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DAVANTI ALL'ARA PACIS ( DE CAPITANI D'ARZAGO ALBERTO , 1938 )
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Da pochi giorni l ' Ara della Pace augusta è riapparsa sulle rive del Tevere . Il solenne corteo togato ritorna a snodarsi dinanzi agli occhi degli uomini , in piena luce , in mezzo al traffico della via , pausa solenne di meditazione nella vita , oggi come allora , fatta di movimento e di passioni . Il Duce , in un ' ora veramente augusta della pace romana , l ' ha riconsacrata dopo secoli di oblio e decenni di studio . La scienza in pochi anni ha potuto risuscitare un insigne monumento , ma la sensibilità storica del Fascismo ha saputo in esso ritrovare un elemento di vita . Questo fatto deve indurre chi vuole considerare la nostra età in tutta la sua luce spirituale , a studiare un rapporto che si è di giorno in giorno intensificato fra la cultura storico - archeologica ed il Fascismo . In altri termini , ritengo sia bene domandarci quale sia l ' animo con cui il Fascismo si accosta a codesti problemi , e li risolve . Ogni età ebbe di fronte alle testimonianze materiali delle epoche precedenti un suo proprio comportamento . Si ebbe una civiltà umanista che le studiò amorosamente ma le abbandonò e anche le distrusse perché il cammino incalzante degli studi non andava di pari passo colla sensibilità dei popoli ; vi furono , prima , giorni più oscuri anche se pregni di germi nuovi , in cui le memorie dei padri furono dimenticate e divelte ; vi furono più tardi , sino a ieri , tempi in cui codesti cimeli vennero studiati con amore dai dotti , circondati da rispetto dalle folle , ma rinchiusi dalle sbarre civiche nei giardinetti urbani perché la gente li guardasse come si guarda il dinosauro nei musei di storia naturale . Chi si ricorda il Foro romano di vent ' anni fa , chi ancora si sofferma dinanzi a qualche tratto delle mura nei quartieri umbertini o si reca dinanzi alla gran Porta di Treviri constata molta cura , molto sapere , molta diffidenza . Oggi invece , questi cancelletti , almeno idealmente , sono da noi , caduti . Corre fra la folla e il monumento una corrente di simpatia che sprona i sacerdoti di codesto culto delle memorie , e , nello stesso tempo , trasforma gli indifferenti profani in fedeli osservanti . Dalla " passeggiata archeologica " siamo arrivati alla " via dell 'Impero." È questo senza dubbio un risultato del monito che il Duce rivolse agli studiosi : andare verso il popolo . E ne è anche la giusta e legittima conseguenza e non quel temuto sviluppo che un impensabile travisamento poteva far temere . Se le sbarre fra il mondo dotto e la folla sono cadute , ciò è avvenuto per rinsanguare di idee i tessuti del popolo , non per far irrompere l ' ignoranza nei sacri recinti : questo , che si potrebbe chiamare bolscevismo intellettuale , avvenne realmente là dove si soppressero i gradi accademici per toglier via anche codesta insopprimibile gerarchia di valori . Ma il Fascismo , che ne è l ' opposto polo , ha operato il miracolo di fondere i due mondi , senza che il vertice del monte ideale franasse , e tentando insieme una effettiva elevazione delle zone di margine ...
BECCHERIE ( R.Z. , 1938 )
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Che ancora su tutti i giornali umoristici italiani appaiano delle barzellette sui mariti sfortunati e sulle mogli allegre è cosa tanto sfruttata che non fa più ridere nessuno e non può considerarsi come attentato alla pubblica morale . Ma che , su tanti palcoscenici , capocomici e rivistaioli ammanniscano ancora saporosi polpettoni e spettacolissimi patriottici a base di adulteri , di corna , di figli illegittimi e di altre porcherie del genere , è indice di profonda mancanza di spirito , di comprensione e di sensibilità fascista ... Se non erriamo , si fa da qualche tempo gran parlare del teatro , della sua funzione , dei suoi problemi , della sua vita . Se , fra le altre funzioni , gli si vuol riconoscere anche quella educativa e se come teatro di masse , a parte le grandi realizzazioni spettacolari , si vuoi anche considerare quel teatro che si effettua nei locali rionali e provinciali e che , per il numero di questi , si rivolge alle masse di popolo , perché non se ne prendono in attento esame i programmi , gli " sketches , " le canzonette e i " numeri " ? In uno stato totalitario popolare quale l ' Italia di oggi non può essere trascurato questo aspetto e questa forma di educazione . Se è necessario , se ne occupi pure la censura teatrale , che sembra finora limiti le proprie preoccupazioni a particolari di puro abbigliamento ( vestarelle , triangoli , coppette , qualità delle stoffe , ecc . ) . Se è necessario se ne occupi il Ministero della cultura popolare istituendo uno speciale controllo preventivo . E non si allarmino di questo i soliti difensori di tutte le libertà , poiché non si tratta di colpire nessuna libertà . Non si pretende neppure che l ' epurazione avvenga in nome della morale , della decenza e del puritanesimo ; ma più semplicemente a nome del buon gusto e dello spirito italiano .
PIRRONE ( TILGHER ADRIANO , 1920 )
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Pirrone nacque in Elide verso il 365-360 a . C . ; e , certo , nella città natale , apprese , forse dal megarico Brisone , figlio di Stilpone , la dialettica megarica , cioè a tutto considerare sotto due punti di vista contrari , a trovare ad ogni problema due soluzioni contraddittorie e , al meno in apparenza , di egual valore . Fu discepolo del democriteo Anassarco , dal quale imparò che le qualità sensibili non esistono fuori di noi e che il sommo bene è riposto nella calma . Con Anassarco seguì l ' esercito di Alessandro Magno nella sua marcia trionfale attraverso l ' Asia , conobbe genti varie per razza , lingua costumi , credenze , si spinse fin nelle Indie , ove vide nelle verdi selve errare i ginnosofisti , staccati dal mondo , praticanti il più rigido ascetismo . Dopo la morte di Alessandro , Pirrone tornò in Elide ( 322-320 ) , ove lungi da Atene e dalle scuole dei filosofi , visse modestamente , insegnando ed esercitando l ' ufficio di gran sacerdote . Morì verso il 275-270 senza nulla avere scritto . La sua dottrina , anteriore certo al sorgere delle scuole stoica ed epicurea , ci è nota da quanto ne dice il discepolo Timone di Fliunte . Chi vuol vivere felice ( poiché , come per tutti i pensatori del suo tempo , anche per Pirrone il problema capitale è quello della felicità ) deve considerare : 1 ) come sono le cose in sé ; 2 ) come dobbiamo comportarci a loro riguardo ; 3 ) cosa risulta per noi da tale comportamento . Ci è affatto ignoto come siano le cose in sé , ché per ogni proprietà che attribuiamo ad una cosa possiamo , con egual ragione , attribuirle anche l ' opposta . La conoscenza sensibile non ci dà che le apparenze delle cose , la coscienza razionale riposa sulla convenzione ( nòmo ) e sull ' abitudine , sicché ad ogni affermazione si può con egual diritto opporne una contraria di egual forza ( isostheneìaton lògon ) . Se né i sensi , né la ragione , ciascuno per sé , ci rivelano il vero , nemmeno messi assieme ci daranno verità . Non sembra che Pirrone o Timone abbiano ulteriormente sviluppato i motivi dello scetticismo . L ' originalità di Pirrone fu non tanto nell ' enunciare i motivi dello scetticismo , quanto nell ' affermare la necessità di tenersi al dubbio e di sospendere il giudizio . Bisogna non pronunciarsi fra le opinioni opposte ( arrepsìa ) , non dir nulla ( afasìa ) , non affermare né negare nulla ( oudèn orìzein ) , sospendere il giudizio ( epochè ) , non dir mai di una cosa che è , ma solo che sembra così . Fra due opposte opinioni lo scettico si astiene dallo scegliere : oudèn màllon , ma in senso puramente negativo , come quando si dice che non vi è più Scilla che Cariddi . Lo stesso oudèn màllon non è che l ' espressione di un dubbio , con valore puramente problematico : in sé , oudèn màllon non è più di quanto non sia ( ou màllon èstin è ouk èston ) . Lo scettico non nega la realtà delle apparenze fenomeniche ( pàthe ) , ma si guarda bene di oltrepassarle e di affermarne o negarne la loro corrispondenza alle cose in sé . Lo stesso dire che le cose ci appaiono così o così , non è un ' affermazione dogmatica , ma la nuda constatazione o confessione che il singolo fa del suo stato di coscienza ( Cirenaici ) . Lo stesso principio che non si deve affermare nulla , non è una proposizione dogmatica , ma , anch ' esso la constatazione di uno stato d ' animo cui nulla di esterno al soggetto corrisponde . Dalla sospensione del giudizio segue , quasi per caso , spontaneamente , naturalmente , necessariamente , come ombra il corpo ( skiàs tròpon ) , l ' imperturbabilità , l ' atarassia , l ' apatia in cui consiste la virtù e la felicità . Infatti , ciò che turba gli uomini sono le loro opinioni sui beni e sui mali , donde derivano il desiderio del creduto bene e l ' avversione del creduto male . Ma che ciò che è creduto bene o male non sia tale in sé , lo dimostra la varietà delle leggi dei costumi delle opinioni degli uomini sul bene e sul male . Ciò che in sé sia bene o male ignoriamo . Chi si astiene dal giudicare sul bene e sul male cessa totalmente di desiderare e di avversare , diviene insensibile , indifferente a tutto ciò che è esterno , alla ricchezza e alla povertà , alla vita e alla morte , alla salute e alla malattia , ed in questo compiuto distacco dal mondo trova il sommo bene . In pratica , lo scettico vive come tutti quanti gli uomini , conformandosi alle necessità della natura , alle leggi e costumi del suo paese , ben sapendo che il suo contegno non riposa su scienza certa del bene e del male : se in teoria è rivoluzionario , in pratica è conservatore . Certo egli soffre e gode come ogni altro uomo ed è soggetto alle affezioni involontarie e passive della natura , ma - ed in questo è la sua superiorità - egli si limita a subirle senza ritenerle né bene né male , e così si affranca totalmente dalla pressione del mondo esteriore . Così il pirronismo si pone al polo opposto del socratismo : secondo questo , senza scienza non v ' è virtù né felicità ; secondo quello , in ciò è l ' originalità sua , virtù e felicità sono possibili solo rinunziando alla scienza e seguendo passivamente le suggestioni della natura animale e le convenzioni degli uomini . Il pirronismo segna la bancarotta del socratismo , il ritorno con chiara e precisa coscienza all ' agire irriflesso , istintivo , tradizionale , convenzionale , non illuminato dalla riflessione e dal sapere , cioè al punto donde il socratismo aveva spiccato il suo volo . Pirrone è un Socrate rovesciato : e non è certo uno degli enigmi meno strani della storia che il primo ad affermare in Grecia che la felicità si trova solo nell ' assoluta indifferenza verso tutto ciò che è esterno sia stato precisamente colui che accompagnò il Macedone nel volo vittorioso attraverso l ' Asia , e fu testimone della grandiosa avventura di colui all ' ambizione del quale fu troppo angusto il mondo .
«Vittorini se n'è ghiuto, E soli ci ha lasciato!...». Canzone napoletana ( Roderigo di Castiglia [Palmiro Togliatti] , 1951 )
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A dire il vero , nelle nostre file pochi se ne sono accorti . Pochi si erano accorti , egualmente , che nelle nostre file egli ci fosse ancora . Vittorini ? Sì , era stato accanto a noi nel combattimento contro la tirannide interna e l ' invasore straniero . Come tanti altri . Né meglio , né peggio , dicono . Poi era venuto un racconto dedicata a questo combattimento , bello , ma discutibile , per quella mania di non saper presentare se non ( attraverso un torbido travestimento di letteratura gli eroi di quella battaglia , che furono uomini del popolo nella loro grande maggioranza , uomini chiari e semplici , dunque , dl fronte ai fatti , di fronte al dovere da compiersi e al destino . Poi una rivista , che fu diffusa largamente e favorita dai nostri , che attendevano qualcosa di nuovo e di buono , ma finì per scontentare tutti e lo stesso direttore , perché conteneva di tutto e non conteneva nulla , non riuscendo a essere né tranquillamente informativa , come , diciamo , un Calendario del popolo , né seriamente di elaborazione . Morì , la rivista , dopo un inizio di dibattito sulla politica e la cultura . Ma qui già si camminò sui carboni , perché l ' intenzione che trasudava dalle parole non era quella di distinguere , congiungere o separare , queste due attività umane , ma piuttosto di trovare , per l ' uomo « colto » o preteso tale , una scappatoia per conto suo , lontano dalle non grate fatiche dei « politici » . Infine altri libri , scritti quando già , crediamo , lo scrittore riteneva di non aver più nulla in comune con noi , di essersi liberato da qualsiasi costrizione e nei quali , dunque , libero avrebbe dovuto espandersi il genio . Ma son libri di cui è difficile parlare , perché è a tutti difficile trovar la pazienza di leggerli sino alla fine . Nei precedenti , almeno , qualcosa c ' era . Ora dice che non è più comunista , definitivamente . Ma insomma , quando lo è stato ? La iscrizione al partito , dice , non l ' ha mai voluta fare . Almeno ci spiegasse il perché . La gente comune , quando ritiene di esser comunista , s ' iscrive . Non è un eroismo , non è un rito , e non è nemmeno un sacrificio . È l ' adesione a una milizia politica e sociale ; è l ' apporto a questa milizia della attività della propria persona , attività materiale o attività ideale , contributo di opere e contributo di idee , nella misura che a ciascuno è concesso . Chiunque si iscrive e milita , dà al partito e al movimento comunista qualche cosa . Vittorini , in sostanza , che cosa aveva da dare e che cosa ha dato ? Ma forse è proprio perché non aveva nulla da dare , che non s ' è iscritto , e per questo , quando oggi dichiara di non essere più con noi , la cosa ci sembra priva di rilievo . Paragona se stesso con Silone . Ha torto , moralmente , perché quello è un poco di buono ; ma ha torto anche per un altro motivo . Quando Silone se ne andò , anzi fu annesso fuori dalle nostre file ( per conto suo ci sarebbe rimasto a dir bugie e tesser l ' intrigo ) , l ' avvenimento contò , Silone ci aiutò , in sostanza , non solo a approfondire e veder meglio , discutendo e lottando , parecchie cose ; ma anche a riconoscere un tipo umano , determinate , singolari forme di ipocrisia , di slealtà di fronte ai fatti e agli uomini . Ma Vittorini , in che cosa , per che cosa conta ? Qui si apre il capitolo più triste . Se fosse stato zitto , certo nelle nostre file , dove grande è il prestigio di quel lusinghiero appellativo di « intellettuale » , quanti profondi pensieri , fonti di recondite crisi dell ' animo , gli si sarebbero attribuite . Ma ha parlato , e che desolazione ! Era venuto con noi , dice , perché credeva fossimo liberali : invece siamo comunisti . Ma perché non farselo spiegare prima ? Sembravamo liberali , aggiunge , perché combattevamo contro il fascismo . Ma se i liberali son proprio sempre e dappertutto stati quelli che al fascismo hanno tenuto la scala ! O vogliam parlare in termini non di stretta politica , ma più larghi ? Vi è un progresso della libertà , nel mondo , lento faticoso , al quale non vi è dubbio che molte e diverse classi e idee hanno dato un contributo , riuscendo ciascuna , in un momento di ascesa e progresso , a spezzare una parte delle catene che avvincono gli uomini , salvo poi a tornare indietro e fare la parte opposta , in molti casi . Noi ci inseriamo in questa processo come la forza più decisamente liberatrice , perché è il mondo stesso della produzione , da cui sono sgorgate sempre , e nei fatti e nelle idee , tutte le negazioni della libertà , che sottoponiamo alla volontà ordinatrice degli uomini organizzati in collettività produttiva . Per questo si accostano e fondono , nel movimento nostro , lotta per la libertà e lotta per la giustizia sociale . Contadini e operai non è che vogliano « un liberalismo senza capitalismo » , come dice Vittorini solo riducendosi come sempre a un giuoco di parole , ma non vogliono più il capitalismo e quindi combattono per la libertà . E ora dovrebbero venire le obiezioni , le critiche , atte a mostrare che noi non siamo quello che diciamo e vogliamo essere , che non adempiamo la funzione a noi attribuita , secondo la nostra stessa concezione , dalla storia . Confessiamo che , presi anche noi da quel prestigio per l ' « intellettuale » , a questo punto abbiamo atteso e cercato con curiosità , con interesse . Chi lo sa che questo « intellettuale » ci aiutasse a scoprire un nuovo terreno di dibattito , ci invitasse a uno scontro fecondo con nuove impostazioni di idee , nuove interpretazioni di fatti e di cose . Poveri noi ! Abbiamo trovato « le risoluzioni oscurantiste che prendono nome da Zdanov » , « le decisioni da Concilio tridentino del Cominform » , « i processi uso processi delle streghe delle varie capitali balcaniche » , ecc. ecc. Dio mio ! Dio mio ! C ' era bisogno di pensarci tanto , e c ' era bisogno di dirsi « intellettuale » e di chiamarsi Vittorini per tirar fuori , alla fine , questa roba ? Ma se sta in tutti i bollettini parrocchiali , in tutti i manifesti dei Comitati civici , in tutti i discorsi di Acheson e di Truman , in tutti gli articoli del piccolo Tupini . Col nome di Zdanov va una risoluzione di quattro anni fa , dove esattamente si indica e prevede il corso della politica imperialista americana . Non approvi ? Dillo chiaro e spiega il perché . Sono di Zdanov alcuni discorsi e scritti di critica letteraria e artistica dove si sostiene , per dirla con due parole , che l ' arte dev ' essere specchio della realtà sociale . Perché proprio questa posizione dev ' essere « oscurantista » e non la posizione opposta , per esempio ? È partendo dalla posizione opposta , se non altro , che vengono esaltate come grandi opere d ' arte , opere dove proprio tutto è oscuro , perché la comune degli uomini non ci capisce nulla . Processi delle streghe quelli delle spie colte sul fatto a Budapest , a Bucarest , altrove ? Forse Vittorini preferiva i processi che costarono dieci e dieci anni di galera a Rakosy , ad Anna Pauker , e la vita a dieci e dieci dei nostri eroi ? Com ' era tutto chiaro , nato « liberale » in quei processi là ! Ma volete sentire la più bella ? Vittorini non vuol più essere comunista da quando la Cina , governata oggi da un blocco popolare diretto dai comunisti , ha cessato di essere « liberale » e si è « chiusa nella camera di sicurezza di un regime totalitario » . Vediamo : la Cina sbarra oggi le porte ai colonialisti , ai loro agenti , ai loro missionari , dà ai poveri terra , lavoro , istruzione , stampa libri , costruisce fabbriche , macchine e strade , e persino un esercito , orrore ! , per poter difendere la libertà . Voi non credete che questo faccia parte di « un movimento storico generale a indirizzo liberatore » ? Pazienza , anzi peggio per voi ! L ' importante è che laggiù vi è un popolo di 450 milioni che la vede in modo diverso , perché sente , finalmente , di aver cominciato a governarsi da sé . O saran governati anche loro , quei 450 milioni , dal russo col ghigno satanico , il berretto a punta e il pugnale fra i denti , che minaccia la civiltà « occidentale » ? Coraggio , Vittorini lo avevano già detto i manifesti di Salò , lo ripetono oggi quelli di Gedda : mettici anche la tua firma e non se ne parli più ! Ma chi aveva pensato tu valessi , proprio come « intellettuale » , qualcosa , ti ha , ora , giudicato . Vi sono intellettuali che , quando aderiscono al partito , pensano di doverne essere per natura i dirigenti , chiamati ad elaborare le parti più elevate della dottrina . Si sbagliano , senza dubbio , perché la nostra dottrina sgorga non soltanto da una oramai secolare elaborazione di idee , ma sgorga da una esperienza , che ha per più di un secolo accompagnato , sorretto , corretto il corso e progresso delle idee . Solo dopo una adesione e penetrazione profonda , che abbia come punto di partenza , come in tutte le cose serie , anche la modestia , il contributo personale è possibile . Quello che da un intellettuale però si ha ragione di pretendere sin dall ' inizio è una certa qualità del ragionare , soprattutto se si pretende , come sembra che in questo caso si pretenda , alla buona fede . Quello che in Vittorini manca , e manca certamente in molti altri ancora , è la qualità ; e qualità ci sembra voler dire , per chi lavora essenzialmente col pensiero , capacità di analisi e visione generale del mondo del pensiero e delle lotte che oggi vi si combattono . Non ha questa visione generale chi non va più in là della frase fatta o del luogo comune , siano essi quelli della noiosa propaganda reazionaria , o quelli delle tendenze pseudo filosofiche alla moda ( « l ' uomo nasce solo » , « l ' uomo muore solo » : sciocchezze ! L ' uomo non è mai meno solo di quando nasce e di quando muore ! ) . Provenienti dall ' una o dall ' altra di queste parti , la frase fatta , il luogo comune , tendono oggi soprattutto a una cosa , a abbassare e umiliare la ragione umana . Che cosa resta nel mondo , se il movimento liberatore di milioni e centinaia di milioni di uomini che costruiscono società nuove , non è più che l ' « oscurantismo di Zdanov » , le scomuniche del Cominform , nuovi processi delle streghe , una nuova « Chiesa » e così via ? Ben sanno ciò che si fauno , coloro che in questo modo accusano la ragione di non essere più tale , l ' uomo di diventare meno umano , e ciò proprio mentre si corona di successo il suo sforzo di dominare e l ' economia e la natura . Vittorini pensa che rimanga , per lui e per gli altri , la « libertà » . Ma già ragiona , egli stesso , come uno schiavo .
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... Ecco un argomento che non è inutile ricordare : la paglia . La crisi di questa industria che è uno dei cespiti maggiori delle industrie e delle maestranze della nostra regione fiorentina , non è certamente sortita dalla grave crisi a tutti nota anche dopo che si è chiusa la settimana di propaganda ... Bisogna non stancarsi : bisogna insistere ... OCCORRE COMPRARE E ADOPRARE CAPPELLI DI PAGLIA all ' infuori di ogni abitudine - di ogni snobismo straniero al disopra di ogni moda di importazione . Ecco un preciso dovere di oggi : per la vita e l ' interesse nostro , per la Nazione !
GERARCHIA E SPORT ( ARA , 1938 )
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Vale la pena di dire due parole sull ' argomento ; servono per chiarire un concetto e per delineare un orientamento . Le recenti prove sportive per gerarchi , svoltesi al Foro Mussolini sotto la direzione del Segretario del Partito , debbono dare il senso di una nuova situazione psicologica e sopratutto del nuovo ambiente che dominano in tutta l ' Italia . Siamo convinti di interpretare in pieno tutto il valore della manifestazione se diciamo d ' esser certi che non si tratta per niente di una prova sporadica o soltanto di un esempio ai giovani . Si tratta di una scuola per tutti i gerarchi , giovani d ' età o meno . Per noi queste prove sportive stanno a significare come sia assolutamente indispensabile che il gerarca , qualunque e dovunque esso sia , debba essere in condizioni anche fisiche perfette . Questo non tanto per esibizione retorica e puramente formale , quanto per rendere in pieno quell ' equilibrio tra spirito e materia , tra cervello e fisico , tra nervi e muscoli , assolutamente indispensabile per l ' azione di comando . Il comando è equilibrio , e l ' equilibrio dev ' essere in tutto . Perciò l ' azione che il Partito esplica anche in questo settore , merita d ' esser segnalata . Senza d ' altro lato commettere l ' errore inverso di giustificare un gerarca soltanto perché può essere un perfetto campione sportivo . I pantofolisti son padroni di trarne le illazioni che vogliono ; la sostanza di tutto è che non si può oggi , anno XVI , tollerare nel nostro Paese , con azione di responsabilità o di comando , chi non sia , o non sia stato in grado di prendere le armi .
IL PASSO ROMANO ( ARA , 1938 )
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C ' è un carattere che negli italiani è specificamente inconfondibile : la prontezza e la vivacità di espressione , di pensiero , di capacità . Queste notevolissime doti si sono troppo spesso confuse con l ’ improvvisazione e con l ' incostanza nell ' operare . Si è così tirato il cliché dell ' italiano spensierato , facilone , sognatore impenitente e iperbolico . Era ora di finirla ! E più ancora che all ' estero era ora di finirla all ' interno , fra noi italiani medesimi . Abbiamo bisogno , vogliamo un bagno di dura e positiva ostinatezza , desideriamo ribadire col ritmo più scandito e regolare le nostre più solari verità , abbiamo voluto imporci la regola più dura appunto perché siamo certi di mantenerla . Tutto questo significa il passo romano che noi sentiamo e vogliamo usare nelle nostre sfilate . Esso è duro e ostinato : come i nostri principi e la nostra educazione . Coreografia ? Ma certo ! Della migliore e più spontanea coreografia ; poiché in essa è il nostro spirito che si plasma nel più sincero dei modi . Marciando col passo romano il nostro corpo si tende : come la nostra volontà . E che nessuno ci contrasti !
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Una cosa è bene innanzitutto premettere nel parlare del problema del meticciato nel nostro Impero africano : in questo momento esso si può dire non esista . Ma il fenomeno si presenta possibile nell ' avvenire con tale cruda evidenza , e si mostra così difficile a prevenire e tanto più a eliminare poi , che esso è uno dei fondamentali tra i tanti che l ' Italia si trova a dover affrontare in A . O . I . Le altre Potenze colonizzatrici non hanno fatto nulla per impedire la commistione del sangue bianco con quello di colore e tutte , tranne l ' Inghilterra , si son trovate di fronte al fenomeno del meticciato ... Se gli italiani possono spontaneamente restare esenti da questo fenomeno non c ' è da farsi illusioni . Basta infatti dare uno sguardo al passato : in Eritrea , secondo statistiche del 1921 , su soli 3.500 residenti bianchi vi erano più di mille meticci . Nel 1926 troviamo dati quasi identici e in seguito certo il numero dei meticci non è diminuito ... Lo stabilirsi in questi anni in A . O . di centinaia di migliaia di italiani , che presto saranno milioni , ha eliminato d ' un tratto il problema presente del meticciato , per farlo però risorgere ancor più imponente come possibilità del futuro . Quel migliaio di meticci dell ' Eritrea sono un ' entità trascurabile nella massa di bianchi che ora si trova in A . O . , ma il loro numero è , come abbiamo visto , una chiara dimostrazione di quel che potrebbe avvenire adesso che le proporzioni si sono più volte moltiplicate . Ammessa dunque la certezza che lasciando le cose come erano prima , il fenomeno del meticciato assumerebbe in A . O . sempre più vaste proporzioni , bisogna vedere se esso sia veramente un pericolo , un danno ... In A . O . I . c ' è una popolazione indigena , che forma la maggioranza , e una popolazione italiana , il cui numero , per ora in minoranza , va sempre più aumentando : queste due entità possono e debbono vivere separate ; tra esse deve vivere non soltanto una gerarchia politica , ma anche una gerarchia di razza . Le altre Nazioni hanno la necessità di riempire i loro vuoti e possono guardare forse anche con compiacimento qualsiasi apporto di nuove forze , l ' Italia non ha questo bisogno e vuole che il suo popolo sia integro nella sua unità razziale . Non c ' è dubbio che la nostra razza in A . O . deve comandare : non è solo per diritto di conquista , è per naturale , evidente superiorità : su questo non v ' è certo da discutere . Ma se vuol comandare essa deve mantenersi superiore all ' altra , deve evitare con questa ogni confusione . Netta separazione dunque in A . O . I . tra italiani ed elemento indigeno ; e ciò non per instaurare un razzismo pieno di odi ed esclusivismi , ma per trovare un sistema di convivenza che sia , e per noi e per gli indigeni , di reciproco vantaggio ...
StampaPeriodica ,
Lo Stato fascista , che investe e potenzia ogni aspetto della vita nazionale , non avrebbe potuto non recare il segno inconfondibile della sua personalità , il soffio animatore della sua vita , nella scuola , custode dell ' avvenire del popolo ; il Regime , sorto da una Rivoluzione non soltanto e troppo facilmente sovvertitrice di concezioni sociali , ma creatrice di un nuovo ordine su nuove leggi , non poteva più oltre tollerare , seppure rabberciato o in mille modi rimesso a nuovo , un organismo qual fu la vecchia scuola che aveva potuto servire , almeno nella sua struttura , all ' Italia democratica e liberale . In essa e nei suoi schemi culturalistici , astratti , lontani dalla vita , il nuovo spirito del Fascismo si trovava come costretto e limitato nella sua possibilità di produrre e di marciare ; ed essendo , allora , questo spirito rivoluzionario , curatore di una dottrina sociale ch ' è modo di vita , già in se stesso fortemente educatore , su di esso doveva necessariamente basarsi la scuola educatrice per eccellenza e per definizione . Identificandosi poi Fascismo e Corporativismo , essa non poteva essere che scuola corporativa . Il corporativismo , come tale , è pertanto l ' elemento veramente rivoluzionario del nuovo ordine scolastico e quello che imposta con chiarezza e con carattere di definitività , l ' unitaria molteplicità delle riforme . Vita e scuola , problema sociale e problema pedagogico vengono ad identificarsi nel corporativismo , risolvente l ' attività del singolo nel superiore interesse dello Stato : l ' individuo si trova perciò di fronte allo Stato , nell ' identica posizione , nella scuola e nella società , poiché attua sia nel primo che nel secondo momento un " dovere sociale . " La coincidenza di età scolastica e di età politica , il porre su un unico piano scuola , G.I.L. e G.U.F. non fanno che ribadire l ' identità fondamentale di Fascismo e di Corporativismo ... All ' uguaglianza degli immortali principii del liberalismo individualista , all ' assurda concezione livellatrice del comunismo si sostituisce la uguaglianza dell ' uomo di fronte al lavoro che , fondandosi su una reale gerarchia di valori , potenzia , nella scuola , il cittadino dello stato fascista ...
PRESUPPOSTI E CARATTERI DEL MISTICISMO FASCISTA ( ROMANO FRANCESCO SALVATORE , 1940 )
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L ’ uomo non può proporsi programmi fissi , schemi da attuare . Il risultato dell ' azione è destinato a trascenderla come fosse opera di una realtà obiettiva . Non da ricercare adunque in lontane parentele filosofiche o teologiche è l ' antintellettualismo ed antirazionalismo del misticismo fascista . Esso nasce soprattutto dal principio che i valori dello spirito si generano e si pongono nell ' azione e per l ' azione e che adunque la sua dottrina è la sua azione , e , quando se ne formula o se ne vuole dedurre una , essa deve tenersi legata al fatto che una filosofia o una dottrina fascista è , come il misticismo di cui andiamo parlando , un atto di vita . Misticismo ed antirazionalismo da vedere adunque in rapporto a quelle " venature pragmatiche del Fascismo , " che lo accostano alla volontà di potenza , al voler essere , e quindi ad una posizione positiva di fronte al fatto violenza , al mito della rivoluzione e alla mistica dell ' agire .