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DEL DISTINTIVO MEZZE TINTE ALLA SBARRA ( PETRANGELI PAPINI FRANCESCO , 1941 )
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È ora di sfatare la leggenda che taluni fascisti , non portando il distintivo del Partito all ' occhiello , compiano un atto di indisciplina o di semplice menefreghismo . Compiono invece un atto di vera e mera viltà , inquantoché nel contempo non rinunciano , e non rinuncerebbero per la pelle , al possesso della tessera che loro serve egregiamente per il posto , per la tranquillità e per ogni opportunissima evenienza . Sono come quei fedeli che trovano prudente stare in pace con Dio e vanno a confessarsi prima di giorno , alla chetichella , passando dalla sagrestia . Anche alla storiella del distintivo lasciato sull ' altra giacca non credono più neppure ... le giacche : fate bene attenzione e vi accorgerete e convincerete che chi soffre di tali dimenticanze è sempre un fascista " all ' acqua di rose . " Nel cervello di uno squadrista , di un vero fascista certe lacune mnemoniche non si riscontrano mai . Strano , del resto , come quelli che dimenticano il distintivo , siano gli stessi che si scordano di indossare la camicia nera nelle solennità fasciste e di intervenire puntualmente alle adunate . Un altro fascista , redarguito per la stessa ragione , dichiarava con tono cattedratico che la fede non è nel distintivo , ma nel cuore . Chi può contraddirlo ? Sa bene l ' amico che non è stata ancora inventata la radioscopia per le ulcere dello spirito ... Quanta brava gente perde involontariamente il suo distintivo ! Bisognerà che i sarti si decidano a ridurre le misure delle asole nei risvolti delle giacche . Con queste asole di grosso calibro i distratti vanno incontro ad un ' infinità di seccature ...
FEMMINILITÀ E CULTURA FEMMINILE ( PENDE NICOLA , 1941 )
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Noi non siamo di quelli che credono alla inferiorità cerebrale della donna . Ma è indiscutibile che il cervello femminile è qualitativamente diverso dal maschile . La donna può fare tutto quello che può fare l ' intelligenza maschile , ma fino ad una certa misura media , più che sufficiente però per i compiti per i quali la donna è stata creata . I migliori e più obiettivi psicologi ammettono che molto di rado la donna è capace di assurgere alla celebrità in quei campi del pensiero che richiedono potenza di pensiero astratto e di senso di proporzioni od invenzione originale . Tali sono le arti creative ed astratte , come la composizione musicale e l ' architettura , le scienze , la filosofia , la storia , il diritto . Su 150 donne celebri nella storia del pensiero , raccolte e studiate dal Pieraccini dal XII al XIX secolo in Italia , solo undici donne figurano come celebri nel campo di tali discipline creative ed astratte . Più frequente è il numero delle donne celebri nel campo della pittura , della poesia , dell ' arte narrativa : ma in 27 su 48 pittrici celebri esisteva una ereditarietà diretta , cioè esse erano figlie di artisti . È pur interessante ricordare che la più grande scrittrice italiana dal XII al XIX secolo è una Santa , S . Caterina da Siena ; e la più grande pittrice nel secolo d ' oro della pittura , il '400 , è pure una Beata , la Beata Caterina da Bologna . Sembra dunque che una fortuna ereditaria speciale od una grazia divina siano necessarie per la creazione di vere donne di genio ! Ma ciò non attenua affatto il valore dell ' intelligenza femminile : in questa esistono qualità che sono tesori incalcolabili per la grandezza di una Nazione e di una razza nazionale : queste qualità sono la grande facilità di assimilazione , la potenza dell ' intuizione , che spesso giunge ad una divinazione del vero , e poi l ' ordine mentale , la precisione , la pazienza , la minuziosità : qualità queste che noi vediamo brillare nelle donne veramente superiori , e caratterizzare anche le donne di certe razze umane civili , per esempio la germanica : qualità di precisione , di ordine , di disciplina mentale , di intuizione pratica , che mancano spesso , precisamente , proprio nell ' uomo di genio , per cui questi avrebbe sempre bisogno di avere a fianco un ' intelligenza femminile , soprattutto ben coltivata , per completare ed arricchire la sua organizzazione psichica eccezionale . È noto che quando mancano queste qualità di precisione , di ordine , di disciplina e di intuizione pratica , in una donna che deve governare una famiglia , questa famiglia va incontro facilmente a squilibri economici e morali , logorata dalla piaga dell ' arrangiamento e dell ' anarchia spirituale ... Ed ora noi possiamo tirare le fila di tutto quanto abbiamo detto sulle caratteristiche della femminilità , e possiamo facilmente comprendere come la cultura della donna non può che essere adattata a tali caratteristiche sessuali , e non può in nessun modo essere pari alla cultura maschile . Non solo si oppone a ciò il grande principio della divisione del lavoro tra uomo e donna , e della necessità , oggi più che mai proclamata e sancita nella nostra nuova legislazione scolastica , che ogni cittadino , uomo o donna , sia razionalmente orientato verso la carriera ed il tipo di lavoro i più confacenti alle sue attitudini motorie e psichiche . Ma al pareggiamento delle due culture , maschile e femminile , si oppone un altro grande principio : quello che una cultura fisica o morale od intellettuale che pareggi la donna all ' uomo e metta in non cale i requisiti specifici della femminilità , finisce con l ' alterare questa femminilità , ora atrofizzandone i lati più necessari alle funzioni di sposa e di madre e di collaboratrice tenera e comprensiva del lavoro dell ' uomo , ora deformandola in senso maschile , così dal lato fisico come dal lato psichico . Io ritengo giunto il momento che sia senz ' altro modificato profondamente l ' attuale ordinamento della Istruzione superiore , limitando alla donna quelle professioni liberali per le quali sappiamo che il cervello femminile non è per natura sufficientemente preparato : come sono le carriere delle scienze , delle matematiche , della filosofia , della storia , dell ' ingegneria , dell ' architettura . Io vorrei vedere sorgere una Facoltà Universitaria femminile , nella quale una donna possa approfondire le proprie conoscenze ed addottorarsi in quella che possiamo chiamare scienza della donna , del fanciullo , della casa e dei lavori femminili . In questa Facoltà i programmi dovrebbero consistere in almeno un biennio di studi in biologia , psicologia , igiene della donna ; biologia , psicologia e igiene del fanciullo ; pedagogia intellettuale e morale ; ed in un secondo biennio di studi , che riguardino l ’ amministrazione della casa , l ' ornamentazione della casa , e tutta la tecnica orientativa e direttiva dei vari lavori femminili domestici ed extradomestici ; infine la tecnica scientifica dell ' assistenza igienica e sociale in genere di chi soffre e lavora ( profilassi , vigilanza dei lavoratori e lavoratrici , assistenza degli in - fermi ) ... Concluderò che la cultura femminile da me proposta mira a dare un ideale vero e concreto e produttivo alla donna di oggi , un ideale che non sia soltanto quello legato ai fini della sessualità ...
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In questi due anni di vita la Mostra della Rivoluzione ha presentato a uno stragrande numero di italiani il quadro sintetico una specie di bilancio consuntivo di ciò che il Fascismo ha operato negli anni tormentosi della vigilia , dalle prime lotte per l ' intervento e per la guerra a Vittorio Veneto , dalla fondazione dei Fasci alla Marcia su Roma , e ha pòrto agli stranieri di buona fede l ' occasione di esprimersi sull ’ imponente movimento creato dallo spirito preveggente , dall ' intuizione politica e dalla tenace azione di un Uomo ... Come è naturale il più autorevole appassionato e minuzioso visitatore della Mostra è stato Mussolini che tutte le fasi del movimento da lui creato ha intensamente vissuto come tribuno , combattente , agitatore , polemista , Condottiero d ' insorti , Capo del Governo , Duce . Egli visitò la Mostra due volte prima dell ' inaugurazione esaminando attentamente cimeli e documenti , facendo osservazioni , dando consigli ed esprimendo infine il suo compiacimento agli organizzatori e agli artisti che hanno saputo creare nella Mostra un ' atmosfera tumultuosa , lirica , epica e splendente , lontana dalla freddezza statica e grigia del museo . Il Duce partecipò naturalmente all ' inaugurazione ufficiale e visitò altre volte la Mostra anche in via privata , nelle prime ore mattutine . Una volta venne riconosciuto , proprio nella sala di Fiume , da alcune donne fiumane , le quali lo circondarono improvvisando una calorosa manifestazione . Il Duce , dopo di essersi intrattenuto affabilmente con le visitatrici , disse loro : " State tranquille ché Fiume è sempre nel mio cuore . " All ' ingresso della Mostra hanno montato abitualmente la guardia i militi della M.V.S.N. , in un atteggiamento impeccabilmente marziale . Ogni giorno il cambio della guardia era atteso come uno spettacolo estetico di disciplina e di energia . Una volta un generale dell ' esercito , ammirato da questo spettacolo , si irrigidí sull ' attenti e usci in queste parole : " Non avevo mai visto una bellezza militare così viva e così perfetta . " Il milite coll ' elmetto nero si trovava di servizio in ogni sala , nei corridoi , in ogni passaggio ; immobile , silenzioso e severo lo si ritrovava nel Sacrario dei Martiri , dove i Caduti per la Rivoluzione , celebrati nei gironi lungo le pareti circolari in un ambiente altamente mistico e solenne , rispondono " presente " alla tacita evocazione dei vivi . Nel servizio d ' onore si sono alternati i rappresentanti di tutte le organizzazioni del Partito , dai componenti il Direttorio con a capo il Segretario on . Starace agli Avanguardisti e ai Balilla , e poi senatori , deputati , giornalisti , professionisti di ogni categoria , militari di tutte le armi , medaglie d ' oro , insegnanti di tutti i gradi , studenti , italiani all ' estero , dopolavoristi , operai , contadini . Tutta l ' Italia nelle sue rappresentanze più significative e nelle sue forze più vive ...
MUSSOLINI AVIATORE ( REDAELLI CESARE , 1934 )
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Nel luglio 1920 ebbi la fortuna di vedermi presentare il professore Mussolini ... Egli intende volare , vuole subito inscriversi alla scuola di pilotaggio da me diretta ad Arcore . Il 20 luglio hanno inizio le lezioni : fra le correzioni e i consigli per poter vincere le contrarietà degli elementi atmosferici alternavamo anche discussioni di carattere politico e dai suoi discorsi non potevo che restar preso dalla sua generosità , dal gran senso di comprensione dei bisogni del popolo italiano , dalla commozione e riconoscenza ch ' Egli provava per i caduti dell ' ultima guerra . I progressi del mio Allievo mi stupivano : sempre ansioso di conoscere , mai distratto , con una forza d ' attenzione superiore ad ogni altra . Ne è prova la lezione sul magnete . Gli chiesi se , sapendo già guidare l ' automobile , conoscesse il magnete . La risposta fu negativa . Presi un magnete , lo smontai e glie ne descrissi ogni pezzo . Benito Mussolini ritornò dopo una settimana senza aver avuto il tempo di pensare all ' argomento . Alle mie domande di parlarmi dell ' ultima lezione così come se ne ricordava , quale non fu la mia meraviglia nel sentire il mio eccezionale Allievo ripetere la descrizione esatta e il funzionamento preciso dei singoli pezzi del magnete . Un ' altra volta venne al campo accompagnato da un ardito . Aveva premura perché ad una data ora doveva allontanarsi per un duello . Gli feci subito la mia lezione : anche quel giorno mi serbava una sorpresa ; mai Egli si era dimostrato tanto pronto , tanto abile . Il pensiero di misurarsi con un altro uomo armato Lo eccitava , rendendolo oltremodo lucido e sveglio . Sul campo Egli portava sempre la sua innata vivacità che si manifestava in subitanee risoluzioni . Anche coloro che gli erano ostili sentivano il fascino della sua superiorità . Ormai era corsa la voce che Benito Mussolini veniva ad Arcore per le lezioni di volo e i nemici scelsero questo luogo per un attentato di ostilità . Si sparpagliarono per il campo coll ' intenzione di impedire qualsiasi decollo . Si cercò di persuadere ; visto inutile si passò ai fatti , ma questi provocarono una reazione pericolosa . Immediatamente fummo oggetto di una sassaiuola furiosa da metterci in serio pericolo . L ' impotenza a difenderci mi toglie il lume della ragione : preso da un ' ira sorda , una forza terribile mi pervade e mi spinge ad agire . Entro nell ' hangar aperto e balzo sull ' apparecchio ; lo tengo con fermezza ad una quota minima . Sento il colpo di un sasso sull ' ala . Punto deciso sulle persone e mi lancio ad una diabolica caccia all ' uomo . I tristi si sbandano terrorizzati : chi si getta nel fosso , chi contro la siepe , chi verso gli hangar ; fu una fuga pazza che lasciò il campo completamente sgombro . All ' approssimarsi del doloroso anniversario di Tullo Morgagni , Mussolini che era ormai progredito nelle lezioni di doppio comando mi chiese se era possibile andare col mio apparecchio sino a Verona per la commemorazione dei diciassette caduti . Egli voleva con questo volo reagire contro i negatori dell ' aviazione italiana . Lo assicurai e la partenza fu decisa . Il viaggio fu difficile per il vento contrario . Ricorderò sempre il gesto di Mussolini nel gettare un fascio di fiori sulla lapide dei Caduti del 2 agosto 1919 . L ' amico , il collega voleva onorare le vittime con un atto di solidarietà , percorrendo la stessa rotta che a loro era costata la vita , per dimostrare a tutti gli Italiani che un disgraziato incidente non doveva costituire l ' arresto dell ' ala italiana , ma un doloroso sacrificio inevitabile in tutte le conquiste , in tutte le ascese umane . Durante la semplice e commovente commemorazione Mussolini mi volle sempre con sé e allora mi raccontò che un caso fortuito lo aveva trattenuto all ' ultima ora dal prendere parte al tragico volo . Nel marzo 1921 una sgradita sorpresa ci era riservata per un atto di sabotaggio compiuto da ignoti malfattori . Dopo un primo felice volo il mio eccezionale Allievo stava compiendo il secondo quando m ' accorgo che il regime del motore si abbassa ; gli strappo i comandi di mano tentando di compiere un viraggio , ma l ’ apparecchio scivola incastrandosi nel terreno con l ' estremità dell ' ala sinistra e col motore . Mi alzo semintontito con una sola preoccupazione : Lui . Il timore che ho sul suo conto si aggrava quando lo vedo col volto rigato di sangue . Ha una ferita alla fronte e al ginocchio . Potei poi verificare la causa dell ' incidente : una delle tubazioni di passaggio dell ' acqua dal radiatore al motore , era otturata con un fiore di pino . Dei vili avevano corrotto il personale addetto alla manutenzione degli apparecchi procurando il doloroso incidente . Questo pericolo non affievolì l ' entusiasmo di Mussolini al volo , ma Egli ritornò ad Arcore e spaziò ancora nei cieli dimostrando quella forza e tenacia , quell ' ardimento e quella fermezza , quello sprezzo del pericolo senza cui non è possibile intraprendere nessuna opera audace . E come sempre , anche allora attuò il suo motto sul modo di servire la patria , e cioè : " Fare della vita un ' ininterrotta severa milizia , amare il rischio con le sue incognite , il pericolo con le sue seduzioni , la solitudine coi suoi silenzi che pongono finalmente l ' uomo a contatto con l ’ essenziale e l 'eterno." Parole che risvegliano echi lontani e che troveranno nella gioventù nuova non solo la piena approvazione e l ' intera comprensione , ma anelito febbrile per essere concretate in opere di vita , per una continua ascesa verso la potenza , il progresso e la conquista .
ORO E FERRO ( - , 1935 )
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Stanotte alla Federazione Fascista di Milano hanno vegliato sino all ' alba per controllare e pesare gli ultimi cento chili d ' oro raccolti nella serata . Il lavoro di verifica è il più paziente e meticoloso ; la coppetta del bilancino non è più grande di una mano , perciò bisogna pesare coi grammi . E grammo su grammo si son fatti due quintali e mezzo in tre giornate . È storia e sembra leggenda . Siamo a Milano o in California al tempo dei cercatori ? A notte alta continuano ad arrivare braccialetti , orologi , catene . Sono piene d ' oro casse e ceste e il tavolo è ingombro di oggetti preziosi del secolo scorso come quello di un gioielliere del risorgimento . Ecco i cammei napoleonici che portavano le donne di Hayez , le coccarde d ' oro zecchino , le tabacchiere con la miniatura di Garibaldi , le fedi dell ' Unità d ' Italia . Le nonne ne hanno fatto un bel cartoccio . Ecco i trofei e gli emblemi degli ufficiali della Guardia Nazionale , le spalline e gli alamari dei bersaglieri di Lamarmora , l ' elsa d ' oro di una sciabola appartenuta a chissà quale ammiraglio della marina veneta . I vecchi soldati hanno tolto dai medaglieri le decorazioni della prima Campagna d ' Africa : " Tenete anche queste , son ben meritate e valgono la pena di essere fuse per l ' Italia di Mussolini . " In una bustina assieme a un braccialetto c ' è la medaglia d ' oro della presa di Gorizia col motto : Ovunque e sempre . È un artigliere del 52° Reggimento che entrò a Gorizia 1'8 agosto del 1916 : " Non mi addolora staccarmi dal più caro ricordo della mia vita per donarlo alla Patria e al Duce . " Ecco le medaglie della Terza Armata col ritratto del Duca d ' Aosta : " È il solo ricordo che avevo del mio unico figlio caduto eroicamente sulla strada di Monfalcone : è venuto a trovarmi nel sonno e mi ha detto di consegnarvele tutte ... " Poi vengono le medaglie delle Esposizioni industriali grandi come piattini da caffè : Bruxelles 1905 . " È tutta oro e pesa trecentocinquanta grammi , vi prego di fonderla subito . " Attori , attrici , cantanti , hanno offerto le medaglie d ' oro delle serate d ' onore ricevute in omaggio dagli ammiratori del Perù e del Brasile . Una lettera dice : " Ho perduto la voce : queste medaglie possono cantare ancora nelle mitragliatrici dei nostri legionari d 'Africa." Intorno a un orologio è legato un biglietto con un nastro tricolore : " Questo orologio appartenne ad Alessandrina Ravizza Mazzini , e segnò tutte le ore travagliate della sua inesauribile attività filantropica . Lo offre per la necessità della Patria , lo spirito eletto di colei che in vita tutto diede per il bene altrui . " Una catenina con un minuscolo San Francesco è accompagnata da queste parole : " È poca cosa ma l ' ho tolta dal collo del mio bambino . È stato lui che mi ha incoraggiata a portarvela : vai mamma , servirà lo stesso . Basterà per una cartuccia . Un giorno quando saremo ricchi ne regaleremo una bella . " I più commoventi sono gli oggetti che valgono meno ; le fogliette d ' oro ricavate da un vecchio orecchino , i ciondoli di dodici carati , il cucchiaino d ' argento ricordo di una prima comunione . Oggetti raccolti grammo per grammo con un lento lavorio di formiche . Bottoni da polso rinvenuti in chissà quale cassa dimenticata . Vi sono fedi saldate dieci volte , anfore senza manico , braccialetti in cui la sabbia scorre come nelle conchiglie dei fiumi in secca . " Io sono povero e per l ' Italia non ho che questo piccolo oggetto da offrire : l ' unica ricchezza di casa mia . " In una grossa scatola di cartone un servizio di posate per dodici . E coppe , e anfore , e una fruttiera sbalzata . Il bilancino non basta , si prende la bilancia . Sedici chili d ' argento : il donatore è anonimo . È anonimo anche il signore straniero che ha fatto pervenire il suo portasigarette d ' oro massiccio . E non è il solo , e non è l ' ultimo . Nuova pioggia di sterline : in una sola busta ve ne sono trentaquattro . E dieci napoleoni d ' oro in un ' altra . La Regina Vittoria continua a sorridere . Gli orologi non si contano più : qualcuno è fermo da un quarto di secolo e al posto del quadrante ha una fotografia ingiallita ; qualche altro batte ancora , è vivo : " Fedele ai sentimenti ispiratimi dal mio defunto padre offro alla mia Patria quanto di più caro ho in questo momento ... " Giù , nel salone della Federazione , la giornata riprende . La prima ad entrare è una popolana . Ha con sé due involti che spiega timidamente sul banco d ' accettazione : Tre anelli e una collana . Domani porterò il resto . E il salone a poco a poco si riempie . Le bambine prima di andare a scuola vi depongono gli anelli e le stilografiche d ' oro . I vecchi signori con molta dignità staccano l ' orologio dalla catena , lo guardano per l ' ultima volta e con fierezza lo lasciano sulla bilancia . Due giovani sposi offrono i loro anelli nuziali uniti ad un nastrino tricolore . Una domestica ha una valigia piena di posate d ' argento : I miei padroni da oggi hanno deciso di mangiare con le forchette di stagno ... Poi togliendosi l ' unico anello che ha al dito aggiunge : Questo è mio . È di vero oro . Un direttore di farmacia dona anelli , spille , un portasigarette d ' oro , duecento lire in monete estere e si obbliga di versare cento lire al mese per un anno : Niente sacrifici , amici miei ; devo farmi un soprabito nuovo , ne faccio volentieri a meno ... Un ex ufficiale degli arditi , grande mutilato , consegna due medaglie d ' argento , una croce di guerra e un pugnale : È ferro buono e può essere usato ancora . Se avessi le gambe lo porterei io stesso a destinazione ... e sarei sicuro di non sbagliarmi . E la schiera dei donatori si moltiplica . Oro , argento , ferro , bronzo . Un suddito tedesco toglie da un vecchio tascapane due elmetti inglesi arrugginiti . La folla preme da tutte le parti . La signora anziana abbraccia una statuetta di bronzo e un candeliere : Le ho portate da Porta Ticinese a piedi ... Qualcuna ha gli occhi lucidi dalla commozione e senza parlare toglie da un astuccio una borsetta d ' oro e la depone affianco al più modesto servizio di cucchiaini . Le offerte non si contano , sono migliaia e migliaia . In questo stesso momento in tutta l ’ Italia serpeggia una vena d ' oro . La ricchezza non è soltanto nelle miniere . La ricchezza è nel cuore degli uomini , è nel cuore stesso della civiltà . E l ' Italia sta dando al mondo la più grande lezione di storia .
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Anche noi siamo d ' accordo sul valore “ esplorativo ” che si è attribuito a questi ludi primaverili della intelligenza dei giovani . Non si trattava è stato detto di assistere alla rivelazione di ragazzi prodigi ma di saggiare fino a che punto , nella coscienza della nostra gioventù , la temperatura spirituale dei tempi nuovi sia riuscita a bruciare le vecchie scorie dell ’ accademismo , dell ' eloquenza e dell ' indifferenza ai valori morali della civiltà nostra . Il valore della manifestazione che , al secondo anno di vita , si è perfezionata nella struttura organica , non è da ricercarsi solo nel numero imponente dei partecipanti ma nella constatazione della intima armonia tra l ' etica fascista e la volontà dei migliori . Alfonso Gatto , Littore della prosa per l ' anno XIII , era noto per un libro di poesie , stampate alla macchia qualche anno fa da una tipografia napoletana . Con questo libriccino smilzo egli era riuscito a ottenere il consenso dei pochi critici autorizzati in Italia a parlare di poesia e la stima dei pochi " chierici " votati alle Muse . Ha vinto quest ' anno il primo premio con una prosa Ottotteo che ha scritto il presidente della Commissione è tutta in rilievo e ogni parola ha un proprio valore significativo . " Ci rappresenta le vicende della sua famiglia , i paesi e le città dove essa vive , nel clima fantastico della primissima infanzia , dal giorno che egli fu concepito al giorno ch ' egli ebbe la parola : ardimento davvero straordinario per uno scrittore , come il Gatto , che non ama il linguaggio scientifico degli psicologi né quello ambiguo dei psicoanalisti . " Ernesto Caballo si è aggiudicato il titolo di Littore della Poesia , con una breve canzone ai balilla , dove persino certe inesperienze sintattiche vengono a vantaggio della fresca ispirazione : " Camminar coi balilla , nell ' alito del Dio , per queste tenere montagne : serenamente si sfiorano i dirupi . I corpi dei balilla hanno un aroma nuovo che la nostra infanzia non seppe : il loro canto negli abissi diventa terribile . Vanno col sentimento della patria a cercar nuovi miti e fontane . " Roberto Zerboni , ha vinto il concorso col suo soggetto cinematografico Vita di Sole dove son messi a fuoco gli episodi di una squadra di calcio . Al convegno di critica letteraria si è parlato degli scritti del Duce , di Oriani , di Corradini , di Slataper , di Serra , degli scrittori della “ Voce ” , dei futuristi e di D ' Annunzio , di tutti coloro che furono coscienti durante e dopo la guerra della necessità della nostra rivoluzione . Si è chiarita l ' antitesi tra vecchio e nuovo , si è compreso quale sia il valore del Fascismo nella storia d ' Italia e quale sarà nel futuro la civiltà fascista . Al convegno di critica d ' arte , molti hanno espresso chiaro il concetto che la tradizione deve intendersi come ricerca di una continuità spirituale nella nostra storia ; che le influenze straniere non sono da trascurarsi , perché servono a riconoscere , per reazione , quali sono i caratteri fondamentali ed eterni del nostro spirito e che non soltanto trattando temi fascisti , o celebrando episodi eroici , ma specialmente esprimendo la volontà di chiarezza , di semplicità , di essenzialità della vita dei nostri giorni e della nostra intimità , si può aspirare ad un ' arte veramente nuova e resistente nel tempo . Sui " caratteri del cinema fascista " si è discusso accanitamente : ma un nucleo di intransigenti ha concluso nella maniera più giusta l ' animata discussione : il cinema fascista deve rispecchiare il nostro tempo non nei fatti , ma nello stile , e che in fondo più di tutto conta la fantasia dell ' artista . Nella critica musicale i nostri scapigliati melomani ne hanno dette di tutti i colori : alcune proposte tradizionaliste ebbero accoglienze tempestose da parte dei più . Più sereni , meno focosi , si sono svolti i convegni di studi politici . I " caratteri dell ' economia corporativa " , " il Fascismo nel mondo " , " l ' amministrazione tecnica e amministrativa di un quotidiano " erano i temi all ' ordine del giorno . È stato investito in pieno il problema della stampa fascista : chi vorrebbe affidare l ' amministrazione di tutti i giornali allo Stato , chi vorrebbe abolire tutti i giornali di provincia e istituire un grande giornale nazionale . Quest ' anno alle gare littoriali delle Arti figurative sono stati chiamati anche gli artigiani : la mostra ha guadagnato in freschezza , in solidità , in fantasia . Noi conosciamo troppo le insidie dell ' intelligenza per non manifestare simpatia a certe opere , come ce n ’ erano tante in questa mostra , in cui il sentimento prevale a scapito della grazia . Quella che era la necessaria eloquenza dei temi è stata tradotta da molti in periodi estrosi , popolareschi , in associazioni di figure così avventate da far pensare a quella che è l ' ossatura ritmica di certa antica poesia cavalleresca . Certo i più disposti a tradurre in espressione i temi del nostro tempo , della nostra nuova civiltà , sono appunto i giovani , cresciuti in questo clima e per i quali l ' aderenza al tempo è un problema di naturale sincerità e non di appassionata retorica , di modo che nelle loro opere è più difficile saggiare l ' arte che la fede . Di conseguenza i pregi sono qui tutti di intenzione e i difetti son da ricercarsi nello stile . A giovani poco più che ventenni non si possono chiedere le esperienze di " forma " , diciamo pure di " tecnica " , in cui si vincola e si svincola da tempo l ' arte europea . C ' è in tutti un prevalere dell ' esclamazione sul semplice recitativo e pochi , difatti , riescono a risolvere in termini lirici , nel tono o nella chiusa calma del piano , il loro sentimento . Forse è la severità dei temi , legati alla storia di questi nostri anni carichi di eventi e di cronache memorabili , che ha portato tutti questi giovani a cimentarsi con delle esigenze più complesse dei soliti espedienti : essi hanno voluto comporre delle storie anziché definirsi in frammenti . Ne son risultati affreschi come quelli ispirati al tempo fascista , ricchi di errori , ma gonfi di linfa , quadri sbagliati nei toni , ma sinceri e genuini nei gesti e nelle figure , bassorilievi slegati nel ritmo eppure a volte densi di dramma , statue modellate con estro , anche se difettose di equilibrio e di misura . Per capire certi errori e le qualità più epidermiche , basterebbe riferirsi alle provenienze di scuola . Ma non vogliamo fare qui il processo ai maestri . Chiudiamo invece il bilancio con una frase di Baudelaire che vorrei questi giovani meditassero a lungo : dell ' arte bisogna riuscire a fare la sola abitudine della propria vita perché " l ' inspiration n ' est que le travail de tous les jours . "
SCHIAVI O PADRONI? ( FERRERO GUGLIELMO , 1921 )
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Dalla Sicilia all ' Alaska , dagli Urali allo stretto di Magellano il popolo si grida schiavo dei ricchi . A loro volta i ricchi si dicono vittime della insopportabile tirannia del popolo , ormai potente e prepotente per le sue irresistibili pretese . " Io sono schiavo del Capitale " grida il Lavoro , " Il Lavoro è il tiranno più insolente , che sia apparso nella storia " risponde il Capitale . Tutti e due si sentono in catena , e ciascuno maledice l ' altro come il suo carceriere . Chi ha ragione e chi ha torto ? Tutti e due . Ambedue sono incatenati . Né l ' uno né l ' altro si lamentano a torto . Ma nessuno dei due ha ragione di maledire l ' altro come carceriere e aguzzino , perché tutti e due sono schiavi di un terzo tiranno ; degli strumenti che il Lavoro e il Capitale hanno creati insieme , sperando che sarebbero servi docili e ubbidienti . La storia di questo immenso errore è strana e recondita . Nessuno la conosce . Dal principio dei secoli l ' uomo aveva fabbricato gli oggetti che gli occorrevano con le sue mani , facendosi aiutare nella sua casa da pochi servi modesti e docili , il Bue , il Cavallo , l ' Asino , l ' Acqua , il Vento , il Fuoco . Il Fuoco era tra questi servi domestici il più modesto e il più docile . Rannicchiato in un cantuccio della casa , quel vecchio schiavo riscaldava l ' inverno il suo padrone e gli cuoceva ogni giorno il desinare e la cena ; qualche volta usciva con lui , lo accompagnava alla guerra , e lo aiutava a bruciare le messi e le città dei nemici . In compagnia di questi servi , l ' uomo aveva vissuto per secoli , guadagnando il pane con il sudore della fronte , espiando con il lavoro il peccato dell ' Eden . Aveva vissuto poveramente , ma non inutilmente . Poiché in quei secoli ha costruito il Partenone e Nôtre Dame ; ha scritto i Dialoghi di Platone , il Vangelo e la Divina Commedia ; ha scolpito la Vittoria di Samotracia e dipinto la Primavera del Botticelli ; ha fondato l ' Impero Romano , cristianizzato l ' Europa , scoperto l ' America . Ma un giorno l ' uomo fece una meravigliosa scoperta . Quel modesto schiavo che da tanti secoli si rincantucciava sotto la cappa del camino , che gli cuoceva le vivande e lo riscaldava l ' inverno , era un Demone travestito . Sapeva animare e far muovere certi portentosi giganti di ferro , ciechi , sordi , senza cervello , ma capaci , come uomini senzienti e intelligenti , di filare , di tessere , di camminare , di martellare , di tagliare , di cucire , di seminare , di falciare , di scavare la terra ; e quanto più veloci degli uomini ! Infaticabili addirittura . Quei giganti avevano la meravigliosa virtù di scorciare il tempo , facendo in un ' ora l ' opera di un giorno , in un giorno l ' opera di una settimana , in una settimana , l ' opera di un mese . E per di più , essendo di ferro , ciechi , sordi e senza cervello , non conoscevano capricci ! Quando il Fuoco ordinava , subito si muovevano ; e via di corsa , notte e giorno , finché il Fuoco , stanco , dicesse " basta ! " addormentandosi sul suo letto di ceneri . L ' uomo fu inebriato dalla scoperta . Se il Fuoco era l ' animatore di questi giganti di ferro , non era egli padrone del Fuoco ? Se in groppa a quei giganti poteva correre , senza muoversi e senza ansare , la terra ed i mari , aspettando addirittura di salire in aria con gli uccelli e di nuotare sott ' acqua con i pesci , quale dei tesori nascosti sotto la terra potrebbe sfuggire alla sua cupidigia ? Lo spazio , il gran nemico che da tanti secoli opponeva la sua immensità inerte alla irrequieta fantasia degli uomini mal servita da troppe piccole gambe , non era debellato ? Se lo spazio era debellato e se quei giganti erano capaci di fare in un ' ora il lavoro di un giorno , l ' uomo non potrebbe finalmente riscattare la condanna pronunciata nell ' Eden In sudore vultus tui vesceris pane ? Godersi un ' abbondanza crescente a prezzo di un lavoro accorciato ? Insieme con le macchine mosse dal vapore e dall ' elettricità è apparsa nella civiltà occidentale una doppia aspirazione : dominare la terra e la natura ; liberarsi dalla schiavitù del lavoro senza ricascare nelle catene della penuria . Ma questo doppio sogno si è avverato soltanto a mezzo . L ' uomo è oggi il signore della terra e della natura . Ha vinto lo spazio , costretto il pianeta a consegnargli tutti i suoi tesori , anche quelli che aveva riposti nei nascondigli più segreti , spezzato perfino le catene della gravità , levandosi a volo . Ma non è riuscito a spezzare quelle del lavoro : anzi più arricchiva e cresceva di potenza , più affannosamente ha dovuto lavorare . - Con le macchine mosse dal vapore e dall ' elettricità incomincia l ' insonnia del mondo . Qual ' è il tormento comune di tutti , poveri e ricchi , nella civiltà occidentale ? L ' inumana fatica a cui siamo tutti condannati . Noi viviamo nelle comodità e negli svaghi , abbastanza sicuri a paragone dei nostri padri , liberi da molti vincoli e nodi , che una volta parevano inseparabili da ogni esistenza bene ordinata : ma dobbiamo lavorare , lavorare , lavorare ; e non possiamo interrompere l ' opera nostra neppure un minuto per ripigliar fiato . Non solo ognuno di noi deve produrre , ma deve anche consumare , quanto più può , ossia sforzarsi e affaticarsi ancora , fino all ' estrema misura delle sue forze . Chi corre il mondo d ' uno in altro albergo , chi legge , chi va al teatro , al ballo o ad un banchetto sontuoso , chi gioca di braccia e di gambe , chi muta abito in ossequio ad una legge di fastose eleganze , compie uno sforzo che , pur mirando a procurare un divertimento o una soddisfazione , richiede tempo e costa fatica , quanto il produrre ricchezza . La parte del giorno in cui non siamo condannati a produrre ricchezze , siamo condannati a consumare quelle prodotte dagli altri divertendoci , ci piaccia o non ci piaccia . Non siamo quasi mai liberi di vivere a nostro gusto , divertendoci quando ci talenta e riposandoci quando ci garba meglio . Quando ritorniamo a casa , dopo aver compiuto il nostro compito quotidiano , quando usciamo dall ' ergastolo del lavoro a cui ci ha condannati il destino , noi ricuperiamo la libertà . Incomincia allora un altro e non meno imperioso dovere : dar lavoro agli altri , consumando quel che essi producono , con i divertimenti , i giochi , i lussi , le occupazioni intellettuali o artistiche , talora anche con i vizi , le orgie e le disoccupazioni imposte dal costume , dalla voga , dall ' imitazione , dalla vanità , dal rango o dall ' autosuggestione . Quanti si sono alla fine persuasi di doversi disperare per la privazione che li renderebbe invece felici , se fossero liberi ! a quanti i sollazzi e i piaceri sono tormenti imposti ! L ' uomo moderno non è nemmeno più libero di riposarsi quanto dovrebbe per non ammalare . Deve lavorare e divertirsi a prezzo della salute e della vita . " Muori , ma produci e consuma " - gli gridano i tempi . Lavoro e divertimento rubano a poco a poco anche le ore del sonno all ' uomo , che non ha ancora inventato la macchina per allungare il tempo . Come è accaduto questo scambio singolare ? Perché l ' uomo è più schiavo che mai del lavoro , oggi che tanti milioni di schiavi infaticabili , dal corpo di metallo e dall ' anima di fuoco , lavorano per lui ? Perché non ha più neppure il tempo di dormire quando fa in un ' ora quel che i padri in un mese ? Perché il tempo gli scarseggia quanto più dovrebbe abbondargli ? Questa è stata appunto la beffa atroce di quei giganti di ferro . Sebbene ciechi , sordi e senza cervello , quanto furono più furbi del : loro incauto creatore ! Sono riusciti a fare schiavo l ' uomo che li aveva creati per essere da loro servito come un semidio ; e in che modo ? Accendendo in lui desideri e speranze illimitate . L ' uomo può godere dell ' abbondanza in due modi : o contentandosi di meno di ciò che ha , o procurandosi più di quello che desidera ; o riducendo i suoi bisogni , o accrescendo la sua ricchezza . Tutte le civiltà che furono prima della rivoluzione francese si attennero al primo modo ; la civiltà occidentale , da un secolo in qua , al secondo . Inebriata dalla potenza dei nuovi strumenti , la civiltà occidentale è stata presa da una smania insaziabile di nuove maggiori ricchezze . Produrre , produrre , produrre : le parve felicità e gloria supreme . Ma a che gioverebbe produrre tante ricchezze se non si consumassero ? Onde l ' universale schiavitù del produrre e del consumare : del produrre per poter consumare ; del consumare per poter produrre . Oggi la plebe accusa i ricchi di essere insaziabili . È vero : ma sei ricchi non fossero tormentati da questa pazzia di arricchire , risparmierebbero ogni anno una parte delle loro entrate per fabbricare e mettere in movimento nuove macchine ? E se , invece di risparmiarla per fabbricare nuovi giganti di ferro senza cervello . la spendessero in piacere e in lussi , le industrie , l ' agricoltura e il commercio prospererebbero così largamente ? E donde scaturisce l ' agiatezza della plebe moderna , ignota ai secoli precedenti , se non da questa universale prosperità ? I ricchi accusano spesso la plebe di essere incontentabile , di aver sete quanto più beve , di aspirare ormai a tutti i comodi e a tutti i lussi dei ricchi . Ma se le moltitudini si contentassero di vivere ancora all ' antica , povere e semplici , con quali clienti le industrie e i commerci prospererebbero ? Quanti capitali dei ricchi , colpiti da improvvisa sterilità , non darebbero più frutto ? Invano ricchi e poveri si accusano a vicenda di essere tiranni . Oggi non c ' è nella civiltà occidentale che un solo tiranno , ma spietato : quel popolo innumere di giganti di metallo animati dal fuoco , che ci costringono tutti a lavorare e a far baldoria , senza tregua , ci piaccia o non ci piaccia : perché se i poveri o i ricchi , i grandi , la condizione media , o la plebe , volessero vivere più semplicemente , la gran macchina del mondo si fermerebbe . Non le macchine lavorano oggi per soddisfare i nostri bisogni ; ma noi dobbiamo imporre noi stessi , anche quando ci piacerebbe di vivere semplicemente , tutti i bisogni che son necessari , affinché le macchine che noi abbiamo create possano continuare a creare un ' abbondanza che ci tormenta . Tutti soffrono sotto questi tiranni ; nessuno può liberarsene ; e perciò ciascuno accusa l ' altro . Il grande impegno che toglie il sonno alla civiltà occidentale è proprio questo . Non distruggere , come nemici del genere umano , questi giganti di ferro animati dal fuoco , ma neppur moltiplicarli ciecamente , facendo del mondo la loro preda e il loro schiavo . Rifarli servi dell ' uomo che li ha creati , docili al suo cenno . Rompere la catena della loro tirannia . Schiavi dei nostri schiavi o padroni ? Questo è il dilemma . Questa è la prova . Questo è il cimento . Per vincerlo è necessario non dimenticare che la civiltà occidentale è stata incatenata da questi suoi schiavi di ferro e di fuoco , perché prima ha aspirato a una ricchezza e a una potenza illimitate .
ADUNATE E RITI DI MASSE ( APOLLONIO MARIO , 1935 )
StampaPeriodica ,
Giova fermarsi su alcune parole fasciste ... La prima di queste forme espressive e quella che condiziona tutte le altre , è la adunata . Sarà perché nella vita militare il segnale di adunata è fra i più allegri e cordiali , sarà perché nel ricordo di tutti è rimasto il senso di un ritrovare attivamente il perché del fare e dell ' essere dopo la precarietà un po ' stupefatta e vuota della pausa , ma la parola suona come uno squillo . Il senso ne è diventato più complesso , dai primi anni dello squadrismo : ha perso la sfumatura combattentistica di chi sembrava ritrovarvi i giorni indimenticabili del sacrificio guerresco ; e a nessuno verrebbe in mente di considerar pausa inattiva la vita " borghese " ; in compenso questa vita " borghese " d ’ ogni giorno acquista una vivacità e una serietà insospettate quando da un momento all ' altro , non la interrompe , ma la riassume e la condiziona , lo squillo dell ' " adunata " ... Ma la più ricca e sintetica di queste " parole " è il saluto al Duce . Due battute che riassumono la storia di un ' epoca , o forse la nostra storia di sempre , fatta di collo - qui animosi fra l ' eroe e la moltitudine . " Saluto al Duce ! " è un comando , e , quasi più che comando , un tèma proposto : è , nello stesso tempo , l ' affermazione della volontà creativa di un Capo . Al comando risponde il grido collettivo , che chiama sulla pluralità concorde dei molti quella volontà e l ' integra in sé . " A noi " era frase ignota nella lingua italiana : forse perché mancava , se non la cosa , la nitida coscienza della cosa ? Comunque è stata ben consacrata in tante pagine , dall ' arditismo ad oggi . Offriamo soltanto rapidi spunti alla riflessione di chi voglia pensare . Si osservi il ritmo dei gesti , nelle adunate , dal " passo di parata " alla marcia di una folla . C ' è qualcosa di animoso e , insieme , di esattamente proporzionato . Il dinamismo non si irrigidisce mai nel meccanismo : c ' è sempre intorno al gesto risoluto la vibrazione di una simpatia spontanea . Lo si confronti con altre forme di parola e di gesto presso altri popoli che hanno capito non solo l ' importanza , ma la necessità di queste espressioni corali . Nella spettacolosità delle adunate russe avverti il senso di una massa amorfa che si plasma pigramente e alquanto passivamente nelle forme indicate da una fantasia di coreografo più che dalla coscienza totale di un politico . Nelle parate hitleriane senti l ' impegno scrupoloso di obbedire a una formula geometrica di cui importa , più che il vivo aderirvi , la esattezza e la validità astratta ...
I CAMPIONATI DI TIRO A SEGNO A ROMA ( FAVIA DEL CORE M. , 1935 )
StampaPeriodica ,
Il tiro a segno vive ore splendenti di apoteosi : l ' esercizio delle armi , al quale molti di noi si dedicarono da bambini , più per un pretesto di vita all ' aperto e perché offriva domenicalmente la possibilità di una passeggiata , fucile in spalla , dalla sede cittadina al vicino poligono di tiro , ottiene in quest ' ora eroica della Nazione , il suo posto al sole insieme col riconoscimento ufficiale e con la consacrazione della sua utilità . Il concetto del cittadino - soldato , che con le organizzazioni giovanili del Regime si è venuto decisamente affermando , vede la sua riaffermazione in una grandiosa manifestazione grandiosa per il crisma impresso dalla più alta espressione del Fascismo che ha onorato e potenziato l ' avvenimento , per il numero stragrande dei partecipanti circa diecimila , per la cospicua presenza delle rappresentanze estere circa settecento , per il numero delle prove contemplate dal programma , per le categorie di cittadini alle quali sono aperte le prove stesse [ … ] La presenza di Mussolini alla inaugurazione dei tiri ha fatto felici tutti : dagli alti gradi dell ' esercito , che hanno tenuto sotto la loro egida questa grandiosa manifestazione , alle personalità incaricate della organizzazione , ai concorrenti che non sapevano contenere la loro gioia , ai reparti di truppa in grigio verde . Essi hanno avuto il supremo onore di averlo tra loro tiratore fra i tiratori ed hanno visto in lui , come sempre , il luminoso esempio nella via da seguire . Poi , quando il Duce ha imbracciato il fucile e con polso fermo , e con occhio sicuro ha segnato la " sua " serie di colpi , e quando contemporaneamente al sibilo della sirena il crepitare del fuoco accelerato dei tiratori componenti il plotone d ' onore ha annunciato che l ' ottava gara generale ed i campionati mondiali erano ufficialmente e virtualmente iniziati , l ' ardente passione ha esploso in tutta la sua potenza , ed ancora una volta il Capo del Governo si è trovato al centro di una ardente dimostrazione che superava , con luminosa evidenza , la particolare contingenza confermando che tutto il popolo italiano è oggi più che mai con Lui , pronto ad imbracciare l ' arma al servizio di una Italia grande , rispettata e temuta , come Lui la vuole . Essere forti per essere temuti ! ...
DALLA SANREMO AL GIRO D'ITALIA ( ROGHI BRUNO , 1935 )
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Adesso è in cantiere il Giro d ' Italia . Se la Sanremo imposta le sfide , il Giro le risolve . Il Giro di quest ' anno , inoltre , varrà a stringere i tempi di un ' altra sfida , leale ma strenua , e sopratutto necessaria , nella quale il ciclismo nazionale è impegnato con i suoi atleti , il suo prestigio e la sua organizzazione . C ' è , infatti , da scomporre il rapporto gerarchico che da anni aduggia la più vasta manifestazione ciclistica italiana , tenuta un gradino più sotto dal Giro di Francia , la corsa - caravanserraglio che il settantenne , furbissimo e accortissimo Enrico Desgranges difende con la punta della sua penna icastica e col taglio dei suoi milioni invidiabili . Lotta leale : non si vuole limitare artificiosamente l ' importanza del Giro di Francia , corsa e organizzazione formidabili , nonostante i carnevaleschi apparati pubblicitari . Si diventa più piccoli se , per parere alti , s ' impiccolisce a parole l ' antagonista . Bisogna sollevarsi sulla punta dei piedi e tirare le corde del collo . Lotta strenua : il Giro d ' Italia non vuole essere il suddito del fratello più vecchio . Non può accettare supinamente un vassallaggio insostenibile . Perciò gli organizzatori , con l ' altissimo conforto dell ' altissimo riconoscimento , dànno volontà , danaro , passione per potenziare vieppiù una colossale corsa a traguardi che , al di là del significato atletico , svolge vittoriosamente un ’ autentica opera di propaganda popolare . Dunque un Giro d ' Italia tutto in lettere maiuscole . Lo schieramento totalitario dei corridori italiani . Una rappresentanza in gamba di atleti stranieri . Un elenco ghiottissimo di premi . E il Giro di Francia ? La Federazione ciclistica italiana non ha ancora preso decisioni definitive circa la partecipazione di atleti indigeni alla corsa francese . Finiremo per andarci . È bene tornare là dove Ottavio Bottecchia , con quel suo profilo di sparviero , ha vinto due volte . Ma tornarci da buoni amici , da pari a pari , e non già da tre volte buoni parenti poveri . I tempi del " grazie , veniamo " sono tramontatissimi . Questi sono i tempi del " prima mettiamoci d 'accordo."