StampaPeriodica ,
Per
i
corridoi
interminabili
,
per
le
gallerie
silenziose
,
nelle
sale
sconfinate
e
lussuose
come
quelle
di
un
casinò
internazionale
,
qualcuno
si
muove
.
Assemblee
generali
,
commissioni
,
sottocommissioni
,
comitati
di
esperti
,
signori
distinti
e
cerimoniosi
come
in
una
festa
,
vanno
,
vengono
,
si
radunano
,
discutono
,
deliberano
,
votano
:
lavorano
.
Alla
fine
della
giornata
bollettini
ufficiali
vengono
affissi
,
ove
si
ricorda
,
si
afferma
,
si
deplora
,
si
augura
,
si
fa
appello
,
si
raccomanda
tutto
ciò
che
i
governi
ed
i
popoli
sanno
ormai
a
memoria
.
C
'
è
nell
'
aria
un
senso
di
religioso
e
di
fatale
;
gli
stessi
bollettini
sembrano
referti
medici
.
Già
:
la
grande
Ammalata
,
la
Pace
,
agonizza
.
I
delegati
,
i
tecnici
,
i
commissari
s
'
agitano
intorno
ad
essa
nell
annoso
tentativo
di
trovare
un
rimedio
,
una
soluzione
,
un
decotto
nuovo
.
Ma
ogni
palliativo
peggiora
la
situazione
,
che
s
aggrava
e
precipita
.
Il
mondo
,
convenuto
a
Ginevra
,
discute
,
temporeggia
,
rimanda
,
ma
non
si
mette
d
accordo
.
I
patti
,
i
trattati
,
in
balia
dell
'
arbitrio
dei
governi
,
non
sono
più
che
vane
tavole
di
salvezza
,
cui
è
ormai
irrisorio
attaccarsi
nell
'
imminenza
della
tempesta
.
Si
è
già
cominciato
il
gioco
di
"
chi
li
ha
violati
prima
"
:
per
quanto
sicuri
dei
principi
infatti
ci
si
vuole
scaricare
delle
responsabilità
di
fronte
all
'
eventualità
di
un
conflitto
.
"
Gli
enormi
armamenti
diceva
sei
anni
prima
del
'14
Asquith
non
si
accumulano
per
mero
ornamento
o
per
svago
,
bensì
per
farne
uso
nel
momento
dato
,
forse
in
uno
scoppio
casuale
di
istinti
irragionevoli
.
"
Come
allora
,
oggi
gli
armamenti
sono
stratosferici
,
né
si
può
dire
abbiano
raggiunto
un
limite
:
e
come
allora
accadde
,
forse
anche
oggi
essi
non
rimarranno
"
un
ornamento
o
uno
svago
.
"
La
guerra
potrà
scoppiare
:
all
'
ultim
'
ora
la
diplomazia
e
la
stampa
troveranno
buoni
argomenti
per
elettrizzare
i
popoli
:
altri
Jaurès
cadranno
per
mano
assassina
nel
momento
di
dire
parole
di
pace
e
d
'
amore
;
altri
Berchtold
e
altri
trafficatori
faranno
sì
che
gli
sforzi
dei
mediatori
e
dei
ragionevoli
giungano
troppo
tardi
,
che
l
'
ingranaggio
delle
mobilitazioni
non
possa
più
,
per
ragioni
tecniche
,
esser
fermato
,
che
i
generali
abbiano
il
sopravvento
sui
governatori
.
E
gli
dei
di
tutte
le
patrie
faranno
sentire
,
coi
primi
rombi
del
cannone
,
le
loro
voci
solidali
ai
fedeli
di
tutte
le
patrie
.
E
i
popoli
torneranno
a
sbranarsi
:
il
gran
mostro
nero
delle
ore
tremende
picchierà
a
destra
e
a
manca
,
gli
aggressori
e
gli
aggrediti
,
i
colpevoli
e
i
giusti
,
gli
uomini
di
tutte
le
patrie
e
quelli
che
,
a
strage
compiuta
,
resteranno
senza
Patria
.
Poi
chi
avrà
perso
una
gamba
e
chi
un
affare
,
chi
un
figlio
e
chi
una
partita
di
titoli
la
vita
ricomincerà
;
e
con
essa
il
gioco
delle
cancellerie
e
quello
delle
borse
:
i
leaders
narcotizzeranno
i
popoli
con
parole
di
pace
e
le
azioni
delle
industrie
pesanti
saliranno
di
nuovo
.
Ma
non
per
molto
tempo
.
Dopo
che
il
libero
consesso
dei
popoli
,
riunito
in
seduta
plenaria
,
avrà
decretato
,
nell
'
interesse
dei
medesimi
,
la
necessità
della
guerra
,
dopo
la
guerra
,
i
superstiti
si
guarderanno
in
viso
,
cercando
il
vincitore
.
Ma
il
vincitore
non
ci
sarà
.
Vincitore
di
tutto
,
assoluto
,
sarà
quel
qualcuno
che
probabilmente
sarà
rimasto
estraneo
al
conflitto
,
quel
qualcuno
che
,
senza
bandiere
,
dietro
le
quinte
avrà
assistito
e
aspettato
,
dando
a
questo
e
a
quello
un
aiuto
o
una
spinta
e
che
,
quando
tutti
saranno
esauriti
,
sfiduciati
,
esasperati
,
sarà
entrato
in
scena
e
avrà
intonato
il
"
galop
"
finale
a
tempo
di
internazionale
:
e
quel
qualcuno
sarà
il
comunismo
.
Se
Ginevra
,
attraverso
un
'
elaborazione
di
quindici
anni
,
ha
preparato
i
cinque
atti
della
tragedia
e
ci
appressiamo
al
terzo
Mosca
da
venti
anni
aspetta
il
momento
di
recitare
il
dramma
satiresco
che
allieterà
il
pubblico
stanco
.
E
anche
esso
sarà
figlio
di
Ginevra
;
sarà
il
frutto
di
una
sistematica
societaria
,
basata
sulla
malafede
e
sull
'
intrigo
,
sul
diritto
del
più
forte
e
sulla
supremazia
dei
popoli
ricchi
sui
poveri
,
degli
abbienti
sui
non
abbienti
,
dei
coloniali
sui
non
coloniali
.
Anche
questo
sarà
voluto
da
Ginevra
,
che
sul
principio
grandioso
ed
eterno
della
pace
perpetua
,
fa
vivere
la
propria
insufficienza
materiale
,
morale
e
giuridica
.
Il
Komintern
lavora
a
tutto
vapore
.
Con
i
suoi
agenti
segreti
entra
in
tutte
le
fortezze
,
dall
'
esercito
al
proletario
,
dal
nobiluccio
sifilitico
che
vuoi
affogare
la
sua
prosàpia
di
dieci
generazioni
di
potentato
in
un
bagno
di
umanitarismo
isterico
,
al
figlio
di
nessuno
che
sogna
di
poter
riposare
il
suo
corpo
travagliato
dai
sonni
negli
angiporti
e
nelle
sentine
sociali
in
un
letto
di
principessa
.
Lavora
e
con
le
sue
complesse
file
di
propagandisti
e
di
agitatori
si
spinge
ovunque
ci
sia
una
rivolta
da
fomentare
,
una
situazione
politica
incerta
da
sfruttare
,
un
governo
fiacco
da
far
capitolare
:
dalla
Cina
all
'
America
del
sud
,
dai
vecchi
popoli
di
razza
bianca
,
ai
giovanissimi
di
colore
,
che
,
senza
tradizioni
e
senza
esperienze
,
si
buttano
nelle
braccia
della
nuova
dottrina
con
l
'
impulsività
e
l
'
inconsideratezza
dei
ventenni
.
Ci
sono
paesi
più
vicini
all
'U.R.S.S
.
o
più
specialmente
minati
che
sanno
qualcosa
di
questa
propaganda
che
irretisce
il
mondo
nelle
sue
file
sottili
ed
invisibili
:
la
Polonia
,
la
Cecoslovacchia
,
l
'
Uruguay
;
la
Germania
stessa
,
che
attraverso
le
dichiarazioni
ufficiali
dei
suoi
ministri
ci
dà
il
segno
dell
'
incubo
sotto
il
quale
si
trova
.
E
Mosca
non
aspetta
che
la
guerra
per
compiere
il
suo
piano
che
è
esplicito
e
inequivocabile
...
Ma
per
fortuna
loro
e
nostra
,
sopratutto
,
c
'
è
un
altro
polo
nel
mondo
che
ha
il
suo
peso
e
la
sua
funzione
vieppiù
importante
:
Roma
.
E
Roma
è
contro
Ginevra
e
contro
Mosca
.
La
dottrina
di
Roma
è
lungi
dal
pacifismo
quacquero
e
mendace
dei
vescovi
anglicani
e
lungi
dallo
statalismo
internazionalista
dei
dirigenti
bolscevici
.
Roma
è
per
la
giustizia
sociale
e
internazionale
:
delle
classi
e
dei
popoli
.
Non
avendo
paura
della
guerra
essa
vuole
onestamente
e
virilmente
la
pace
;
e
,
perché
sicura
e
duratura
,
la
vuole
basata
sul
diritto
.
Per
questo
è
revisionista
;
per
questo
è
con
quei
popoli
che
aspirano
alla
propria
indipendenza
;
sia
essa
nazionale
,
politica
,
economica
o
morale
;
si
chiamino
essi
egiziani
,
siriani
,
ungheresi
o
spagnuoli
.
E
la
pace
di
Roma
non
è
una
pace
pregiudiziale
;
è
la
vera
pace
:
quella
che
non
si
accetta
o
si
subisce
,
ma
si
conquista
...
Pace
e
collaborazione
di
popoli
:
questo
vuole
Roma
.
E
se
ci
deve
essere
una
guerra
,
Roma
farà
la
guerra
definitiva
della
giustizia
,
farà
la
guerra
che
porrà
fine
ai
compromessi
e
al
regime
dell
'
equilibrio
;
farà
la
guerra
che
ponendo
i
popoli
su
un
piano
di
diritto
e
di
equità
renderà
possibile
la
loro
convivenza
pacifica
e
cordiale
.
E
solo
un
'
Europa
fascista
potrà
scongiurare
il
pericolo
che
la
minaccia
:
il
comunismo
.
StampaPeriodica ,
Noi
crediamo
nel
Dio
che
ci
ha
dato
la
vita
per
vivere
nobilmente
e
per
nobilmente
morire
.
Noi
crediamo
nella
religione
dei
Martiri
della
nostra
bella
Causa
,
nel
culto
degli
Eroi
della
nostra
santa
Idea
.
Noi
crediamo
che
la
Patria
sia
un
premio
da
meritare
,
una
vetta
da
ascendere
,
una
mèta
da
conquistare
.
Noi
crediamo
che
essere
italiani
sia
un
privilegio
donato
da
Dio
,
perché
soltanto
al
popolo
nostro
fu
possibile
,
nella
storia
di
ogni
tempo
,
irradiare
nel
mondo
luce
di
civiltà
,
forza
di
vita
;
perché
soltanto
al
popolo
italiano
fu
concesso
,
di
attingere
dalle
risorse
inesauribili
del
genio
,
dalla
fonte
inestinguibile
dello
spirito
,
le
sue
infinite
possibilità
di
vita
che
lo
fanno
signore
del
proprio
domani
,
padrone
dispotico
del
proprio
destino
...
Noi
crediamo
in
una
cultura
e
in
un
'
arte
fasciste
,
capaci
cioè
di
raggiungere
le
più
eccelse
altezze
del
lirismo
che
è
il
lievito
della
nostra
stessa
fede
politica
;
in
una
cultura
e
in
un
'
arte
che
derivino
i
loro
motivi
e
la
loro
essenza
dalla
grande
tra
-
dizione
italiana
che
il
Fascismo
ha
ripresa
,
e
la
riconsacra
e
la
rinnova
ogni
giorno
,
nelle
opere
e
nelle
conquiste
della
Rivoluzione
.
Noi
crediamo
nella
forza
della
giovinezza
,
nella
sua
capacità
di
accettare
qualunque
rinunzia
materiale
,
di
nutrire
anche
col
sangue
la
propria
fede
purché
trionfi
il
suo
ideale
,
di
osare
fino
all
'
offerta
suprema
della
vita
ogni
volta
che
la
Patria
lo
voglia
,
per
la
grandezza
dell
'
Impero
risorto
sui
colli
fatali
di
Roma
.
E
noi
crediamo
che
la
nostra
più
accesa
speranza
debba
essere
quella
di
poter
aiutare
in
umiltà
e
in
silenzio
la
immane
fatica
del
DUCE
,
Principe
della
giovinezza
,
cui
appartengono
,
in
ogni
momento
,
la
nostra
vita
e
la
nostra
morte
.
StampaPeriodica ,
Bedel
...
non
soltanto
confonde
Mussolini
con
Hitler
e
con
Lenin
,
ma
nega
che
il
Capo
della
nuova
Italia
possa
essere
considerato
un
pensatore
profondo
ed
originale
.
"
Mussolini
,
Hitler
e
Lenin
non
sono
filosofi
,
"
sentenzia
Bedel
incoscientemente
.
La
sua
presunzione
e
la
sua
ignoranza
delle
nostre
cose
non
gli
permettono
di
comprendere
che
Mussolini
non
è
soltanto
un
grande
statista
ma
anche
un
Uomo
di
pensiero
,
perché
se
è
vero
che
Egli
ha
dato
un
volto
nuovo
all
'
Italia
è
vero
anche
che
Egli
tale
opera
l
'
ha
compiuta
ridando
al
popolo
una
nuova
spiritualità
che
non
è
derivata
da
alcuna
potenza
ipnotica
ma
che
si
basa
su
di
una
nuova
concezione
della
vita
e
del
mondo
:
originale
,
armonica
,
profondissima
.
Piaccia
o
non
piaccia
al
signor
Bedel
,
Mussolini
è
anche
un
filosofo
.
Non
certo
un
filosofo
del
tipo
di
quelle
cariatidi
che
per
commemorare
Descartes
si
sono
raccolte
a
Parigi
con
molto
chiasso
;
ma
del
tipo
degli
uomini
veri
i
quali
hanno
l
'
aspirazione
viva
di
unificare
il
molteplice
,
di
giustificare
razionalmente
la
loro
vita
,
di
approfondire
l
'
intima
essenza
del
loro
credo
che
personifica
un
nuovo
sistema
,
una
nuova
civiltà
...
Per
conoscere
Mussolini
e
per
giudicarlo
il
signor
Bedel
dovrà
prenderne
atto
non
basta
aver
letto
ciò
che
scrive
di
Lui
qualche
gazzetta
antifascista
d
'
oltre
frontiera
od
aver
visto
qualche
sua
fotografia
più
o
meno
recente
:
occorre
aver
ascoltato
la
sua
viva
voce
,
aver
visto
ciò
che
ha
realizzato
in
Italia
in
meno
di
venti
anni
di
governo
,
aver
letto
ciò
che
ha
scritto
e
detto
senza
mai
contraddirsi
,
completando
sempre
le
sue
vedute
,
dimostrando
a
tutti
l
'
originalità
e
l
'
armonia
della
sua
complessa
personalità
,
di
Tribuno
,
di
Duce
,
di
Pensatore
.
Mussolini
prima
di
essere
giudicato
deve
essere
compreso
.
Chi
non
si
sforza
di
comprenderlo
non
può
essere
in
grado
di
giudicarlo
.
E
per
comprenderlo
occorre
principalmente
inquadrarlo
nel
tempo
ed
ascoltare
,
senza
idee
preconcette
e
con
animo
aperto
,
la
sua
parola
.
Se
il
signor
Bedel
vorrà
far
ciò
noi
siamo
certi
che
dovrà
ricredersi
perché
ad
ogni
critico
in
buona
fede
,
mai
come
in
quest
'
ora
,
Mussolini
appare
veramente
il
precursore
e
l
'
interprete
delle
esigenze
spirituali
degli
uomini
migliori
del
nostro
tempo
.
StampaPeriodica ,
Un
novelliere
nostro
,
immagina
di
essere
assunto
,
per
miracolo
,
in
una
città
ideale
,
dov
'
è
la
perfezione
assoluta
.
E
poiché
cerca
di
leggere
egli
letterato
libri
di
poeti
non
ne
trova
.
E
al
suo
stupire
si
risponde
che
il
poeta
della
città
ideale
non
scrive
,
non
chiude
in
versi
ed
in
sillabe
,
ma
in
ogni
gesto
ed
in
ogni
minuto
,
va
vivendo
le
sue
fantasime
di
bellezza
e
s
'
abbandona
ad
una
intiera
intimità
spirituale
con
le
creature
del
suo
tempo
e
della
sua
casa
.
Non
diversamente
Arnaldo
fu
poeta
...
L
'
aedo
che
nei
secoli
venturi
canterà
il
trionfo
di
Benito
Mussolini
,
le
paludi
prosciugate
,
i
marmi
risollevati
,
i
fiumi
arginati
,
le
strade
aperte
,
le
città
dissetate
,
l
'
impero
riapparso
sui
colli
fatali
,
canti
(
dacché
l
'
alloro
cresce
"
per
trionfare
o
Cesare
o
Poeta
"
)
anche
di
Arnaldo
che
si
indugia
sulla
grazia
di
un
fiore
dischiuso
,
sulla
piccola
voce
che
invoca
,
e
le
minori
voci
raccoglie
,
perché
non
si
disperdano
nel
grande
empito
della
avanzata
,
e
tutte
si
intonino
armonicamente
nella
esaltazione
della
Patria
.
StampaPeriodica ,
Significato
del
Partito
unico
Oggi
nessuno
più
crede
nei
sistemi
tirati
a
lucido
del
dottrinarismo
politico
.
Caduta
la
premessa
razionalistica
,
dimostratisi
falsi
gli
assiomi
che
solo
le
sue
leggi
potessero
dare
le
chiavi
dei
rapporti
sociali
,
sono
fatalmente
tramontati
tutti
gli
schemi
e
tutte
le
illusorie
costruzioni
create
dal
razionalismo
.
E
tra
le
macerie
del
razionalismo
deterministico
e
materialista
,
nelle
rovine
del
dottrinarismo
,
l
'
uomo
è
andato
a
scavare
per
cercare
verità
più
durature
e
più
feconde
e
ha
trovato
solo
le
forze
dello
Spirito
:
la
mistica
.
E
proprio
in
questa
tragica
crisi
,
in
questo
tramonto
cruento
nel
quale
tutta
una
civiltà
sta
sparendo
il
Fascismo
ha
il
grande
privilegio
,
largitogli
dall
'
Uomo
Provvidenziale
,
di
aver
per
primo
trovato
questa
solare
verità
.
Ma
se
noi
siamo
stati
i
primi
,
dietro
noi
ormai
urge
tutto
un
mondo
.
Ché
il
mondo
dei
giovani
è
tutto
un
fermento
:
nuovo
,
sordo
,
sotterraneo
,
che
sfugge
,
che
può
avere
magari
segni
e
simboli
apparentemente
diversi
ma
che
ha
un
solo
comune
denominatore
:
lo
Spirito
.
È
così
che
si
spiegano
le
ultime
rivoluzioni
europee
.
È
così
che
acquista
luce
nuova
il
nazionalsocialismo
,
è
così
che
la
Spagna
cattolica
e
tradizionale
insorge
e
si
svena
.
È
così
che
l
'
asse
Roma
-
Berlino
si
allunga
all
'
oriente
e
diventa
il
triangolo
Roma
-
Berlino
-
Tokio
...
Gli
ideali
della
dea
ragione
sono
stati
infranti
,
i
falsi
miti
di
un
mondo
illusoriamente
dominato
da
leggi
inesorabili
sono
stati
abbattuti
e
l
'
uomo
,
forte
della
sua
volontà
,
è
risorto
per
scegliersi
nel
mondo
nuovo
la
sua
strada
in
forza
di
vecchi
-
nuovi
miti
.
Così
sono
rinati
vecchi
simboli
,
dal
fascio
alla
croce
uncinata
.
Così
gli
uomini
non
credono
più
nella
forza
delle
cose
ma
si
affidano
alla
forza
delle
idee
e
ciò
che
sembrava
impossibile
diventa
realtà
.
La
filosofia
dell
'
essere
è
sostituita
dalla
filosofia
dei
valori
.
E
così
la
cronaca
registra
ogni
giorno
miracoli
nuovi
:
la
fantasia
stessa
ogni
giorno
è
vinta
dalla
realtà
.
E
tutto
ciò
ha
un
solo
nome
:
mistica
.
Ché
non
certo
il
dottrinarismo
ha
dato
a
questi
uomini
nuovi
la
luce
e
la
forza
delle
nuove
creazioni
.
Non
certo
in
virtù
di
schemi
dottrinari
sono
sorti
i
nuovi
miracoli
sociali
e
politici
.
È
alla
mistica
che
tutto
ciò
si
deve
,
alla
forza
del
mito
,
alla
potenza
dell
'
idea
che
diventa
virtus
secondo
l
'
accezione
romana
.
E
sono
proprio
queste
idee
,
queste
virtutes
,
questi
miti
che
noi
dobbiamo
apprendere
.
L
'
antichità
,
colla
tradizione
esoterica
,
tramandò
lungo
secoli
e
millenni
queste
forze
e
da
uomo
a
uomo
,
attraverso
i
misteri
,
esse
passarono
di
generazione
in
generazione
mantenendo
accesa
perennemente
la
fiaccola
dello
Spirito
.
Noi
,
se
vogliamo
essere
uomini
del
"
secolo
di
Mussolini
"
dobbiamo
fare
altrettanto
e
questo
è
il
significato
e
il
fine
del
Partito
unico
.
Oggi
è
esso
il
depositario
di
queste
verità
che
deve
trasferire
ai
suoi
uomini
perché
ne
facciano
fermento
cotidiano
di
vita
per
lo
Stato
...
StampaPeriodica ,
M.V.S.N.
Quattro
lettere
.
Lapidarie
.
Dicono
tutto
.
Riassumono
nello
stile
romano
il
novero
delle
insegne
brevi
delle
squadre
d
'
azione
:
rudi
panni
,
asta
sottile
,
un
pugnale
qualche
volta
,
o
una
sipe
.
Le
origini
del
Fascismo
.
La
Milizia
perpetua
intatte
le
origini
della
Rivoluzione
,
ove
,
per
nulla
corrotto
,
ferve
lo
spirito
degli
antesignani
.
Ed
è
essa
perciò
la
perenne
gioventù
,
la
costante
salvezza
della
Rivoluzione
.
Se
non
lo
fosse
stata
,
lo
sarebbe
ben
presto
divenuta
.
Capitale
è
l
'
insegnamento
di
Machiavelli
:
"
Le
rivoluzioni
han
da
servarsi
spesso
tornando
alle
origini
.
"
Lo
comprese
Napoleone
per
ottenere
il
miracolo
del
ritorno
dall
'
Elba
.
Lo
comprese
egli
dopo
Mont
-
S
.
Jean
e
vi
aderì
il
popolo
di
Francia
.
Ma
non
lo
seguirono
i
traditori
innumerevoli
,
gli
innumerevoli
assurti
al
potere
nell
'
ordinamento
imperiale
.
I
grognards
:
se
n
'
è
tanto
scritto
.
Quelli
della
Legione
straniera
:
ancor
più
se
n
'
è
scritto
.
I
comitagi
:
se
ne
conosce
qualcosa
.
Tutte
le
virtù
,
quelle
più
appariscenti
e
quelle
più
profonde
,
dei
grognards
,
dei
legionnaires
,
dei
ribelli
macedoni
,
ha
in
sé
la
Camicia
nera
.
Diciamo
della
Camicia
nera
perché
la
M.V.S.N.
è
=
Duce
+
Camicie
nere
.
Nessun
libro
è
stato
scritto
intorno
alla
Camicia
nera
.
La
sfilata
della
"
Francesco
Ferrucci
"
per
le
vie
di
Roma
minacciata
dalla
pestilenza
aventiniana
;
le
campagne
di
Libia
;
l
'
A
.
0.I.;
le
imprese
in
terra
di
Spagna
:
sono
altrettanti
ritorni
all
'
origine
della
Rivoluzione
.
Ritorni
compiuti
,
per
tutti
,
dalla
M.V.S.N.
La
Camicia
nera
è
l
'
autentico
artefice
della
Rivoluzione
e
il
suo
più
originale
artista
;
dopo
il
Duce
,
ben
inteso
.
La
Camicia
nera
dà
il
la
all
'
arte
fascista
.
Non
importa
,
se
non
è
seguita
e
se
è
anzi
nel
suo
stile
spesso
evitata
con
successiva
fuga
verso
gli
antipodi
.
In
ogni
modo
essa
rinuncia
ai
diritti
d
'
autore
.
La
Camicia
nera
non
ama
né
gli
ori
,
né
gli
orpelli
,
neanche
quelli
ammissibili
per
tutte
le
forze
armate
del
mondo
.
Non
gusta
né
le
aquile
auree
,
né
le
lucenti
bottoniere
,
né
gli
scudetti
,
né
le
spalline
,
né
le
grandi
uni
-
formi
;
ma
obbedisce
quando
è
comandata
di
adornarsi
di
tutte
quelle
cose
.
Non
predilige
le
cerimonie
,
né
le
riviste
e
parate
,
né
i
servizi
d
'
onore
;
ma
vi
partecipa
e
nel
miglior
modo
,
quando
vi
è
comandata
.
La
Camicia
nera
ha
in
uggia
la
banalità
del
colto
e
dell
'
inclita
;
anzi
spalanca
,
ogni
giorno
di
più
il
distacco
netto
dai
sistemi
e
dai
vezzi
del
tempo
socialistoide
,
democratoide
,
liberaloide
.
Schiena
diritta
,
non
nutre
altre
ambizioni
,
tanto
meno
politiche
.
Lavora
invece
:
sul
serio
,
come
vuole
il
Duce
:
sodo
e
in
silenzio
.
Non
si
lamenta
della
sua
condizione
civile
,
quale
che
sia
,
anche
se
ne
meritasse
una
di
gran
lunga
migliore
,
anche
nel
caso
che
veda
le
condizioni
più
brillanti
conquistate
dagli
insufficienti
.
Non
evita
i
contributi
e
non
evade
dai
tributi
.
In
fondo
è
sempre
quella
che
più
paga
e
che
arricchisce
l
'
erario
.
Non
incide
certo
sulla
bilancia
commerciale
.
Non
chiede
sussidi
.
La
Camicia
nera
permanente
poi
,
indispensabile
all
'
Istituzione
,
s
'
affatica
a
rimeritare
almeno
dieci
volte
tanto
la
propria
magra
retribuzione
.
Ha
il
suo
orgoglio
di
uomo
,
di
guerriero
,
e
di
intelligente
.
Non
ossequia
mai
e
non
pronuncia
la
parola
ossequio
.
Saluta
.
Ha
un
gran
cuore
.
Non
si
riempie
la
bocca
della
parola
"eccellenza."
Non
attornia
i
papaveri
,
non
si
accalca
,
nemmeno
intorno
al
Duce
.
Lo
saluta
in
un
gran
grido
secco
.
Sta
ferma
sull
'
attenti
e
lascia
pur
fare
agli
ansimanti
procacciatori
.
StampaPeriodica ,
Da
pochi
giorni
l
'
Ara
della
Pace
augusta
è
riapparsa
sulle
rive
del
Tevere
.
Il
solenne
corteo
togato
ritorna
a
snodarsi
dinanzi
agli
occhi
degli
uomini
,
in
piena
luce
,
in
mezzo
al
traffico
della
via
,
pausa
solenne
di
meditazione
nella
vita
,
oggi
come
allora
,
fatta
di
movimento
e
di
passioni
.
Il
Duce
,
in
un
'
ora
veramente
augusta
della
pace
romana
,
l
'
ha
riconsacrata
dopo
secoli
di
oblio
e
decenni
di
studio
.
La
scienza
in
pochi
anni
ha
potuto
risuscitare
un
insigne
monumento
,
ma
la
sensibilità
storica
del
Fascismo
ha
saputo
in
esso
ritrovare
un
elemento
di
vita
.
Questo
fatto
deve
indurre
chi
vuole
considerare
la
nostra
età
in
tutta
la
sua
luce
spirituale
,
a
studiare
un
rapporto
che
si
è
di
giorno
in
giorno
intensificato
fra
la
cultura
storico
-
archeologica
ed
il
Fascismo
.
In
altri
termini
,
ritengo
sia
bene
domandarci
quale
sia
l
'
animo
con
cui
il
Fascismo
si
accosta
a
codesti
problemi
,
e
li
risolve
.
Ogni
età
ebbe
di
fronte
alle
testimonianze
materiali
delle
epoche
precedenti
un
suo
proprio
comportamento
.
Si
ebbe
una
civiltà
umanista
che
le
studiò
amorosamente
ma
le
abbandonò
e
anche
le
distrusse
perché
il
cammino
incalzante
degli
studi
non
andava
di
pari
passo
colla
sensibilità
dei
popoli
;
vi
furono
,
prima
,
giorni
più
oscuri
anche
se
pregni
di
germi
nuovi
,
in
cui
le
memorie
dei
padri
furono
dimenticate
e
divelte
;
vi
furono
più
tardi
,
sino
a
ieri
,
tempi
in
cui
codesti
cimeli
vennero
studiati
con
amore
dai
dotti
,
circondati
da
rispetto
dalle
folle
,
ma
rinchiusi
dalle
sbarre
civiche
nei
giardinetti
urbani
perché
la
gente
li
guardasse
come
si
guarda
il
dinosauro
nei
musei
di
storia
naturale
.
Chi
si
ricorda
il
Foro
romano
di
vent
'
anni
fa
,
chi
ancora
si
sofferma
dinanzi
a
qualche
tratto
delle
mura
nei
quartieri
umbertini
o
si
reca
dinanzi
alla
gran
Porta
di
Treviri
constata
molta
cura
,
molto
sapere
,
molta
diffidenza
.
Oggi
invece
,
questi
cancelletti
,
almeno
idealmente
,
sono
da
noi
,
caduti
.
Corre
fra
la
folla
e
il
monumento
una
corrente
di
simpatia
che
sprona
i
sacerdoti
di
codesto
culto
delle
memorie
,
e
,
nello
stesso
tempo
,
trasforma
gli
indifferenti
profani
in
fedeli
osservanti
.
Dalla
"
passeggiata
archeologica
"
siamo
arrivati
alla
"
via
dell
'Impero."
È
questo
senza
dubbio
un
risultato
del
monito
che
il
Duce
rivolse
agli
studiosi
:
andare
verso
il
popolo
.
E
ne
è
anche
la
giusta
e
legittima
conseguenza
e
non
quel
temuto
sviluppo
che
un
impensabile
travisamento
poteva
far
temere
.
Se
le
sbarre
fra
il
mondo
dotto
e
la
folla
sono
cadute
,
ciò
è
avvenuto
per
rinsanguare
di
idee
i
tessuti
del
popolo
,
non
per
far
irrompere
l
'
ignoranza
nei
sacri
recinti
:
questo
,
che
si
potrebbe
chiamare
bolscevismo
intellettuale
,
avvenne
realmente
là
dove
si
soppressero
i
gradi
accademici
per
toglier
via
anche
codesta
insopprimibile
gerarchia
di
valori
.
Ma
il
Fascismo
,
che
ne
è
l
'
opposto
polo
,
ha
operato
il
miracolo
di
fondere
i
due
mondi
,
senza
che
il
vertice
del
monte
ideale
franasse
,
e
tentando
insieme
una
effettiva
elevazione
delle
zone
di
margine
...
StampaPeriodica ,
Che
ancora
su
tutti
i
giornali
umoristici
italiani
appaiano
delle
barzellette
sui
mariti
sfortunati
e
sulle
mogli
allegre
è
cosa
tanto
sfruttata
che
non
fa
più
ridere
nessuno
e
non
può
considerarsi
come
attentato
alla
pubblica
morale
.
Ma
che
,
su
tanti
palcoscenici
,
capocomici
e
rivistaioli
ammanniscano
ancora
saporosi
polpettoni
e
spettacolissimi
patriottici
a
base
di
adulteri
,
di
corna
,
di
figli
illegittimi
e
di
altre
porcherie
del
genere
,
è
indice
di
profonda
mancanza
di
spirito
,
di
comprensione
e
di
sensibilità
fascista
...
Se
non
erriamo
,
si
fa
da
qualche
tempo
gran
parlare
del
teatro
,
della
sua
funzione
,
dei
suoi
problemi
,
della
sua
vita
.
Se
,
fra
le
altre
funzioni
,
gli
si
vuol
riconoscere
anche
quella
educativa
e
se
come
teatro
di
masse
,
a
parte
le
grandi
realizzazioni
spettacolari
,
si
vuoi
anche
considerare
quel
teatro
che
si
effettua
nei
locali
rionali
e
provinciali
e
che
,
per
il
numero
di
questi
,
si
rivolge
alle
masse
di
popolo
,
perché
non
se
ne
prendono
in
attento
esame
i
programmi
,
gli
"
sketches
,
"
le
canzonette
e
i
"
numeri
"
?
In
uno
stato
totalitario
popolare
quale
l
'
Italia
di
oggi
non
può
essere
trascurato
questo
aspetto
e
questa
forma
di
educazione
.
Se
è
necessario
,
se
ne
occupi
pure
la
censura
teatrale
,
che
sembra
finora
limiti
le
proprie
preoccupazioni
a
particolari
di
puro
abbigliamento
(
vestarelle
,
triangoli
,
coppette
,
qualità
delle
stoffe
,
ecc
.
)
.
Se
è
necessario
se
ne
occupi
il
Ministero
della
cultura
popolare
istituendo
uno
speciale
controllo
preventivo
.
E
non
si
allarmino
di
questo
i
soliti
difensori
di
tutte
le
libertà
,
poiché
non
si
tratta
di
colpire
nessuna
libertà
.
Non
si
pretende
neppure
che
l
'
epurazione
avvenga
in
nome
della
morale
,
della
decenza
e
del
puritanesimo
;
ma
più
semplicemente
a
nome
del
buon
gusto
e
dello
spirito
italiano
.
StampaPeriodica ,
Pirrone
nacque
in
Elide
verso
il
365-360
a
.
C
.
;
e
,
certo
,
nella
città
natale
,
apprese
,
forse
dal
megarico
Brisone
,
figlio
di
Stilpone
,
la
dialettica
megarica
,
cioè
a
tutto
considerare
sotto
due
punti
di
vista
contrari
,
a
trovare
ad
ogni
problema
due
soluzioni
contraddittorie
e
,
al
meno
in
apparenza
,
di
egual
valore
.
Fu
discepolo
del
democriteo
Anassarco
,
dal
quale
imparò
che
le
qualità
sensibili
non
esistono
fuori
di
noi
e
che
il
sommo
bene
è
riposto
nella
calma
.
Con
Anassarco
seguì
l
'
esercito
di
Alessandro
Magno
nella
sua
marcia
trionfale
attraverso
l
'
Asia
,
conobbe
genti
varie
per
razza
,
lingua
costumi
,
credenze
,
si
spinse
fin
nelle
Indie
,
ove
vide
nelle
verdi
selve
errare
i
ginnosofisti
,
staccati
dal
mondo
,
praticanti
il
più
rigido
ascetismo
.
Dopo
la
morte
di
Alessandro
,
Pirrone
tornò
in
Elide
(
322-320
)
,
ove
lungi
da
Atene
e
dalle
scuole
dei
filosofi
,
visse
modestamente
,
insegnando
ed
esercitando
l
'
ufficio
di
gran
sacerdote
.
Morì
verso
il
275-270
senza
nulla
avere
scritto
.
La
sua
dottrina
,
anteriore
certo
al
sorgere
delle
scuole
stoica
ed
epicurea
,
ci
è
nota
da
quanto
ne
dice
il
discepolo
Timone
di
Fliunte
.
Chi
vuol
vivere
felice
(
poiché
,
come
per
tutti
i
pensatori
del
suo
tempo
,
anche
per
Pirrone
il
problema
capitale
è
quello
della
felicità
)
deve
considerare
:
1
)
come
sono
le
cose
in
sé
;
2
)
come
dobbiamo
comportarci
a
loro
riguardo
;
3
)
cosa
risulta
per
noi
da
tale
comportamento
.
Ci
è
affatto
ignoto
come
siano
le
cose
in
sé
,
ché
per
ogni
proprietà
che
attribuiamo
ad
una
cosa
possiamo
,
con
egual
ragione
,
attribuirle
anche
l
'
opposta
.
La
conoscenza
sensibile
non
ci
dà
che
le
apparenze
delle
cose
,
la
coscienza
razionale
riposa
sulla
convenzione
(
nòmo
)
e
sull
'
abitudine
,
sicché
ad
ogni
affermazione
si
può
con
egual
diritto
opporne
una
contraria
di
egual
forza
(
isostheneìaton
lògon
)
.
Se
né
i
sensi
,
né
la
ragione
,
ciascuno
per
sé
,
ci
rivelano
il
vero
,
nemmeno
messi
assieme
ci
daranno
verità
.
Non
sembra
che
Pirrone
o
Timone
abbiano
ulteriormente
sviluppato
i
motivi
dello
scetticismo
.
L
'
originalità
di
Pirrone
fu
non
tanto
nell
'
enunciare
i
motivi
dello
scetticismo
,
quanto
nell
'
affermare
la
necessità
di
tenersi
al
dubbio
e
di
sospendere
il
giudizio
.
Bisogna
non
pronunciarsi
fra
le
opinioni
opposte
(
arrepsìa
)
,
non
dir
nulla
(
afasìa
)
,
non
affermare
né
negare
nulla
(
oudèn
orìzein
)
,
sospendere
il
giudizio
(
epochè
)
,
non
dir
mai
di
una
cosa
che
è
,
ma
solo
che
sembra
così
.
Fra
due
opposte
opinioni
lo
scettico
si
astiene
dallo
scegliere
:
oudèn
màllon
,
ma
in
senso
puramente
negativo
,
come
quando
si
dice
che
non
vi
è
più
Scilla
che
Cariddi
.
Lo
stesso
oudèn
màllon
non
è
che
l
'
espressione
di
un
dubbio
,
con
valore
puramente
problematico
:
in
sé
,
oudèn
màllon
non
è
più
di
quanto
non
sia
(
ou
màllon
èstin
è
ouk
èston
)
.
Lo
scettico
non
nega
la
realtà
delle
apparenze
fenomeniche
(
pàthe
)
,
ma
si
guarda
bene
di
oltrepassarle
e
di
affermarne
o
negarne
la
loro
corrispondenza
alle
cose
in
sé
.
Lo
stesso
dire
che
le
cose
ci
appaiono
così
o
così
,
non
è
un
'
affermazione
dogmatica
,
ma
la
nuda
constatazione
o
confessione
che
il
singolo
fa
del
suo
stato
di
coscienza
(
Cirenaici
)
.
Lo
stesso
principio
che
non
si
deve
affermare
nulla
,
non
è
una
proposizione
dogmatica
,
ma
,
anch
'
esso
la
constatazione
di
uno
stato
d
'
animo
cui
nulla
di
esterno
al
soggetto
corrisponde
.
Dalla
sospensione
del
giudizio
segue
,
quasi
per
caso
,
spontaneamente
,
naturalmente
,
necessariamente
,
come
ombra
il
corpo
(
skiàs
tròpon
)
,
l
'
imperturbabilità
,
l
'
atarassia
,
l
'
apatia
in
cui
consiste
la
virtù
e
la
felicità
.
Infatti
,
ciò
che
turba
gli
uomini
sono
le
loro
opinioni
sui
beni
e
sui
mali
,
donde
derivano
il
desiderio
del
creduto
bene
e
l
'
avversione
del
creduto
male
.
Ma
che
ciò
che
è
creduto
bene
o
male
non
sia
tale
in
sé
,
lo
dimostra
la
varietà
delle
leggi
dei
costumi
delle
opinioni
degli
uomini
sul
bene
e
sul
male
.
Ciò
che
in
sé
sia
bene
o
male
ignoriamo
.
Chi
si
astiene
dal
giudicare
sul
bene
e
sul
male
cessa
totalmente
di
desiderare
e
di
avversare
,
diviene
insensibile
,
indifferente
a
tutto
ciò
che
è
esterno
,
alla
ricchezza
e
alla
povertà
,
alla
vita
e
alla
morte
,
alla
salute
e
alla
malattia
,
ed
in
questo
compiuto
distacco
dal
mondo
trova
il
sommo
bene
.
In
pratica
,
lo
scettico
vive
come
tutti
quanti
gli
uomini
,
conformandosi
alle
necessità
della
natura
,
alle
leggi
e
costumi
del
suo
paese
,
ben
sapendo
che
il
suo
contegno
non
riposa
su
scienza
certa
del
bene
e
del
male
:
se
in
teoria
è
rivoluzionario
,
in
pratica
è
conservatore
.
Certo
egli
soffre
e
gode
come
ogni
altro
uomo
ed
è
soggetto
alle
affezioni
involontarie
e
passive
della
natura
,
ma
-
ed
in
questo
è
la
sua
superiorità
-
egli
si
limita
a
subirle
senza
ritenerle
né
bene
né
male
,
e
così
si
affranca
totalmente
dalla
pressione
del
mondo
esteriore
.
Così
il
pirronismo
si
pone
al
polo
opposto
del
socratismo
:
secondo
questo
,
senza
scienza
non
v
'
è
virtù
né
felicità
;
secondo
quello
,
in
ciò
è
l
'
originalità
sua
,
virtù
e
felicità
sono
possibili
solo
rinunziando
alla
scienza
e
seguendo
passivamente
le
suggestioni
della
natura
animale
e
le
convenzioni
degli
uomini
.
Il
pirronismo
segna
la
bancarotta
del
socratismo
,
il
ritorno
con
chiara
e
precisa
coscienza
all
'
agire
irriflesso
,
istintivo
,
tradizionale
,
convenzionale
,
non
illuminato
dalla
riflessione
e
dal
sapere
,
cioè
al
punto
donde
il
socratismo
aveva
spiccato
il
suo
volo
.
Pirrone
è
un
Socrate
rovesciato
:
e
non
è
certo
uno
degli
enigmi
meno
strani
della
storia
che
il
primo
ad
affermare
in
Grecia
che
la
felicità
si
trova
solo
nell
'
assoluta
indifferenza
verso
tutto
ciò
che
è
esterno
sia
stato
precisamente
colui
che
accompagnò
il
Macedone
nel
volo
vittorioso
attraverso
l
'
Asia
,
e
fu
testimone
della
grandiosa
avventura
di
colui
all
'
ambizione
del
quale
fu
troppo
angusto
il
mondo
.
StampaPeriodica ,
A
dire
il
vero
,
nelle
nostre
file
pochi
se
ne
sono
accorti
.
Pochi
si
erano
accorti
,
egualmente
,
che
nelle
nostre
file
egli
ci
fosse
ancora
.
Vittorini
?
Sì
,
era
stato
accanto
a
noi
nel
combattimento
contro
la
tirannide
interna
e
l
'
invasore
straniero
.
Come
tanti
altri
.
Né
meglio
,
né
peggio
,
dicono
.
Poi
era
venuto
un
racconto
dedicata
a
questo
combattimento
,
bello
,
ma
discutibile
,
per
quella
mania
di
non
saper
presentare
se
non
(
attraverso
un
torbido
travestimento
di
letteratura
gli
eroi
di
quella
battaglia
,
che
furono
uomini
del
popolo
nella
loro
grande
maggioranza
,
uomini
chiari
e
semplici
,
dunque
,
dl
fronte
ai
fatti
,
di
fronte
al
dovere
da
compiersi
e
al
destino
.
Poi
una
rivista
,
che
fu
diffusa
largamente
e
favorita
dai
nostri
,
che
attendevano
qualcosa
di
nuovo
e
di
buono
,
ma
finì
per
scontentare
tutti
e
lo
stesso
direttore
,
perché
conteneva
di
tutto
e
non
conteneva
nulla
,
non
riuscendo
a
essere
né
tranquillamente
informativa
,
come
,
diciamo
,
un
Calendario
del
popolo
,
né
seriamente
di
elaborazione
.
Morì
,
la
rivista
,
dopo
un
inizio
di
dibattito
sulla
politica
e
la
cultura
.
Ma
qui
già
si
camminò
sui
carboni
,
perché
l
'
intenzione
che
trasudava
dalle
parole
non
era
quella
di
distinguere
,
congiungere
o
separare
,
queste
due
attività
umane
,
ma
piuttosto
di
trovare
,
per
l
'
uomo
«
colto
»
o
preteso
tale
,
una
scappatoia
per
conto
suo
,
lontano
dalle
non
grate
fatiche
dei
«
politici
»
.
Infine
altri
libri
,
scritti
quando
già
,
crediamo
,
lo
scrittore
riteneva
di
non
aver
più
nulla
in
comune
con
noi
,
di
essersi
liberato
da
qualsiasi
costrizione
e
nei
quali
,
dunque
,
libero
avrebbe
dovuto
espandersi
il
genio
.
Ma
son
libri
di
cui
è
difficile
parlare
,
perché
è
a
tutti
difficile
trovar
la
pazienza
di
leggerli
sino
alla
fine
.
Nei
precedenti
,
almeno
,
qualcosa
c
'
era
.
Ora
dice
che
non
è
più
comunista
,
definitivamente
.
Ma
insomma
,
quando
lo
è
stato
?
La
iscrizione
al
partito
,
dice
,
non
l
'
ha
mai
voluta
fare
.
Almeno
ci
spiegasse
il
perché
.
La
gente
comune
,
quando
ritiene
di
esser
comunista
,
s
'
iscrive
.
Non
è
un
eroismo
,
non
è
un
rito
,
e
non
è
nemmeno
un
sacrificio
.
È
l
'
adesione
a
una
milizia
politica
e
sociale
;
è
l
'
apporto
a
questa
milizia
della
attività
della
propria
persona
,
attività
materiale
o
attività
ideale
,
contributo
di
opere
e
contributo
di
idee
,
nella
misura
che
a
ciascuno
è
concesso
.
Chiunque
si
iscrive
e
milita
,
dà
al
partito
e
al
movimento
comunista
qualche
cosa
.
Vittorini
,
in
sostanza
,
che
cosa
aveva
da
dare
e
che
cosa
ha
dato
?
Ma
forse
è
proprio
perché
non
aveva
nulla
da
dare
,
che
non
s
'
è
iscritto
,
e
per
questo
,
quando
oggi
dichiara
di
non
essere
più
con
noi
,
la
cosa
ci
sembra
priva
di
rilievo
.
Paragona
se
stesso
con
Silone
.
Ha
torto
,
moralmente
,
perché
quello
è
un
poco
di
buono
;
ma
ha
torto
anche
per
un
altro
motivo
.
Quando
Silone
se
ne
andò
,
anzi
fu
annesso
fuori
dalle
nostre
file
(
per
conto
suo
ci
sarebbe
rimasto
a
dir
bugie
e
tesser
l
'
intrigo
)
,
l
'
avvenimento
contò
,
Silone
ci
aiutò
,
in
sostanza
,
non
solo
a
approfondire
e
veder
meglio
,
discutendo
e
lottando
,
parecchie
cose
;
ma
anche
a
riconoscere
un
tipo
umano
,
determinate
,
singolari
forme
di
ipocrisia
,
di
slealtà
di
fronte
ai
fatti
e
agli
uomini
.
Ma
Vittorini
,
in
che
cosa
,
per
che
cosa
conta
?
Qui
si
apre
il
capitolo
più
triste
.
Se
fosse
stato
zitto
,
certo
nelle
nostre
file
,
dove
grande
è
il
prestigio
di
quel
lusinghiero
appellativo
di
«
intellettuale
»
,
quanti
profondi
pensieri
,
fonti
di
recondite
crisi
dell
'
animo
,
gli
si
sarebbero
attribuite
.
Ma
ha
parlato
,
e
che
desolazione
!
Era
venuto
con
noi
,
dice
,
perché
credeva
fossimo
liberali
:
invece
siamo
comunisti
.
Ma
perché
non
farselo
spiegare
prima
?
Sembravamo
liberali
,
aggiunge
,
perché
combattevamo
contro
il
fascismo
.
Ma
se
i
liberali
son
proprio
sempre
e
dappertutto
stati
quelli
che
al
fascismo
hanno
tenuto
la
scala
!
O
vogliam
parlare
in
termini
non
di
stretta
politica
,
ma
più
larghi
?
Vi
è
un
progresso
della
libertà
,
nel
mondo
,
lento
faticoso
,
al
quale
non
vi
è
dubbio
che
molte
e
diverse
classi
e
idee
hanno
dato
un
contributo
,
riuscendo
ciascuna
,
in
un
momento
di
ascesa
e
progresso
,
a
spezzare
una
parte
delle
catene
che
avvincono
gli
uomini
,
salvo
poi
a
tornare
indietro
e
fare
la
parte
opposta
,
in
molti
casi
.
Noi
ci
inseriamo
in
questa
processo
come
la
forza
più
decisamente
liberatrice
,
perché
è
il
mondo
stesso
della
produzione
,
da
cui
sono
sgorgate
sempre
,
e
nei
fatti
e
nelle
idee
,
tutte
le
negazioni
della
libertà
,
che
sottoponiamo
alla
volontà
ordinatrice
degli
uomini
organizzati
in
collettività
produttiva
.
Per
questo
si
accostano
e
fondono
,
nel
movimento
nostro
,
lotta
per
la
libertà
e
lotta
per
la
giustizia
sociale
.
Contadini
e
operai
non
è
che
vogliano
«
un
liberalismo
senza
capitalismo
»
,
come
dice
Vittorini
solo
riducendosi
come
sempre
a
un
giuoco
di
parole
,
ma
non
vogliono
più
il
capitalismo
e
quindi
combattono
per
la
libertà
.
E
ora
dovrebbero
venire
le
obiezioni
,
le
critiche
,
atte
a
mostrare
che
noi
non
siamo
quello
che
diciamo
e
vogliamo
essere
,
che
non
adempiamo
la
funzione
a
noi
attribuita
,
secondo
la
nostra
stessa
concezione
,
dalla
storia
.
Confessiamo
che
,
presi
anche
noi
da
quel
prestigio
per
l
'
«
intellettuale
»
,
a
questo
punto
abbiamo
atteso
e
cercato
con
curiosità
,
con
interesse
.
Chi
lo
sa
che
questo
«
intellettuale
»
ci
aiutasse
a
scoprire
un
nuovo
terreno
di
dibattito
,
ci
invitasse
a
uno
scontro
fecondo
con
nuove
impostazioni
di
idee
,
nuove
interpretazioni
di
fatti
e
di
cose
.
Poveri
noi
!
Abbiamo
trovato
«
le
risoluzioni
oscurantiste
che
prendono
nome
da
Zdanov
»
,
«
le
decisioni
da
Concilio
tridentino
del
Cominform
»
,
«
i
processi
uso
processi
delle
streghe
delle
varie
capitali
balcaniche
»
,
ecc.
ecc.
Dio
mio
!
Dio
mio
!
C
'
era
bisogno
di
pensarci
tanto
,
e
c
'
era
bisogno
di
dirsi
«
intellettuale
»
e
di
chiamarsi
Vittorini
per
tirar
fuori
,
alla
fine
,
questa
roba
?
Ma
se
sta
in
tutti
i
bollettini
parrocchiali
,
in
tutti
i
manifesti
dei
Comitati
civici
,
in
tutti
i
discorsi
di
Acheson
e
di
Truman
,
in
tutti
gli
articoli
del
piccolo
Tupini
.
Col
nome
di
Zdanov
va
una
risoluzione
di
quattro
anni
fa
,
dove
esattamente
si
indica
e
prevede
il
corso
della
politica
imperialista
americana
.
Non
approvi
?
Dillo
chiaro
e
spiega
il
perché
.
Sono
di
Zdanov
alcuni
discorsi
e
scritti
di
critica
letteraria
e
artistica
dove
si
sostiene
,
per
dirla
con
due
parole
,
che
l
'
arte
dev
'
essere
specchio
della
realtà
sociale
.
Perché
proprio
questa
posizione
dev
'
essere
«
oscurantista
»
e
non
la
posizione
opposta
,
per
esempio
?
È
partendo
dalla
posizione
opposta
,
se
non
altro
,
che
vengono
esaltate
come
grandi
opere
d
'
arte
,
opere
dove
proprio
tutto
è
oscuro
,
perché
la
comune
degli
uomini
non
ci
capisce
nulla
.
Processi
delle
streghe
quelli
delle
spie
colte
sul
fatto
a
Budapest
,
a
Bucarest
,
altrove
?
Forse
Vittorini
preferiva
i
processi
che
costarono
dieci
e
dieci
anni
di
galera
a
Rakosy
,
ad
Anna
Pauker
,
e
la
vita
a
dieci
e
dieci
dei
nostri
eroi
?
Com
'
era
tutto
chiaro
,
nato
«
liberale
»
in
quei
processi
là
!
Ma
volete
sentire
la
più
bella
?
Vittorini
non
vuol
più
essere
comunista
da
quando
la
Cina
,
governata
oggi
da
un
blocco
popolare
diretto
dai
comunisti
,
ha
cessato
di
essere
«
liberale
»
e
si
è
«
chiusa
nella
camera
di
sicurezza
di
un
regime
totalitario
»
.
Vediamo
:
la
Cina
sbarra
oggi
le
porte
ai
colonialisti
,
ai
loro
agenti
,
ai
loro
missionari
,
dà
ai
poveri
terra
,
lavoro
,
istruzione
,
stampa
libri
,
costruisce
fabbriche
,
macchine
e
strade
,
e
persino
un
esercito
,
orrore
!
,
per
poter
difendere
la
libertà
.
Voi
non
credete
che
questo
faccia
parte
di
«
un
movimento
storico
generale
a
indirizzo
liberatore
»
?
Pazienza
,
anzi
peggio
per
voi
!
L
'
importante
è
che
laggiù
vi
è
un
popolo
di
450
milioni
che
la
vede
in
modo
diverso
,
perché
sente
,
finalmente
,
di
aver
cominciato
a
governarsi
da
sé
.
O
saran
governati
anche
loro
,
quei
450
milioni
,
dal
russo
col
ghigno
satanico
,
il
berretto
a
punta
e
il
pugnale
fra
i
denti
,
che
minaccia
la
civiltà
«
occidentale
»
?
Coraggio
,
Vittorini
lo
avevano
già
detto
i
manifesti
di
Salò
,
lo
ripetono
oggi
quelli
di
Gedda
:
mettici
anche
la
tua
firma
e
non
se
ne
parli
più
!
Ma
chi
aveva
pensato
tu
valessi
,
proprio
come
«
intellettuale
»
,
qualcosa
,
ti
ha
,
ora
,
giudicato
.
Vi
sono
intellettuali
che
,
quando
aderiscono
al
partito
,
pensano
di
doverne
essere
per
natura
i
dirigenti
,
chiamati
ad
elaborare
le
parti
più
elevate
della
dottrina
.
Si
sbagliano
,
senza
dubbio
,
perché
la
nostra
dottrina
sgorga
non
soltanto
da
una
oramai
secolare
elaborazione
di
idee
,
ma
sgorga
da
una
esperienza
,
che
ha
per
più
di
un
secolo
accompagnato
,
sorretto
,
corretto
il
corso
e
progresso
delle
idee
.
Solo
dopo
una
adesione
e
penetrazione
profonda
,
che
abbia
come
punto
di
partenza
,
come
in
tutte
le
cose
serie
,
anche
la
modestia
,
il
contributo
personale
è
possibile
.
Quello
che
da
un
intellettuale
però
si
ha
ragione
di
pretendere
sin
dall
'
inizio
è
una
certa
qualità
del
ragionare
,
soprattutto
se
si
pretende
,
come
sembra
che
in
questo
caso
si
pretenda
,
alla
buona
fede
.
Quello
che
in
Vittorini
manca
,
e
manca
certamente
in
molti
altri
ancora
,
è
la
qualità
;
e
qualità
ci
sembra
voler
dire
,
per
chi
lavora
essenzialmente
col
pensiero
,
capacità
di
analisi
e
visione
generale
del
mondo
del
pensiero
e
delle
lotte
che
oggi
vi
si
combattono
.
Non
ha
questa
visione
generale
chi
non
va
più
in
là
della
frase
fatta
o
del
luogo
comune
,
siano
essi
quelli
della
noiosa
propaganda
reazionaria
,
o
quelli
delle
tendenze
pseudo
filosofiche
alla
moda
(
«
l
'
uomo
nasce
solo
»
,
«
l
'
uomo
muore
solo
»
:
sciocchezze
!
L
'
uomo
non
è
mai
meno
solo
di
quando
nasce
e
di
quando
muore
!
)
.
Provenienti
dall
'
una
o
dall
'
altra
di
queste
parti
,
la
frase
fatta
,
il
luogo
comune
,
tendono
oggi
soprattutto
a
una
cosa
,
a
abbassare
e
umiliare
la
ragione
umana
.
Che
cosa
resta
nel
mondo
,
se
il
movimento
liberatore
di
milioni
e
centinaia
di
milioni
di
uomini
che
costruiscono
società
nuove
,
non
è
più
che
l
'
«
oscurantismo
di
Zdanov
»
,
le
scomuniche
del
Cominform
,
nuovi
processi
delle
streghe
,
una
nuova
«
Chiesa
»
e
così
via
?
Ben
sanno
ciò
che
si
fauno
,
coloro
che
in
questo
modo
accusano
la
ragione
di
non
essere
più
tale
,
l
'
uomo
di
diventare
meno
umano
,
e
ciò
proprio
mentre
si
corona
di
successo
il
suo
sforzo
di
dominare
e
l
'
economia
e
la
natura
.
Vittorini
pensa
che
rimanga
,
per
lui
e
per
gli
altri
,
la
«
libertà
»
.
Ma
già
ragiona
,
egli
stesso
,
come
uno
schiavo
.