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LA BATTAGLIA PER L’UNITÀ SOCIALISTA ( ROSSELLI CARLO , 1926 )
StampaPeriodica ,
La questione dell ' unità socialista sta per avere il suo epilogo che possiamo prevedere negativo . Dai massimalisti cioè , ancora una volta verrà un gesto di disperata negazione , di attaccamento non al proletariato , ma a una loro formula cento volte sconfitta . Possiamo tutti deplorare un tale stato di cose e conservare , nonostante questo , intatta la nostra fiducia che l ' unità socialista si farà . Ma è evidente che non possiamo per questo cedere a tentazioni di scetticismo e di abbandono . Al contrario : è nell ' azione che i socialisti devono proporsi di risolvere un problema che è fondamentale e che risponde al sentimento e agli interessi delle classi lavoratrici . Perciò il prossimo Congresso del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani ( ex Partito Unitario ) assumerà una importanza ancora maggiore , almeno per quanti navigano oggi contro corrente ansiosi di un segno di orientamento e di rinascita . Esso ci dirà fino a qual punto questa frazione tutt ' altro che trascurabile dei socialisti italiani ha la consapevolezza della funzione storica che l ' ora le affida di svolgere ; in quale misura cioè essa ha la capacità e l ' energia di farsi centro coordinatore e propulsore delle forze di opposizione , sulla base di quel programma di integrale rinnovamento della vita nazionale che noi e con noi sicuramente tutti i giovani da molti mesi invochiamo . Più volte sostenemmo la tesi che , nella attuale situazione , tocca ai socialisti l ' onore e l ' onere di guidare la opposizione italiana . E ora , col profilarsi di un nuovo non possumus massimalista , questa tesi si rafforza e si chiarisce fino a farci ritenere che saranno probabilmente gli elementi del disciolto partito unitario a farsi eco concreto dell ' appello che dalle masse si leva verso i socialisti perché vogliano sortire dalla stasi indecorosa nella quale si dibattono da anni . Noi non facciamo del partito un feticcio : siamo abbastanza sensibili per capire che non saranno le etichette che in definitiva trionferanno , ma le opere . Né abbiamo nascoste ( tutt ' altro ) le nostre modeste ma recise censure verso i maggiori esponenti del PSLI . Se diciamo che probabilmente una ripresa se una ripresa ha da esservi verrà dalle fila dei socialisti unitari è perché siamo convinti che questo partito ha in sé elementi tali da permettergli di assolvere il compito che ricordavamo più sopra . Si voglia o non si voglia il PSLI è l ' unico partito di opposizione che per il suo programma realistico , per gli appoggi e le simpatie che desta in tutti i ceti così manuali che intellettuali , per la notorietà dei suoi capi , per il primissimo posto occupato nella lotta , per il chiaro riconoscimento dell ' interesse universale e altamente umano dei valori oggi calpestati , per lo sforzo di contemperare le esigenze della classe con quelle della nazione , sia in grado di far leva su tutti i ceti non parassitari della popolazione e possa contare con quasi sicurezza per un non troppo lontano domani su un larghissimo seguito . Malgrado tutte le critiche che gli si rivolgono , il PSLI resta pur sempre l ' unico partito di massa che disponga di uno stato maggiore politico e sindacale degno di questo nome . E comunque si giudichino gli uomini che lo dirigono non si può fare a meno di riconoscere che cotesto troppo bistrattato stato maggiore , che è di una altezza morale fuori di discussione , è l ' unico esistente nelle fila dell ' opposizione . Il che , dati i tempi , non è poco . Si ricordi , infine , che esso è il solo partito , fatta eccezione forse per il repubblicano , nel quale si noti da tempo un fervore di iniziative e un promettente risveglio di forze giovanili ; e si affermi , sia pure faticosamente , un complesso processo di revisione . Questi e molti altri motivi ci fanno dunque ritenere che il PSLI , pur che sappia essere all ' altezza della situazione e sappia sfruttare i molti elementi che oggi giuocano in suo favore , potrà dare il primo segno tangibile di ripresa . E appunto per questo , noi vogliamo qui fissare sinteticamente quali sono secondo noi i massimi ostacoli che si frappongono tuttora nel suo cammino , nella speranza che il prossimo Congresso ci dica che le nostre critiche o sono superate o non hanno ragione di essere . Sembra dunque a noi che il PSLI comprometta le sue possibilità avvenire e in special modo la sua opera d ' attrazione dei migliori elementi della nuova generazione , per la riluttanza di alcuni dei suoi dirigenti a impostare la battaglia in modo radicale , adeguando cioè i suoi metodi di lotta alle ferree necessità dell ' ambiente e audacemente rivendicando quella iniziativa e quel posto nella ripresa oppositoria che gli vengono ormai da tempo per dovere e per diritto riconosciuti . Questa riluttanza deriva da un grave errore nella visione della situazione e da un troppo tenace e sentimentale attaccamento a un passato ormai definitivamente superato dal lato politico . Per essere più chiari sopravvive troppo in essi della mentalità , del programma , dello stato d ' animo aventiniani ; stati d ' animo , che , come è noto , comportavano la previsione di un rapido mutare della situazione per forze essenzialmente estranee all ' azione oppositoria , l ' accurata astensione da ogni candidatura alla successione , il desiderio di mantenere il contatto con tutte le forze di opposizione , il ripudio di tutti gli irrigidimenti che potessero eliminare anche una sola delle tante possibili soluzioni compromettendo nel tempo stesso l ' unità del blocco aventiniano . Ed ecco così non pochi degli unitari rifiutare nettamente ogni accenno alla questione istituzionale , ogni accentuazione della nota antiborghese , ogni maggiore precisazione intorno al programma del poi , ogni rivendicazione successoria . Ed ecco compromessa o gravemente ostacolata quell ' opera alla quale pure s ' ha da arrivare se vogliamo sortire dalle presenti distrette . Noi non abbiamo il culto della intransigenza esteriore e formale ; tanto che proclamiamo la necessità del più ampio mobilismo tattico . Non vogliamo imboscarci facendo nostre le negazioni in toto e rinchiudendoci in uno splendido isolamento che ci elimini dalla lotta positiva . Ma d ' altra parte non riusciamo assolutamente a comprendere la posizione di questi socialisti che in una situazione come l ' attuale danno prova di un malthusianismo così radicale da far loro respingere con orrore la tesi elementare della conquista del potere politico ; e che sono disposti a transigere a priori e in permanenza sul loro specifico programma , anche quando come oggi è il caso sono venute a cadere una per una tutte le condizioni che rendevano per l ' innanzi utile e forse inevitabile la transazione . Se ci fossero le forze con le quali e per le quali transigere , evitando gli irrigidimenti e i programmi a lunga scadenza , noi potremmo ancora riconoscere la logicità di una simile impostazione . Ma non riusciamo a vederle . Nel campo liberale e democratico , dove la disorganizzazione regnò sovrana non rimangono sulla breccia altro che pochi uomini di nobile carattere che reggono dignitosamente anche se spesso passivamente alla prova : e nel campo popolare è definitivamente cessata ogni attività anche strettamente legale . In campo restano dunque col PSLI solo i partiti repubblicano e massimalista , oltre scarse pattuglie democratiche . Sono queste le forze sulle quali , bene o male , possiamo fare assegnamento . Fuori di esse non ci sono in Italia , di forze reali , che i comunisti e i fascisti . Finché dunque il PSLI si ostinerà in questa erronea impostazione , solito frutto della solita immobilità di visione , darà inevitabilmente l ' impressione di essere disposto a tutti i compromessi pur di tenersi aperte tutte le strade ; e si inimicherà gli elementi più giovani e combattivi giustamente desiderosi per la somma stessa dei sacrifici che la lotta richiede di una assoluta nettezza di posizioni ideali e per salvare un passato ormai sepolto comprometterà l ' avvenire , il suo avvenire , immiserendo , sciupando questa grande battaglia . Ciò che si richiede in quest ' ora è un coraggioso riesame della situazione da un punto di vista meno contingente che la liberi dagli accidenti passeggeri e ingannatori . Quattro anni sono passati dall ' avvento del fascismo al potere e quasi due anni dal crollo dell ' Aventino . Noi non rammarichiamo nulla , non accusiamo nessuno . Chiediamo solo che si vogliano prendere una buona volta in considerazione le lezioni del passato ; chiediamo solo che si abbandoni l ' ottimismo facilone e la fede inconcussa nella legge del progresso indefinito ; chiediamo solo che gli oppositori italiani , pur senza cadere nelle braccia del volontarismo parolaio , si abituino a cercare la salvezza più nelle forze proprie che nelle armi , più nella storia che essi medesimi imbastiscono , che in quella imbastita dagli avversari e dal fato . Siamo stanchi di vivere alla giornata e di essere tutto , fuori che noi stessi . Occorre che i socialisti italiani tornino a essere loro , tornino cioè a battersi sul loro terreno , senza per questo rinnegare e allontanare nessuna forza efficiente di opposizione , ma solo facendosi essi centro delle forze affini con un programma che sia per lo meno socialista per l ' ispirazione e per gli ispiratori . Si facciano i socialisti , e per essi il PSLI , gli iniziatori dell ' accordo fra i partiti di opposizione per la conquista di un regime di integrale e agguerrita democrazia , il cui nerbo abbiano a essere le classi lavoratrici . L ' ora incalza e le masse , abbandonate a loro stesse , brancolano nel buio alla disperata ricerca di una luce , di un segno di vita , di ripresa , per piccoli che siano . Occorre far presto . Tra un anno potrebbe essere tardi . Altre mani sono pronte ad afferrare il bastone del comando . Il comunismo lavora . Contrapporre alla doppia concezione dittatoriale , per quanto profondamente diversa nei fini , una soluzione media che abbia come pernio il movimento socialista , come minimo comune denominatore la fede nel metodo democratico , come base essenziale le forze del lavoro in lotta per la loro emancipazione , ecco ciò che occorre in quest ' ora . Socialisti italiani , al lavoro .
CONGRESSO DEL PSLI ( - , 1926 )
StampaPeriodica ,
Il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani ha tenuto il suo Congresso . Esso ha approvato il programma del partito , ha votato un caldo appello all ' unità e ha concretato in una mozione della quale diamo qui di seguito ( riportandola da « Giustizia » ) la parte essenziale , il proprio pensiero sulla situazione . Il Convegno : premesso innanzi tutto che il Partito socialista dei lavoratori italiani procede nel vecchio solco del socialismo marxista , che non è un partito nuovo se non per le dure vicende del nostro Paese , che aderisce all ' Internazionale socialista operaia , e mira alla conquista del potere politico dello Stato , per trasformarlo , da organo di oppressione , in organo di affrancazione della classe lavoratrice e di tutta la società umana dal giogo del sistema capitalistico ; approvata la dichiarazione programmatica intorno ai metodi e ai fini dell ' azione del partito ; riconfermata nei rapporti con la dittatura fascista quell ' assoluta opposizione che ebbe nell ' Aventino la sua più alta espressione morale ; constatato che il fascismo , malgrado non possa semplicisticamente identificarsi in un puro fatto di reazione borghese e capitalistica , ha trovato il suo maggiore appoggio nei ceti più retrivi del privilegio economico e il suo strumento nella complice acquiescenza alla distruzione del regime costituzionale da parte di chi doveva maggiormente difenderlo ; ritenuto perciò che la crisi scatenata dal fascismo , essendo nel più alto senso istituzionale e riproponendo quindi tutti i problemi della vita dello stato , non si supererà con un semplice ritorno allo statu quo ante ; dichiarata ancora una volta la sua fede nel metodo democratico virilmente inteso e difeso , quale strumento di civili competizioni di classi e di partiti ; afferma che un ' opposizione integrale ed efficiente al fascismo deve appoggiarsi principalmente e necessariamente sul proletariato manuale e intellettuale e impegna tutti i suoi aderenti alla più intensa propaganda dei seguenti principii ( segue un riassunto della « dichiarazione programmatica » ) . Questa mozione segna , a nostro parere , un notevole passo sulla via della chiarificazione politica della situazione oppositrice . Per la prima volta in un documento ufficiale del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani troviamo affermati in modo chiaro ed esplicito alcuni punti essenziali da noi sempre sostenuti . Per la prima volta troviamo riconosciuto il nerbo della futura opposizione italiana che deve essere e non può non essere il proletariato manuale e intellettuale . Ci piace soprattutto la netta impostazione della lotta , come lotta per un rinnovamento radicale , sostanziale della vita politica ; la ribellione al vecchio regime nel quale stanno le cause prime e profonde dei mali che ci affliggono ; la sensazione che si vuol dare che i socialisti sono sempre più decisi a rinnegare i compromessi aprioristici dando alla battaglia quella nettezza di posizioni ideali che solo è capace di suscitare le forti passioni e i grandi sacrifici che l ' ora impone ai non conformisti attivi . Una simile impostazione discende direttamente , d ' altronde , da quella realistica visione del fenomeno fascista che « Il Quarto Stato » ha sempre sostenuto e alla quale il Congresso nella sua grande maggioranza ha decisamente aderito . Il fascismo non è cioè un semplice fatto di reazione borghese ; esso assume caratteri tutti suoi particolari e inconfondibili in relazione al clima storico nel quale e dal quale si è sviluppato . Esso è il logico sbocco di tutta la vita italiana ; è la sintesi dei mali antichi e recenti di un paese di scarsa educazione politica , povero e capitalisticamente arretrato , dove la libertà conquistata da esigue minoranze attraverso transazioni e rinuncie restò estranea alla coscienza generale , dove si ebbero tutte le degenerazioni del sistema democratico parlamentare senza che mai fosse esistita una vera democrazia e un vero parlamento , dove al di là dello scenario di cartone della sovranità popolare il potere di fatto sempre risiedette nelle mani di una ristretta oligarchia facente capo al potere esecutivo , al partito di corte , alla burocrazia e a taluni gruppi plutocratici settentrionali , dove insomma difettarono le condizioni elementari per il sorgere e l ' affermarsi di una salda coscienza politica . Accettato questo punto di vista si pone inevitabilmente il problema di risalire alle cause del fenomeno senza arrestarsi alle pure manifestazioni esteriori e patologiche di esso , di impostare la battaglia in modo integrale , di riesaminare realisticamente la situazione e le forze oppositrici , di formulare un programma di opposizione che non abbia solo riguardo al lato negativo ( l ' antifascismo ) ma anche al positivo ( il post - fascismo ) in guisa da dare il la per la ripresa e da orientare finalmente le masse brancolanti da due anni nel buio . Quanto al problema dell ' unità socialista il Congresso ha votato un ordine del giorno che documenta l ' importanza che i compagni del PSLI vi attribuiscono . Il Congresso auspica che « in questa dura vigilia i socialisti italiani vogliano comporsi a unità nell ' orbita della Internazionale , affratellandosi nell ' azione » . L ' unica condizione è quindi che l ' unità si faccia nell ' Internazionale . I socialisti coi socialisti , i comunisti coi comunisti , tornano a ripetere i compagni del PSLI , convinti che il movimento italiano non potrà alla lunga sfuggire a quella netta separazione di compiti che si è compiuta in tutti i paesi tra i partiti affigliati all ' Internazionale socialista e a quella comunista e che ha eliminato prima o poi tutte le formazioni intermedie . Allo stato attuale delle cose , posti di fronte alla situazione che si va purtroppo profilando nel partito massimalista , dobbiamo riconoscere che non è possibile sfuggire a questa impostazione del problema . Infatti il partito massimalista , dopo tre o quattro anni di scissioni a ripetizione , dopo aver tagliato , epurato , espulso , si ritrova come dopo Livorno , come dopo Roma , in balia di correnti inconciliabili . Da un lato tornano fuori da un letargo biennale i terzinternazionalisti , assai più numerosi del previsto , che richiedono a gran voce una « dignitosa » adesione all ' Internazionale di Mosca ; dall ' altro i cosidetti defensionisti costretti a prendere una posizione intermedia tra Mosca e Zurigo , aderiscono a un Bureau parigino tanto scarno di partiti aderenti quanto di possibilità di sviluppo , specie ora che l ' unico partito efficiente che vi aderisce il norvegese è sulle soglie di uscirne . In tale situazione , di fronte al nuovo rafforzarsi del terzinternazionalismo , si spiega perfettamente che il desiderio di unità socialista espresso dal Congresso del PSLI abbia trovato nel problema internazionale il suo criterio limite . Diciamo : sincero desiderio di unità , e non appello demagogico senza fondamento nei fatti e nei desideri . La riprova ci è data dal fatto che i compagni del PSLI pur avendo approvato una lunga dichiarazione programmatica della quale avremo occasione di occuparci , si sono rifiutati , come taluno invece proponeva , di reclamare l ' unità sulla base della dichiarazione medesima . Giustamente ritenendo che l ' unità può derivare solo da reciproche transazioni e che il programma votato non potrebbe in ogni modo essere accettato a priori e in toto dai socialisti di sinistra . Ci voleva l ' ingenuità ( o altro ) del Comitato di Difesa Socialista per dichiararsi favorevolissimo all ' unità ... nel massimalismo sulla base del programma di Bologna ! Queste dunque le premesse e le promesse del Congresso unitario che trovano « Il Quarto Stato » in buona parte consenziente . Ma i fatti ? Cosa si propongono in concreto di fare i nuovi dirigenti del partito per impedire che il Congresso abbia a ridursi alla consueta accademia , e la volontà virile di lotta in esso manifestatasi rimanga allo stato potenziale ? Quale lo sbocco concreto , quale la piattaforma di lotta , quali gli obiettivi immediati ? Che cosa si propone di fare questo partito , per porre fine all ' indecoroso , dannosissimo atomismo dell ' opposizione italiana divisa in sette gruppi sovente in rissa tra loro ? È favorevole o meno alla concentrazione di sinistra socialista repubblicana ? Che cosa intende contrapporre sul terreno programmatico al programma comunista ? Silenzio su tutta la linea . Su tutte queste questioni molto concrete la mozione non dice nulla . E qui sta il suo massimo difetto , la sua maggiore lacuna . Se il silenzio derivasse solo da una comprensibile riserva a mettere in piazza questioni gelose come quelle sopraccennate , ci asterremmo da ogni rilievo critico . Ma noi crediamo che sia piuttosto vero il contrario . Che non si dica nulla perché nulla per ora si creda utile di poter fare ; che il silenzio perduri soprattutto a causa della mentalità di taluni dei capi più autorevoli , rispettati e rispettabili del PSLI contrari a tutti gli irrigidimenti , desiderosi di conservare i contatti con tutte le forze di opposizione , ansiosi di mantenere aperte tutte le vie , tutte le porte , per tutte le soluzioni , in nome di una nuova originale forma di intransigenza : quella delle transigenze . Non crediamo che sia il caso di criticare per l ' ennesima volta questa che fu ironicamente definita come una forma incomprensibile di malthusianismo politico . Ci sia solo permesso di osservare che sta bene volersi tenere aperte tutte le porte evitando i programmi troppo assoluti e le troppo astratte pregiudiziali , ma purché si tratti di porte reali , attuali , che diano adito a strade capaci di essere percorse con una qualche utilità dalle forze socialiste ; e non invece di porte e di strade tutte e solo potenziali create dalla fantasia . E d ' altra parte si vorrà pur riconoscere che a un certo punto occorrerà bene decidersi a spalancare una porta e a imboccare una via ; perché , per voler tenere in perpetuo tutte le porte contemporaneamente aperte , si corre il rischio di vedersele sbattere una per una sul naso , così da rimanere per l ' eternità appiccicati alla soglia , poveri postulanti in attesa del fatto nuovo rivoluzionario che eliminando il fascismo elimini anche il problema oppositore . Ma preferiamo per ora non insistere su questo punto . Sul terreno concreto delle cose noi vedremo se le premesse e le promesse sopra ricordate sono una platonica concessione alle esigenze dell ' ora o il punto di partenza per quella ripresa dell ' opposizione italiana imperniata nel movimento socialista per la quale ci battemmo fino dal primo numero di questo foglio .
LE ELEZIONI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Solo per un momento , quando le ambizioni fasciste prevalsero sulla volontà del duce , e le elezioni furono decise , noi dubitammo compromesse e giuocate le astuzie del bel tenebroso . E veramente , se gli oppositori del fascismo non fossero pressoché tutti fascisti mancati , quella era un ' occasione trionfale per prendersi gioco dei piani governativi . Bastava che nessuno pensasse sul serio alle elezioni , che si rispondesse con la canzonatura del silenzio alla campagna bandita da Roma . Mussolini chiama il popolo alle urne : l ' opposizione si rifiuti di battersi su questo terreno , sventi il gioco totalitario della demagogia fascista . Con una decisione di questo genere gli oppositori si sarebbero divertiti gratis allo spettacolo di tre o quattro mesi di lotta feroce nell ' interno del partito fascista e del filofascismo ; e a veder nascere proprio nei quadri dell ' unanimità mussoliniana ortodossia e eterodossia , eresie e fronde , contrasti e difese . Un dogma [ di ] improvvisatori non si cimenta impunemente ad una prova elettorale : il fascismo ne sarebbe uscito esautorato e compromesso . Eroi e donchisciotti , visti alla ricerca della medaglietta , erano sgominati dal ridicolo e dall ' ironia . La Camera eletta il 6 aprile sarebbe stata tutta fascista e perciò a priori condannata . Le battaglie tra ras e revisionisti l ' avrebbero lacerata ; il paese assente , in diffidenza . Ma una tattica così audace e rivoluzionaria si può chiedere solo a gente disperata , a gente che abbia capito che Mussolini non si liquida con gli intrighi di corridoio . Gli italiani sono invece astuti , super - politici , super - machiavellici . Nessuno dispera pur che rimanga una possibilità di riguadagnare la medaglietta , e se cento sono gli aspiranti per un solo seggio ognuno ha la certezza in cuore che con l ' intrigo e l ' inganno gli riuscirà di giocare l ' amico e l ' avversario . L ' opposizione costituzionale incominciò a sospettare la probabilità delle elezioni nel settembre scorso . Da allora persino noi di Rivoluzione Liberale abbiamo ricevuto le visite e le premure di parlamentari e aspiranti parlamentari . Noi antifascisti intelligenti avremmo dovuto dare la formula per la lotta antifascista . Uomini non compromessi avremmo dovuto offrire il nome alle organizzazioni che in tempo elettorale sarebbero state utili ai parlamentari antifascisti . Contro il fascismo che disprezza l ' intelligenza il concorso di noi intellettuali sarebbe stato decisivo . Noi fummo così ingenui da rispondere alle lusinghe e alle offerte con prediche e documentazioni : che era ridicolo voler battere il fascismo con le astuzie ; che Mussolini non ha soltanto la forza , ma il consenso degli italiani ; che la lotta deve essere feroce e diretta ad hominem contro il corruttore , consci che si è una minoranza , e non si vuole realizzare , ma salvare il futuro . Fummo tardi a capire che i nostri interlocutori volevano salvare la medaglietta prima che il decoro , e col farsi paladini di libertà , col protestare che la maggioranza non era fascista , ma che essi oppositori costituzionali avevano pure un buon seguito miravano soltanto a farsi meglio utilizzare , a vendere più cara la loro adesione al regime . Un politico più intelligente e più onesto degli altri , la sola persona seria dell ' opposizione costituzionale , il quale con tutti i suoi vizi di parlamentare riuscirà forse a salvarsi per il futuro , coglieva il dissenso tra Rivoluzione Liberale e antifascismo parlamentare in questi termini : « Si vede che lei è veramente giovane e che può buttar via dieci anni per alimentare , in ristretta compagnia , una distinta corrente di pensiero , e per poi trovarsi , senza sforzo , e nel vigor degli anni in cima all ' ondata che travolgerà questa gente . Io , invece , penso con malinconia , che fra due anni o l ' Italia sarà libera , o io mi troverò , pure in ristretta e scelta compagnia , su qualche nuovo May flower salpante per ignoti lidi . Questione di età » . La questione di età impedì che gli antifascisti avessero il coraggio di disertare le elezioni e si divertissero a vedere il campo trasformato in una corrida di gladiatori mussoliniani . La questione di essere rieletti è diventata la questione essenziale intorno a cui si provano e si rovinano i caratteri degli italiani . L ' on . F . , uno dei sacrificati della lotta politica in Romagna , professa la teoria che gli oppositori debbano difendersi con tutte le armi ; se è necessario e possibile entrino addirittura nel listone ! L ' idea fissa , sino al gennaio , degli oppositori più implacabili era di costituire un blocco positivo , che presentasse lista di maggioranza raccogliendo combattenti , socialisti , popolari , demoliberali e fascisti dissidenti . L ' ideale : arrivare dall ' on . Corgini , magari dall ' on . Giolitti , a Misiano . Un direttorio formato da Turati , Bonomi , Graziadei , Facchinetti , Mauri , Cocco - Ortu , avrebbe lanciato un proclama al paese prendendo impegno di garantire il funzionamento di un governo in caso di vittoria . Per preparare questa tattica si organizzò la commedia del 4 novembre , nella quale anche una persona seria come Treves dovette recitare la parte del peccatore contrito . Il successo era così sicuro che i promotori si fermarono al momento buono soltanto perché i loro atti sarebbero sboccati in una rivoluzione violenta , mentre i loro candidi cuori amavano la pace . Essi compresero assai tardi che se questo fantastico piano avesse avuto una mediocre probabilità di riuscita Mussolini non avrebbe esitato ad arrestarli o assai più astutamente , li avrebbe uccisi col ridicolo dimostrando , il 6 aprile , che gli italiani non gli negano il consenso , come non lo negarono nel '13 a Giolitti nonostante il suffragio universale . Mussolini dispone di infiniti artifici tipo patto Gentiloni . E nel caso del blocco positivo l ' artificio era semplice : bastava garantire mezza dozzina di rielezioni per sgretolarlo dall ' interno . Da buoni democratici i congiurati continuarono a discutere e ci fu chi si convinse dell ' opportunità di trasformare il blocco positivo in blocco negativo . Erano per questa tattica gli onorevoli meno sicuri della rielezione e la conferenza Gonzales a Genova fu il loro argomento più probatorio . Senonché l ' astensione discussa e machiavellica , come altra volta fu spiegato , si risolveva nella vittoria del bel tenebroso . E anzi i più convinti e leali difensori di questa tesi come Canepa , Treves , Rossetti , non si accorgevano di essere giocati dai loro stessi compagni che parlavano di partecipazione o astensione dopo aver fatto un calcolo personale . Aggiungi la gelosia di mestiere , per cui gli unitari temono , astenendosi , di servire i comunisti ; e i democratici hanno il sospetto che i voti siano per andare , nella loro assenza , ai repubblicani : e avrai il ritratto degli spiriti che governarono l ' opposizione dopo la chiusura della sessione parlamentare . Lo spettacolo delle anime in pena democratiche e socialiste convinse i buoni liberali , realisti come sempre , a offrire la loro partecipazione al listone . E costoro saranno o non saranno deputati , certo sono uomini finiti . Ma nessuno degli altri oppositori ha diritto ad una sorte migliore . Nessuno dei vecchi uomini politici si salverà dopo il 6 aprile . I più abili , in quattro mesi di tormenti avranno salvato soltanto il loro diritto di fare parte della Camera fascista . L ' idea di un blocco dei sopravvissuti era una idea squisitamente fascista . Rivela uno stile e una mentalità degni del comm . Massimo Rocca ex anarchico . Il fascismo converte ai suoi sistemi i nemici insieme coi gregari . Anche il fascismo è un blocco , il blocco positivo con Giunta al posto di Misiano , Massimo Rocca al posto di Bonomi , Paolo Orano invece di Facchinetti , e Murri in luogo di Miglioli . Una delle ragioni per cui combattiamo Mussolini è questa , perché egli ci ha dato il blocco di Rossoni e di Gentile , di Baroncini e di Dino Grandi , di Soffici e di Camazza , di Murri e di Farinacci . Il fascismo prevalse appunto confondendo le idee e le responsabilità , impedendo le distinzioni precise e la fedeltà degli uomini alla propria intransigenza , sfruttando cattolicismo e idealismo attuale , futurismo e tradizionalismo , sindacati e agrari , monarchia e tendenzialismo repubblicano per sacrificarli alle superiori arti dell ' addomesticatore . Il blocco delle opposizioni perpetuerebbe questa fiera gladiatoria e infantile , riprodurrebbe i sogni totalitari e le consolazioni dell ' unanimità . In Facchinetti e Rossetti risusciterebbe quel fantasma del combattentismo , quello sfruttamento della trincea che noi speriamo rimanga la prerogativa del fascismo , il segno della sua retorica e del suo mal costume politico . La paura e l ' opportunismo hanno fermato a tempo i candidati al blocco positivo e al blocco negativo . E avremo probabilmente battaglie particolari secondo gli interessi più personali . I deputati dell ' opposizione saranno così ameni nei loro giochi da riabilitare gli uomini del listone e delle liste fiancheggiatrici . Per la nostra ironia obbiettiva noi saremo definiti agenti provocatori . Ma per liquidare Bonomi e gli altri complici del fascismo siamo pronti ad accettare sorridendo anche le bizze dei galantuomini della lega democratica . Di questo antifascismo siamo sinceramente disfattisti . Al punto in cui le cose si sono ridotte pochi consigli ci restano per la tattica elettorale . L ' idea della diserzione di fronte alle violenze fasciste ci sembra disonorevole . I partiti che hanno qualche serietà e qualche tradizione devono scendere in campo , ognuno al suo posto , forti della propria intransigenza , non per conquistare dei seggi , ma per mostrarsi degni di combattere . Niente leghe , niente complicità . È l ' ora del bilancio , dell ' esame di coscienza . Repubblicani da una parte , da soli , senza intese con accaparratori di voti ; popolari coerenti e distinti col programma di tornare in dieci o in venti alla Camera , ma che siano dieci o venti uomini , e non falsi profeti della demagogia o del gesuitismo ; i partiti proletari inesorabili , sdegnosi di tardive rinunce o di ipocrite conversioni pseudo - patriottiche e antibolsceviche . Ognuno al suo posto : Treves internazionalista come nel '19 , profeta di un ordine nuovo , bestemmiatore della guerra , non adulatore di medaglie d ' oro festeggianti il 4 novembre ; Facchinetti anti - socialista , antibolscevico , wilsoniano come alla Scala con Bissolati ; Sturzo liberale conservatore , pensoso dei destini della piccola proprietà agricola . A Montecitorio anche queste scarne pattuglie potranno acquistare il valore di avanguardie del futuro e sapranno non patteggiare con l ' addomesticatore . I primi oppositori di Napoleone III furono cinque . La lotta contro Mussolini non sarà meno lunga né meno difficile . Gli uomini di cinquant ' anni che vogliono realizzare devono scoprire il loro giuoco , inserirsi nella storia , diventare mussoliniani . L ' antifascismo è una questione di aristocrazia , di nobiltà , di stile ; è una dignità che si acquista con le rinunce e coi sacrifici . Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni diritti .
DOPO LE ELEZIONI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Nel pensiero dell ' on . Mussolini le elezioni dovevano essere la prova sperimentale dei suoi sistemi totalitari . Per giungere a risultati di plebiscito fu predisposto il congegno elettorale . Il periodo della preparazione della lista nazionale attestò in grado decisivo le attitudini dell ' addomesticatore . L ' on . Mussolini aveva due vie logiche da scegliere : mantenere in vita la vecchia Camera che , in sostanza , era una Camera giolittiana disposta a servire ( riproducendo la situazione del '15 ) perché già addomesticata , oppure fare le elezioni di partito , con una lista tutta fascista , dando pieni poteri a Giunta e a De Bono . Naturalmente non scelse né l ' una né l ' altra e diede i pieni poteri a Giunta e a De Bono per far riuscire non una lista fascista ma una lista di blocco . Che De Nicola , Orlando , Salandra debbano la rielezione al manganello , che con tutti i loro discorsi di costituzionalità e di democrazia rimangano complici della pressione fascista , ecco il capolavoro del mussolinismo . Una opposizione seria dovrebbe capire che questo è il punto vulnerabile del regime . Il mussolinismo è più violento del fascismo , è più illegale perché si nasconde dietro la legalità delle forme . Se il fascismo fosse soltanto dittatura si farebbe presto a liquidarlo con le barricate : ma la sua forza è specialmente presidiata dall ' esistenza di un consenso . Ora Mussolini deve la forza a Farinacci ma il consenso alla propria ambiguità . Le elezioni di Salerno sono un fatto grave non tanto perché il governo vi abbia esercitato violenze inaudite quanto perché i seguaci dell ' on . Amendola , che in provincia hanno la maggioranza , le subirono . Elettori addestrati alla lotta politica sanno opporre violenza a violenza , difendere con la forza la propria dignità . Nel 1919 a Bitonto e a Molfetta i salveminiani risposero alla pressione ammazzando Ungaro Nicola , il capo dei mazzieri del '13 . Ma se Giovanni Amendola scrivesse oggi Il ministro della mala vita non ne otterrebbe probabilmente neanche un successo librario . Perché la violenza di Giolitti era un fatto eccezionale e piccante , ridotto ad alcuni casi di vendette personali , significative di una qualità politica deteriore ma quasi indispensabile di cui Giolitti non mancava : la capacità di odiare . Le violenze di Giolitti riguardano pochi nomi : Giretti , Salvemini , Galimberti . Elencare le violenze mussoliniane invece ha pochissima importanza perché esse sono un sistema del regime : implicano responsabilità totali , derivano dalla complicità dei cittadini , tant ' è vero che sono localizzate in una zona molto più vasta . La pratica della non resistenza al male è una malattia non meno grave del politicantismo , nel nostro paese . Il 70 per cento al governo era assicurato una volta che Mussolini era riuscito a fabbricare il listone con le lusinghe , con le minaccie , con la corruzione , creando l ' ossessione del dogma della patria e raccogliendo la eredità di tutti i ministerialismi . Le velleità di rinnovamento del Mezzogiorno coltivate da alcuni fascisti come Padovani e Lanzillo non valsero a nulla contro il trasformismo di Mussolini , pronto ad accettare tutti i gruppi padroni delle situazioni locali . La funzione di un fascismo coraggioso nel Sud sarebbe stata di rifiutare tutte le alleanze , di combattere tutte le posizioni elettorali del giolittismo , di creare con uno stato d ' animo di palingenesi ministeriale , un ' atmosfera di ribellione contro le cricche di Colosimo , di Fera e di Orlando . Invece i comm . Maurizio Maraviglia e Michele Bianchi non aspiravano che a sostituirsi a Colosimo nell ' ufficio di compari e di paraninfi e a Fera , come distributori di impieghi ; temettero ( gli antiparlamentari ! ) che il programma intransigente fosse per dare al fascismo non più che il 10 per cento degli elettori e finirono per affidarsi al senno e alle manovre del Duce - supergiolitti . Così il metodo di Mussolini fu : mazzieri e patto Gentiloni , lo spettro della violenza nell ' apparente pacificazione , e la pratica quotidiana dei blocchi e delle corruzioni . Il risultato più evidente della vittoria ministeriale dunque è la sconfitta del fascismo . La marcia su Roma è stata per nulla . Le elezioni del '24 sono identiche a quelle del '21 : allora il fascismo fu utilizzato nel blocco nazionale per creare una maggioranza Giolitti : lo stesso programma , a tre anni di distanza , riesce senza incertezze a Mussolini , scolaro più abile del maestro . Nel '21 come nel '24 le camicie nere fanno da mazzieri , i combattenti e le medaglie d ' oro lavorano come muli di servizio del dogma della patria , la Confederazione dell ' Industria fa le spese a patto che Olivetti , Mazzini , Benni , ecc . diventino insostituibili presso il dittatore . La proporzionale sventò il piano di Giolitti come lo avrebbe turbato a Mussolini : il sistema Acerbo ha compiuto il quadro , e l ' avrebbe compiuto , si badi , in modo analogo il collegio uninominale che dà parimenti gli elettori in mano al governo . Si insiste su questo punto perché vogliamo che d ' or innanzi una delle pregiudiziali di qualunque opposizione seria sia la richiesta della proporzionale . Tenendo presente l ' ultima esperienza la storia d ' Italia si vede sempre più rettilinea : una dittatura economica di ceti plutocratici , non abbastanza forte per diventare dittatura politica ( l ' ultima volta che lo tentò , con il fascismo , non fu più fortunata delle altre ) , e tuttavia ministeriale sempre perché sempre padrona del governo sempre perché sempre padrona del governo attraverso ambigue manovre ; in politica per l ' immaturità generale e per il peso inerte del Sud una dittatura demagogica , burocratica e paterna che controlla i cittadini persino nei mezzi di sussistenza e può costringerli pacificamente a essere ministeriali . La proporzionale portando alla politica le masse socialiste e popolari segnava il principio del tramonto delle due dittature . Il solo effetto sensibile della marcia su Roma è stato l ' abolizione della proporzionale . Così la deviazione del dopo - guerra è stata corretta e l ' Italia torna in minorità politica . Quando diciamo che Mussolini è il nuovo Giolitti , più abile e meno serio , vogliamo indicare questa situazione storica , in cui gli effetti della immaturità politica si complicano per la immaturità economica . Perciò la base della dittatura giolittiana come di quella mussoliniana è nell ' Italia centrale e meridionale , dove il fascismo era ancora infante . E per l ' appunto si può dire che le elezioni rappresentano la sconfitta del fascismo e la vittoria di Mussolini . Il fascismo è stato sconfitto in Italia settentrionale dalle opposizioni ( specialmente socialcomunista e popolare ) . In Piemonte , Lombardia , Veneto , Liguria , Venezia Giulia , le opposizioni prevalgono per 70.000 voti ( più di 1.400.000 ) . Per Mussolini sono invece propizi i venti africani . Mussolini vince nel sud e nel centro con 3.350.000 voti circa contro meno di 1.100.000 . Basta la più generica geografia per spiegare la nostra politica . Tuttavia contando i voti dei partiti di opposizione , chi ha creduto come noi a quel principio di lotta politica che si avvertì nel '19 ha il diritto di accorgersi che non fu un illuso e può interpretare il risultato delle elezioni come la prova che esiste in Italia una minoranza aristocratica degna di chiamarsi antifascista . Gli operai del Nord , hanno saputo battersi . Al posto di Bombacci hanno mandato in parlamento Gramsci . Le parole che scrivemmo nel numero del 12 febbraio scorso non sono state smentite . « L ' idea della diserzione di fronte alle violenze fasciste ci sembra disonorevole . I partiti che hanno qualche serietà e qualche tradizione devono scendere in campo , ognuno al suo posto , forti della propria intransigenza , non per conquistare dei seggi , ma per mostrarsi degni di combattere . Niente leghe , niente complicità . E l ' era del bilancio , dell ' esame di coscienza ... A Montecitorio anche queste scarse pattuglie potranno acquistare il valore di avanguardie del futuro se sapranno non patteggiare con l ' addomesticatore . I primi oppositori di Napoleone III furono cinque . La lotta contro Mussolini non sarà meno lunga né meno difficile . Gli uomini di cinquant ' anni che vogliono realizzare devono scoprire il loro giuoco , inserirsi nella storia , diventare mussoliniani . L ' antifascista è una questione di aristocrazia , di nobilità , di stile , è una dignità che si acquista con le rinuncie e coi sacrifici . Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni diritti » . E chiaro che i partiti proletari e il partito popolare impostarono su questa pregiudiziale la lotta : ossia seppero combattere senza illudersi di realizzare , per sola fedeltà alle promesse . Che esista ancora un ' Italia continentale ed europea , che Mussolini non sia riuscito a renderci tutti saraceni è un risultato positivo . Purché i partiti resistano : non saremo noi a contestare al fascismo la sua maggioranza . Noi ci accontentiamo modestamente di un futuro che forse non vedremo . Le elezioni ci danno un fascismo addomesticato che non era nei nostri voti . Mussolini democratico e indulgente sarà un disastro per la nostra educazione politica : ma , tanto è l ' Italia non è paese di tiranni se non nello stile più paesano e giocondo . Un vantaggio dalla faccia bonaria di Mussolini lo avremo per l ' adesione a lui di tutti i falsi oppositori , di tutti gli antifascisti conservatori , disposti a servire durando l ' ordine e la costituzione . L ' opposizione che chiedeva al fascismo di essere legale e costituzionale ci ha sempre fatto ridere . Tanto meglio se invece di averla tra i falsi amici la potremo classificare tra gli avversari . Noi non fummo mai così stolti da contare la monarchia tra le forze dell ' antifascismo . Ora che il mussolinismo non si potrà più distinguere dalla monarchia una delle chiarificazioni indispensabili è avvenuta . Se ci avviamo verso l ' idillio e verso la pacificazione , se stiamo per assistere al ripetersi della tranquillità del decennio giolittiano ( con dannunzianismo e psicosi bellica in peggio ) noi vogliamo notare già mentre l ' era nuova si apre che non crediamo a questa pace , che ci viene come soppressione della lotta politica . Il compito delle opposizioni nel prossimo decennio – mentre il movimento operaio si verrà maturando – deve essere quello di esasperare la lotta , di non venir meno alla intransigenza , di provocare il regime senza concedergli tregua . Bisogna avere il coraggio di non collaborare neanche alla Camera con la critica , magari a costo di iniziare un nuovo implacabile ostruzionismo . L ' opposizione non ha il dovere di pensare in Parlamento all ' ordine e alla ricostruzione . Per la ricostruzione la via rettilinea è un ' altra : la conquista dei comuni con lo scopo di creare , sia pure a lunga scadenza , il dissidio tra i poteri locali e il centro . Ecco un programma di lavoro per tutta una generazione .
ADDOMESTICATI E RIBELLI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
L ' on . Mussolini ha affermato la sua gioia di « poter finalmente agire appoggiandosi su di una Camera che rappresenta esattamente la volontà del paese » . « Le ultime elezioni hanno restituito all ' Italia un vero Parlamento » . Il gioco è chiaro : non era difficile prevedere che il diavolo si sarebbe fatto frate e Mussolini è sempre scrupoloso nel dar ragione alle profezie dei suoi critici . Nella sua politica la normalizzazione è un elemento psicologico e ideale necessario come la violenza . La conciliazione degli opposti non è una ipocrisia del Duce : è il suo stile . Normalizzazione in un primo senso vale per eufemismo per indicare che conserva il potere e d ' altra parte è l ' ideale di pace che non si può non riproclamare mentre continuano le irrequietezze della rivoluzione dei reduci . La tattica di un addomesticatore nel dopo guerra doveva essere duplice : la violenza contro le minoranze battagliere e contro i movimenti libertari sorti dal basso , le lusinghe verso le classi medie e verso le masse quietiste . Il gioco non riuscì a Giolitti che non aveva inteso la necessità di questo equilibrio ; e fu necessario trovare un nuovo Giolitti , adatto ai tempi di avventura , in Mussolini . Egli è l ' addomesticatore del fascismo solo perché lo serve e lo serve appunto mentre addormenta gli avversari con gli ideali del ministerialismo e della pace . I costumi dell ' Italia sono ridotti a questo : che tutti si trovano pronti a disarmare anche se il fascismo non disarmerà e accettano il mito della normalizzazione instaurata dai vincitori anche se non ignorano che sarà una pura e semplice resa a discrezione . Un fautore del nuovo regime così interpreta lo stato d ' animo generale : « L ' attuale fase delle discussioni politiche dimostra soltanto questo : che nel momento attuale una grande attrattiva per le fantasie e per i bisogni degli italiani è costituita dalla visione di un periodo di pace sociale . Tutto il resto , accanto a questo , ha poca importanza . Insomma il paese è stanco di stare in ansia sociale . Oggi sono fuori della realtà politica soltanto coloro che parlano di una continuazione della lotta , e vogliono eccitare ancora gli odi assopiti e le passioni stanche » . Ossia noi assistiamo – protagonisti gli intellettuali e l ' opinione pubblica media – al formarsi di una vera e propria voluttà del servire . E la rinuncia alle più elementari dignità è fatto in ossequio alla maniera forte insieme e lusingatrice del Duce , dal quale riesce grato ricevere attestati di inabilitazione e interdetti . Dalle molte diagnosi che ne offrimmo dovrebbe risultare chiaro che questa stanchezza di Medioevo , questa rassegnazione di schiavi viziosi è uno stato d ' animo per eccellenza mussoliniano . Mussoliniano anche se si ritrova in certi oppositori disorientati dalla lotta . Così è una tattica di addomesticati invocare con la Giustizia ( sabato 26 aprile ) che il fascismo : « osi legalizzare l ' arbitrio , far delle leggi , una legge dispotica finché vuole ma che sia una : e ciò per due ottimi motivi : primo , che i cittadini sappiano con certezza che cosa è lecito e che cosa è proibito ; secondo , che esso , il regime fascista , si assuma chiara ed intera la responsabilità politica dei suoi atti , o di quegli atti che fino a qui furono abbandonati alla iniziativa dei ras locali o degli squadristi isolati » . Ci sembra buffo chiedere i limiti di ciò che si vuol rovesciare : certi limiti evidentemente si avvertono solo nell ' atto in cui si tenta di distruggerli ! Né si può seguire Giovanni Zibordi quando scrive sulla « Critica Sociale » del 15-30 aprile : « Tutto quanto concorra a creare una atmosfera e un programma di civiltà legale contro la violenza illegale oggi prevalente , giova indirettamente a una ricostruzione spirituale e materiale di questa travagliata vita italiana . Se qui è una riserva di astuzia polemica – ma non sembrerebbe – l ' astuzia viene in ritardo . Dopo 18 mesi chiedere al fascismo di esser coerente nelle parole e nei fatti , nelle leggi e nello spirito è perfettamente ingenuo se si è constatato che il fascismo non acconsentirà mai ad instaurare una tirannide onesta e dichiarata ma alle leggi democratiche e demagogiche continuerà ad unire una pratica contradditoria e arbitraria secondo le esigenze quotidiane . Né l ' economia né la politica si avvantaggiano dalle lunghe stasi e dalle quiete rinuncie : e l ' opposizione può servire il paese soltanto rifiutandosi di far la pace col vincitore , e di riconoscere il regime mussoliniano . L ' opposizione è una scuola di dignità e la sua intransigenza mentre non la compromette a far causa comune con la presente decadenza , mentre la salva per il futuro , offre disinteressatamente dei modelli e migliora generosamente lo stesso fascismo , reo che non si può assolvere . La normalizzazione è dunque un problema tutto interno del fascismo stesso , un ' altra fantasia mussoliniana : noi siamo pronti ad assistere anche a questo spettacolo , ma resta inteso che non siamo disposti ad accettare norme dal campo nemico . Un aspetto della normalizzazione sarà l ' impegno messo da Mussolini nel far funzionare il parlamento . Si domanda se gli riuscirà . Resta tra gli oppositori l ' illusione che la fine del fascismo debba venire dall ' interno , che il blocco si debba sfaldare di fronte alle difficoltà concrete . Per noi è chiaro che Mussolini farà trionfalmente il suo esperimento parlamentare . La maggioranza è un blocco altrettanto compatto quanto variopinto di tendenze e anemico di idee . Mussolini può condurre dove vuole , manovrare come gli piace uomini dello stampo di Salandra , Orlando , Dino Grandi , Bottai , Massimo Rocca , Giunta . Non è a credere che gli possano venire preoccupazioni serie neanche da Farinacci . La violenza dei ras gli è cara e necessaria : egli sa dosarla ; e Orlando gli potrà servire in qualunque momento per convalidare la riforma di Michelino con l ' autorità del costituzionalista . Bisogna convincersi che i 356 deputati della maggioranza e gli altri signori delle liste bis , se si eccettuano i rappresentanti della oligarchia industriale ( assai apertamente padroni ) sono tutti dei fantocci buffissimi e spudorati , biscie incantate dal ciarlatano . Vanno a Montecitorio per ubbidire . Faranno le parti che il Duce assegnò . Per questo lato la normalizzazione è un fatto . Mussolini può dilettarsi allo spettacolo dei frak e delle livree della nuova Corte . Esame dei ribelli Fuori della maggioranza garbatamente ridotta alle livree , il problema della vita futura dell ' Italia sta nella valutazione delle resistenze nell ' animo dei ribelli . Non ci dobbiamo nascondere la crisi di quelle che sono oggi le sole opposizioni serie : i popolari e i partiti proletari ( l ' opposizione costituzionale essendo ridotta ad un uomo che potrà solo avere compito demiurgico ) . Il partito popolare sembra conservare i quadri saldi , ma i capi nel loro istinto conservatore e per i contatti col Vaticano e con gli ambienti più retrivi non sono fatti per una lotta disperata . I popolari potrebbero nutrire ambizioni di successori se avessero il coraggio di rinunciare a giocare d ' abilità col duce e non si riducessero ad una serie di posizioni parlamentari . Dovrebbero convincersi che solo i mussoliniani possono accettare oggi il terreno parlamentare . Per i parlamentaristi seri la Camera di Mussolini non è una Camera , già per il fatto di non essere stata eletta con la proporzionale . Occorre non riconoscerla , svalutarla . Longinotti , Bresciani , Bertini , non chiedono che di valorizzare l ' ordine costituito e di venire a patti . La tattica dell ' opposizione dipende dunque dai partiti proletari , dai repubblicani ai comunisti : deve effettuarsi con l ' ostruzionismo in parlamento e la scuola di intransigenza nel paese . La nostra proposta di ostruzionismo è precisa . Significa non riconoscere la validità della Camera presente . Impugnarne le origini , non collaborare al funzionamento neanche con la critica . L ' uomo più intelligente del socialismo italiano ( che veramente non è un uomo né un italiano ) traduceva i nostri propositi nella tattica seguente : in sede di convalidazione ogni partito deleghi un oratore per ciascuna circoscrizione a documentare l ' illegalità della votazione fascista . La polemica dell ' illegalità non è nelle nostre preferenze : tuttavia ecco un primo mese di battaglia parlamentare bene speso . Questa posizione pregiudiziale di incompatibilità deve essere proseguita in tutti i campi di discussione , senza concedere tregua al ministerialismo . Si dovrà ricorrere all ' ostruzionismo dei regolamenti per costringere la maggioranza a smascherarsi mutandoli . Se si otterrà che Mussolini non possa fare il parlamentarista pacificamente , se lo si obbligherà a tornare sulle sue vecchie posizioni di provocatore si sarà raggiunta la più bella vittoria tattica . La crisi del socialismo Tutto il resto dipende dallo sviluppo della crisi socialista . Oggi la disorganizzazione dei tre partiti è connessa col disorientamento del proletariato . Le polemiche tra la Giustizia , l ' Avanti ! e l ' Unità rivelano la ferocia settaria e dissolvente che ha sempre animato i capi degli estremismi . E perciò sono un segno di vitalità , di esigenze più profonde per il futuro . Il sogno di un partito proletario unico , organizzato a battaglia disciplinatamente appare certo lusinghiero e piacevole alle persone che amano gli schemi ordinati . Sembra a tutti incontestabile che mentre il proletario è travagliato dalla reazione il battersi compatto possa consentirgli di salvare almeno le posizioni più indispensabili . Chi non è così rigido nell ' illusione del blocco unico pensa che almeno i massimalisti siano una creazione artificiosa , degna di finire al più presto , decidendosi fra le due anime del socialismo : la gradualista e la rivoluzionaria . Invece sarebbe ora di accorgersi che questo linguaggio è invecchiato . La parola d ' ordine dell ' unità non ha servito a evitare in nessun paese la costituzione di tre partiti proletari . Sono le vie e le ipotesi che si presentano alla scelta degli oppressi in cerca di liberazione . Tra la democrazia di Turati e il bolscevismo ortodosso di Bordiga , la critica dell ' Avanti ! inspirata a un marxismo sospettoso della terza internazionale e prudentemente rivoluzionario , ma francamente classista è logica e utile . Noi non intendiamo affatto deporre le diffidenze verso quella che è stata la mentalità massimalista e comprendiamo che i rancori dei delusi possano arrivare persino alle accuse di tradimento , ma ci sembra necessario riflettere che oggi il partito massimalista è frutto di un libero sforzo proletario , cresciuto per il sacrificio degli umili e non in regime di sovvenzione o per i contributi di classi o nazioni estranee alla vita delle plebi italiane . La crisi vera non è insomma del massimalismo più che degli unitari e dei comunisti : la crisi è di tutto il socialismo che non è riuscito negli ultimi venti anni a rinnovare la sua classe dirigente , e non ha avuto dopo la generazione di Turati una scelta di capi giovani e preparati ai nuovi tempi . Ma nella resistenza al fascismo i tre partiti proletari hanno dato una prova di vitalità e di forza , non di decadenza . La concorrenza li migliora , le polemiche , anche quelle più disgustosamente personali , li chiarificano . Certo si tratta di una crisi di crescenza . E non bisogna guardarla con disdegno , perché vi si stanno preparando i migliori , quelli che avranno diritto di condurre il proletariato alla riscossa .
StampaPeriodica ,
Non grideremo : “ Evviva ” Fino a che un palmo solo Del sacro italo suolo Serva a straniero acciar Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Finché l ’ Italia intera La tricolor bandiera Non vegga sventolar Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Finché Venezia è doma , Finché il Pastor di Roma Confonde trono e altar . Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Gridiamo “ guerra e morte ! ” Libera , unita e forte Vogliam l ’ Italia al par Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar .
StampaPeriodica ,
- Ahimè ; la Primavera svanirà con la Rosa ! Il dolce odoroso manoscritto della gioventù sarà chiuso ! L ' usignolo che canta fra i rami , donde e dove volo , chi sa ? - Omar Khayyam Ovidio , Catullo e Tibullo hanno insegnato a questo poeta la grande arte dei piccoli e dolci carmi . Egli si compiace di mezze voci , richiami , trilli , sospiri , ritornelli , d ' altronde le uniche forme che possano contenere le effusioni di un ' anima delicata come la sua . Mi fa pensare a un usignolo che canti sopra un ramo che si spoglia , in un plenilunio invernale . Da fatate profondità sembra salire la sua voce che non si spiega mai in un volo largo , pieno , deciso , e molte altre voci sa destare a risponderle dal segreto della nostra anima . Altri poeti chiamarono con gli stessi nomi le creature che sorgono dai suoi ombrosi poemi . Cynara , Neobule , Manon , tornano dalle solitudini di tempi più o meno lontani a dare il loro pathos ad anime novissime : " Neobule essendo stanca , troppo stanca di ridere o di piangere , nasconde alle ore rosee e grigie il suo viso d ' oro . Neobule che avrebbe volentieri dormito , dorme infine come essa desiderava ! " . " Neobule ! è bene che voi abitiate le terre profonde dove i poveri morti si sperdono , pallidi , miseri e grigi , cogliendo con le loro mani di spettri , fiori d ' asfodelo senza profumo ? " . " Neobule stanca fino alla morte dei fiori che io gettavo sopra i suoi bei piedi simili a fiori , sospirava fiori non così dolci , rose lunari pallide e turchine , gigli del mondo sotterraneo " . " Neobule ! ah troppo stanca dei sogni e dei giorni passati ! là dove i poveri morti si sperdono , pallidi miseri e grigi , fuor della vita e dell ' amore , dorme il sonno che essa desiderava " . Ernest Dowson nacque nel 1867 e morì a Catford il 23 febbraio 1900 . Gli ultimi anni della sua breve vita furono steriliti dalla tisi fatta più terribile dalla miseria ; in questo va trovata principalmente la cagione dell ' inferiorità della raccolta Decorations , pubblicata postuma , in confronto al volume Verses ( 1896 ) ed alla commediola in un atto : The Pierrot of the Minute ( 1897 ) . Mentre l ' affermazione della personalità del poeta in queste due opere è tanto decisa , nelle poesie postume la sua fantasia illanguidita , quasi criticamente cerca verso le proprie fonti ; vi si sente l ' eco d ' altri poeti : il Verlaine , la cui patria fu uno degli amori del Dowson , e lo Swinburne . Quando il morbo ebbe avvelenate le sorgenti della sua ispirazione , il vino divenne per lui , funestamente in un ordine troppo inferiore , quel necessario trasformatore della realtà che prima era stata la sua fantasia . Poiché la vera vita del Dowson ebbe sempre poco che fare con le miserie materiali onde fu riempita . Come un contemplativo orientale egli siede in ombrosi fantastici giardini pieni d ' acque , di alberi piegati sotto il peso dei fiori , e d ' uccelli strani e muti ; dall ' alba al tramonto , e dal tramonto all ' alba ; dimentico delle circostanze e delle avversità , e vede sorgere intorno a sé e diventare realtà le figure dei propri sogni . Dalle sue contemplazioni tratto tratto lascia cadere una parola , un verso , e quelle che parevano le delusioni della sua vita si vedono trasformate in trionfi di poesia : il suo sogno è l ' alchimia prodigiosa che fa di ogni lagrima una perla . In tutta la sua poesia è diffusa un ' aria di quieta sicurezza da grande maestro : ogni verso fu certo meditato e distillato lungamente ma è diritto e preciso come una spada . La brevità della trattazione dei soggetti , la snellezza della strofa , e ancora più lo splendore di tinte delle sue visioni fanno pensare ad Anacreonte . Anche Dowson canta belle donne , più care ai loro amanti e più tristi ; prati fioriti , ma più d ' asfodelo che di mammole ; e quanto ad Amore il suo non è più Eros piccolo coll ' alucce d ' ape che punge coll ' aculeo dell ' ape , ma Amor Umbratilis che dimora nel giardino delle tenebre , e neppur sa cantare : u ma con un liuto spezzato va e mormora fra l ' erba del sepolcreto " . Ha lo stesso abbandono appassionato alla dolcezza del presente ; l ' Ora amica tira una splendida cortina di seta sopra il domani che s ' intravede nemico . Omar Khayyam ripete il ritornello , e sopra una nota più cupa . Anacreonte ed Omar Khayyam hanno in Dowson un compagno assai più cupo d ' entrambi ma degno di loro . In The Pierrot of the Minute Ernest Dowson immagina un angolo delizioso del Parco del Petit Trianon , dove presso un tempietto dorico è una statua di Cupido . E immagina che in un crepuscolo di estate giunga nel parco Pierrot con le mani piene di gigli , desideroso di provare Amore , e che s ' addormenti presso la statua di Cupido dopo averle fatto curiose libazioni ed offerti i suoi fiori . Mentre egli dorme scende una Vergine dalla Luna e si ferma a guardarlo : Pierrot la vede nel suo sogno , e quando si sveglia la trova veramente vicino a sé , velata . Alle sue preghiere ella toglie il velo ; Pierrot e la Bella scherzano insieme , ed egli s ' innamora e s ' innamora sempre più . Le insegna strani giuochi , tenta le sue malizie cercando di rubarle un bacio ; ma frattanto la notte volge al termine ; brevi sono le notti d ' estate ! La Vergine deve ritornare nella sua casa , nella Luna , prima che il giorno sia alto : Pierrot supplica e piange , ma ella gli fa cenno di tacere . Lo fa distendere sull ' erba , mentre l ' alba s ' imbianca , e una musica celata nei boschi fioriti imita i canti degli uccelli . Pierrot si nasconde il volto fra le mani e mentre il sonno lo conforta la Vergine risale in cielo . Poche figurazioni dell ' anima moderna sono profonde come questa di Pierrot , che indugia intorno ai beni finché li possiede , e non si accorge completamente di loro che sul punto nel quale si separano per sempre da lui . La verginità di questa figura dal sorriso doloroso , dalla faccia infarinata , com ' è consapevole del tormento che accompagnerà l ' accrescersi della sua esperienza ! La donna scende sì dalla regione degli aloni ma per tornarvi dopo una breve notte d ' estate . La terra non le concede di restar di più . Vuole ella vivere la pura vita dell ' amore ? Si allontani prima della luce precisa dell ' alba . O amarsi ma lontani , nel sogno ; o esser vicini e vedere struggersi l ' amore . Ernest Dowson è ignoto completamente in Italia . Né credo sia molto noto ed amato in Inghilterra . L ' Inghilterra stenta a riconoscere i suoi poeti . Sarei lieto se queste righe gli facessero qualche amico fra noi .
DEMOCRAZIA ( P.G. , 1924 )
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Ritratto dell ' intelligenza servile . Il fascismo ha vinte le democrazie senza combatterle . Non si può dare più grave insulto per le democrazie italiane di una certa terminologia prevalsa in questi anni la quale enumera e classifica democratici filofascisti , fascisti democratici . Che non si avverta nell ' aria una repugnanza per tali accoppiamenti sembra significare la leggitimità di una inesorabile bocciatura : la democrazia italiana non ha avuto uomini che studiassero sul serio . La democrazia italiana , come ha sopportato Giolitti , sopporterebbe Mussolini e persino un governo dello Stato Maggiore . Combatte il fascismo per difendere la sua vecchia politica dei blocchi ; per difendersi la possibilità di un accordo col governo mussoliniano . Intorno a questa nostra tesi vi fu grave scandalo : ma il fatto stesso che le pregiudiziali dei democratici si limitino alla libertà e alla milizia nazionale prova che si è disposti in certi limiti di spazio e di tempo a transigere . Sembra democratico addomesticare il fascismo . La prima tattica fu di contrapporre i revisionisti ai ras , i mussoliniani ai fascisti . Ora si scopre che il fascismo dovrebbe essere prigioniero della sua maggioranza , della sua legalità . L ' ingegnere Rignano ha scritto un libro per indicare il nuovo programma che è tutto nel motto : Democrazia e fascismo . Ecco un libro che sarà popolare . L ' autore rivolge ai fascisti una sua garbata lezioncina : chissà che invece dei figli svagati non ascoltino i padri illusi . Il buon senso dell ' ingegner Rignano è così lucido , la sua obbiettività così distinta e contenta di sé , la sua cultura internazionale così pacata e convincente , che questa pedagogia democratica riuscirà gradita agli italiani addomesticati . In fondo al cuore gli italiani sono tutti , come lui , fascisti e democratici . Il fascismo c ' è : valorizziamolo , temperiamone l ' irrequietezza mandando deputati fascisti in parlamento . Così le rivoluzioni si legalizzano ; i fascisti diventano democratici . Gli italiani hanno già accettato queste conclusioni come una risorsa per la loro cortigianeria innata : Rignano vi è giunto invece seguendo la strada maestra del suo ottimismo puritano . Però nasce il dubbio che egli applichi procedimenti di indagine e di giudizio inglesi a un fenomeno che in Inghilterra sarebbe letteralmente impossibile . Rignano cita Stuart Mill ; è dichiaratamente positivista e sperimentalista ; è un protestante senza religione , un filosofo della biologia . Crederebbe di non essere abbastanza positivo se non rendesse anche lui il suo omaggio di uomo ragionevole ai meriti di Mussolini . La sua obbiettività gli insegna così : tanto di ragione da una parte , tanto dall ' altra . Egli non immagina che quando da una parte non c ' è niente di ragione il giudizio di Salomone è assolutamente tendenzioso . Egli è fuori della mischia , sereno , disinteressato , apolitico e non si avvede che gli apolitici hanno sempre torto : la loro apoliticità è partigiana : essi sono difensori dell ' ordine costituito , sono una forza inerte che pesa a vantaggio del regime , degli interessi conservatori : i governi reazionari hanno sempre apprezzato la squisita utilità che viene loro offerta dalla classe degli apolitici . Oggi la maggioranza degli italiani è così : uomini che per scrupolo di obbiettività non vogliono trovarsi contro corrente , che sono pronti alla pace col regime per non turbare la concordia e l ' ordine nazionale . Chiedono a Mussolini la libertà di poter lavorare con lui come lavorarono con Giolitti . Ringraziano Mussolini di averli liberati dal bolscevismo , di aver dato loro un ordine , una gerarchia . È un ' opposizione che chiede la libertà di servire . Mussolini lusinga questi disinteressati , apprezza questi apolitici . I sudditi siano sudditi , gli scienziati scienziati , e la politica spetti a chi regge .
IL RE DEI REDUCI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Col discorso della Corona l ' opposizione è definitivamente sconfitta nella sua tattica di lavorare su un immaginario contrasto tra Mussolini e la Monarchia . La camicia nera ha ceduto al frak . A rappresentare la rivoluzione fascista in camicia nera è rimasto solo l ' on . Cesare Forni , ma non è detto che non debba finire anche lui per acconciarsi a meno avveniristiche mode . Nell ' atto in cui le « medaglie d ' oro » Ponzio di San Sebastiano e Rossi Passavanti si accostavano per il baciamano alla berlina della Sovrana , la rivoluzione degli spostati trovava il suo ultimo e passatistico « sbocco » nelle consuetudini della Corte e le inquietudini del reduce si risolvevano per sempre nella stanca e beata compitezza del valletto . L ' importanza del discorso della Corona è data dal suo tono . Lo stile risente , è vero , qua e là , di enfasi dannunziana e di cattivo gusto futurista ; ma nell ' esposizione dei propositi è crudelmente giolittiano . Gioverebbe far il confronto con i tre discorsi che fece preparare Giolitti , nel 1904 , nel 1908 , nel 1913 . Un fiducioso sguardo all ' avvenire , i problemi operai e della pace in prima linea . Pochissimo accentuato il riconoscimento della rivoluzione fascista , ma in compenso portata la questione fino alla radice nel riconoscimento e nell ' esaltazione dei reduci come politici . Tutto questo considerato come normale , pacatamente , mediocremente . Il regime è stabile : nel cuore del Re , Mussolini ha preso il posto di Giolitti . Un discorso fascista sarebbe stato meno pericoloso e definitivo : invece Mussolini diventò invincibile facendosi complice ed erede dei metodi della monarchia socialista . La Corona accetta il nuovo Governo accontentandosi della più modesta garanzia ossia conservando la sua sabauda moderazione , diventata ormai , col trascorrere degli anni , mediocrità . Mussolini alla sua volta espone i suoi programmi attraverso la Costituzione . C ' è una prova indiscutibile di questo perfetto accordo ed è data dal confronto tra il discorso della Corona e le ultime manifestazioni del pensiero del Presidente . L ' intervista al Times , le dichiarazioni agli operai , le spiegazioni sulla Milizia hanno trovato nelle parole del Sovrano un interprete autorevole , una firma di garanzia . Per questo risultato Mussolini ha dovuto sacrificare le sue invettive contro la libertà , e accontentarsi di deprecare la licenza , ma nel cambio c ' è ancora il gioco d ' astuzia dell ' addomestícatore . Il fatto è che il sovversivismo dei reduci passando accanto alla Corte è diventato conservatore . In questo esperimento di normalizzazione Mussolini è riuscito a impegnare il Sovrano . Il mussolinismo ha sconfitto decisivamente il costituzionalismo . Chi vorrà rimanere antifascista dopo il 24 maggio dovrà cominciare con la pregiudiziale istituzionale . La moderazione sabauda dell ' ultimo re ha voluto insistere sui problemi del lavoro , quasi confermando la coerenza di un programma che fu cominciato con Giolitti venti anni fa . Ma vogliamo far notare il tono con cui si è espressa questa insistenza . È facile avvertire il candore del piccolo borghese che considera le classi operaie con sentimento di paterna filantropia . Con ingenua soddisfazione si parla dell ' ufficio accanto all ' officina e , vicino alle classi lavoratrici , non si dimenticano i tecnici . Le simpatie del regime insomma si volgono appunto verso un sistema di produzione ordinatamente paterna . Così l ' accenno alla piccola e alla media proprietà agricola è significativo come una vera e propria confessione ; non tanto per le ragioni economiche a cui si può riconnettere , quanto per l ' idillico richiamo alla psicologia del possesso famigliare che ne è derivato . Certo , in queste premesse e in queste lusinghe si deve constatare la più completa inesperienza delle masse operaie e delle moderne lotte democratiche . Se il discorso del Re segna il consolidarsi della parentesi conservatrice , inaugurata nel dopoguerra dalla disoccupazione e dalla stanchezza degli ex combattenti , resta tuttavia innegabile che a questo equilibrio le avanguardie dei ceti operai oppongono una resistenza non domata . E il mussolinismo che si adatta a questo equilibrio , riprendendo una situazione tipicamente giolittiana , e il re ne è rimasto così soddisfatto da diventare accondiscendente persino verso la milizia nazionale . Comunque Mussolini sia , per orientare il suo trasformismo , nel futuro gli riuscirà assai difficile nascondere la schietta anima del piccolo borghese e antisocialista che sta sotto le solenni professioni di affetto per il proletariato . Il discorso della Corona è stato abilissimo , ma ha scoperto il gioco . Il presidente troverà consolidato il suo potere . Si rivolgeranno a lui , accanto alle camice nere , anche gli ex combattenti rimasti in attesa , giovani conservatori desiderosi di ordine e di lavoro , con in fondo all ' anima un sottile istinto reazionario e anti - socialista , che è quasi il segreto della loro borghese dignità . Ma l ' esperimento giolittiano ha messo in guardia per sempre il proletariato e le élites delle libere democrazie di domani . Questi sanno che oggi il governo di Mussolini è stabile e che è una pia illusione l ' idea di guidarlo attraverso i meschini dissidi interni del fascismo . Tuttavia restano in riserva , non si piegano . Non collaboreranno , perché lavorano per una situazione nuova , futura , di dignità politica e di serietà economica . Questo è il solo antifascismo concreto e realistico – l ' antitesi della generazione dei « reduci » .
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... Concepisco la Corporazione del - le Arti , che dovrà resultare dal collegamento delle attività artistiche diversamente sindacate , come l ' organo eminentemente adatto a ricostituire l ' ordine in tali importantissime discipline . Prima però di passa - re ad esaminare come ciò potrebbe avvenire , credo opportuno notare che non si tratterà in nessun modo di creare artificiosamente un movimento d ' arte religiosa od aulica , il quale potrà nascere di per sé se le condizioni dello spirito nazionale lo esigeranno . Di carattere religioso e gerarchico esso stesso , ma non teologico o autocratico , il Fascismo non potrà che imporre le proprie direttive alle arti con quel senso realistico e moderno che lo distingue e ne costituisce l ' irresistibile forza . Intendo dire che il Fascismo non potrà per ora se non disciplinare una attività che già esiste , con le forme attraverso le quali si manifesta ; il che non sarà piccola opera , del re - sto , giacché il fatto medesimo d ' iniziare una simile impresa costituirà già il principio di una vasta realizzazione e la premessa augurale di possibilità infinite e grandiose ...