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L'ALLOCUZIONE DI MUSSOLINI ( FRACCHIA UMBERTO , 1926 )
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... Si è diffuso e consolidato il grande pregiudizio che tra letteratura e politica , tra politica ed arte , sia un dissidio insanabile . Peggio ancora , si è diffusa l ' errata opinione che la politica del Fascismo sia una politica , non dirò antiletteraria , che sarebbe un ridurre il problema a proporzioni troppo meschine , ma negatrice di quei valori intellettuali che nella vita di una nazione sono appunto rappresentati dalla letteratura , dalle arti , e da ogni forma di attività spirituale . In realtà altra invece dovrebbe essere , ed è non appena si esca dalle zone basse e medie della politica , la base dei rapporti fra politica ed arte , fra politica e letteratura . Il principio morale su cui poggiano questi rapporti è quello generale dell ' agis quod agis : e cioè che il buon cittadino , se non è uomo politico , non deve tener dietro alle minuzie dell ' azione politica militante , ma semplicemente considerarsi come un soldato della Nazione , pronto ai suoi grandi richiami ; e per il resto coltivare il proprio campo , qualunque esso sia , senza risparmio né di fede né di fatica , lasciando che gli uomini politici assolvano il loro compito ed esercitino il loro potere . Questo giornale ha dichiarato apertamente , nell ' annunziare or sono sei mesi il suo programma , di aderire a tale principio . Ma afflitti e avviliti da esempi che spesso , nella pratica , hanno smentito la dottrina , vedendoci costretti di giorno in giorno a farci più piccoli e muti dinanzi al trionfante illetterato , le parole che Benito Mussolini ha pronunciate la settimana scorsa non possono non toccarci profondamente . Egli , con poche frasi incisive , il cui accento di sincerità appare chiaro anche alla lettura , ha rotto il cerchio di malevolenza che si stava stringendo a poco a poco intorno a noi scrittori : riconoscendo innanzi tutto allo scrittore italiano una missione nel periodo storico che attraversiamo ; quindi rendendo giustizia ai migliori , col mettere al bando quelli che usurpano la loro fama o nomea di scrittori ... Non si fa " imperialismo spirituale " con i brutti romanzi , con le metriche zoppe , con gli zibaldoni rettorici , con le commedie convenzionali . E quando si vorranno veramente stabilire le gerarchie , si vedrà che proprio i tanto derisi e calunniati " letterati puri , " sono i soli legittimi , degni e validi portatori di un " imperialismo spirituale italiano " che non tenti di risuscitare un passato da ogni vivo intelletto messo in disuso , o di accreditare qualche nuova fama scroccata ...
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Il Carro di Tespi lirico : a sommo del boccascena la sigla del Dopolavoro , impresario che non cerca guadagni e soltanto , senza lesinare sulle spese , vuol dare al popolo la possibilità di godere della buona musica e del bel canto . La funzione educativa e sociale di questo magnanimo impresario che ha come suo il segno del Littorio non ha bisogno di essere dimostrata : chi alla " prima " milanese ha distolto per un momento gli occhi dal palcoscenico per guardare le migliaia di volti allineati in platea ne ha avuto una prova in quell ' espressione raccolta e rapita ad un tempo ch ' era di tutti gli spettatori ... Dopo una recita , anche questa ottimamente riuscita , di Tosca , il Carro di Tespi lirico ha lasciato Milano . Attrezzato con i mezzi più moderni in pochissimo tempo tutto si smonta , si ripiega . Il Carro parte , va altrove a offrire il suo dono spirituale ; parte salutandoci con le note di Giovinezza : di quella musica che fa sonora la nostra passione più viva .
COI LITTORI IN CASA DEL DUCE ( SINISGALLI LEONARDO , 1934 )
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Appena sceso dal cavallo bianco , ha carezzato la fronte della bestia ed è venuto tra noi . È stato circondato da un gruppo di giovani alti e scuri : io ch ' ero distante , riuscivo appena a vedere sul berretto la cordicella di caporale d ' onore . A poco a poco , nel breve spazio che c ' è tra lo steccato del campo ostacoli e villa Torlonia , ho potuto avvicinarmi sempre più , fino a sentire la sua voce . Poi l ' ho visto sorridere apertamente . Si parlava tra noi della sua salute , del suo fiato , del suo occhio . E non riuscivamo a vincere la forte commozione che ci veniva dalla presenza del suo corpo tra i nostri corpi . So che a molte domande , anche semplici , che ci ha rivolte , appena seduti con lui a colazione , noi abbiamo risposto male e assai imbarazzati . La mattina era piena di sole , le foglie lustre e la sabbia . Donna Rachele ci guardava dal terrazzo , gli ultimi due figli erano scesi e osservavano con curiosità la grande " M " nera e la piccola " m " d ' oro disegnati sui maglioni . Era evidente nel Suo volto la grande felicità di trovarsi tra i giovani di sangue migliore , allevati , si può dire , col suo respiro . Giovani tutti sui vent ' anni con " le midolle fatte dei triangoli più gentili . " Ci guardava come animali di razza o modelli . Il suo sguardo veniva sempre più addentro .
ESPRESSIONE DI MUSSOLINI ( GATTO ALFONSO , 1934 )
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Quando Mussolini parla della Patria trova la sua situazione di contemplatore , il sentimento suo più intimo , direi più individuale . Di una estrema realtà la sua Patria è costante : di una posizione nel tempo e nello spazio la sua terra è precisa : figura e storia assunte nello stesso ordine di sguardo . Così il Duce quando parla , si esprime : gli italiani che ascoltano comprendono prima di tutto come Mussolini debba esprimersi in quella forma e non altrimenti : con quelle parole giuste e rilevate , per rendere concreta nell ' azione del linguaggio la sua storia di uomo . La folla in cui Mussolini trova ridestata e precisa di presagi la sua memoria , la sua vita sente la sua animazione disposta allo sguardo del Capo : vi si approssima sempre più , ripopolandosi e propagandosi in sé sola : diventa vero popolo , ma concreto , presente , senza astrazioni . E Mussolini ne ha il senso , allo sguardo aperto , al corpo orientato : Mussolini lo vede , lo misura esistente dal bisogno che ne ha in sé : Mussolini lo chiama per lo spazio che esso occupa e difende , per il lavoro aperto nelle case , nelle scuole , nelle officine . Le città italiane diventano la natura operosa di questo popolo che ha memoria lunga e di un giorno amato interamente si rende piena la vita , e non dimentica più le parole ferme per cui si senti esistere e tremare . Le città continuano , l ' una nell ' altra : tutte le porte aperte alla voce . Il Duce parla : l ' orizzonte è nel giro rapido dei suoi occhi . Non può che vedere come le sue parole diventino l ' attenzione stessa del popolo che le ascolta : l ' unità è assoluta , inamovibile : una vera distesa della Patria . Questo è il sentimento che il Capo realizza per tutti.Quando Mussolini parla del Lavoro , trova il suo destino di uomo , la sua mano , ed il segno di un ' autentica durezza . L ' operaio è richiamato ad una sua qualità , ad un suo bisogno di esprimersi nel lavoro , di esistere per la vita che crea od assicura a tutti ed a se stesso . Le ragioni della società economiche , esatte , e persino meccaniche nell ' individuo che le rende sue , diventano volontari sentimenti ed espressive attitudini . Il Capo che vive di lavoro ha dato agli operai il riconoscimento della loro individualità , della loro intelligenza alla produzione : questi si sono visti esistere per Lui , raggiunti da un compito , da una responsabilità , dall ' evidenza stessa del loro ordine . Anche in questo , Mussolini non ha parlato , ma si è espresso : ha trovato la sua memoria senza rimorsi , la sua vita senza riposo ; si è potuto mostrare al popolo senza le riserve dell ' uomo temperato ed ipocrita per fortuna : ed ha indicato le ragioni della sua volontà , della sua opera nel tempo che dura ed ha durato a realizzarle . Così , nel lavoro , Mussolini ha indicato agli operai il sentimento della vita stessa , il risveglio assiduo dell ' individualità e della fede nei mezzi concessi all ' uomo : volontà , intelligenza , amore dell ' opera . Il Duce si è espresso nell ' unico sentimento in cui ha sempre vissuto : Milano era questa città della sua memoria , del suo lavoro ed insieme la metropoli dei più perfetti operai d ' Europa , dei più instancabili iniziatori di vita : qui , dove la volontà degli uomini è dura , Mussolini ha risentito tutto il suo carattere e l ' esistenza fisica , la virilità dell ' Italia . La piazza era aperta dal popolo dei lavoratori : nell ' immagine della patria , questi erano soldati : nel corpo della terra italiana , questi erano i figli . Ed i legami sintattici , con cui Mussolini è passato a parlare della " preparazione integrale e militare del Popolo italiano , " erano stretti a questa estrema unità di intenti in cui il lavoro assicura la pace e rende preparata ogni guerra . Per Mussolini è questo il punto che bisogna notare i legami precisi della espressione , il passaggio opportuno da un pensiero ad un altro restano congiunti , incarnati all ' unità del loro stato : questa realtà unica brucia le intenzioni , ma assolve i destini . Egli ha parlato di tutti gli aspetti dello Stato per renderlo sicuro nelle relazioni del suo essere e del suo divenire . I rapporti intimi della memoria del Capo sono così leciti e concreti impegni per il futuro . Ma ricordiamo i legami intimi del suo ordine mentale : " Le due cose si tengono . " " Così stando le cose voi non vi sorprenderete che noi oggi puntiamo decisamente sulla preparazione integrale e militare del Popolo italiano . " Sono i rilievi del pensiero dominante di Mussolini : qui l ' espressione diventa inamovibile , cruciale . Ed il popolo è stretto ad un ' attenzione su cui cala anche il gesto del Capo : le sue mani strette , mordenti : il suo volto penetrato dagli occhi . In questa estrema semplicità e precisione di linguaggio , Mussolini determina la intelligenza del popolo , ne coglie la ansia e vi affida in modo aperto le conclusioni più definite . " Il vostro contegno davanti a questa esposizione è così finemente intelligente , che dimostra , e mi riprova , che mentre i metodi di lavoro della diplomazia devono essere riservati , si può benissimo parlare direttamente al popolo , quando si vogliano segnare le direttive della politica estera di un grande paese come l 'Italia." Qui il popolo si riconobbe vivo : tutta la piazza ebbe un tremito umano : il Capo aveva visto , aveva risentito , quasi in un modo fisico , l ' estrema sensibilità della folla . Questa concordia fu un risalto per tutti : l ' ora chiara della sera slargava Milano , liberandola in un respiro di strade mosse dal popolo . Immaginammo l ' Italia imbandierata da questo vento . Ora possiamo dire che davanti al popolo di Milano , Mussolini ha espresso il suo sentimento di Capo , dando alla memoria una sete sempre più tesa di futuro . Tra questi luoghi che seppero la sua vita dura e polemica , in questa terra fedele , il Duce si è commosso ed ha additato , a tutti , la necessità di risentire ancora sveglio e pronto il cuore . Ha ribadito , un ' altra volta , che " gli indifferenti non hanno mai fatto , né mai faranno la Storia . " Noi aggiungiamo che anche la natura li respinge ; anche la morte li trascura . I poeti , gli artisti sanno negare ogni diritto di vero agli esseri inanimati della vita ; sanno negare ogni rifugio di astrazione agli esiliati della morale . I poeti , come gli operai , lavorano per la continuità della vita .
FRA LA GENTE ( - , 1934 )
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Inconscio esempio dell ' idea di UNO , vive la gente che lavora duramente per proseguire . Senza sbandamenti , accigliata , ostinata , è come la radice che avanza nella terra e non sa di essere radice : sostiene un albero favoloso e crede di essere povera . Sta , ferma nel faticoso tormento perché il sangue è fedele all ' origine . In questa fedeltà tutti si ritrovano : dall ' alto vengono i destinati a ritrovare la terra nel suo più intimo senso , e là trovano altri uomini che li guardano forti e trasognati . Da una parte e dall ' altra sempre sono nuove scoperte e vie nuove di comprensione . Il popolo è attentissimo alla discesa del Duce fino a lui , difficile è disarmare la sua diffidenza , chiede sincerità anche brutale . Nel mezzo stanno muraglie di consuetudini , nebbie senza più nome rimaste da tempi morti , e un vuoto pauroso slocato da occhi brucianti . Ma le antiche epoche ritornano e si riassumono nel nuovo che c ' è attorno . Ora il popolo si trova esposto alla vertigine in una limpidità feroce : chi non ha coraggio muore . Risulta subito che moltissimi hanno coraggio e vivono in silenzio e lavoro . Si svolge l ' avventura , il motivo di una nuova inquietudine è da conoscere . Una folla in attesa vive in una zona popolata di significati fantastici , specchio dei suoi desideri . Ogni senso è teso ad accogliere una certezza , ad indovinare la realtà di un Uomo : veramente qui l ' Italia vive un punto essenziale della sua fatica . Nella città sono le grosse famiglie aggruppate in poco spazio nelle case enormi tutte finestre , cortili , echi , che inventano di continuo con intuizione primitiva una viva figura . La pensano davanti ad ogni fatto , a ogni difficoltà , a ogni dolore , vorrebbero chiedere consiglio per le faccende intime , per questa pena che è andare avanti in quattro , sei , dieci . E Lui va avanti con tutti , migliaia e migliaia . Questo pensiero lo allontana come un gigante improvvisamente rivelato . Allora lo si crea vicino di persona ogni giorno con passione silenziosa e superstiziosa stupefazione , a gara . È un mito modernissimo ; vivo , reso famigliare con un ' ombra non confessata di paura ; come un parente mai conosciuto che stia lontano da noi , lavorando per noi : può essere qui da un momento all ' altro e allora ci troveremo distrutti dalla sua presenza soverchiante opposta alla nostra piccola realtà . Il popolo si è creata l ' immagine dell ' Uomo come un appoggio , ma lo sbigottisce con la sua presenza . Improvvisamente entra in casa , non c ' è neppure il tempo di infilare la giacca , guarda , osserva , sorride e , perdio ! domanda dei figli , della famiglia , della minestra che sta cuocendo . Ha una voce che scava le parole nell ' aria come una costruzione . La base e la vetta si sono ritrovate nella espressione semplice dei veri valori , ora si conoscono . L ' invenzione del Duce era reale , la sua presenza si può accostare a ogni fatto , a ogni esistere essenziale . Arriva al fianco dell ' operaio , al fianco gli lavora , se ne va , parla al popolo , è tra i Balilla , bonifica i territori , nelle case saluta le vecchie e i bambini , lavora la terra con i contadini , governa l ' Italia , fatica . Il popolo allora perfeziona il mito sempre nutrito di fantastiche possibilità e di asprezza nel credere . Non si riesce mai nelle cose belle e inutili al mondo , ma a vivere si riesce sempre , sempre anche feriti ; e questa è la terra nostra degli Italiani dove dovremmo morire quando la consegna lo comanderà . Vivere ! è l ' ordine , e il popolo vive , stringe i denti e vive , urla e vive , soffre e vive ; ride e vive , muore e vive , ubbidisce . Vicina è sempre una presenza che sa di lui il misero interesse , la preoccupazione minuta , l ' affanno di ogni respiro . Ciò rende stupefatti come a una rivelazione soprannaturale , e i giorni ne derivano la piena e rarefatta atmosfera di un rito . La città ancora una volta ha rivelato questo , non tanto da parte di alcuni vecchi crani gonfi e scricchiolanti , quanto da parte dell ' anonimo popolo . Per le strade a ogni ora i passanti si ritrovavano reclute a una vigilia , camminavano con sicurezza , dimostravano di non temere sorprese : chi lavora è sempre primo . Si rinnovò lo sbigottimento delle felici apparizioni e dei contrasti improvvisi ; nelle case visitate i mobili e i cibi e le persone portavano l ' impronta delle ore elette . C ' era nelle espressioni riservate e fedeli degli uomini , delle donne e dei bambini il segno primo della nascita incorrotta o risanata , la persuasione di un credere ostinato . La notte , voglio pensare questi uomini sparsi nelle case , il sonno era corpo ; ma le ultime parole salutavano i bambini e davano a loro con la fiducia del riposo l ' inconscio bene di un mondo pulito e forte . Questa è speranza e realtà insieme .
QUESTA CITTÀ ( TOFANELLI ARTURO , 1934 )
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Milano ( i Galli la chiamarono Mayland , paese di maggio , ma io l ' avrei battezzata terra di Novembre ) , questa vecchia città dalle espansioni misurate e gli affetti segreti , ha intuito subito il pensiero e il cuore del Capo e gli ha risposto con la forza di cui essa soltanto è capace , con crescente popolarità a mano a mano che la verità si faceva strada . Dall ' Avanti ! , a via Paolo da Cannobio , alla Marcia su Roma , ai suoi ritorni sempre più grandiosi , fino a l ' apoteosi di ieri . Qui ci sono i suoi primi amici e gli ultimi , quelli delle adunanze sparute e i nuovi , gli anonimi confusi nella moltitudine . Sua è la città , che pare gli assomigli , in queste strade , in questi navigli , in questo moto severo e pieno di senso , che lui conosce passo per passo e nell ' intima fibra . La città è fresca della sua memoria : ve ne parla la piazza o la modesta trattoria di via Brera , lo strillone del giornale o l ' intellettuale che ha impressi nella mente , e ve li ripete , i suoi gesti , le sue parole , un episodio che caratterizza di colpo la persona . C ' è il senso umano di lui , dell ' uomo tra gli uomini , che ha dato se stesso alla lotta : quando i milanesi parlano del Duce non lo vedono soltanto in divisa di Caporale d ' Onore della Milizia , ma se lo rievocano da cima a fondo vent ' anni di vita in una veloce sequenza di immagini e sorridono contenti . Si possono fidare perché pensano che è giusto che simile lottatore abbia vinto , e danno la loro fedeltà a cuore aperto . E con la fedeltà la disciplina ; se occorre il sacrificio , e al più leggero invito la propria formidabile forza economica : da cristiani impareggiabili , aprono senza lamenti la cassaforte o il portamonete . Il Duce lo sa e loro lo sanno . È un forte e laconico amore ricambiato . Ieri da tutte le strade convogliavano nella piazza del Duomo incontro a lui , non soltanto i cortei dei Gruppi Fascisti , ma continue , interminabili , immense file di operai in tenuta di lavoro , con le mani sporche e il volto annerito . Hanno lasciato il tornio e sono partiti . La Piazza si è pienata di essi , mentre i vecchi fascisti sono rimasti agli imbocchi delle strade , bloccati dalla massa di popolo . Sono venuti da tutte le fabbriche vicine e lontane , a piedi e in bicicletta , lungo l ' Olona e la Martesana , giungendo all ' appuntamento con ore ed ore di anticipo . Dopo il discorso hanno invaso le strade le osterie e i giochi delle bocce , allegri , pienamente soddisfatti . Parleranno per settimane delle frasi precise e credibili che hanno udite . Le ripeteranno la sera alla moglie e ai figli , nei caseggiati di Porta Genova o nelle Cascine di questa dolce campagna , tutta acque e fieni , che racchiude Milano . L ' intesa ora è totale , assoluta . Il prossimo ritorno del Duce non potrà avere aspetti diversi da questi . Quale mai capo di popolo ha parlato ad una folla simile ? Non esisteva piazza del Duomo , né il circolo della periferia , ma tutta un ' unica piazza allagata di uomini ora muti ora gridanti che si estendeva fino al confine dei campi coltivati . Oggi il Fascismo esprime per questa moltitudine di produttori la giustizia presente e la certezza del domani . L ' uomo moderno , stanco per la martoriante battaglia con il lavoro e i bisogni d ' ogni giorno , chiuso nella gabbia del pessimismo o dell ' indifferenza , si è sentito cercato , toccato , scosso dalla vitalità potente e contagiosa di Lui . Dove il Duce è passato , in officine , in case di sfrattati , in povere abitazioni , nella casa del contadino o nella bottega del fabbro di Melegnano con cinque figli , in ospedali e ricoveri , dovunque ha lasciato dietro il suo sorriso di padre e l ' occhio che vede tutto , commozioni profonde capaci di modifiche radicali negli spiriti . Egli ha la facoltà di portare tutto al bello .
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Un ebdomadario parigino ha chiesto agli scrittori francesi , attraverso un referendum , se l ' attuale situazione politica e le convulsioni d ' Europa e le inquietudini dell ' ora presente non siano motivi seri per distoglierli dal loro lavoro . Alcuni hanno risposto candidamente , da autentici pompieri , che il chiasso non li disturba e che essi preparano , magari nella solitudine della campagna nuovi romanzi , che purtroppo saranno letti da molti , perché in Francia , nonostante tutto , i lettori sono numerosi : acqua sul fuoco e niente paura : il mondo crolla , ma la poesia non muore . E sta bene . Ma gli altri , e sono i più e sono i migliori , anche se non tutti sono incendiari , hanno dichiarato che si sentono solidali col destino e parteciperanno alle lotte politiche , entreranno nel vivo delle questioni , dibatteranno idee e opinioni , scriveranno per serie e urgenti ragioni sociali . La Francia è un paese che ha lo spirito sempre vivo e scintillante , e tutti sanno che non da oggi soltanto i chiari ingegni di questo paese , quelli che hanno una fama mondiale , appartengano alle correnti di destra o a quelle di sinistra , hanno combattuto e combattono per le idee . In questo senso , l ' Italia può godere dello stesso privilegio . Gli scrittori fascisti sanno qual ' è il loro compito . Non è più il momento di adagiarsi nelle piume di una facile letteratura di divertimento . Entrate in due librerie e fate un ' inchiesta per vostro conto : non si leggono più romanzi , si guardano con disprezzo le opere narrative o di poesia ; e si comprano invece i libri di economia politica , di scienze sociali , di indagine scientifica , anche e soprattutto quel certo genere di libri stranieri che pongono in copertina grandi interrogativi sulle questioni del giorno e ne propongono soluzioni più o meno accettabili . La verità sta in questo : che troppa nostra letteratura narrativa manca ancora di contenuto , e , quel che è peggio , di contenuto attuale . Ci sono ancora scrittori italiani che fanno dichiarazioni di principio di questo genere : “ noi non vogliamo annoiare il pubblico , non vogliamo stancarlo , non vogliamo dargli dispiaceri . ” Non vogliono niente , ecco tutto ...
DEMOCRAZIA ( BURZIO FILIPPO , 1921 )
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Rimasto a lungo nella sfera della teoria sotto specie di critica dottrinale , inane contro la espansiva vitalità del regime , il concetto di decadenza della democrazia sembra entrare ora nel quadro della realtà . Malfido sintomo , lo bandisce la moda . A darle , in apparenza , il tracollo in certa ampia zona grigia superficiale della coscienza comune , è stata la delusione della guerra “ democratica " : democratica anche la pace , con la parlamentarizzazione dello stato " militare " tedesco , con la dissoluzione della monarchia " antinazionale " di Asburgo ; lo stesso suo precipitoso realizzarsi formale nei paesi che ne erano rimasti fuori sembrò tradire una febbrilità di motus in fine velocior ; e poi lo zenit del sole di Versaglia ha messo in luce pei semplici una sua essenza insospettata : ha cioè permesso loro di ravvisare , nei tratti dell ' ambigua madre , i " due gemelli feroci " : nazionalismo e socialismo . A lungo irresoluto e ambiguo , quest ' ultimo , che ne era apparso , ai cuori teneri , l ' umanitario continuatore , le si dichiara , ora , nemico . La formula dell ' ordine nuovo , tanto ansiosamente cercata , è trovata , è duramente antitetica : dittatura di classe . Un ' immensa terra , tutto un mondo , la applica , in un esperimento che non vuol finire . Dagli istituti alle ideologie , dal parlamento al concetto di libertà , è in crisi tutto quello che è suo . Patrie , classi , razze , realtà e miti , tutte le antitesi ch ' essa sembrava tendere ingenuamente a confondere , o astutamente a dissimulare , si polarizzano . Tramonta essa veramente ? e che tramonta con lei , con questo nome famoso ? L ' abbia o no sentita come religione che ebbe la sua chiesa , la massoneria , ed i suoi santi , laici , la coscienza comune intuiva la democrazia come alcunché di confuso , un concetto che altri , pure in sé vaghi , concorrono a determinare : in cui , accanto al trinomio dell'89 che la Francia scrive ancor oggi sulle sue monete , vengono evocati scienza con positivismo ed anticlericalismo , repubblica con parlamentarismo e antimilitarismo , principio di nazionalità con diritto naturale ; e pacifismo , e umanitarismo . A concretarla e poetizzarla , il nome prestigioso dei sacerdoti : Mazzini e Garibaldi e Victor Hugo , Gambetta e Gladstone , Darwin e Häeckel . Con altri enti la parentela è più oscura , ma , se pur controversa , vale a precisare . Col capitalismo dissimulata o negata ; col liberalismo e individualismo dubbia ; col principio di autorità , e con lo Stato , occasionale , e recente , sotto la spinta del sovietismo . Tutto questo , ed altro , è democrazia . Scorcio della storia di un secolo e della preparazione ideologica di un altro che si assomma nel suo simbolo principe : ampia identificazione assimilativa , cui devesi l ' immensa eco del nome . Ideologia . Da quando , col marxismo il materialismo storico è nato , è troppo naturale e necessario , non fermarsi ad essa , non ravvisarvi l ' essenza , e nemmeno la quintessenza , del fenomeno democrazia , ma preoccuparsi delle realtà di altra indole , economico - sociale , operanti alla radice , o dissimulate sotto la maschera dei famigerati " ideali " . Il grandioso fenomeno , concomitante e correlativo , esteso , a tutto l ' Occidente ma con centro sismico in Francia , del brusco o graduale avvento di un regime atomistico - rappresentativo in cui , disciolta la figura giuridica e stremata la forza reale di caste e corporazioni preesistenti , nulla più rimaneva a mediare i rapporti tra individuo e Stato , la sovranità ed il governo del quale passava ai parlamenti ; e , più profondo e importante ancora della forma politica , il fatto sociale per cui sulla finzione del governo di maggioranza venivano ad assumere funzioni dirigenti , in luogo delle antiche caste , retoricamente chiuse ed ereditarie , comunque di carattere aristocratico - ecclesiastico - militare , gruppi in principio e in fatto più facilmente accessibili , a tinta culturale - finanziaria - professionale : ecco il motore unico , e la base di tutto , nel concetto della scuola che dispone in ordine di decrescente importanza gli aspetti economico - sociale , politico , ideologico dei fatti umani , e scorge nel primo la determinante del secolo , e l ' ispirazione del terzo . Non è qui luogo a discutere come del materialismo storico siasi iniziato , con Croce , Pareto , Sorel , un processo di revisione che porterà lontano . Limitiamoci a constatare che , ormai , solo più al grosso polemismo socialista è lecito , confondendo il sincero con l ' opportunistico e il contingente col duraturo , riducendo insomma , a semplice quel che è complesso , presentare gli ideali di un ' epoca come la maschera degl ' interessi del gruppo dominante , e , col plauso dei neo - aristocratici , rifare , senza rispetto della cronologia , la storia scettica del trinomio dell'89 additando l ' inganno del capitalismo nell ' idea - forza di uguaglianza , politica e non economica , e però lustra pei proletari , come , a suo tempo , arma contro gli ex dei parvenus borghesi ; e in quella di libertà travisato pei gonzi il regime atomistico che , spezzando la forza delle corporazioni , lascia libero il campo all ' astuzia degli speculatori . Però su altre posizioni s ' insiste : e non si dice che convenga recederne , ma che occorre chiarirle . Il concetto di classe domina il pensiero del nostro tempo . Lotta di classe , politica di classe : la democrazia come ideologia di classe della borghesia . Questa formula corrente bisogna approfondirla . Presentata così , sembra implicare il mistico agire di una coscienza di classe , che non è reale . Che non è totalmente reale nemmeno oggi , e pel proletariato ; che tanto meno lo fu per la borghesia . Essa , intanto , non ha operato alle origini , non ad essa è dovuto il fiat democratico . La borghesia si è assai più educata e formata alla scuola dei precursori , che non abbia contribuito a suscitarli , con la suggestione oscura dei suoi interessi , tanto oscura che non si comprende . Il fenomeno delle azioni e influenze reciproche fra Terzo Stato e filosofi è certo d ' interdipendenza , alla Pareto , ma , per una volta tanto , sembra che l ' ideologia pura abbia primée di classe . È anzi il colore storico tradizionale del secolo , forse non è esatto negarlo . Sorel è risalito , munito di lente marxistica , e del suo grande acume , fino agli scorci del '600 per cogliere le origini dell ' ideologia di classe , ma dove e quando le ha trovate ispirate , o anche solo deterministicamente congiunte a caratteri somatici ben definiti della classe nascente ? che ha potuto concludere , fuori di una tendenza astrattistica della " classe di commessi " francese , opposta al prudente empirismo della " classe di padroni " britannica ? e in ciò non vi è forse più razza che classe ? Egli parla più spesso di borghesia educantesi che di borghesia formatrice . C ' è , naturalmente , un fondo di verità nella veduta classistica , e la conciliazione del fatto incontrovertibile della fioritura autonoma delle ideologie con l ' asserita influenza di classe si compie attraverso il meccanismo di selezione naturale per cui , fra le tante , viene in fama , dilaga , s ' impone quella che è più in accordo coi sentimenti e interessi del gruppo sociale dominante , o in ascesa : per cui , ad esempio , restando all ' epoca che qui c ' interessa , il volterianesimo distanzia di tanto , nella sua fortuna , la vita grama del quasi contemporaneo giansenismo . Sensualità , amoralità , scetticismo dominanti nelle classi elette del tempo , in confronto dello sparuto gruppo di eredi e affini di Port Royal : ma perché tutto ciò colato nelle forme antireligiose , politicheggianti dell ' Enciclopedia , mentre il pietismo aveva permesso benissimo alla galanteria del '600 , cioè all ' immanente residuo sessuale , di conciliarsi ipocritamente con la religione ? Perché nel frattempo un moto prettamente ideologico , il razionalismo , vale a dire l ' estensione , più o meno arbitraria , al campo etico e politico delle sconfitte che altrove la fisica infliggeva alla teologia e al principio di autorità , aveva fatto strada . Interessante fenomeno della variazione dei sentimenti , o di quelli che Pareto chiama residui , e delle loro cause , attraverso cui l ' efficacia delle ideologie può forse riapparire cospicua . Qui è tutta quistione d ' interpretazione . Non si vuoi certo negare che la monarchia francese , favorendo commessi e parlamenti , rinforzando , cioè , la borghesia amministrativo - giudiziaria , e , più remota , la scienza attivando la produzione , abbiano creato le condizioni del divenire democratico , come la grande industria ha posto quelle del socialismo , per considerar questo e quello opera di pochi pensatori e demiurgi : però la coscienza di tali enti non è determinata a priori , e dire che tendono a imporsi non implica ancora in qual modo . La loro forza espansiva porta al loro fiorire , ma essi non recano con sé , dall ' origine , univoca , la loro forma : assorbono fermenti e impulsi estranei , il loro sfruttar gli eventi è casuale . Così il punto di vista classistico non toglie alle grandi correnti ideologiche , volteriana e rousseauiana , il loro valore di fattori della formazione democratica , risalenti per vie proprie alla scienza sperimentale e alla riforma , Lutero e Galileo , cioè a impulsi ben autonomi , per quanto nella storia possa esistere autonomia , dalla formazione borghese : e nemmeno il terzo affluente ideologico , la scuola economica , Smith e i fisiocrati , rivela interi gli estremi della concezione di classe . Sorel , qui interprete di tutta la tradizione marxistica , ha ben ragione di dire che , non le cosidette " idee dominanti " , ma interessi e sentimenti sono i veri moventi degli atti umani , ma in quanto atti dei singoli : negli atti collettivi , invece - come quelli che determinano il variare degli istituti , del regime - , la percezione dell ' interesse di gruppo , cioè la coscienza di classe , non è poi così chiara , anche perché non è poi così certa , risultante un po ' mitica di sentimenti e interessi particolari dissimili . Per questo tramite , un ' ideologia autonoma può benissimo imporsi , con un meccanismo in cui , concediamo ciò di buon grado al materialismo , non tanto lo splendore disinteressato dell ' idea quanto proprio interessi e sentimenti di singoli , più o meno traditori del gruppo , gusto di popolarità , opportunismo dell ' immediato , faciloneria , leggerezza concorrono . L ' umanità nel suo complesso , è più miope di quel che non si creda . Fare delle classi esseri volontari , antiveggenti è falsare , con visione preconcetta , la storia . L ' interesse di classe si manifesta assai più nella politica spicciola , annonaria o doganale , in cui il governo concede prebende ai gruppi che lo sostengono , che non nelle riforme politiche a contenuto generico e a portata remota . Sorel osserva che in Francia era assai più lecito ( perché in apparenza più innocuo ) parlare dei diritti dell ' uomo che della gabella sul sale : ma poi quelli han spazzato questa e coloro che ne fruivano : potere temibile dell ' ideologia . Né uomini , né tanto meno gruppi prevedono a lunga scadenza ; anzi , nemmeno l'89 prevede il '93 : l ' après nous le déluge è , in forma meno apocalittica , norma regolatrice . Parlatemi d ' imboscamenti bellici , o di scandali di oli e formaggi post - bellici , e riconoscerò il governo borghese , come domani , nei privilegi ai sindacati , il socialista : ma la concessione del suffragio universale non è stata un interesse della borghesia , né quella della proporzionale del partito liberale . Concessioni e sintomi di decadenza ? quella decadenza borghese di cui tanto si parla ? La storia ha visto , certo , anche inflessibili governi unilaterali di classi e gruppi , ma più in periodi primitivi , e per parte di vere caste , od oligarchie ereditarie . La borghesia , per l ' ideologia su cui si è formata , per la sua struttura di classe aperta , a composizione assai varia , non ha mai praticato ciò , la sua aspirazione a superare le classi fu sincera . Certo , l ' abolizione dei ceti privilegiati era un interesse di tutti coloro che non vi appartenevano : ma perché dei borghesi piuttosto che degli artigiani ? o diremo che abolendo insieme nobiltà e corporazioni d ' arti e mestieri in quelle deliberazioni della Costituente che furono il vero atto di nascita della democrazia , essa ha voluto definire e proteggere d ' ambo le parti le sue frontiere ? Ciò avrebbe del mitico : è più conforme alla realtà ravvisare i fattori nei teorici della ideologia , i quali pensavano davvero in universale e in astratto , e nei realizzatori giacobini , borghesi dubbi , che , parte con disinteresse parte no , tradussero l ' ideologia negli istituti quando l ' ambiente diventò propizio . I miti della democrazia non sono classistici né come realtà né come trucco né come illusione . Così il concetto della " volontà generale " è definito in Rousseau senza preoccupazioni , non diciamo esplicite , ma nemmeno inconscie , degli interessi del Terzo Stato : e non furono certo più rousseauiani i fermiers généraux dei visconti o degli avvocati . L ' uomo astratto cui si riferisce ed applica la costituzione democratica è , dicono , l ' uomo del Terzo Stato . Certo non è il Pelle Rossa né il profeta ebreo , è un estratto dell ' umanità del suo tempo , ma dove sono in esso i caratteri del magistrato o del commesso piuttosto che del nobile illuminato , o dell ' artigiano ? no , è proprio un uomo astratto , è il " cittadino " : il socialismo lo ripudia , in questo periodo più , in altri meno , per la sostituzione di un ' ideologia economica a quella politica del Settecento : ma , ripetiamolo , i quadri , teorici e pratici , della democrazia furono realizzati con notevole indipendenza dal concetto di classe in quella che ne fu l ' efficace preistoria . Una più precisa e vasta determinazione classicistica si è voluto , e si sarebbe potuto attribuire al gran fenomeno che s ' iniziò con l ' Ottocento : l ' industrialismo . Ad esso , anzi , e all ' élite che ha formato , non ai remoti avi , si riferisce la polemica socialista quando parla di regime capitalistico e di borghesia : è incline , magari , ad ammettere la buona fede di quelli : ma da quando le aule di Westminster e di Palais Bourbon cominciarono a riempirsi dei " direttori di ferrovie " che tanto odiava Treitschke , e di padroni di miniere e banchieri , comincia per essa l ' irreducibile antitesi . In realtà , s ' inizia ! soprattutto il proletariato , col suo bisogno di differenziazione , e la nascente volontà di conquista . L ' industrialismo ha assai più formato e dotato di coscienza rigida il proletariato che non la classe capitalistica . È una constatazione storica , non una deduzione a priori . Il Marx dei plutocrati non è mai nato , e si comprende : ma nemmeno il Napoleone ; gli statisti dell ' Occidente non furono solo loro mandatari , e identificarlo con Rothschild o con Rockfeller non sembra esatto . C ' è bene il mito dell ' Alta Banca direttrice occulta , e definirla senz ' altro favola sarebbe certo avventato . Ma a giudicar dai fatti , a interpretarli , la sua influenza non sembra sia stata universale , né decisiva . L ' ideologia di libertà e di nazionalità , a origine non capitalistica , ha nutrito la borghesia , e informato la storia , per due buoni terzi dell ' Ottocento . Il contenuto prevalentemente economico della politica estera degli ultimi tempi , ed il protezionismo , sono i segni più certi di quell ' influsso , sebbene la guerra abbia lasciato il dubbio , che bisognerà sciogliere , se sia stata l ' economia , il mercantilismo imperialistico , a scatenar le passioni , o non , piuttosto , antagonismi secolari a diversa origine si siano giovati del contenuto novello . La grande funzione capitalistica fu di organizzare la produzione , e , deprecata conseguenza , i produttori . Ma in politica , ma nel campo sociale la potenza creativa è stata scarsa : ha accettato le forme democratiche , che vi nacquero estranee , senza recarvi gran mutamento , fuori di una maggior corruzione del regime parlamentare . Per questo , oltre che per le ragioni storiche dette , e per ragioni attuali , di cui diremo , l ' identificazione di democrazia con capitalismo è sforzata . Il volo plutocratico ebbe ali modeste : forse al tempo di Marx , in Inghilterra , in America , a giudicare dai ferrei padroni di miniere e sfruttatori di petrolio , prometteva di più : anche Sorel riconosce ciò , ma la chiama la " decadenza borghese a causa della pace " , mentre , a parte la degenerazione di taluni clans cosmopoliti dell ' altaborghesia , sembra più esatto parlare di mancata egemonia capitalistica , che ha impedito a questa , poi al suo principio antitetico , ilsocialismo , di unificare la storia contemporanea , smentendo il rigido sviluppo marxistico degli avvenimenti . Né l ' uno né l ' altro dei due avversari vinse intera la sua partita : non hanno potuto superare due ostacoli immani sul loro cammino , due eredità della storia , che non sono stati da tanto da assorbire e annullare : le patrie , e , in ciascuna di queste , le classi medie . Questo nostro Occidente è parti colarista : come già l ' Internazionale monarchica , la Santa Alleanza , così l ' Internazionale plutocratica e l ' Internazionale proletaria non sono riuscite . Le classi medie , che qui comprendono la maggior parte dei contadini , sono solide . Tutti gli sforzi polemici per identificare democrazia e plutocrazia demagogica , che sarebbe ben comodo pel socialismo , restano disperatamente vani , perché la democrazia è anche l ' opinione delle classi medie . Lo è come determinazione negativa , quieto vivere , conservazione quand même dell ' ordine esistente , ma in parte anche positiva , perché le forme rappresentative , e l ' uguaglianza politica teorica sono abbastanza nello spirito di amplissimi strati umani , non famelici , discretamente istruiti e coscienti , e però alieni da dittature , sufficientemente provvisti di educazione politica e di senso sociale , così da non rendere totalmente illusorio il concetto di governo di maggioranza . È il deprecato , deriso , temuto spirito piccolo - borghese . Fa ridere vedere quanto lo odiano . Per esso la vita sociale odierna conserva una certa stabilità , una tendenza alla regolazione automatica che nemmeno , sembra , la guerra è riuscita a scuotere : per esso , e per le patrie , la storia resta varia , indeterminata , non avviata esclusivamente sulle rotaie della lotta di classe . Con le classi inedie si può fare un calcolo di probabilità , della politica : non _ sono sorde ai richiami del senso economico , alla collaborazione : per questo gli economisti , commossi , proclamano la piccola borghesia il sale della terra . Credo si debba tener conto di ciò per capire la politica contemporanea senza ricorrere ai romanzi d ' appendice dei dominii o o dei patti segreti . La plutocrazia demagogica non saprebbe impedirla , ma le classi medie non vogliono la rivoluzione . In Italia , Giolitti , anziché capo del sindacato degli speculatori - nome che spetterebbe , se mai , a più recenti uomini - si può ben più giustamente definire l ' esponente delle classi medie . L ' alta borghesia , progenie dei banchieri ugonotti e dei grandi capi d ' industria , non ha saputo diventare una vera aristocrazia politica , forse nemmeno in Inghilterra e in Francia : è la " decadenza borghese " di Sorel ; gli speculatori , la plutocrazia demagogica , parvenus dell ' élite borghese , senza tradizioni , senza stile , esistono , ma si limitano a praticare , ai margini dei trattati di commercio e dei bilanci statali , una politica di colpi di mano e di pirati : mi sembrano lontani dal dirigere tutto , secondo un ' opinione oggi diffusa . Le classi medie contano , pesano , è vano negarlo come piace agli apocalittici e come un tempo suppose la teoria marxista , sperano forse di proletarizzarle : la loro reazione alla disgregazione plutocratica e alla violenza massimalista è vivace ovunque nell ' Occidente , specie in Francia , subito prima e ben più dopo la guerra , e perfino in Italia , a veder quel che è successo negli ultimi mesi . Lo spirito piccolo - borghese riconosce patria e democrazia . Perfino il nazionalismo vi può trovar qualche base sentimentale : la drogheria impazzata , di cui parlano alcuni . I governi suoi esponenti sono sinceri quando dicono di non volere una politica di classe : ampia zona grigia , esso è il mediatore dei gruppi avversi . Accudisce ai propri affari , non è classe politica , ma esige l ' ordine e la pace sociale : tollera , o meglio non avverte le spinte evoluzioniste , per quanto audaci , delle minoranze : si lascia imprimere delle accelerazioni , ma reagisce all ' urto . Espressioni piccolo - borghesi sono il radicalismo , il riformismo , il socialismo parlamentare , e , in Italia , il partito popolare : piccolo - borghese è , in buona parte , la politica europea interna , ed anche estera , contemporanea . Tutte le procellarie della civiltà occidentale prescindono dall ' influenza stabilizzatrice delle classi medie . Guardato con occhio non mistico , ma politico , il socialismo s ' inserisce in questa realtà come un fattore imponente , ma non esclusivo : e ciò corrisponde , ed equivale , a non ravvisare nell ' industrialismo la forma unica di una civiltà tanto più varia ed antica . Esso è , storicamente , aumento d ' importanza delle classi operaie urbane , che tende a variare la composizione dei gruppi dirigenti , accedendovi l ' élite proletaria o chi , alquanto demagogicamente , si prefigge di rappresentarla : ma in questa , che è la sua base , è anche la sua limitazione , ché , quanto al suo dominio assoluto , all ' assorbimento o assoggettamento di tutto il resto , sembra sia un altro paio di maniche . Potrebbe fornirgli un alleato potente l ' industrializzazione dell ' agricoltura : ma qui si ha un fattore specifico , la piccola proprietà , che pare tenda ad estendersi : essa è bensì la realizzazione del possesso , da parte del produttore , di uno degli strumenti della produzione agricola , la terra - l ' altro , la macchina , ove realmente l ' industrializzazione procede , potendo pensarsi possesso comune di corporazioni contadine - ; ma è realizzazione speciale , e ben poco socialista . Lo è tanto poco che il massimalismo morde il freno davanti alla piccola proprietà e che , ad esempio , in Italia i popolari sono una realtà solida , e opposta , in grazia appunto di essa . La quale si oppone a quella " instabilità " delle masse che rende così grave l ' arte di governo ai politici del nostro tempo . Ci vorrebbe il latifondo , e la torma dei salariati , ma sembra poco probabile , a guardar quanto accade , che le cose debbano procedere in questo senso , à rebours . Del resto , non è facile scorgere che cosa di originale l ' antidemocrazia possa , oggi , creare nelle forme politiche e sociali . Per chi creda alla genesi ed attualità classistica della democrazia , certo la formola : dittatura del proletariato - sia pure , come giustamente si osserva , dittatura sul proletariato - , ne è la risoluta negazione , in quanto distrugge la classe avversa . Ma chi la considera invece come la forma di tutta quanta la fase attuale della civiltà , cerca le novità positive e durevoli che il fatto effimero della dittatura tenderebbe a instaurare , e in cui sarebbe la sua giustificazione . Supremazia esplicita delle minoranze attive sulla finzione di maggioranza , attraverso la prevalenza dei mandati operai sui contadini nei soviet , appare la più notevole : ma ciò è sempre accaduto pei regimi nuovi , e anche le origini democratiche sono nei clubs giacobini , è quistione , non di principii né di forme nuove , bensì di forze in gioco , _ e di loro astuzie , nei paesi dove , per ragioni specifiche , la rivoluzione è maturata . Affermandosi , i regimi diventano tolleranti : in questo caso tramite dell ' addolcimento potrebbe essere proprio l ' altra famosa formola : chi non lavora non mangia , in cui taluno che torna di Russia ravvisa l ' essenza del novus ordo : ch ' essa trionfi , e vedrete che razza di bolscevichi diventeranno i nostri bravi borghesi , tanto più che , già essendovi ultimamente tollerati i tecnici e gl ' intellettuali , non tendono a restarne esclusi che pochi amministratori di società anonime . Principio elezionistico , sia nei soviet , sia nei parlamenti , classe dirigente aperta , sia élite borghese , sia élite proletaria , le forme democratiche permangono , salvo il fatto personale , e russo - Lenin - , che se mai ha riscontro democratico in Napoleone . Noi non andiamo , questo è il punto , verso un ' aristocrazia ereditaria in nessuna parte del mondo bianco , e , pare , nemmeno del giallo . La proprietà privata , checché sembri , non forma oggetto di controversia : la riconobbe la democrazia , la subirà il socialismo ; si tratta solo , a ogni rivoluzione , di trapassi e nuove ripartizioni : nessuno , in Russia , toglierà più la terra ai mugiki . Gli è che , per quanto si tenti , non vi è opposizione intrinseca fra le due concezioni : il socialismo , nella sua parte positiva , tende , in omaggio alla produzione , alla organizzazione tecnica della società : ma poiché questa , una forma , una vita politica , sia pure ridotte , dovrà sempre averle , affibbiate a tale aspetto politico del " produttore " il nome democratico di " cittadino " , e l ' ideologia democratica rientra pari pari nel quadro socialista , con repubblica , forme rappresentative , uguaglianza . Dottrinalmente , la conciliazione è perfetta ; non per nulla Lazzari , ancora al Congresso di Bologna del '19 , diceva : io sono un vecchio democratico . Solo la moda esaspera certe antitesi : la democrazia non si è mai sognata di dire che il cittadino non dovesse essere un produttore , anzi i suoi fermenti etici originari sono già in tal senso ; dal canto suo , il socialismo non osa negare l ' uguaglianza dei produttori . La " spinta all ' uguaglianza " in cui , quasi un secolo fa , Tocqueville riconosceva l ' essenza del fenomeno democratico , con imponenti caratteri di necessità , non è scemata , schiattino pure i superuomini . Anche Treitschke la odiava , ma è questione d ' intendersi , di non trasferire nel campo spirituale dell ' individualità , dove l ' aristocrazia resta irreducibile , una tendenza sociale a garantire un minimo di parità e di diritti a tutti i socialmente utili . Socialdemocrazia : formola del prossimo futuro politico dell ' Occidente , conciliazione dei due termini nella logica integrazione di un ' ideologia politica con una economica sopravvenuta . Praticamente , storicamente , poi , socialdemocrazia sarà , oltre la limitazione della spinta operaia , riconoscimento da parte del socialismo possibilista , di quelle entità storiche - stato , patria , organizzazione militare - , che nemmeno la democrazia pòstula , ma che accettò , come condizioni della realtà , quando ascese al governo ; e realizzazione di taluni capisaldi del tecnicismo socialista e popolare : monarchia costituzionale , o addirittura repubblica , nelle officine , parlamento del lavoro , cooperative , trasformazione professionale del Senato , surrogati democratici occidentali del soviettismo , che tendono a far succedere l ' èra dei produttori all ' èra della produzione . Senonché , la politica non è sola a fare la storia . Bisogna tenere conto dello spirito rivoluzionario nel mondo . Contro l ' " imbastardimento " socialdemocratico , contro lo sforzo politico per la pace , insorgono uomini fra i più cospicui del socialismo , e intere frazioni dell ' Internazionale : insorge ciò che in questo moto confluisce di etico , mistico e religioso cui sembra che esso rinunci , per un piatto di lenticchie , la sua primogenitura . Le ragioni positive che taluni di questi irreducibili i politici dell ' estremismo , danno del loro atteggiamento : vittoria integrale del proletariato , affinché nemmeno una briciola della torta resti agli sfruttatori , non sono le più sincere , almeno , non sono le più reali . Contro di essi hanno buon gioco il senso storico , di avvertire che tutto nella realtà è transazione , specie trattandosi di sostituire modi secolari e spontanei della produzione - e gli economisti borghesi , di osservare che la percentuale prelevata dagli imprenditori sul frutto del lavoro , relativamente minima , nulla se ripartita fra la massa , funziona invece come molla essenziale del meccanismo produttivo , eccitando l ' impulso attivo dei pochi veramente capaci di organizzare e dirigere . Niun dubbio . Nessuno più della borghesia industriale è , oggi come oggi , capace di assicurare il benessere materiale dei lavoratori . Ma gli è che quelle ragioni speciose mascherano forze di altra natura ; gli è che non di solo pane vive l ' uomo . Accanto al gusto del domani certo e del quieto vivere , all ' inerzia persuaditrice della routine , grande forza di conservazione sociale , esiste , come secondo elemento costitutivo di umanità , la sazietà dell ' attuale e del monotono , la fobia dell ' imposto , il senso dell ' à quoi bon ? : qualcosa che non è economico , che non è positivo , che non è classistico se non perché un universale psicologico tenta incarnarsi di preferenza , oltreché negli intellettuali dispersi , nell ' aggruppamento umano che , per suggestioni varie di ambiente , vi è più predisposto . Un processo di saturazione dell ' immane fare meccanico moderno , sempre più scarso di fedi , affiora di quando in quando pur all ' anima popolare , diventando così forza sociale , non sappiamo quanto potente . È il tragico disamore al lavoro , imponderabile estraeconomico , notato pur dai più acuti economisti , quel che valuta Sorel quando dice che solo attraverso il mito dello sciopero generale può balenare all ' operaio l ' ideale di una libera officina ed accendersi qualche entusiasmo per il lavoro . Ingenuamente bisognoso di giustificazioni positive , l ' operaio sorvola sulla negazione pura , sull ' essenza religiosa del suo stato d ' animo , e la coordina e integra con la brama dei paradisi che gli colora il cinematografo , compiendosi così , nella spinta all ' azione distruttiva , il processo rivoluzionario . Su questa tetra insazietà e disvolere fanno leva i mistici della palingenesi e i furbi pescatori nel torbido , con ben maggiore efficacia che non i severi etici dell ' estremismo - Sorel - , propugnanti virtù borghesi nella cerchia dei sindacati , allo scopo di creare , fuor di contatti e compromissioni , ma pur sempre nei modi dell ' azione costruttiva sociale , una cultura e civiltà proletarie originali : modo quest ' ultimo , che sfocia anch ' esso , nolente , nella socialdemocrazia , come si vede ai giorni di crisi , quando , la società minacciata , la collaborazione di tutti i costruttori s ' impone : e la redime la serietà di Turati ; mentre il socialismo integrale , se sarà , sarà come vasta distruzione ed impoverimento . Sì , la Rivoluzione è rovina e miseria , il proletariato dovrà soffrire - avvertono , con mezza sincerità , gli uomini di Mosca , incitando i compagni di Occidente ; e dovrebbero aggiungere , a rendere l ' esatto stato d ' animo mistico : ma andiamo avanti lo stesso , sarà quel che sarà . L ' uno e l ' altro , notiamolo , sono sforzi per sfruttare una condizione psicologica e una situazione sociale fecondabili ; per eleggere una classe , riluttante e ignara , a veicolo e martire di un ' idea : altro che determinismo classistico delle ideologie ! Comunque , io ravviso qui l ' unica forza reale antidemocratica della società contemporanea . E lo è , non per ragioni specifiche , ma solo in quanto negazione di . tutta la forma attuale di civiltà . Appunto per questa sua troppo vasta portata , non è probabile per ora , vale a dire per molto tempo , che possa prevalere . Lo squilibrio interiore , il disgusto del fare sono ancora troppo sporadici , vasti strati sociali , su cui fermammo l ' attenzione , troppo sani e gretti : pur dopo l ' immane crisi bellica , per quanto bisogni andar cauti e tender sempre l ' orecchio , il popolo sembra stia rientrando nei ranghi . Del resto , queste forze etico - mistiche raramente trionfano sole , abbisognano di sostegni , di veicoli esterni : in difetto di invasioni barbariche , oggi vi sarebbero , ma a portata remota , le frequenti guerre o quell ' impoverimento progressivo cui l ' èra dei produttori , successa a quella della produzione , potrebbe portare . Anche la forma in cui , faute de mieux , s ' inseriscono , cioè il socialismo , è sfavorevole , e , appunto perché è forma materialistica , non sa eccitare abbastanza sentimenti assoluti di devozione , di sacrificio : è troppo scarsa la religiosità , troppo priva di trascendenza , troppo lontana dal cristianesimo , per abbattere , oggi come oggi , e rinnovare un uomo . Così la democrazia ha buon gioco , pur nel campo etico , coi suoi ideali equivalenti , e forse superiori : le patrie ; così le forze dominanti nella società rimangono oggi politiche anziché mistiche - possibiliste , realistiche , evoluzioniste ; e , come tali , da qualunque classe provengano , nell ' orbita della democrazia .
MARINETTI, POETA EROE ( GOVONI CORRADO , 1935 )
StampaPeriodica ,
Da quanti anni lotta e si prodiga ? Io non lo so ; ma so semplicemente che il suo nome è ormai sinonimo di primato italiano di valori spirituali in tutto il mondo . E si inganna di grosso la livida carboneria nostrana di poeti maltusiani quando , in commovente coro di voci bianche , si affanna a voler far credere che il futurismo è poi morto e stramorto e sorpassato , dannandosi a gabellare per nuovissima poesia i suoi anfanamenti infantili ( come se si potesse passar sopra alle conquiste di sensibilità e di espressione , da Dante a Baudelaire ! ) ; quando non si rassegna a lavorare e a ruminare in malafede i sottoprodotti dell ' aborrito futurismo , come a dire contrabbandare cicoria , e magari surrogato della cicoria stessa e polvere di corozo torrefatta , invece della genuina aromatica droga del caffè , sperando di farla franca , tra l ' ignoranza e la disattenzione generale . Perché è fatale che i posteri designino e considerino l ' epoca contemporanea con l ' unica possibile denominazione : futurista ; e riconoscano in pieno il movimento fondatore della presente civiltà artistica mondiale . La livida carboneria dei poeti maltusiani sa troppo bene , anche se non lo confessa e non lo può confessare per non ammettere la propria irrimediabile mediocrità ed impotenza , che il giudizio dei posteri è consacrato ogni giorno dal favore crescente della grande letteratura straniera , tutta , quella che veramente conta , lirico realistica , e tutta dichiarata debitrice del generoso movimento futurista . Chi potrebbe assicurare che esisterebbero ugualmente il Lawrence di " Lady Chatterley , " il Doeblin di " Berlin - Alexanderplatz , " il Dos Passos del " 42° Parallelo , " e se si vuole anche l ' ultimissimo Faulkner di " Mentre io agonizzo , " senza l ' avvento ispiratore e fecondatore del futurismo ? Io l ' escludo senz ' altro . Come le orchidee fantasiose hanno bisogno di uno speciale clima torrido e umido per i loro impossibili colori e i loro ubbriacanti profumi ; i capolavori artistici non potranno mai nascere e maturare senza un ' appropriata atmosfera spirituale favorevole . Ora questa atmosfera di assoluta temeraria libertà artistica , questo incandescente clima di eroico coraggio , è stato solo il futurismo a darlo . E ne hanno largamente beneficiato tutti i più grandi poeti del mondo , dal Joyce di " Ulisses " al Pirandello dei " Sei personaggi in cerca d 'autore..."
NUOVI FILM IN ITALIA ( - , 1935 )
StampaPeriodica ,
Telesio Interlandi ha concesso al " Messaggero " l ' intervista che riproduciamo : Una collettività qualsiasi , sia essa quella di un continente o di un villaggio , una collettività dunque che deperisce e muore , lascia tracce di questa lugubre decadenza nei luoghi da lei abitati , come la malattia e la morte dell ' uomo si avvertono nella casa che egli abbandona . Non c ' è bisogno di una grande facoltà di percezione per avvertire questi orribili rintocchi della campana a morte di un paese . Noi immaginiamo che questo paese sia posto sulle rive del Mediterraneo , perché è proprio su quelle rive che la morte assume , in contrasto con l ' amorosa e calda natura , aspetti più terrificanti . È un paese vuotato dall ' emigrazione , dai miraggi delle lontane città più a Nord , popolato di vecchi , di vedove , di ragazze patite in attesa delle nozze . La morte , attraverso il cerimoniale e l ' ostentazione così caratteristici nel Mezzogiorno , è diventata una specie di familiare genio del luogo . D ' intorno è la campagna deserta , sassosa , percorsa di tanto in tanto da soffi caldi dell ' Africa vicina . Vicino al mare e nel bel mezzo di questa campagna , ecco un feudo , un castello , abitato da due generazioni : i vecchi baroni e i giovani , marito e moglie . La stess ' aria di solenne abbandono domina il maniero . Non ci sono bambini , né se ne vogliono fare . La giovane baronessa ha altro per la testa . Ma siccome le terre bisogna pur coltivarle e le braccia dei paesani sono poche o non valide , il giovane barone pensa a far venire la mano d ' opera dall ' Africa dirimpetto . Arrivano infatti una ventina di negri , maschi e femmine , e il loro arrivo è , nei modi così festosi e spiritati del negro , una specie d ' invasione . Là dove la vita pian piano si ritira , altra vita , per una legge naturale , che è come quella del livello dei liquidi , fluisce . La terra è la prima ad usufruirne . Il deserto d ' intorno si trasforma in giardini , in frutteti , in orti , e insieme alla terra i negri prolificano festeggiando nozze , nascite , ricorrenze naturali ; sono essi gli attori e i protagonisti di tutto . I signori sono fuori di questa nuova esistenza dei luoghi ; i giovani in una capitale d ’ Europa a svernare mondanamente , i vecchi dapprima meravigliati e poi quasi impauriti da una tribù che fruttifica in maniera così impressionante . È un ' avanzata calma , lenta , involontaria , e perciò ancora più irresistibile ; e un giorno in cui per festeggiare delle nozze , i negri chiedono qualche poltrona o qualche candelabro dorato che hanno colpito la loro immaginazione , e se li vedono rifiutare , essi se ne meravigliano come di cosa contro natura . A che servono nel castello disabitato ? E più per convincere i servi dell ' ingiustizia di un tale rifiuto , che per intimorirli , i negri eccitandosi sempre più , con quella parlantina così fitta , che è la loro maniera di essere eloquenti , invadono la casa dei signori , vi si installano , col piacere dei bambini che possono fare finalmente quello che vogliono , si mettono a cantare , a ballare ; è una specie di sommossa - fantasia , consacrazione panica , se così si può dire , del loro diritto a festeggiare la vita che essi hanno portato in quei posti . Sono i padroni e se i padroni bianchi non hanno la forza di contestare questo diritto , tanto peggio per loro . Ma i padroni bianchi reagiscono : i negri , subito intimoriti dalle uniformi , smaltiscono la sbornia ; e il giovane barone tornato in fretta e furia con la moglie li rimbarca per i loro paesi . Ma questa è una soluzione di forza , che non basta . Chi lavorerà la terra , e soprattutto chi può dare una ragione alla vita se non la stessa vita ? È il vecchio barone che addita la via giusta e si capisce , anche la giovane baronessa finalmente lo capisce , che non vi è altro mezzo . Telesio Interlandi nell ' immaginare questa storia così ricca di elementi fantastici e di allusioni palpitanti ( noi qui l ' abbiamo riassunta e quindi immiserita ) l ' ha accomunata a un paesaggio e alla psicologia stessa di popolazioni , che gli sono familiari . È questo il punto forse più interessante del film che ne verrà fuori e che sarà cominciato a girare al più presto ... Il titolo non definitivo del film è " Al Tramonto . " Il titolo del soggetto di Telesio Interlandi non è , come afferma il collega De Feo , definitivo , ma vuole per il momento essere nient ' altro che un ' indicazione ... " Al Tramonto " è stato acquistato dalla Cavallini Film che provvederà alla realizzazione in tempo perché il film possa essere presentato alla prossima esposizione di Venezia . La sceneggiatura è stata intanto affidata ad Umberto Barbaro ed Antonio Petrucci i quali d ' intesa con Interlandi contano di condurre a termine il loro lavoro entro il mese .