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Più facile del previsto Di prima occhiata al 4 a 2 sull ' Ungheria , si può anche pensarlo . E la superiorità azzurra nella finalissima della Coppa del Mondo nei confronti dell ' undici magiaro è stata così evidente e convincente che almeno un goal , se non due , di più di scarto a nostro favore , non avrebbe sorpreso nessuno , anzi le cifre avrebbero precisato meglio la differenza effettiva delle forze in campo . Ma per riacciuffare in così brillante stile il massimo titolo mondiale , per ribadire così vigorosamente in un ultimo e magistrale colpo di maglio sul terreno di Colombes il chiodo della supremazia azzurra piantato nel '34 e ripicchiato alle Olimpiadi nel 1936 , Si sono dovuti prima superare tre autentici trabocchetti . vere bocche di lupo - il cui sorpassamento conteneva gia di per sé la fatale decisione della competizione . È stato su questi passaggi che s ' è deciso il titolo : l ' ultimo episodio presentava già scritta la conclusione logica . L ' incontro di ottavo di finale con la Norvegia a Marsiglia : assalto ad una rocca improvvisamente rivelatasi di granito , su terreno spinoso e minato quale può essere uno stadio assiepato di folla sistematicamente e pervicacemente ostile agli “ azzurri ” . Fu qui che la bravura , la tecnica e soprattutto lo spirito di bandiera ci salvarono dalla sorpresa e dal capitombolo . Il nostro “ undici ” ( e per dir meglio tutti e venti i pupilli di Pozzo ) erano troppo freschi di allenamento collegiale e troppo imbevuti di impostazioni tematiche e di sviluppi ortodossi di azione ; reduci , come erano , di accademia e di incontri di collaudo internazionali di facile disimpegno ; si trovarono di fronte una Norvegia superbamente impostata e attrezzata in linea atletica e in sostanza agonistica . Allenata da un inglese , con giuoco di scuola , se non proprio di esecuzione , inglese , assolto in ogni modo da elementi tutti velocissimi , potenti , aggressivi sino all ' esasperazione . Osarono il tutto per il tutto . Da tempo si erano specificamente allenati per tentare il gran colpo . Per poco non vi riuscirono . Ed il nostro schieramento era fatto proprio in modo da favorire il più graziosamente possibile avversari del genere . Una prima falla la presentavamo nella terza linea . Si chiamava Monzeglio apparso in cattiva giornata . Il sicuro terzino di posizione del Campionato del Mondo 1934 non rivelò lo scatto e il recupero indispensabili . Difatti le sue entrate a vuoto , quando uomo e pallone erano già partiti , o i suoi vani inseguimenti furono numerosi e paurosi . Solo allora si pensò che nel rovente e duro massimo campionato di quest ' anno , la vecchia Juventus era riuscita a riportarsi al secondo posto d ' una graduazione di ferro , per precipuo merito di una coppia di terzini : Foni - Rava . E Foni era stato lasciato in tribuna . Un errore di tal genere costrinse la nostra seconda linea a preoccuparsi più del consueto della situazione alle proprie spalle ; né il sostegno destro , Serantoni , proprio dalla stessa parte di Monzeglio , è stato mai un velocista . Toccava quindi al centro - sostegno , Andreolo , ora ripiegare , ora poggiare sulla destra , con conseguente accartocciamento e sbandamento del sistema difensivo . Non basta : ai due interni di attacco , Ferrari e Meazza , toccava giuocare ancor più arretrato che mai non fosse stato nel loro metodo e nelle loro preferenze , con la risultante tattica di lasciare pressoché isolati i tre uomini di punta , dei quali poi , le due ali , Ferrari a sinistra e Pasinati a destra , non erano davvero irresistibili in fatto di velocità e di scatto . Un uomo solo dunque realmente efficiente per l ' assalto : Piola . Colaussi e Biavati erano stati anche essi lasciati in tribuna . Non parliamo poi di Olivieri in porta , semplicemente prodigioso , ma costretto a parate che potevano mettere a repentaglio la sua incolumità . In simili condizioni , le più ridotte che si fossero potute escogitare , ci trovammo dinanzi ad una Norvegia al massimo della potenzialità e delle possibilità . Come vincemmo ? Dovevamo vincere ugualmente . Come riconobbero i giornali francesi , vinse la squadra che aveva svolto il giuoco più tecnico e di superiore qualità , che aveva avuto in campo un atleta di assoluta eccezione : Piola , dimostratosi il più grande centro attacco del Torneo . Del resto alla distanza , arricchita di . due tempi supplementari , il nostro undici , anche claudicante , aveva ritrovato il suo ritmo , ottenendo nei tempi supplementari il goal della vittoria con Piola . Ma il pericolo corso con la Norvegia servì a schiarire le idee di tutti , e a far decidere Pozzo ad affidarsi con maggiore risolutezza sui fattori velocità e freschezza nella composizione delle amalgame atletico - agonistiche da schierare sul terreno . Ed ecco in terza linea ricollocare Foni al fianco del suo compagno naturale , Rava . Sostituire le ali con due velocisti della specie : Colaussi a sinistra e Biavati a destra . Questi un giovanissimo , l ' altro un anziano tuttora con l ' argento vivo nei polpacci . La seconda linea la lascia stare : con le apportate maggiorazioni di rendimento e di mobilità , dovrebbe reggere bene ed accrescere intanto la fusione propria e quella con l ' intero complesso . Olivieri , anche , rimane al suo posto : il primo collaudo è stato più che convincente . Il trio centrale di attacco , anche se Ferrari è accusato di lentezza , dovrà pur funzionare secondo il noto rendimento . Ed eccoci ai quarti di finale : 2 giugno a Parigi , allo Stadio di Colombes . Come avevamo previsto , il pubblico parigino è stato di una sportività squisita . Ma il pericolo per noi era che l ' undici francese giocasse bene veramente , sulla linea non solo della tecnica , ma della velocità , anzi delle sfuriate caratteristiche del temperamento e delle abitudini francesi . Inoltre quel pallone in uso in Francia ( una sfera più grossa e più leggera ) e adoperato nel torneo , in barba a precise regole sul peso e la circonferenza , anche ulteriormente rivedute e corrette dalla F.I.F.A. , dava maledettamente ai nervi ai nostri e a qualunque giuocatore che si rispetti , del resto abituati al « N . 5 » piccolo , teso e sonante e del peso specifico sufficiente a non dare l ' impressione di calciare nel vuoto . Pozzo dovette curare allenamenti speciali su quel benedetto pallone francese . Inoltre la squadra francese si trovava lanciatissima . Aveva battuto , in ottavo di finale , il Belgio per 3-1 ed era questo un risultato molto probante . Né si dimenticava che qualche mese innanzi la nazionale italiana era uscita nei confronti della nazionale francese , dallo Stadio di Colombes appena con un grigio 0-0 ... Quindi l ' undici della Senna , rimpolpato di elementi negri di notevole classe , si presentava con morale elevatissimo e temerario . Ma i rinforzi di velocità e di freschezza apportati nella compagine azzurra in questa seconda presentazione non mancarono di funzionare a meraviglia . Tre furono i palloni depositati nella rete di Di Lorto ( due di Piola e uno di Colaussi ) contro uno . La cattiva impressione della prima uscita azzurra veniva cancellata . Gli italiani avevano impartito una lezione di tecnica , di stile , di combattività elettrizzante . Finalmente dall ' involuto bozzolo era uscita la splendida farfalla . Anzi era un ' aquila quella , dalle penne dai colori dell ' iride ! ... Che si trattava proprio di un ' aquila lo si vide nei confronti di quel bisbetico Brasile che aveva cominciato col dare le vertigini con un 6-5 strambo sulla Polonia ( osso duro non meno della Norvegia ) , ma poi dimostratosi anche squadra assennata oltre che acrobatica e scintillante , nei confronti di una Cecoslovacchia dal giuoco magistrale , ma troppo freddo e lento , rimasto ancora sul piede di due lustri indietro . Nell ' altro settore si facevano luce , intanto , la Svezia , maramaldeggiando su un Cuba di scarsa efficienza fisica , per 8-0; l ' Ungheria , che con un 2-0 di elevata qualità batteva la Svizzera uscita vincente per 4-2 da un confronto con la Germania , ma stremata da un paragone che era stato assai più uno scontro che un incontro calcistico . Ormai alle semifinali le grandi linee della competizione erano fissate . Da un girone di ferro erano balzate in evidenza Italia e Brasile ; da un girone di comoda preparazione , Svezia e Ungheria . Due gironi , e per ciascuno gli esponenti di un giuoco diametralmente opposto . Italia e Brasile , due squadre impostate nettamente sui fattori velocità , virtuosismo , estro ; Svezia , a dire il vero , su motivi soltanto affioranti , latenti e comunque inespressi ; Ungheria su una tecnica sicura , brillante , virtuosa , ma dai temi invecchiati , ben noti , troppo spesso al rallentatore , con esecuzione affidata a troppi anziani , con un solo atleta diciamo così aggiornato , il giovanissimo Szengeller interno sinistro . Era quanto sufficiente , tuttavia , perchè l ' undici magiaro battesse la Svezia nella semifinale per 5-1 . E Italia - Brasile ? Ecco : il 12 giugno a Bordeaux , Brasile - Cecoslovacchia si attaccano ai ferri corti e si pestano a più non posso . Nulla di fatto , anche con i tempi supplementari . Si chiude 1-1 . La vivacità , la potenza e la giocoleria satanica dei pur sorprendenti ispano - italo - negri non l ' hanno spuntata contro la classica solidità dei boemi che già tanto filo da torcere avevano dato a Roma nel '34 alla squadra azzurra . Due giorni dopo si ripete . Caso nuovo ; è proprio il Brasile che mostra una maggiore resistenza fisica ; subisce un goal nel primo tempo ; ma nel secondo sfodera un recupero fantastico , strabiliante ; e vince netto e inesorabile per 2-1 . Il caso appare strano . Sudamericani battere i cechi nei capitoli solidità , resistenza , tenacia combattiva non priva di mobilità , di recupero , di produzioni veloci ? E qui si scopre un altro trabocchetto , e teso proprio ai nostri danni . Il Brasile era venuto in Europa con due squadre specificamente designate . La seconda destinata a battersi nelle partite preliminari e battere gli avversari secondari , tra i quali era considerata nientemeno che la squadra cecoslovacca . La prima , destinata , fresca e lustra a battersi con l ' Italia , che quegli esperti di Rio de Janeiro e di S . Paolo già vedevano per lo meno semifinalista ( ci conoscono bene , sono stati nostri eccellenti fornitori ) . Toccava ai nostri vecchi rivali boemi costringere quei signori a smascherare le batterie . Mille grazie ! È stato davvero un eccellente servizio reso al calcio europeo . Nel 2-1 di Bordeaux si vide quale realmente era il pericolo brasiliano . S ' intende che Pozzo corse subito ai ripari . Vale a dire lasciò la sua squadra quale era : quella che aveva vinto tanto persuasivamente sulla Francia . Aveva pur un suo intrinseco valore quel 3-1 ! Per la tenzone col Brasile bisognava tornare all ' inospitale Stadio di Marsiglia . Tanto meglio . I nostri campioni si sarebbero messi da se stessi alla frusta . Il Brasile giuocò una partita decisa , dura , qualche volta violenta . Voleva vincere ad ogni costo del resto la squadra era stata troppo montata e resa nervosa dall ' ambiente locale e non seppe sempre mantenere i nervi a posto . Si dimostrò compagine di alto valore tecnico come trattamento di palla dei singoli atleti , ma non come giuoco d ' assieme . Ciascuno per conto suo e a modo suo . Non si decidevano ad eseguire un passaggio senza aver prima esaurito un proprio repertorio di virtuosismi mirabolanti quanto sterili agli effetti del successo pratico . Credettero bloccare le nostre azioni offensive marcando fortemente ed isolando Piola ( e tra i suoi guardiani c ' era un Domingos , il terzino - fenomeno dell ' intero torneo ) . Ma potevano manovrare più libere le nostre velocissime ali ; e Ferrari e Meazza sapevano tenere un collegamento così funzionale tra l ' attacco e la difesa , che la macchina azzurra poté lavorare a pieno e costante regime . Una spettacolosa cannonata di Colaussi su un allungo di testa di Piola ; un impeccabile calcio di rigore di Meazza su giusta punizione arbitrale a carico di Domingos reo di aver affibbiato due calci nelle caviglie di Piola , permanente spauracchio nonostante tutto , e la vittoria era acquisita anche se i brasiliani in recupero vorticoso ( quando però l ' Italia aveva allentato ormai la stretta ) , riuscivano a segnare un goal di consolazione . Aveva trionfato l ' unità veramente tale e non soltanto maestra di gioco , di schermaglia e di stoccata . Così siamo giunti alla finale . Faremo come il Brasile : sfodereremo per l ' occasione una squadra nuova e fresca ? Oppure Pozzo cambierà degli uomini ? In verità , l ' Ungheria si presenta in condizioni di freschezza e di forma ideali . Il suo girone non è stato che un seguito di galoppi di salute . E nel corso della stagione ha conseguito successi che gli azzurri non vantano tali da far gridare alla resurrezione del calcio magiaro . Pozzo comincia col ... bruciare i vascelli e rimanda a casa tre riserve di alta efficienza che finora hanno seguito la squadra : Genta , Donati e Olmi . La formazione andava bene così com ' era stata fissata dopo il tribolato esperimento con la Norvegia ; era apparsa sempre in crescendo , anche con le lentezze e i ricami statici di Ferrari e le fughe - razzo , ma fuori bersaglio , di Biavati . « Per l ' ultima battaglia saranno a punto tanto il giovanissimo quanto l ' anziano ; questo per il suo canto del cigno , quello per il primo « do » di petto della sua carriera . E sarà a giusto punto di cottura anche la forma dell ' intera squadra » . Questo il pensiero del C.T. , ormai troppo buon conoscitore di ambiente , di clima e di atleti propri ed altrui . L ' abbiamo già detto : il superamento stesso degli ostacoli e delle bocche di lupo appostate nella prima parte del percorso , vuoi di slancio , d ' abilità , di classe , vuoi di spirito di bandiera , conteneva già di per sé la logica inesorabile conclusione . Ed il trionfo , con un finale bruciante ed una segnatura netta di 4-2 sull ' Ungheria non ammette neanche una discussione di semplice accademia . Trionfo ancora più netto e indiscutibile che non fosse stato quello del 1934 , dove si vollero sollevare dubbi ed obiezioni per il fatto che il torneo si era svolto in casa nostra e la finalissima aveva avuto luogo a Roma , nell ' antro del leone ... Questa volta ci siamo battuti nelle condizioni ambientali più difficili . Solo gli « azzurri » in tutto il corso del torneo hanno conosciuto pubblico ostile , ferocemente ostile , nelle due partite di Marsiglia , che potevano per noi segnare un tracollo . Però la vecchia Francia dei Paladini si è riabilitata , in fatto di cavalleria , a Parigi e ne traiamo gli auspici per giorni molto più cordiali tra le due Nazioni latine . Siamo ben lieti questo ci preme non meno del titolo mondiale che sulle rive della Senna si sia potuto constatare de visu , con quale schietta lealtà e fiera bravura sanno battersi gli esponenti della gioventù del Littorio . Al saluto romano degli azzurri , per la seconda volta Campioni del Mondo , Parigi non ha risposto col pugno chiuso dei ciechi faziosi di Marsiglia , ma con l ' aperto sorriso e l ' applauso d ' un riconoscimento sincero .
SALARI, STIPENDI E CAROVIVERI ( MICELI GIUSEPPE , 1927 )
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La politica di rivalutazione della nostra moneta , iniziata col discorso di Pesaro , raggiunge oggi effetti evidenti : la lira è aumentata di valore . Il maggiore potere di acquisto della lira aumenta il valore reale dei salari e degli stipendi . Da ciò è derivata la necessità da parte dello Stato di diminuire il carico del bilancio per retribuzione del proprio personale , mentre la squisita sensibilità delle nostre classi lavoratrici ha potuto permettere al segretario generale del partito on . Turati di annunziare al Duce che i lavoratori di Padova e i contadini del bresciano aderivano alla diminuzione delle loro paghe in ragione del 10% . Anche nel pavese e nel bolognese i lavoratori hanno accettato la medesima misura di diminuzione delle paghe ...
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Molti anni addietro , quando poche erano le gare che si svolgevano durante l ' annata , quando ognuna di esse costituiva un avvenimento di eccezione , quando gli sport del motore erano quelli che avevano il maggior seguito di pubblico , quando le automobili e le motociclette erano ancor poco diffuse , e le modeste velocità raggiungibili dal normale utente facevano apparire sbalorditive , nel confronto , quelle che , su strade spesso indegne di tal nome , riuscivano ad attingere gli e assi e dell ' epoca i quali perciò divenivano gli idoli delle folle il e Lario e , il famoso « Circuito del Lario » dalle strade strette e tortuose , dai dislivelli repentini , dal fondo polveroso o pantanoso a seconda che il sole o la pioggia lo presidiavano , soleva richiamare ad ogni estate , nelle sue embrionali tribune e lungo i margini di tutto il suo percorso , enormi masse di spettatori che da ogni parte , spesso sobbarcandosi a compiere decine e centinaia di chilometri , venivano per assistere alle acrobatiche prodezze dei e centauri e che in una prova del genere trovavano la loro definitiva consacrazione . Oggi assai più numerose sono le grandi gare motoristiche che si svolgono in tutta Italia durante l ' anno ; e molte altre competizioni sportive , dal calcio all ' atletica leggera , appassionano domenicalmente le folle . Oggi anche le normali macchine da turismo vanno come folgori , e lo scarto di velocità esistente tra esse e quelle da corsa , pur essendo spesso più alto di quello di una volta , stupisce forse meno il gran pubblico che s ' è familiarizzato con le rapidissime andature in terra , in mare e in cielo . Oggi i « circuiti stracittadini » , che permettono alla gente di godersi un paio d ' ore di movimentatissimo spettacolo senza muoversi da casa , o al massimo da una comoda tribuna fornita di ogni conforto e situata a due passi dal centro della città , hanno detronizzato competizioni famose che , pur avendo un « passato » glorioso , avevano il torto di imporre agli spettatori spostamenti macchinosi e un certo dispendio di tempo . Essendo dunque oggi i palati viziati , per così dire , molte manifestazioni hanno perduto almeno in parte la loro importanza , il loro seguito di pubblico . E infatti , quante grandi gare , automobilistiche e motociclistiche , sono scomparse , si sono trasformate , in questi ultimi anni ? Quanti circuiti , che pur avevano un loro fascino e una loro non indifferente importanza tecnico - sportivo - turistica , sono stati sostituiti con altri , talvolta di valore discutibile ? In quest ' atmosfera di evoluzione , di trasformazione , di innovazioni , il « Lario » è , se non il solo , almeno tra i pochissimi che resta , vivo e vegeto più che mai , sulla breccia ; il « Lario » è uno dei pochissimi che ha resistito , acquistando anzi sempre maggiore importanza e destando un sempre più alto interesse ; e pur aggiornandosi , poiché le sue strade si sono oggi di gran lunga migliorate , perché l ' organizzazione è sempre più perfetta , perché ha tratto tutto quanto di buono v ' era da trarre dai moderni criteri che informano lo sport motoristico , ha religiosamente custodito la sua tradizione , ha conservato integre tutte le sue caratteristiche , anzi accentuandole . E perché ? Perché il « Lario » ha una fama ormai mondiale , perché il « Lario » è il banco di prova per eccellenza delle macchine e dei guidatori , perché il « Lario » ha il potere di entusiasmare come pochi altri circuiti le folle ; perché , infine , il « Lario » ha un suo fascino particolare al quale non si sfugge . Quando il « Lario » non fu effettuato , tutti gli sportivi u sentirono » la sua mancanza . E il suo successo continua a crescere di anno in anno . Nato nel lontano 1921 per contrapporre al classico « Tourist Trophy » , che gli inglesi organizzano nell ' Isola di Man , un circuito stradale severissimo e sotto tutti gli aspetti adatto a mettere a dura prova la « classe » dei piloti e le doti di ripresa e di resistenza allo sforzo prolungato di un motore , di stabilità , di aderenza , di frenaggio , di robustezza di una macchina tutti gli organi della quale vengono sollecitati al massimo grado il « Lario » si disputò ininterrottamente fino al 1931 incluso ; dopo due anni di sospensione fu ripreso nel 1934 , fu disputato ancora l ' anno successivo , e poi si è avuta un ' altra pausa biennale , dalla quale esce ora rinforzato e aureolato di nuove attrattive . Le pause sono state causate da situazioni contingenti dello sport motociclistico locale , e non da circostanze relative alla gara stessa ; la quale nelle tredici edizioni fin qui svoltesi ha messo in luce nuove giovani valide energie del motociclismo italiano , ha confermato il valore di assi famosi , ed ha assolto superbamente , oltre alla sua funzione tecnico - sportiva , anche quella propagandistica a favore della diffusione della motocicletta . Nell ' albo d ' oro del « Lario » tutti i nostri migliori uomini hanno apposto la propria firma : da Ruggeri ad Arcangeli , a Varzi , a Nuvolari , fino ai più recenti , a Bandini , a Fumagalli , a Serafini , e - per i primati sul giro - da Biagio Nazzaro a Ghersi , a Vailati , agli stessi Varzi , Nuvolari e Bandini , a Pigorini , ad Aldrighetti . Quest ' anno il « Lario » - che si svolgerà il 10 luglio - riunirà accora una volta un forte gruppo di « Centauri » i quali offriranno alla folla immensa che assieperà gli spalti del circuito , lungo tutti i 36 chilometri del suo sviluppo , un susseguirsi continuo di emozioni , di sensazioni quali ben poche altre contese del genere sono in grado di dare . E la funzione tecnica della prova brianzola sarà ancor pii alta del consueto , inquantoché macchine che quest ' anno sono rimaste in ombra verranno a chiedere all ' autorità del « Lario » una rivincita che può essere posta sull ' altro piatto della bilancia per equilibrare le sconfitte ; e macchine passate trionfalmente al terribile vaglio della « Milano - Taranto » , e dominatrici in altre gare su circuiti veloci intendiamo parlare della gloriosa Gilera a 4 cilindri sovralimentata esigeranno la suprema conferma delle proprie eccezionalissime multiformi qualità . Ma si può affermare che tutte le Marche italiane e alcune estere , saranno degnamente rappresentate al « Lario » , la diserzione significando già di per sé stessa una dichiarazione d ' inferiorità . Sicché , nel quadro di un ' organizzazione senza precedenti , nel conforto di ima sistemazione per il pubblico curata dagli appassionati e competenti organizzatori in ogni dettaglio , la folla potrà assistere a una gara veramente completa sotto ogni aspetto , unica nel suo genere , appassionante quant ' altre mai . Le miglioratissime condizioni delle strade del circuito , e i recenti progressi della tecnica costruttiva motociclistica , lasciano agevolmente prevedere che i primati della gara saranno tutti largamente battuti . Insieme alle macchine da corsa che dovranno compiere 6 giri del circuito - gareggeranno quest ' anno le macchine di serie ( però soltanto su due giri ) per contendersi il « Trofeo della Valsassina » , la « Coppa A . Pigorini » e la « Coppa Isacco Mariani » ; la partecipazione di questa categoria di macchine , oltre a rendere più interessante la contesa , fornirà delle preziose indicazioni nei riguardi della nostra eccellente produzione di serie . Il « Lario » dotato quest ' anno dell ' « XI Premio dell ' Industria » , del « Trofeo del turismo Lariano » e del « VI Premio del C.O.N.I. » , costituisce la quarta prova del Campionato italiano ; prova che potrà essere decisiva agli effetti dell ' assegnazione dei titoli . Già da qualche settimana l ' Ufficio Stampa del « Lario » , di cui è valoroso ed appassionato capo il collega Renato Tassinari , ha pubblicato un elegante opuscolo , curato dallo stesso eminente collega , contenente i pareri e le impressioni sulla classica corsa italiana di tutti i più noti giornalisti . E perciò l ' opuscolo è , nel suo complesso , un vero inno alla tradizionale contesa , cara al cuore di tutti i nostri sportivi .
MAESTRI SULLA PEDANA ( CERCHIARI ALDO L. , 1938 )
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Un maestro sulla pedana di combattimento costituisce un avvenimento ed uno spettacolo a lettere maiuscole . Ci sarebbe da riempire una mezza biblioteca di robusti tomi sulle discussioni , le chiacchiere , i commenti , i pro e i contro che questa manifestazione così caratteristicamente combattentistica e fascista ha suscitato . Erano degli anni , dei lunghi anni che la questione del campionato per i maestri viaggiava sull ' altalena dei sì , forse , ma , però . La Federazione italiana ha troncato decisamente il nodo , ha spalancato le porte ai partigiani del si ed ha filosoficamente lasciato il campo degli oppositori e dei dubitanti a baloccarsi con gli arzigogoli della dialettica . Questione scottante , delicata . Questione risolta e ci auguriamo per sempre . Per chi ha orgoglio , passione , disinteressato coraggio la porta è aperta . Il premio in posta valeva certamente il rischio ed ecco il campo tripartirsi : gli iscritti ( numerosi , 108 ) i partecipanti ( un po ' meno numerosi , 65 ) , gli assenti ( troppo numerosi ) , cambieranno parere col tempo . Per la verità è necessario aggiungere la coda di una quarta categoria che chiameremo degli assenti obbligatori . Solo questi ultimi , i grandi veterani , le tempie bianche o troppo grigie della classe magistrale sono gli scusati a priori . L ' opera di alcuni di questi gloriosi rappresentanti della vecchia guardia ed i frutti creati dalla loro passione e dalla loro valentia non hanno bisogno di riconoscimenti agonistici . Eppure sulla pedana qualcuno ha voluto ancora essere presente per il misterioso richiamo di quella passione che arde ancora inesausta nei cuori che hanno sempre vent ' anni . Le gambe erano legnose , il fiato corto , lo scatto smorzato ed opaco . Sono caduti in batteria ma hanno combattuto con lo spirito del moschettiere che cade ma non si arrende . Lasciate che al loro spirito sia di conforto l ' illusione guascona della solita incompetenza e parzialità delle giurie . I partecipanti hanno vinto tutti il loro campionato d ' Italia ; anche se la critica stupida con il morso avvelenato dell ' assente ghignerà beffarda sulle prove degli sfortunati . Anche se gli assenteisti sfodereranno la sapienza del calcolo dell ' opportunismo e sarà facile per essi pronunciare la frase di prammatica : « te l ' avevo detto io » . Perché , sia detto ben chiaro , questo campionato italiano dei maestri deve essere considerato come una rassegna d ' onore della classe magistrale italiana , una scorta di atto dimostrativo di stile , di tecnica e di correttissima combattività . Solo così questa nuova pagina dell ' attività schermistica nazionale raggiungerà le vere finalità per le quali la prova è stata creata . E giusto , è logico che ai validi , ai giovani , agli animosi sia consentito di misurarsi sul campo della vera battaglia , sia concessa la possibilità di affinare il bagaglio delle proprie conoscenze e di trarre dalla diretta e personale esperienza il suggerimento più vitale e più efficace per l ' allievo . La classe magistrale italiana ed i giovani maestri in particolare avevano bisogno di questa iniezione vivificatrice , di questo stimolo al proprio orgoglio di distributori del buon pane della tecnica schermistica . I più grandi maestri che la storia ricordi furono grandi , talvolta grandissimi campioni . La regola non è così ferrea né così generale poiché l ' insegnamento richiede doti caratteristiche e quanto mai particolari . Il sapere intendere , assimilare , distribuire e suggerire con magistero d ' arte è privilegio di pochi ma non va dimenticato che la scherma è ben vero un ' arte ma è anche , e sopratutto , un ' arte di combattimento . Chi avrà saputo combattere e vincere la bella battaglia , con l ' arma in pugno , sulla pedana di combattimento , avrà carpito il segreto sostanziale di tutte le vittorie che coronano questa nobilissima disciplina sportiva , alimentato la fiamma che sola può vivificare e far brillare la fredda maestria della tecnica : il cuore del combattente . Salutiamo nei campionati italiani dei maestri la più bella , la più simpatica e la più convincente delle esibizioni schermistiche . A Mario Bini vincitore del fioretto , a Giovanni Palmeri trionfatore nella spada , a Nicolò Perno primo nella sciabola è andato l ' alloro dei trionfatori . Vittorie meritate , conquistate con l ' impeto , con la valentia , con l ' energia che distinguono i forti . Essi hanno indicato la via e saranno pronti domani a difendere il fiammeggiante tricolore conquistato . A tutti gli altri , ad iniziare dall ' ultimo classificato delle prime eliminatorie , il plauso di tutti gli sportivi . Degne di particolare rilievo la disciplina , la correttezza sportiva e la forbitezza stilistica di tutti i concorrenti . La gara si è svolta nella ricca sala d ' armi della Società del Giardino di Milano , sede degna da ogni punto di vista , ma dove , per ragioni che ci sfuggono , la partecipazione degli spettatori è sempre relativamente limitata .
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Abbiamo già detto che il Giro dei Tre Mari » la più grande competizione ciclistica a carattere di propaganda si svolgerà dal 7 al 20 settembre nelle province dell ' Italia meridionale . Oggi aggiungiamo che il percorso della gara è stato completato con le 3 tappe siciliane : Messina - Catania ; Catania - Messina e Messina - Palermo . Ciò si deve , principalmente , al vivo interessamento del Prefetto di Catania , il quale , con lodevole senso sportivo , ha assicurato al Presidente della S.S. Parioli , la quale organizzerà la grande prova a tappe , tutto il suo appoggio morale e quello degli sportivi di questa Provincia per l ' effettuazione della tappa Messina - Catania e viceversa . È la prima volta - se la memoria non ci tradisce - che una competizione dell ' importanza di quella del Giro dei « Tre Mari » raggiunge l ' Italia insulare . Va senz ' altro rilevato ed elogiato l ' interessamento di quegli sportivi per quella che si può definire una delle più grandi adunate ciclistiche nazionali . È stato sufficiente il solo annuncio per mettere a rumore l ' ambiente sportivo siciliano . A questa passione si deve se il « Giro dei Tre Mari » ha già ottenuto il primo , significativo successo : quello delle adesioni di tutte le province ove si svolgerà il « Giro » . Quando gli organizzatori hanno studiato il percorso , desideravano che il « Giro » non fosse eccessivamente lungo . Però , da un attento esame , è risultato che se si voleva raggiungere la punta dello « Stivale » per poi avere il traguardo a Roma , la corsa avrebbe dovuto svolgersi su un percorso di km . 2500 . Venne accolta , quindi , all ' unanimità , la proposta che il « Giro » toccasse qualche città della Sicilia per poi raggiungere Napoli per via mare e , con la tappa Napoli - Roma , si sarebbe avuta la conclusione della gara , ciò che importa un percorsa di km . 1700 . Pertanto , il « Giro dei Tre Mari » si svilupperà come segue : 7 settembre : Roma - Aquila . 8 » Aquila - Pescara . 9 » Pescara - Foggia . 10 » Foggia - Bari . 11 » Intertappa . 12 » Bari - Potenza . 13 Potenza - Lagonegro . 13 » Lagonegro - Cosenza . 14 » Cosenza - Catanzaro M . 15 » Intertappa . 16 » Catanzaro M . - Reggio Calabria . 17 » Messina - Catania . 17 » Catania - Messina . 18 » Messina - Palermo . 18 » Ore 21 : partenza di tutta la carovana da Palermo con il Piroscafo « Vulcania » . 19 » Arrivo a Napoli - Intertappa . 20 » Napoli - Roma . Scorrendo il percorso , non si può fare a meno di rilevare che la gara si presenta dura anche per coloro che ( al « Giro » parteciperanno anche i corridori che hanno disputato la prova del « Tour » ) vanno per la maggiore in campo ciclistico nazionale ed internazionale . Tuttavia , altra constatazione da fare è che il percorso è stato distribuito in modo da conferire alla gara una omogeneità ed un interesse senza pari . Non è ancora opportuno fare previsioni ; è certo però che la competizione indetta dalla « Parioli » può definirsi la prova del fuoco non solo per i giovani , desiderosi di mettersi sempre più in luce , ma anche per gli « Assi » . Ed il successo della gara sta appunto nell ' incertezza del risultato , nella perfetta organizzazione e nell ' entusiasmo vivo , sentito degli sportivi dell ' Italia meridionale , che accoglieranno i concorrenti con quello slancio proprio dei meridionali . « Giro dei Tre Mari » : competizione destinata a passare nella storia del ciclismo nazionale .
MERCATO DEI CALCIATORI ( VIERO ENNIO , 1938 )
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Il mercato si è iniziato presto , quest ' anno . Le necessità create dalla preparazione per la Coppa del Mondo e la fine conseguentemente anticipata del campionato italiano , hanno fatto sì che quell ' immenso baraccone ideale ove si può immaginare si svolgano le operazioni di compra - vendita dei giocatori , spalancasse prima del solito i suoi battenti e desse maggiore sfogo alle trattative , non più soffocate dalla immanente chiusura delle liste di trasferimento . Non è certamente con intenzioni offensive che abbiamo pronunciato la parola mercato per definire l ' insieme delle operazioni necessarie per il passaggio di un calciatore dall ' una all ' altra società ; e non si manca certo di rispetto alle buone norme parlando di vendite e di acquisti di giocatori come se si trattasse di vile merce e non di uomini in carne ed ossa . Un tempo , magari , un linguaggio simile avrebbe fatto torcere il naso a molti di quei purissimi , rimasti ancora al viaggio in terza classe ed alla pagnottella imbottita consumata frettolosamente all ' impiedi prima della partita , ai tempi , per intenderci , cosidetti eroici e del dilettantismo integrale , ma oggi i ] termine è entrato completamente nel parlare comune e non c ' è nessuno che si sogni di scandalizzarsi per una simile crudezza d ' espressione . Tutto questo abbiamo premesso perché non vengano fraintese le nostre purissime intenzioni e non venga data all ' esposizione che stiamo per fare un valore ed un significato che non ha . Ci ripromettiamo semplicemente di dare uno sguardo di sfuggita al panorama calcistico italiano e di ficcare per un momento il naso in quel baraccone cui abbiamo alluso più sopra ; non sarà colpa nostra se a questa rapida occhiata molte cose sfuggiranno e molte altre verranno appena avvistate . E tante altre infine , non verranno nemmeno segnalate , dato che non sono ancora avvenute ; non bisogna infatti dimenticare che il termine per la presentazione delle liste di trasferimento scade soltanto col 31 luglio . Appare subito chiaro che la tendenza del mercato è al rialzo . Al netto rialzo . Non sappiamo con precisione indicare le cause di questo fatto che non ci sembra tuttavia dovuto soltanto ai motivi che in genere determinano l ' aumento dei prezzi e cioè alla abbondanza delle richieste ed alla deficienza delle offerte . Giocatori che passano da una società all ' altra ve ne sono moltissimi ed i giornali infatti pubblicano lunghe liste di trasferimenti già avvenuti e di altri che probabilmente avverranno ; il materiale , dunque , non manca sia che si tratti di ... prima scelta , sia che , invece , si tratti di qualità un poco più scadente . Ma qualunque siano i motivi , veri o fittizi , che lo hanno provocato , il certo si è che i prezzi sono saliti alle stelle e che per un ottimo giocatore di fama internazionale l ' unità di misura è senz ' altro il mezzo milione ! Ricordiamo la sensazione che provocò anni fa la notizia dell ' avvenuto passaggio di Colombari al ( ( Napoli u per la cifra di 25o mila lire ; fu un fatto che fece gridare allo scandalo , tanto poco il pubblico era abituato alle grosse cifre . Oggi , a più di un mese dalla chiusura delle liste di trasferimento , quella somma appare , non diciamo ridicola , ma perfettamente normale . Ogni giocatore di una qualche fama vale almeno 200 mila lire ; ogni giovanissimo che si sia fatto appena un po ' di luce nei campionati inferiori , che abbia attirato su di sè l ' attenzione di una società di serie superiore , vale almeno roo mila lire . Di cifre inferiori non se ne trovano , o se per avventura vengono offerte si tratta di elementi di valore mediocre che non suscitano alcun interesse in quei compratori che misurano ormai il valore di un atleta dall ' entità della cifra richiesta . Certo , a molto ha contribuito la campagna senza economia svolta da quaiche grande società con le spalle molto solide ed anche l ' indirizzo immediatamente stabilito dalle prime trattative che aprirono la serie dei trasferimenti : quelle cioè che assicurarono al ( ( Genova ) ) due ottime speranze del ( ( Pisa n , il terzino Marchi e il centr ' attacco Bertoni , per i quali il Genova pagò in blocco 55o mila lire . È naturale che successivamente ne dovesse restare influenzato tutto l ' andamento del mercato . Per un certo tempo la cifra spesa dal « Genova » è restata la cifra - primato , ma poi ecco un ' altra società superarla di slancio . È il « Milan » che non esita , pur di impadronirsi di Andreolo , assoggettarsi ad un salasso veramente eccezionale : 480 mila lire . La somma è tale da lasciare leggermente sbigottiti , ma per il « Milan » non c ' era altro da fare . Andreolo era legato al « Bologna » ed una clausola del suo contratto diceva che egli avrebbe potuto essere libero solo se per il suo trasferimento fossero state pagate 400 mila lire , e siamo certi che il « Bologna » nello stabilire la clausola era sicuro che mai Andreolo se ne sarebbe avvalso . Invece mutano i tempi ed ecco che il « Milan » non si è fatto tanto pregare per sborsare le 400 mila lire ; alle quali bisogna aggiungere il 18% , che spetta di diritto all ' atleta e che il « Milan » dovrà pagare . Questa è dunque la nuova cifra - primato della stagione , ma non è detto che essa non debba essere migliorata e che il traguardo non venga portato ancora più in alto . Non si è forse di già parlato che siano state offerte alla « Lazio » 600 mila lire per Piola e all ' « Ambrosiana » una eguale cifra per Meazza ? Ed entrando nel terreno delle cose possibili , chi è che non sa che il « Genova » si è dichiarato pronto a spendere 400 mila lire per . Colaussi e 500 mila lire per Arcari IV ? Cifre esagerate , si potrà dire , ma questa è la realtà della situazione e se una società vuole veramente attrezzarsi e migliorarsi con atleti di grande classe , non può che adattarvicisi e seguirla . Fare gli scandalizzati è perfettamente inutile ; e non parliamo di morale poiché è il fatto che conta e non l ' entità del fatto . Ma proseguiamo nella nostra rapidissima rassegna . Dalla cifra limite di Andreolo si cala immediatamente alla quota 200 , dato che per nessun giocatore è stata richiesta la somma intermedia di 300 mila lire . Ha pagato 200 mila lire la « Juventus » al « Napoli » per avere Boscaglia , pagherà 200 mila lire il « Livorno » alla e Lazio o se vorrà avere , come ormai sembra sicuro , il lungo e valoroso Viani . La quota 200 mila lire è stata sfiorata , se non proprio raggiunta , dalla e Lazio o con le sue 180 mila lire spese per avere Ramella dalla « Pro Vercelli » ; dal « Milan » con una somma eguale per avere Buscaglia dal « Torino » , dall ' « Ambrosiana » che ha speso altrettanto per farsi cedere Barsanti dal « Genova » . Poi si scende ancora e si giunge alle 155 mila lire che il « Napoli » ha sborsato alla « Lucchese » per assicurarsi Romagnoli . A questo proposito si narra che la « Lucchese » aveva già stabilito di cedere il suo attaccante per 60 mila lire ed in questo senso stava per darne comunicazione al « Napoli » , quando veniva preceduta da una lettera dello stesso « Napoli » nella quale venivano offerte 140 mila lire . Di conseguenza la « Lucchese » domandava ... 170 mila lire e finiva poi per accontentarsi di 155 mila ! E se la storia non è vera è indubbiamente ben trovata ! Ed eccoci alle 100 mila lire alla cui quota sono avvenute parecchie trattative di atleti sopratutto provenienti dalle società minori . Registriamo così le 112 mila lire pagate dal « Bologna » alla « Sanremese » per il trasferimento di Marchese , le 120 del « Genova » alla « Anconitana e per il centro mediano Baldoni , le 120 del « Genova » per il portiere Agostini , le 110 mila della « Fiorentina » al Q Vigevano e per il portiere Griffanti . Infine possiamo ricordare anche la coppia Vale - Suber che il « Venezia » ha ceduto alla « Ambrosiana » per 100 mila lire . A tutte queste cifre possiamo aggiungere quelle che formano ancora materia di trattative e che so - no naturalmente moltissime ; fra queste ricordiamo ' le 15o mila lire che la ( ( Lazio » domanda per Riccardi e che ( ( Liguria » e u Milan e stanno cercando , o hanno cercato , di ridurre , le 10o mila che la stessa Lazio » ha domandato al cc To rino » per Capri , le 10o mila che il e Vicenza » domanda per Frigo . Ed infine le 200 , ed anche le 250 mila , che la « Roma » ha inutilmente offerto al « Bologna » per trattenere Donati . Sotto le 100 sono avvenuti una infinità di trasferimenti , ma le cifre sono troppo ... esigue perché le cronache se ne debbano occupare ed in ogni caso si tratta di passaggi avvenuti fra squadre di categorie inferiori . Fanno eccezione quello di Busidoni che la « Juventus » ha avuto dalla Triestina per 6o mila lire , quello di Dugini che il « Bari » e ha pagato 6o mila lire al « Prato » Questa , salvo le inevitabili omissioni , è la situazione del mercato calcistico ad oltre un mese dalla chiusura delle liste di trasferimento . E le conclusioni , in fondo , non possono essere che assai rosee ed ottimistiche . Perchè bisogna proprio dire che il calcio italiano sia vivo e fiorente , se le società sono in grado , per migliorarsi , di assoggettarsi senza battere ciglio a delle spese così sensazionali .
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La stagione automobilistica è ormai a metà del suo cammino e non si può negare che nel complesso del bilancio internazionale accusi degli ... ammanchi di attività . La rete delle varie competizioni nella vicina terra di Francia qua e là si rompe e si dirada . Si tratta in ogni modo di un fenomeno in relazione anche ad una situazione di irrequietezza e di crisi interna . L ' ultima rinunzia è quella del G . P . di Comminges . Restano a tener duro nel loro ben fornito calendario , Italia e Germania . È già deciso , è vero , che la ormai tradizionale « Mille Miglia » non avrà più luogo sulle strade nazionali ; ma non è detto che non debba ripresentarsi convenientemente trasformata , oppure addirittura trasferita , armi e bagagli , sulle strade coloniali . Che se ne direbbe di una « Mille Miglia » abbondante , per esempio , sulla nostra maravigliosa litoranea nord - africana ? Ma lasciamo pur lavorare l ' estro e la fiera volontà degli organizzatori bresciani ( ai figli della « Leonessa » una escursione libica non dovrebbe dispiacere ) e riportiamo l ' occhio al momento attuale . Di competizioni nostre , d ' ambito limitato o di carattere nazionale ed internazionale , ne abbiamo molte e tutte affollate di concorrenti . Soltanto che ci si pronuncia sempre più verso le piccole cilindrate , dalla minuscola 500 sino alla 1500 , dove l ' industria nazionale presenta tutta una gamma di gioielli veramente insuperabili e dove si registra una affermazione assoluta , costante , autoritaria . Tutte macchine del resto che rientrano nel tipo rispondente alle nostre strade , ai nostri gusti e ... alle disponibilità finanziarie della clientela media che in Italia rappresenta l'80 per cento del complesso acquirente o probabile acquirente . E con ciò si spiega il perfezionamento e il rendimento raggiunti dalle piccole e medie cilindrate della produzione italiana : è una risposta alla richiesta . Nei riguardi poi delle competizioni che esigano l ' intervento dei grossi calibri e dei voluminosi cavalli - potenza , queste , in Italia , mantengono intatto il loro calendario e molto probabilmente avrà luogo anche il G . P . di Monza sulla cui effettuazione si erano fatte recentemente delle riserve . E sono intanto nel periodo conclusivo della preparazione la Coppa Ciano a Livorno il 7 agosto , e la Coppa Acerbo a Pescara il 14 : due prove d ' alto bordo a una sola settimana di distacco ! È la prima volta che si verifica una vicinanza così perentoria di due prove di superiore importanza internazionale . È giovevole ai fini dello sport una coincidenza del genere , e oltre che dello sport , dell ' organizzazione e dell ' industria ? Non si vengono a sottoporre le Case ad uno sforzo finanziario gravoso e i corridori a un carosello logorante ? C ' è il pro e il contro . Il pro è certamente rappresentato da un crescendo vertiginoso di tifo automobilistico che mobilitato in circuiti chiusi e ampiamente forniti di tribune non mancherà di fare molto bene al ... fisico e al morale delle organizzazioni . Quanto a spese c ' è il caso di trovarci la convenienza , poiché appena fatte le loro cose a Livorno , Case e piloti interessati infileranno l ' itinerario di Pescara senza intervallo , ma anche senza le necessità relative del ricominciare tutto da capo . Una settimana gaudiosa di sagre del motore con finale di Ferragosto sulle rive di un Adriatico fascinoso . Una estate memoranda , questa , nella storia dell ' automobilismo . È dal lato vetture delle maggiori cilindrate che abbiamo le nostre preoccupazioni ; siamo in magra , da un paio d ' anni a questa parte , in tema di successi internazionali . E tuttavia riteniamo che si tratti piuttosto di preoccupazioni relative ad un periodo di transizione , che come tale non può passare d ' un colpo . E del resto fa parte di una crisi di sviluppo . Di uno sviluppo che ha preso molta cura delle cilindrate minori per ovvie ragioni economiche e preferenziali già accennate ; e per le cilindrate maggiori per un po ' ha voluto non buttare subito alle ortiche il materiale eccellente già specializzato e per un po ' ha soprasseduto alquanto sul nuovo orientamento da prendere . Forse ha soprasseduto troppo ? Eh , si vedrà in appresso , dai risultati che non saranno per mancare . Anzi , per molti segni , una ripresa vigorosa appare in gestazione . Il fatto si è che una brillante situazione europea quanto dire mondiale la si è raggiunta con le 1500 Maserati bene affiancate anche dalle analoghe Alfa Romeo , Aprilia , con le 500 e 750 Fiat , ecc . , e nelle 3000 Si lavora con alacrità e spirito critico per il quale si vogliono evitare certe delusioni spiacevoli sofferte . Trasformazioni essenziali e creazioni ex novo non possono farsi sotto l ' assillo della fretta . La Maserati , per esempio , aveva presentato a Tripoli una eccellente vettura nuova formula , di certo non meno veloce della Mercedes vittoriosa . La rottura del ponte posteriore come è noto ne troncò le chiare possibilità . È stata rimessa in cantiere e le due monoposto tre litri di Varzi e di Trossi , accuratamente revisionate , irrobustite nel telaio e col ponte nuovo , saranno in lizza sul Circuito dell ' Ardenza , nella Coppa Ciano . Nella quale competizione porterà la sua battaglia anche la francese Delahaye con due monoposto 4500 cmc . senza compressore , affidate a Dreyfus e Comotti . Anche l ' edizione di queste è superiore a quella presentata a Tripoli . E l ' Alfa corse ? Sono a punto veramente le due macchine tanto attese e che a Tripoli risultarono del tutto ... fuori forma ? In un primo momento era stata annunciata la loro presenza al G . P . di Germania con la guida di Nuvolari . Poi tale intervento viene disdetto e troviamo Nuvolari passato a capo pilota dell ' Auto Union per la corsa in parola . Però ci viene data per certa la prossima presenza delle Alfa , una dodici e la nuovissima sedici cilindri , affidate a Biondetti e a Farina . C ' è della febbre in giro . Febbre del successo possibile o della incertezza ancora opprimente ? Alla Coppa Ciano il primo parere in proposito , nel mentre possiamo sin d ' ora nutrire una sola fiducia nella prova che le 1500 Maserati ci sapranno offrire anche nei confronti delle nuove E.R.A. Circa le macchine tedesche , la loro gradita quanto pericolosa presenza è sempre permanente . A Livorno la partecipazione della Mercedes è sicura e si sta concretando ora anche la certezza del ritorno dell ' Auto Union che in officina e sul Nurnburgring ha provato e riprovato e , sembra , con risultati tali da deciderla ad accaparramenti dei migliori piloti disponibili : presenterebbe un terzetto Nuvolari - Stuck - Chiron ... Il primo appuntamento è a Livorno . La rivincita poi il 14 agosto a Pescara . Questo illustre Circuito , come abbiamo già avuto occasione di dire , è stato trasformato , reso del tutto autonomo e qui la Coppa Acerbo , insieme alle altre prove del programma , assurgerà ai fastigi cui è abituata . Avremo una competizione con Maserati , Alfa Romeo , Mercedes , Auto Union , Delahaye in piena efficienza ? oppure la tirata di collo dell ' Ardenza farà sentire a qualche , concorrente , e magari a tutti il suo peso ? Quasi quasi le indimenticabili Alfa della vecchia formula vi potrebbero cogliere il destro di una ampia dimostrazione della loro irriducibile vitalità ... Questa breve rassegna automobilistica fatta a piè sospeso poiché siamo soltanto alla vigilia di avvenimenti capitali , non può trascurare un ' occhiata al capitolo piloti . Qualche astro di prima grandezza , purtroppo , è scomparso , qualche altro n ' è uscito per il rotto della cuffia . L ' augurio a Nuvolari e a Farina , ritornati in piena efficienza , di far valere in pieno la loro classe , nel mentre sta maturando per i nuovi fasti dell ' automobilismo nazionale una schiera di giovani di alto valore , quali Marazza , Rocco , Villoresi , Baravelli , Bertani , Spotorno , Barbieri , Ruggeri Arialdo ed altri . È da questa schiera che emergeranno gli assi del volante necessari a proseguire la tradizione gioriosa dei maestri che da Nazzaro , Cagno e Lancia ha mantenuto sino ad oggi il suo scettro prestigioso . Nel campo motociclistico , dobbiamo rammaricarci di aver perduto primo e secondo posto sicuri al G . P . della Svizzera . Già dalle prove si era constatata a base di tempi e di tenuta , la netta superiorità delle Gilera quattro cilindri affidate ad Aldrighetti e a Serafini , nei confronti di tutte le altre marche presenti . Indubbiamente , la nostra superiorità nella 500 , che sino allo scorso anno era soltanto un miraggio né la sbarazzina superiorità delle Guzzi 250 era una consolazione sufficiente agli interessi dell ' industria a Ginevra stava per avere , per merito della Gilera e dei suoi due centauri , una consacrazione memorabile . La sfortuna , soltanto la sfortuna , ci ha vietato il trionfo . La nuovissima creazione di Taruffi e di Gilera non soltanto è oggi la moto più veloce che esista , ma ha raggiunto la perfezione in fatto di stabilità , di tenuta e di manovra . Dimostrazione palmare di ciò , superando anche ogni più favorevole aspettativa degli stessi costruttori , era stata offerta - oltre che sul Circuito del Lario , irradiato della luce e della bellezza fascinosa del Lago di Como nei giorni precedenti il Circuito di Ginevra , da Aldrighetti e Serafini , specie il primo , che sotto gli occhi di un pubblico stupefatto , si era prodigato in velocità ed in acrobazie inedite per le difficili giravolte del percorso . E forse , proprio la eccessiva sicurezza ha tradito i nostri piloti su quel Circuito delle Nazioni che ha visto in lizza le più veloci e più note macchine europee . Al Lario invece era andata come doveva andare . La quattro cilindri con compressore non vi ha conosciuto rivali , nemmeno la Guzzi , che sin dall ' inizio vedeva con la caduta di Tenni sfumare le sue possibilità , del resto non troppo accentuate . Ma Serafini correva sul Lario precettore Taruffi dopo aver imparato a memoria in tutti i minimi particolari , sulla carta e sulla strada , il percorso , e aveva avuto ordini di andare piano . E andando piano sentiva che su un circuito del genere si possono , con la Gilera , anche sfiorare i 100 orari ... Comunque vittoria pacifica a specchio di quella gemma del Lago di Como , così orgogliosa del castone che la racchiude , di ville , di cime , di luoghi di paradiso , legati dal filo di platino d ' una strada prodigiosa di arditezza e di perfezione costruttiva . Venivano anche battuti tutti i primati precedenti . Ed eziandio questo ha valso a dare a Serafini e Aldrighetti quel senso di sicurezza di sé stessi e del mezzo , che a Ginevra avrebbe dovuto starsene invece a guinzaglio . Ma , in definitiva , è ormai incontroverso che il nuovo gioiello della produzione italiana , la quattro cilindri Gilera , è a punto nella risposta a tutte le esigenze e sta trovando l ' apice del suo rendimento . Con ciò prendendo un meritato posto d ' onore per il completamento della formidabile tradizione instaurata dalla Bianchi , dalla Guzzi e appoggiata dalle altre giovani quanto intraprendenti marche italiane .
I PREGIUDIZI ( GAVAZZI P. A. , 1861 )
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Tutti i viaggiatori che visitano Napoli si scandalizzano alla quantità dei pregiudizi napoletani che abbrutiscono tanta parte della popolazione : tutti i forestieri che spendono tempo e danaro in Napoli s ’ instizziscono alla grettezza dei pregiudizi napoletani che scemano di tanto la libertà e i piaceri della vita e del soggiorno : i letterati che meravigliano in Napoli l ’ immensità di Grecia e di Roma notano nei loro libretti e scrivono ai loro paesi la pigmea servilità dei pregiudizi napoletani che incerchiano di notte e di paura le intelligenze di loro natura le più acute e vivaci : i magistrati stessi destinati al governo di Napoli si lamentano della feroce irrequietudine dei pregiudizi napoletani , che privano spesso la legge della sua forza , della sua influenza benefica , e perpetuano al popolo la lebbra secolare delle sue miserie : che più ? i Napoletani medesimi educati allo studio ed ai viaggi , si vergognano alla fedele tradizione dei pregiudizi del loro paese , che nell ’ atto di degradarlo all ’ ultimo posto della civiltà europea , lo rendono pressocché inabitabile a ’ suoi stessi cittadini non perduti della mente e del cuore dietro alle stupide fole del prete , e della balia . I pregiudizi dunque vi sono , dacché tutti li ammettono : ebbene , che si fa per isdradicarli ? Nulla . Tutti se ne lagnano e se ne risentono come di pubblica calamità : ebbene , perché non toglierli ? Si avrà dunque a continuare in tanta tristizia sino alla fine del mondo ? Non si vorrà dunque mai mai mai cominciarne la vendemmia , per poi farne un brindisi al diavolo che ce li regalava ? A questo punto però tutto il coro dei vili , dei timidi , degli ingordi , dei pagnottisti intuona una litania di ma da disgradare quella del breviario romano , inchiusi i suoi libera nos , Domino . Ed il maestro che batte solfa in questa musica di talpe e di conigli è per lo appunto lo stesso governo . Ma bisogna andar bel bello ; ma conviene agire con infinita prudenza ; ma necessita usarvi il tatto di una mano in guanti di velluto ; ma il popolo non ci è preparato ; ma non si può urtar così di fronte alle consuetudini popolari ; ma non si dee correre il rischio di qualche cicaleggio e forse anche di qualche scalfiatura misurandosi a corpo con le favorite enormezze popolane ; ma non si vuole scontentare tanta parte di popolazione che di queste sue popolesche stupidità si beatifica , e ciò per solo cessare da Napoli la riputazione di barbara , che sì giustamente le accattarono i pregiudizi del suo popolo , ma … eh ! andate al fistolo voi e i vostri ma ; che non sono buoni ad altro che per servirli in insalata agli eunuchi . Se le cose buone si dovessero fare per ma , il mondo sarebbe ancora nella mente del Creatore . Chi non ha coraggio di riparare ad un male che ei deplora , e per togliere il quale può disporre di ogni mezzo ; e quei vada a far la balia ai trovatelli , ovvero a biasciar Paternostri alla Mecca , ma non deturpi colla sua irresoluzione , e la sua connivenza il nome ed il seggio di un governo italianamente costituzionale . Cosa è dunque che c ’ impedisce vedere in Napoli iniziata la grande crociata contro i pregiudizi ? Mancanza , o di volontà , o di onestà , o di coraggio . Gl ’ impiegati di qualunque grado che vedendo il danno che deriva da questi pregiudizi alla moralità , alla civilezza , al progresso del popolo , non se ne danno per intesi , o tutto al più vi rispondono col darvi ragione stringendosi nelle spalle , sono impiegati disonesti che non vogliono avere la volontà del bene per l ’ egoistica ragione che vale ben meglio beccarsi i mensili dell ’ impiego senza fiorirselo di brighe e di spine . Ed il governo li apprezzerà come savi , come prudenti , come discreti ? Evviva la pagnotta ed il suo fedel sacerdozio ! Altri invece non mancherebbero di buona volontà o di sufficiente onestà , che mancano poi al tutto di coraggio per bravare il mostro e per atterrarlo . E qui un ’ altra sfilza di ma ; ma ci si pericola del posto , ma ci si rischia la pelle , ma ci si pone a repentaglio la riputazione . La riputazione ! Ma quale uomo volle mai in Napoli il bene del popolo che non ci perdesse la sua riputazione ? Il popolo che non risparmiò il suo stesso Masaniello , potrebbe rispettare il nome di chi vuole felicitarlo , ma correggendone le male abitudini ? Il proverbio che corre di Napoli in Italia è per lo appunto che Napoli è la tomba d ’ ogni immacolata riputazione . Perciò chi fa il bene , non debbe già riguardare se in facendolo perderà in Napoli la sua riputazione ; bensì , se in non facendolo perderà in Italia e fuori questa sua tanto cara riputazione . L ’ uomo che partendo da Napoli potrà con sé recare il vanto di aver tentato di ammegliarne il popolo , riceverà dovunque la civilezza è in pregio accoglienze e riguardi , che lo compenseranno della fama in Napoli ingiustamente perduta . Che anzi Napoli stessa a suo tempo gli renderà giustizia , restaurandolo agli affetti e alle laudi della sua troppo vivace cittadinanza . Non è dunque per la riputazione che l ’ onesto uomo debbe agire ma per la coscienza : ed una volta trovato e confessato che i pregiudizi incagliano , immiseriscono , deturpano Napoli , conviene che ei ponga la mano allo svellerli . Non dico già che tutto d ’ un tratto si debba arrivarne allo sradicamento : dico che non si deve tardare , non tentennare di porsi all ’ opera : dico che ogni esitanza è colpa , ogni ritardo è delitto per parte di chi ne governa : dico che l ’ aspettare a domani è un rendersi rei di lesa opportunità , questo essendo il momento più propizio alle radicali riforme : dico che chi non fa oggi , rimettendolo a più avanti , è uomo in lega coi nemici del popolo , di cui vuole così perpetuare l ’ abbiettezza e la ferocità . Crede forse l ’ attuale governo che tutti lo somiglino ? Argomenta forse da se stesso che tutti in Napoli pensino solo a conservarsi posto e stipendio , scansando di correggere i brutali istinti del volgo ! E se il numero dei volenti e degli ardimentosi non è al tutto scarso , perché di questi non si avvale il governo onde della penna , e specialmente della parola parlata spantaccino il popolo dal lezzo dei suoi pregiudizi ? È al clero specialmente che Napoli va debitore di questa turpe eredità di credula barbarie , e di farnetica superstizione ; tocca quindi al governo giovarsi di quella piccola eletta di clero liberale che può e vuole sbuiar le menti popolari dagli errori addensativi dai suoi falsi fratelli di sacerdozio . Soprattutto che la turba dei codardi non mi venga in campo collo specioso pretesto della educazione infantile , come l ’ unico rimedio per guarire in meno di tre generazioni il popolo dal cancro de ’ suoi pregiudizi . Ma in nome del cielo come educherete questi bimbi senza urtar di fronte i pregiudizi del popolo , che non vorreste toccare ? Il popolo osteggia le scuole , amando meglio la sozza ignoranza dei figli , anziché perderli ad un solo grano di turpe speculazione : o tutto al più contentandosi alla semiasineria del figlio prete , da esso impretato per nobilitare il fango da cui sverminò . Il popolo osteggia le scuole o non condotte da un qualche cappellone alla Don Basilio , o dove almeno un basilisco di cappellone non insegna in nome del cardinale arcivescovo il catechismo della menzogna e della negazione della patria . Il popolo osteggia le scuole ove a furia di bocconi rubbati agli stessi fanciulli non s ’ incampiona o s ’ incandela una qualche goffa caricatura , che ei crede santo o madonna , per la sola ragione che per tale la battezzò un qualche guasta mestieri . Come potrete dunque vincere i pregiudizi mercè le scuole , se il primo pregiudizio del popolo esiste appunto contro queste vostre scuole ? E badate bene a che dico , se le scuole non saranno le vostre , ma invece saranno le scuole del cardinale , dei frati , dei preti , delle monache , o dei laici che recitano l ’ uffizio divino , non solo non saranno corretti í pregiudizi del volgo , ma per due volte altrettanto in numero e qualità gli saranno ribaditi nella mente e nel cuore dai fabri della sua ignoranza . Fateci dunque animo , Governo di Re Galantuomo , e voi culti cittadini di una patria emancipata : e colla stampa , col pulpito , colla tribuna , al crocchio , al teatro , nella piazza , nel tempio , gli uomini che amano il proprio paese inizino fin d ’ oggi l ’ opera santissima di spregiudicare il popolo napoletano dalla sua vecchia scorza , ringiovanendolo a civilezza , ad onestà , a pensare degni di una libera Italia . I pregiudizi , di qualunque genere sieno , non faranno mai lieta di progresso e di prosperità la cittadinanza che vive di essi . Siccome l ’ ellera che s ’ abbarbarica ad albero fiorente di vita , e lo intisichisce e lo soffoca : così i pregiudizi prendendo il posto del vero mano mano annientano in cuor del popolo la religione , la morale , la civiltà , per sostituirvi la superstizione , l ’ ipocrisia , la barbarie . Ecco di qual guisa e a quale intento noi ci dobbiamo avvalere delle nuove libertà italiane , che dopo tanti secoli di servitù e di catene , di despoti e di preti , oggi per la prima volta infiorano di nazionalità la terra del sorriso di Dio !
LA RAJA YOGA ( VIVEKANANDA SWAMI , 1906 )
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I maestri nella scienza della Yoga dichiarano che la religione non è solamente basata sopra l ' esperienza dei tempi antichi , ma che nessun uomo può essere religioso finché non abbia egli stesso le medesime percezioni ( sopranormali ) . La Yoga è la scienza che insegna come ottenere queste percezioni . È inutile parlare di religione prima di averle provate ... Quale diritto ha l ' uomo di affermare ch ' egli ha una anima se non la sente , o di dire che vi ha un Dio s ' egli non lo vede ? Se vi è un Dio egli deve vederlo , se vi è un ' anima egli deve percepirla ; altrimenti è meglio non credere . È meglio essere un ateo dichiarato che un ipocrita ... L ' uomo ha bisogno della verità , di sperimentare la verità da sé medesimo , afferrarla , di realizzarla , di sentirla entro il suo intimo cuore . Allora solo , dichiarano i Veda , tutti i dubbi dilegueranno , ogni oscurità sarà spazzata via , ogni tortuosità raddrizzata . " Oh voi , figli dell ' immortalità , anche voi che vivete nella sfera più alta , la via è trovata ; vi ha una via d ' uscita da tutta questa oscurità , e sta nel percepire Colui che è oltre ogni oscurità ; e non vi è altra via " . La scienza della Raja Yoga si propone di presentare alla umanità un metodo pratico e scientificamente elaborato per raggiungere questa verità . In primo luogo , ogni scienza deve avere il suo metodo speciale di ricerca . Se voi desiderate divenire un astronomo , e vi sedete e gridate " Astronomia , astronomia " essa non vi verrà incontro . Lo stesso dicasi per la chimica . Deve seguirsi un certo metodo ... S ' io vi facessi centinaia di discorsi , essi non vi renderebbero religiosi , fino a che prima non praticaste il metodo . Queste sono le verità dei savii di tutti i tempi e di tutti i paesi , degli uomini puri ed altruisti , che non ebbero altro scopo che di fare del bene al mondo . Essi affermarono tutti di avere trovato una verità più elevata di quella che i sensi possono darci , ed invitano alla verifica . Essi vi dicono : prendete il metodo ed osservatelo accuratamente , e se non troverete allora questa più alta verità , sarete in diritto di dichiarare falsa l ' asserzione ; ma prima di avere fatto questo il negare la verità di queste asserzioni sarebbe irragionevole . Nell ' acquisto della conoscenza noi facciamo uso della generalizzazione , e la generalizzazione è basata sopra l ' osservazione . Prima osserviamo i fatti , poi generalizziamo , e quindi tiriamo le nostre conclusioni o principi . Non possiamo avere la conoscenza della mente , della natura interna umana , del pensiero , finché non abbiamo il potere di osservare i fatti che hanno luogo internamente . È molto facile osservare i fatti del mondo esteriore e centinaia di strumenti sono stati inventati per osservare ogni punto della natura , ma nel mondo interiore non troviamo strumenti che ci soccorrano . Pure noi sappiamo che bisogna osservare una vera scienza . Senza una analisi proporzionata , ogni scienza sarà vana , pura teorica , ed è per questo che tutti gli psicologi hanno disputato fra di loro dal principio dei tempi , eccettuati i pochi che trovarono i mezzi di osservazione . La scienza della Raja Yoga si propone di dare agli uomini i mezzi appropriati per osservare gli stati interiori , e lo strumento è la stessa mente . Il potere di attenzione della mente , ben guidato e rivolto verso il mondo interno , analizzerà la mente e ci illuminerà i fatti . I poteri della mente sono come i raggi di luce diffusa ; quando vengono concentrati essi illuminano ogni cosa . Questa è la sola sorgente di conoscenza che noi abbiamo . Ognuno la adopera , tanto nel mondo esterno , quanto nell ' interno , ma per lo psicologo , la osservazione minuta che l ' uomo scientifico apporta sopra il mondo esterno , deve essere portata sopra il mondo interno , e questo richiede una buona dose di pratica . Da bambini in poi ci è stato insegnato a fare attenzione solo alle cose esterne , mai a quelle interne , e la maggior parte di noi ha quasi perduto la facoltà di osservare il meccanismo interno . Rivolgere la mente , per così dire , in dentro , farla smettere di andare al di fuori , e quindi concentrare tutti i suoi poteri , e ripiegarli sopra la mente stessa , perché possa conoscere la sua propria natura , analizzare sé stessa , è duro lavoro . Pure è il solo mezzo per avvicinare scientificamente questo soggetto . Vi è un solo metodo per raggiungere questa conoscenza e si chiama concentrazione ... Quanto più concentro i miei pensieri sopra l ' argomento di cui vi parlo , tanta più luce vi getterò sopra . Voi mi seguite , ed afferrate ciò che vi dico tanto più chiaramente , quanto più concentrate i vostri pensieri . Come è stata acquistata tutta la scienza del mondo , se non con la concentrazione dei poteri della mente ? La natura è pronta a darci i suoi segreti , se noi sapremo soltanto come bussare , come darle la spinta necessaria ; ed il vigore e la forza della spinta vengono per mezzo della concentrazione . Non vi è limite al potere della mente umana . Quanto più è concentrata , tanto più potere è apportato per influire su di un punto ; e questo è il segreto . È più facile concentrare la mente su cose esteriori , la mente va naturalmente al di fuori ; ma nel caso di religione , o psicologia o metafisica , il soggetto e l ' oggetto sono tutt ' uno . L ' oggetto è interno , la mente stessa è l ' oggetto , ed è necessario studiare la mente stessa , con la mente studiare la mente . Noi sappiamo che esiste il potere della mente chiamato riflessivo . lo vi parlo , ed intanto sto in disparte come se fossi un ' altra persona , e conosco e ascolto quello che dico . Voi lavorate e pensate contemporaneamente , e un ' altra parte della vostra mente sta allato e vede quello che pensate . I poteri della mente dovrebbero essere concentrati e rivoltati sopra di sé , e come i luoghi più oscuri svelano i loro segreti sotto i penetranti raggi solari , così questa mente concentrata penetrerà i suoi più intimi segreti . Così arriveremo alla base della credenza , alla vera genuina religione . Percepiremo da noi stessi se abbiamo un ' anima , se la vita è di cinque minuti , oppure eterna , se vi è o non vi è un Dio nell ' universo . Tutto questo ci sarà rivelato . Questo è quanto la Raja Yoga si propone di insegnare . La meta di tutti i suoi insegnamenti sta nel come concentrare la mente e poi come scoprire i fatti nelle stesse nostre menti , e poi come generalizzare questi fatti , e trarre da essi le nostre proprie conclusioni . Essa non vi chiede quindi quale sia la vostra religione , se siate deisti o ateisti , cristiani , ebrei , o buddisti . Noi siamo esseri umani , e tanto basta . Ogni essere umano ha il diritto ed il potere di andare in cerca di religione ; ogni essere umano ha il diritto di chiedere alla ragione il perché , e di darsi da se stesso una risposta alla domanda , se vorrà solo darsene la pena .
StampaPeriodica ,
Ad ogni estate il calcio prende le sue vacanze , e tanto più meritate sono quest ' anno in quanto ha sostenuto anche la fatica e gloriosamente risposto all ' impegno della difesa e della riconferma del massimo titolo mondiale . Ma sono vacanze più apparenti che sostanziali . La parentesi è tale per il pubblico che non ha più di che gridare e gesticolare dalle scalee degli stadi , ed intanto si pasce di quel che accade o si presume nei retroscena delle trattative e delle cessioni . La parentesi è poi piuttosto relativa per squadre e giuocatori , che sì e no hanno un mese di autentico intervallo , e gli attori di Coppa Europa anche meno . Non esiste poi affatto per dirigenti di società e federali , poiché hanno tanto di quel lavoro a tavolino e in viaggio che neanche un « brasseur d ' affaires » di trust bancario . Del resto , in cassetti e cartelle , federali o sociali che siano , circolano e ballano milioni ad oltranza ... A sostegno , dobbiamo pure riconoscerlo , di vasti e chiari interessi sportivi . La Federazione Italiana Giuoco Calcio lavora con lena anche sotto la canicola e soltanto sotto Ferragosto si permette il lusso di riprendere un po ' di fiato . Per contro , quest ' anno le squadre di Nazionale A e B hanno già fissato la diana della raccolta con i primi di agosto . Nessun rispetto più per la tradizione ! Si comincia presto adesso con la preparazione fisica , tecnica e morale per l ' individuo e per la compagine . Del resto a che servivano certi ozii estivi in piena indipendenza personale e senza alcun controllo ? A far tornare in sede , un mese prima dell ' inizio del campionato , degli atleti che per troppe settimane dedicatisi alla spensieratezza se non alla pazza gioia , apparivano in condizioni fisiche tutt ' altro che brillanti o addirittura deplorevoli e tali da compromettere sin dall ' inizio utilità di allenamento ed efficienza futura di giuocatori e di squadra . Il rimedio acconcio , è stato trovato dal Presidente del Napoli , una delle squadre più esposte alle traditrici lusinghe delle vacanze estive . Ha già radunato , con da fine di luglio , i suoi « polli » e confinatili in un suo delizioso eremo , dove tra esercizi ... spirituali e atletici e lo studio assiduo dei segreti della sfera di cuoio avranno modo di che corroborarsi a dovere e presentarsi alla competizione forti di un accumulo di energie vergini e squillanti come mai per il passato . E , posto che la compagine è stata seriamente rinforzata di elementi , quali giovani e quali di carriera , chi sa che questa volta il Napoli non riesca a correre la giostra in qualità di temibile aspirante al titolo . Tuttavia l ' esempio del Comandante Lauro non resta isolato . Anche le altre quindici squadre fanno lo stesso : tutto sta a vedere quale saprà farlo con maggiore e più fedele convinzione . Ma torniamo ai nostri bravi dirigenti federali . Che prima di riprendere il fiato accennato lo sappiamo , sì e no , per i rituali tre giorni del mezz ' agosto - hanno provveduto alla riunione dei Presidenti di Nazionale A e B nella sede del C.O.N.I. per esposizione e considerazione di problemi generali , del regolamento organico e varie cosa questa mai fatta in passato di « varie » e per la compilazione del calendario , che questa volta è stato formato col procedimento della estrazione a sorte . Sarà stato indovinato questo ricorrere alla sorte ? Ai fini del crescente interesse del torneo forse no ; ma d ' altra parte la scelta degli incontri secondo un criterio selettivo previsionale aveva suscitato recriminazioni e malcontenti . Ora se non le recriminazioni , i malcontenti sia pure postumi , ci saranno lo stesso ; ma insomma la buona fede resta fuori causa , come certamente doveva essere ineccepibile anche per l ' innanzi . In ogni modo , arrivederci dal 17 settembre in poi . L ' altra cosa fatta importantissima è la sistemazione delle iscrizioni per la Serie C : 107 squadre avremo quest ' anno in lizza , suddivise in 8 gironi di 14 squadre . Nuove energie ... E bene si è fatto a rinunziare al « goal - average » nei casi di parità in classifica finale e tornare alla disputa delle qualificazioni : si eviterà così di spegnere anzi tempo entusiasmi e appassionamento , di rinunziare a notevoli incassi e nel contempo sarà rispettato il principio sportivo assoluto del risultato sul campo . Deliberazione di Direttorio questa che fa parte di tutto un complesso importantissimo trattato e definito subito dopo le succitate assemblee di A e B . Un complesso invero di vasta portata , e colmo di un soffio vitale fresco e rinnovatore . Si è incominciato col ricordare che la Federazione è al 400 anno di vita quasi mezzo secolo di autentica storia sportiva , per mille guise addentellata e ingranante con quella della Nazione ! anniversario che la seconda vittoria ai Campionati del mondo ha degnamente , e senza altre cerimonie che l ' innalzamento del tricolore italiano sullo Stadio di Parigi celebrato . Per suo conto la Federazione ha voluto dare una prova di clemenza , dimostrando che non si vuole la morte del ... peccatore , ma il suo ravvedimento e ha concesso un condono di due anni per le punizioni a tempo indeterminato e la riammissione nelle file federali dopo un intervallo di quattro anni degli squalificati a vita . E forse sarà un condono che ridurrà all ' ovile molte pecore pentite , ferma restando però in noi la convinzione della necessità di mai deflettere a parte eccezionalità di ben fausti eventi da processo di epurazione sempre in permanenza , sempre il più oculato e rigoroso possibile . Il calcio come tutti gli sport è per i galantuomini ... In tema di attività internazionale , la prossima stagione vedremo i nostri azzurri impegnati con Svizzera , Ungheria , Francia e Germania ; non sarebbe troppo , ma sono in programma altri incontri per la B ed uno , il 28 maggio , per la Nazionale A da disputarsi all ' estero . Fosse questa volta con la Nazionale inglese ! E ' pur necessario identificare a che punto la squadra Campione del Mondo si trovi oggi in fatto di potenzialità e di tecnica precisamente espresse nei confronti dei maestri d ' oltre Manica che dalla massima competizione mondiale si sono finora astenuti ... Fa parte dell ' attività internazionale anche la Coppa Europa , di cui parliamo a parte in questa breve scorribanda sul calcio estivo ; ma pare che una certa domenica di luglio l ' Ambrosiana , Campione d ' Italia , se ne fosse dimenticata , recandosi a Praga ad incontrarvi in Coppa Europa lo Slavia forse con la stessa disposizione con cui si giuoca una partita amichevole con una squadra ... balneare . L ' ondata di goal ricevuta a Praga è certo un infortunio , tanto che lo Slavia a Milano dovette poi incassare a sua volta una sconfitta , molto meno vistosa ma assai più probativa circa la reale forza delle due compagini . Ciò che rappresenta azione di rinnovamento e di rassodamento e anche di chiarificazione amministrativa sono l ' adozione per le società di un libro amministrativo contabile , fornito e bollato dalla stessa Federazione : è un controllo amministrativo in piena regola specificamente normativo , che in molti casi sarà utile alle stesse società nei confronti dei loro stipendiati . Si è pensato finalmente anche alla tenuta in ordine dei campi di giuoco , sia del terreno , sia degli annessi . Sarà preferibile per tutti provvedere a sistemazioni complete piuttosto che vedersi decurtati ogni volta gli incassi per maggiorazione percentuale a società ospiti a disagio su campo non in ordine ... E speriamo che nella definizione e non in ordine n rientri lo stato di terreni troppo duri e sconnessi , così esiziali per gli arti dei giuocatori . Degne di rilievo , inoltre , modifiche a carattere moralizzatore , quali la limitazione della percentuale spettante al giocatore in caso di passaggio di società ( avremo un po ' meno passaggi desiderati e architettati dal giocatore ! ) ; e invece consentimento alle società di migliorare le condizioni ai giuocatori che dimostrino attaccamento alla propria società : veri e propri premi di fedeltà che varranno a rendere felici molti bravi atleti , a rinforzare le compagini e stabilire sempre più cordiali rapporti tra giuocatori , società e pubblico . Si è inoltre ribadito il divieto di trattative o cessioni durante il Campionato ; tassativamente vietate trattative dirette con giocatori e soltanto riservate tra le società ; e per i militari non più automaticamente il diritto alla lista di trasferimento , ma prima nulla osta della società di appartenenza . Incidenti e casi diversi verranno così eliminati . E ' stato delimitato al 31 marzo precedente l ' inizio del Campionato il periodo di residenza fisica per i giocatori provenienti da Federazione estera . Quanto mai interessante la revisione delle norme regolanti i rapporti tra società e giuocatori . Insomma la F.I.G.C. insiste e con chiarezza di vedute e precisione di provvedimenti su un processo di normalizzazione e di epurazione psicologica e condizionale del calcio come sport , come spettacolo , come organizzazione e come organizzati ; intende ottenere la completa sanità dell ' ambiente , la serenità e l ' equilibrio in tutte le sue manifestazioni , dove entusiasmo e passione devono aver sì libero corso , ma dentro argini ben definiti e solidi . Opera da quarant ' anni bene intrapresa e d ' anno in anno , di giorno in giorno sempre meglio condotta e vigilata . Ed ora uno sguardo alla Coppa Europa , dove il Milan cominciava col trovare nella compagine romena del Ripensia uno squadrone dal quale s ' è fatto sorprendere senza possibilità di riscatto . Ma dove l ' Ambrosiana ha giuocato quel brutto scherzo che tutti sanno . Non è autentica squadra da combattimento , si dice ; non è da Coppa Europa ; troppa tecnica e anche troppa classe ... Per noi è anche squadra da combattimento , altrimenti non avrebbe guadagnato il titolo di fronte a compagini gladiatorie oltre che tecniche , tipo Juventus , Bologna , Genova . ecc . Gli è che troppo presto si è smobilitata nello spirito e nel regime atletico . In piena efficienza non avrebbe defezionato da un trio dove sarebbe stata la compagna della Juventus e del Genova . Gagliardamente s ' è invece comportata la Juventus , la cui prima linea è tuttavia in gestazione e in seconda il miracolo della resurrezione di Monti non sappiamo quanto durerà . Forse quanto la stagione estiva , che è di solito propizia ai giuocatori anziani ? Quest ' uomo sta ripetendo nel calcio il fenomeno Facelli in atletica . Il nostro entusiasmo salirebbe al colmo se ci fosse dato di vedere Monti funzionare in pieno anche nel prossimo inverno ... Intanto Monti e la sua squadra , agli ordini di un Rosetta che fremerebbe tuttavia di tornare in campo , è già molto quello che hanno fatto . Purtroppo l ' infortunio e l ' assenza di Gabetto al centro dell ' attacco hanno compromesso le ulteriori possibilità dei secondi campioni d ' Italia . E sì che la vittoria di Torino , per 3-2 sul Ferencvaros , benchè di minimo scarto , è stata invero augurale . Ancor più gladiatorio e rispondente allo spirito di Coppa è stato il comportamento del Genova , la cui compagine ormai , oltre alle qualità tecniche , dispone di risorse atletico - agonistiche di primissimo ordine . A Genova lo Slavia è stato battuto per 4-2 : andamento di semifinale quindi a pieno favore dei rosso - bleu della Superba . Gli incontri di ritorno sul terreno avversario hanno dato i risultati che sappiamo . Siamo ora in attesa della finale , il cui esito non si potrà sapere che a ... settembre . Ma intanto ricordiamoci che alla Coppa Europa non ci si può andare alla stracca . E ' un durissimo torneo dove le squadre d ' Europa centrale si giuocano ogni anno il loro diritto all ' esistenza ... E ' per gli incassi di essa , e con tanto maggior profitto per semifinaliste e iînaliste , che esse si assicurano la vita per l ' inverno . Per le nostre compagini la mentalità non è la medesima ; ma al torneo devono partecipare , e alla sua durezza abituarsi se vogliono corazzarsi contro tutte le sorprese del magnifico sì ma severo giuoco del calcio ed ai fini stessi del sempre aggiornato attrezzamento fisico e morale agli incontri internazionali , ivi compresi quelli che interessano il titolo di Campione del Mondo .