StampaPeriodica ,
Ogni
conquista
ottenuta
a
prezzo
di
dolore
e
di
sangue
va
difesa
con
qualunque
mezzo
,
anche
se
questo
infranga
gli
schemi
dell
'
usuale
vita
civile
.
Tutta
la
Rivoluzione
è
per
noi
fascisti
la
lunga
vicenda
tormentosa
di
sette
anni
di
lotte
,
di
sacrifici
,
di
passione
vissuta
nella
ferma
fede
di
grande
avvenire
italiano
.
Impeto
di
vendetta
contro
i
nemici
della
Vittoria
,
prima
;
coordinamento
disciplinato
,
cosciente
e
instancabile
di
tutte
le
energie
della
Nazione
,
oggi
;
il
Fascismo
-
occorre
forse
ripeterlo
ancora
-
non
è
un
partito
in
lotta
con
altri
partiti
,
ma
la
rivoluzione
innovatrice
che
ha
fondato
un
Regime
,
il
primo
da
quando
l
'
unità
d
'
Italia
si
è
compiuta
.
Non
è
quindi
sola
appartenenza
nostra
la
Rivoluzione
,
ma
fase
di
civiltà
della
storia
italiana
.
Difenderla
vuol
dire
difendere
il
passato
e
l
'
avvenire
d
'
Italia
,
e
s
'
impone
come
un
dovere
più
che
non
appaia
come
un
diritto
.
Il
terzo
attentato
che
nel
giro
di
pochi
mesi
si
è
verificato
contro
la
vita
del
Duce
ci
pone
ormai
dinanzi
al
preciso
dovere
di
fissare
le
sanzioni
capitali
per
la
difesa
della
Rivoluzione
...
La
minaccia
delle
pene
comuni
non
è
stata
evidentemente
sufficiente
a
spezzare
la
rete
dei
complotti
che
i
rinnegati
ordiscono
Oltralpe
contro
il
Fascismo
e
il
suo
Duce
.
Ogni
tentativo
di
morte
dev
'
essere
inesorabilmente
pagato
con
la
morte
.
Riponiamo
oggi
in
un
canto
,
fra
i
ferrivecchi
delle
ideologie
liberali
,
le
fisime
sentimentali
e
umanitaristiche
che
indussero
a
bandire
dai
nostri
codici
la
pena
capitale
,
e
a
nascondere
sotto
il
velo
della
pietà
le
tremende
realtà
della
vita
umana
che
è
necessario
scontare
con
espiazioni
altrettanto
tremende
.
Non
invochiamo
il
boia
sulle
piazze
d
'
Italia
per
un
'
esibizione
di
inutile
ferocia
rivoluzionaria
,
ma
perché
vogliamo
ripristinare
l
'
unico
mezzo
umano
di
giustizia
divina
che
sia
dato
attuare
in
terra
...
I
nomi
dei
caporioni
del
sovversivismo
antifascista
sono
noti
e
ormai
posti
al
bando
.
Ma
chiediamo
di
più
,
prime
condanne
a
morte
devono
colpire
proprio
loro
,
i
capi
,
coloro
che
credono
di
potere
impunemente
assassinare
l
'
Italia
protetti
dalla
compiacente
ospitalità
straniera
.
Le
sanzioni
contro
i
fuorusciti
sono
troppo
blande
.
Se
l
'
amicizia
delle
altre
Nazioni
ove
si
trama
contro
il
Fascismo
non
è
una
convenzionale
formula
di
fredda
diplomazia
internazionale
,
chiediamo
che
i
fuorusciti
siano
consegnati
alla
giustizia
italiana
.
Bazzi
,
Fasciolo
,
De
Ambris
,
Donati
,
Salvemini
tutti
coloro
che
hanno
armato
la
mano
dei
sicari
debbono
essere
i
primi
a
pagare
con
la
vita
la
loro
sciagurata
vergogna
.
Il
Fascismo
e
l
'
Italia
non
tollerano
più
che
si
colpisca
alle
spalle
chi
marcia
sicuro
verso
l
'
avvenire
.
I
rottami
del
passato
che
si
ostinano
ad
ostacolarci
debbono
essere
stritolati
nell
'
ingranaggio
della
macchina
micidiale
che
essi
stessi
hanno
costruito
.
Questa
non
è
ferocia
.
È
senso
di
giustizia
,
volontà
di
bene
che
senza
pietà
,
fermissimamente
,
deve
distruggere
ogni
vestigia
di
male
.
StampaPeriodica ,
Il
"
Voi
"
si
sta
generalizzando
rapidamente
.
Ci
se
ne
accorge
per
via
,
in
treno
,
nei
locali
pubblici
,
là
dove
l
'
abitudine
si
forma
più
presto
.
Non
ci
illudiamo
che
l
'
antica
consuetudine
del
"
Lei
"
sia
cessata
nei
rapporti
privati
di
famiglia
e
di
amicizia
,
nei
salotti
e
nelle
case
.
Siamo
comunque
molto
a
buon
punto
;
e
,
del
resto
,
era
intuitivo
che
una
costumanza
che
nasce
con
caratteristiche
sociali
e
politiche
e
non
individuali
e
private
,
si
affermasse
prima
nella
piazza
e
da
qui
entrasse
per
le
finestre
.
È
stato
sempre
così
:
i
rapporti
fortuiti
ed
anonimi
che
si
determinano
nei
luoghi
e
nei
locali
pubblici
sono
stati
sempre
i
più
facilmente
disciplinabili
.
Questo
significa
che
l
'
uso
del
"
Voi
"
si
diffonde
con
la
progressione
normale
;
ma
anche
che
la
sua
diffusione
deve
essere
continuata
con
lo
stesso
rigido
metodo
fino
alla
meta
ultima
che
è
la
formazione
di
un
costume
individuale
...
È
chiaro
che
il
giorno
in
cui
quarantaquattro
milioni
di
Italiani
seguiranno
per
nuovo
istinto
le
norme
di
stile
fascista
,
la
Rivoluzione
cesserà
di
battere
su
questo
settore
per
puntare
su
un
obiettivo
più
lontano
.
È
oggi
che
la
materia
interessa
,
perché
è
ancora
nuova
e
porta
con
sé
sforzo
e
selezione
.
È
durante
la
corsa
che
vale
il
traguardo
;
finita
la
gara
,
può
essere
tagliato
anche
dal
carro
su
cui
il
carrettiere
sonnecchia
.
Guai
a
coloro
che
perdono
i
tempi
della
Rivoluzione
e
toccano
le
mete
quando
l
'
ondata
fascista
è
passata
.
Stile
,
sport
,
esercitazioni
,
regole
disciplinari
,
non
sono
verità
eterne
di
filosofia
,
sono
tempi
di
un
ritmo
veloce
.
È
sul
fattore
tempo
,
sul
fattore
reazione
,
sul
fattore
prontezza
,
che
il
Fascismo
pone
gli
elementi
di
giudizio
.
Tutto
è
scuola
,
tutto
è
prova
.
La
massa
del
popolo
imperiale
,
che
ha
reagito
,
oltre
tutto
,
sportivamente
alle
sanzioni
e
all
'
accerchiamento
,
deve
mostrare
di
avere
gli
occhi
attenti
e
i
muscoli
pronti
per
i
balzi
che
verranno
ordinati
a
suo
tempo
,
con
un
segno
del
Duce
.
Il
resto
,
sono
elucubrazioni
di
eruditi
.
Le
varie
norme
di
stile
sono
dei
concentramenti
di
tiro
che
la
Rivoluzione
ordina
per
vedere
manovrare
concordemente
milioni
di
volontà
,
come
se
fossero
una
sola
.
Lo
scopo
fondamentale
di
tutto
ciò
è
troppo
chiaro
perché
ci
si
attardi
a
inculcarlo
in
quelle
menti
,
che
mostrano
con
questa
stessa
incomprensione
,
di
uscire
dalle
forme
dello
spirito
fascista
.
Il
continuo
controllo
su
se
stesso
di
quel
fascista
che
in
pochi
giorni
ha
integralmente
adottato
l
'
uso
del
"
Voi
,
"
può
essere
garanzia
per
lui
che
,
ad
esempio
,
saprà
non
lasciarsi
sorprendere
né
dal
sonno
,
né
dagli
eventi
,
quando
un
giorno
si
troverà
di
guardia
su
una
posizione
innanzi
alla
quale
sia
un
nemico
in
armi
.
E
questo
ci
sembra
che
abbia
un
valore
assai
pratico
e
"
utilitario
,
"
tale
da
essere
apprezzato
anche
da
chi
vorrebbe
che
non
ci
si
fermasse
sulle
"
piccole
cose
.
"
StampaPeriodica ,
Il
denaro
è
certamente
una
vecchia
invenzione
,
tanto
vecchia
che
pochi
son
disposti
a
credere
se
ne
possa
fare
a
meno
.
Si
riconoscono
,
è
vero
,
i
suoi
difetti
:
tutti
sanno
quanti
mali
derivino
dall
'
averne
voluto
fare
a
poco
a
poco
il
fine
,
invece
che
il
mezzo
;
tuttavia
si
vuoi
concludere
che
non
è
l
'
oro
che
bisogna
abolire
,
ma
il
regno
dell
'
oro
.
Orbene
,
io
sostengo
che
è
proprio
l
'
oro
che
deve
essere
abolito
...
È
l
'
oro
che
corrompe
e
non
si
corrompe
che
imbosca
le
merci
,
congela
gli
scambi
,
prepara
l
'
artificio
degli
alti
prezzi
,
favorisce
la
tesaurizzazione
,
la
speculazione
sulle
valute
,
aumenta
la
miseria
delle
classi
diseredate
,
riduce
il
potere
d
'
acquisto
,
la
capacità
dei
mercati
,
la
produzione
e
determina
una
crescente
disoccupazione
.
Sopprimere
l
'
oro
ed
i
suoi
equivalenti
significa
impedire
che
le
zanzare
giudaiche
pungano
e
dissanguino
le
braccia
dei
lavoratori
;
significa
impedire
che
in
pieno
secolo
XX
una
più
raffinata
schiavitù
sia
favorita
da
una
minoranza
di
vampiri
che
continua
a
satollarsi
sulle
carni
sudate
e
fameliche
della
restante
umanità
;
significa
impedire
gli
arbitrari
accumuli
di
valori
(
le
mercanzie
si
conservano
e
si
nascondono
meno
bene
dell
'
oro
)
,
smascherare
gli
ingordi
e
saziare
i
bisognosi
,
significa
accorciare
automaticamente
le
distanze
sociali
,
perché
ciascuno
avrebbe
tanto
di
beni
materiali
quanto
le
sue
braccia
di
lavoratore
possono
portare
.
Abolire
l
'
oro
significa
curare
una
volta
per
sempre
l
'
obesità
dei
popoli
ricchi
e
sfaccendati
e
rimpolpare
quelli
poveri
e
sfaticati
:
invertire
dunque
l
'
attuale
rapporto
di
potenza
.
L
'
Italia
proletaria
e
lavoratrice
a
nessuno
sarebbe
seconda
.
Rinneghiamo
l
'
oro
,
avviamoci
a
dichiararlo
moneta
fuori
corso
,
noi
che
ne
abbiamo
una
più
valida
e
viva
.
Togliamo
all
'
avversario
il
vantaggio
della
scelta
delle
armi
.
Facciamolo
questo
miracolo
!
Non
è
questione
che
di
lavoro
,
di
tenacia
,
di
fede
.
Dieci
,
venti
anni
al
massimo
,
di
regime
autarchico
potranno
condurre
le
Nazioni
proletarie
ad
imporre
al
mondo
la
valuta
del
lavoro
e
dichiarar
cessata
ogni
altra
valuta
.
Ciò
che
una
sola
Nazione
difficilmente
potrebbe
fare
,
dato
che
ogni
autarchia
vuole
un
minimo
di
materie
prime
,
può
fare
un
blocco
di
Stati
fascisti
,
con
le
possibilità
di
compenso
che
esso
offre
.
Sarà
questo
blocco
a
stringere
nella
morsa
del
lavoro
fascista
le
vecchie
economie
sfruttatrici
,
fino
a
disarmarle
ed
obbligarle
a
rendere
il
maltolto
.
Vorremmo
essere
così
stolti
da
continuare
a
sottoscrivere
ad
un
'
economia
inventata
per
strozzarci
?
Da
rinunciare
a
far
uso
delle
nostre
armi
,
delle
armi
del
lavoro
che
sappiamo
così
solidamente
impugnare
,
per
lottare
proprio
con
le
armi
dell
'
avversario
,
ch
'
esso
possiede
in
copia
dieci
volte
maggiore
?
...
La
Rivoluzione
non
vuole
i
mezzi
termini
:
il
Fascismo
è
il
grande
reagente
che
risolverà
tutti
i
vecchi
nodi
,
tutti
i
grumi
e
le
incrostazioni
della
storia
e
del
pensiero
.
Anche
l
'
oro
è
uno
di
codesti
grumi
.
Togliamolo
di
mezzo
,
se
vogliamo
che
il
nostro
organismo
economico
non
ne
resti
intossicato
.
Non
si
è
già
iniziato
il
sistema
dello
scambio
diretto
di
materie
prime
,
tra
gli
Stati
?
Perché
non
dovrebbe
generalizzarsi
,
almeno
negli
scambi
tra
gli
Stati
,
questo
sistema
di
pagare
la
roba
con
la
roba
?
Tra
i
privati
poi
vi
sarebbe
,
se
non
altro
,
il
vantaggio
di
eliminare
,
almeno
per
metà
,
i
parassiti
del
mediatorato
,
che
interverrebbero
una
volta
sola
,
per
un
unico
atto
di
compravendita
,
invece
che
due
volte
,
una
per
vendere
,
l
'
altra
per
comprare
.
Anche
questo
,
di
favorire
,
tra
il
produttore
ed
il
consumatore
,
l
'
eliminazione
dell
'
intermediario
,
non
sarebbe
l
'
ultimo
vantaggio
dell
'
abolizione
,
o
almeno
della
limitazione
,
dell
'
uso
del
denaro
.
StampaPeriodica ,
La
"
violenza
"
è
la
maieutica
della
storia
,
è
spirito
,
soggetto
,
libertà
,
diritto
.
Nel
suo
grembo
covano
i
germi
di
ogni
civiltà
poiché
il
concepimento
e
la
gestazione
di
ogni
nuovo
ordine
civile
è
tragedia
incoscientemente
,
illimitata
-
limitata
,
disorganica
-
organica
.
Ha
visto
giusto
Mussolini
giudicando
la
violenza
"
perfettamente
morale
,
più
morale
del
compromesso
e
della
transazione
.
"
"
Quando
la
nostra
violenza
,
"
Egli
ha
detto
,
"
è
risolutiva
di
una
situazione
cancrenosa
,
è
moralissima
,
sacrosanta
e
necessaria
.
"
Ma
quel
che
c
'
interessa
particolarmente
è
che
il
popolo
italiano
non
ha
la
libidine
della
violenza
,
non
fa
"
della
violenza
una
scuola
,
un
sistema
o
peggio
ancora
una
estetica
"
poiché
una
millenaria
tradizione
di
armonia
spirituale
gli
ha
insegnato
istintivamente
che
la
violenza
ha
"
la
giustificazione
della
sua
alta
moralità
"
solo
quando
"
sia
sempre
guidata
da
un
'
idea
,
giammai
da
un
basso
calcolo
,
da
un
meschino
interesse
.
"
Occorre
"
non
la
piccola
violenza
individuale
,
sporadica
,
spesso
inutile
,
ma
la
grande
,
la
bella
,
la
inesorabile
violenza
delle
ore
decisive
.
È
necessario
,
quando
il
momento
arriva
,
di
colpir
con
la
massima
decisione
e
con
la
massima
inesorabilità
.
"
Di
contro
alla
"
violenza
"
demiurgo
del
processo
umano
,
sta
la
"
forza
,
"
negatrice
di
ogni
avanzamento
storico
.
La
"
forza
"
è
sterile
e
inerte
,
la
"
violenza
"
è
feconda
e
mutevole
.
La
prima
è
materia
e
"
potenza
fisica
,
"
la
seconda
è
idea
e
potenza
etica
.
StampaPeriodica ,
Vi
sono
ancora
delle
signore
le
quali
si
presentano
nelle
cerimonie
fasciste
facendo
delle
esposizioni
personali
di
sgargianti
vestiti
e
capricciosi
cappellini
con
penne
lunghe
magari
mezzo
metro
,
e
poi
nascondono
sotto
la
volpe
argentata
il
distintivo
fascista
.
Questo
ho
dovuto
notare
più
volte
in
dette
cerimonie
,
fra
le
massaie
rurali
,
dignitose
e
corrette
,
col
loro
fazzoletto
allacciato
al
collo
.
Ebbene
,
noi
massaie
rurali
,
noi
fasciste
,
non
permettiamo
che
dove
si
esige
serietà
,
semplicità
,
cameratismo
,
si
ostenti
una
inopportuna
distinzione
di
categoria
sociale
come
per
dire
:
"
Lo
vedi
quanto
sono
elegante
?
"
Meno
goffaggini
e
più
solidarietà
.
E
la
divisa
fascista
appena
è
possibile
.
Nelle
cerimonie
è
l
'
unica
moda
che
ci
piace
.
StampaPeriodica ,
Tutti
i
giornali
hanno
minutamente
diffuso
con
foto
o
descrizioni
il
gesto
del
Duce
che
,
fermo
a
un
passaggio
a
livello
,
guarda
con
mite
compiacenza
la
famiglia
del
cantoniere
,
ricca
di
ben
nove
figliuoletti
e
la
regala
d
'
un
segno
tangibile
della
sua
generosità
.
Il
gesto
inquadra
la
sagoma
d
'
un
grande
Condottiero
,
d
'
un
grandissimo
Uomo
di
Stato
.
Il
Duce
che
si
dispone
,
come
nel
sullodato
episodio
,
a
ispezionare
un
imponente
ammassamento
di
armati
,
non
ritiene
stridere
la
ferrea
visione
con
il
sorriso
dell
'
infanzia
.
Fondamentale
ragione
di
questa
guerra
è
lo
spazio
vitale
.
Da
questa
ragione
deve
scaturire
anche
la
misura
della
ricchezza
.
Altri
discutano
sulla
base
-
oro
o
sulla
base
-
lavoro
:
siccome
per
il
lavoro
occorrono
braccia
,
è
evidente
che
la
vera
misura
della
ricchezza
sia
il
numero
dei
figli
:
figli
robusti
,
figli
sani
,
figli
praticamente
religiosi
.
La
terra
si
conceda
sulla
base
degli
elementi
che
se
ne
devono
servire
,
l
'
officina
sulla
base
dei
figli
e
delle
donne
feconde
che
ne
devono
ritrarre
i
mezzi
di
vita
.
Le
Nazioni
che
non
vogliono
essere
feconde
non
hanno
diritto
a
ricchezze
,
perché
non
possono
nemmeno
misurare
le
ricchezze
.
Chi
ha
ricondotto
l
'
umanità
a
tali
semplicissime
concezioni
è
il
Duce
con
il
movimento
fascista
,
è
il
Fiihrer
con
la
sua
lotta
contro
i
crocifissori
di
Cristo
,
è
Franco
che
libera
la
sua
Patria
insanguinata
da
un
'
orda
di
farisei
.
Su
queste
tre
Nazioni
,
con
la
loro
particolare
fisionomia
religioso
-
politico
-
amministrativa
,
si
impernia
il
divenire
dell
'
Europa
e
del
mondo
.
A
loro
spetta
travolgere
nel
fango
il
dio
-
oro
realizzando
il
governo
più
perfetto
che
la
storia
registri
.
StampaPeriodica ,
Per
il
Fascismo
la
guerra
sarà
,
nel
mondo
,
finché
vivrà
il
male
,
e
questo
è
parte
essenziale
della
natura
umana
,
tanto
rilevante
,
dato
che
esiste
,
quanto
il
bene
,
ed
altrettanto
indispensabile
come
momento
dialettico
dello
spirito
.
Soltanto
chi
crede
nella
instaurazione
sulla
terra
della
Città
di
Dio
,
può
postulare
teleologicamente
la
pace
perpetua
come
sistemazione
definitiva
del
genere
umano
.
La
guerra
è
dunque
lo
strumento
formativo
e
riformativo
delle
gerarchie
storiche
.
Tale
formulazione
è
però
accettabile
solo
se
si
postula
la
validità
di
una
gerarchia
tra
i
popoli
.
È
in
questo
punto
preciso
che
,
nell
'
ambito
della
dottrina
fascista
,
il
fattore
guerra
si
incontra
con
un
altro
fattore
ugualmente
importante
:
il
razzismo
.
Secondo
la
nuova
concezione
del
mondo
che
il
razzismo
porta
con
sé
,
concezione
che
per
la
sua
necessaria
esplorazione
nel
tempo
si
addentra
anche
nella
storia
antica
e
nella
preistoria
,
l
'
umanità
,
il
genere
umano
concepito
come
"
genus
,
"
con
caratteri
di
omogeneità
,
è
una
astratta
finzione
.
Contro
il
mito
egualitaristico
e
livellatore
portato
dalla
cultura
enciclopedica
il
razzismo
afferma
,
quale
dato
originario
,
la
diseguaglianza
,
la
differenziazione
che
trova
l
'
espressione
sua
più
tangibile
nella
varietà
delle
razze
e
dei
popoli
.
...
La
disuguaglianza
dei
sangui
e
dei
popoli
presuppone
la
necessità
di
una
gerarchia
,
e
l
'
inevitabile
sviluppo
ascensionale
o
volto
alla
decadenza
di
ogni
singolo
popolo
presuppone
per
la
gerarchia
la
necessità
di
rinnovarsi
.
StampaPeriodica ,
In
diciassette
anni
,
il
regime
fascista
ha
spazzato
molti
rimasugli
di
vita
borghese
,
presuntuosi
capitelli
di
debolezza
e
di
elasticità
.
Va
sparendo
il
"
lei
,
"
sgradita
espressione
di
epoche
servili
ed
il
vocabolario
della
Rivoluzione
non
perderà
nulla
mandando
in
pensione
una
etichetta
che
sa
troppo
di
terza
persona
,
ultimo
relitto
di
tempi
che
furono
:
"
Sua
Eccellenza
.
"
Gli
uomini
chiamati
dal
Duce
ai
più
alti
posti
di
comando
sono
l
'
aristocrazia
di
una
vigilia
eroica
temprata
da
tre
guerre
vittoriose
che
non
sente
il
bisogno
di
tale
appellativo
.
Può
benissimo
stare
unito
ai
luminari
democratici
,
figure
panciute
o
chilometriche
col
tubo
di
stufa
,
ma
non
è
indispensabile
agli
energici
esecutori
degli
ordini
mussoliniani
.
E
come
,
senza
rimpianto
,
se
n
'
è
andato
"
l
'
onorevole
,
"
può
benissimo
eliminarsi
"
l
'
eccellenza
"
di
giustiana
memoria
.
Dire
:
Tal
dei
Tali
,
Ministro
del
tale
dicastero
,
Prefetto
della
tal
'
altra
provincia
è
sufficiente
ai
gerarchi
del
Fascismo
che
sanno
andare
verso
il
popolo
anche
senza
il
"
S
.
E
.
"
StampaPeriodica ,
Senza
dubbio
uno
sbarco
in
territorio
nemico
è
sempre
un
'
operazione
difficile
;
e
può
darsi
che
sia
difficilissima
in
Inghilterra
;
ma
non
è
impossibile
.
Che
cosa
lo
rese
impossibile
dal
giorno
in
cui
fu
disfatta
l
'
Invincibile
Arrnada
fino
alla
guerra
mondiale
?
Il
fatto
che
l
'
Inghilterra
tenne
sempre
il
dominio
del
mare
.
Per
invadere
l
'
Inghilterra
bisognava
battere
la
flotta
inglese
;
e
la
flotta
inglese
fu
per
tre
secoli
e
mezzo
invincibile
.
Che
cosa
lo
rende
possibile
oggi
?
Il
fatto
che
la
flotta
inglese
non
riesce
più
a
tenere
il
mare
in
prossimità
di
coste
nemiche
.
La
minaccia
terribile
dell
'
arma
aerea
ha
reso
per
essa
inabitabile
proprio
quel
mare
che
fu
per
secoli
il
suo
immediato
dominio
,
proprio
quel
mare
in
cui
si
deve
decidere
la
sorte
dell
'
Inghilterra
.
Se
si
vuole
,
si
può
ancora
dire
che
essa
domina
i
mari
,
nel
senso
che
non
esiste
,
oggi
,
altra
flotta
che
possa
tenere
testa
ad
essa
.
Ma
è
una
strana
dominatrice
,
codesta
flotta
,
che
è
condannata
a
starsene
rintanata
nei
suoi
rifugi
,
sotto
pena
di
subire
perdite
spaventose
appena
tenti
di
uscirne
.
Subito
dopo
l
'
avvento
al
potere
del
nazionalsocialismo
,
la
Germania
cominciò
a
ricostruire
la
sua
aviazione
.
Due
anni
fa
,
all
'
epoca
di
Monaco
,
si
seppe
che
aveva
raggiunto
una
schiacciante
superiorità
aerea
sulle
due
Potenze
occidentali
messe
insieme
.
Ciò
non
ostante
,
mai
il
pubblico
inglese
.
Oggi
le
demo
-
plutocrazie
biascicano
prosternate
ai
piedi
dell
'
altare
della
"
forza
"
le
più
untuose
preghiere
,
ripugnanti
ed
inutili
.
Gli
Stati
totalitari
invece
battono
col
martello
della
"
violenza
"
sulla
incudine
della
gloria
.
Là
una
eterea
speranza
di
difendere
con
accanimento
ciò
che
si
vuoi
conservare
e
non
si
vuoi
perdere
:
qui
un
'
incrollabile
fede
di
combattere
con
ardore
e
baldanza
contro
chi
è
indegno
di
additare
la
strada
ai
popoli
.
Là
l
'
estrema
illusione
che
la
civiltà
sia
"
una
"
ed
infinitamente
progressiva
;
qui
l
'
inconcussa
fiducia
che
il
mondo
è
lo
sfacelo
di
una
civiltà
sotto
i
colpi
messianici
di
una
nuova
.
Là
,
in
conclusione
,
l
'
impeto
dominato
dalla
intelligenza
che
diviene
spesso
brutalità
senza
intelligenza
:
qui
l
'
impeto
violento
che
è
intelligenza
.
L
'
esito
della
guerra
che
infiamma
ora
il
mondo
non
è
per
noi
dubbio
.
Giunti
a
quello
che
i
fisici
chiama
-
no
il
punto
morto
,
non
si
poteva
troppo
a
lungo
procrastinare
la
soluzione
che
s
'
imponeva
in
termini
perentori
,
soluzione
raggiungibile
con
"
lo
spintone
della
violenza
"
e
che
ha
questo
nome
:
vittoria
degli
Stati
totalitari
...
StampaPeriodica ,
Quando
si
dice
pittura
greca
si
pensa
subito
a
certe
forme
asciutte
e
fredde
,
a
certe
apparizioni
piatte
e
"
fantasmiche
"
,
ed
allo
stile
geroglifico
che
orna
le
patere
e
i
vasi
.
Noi
non
possiamo
conoscere
bene
tale
pittura
.
Né
possiamo
sapere
con
esattezza
quali
furono
i
diversi
suoi
aspetti
secondo
i
secoli
ne
'
quali
fiorì
,
conoscere
bene
il
suo
primitivismo
e
la
sua
decadenza
.
Possiamo
tuttavia
intuirne
il
demone
osservando
gli
affreschi
di
Pompei
,
quei
pochi
frammenti
di
pitture
murali
che
si
conservano
a
Roma
,
e
poi
anche
i
disegni
e
le
pitture
dei
vasi
greci
di
cui
fortunatamente
si
conserva
gran
copia
nei
musei
d
'
Europa
.
Il
demone
della
pittura
greca
è
anzitutto
demone
lineare
;
egli
si
rivela
ancora
nella
pittura
italiana
del
quattrocento
e
poi
fa
qualche
rara
apparizione
in
tutte
l
'
epoche
e
in
diversi
paesi
.
Anche
in
questi
ultimi
tempi
potremmo
osservare
alcune
rapide
apparizioni
di
esso
.
Poiché
,
dopo
i
tempi
durante
i
quali
il
demone
lineare
influì
maggiormente
sull
'
arte
degli
uomini
,
seguirono
epoche
di
decadenza
più
o
meno
grande
e
di
più
o
meno
grande
confusione
,
dobbiamo
conchiudere
che
pure
il
demone
del
classicismo
è
demone
lineare
,
di
"
segno
"
o
di
"
stile
"
.
Nella
pittura
greca
è
dalla
linea
e
dal
segno
che
si
rivela
l
'
emozione
d
'
un
che
d
'
inspiegabile
che
va
dritto
alla
meta
,
oppure
si
spezza
per
via
,
tracciando
nei
punti
fatalmente
prefissi
,
gli
angoli
necessari
e
le
necessarie
curve
.
Pertanto
possiamo
dire
che
come
Ingres
e
i
quattrocentisti
italiani
,
così
i
pittori
della
Grecia
antica
vedevano
solo
nel
disegno
il
fondo
d
'
ogni
grande
arte
.
In
questa
specie
di
misticismo
della
linea
,
che
caratterizza
un
'
arte
veramente
classica
,
si
può
scorgere
l
'
avversione
per
l
'
insieme
delle
masse
inutili
,
per
la
soda
polposità
,
estranea
a
ogni
sottigliezza
spirituale
,
e
la
tendenza
a
ridursi
solo
all
'
alfabeto
religioso
dei
segni
che
formano
il
contorno
d
'
una
figura
,
o
d
'
un
oggetto
.
Il
profilo
d
'
un
piede
,
tracciato
da
Douris
o
da
Botticelli
,
non
è
il
profilo
d
'
un
piede
come
lo
possiamo
vedere
nella
natura
;
è
lo
spettro
d
'
un
piede
;
è
la
parte
demoniaca
di
quest
'
arto
che
l
'
artista
classico
ci
rivela
,
segnandola
per
l
'
eternità
sulla
terracotta
d
'
un
vaso
,
sulla
superficie
d
'
una
parete
,
o
sulla
tavola
ingessata
.
Diremmo
quasi
che
ogni
aspetto
della
natura
,
ingannevolmente
cangiante
e
passeggero
,
possiede
,
riguardo
al
mondo
delle
cose
eterne
,
il
suo
particolare
segno
o
simbolo
,
ed
è
appunto
tale
segno
o
simbolo
,
o
perlomeno
,
parte
d
'
esso
,
che
l
'
artista
classico
scopre
.
Meravigliosamente
sentirono
i
greci
la
magia
della
linea
,
Nel
paradiso
dell
'
arte
il
loro
spirito
chiedeva
alla
linea
perfettamente
diritta
o
dolcemente
curva
,
o
ancora
rivolta
esattamente
a
spirale
come
il
ricciolo
d
'
una
dea
,
quell
'
ineffabile
frescura
ch
'
è
refrigerio
dolcissimo
alle
torride
ventate
ond
'
è
riscaldata
questa
vita
faticosa
e
macchiata
dal
peccato
.
Non
si
preoccupavano
d
'
altro
;
non
in
altre
forme
cercavano
gioia
e
ristoro
.
Perciò
il
pittore
greco
attribuiva
importanza
alla
finezza
del
suo
pennello
,
che
per
lui
assumeva
il
valore
d
'
uno
strumento
magico
.
Avere
il
pennello
più
perfetto
era
per
l
'
artista
greco
la
somma
felicità
.
Lo
amava
e
lo
curava
,
come
il
guerriero
amava
e
curava
la
sua
spada
;
era
il
suo
stile
,
il
suo
arco
di
Filottete
.
Fatti
con
piume
di
beccaccia
attaccate
a
una
lunga
cannuccia
,
oppure
con
un
solo
crine
di
seta
,
i
pennelli
dei
pittori
greci
esigevano
un
'
abilità
particolare
per
essere
maneggiati
,
ma
permettevano
altresì
di
tracciare
linee
finissime
e
aventi
per
tutta
la
loro
lunghezza
uguale
spessore
.
Tali
linee
sono
per
l
'
occhio
del
riguardante
gioia
e
sorpresa
.
Ciò
dunque
che
caratterizza
ogni
classicismo
pittorico
,
è
la
sottigliezza
e
la
purezza
della
sensazione
lineare
,
è
l
'
assenza
completa
d
'
ogni
aspetto
del
gigantesco
e
del
voluminoso
.
Si
giunge
così
a
una
misteriosa
interpretazione
della
natura
,
che
pigliando
come
prima
e
ultima
lettera
del
suo
alfabeto
quella
forma
enigmatica
e
simbolica
ch
'
è
l
'
uomo
,
sviluppa
e
moltiplica
all
'
infinito
gli
aspetti
di
tale
forma
.
In
tal
guisa
trovansi
gli
uomini
allo
stesso
livello
degli
dei
,
e
viceversa
.
Le
statue
stanno
su
piedistalli
bassi
;
Hermes
stanco
,
;
poggiato
sull
'
anca
,
insegna
la
grazia
della
curva
e
della
linea
spezzata
.
Questi
strani
e
commoventi
aspetti
del
classicismo
greco
li
,
vediamo
anche
nella
architettura
.
I
templi
dedicati
a
Pallade
vergine
o
a
Giove
Olimpico
,
stanno
al
livello
dei
mortali
.
Sotto
le
loro
colonne
non
si
ha
mai
l
'
impressione
del
mostruoso
,
dell
'
inafferrabile
e
dell
'
infinito
,
come
accade
presso
altri
popoli
meno
astuti
e
in
altre
epoche
più
confuse
;
ad
esempio
:
nell
'
arte
egizia
e
nella
gotica
.
Il
tempio
greco
è
a
portata
di
mano
;
sembra
che
lo
si
possa
pigliare
e
portar
via
,
come
un
giocattolo
posato
sopra
un
tavolo
.
Senso
mirabile
che
doveva
riapparire
tanti
secoli
dopo
nell
'
architettura
toscana
.
A
questo
si
pensa
,
a
Firenze
,
guardando
il
Battistero
e
il
Duomo
col
suo
campanile
.
E
ripetiamo
ancora
essere
il
demone
del
classicismo
demone
di
segno
e
di
linea
.
Diceva
Federico
Nietzsche
che
la
potenza
intellettiva
di
un
uomo
si
misura
dalla
dose
di
spirito
(
ironia
)
ch
'
egli
può
usare
.
Parimenti
possiamo
dire
che
la
potenza
classica
d
'
un
pittore
si
misura
dall
'
intelligenza
e
dalla
commozione
della
sua
linea
.
Vi
sono
emozioni
primigenie
che
non
si
possono
smarrire
senza
correre
il
grave
rischio
di
uscire
da
ogni
via
di
classicismo
.
Così
l
'
emozione
del
troglodita
che
traccia
sulle
pareti
della
caverna
il
profilo
del
bisonte
,
è
classica
,
come
classica
è
l
'
emozione
d
'
un
Douris
,
d
'
un
Apelle
o
d
'
un
Polignoto
,
e
più
vicino
a
noi
quella
d
'
un
Botticelli
o
d
'
un
Ghirlandaio
,
d
'
un
Holbein
e
d
'
un
Dürer
.
Per
un
fenomeno
strano
il
demone
lineare
del
classicismo
ellenico
riapparve
nell
'
opera
dei
nostri
grandi
quattrocentisti
.
Questi
infatti
rivissero
le
medesime
emozioni
di
linea
e
di
segno
che
i
.
Greci
.
Giotto
che
traccia
il
circolo
perfetto
,
Cimabue
che
traccia
la
retta
perfetta
,
Apelle
e
Protogene
che
,
simili
a
due
atleti
.
nello
stadio
,
vanno
gareggiando
né
loro
affreschi
e
ne
'
loro
quadri
a
chi
traccerà
la
linea
più
perfetta
e
più
sostenuta
,
Holbein
,
che
eseguisce
il
semplice
disegno
lineare
d
'
una
testa
,
e
fiducioso
in
quel
disegno
come
un
navigatore
nella
sua
bussola
,
elabora
in
base
ad
esso
pitture
perfette
,
senza
più
riguardare
la
natura
,
più
che
aneddoti
e
leggende
di
discutibile
verità
storica
,
più
che
luoghi
comuni
,
sono
simboli
della
commozione
spirituale
d
'
un
artista
e
d
'
un
periodo
d
'
arte
.
L
'
uomo
veramente
grande
non
si
perde
mai
nell
'
inutilità
.
Tra
la
massa
di
forme
e
volumi
che
ingombrano
il
nostro
pianeta
,
egli
fa
una
scelta
minuziosa
e
un
'
accurata
selezione
.
Riguardando
con
occhio
di
classica
astuzia
alla
passata
arte
italiana
,
dove
poseremo
noi
lo
sguardo
?
Già
sappiamo
che
tutti
i
panneggiamenti
e
i
gonfaloni
sbattuti
dal
vento
e
le
nubi
e
le
stoffe
straripanti
dell
'
arte
veneziana
,
che
tutto
quel
rigoglio
non
farà
mai
passare
sul
nostro
spirito
l
'
alito
d
'
astuzia
e
di
profonda
finezza
che
sanno
darci
certe
curve
e
certi
geroglifici
contorni
screzianti
la
veste
della
donna
che
regge
il
drappo
nella
Nascita
di
Venere
di
Sandro
Botticelli
.
Più
che
un
problema
d
'
aggiunta
,
il
fatto
del
classicismo
è
un
problema
di
sfrondatura
e
potatura
.
Ridurre
il
fenomeno
,
la
prima
apparizione
,
al
suo
scheletro
,
al
suo
segno
,
al
simbolo
della
sua
inspiegabile
esistenza
.
Se
un
pittore
greco
o
uno
italiano
del
quattrocento
avesse
potuto
avere
tra
le
mani
una
pittura
d
'
un
'
epoca
decadente
in
cui
è
svanito
ogni
senso
di
segno
e
di
linea
,
ogni
sottigliezza
d
'
emozione
artistica
,
col
compito
di
correggerla
e
classicizzarla
,
la
prima
cosa
che
avrebbe
fatto
sarebbe
stato
di
pulire
,
chiarificare
,
sopprimere
masse
e
forme
inutili
,
per
rendere
appariscente
il
contorno
dello
spettro
.
L
'
ultimo
grande
italiano
nel
quale
visse
il
classicismo
con
tutti
i
suoi
segni
e
i
suoi
misteriosi
simboli
è
stato
Michelangelo
.
Non
per
nulla
è
chiamato
"
demoniaco
"
,
solo
che
in
coloro
che
gli
conferirono
tale
appellativo
vi
fu
errore
profondo
e
profondo
malinteso
.
Demoniaco
sì
,
ma
in
"
altro
senso
"
.
Ciò
si
vede
più
che
nei
suoi
affreschi
e
tavole
,
nei
disegni
,
alcuni
dei
quali
giungono
a
una
profondità
e
sottigliezza
di
segno
cui
solo
poteva
giungere
un
greco
nato
nell
'
ombra
del
Partenone
.
Gli
uomini
distratti
,
miopi
e
arruffoni
non
scorsero
questo
sottile
fenomeno
;
impressionati
della
mole
dei
suoi
affreschi
e
di
alcune
sue
sculture
,
come
il
Mosè
e
il
Davide
,
lo
chiamarono
"
il
titanico
"
,
mentre
altri
,
ancor
meno
furbi
,
(
esteti
d
'
origine
nordica
)
vollero
scoprire
il
Michelangelo
dolorante
,
che
rivela
l
'
affanno
della
vita
,
il
dilemma
dell
'
esistenza
ecc
.
Nessuno
pensò
al
vero
Michelangelo
,
al
Michelangelo
"
anacreontico
"
.
Raffaello
,
spirito
spaventosamente
assimilatore
,
intuì
anch
'
egli
il
classicismo
e
il
mistero
della
linea
.
Meno
di
Michelangelo
,
però
,
che
infatti
ove
egli
è
più
demoniacamente
classico
è
nelle
prime
opere
,
in
quelle
del
periodo
peruginesco
;
verso
la
fine
della
sua
brava
esistenza
sembra
avere
smarrito
tale
senso
.
Le
ultime
sue
pitture
preludiano
già
a
quel
crepuscolo
che
doveva
poi
scendere
sull
'
arte
e
che
perdura
ancora
.
Ma
il
demone
del
classicismo
non
è
sparito
.
Ancor
oggi
,
nella
grande
confusione
dell
'
arte
contemporanea
,
appare
qua
e
là
.
Vorremmo
citare
dei
nomi
,
a
rischio
di
sembrare
paradossali
.
Vorremmo
dire
che
un
barlume
di
classicismo
si
può
vedere
perfino
in
certi
disegni
di
Gaetano
Previati
.
Perfino
in
Segantini
che
,
malgrado
la
sua
pittura
mancata
,
la
sua
natura
ibrida
e
la
sua
mentalità
d
'
alpinista
,
in
alcuni
ultimi
disegni
,
in
certe
figure
di
donna
,
volanti
nella
notte
dei
cieli
,
fu
oscuratamente
tentato
dal
dèmone
del
classicismo
.
E
frugando
ancora
se
ne
potrebbe
trovare
altri
,
tanto
nel
nostro
che
negli
altri
paesi
.
Ma
trattasi
sempre
di
apparizioni
talmente
fugaci
e
confuse
che
non
mette
conto
di
parlarne
.
Una
forte
corrente
di
misticismo
è
indispensabile
alla
formazione
d
'
artisti
classici
.
I
pittori
greci
e
i
grandi
artisti
italiani
l
'
ebbero
dalla
religione
.
Non
dimentichiamo
che
i
"
misteri
"
fiorivano
ai
tempi
di
Polignoto
e
non
saranno
stati
estranei
all
'
essenza
del
suo
disegno
severo
e
colmo
d
'
emozione
,
a
quell
'
ethos
che
avvolgeva
le
sue
figure
,
a
quella
idealità
tanto
elogiata
da
Aristotile
.
Oggi
noi
speriamo
d
'
essere
ancora
abbastanza
mistici
per
una
rinascita
del
classicismo
.
Al
nostro
misticismo
hanno
contribuito
fattori
diversi
,
ma
non
importa
.
Troppo
abbiamo
aspettato
,
troppa
scontentezza
,
oscurità
e
confusione
hanno
coperto
il
mondo
,
premendo
con
particolare
insistenza
sull
'
Italia
.
Ma
ecco
che
,
in
compenso
,
sulla
nostra
terra
,
prima
ancora
che
su
altre
,
il
demone
del
classicismo
torna
a
tentare
gli
uomini
,
ad
adescarli
con
la
promessa
di
nuovi
segni
e
di
scheletri
più
perfetti
.
Noi
,
senza
scompiglio
né
orgasmo
,
seguiremo
il
richiamo
,
insistendo
nell
'
opera
con
sempre
maggior
chiaroveggenza
e
amore
.