StampaPeriodica ,
La
questione
dell
'
unità
socialista
sta
per
avere
il
suo
epilogo
che
possiamo
prevedere
negativo
.
Dai
massimalisti
cioè
,
ancora
una
volta
verrà
un
gesto
di
disperata
negazione
,
di
attaccamento
non
al
proletariato
,
ma
a
una
loro
formula
cento
volte
sconfitta
.
Possiamo
tutti
deplorare
un
tale
stato
di
cose
e
conservare
,
nonostante
questo
,
intatta
la
nostra
fiducia
che
l
'
unità
socialista
si
farà
.
Ma
è
evidente
che
non
possiamo
per
questo
cedere
a
tentazioni
di
scetticismo
e
di
abbandono
.
Al
contrario
:
è
nell
'
azione
che
i
socialisti
devono
proporsi
di
risolvere
un
problema
che
è
fondamentale
e
che
risponde
al
sentimento
e
agli
interessi
delle
classi
lavoratrici
.
Perciò
il
prossimo
Congresso
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
(
ex
Partito
Unitario
)
assumerà
una
importanza
ancora
maggiore
,
almeno
per
quanti
navigano
oggi
contro
corrente
ansiosi
di
un
segno
di
orientamento
e
di
rinascita
.
Esso
ci
dirà
fino
a
qual
punto
questa
frazione
tutt
'
altro
che
trascurabile
dei
socialisti
italiani
ha
la
consapevolezza
della
funzione
storica
che
l
'
ora
le
affida
di
svolgere
;
in
quale
misura
cioè
essa
ha
la
capacità
e
l
'
energia
di
farsi
centro
coordinatore
e
propulsore
delle
forze
di
opposizione
,
sulla
base
di
quel
programma
di
integrale
rinnovamento
della
vita
nazionale
che
noi
e
con
noi
sicuramente
tutti
i
giovani
da
molti
mesi
invochiamo
.
Più
volte
sostenemmo
la
tesi
che
,
nella
attuale
situazione
,
tocca
ai
socialisti
l
'
onore
e
l
'
onere
di
guidare
la
opposizione
italiana
.
E
ora
,
col
profilarsi
di
un
nuovo
non
possumus
massimalista
,
questa
tesi
si
rafforza
e
si
chiarisce
fino
a
farci
ritenere
che
saranno
probabilmente
gli
elementi
del
disciolto
partito
unitario
a
farsi
eco
concreto
dell
'
appello
che
dalle
masse
si
leva
verso
i
socialisti
perché
vogliano
sortire
dalla
stasi
indecorosa
nella
quale
si
dibattono
da
anni
.
Noi
non
facciamo
del
partito
un
feticcio
:
siamo
abbastanza
sensibili
per
capire
che
non
saranno
le
etichette
che
in
definitiva
trionferanno
,
ma
le
opere
.
Né
abbiamo
nascoste
(
tutt
'
altro
)
le
nostre
modeste
ma
recise
censure
verso
i
maggiori
esponenti
del
PSLI
.
Se
diciamo
che
probabilmente
una
ripresa
se
una
ripresa
ha
da
esservi
verrà
dalle
fila
dei
socialisti
unitari
è
perché
siamo
convinti
che
questo
partito
ha
in
sé
elementi
tali
da
permettergli
di
assolvere
il
compito
che
ricordavamo
più
sopra
.
Si
voglia
o
non
si
voglia
il
PSLI
è
l
'
unico
partito
di
opposizione
che
per
il
suo
programma
realistico
,
per
gli
appoggi
e
le
simpatie
che
desta
in
tutti
i
ceti
così
manuali
che
intellettuali
,
per
la
notorietà
dei
suoi
capi
,
per
il
primissimo
posto
occupato
nella
lotta
,
per
il
chiaro
riconoscimento
dell
'
interesse
universale
e
altamente
umano
dei
valori
oggi
calpestati
,
per
lo
sforzo
di
contemperare
le
esigenze
della
classe
con
quelle
della
nazione
,
sia
in
grado
di
far
leva
su
tutti
i
ceti
non
parassitari
della
popolazione
e
possa
contare
con
quasi
sicurezza
per
un
non
troppo
lontano
domani
su
un
larghissimo
seguito
.
Malgrado
tutte
le
critiche
che
gli
si
rivolgono
,
il
PSLI
resta
pur
sempre
l
'
unico
partito
di
massa
che
disponga
di
uno
stato
maggiore
politico
e
sindacale
degno
di
questo
nome
.
E
comunque
si
giudichino
gli
uomini
che
lo
dirigono
non
si
può
fare
a
meno
di
riconoscere
che
cotesto
troppo
bistrattato
stato
maggiore
,
che
è
di
una
altezza
morale
fuori
di
discussione
,
è
l
'
unico
esistente
nelle
fila
dell
'
opposizione
.
Il
che
,
dati
i
tempi
,
non
è
poco
.
Si
ricordi
,
infine
,
che
esso
è
il
solo
partito
,
fatta
eccezione
forse
per
il
repubblicano
,
nel
quale
si
noti
da
tempo
un
fervore
di
iniziative
e
un
promettente
risveglio
di
forze
giovanili
;
e
si
affermi
,
sia
pure
faticosamente
,
un
complesso
processo
di
revisione
.
Questi
e
molti
altri
motivi
ci
fanno
dunque
ritenere
che
il
PSLI
,
pur
che
sappia
essere
all
'
altezza
della
situazione
e
sappia
sfruttare
i
molti
elementi
che
oggi
giuocano
in
suo
favore
,
potrà
dare
il
primo
segno
tangibile
di
ripresa
.
E
appunto
per
questo
,
noi
vogliamo
qui
fissare
sinteticamente
quali
sono
secondo
noi
i
massimi
ostacoli
che
si
frappongono
tuttora
nel
suo
cammino
,
nella
speranza
che
il
prossimo
Congresso
ci
dica
che
le
nostre
critiche
o
sono
superate
o
non
hanno
ragione
di
essere
.
Sembra
dunque
a
noi
che
il
PSLI
comprometta
le
sue
possibilità
avvenire
e
in
special
modo
la
sua
opera
d
'
attrazione
dei
migliori
elementi
della
nuova
generazione
,
per
la
riluttanza
di
alcuni
dei
suoi
dirigenti
a
impostare
la
battaglia
in
modo
radicale
,
adeguando
cioè
i
suoi
metodi
di
lotta
alle
ferree
necessità
dell
'
ambiente
e
audacemente
rivendicando
quella
iniziativa
e
quel
posto
nella
ripresa
oppositoria
che
gli
vengono
ormai
da
tempo
per
dovere
e
per
diritto
riconosciuti
.
Questa
riluttanza
deriva
da
un
grave
errore
nella
visione
della
situazione
e
da
un
troppo
tenace
e
sentimentale
attaccamento
a
un
passato
ormai
definitivamente
superato
dal
lato
politico
.
Per
essere
più
chiari
sopravvive
troppo
in
essi
della
mentalità
,
del
programma
,
dello
stato
d
'
animo
aventiniani
;
stati
d
'
animo
,
che
,
come
è
noto
,
comportavano
la
previsione
di
un
rapido
mutare
della
situazione
per
forze
essenzialmente
estranee
all
'
azione
oppositoria
,
l
'
accurata
astensione
da
ogni
candidatura
alla
successione
,
il
desiderio
di
mantenere
il
contatto
con
tutte
le
forze
di
opposizione
,
il
ripudio
di
tutti
gli
irrigidimenti
che
potessero
eliminare
anche
una
sola
delle
tante
possibili
soluzioni
compromettendo
nel
tempo
stesso
l
'
unità
del
blocco
aventiniano
.
Ed
ecco
così
non
pochi
degli
unitari
rifiutare
nettamente
ogni
accenno
alla
questione
istituzionale
,
ogni
accentuazione
della
nota
antiborghese
,
ogni
maggiore
precisazione
intorno
al
programma
del
poi
,
ogni
rivendicazione
successoria
.
Ed
ecco
compromessa
o
gravemente
ostacolata
quell
'
opera
alla
quale
pure
s
'
ha
da
arrivare
se
vogliamo
sortire
dalle
presenti
distrette
.
Noi
non
abbiamo
il
culto
della
intransigenza
esteriore
e
formale
;
tanto
che
proclamiamo
la
necessità
del
più
ampio
mobilismo
tattico
.
Non
vogliamo
imboscarci
facendo
nostre
le
negazioni
in
toto
e
rinchiudendoci
in
uno
splendido
isolamento
che
ci
elimini
dalla
lotta
positiva
.
Ma
d
'
altra
parte
non
riusciamo
assolutamente
a
comprendere
la
posizione
di
questi
socialisti
che
in
una
situazione
come
l
'
attuale
danno
prova
di
un
malthusianismo
così
radicale
da
far
loro
respingere
con
orrore
la
tesi
elementare
della
conquista
del
potere
politico
;
e
che
sono
disposti
a
transigere
a
priori
e
in
permanenza
sul
loro
specifico
programma
,
anche
quando
come
oggi
è
il
caso
sono
venute
a
cadere
una
per
una
tutte
le
condizioni
che
rendevano
per
l
'
innanzi
utile
e
forse
inevitabile
la
transazione
.
Se
ci
fossero
le
forze
con
le
quali
e
per
le
quali
transigere
,
evitando
gli
irrigidimenti
e
i
programmi
a
lunga
scadenza
,
noi
potremmo
ancora
riconoscere
la
logicità
di
una
simile
impostazione
.
Ma
non
riusciamo
a
vederle
.
Nel
campo
liberale
e
democratico
,
dove
la
disorganizzazione
regnò
sovrana
non
rimangono
sulla
breccia
altro
che
pochi
uomini
di
nobile
carattere
che
reggono
dignitosamente
anche
se
spesso
passivamente
alla
prova
:
e
nel
campo
popolare
è
definitivamente
cessata
ogni
attività
anche
strettamente
legale
.
In
campo
restano
dunque
col
PSLI
solo
i
partiti
repubblicano
e
massimalista
,
oltre
scarse
pattuglie
democratiche
.
Sono
queste
le
forze
sulle
quali
,
bene
o
male
,
possiamo
fare
assegnamento
.
Fuori
di
esse
non
ci
sono
in
Italia
,
di
forze
reali
,
che
i
comunisti
e
i
fascisti
.
Finché
dunque
il
PSLI
si
ostinerà
in
questa
erronea
impostazione
,
solito
frutto
della
solita
immobilità
di
visione
,
darà
inevitabilmente
l
'
impressione
di
essere
disposto
a
tutti
i
compromessi
pur
di
tenersi
aperte
tutte
le
strade
;
e
si
inimicherà
gli
elementi
più
giovani
e
combattivi
giustamente
desiderosi
per
la
somma
stessa
dei
sacrifici
che
la
lotta
richiede
di
una
assoluta
nettezza
di
posizioni
ideali
e
per
salvare
un
passato
ormai
sepolto
comprometterà
l
'
avvenire
,
il
suo
avvenire
,
immiserendo
,
sciupando
questa
grande
battaglia
.
Ciò
che
si
richiede
in
quest
'
ora
è
un
coraggioso
riesame
della
situazione
da
un
punto
di
vista
meno
contingente
che
la
liberi
dagli
accidenti
passeggeri
e
ingannatori
.
Quattro
anni
sono
passati
dall
'
avvento
del
fascismo
al
potere
e
quasi
due
anni
dal
crollo
dell
'
Aventino
.
Noi
non
rammarichiamo
nulla
,
non
accusiamo
nessuno
.
Chiediamo
solo
che
si
vogliano
prendere
una
buona
volta
in
considerazione
le
lezioni
del
passato
;
chiediamo
solo
che
si
abbandoni
l
'
ottimismo
facilone
e
la
fede
inconcussa
nella
legge
del
progresso
indefinito
;
chiediamo
solo
che
gli
oppositori
italiani
,
pur
senza
cadere
nelle
braccia
del
volontarismo
parolaio
,
si
abituino
a
cercare
la
salvezza
più
nelle
forze
proprie
che
nelle
armi
,
più
nella
storia
che
essi
medesimi
imbastiscono
,
che
in
quella
imbastita
dagli
avversari
e
dal
fato
.
Siamo
stanchi
di
vivere
alla
giornata
e
di
essere
tutto
,
fuori
che
noi
stessi
.
Occorre
che
i
socialisti
italiani
tornino
a
essere
loro
,
tornino
cioè
a
battersi
sul
loro
terreno
,
senza
per
questo
rinnegare
e
allontanare
nessuna
forza
efficiente
di
opposizione
,
ma
solo
facendosi
essi
centro
delle
forze
affini
con
un
programma
che
sia
per
lo
meno
socialista
per
l
'
ispirazione
e
per
gli
ispiratori
.
Si
facciano
i
socialisti
,
e
per
essi
il
PSLI
,
gli
iniziatori
dell
'
accordo
fra
i
partiti
di
opposizione
per
la
conquista
di
un
regime
di
integrale
e
agguerrita
democrazia
,
il
cui
nerbo
abbiano
a
essere
le
classi
lavoratrici
.
L
'
ora
incalza
e
le
masse
,
abbandonate
a
loro
stesse
,
brancolano
nel
buio
alla
disperata
ricerca
di
una
luce
,
di
un
segno
di
vita
,
di
ripresa
,
per
piccoli
che
siano
.
Occorre
far
presto
.
Tra
un
anno
potrebbe
essere
tardi
.
Altre
mani
sono
pronte
ad
afferrare
il
bastone
del
comando
.
Il
comunismo
lavora
.
Contrapporre
alla
doppia
concezione
dittatoriale
,
per
quanto
profondamente
diversa
nei
fini
,
una
soluzione
media
che
abbia
come
pernio
il
movimento
socialista
,
come
minimo
comune
denominatore
la
fede
nel
metodo
democratico
,
come
base
essenziale
le
forze
del
lavoro
in
lotta
per
la
loro
emancipazione
,
ecco
ciò
che
occorre
in
quest
'
ora
.
Socialisti
italiani
,
al
lavoro
.
StampaPeriodica ,
Il
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
ha
tenuto
il
suo
Congresso
.
Esso
ha
approvato
il
programma
del
partito
,
ha
votato
un
caldo
appello
all
'
unità
e
ha
concretato
in
una
mozione
della
quale
diamo
qui
di
seguito
(
riportandola
da
«
Giustizia
»
)
la
parte
essenziale
,
il
proprio
pensiero
sulla
situazione
.
Il
Convegno
:
premesso
innanzi
tutto
che
il
Partito
socialista
dei
lavoratori
italiani
procede
nel
vecchio
solco
del
socialismo
marxista
,
che
non
è
un
partito
nuovo
se
non
per
le
dure
vicende
del
nostro
Paese
,
che
aderisce
all
'
Internazionale
socialista
operaia
,
e
mira
alla
conquista
del
potere
politico
dello
Stato
,
per
trasformarlo
,
da
organo
di
oppressione
,
in
organo
di
affrancazione
della
classe
lavoratrice
e
di
tutta
la
società
umana
dal
giogo
del
sistema
capitalistico
;
approvata
la
dichiarazione
programmatica
intorno
ai
metodi
e
ai
fini
dell
'
azione
del
partito
;
riconfermata
nei
rapporti
con
la
dittatura
fascista
quell
'
assoluta
opposizione
che
ebbe
nell
'
Aventino
la
sua
più
alta
espressione
morale
;
constatato
che
il
fascismo
,
malgrado
non
possa
semplicisticamente
identificarsi
in
un
puro
fatto
di
reazione
borghese
e
capitalistica
,
ha
trovato
il
suo
maggiore
appoggio
nei
ceti
più
retrivi
del
privilegio
economico
e
il
suo
strumento
nella
complice
acquiescenza
alla
distruzione
del
regime
costituzionale
da
parte
di
chi
doveva
maggiormente
difenderlo
;
ritenuto
perciò
che
la
crisi
scatenata
dal
fascismo
,
essendo
nel
più
alto
senso
istituzionale
e
riproponendo
quindi
tutti
i
problemi
della
vita
dello
stato
,
non
si
supererà
con
un
semplice
ritorno
allo
statu
quo
ante
;
dichiarata
ancora
una
volta
la
sua
fede
nel
metodo
democratico
virilmente
inteso
e
difeso
,
quale
strumento
di
civili
competizioni
di
classi
e
di
partiti
;
afferma
che
un
'
opposizione
integrale
ed
efficiente
al
fascismo
deve
appoggiarsi
principalmente
e
necessariamente
sul
proletariato
manuale
e
intellettuale
e
impegna
tutti
i
suoi
aderenti
alla
più
intensa
propaganda
dei
seguenti
principii
(
segue
un
riassunto
della
«
dichiarazione
programmatica
»
)
.
Questa
mozione
segna
,
a
nostro
parere
,
un
notevole
passo
sulla
via
della
chiarificazione
politica
della
situazione
oppositrice
.
Per
la
prima
volta
in
un
documento
ufficiale
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
troviamo
affermati
in
modo
chiaro
ed
esplicito
alcuni
punti
essenziali
da
noi
sempre
sostenuti
.
Per
la
prima
volta
troviamo
riconosciuto
il
nerbo
della
futura
opposizione
italiana
che
deve
essere
e
non
può
non
essere
il
proletariato
manuale
e
intellettuale
.
Ci
piace
soprattutto
la
netta
impostazione
della
lotta
,
come
lotta
per
un
rinnovamento
radicale
,
sostanziale
della
vita
politica
;
la
ribellione
al
vecchio
regime
nel
quale
stanno
le
cause
prime
e
profonde
dei
mali
che
ci
affliggono
;
la
sensazione
che
si
vuol
dare
che
i
socialisti
sono
sempre
più
decisi
a
rinnegare
i
compromessi
aprioristici
dando
alla
battaglia
quella
nettezza
di
posizioni
ideali
che
solo
è
capace
di
suscitare
le
forti
passioni
e
i
grandi
sacrifici
che
l
'
ora
impone
ai
non
conformisti
attivi
.
Una
simile
impostazione
discende
direttamente
,
d
'
altronde
,
da
quella
realistica
visione
del
fenomeno
fascista
che
«
Il
Quarto
Stato
»
ha
sempre
sostenuto
e
alla
quale
il
Congresso
nella
sua
grande
maggioranza
ha
decisamente
aderito
.
Il
fascismo
non
è
cioè
un
semplice
fatto
di
reazione
borghese
;
esso
assume
caratteri
tutti
suoi
particolari
e
inconfondibili
in
relazione
al
clima
storico
nel
quale
e
dal
quale
si
è
sviluppato
.
Esso
è
il
logico
sbocco
di
tutta
la
vita
italiana
;
è
la
sintesi
dei
mali
antichi
e
recenti
di
un
paese
di
scarsa
educazione
politica
,
povero
e
capitalisticamente
arretrato
,
dove
la
libertà
conquistata
da
esigue
minoranze
attraverso
transazioni
e
rinuncie
restò
estranea
alla
coscienza
generale
,
dove
si
ebbero
tutte
le
degenerazioni
del
sistema
democratico
parlamentare
senza
che
mai
fosse
esistita
una
vera
democrazia
e
un
vero
parlamento
,
dove
al
di
là
dello
scenario
di
cartone
della
sovranità
popolare
il
potere
di
fatto
sempre
risiedette
nelle
mani
di
una
ristretta
oligarchia
facente
capo
al
potere
esecutivo
,
al
partito
di
corte
,
alla
burocrazia
e
a
taluni
gruppi
plutocratici
settentrionali
,
dove
insomma
difettarono
le
condizioni
elementari
per
il
sorgere
e
l
'
affermarsi
di
una
salda
coscienza
politica
.
Accettato
questo
punto
di
vista
si
pone
inevitabilmente
il
problema
di
risalire
alle
cause
del
fenomeno
senza
arrestarsi
alle
pure
manifestazioni
esteriori
e
patologiche
di
esso
,
di
impostare
la
battaglia
in
modo
integrale
,
di
riesaminare
realisticamente
la
situazione
e
le
forze
oppositrici
,
di
formulare
un
programma
di
opposizione
che
non
abbia
solo
riguardo
al
lato
negativo
(
l
'
antifascismo
)
ma
anche
al
positivo
(
il
post
-
fascismo
)
in
guisa
da
dare
il
la
per
la
ripresa
e
da
orientare
finalmente
le
masse
brancolanti
da
due
anni
nel
buio
.
Quanto
al
problema
dell
'
unità
socialista
il
Congresso
ha
votato
un
ordine
del
giorno
che
documenta
l
'
importanza
che
i
compagni
del
PSLI
vi
attribuiscono
.
Il
Congresso
auspica
che
«
in
questa
dura
vigilia
i
socialisti
italiani
vogliano
comporsi
a
unità
nell
'
orbita
della
Internazionale
,
affratellandosi
nell
'
azione
»
.
L
'
unica
condizione
è
quindi
che
l
'
unità
si
faccia
nell
'
Internazionale
.
I
socialisti
coi
socialisti
,
i
comunisti
coi
comunisti
,
tornano
a
ripetere
i
compagni
del
PSLI
,
convinti
che
il
movimento
italiano
non
potrà
alla
lunga
sfuggire
a
quella
netta
separazione
di
compiti
che
si
è
compiuta
in
tutti
i
paesi
tra
i
partiti
affigliati
all
'
Internazionale
socialista
e
a
quella
comunista
e
che
ha
eliminato
prima
o
poi
tutte
le
formazioni
intermedie
.
Allo
stato
attuale
delle
cose
,
posti
di
fronte
alla
situazione
che
si
va
purtroppo
profilando
nel
partito
massimalista
,
dobbiamo
riconoscere
che
non
è
possibile
sfuggire
a
questa
impostazione
del
problema
.
Infatti
il
partito
massimalista
,
dopo
tre
o
quattro
anni
di
scissioni
a
ripetizione
,
dopo
aver
tagliato
,
epurato
,
espulso
,
si
ritrova
come
dopo
Livorno
,
come
dopo
Roma
,
in
balia
di
correnti
inconciliabili
.
Da
un
lato
tornano
fuori
da
un
letargo
biennale
i
terzinternazionalisti
,
assai
più
numerosi
del
previsto
,
che
richiedono
a
gran
voce
una
«
dignitosa
»
adesione
all
'
Internazionale
di
Mosca
;
dall
'
altro
i
cosidetti
defensionisti
costretti
a
prendere
una
posizione
intermedia
tra
Mosca
e
Zurigo
,
aderiscono
a
un
Bureau
parigino
tanto
scarno
di
partiti
aderenti
quanto
di
possibilità
di
sviluppo
,
specie
ora
che
l
'
unico
partito
efficiente
che
vi
aderisce
il
norvegese
è
sulle
soglie
di
uscirne
.
In
tale
situazione
,
di
fronte
al
nuovo
rafforzarsi
del
terzinternazionalismo
,
si
spiega
perfettamente
che
il
desiderio
di
unità
socialista
espresso
dal
Congresso
del
PSLI
abbia
trovato
nel
problema
internazionale
il
suo
criterio
limite
.
Diciamo
:
sincero
desiderio
di
unità
,
e
non
appello
demagogico
senza
fondamento
nei
fatti
e
nei
desideri
.
La
riprova
ci
è
data
dal
fatto
che
i
compagni
del
PSLI
pur
avendo
approvato
una
lunga
dichiarazione
programmatica
della
quale
avremo
occasione
di
occuparci
,
si
sono
rifiutati
,
come
taluno
invece
proponeva
,
di
reclamare
l
'
unità
sulla
base
della
dichiarazione
medesima
.
Giustamente
ritenendo
che
l
'
unità
può
derivare
solo
da
reciproche
transazioni
e
che
il
programma
votato
non
potrebbe
in
ogni
modo
essere
accettato
a
priori
e
in
toto
dai
socialisti
di
sinistra
.
Ci
voleva
l
'
ingenuità
(
o
altro
)
del
Comitato
di
Difesa
Socialista
per
dichiararsi
favorevolissimo
all
'
unità
...
nel
massimalismo
sulla
base
del
programma
di
Bologna
!
Queste
dunque
le
premesse
e
le
promesse
del
Congresso
unitario
che
trovano
«
Il
Quarto
Stato
»
in
buona
parte
consenziente
.
Ma
i
fatti
?
Cosa
si
propongono
in
concreto
di
fare
i
nuovi
dirigenti
del
partito
per
impedire
che
il
Congresso
abbia
a
ridursi
alla
consueta
accademia
,
e
la
volontà
virile
di
lotta
in
esso
manifestatasi
rimanga
allo
stato
potenziale
?
Quale
lo
sbocco
concreto
,
quale
la
piattaforma
di
lotta
,
quali
gli
obiettivi
immediati
?
Che
cosa
si
propone
di
fare
questo
partito
,
per
porre
fine
all
'
indecoroso
,
dannosissimo
atomismo
dell
'
opposizione
italiana
divisa
in
sette
gruppi
sovente
in
rissa
tra
loro
?
È
favorevole
o
meno
alla
concentrazione
di
sinistra
socialista
repubblicana
?
Che
cosa
intende
contrapporre
sul
terreno
programmatico
al
programma
comunista
?
Silenzio
su
tutta
la
linea
.
Su
tutte
queste
questioni
molto
concrete
la
mozione
non
dice
nulla
.
E
qui
sta
il
suo
massimo
difetto
,
la
sua
maggiore
lacuna
.
Se
il
silenzio
derivasse
solo
da
una
comprensibile
riserva
a
mettere
in
piazza
questioni
gelose
come
quelle
sopraccennate
,
ci
asterremmo
da
ogni
rilievo
critico
.
Ma
noi
crediamo
che
sia
piuttosto
vero
il
contrario
.
Che
non
si
dica
nulla
perché
nulla
per
ora
si
creda
utile
di
poter
fare
;
che
il
silenzio
perduri
soprattutto
a
causa
della
mentalità
di
taluni
dei
capi
più
autorevoli
,
rispettati
e
rispettabili
del
PSLI
contrari
a
tutti
gli
irrigidimenti
,
desiderosi
di
conservare
i
contatti
con
tutte
le
forze
di
opposizione
,
ansiosi
di
mantenere
aperte
tutte
le
vie
,
tutte
le
porte
,
per
tutte
le
soluzioni
,
in
nome
di
una
nuova
originale
forma
di
intransigenza
:
quella
delle
transigenze
.
Non
crediamo
che
sia
il
caso
di
criticare
per
l
'
ennesima
volta
questa
che
fu
ironicamente
definita
come
una
forma
incomprensibile
di
malthusianismo
politico
.
Ci
sia
solo
permesso
di
osservare
che
sta
bene
volersi
tenere
aperte
tutte
le
porte
evitando
i
programmi
troppo
assoluti
e
le
troppo
astratte
pregiudiziali
,
ma
purché
si
tratti
di
porte
reali
,
attuali
,
che
diano
adito
a
strade
capaci
di
essere
percorse
con
una
qualche
utilità
dalle
forze
socialiste
;
e
non
invece
di
porte
e
di
strade
tutte
e
solo
potenziali
create
dalla
fantasia
.
E
d
'
altra
parte
si
vorrà
pur
riconoscere
che
a
un
certo
punto
occorrerà
bene
decidersi
a
spalancare
una
porta
e
a
imboccare
una
via
;
perché
,
per
voler
tenere
in
perpetuo
tutte
le
porte
contemporaneamente
aperte
,
si
corre
il
rischio
di
vedersele
sbattere
una
per
una
sul
naso
,
così
da
rimanere
per
l
'
eternità
appiccicati
alla
soglia
,
poveri
postulanti
in
attesa
del
fatto
nuovo
rivoluzionario
che
eliminando
il
fascismo
elimini
anche
il
problema
oppositore
.
Ma
preferiamo
per
ora
non
insistere
su
questo
punto
.
Sul
terreno
concreto
delle
cose
noi
vedremo
se
le
premesse
e
le
promesse
sopra
ricordate
sono
una
platonica
concessione
alle
esigenze
dell
'
ora
o
il
punto
di
partenza
per
quella
ripresa
dell
'
opposizione
italiana
imperniata
nel
movimento
socialista
per
la
quale
ci
battemmo
fino
dal
primo
numero
di
questo
foglio
.
StampaPeriodica ,
Solo
per
un
momento
,
quando
le
ambizioni
fasciste
prevalsero
sulla
volontà
del
duce
,
e
le
elezioni
furono
decise
,
noi
dubitammo
compromesse
e
giuocate
le
astuzie
del
bel
tenebroso
.
E
veramente
,
se
gli
oppositori
del
fascismo
non
fossero
pressoché
tutti
fascisti
mancati
,
quella
era
un
'
occasione
trionfale
per
prendersi
gioco
dei
piani
governativi
.
Bastava
che
nessuno
pensasse
sul
serio
alle
elezioni
,
che
si
rispondesse
con
la
canzonatura
del
silenzio
alla
campagna
bandita
da
Roma
.
Mussolini
chiama
il
popolo
alle
urne
:
l
'
opposizione
si
rifiuti
di
battersi
su
questo
terreno
,
sventi
il
gioco
totalitario
della
demagogia
fascista
.
Con
una
decisione
di
questo
genere
gli
oppositori
si
sarebbero
divertiti
gratis
allo
spettacolo
di
tre
o
quattro
mesi
di
lotta
feroce
nell
'
interno
del
partito
fascista
e
del
filofascismo
;
e
a
veder
nascere
proprio
nei
quadri
dell
'
unanimità
mussoliniana
ortodossia
e
eterodossia
,
eresie
e
fronde
,
contrasti
e
difese
.
Un
dogma
[
di
]
improvvisatori
non
si
cimenta
impunemente
ad
una
prova
elettorale
:
il
fascismo
ne
sarebbe
uscito
esautorato
e
compromesso
.
Eroi
e
donchisciotti
,
visti
alla
ricerca
della
medaglietta
,
erano
sgominati
dal
ridicolo
e
dall
'
ironia
.
La
Camera
eletta
il
6
aprile
sarebbe
stata
tutta
fascista
e
perciò
a
priori
condannata
.
Le
battaglie
tra
ras
e
revisionisti
l
'
avrebbero
lacerata
;
il
paese
assente
,
in
diffidenza
.
Ma
una
tattica
così
audace
e
rivoluzionaria
si
può
chiedere
solo
a
gente
disperata
,
a
gente
che
abbia
capito
che
Mussolini
non
si
liquida
con
gli
intrighi
di
corridoio
.
Gli
italiani
sono
invece
astuti
,
super
-
politici
,
super
-
machiavellici
.
Nessuno
dispera
pur
che
rimanga
una
possibilità
di
riguadagnare
la
medaglietta
,
e
se
cento
sono
gli
aspiranti
per
un
solo
seggio
ognuno
ha
la
certezza
in
cuore
che
con
l
'
intrigo
e
l
'
inganno
gli
riuscirà
di
giocare
l
'
amico
e
l
'
avversario
.
L
'
opposizione
costituzionale
incominciò
a
sospettare
la
probabilità
delle
elezioni
nel
settembre
scorso
.
Da
allora
persino
noi
di
Rivoluzione
Liberale
abbiamo
ricevuto
le
visite
e
le
premure
di
parlamentari
e
aspiranti
parlamentari
.
Noi
antifascisti
intelligenti
avremmo
dovuto
dare
la
formula
per
la
lotta
antifascista
.
Uomini
non
compromessi
avremmo
dovuto
offrire
il
nome
alle
organizzazioni
che
in
tempo
elettorale
sarebbero
state
utili
ai
parlamentari
antifascisti
.
Contro
il
fascismo
che
disprezza
l
'
intelligenza
il
concorso
di
noi
intellettuali
sarebbe
stato
decisivo
.
Noi
fummo
così
ingenui
da
rispondere
alle
lusinghe
e
alle
offerte
con
prediche
e
documentazioni
:
che
era
ridicolo
voler
battere
il
fascismo
con
le
astuzie
;
che
Mussolini
non
ha
soltanto
la
forza
,
ma
il
consenso
degli
italiani
;
che
la
lotta
deve
essere
feroce
e
diretta
ad
hominem
contro
il
corruttore
,
consci
che
si
è
una
minoranza
,
e
non
si
vuole
realizzare
,
ma
salvare
il
futuro
.
Fummo
tardi
a
capire
che
i
nostri
interlocutori
volevano
salvare
la
medaglietta
prima
che
il
decoro
,
e
col
farsi
paladini
di
libertà
,
col
protestare
che
la
maggioranza
non
era
fascista
,
ma
che
essi
oppositori
costituzionali
avevano
pure
un
buon
seguito
miravano
soltanto
a
farsi
meglio
utilizzare
,
a
vendere
più
cara
la
loro
adesione
al
regime
.
Un
politico
più
intelligente
e
più
onesto
degli
altri
,
la
sola
persona
seria
dell
'
opposizione
costituzionale
,
il
quale
con
tutti
i
suoi
vizi
di
parlamentare
riuscirà
forse
a
salvarsi
per
il
futuro
,
coglieva
il
dissenso
tra
Rivoluzione
Liberale
e
antifascismo
parlamentare
in
questi
termini
:
«
Si
vede
che
lei
è
veramente
giovane
e
che
può
buttar
via
dieci
anni
per
alimentare
,
in
ristretta
compagnia
,
una
distinta
corrente
di
pensiero
,
e
per
poi
trovarsi
,
senza
sforzo
,
e
nel
vigor
degli
anni
in
cima
all
'
ondata
che
travolgerà
questa
gente
.
Io
,
invece
,
penso
con
malinconia
,
che
fra
due
anni
o
l
'
Italia
sarà
libera
,
o
io
mi
troverò
,
pure
in
ristretta
e
scelta
compagnia
,
su
qualche
nuovo
May
flower
salpante
per
ignoti
lidi
.
Questione
di
età
»
.
La
questione
di
età
impedì
che
gli
antifascisti
avessero
il
coraggio
di
disertare
le
elezioni
e
si
divertissero
a
vedere
il
campo
trasformato
in
una
corrida
di
gladiatori
mussoliniani
.
La
questione
di
essere
rieletti
è
diventata
la
questione
essenziale
intorno
a
cui
si
provano
e
si
rovinano
i
caratteri
degli
italiani
.
L
'
on
.
F
.
,
uno
dei
sacrificati
della
lotta
politica
in
Romagna
,
professa
la
teoria
che
gli
oppositori
debbano
difendersi
con
tutte
le
armi
;
se
è
necessario
e
possibile
entrino
addirittura
nel
listone
!
L
'
idea
fissa
,
sino
al
gennaio
,
degli
oppositori
più
implacabili
era
di
costituire
un
blocco
positivo
,
che
presentasse
lista
di
maggioranza
raccogliendo
combattenti
,
socialisti
,
popolari
,
demoliberali
e
fascisti
dissidenti
.
L
'
ideale
:
arrivare
dall
'
on
.
Corgini
,
magari
dall
'
on
.
Giolitti
,
a
Misiano
.
Un
direttorio
formato
da
Turati
,
Bonomi
,
Graziadei
,
Facchinetti
,
Mauri
,
Cocco
-
Ortu
,
avrebbe
lanciato
un
proclama
al
paese
prendendo
impegno
di
garantire
il
funzionamento
di
un
governo
in
caso
di
vittoria
.
Per
preparare
questa
tattica
si
organizzò
la
commedia
del
4
novembre
,
nella
quale
anche
una
persona
seria
come
Treves
dovette
recitare
la
parte
del
peccatore
contrito
.
Il
successo
era
così
sicuro
che
i
promotori
si
fermarono
al
momento
buono
soltanto
perché
i
loro
atti
sarebbero
sboccati
in
una
rivoluzione
violenta
,
mentre
i
loro
candidi
cuori
amavano
la
pace
.
Essi
compresero
assai
tardi
che
se
questo
fantastico
piano
avesse
avuto
una
mediocre
probabilità
di
riuscita
Mussolini
non
avrebbe
esitato
ad
arrestarli
o
assai
più
astutamente
,
li
avrebbe
uccisi
col
ridicolo
dimostrando
,
il
6
aprile
,
che
gli
italiani
non
gli
negano
il
consenso
,
come
non
lo
negarono
nel
'13
a
Giolitti
nonostante
il
suffragio
universale
.
Mussolini
dispone
di
infiniti
artifici
tipo
patto
Gentiloni
.
E
nel
caso
del
blocco
positivo
l
'
artificio
era
semplice
:
bastava
garantire
mezza
dozzina
di
rielezioni
per
sgretolarlo
dall
'
interno
.
Da
buoni
democratici
i
congiurati
continuarono
a
discutere
e
ci
fu
chi
si
convinse
dell
'
opportunità
di
trasformare
il
blocco
positivo
in
blocco
negativo
.
Erano
per
questa
tattica
gli
onorevoli
meno
sicuri
della
rielezione
e
la
conferenza
Gonzales
a
Genova
fu
il
loro
argomento
più
probatorio
.
Senonché
l
'
astensione
discussa
e
machiavellica
,
come
altra
volta
fu
spiegato
,
si
risolveva
nella
vittoria
del
bel
tenebroso
.
E
anzi
i
più
convinti
e
leali
difensori
di
questa
tesi
come
Canepa
,
Treves
,
Rossetti
,
non
si
accorgevano
di
essere
giocati
dai
loro
stessi
compagni
che
parlavano
di
partecipazione
o
astensione
dopo
aver
fatto
un
calcolo
personale
.
Aggiungi
la
gelosia
di
mestiere
,
per
cui
gli
unitari
temono
,
astenendosi
,
di
servire
i
comunisti
;
e
i
democratici
hanno
il
sospetto
che
i
voti
siano
per
andare
,
nella
loro
assenza
,
ai
repubblicani
:
e
avrai
il
ritratto
degli
spiriti
che
governarono
l
'
opposizione
dopo
la
chiusura
della
sessione
parlamentare
.
Lo
spettacolo
delle
anime
in
pena
democratiche
e
socialiste
convinse
i
buoni
liberali
,
realisti
come
sempre
,
a
offrire
la
loro
partecipazione
al
listone
.
E
costoro
saranno
o
non
saranno
deputati
,
certo
sono
uomini
finiti
.
Ma
nessuno
degli
altri
oppositori
ha
diritto
ad
una
sorte
migliore
.
Nessuno
dei
vecchi
uomini
politici
si
salverà
dopo
il
6
aprile
.
I
più
abili
,
in
quattro
mesi
di
tormenti
avranno
salvato
soltanto
il
loro
diritto
di
fare
parte
della
Camera
fascista
.
L
'
idea
di
un
blocco
dei
sopravvissuti
era
una
idea
squisitamente
fascista
.
Rivela
uno
stile
e
una
mentalità
degni
del
comm
.
Massimo
Rocca
ex
anarchico
.
Il
fascismo
converte
ai
suoi
sistemi
i
nemici
insieme
coi
gregari
.
Anche
il
fascismo
è
un
blocco
,
il
blocco
positivo
con
Giunta
al
posto
di
Misiano
,
Massimo
Rocca
al
posto
di
Bonomi
,
Paolo
Orano
invece
di
Facchinetti
,
e
Murri
in
luogo
di
Miglioli
.
Una
delle
ragioni
per
cui
combattiamo
Mussolini
è
questa
,
perché
egli
ci
ha
dato
il
blocco
di
Rossoni
e
di
Gentile
,
di
Baroncini
e
di
Dino
Grandi
,
di
Soffici
e
di
Camazza
,
di
Murri
e
di
Farinacci
.
Il
fascismo
prevalse
appunto
confondendo
le
idee
e
le
responsabilità
,
impedendo
le
distinzioni
precise
e
la
fedeltà
degli
uomini
alla
propria
intransigenza
,
sfruttando
cattolicismo
e
idealismo
attuale
,
futurismo
e
tradizionalismo
,
sindacati
e
agrari
,
monarchia
e
tendenzialismo
repubblicano
per
sacrificarli
alle
superiori
arti
dell
'
addomesticatore
.
Il
blocco
delle
opposizioni
perpetuerebbe
questa
fiera
gladiatoria
e
infantile
,
riprodurrebbe
i
sogni
totalitari
e
le
consolazioni
dell
'
unanimità
.
In
Facchinetti
e
Rossetti
risusciterebbe
quel
fantasma
del
combattentismo
,
quello
sfruttamento
della
trincea
che
noi
speriamo
rimanga
la
prerogativa
del
fascismo
,
il
segno
della
sua
retorica
e
del
suo
mal
costume
politico
.
La
paura
e
l
'
opportunismo
hanno
fermato
a
tempo
i
candidati
al
blocco
positivo
e
al
blocco
negativo
.
E
avremo
probabilmente
battaglie
particolari
secondo
gli
interessi
più
personali
.
I
deputati
dell
'
opposizione
saranno
così
ameni
nei
loro
giochi
da
riabilitare
gli
uomini
del
listone
e
delle
liste
fiancheggiatrici
.
Per
la
nostra
ironia
obbiettiva
noi
saremo
definiti
agenti
provocatori
.
Ma
per
liquidare
Bonomi
e
gli
altri
complici
del
fascismo
siamo
pronti
ad
accettare
sorridendo
anche
le
bizze
dei
galantuomini
della
lega
democratica
.
Di
questo
antifascismo
siamo
sinceramente
disfattisti
.
Al
punto
in
cui
le
cose
si
sono
ridotte
pochi
consigli
ci
restano
per
la
tattica
elettorale
.
L
'
idea
della
diserzione
di
fronte
alle
violenze
fasciste
ci
sembra
disonorevole
.
I
partiti
che
hanno
qualche
serietà
e
qualche
tradizione
devono
scendere
in
campo
,
ognuno
al
suo
posto
,
forti
della
propria
intransigenza
,
non
per
conquistare
dei
seggi
,
ma
per
mostrarsi
degni
di
combattere
.
Niente
leghe
,
niente
complicità
.
È
l
'
ora
del
bilancio
,
dell
'
esame
di
coscienza
.
Repubblicani
da
una
parte
,
da
soli
,
senza
intese
con
accaparratori
di
voti
;
popolari
coerenti
e
distinti
col
programma
di
tornare
in
dieci
o
in
venti
alla
Camera
,
ma
che
siano
dieci
o
venti
uomini
,
e
non
falsi
profeti
della
demagogia
o
del
gesuitismo
;
i
partiti
proletari
inesorabili
,
sdegnosi
di
tardive
rinunce
o
di
ipocrite
conversioni
pseudo
-
patriottiche
e
antibolsceviche
.
Ognuno
al
suo
posto
:
Treves
internazionalista
come
nel
'19
,
profeta
di
un
ordine
nuovo
,
bestemmiatore
della
guerra
,
non
adulatore
di
medaglie
d
'
oro
festeggianti
il
4
novembre
;
Facchinetti
anti
-
socialista
,
antibolscevico
,
wilsoniano
come
alla
Scala
con
Bissolati
;
Sturzo
liberale
conservatore
,
pensoso
dei
destini
della
piccola
proprietà
agricola
.
A
Montecitorio
anche
queste
scarne
pattuglie
potranno
acquistare
il
valore
di
avanguardie
del
futuro
e
sapranno
non
patteggiare
con
l
'
addomesticatore
.
I
primi
oppositori
di
Napoleone
III
furono
cinque
.
La
lotta
contro
Mussolini
non
sarà
meno
lunga
né
meno
difficile
.
Gli
uomini
di
cinquant
'
anni
che
vogliono
realizzare
devono
scoprire
il
loro
giuoco
,
inserirsi
nella
storia
,
diventare
mussoliniani
.
L
'
antifascismo
è
una
questione
di
aristocrazia
,
di
nobiltà
,
di
stile
;
è
una
dignità
che
si
acquista
con
le
rinunce
e
coi
sacrifici
.
Solo
le
minoranze
provate
e
perseguitate
hanno
dei
buoni
diritti
.
StampaPeriodica ,
Nel
pensiero
dell
'
on
.
Mussolini
le
elezioni
dovevano
essere
la
prova
sperimentale
dei
suoi
sistemi
totalitari
.
Per
giungere
a
risultati
di
plebiscito
fu
predisposto
il
congegno
elettorale
.
Il
periodo
della
preparazione
della
lista
nazionale
attestò
in
grado
decisivo
le
attitudini
dell
'
addomesticatore
.
L
'
on
.
Mussolini
aveva
due
vie
logiche
da
scegliere
:
mantenere
in
vita
la
vecchia
Camera
che
,
in
sostanza
,
era
una
Camera
giolittiana
disposta
a
servire
(
riproducendo
la
situazione
del
'15
)
perché
già
addomesticata
,
oppure
fare
le
elezioni
di
partito
,
con
una
lista
tutta
fascista
,
dando
pieni
poteri
a
Giunta
e
a
De
Bono
.
Naturalmente
non
scelse
né
l
'
una
né
l
'
altra
e
diede
i
pieni
poteri
a
Giunta
e
a
De
Bono
per
far
riuscire
non
una
lista
fascista
ma
una
lista
di
blocco
.
Che
De
Nicola
,
Orlando
,
Salandra
debbano
la
rielezione
al
manganello
,
che
con
tutti
i
loro
discorsi
di
costituzionalità
e
di
democrazia
rimangano
complici
della
pressione
fascista
,
ecco
il
capolavoro
del
mussolinismo
.
Una
opposizione
seria
dovrebbe
capire
che
questo
è
il
punto
vulnerabile
del
regime
.
Il
mussolinismo
è
più
violento
del
fascismo
,
è
più
illegale
perché
si
nasconde
dietro
la
legalità
delle
forme
.
Se
il
fascismo
fosse
soltanto
dittatura
si
farebbe
presto
a
liquidarlo
con
le
barricate
:
ma
la
sua
forza
è
specialmente
presidiata
dall
'
esistenza
di
un
consenso
.
Ora
Mussolini
deve
la
forza
a
Farinacci
ma
il
consenso
alla
propria
ambiguità
.
Le
elezioni
di
Salerno
sono
un
fatto
grave
non
tanto
perché
il
governo
vi
abbia
esercitato
violenze
inaudite
quanto
perché
i
seguaci
dell
'
on
.
Amendola
,
che
in
provincia
hanno
la
maggioranza
,
le
subirono
.
Elettori
addestrati
alla
lotta
politica
sanno
opporre
violenza
a
violenza
,
difendere
con
la
forza
la
propria
dignità
.
Nel
1919
a
Bitonto
e
a
Molfetta
i
salveminiani
risposero
alla
pressione
ammazzando
Ungaro
Nicola
,
il
capo
dei
mazzieri
del
'13
.
Ma
se
Giovanni
Amendola
scrivesse
oggi
Il
ministro
della
mala
vita
non
ne
otterrebbe
probabilmente
neanche
un
successo
librario
.
Perché
la
violenza
di
Giolitti
era
un
fatto
eccezionale
e
piccante
,
ridotto
ad
alcuni
casi
di
vendette
personali
,
significative
di
una
qualità
politica
deteriore
ma
quasi
indispensabile
di
cui
Giolitti
non
mancava
:
la
capacità
di
odiare
.
Le
violenze
di
Giolitti
riguardano
pochi
nomi
:
Giretti
,
Salvemini
,
Galimberti
.
Elencare
le
violenze
mussoliniane
invece
ha
pochissima
importanza
perché
esse
sono
un
sistema
del
regime
:
implicano
responsabilità
totali
,
derivano
dalla
complicità
dei
cittadini
,
tant
'
è
vero
che
sono
localizzate
in
una
zona
molto
più
vasta
.
La
pratica
della
non
resistenza
al
male
è
una
malattia
non
meno
grave
del
politicantismo
,
nel
nostro
paese
.
Il
70
per
cento
al
governo
era
assicurato
una
volta
che
Mussolini
era
riuscito
a
fabbricare
il
listone
con
le
lusinghe
,
con
le
minaccie
,
con
la
corruzione
,
creando
l
'
ossessione
del
dogma
della
patria
e
raccogliendo
la
eredità
di
tutti
i
ministerialismi
.
Le
velleità
di
rinnovamento
del
Mezzogiorno
coltivate
da
alcuni
fascisti
come
Padovani
e
Lanzillo
non
valsero
a
nulla
contro
il
trasformismo
di
Mussolini
,
pronto
ad
accettare
tutti
i
gruppi
padroni
delle
situazioni
locali
.
La
funzione
di
un
fascismo
coraggioso
nel
Sud
sarebbe
stata
di
rifiutare
tutte
le
alleanze
,
di
combattere
tutte
le
posizioni
elettorali
del
giolittismo
,
di
creare
con
uno
stato
d
'
animo
di
palingenesi
ministeriale
,
un
'
atmosfera
di
ribellione
contro
le
cricche
di
Colosimo
,
di
Fera
e
di
Orlando
.
Invece
i
comm
.
Maurizio
Maraviglia
e
Michele
Bianchi
non
aspiravano
che
a
sostituirsi
a
Colosimo
nell
'
ufficio
di
compari
e
di
paraninfi
e
a
Fera
,
come
distributori
di
impieghi
;
temettero
(
gli
antiparlamentari
!
)
che
il
programma
intransigente
fosse
per
dare
al
fascismo
non
più
che
il
10
per
cento
degli
elettori
e
finirono
per
affidarsi
al
senno
e
alle
manovre
del
Duce
-
supergiolitti
.
Così
il
metodo
di
Mussolini
fu
:
mazzieri
e
patto
Gentiloni
,
lo
spettro
della
violenza
nell
'
apparente
pacificazione
,
e
la
pratica
quotidiana
dei
blocchi
e
delle
corruzioni
.
Il
risultato
più
evidente
della
vittoria
ministeriale
dunque
è
la
sconfitta
del
fascismo
.
La
marcia
su
Roma
è
stata
per
nulla
.
Le
elezioni
del
'24
sono
identiche
a
quelle
del
'21
:
allora
il
fascismo
fu
utilizzato
nel
blocco
nazionale
per
creare
una
maggioranza
Giolitti
:
lo
stesso
programma
,
a
tre
anni
di
distanza
,
riesce
senza
incertezze
a
Mussolini
,
scolaro
più
abile
del
maestro
.
Nel
'21
come
nel
'24
le
camicie
nere
fanno
da
mazzieri
,
i
combattenti
e
le
medaglie
d
'
oro
lavorano
come
muli
di
servizio
del
dogma
della
patria
,
la
Confederazione
dell
'
Industria
fa
le
spese
a
patto
che
Olivetti
,
Mazzini
,
Benni
,
ecc
.
diventino
insostituibili
presso
il
dittatore
.
La
proporzionale
sventò
il
piano
di
Giolitti
come
lo
avrebbe
turbato
a
Mussolini
:
il
sistema
Acerbo
ha
compiuto
il
quadro
,
e
l
'
avrebbe
compiuto
,
si
badi
,
in
modo
analogo
il
collegio
uninominale
che
dà
parimenti
gli
elettori
in
mano
al
governo
.
Si
insiste
su
questo
punto
perché
vogliamo
che
d
'
or
innanzi
una
delle
pregiudiziali
di
qualunque
opposizione
seria
sia
la
richiesta
della
proporzionale
.
Tenendo
presente
l
'
ultima
esperienza
la
storia
d
'
Italia
si
vede
sempre
più
rettilinea
:
una
dittatura
economica
di
ceti
plutocratici
,
non
abbastanza
forte
per
diventare
dittatura
politica
(
l
'
ultima
volta
che
lo
tentò
,
con
il
fascismo
,
non
fu
più
fortunata
delle
altre
)
,
e
tuttavia
ministeriale
sempre
perché
sempre
padrona
del
governo
sempre
perché
sempre
padrona
del
governo
attraverso
ambigue
manovre
;
in
politica
per
l
'
immaturità
generale
e
per
il
peso
inerte
del
Sud
una
dittatura
demagogica
,
burocratica
e
paterna
che
controlla
i
cittadini
persino
nei
mezzi
di
sussistenza
e
può
costringerli
pacificamente
a
essere
ministeriali
.
La
proporzionale
portando
alla
politica
le
masse
socialiste
e
popolari
segnava
il
principio
del
tramonto
delle
due
dittature
.
Il
solo
effetto
sensibile
della
marcia
su
Roma
è
stato
l
'
abolizione
della
proporzionale
.
Così
la
deviazione
del
dopo
-
guerra
è
stata
corretta
e
l
'
Italia
torna
in
minorità
politica
.
Quando
diciamo
che
Mussolini
è
il
nuovo
Giolitti
,
più
abile
e
meno
serio
,
vogliamo
indicare
questa
situazione
storica
,
in
cui
gli
effetti
della
immaturità
politica
si
complicano
per
la
immaturità
economica
.
Perciò
la
base
della
dittatura
giolittiana
come
di
quella
mussoliniana
è
nell
'
Italia
centrale
e
meridionale
,
dove
il
fascismo
era
ancora
infante
.
E
per
l
'
appunto
si
può
dire
che
le
elezioni
rappresentano
la
sconfitta
del
fascismo
e
la
vittoria
di
Mussolini
.
Il
fascismo
è
stato
sconfitto
in
Italia
settentrionale
dalle
opposizioni
(
specialmente
socialcomunista
e
popolare
)
.
In
Piemonte
,
Lombardia
,
Veneto
,
Liguria
,
Venezia
Giulia
,
le
opposizioni
prevalgono
per
70.000
voti
(
più
di
1.400.000
)
.
Per
Mussolini
sono
invece
propizi
i
venti
africani
.
Mussolini
vince
nel
sud
e
nel
centro
con
3.350.000
voti
circa
contro
meno
di
1.100.000
.
Basta
la
più
generica
geografia
per
spiegare
la
nostra
politica
.
Tuttavia
contando
i
voti
dei
partiti
di
opposizione
,
chi
ha
creduto
come
noi
a
quel
principio
di
lotta
politica
che
si
avvertì
nel
'19
ha
il
diritto
di
accorgersi
che
non
fu
un
illuso
e
può
interpretare
il
risultato
delle
elezioni
come
la
prova
che
esiste
in
Italia
una
minoranza
aristocratica
degna
di
chiamarsi
antifascista
.
Gli
operai
del
Nord
,
hanno
saputo
battersi
.
Al
posto
di
Bombacci
hanno
mandato
in
parlamento
Gramsci
.
Le
parole
che
scrivemmo
nel
numero
del
12
febbraio
scorso
non
sono
state
smentite
.
«
L
'
idea
della
diserzione
di
fronte
alle
violenze
fasciste
ci
sembra
disonorevole
.
I
partiti
che
hanno
qualche
serietà
e
qualche
tradizione
devono
scendere
in
campo
,
ognuno
al
suo
posto
,
forti
della
propria
intransigenza
,
non
per
conquistare
dei
seggi
,
ma
per
mostrarsi
degni
di
combattere
.
Niente
leghe
,
niente
complicità
.
E
l
'
era
del
bilancio
,
dell
'
esame
di
coscienza
...
A
Montecitorio
anche
queste
scarse
pattuglie
potranno
acquistare
il
valore
di
avanguardie
del
futuro
se
sapranno
non
patteggiare
con
l
'
addomesticatore
.
I
primi
oppositori
di
Napoleone
III
furono
cinque
.
La
lotta
contro
Mussolini
non
sarà
meno
lunga
né
meno
difficile
.
Gli
uomini
di
cinquant
'
anni
che
vogliono
realizzare
devono
scoprire
il
loro
giuoco
,
inserirsi
nella
storia
,
diventare
mussoliniani
.
L
'
antifascista
è
una
questione
di
aristocrazia
,
di
nobilità
,
di
stile
,
è
una
dignità
che
si
acquista
con
le
rinuncie
e
coi
sacrifici
.
Solo
le
minoranze
provate
e
perseguitate
hanno
dei
buoni
diritti
»
.
E
chiaro
che
i
partiti
proletari
e
il
partito
popolare
impostarono
su
questa
pregiudiziale
la
lotta
:
ossia
seppero
combattere
senza
illudersi
di
realizzare
,
per
sola
fedeltà
alle
promesse
.
Che
esista
ancora
un
'
Italia
continentale
ed
europea
,
che
Mussolini
non
sia
riuscito
a
renderci
tutti
saraceni
è
un
risultato
positivo
.
Purché
i
partiti
resistano
:
non
saremo
noi
a
contestare
al
fascismo
la
sua
maggioranza
.
Noi
ci
accontentiamo
modestamente
di
un
futuro
che
forse
non
vedremo
.
Le
elezioni
ci
danno
un
fascismo
addomesticato
che
non
era
nei
nostri
voti
.
Mussolini
democratico
e
indulgente
sarà
un
disastro
per
la
nostra
educazione
politica
:
ma
,
tanto
è
l
'
Italia
non
è
paese
di
tiranni
se
non
nello
stile
più
paesano
e
giocondo
.
Un
vantaggio
dalla
faccia
bonaria
di
Mussolini
lo
avremo
per
l
'
adesione
a
lui
di
tutti
i
falsi
oppositori
,
di
tutti
gli
antifascisti
conservatori
,
disposti
a
servire
durando
l
'
ordine
e
la
costituzione
.
L
'
opposizione
che
chiedeva
al
fascismo
di
essere
legale
e
costituzionale
ci
ha
sempre
fatto
ridere
.
Tanto
meglio
se
invece
di
averla
tra
i
falsi
amici
la
potremo
classificare
tra
gli
avversari
.
Noi
non
fummo
mai
così
stolti
da
contare
la
monarchia
tra
le
forze
dell
'
antifascismo
.
Ora
che
il
mussolinismo
non
si
potrà
più
distinguere
dalla
monarchia
una
delle
chiarificazioni
indispensabili
è
avvenuta
.
Se
ci
avviamo
verso
l
'
idillio
e
verso
la
pacificazione
,
se
stiamo
per
assistere
al
ripetersi
della
tranquillità
del
decennio
giolittiano
(
con
dannunzianismo
e
psicosi
bellica
in
peggio
)
noi
vogliamo
notare
già
mentre
l
'
era
nuova
si
apre
che
non
crediamo
a
questa
pace
,
che
ci
viene
come
soppressione
della
lotta
politica
.
Il
compito
delle
opposizioni
nel
prossimo
decennio
mentre
il
movimento
operaio
si
verrà
maturando
deve
essere
quello
di
esasperare
la
lotta
,
di
non
venir
meno
alla
intransigenza
,
di
provocare
il
regime
senza
concedergli
tregua
.
Bisogna
avere
il
coraggio
di
non
collaborare
neanche
alla
Camera
con
la
critica
,
magari
a
costo
di
iniziare
un
nuovo
implacabile
ostruzionismo
.
L
'
opposizione
non
ha
il
dovere
di
pensare
in
Parlamento
all
'
ordine
e
alla
ricostruzione
.
Per
la
ricostruzione
la
via
rettilinea
è
un
'
altra
:
la
conquista
dei
comuni
con
lo
scopo
di
creare
,
sia
pure
a
lunga
scadenza
,
il
dissidio
tra
i
poteri
locali
e
il
centro
.
Ecco
un
programma
di
lavoro
per
tutta
una
generazione
.
StampaPeriodica ,
L
'
on
.
Mussolini
ha
affermato
la
sua
gioia
di
«
poter
finalmente
agire
appoggiandosi
su
di
una
Camera
che
rappresenta
esattamente
la
volontà
del
paese
»
.
«
Le
ultime
elezioni
hanno
restituito
all
'
Italia
un
vero
Parlamento
»
.
Il
gioco
è
chiaro
:
non
era
difficile
prevedere
che
il
diavolo
si
sarebbe
fatto
frate
e
Mussolini
è
sempre
scrupoloso
nel
dar
ragione
alle
profezie
dei
suoi
critici
.
Nella
sua
politica
la
normalizzazione
è
un
elemento
psicologico
e
ideale
necessario
come
la
violenza
.
La
conciliazione
degli
opposti
non
è
una
ipocrisia
del
Duce
:
è
il
suo
stile
.
Normalizzazione
in
un
primo
senso
vale
per
eufemismo
per
indicare
che
conserva
il
potere
e
d
'
altra
parte
è
l
'
ideale
di
pace
che
non
si
può
non
riproclamare
mentre
continuano
le
irrequietezze
della
rivoluzione
dei
reduci
.
La
tattica
di
un
addomesticatore
nel
dopo
guerra
doveva
essere
duplice
:
la
violenza
contro
le
minoranze
battagliere
e
contro
i
movimenti
libertari
sorti
dal
basso
,
le
lusinghe
verso
le
classi
medie
e
verso
le
masse
quietiste
.
Il
gioco
non
riuscì
a
Giolitti
che
non
aveva
inteso
la
necessità
di
questo
equilibrio
;
e
fu
necessario
trovare
un
nuovo
Giolitti
,
adatto
ai
tempi
di
avventura
,
in
Mussolini
.
Egli
è
l
'
addomesticatore
del
fascismo
solo
perché
lo
serve
e
lo
serve
appunto
mentre
addormenta
gli
avversari
con
gli
ideali
del
ministerialismo
e
della
pace
.
I
costumi
dell
'
Italia
sono
ridotti
a
questo
:
che
tutti
si
trovano
pronti
a
disarmare
anche
se
il
fascismo
non
disarmerà
e
accettano
il
mito
della
normalizzazione
instaurata
dai
vincitori
anche
se
non
ignorano
che
sarà
una
pura
e
semplice
resa
a
discrezione
.
Un
fautore
del
nuovo
regime
così
interpreta
lo
stato
d
'
animo
generale
:
«
L
'
attuale
fase
delle
discussioni
politiche
dimostra
soltanto
questo
:
che
nel
momento
attuale
una
grande
attrattiva
per
le
fantasie
e
per
i
bisogni
degli
italiani
è
costituita
dalla
visione
di
un
periodo
di
pace
sociale
.
Tutto
il
resto
,
accanto
a
questo
,
ha
poca
importanza
.
Insomma
il
paese
è
stanco
di
stare
in
ansia
sociale
.
Oggi
sono
fuori
della
realtà
politica
soltanto
coloro
che
parlano
di
una
continuazione
della
lotta
,
e
vogliono
eccitare
ancora
gli
odi
assopiti
e
le
passioni
stanche
»
.
Ossia
noi
assistiamo
protagonisti
gli
intellettuali
e
l
'
opinione
pubblica
media
al
formarsi
di
una
vera
e
propria
voluttà
del
servire
.
E
la
rinuncia
alle
più
elementari
dignità
è
fatto
in
ossequio
alla
maniera
forte
insieme
e
lusingatrice
del
Duce
,
dal
quale
riesce
grato
ricevere
attestati
di
inabilitazione
e
interdetti
.
Dalle
molte
diagnosi
che
ne
offrimmo
dovrebbe
risultare
chiaro
che
questa
stanchezza
di
Medioevo
,
questa
rassegnazione
di
schiavi
viziosi
è
uno
stato
d
'
animo
per
eccellenza
mussoliniano
.
Mussoliniano
anche
se
si
ritrova
in
certi
oppositori
disorientati
dalla
lotta
.
Così
è
una
tattica
di
addomesticati
invocare
con
la
Giustizia
(
sabato
26
aprile
)
che
il
fascismo
:
«
osi
legalizzare
l
'
arbitrio
,
far
delle
leggi
,
una
legge
dispotica
finché
vuole
ma
che
sia
una
:
e
ciò
per
due
ottimi
motivi
:
primo
,
che
i
cittadini
sappiano
con
certezza
che
cosa
è
lecito
e
che
cosa
è
proibito
;
secondo
,
che
esso
,
il
regime
fascista
,
si
assuma
chiara
ed
intera
la
responsabilità
politica
dei
suoi
atti
,
o
di
quegli
atti
che
fino
a
qui
furono
abbandonati
alla
iniziativa
dei
ras
locali
o
degli
squadristi
isolati
»
.
Ci
sembra
buffo
chiedere
i
limiti
di
ciò
che
si
vuol
rovesciare
:
certi
limiti
evidentemente
si
avvertono
solo
nell
'
atto
in
cui
si
tenta
di
distruggerli
!
Né
si
può
seguire
Giovanni
Zibordi
quando
scrive
sulla
«
Critica
Sociale
»
del
15-30
aprile
:
«
Tutto
quanto
concorra
a
creare
una
atmosfera
e
un
programma
di
civiltà
legale
contro
la
violenza
illegale
oggi
prevalente
,
giova
indirettamente
a
una
ricostruzione
spirituale
e
materiale
di
questa
travagliata
vita
italiana
.
Se
qui
è
una
riserva
di
astuzia
polemica
ma
non
sembrerebbe
l
'
astuzia
viene
in
ritardo
.
Dopo
18
mesi
chiedere
al
fascismo
di
esser
coerente
nelle
parole
e
nei
fatti
,
nelle
leggi
e
nello
spirito
è
perfettamente
ingenuo
se
si
è
constatato
che
il
fascismo
non
acconsentirà
mai
ad
instaurare
una
tirannide
onesta
e
dichiarata
ma
alle
leggi
democratiche
e
demagogiche
continuerà
ad
unire
una
pratica
contradditoria
e
arbitraria
secondo
le
esigenze
quotidiane
.
Né
l
'
economia
né
la
politica
si
avvantaggiano
dalle
lunghe
stasi
e
dalle
quiete
rinuncie
:
e
l
'
opposizione
può
servire
il
paese
soltanto
rifiutandosi
di
far
la
pace
col
vincitore
,
e
di
riconoscere
il
regime
mussoliniano
.
L
'
opposizione
è
una
scuola
di
dignità
e
la
sua
intransigenza
mentre
non
la
compromette
a
far
causa
comune
con
la
presente
decadenza
,
mentre
la
salva
per
il
futuro
,
offre
disinteressatamente
dei
modelli
e
migliora
generosamente
lo
stesso
fascismo
,
reo
che
non
si
può
assolvere
.
La
normalizzazione
è
dunque
un
problema
tutto
interno
del
fascismo
stesso
,
un
'
altra
fantasia
mussoliniana
:
noi
siamo
pronti
ad
assistere
anche
a
questo
spettacolo
,
ma
resta
inteso
che
non
siamo
disposti
ad
accettare
norme
dal
campo
nemico
.
Un
aspetto
della
normalizzazione
sarà
l
'
impegno
messo
da
Mussolini
nel
far
funzionare
il
parlamento
.
Si
domanda
se
gli
riuscirà
.
Resta
tra
gli
oppositori
l
'
illusione
che
la
fine
del
fascismo
debba
venire
dall
'
interno
,
che
il
blocco
si
debba
sfaldare
di
fronte
alle
difficoltà
concrete
.
Per
noi
è
chiaro
che
Mussolini
farà
trionfalmente
il
suo
esperimento
parlamentare
.
La
maggioranza
è
un
blocco
altrettanto
compatto
quanto
variopinto
di
tendenze
e
anemico
di
idee
.
Mussolini
può
condurre
dove
vuole
,
manovrare
come
gli
piace
uomini
dello
stampo
di
Salandra
,
Orlando
,
Dino
Grandi
,
Bottai
,
Massimo
Rocca
,
Giunta
.
Non
è
a
credere
che
gli
possano
venire
preoccupazioni
serie
neanche
da
Farinacci
.
La
violenza
dei
ras
gli
è
cara
e
necessaria
:
egli
sa
dosarla
;
e
Orlando
gli
potrà
servire
in
qualunque
momento
per
convalidare
la
riforma
di
Michelino
con
l
'
autorità
del
costituzionalista
.
Bisogna
convincersi
che
i
356
deputati
della
maggioranza
e
gli
altri
signori
delle
liste
bis
,
se
si
eccettuano
i
rappresentanti
della
oligarchia
industriale
(
assai
apertamente
padroni
)
sono
tutti
dei
fantocci
buffissimi
e
spudorati
,
biscie
incantate
dal
ciarlatano
.
Vanno
a
Montecitorio
per
ubbidire
.
Faranno
le
parti
che
il
Duce
assegnò
.
Per
questo
lato
la
normalizzazione
è
un
fatto
.
Mussolini
può
dilettarsi
allo
spettacolo
dei
frak
e
delle
livree
della
nuova
Corte
.
Esame
dei
ribelli
Fuori
della
maggioranza
garbatamente
ridotta
alle
livree
,
il
problema
della
vita
futura
dell
'
Italia
sta
nella
valutazione
delle
resistenze
nell
'
animo
dei
ribelli
.
Non
ci
dobbiamo
nascondere
la
crisi
di
quelle
che
sono
oggi
le
sole
opposizioni
serie
:
i
popolari
e
i
partiti
proletari
(
l
'
opposizione
costituzionale
essendo
ridotta
ad
un
uomo
che
potrà
solo
avere
compito
demiurgico
)
.
Il
partito
popolare
sembra
conservare
i
quadri
saldi
,
ma
i
capi
nel
loro
istinto
conservatore
e
per
i
contatti
col
Vaticano
e
con
gli
ambienti
più
retrivi
non
sono
fatti
per
una
lotta
disperata
.
I
popolari
potrebbero
nutrire
ambizioni
di
successori
se
avessero
il
coraggio
di
rinunciare
a
giocare
d
'
abilità
col
duce
e
non
si
riducessero
ad
una
serie
di
posizioni
parlamentari
.
Dovrebbero
convincersi
che
solo
i
mussoliniani
possono
accettare
oggi
il
terreno
parlamentare
.
Per
i
parlamentaristi
seri
la
Camera
di
Mussolini
non
è
una
Camera
,
già
per
il
fatto
di
non
essere
stata
eletta
con
la
proporzionale
.
Occorre
non
riconoscerla
,
svalutarla
.
Longinotti
,
Bresciani
,
Bertini
,
non
chiedono
che
di
valorizzare
l
'
ordine
costituito
e
di
venire
a
patti
.
La
tattica
dell
'
opposizione
dipende
dunque
dai
partiti
proletari
,
dai
repubblicani
ai
comunisti
:
deve
effettuarsi
con
l
'
ostruzionismo
in
parlamento
e
la
scuola
di
intransigenza
nel
paese
.
La
nostra
proposta
di
ostruzionismo
è
precisa
.
Significa
non
riconoscere
la
validità
della
Camera
presente
.
Impugnarne
le
origini
,
non
collaborare
al
funzionamento
neanche
con
la
critica
.
L
'
uomo
più
intelligente
del
socialismo
italiano
(
che
veramente
non
è
un
uomo
né
un
italiano
)
traduceva
i
nostri
propositi
nella
tattica
seguente
:
in
sede
di
convalidazione
ogni
partito
deleghi
un
oratore
per
ciascuna
circoscrizione
a
documentare
l
'
illegalità
della
votazione
fascista
.
La
polemica
dell
'
illegalità
non
è
nelle
nostre
preferenze
:
tuttavia
ecco
un
primo
mese
di
battaglia
parlamentare
bene
speso
.
Questa
posizione
pregiudiziale
di
incompatibilità
deve
essere
proseguita
in
tutti
i
campi
di
discussione
,
senza
concedere
tregua
al
ministerialismo
.
Si
dovrà
ricorrere
all
'
ostruzionismo
dei
regolamenti
per
costringere
la
maggioranza
a
smascherarsi
mutandoli
.
Se
si
otterrà
che
Mussolini
non
possa
fare
il
parlamentarista
pacificamente
,
se
lo
si
obbligherà
a
tornare
sulle
sue
vecchie
posizioni
di
provocatore
si
sarà
raggiunta
la
più
bella
vittoria
tattica
.
La
crisi
del
socialismo
Tutto
il
resto
dipende
dallo
sviluppo
della
crisi
socialista
.
Oggi
la
disorganizzazione
dei
tre
partiti
è
connessa
col
disorientamento
del
proletariato
.
Le
polemiche
tra
la
Giustizia
,
l
'
Avanti
!
e
l
'
Unità
rivelano
la
ferocia
settaria
e
dissolvente
che
ha
sempre
animato
i
capi
degli
estremismi
.
E
perciò
sono
un
segno
di
vitalità
,
di
esigenze
più
profonde
per
il
futuro
.
Il
sogno
di
un
partito
proletario
unico
,
organizzato
a
battaglia
disciplinatamente
appare
certo
lusinghiero
e
piacevole
alle
persone
che
amano
gli
schemi
ordinati
.
Sembra
a
tutti
incontestabile
che
mentre
il
proletario
è
travagliato
dalla
reazione
il
battersi
compatto
possa
consentirgli
di
salvare
almeno
le
posizioni
più
indispensabili
.
Chi
non
è
così
rigido
nell
'
illusione
del
blocco
unico
pensa
che
almeno
i
massimalisti
siano
una
creazione
artificiosa
,
degna
di
finire
al
più
presto
,
decidendosi
fra
le
due
anime
del
socialismo
:
la
gradualista
e
la
rivoluzionaria
.
Invece
sarebbe
ora
di
accorgersi
che
questo
linguaggio
è
invecchiato
.
La
parola
d
'
ordine
dell
'
unità
non
ha
servito
a
evitare
in
nessun
paese
la
costituzione
di
tre
partiti
proletari
.
Sono
le
vie
e
le
ipotesi
che
si
presentano
alla
scelta
degli
oppressi
in
cerca
di
liberazione
.
Tra
la
democrazia
di
Turati
e
il
bolscevismo
ortodosso
di
Bordiga
,
la
critica
dell
'
Avanti
!
inspirata
a
un
marxismo
sospettoso
della
terza
internazionale
e
prudentemente
rivoluzionario
,
ma
francamente
classista
è
logica
e
utile
.
Noi
non
intendiamo
affatto
deporre
le
diffidenze
verso
quella
che
è
stata
la
mentalità
massimalista
e
comprendiamo
che
i
rancori
dei
delusi
possano
arrivare
persino
alle
accuse
di
tradimento
,
ma
ci
sembra
necessario
riflettere
che
oggi
il
partito
massimalista
è
frutto
di
un
libero
sforzo
proletario
,
cresciuto
per
il
sacrificio
degli
umili
e
non
in
regime
di
sovvenzione
o
per
i
contributi
di
classi
o
nazioni
estranee
alla
vita
delle
plebi
italiane
.
La
crisi
vera
non
è
insomma
del
massimalismo
più
che
degli
unitari
e
dei
comunisti
:
la
crisi
è
di
tutto
il
socialismo
che
non
è
riuscito
negli
ultimi
venti
anni
a
rinnovare
la
sua
classe
dirigente
,
e
non
ha
avuto
dopo
la
generazione
di
Turati
una
scelta
di
capi
giovani
e
preparati
ai
nuovi
tempi
.
Ma
nella
resistenza
al
fascismo
i
tre
partiti
proletari
hanno
dato
una
prova
di
vitalità
e
di
forza
,
non
di
decadenza
.
La
concorrenza
li
migliora
,
le
polemiche
,
anche
quelle
più
disgustosamente
personali
,
li
chiarificano
.
Certo
si
tratta
di
una
crisi
di
crescenza
.
E
non
bisogna
guardarla
con
disdegno
,
perché
vi
si
stanno
preparando
i
migliori
,
quelli
che
avranno
diritto
di
condurre
il
proletariato
alla
riscossa
.
StampaPeriodica ,
Non
grideremo
:
Evviva
Fino
a
che
un
palmo
solo
Del
sacro
italo
suolo
Serva
a
straniero
acciar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
l
Italia
intera
La
tricolor
bandiera
Non
vegga
sventolar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
Venezia
è
doma
,
Finché
il
Pastor
di
Roma
Confonde
trono
e
altar
.
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Gridiamo
guerra
e
morte
!
Libera
,
unita
e
forte
Vogliam
l
Italia
al
par
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
StampaPeriodica ,
-
Ahimè
;
la
Primavera
svanirà
con
la
Rosa
!
Il
dolce
odoroso
manoscritto
della
gioventù
sarà
chiuso
!
L
'
usignolo
che
canta
fra
i
rami
,
donde
e
dove
volo
,
chi
sa
?
-
Omar
Khayyam
Ovidio
,
Catullo
e
Tibullo
hanno
insegnato
a
questo
poeta
la
grande
arte
dei
piccoli
e
dolci
carmi
.
Egli
si
compiace
di
mezze
voci
,
richiami
,
trilli
,
sospiri
,
ritornelli
,
d
'
altronde
le
uniche
forme
che
possano
contenere
le
effusioni
di
un
'
anima
delicata
come
la
sua
.
Mi
fa
pensare
a
un
usignolo
che
canti
sopra
un
ramo
che
si
spoglia
,
in
un
plenilunio
invernale
.
Da
fatate
profondità
sembra
salire
la
sua
voce
che
non
si
spiega
mai
in
un
volo
largo
,
pieno
,
deciso
,
e
molte
altre
voci
sa
destare
a
risponderle
dal
segreto
della
nostra
anima
.
Altri
poeti
chiamarono
con
gli
stessi
nomi
le
creature
che
sorgono
dai
suoi
ombrosi
poemi
.
Cynara
,
Neobule
,
Manon
,
tornano
dalle
solitudini
di
tempi
più
o
meno
lontani
a
dare
il
loro
pathos
ad
anime
novissime
:
"
Neobule
essendo
stanca
,
troppo
stanca
di
ridere
o
di
piangere
,
nasconde
alle
ore
rosee
e
grigie
il
suo
viso
d
'
oro
.
Neobule
che
avrebbe
volentieri
dormito
,
dorme
infine
come
essa
desiderava
!
"
.
"
Neobule
!
è
bene
che
voi
abitiate
le
terre
profonde
dove
i
poveri
morti
si
sperdono
,
pallidi
,
miseri
e
grigi
,
cogliendo
con
le
loro
mani
di
spettri
,
fiori
d
'
asfodelo
senza
profumo
?
"
.
"
Neobule
stanca
fino
alla
morte
dei
fiori
che
io
gettavo
sopra
i
suoi
bei
piedi
simili
a
fiori
,
sospirava
fiori
non
così
dolci
,
rose
lunari
pallide
e
turchine
,
gigli
del
mondo
sotterraneo
"
.
"
Neobule
!
ah
troppo
stanca
dei
sogni
e
dei
giorni
passati
!
là
dove
i
poveri
morti
si
sperdono
,
pallidi
miseri
e
grigi
,
fuor
della
vita
e
dell
'
amore
,
dorme
il
sonno
che
essa
desiderava
"
.
Ernest
Dowson
nacque
nel
1867
e
morì
a
Catford
il
23
febbraio
1900
.
Gli
ultimi
anni
della
sua
breve
vita
furono
steriliti
dalla
tisi
fatta
più
terribile
dalla
miseria
;
in
questo
va
trovata
principalmente
la
cagione
dell
'
inferiorità
della
raccolta
Decorations
,
pubblicata
postuma
,
in
confronto
al
volume
Verses
(
1896
)
ed
alla
commediola
in
un
atto
:
The
Pierrot
of
the
Minute
(
1897
)
.
Mentre
l
'
affermazione
della
personalità
del
poeta
in
queste
due
opere
è
tanto
decisa
,
nelle
poesie
postume
la
sua
fantasia
illanguidita
,
quasi
criticamente
cerca
verso
le
proprie
fonti
;
vi
si
sente
l
'
eco
d
'
altri
poeti
:
il
Verlaine
,
la
cui
patria
fu
uno
degli
amori
del
Dowson
,
e
lo
Swinburne
.
Quando
il
morbo
ebbe
avvelenate
le
sorgenti
della
sua
ispirazione
,
il
vino
divenne
per
lui
,
funestamente
in
un
ordine
troppo
inferiore
,
quel
necessario
trasformatore
della
realtà
che
prima
era
stata
la
sua
fantasia
.
Poiché
la
vera
vita
del
Dowson
ebbe
sempre
poco
che
fare
con
le
miserie
materiali
onde
fu
riempita
.
Come
un
contemplativo
orientale
egli
siede
in
ombrosi
fantastici
giardini
pieni
d
'
acque
,
di
alberi
piegati
sotto
il
peso
dei
fiori
,
e
d
'
uccelli
strani
e
muti
;
dall
'
alba
al
tramonto
,
e
dal
tramonto
all
'
alba
;
dimentico
delle
circostanze
e
delle
avversità
,
e
vede
sorgere
intorno
a
sé
e
diventare
realtà
le
figure
dei
propri
sogni
.
Dalle
sue
contemplazioni
tratto
tratto
lascia
cadere
una
parola
,
un
verso
,
e
quelle
che
parevano
le
delusioni
della
sua
vita
si
vedono
trasformate
in
trionfi
di
poesia
:
il
suo
sogno
è
l
'
alchimia
prodigiosa
che
fa
di
ogni
lagrima
una
perla
.
In
tutta
la
sua
poesia
è
diffusa
un
'
aria
di
quieta
sicurezza
da
grande
maestro
:
ogni
verso
fu
certo
meditato
e
distillato
lungamente
ma
è
diritto
e
preciso
come
una
spada
.
La
brevità
della
trattazione
dei
soggetti
,
la
snellezza
della
strofa
,
e
ancora
più
lo
splendore
di
tinte
delle
sue
visioni
fanno
pensare
ad
Anacreonte
.
Anche
Dowson
canta
belle
donne
,
più
care
ai
loro
amanti
e
più
tristi
;
prati
fioriti
,
ma
più
d
'
asfodelo
che
di
mammole
;
e
quanto
ad
Amore
il
suo
non
è
più
Eros
piccolo
coll
'
alucce
d
'
ape
che
punge
coll
'
aculeo
dell
'
ape
,
ma
Amor
Umbratilis
che
dimora
nel
giardino
delle
tenebre
,
e
neppur
sa
cantare
:
u
ma
con
un
liuto
spezzato
va
e
mormora
fra
l
'
erba
del
sepolcreto
"
.
Ha
lo
stesso
abbandono
appassionato
alla
dolcezza
del
presente
;
l
'
Ora
amica
tira
una
splendida
cortina
di
seta
sopra
il
domani
che
s
'
intravede
nemico
.
Omar
Khayyam
ripete
il
ritornello
,
e
sopra
una
nota
più
cupa
.
Anacreonte
ed
Omar
Khayyam
hanno
in
Dowson
un
compagno
assai
più
cupo
d
'
entrambi
ma
degno
di
loro
.
In
The
Pierrot
of
the
Minute
Ernest
Dowson
immagina
un
angolo
delizioso
del
Parco
del
Petit
Trianon
,
dove
presso
un
tempietto
dorico
è
una
statua
di
Cupido
.
E
immagina
che
in
un
crepuscolo
di
estate
giunga
nel
parco
Pierrot
con
le
mani
piene
di
gigli
,
desideroso
di
provare
Amore
,
e
che
s
'
addormenti
presso
la
statua
di
Cupido
dopo
averle
fatto
curiose
libazioni
ed
offerti
i
suoi
fiori
.
Mentre
egli
dorme
scende
una
Vergine
dalla
Luna
e
si
ferma
a
guardarlo
:
Pierrot
la
vede
nel
suo
sogno
,
e
quando
si
sveglia
la
trova
veramente
vicino
a
sé
,
velata
.
Alle
sue
preghiere
ella
toglie
il
velo
;
Pierrot
e
la
Bella
scherzano
insieme
,
ed
egli
s
'
innamora
e
s
'
innamora
sempre
più
.
Le
insegna
strani
giuochi
,
tenta
le
sue
malizie
cercando
di
rubarle
un
bacio
;
ma
frattanto
la
notte
volge
al
termine
;
brevi
sono
le
notti
d
'
estate
!
La
Vergine
deve
ritornare
nella
sua
casa
,
nella
Luna
,
prima
che
il
giorno
sia
alto
:
Pierrot
supplica
e
piange
,
ma
ella
gli
fa
cenno
di
tacere
.
Lo
fa
distendere
sull
'
erba
,
mentre
l
'
alba
s
'
imbianca
,
e
una
musica
celata
nei
boschi
fioriti
imita
i
canti
degli
uccelli
.
Pierrot
si
nasconde
il
volto
fra
le
mani
e
mentre
il
sonno
lo
conforta
la
Vergine
risale
in
cielo
.
Poche
figurazioni
dell
'
anima
moderna
sono
profonde
come
questa
di
Pierrot
,
che
indugia
intorno
ai
beni
finché
li
possiede
,
e
non
si
accorge
completamente
di
loro
che
sul
punto
nel
quale
si
separano
per
sempre
da
lui
.
La
verginità
di
questa
figura
dal
sorriso
doloroso
,
dalla
faccia
infarinata
,
com
'
è
consapevole
del
tormento
che
accompagnerà
l
'
accrescersi
della
sua
esperienza
!
La
donna
scende
sì
dalla
regione
degli
aloni
ma
per
tornarvi
dopo
una
breve
notte
d
'
estate
.
La
terra
non
le
concede
di
restar
di
più
.
Vuole
ella
vivere
la
pura
vita
dell
'
amore
?
Si
allontani
prima
della
luce
precisa
dell
'
alba
.
O
amarsi
ma
lontani
,
nel
sogno
;
o
esser
vicini
e
vedere
struggersi
l
'
amore
.
Ernest
Dowson
è
ignoto
completamente
in
Italia
.
Né
credo
sia
molto
noto
ed
amato
in
Inghilterra
.
L
'
Inghilterra
stenta
a
riconoscere
i
suoi
poeti
.
Sarei
lieto
se
queste
righe
gli
facessero
qualche
amico
fra
noi
.
StampaPeriodica ,
Ritratto
dell
'
intelligenza
servile
.
Il
fascismo
ha
vinte
le
democrazie
senza
combatterle
.
Non
si
può
dare
più
grave
insulto
per
le
democrazie
italiane
di
una
certa
terminologia
prevalsa
in
questi
anni
la
quale
enumera
e
classifica
democratici
filofascisti
,
fascisti
democratici
.
Che
non
si
avverta
nell
'
aria
una
repugnanza
per
tali
accoppiamenti
sembra
significare
la
leggitimità
di
una
inesorabile
bocciatura
:
la
democrazia
italiana
non
ha
avuto
uomini
che
studiassero
sul
serio
.
La
democrazia
italiana
,
come
ha
sopportato
Giolitti
,
sopporterebbe
Mussolini
e
persino
un
governo
dello
Stato
Maggiore
.
Combatte
il
fascismo
per
difendere
la
sua
vecchia
politica
dei
blocchi
;
per
difendersi
la
possibilità
di
un
accordo
col
governo
mussoliniano
.
Intorno
a
questa
nostra
tesi
vi
fu
grave
scandalo
:
ma
il
fatto
stesso
che
le
pregiudiziali
dei
democratici
si
limitino
alla
libertà
e
alla
milizia
nazionale
prova
che
si
è
disposti
in
certi
limiti
di
spazio
e
di
tempo
a
transigere
.
Sembra
democratico
addomesticare
il
fascismo
.
La
prima
tattica
fu
di
contrapporre
i
revisionisti
ai
ras
,
i
mussoliniani
ai
fascisti
.
Ora
si
scopre
che
il
fascismo
dovrebbe
essere
prigioniero
della
sua
maggioranza
,
della
sua
legalità
.
L
'
ingegnere
Rignano
ha
scritto
un
libro
per
indicare
il
nuovo
programma
che
è
tutto
nel
motto
:
Democrazia
e
fascismo
.
Ecco
un
libro
che
sarà
popolare
.
L
'
autore
rivolge
ai
fascisti
una
sua
garbata
lezioncina
:
chissà
che
invece
dei
figli
svagati
non
ascoltino
i
padri
illusi
.
Il
buon
senso
dell
'
ingegner
Rignano
è
così
lucido
,
la
sua
obbiettività
così
distinta
e
contenta
di
sé
,
la
sua
cultura
internazionale
così
pacata
e
convincente
,
che
questa
pedagogia
democratica
riuscirà
gradita
agli
italiani
addomesticati
.
In
fondo
al
cuore
gli
italiani
sono
tutti
,
come
lui
,
fascisti
e
democratici
.
Il
fascismo
c
'
è
:
valorizziamolo
,
temperiamone
l
'
irrequietezza
mandando
deputati
fascisti
in
parlamento
.
Così
le
rivoluzioni
si
legalizzano
;
i
fascisti
diventano
democratici
.
Gli
italiani
hanno
già
accettato
queste
conclusioni
come
una
risorsa
per
la
loro
cortigianeria
innata
:
Rignano
vi
è
giunto
invece
seguendo
la
strada
maestra
del
suo
ottimismo
puritano
.
Però
nasce
il
dubbio
che
egli
applichi
procedimenti
di
indagine
e
di
giudizio
inglesi
a
un
fenomeno
che
in
Inghilterra
sarebbe
letteralmente
impossibile
.
Rignano
cita
Stuart
Mill
;
è
dichiaratamente
positivista
e
sperimentalista
;
è
un
protestante
senza
religione
,
un
filosofo
della
biologia
.
Crederebbe
di
non
essere
abbastanza
positivo
se
non
rendesse
anche
lui
il
suo
omaggio
di
uomo
ragionevole
ai
meriti
di
Mussolini
.
La
sua
obbiettività
gli
insegna
così
:
tanto
di
ragione
da
una
parte
,
tanto
dall
'
altra
.
Egli
non
immagina
che
quando
da
una
parte
non
c
'
è
niente
di
ragione
il
giudizio
di
Salomone
è
assolutamente
tendenzioso
.
Egli
è
fuori
della
mischia
,
sereno
,
disinteressato
,
apolitico
e
non
si
avvede
che
gli
apolitici
hanno
sempre
torto
:
la
loro
apoliticità
è
partigiana
:
essi
sono
difensori
dell
'
ordine
costituito
,
sono
una
forza
inerte
che
pesa
a
vantaggio
del
regime
,
degli
interessi
conservatori
:
i
governi
reazionari
hanno
sempre
apprezzato
la
squisita
utilità
che
viene
loro
offerta
dalla
classe
degli
apolitici
.
Oggi
la
maggioranza
degli
italiani
è
così
:
uomini
che
per
scrupolo
di
obbiettività
non
vogliono
trovarsi
contro
corrente
,
che
sono
pronti
alla
pace
col
regime
per
non
turbare
la
concordia
e
l
'
ordine
nazionale
.
Chiedono
a
Mussolini
la
libertà
di
poter
lavorare
con
lui
come
lavorarono
con
Giolitti
.
Ringraziano
Mussolini
di
averli
liberati
dal
bolscevismo
,
di
aver
dato
loro
un
ordine
,
una
gerarchia
.
È
un
'
opposizione
che
chiede
la
libertà
di
servire
.
Mussolini
lusinga
questi
disinteressati
,
apprezza
questi
apolitici
.
I
sudditi
siano
sudditi
,
gli
scienziati
scienziati
,
e
la
politica
spetti
a
chi
regge
.
StampaPeriodica ,
Col
discorso
della
Corona
l
'
opposizione
è
definitivamente
sconfitta
nella
sua
tattica
di
lavorare
su
un
immaginario
contrasto
tra
Mussolini
e
la
Monarchia
.
La
camicia
nera
ha
ceduto
al
frak
.
A
rappresentare
la
rivoluzione
fascista
in
camicia
nera
è
rimasto
solo
l
'
on
.
Cesare
Forni
,
ma
non
è
detto
che
non
debba
finire
anche
lui
per
acconciarsi
a
meno
avveniristiche
mode
.
Nell
'
atto
in
cui
le
«
medaglie
d
'
oro
»
Ponzio
di
San
Sebastiano
e
Rossi
Passavanti
si
accostavano
per
il
baciamano
alla
berlina
della
Sovrana
,
la
rivoluzione
degli
spostati
trovava
il
suo
ultimo
e
passatistico
«
sbocco
»
nelle
consuetudini
della
Corte
e
le
inquietudini
del
reduce
si
risolvevano
per
sempre
nella
stanca
e
beata
compitezza
del
valletto
.
L
'
importanza
del
discorso
della
Corona
è
data
dal
suo
tono
.
Lo
stile
risente
,
è
vero
,
qua
e
là
,
di
enfasi
dannunziana
e
di
cattivo
gusto
futurista
;
ma
nell
'
esposizione
dei
propositi
è
crudelmente
giolittiano
.
Gioverebbe
far
il
confronto
con
i
tre
discorsi
che
fece
preparare
Giolitti
,
nel
1904
,
nel
1908
,
nel
1913
.
Un
fiducioso
sguardo
all
'
avvenire
,
i
problemi
operai
e
della
pace
in
prima
linea
.
Pochissimo
accentuato
il
riconoscimento
della
rivoluzione
fascista
,
ma
in
compenso
portata
la
questione
fino
alla
radice
nel
riconoscimento
e
nell
'
esaltazione
dei
reduci
come
politici
.
Tutto
questo
considerato
come
normale
,
pacatamente
,
mediocremente
.
Il
regime
è
stabile
:
nel
cuore
del
Re
,
Mussolini
ha
preso
il
posto
di
Giolitti
.
Un
discorso
fascista
sarebbe
stato
meno
pericoloso
e
definitivo
:
invece
Mussolini
diventò
invincibile
facendosi
complice
ed
erede
dei
metodi
della
monarchia
socialista
.
La
Corona
accetta
il
nuovo
Governo
accontentandosi
della
più
modesta
garanzia
ossia
conservando
la
sua
sabauda
moderazione
,
diventata
ormai
,
col
trascorrere
degli
anni
,
mediocrità
.
Mussolini
alla
sua
volta
espone
i
suoi
programmi
attraverso
la
Costituzione
.
C
'
è
una
prova
indiscutibile
di
questo
perfetto
accordo
ed
è
data
dal
confronto
tra
il
discorso
della
Corona
e
le
ultime
manifestazioni
del
pensiero
del
Presidente
.
L
'
intervista
al
Times
,
le
dichiarazioni
agli
operai
,
le
spiegazioni
sulla
Milizia
hanno
trovato
nelle
parole
del
Sovrano
un
interprete
autorevole
,
una
firma
di
garanzia
.
Per
questo
risultato
Mussolini
ha
dovuto
sacrificare
le
sue
invettive
contro
la
libertà
,
e
accontentarsi
di
deprecare
la
licenza
,
ma
nel
cambio
c
'
è
ancora
il
gioco
d
'
astuzia
dell
'
addomestícatore
.
Il
fatto
è
che
il
sovversivismo
dei
reduci
passando
accanto
alla
Corte
è
diventato
conservatore
.
In
questo
esperimento
di
normalizzazione
Mussolini
è
riuscito
a
impegnare
il
Sovrano
.
Il
mussolinismo
ha
sconfitto
decisivamente
il
costituzionalismo
.
Chi
vorrà
rimanere
antifascista
dopo
il
24
maggio
dovrà
cominciare
con
la
pregiudiziale
istituzionale
.
La
moderazione
sabauda
dell
'
ultimo
re
ha
voluto
insistere
sui
problemi
del
lavoro
,
quasi
confermando
la
coerenza
di
un
programma
che
fu
cominciato
con
Giolitti
venti
anni
fa
.
Ma
vogliamo
far
notare
il
tono
con
cui
si
è
espressa
questa
insistenza
.
È
facile
avvertire
il
candore
del
piccolo
borghese
che
considera
le
classi
operaie
con
sentimento
di
paterna
filantropia
.
Con
ingenua
soddisfazione
si
parla
dell
'
ufficio
accanto
all
'
officina
e
,
vicino
alle
classi
lavoratrici
,
non
si
dimenticano
i
tecnici
.
Le
simpatie
del
regime
insomma
si
volgono
appunto
verso
un
sistema
di
produzione
ordinatamente
paterna
.
Così
l
'
accenno
alla
piccola
e
alla
media
proprietà
agricola
è
significativo
come
una
vera
e
propria
confessione
;
non
tanto
per
le
ragioni
economiche
a
cui
si
può
riconnettere
,
quanto
per
l
'
idillico
richiamo
alla
psicologia
del
possesso
famigliare
che
ne
è
derivato
.
Certo
,
in
queste
premesse
e
in
queste
lusinghe
si
deve
constatare
la
più
completa
inesperienza
delle
masse
operaie
e
delle
moderne
lotte
democratiche
.
Se
il
discorso
del
Re
segna
il
consolidarsi
della
parentesi
conservatrice
,
inaugurata
nel
dopoguerra
dalla
disoccupazione
e
dalla
stanchezza
degli
ex
combattenti
,
resta
tuttavia
innegabile
che
a
questo
equilibrio
le
avanguardie
dei
ceti
operai
oppongono
una
resistenza
non
domata
.
E
il
mussolinismo
che
si
adatta
a
questo
equilibrio
,
riprendendo
una
situazione
tipicamente
giolittiana
,
e
il
re
ne
è
rimasto
così
soddisfatto
da
diventare
accondiscendente
persino
verso
la
milizia
nazionale
.
Comunque
Mussolini
sia
,
per
orientare
il
suo
trasformismo
,
nel
futuro
gli
riuscirà
assai
difficile
nascondere
la
schietta
anima
del
piccolo
borghese
e
antisocialista
che
sta
sotto
le
solenni
professioni
di
affetto
per
il
proletariato
.
Il
discorso
della
Corona
è
stato
abilissimo
,
ma
ha
scoperto
il
gioco
.
Il
presidente
troverà
consolidato
il
suo
potere
.
Si
rivolgeranno
a
lui
,
accanto
alle
camice
nere
,
anche
gli
ex
combattenti
rimasti
in
attesa
,
giovani
conservatori
desiderosi
di
ordine
e
di
lavoro
,
con
in
fondo
all
'
anima
un
sottile
istinto
reazionario
e
anti
-
socialista
,
che
è
quasi
il
segreto
della
loro
borghese
dignità
.
Ma
l
'
esperimento
giolittiano
ha
messo
in
guardia
per
sempre
il
proletariato
e
le
élites
delle
libere
democrazie
di
domani
.
Questi
sanno
che
oggi
il
governo
di
Mussolini
è
stabile
e
che
è
una
pia
illusione
l
'
idea
di
guidarlo
attraverso
i
meschini
dissidi
interni
del
fascismo
.
Tuttavia
restano
in
riserva
,
non
si
piegano
.
Non
collaboreranno
,
perché
lavorano
per
una
situazione
nuova
,
futura
,
di
dignità
politica
e
di
serietà
economica
.
Questo
è
il
solo
antifascismo
concreto
e
realistico
l
'
antitesi
della
generazione
dei
«
reduci
»
.
StampaPeriodica ,
...
Concepisco
la
Corporazione
del
-
le
Arti
,
che
dovrà
resultare
dal
collegamento
delle
attività
artistiche
diversamente
sindacate
,
come
l
'
organo
eminentemente
adatto
a
ricostituire
l
'
ordine
in
tali
importantissime
discipline
.
Prima
però
di
passa
-
re
ad
esaminare
come
ciò
potrebbe
avvenire
,
credo
opportuno
notare
che
non
si
tratterà
in
nessun
modo
di
creare
artificiosamente
un
movimento
d
'
arte
religiosa
od
aulica
,
il
quale
potrà
nascere
di
per
sé
se
le
condizioni
dello
spirito
nazionale
lo
esigeranno
.
Di
carattere
religioso
e
gerarchico
esso
stesso
,
ma
non
teologico
o
autocratico
,
il
Fascismo
non
potrà
che
imporre
le
proprie
direttive
alle
arti
con
quel
senso
realistico
e
moderno
che
lo
distingue
e
ne
costituisce
l
'
irresistibile
forza
.
Intendo
dire
che
il
Fascismo
non
potrà
per
ora
se
non
disciplinare
una
attività
che
già
esiste
,
con
le
forme
attraverso
le
quali
si
manifesta
;
il
che
non
sarà
piccola
opera
,
del
re
-
sto
,
giacché
il
fatto
medesimo
d
'
iniziare
una
simile
impresa
costituirà
già
il
principio
di
una
vasta
realizzazione
e
la
premessa
augurale
di
possibilità
infinite
e
grandiose
...