StampaPeriodica ,
È
ora
di
sfatare
la
leggenda
che
taluni
fascisti
,
non
portando
il
distintivo
del
Partito
all
'
occhiello
,
compiano
un
atto
di
indisciplina
o
di
semplice
menefreghismo
.
Compiono
invece
un
atto
di
vera
e
mera
viltà
,
inquantoché
nel
contempo
non
rinunciano
,
e
non
rinuncerebbero
per
la
pelle
,
al
possesso
della
tessera
che
loro
serve
egregiamente
per
il
posto
,
per
la
tranquillità
e
per
ogni
opportunissima
evenienza
.
Sono
come
quei
fedeli
che
trovano
prudente
stare
in
pace
con
Dio
e
vanno
a
confessarsi
prima
di
giorno
,
alla
chetichella
,
passando
dalla
sagrestia
.
Anche
alla
storiella
del
distintivo
lasciato
sull
'
altra
giacca
non
credono
più
neppure
...
le
giacche
:
fate
bene
attenzione
e
vi
accorgerete
e
convincerete
che
chi
soffre
di
tali
dimenticanze
è
sempre
un
fascista
"
all
'
acqua
di
rose
.
"
Nel
cervello
di
uno
squadrista
,
di
un
vero
fascista
certe
lacune
mnemoniche
non
si
riscontrano
mai
.
Strano
,
del
resto
,
come
quelli
che
dimenticano
il
distintivo
,
siano
gli
stessi
che
si
scordano
di
indossare
la
camicia
nera
nelle
solennità
fasciste
e
di
intervenire
puntualmente
alle
adunate
.
Un
altro
fascista
,
redarguito
per
la
stessa
ragione
,
dichiarava
con
tono
cattedratico
che
la
fede
non
è
nel
distintivo
,
ma
nel
cuore
.
Chi
può
contraddirlo
?
Sa
bene
l
'
amico
che
non
è
stata
ancora
inventata
la
radioscopia
per
le
ulcere
dello
spirito
...
Quanta
brava
gente
perde
involontariamente
il
suo
distintivo
!
Bisognerà
che
i
sarti
si
decidano
a
ridurre
le
misure
delle
asole
nei
risvolti
delle
giacche
.
Con
queste
asole
di
grosso
calibro
i
distratti
vanno
incontro
ad
un
'
infinità
di
seccature
...
StampaPeriodica ,
Noi
non
siamo
di
quelli
che
credono
alla
inferiorità
cerebrale
della
donna
.
Ma
è
indiscutibile
che
il
cervello
femminile
è
qualitativamente
diverso
dal
maschile
.
La
donna
può
fare
tutto
quello
che
può
fare
l
'
intelligenza
maschile
,
ma
fino
ad
una
certa
misura
media
,
più
che
sufficiente
però
per
i
compiti
per
i
quali
la
donna
è
stata
creata
.
I
migliori
e
più
obiettivi
psicologi
ammettono
che
molto
di
rado
la
donna
è
capace
di
assurgere
alla
celebrità
in
quei
campi
del
pensiero
che
richiedono
potenza
di
pensiero
astratto
e
di
senso
di
proporzioni
od
invenzione
originale
.
Tali
sono
le
arti
creative
ed
astratte
,
come
la
composizione
musicale
e
l
'
architettura
,
le
scienze
,
la
filosofia
,
la
storia
,
il
diritto
.
Su
150
donne
celebri
nella
storia
del
pensiero
,
raccolte
e
studiate
dal
Pieraccini
dal
XII
al
XIX
secolo
in
Italia
,
solo
undici
donne
figurano
come
celebri
nel
campo
di
tali
discipline
creative
ed
astratte
.
Più
frequente
è
il
numero
delle
donne
celebri
nel
campo
della
pittura
,
della
poesia
,
dell
'
arte
narrativa
:
ma
in
27
su
48
pittrici
celebri
esisteva
una
ereditarietà
diretta
,
cioè
esse
erano
figlie
di
artisti
.
È
pur
interessante
ricordare
che
la
più
grande
scrittrice
italiana
dal
XII
al
XIX
secolo
è
una
Santa
,
S
.
Caterina
da
Siena
;
e
la
più
grande
pittrice
nel
secolo
d
'
oro
della
pittura
,
il
'400
,
è
pure
una
Beata
,
la
Beata
Caterina
da
Bologna
.
Sembra
dunque
che
una
fortuna
ereditaria
speciale
od
una
grazia
divina
siano
necessarie
per
la
creazione
di
vere
donne
di
genio
!
Ma
ciò
non
attenua
affatto
il
valore
dell
'
intelligenza
femminile
:
in
questa
esistono
qualità
che
sono
tesori
incalcolabili
per
la
grandezza
di
una
Nazione
e
di
una
razza
nazionale
:
queste
qualità
sono
la
grande
facilità
di
assimilazione
,
la
potenza
dell
'
intuizione
,
che
spesso
giunge
ad
una
divinazione
del
vero
,
e
poi
l
'
ordine
mentale
,
la
precisione
,
la
pazienza
,
la
minuziosità
:
qualità
queste
che
noi
vediamo
brillare
nelle
donne
veramente
superiori
,
e
caratterizzare
anche
le
donne
di
certe
razze
umane
civili
,
per
esempio
la
germanica
:
qualità
di
precisione
,
di
ordine
,
di
disciplina
mentale
,
di
intuizione
pratica
,
che
mancano
spesso
,
precisamente
,
proprio
nell
'
uomo
di
genio
,
per
cui
questi
avrebbe
sempre
bisogno
di
avere
a
fianco
un
'
intelligenza
femminile
,
soprattutto
ben
coltivata
,
per
completare
ed
arricchire
la
sua
organizzazione
psichica
eccezionale
.
È
noto
che
quando
mancano
queste
qualità
di
precisione
,
di
ordine
,
di
disciplina
e
di
intuizione
pratica
,
in
una
donna
che
deve
governare
una
famiglia
,
questa
famiglia
va
incontro
facilmente
a
squilibri
economici
e
morali
,
logorata
dalla
piaga
dell
'
arrangiamento
e
dell
'
anarchia
spirituale
...
Ed
ora
noi
possiamo
tirare
le
fila
di
tutto
quanto
abbiamo
detto
sulle
caratteristiche
della
femminilità
,
e
possiamo
facilmente
comprendere
come
la
cultura
della
donna
non
può
che
essere
adattata
a
tali
caratteristiche
sessuali
,
e
non
può
in
nessun
modo
essere
pari
alla
cultura
maschile
.
Non
solo
si
oppone
a
ciò
il
grande
principio
della
divisione
del
lavoro
tra
uomo
e
donna
,
e
della
necessità
,
oggi
più
che
mai
proclamata
e
sancita
nella
nostra
nuova
legislazione
scolastica
,
che
ogni
cittadino
,
uomo
o
donna
,
sia
razionalmente
orientato
verso
la
carriera
ed
il
tipo
di
lavoro
i
più
confacenti
alle
sue
attitudini
motorie
e
psichiche
.
Ma
al
pareggiamento
delle
due
culture
,
maschile
e
femminile
,
si
oppone
un
altro
grande
principio
:
quello
che
una
cultura
fisica
o
morale
od
intellettuale
che
pareggi
la
donna
all
'
uomo
e
metta
in
non
cale
i
requisiti
specifici
della
femminilità
,
finisce
con
l
'
alterare
questa
femminilità
,
ora
atrofizzandone
i
lati
più
necessari
alle
funzioni
di
sposa
e
di
madre
e
di
collaboratrice
tenera
e
comprensiva
del
lavoro
dell
'
uomo
,
ora
deformandola
in
senso
maschile
,
così
dal
lato
fisico
come
dal
lato
psichico
.
Io
ritengo
giunto
il
momento
che
sia
senz
'
altro
modificato
profondamente
l
'
attuale
ordinamento
della
Istruzione
superiore
,
limitando
alla
donna
quelle
professioni
liberali
per
le
quali
sappiamo
che
il
cervello
femminile
non
è
per
natura
sufficientemente
preparato
:
come
sono
le
carriere
delle
scienze
,
delle
matematiche
,
della
filosofia
,
della
storia
,
dell
'
ingegneria
,
dell
'
architettura
.
Io
vorrei
vedere
sorgere
una
Facoltà
Universitaria
femminile
,
nella
quale
una
donna
possa
approfondire
le
proprie
conoscenze
ed
addottorarsi
in
quella
che
possiamo
chiamare
scienza
della
donna
,
del
fanciullo
,
della
casa
e
dei
lavori
femminili
.
In
questa
Facoltà
i
programmi
dovrebbero
consistere
in
almeno
un
biennio
di
studi
in
biologia
,
psicologia
,
igiene
della
donna
;
biologia
,
psicologia
e
igiene
del
fanciullo
;
pedagogia
intellettuale
e
morale
;
ed
in
un
secondo
biennio
di
studi
,
che
riguardino
l
amministrazione
della
casa
,
l
'
ornamentazione
della
casa
,
e
tutta
la
tecnica
orientativa
e
direttiva
dei
vari
lavori
femminili
domestici
ed
extradomestici
;
infine
la
tecnica
scientifica
dell
'
assistenza
igienica
e
sociale
in
genere
di
chi
soffre
e
lavora
(
profilassi
,
vigilanza
dei
lavoratori
e
lavoratrici
,
assistenza
degli
in
-
fermi
)
...
Concluderò
che
la
cultura
femminile
da
me
proposta
mira
a
dare
un
ideale
vero
e
concreto
e
produttivo
alla
donna
di
oggi
,
un
ideale
che
non
sia
soltanto
quello
legato
ai
fini
della
sessualità
...
StampaPeriodica ,
In
questi
due
anni
di
vita
la
Mostra
della
Rivoluzione
ha
presentato
a
uno
stragrande
numero
di
italiani
il
quadro
sintetico
una
specie
di
bilancio
consuntivo
di
ciò
che
il
Fascismo
ha
operato
negli
anni
tormentosi
della
vigilia
,
dalle
prime
lotte
per
l
'
intervento
e
per
la
guerra
a
Vittorio
Veneto
,
dalla
fondazione
dei
Fasci
alla
Marcia
su
Roma
,
e
ha
pòrto
agli
stranieri
di
buona
fede
l
'
occasione
di
esprimersi
sull
imponente
movimento
creato
dallo
spirito
preveggente
,
dall
'
intuizione
politica
e
dalla
tenace
azione
di
un
Uomo
...
Come
è
naturale
il
più
autorevole
appassionato
e
minuzioso
visitatore
della
Mostra
è
stato
Mussolini
che
tutte
le
fasi
del
movimento
da
lui
creato
ha
intensamente
vissuto
come
tribuno
,
combattente
,
agitatore
,
polemista
,
Condottiero
d
'
insorti
,
Capo
del
Governo
,
Duce
.
Egli
visitò
la
Mostra
due
volte
prima
dell
'
inaugurazione
esaminando
attentamente
cimeli
e
documenti
,
facendo
osservazioni
,
dando
consigli
ed
esprimendo
infine
il
suo
compiacimento
agli
organizzatori
e
agli
artisti
che
hanno
saputo
creare
nella
Mostra
un
'
atmosfera
tumultuosa
,
lirica
,
epica
e
splendente
,
lontana
dalla
freddezza
statica
e
grigia
del
museo
.
Il
Duce
partecipò
naturalmente
all
'
inaugurazione
ufficiale
e
visitò
altre
volte
la
Mostra
anche
in
via
privata
,
nelle
prime
ore
mattutine
.
Una
volta
venne
riconosciuto
,
proprio
nella
sala
di
Fiume
,
da
alcune
donne
fiumane
,
le
quali
lo
circondarono
improvvisando
una
calorosa
manifestazione
.
Il
Duce
,
dopo
di
essersi
intrattenuto
affabilmente
con
le
visitatrici
,
disse
loro
:
"
State
tranquille
ché
Fiume
è
sempre
nel
mio
cuore
.
"
All
'
ingresso
della
Mostra
hanno
montato
abitualmente
la
guardia
i
militi
della
M.V.S.N.
,
in
un
atteggiamento
impeccabilmente
marziale
.
Ogni
giorno
il
cambio
della
guardia
era
atteso
come
uno
spettacolo
estetico
di
disciplina
e
di
energia
.
Una
volta
un
generale
dell
'
esercito
,
ammirato
da
questo
spettacolo
,
si
irrigidí
sull
'
attenti
e
usci
in
queste
parole
:
"
Non
avevo
mai
visto
una
bellezza
militare
così
viva
e
così
perfetta
.
"
Il
milite
coll
'
elmetto
nero
si
trovava
di
servizio
in
ogni
sala
,
nei
corridoi
,
in
ogni
passaggio
;
immobile
,
silenzioso
e
severo
lo
si
ritrovava
nel
Sacrario
dei
Martiri
,
dove
i
Caduti
per
la
Rivoluzione
,
celebrati
nei
gironi
lungo
le
pareti
circolari
in
un
ambiente
altamente
mistico
e
solenne
,
rispondono
"
presente
"
alla
tacita
evocazione
dei
vivi
.
Nel
servizio
d
'
onore
si
sono
alternati
i
rappresentanti
di
tutte
le
organizzazioni
del
Partito
,
dai
componenti
il
Direttorio
con
a
capo
il
Segretario
on
.
Starace
agli
Avanguardisti
e
ai
Balilla
,
e
poi
senatori
,
deputati
,
giornalisti
,
professionisti
di
ogni
categoria
,
militari
di
tutte
le
armi
,
medaglie
d
'
oro
,
insegnanti
di
tutti
i
gradi
,
studenti
,
italiani
all
'
estero
,
dopolavoristi
,
operai
,
contadini
.
Tutta
l
'
Italia
nelle
sue
rappresentanze
più
significative
e
nelle
sue
forze
più
vive
...
StampaPeriodica ,
Nel
luglio
1920
ebbi
la
fortuna
di
vedermi
presentare
il
professore
Mussolini
...
Egli
intende
volare
,
vuole
subito
inscriversi
alla
scuola
di
pilotaggio
da
me
diretta
ad
Arcore
.
Il
20
luglio
hanno
inizio
le
lezioni
:
fra
le
correzioni
e
i
consigli
per
poter
vincere
le
contrarietà
degli
elementi
atmosferici
alternavamo
anche
discussioni
di
carattere
politico
e
dai
suoi
discorsi
non
potevo
che
restar
preso
dalla
sua
generosità
,
dal
gran
senso
di
comprensione
dei
bisogni
del
popolo
italiano
,
dalla
commozione
e
riconoscenza
ch
'
Egli
provava
per
i
caduti
dell
'
ultima
guerra
.
I
progressi
del
mio
Allievo
mi
stupivano
:
sempre
ansioso
di
conoscere
,
mai
distratto
,
con
una
forza
d
'
attenzione
superiore
ad
ogni
altra
.
Ne
è
prova
la
lezione
sul
magnete
.
Gli
chiesi
se
,
sapendo
già
guidare
l
'
automobile
,
conoscesse
il
magnete
.
La
risposta
fu
negativa
.
Presi
un
magnete
,
lo
smontai
e
glie
ne
descrissi
ogni
pezzo
.
Benito
Mussolini
ritornò
dopo
una
settimana
senza
aver
avuto
il
tempo
di
pensare
all
'
argomento
.
Alle
mie
domande
di
parlarmi
dell
'
ultima
lezione
così
come
se
ne
ricordava
,
quale
non
fu
la
mia
meraviglia
nel
sentire
il
mio
eccezionale
Allievo
ripetere
la
descrizione
esatta
e
il
funzionamento
preciso
dei
singoli
pezzi
del
magnete
.
Un
'
altra
volta
venne
al
campo
accompagnato
da
un
ardito
.
Aveva
premura
perché
ad
una
data
ora
doveva
allontanarsi
per
un
duello
.
Gli
feci
subito
la
mia
lezione
:
anche
quel
giorno
mi
serbava
una
sorpresa
;
mai
Egli
si
era
dimostrato
tanto
pronto
,
tanto
abile
.
Il
pensiero
di
misurarsi
con
un
altro
uomo
armato
Lo
eccitava
,
rendendolo
oltremodo
lucido
e
sveglio
.
Sul
campo
Egli
portava
sempre
la
sua
innata
vivacità
che
si
manifestava
in
subitanee
risoluzioni
.
Anche
coloro
che
gli
erano
ostili
sentivano
il
fascino
della
sua
superiorità
.
Ormai
era
corsa
la
voce
che
Benito
Mussolini
veniva
ad
Arcore
per
le
lezioni
di
volo
e
i
nemici
scelsero
questo
luogo
per
un
attentato
di
ostilità
.
Si
sparpagliarono
per
il
campo
coll
'
intenzione
di
impedire
qualsiasi
decollo
.
Si
cercò
di
persuadere
;
visto
inutile
si
passò
ai
fatti
,
ma
questi
provocarono
una
reazione
pericolosa
.
Immediatamente
fummo
oggetto
di
una
sassaiuola
furiosa
da
metterci
in
serio
pericolo
.
L
'
impotenza
a
difenderci
mi
toglie
il
lume
della
ragione
:
preso
da
un
'
ira
sorda
,
una
forza
terribile
mi
pervade
e
mi
spinge
ad
agire
.
Entro
nell
'
hangar
aperto
e
balzo
sull
'
apparecchio
;
lo
tengo
con
fermezza
ad
una
quota
minima
.
Sento
il
colpo
di
un
sasso
sull
'
ala
.
Punto
deciso
sulle
persone
e
mi
lancio
ad
una
diabolica
caccia
all
'
uomo
.
I
tristi
si
sbandano
terrorizzati
:
chi
si
getta
nel
fosso
,
chi
contro
la
siepe
,
chi
verso
gli
hangar
;
fu
una
fuga
pazza
che
lasciò
il
campo
completamente
sgombro
.
All
'
approssimarsi
del
doloroso
anniversario
di
Tullo
Morgagni
,
Mussolini
che
era
ormai
progredito
nelle
lezioni
di
doppio
comando
mi
chiese
se
era
possibile
andare
col
mio
apparecchio
sino
a
Verona
per
la
commemorazione
dei
diciassette
caduti
.
Egli
voleva
con
questo
volo
reagire
contro
i
negatori
dell
'
aviazione
italiana
.
Lo
assicurai
e
la
partenza
fu
decisa
.
Il
viaggio
fu
difficile
per
il
vento
contrario
.
Ricorderò
sempre
il
gesto
di
Mussolini
nel
gettare
un
fascio
di
fiori
sulla
lapide
dei
Caduti
del
2
agosto
1919
.
L
'
amico
,
il
collega
voleva
onorare
le
vittime
con
un
atto
di
solidarietà
,
percorrendo
la
stessa
rotta
che
a
loro
era
costata
la
vita
,
per
dimostrare
a
tutti
gli
Italiani
che
un
disgraziato
incidente
non
doveva
costituire
l
'
arresto
dell
'
ala
italiana
,
ma
un
doloroso
sacrificio
inevitabile
in
tutte
le
conquiste
,
in
tutte
le
ascese
umane
.
Durante
la
semplice
e
commovente
commemorazione
Mussolini
mi
volle
sempre
con
sé
e
allora
mi
raccontò
che
un
caso
fortuito
lo
aveva
trattenuto
all
'
ultima
ora
dal
prendere
parte
al
tragico
volo
.
Nel
marzo
1921
una
sgradita
sorpresa
ci
era
riservata
per
un
atto
di
sabotaggio
compiuto
da
ignoti
malfattori
.
Dopo
un
primo
felice
volo
il
mio
eccezionale
Allievo
stava
compiendo
il
secondo
quando
m
'
accorgo
che
il
regime
del
motore
si
abbassa
;
gli
strappo
i
comandi
di
mano
tentando
di
compiere
un
viraggio
,
ma
l
apparecchio
scivola
incastrandosi
nel
terreno
con
l
'
estremità
dell
'
ala
sinistra
e
col
motore
.
Mi
alzo
semintontito
con
una
sola
preoccupazione
:
Lui
.
Il
timore
che
ho
sul
suo
conto
si
aggrava
quando
lo
vedo
col
volto
rigato
di
sangue
.
Ha
una
ferita
alla
fronte
e
al
ginocchio
.
Potei
poi
verificare
la
causa
dell
'
incidente
:
una
delle
tubazioni
di
passaggio
dell
'
acqua
dal
radiatore
al
motore
,
era
otturata
con
un
fiore
di
pino
.
Dei
vili
avevano
corrotto
il
personale
addetto
alla
manutenzione
degli
apparecchi
procurando
il
doloroso
incidente
.
Questo
pericolo
non
affievolì
l
'
entusiasmo
di
Mussolini
al
volo
,
ma
Egli
ritornò
ad
Arcore
e
spaziò
ancora
nei
cieli
dimostrando
quella
forza
e
tenacia
,
quell
'
ardimento
e
quella
fermezza
,
quello
sprezzo
del
pericolo
senza
cui
non
è
possibile
intraprendere
nessuna
opera
audace
.
E
come
sempre
,
anche
allora
attuò
il
suo
motto
sul
modo
di
servire
la
patria
,
e
cioè
:
"
Fare
della
vita
un
'
ininterrotta
severa
milizia
,
amare
il
rischio
con
le
sue
incognite
,
il
pericolo
con
le
sue
seduzioni
,
la
solitudine
coi
suoi
silenzi
che
pongono
finalmente
l
'
uomo
a
contatto
con
l
essenziale
e
l
'eterno."
Parole
che
risvegliano
echi
lontani
e
che
troveranno
nella
gioventù
nuova
non
solo
la
piena
approvazione
e
l
'
intera
comprensione
,
ma
anelito
febbrile
per
essere
concretate
in
opere
di
vita
,
per
una
continua
ascesa
verso
la
potenza
,
il
progresso
e
la
conquista
.
StampaPeriodica ,
Stanotte
alla
Federazione
Fascista
di
Milano
hanno
vegliato
sino
all
'
alba
per
controllare
e
pesare
gli
ultimi
cento
chili
d
'
oro
raccolti
nella
serata
.
Il
lavoro
di
verifica
è
il
più
paziente
e
meticoloso
;
la
coppetta
del
bilancino
non
è
più
grande
di
una
mano
,
perciò
bisogna
pesare
coi
grammi
.
E
grammo
su
grammo
si
son
fatti
due
quintali
e
mezzo
in
tre
giornate
.
È
storia
e
sembra
leggenda
.
Siamo
a
Milano
o
in
California
al
tempo
dei
cercatori
?
A
notte
alta
continuano
ad
arrivare
braccialetti
,
orologi
,
catene
.
Sono
piene
d
'
oro
casse
e
ceste
e
il
tavolo
è
ingombro
di
oggetti
preziosi
del
secolo
scorso
come
quello
di
un
gioielliere
del
risorgimento
.
Ecco
i
cammei
napoleonici
che
portavano
le
donne
di
Hayez
,
le
coccarde
d
'
oro
zecchino
,
le
tabacchiere
con
la
miniatura
di
Garibaldi
,
le
fedi
dell
'
Unità
d
'
Italia
.
Le
nonne
ne
hanno
fatto
un
bel
cartoccio
.
Ecco
i
trofei
e
gli
emblemi
degli
ufficiali
della
Guardia
Nazionale
,
le
spalline
e
gli
alamari
dei
bersaglieri
di
Lamarmora
,
l
'
elsa
d
'
oro
di
una
sciabola
appartenuta
a
chissà
quale
ammiraglio
della
marina
veneta
.
I
vecchi
soldati
hanno
tolto
dai
medaglieri
le
decorazioni
della
prima
Campagna
d
'
Africa
:
"
Tenete
anche
queste
,
son
ben
meritate
e
valgono
la
pena
di
essere
fuse
per
l
'
Italia
di
Mussolini
.
"
In
una
bustina
assieme
a
un
braccialetto
c
'
è
la
medaglia
d
'
oro
della
presa
di
Gorizia
col
motto
:
Ovunque
e
sempre
.
È
un
artigliere
del
52°
Reggimento
che
entrò
a
Gorizia
1'8
agosto
del
1916
:
"
Non
mi
addolora
staccarmi
dal
più
caro
ricordo
della
mia
vita
per
donarlo
alla
Patria
e
al
Duce
.
"
Ecco
le
medaglie
della
Terza
Armata
col
ritratto
del
Duca
d
'
Aosta
:
"
È
il
solo
ricordo
che
avevo
del
mio
unico
figlio
caduto
eroicamente
sulla
strada
di
Monfalcone
:
è
venuto
a
trovarmi
nel
sonno
e
mi
ha
detto
di
consegnarvele
tutte
...
"
Poi
vengono
le
medaglie
delle
Esposizioni
industriali
grandi
come
piattini
da
caffè
:
Bruxelles
1905
.
"
È
tutta
oro
e
pesa
trecentocinquanta
grammi
,
vi
prego
di
fonderla
subito
.
"
Attori
,
attrici
,
cantanti
,
hanno
offerto
le
medaglie
d
'
oro
delle
serate
d
'
onore
ricevute
in
omaggio
dagli
ammiratori
del
Perù
e
del
Brasile
.
Una
lettera
dice
:
"
Ho
perduto
la
voce
:
queste
medaglie
possono
cantare
ancora
nelle
mitragliatrici
dei
nostri
legionari
d
'Africa."
Intorno
a
un
orologio
è
legato
un
biglietto
con
un
nastro
tricolore
:
"
Questo
orologio
appartenne
ad
Alessandrina
Ravizza
Mazzini
,
e
segnò
tutte
le
ore
travagliate
della
sua
inesauribile
attività
filantropica
.
Lo
offre
per
la
necessità
della
Patria
,
lo
spirito
eletto
di
colei
che
in
vita
tutto
diede
per
il
bene
altrui
.
"
Una
catenina
con
un
minuscolo
San
Francesco
è
accompagnata
da
queste
parole
:
"
È
poca
cosa
ma
l
'
ho
tolta
dal
collo
del
mio
bambino
.
È
stato
lui
che
mi
ha
incoraggiata
a
portarvela
:
vai
mamma
,
servirà
lo
stesso
.
Basterà
per
una
cartuccia
.
Un
giorno
quando
saremo
ricchi
ne
regaleremo
una
bella
.
"
I
più
commoventi
sono
gli
oggetti
che
valgono
meno
;
le
fogliette
d
'
oro
ricavate
da
un
vecchio
orecchino
,
i
ciondoli
di
dodici
carati
,
il
cucchiaino
d
'
argento
ricordo
di
una
prima
comunione
.
Oggetti
raccolti
grammo
per
grammo
con
un
lento
lavorio
di
formiche
.
Bottoni
da
polso
rinvenuti
in
chissà
quale
cassa
dimenticata
.
Vi
sono
fedi
saldate
dieci
volte
,
anfore
senza
manico
,
braccialetti
in
cui
la
sabbia
scorre
come
nelle
conchiglie
dei
fiumi
in
secca
.
"
Io
sono
povero
e
per
l
'
Italia
non
ho
che
questo
piccolo
oggetto
da
offrire
:
l
'
unica
ricchezza
di
casa
mia
.
"
In
una
grossa
scatola
di
cartone
un
servizio
di
posate
per
dodici
.
E
coppe
,
e
anfore
,
e
una
fruttiera
sbalzata
.
Il
bilancino
non
basta
,
si
prende
la
bilancia
.
Sedici
chili
d
'
argento
:
il
donatore
è
anonimo
.
È
anonimo
anche
il
signore
straniero
che
ha
fatto
pervenire
il
suo
portasigarette
d
'
oro
massiccio
.
E
non
è
il
solo
,
e
non
è
l
'
ultimo
.
Nuova
pioggia
di
sterline
:
in
una
sola
busta
ve
ne
sono
trentaquattro
.
E
dieci
napoleoni
d
'
oro
in
un
'
altra
.
La
Regina
Vittoria
continua
a
sorridere
.
Gli
orologi
non
si
contano
più
:
qualcuno
è
fermo
da
un
quarto
di
secolo
e
al
posto
del
quadrante
ha
una
fotografia
ingiallita
;
qualche
altro
batte
ancora
,
è
vivo
:
"
Fedele
ai
sentimenti
ispiratimi
dal
mio
defunto
padre
offro
alla
mia
Patria
quanto
di
più
caro
ho
in
questo
momento
...
"
Giù
,
nel
salone
della
Federazione
,
la
giornata
riprende
.
La
prima
ad
entrare
è
una
popolana
.
Ha
con
sé
due
involti
che
spiega
timidamente
sul
banco
d
'
accettazione
:
Tre
anelli
e
una
collana
.
Domani
porterò
il
resto
.
E
il
salone
a
poco
a
poco
si
riempie
.
Le
bambine
prima
di
andare
a
scuola
vi
depongono
gli
anelli
e
le
stilografiche
d
'
oro
.
I
vecchi
signori
con
molta
dignità
staccano
l
'
orologio
dalla
catena
,
lo
guardano
per
l
'
ultima
volta
e
con
fierezza
lo
lasciano
sulla
bilancia
.
Due
giovani
sposi
offrono
i
loro
anelli
nuziali
uniti
ad
un
nastrino
tricolore
.
Una
domestica
ha
una
valigia
piena
di
posate
d
'
argento
:
I
miei
padroni
da
oggi
hanno
deciso
di
mangiare
con
le
forchette
di
stagno
...
Poi
togliendosi
l
'
unico
anello
che
ha
al
dito
aggiunge
:
Questo
è
mio
.
È
di
vero
oro
.
Un
direttore
di
farmacia
dona
anelli
,
spille
,
un
portasigarette
d
'
oro
,
duecento
lire
in
monete
estere
e
si
obbliga
di
versare
cento
lire
al
mese
per
un
anno
:
Niente
sacrifici
,
amici
miei
;
devo
farmi
un
soprabito
nuovo
,
ne
faccio
volentieri
a
meno
...
Un
ex
ufficiale
degli
arditi
,
grande
mutilato
,
consegna
due
medaglie
d
'
argento
,
una
croce
di
guerra
e
un
pugnale
:
È
ferro
buono
e
può
essere
usato
ancora
.
Se
avessi
le
gambe
lo
porterei
io
stesso
a
destinazione
...
e
sarei
sicuro
di
non
sbagliarmi
.
E
la
schiera
dei
donatori
si
moltiplica
.
Oro
,
argento
,
ferro
,
bronzo
.
Un
suddito
tedesco
toglie
da
un
vecchio
tascapane
due
elmetti
inglesi
arrugginiti
.
La
folla
preme
da
tutte
le
parti
.
La
signora
anziana
abbraccia
una
statuetta
di
bronzo
e
un
candeliere
:
Le
ho
portate
da
Porta
Ticinese
a
piedi
...
Qualcuna
ha
gli
occhi
lucidi
dalla
commozione
e
senza
parlare
toglie
da
un
astuccio
una
borsetta
d
'
oro
e
la
depone
affianco
al
più
modesto
servizio
di
cucchiaini
.
Le
offerte
non
si
contano
,
sono
migliaia
e
migliaia
.
In
questo
stesso
momento
in
tutta
l
Italia
serpeggia
una
vena
d
'
oro
.
La
ricchezza
non
è
soltanto
nelle
miniere
.
La
ricchezza
è
nel
cuore
degli
uomini
,
è
nel
cuore
stesso
della
civiltà
.
E
l
'
Italia
sta
dando
al
mondo
la
più
grande
lezione
di
storia
.
StampaPeriodica ,
Anche
noi
siamo
d
'
accordo
sul
valore
esplorativo
che
si
è
attribuito
a
questi
ludi
primaverili
della
intelligenza
dei
giovani
.
Non
si
trattava
è
stato
detto
di
assistere
alla
rivelazione
di
ragazzi
prodigi
ma
di
saggiare
fino
a
che
punto
,
nella
coscienza
della
nostra
gioventù
,
la
temperatura
spirituale
dei
tempi
nuovi
sia
riuscita
a
bruciare
le
vecchie
scorie
dell
accademismo
,
dell
'
eloquenza
e
dell
'
indifferenza
ai
valori
morali
della
civiltà
nostra
.
Il
valore
della
manifestazione
che
,
al
secondo
anno
di
vita
,
si
è
perfezionata
nella
struttura
organica
,
non
è
da
ricercarsi
solo
nel
numero
imponente
dei
partecipanti
ma
nella
constatazione
della
intima
armonia
tra
l
'
etica
fascista
e
la
volontà
dei
migliori
.
Alfonso
Gatto
,
Littore
della
prosa
per
l
'
anno
XIII
,
era
noto
per
un
libro
di
poesie
,
stampate
alla
macchia
qualche
anno
fa
da
una
tipografia
napoletana
.
Con
questo
libriccino
smilzo
egli
era
riuscito
a
ottenere
il
consenso
dei
pochi
critici
autorizzati
in
Italia
a
parlare
di
poesia
e
la
stima
dei
pochi
"
chierici
"
votati
alle
Muse
.
Ha
vinto
quest
'
anno
il
primo
premio
con
una
prosa
Ottotteo
che
ha
scritto
il
presidente
della
Commissione
è
tutta
in
rilievo
e
ogni
parola
ha
un
proprio
valore
significativo
.
"
Ci
rappresenta
le
vicende
della
sua
famiglia
,
i
paesi
e
le
città
dove
essa
vive
,
nel
clima
fantastico
della
primissima
infanzia
,
dal
giorno
che
egli
fu
concepito
al
giorno
ch
'
egli
ebbe
la
parola
:
ardimento
davvero
straordinario
per
uno
scrittore
,
come
il
Gatto
,
che
non
ama
il
linguaggio
scientifico
degli
psicologi
né
quello
ambiguo
dei
psicoanalisti
.
"
Ernesto
Caballo
si
è
aggiudicato
il
titolo
di
Littore
della
Poesia
,
con
una
breve
canzone
ai
balilla
,
dove
persino
certe
inesperienze
sintattiche
vengono
a
vantaggio
della
fresca
ispirazione
:
"
Camminar
coi
balilla
,
nell
'
alito
del
Dio
,
per
queste
tenere
montagne
:
serenamente
si
sfiorano
i
dirupi
.
I
corpi
dei
balilla
hanno
un
aroma
nuovo
che
la
nostra
infanzia
non
seppe
:
il
loro
canto
negli
abissi
diventa
terribile
.
Vanno
col
sentimento
della
patria
a
cercar
nuovi
miti
e
fontane
.
"
Roberto
Zerboni
,
ha
vinto
il
concorso
col
suo
soggetto
cinematografico
Vita
di
Sole
dove
son
messi
a
fuoco
gli
episodi
di
una
squadra
di
calcio
.
Al
convegno
di
critica
letteraria
si
è
parlato
degli
scritti
del
Duce
,
di
Oriani
,
di
Corradini
,
di
Slataper
,
di
Serra
,
degli
scrittori
della
Voce
,
dei
futuristi
e
di
D
'
Annunzio
,
di
tutti
coloro
che
furono
coscienti
durante
e
dopo
la
guerra
della
necessità
della
nostra
rivoluzione
.
Si
è
chiarita
l
'
antitesi
tra
vecchio
e
nuovo
,
si
è
compreso
quale
sia
il
valore
del
Fascismo
nella
storia
d
'
Italia
e
quale
sarà
nel
futuro
la
civiltà
fascista
.
Al
convegno
di
critica
d
'
arte
,
molti
hanno
espresso
chiaro
il
concetto
che
la
tradizione
deve
intendersi
come
ricerca
di
una
continuità
spirituale
nella
nostra
storia
;
che
le
influenze
straniere
non
sono
da
trascurarsi
,
perché
servono
a
riconoscere
,
per
reazione
,
quali
sono
i
caratteri
fondamentali
ed
eterni
del
nostro
spirito
e
che
non
soltanto
trattando
temi
fascisti
,
o
celebrando
episodi
eroici
,
ma
specialmente
esprimendo
la
volontà
di
chiarezza
,
di
semplicità
,
di
essenzialità
della
vita
dei
nostri
giorni
e
della
nostra
intimità
,
si
può
aspirare
ad
un
'
arte
veramente
nuova
e
resistente
nel
tempo
.
Sui
"
caratteri
del
cinema
fascista
"
si
è
discusso
accanitamente
:
ma
un
nucleo
di
intransigenti
ha
concluso
nella
maniera
più
giusta
l
'
animata
discussione
:
il
cinema
fascista
deve
rispecchiare
il
nostro
tempo
non
nei
fatti
,
ma
nello
stile
,
e
che
in
fondo
più
di
tutto
conta
la
fantasia
dell
'
artista
.
Nella
critica
musicale
i
nostri
scapigliati
melomani
ne
hanno
dette
di
tutti
i
colori
:
alcune
proposte
tradizionaliste
ebbero
accoglienze
tempestose
da
parte
dei
più
.
Più
sereni
,
meno
focosi
,
si
sono
svolti
i
convegni
di
studi
politici
.
I
"
caratteri
dell
'
economia
corporativa
"
,
"
il
Fascismo
nel
mondo
"
,
"
l
'
amministrazione
tecnica
e
amministrativa
di
un
quotidiano
"
erano
i
temi
all
'
ordine
del
giorno
.
È
stato
investito
in
pieno
il
problema
della
stampa
fascista
:
chi
vorrebbe
affidare
l
'
amministrazione
di
tutti
i
giornali
allo
Stato
,
chi
vorrebbe
abolire
tutti
i
giornali
di
provincia
e
istituire
un
grande
giornale
nazionale
.
Quest
'
anno
alle
gare
littoriali
delle
Arti
figurative
sono
stati
chiamati
anche
gli
artigiani
:
la
mostra
ha
guadagnato
in
freschezza
,
in
solidità
,
in
fantasia
.
Noi
conosciamo
troppo
le
insidie
dell
'
intelligenza
per
non
manifestare
simpatia
a
certe
opere
,
come
ce
n
erano
tante
in
questa
mostra
,
in
cui
il
sentimento
prevale
a
scapito
della
grazia
.
Quella
che
era
la
necessaria
eloquenza
dei
temi
è
stata
tradotta
da
molti
in
periodi
estrosi
,
popolareschi
,
in
associazioni
di
figure
così
avventate
da
far
pensare
a
quella
che
è
l
'
ossatura
ritmica
di
certa
antica
poesia
cavalleresca
.
Certo
i
più
disposti
a
tradurre
in
espressione
i
temi
del
nostro
tempo
,
della
nostra
nuova
civiltà
,
sono
appunto
i
giovani
,
cresciuti
in
questo
clima
e
per
i
quali
l
'
aderenza
al
tempo
è
un
problema
di
naturale
sincerità
e
non
di
appassionata
retorica
,
di
modo
che
nelle
loro
opere
è
più
difficile
saggiare
l
'
arte
che
la
fede
.
Di
conseguenza
i
pregi
sono
qui
tutti
di
intenzione
e
i
difetti
son
da
ricercarsi
nello
stile
.
A
giovani
poco
più
che
ventenni
non
si
possono
chiedere
le
esperienze
di
"
forma
"
,
diciamo
pure
di
"
tecnica
"
,
in
cui
si
vincola
e
si
svincola
da
tempo
l
'
arte
europea
.
C
'
è
in
tutti
un
prevalere
dell
'
esclamazione
sul
semplice
recitativo
e
pochi
,
difatti
,
riescono
a
risolvere
in
termini
lirici
,
nel
tono
o
nella
chiusa
calma
del
piano
,
il
loro
sentimento
.
Forse
è
la
severità
dei
temi
,
legati
alla
storia
di
questi
nostri
anni
carichi
di
eventi
e
di
cronache
memorabili
,
che
ha
portato
tutti
questi
giovani
a
cimentarsi
con
delle
esigenze
più
complesse
dei
soliti
espedienti
:
essi
hanno
voluto
comporre
delle
storie
anziché
definirsi
in
frammenti
.
Ne
son
risultati
affreschi
come
quelli
ispirati
al
tempo
fascista
,
ricchi
di
errori
,
ma
gonfi
di
linfa
,
quadri
sbagliati
nei
toni
,
ma
sinceri
e
genuini
nei
gesti
e
nelle
figure
,
bassorilievi
slegati
nel
ritmo
eppure
a
volte
densi
di
dramma
,
statue
modellate
con
estro
,
anche
se
difettose
di
equilibrio
e
di
misura
.
Per
capire
certi
errori
e
le
qualità
più
epidermiche
,
basterebbe
riferirsi
alle
provenienze
di
scuola
.
Ma
non
vogliamo
fare
qui
il
processo
ai
maestri
.
Chiudiamo
invece
il
bilancio
con
una
frase
di
Baudelaire
che
vorrei
questi
giovani
meditassero
a
lungo
:
dell
'
arte
bisogna
riuscire
a
fare
la
sola
abitudine
della
propria
vita
perché
"
l
'
inspiration
n
'
est
que
le
travail
de
tous
les
jours
.
"
StampaPeriodica ,
Dalla
Sicilia
all
'
Alaska
,
dagli
Urali
allo
stretto
di
Magellano
il
popolo
si
grida
schiavo
dei
ricchi
.
A
loro
volta
i
ricchi
si
dicono
vittime
della
insopportabile
tirannia
del
popolo
,
ormai
potente
e
prepotente
per
le
sue
irresistibili
pretese
.
"
Io
sono
schiavo
del
Capitale
"
grida
il
Lavoro
,
"
Il
Lavoro
è
il
tiranno
più
insolente
,
che
sia
apparso
nella
storia
"
risponde
il
Capitale
.
Tutti
e
due
si
sentono
in
catena
,
e
ciascuno
maledice
l
'
altro
come
il
suo
carceriere
.
Chi
ha
ragione
e
chi
ha
torto
?
Tutti
e
due
.
Ambedue
sono
incatenati
.
Né
l
'
uno
né
l
'
altro
si
lamentano
a
torto
.
Ma
nessuno
dei
due
ha
ragione
di
maledire
l
'
altro
come
carceriere
e
aguzzino
,
perché
tutti
e
due
sono
schiavi
di
un
terzo
tiranno
;
degli
strumenti
che
il
Lavoro
e
il
Capitale
hanno
creati
insieme
,
sperando
che
sarebbero
servi
docili
e
ubbidienti
.
La
storia
di
questo
immenso
errore
è
strana
e
recondita
.
Nessuno
la
conosce
.
Dal
principio
dei
secoli
l
'
uomo
aveva
fabbricato
gli
oggetti
che
gli
occorrevano
con
le
sue
mani
,
facendosi
aiutare
nella
sua
casa
da
pochi
servi
modesti
e
docili
,
il
Bue
,
il
Cavallo
,
l
'
Asino
,
l
'
Acqua
,
il
Vento
,
il
Fuoco
.
Il
Fuoco
era
tra
questi
servi
domestici
il
più
modesto
e
il
più
docile
.
Rannicchiato
in
un
cantuccio
della
casa
,
quel
vecchio
schiavo
riscaldava
l
'
inverno
il
suo
padrone
e
gli
cuoceva
ogni
giorno
il
desinare
e
la
cena
;
qualche
volta
usciva
con
lui
,
lo
accompagnava
alla
guerra
,
e
lo
aiutava
a
bruciare
le
messi
e
le
città
dei
nemici
.
In
compagnia
di
questi
servi
,
l
'
uomo
aveva
vissuto
per
secoli
,
guadagnando
il
pane
con
il
sudore
della
fronte
,
espiando
con
il
lavoro
il
peccato
dell
'
Eden
.
Aveva
vissuto
poveramente
,
ma
non
inutilmente
.
Poiché
in
quei
secoli
ha
costruito
il
Partenone
e
Nôtre
Dame
;
ha
scritto
i
Dialoghi
di
Platone
,
il
Vangelo
e
la
Divina
Commedia
;
ha
scolpito
la
Vittoria
di
Samotracia
e
dipinto
la
Primavera
del
Botticelli
;
ha
fondato
l
'
Impero
Romano
,
cristianizzato
l
'
Europa
,
scoperto
l
'
America
.
Ma
un
giorno
l
'
uomo
fece
una
meravigliosa
scoperta
.
Quel
modesto
schiavo
che
da
tanti
secoli
si
rincantucciava
sotto
la
cappa
del
camino
,
che
gli
cuoceva
le
vivande
e
lo
riscaldava
l
'
inverno
,
era
un
Demone
travestito
.
Sapeva
animare
e
far
muovere
certi
portentosi
giganti
di
ferro
,
ciechi
,
sordi
,
senza
cervello
,
ma
capaci
,
come
uomini
senzienti
e
intelligenti
,
di
filare
,
di
tessere
,
di
camminare
,
di
martellare
,
di
tagliare
,
di
cucire
,
di
seminare
,
di
falciare
,
di
scavare
la
terra
;
e
quanto
più
veloci
degli
uomini
!
Infaticabili
addirittura
.
Quei
giganti
avevano
la
meravigliosa
virtù
di
scorciare
il
tempo
,
facendo
in
un
'
ora
l
'
opera
di
un
giorno
,
in
un
giorno
l
'
opera
di
una
settimana
,
in
una
settimana
,
l
'
opera
di
un
mese
.
E
per
di
più
,
essendo
di
ferro
,
ciechi
,
sordi
e
senza
cervello
,
non
conoscevano
capricci
!
Quando
il
Fuoco
ordinava
,
subito
si
muovevano
;
e
via
di
corsa
,
notte
e
giorno
,
finché
il
Fuoco
,
stanco
,
dicesse
"
basta
!
"
addormentandosi
sul
suo
letto
di
ceneri
.
L
'
uomo
fu
inebriato
dalla
scoperta
.
Se
il
Fuoco
era
l
'
animatore
di
questi
giganti
di
ferro
,
non
era
egli
padrone
del
Fuoco
?
Se
in
groppa
a
quei
giganti
poteva
correre
,
senza
muoversi
e
senza
ansare
,
la
terra
ed
i
mari
,
aspettando
addirittura
di
salire
in
aria
con
gli
uccelli
e
di
nuotare
sott
'
acqua
con
i
pesci
,
quale
dei
tesori
nascosti
sotto
la
terra
potrebbe
sfuggire
alla
sua
cupidigia
?
Lo
spazio
,
il
gran
nemico
che
da
tanti
secoli
opponeva
la
sua
immensità
inerte
alla
irrequieta
fantasia
degli
uomini
mal
servita
da
troppe
piccole
gambe
,
non
era
debellato
?
Se
lo
spazio
era
debellato
e
se
quei
giganti
erano
capaci
di
fare
in
un
'
ora
il
lavoro
di
un
giorno
,
l
'
uomo
non
potrebbe
finalmente
riscattare
la
condanna
pronunciata
nell
'
Eden
In
sudore
vultus
tui
vesceris
pane
?
Godersi
un
'
abbondanza
crescente
a
prezzo
di
un
lavoro
accorciato
?
Insieme
con
le
macchine
mosse
dal
vapore
e
dall
'
elettricità
è
apparsa
nella
civiltà
occidentale
una
doppia
aspirazione
:
dominare
la
terra
e
la
natura
;
liberarsi
dalla
schiavitù
del
lavoro
senza
ricascare
nelle
catene
della
penuria
.
Ma
questo
doppio
sogno
si
è
avverato
soltanto
a
mezzo
.
L
'
uomo
è
oggi
il
signore
della
terra
e
della
natura
.
Ha
vinto
lo
spazio
,
costretto
il
pianeta
a
consegnargli
tutti
i
suoi
tesori
,
anche
quelli
che
aveva
riposti
nei
nascondigli
più
segreti
,
spezzato
perfino
le
catene
della
gravità
,
levandosi
a
volo
.
Ma
non
è
riuscito
a
spezzare
quelle
del
lavoro
:
anzi
più
arricchiva
e
cresceva
di
potenza
,
più
affannosamente
ha
dovuto
lavorare
.
-
Con
le
macchine
mosse
dal
vapore
e
dall
'
elettricità
incomincia
l
'
insonnia
del
mondo
.
Qual
'
è
il
tormento
comune
di
tutti
,
poveri
e
ricchi
,
nella
civiltà
occidentale
?
L
'
inumana
fatica
a
cui
siamo
tutti
condannati
.
Noi
viviamo
nelle
comodità
e
negli
svaghi
,
abbastanza
sicuri
a
paragone
dei
nostri
padri
,
liberi
da
molti
vincoli
e
nodi
,
che
una
volta
parevano
inseparabili
da
ogni
esistenza
bene
ordinata
:
ma
dobbiamo
lavorare
,
lavorare
,
lavorare
;
e
non
possiamo
interrompere
l
'
opera
nostra
neppure
un
minuto
per
ripigliar
fiato
.
Non
solo
ognuno
di
noi
deve
produrre
,
ma
deve
anche
consumare
,
quanto
più
può
,
ossia
sforzarsi
e
affaticarsi
ancora
,
fino
all
'
estrema
misura
delle
sue
forze
.
Chi
corre
il
mondo
d
'
uno
in
altro
albergo
,
chi
legge
,
chi
va
al
teatro
,
al
ballo
o
ad
un
banchetto
sontuoso
,
chi
gioca
di
braccia
e
di
gambe
,
chi
muta
abito
in
ossequio
ad
una
legge
di
fastose
eleganze
,
compie
uno
sforzo
che
,
pur
mirando
a
procurare
un
divertimento
o
una
soddisfazione
,
richiede
tempo
e
costa
fatica
,
quanto
il
produrre
ricchezza
.
La
parte
del
giorno
in
cui
non
siamo
condannati
a
produrre
ricchezze
,
siamo
condannati
a
consumare
quelle
prodotte
dagli
altri
divertendoci
,
ci
piaccia
o
non
ci
piaccia
.
Non
siamo
quasi
mai
liberi
di
vivere
a
nostro
gusto
,
divertendoci
quando
ci
talenta
e
riposandoci
quando
ci
garba
meglio
.
Quando
ritorniamo
a
casa
,
dopo
aver
compiuto
il
nostro
compito
quotidiano
,
quando
usciamo
dall
'
ergastolo
del
lavoro
a
cui
ci
ha
condannati
il
destino
,
noi
ricuperiamo
la
libertà
.
Incomincia
allora
un
altro
e
non
meno
imperioso
dovere
:
dar
lavoro
agli
altri
,
consumando
quel
che
essi
producono
,
con
i
divertimenti
,
i
giochi
,
i
lussi
,
le
occupazioni
intellettuali
o
artistiche
,
talora
anche
con
i
vizi
,
le
orgie
e
le
disoccupazioni
imposte
dal
costume
,
dalla
voga
,
dall
'
imitazione
,
dalla
vanità
,
dal
rango
o
dall
'
autosuggestione
.
Quanti
si
sono
alla
fine
persuasi
di
doversi
disperare
per
la
privazione
che
li
renderebbe
invece
felici
,
se
fossero
liberi
!
a
quanti
i
sollazzi
e
i
piaceri
sono
tormenti
imposti
!
L
'
uomo
moderno
non
è
nemmeno
più
libero
di
riposarsi
quanto
dovrebbe
per
non
ammalare
.
Deve
lavorare
e
divertirsi
a
prezzo
della
salute
e
della
vita
.
"
Muori
,
ma
produci
e
consuma
"
-
gli
gridano
i
tempi
.
Lavoro
e
divertimento
rubano
a
poco
a
poco
anche
le
ore
del
sonno
all
'
uomo
,
che
non
ha
ancora
inventato
la
macchina
per
allungare
il
tempo
.
Come
è
accaduto
questo
scambio
singolare
?
Perché
l
'
uomo
è
più
schiavo
che
mai
del
lavoro
,
oggi
che
tanti
milioni
di
schiavi
infaticabili
,
dal
corpo
di
metallo
e
dall
'
anima
di
fuoco
,
lavorano
per
lui
?
Perché
non
ha
più
neppure
il
tempo
di
dormire
quando
fa
in
un
'
ora
quel
che
i
padri
in
un
mese
?
Perché
il
tempo
gli
scarseggia
quanto
più
dovrebbe
abbondargli
?
Questa
è
stata
appunto
la
beffa
atroce
di
quei
giganti
di
ferro
.
Sebbene
ciechi
,
sordi
e
senza
cervello
,
quanto
furono
più
furbi
del
:
loro
incauto
creatore
!
Sono
riusciti
a
fare
schiavo
l
'
uomo
che
li
aveva
creati
per
essere
da
loro
servito
come
un
semidio
;
e
in
che
modo
?
Accendendo
in
lui
desideri
e
speranze
illimitate
.
L
'
uomo
può
godere
dell
'
abbondanza
in
due
modi
:
o
contentandosi
di
meno
di
ciò
che
ha
,
o
procurandosi
più
di
quello
che
desidera
;
o
riducendo
i
suoi
bisogni
,
o
accrescendo
la
sua
ricchezza
.
Tutte
le
civiltà
che
furono
prima
della
rivoluzione
francese
si
attennero
al
primo
modo
;
la
civiltà
occidentale
,
da
un
secolo
in
qua
,
al
secondo
.
Inebriata
dalla
potenza
dei
nuovi
strumenti
,
la
civiltà
occidentale
è
stata
presa
da
una
smania
insaziabile
di
nuove
maggiori
ricchezze
.
Produrre
,
produrre
,
produrre
:
le
parve
felicità
e
gloria
supreme
.
Ma
a
che
gioverebbe
produrre
tante
ricchezze
se
non
si
consumassero
?
Onde
l
'
universale
schiavitù
del
produrre
e
del
consumare
:
del
produrre
per
poter
consumare
;
del
consumare
per
poter
produrre
.
Oggi
la
plebe
accusa
i
ricchi
di
essere
insaziabili
.
È
vero
:
ma
sei
ricchi
non
fossero
tormentati
da
questa
pazzia
di
arricchire
,
risparmierebbero
ogni
anno
una
parte
delle
loro
entrate
per
fabbricare
e
mettere
in
movimento
nuove
macchine
?
E
se
,
invece
di
risparmiarla
per
fabbricare
nuovi
giganti
di
ferro
senza
cervello
.
la
spendessero
in
piacere
e
in
lussi
,
le
industrie
,
l
'
agricoltura
e
il
commercio
prospererebbero
così
largamente
?
E
donde
scaturisce
l
'
agiatezza
della
plebe
moderna
,
ignota
ai
secoli
precedenti
,
se
non
da
questa
universale
prosperità
?
I
ricchi
accusano
spesso
la
plebe
di
essere
incontentabile
,
di
aver
sete
quanto
più
beve
,
di
aspirare
ormai
a
tutti
i
comodi
e
a
tutti
i
lussi
dei
ricchi
.
Ma
se
le
moltitudini
si
contentassero
di
vivere
ancora
all
'
antica
,
povere
e
semplici
,
con
quali
clienti
le
industrie
e
i
commerci
prospererebbero
?
Quanti
capitali
dei
ricchi
,
colpiti
da
improvvisa
sterilità
,
non
darebbero
più
frutto
?
Invano
ricchi
e
poveri
si
accusano
a
vicenda
di
essere
tiranni
.
Oggi
non
c
'
è
nella
civiltà
occidentale
che
un
solo
tiranno
,
ma
spietato
:
quel
popolo
innumere
di
giganti
di
metallo
animati
dal
fuoco
,
che
ci
costringono
tutti
a
lavorare
e
a
far
baldoria
,
senza
tregua
,
ci
piaccia
o
non
ci
piaccia
:
perché
se
i
poveri
o
i
ricchi
,
i
grandi
,
la
condizione
media
,
o
la
plebe
,
volessero
vivere
più
semplicemente
,
la
gran
macchina
del
mondo
si
fermerebbe
.
Non
le
macchine
lavorano
oggi
per
soddisfare
i
nostri
bisogni
;
ma
noi
dobbiamo
imporre
noi
stessi
,
anche
quando
ci
piacerebbe
di
vivere
semplicemente
,
tutti
i
bisogni
che
son
necessari
,
affinché
le
macchine
che
noi
abbiamo
create
possano
continuare
a
creare
un
'
abbondanza
che
ci
tormenta
.
Tutti
soffrono
sotto
questi
tiranni
;
nessuno
può
liberarsene
;
e
perciò
ciascuno
accusa
l
'
altro
.
Il
grande
impegno
che
toglie
il
sonno
alla
civiltà
occidentale
è
proprio
questo
.
Non
distruggere
,
come
nemici
del
genere
umano
,
questi
giganti
di
ferro
animati
dal
fuoco
,
ma
neppur
moltiplicarli
ciecamente
,
facendo
del
mondo
la
loro
preda
e
il
loro
schiavo
.
Rifarli
servi
dell
'
uomo
che
li
ha
creati
,
docili
al
suo
cenno
.
Rompere
la
catena
della
loro
tirannia
.
Schiavi
dei
nostri
schiavi
o
padroni
?
Questo
è
il
dilemma
.
Questa
è
la
prova
.
Questo
è
il
cimento
.
Per
vincerlo
è
necessario
non
dimenticare
che
la
civiltà
occidentale
è
stata
incatenata
da
questi
suoi
schiavi
di
ferro
e
di
fuoco
,
perché
prima
ha
aspirato
a
una
ricchezza
e
a
una
potenza
illimitate
.
StampaPeriodica ,
Giova
fermarsi
su
alcune
parole
fasciste
...
La
prima
di
queste
forme
espressive
e
quella
che
condiziona
tutte
le
altre
,
è
la
adunata
.
Sarà
perché
nella
vita
militare
il
segnale
di
adunata
è
fra
i
più
allegri
e
cordiali
,
sarà
perché
nel
ricordo
di
tutti
è
rimasto
il
senso
di
un
ritrovare
attivamente
il
perché
del
fare
e
dell
'
essere
dopo
la
precarietà
un
po
'
stupefatta
e
vuota
della
pausa
,
ma
la
parola
suona
come
uno
squillo
.
Il
senso
ne
è
diventato
più
complesso
,
dai
primi
anni
dello
squadrismo
:
ha
perso
la
sfumatura
combattentistica
di
chi
sembrava
ritrovarvi
i
giorni
indimenticabili
del
sacrificio
guerresco
;
e
a
nessuno
verrebbe
in
mente
di
considerar
pausa
inattiva
la
vita
"
borghese
"
;
in
compenso
questa
vita
"
borghese
"
d
ogni
giorno
acquista
una
vivacità
e
una
serietà
insospettate
quando
da
un
momento
all
'
altro
,
non
la
interrompe
,
ma
la
riassume
e
la
condiziona
,
lo
squillo
dell
'
"
adunata
"
...
Ma
la
più
ricca
e
sintetica
di
queste
"
parole
"
è
il
saluto
al
Duce
.
Due
battute
che
riassumono
la
storia
di
un
'
epoca
,
o
forse
la
nostra
storia
di
sempre
,
fatta
di
collo
-
qui
animosi
fra
l
'
eroe
e
la
moltitudine
.
"
Saluto
al
Duce
!
"
è
un
comando
,
e
,
quasi
più
che
comando
,
un
tèma
proposto
:
è
,
nello
stesso
tempo
,
l
'
affermazione
della
volontà
creativa
di
un
Capo
.
Al
comando
risponde
il
grido
collettivo
,
che
chiama
sulla
pluralità
concorde
dei
molti
quella
volontà
e
l
'
integra
in
sé
.
"
A
noi
"
era
frase
ignota
nella
lingua
italiana
:
forse
perché
mancava
,
se
non
la
cosa
,
la
nitida
coscienza
della
cosa
?
Comunque
è
stata
ben
consacrata
in
tante
pagine
,
dall
'
arditismo
ad
oggi
.
Offriamo
soltanto
rapidi
spunti
alla
riflessione
di
chi
voglia
pensare
.
Si
osservi
il
ritmo
dei
gesti
,
nelle
adunate
,
dal
"
passo
di
parata
"
alla
marcia
di
una
folla
.
C
'
è
qualcosa
di
animoso
e
,
insieme
,
di
esattamente
proporzionato
.
Il
dinamismo
non
si
irrigidisce
mai
nel
meccanismo
:
c
'
è
sempre
intorno
al
gesto
risoluto
la
vibrazione
di
una
simpatia
spontanea
.
Lo
si
confronti
con
altre
forme
di
parola
e
di
gesto
presso
altri
popoli
che
hanno
capito
non
solo
l
'
importanza
,
ma
la
necessità
di
queste
espressioni
corali
.
Nella
spettacolosità
delle
adunate
russe
avverti
il
senso
di
una
massa
amorfa
che
si
plasma
pigramente
e
alquanto
passivamente
nelle
forme
indicate
da
una
fantasia
di
coreografo
più
che
dalla
coscienza
totale
di
un
politico
.
Nelle
parate
hitleriane
senti
l
'
impegno
scrupoloso
di
obbedire
a
una
formula
geometrica
di
cui
importa
,
più
che
il
vivo
aderirvi
,
la
esattezza
e
la
validità
astratta
...
StampaPeriodica ,
Il
tiro
a
segno
vive
ore
splendenti
di
apoteosi
:
l
'
esercizio
delle
armi
,
al
quale
molti
di
noi
si
dedicarono
da
bambini
,
più
per
un
pretesto
di
vita
all
'
aperto
e
perché
offriva
domenicalmente
la
possibilità
di
una
passeggiata
,
fucile
in
spalla
,
dalla
sede
cittadina
al
vicino
poligono
di
tiro
,
ottiene
in
quest
'
ora
eroica
della
Nazione
,
il
suo
posto
al
sole
insieme
col
riconoscimento
ufficiale
e
con
la
consacrazione
della
sua
utilità
.
Il
concetto
del
cittadino
-
soldato
,
che
con
le
organizzazioni
giovanili
del
Regime
si
è
venuto
decisamente
affermando
,
vede
la
sua
riaffermazione
in
una
grandiosa
manifestazione
grandiosa
per
il
crisma
impresso
dalla
più
alta
espressione
del
Fascismo
che
ha
onorato
e
potenziato
l
'
avvenimento
,
per
il
numero
stragrande
dei
partecipanti
circa
diecimila
,
per
la
cospicua
presenza
delle
rappresentanze
estere
circa
settecento
,
per
il
numero
delle
prove
contemplate
dal
programma
,
per
le
categorie
di
cittadini
alle
quali
sono
aperte
le
prove
stesse
[
]
La
presenza
di
Mussolini
alla
inaugurazione
dei
tiri
ha
fatto
felici
tutti
:
dagli
alti
gradi
dell
'
esercito
,
che
hanno
tenuto
sotto
la
loro
egida
questa
grandiosa
manifestazione
,
alle
personalità
incaricate
della
organizzazione
,
ai
concorrenti
che
non
sapevano
contenere
la
loro
gioia
,
ai
reparti
di
truppa
in
grigio
verde
.
Essi
hanno
avuto
il
supremo
onore
di
averlo
tra
loro
tiratore
fra
i
tiratori
ed
hanno
visto
in
lui
,
come
sempre
,
il
luminoso
esempio
nella
via
da
seguire
.
Poi
,
quando
il
Duce
ha
imbracciato
il
fucile
e
con
polso
fermo
,
e
con
occhio
sicuro
ha
segnato
la
"
sua
"
serie
di
colpi
,
e
quando
contemporaneamente
al
sibilo
della
sirena
il
crepitare
del
fuoco
accelerato
dei
tiratori
componenti
il
plotone
d
'
onore
ha
annunciato
che
l
'
ottava
gara
generale
ed
i
campionati
mondiali
erano
ufficialmente
e
virtualmente
iniziati
,
l
'
ardente
passione
ha
esploso
in
tutta
la
sua
potenza
,
ed
ancora
una
volta
il
Capo
del
Governo
si
è
trovato
al
centro
di
una
ardente
dimostrazione
che
superava
,
con
luminosa
evidenza
,
la
particolare
contingenza
confermando
che
tutto
il
popolo
italiano
è
oggi
più
che
mai
con
Lui
,
pronto
ad
imbracciare
l
'
arma
al
servizio
di
una
Italia
grande
,
rispettata
e
temuta
,
come
Lui
la
vuole
.
Essere
forti
per
essere
temuti
!
...
StampaPeriodica ,
Adesso
è
in
cantiere
il
Giro
d
'
Italia
.
Se
la
Sanremo
imposta
le
sfide
,
il
Giro
le
risolve
.
Il
Giro
di
quest
'
anno
,
inoltre
,
varrà
a
stringere
i
tempi
di
un
'
altra
sfida
,
leale
ma
strenua
,
e
sopratutto
necessaria
,
nella
quale
il
ciclismo
nazionale
è
impegnato
con
i
suoi
atleti
,
il
suo
prestigio
e
la
sua
organizzazione
.
C
'
è
,
infatti
,
da
scomporre
il
rapporto
gerarchico
che
da
anni
aduggia
la
più
vasta
manifestazione
ciclistica
italiana
,
tenuta
un
gradino
più
sotto
dal
Giro
di
Francia
,
la
corsa
-
caravanserraglio
che
il
settantenne
,
furbissimo
e
accortissimo
Enrico
Desgranges
difende
con
la
punta
della
sua
penna
icastica
e
col
taglio
dei
suoi
milioni
invidiabili
.
Lotta
leale
:
non
si
vuole
limitare
artificiosamente
l
'
importanza
del
Giro
di
Francia
,
corsa
e
organizzazione
formidabili
,
nonostante
i
carnevaleschi
apparati
pubblicitari
.
Si
diventa
più
piccoli
se
,
per
parere
alti
,
s
'
impiccolisce
a
parole
l
'
antagonista
.
Bisogna
sollevarsi
sulla
punta
dei
piedi
e
tirare
le
corde
del
collo
.
Lotta
strenua
:
il
Giro
d
'
Italia
non
vuole
essere
il
suddito
del
fratello
più
vecchio
.
Non
può
accettare
supinamente
un
vassallaggio
insostenibile
.
Perciò
gli
organizzatori
,
con
l
'
altissimo
conforto
dell
'
altissimo
riconoscimento
,
dànno
volontà
,
danaro
,
passione
per
potenziare
vieppiù
una
colossale
corsa
a
traguardi
che
,
al
di
là
del
significato
atletico
,
svolge
vittoriosamente
un
autentica
opera
di
propaganda
popolare
.
Dunque
un
Giro
d
'
Italia
tutto
in
lettere
maiuscole
.
Lo
schieramento
totalitario
dei
corridori
italiani
.
Una
rappresentanza
in
gamba
di
atleti
stranieri
.
Un
elenco
ghiottissimo
di
premi
.
E
il
Giro
di
Francia
?
La
Federazione
ciclistica
italiana
non
ha
ancora
preso
decisioni
definitive
circa
la
partecipazione
di
atleti
indigeni
alla
corsa
francese
.
Finiremo
per
andarci
.
È
bene
tornare
là
dove
Ottavio
Bottecchia
,
con
quel
suo
profilo
di
sparviero
,
ha
vinto
due
volte
.
Ma
tornarci
da
buoni
amici
,
da
pari
a
pari
,
e
non
già
da
tre
volte
buoni
parenti
poveri
.
I
tempi
del
"
grazie
,
veniamo
"
sono
tramontatissimi
.
Questi
sono
i
tempi
del
"
prima
mettiamoci
d
'accordo."