione è il credere che non sia possibile organizzare senza autorità - ed il preferire , ammessa quella ipotesi , piuttosto rinunciare a qualsiasi organizzazione che accettare la minima autorità . Ora , che l ' organizzazione , vale a dire l ' associazione per uno scopo determinato e colle forme ed i mezzi necessari a conseguire quel fine , sia una cosa necessaria alla vita sociale ci pare evidente . L ' uomo isolato non può vivere nemmeno la vita del bruto : esso è impotente , salvo nelle regioni tropicali e quando la popolazione è eccessivamente rada , a procurarsi il nutrimento ; e lo è sempre , senza eccezioni , ad elevarsi ad una vita alcun poco superiore a quella degli animali . Dovendo perciò unirsi cogli altri uomini , anzi trovandosi unito in conseguenza della evoluzione antecedente della specie , esso deve , o subire la volontà degli altri ( essere schiavo ) , o imporre la volontà propria agli altri ( essere un ' autorità ) , o vivere cogli altri in fraterno accordo in vista del maggior bene di tutti ( essere un associato ) . Nessuno può esimersi da questa necessità ; ed i più eccessivi antiorganizzatori non solo subiscono l ' organizzazione generale della società in cui vivono , ma anche negli atti volontari della loro vita , anche nelle loro rivolte contro l ' organizzazione si uniscono , si dividono il compito , si organizzano con quelli con cui vanno d ' accordo e utilizzano i mezzi che la società mette a loro disposizione . . . sempre , s ' intende , che si tratti di cose volute e fatte davvero e non di vaghe aspirazioni platoniche , di sogni sognati . Anarchia significa società organizzata senza autorità , intendendosi per autorità la facoltà di imporre la propria volontà e non già il fatto inevitabile e benefico che chi meglio intende e sa fare una cosa riesce più facilmente a far accettare la sua opinione , e serve di guida , in quella data cosa , ai meno capaci di lui . Secondo noi l ' autorità non solo non è necessaria all ' organizzazione sociale , ma , lungi dal giovarle , vive su di essa da parassita , ne inceppa l ' evoluzione , e volge i suoi vantaggi a profitto speciale di una data classe che sfrutta ed opprime le altre . Fino a che in una collettività vi e armonia d ' interessi , fino a che nessuno ha voglia o modo di sfruttare gli altri ; non v ' è traccia d ' autorità : quando viene la lotta intestina e la collettività si divide in vincitori e vinti , allora sorge l ' autorità , la quale naturalmente è devoluta ai più forti e serve a confermare , perpetuare ed ingrandire la loro vittoria . Crediamo così , e perciò siamo anarchici : che se credessimo che non vi possa essere organizzazione senza autorità , noi saremmo autoritari , perché preferiremmo ancora l ' autorità , che inceppa ed addolora la vita , alla disorganizzazione che la rende impossibile . Del resto , quel che saremmo noi importa poco . Se fosse vero che il macchinista ed il capotreno ed i capiservizio debbano per forza essere delle autorità , anziché dei compagni che fanno per tutti un determinato lavoro , il pubblico amerebbe sempre piuttosto subire la loro autorità che viaggiare a piedi . Se il mastro di posta non potesse non essere un ' autorità , ogni uomo sano di mente sopporterebbe l ' autorità del mastro di posta , piuttosto che portar da se le proprie lettere . E allora . . . l ' anarchia sarebbe il sogno di alcuni , ma non potrebbe realizzarsi mai .
StampaPeriodica ,
... Ah , no perdio ! Altro è il Fascismo del 1919 altro è il Fascismo dell ' ultima ora . Altro è il Fascismo di Mussolini , altro è il Fascismo di coloro che dei Fasci si sono fatto sgabello magari per raggiungere la medaglietta montecitoriale . E costoro sono quelli che piangono perché il gruppo parlamentare Fascista non interverrà alla Camera , alla seduta reale , a fare la ' genuflessioncella d ' uso con la faccia lieta , e senilmente adulatoria , ' a Vittorio Emanuele di Savoia . Credevano forse costoro che Mussolini avesse rinnegato tutto il suo passato ? Sciocchi ! Mussolini è l ' unico vero rivoluzionario d ' Italia . Se fosse rimasto nel partito socialista egli sì che avrebbe dopo la guerra fatta la rivoluzione . Non alla moda russa si intende ! Ed ora pretenderebbero gli ' arrivati ' del Fascismo di imporsi e minacciano lo scisma . Ma se ne vadano dunque ; ci risparmieranno la fatica di cacciarli ...
StampaPeriodica ,
Le strade di Roma alla prima minaccia avevano cominciato a spopolarsi : poi in pochi giorni la paura s ' era fatta generale e la città rapidamente s ' andava vuotando . Invasi da quello spavento , i cittadini d ' ora in ora avevan preso d ' assalto le stazioni ferroviarie , e impadroniti violentemente dei treni erano fuggiti lontano . I più ricchi avevan rimpinzato d ' olio e benzina le loro automobili e per tutte le tredici porte dell ' Urbe se n ' erano volati via tra la polvere verso i punti cardinali più remoti . Così per dieci giorni . Poi d ' un tratto si videro le stazioni deserte , e le strade intorno a Roma non impolverarono che i carretti i quali non hanno paura di niente . Oramai non c ' era più nessuno entro la città . A custodirla erano rimasti pochi eroi e poche eroine . Gli eroi verso mezzogiorno giravano con padronanza le vie , senza giacca , lasciando che il sole frustasse a sangue le loro camicie di seta e si specchiasse vanitosamente nelle fibbie delle loro cinture . Incontrandosi si guardavano da un marciapiede all ' altro , anche senza conoscersi , con un sorriso d ' orgoglio . Sapevano che il loro dominio dal Laterano a Monte Mario e da Valle Giulia a San Paolo sarebbe durato indisturbato e indiscusso almeno due mesi . Ma le eroine non uscivano sotto il sole . Aspettavano nelle case ciascuna il suo eroe per asciugargli il sudore e stirare le sue camicie di seta . Uscivano soltanto la notte , e dietro le spalle del compagno amoreggiavano a sguardi , per tenersi in esercizio , con gli occhi dei gatti errabondi . Io ero nel numero di quegli eroi , che non avevano fuggito la città all ' assalto dell ' estate : perciò io seguo le leggi della natura , e amo il caldo del sole l ' estate e quello della stufa d ' inverno . L ' eroina eletta ad asciugare i miei sudori si chiamava Aminta . Questo una volta era un nome di maschio ; ma il padre della mia donna non conosceva la storia letteraria , e diciotto anni prima , fidandosi all ' orecchio , aveva imposto quel nome alla sua figliola neonata . Il prete che l ' aveva battezzato non osò avvertire il padre dell ' errore innocente . Aminta , ai primi calori di quell ' estate , sùbito s ' era arresa alle eccellenti ragioni che le avevo esposte per convincerla che dovevamo rimanercene a Roma invece di andare ai monti od al mare . Così trascorsero dolcemente i primi otto giorni della canicola . Non avevo mai sorpreso sulla bianca fronte di Aminta il menomo segno di pentimento , di rimpianto , di dispetto , o di desiderio . Perciò fui molto maravigliato , al mezzodì del nono giorno , quando , rincasando io dalla ronda sui lastrici infocati , Aminta , dopo una festosa accoglienza , mezzo seduta accanto a me nel profondo divano dello studio , con una mano sulla mia spalla disse tutt ' a un tratto : « Caro , dovresti farmi un piccolo regalo , dovresti farmi fare un bel costumino da bagno » . Mi sentii aggrottarsi le ciglia . Il mio calunnioso animo maschile si intorbidò di sospetto . La guardai scuro : « Perché , Aminta ? Che ti piglia ? Non stiamo divinamente bene a Roma ? Non ti verrà l ' idea che ce ne andiamo ? che andiamo ai bagni ? Oh ti avevo tanto bene spiegato che ... » . « No , no » , m ' interruppe sorridendo con gli occhi , la fronte , la bocca e tutta la persona « nemmeno per idea . Stiamo tanto bene a Roma , sì . Chi si sogna di andarsene ? Vorrei un bel costumino da bagno , così per avere un bel costumino da bagno . » « E poi che lo avrai ? » « Me lo metterò . » « Quando ? » « Ogni tanto . Un po ' tutti i giorni . » « E poi ? » « E poi dopo un po ' me lo leverò . » « È tutto ? » « È tutto . Te lo giuro . » Era tanto limpida che il sospetto s ' era dileguato dal mio animo . Tacqui ancora un minuto per dare maggiore importanza alle parole che stavo per pronunciare ; poi decretai : « E allora sta bene . Sì cara . Fatti un bel costumino da bagno » . Batté le mani e fece un gran salto per allegrezza , baciò teneramente tutto il sudore della mia faccia per gratitudine . I giorni appresso ella era molto occupata . Non fui ammesso a conoscere i segreti delle sue ricerche , studi , tentativi , dubbi e risoluzioni riguardo la costruzione del costume da bagno . Uscì qualche volta da sola , di giorno , e lunghe ore rimase chiusa nella sua camera con una sarta . Non permise che mai ne sapessi nulla : volle prepararmi la sorpresa davanti al capolavoro inaspettato . Il suo volto , a tutte le ore del giorno e della notte , era pieno di felicità . Dono qualche giorno , preso dai miei pensieri virili avevo quasi dimenticato , quel giuoco della donna . Ma la mattina del mercoledì , quando mi fui levato la giacca per uscire , Aminta salutandomi mi disse : « Tra un ' ora , quando torni , è pronto » . « Che cosa ? » « Oh il costume da bagno . » « Davvero ? » « Sì , fa ' presto a tornare , vedrai è venuto una meraviglia . » Rincasando , dopo meno d ' un ' ora , un ' ombra di sospetto ancora cercava insinuarsi in me : « Davvero questa storiella del costume non preluderà a una campagna per farsi condurre al mare ? È possibile che nella testa di Aminta alberghi un pensiero con doppio fondo ? che lei ordisca un gioco tanto complicato ? » Non ero del tutto sicuro quando apersi la porta di casa . Entrando nello studio , la voce sua di là dall ' uscio della camera mi gridò : « Non entrare qua . Sono pronta . Mettiti a sedere sul divano » . « Ecco , non entro . Ecco , sono seduto sul divano . » Fissavo l ' uscio della camera . L ' uscio della camera si aperse , nello studio entrò una gran luce , in mezzo alla luce era Aminta . Aminta vestita del suo costume da bagno . Il cuore mi impallidì . Aminta si avanzò . Quella luce veniva da lei . Era tutta la luce dei cieli , e si avanzava con lei . Io non mi mossi , tremavo in una estasi . Aminta si fermò in mezzo alla stanza . Era davvero meravigliosa . Giù dalla gola la seta colore di rosa pallida si tendeva a modellare il seno e la curva del torso : si stringeva intorno ai fianchi in una cintura di minutissime pieghe , sbocciava in un gonnellino breve , che non osava più toccare la carne , e all ' orlo increspato tremava di suggezione . Sul roseo di quel gonnellino un gran fregio girava , di triangoli acuti colore dello smeraldo . Aminta era in piedi in mezzo alla stanza : il rosa , nella luce che pioveva giù dagli occhi di Aminta , cangiava di minuto in minuto in mille riflessi di madreperla : il verde del fregio pareva un volto di cetonie dorate traverso un tramonto . Il candore delle braccia e delle gambe in mezzo a quell ' effluvio di colori teneri impallidiva . I piedi scomparivano in due scarpette di raso verde . Ora Aminta rideva di allegrezza con tutte le carni morbide , con tutto il costume verde e rosato : rideva e si scrollava come una pianta nel giardino ; e la stanza era piena di profumo di paradiso . Io non avevo il coraggio di muovermi . Aminta era felice d ' essere viva . Con un riso di campanelli d ' argento , che uscì dalla finestra e andò a correre via per il cielo , Aminta si buttò a sedere sul tappeto in mezzo alla stanza , con le braccia indietro e le gambe bianche ripiegate , il torso riverso e teso come offrendosi a Dio . Riabbassò lo sguardo su me , che non mi ero più mosso e mi tenevo con le mani il cuore : allo spettacolo della mia commozione s ' intenerì di gratitudine . Me le accostai con tremore . Sedei sul tappeto quasi al suo fianco , e piano le presi una mano . La accarezzai tutta con uno sguardo , poi timidamente toccai con la fronte il rosa pallido della sua seta . Aminta aveva gli occhi pieni di sorrisi , ora quasi lacrimava per la tenerezza . Cercava con gli occhi qualche cosa da dirmi . E la voce le tremava dicendo : « Vedi che è bello , senza bisogno di andare al mare ? » Sentii tutta la sua anima ingenua appoggiarsi a me . Fui pieno d ' amore . Anch ' io ora cercavo qualche cosa di semplice da dirle . Con una guancia adagiata sul suo braccio fresco , bisbigliai : « La modestia dei tuoi desideri merita un premio » . Allora lei si sciolse e di nuovo rise allegramente . Ma poiché non la seguivo in quel riso , lo interruppe e mi guardò come aspettando . Qualche cosa fremé nell ' aria e venne a toccarmi . Vidi anche lei sentire qualche cosa nell ' aria . E sùbito rabbrividì nelle spalle , e diceva : « Che cos ' é ? Com ' è bello ! » Tutta l ' aria della stanza fu corsa da una specie d ' alito leggero , che sùbito scomparve . Poi per tutto intorno vidi un tremolìo di luce ; anch ' esso passò davanti ai miei occhi , poi davanti agli occhi di Aminta , e fuggì via . « Come si sta bene ! » mormorava Aminta . Era seduta presso l ' orlo del tappeto , e io un poco più dietro , quasi alle sue spalle . Un murmure dolce e strano arrivò fino a noi , si spense ai piedi di lei . Vidi che ella tendeva l ' orecchio . Il suolo mormorò ancora , mentre tutte le cose della stanza sfumavano ai nostri occhi in una nebbia chiara , corsa d ' ombre azzurre e di luci d ' argento . Frattanto i mormorii del suolo s ' erano fatti regolari e frequenti , venivano di lontano , frusciavano appressando , morivano tutti ai suoi piedi . Poi divennero più lunghi : uno , così accostandosi , parve stendersi ; e tutt ' a un tratto lei dette un grido acuto e ritirò il piede di scatto : « Guarda , guarda » , gridò . Guardai . La scarpetta verde era bagnata , e il piede anche , fino alla caviglia . « E ancora , ancora ... » Il fiotto cresceva : ora continuo il rumore delle piccole onde arrivava a battere il margine del tappeto , e tutte si spingevano contro i suoi piedi , lungo le sue gambe . Ella senza paura si piegò in avanti , tuffò le mani in quei flutti , le rialzò stillanti acqua : « Il mare , il mare » . La nebbia argentea e azzurra tutt ' intorno s ' era riempita di luce : il tappeto ardeva come le sabbie : Aminta si buttò stesa col seno giù fuori del margine , si rialzò , la seta bagnata si modellava sul suo petto , vi sollevava le piccole punte . Io estatico guardavo lei , ascoltavo il mare che era venuto a trovarci . Improvviso un ' onda più lunga mi raggiunse , sentii salirmi l ' acqua su per i polpacci . Saltai in piedi spaventato : « Aminta , è meglio che vada anch ' io a mettermi un costume » . « Sì » , grida lei « ce n ' è uno nel tuo cassettone , in basso ; ma fa ' presto . » Ed eravamo tutti e due molto felici .