StampaPeriodica ,
La
storia
della
introduzione
e
della
diffusione
del
marxismo
in
Italia
non
è
certo
molto
consolante
per
quelli
che
sentono
e
comprendono
tutta
l
'
importanza
del
pensiero
di
Marx
,
così
negli
aspetti
teoretici
come
in
quelli
pratici
.
Introdotto
in
Italia
dai
personali
avversari
del
maestro
,
che
,
per
questa
loro
condizione
,
erano
poco
adatti
a
comprenderlo
e
che
di
fatto
ben
poco
lo
conoscevano
,
un
sedicente
marxismo
fu
diffuso
fra
di
noi
da
uomini
che
di
Marx
avevano
una
conoscenza
incompleta
e
che
lo
consideravano
in
conseguenza
più
come
insegna
di
battaglia
che
come
formulatore
della
dottrina
della
rivoluzione
proletaria
.
Marx
fu
staccato
dalla
sua
dottrina
;
e
il
nome
divenne
simbolo
di
unità
internazionale
per
quanti
si
occupavano
con
simpatia
della
questione
sociale
,
mentre
la
dottrina
fu
considerata
come
una
opinione
,
fu
cioè
messa
alla
stregua
delle
idee
dei
molti
autori
di
progetti
e
di
programmi
per
la
società
futura
.
Il
pensiero
positivistico
dominava
allora
in
Italia
gli
scienziati
che
avevano
simpatia
col
socialismo
,
e
il
partito
.
era
pieno
di
uomini
che
,
avversi
per
sentimento
al
carattere
aspro
del
pensatore
di
Treviri
,
cercavano
di
temperare
il
marxismo
con
l
'
ardente
ideologia
di
qualche
altro
grande
socialista
.
Gli
uni
e
gli
altri
poi
lavoravano
intorno
a
un
Marx
di
loro
maniera
,
perché
pochissimi
erano
quelli
che
avevano
una
maturità
di
studi
sufficiente
ad
intendere
il
vero
Marx
e
,
fra
questi
pochissimi
,
credo
che
nessuno
abbia
avuto
la
possibilità
materiale
di
farlo
,
perché
fino
verso
al
1895
le
opere
del
maestro
erano
una
vera
rarità
libraria
ed
Antonio
Labriola
dovette
condurre
all
'
estero
ricerche
dispendiose
e
pazienti
per
ritrovarle
.
Così
hanno
potuto
formarsi
in
Italia
vere
e
proprie
leggende
intorno
al
marxismo
,
così
hanno
potuto
fiorire
e
prosperare
l
ibrida
triade
di
Enrico
Ferri
(
Darwin
,
Spencer
,
Marx
)
e
sopratutto
la
ridicola
favola
di
un
Achille
Loria
marxista
,
anzi
Marx
italiano
.
Achille
Loria
aveva
criticato
più
volte
senza
riserve
il
maestro
ed
aveva
sollevato
ripetute
proteste
.
Ma
"
le
critiche
acerbe
come
scrive
il
Michels
che
il
Loria
ebbe
a
subire
da
parte
di
uomini
così
autorevoli
in
materia
marxista
,
come
l
'
Engels
,
il
Pareto
,
il
Lafargue
,
non
valsero
però
affatto
a
mutare
l
'
atteggiamento
ossequioso
dei
marxisti
del
Partito
socialista
militante
in
Italia
verso
di
lui
.
"
Fatto
questo
che
è
indice
e
prova
insieme
della
scarsa
conoscenza
che
avevano
i
socialisti
italiani
dell
'
opera
loriana
e
(
peggio
)
di
quella
di
Marx
;
fatto
che
caratterizza
in
modo
non
dubbio
il
marxismo
italiano
come
un
marxismo
senza
conoscenza
di
Marx
.
E
,
anche
quando
le
nuove
frazioni
più
intransigenti
del
partito
parvero
bandire
la
crociata
del
ritorno
al
genuino
pensiero
di
lui
,
anche
allora
si
fece
strada
l
'
antica
idea
della
insufficienza
dottrinale
del
marxismo
e
della
necessità
della
sua
revisione
.
R
.
Michels
,
nella
sua
Storia
del
marxismo
in
Italia
,
ha
ben
compreso
questa
aspirazione
dei
nostri
scrittori
socialisti
,
che
hanno
a
suo
dire
fra
i
maggiori
compiti
quello
della
ricerca
di
una
teoria
complementare
al
Marx
.
Ma
il
Michels
,
critico
dell
'
economia
marxistica
,
ha
preso
questa
insufficienza
culturale
come
il
non
plus
ultra
della
genialità
,
e
con
ciò
si
è
precluso
da
se
medesimo
la
via
ad
intendere
il
pensiero
di
quel
grande
filosofo
italiano
che
ha
scritto
nella
storia
della
dottrina
marxistica
una
pagina
originale
e
feconda
.
Infatti
il
prof
.
Michels
.
non
ha
trovato
spazio
per
parlare
dei
Saggi
di
Antonio
Labriola
,
mentre
tanto
ne
ha
dedicato
a
scritti
di
gran
lunga
meno
importanti
.
A
p
.
75
,
Antonio
Labriola
è
ricordato
come
uno
dei
sottoscrittori
di
un
ordine
del
giorno
al
Congresso
operaio
italiano
di
Palermo
;
a
p
.
99
come
persona
che
era
in
relazione
con
F
.
Engels
;
a
pp
.
102
e
103
come
contrario
alla
impurità
del
marxismo
;
a
pp
.
114
e
154
come
appartenente
alla
coorte
partenopea
,
con
B
.
Croce
,
Arturo
Labriola
,
E
.
Leone
,
ecc
.
;
a
pp
.
120-121
e
159
come
filosofo
che
stimava
i
marxisti
stranieri
i
quali
gli
ricambiavano
questa
considerazione
;
e
a
p
.
153
come
scrittore
che
dà
alle
sue
opere
un
'
intonazione
socialistica
.
Tutte
notizie
,
queste
,
date
con
una
sobrietà
eccessiva
di
due
o
tre
parole
,
di
sfuggita
,
come
sobri
sono
e
il
periodo
che
parla
del
suo
insegnamento
universitario
,
messo
in
seconda
linea
per
importanza
socialistica
rispetto
a
quello
di
Enrico
Ferri
,
e
quella
breve
nota
dove
gli
si
attribuisce
la
poca
stima
dì
F
.
Engels
.
Anche
quando
parla
del
materialismo
storico
,
considerato
come
"
campo
dell
'
economia
marxistica
"
(
sic
!
)
,
il
Michels
non
ha
una
parola
,
non
dirò
per
illustrare
,
ma
solo
per
accennare
alla
meravigliosa
opera
di
filosofia
della
storia
di
Antonio
Labriola
.
In
questo
modo
il
Michels
,
invece
di
fare
la
storia
del
marxismo
italiano
,
come
avrebbe
voluto
,
ha
fatto
la
storia
della
fama
di
Marx
in
Italia
e
ha
messo
in
rilievo
le
difficoltà
non
lievi
che
presenta
lo
studio
e
la
continuazione
dell
'
opera
del
pensatore
di
Treviri
,
e
,
indirettamente
,
anche
di
quella
di
Antonio
Labriola
.
Nel
campo
delle
discipline
storico
-
sociali
,
è
ancora
diffuso
il
mal
vezzo
di
preferire
le
tesi
dalle
apparenze
allettanti
,
i
sistemi
completi
,
cioè
i
sistemi
che
sembrano
dare
soddisfazione
piena
al
nostro
desiderio
conoscitivo
,
al
lavoro
freddo
,
lento
,
preciso
,
misurato
della
scienza
.
E
siccome
il
marxismo
è
animato
da
quello
spirito
di
cui
vive
la
scienza
in
genere
,
e
ha
raggiunto
una
relativa
perfezione
degli
strumenti
di
ricerca
e
un
pensiero
criticamente
consapevole
;
poiché
,
anzi
,
per
tutto
ciò
ambisce
di
diventare
il
perno
delle
scienze
che
indagano
il
vivere
.
umano
,
gli
ostacoli
alla
diffusione
della
sua
conoscenza
non
sono
certamente
ancora
oggi
rimossi
.
Di
qui
nuova
confusione
e
manifestazioni
continue
della
dotta
ignoranza
;
di
qui
anche
,
e
sopratutto
,
il
luogo
comune
di
"
Marx
è
sorpassato
,
il
marxismo
è
in
crisi
,
ecc
.
"
come
se
si
potesse
superare
ciò
che
non
si
è
pienamente
inteso
,
o
si
potesse
avere
crisi
di
ciò
che
non
esiste
ancora
!
Ma
,
se
lo
studiare
e
comprendere
il
marxismo
è
cosa
non
lieve
,
più
arduo
è
il
compito
di
continuarlo
e
di
criticarlo
,
in
quanto
qui
si
tratta
,
per
uomini
di
ingegno
e
di
coltura
non
comune
,
di
sacrificare
l
'
ingente
fardello
di
cari
pregiudizi
e
di
viete
e
comode
tradizioni
e
delle
più
forti
passioni
politiche
.
Perciò
questa
dottrina
urta
contro
la
fantasia
di
molti
e
contro
l
'
indolenza
di
tutti
.
I
più
di
costoro
rigettano
il
marxismo
in
blocco
e
fanno
bene
.
Non
pochi
però
da
un
incompleto
studio
del
materialismo
storico
sono
portati
a
deformarlo
e
,
inavvertitamente
,
a
portare
in
questo
tutti
gli
avanzi
e
i
rifiuti
della
mentalità
metafisica
.
Altri
infine
trovano
comodo
riferirsi
al
marxismo
,
come
ad
un
qualcosa
di
attraente
,
e
riandare
ad
un
tempo
con
la
mente
a
cercare
nella
storia
del
pensiero
i
punti
di
contatto
con
varie
concezioni
,
per
poi
presentare
al
pubblico
,
p
.
es
.
,
ora
un
Marx
-
Spencer
,
ora
un
Marx
-
Kant
,
ora
un
Marx
-
Bergson
.
Per
i
primi
,
il
materialismo
storico
non
esiste
,
e
ciò
vuoi
dire
che
essi
si
accontentano
di
spiegare
la
storia
con
l
'
isterismo
e
la
fantasia
.
Per
i
secondi
e
gli
ultimi
,
esso
è
diventato
una
nuova
e
sterile
esercitazione
metafisica
,
poiché
non
vi
può
essere
forza
in
un
pensiero
che
cerca
di
illuminare
la
storia
con
un
gioco
di
combinazioni
del
pensato
dei
vari
uomini
grandi
,
invece
di
chiedere
luce
alla
fonte
inesauribile
della
realtà
storica
passata
e
presente
.
Per
tutti
costoro
non
sarà
fuor
di
luogo
ripetere
ciò
che
scrissi
or
non
è
molto
a
proposito
della
mania
di
voler
completare
il
marxismo
col
pensiero
di
questo
o
di
quel
filosofo
:
Non
si
considera
che
questo
basta
per
mettersi
fuori
dall
'
orbita
del
marxismo
,
perché
,
o
si
vuoi
portare
nel
marxismo
qualcosa
che
esso
ha
già
in
sé
per
il
fatto
di
aver
tratto
dalle
dottrine
che
ha
superato
ciò
che
di
scientificamente
esatto
esse
contenevano
,
o
si
vuoi
riportare
nel
marxismo
la
metafisica
da
questo
vinta
.
Nel
primo
caso
il
materialismo
storico
non
si
comprende
;
nel
secondo
si
rinnega
.
C
'
è
da
augurarsi
che
questi
tentativi
di
deturpare
e
svisare
il
marxismo
siano
frantumati
,
e
possa
finalmente
essere
compreso
nella
sua
piena
integrità
il
pensiero
del
filosofo
germanico
.
Da
un
tale
momento
soltanto
la
continuazione
dell
'
opera
sua
diverrà
più
agevole
,
perché
si
saprà
distinguere
ciò
che
è
opinione
personale
di
Marx
,
dettata
da
individuali
considerazioni
,
passibile
di
smentita
da
parte
dei
fatti
,
da
ciò
che
fu
rigorosamente
da
lui
osservato
nella
realtà
della
storia
.
Perciò
diceva
Antonio
Labriola
25
anni
or
sono
:
"
altro
è
guardare
al
tenore
particolare
degli
scritti
di
Marx
,
in
quanto
sono
un
fatto
particolare
,
e
altro
è
guardare
al
marxismo
come
a
una
dottrina
che
è
capace
di
svolgersi
.
"
'
Perciò
,
ammaestrati
dalla
esperienza
,
noi
sosteniamo
che
il
materialismo
storico
non
potrà
essere
continuato
,
corretto
,
completato
se
non
con
i
metodi
,
che
l
'
esperienza
della
classe
lavoratrice
attraverso
l
'
opera
di
Marx
ci
ha
indicati
,
cioè
criticamente
,
dalla
critica
che
nasce
dalle
cose
storiche
e
non
dalle
opinioni
del
signor
X
.
StampaPeriodica ,
La
questione
dell
'
ordinamento
dei
sindacati
operai
acquista
oggi
una
eccezionale
attualità
dalla
promulgazione
della
nuova
legge
fascista
sindacale
,
i
modi
e
le
conseguenze
della
cui
attuazione
sono
una
delle
più
grandi
incognite
del
presente
periodo
della
politica
italiana
.
Al
chiarimento
di
tale
questione
cui
sarà
anche
dedicato
un
prossimo
convegno
dei
rappresentanti
del
Partito
socialista
dei
lavoratori
italiani
recherà
indubbiamente
molta
luce
il
seguente
articolo
che
a
disegno
non
volle
essere
polemico
del
più
sperimentato
e
coscienzioso
dei
nostri
organizzatori
operai
.
La
C
.
S
.
Nel
mio
Sindacalismo
confederale
,
presenterò
alcuni
saggi
,
in
parte
vecchi
e
in
parte
nuovi
,
intesi
a
far
conoscere
come
si
sia
andato
evolvendo
,
nel
corso
degli
anni
,
il
pensiero
del
movimento
operaio
italiano
,
ed
a
fissare
,
in
pari
.
tempo
,
alcuni
principi
che
si
possono
considerare
definitivamente
acquisiti
alla
pratica
sindacale
,
tanto
che
possono
formare
,
nel
loro
insieme
,
una
teoria
.
In
questo
scritto
mi
propongo
di
esporre
i
concetti
fondamentali
della
teoria
,
separandola
dalla
parte
puramente
storica
e
documentaria
.
Non
è
un
riassunto
del
libro
che
intendo
fare
,
bensì
una
specie
di
estratto
Liebig
,
il
quale
mi
auguro
possa
piacere
ai
cucinieri
che
hanno
per
compito
di
fornire
al
proletariato
l
'
alimento
spirituale
.
È
una
teoria
sgorgata
dalla
pratica
e
collaudata
da
una
quadrilustre
esperienza
.
Convien
ricordare
che
il
movimento
operaio
italiano
è
di
origine
rivoluzionaria
e
che
è
stato
in
ogni
tempo
ispirato
da
un
"
credo
"
politico
eterodosso
.
Che
i
suoi
ispiratori
si
chiamassero
Mazzini
,
o
Bakunin
,
o
Costa
,
o
Turati
,
non
conta
.
Ciò
che
va
rilevato
si
è
che
le
associazioni
non
animate
da
idealità
politiche
non
fanno
parte
del
movimento
di
cui
ci
occupiamo
.
Anche
il
sindacalismo
cosidetto
riformista
,
in
quanto
mira
alla
totale
liberazione
del
proletariato
,
è
rivoluzionario
nei
fini
,
cioè
contrario
alle
istituzioni
capitalistiche
;
è
,
in
altre
parole
,
politico
.
Tolta
la
meta
ideale
,
la
finalità
rivoluzionaria
,
non
si
può
più
parlare
di
sindacalismo
in
senso
stretto
,
ma
di
corporativismo
,
il
quale
può
essere
,
all
'
opposto
,
rivoluzionario
nei
metodi
e
conservatore
o
agnostico
in
politica
.
Poiché
,
dunque
,
furono
in
ogni
tempo
i
partiti
rivoluzionari
a
suscitare
il
movimento
operaio
,
non
apparirà
strano
se
questo
è
stato
sempre
un
fatto
subordinato
al
fatto
politico
.
Giuseppe
Mazzini
si
adoperò
per
federare
le
"
Fratellanze
,
"
da
lui
fondate
,
in
una
vasta
organizzazione
nazionale
,
che
,
secondo
i
suoi
intendimenti
,
avrebbe
dovuto
facilitare
la
soluzione
del
problema
sociale
,
riunendo
il
lavoro
e
il
capitale
nelle
stesse
mani
;
ma
il
suo
tentativo
non
sorti
esito
felice
,
causa
l
'
immaturità
dell
'
ambiente
.
La
propaganda
mazziniana
non
poteva
essere
compresa
che
dalle
minoranze
più
colte
delle
città
,
mentre
il
socialismo
,
col
denunziare
gli
antagonismi
di
classe
e
col
predicare
la
solidarietà
fra
gli
oppressi
,
trasse
facilmente
le
grandi
masse
operaie
e
contadine
alla
ribalta
della
storia
.
La
meravigliosa
fioritura
di
leghe
e
di
Camere
del
lavoro
,
che
il
1901
ci
presenta
,
era
stata
preceduta
da
una
larga
seminagione
di
idee
socialiste
in
un
'
epoca
particolarmente
favorevole
al
loro
germoglio
.
Per
un
certo
tempo
la
resistenza
sembrò
non
essere
altro
che
il
socialismo
in
divenire
.
Senonché
il
socialismo
parlamentare
,
con
alla
testa
la
social
-
democrazia
germanica
,
tenacemente
abbarbicato
al
concetto
che
il
sindacato
fosse
utile
se
ed
in
quanto
era
di
ausilio
all
'
azione
politico
-
parlamentare
del
partito
,
tendeva
a
subordinarlo
a
sé
o
almeno
alla
sua
particolare
concezione
rivoluzionaria
.
L
'
azione
diretta
,
preconizzata
dal
sindacalismo
rivoluzionario
,
altro
non
è
stata
,
in
fondo
,
che
la
reazione
alla
pratica
troppo
elettoralistica
,
e
forse
,
più
ancora
che
ad
essa
,
a
quel
generico
pessimismo
che
portava
al
non
fare
ed
all
'
attesa
messianica
dell
'
evento
rivoluzionario
.
Quale
fiducia
si
può
riporre
nell
'
azione
sindacale
se
si
è
convinti
a
priori
che
essa
non
modifica
i
rapporti
di
classe
e
non
risolve
il
problema
sociale
?
Il
movimento
operaio
non
vive
che
per
l
'
azione
.
Si
può
credere
che
la
ginnastica
scioperaiola
sia
un
non
senso
e
l
'
espropriazione
violenta
dei
capitalisti
un
'
utopia
,
ma
non
si
può
negare
che
il
sindacalismo
rivoluzionario
ha
servito
a
correggere
l
'
eccesso
parlamentarista
e
a
infondere
nei
lavoratori
quella
fiducia
in
se
stessi
e
quella
volontà
.
di
azione
,
per
le
quali
soltanto
potranno
essere
qualche
cosa
nel
mondo
.
Comunque
è
certo
che
,
allorquando
i
nostri
più
autorevoli
organizzatori
meditavano
di
costituire
la
Confederazione
del
lavoro
,
obbedivano
precisamente
al
bisogno
di
fare
,
di
muoversi
nella
realtà
della
vita
,
di
allentare
le
ritorte
che
tenevano
l
'
organizzazione
avvinta
ad
un
troppo
dogmatico
verbo
politico
.
Essi
intuivano
la
necessità
di
fare
una
politica
sindacale
autonoma
.
Erano
dei
buoni
riformisti
ligi
alla
corrente
di
destra
del
partito
,
ma
propendevano
a
valorizzare
il
sindacato
mettendolo
almeno
alla
pari
col
partito
.
Le
revisioni
di
destra
e
di
sinistra
operatesi
in
quel
turno
di
tempo
non
avevano
lasciato
indifferente
il
proletariato
italiano
.
L
'
azione
diretta
non
aveva
affatto
bisogno
di
esplicarsi
nella
forma
dello
sciopero
rivoluzionario
,
ed
essa
appariva
come
un
'
integrazione
dell
'
azione
mediata
,
parlamentare
.
Principi
fondamentali
del
sindacato
.
Il
sindacato
operaio
moderno
fu
variamente
definito
da
tutti
coloro
che
lo
studiarono
.
Economisti
,
sociologi
,
storici
,
uomini
politici
,
organizzatori
ne
fissarono
i
caratteri
e
gli
scopi
con
una
formula
rispondente
più
o
meno
alle
loro
particolari
opinioni
e
concezioni
.
Nella
stessa
parola
"
sindacato
"
(
o
"
lega
"
)
è
implicito
il
concetto
di
una
associazione
fra
gente
della
stessa
condizione
,
che
intende
procurare
a
se
stessa
dei
miglioramenti
.
Il
sindacato
è
"
l
'
impresa
dei
miglioramenti
,
"
i
quali
non
sono
delimitabili
a
priori
.
Il
sindacato
non
si
forma
se
non
vi
è
negli
operai
l
'
intenzione
di
lottare
contro
lo
sfruttamento
capitalistico
.
Il
sindacato
deve
quindi
incardinarsi
su
questi
principi
:
1
.
La
solidarietà
fra
lavoratori
è
tanto
più
produttiva
di
effetti
benefici
quanto
più
è
estesa
.
Il
primo
vantaggio
che
gli
operai
traggono
dal
loro
associarsi
in
sindacato
di
resistenza
è
di
ridurre
al
minimo
la
concorrenza
tra
loro
stessi
,
rendendo
più
difficile
il
peggioramento
delle
loro
condizioni
anche
se
rimangono
in
atteggiamento
passivo
.
La
piccola
lega
isolata
offre
scarsa
capacità
di
resistenza
ed
è
sprovveduta
di
qualsiasi
forza
per
svolgere
un
'
azione
attiva
,
specie
dopo
che
gli
imprenditori
si
sono
organizzati
a
loro
volta
.
C
'
è
,
dunque
,
uno
stretto
rapporto
fra
i
successi
o
gli
insuccessi
delle
lotte
del
lavoro
e
l
'
ampiezza
e
l
'
unità
dell
'
organizzazione
.
Il
verificarsi
di
questa
prima
condizione
influisce
vantaggiosamente
anche
nel
senso
di
diminuire
il
costo
delle
conquiste
operaie
,
perché
basta
la
presenza
di
una
forte
organizzazione
ad
eliminare
molte
cause
di
conflitto
.
2
.
Ma
il
rendimento
dell
'
organizzazione
non
dipende
soltanto
dal
numero
,
dall
'
affiatamento
e
dalla
combattività
degli
organizzati
.
Costituiscono
altrettanti
elementi
di
successo
l
'
abilità
dei
capi
,
la
disciplina
e
lo
spirito
di
previdenza
dei
gregari
.
Se
una
controversia
sbocca
nello
sciopero
o
nella
serrata
,
le
probabilità
maggiori
di
vittoria
sono
per
la
parte
che
è
in
grado
di
resistere
di
più
e
di
infliggere
un
danno
alla
parte
avversa
.
È
quindi
necessario
che
l
'
organizzazione
sia
forte
anche
finanziariamente
.
Se
gli
operai
,
dopo
aver
provveduto
al
retto
funzionamento
della
loro
organizzazione
,
accantonano
fondi
per
distribuire
sussidi
in
caso
di
sciopero
,
la
loro
capacità
di
resistenza
si
accresce
di
tanto
.
La
politica
delle
alte
contribuzioni
è
raccomandabile
sotto
ogni
punto
di
vista
.
3
.
La
previdenza
sindacale
è
anch
'
essa
un
fattore
del
progresso
operaio
.
Gli
operai
,
che
escono
da
un
periodo
di
disoccupazione
e
di
malattia
non
sussidiata
,
sono
costretti
talvolta
ad
accettare
quel
qualunque
salario
che
l
'
imprenditore
voglia
loro
corrispondere
;
ove
invece
funzionino
nell
'
interno
del
sindacato
servigi
mutualistici
,
si
ottiene
il
duplice
risultato
di
accrescere
la
capacità
di
resistenza
dei
soci
e
di
limitarne
la
fluttuazione
.
Infatti
l
'
organizzazione
che
si
proponga
la
pura
difesa
del
contratto
di
lavoro
riesce
difficilmente
a
tenere
avvinti
a
sé
i
soci
negli
intervalli
fra
un
contratto
e
l
'
altro
.
4
.
Come
tutte
le
battaglie
,
anche
quelle
del
lavoro
hanno
per
iscopo
la
pace
.
Vincitori
e
vinti
finiscono
sempre
per
firmare
un
trattato
che
vien
detto
"
contratto
di
lavoro
"
o
(
più
propriamente
)
"
concordato
di
tariffa
,
"
con
scadenza
a
termine
fisso
.
Non
vi
sono
limiti
circa
le
materie
suscettibili
di
formare
oggetto
di
contrattazione
tra
le
parti
.
Il
salario
,
il
cottimo
,
la
disciplina
interna
,
la
previdenza
,
la
stabilità
,
i
licenziamenti
,
le
assunzioni
,
la
condirezione
,
il
controllo
,
eventualmente
,
sull
'
azienda
nella
quale
gli
operai
sono
impiegati
,
tutto
può
essere
liberamente
regolato
tra
le
parti
mediante
il
concordato
di
tariffa
,
come
tutto
può
fornire
materia
di
conflitto
.
5
.
Le
organizzazioni
padronali
ed
operaie
stipulano
non
soltanto
per
i
loro
soci
,
ma
per
tutta
la
massa
interessata
in
una
data
industria
e
in
un
dato
territorio
.
Trattandosi
però
di
contratto
libero
,
la
sua
esecuzione
non
può
essere
affidata
che
alla
lealtà
dei
contraenti
,
i
quali
non
possono
rispondere
delle
infrazioni
individuali
.
Quindi
,
anche
in
tempo
di
pace
,
il
concordato
ha
valore
se
ed
in
quanto
sia
presidiato
dall
'
organizzazione
.
Ma
poiché
,
indipendentemente
dalla
buona
o
cattiva
volontà
delle
parti
,
un
concordato
può
prestarsi
alle
più
diverse
interpretazioni
,
così
,
per
eliminare
ogni
causa
d
'
attrito
,
l
'
organizzazione
operaia
si
assume
di
esercitare
una
continua
vigilanza
sulla
sua
applicazione
nell
'
interno
di
ogni
stabilimento
mediante
le
cosidette
"
Commissioni
interne
.
"
E
questo
bisogno
di
vigilanza
assidua
si
risolve
in
un
argomento
di
più
a
favore
della
stabilità
,
della
forza
,
dell
'
unità
del
sindacato
.
Sindacalismo
,
mutualismo
,
cooperazione
,
sciopero
.
Per
trattenere
gli
operai
nei
sindacati
,
è
necessario
coltivare
l
'
idea
mutualista
.
La
questione
di
principio
non
può
essere
dubbia
:
ridurre
i
sindacati
a
pure
società
di
resistenza
vuoi
dire
opporre
una
barriera
formidabile
all
'
evoluzione
del
proletariato
;
vuoi
dire
abbandonarlo
all
'
influenza
preponderante
dei
demagoghi
borghesi
,
riducendo
l
'
importanza
delle
forze
economiche
che
possono
contribuire
a
mantenere
l
'
autonomia
della
classe
operaia
;
vuol
dire
impedirgli
di
elaborare
conformemente
al
suo
proprio
modo
di
vivere
i
nuovi
principi
del
suo
diritto
;
vuoi
dire
,
in
una
parola
,
rifiutargli
la
possibilità
di
diventare
una
classe
"
per
se
stessa
.
"
Le
società
mutue
fondate
dai
sindacati
non
poggiano
punto
sugli
stessi
principi
delle
Casse
borghesi
;
in
luogo
di
ispirarsi
all
'
associazione
dei
capitali
,
esse
osservano
il
principio
della
solidarietà
proletaria
.
Si
parla
spesso
di
organizzare
il
proletariato
:
ma
organizzare
non
si
gnifica
inquadrare
degli
automi
!
L
'
organizzazione
è
il
passaggio
dall
'
ordine
meccanico
,
cieco
,
comandato
dall
'
esterno
,
alla
differenziazione
organica
,
intelligente
,
coscientemente
accettata
;
in
una
parola
,
è
una
evoluzione
morale
.
Non
vi
si
arriva
che
con
una
lunga
pratica
e
con
l
'
esperienza
acquistata
nella
vita
.
Tutte
le
istituzioni
si
sono
formate
allo
stesso
modo
;
esse
non
sono
né
il
risultato
delle
decisioni
dei
grandi
uomini
di
Stato
,
né
quello
dei
calcoli
dei
sapienti
;
esse
si
fanno
abbracciando
e
condensando
tutti
gli
elementi
della
vita
.
Per
quale
ragione
il
proletariato
sfuggirebbe
alla
necessità
di
"
farsi
"
per
questa
via
?
Una
cosa
mi
ha
sempre
colmato
di
stupore
scrive
G
.
Sorel
ed
è
l
'
avversione
di
numerosi
marxisti
per
la
cooperazione
...
Che
cosa
accadrebbe
se
,
dopo
la
rivoluzione
sociale
,
l
'
industria
dovesse
essere
diretta
da
gruppi
incapaci
di
condurre
oggi
una
cooperativa
?
...
È
nel
seno
della
società
capitalista
che
devono
svilupparsi
,
non
soltanto
le
nuove
forze
produttive
,
ma
anche
le
regole
di
un
nuovo
ordine
sociale
,
quelle
che
si
possono
chiamare
le
forze
morali
dell
'
avvenire
.
I
conflitti
del
lavoro
non
sono
da
confondersi
con
la
lotta
di
classe
teorizzata
dai
socialisti
.
I
liberali
respingono
la
lotta
di
classe
;
ma
ammettono
la
legittimità
della
lotta
fra
imprenditori
ed
operai
per
l
'
equa
ripartizione
dei
frutti
del
lavoro
comune
,
non
solo
,
ma
la
credono
economicamente
meno
costosa
e
moralmente
più
sana
della
pace
imposta
artificiosamente
dall
'
alto
.
"
Alla
quiete
,
che
è
morte
,
è
preferibile
il
travaglio
,
che
è
vita
"
(
L
.
Einaudi
)
.
Carlo
Marx
attribuisce
la
massima
importanza
ai
sindacati
operai
,
sopratutto
perché
riuniscono
gli
uomini
della
stessa
classe
per
la
lotta
contro
la
classe
capitalista
.
La
grande
industria
agglomera
in
un
solo
luogo
una
folla
di
persone
sconosciute
le
une
alle
altre
.
La
concorrenza
divide
i
loro
interessi
.
Ma
il
mantenimento
del
salario
,
interesse
che
essi
hanno
comune
contro
i
loro
padroni
,
li
riunisce
nello
stesso
pensiero
di
resistenza
(
coalizione
)
.
Onde
la
coalizione
ha
sempre
un
duplice
scopo
:
quello
di
far
cessare
la
concorrenza
fra
loro
e
quello
di
fare
una
concorrenza
generale
al
capitalista
.
Se
inizialmente
lo
scopo
della
resistenza
non
è
stato
che
il
mantenimento
dei
salari
,
a
misura
che
i
capitalisti
a
loro
volta
si
riuniscono
in
un
pensiero
di
repressione
,
le
coalizioni
,
dapprima
isolate
,
si
formano
in
gruppi
;
di
fronte
al
capitale
sempre
riunito
,
il
mantenimento
dell
'
associazione
diviene
più
necessario
per
loro
di
quello
del
salario
.
Ciò
è
talmente
vero
,
che
gli
economisti
inglesi
sono
pieni
di
meraviglia
nel
vedere
che
gli
operai
sacrificano
una
buona
parte
del
salario
in
favore
delle
associazioni
che
,
agli
occhi
di
quegli
economisti
,
non
sono
stabilite
in
favore
del
salario
.
In
questa
lotta
vera
guerra
civile
si
riuniscono
e
si
sviluppano
tutti
gli
elementi
necessari
ad
una
futura
battaglia
.
Arrivata
a
tal
punto
,
l
'
associazione
prende
un
carattere
politico
.
Le
condizioni
economiche
avevano
dapprima
trasformata
la
massa
del
paese
in
lavoratori
.
La
dominazione
del
capitale
ha
creato
a
questa
massa
una
situazione
comune
,
interessi
comuni
.
Onde
questa
massa
è
una
classe
rispetto
al
capitale
,
ma
non
ancora
tale
in
se
stessa
.
Nella
lotta
,
di
cui
noi
non
abbiamo
segnalato
che
alcune
fasi
,
questa
massa
si
riunisce
,
si
costituisce
in
classe
da
se
stessa
.
Gli
interessi
che
essa
difende
divengono
interessi
di
classe
.
Ma
la
lotta
tra
classe
e
classe
è
una
lotta
politica
.
Lo
sciopero
economico
è
il
fatto
per
cui
un
gruppo
di
operai
viene
a
trovarsi
in
conflitto
momentaneo
con
un
gruppo
di
capitalisti
per
una
divergenza
che
non
mette
in
questione
il
possesso
dei
mezzi
di
produzione
da
parte
dei
primi
,
appunto
perché
il
problema
del
possesso
non
può
essere
risolto
per
via
di
scioperi
particolari
,
né
pacifici
,
né
violenti
.
La
resistenza
,
gli
scioperi
,
sono
,
quindi
,
effettivamente
"
conflitti
"
o
"
lotte
"
del
lavoro
,
ma
non
possono
essere
la
lotta
di
classe
,
che
è
sempre
una
lotta
di
carattere
politico
.
In
quanto
sono
fatti
episodici
e
subordinati
al
fatto
generale
della
lotta
di
classe
,
i
socialisti
accettano
gli
sciopèri
quando
sono
necessari
,
ma
non
hanno
alcun
interesse
a
moltiplicarli
o
ad
esasperarli
,
come
non
possono
essere
aprioristicamente
contrari
ai
congegni
che
tendono
a
ridurne
il
numero
e
la
durata
senza
menomare
la
libertà
degli
operai
.
Il
sindacato
va
preso
per
quello
che
è
,
per
quello
che
può
dare
,
e
non
si
deve
pretendere
da
esso
più
di
quanto
è
nelle
sue
possibilità
.
Esso
è
,
prima
di
tutto
,
un
ottimo
strumento
per
mitigare
lo
sfruttamento
diretto
del
conduttore
d
'
opera
sui
suoi
dipendenti
.
Non
è
da
credere
ch
'
esso
riesca
a
ridurre
il
profitto
del
capitalista
al
disotto
del
saggio
normale
,
ma
riesce
certamente
ad
armonizzare
meglio
i
salari
coi
profitti
,
a
impedire
che
la
concorrenza
fra
imprenditori
si
faccia
a
tutte
spese
del
lavoro
,
ad
espellere
dal
processo
produttivo
gli
industriali
inetti
,
a
migliorare
,
insomma
,
la
condizione
del
lavoratore
,
sì
dal
lato
economico
che
da
quello
morale
ed
igienico
.
Monopolio
della
mano
d
'
opera
e
controllo
della
produzione
.
Il
sindacato
tende
a
monopolizzare
la
mano
d
'
opera
.
I
mezzi
coattivi
,
a
cui
ricorrono
le
organizzazioni
per
aumentare
la
percentuale
degli
organizzati
o
per
ridurre
,
comunque
,
la
passività
dei
disorganizzati
,
degli
assenti
,
dei
crumiri
,
ne
sono
la
prova
migliore
.
Il
monopolio
è
osteggiato
dagli
economisti
liberali
;
ma
è
questione
di
intendersi
su
di
esso
.
La
libera
concorrenza
,
che
gli
economisti
vorrebbero
,
non
sparisce
affatto
finché
non
è
interdetto
a
nessuno
di
organizzare
un
sindacato
in
concorrenza
ad
un
altro
sindacato
.
Noi
tendiamo
a
sopprimere
la
concorrenza
perché
è
causa
di
indebolimento
dei
salariati
,
ma
intendiamo
che
al
monopolio
si
debba
giungere
per
il
naturale
sviluppo
del
principio
di
solidarietà
.
Insomma
,
il
monopolio
,
in
quanto
viene
come
conclusione
del
processo
formativo
della
solidarietà
professionale
,
non
solo
non
può
essere
respinto
,
ma
deve
essere
sollecitato
da
chi
non
fa
del
sindacalismo
a
fondo
capitalistico
.
I
particolarismi
e
gli
egoismi
che
porta
seco
in
germe
non
devono
preoccupare
eccessivamente
,
perché
vengono
facilmente
neutralizzati
dalla
concorrenza
in
atto
o
allo
stato
di
minaccia
allorché
si
vive
in
condizioni
di
libertà
.
Ad
ogni
modo
,
l
'
indirizzo
,
la
prassi
,
la
finalità
classista
costituiscono
ancora
la
migliore
salvaguardia
contro
i
privilegi
e
i
particolarismi
dei
gruppi
;
privilegi
,
particolarismi
,
egoismi
che
sono
in
gran
parte
frutto
della
morale
individualista
.
La
concezione
classista
,
che
implica
uno
sforzo
di
negazione
e
di
superamento
del
capitalismo
,
è
quella
che
meglio
risponde
,
anche
dal
punto
di
vista
dell
'
interesse
dei
terzi
.
Gli
operai
che
entrano
in
quest
'
ordine
di
idee
lottano
bensì
per
i
salari
,
ma
tendono
sopratutto
ad
assumere
e
a
controllare
direttamente
la
produzione
.
Corpi
consultivi
,
riconoscimento
giuridico
,
sindacato
unico
.
I
corpi
consultivi
rappresentano
un
terreno
d
'
incontro
fra
operai
e
padroni
fuori
dell
'
azienda
di
produzione
.
Qui
la
discussione
non
è
più
portata
sulla
tariffa
,
ma
su
provvidenze
di
carattere
generale
che
spetta
allo
Stato
di
attuare
,
sentito
il
parere
dei
tecnici
e
delle
parti
più
direttamente
interessate
.
Ciascuna
parte
può
starvi
,
dunque
,
in
piena
indipendenza
di
spirito
,
e
non
vi
è
pericolo
che
questa
collaborazione
conduca
ad
ammorbidimenti
o
a
compromessi
incompatibili
con
l
'
idea
di
classe
.
La
controversia
,
se
convenga
o
meno
partecipare
ai
corpi
tecnici
consultivi
dello
Stato
,
è
per
noi
risolta
in
senso
affermativo
.
Lo
Stato
moderno
tende
fatalmente
alla
moltiplicazione
dei
propri
organi
,
e
i
sindacati
sono
portati
ad
assumere
sempre
nuove
funzioni
pubbliche
.
Sorge
,
a
questo
punto
,
la
questione
del
riconoscimento
giuridico
.
Come
può
lo
Stato
investire
i
sindacati
padronali
ed
operai
del
diritto
di
rappresentanza
negli
istituti
di
legislazione
e
di
previdenza
,
se
i
sindacati
stessi
non
sono
riconosciuti
dalla
legge
?
E
a
quali
sindacati
lo
Stato
affiderà
la
rappresentanza
,
se
sono
più
di
uno
per
ogni
ramo
professionale
?
Il
problema
è
già
virtualmente
risolto
.
Si
possono
seguire
due
metodi
per
dare
veste
legale
ai
sindacati
rispettando
la
libertà
individuale
:
il
primo
consiste
nel
concedere
il
riconoscimento
ai
sindacati
di
tutte
le
tendenze
i
quali
ne
facciano
domanda
dando
a
ciascuno
una
rappresentanza
proporzionata
al
numero
dei
propri
soci
;
e
il
secondo
nel
raggruppare
professionalmente
gli
operai
e
i
datori
di
lavoro
in
apposite
liste
elettorali
,
per
la
nomina
dei
rispettivi
rappresentanti
negli
organi
statali
.
L
'
uno
e
l
'
altro
metodo
possono
essere
adottati
contemporaneamente
.
Nel
primo
caso
sono
elettori
i
sindacati
,
nel
secondo
gli
individui
,
siano
o
non
siano
organizzati
.
Il
secondo
metodo
è
già
in
uso
per
la
nomina
dei
probiviri
.
Non
è
in
contraddizione
coi
nostri
principi
l
'
addivenire
alla
costituzione
dei
corpi
di
mestiere
,
assegnando
ad
essi
l
'
ufficio
di
rappresentanti
legali
e
riconosciuti
per
la
stipulazione
dei
contratti
di
lavoro
.
Solo
si
richiede
che
l
'
ente
giuridico
sia
ordinato
su
base
democratica
e
che
rimanga
salva
la
libertà
degli
operai
di
organizzarsi
in
sindacati
di
fatto
,
secondo
le
loro
preferenze
sociali
e
politiche
.
Il
sindacato
unico
è
una
perfezione
del
processo
formativo
dell
'
organizzazione
di
classe
,
un
bene
superiore
che
il
proletariato
deve
voler
raggiungere
,
anche
se
non
riuscirà
mai
a
possederlo
interamente
,
e
la
cui
conquista
dipende
da
lui
solo
,
dalla
sua
forza
morale
.
Nessuno
potrà
mai
donare
graziosamente
alle
masse
le
armi
della
loro
liberazione
.
Il
sindacato
unico
,
obbligatorio
,
imposto
d
'
autorità
,
creerebbe
immediatamente
il
bisogno
di
costituire
entro
di
esso
il
sindacato
o
i
sindacati
volontari
,
perché
il
sindacalismo
è
pensiero
,
vita
,
movimento
.
Inserzione
del
sindacato
nello
Stato
.
I
sindacati
e
i
partiti
.
Il
plurisindacalismo
,
dunque
,
non
esclude
l
'
unità
sostanziale
della
classe
,
purché
,
naturalmente
,
tutte
le
organizzazioni
si
trovino
nelle
identiche
condizioni
di
libertà
.
Perché
l
'
unità
sostanziale
sia
,
è
indispensabile
che
il
movimento
operaio
si
emancipi
dalla
tutela
dei
partiti
e
dei
governi
.
Lo
Stato
,
che
è
sopra
le
classi
,
può
svolgere
una
sua
azione
,
intesa
a
limitare
i
danni
economici
delle
lotte
del
lavoro
,
creando
istituti
arbitramentali
e
di
conciliazione
,
ma
è
assurdo
pretendere
che
crei
il
sindacato
e
disconosca
in
pari
tempo
la
sua
prima
e
più
importante
funzione
,
che
è
quella
di
migliorare
le
condizioni
dei
lavoratori
;
salvo
non
si
voglia
fare
del
sindacato
un
semplice
materiale
per
il
rifacimento
dello
Stato
su
basi
tecnico
-
professionali
.
Allora
il
potere
non
emanerebbe
più
dal
popolo
indistinto
,
ma
uscirebbe
dai
sindacati
professionali
di
tutte
le
classi
e
professioni
:
tanti
ingegneri
,
tanti
medici
,
tanti
professori
,
tanti
meccanici
,
tanti
agricoltori
,
e
così
via
.
Tutt
'
al
più
,
oltre
alla
rappresentanza
diretta
dei
sindacati
"
aclassisti
,
"
quella
Camera
o
quel
senato
,
che
fosse
chiamato
a
funzionare
da
potere
legislativo
,
potrebbe
essere
completato
da
un
certo
numero
di
membri
nominati
a
vita
dal
governo
.
Contro
simili
tesi
si
levano
due
categorie
di
oppositori
:
coloro
i
quali
non
ammettono
che
i
sindacati
debbano
assumere
funzioni
rappresentative
di
carattere
politico
,
e
coloro
che
vorrebbero
inserire
i
sindacati
nel
tessuto
dello
Stato
,
senza
,
però
,
distruggere
la
base
democratica
di
questo
.
Alfredo
Poggi
appartiene
alla
prima
categoria
.
Secondo
il
Poggi
,
l
'
attenzione
dei
politici
e
degli
studiosi
sulla
trasformazione
dello
Stato
politico
in
una
gerenza
sociale
sarebbe
stata
richiamata
in
particolar
modo
,
dopo
l
'
armistizio
,
tanto
dalle
notizie
sull
'
ordinamento
russo
(
che
pareva
tutto
imperniato
sull
'
azione
politica
dei
sindacati
)
,
quanto
dalla
nuova
costumanza
dei
"
Consigli
di
fabbrica
,
"
come
organi
anche
di
controllo
.
I
motivi
che
il
Poggi
adduce
a
dimostrazione
della
fallacia
dei
progetti
sindacalisti
sono
principalmente
dedotti
dalla
passata
esperienza
.
I
sindacati
si
sarebbero
fin
qui
mostrati
incapaci
di
allargare
le
proprie
vedute
fino
all
'
interesse
generale
;
talché
,
in
Russia
,
per
esempio
,
si
ravvisò
presto
la
necessità
di
immettere
negli
organi
corporativi
anche
rappresentanti
puramente
politici
per
impedire
il
particolarismo
sindacale
.
Né
può
accadere
diversamente
precisa
Alfredo
Poggi
dato
lo
scopo
ristretto
per
cui
il
sindacato
è
sorto
e
ha
avuto
sino
ad
ora
ragione
d
'
essere
;
le
abitudini
mentali
non
si
possono
certo
mutare
in
un
"
fiat
.
"
Se
esso
potrà
quindi
essere
organo
adatto
per
dar
consigli
tecnici
e
per
proporre
leggi
tecniche
allo
Stato
,
dall
'
altro
lato
sarà
,
per
la
stessa
sua
natura
,
impreparato
a
formulare
leggi
,
a
fissare
diritti
,
a
porsi
cioè
da
quel
punto
di
vista
universale
,
da
cui
il
legislatore
giudica
o
...
dovrebbe
giudicare
.
Le
competenze
sindacali
,
se
saranno
assunte
a
funzione
politica
,
faranno
pure
una
politica
,
ma
la
"
loro
"
;
mentre
il
partito
politico
,
che
parte
da
finalità
universali
e
trascende
,
se
non
è
fazione
o
consorteria
,
l
'
interesse
particolare
,
pur
servendosi
dei
consigli
dei
competenti
,
è
più
adatto
a
dare
delle
questioni
la
soluzione
"
politica
,
"
nel
senso
etimologico
della
parola
,
cioè
interessante
la
generalità
dei
cittadini
.
...
La
cellula
attiva
della
collettività
sociale
è
pur
sempre
l
'
individuo
sociale
con
i
suoi
bisogni
e
i
suoi
sentimenti
politici
,
l
'
homo
politicus
di
Aristotile
,
anziché
la
corporazione
,
la
quale
nel
suo
fine
non
contiene
,
(
come
contiene
,
per
esempio
,
la
famiglia
)
,
l
'
uomo
nella
pienezza
della
sua
natura
morale
;
ma
tende
alla
soddisfazione
di
un
preciso
e
limitato
scopo
,
che
è
poi
il
mezzo
per
il
fine
vero
,
per
quello
morale
...
Se
lo
Stato
,
per
riconoscere
la
"
società
,
"
dovesse
solo
riconoscere
queste
corporazioni
economiche
,
finirebbe
col
non
riconoscere
la
vera
,
la
concreta
cellula
del
suo
organismo
,
che
è
l
'
uomo
nella
pienezza
della
sua
vita
sensitiva
e
spirituale
e
non
l
'
astratto
individuo
,
né
il
non
meno
astratto
homo
oeconomicus
.
L
'
uomo
,
che
,
come
tale
,
tende
a
trasformare
lo
Stato
,
non
è
l
'
uomo
sindacato
,
che
,
come
tale
,
ha
un
limitato
scopo
utilitario
,
ma
l
'
uomo
politico
,
organizzato
cioè
nei
partiti
politici
,
detti
dal
Jellineck
necessari
,
che
ispirano
la
loro
condotta
ad
una
concezione
universale
della
vita
sociale
.
Uno
Stato
dei
sindacati
(
che
poi
sarebbe
lo
Stato
dei
sindacati
maggiori
,
con
sacrificio
di
quelli
minori
)
dovrebbe
essere
uno
Stato
come
...
gli
altri
,
dovrebbe
cioè
fare
della
politica
come
gli
altri
;
per
guardare
ai
gruppi
e
non
agli
atomi
,
costringerebbe
forse
...
Dante
ad
iscriversi
nell
'
arte
degli
speziali
,
per
valer
qualcosa
;
ma
ridurrebbe
la
sua
politica
ad
una
piatta
,
materiale
e
utilitaristica
routine
amministrativa
.
Noi
però
non
condividiamo
tutta
la
sfiducia
del
Poggi
verso
il
sindacato
,
o
,
per
dir
meglio
,
tutta
la
fiducia
che
egli
ripone
nei
partiti
politici
.
Quello
dell
'
inserzione
dei
sindacati
nella
costituzione
politica
dello
Stato
è
un
problema
che
va
considerato
in
rapporto
allo
Stato
capitalistico
ed
in
rapporto
alla
società
socialista
.
L
'
esperienza
della
Russia
non
è
decisiva
perché
in
Russia
il
sindacalismo
politico
è
tramontato
col
tramontare
del
comunismo
.
Alfredo
Poggi
ha
ragione
se
e
finché
allude
al
sindacato
presente
.
In
regime
capitalistico
il
sindacato
è
necessariamente
un
'
organizzazione
a
scopi
limitati
e
particolari
.
Il
sindacato
non
si
forma
,
evidentemente
,
per
decidere
se
lo
Stato
debba
essere
laico
o
confessionale
,
oligarchico
o
democratico
,
militarista
o
pacifista
.
Ove
si
prefiggesse
scopi
di
questa
natura
,
verrebbe
a
mancargli
la
base
dell
'
esistenza
,
dappoiché
i
membri
di
una
società
non
hanno
bisogno
,
per
risolvere
siffatte
questioni
,
di
schierarsi
in
sindacati
professionali
distinti
.
A
ciò
sono
senza
dubbio
più
adatte
le
formazioni
di
partito
,
le
quali
permettono
agli
individui
di
schierarsi
secondo
le
proprie
convinzioni
e
non
in
vista
di
difendere
i
loro
particolari
interessi
professionali
ed
economici
.
Noi
,
però
,
non
ci
sentiamo
di
trarre
da
questa
premessa
tutte
le
illazioni
che
ne
trae
il
Poggi
;
noi
non
assegniamo
ai
partiti
tutte
le
virtù
universaliste
che
il
Poggi
loro
assegna
,
sia
pure
con
la
riserva
che
non
diventino
fazioni
o
consorterie
.
L
'
individuo
,
cioè
la
cellula
attiva
della
società
,
non
sparisce
nel
sindacato
più
di
quanto
non
sparisca
nel
partito
;
il
partito
può
diventare
particolarista
come
ogni
altra
forma
di
organizzazione
.
Le
burocrazie
politiche
sono
anch
'
esse
soggette
a
trasformarsi
in
sindacati
misti
per
il
monopolio
e
lo
sfruttamento
del
potere
politico
;
laonde
la
vera
universalità
si
dovrebbe
cercare
nella
mancanza
assoluta
di
ogni
privata
organizzazione
,
nel
rapporto
diretto
fra
lo
Stato
e
il
singolo
individuo
.
E
,
poiché
non
si
può
pretendere
che
i
membri
della
società
cessino
dall
'
associarsi
liberamente
in
vista
di
fini
particolari
,
così
pensiamo
che
il
sindacato
possa
servire
da
utile
contrappeso
alla
influenza
dei
partiti
politici
.
Del
resto
,
la
più
bella
prova
che
il
sindacato
assume
un
'
importanza
sempre
più
decisiva
nella
vita
delle
nazioni
è
data
dal
fatto
che
tutti
i
partiti
cercano
di
appoggiarsi
ai
sindacati
per
valere
qualche
cosa
.
Le
formazioni
politiche
sono
sempre
effimere
e
transitorie
,
mentre
l
'
organizzazione
di
classe
è
stabile
e
permanente
.
I
sentimenti
umani
sono
mobili
e
cangianti
come
la
moda
,
ma
le
classi
,
che
si
evolvono
lentamente
,
hanno
ben
altra
consistenza
e
stabilità
,
e
le
filosofie
politiche
stanno
alle
classi
come
l
'
abito
al
corpo
.
Detto
questo
,
siamo
i
primi
a
riconoscere
che
,
in
regime
di
lotta
di
classe
,
il
sindacato
non
può
assumere
vere
funzioni
politiche
.
Non
lo
può
perché
come
il
Poggi
giustamente
osserva
se
ha
da
compiere
la
funzione
tecnica
,
non
può
compiere
simultaneamente
anche
quella
politica
;
la
politica
dei
sindacati
,
in
regime
proprietario
,
rischierebbe
di
essere
la
politica
dei
grandi
sindacati
.
È
troppo
evidente
che
la
politica
generale
non
può
essere
fatta
con
degli
organismi
a
base
di
rappresentanze
paritarie
di
classe
,
come
sono
tutti
gli
organismi
del
lavoro
creati
dallo
Stato
moderno
.
Se
la
classe
operaia
accettasse
una
tale
soluzione
,
precluderebbe
a
se
stessa
la
via
al
proprio
definitivo
avvento
.
E
fuori
da
questi
organi
paritari
,
i
quali
funzionano
ottimamente
finché
attendono
a
mansioni
di
carattere
tecnico
,
non
si
vede
troppo
quale
altra
funzione
politica
possa
essere
riservata
al
sindacato
,
ossia
come
questo
possa
essere
inserito
nel
parlamento
di
un
paese
.
Si
è
accennato
in
questi
ultimi
tempi
alla
possibilità
di
dare
una
rappresentanza
ai
sindacati
,
come
tali
,
nell
'
Assemblea
legislativa
,
come
si
è
parlato
del
doppio
voto
:
il
professionale
e
il
politico
.
Ora
,
il
voto
professionale
è
già
in
uso
(
vedi
il
caso
dei
probiviri
)
;
può
essere
dunque
questione
soltanto
di
farne
una
più
larga
applicazione
aumentando
gli
istituti
operai
;
e
,
del
resto
,
nulla
impedisce
ai
sindacati
,
in
regime
democratico
,
di
entrare
nello
Stato
seguendo
le
vie
normali
del
suffragio
individuale
.
Gli
inglesi
hanno
risolto
magnificamente
il
problema
:
nelle
unioni
di
mestiere
fanno
la
politica
dei
miglioramenti
salariali
,
ma
con
le
unioni
di
mestiere
fanno
la
politica
nazionale
ed
universa
.
Le
unioni
di
mestiere
inglesi
non
hanno
mai
chiesto
di
essere
ammesse
,
come
tali
,
nell
'
Assemblea
legislativa
;
ma
le
unioni
inglesi
si
sona
immesse
da
se
stesse
nel
parlamento
politico
creando
un
organismo
"
ad
hoc
"
il
partito
del
lavoro
,
al
quale
,
naturalmente
,
l
'
aderire
non
è
obbligatorio
né
per
tutte
le
unioni
,
né
per
tutti
i
soci
di
una
stessa
unione
.
Libertà
per
i
politici
come
per
gli
apolitici
.
Sindacalismo
di
classe
e
socialismo
.
I
sindacati
liberi
,
senza
distinzione
di
tendenza
,
guardano
tutti
al
socialismo
come
ad
una
meta
ideale
;
e
in
ogni
loro
atto
si
trova
espressa
questa
loro
fiducia
in
un
profondo
rinnovamento
sociale
.
Le
conquiste
parziali
sono
sempre
collegate
,
nella
loro
mente
,
al
fine
ultimo
,
che
usiamo
chiamare
convenzionalmente
"
socialismo
"
o
"
comunismo
"
o
"
collettivismo
,
"
cioè
un
fine
che
per
essi
significa
liberazione
dalla
servitù
economica
.
I
confederalisti
professano
la
teoria
generale
della
socializzazione
,
senza
per
ciò
credere
che
si
debba
forzare
l
'
economia
rispetto
a
quei
rami
di
attività
che
non
si
prestano
o
non
sono
maturi
per
tale
trasformazione
.
Essi
seguono
,
in
materia
,
le
direttive
tracciate
dalla
grande
maggioranza
dei
sindacati
aderenti
alla
Federazione
internazionale
di
Amsterdam
.
Secondo
la
scuola
inglese
,
quando
le
industrie
sono
giunte
ad
uno
stato
di
monopolio
(
trust
)
o
di
quasi
-
monopolio
,
il
principio
della
nazionalizzazione
vi
deve
essere
applicato
.
Quanto
al
modo
della
gestione
pubblica
,
essi
ritengono
che
lo
Stato
debba
bensì
essere
il
proprietario
dei
mezzi
di
produzione
,
ma
non
per
questo
il
sistema
di
lavoro
deve
essere
accentrato
nelle
mani
dei
funzionari
dell
'
amministrazione
civile
.
Quando
lo
Stato
si
interessa
seriamente
agli
affari
industriali
,
è
costretto
ad
avvalersi
di
ben
altro
che
di
associazioni
politiche
o
di
gruppi
che
funzionino
politicamente
.
Esso
,
allora
,
tratta
come
un
mandatario
della
società
,
e
per
il
successo
del
suo
mandato
deve
chiamare
in
aiuto
le
associazioni
ed
i
gruppi
che
sono
interessati
alla
esecuzione
del
mandato
,
così
come
il
consumatore
è
interessato
ai
risultati
del
medesimo
.
Man
mano
che
l
'
idea
della
socializzazione
impone
nuovi
compiti
e
nuove
responsabilità
allo
Stato
,
questo
deve
adattarsi
ai
nuovi
doveri
di
amministrazione
,
perfezionando
ed
estendendo
la
propria
organizzazione
.
La
burocrazia
scrive
il
Mac
Donald
è
amministrazione
di
uomini
dotati
di
autorità
statale
,
investiti
dell
'
ufficio
di
funzionari
dello
Stato
;
essa
presuppone
che
la
direzione
non
attinga
la
sua
autorità
dal
basso
e
dal
rapporto
con
gli
affari
che
controlla
,
ma
dall
'
alto
,
dal
potere
generale
e
sovrano
dello
Stato
.
Il
pubblico
controllo
è
invece
un
'
amministrazione
retta
da
persone
,
la
cui
posizione
,
la
cui
autorità
proviene
dalla
organizzazione
nella
quale
operarono
.
Mentre
questi
si
elevano
all
'
autorità
,
il
burocrate
discende
con
l
'
autorità
.
I
primi
sono
nel
sistema
e
per
il
sistema
,
il
burocrate
è
sopra
il
sistema
e
fuori
di
esso
.
Nulla
indica
sino
a
questo
momento
che
lo
Stato
sia
prossimo
a
sparire
,
per
lasciar
posto
ad
una
semplice
gestione
amministrativa
,
come
Marx
prevedeva
,
o
per
essere
assorbito
,
in
ciò
che
ha
di
immanente
,
dai
sindacati
,
secondo
la
concezione
soreliana
.
L
'
esperimento
russo
è
lungi
dal
confermare
siffatte
previsioni
e
concezioni
.
Lo
Stato
si
evolve
,
ecco
tutto
.
Allo
Stato
borghese
succede
lo
Stato
operaio
.
Questi
due
Stati
sono
necessariamente
diversi
nella
loro
costituzione
e
natura
.
Il
primo
è
essenzialmente
politico
,
e
le
sue
attribuzioni
sono
ridotte
ai
minimi
termini
;
il
secondo
è
essenzialmente
economico
-
industriale
,
ed
implica
una
struttura
assai
più
complessa
.
Il
governo
della
classe
operaia
si
concreta
nel
governo
della
produzione
.
L
'
importante
non
è
,
dunque
,
di
inserire
il
sindacato
nell
'
impalcatura
politica
borghese
,
bensì
di
inserirlo
nel
tessuto
economico
della
società
.
A
questo
si
perviene
per
vie
diverse
.
Vi
sono
cooperatori
i
quali
pensano
,
per
esempio
,
che
si
possa
giungere
all
'
abolizione
del
sistema
del
profitto
riorganizzando
dall
'
interno
l
'
economia
mediante
la
cooperazione
.
Se
la
grande
massa
dei
consumatori
poveri
cessasse
dall
'
acquistare
i
prodotti
dai
privati
commercianti
,
questi
verrebbero
automaticamente
eliminati
dal
processo
di
distribuzione
;
ed
,
una
volta
che
l
'
organizzazione
dei
consumatori
è
divenuta
potente
,
essa
può
assumersi
anche
la
gestione
della
produzione
.
Sarà
questa
una
concezione
unilaterale
;
a
un
dato
momento
i
cooperatori
si
troveranno
di
fronte
a
difficoltà
quasi
insormontabili
,
e
dovranno
ricorrere
ad
altre
forme
d
'
azione
per
conseguire
interamente
i
loro
scopi
.
Tutto
ciò
è
verissimo
,
ma
non
si
può
negare
che
la
trasformazione
del
sistema
capitalistico
si
effettui
mediante
l
'
inserzione
del
principio
sindacale
nel
tessuto
economico
delle
nazioni
.
A
fianco
di
questa
azione
indipendente
,
si
può
sviluppare
quella
che
tende
a
dare
agli
operai
un
'
ingerenza
nell
'
azienda
capitalistica
,
e
il
preferire
l
'
una
o
l
'
altra
non
dipende
che
dalle
circostanze
.
Certo
è
,
però
,
che
tutte
queste
forme
d
'
azione
e
d
'
organizzazione
conducono
ad
un
risultato
unico
:
la
gestione
pubblica
.
I
modi
e
i
limiti
della
socializzazione
non
si
possono
determinare
a
priori
.
Tutti
i
piani
prestabiliti
sono
destinati
a
subire
nella
pratica
profonde
modificazioni
.
Val
quanto
dire
che
il
socialismo
non
è
un
modo
di
vita
,
un
ordine
sociale
di
cui
si
conoscano
gli
schemi
particolareggiati
,
ma
una
tendenza
della
società
.
Il
proletariato
aspira
ad
emanciparsi
dalla
servitù
economica
.
Sua
missione
storica
è
di
effettuare
un
ordine
economico
dal
quale
sia
bandito
lo
sfruttamento
dell
'
uomo
sull
'
uomo
.
La
dottrina
socialista
ha
per
funzione
di
orientare
le
masse
in
tale
direzione
.
Non
importa
sapere
(
non
importa
,
perché
non
sarebbe
possibile
)
a
quali
transazioni
si
debba
giungere
col
principio
individualista
;
l
'
essenziale
è
non
transigere
in
sede
morale
.
Il
sindacalismo
di
classe
nega
il
capitalismo
,
condanna
in
blocco
il
sistema
del
profitto
come
contrario
alla
libertà
ed
alla
morale
,
ma
transige
con
esso
quando
la
transigenza
è
necessaria
.
Se
il
sindacato
da
sé
solo
è
impotente
a
risolvere
il
problema
sociale
,
la
politica
,
da
sola
,
è
più
impotente
ancora
.
La
critica
al
sistema
capitalistico
è
certamente
necessaria
,
ma
,
se
essa
serve
a
modificare
il
modo
di
pensare
degli
uomini
,
non
crea
nulla
per
se
stessa
.
I
partiti
,
in
quanto
sono
formati
da
un
insieme
di
critici
e
di
dialettici
,
potranno
stilare
formule
perfette
,
ma
esse
rimarranno
senza
effetto
pratico
se
non
troveranno
l
'
ambiente
adatto
a
tradurle
nella
realtà
.
La
crisi
delle
tendenze
è
precisamente
la
crisi
del
vuoto
.
La
trasformazione
sociale
è
innanzi
tutto
un
problema
di
organi
,
di
funzioni
,
di
capacità
.
Il
movimento
operaio
elabora
dentro
di
sé
questi
organi
,
queste
funzioni
,
queste
capacità
.
Il
sindacalismo
di
classe
è
una
prassi
volta
a
effettuare
la
democrazia
del
lavoro
.
Torna
quindi
l
'
antica
conclusione
:
il
movimento
sindacale
e
il
movimento
politico
hanno
pari
importanza
e
sono
ugualmente
necessari
.
StampaPeriodica ,
...
Non
è
più
il
Goliardo
Fascista
il
giovane
privo
di
spina
dorsale
e
di
tutto
ciò
che
è
romanamente
maschio
;
quello
che
ha
quasi
l
'
orgoglio
di
sentirsi
già
vecchio
,
l
'
ipercritico
e
l
'
ironista
che
tutto
vede
con
pessimismo
e
tutto
distrugge
senza
creare
nulla
;
colui
che
ricerca
disperatamente
tutto
ciò
che
è
più
raffinato
e
snobistico
,
e
non
sa
gustare
la
bellezza
delle
vie
più
semplici
assegnategli
da
Dio
:
colui
che
non
sa
tendere
la
sua
vita
a
nessun
Ideale
perché
tutti
gli
Ideali
ha
abbassati
ad
uno
stesso
zero
comune
,
e
della
vita
non
conosce
nessun
entusiasmo
;
colui
che
non
sa
riconoscere
,
nemmeno
in
sé
stesso
,
alcuna
disciplina
;
colui
che
anche
come
studente
vale
perfettamente
nulla
in
quanto
sa
già
a
quale
posizione
l
'
abbia
destinato
la
magnanimità
della
loggia
...
paterna
.
Non
è
neppure
il
Goliardo
Fascista
lo
studioso
di
professione
,
quello
che
dice
sempre
:
"
sì
"
,
che
non
fa
che
ingoiare
libri
su
libri
senza
saper
trarne
alcuna
idea
;
quello
che
non
sa
concepire
la
scuola
altro
che
come
un
campionato
di
sollevamento
pesi
;
quello
che
noi
bolliamo
,
fotograficamente
,
col
nominativo
di
"
secchia
"
...
I
Goliardi
,
come
il
Duce
vuole
,
studieranno
sui
loro
libri
e
sapranno
trarre
dalla
Scuola
tutto
quanto
essa
potrà
dare
,
con
la
segreta
speranza
che
le
Università
vadano
sempre
più
avvicinandosi
alla
loro
anima
fascistissima
,
e
che
detti
libri
siano
sempre
meglio
aderenti
alla
vita
d
'
oggi
:
così
prepareranno
le
loro
menti
ad
occupare
con
piena
consapevolezza
i
posti
dirigenti
nell
'
Italia
,
immancabilmente
più
grande
e
più
potente
,
di
domani
.
Ma
i
Goliardi
sapranno
anche
,
sempre
,
temprare
le
loro
volontà
nella
gioia
d
'
imbracciare
i
loro
moschetti
,
preparando
il
fisico
e
la
coscienza
nella
sana
e
virile
disciplina
del
glorioso
Grigio
Verde
,
e
,
compatti
nelle
loro
Centurie
,
sapranno
sempre
offrire
al
Duce
,
per
quelle
mete
che
essi
sentono
,
e
ch
'
Egli
solo
conosce
,
gioiosamente
,
come
per
il
passato
,
la
loro
giovinezza
.
Al
Libro
ed
al
Moschetto
,
con
Lui
,
e
per
la
Patria
,
tutta
la
nostra
vita
.
Goliardi
Fascisti
,
"
A
Noi
!
"
StampaPeriodica ,
Farinacci
non
è
là
per
caso
.
Non
è
il
prodotto
di
un
'
infatuazione
momentanea
di
folle
inconscie
,
non
è
stato
messo
a
capo
dell
'
organizzazione
del
Partito
per
intrighi
d
'
anticamera
o
di
corridoio
.
È
il
sintomo
di
una
situazione
ed
è
il
rimedio
contro
un
male
.
Bisogna
pur
farsi
tutti
una
ragione
del
fenomeno
Farinacci
.
E
per
farsela
bisogna
tornare
alla
crisi
Matteotti
ed
ai
sei
od
otto
mesi
che
l
'
hanno
seguita
.
Era
nell
'
opinione
di
molti
,
di
moltissimi
anche
amici
del
Fascismo
e
iscritti
al
Fascismo
che
il
Fascismo
costituisse
l
'
improvvisa
ed
occasionale
reazione
contro
una
malattia
acuta
ed
improvvisa
:
la
reazione
alla
crisi
del
dopoguerra
.
Ma
che
,
dopo
il
Fascismo
(
lo
definivano
"
uno
stato
d
'
animo
e
basta
"
)
,
dovesse
risorgere
a
nuovi
splendori
lo
stato
costituzionale
sulla
base
di
prima
,
sul
tipo
di
prima
,
ma
rafforzato
da
questa
grande
lezione
storica
apportata
dal
sacrificio
di
tante
giovinezze
...
L
'
alone
di
popolarità
che
aveva
accompagnato
il
Governo
fino
ai
giorni
del
delitto
Matteotti
si
era
in
gran
parte
dissipato
;
e
le
maggioranze
parlamentari
erano
infide
e
franose
come
tutte
le
maggioranze
.
Ma
nessuno
se
la
sentiva
di
gettare
il
paese
,
nuovamente
,
nella
geenna
di
una
situazione
insurrezionale
...
Nessuno
:
tranne
alcuni
pochissimi
capi
fascisti
e
la
maggioranza
dei
loro
giovani
gregari
.
E
questo
fu
il
cardine
della
salvezza
.
Giovanni
Gentile
presidente
della
Commissione
dei
Diciotto
,
Roberto
Farinacci
segretario
generale
del
Partito
,
erano
i
due
esponenti
della
via
d
'
uscita
che
l
'
esperienza
terribile
aveva
indicata
:
riforme
costituzionali
e
un
rassodamento
del
Fascismo
guerriero
.
Farinacci
rappresentava
,
nel
senso
più
tipico
e
non
peggiore
,
il
più
focoso
rassismo
provinciale
.
Era
l
'
esponente
dello
spirito
mimetico
,
bellicoso
e
intransigente
dei
ranghi
.
E
poiché
erano
i
ranghi
che
in
questo
caso
avevano
ridato
forza
e
possibilità
di
azione
alla
testa
,
bisognava
rialzarli
ai
loro
stessi
occhi
e
in
pari
tempo
garantirne
la
disciplina
più
seriamente
che
per
il
passato
.
Per
far
questo
occorreva
un
generale
venuto
su
(
e
non
v
'
è
ingiuria
nel
dirlo
)
dalla
bassa
forza
,
un
generale
che
conservasse
tutto
lo
zelo
candido
e
le
capacità
spicciole
di
esecuzione
immediata
di
un
buon
sergente
di
truppa
.
Di
un
uomo
disposto
a
prendere
per
il
petto
gl
'
indisciplinati
,
e
capace
di
risolvere
le
intricatissime
beghe
locali
senza
troppe
sottigliezze
e
amletismi
,
ma
con
brusca
e
sia
pur
rozza
praticità
.
In
tutto
ciò
che
s
'
è
detto
si
riassume
in
gran
parte
la
funzione
di
Farinacci
.
Egli
è
a
capo
della
organizzazione
di
partito
per
disciplinare
più
profondamente
le
file
,
per
potenziare
lo
spirito
intransigente
violento
e
combattivo
della
massa
,
e
per
essere
,
dentro
e
fuori
del
partito
,
un
minaccioso
cane
da
guardia
di
tutto
quel
complesso
di
provvedimenti
e
di
riforme
,
legislative
e
costituzionali
,
nelle
quali
debbono
ormai
avviarsi
a
prender
corpo
quegli
istituti
dello
Stato
Fascista
la
cui
necessità
si
è
maturata
più
chiaramente
nella
coscienza
della
classe
dominante
nuova
.
E
più
ancora
la
funzione
di
Farinacci
dovrebbe
risaltare
per
il
Mezzogiorno
.
E
ormai
chiaro
che
in
moltissime
zone
del
Mezzogiorno
non
esiste
fascismo
contro
antifascismo
,
ma
esistono
gli
ideali
nazionali
del
Fascismo
di
fronte
alle
solite
vecchie
congreghe
locali
e
a
certi
inveterati
abiti
mentali
e
pratici
di
quelle
popolazioni
...
E
da
Roma
che
si
deve
disciplinare
,
come
una
massa
sempre
più
compatta
,
il
fascismo
meridionale
,
e
muoverlo
come
un
'
unica
e
irresistibile
catapulta
contro
tutti
i
piccoli
e
grandi
interessi
locali
contrastanti
ad
un
interesse
più
generale
;
la
lotta
aspra
e
lunga
per
la
conquista
del
Mezzogiorno
ad
un
ordine
di
vita
politica
e
sociale
assonante
con
tutto
il
resto
d
'
Italia
dev
essere
organizzata
e
capeggiata
da
Roma
...
E
una
conquista
che
colle
parole
non
è
riuscita
:
occorre
gente
capace
di
fatti
.
E
noi
crediamo
che
l
'
on
.
Farinacci
,
se
rivolgerà
sempre
più
attentamente
la
sua
attenzione
a
questo
problema
,
sia
più
indicato
di
molti
altri
a
risolverlo
.
Con
ciò
sarebbe
anche
finito
il
discorso
,
se
non
esistesse
pure
il
rovescio
della
medaglia
.
Un
uomo
come
Farinacci
,
ad
esempio
,
tende
a
eliminare
la
dialettica
interna
del
movimento
:
a
casermizzarlo
.
Per
alcuni
mesi
dopo
il
suo
avvento
,
tutti
gli
spiriti
più
studiosi
e
riflessivi
del
Fascismo
si
trovarono
nella
necessità
,
se
non
altro
per
necessità
di
amor
proprio
,
di
tacere
ed
eclissarsi
.
A
lui
appare
facilmente
come
indisciplina
ciò
che
invece
è
un
vitale
contributo
di
riflessione
e
di
critica
.
E
ne
può
derivare
uno
stato
di
cose
di
cui
non
si
avverte
il
male
per
il
presente
,
ma
che
cova
grosso
veleno
per
l
'
avvenire
.
Uno
stato
di
inaridimento
spirituale
,
da
cui
presto
o
tardi
dovranno
svilupparsi
forme
disastrose
di
aridità
e
inefficienza
pratica
.
E
così
abbiamo
detto
il
male
e
il
bene
,
per
amore
di
sincerità
e
di
chiarezza
.
Al
male
si
potrà
rimediare
assai
facilmente
.
E
quanto
al
bene
,
ciò
che
ha
fatto
e
farà
il
Segretario
Generale
deve
rimanere
come
un
suo
titolo
perpetuo
alla
riconoscenza
dei
veri
fascisti
,
anche
quando
la
rivoluzione
in
corso
lo
abbia
,
come
dice
egli
stesso
,
divorato
.
Sarà
un
divoramento
metaforico
in
tutti
i
casi
;
eppoi
vogliamo
liberarci
da
questa
inclinazione
servile
a
piaggiare
gli
uomini
in
auge
,
per
poi
dimenticarli
o
disprezzarli
quando
sono
caduti
.
StampaPeriodica ,
Il
problema
che
affanna
i
cultori
dell
'
arte
in
ogni
paese
,
in
ogni
campo
di
manifestazione
estetica
,
è
ormai
maturo
in
sintomi
e
fenomeni
molto
evidenti
in
Italia
e
sopratutto
nel
campo
delle
arti
decorative
.
Un
campo
specialissimo
,
nel
quale
non
si
tratta
più
di
semplici
astrazioni
estetiche
,
di
concezioni
cerebrali
,
di
tendenze
tecniche
,
ma
di
nuove
abitudini
e
di
nuovi
bisogni
del
pubblico
che
attendono
di
essere
,
dall
'
arte
dell
'
arredamento
,
interpretati
e
soddisfatti
prontamente
.
Da
questa
necessità
di
risolvere
in
breve
tempo
dei
problemi
ardui
e
complicatissimi
mentre
i
bisogni
incombenti
non
sono
ben
precisati
,
i
desideri
non
definiti
ed
il
gusto
delle
masse
non
ancora
orizzontate
verso
linee
sicure
,
nasce
il
periodo
caotico
,
pieno
di
disagi
e
di
incertezze
,
nel
quale
minacciano
di
naufragare
la
buona
volontà
ed
i
precedenti
-
non
del
tutto
sfortunati
-
tentativi
di
riscatto
dalla
routine
abitudinaria
.
Poiché
la
urgenza
assillante
della
soluzione
ha
interrotto
in
Italia
quel
sereno
e
vigoroso
lavoro
di
ricerche
che
-
iniziato
dai
futuristi
-
aveva
attratto
nel
movimento
innovatore
,
poco
a
poco
,
buon
numero
d
'
artisti
nostri
di
alto
valore
e
di
provata
serietà
.
Noi
siamo
i
primi
a
riconoscere
-
e
non
da
oggi
certamente
-
come
la
tendenza
dell
'
epoca
moderna
sia
rivolta
alla
semplificazione
e
spesso
anche
alla
schematizzazione
delle
forme
,
assegnando
alla
linea
ed
alla
bellezza
intrinseca
della
materia
quel
compito
decorativo
che
una
volta
chiamava
a
raccolta
tanta
orgia
di
fronzoli
e
di
ornati
.
Ma
non
bisogna
esagerare
riducendo
a
povertà
squallida
e
derelitta
quella
semplicità
che
dev
'
essere
la
suprema
espressione
della
eleganza
decorativa
,
né
confondere
l
'
austerità
della
linea
colla
monotonia
uggiosa
della
retta
,
dimenticando
che
la
sobrietà
non
può
andare
disgiunta
dalla
grazia
.
E
un
altro
feticcio
ha
trovato
oggi
un
culto
troppo
bigotto
:
la
tecnica
,
che
si
vuole
promuovere
a
scopo
mentre
non
è
che
uno
strumento
dell
'
arte
.
Nessuno
piú
di
noi
ha
vagheggiato
ed
auspicato
la
rinascita
del
mestiere
e
della
buona
tradizione
nell
'
artigianato
nostro
,
la
cui
opera
si
umiliò
per
tanto
tempo
,
per
la
dura
costrizione
industriale
,
alla
lavorazione
in
serie
.
Ma
i
fautori
di
certo
mobile
iper
-
moderno
nel
quale
ogni
oggetto
,
ogni
intaglio
,
ogni
ornamento
sono
banditi
con
intransigente
rigore
per
il
trionfo
indisturbato
della
sola
materia
e
della
linea
costruttiva
,
non
rappresentano
più
la
virtù
e
la
conoscenza
del
mestiere
,
bensì
dei
saggi
di
meccanica
di
precisione
,
inesorabilmente
perfetti
:
hanno
l
'
odore
della
macchina
non
della
mano
dell
'
uomo
che
li
abbia
elaborati
per
l
'
uomo
,
accarezzandoli
amorosamente
...
Queste
correnti
meccanizzatrici
del
mobile
che
si
prefiggono
apertamente
una
standardizzazione
del
gusto
,
sono
accettate
dall
'
esempio
estero
,
per
puro
omaggio
alla
moda
,
senza
profondità
di
convinzione
,
senza
sincerità
di
espressione
,
senza
neppur
uno
sforzo
di
adattamento
ad
una
visione
personale
ed
al
gusto
nazionale
.
E
c
'
è
in
questa
apologia
della
pretesa
modernità
oltremontana
una
scimmiesca
voluttà
di
dedizione
ingenua
,
provincialesca
,
desolante
...
Si
è
cominciato
a
plagiare
per
mancanza
di
tempo
e
di
riflessione
e
si
è
finito
per
illudersi
di
creare
ed
inventare
del
nuovo
,
ripetendo
le
forme
esotiche
assai
spesso
imitate
dai
nostri
modelli
dei
secoli
d
'
oro
!
Il
plagio
-
del
resto
-
non
ha
mai
fecondato
forme
nuove
e
durature
:
ha
soltanto
documentato
l
'
immobilità
e
l
'
impotenza
,
in
ogni
sua
manifestazione
ed
in
ogni
sua
mascheratura
.
E
dal
plagio
è
inutile
aspettarsi
il
nuovo
stile
italiano
.
Ogni
stile
veramente
nazionale
non
si
riallaccia
mai
a
suggestioni
ed
a
maniere
esotiche
:
si
salda
con
un
robusto
anello
di
congiunzione
ad
uno
stile
che
l
'
abbia
preceduto
nell
'
arte
del
popolo
che
lo
crea
.
Se
il
secolo
XIX
troppo
preso
dalle
grandi
trasformazioni
tecniche
che
hanno
sconvolto
il
mondo
e
l
'
esistenza
umana
con
tante
mirabili
conquiste
della
scienza
-
il
vapore
ed
il
telegrafo
,
il
campo
elettrico
rotante
e
l
'
aviazione
,
la
telefonia
senza
fili
e
la
radiofonia
-
non
ha
potuto
scrivere
nell
'
arte
pagine
profondissime
né
legarci
uno
stile
suo
proprio
,
il
passato
remoto
dell
'
Italia
è
così
glorioso
,
così
ricco
,
così
meraviglioso
da
offrire
mille
fonti
d
'
ispirazione
a
chi
lo
voglia
interrogare
senza
ricorrere
alle
grottesche
farneticazioni
avveniriste
di
Monaco
o
di
Vienna
né
alle
sdolcinature
del
neo
-
impero
francese
né
alle
rigide
aridità
del
"
Trafalgar
"
britannico
.
La
salvezza
è
nella
tradizione
nostra
che
non
è
culto
accademico
né
astrazione
immobile
,
ma
forza
meravigliosa
,
pulsante
,
in
continuo
divenire
.
La
tradizione
italiana
ha
illuminato
nel
cammino
evolutivo
tutti
i
trionfi
gloriosi
delle
nostre
arti
in
ogni
tempo
.
E
deve
continuare
a
svolgere
questa
sua
altissima
funzione
,
avviandoci
a
trovare
le
audaci
e
sicure
vie
della
nuova
arte
italiana
.
StampaPeriodica ,
Ho
sentito
dire
certe
volte
a
qualcheduno
:
mo
è
tiempo
di
libertà
,
potimmo
fare
quel
che
volimmo
.
Piano
,
piano
:
e
senti
a
me
:
ogni
cosa
tiene
lo
nome
suo
,
e
non
bisogna
confondere
na
cosa
coll
altra
.
Dispotismo
,
libertà
e
anarchia
ossia
disordine
sono
tre
cose
diverse
.
Dispotismo
significa
che
uno
non
pò
fare
nemmeno
quello
che
è
lecito
:
anarchia
significa
che
uno
pò
fare
anche
quello
che
non
è
lecito
:
libertà
significa
(
bada
buono
)
significa
che
uno
non
è
impedito
di
fare
quello
che
è
lecito
e
onesto
.
Questa
,
questa
è
la
libertà
,
non
altro
.
Lo
dispotismo
,
per
capriccio
o
per
secondo
fine
,
impedisce
ai
cittadini
di
fare
certe
cose
che
non
sono
proibite
dalla
legge
:
come
,
per
esempio
,
la
polizia
di
Borbone
proibiva
di
portare
la
barba
.
Ora
la
libertà
consiste
che
uno
può
fare
tutto
quello
che
non
è
proibito
dalla
legge
;
può
fare
,
non
già
tutto
quello
che
vuole
,
ma
tutto
quello
che
non
fa
male
agli
altri
,
giacché
la
legge
proibisce
di
far
male
agli
altri
.
Se
uno
potesse
fare
tutto
quello
che
li
pare
e
piace
,
allora
nissuno
starebbe
sicuro
a
casa
sua
,
capisci
?
Se
io
potessi
fare
quello
che
voglio
,
senza
che
nissuno
me
lo
potesse
impedire
,
allora
io
potarria
rubare
,
uccidere
,
truffare
,
ntaccare
l
onore
de
la
donna
altrui
senza
essere
punito
.
Ti
pare
libertà
questa
?
o
sarebbe
peggio
di
tutte
le
tirannie
?
Dunque
la
regola
è
questa
che
ti
po
guidare
sempre
:
e
tienila
a
mente
.
La
libertà
è
il
dritto
di
fare
,
senza
nessuno
impedimento
,
tutto
quello
che
non
è
proibito
dalle
leggi
e
non
fa
male
agli
altri
.
StampaPeriodica ,
Il
Leonardo
continua
,
con
questo
articolo
,
la
revisione
generale
delle
varie
forze
spirituali
che
si
contendono
oggi
il
dominio
.
Della
Massoneria
il
pubblico
,
sbattuto
fra
le
stomachevoli
apologie
dei
fratelli
e
i
calunniosi
attacchi
dei
clericali
,
non
sa
niente
di
certo
e
se
l
'
immagina
o
come
un
esercito
per
la
difesa
della
luce
o
come
un
coro
di
camurristi
bestemmiatori
.
Questo
sereno
scritto
di
persona
ben
informata
servirà
a
metter
molte
idee
a
posto
.
Dopo
aver
analizzato
nel
numero
di
aprile
il
Cattolicismo
,
è
bene
che
il
Leonardo
si
occupi
ora
di
quella
organizzazione
che
pretende
essere
la
grande
antagonista
del
Cattolicismo
.
Questa
organizzazione
è
la
Massoneria
...
Divenuta
in
Francia
al
tempo
dell
'
Enciclopedia
,
lo
spirito
organizzato
della
rivoluzione
francese
,
è
rimasta
da
allora
in
poi
la
nemica
irreconciliabile
della
Chiesa
,
e
d
'
allora
in
poi
si
atteggia
a
palladio
del
libero
pensiero
,
ad
antitesi
del
dogmatismo
,
e
si
proclama
baluardo
della
civiltà
,
fattore
di
progresso
intellettuale
etc
...
Corrispondono
i
fatti
a
questa
pretesa
?
...
Per
risolvere
questo
problema
invece
di
interrogare
i
frammassoni
è
molto
meglio
esaminare
la
natura
e
le
condizioni
di
questa
società
segreta
.
ORIGINE
E
NATURA
DELLA
MASSONERIA
Il
problema
delle
origini
della
Massoneria
non
è
dei
più
facili
.
Gli
autori
che
ne
hanno
trattato
si
trovano
d
'
accordo
solo
nel
fissare
l
'
origine
della
Massoneria
nella
forma
attuale
dalla
fondazione
della
Gran
Loggia
d
'
Inghilterra
(
1717
)
...
ma
questa
loggia
fu
fondata
da
quattro
logge
preesistenti
ed
associazioni
aventi
nome
e
carattere
di
liberi
muratori
(
free
-
masons
)
si
riscontrano
un
po
'
ovunque
fin
dai
primi
tempi
del
medioevo
...
Se
ha
un
valore
l
'
autorità
,
riconosciuta
e
convalidata
dai
Grandi
Orienti
,
dei
principali
e
più
eruditi
scrittori
dell
'
Oriente
,
il
Reghellini
,
il
Rossetti
,
il
Ragon
,
il
De
Castro
,
il
Mackenzie
;
e
se
non
si
vuole
disconoscere
la
testimonianza
che
emana
dai
rituali
dei
tre
primi
grandi
,
bisogna
ammettere
che
la
Massoneria
è
stata
primitivamente
una
società
segreta
mistica
-
occultistica
...
Ed
è
un
fatto
innegabile
che
i
rituali
compilati
dal
rosacroce
Eliah
Ashmole
nel
1648
,
ed
adottati
dalle
quattro
loggie
londinesi
,
ed
attualmente
in
vigore
,
sia
pure
riveduti
e
scorretti
,
in
tutta
la
Massoneria
,
sono
basati
sopra
i
misteri
egiziani
come
Jamblico
ce
li
ha
tramandati
e
sopra
i
misteri
cabalistici
;
e
così
pure
sono
evidentissime
le
tracce
di
cabala
,
di
manicheismo
,
di
gnosticismo
sparse
un
po
'
dappertutto
nei
simboli
e
nel
linguaggio
massonico
...
Subentrati
ai
cabalisti
ed
ai
mistici
i
materialisti
,
i
monisti
,
i
positivisti
,
i
socialisti
le
acque
limpide
dell
'
esoterismo
sono
state
intorbidate
,
ed
è
difficile
riconoscere
l
'
origine
di
quella
pozzanghera
che
è
l
'
odierna
Massoneria
...
Già
da
parecchio
tempo
la
Massoneria
sarebbe
quindi
solo
una
larva
,
una
scatola
vuota
,
se
non
esistessero
per
salvarne
l
'
onore
i
così
detti
riti
minori
...
I
più
importanti
di
questi
riti
,
gli
eletti
coheni
,
i
martinisti
,
gli
illuminati
,
il
rito
swedenborgiano
,
il
rito
egiziano
,
i
fratres
lucis
,
i
fratelli
africani
,
il
rito
della
Stretta
Osservanza
...
che
furono
fondati
od
inspirati
da
Martinez
de
Pasqually
,
Saint
-
Martin
,
Weishaupt
,
Willermorz
,
Swedenborg
,
Cagliostro
,
Mesmer
,
Eliphas
Levi
,
Schroeder
...
non
poterono
avere
mai
una
grande
diffusione
proprio
a
causa
della
loro
ortodossia
e
del
loro
superiore
livello
intellettuale
...
In
tali
condizioni
quale
può
essere
,
in
Italia
specialmente
,
la
funzione
avvenire
della
Massoneria
?
...
Tornare
all
'
antico
o
andare
alla
deriva
;
Tornare
a
studiare
e
diffondere
il
pensiero
massonico
genuino
,
oppure
sempre
più
ostinarsi
nella
esaltazione
di
un
amorfo
pensiero
pseudomassonico
rubacchiato
a
destra
ed
a
sinistra
,
all
'
Enciclopedia
,
a
Buchner
,
ad
Haeckel
ed
un
po
'
a
tutti
coloro
che
in
scienza
ed
in
filosofia
rappresentarono
e
rappresentano
la
ribellione
e
l
'
antagonismo
assoluto
del
pensiero
cristiano
.
Esaminiamole
ambedue
.
IL
RITORNO
ALL
'
ANTICO
Abolire
tutti
i
riti
,
rigettare
tutti
i
gradi
dal
4°
al
95°
,
attenersi
e
sopratutto
studiare
e
comprendere
il
simbolismo
dei
tre
gradi
di
apprendista
,
di
compagno
e
maestro
;
questo
era
il
mezzo
vagheggiato
dal
Ragon
ed
in
parte
da
lui
realizzato
colla
fondazione
della
loggia
dei
Trinosofi
...
Dopo
di
lui
Giuseppe
Mazzini
e
Alberto
Pike
credettero
di
poter
riuscire
nello
scopo
seguendo
la
strada
opposta
,
costituendo
cioè
un
rito
segreto
al
di
sopra
di
tutti
gli
altri
,
una
specie
di
Massoneria
nella
Massoneria
,
che
avrebbe
ridato
l
'
unità
alla
sbandata
famiglia
massonica
.
...
Nella
mente
dei
due
ideatori
il
rito
palladico
doveva
essere
il
custode
della
filosofia
massonica
;
ma
questa
opera
di
ricostruzione
doveva
fatalmente
naufragare
perché
la
precauzione
presa
di
accettare
nel
rito
solo
i
fratelli
possedenti
almeno
il
30°
grado
non
dava
che
un
affidamento
nominale
della
loro
attitudine
e
maturità
...
Ambizioni
irrefrenabili
e
vergognose
defezioni
mandarono
il
rito
in
frantumi
.
Falliti
così
questi
due
tentativi
di
unificazione
e
di
riforma
dell
'
intero
Ordine
massonico
,
la
missione
di
studiare
e
di
diffondere
la
filosofia
massonica
rimase
e
rimane
affidata
ai
riti
minori
.
In
Italia
vi
sono
stati
due
riti
che
hanno
tentato
di
compiere
tale
lavoro
:
il
rito
martinista
e
il
rito
di
Menphis
...
Il
rito
Martinista
che
costituisce
ormai
una
società
a
sé
deve
la
sua
origine
a
Saint
-
Martin
(
1743
-
1803
)
;
ma
nella
fisionomia
odierna
del
rito
il
misticismo
cristiano
del
teosofo
d
'
Amboise
è
stato
sostituito
dalla
cabala
e
dalla
magia
cerimoniale
di
alcuni
occultisti
francesi
,
il
Guaita
,
il
Sedir
,
il
Papus
inspirantisi
con
mediocre
successo
al
grande
Eliphas
Levi
...
Il
rito
menfitico
,
che
quanto
ad
origini
non
ha
nulla
da
invidiare
secondo
il
Ragon
ed
il
De
Castro
al
rito
scozzese
,
ha
avuto
qualche
piccola
loggia
a
Napoli
e
a
Catania
;
e
nel
1900
con
patente
costitutiva
del
Grande
Oriente
di
Egitto
si
stabiliva
come
Sovrano
Consiglio
Amministrativo
Generale
dell
'
Ordine
per
l
'
Italia
alla
Valle
di
Palermo
.
Questo
rito
era
il
solo
che
per
varie
ragioni
avrebbe
potuto
compiere
la
sua
missione
e
ristabilire
una
Massoneria
degna
del
nome
,
e
nel
1904
aveva
già
iniziato
tale
lavoro
con
la
fondazione
di
due
promettenti
loggie
a
Torino
e
a
Roma
;
ma
questioni
personali
scoppiate
nel
seno
del
Sovrano
Consiglio
lo
hanno
ucciso
senza
probabile
futura
risurrezione
.
...
Non
vi
è
dunque
in
Italia
in
questo
momento
una
sola
loggia
massonica
che
lavori
alla
Grande
Opera
ed
in
grado
di
capire
cosa
sia
veramente
la
ricostruzione
del
tempio
di
Salomone
...
L
'
ALTRA
LINEA
D
'
AZIONE
Perduto
così
e
rinnegato
il
pensiero
filosofico
originario
,
quale
è
il
nuovo
contenuto
ideale
assunto
alla
Massoneria
,
e
quale
la
pressione
di
cui
è
capace
tale
pensiero
neo
-
massonico
?
In
America
,
Inghilterra
e
Germania
la
Massoneria
è
rimasta
spiritualista
,
in
Italia
,
in
Francia
e
Spagna
,
grazie
alle
circostanze
storiche
,
ha
circoscritto
la
propria
azione
alla
lotta
contro
la
Chiesa
di
Roma
ed
ha
finito
per
assumere
per
forza
di
opposizione
una
attitudine
diametralmente
contraria
al
Cattolicismo
.
In
questo
modo
l
'
anticlericalismo
teoricamente
eclettico
si
è
trasformato
in
un
anticlericalismo
praticamente
materialista
,
e
la
Massoneria
presenta
ora
una
fisionomia
collettiva
scettico
-
materialista
...
Malgrado
...
il
fanatismo
anticlericale
,
l
'
etereogeneità
relativa
delle
credenze
dei
varii
elementi
costituenti
l
'
ambiente
massonico
,
e
la
mancanza
nella
scienza
e
nella
filosofia
contemporanea
di
stabilità
nell
'
indirizzo
materialista
hanno
impedito
alla
Massoneria
di
assumere
una
base
ideale
definita
,
e
di
sostituire
al
vecchio
sistema
esoterico
dimenticato
un
nuovo
sistema
preso
a
prestito
nel
mondo
profano
...
Ne
segue
che
,
non
potendo
avere
un
programma
positivo
,
la
Massoneria
è
inesorabilmente
obbligata
a
restringere
la
propria
azione
e
le
proprie
aspirazioni
ad
un
programma
puramente
negativo
,
vale
a
dire
ad
un
programma
anticlericale
puro
e
semplice
.
La
demolizione
del
Vaticano
,
non
più
la
edificazione
del
Tempio
,
è
lo
scopo
:
la
meta
aspirata
,
il
pensiero
ossessionante
,
il
ritornello
inevitabile
di
ogni
discorso
del
fratello
oratore
...
Per
attaccare
e
demolire
il
pensiero
cattolico
bisognerebbe
essere
meno
antiquati
,
più
colti
e
spregiudicati
dei
cattolici
;
i
frammassoni
pretendono
appunto
e
si
illudono
di
esserlo
,
ma
la
differenza
fra
preti
e
massoni
sta
più
nel
segno
che
nel
valore
assoluto
...
L
'
antipatia
dei
dogmi
religiosi
rende
i
massoni
vittime
inconsapevoli
dei
dogmi
pseudo
-
scientifici
,
ed
in
essi
non
sanno
districarsi
dalle
superstizioni
del
medioevo
senza
sprofondare
nei
più
vieti
pregiudizi
del
18°
e
I9°
secolo
.
Così
al
dogma
cattolico
della
Trinità
contrappongono
orgogliosamente
il
famoso
trinomio
"
libertà
,
eguaglianza
,
fratellanza
"
,
una
superfetazione
della
Enciclopedia
divenuta
pei
massoni
la
sintesi
del
loro
programma
;
senza
neppure
sospettare
che
la
trinità
religiosa
,
è
un
mistero
...
Mentre
invece
il
trinomio
massonico
,
questa
conquista
civile
del
pensiero
laico
,
è
semplicemente
una
assurdità
della
logica
,
perché
i
termini
.
del
trinomio
sono
repugnanti
fra
loro
!
...
Per
amore
di
sintesi
e
di
chiarezza
,
si
può
dire
che
ai
frammassoni
italiani
mancano
solamente
due
cose
per
essere
degli
autentici
liberi
pensatori
:
essere
liberi
ed
essere
pensatori
!
...
Firenze
,
2
ottobre
1906
.
StampaPeriodica ,
Il
panettone
cominciò
a
diffondersi
fuori
di
Milano
dopo
il
1930
,
e
un
'
accorta
campagna
pubblicitaria
lo
lanciò
appunto
in
quegli
anni
,
che
erano
anni
di
autarchia
,
come
«
il
dolce
degli
italiani
»
,
uno
slogan
nazionalistico
a
cui
si
affiancava
l
'
altro
,
misticheggiante
,
del
bianco
natale
,
col
presepe
e
le
pecorelle
.
Motta
riuscì
a
far
questo
.
Riuscì
a
far
credere
agli
italiani
che
il
panettone
fosse
il
loro
dolce
(
tanto
vero
che
potevano
concederselo
solo
una
volta
l
'
anno
,
a
quel
prezzo
)
e
riuscì
anche
a
convincerli
che
esso
faceva
parte
di
una
tradizione
,
che
di
fatto
non
esisteva
.
E
il
panettone
,
un
dolce
inventato
nel
1919
e
lanciato
negli
anni
trenta
,
invase
il
mercato
bruciando
letteralmente
altri
dolci
,
che
avevano
davvero
una
loro
tradizione
:
si
pensi
al
panforte
senese
o
alla
cassata
siciliana
.
Quanto
a
Milano
,
Motta
si
trovava
veramente
di
fronte
a
un
dolce
tradizionale
:
si
parla
,
quanto
alle
origini
del
panettone
,
di
tempi
distanti
almeno
cinque
secoli
.
Solo
che
il
panettone
di
un
tempo
aveva
forma
,
aspetto
e
struttura
assai
umili
e
popolari
:
rotondo
,
ma
basso
e
poco
sfocato
,
pareva
né
più
né
meno
,
una
pagnotta
casalinga
.
Angelo
Motta
era
venuto
a
Milano
negli
anni
precedenti
la
Prima
guerra
mondiale
,
come
garzone
di
fornaio
;
nel
dopoguerra
si
era
già
fatto
un
forno
proprio
;
tutti
i
forni
di
allora
,
sotto
le
feste
di
Natale
,
facevano
il
panettone
,
e
di
solito
lo
regalavano
ai
clienti
più
affezionati
.
Motta
fiutò
le
possibilità
commerciali
di
questo
dolce
,
e
lo
rifece
di
sana
pianta
.
Ne
cambiò
la
forma
:
fece
cuocere
la
pasta
tenendola
stretta
in
una
specie
di
canestro
di
carta
spessa
,
in
modo
che
,
lievitando
si
sviluppasse
in
altezza
e
prendesse
quell
'
aspetto
lussuoso
e
troneggiante
,
che
ha
ancora
oggi
.
Lo
arricchì
di
uvetta
e
di
frammenti
di
candito
:
la
trovata
ebbe
successo
e
Motta
cominciò
ad
aprire
un
negozio
più
grande
,
poi
ad
acquistarne
un
altro
,
poi
un
altro
ancora
.
La
guerra
,
anzi
,
il
dopoguerra
,
gli
aveva
portato
fortuna
,
grazie
anche
alla
sua
innegabile
abilità
di
orientarsi
nella
confusione
del
mercato
nero
.
Intorno
al
'30
era
in
grado
di
affrontare
il
mercato
nazionale
.
Aveva
industrializzato
il
panettone
,
fino
ad
allora
prodotto
solo
artigianalmente
.
Molto
più
recente
è
la
scoperta
,
da
parte
di
Motta
,
di
un
'
altra
«
tradizione
»
italiana
:
quella
della
colomba
pasquale
,
un
prodotto
assai
simile
al
panettone
(
si
tratta
in
entrambi
i
casi
di
pasta
lievitata
)
.
Recentissimi
,
postbellici
,
sono
invece
i
gelati
da
passeggio
e
le
«
caramelle
col
buco
»
,
di
cui
Motta
ha
l
'
esclusiva
per
tutta
l
'
Europa
;
non
è
stato
possibile
inserire
gli
uni
e
le
altre
in
una
qualche
«
tradizione
italiana
»
e
oltretutto
non
sarebbe
nemmeno
stato
troppo
utile
;
in
tempo
di
inondante
americanismo
,
conveniva
meglio
di
parlare
di
ice
cream
e
di
life
savers
.
Motta
,
come
si
è
detto
,
ha
in
mano
il
complesso
più
grande
,
ma
non
ancora
il
monopolio
:
solo
a
Milano
esistono
95
imprese
a
carattere
industriale
,
con
oltre
6000
dipendenti
,
e
alcune
di
esse
hanno
un
peso
non
trascurabile
:
si
pensi
a
Besana
,
a
Frontini
,
a
Zaini
,
alla
Ligure
Lombarda
,
alla
Dulciora
e
soprattutto
ad
Alemagna
.
Alemagna
,
da
buon
secondo
,
ha
sempre
adottato
la
strategia
di
seguire
pedissequamente
Motta
in
ogni
innovazione
:
dopo
Motta
,
e
sul
suo
esempio
,
ha
lanciato
successivamente
il
panettone
,
la
colomba
,
il
gelato
da
passeggio
,
e
la
caramella
,
questa
volta
senza
buco
,
ma
pur
sempre
di
importazione
americana
:
si
chiama
charms
.
Alemagna
ha
in
Milano
cinque
negozi
,
ma
cerca
di
rifarsi
nella
qualità
e
nella
mole
.
Attualmente
,
per
ampliare
il
suo
negozio
in
Galleria
,
ha
comprato
il
Vittorio
Emanuele
,
il
vecchio
bar
degli
sportivi
milanesi
,
pagando
,
a
quanto
si
dice
,
250
milioni
solo
per
la
licenza
di
esercizio
.
Gli
arredamenti
di
Alemagna
passano
,
per
il
pubblico
medio
milanese
,
per
i
più
fastosi
ed
eleganti
,
non
senza
qualche
pretesa
culturale
.
Per
fare
un
esempio
:
ora
che
a
Milano
è
aperta
una
mostra
dell
'
arte
etrusca
,
Alemagna
ha
esposto
,
nelle
sue
vetrine
di
via
Manzoni
,
certe
torte
glassate
con
la
riproduzione
dell
'
Apollo
di
Vejo
e
di
dipinti
tarquinesi
.
Fece
un
certo
rumore
a
Milano
,
l
'
accesa
polemica
,
con
conseguenze
giuridiche
tuttora
in
corso
,
fra
Motta
e
Alemagna
a
proposito
del
premio
Oren
.
Fu
sotto
Natale
:
la
Oren
,
che
è
una
fantomatica
associazione
parigina
o
americana
,
scrisse
prima
a
Motta
e
poi
ad
Alemagna
offrendo
un
premio
mondiale
per
la
migliore
industria
dolciaria
.
Il
premio
consisteva
nell
'
attestato
di
questa
superiorità
assoluta
:
Motta
,
a
quanto
pare
,
fiutò
il
«
bidone
»
e
non
abboccò
;
Alemagna
invece
accettò
il
titolo
mondiale
e
ne
fece
ampio
uso
per
il
lancio
natalizio
.
Motta
allora
denunciò
sulla
stampa
il
fatto
e
citò
la
ditta
rivale
per
concorrenza
sleale
.
Ma
a
ben
guardare
,
se
c
'
è
una
lotta
dei
due
grandi
contro
la
produzione
minore
,
e
specialmente
contro
quella
artigianale
,
che
lentamente
è
costretta
a
vedere
ed
a
partire
,
tranne
che
su
questo
piano
minore
e
con
un
certo
piglio
sportivo
,
sul
piano
del
negozio
più
bello
e
del
titolo
mondiale
(
che
servono
soprattutto
alla
propaganda
)
,
Motta
e
Alemagna
finiscono
in
realtà
per
agire
,
se
non
in
perfetto
accordo
,
almeno
su
linee
parallele
:
non
esistono
per
il
momento
possibilità
di
creare
il
monopolio
assoluto
,
quindi
è
meglio
coesistere
e
tirare
a
campare
.
Basta
guardare
i
prezzi
dei
prodotti
.
È
difficile
calcolare
quali
siano
i
profitti
del
maggiore
complesso
di
produzione
dolciaria
milanese
.
Le
denunce
di
Motta
sono
cresciute
in
questa
misura
,
negli
ultimi
anni
:
22,23
milioni
nel
1949;
30,13
nel
'51;
52,62
nel
'52;
63
nel
'53
.
L
'
ultima
denuncia
recava
per
Motta
112
milioni
di
lire
.
Ma
tutti
sanno
che
cos
'
è
in
italiano
la
denuncia
dei
redditi
:
nel
1952
Motta
destinava
al
fondo
ammortamenti
d
'
azienda
704
milioni
.
Una
cifra
palesemente
sproporzionata
e
contestata
dal
fisco
.
Ma
anche
allora
Motta
se
la
cavò
,
girando
65,4
milioni
sotto
la
voce
«
fondo
di
riserva
straordinaria
»
.
L
'
anno
successivo
,
con
63
milioni
di
utili
denunciati
e
distribuiti
,
Motta
destinava
al
fondo
ammortamenti
407,2
milioni
,
girandone
poi
alla
riserva
straordinaria
65,7
.
Sempre
nel
'53
,
ha
investito
640
milioni
nell
'
impianto
di
nuovi
macchinari
,
seguendo
in
questo
caso
la
redditizia
tecnica
degli
auto
-
finanziamenti
.
Non
molto
diverso
è
il
comportamento
delle
altre
grandi
aziende
.
È
chiaro
che
la
politica
commerciale
dei
dolciari
milanesi
mira
a
realizzare
i
maggiori
utili
col
minore
sforzo
.
Non
impressionino
gli
80mila
quintali
di
paste
lievitate
prodotte
da
Motta
nel
1953
.
Nei
grossi
capannoni
di
viale
Corsica
21
Motta
ha
gli
impianti
più
moderni
e
più
potenti
d
'
Europa
.
Può
produrre
nelle
24
ore
1.200
quintali
di
panettone
,
il
che
significa
che
la
produzione
annua
potrebbe
essere
più
che
quadruplicata
rispetto
alla
media
attuale
,
se
si
utilizzassero
in
pieno
tutti
gli
impianti
.
In
realtà
,
la
produzione
piena
si
ha
soltanto
per
due
mesi
all
'
anno
,
a
Natale
e
a
Pasqua
,
quando
Motta
assume
dai
1.800
ai
2.000
lavoratori
stagionali
.
Il
panettone
potrebbe
entrare
sul
mercato
a
prezzo
fortemente
inferiore
se
con
la
utilizzazione
integrale
degli
impianti
si
arrivasse
a
una
produzione
di
massa
,
e
se
si
riducessero
insieme
le
notevoli
spese
della
confezione
.
In
questo
modo
cesserebbe
la
triste
condizione
degli
«
stagionali
»
e
il
panettone
,
non
più
dolce
«
tradizionalmente
natalizio
»
potrebbe
comparire
sulle
nostre
mense
almeno
una
volta
al
mese
.
Si
pensi
per
esempio
,
che
il
consumo
annuo
di
dolciumi
(
genere
voluttuario
e
perciò
soggetto
a
tasse
assai
gravose
)
è
in
Italia
,
di
chilogrammi
2,7
a
persona
,
quantità
irrisoria
rispetto
ai
28
chilogrammi
degli
inglesi
e
ai
35
degli
statunitensi
.
Come
si
è
detto
,
esistono
a
Milano
95
imprese
dolciarie
a
carattere
industriale
,
con
più
di
6000
operai
impiegati
,
oltre
ad
aziende
minori
,
a
carattere
artigianale
e
familiare
;
un
quinto
,
insomma
,
dell
'
intera
attrezzatura
nazionale
.
I
complessi
maggiori
sono
,
evidentemente
,
quelli
di
Motta
e
di
Alemagna
.
Il
primo
impiega
mille
operai
fissi
,
con
regolare
contratto
,
350-400
assunti
con
contratto
a
termine
,
rinnovabile
di
tre
mesi
in
tre
mesi
,
e
circa
2.000
stagionali
,
assunti
per
quaranta
giorni
a
Natale
o
a
Pasqua
:
in
maggioranza
si
tratta
di
donne
,
che
provengono
da
tutte
le
categorie
,
ma
soprattutto
casalinghe
.
Alemagna
impiega
500
operai
fissi
,
300
con
contratto
a
termine
e
1500
stagionali
.
Le
altre
imprese
hanno
maestranze
molto
inferiori
:
sui
450
alla
Dulciora
,
sui
200
alla
Zaini
e
alla
Ligure
Lombarda
,
poco
più
di
cento
alla
Befana
e
alla
Frontini
.
Sulla
divisione
fra
gli
operai
fissi
,
quelli
a
termine
e
gli
stagionali
,
fa
leva
soprattutto
il
padronato
:
i
lavoratori
che
hanno
un
vero
e
proprio
contratto
di
lavoro
formano
appena
un
quarto
dell
'
intera
maestranza
,
e
sono
perciò
un
gruppo
relativamente
privilegiato
,
rispetto
agli
altri
.
Quelli
con
contratto
a
termine
lavorano
sotto
la
continua
e
pressante
minaccia
di
non
vederselo
rinnovare
,
e
nella
vana
speranza
di
essere
assunti
come
stabili
;
gli
altri
,
gli
«
stagionali
»
sono
una
sottocategoria
raccogliticcia
,
una
specie
di
bracciantato
industriale
reclutato
per
le
«
faccende
»
natalizie
e
pasquali
.
La
vita
sindacale
è
sporadica
e
incerta
:
lo
stabilimento
di
Motta
solo
da
un
anno
ha
una
Commissione
Interna
,
composta
di
due
operai
aderenti
alla
CGIL
,
tre
alla
CISL
e
due
eletti
su
una
lista
«
indipendente
»
,
cioè
padronale
.
Solo
dal
1954
c
'
è
qualche
segno
di
ripresa
dopo
il
famoso
sciopero
di
75
giorni
nell
'
estate
del
'48
.
Gli
operai
erano
entrati
in
agitazione
per
protestare
contro
la
minaccia
di
duecento
licenziamenti
:
ebbero
la
peggio
e
Motta
,
per
rappresaglia
,
finì
con
licenziarne
ben
850
.
Fu
un
fatto
enorme
,
che
impressionò
anche
il
padronato
del
settore
:
dopo
di
allora
per
sei
mesi
non
ci
fu
più
un
licenziamento
nella
categoria
degli
alimentaristi
.
Del
resto
Motta
(
o
forse
per
lui
il
consigliere
delegato
,
dr.
Ferrante
)
si
è
sempre
distinto
per
la
particolare
durezza
della
sua
politica
aziendale
,
mentre
Alemagna
preferisce
ricorrere
ai
metodi
paternalistici
.
Sotto
le
feste
del
Natale
scorso
,
mentre
la
categoria
era
impegnata
nel
rinnovo
del
contratto
nazionale
di
lavoro
,
gli
operai
entrarono
in
agitazione
per
ottenere
un
miglioramento
salariale
.
Alemagna
ha
acconsentito
,
concedendo
spontaneamente
aumenti
orari
dalle
5
alle
25
lire
,
sia
ai
lavoratori
fissi
,
che
a
gran
parte
di
quelli
a
termine
;
ma
intanto
faceva
diffondere
la
voce
che
non
avrebbe
gradito
una
interruzione
del
lavoro
proprio
in
quel
periodo
di
punta
.
Motta
,
dal
canto
suo
,
fece
soltanto
promesse
.
I
suoi
metodi
sono
improntati
alla
più
rigorosa
sorveglianza
,
alla
persecuzione
e
alla
rappresaglia
,
specialmente
a
danno
degli
aderenti
alla
CGIL
,
i
quali
vengono
spesso
esclusi
da
eventuali
aumenti
e
migliorie
e
isolati
dagli
altri
operai
,
mentre
rapide
carriere
sono
aperte
ai
membri
della
Commissione
Interna
eletti
nelle
liste
della
cast
,
o
in
quelle
padronali
.
Un
notevole
numero
di
lavoratori
sono
impiegati
nel
settore
vendite
di
Motta
e
Alemagna
,
il
primo
ne
ha
alle
sue
dipendenze
circa
un
migliaio
inquadrati
in
un
complicato
sistema
di
qualifiche
:
barista
,
gelatiere
,
banconiere
,
cantiniere
,
caffettiere
,
spillatore
,
ecc.
un
complesso
di
quaranta
voci
che
corrispondono
ad
altrettante
gradazioni
di
stipendio
:
dalle
17.498
lire
mensili
dell
'
apprendista
inferiore
ai
sedici
anni
,
alle
66.631
del
direttore
di
categoria
A
.
Nel
settore
vendite
la
pressione
del
padronato
è
ancora
più
accentuata
.
Essa
si
fa
forte
proprio
di
questo
sminuzzamento
della
categoria
in
gruppi
minimi
che
è
facile
dividere
e
contrapporre
.
Il
direttore
di
un
bar
ha
alle
proprie
dipendenze
non
più
di
20
o
30
persone
,
delle
quali
sa
tutto
e
sulle
quali
può
esercitare
una
vigilanza
continua
e
diretta
.
Il
personale
di
una
bar
è
composto
quasi
completamente
da
ragazze
che
provengono
in
generale
dalla
piccola
borghesia
o
da
famiglie
operaie
esposte
quindi
,
in
una
città
come
Milano
,
alle
facili
sollecitazioni
dei
miti
dell
'
esistenza
in
una
società
«
moderna
»
.
Gelosie
,
rivalità
,
piccoli
ricatti
,
soprusi
;
difficile
che
in
un
ambiente
simile
nasca
la
solidarietà
,
e
di
conseguenza
il
personale
è
nettamente
scoperto
,
sprovveduto
,
esposto
alle
pressioni
padronali
.
Assai
scarsa
la
partecipazione
alla
vita
sindacale
:
qualche
iscritto
alla
CGIL
,
le
altre
organizzazioni
sono
del
tutto
assenti
.
Tanto
Motta
che
Alemagna
sono
stati
denunciati
dal
Sindacato
di
categoria
per
non
aver
applicato
la
legge
n
.
90
del
30/4/1954
,
la
quale
estende
ai
dipendenti
dei
pubblici
esercizi
il
godimento
delle
festività
infrasettimanali
.
La
denuncia
ha
avuto
i
suoi
effetti
e
le
due
grandi
ditte
stanno
pagando
sia
le
spettanze
arretrate
,
che
la
multa
per
inadempienza
.
Le
punizioni
al
personale
variano
dalla
multa
alla
sospensione
,
fino
al
licenziamento
in
tronco
.
Per
fare
un
esempio
:
una
commessa
colpevole
di
aver
mangiato
«
due
tartine
gelatinate
»
ha
avuto
tre
giorni
di
sospensione
.
Un
fattorino
che
si
è
mangiato
due
marrons
glacées
è
stato
licenziato
in
tronco
.
Sostengono
alcuni
che
il
Duomo
di
Milano
fu
costruito
con
la
prospettiva
che
dovesse
servire
,
un
giorno
,
a
far
da
sfondo
al
panettone
,
sui
cartelloni
pubblicitari
,
c
in
qualche
misura
questo
è
vero
.
La
produzione
dolciaria
milanese
,
che
non
impegna
più
di
seimila
lavoratori
,
può
forse
sembrare
poca
cosa
,
confrontata
coi
massicci
complessi
industriali
lombardi
.
Pure
essa
è
un
simbolo
compendioso
della
situazione
milanese
:
è
un
monopolio
giovane
in
formazione
.
StampaPeriodica ,
"
Una
presentazione
per
Mallet
-
Stevens
?
No
,
grazie
.
Preferisco
vedere
con
gli
occhi
miei
piuttosto
che
a
traverso
le
sue
parole
.
E
poi
se
la
cosa
non
mi
va
,
voglio
avere
il
diritto
di
criticarla
senza
peccare
di
scortesia
"
.
Così
m
'
incamminai
senza
impicci
verso
Auteil
per
visitarvi
le
costruzioni
di
Robert
Mallet
-
Stevens
,
architetto
dell
'
avvenire
.
A
una
svolta
di
vie
solitarie
,
i
chiari
blocchi
delle
costruzioni
nuovissime
appaiono
.
Due
di
qua
,
due
di
là
e
in
fondo
un
giro
geometrico
di
cemento
a
chiusura
,
la
Rue
Mallet
-
Stevens
non
può
dirsi
neppure
una
via
,
aperta
come
risulta
così
da
un
sol
lato
.
Corte
interna
,
passaggio
,
adito
,
vico
chiuso
,
di
lontano
il
suo
aspetto
è
tra
di
opificio
,
di
ospedale
,
di
magazzino
,
di
centrale
elettrica
,
di
corazzata
,
di
immense
cucine
economiche
con
allineati
quegli
alti
fornelli
di
bianco
ferro
smaltato
foderati
di
rosso
,
di
giallo
,
di
turchino
secondo
la
fantasia
dei
costruttori
e
i
cannoni
di
sfogo
verso
l
'
azzurro
.
Una
impressione
di
semplice
e
di
macchinoso
,
di
candido
e
di
possente
,
di
ermetico
e
di
perfetto
per
la
vita
cronometrica
di
esseri
tutto
cervello
.
Ed
insieme
l
'
impressione
di
un
immenso
giocattolo
con
quel
contrasto
vivace
di
colori
,
con
quei
cubini
sopra
cuboni
,
quei
giri
di
rampe
e
di
rampine
,
quegli
alberelli
addomesticati
nel
freddo
triangolo
di
cemento
e
quei
fili
d
'
erba
pettinati
,
distribuiti
in
ranghi
lungo
le
facciate
.
Perché
l
'
uomo
,
per
quanto
mostri
"
la
faccia
terribile
"
,
resta
pur
sempre
in
fondo
un
ragazzo
.
Ma
dove
andrà
a
giuocare
con
questi
balocchi
?
Il
cemento
armato
con
le
sue
diverse
leggi
di
resistenza
e
,
nel
sistema
dei
suoi
arditi
castelli
,
coi
suoi
numerosi
insospettati
punti
d
'
appoggio
,
dà
la
possibilità
di
inconsueti
equilibri
per
la
creazione
di
un
'
estetica
nuova
alla
quale
i
nostri
viziati
occhi
dovranno
pur
finire
ad
abituarsi
e
il
nostro
gusto
ad
appassionarsi
.
Il
senso
della
misura
,
la
sapienza
della
distribuzione
,
l
'
economia
degli
impieghi
intesi
al
massimo
rendimento
,
formano
i
cànoni
della
nuova
arte
di
edificare
alla
quale
la
tecnica
di
cento
arti
affini
presta
ogni
suo
ausilio
.
Tutto
ferriate
,
chiavistelli
,
bande
metalliche
(
homo
homini
lupus
)
non
è
certo
il
senso
di
sicurezza
che
manca
in
queste
case
dell
'
uomo
.
E
,
se
si
varca
la
soglia
,
non
sono
certo
le
comodità
materiali
che
scarseggiano
.
Dentro
,
la
vita
quotidiana
è
soccorsa
dalla
macchina
fino
all
'
inverosimile
.
Tutto
si
manovra
a
leve
,
tutto
marcia
a
comando
.
Semplicità
,
precisione
,
praticità
,
lo
sforzo
ridotto
al
minimo
,
i
servizi
ridotti
all
'
indispensabile
.
La
giuntura
perfetta
delle
pareti
,
l
'
assenza
per
quanto
è
possibile
di
spigoli
acuti
e
di
angoli
morti
,
il
sistema
razionale
delle
modanature
rendono
le
pulizie
del
mattino
quanto
mai
si
possa
desiderare
spedite
.
La
materia
degli
zoccoli
e
delle
volte
rende
l
'
impermeabilità
assoluta
:
l
'
abolizione
delle
antiche
tappezzerie
di
carta
o
di
stoffa
e
dei
complicati
drappeggi
alle
finestre
non
permette
l
'
accumolarsi
della
polvere
.
Così
privati
dei
loro
naturali
elementi
,
gli
insetti
di
qualsiasi
natura
sono
costretti
ad
andar
altrove
a
nidificare
.
Come
in
un
complicato
ordigno
di
precisione
,
una
chiave
sola
apre
e
chiude
tutte
le
innumerevoli
serrande
della
casa
.
Montapiatti
silenziosi
portano
il
pranzo
dalle
cucine
a
piacere
fin
sull
'
alto
delle
terrazze
:
antenne
di
radio
concentrano
su
quelle
terrazze
voci
e
canti
di
tutto
il
mondo
.
Una
manovella
:
finestre
,
porte
,
tende
abbassano
le
loro
lame
congiunte
.
Un
bottone
:
la
luce
esplode
.
E
ben
chiuso
nella
sua
inattaccabile
cassaforte
come
in
una
prigione
senza
scampi
,
l
'
uomo
nuovo
è
servito
.
Dove
s
'
andrà
a
far
l
'
amore
in
queste
case
?
dove
sono
gli
sporti
fioriti
dai
quali
sospirare
alla
luna
quando
i
vent
'
anni
cantano
le
loro
canzoni
nel
cuore
?
Dove
sono
le
finestrelle
che
"
lucevano
e
mo
'
non
lucono
"
,
i
vialetti
pei
quali
ci
s
'
avvicinava
col
palpito
in
gola
,
gli
androni
in
ombra
,
le
scale
discrete
che
sapevano
il
divino
sgomento
del
primo
incontro
?
Ah
,
già
.
Armamentario
di
vecchie
scene
romantiche
che
non
usano
più
.
E
anche
a
vent
'
anni
l
'
amore
non
si
fa
più
come
una
volta
.
Dicono
che
tutte
le
case
dell
'
avvenire
saranno
su
per
giù
così
.
L
'
hanno
profetizzato
nei
simposi
dell
'
inaugurazione
avvenuta
alcuni
mesi
fa
,
ministri
,
prefetti
,
consiglieri
comunali
e
il
Direttore
Generale
delle
Belle
Arti
.
Come
apparirà
una
città
intera
di
questa
fatta
?
E
come
resisterà
al
tempo
questo
sistema
di
costruzioni
,
al
tempo
che
insudicia
i
muri
e
attenua
la
vivacità
delle
tinte
?
Scienza
vecchia
come
il
mondo
dell
'
edificazione
della
casa
dell
'
uomo
,
è
questa
davvero
la
tua
ultima
parola
?
Poco
oltre
,
in
un
vastissimo
recinto
chiuso
,
l
'
antico
parco
dei
Montmorency
ha
spezzettato
in
viali
,
giardini
,
ville
e
villette
,
il
suo
verde
secolare
.
Un
guardiano
sorveglia
per
tutti
e
nelle
dolci
case
ognuno
vive
per
sé
.
Ebbene
,
per
la
più
semplice
e
la
più
riposta
di
queste
villette
all
'
antica
,
io
(
sia
detto
a
bassa
voce
tra
noi
)
darei
tutta
la
nuovissima
strada
costruita
e
nominata
da
Mallet
-
Stevens
,
architetto
dell
'
avvenire
.
StampaPeriodica ,
Il
movimento
riformatore
della
giovane
cultura
europea
si
è
dedicato
intensamente
allo
studio
ed
alla
risoluzione
dei
problemi
della
logica
,
della
praticità
,
della
igiene
e
dell
'
urbanismo
:
problemi
che
impongono
metodi
di
lavoro
assolutamente
diversi
da
quelli
fin
'
ora
in
uso
nella
costituzione
della
casa
e
della
città
.
Prima
di
essere
un
problema
estetico
,
l
'
architettura
è
un
problema
costruttivo
di
comodità
e
di
praticità
.
Come
la
macchina
adempie
le
funzioni
precise
per
le
quali
è
destinata
,
la
casa
deve
servire
,
con
lo
stesso
criterio
,
all
'
esistenza
razionale
dell
'
uomo
.
Noi
non
possiamo
assistere
,
indifferenti
,
alla
potenza
utilitaria
della
macchina
senza
voler
trasporre
,
nell
'
architettura
,
non
le
forme
proprie
della
macchina
,
ma
questa
virtù
utilitaria
che
concede
alla
macchina
maggior
valore
,
indipendentemente
dalla
sua
bellezza
.
I
sistemi
architettonici
originati
dai
nuovi
materiali
si
confanno
alle
esigenze
della
vita
moderna
e
dell
'
igiene
,
creano
l
'
industrializzazione
degli
elementi
standard
,
e
conducono
alla
riforma
della
pianta
della
casa
da
cui
deriva
direttamente
la
possibilità
di
realizzare
la
casa
-
minimum
.
L
'
ossatura
di
ferro
,
d
'
acciaio
,
o
di
cemento
armato
ci
consente
di
realizzare
metodi
di
lavoro
assolutamente
insospettati
prima
di
oggi
,
ed
è
divenuta
oramai
il
fondamento
di
ogni
costruzione
moderna
.
La
struttura
indipendente
,
statica
,
esige
la
standardizzazione
degli
elementi
della
casa
con
il
sistema
industriale
.
La
distribuzione
interna
dell
'
edificio
acquista
così
una
libertà
enorme
perché
la
pianta
interna
è
del
tutto
indipendente
dalla
struttura
stessa
dell
'
edificio
.
Sono
aboliti
i
muri
portanti
o
di
sostegno
,
e
sostituiti
dai
tramezzati
esterni
-
che
sono
le
nuove
facciate
-
e
dai
tramezzati
interni
,
i
quali
servono
alla
distribuzione
dei
varii
servizi
.
La
creazione
e
l
'
impiego
di
materiali
leggerissimi
da
riempimento
-
disposti
fra
i
pilastri
della
struttura
-
che
94non
gravano
più
col
loro
peso
sul
regime
statico
della
costruzione
,
sono
naturalmente
una
conseguenza
logica
di
questa
tecnica
nuova
.
La
razionalizzazione
e
la
standardizzazione
trascinano
inesorabilmente
l
'
architetto
verso
una
semplificazione
assoluta
dei
metodi
di
lavoro
nei
cantieri
e
nelle
officine
;
come
significano
per
i
costruttori
la
riduzione
dei
corpi
di
mestieri
,
l
'
impiego
di
una
mano
d
'
opera
meno
specializzata
inquadrata
da
elementi
di
forte
capacità
tecnica
;
e
attendono
dal
committente
una
revisione
delle
sue
esigenze
nel
senso
di
un
nuovo
adattamento
alle
odierne
condizioni
sociali
:
riduzione
dunque
di
certi
bisogni
individuali
oramai
pleonastici
e
nocivi
a
quelli
più
importanti
della
collettività
.
La
standardizzazione
esiste
già
nei
piccoli
accessori
della
casa
e
nel
formato
di
certe
pietre
artificiali
e
nei
mattoni
.
Ma
tutte
le
squadre
della
costruzione
:
muratori
,
carpentieri
,
fabbri
,
copritetti
,
continuano
a
lavorare
su
misura
,
in
casi
sempre
diversi
e
sempre
con
risultati
onerosi
.
Poiché
la
costruzione
della
casa
si
svolge
,
come
per
il
passato
,
all
'
aperto
e
quindi
alla
mercé
delle
stagioni
e
delle
intemperie
,
ne
deriva
dunque
che
le
squadre
addette
alla
costruzione
seguono
un
regime
di
lavoro
meno
produttivo
(
stasi
invernale
,
piogge
,
ecc
.
)
di
quello
delle
altre
industrie
.
Ne
nasce
la
necessità
di
sopprimere
,
al
massimo
,
il
numero
delle
squadre
di
mestieri
,
e
possibilmente
ridurlo
a
una
sola
:
quella
dei
montatori
.
Quando
si
sia
raggiunto
questo
,
vorrà
dire
che
la
costruzione
si
è
industrializzata
e
che
la
maggior
parte
degli
elementi
del
fabbricato
si
fa
in
officina
e
viene
trasportata
sul
posto
per
il
montaggio
.
È
questa
l
'
unica
soluzione
della
casa
a
secco
.
Tutta
la
minuteria
del
fabbricato
è
da
riesaminare
:
essa
è
troppo
rudimentale
,
poco
solida
,
poco
ingegnosa
.
La
costruzione
dei
treni
(
métros
,
sleeping
,
ecc
.
)
c
'
insegna
l
'
ottimo
modo
di
studiare
una
minuteria
moderna
perfetta
e
razionale
per
la
nuova
architettura
normalizzata
e
viva
.
Restano
dunque
da
costituire
industrie
specializzate
nella
fabbricazione
di
questi
elementi
essenziali
e
attivi
della
casa
moderna
.
La
tecnica
moderna
richiede
giustamente
la
costruzione
del
tetto
piano
.
Il
tetto
inclinato
non
è
più
infatti
una
necessità
costruttiva
ed
accenna
a
scomparire
del
tutto
.
L
'
acciaio
e
il
cemento
armato
forniscono
normalmente
e
logicamente
il
tetto
piano
,
che
soprattutto
nei
lavori
degli
architetti
razionali
Le
Corbusier
,
Lurçat
,
Mallet
-
Stevens
,
Bourgeois
,
Gropius
,
Van
Doesburg
,
Schmidt
,
May
,
ha
dato
risultati
molto
soddisfacenti
.
Ogni
soprastruttura
alla
maniera
dei
tetti
tradizionali
è
superflua
ed
inutile
;
senza
contare
che
le
soffitte
sono
del
tutto
inefficaci
,
e
troppo
costosa
la
manutenzione
del
tetto
comune
.
Il
tetto
piano
esiste
da
lungo
tempo
nei
paesi
caldi
.
Per
i
paesi
freddi
la
rigorosa
teoria
di
questa
copertura
richiede
lo
scolo
delle
acque
nell
'
interno
della
casa
.
La
tubatura
,
assolutamente
libera
,
è
così
sottratta
al
rischio
del
gelo
essendo
immersa
nell
'
atmosfera
riscaldata
della
casa
.
Per
proteggere
il
tetto
piano
da
una
eccessiva
dilatazione
conviene
inevitabilmente
istallarvi
un
giardino
pensile
.
Il
principio
dell
'
ossatura
statica
,
indipendente
,
concede
pure
la
possibilità
di
edificare
la
casa
su
palafitte
con
tutti
i
suoi
locali
assolutamente
protetti
e
distanti
dal
suolo
.
Le
necessità
del
tempo
ci
impongono
di
costruire
agglomerati
popolari
secondo
le
norme
del
buon
senso
,
le
nuove
conquiste
dell
'
architettura
più
avanzata
,
e
le
regole
dell
'
igiene
moderna
:
fornendo
all
'
operaio
e
all
'
impiegato
appartamenti
abitabili
,
completamente
equipaggiati
con
installazioni
sanitarie
,
mobili
,
impianto
di
riscaldamento
,
ecc
.
In
Italia
,
potrebbe
essere
creato
un
Istituto
per
lo
studio
dei
quartieri
popolari
razionali
.
Questo
Istituto
dovrebbe
anche
fissare
le
regioni
più
salubri
delle
città
o
i
dintorni
per
la
costruzione
delle
nuove
case
operaie
italiane
,
tenendo
conto
che
nei
quartieri
superpopolati
e
male
orientati
la
mortalità
sale
sino
al
50
per
mille
e
che
la
vita
media
di
un
uomo
è
di
50
anni
se
vive
razionalmente
,
al
largo
,
nella
pulizia
e
nell
'
ordine
,
di
30
,
se
vive
in
ambienti
ristretti
,
tra
le
immondizie
e
la
promiscuità
.