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VILLA GIORGINA ( MONTANI CARLO , 1929 )
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Fino a qualche anno addietro , in quella aristocratica Via Po che è una delle più caratteristiche della Roma d ' oggi - anche perché hanno potuto sbizzarrirsi , però senza insopportabili eccessi , i giovani architetti contemporanei - un muro di cinta - dal quale un enorme ciuffo di palme usciva come dai margini di un vaso - stava a segnare una area fabbricabile in paziente attesa di aumento del suo prezzo a metro quadrato . Tutt ' intorno si costruiva febbrilmente a preparare le dimore signorili dello stupendo quartiere romano limitato da due ville celebrate : la Villa Borghese e la Villa Albani , sull ' area ove gli sterri delle vaste fondazioni rivelavano ogni giorno di più e con maggiore sicurezza , l ' esistenza in antico di una necropoli dei pretoriani . Ma l ' area rimaneva ostinatamente abbandonata , rivelando appena qualche traccia di chi l ' aveva avuta in proprietà , come i Torlonia e un allevatore di cavalli piemontese , il vecchio cav . Bertoni , il cui nome resta legato all ' inizio dello sviluppo ippico nella capitale . Un bel giorno , il muro di cinta fu chiuso a sua volta da uno steccato che , insieme alle chiome cupe dei lecci superstiti e delle palme ondeggianti , celò al pubblico per un paio d ' anni ciò che si faceva là dentro . Finché apparve il ... ninnolo di Villa Giorgina . Un fortunato quanto intelligente industriale piemontese , il comm . Isaia Levi - cavaliere del lavoro - benemerito anche per aver disposto a sue spese il razionale e magnifico restauro del celebre Palazzo Madama di Torino sede del primo parlamento italiano - incontratosi con un giovane architetto di noto buon gusto , gli aveva detto semplicemente : - Ho acquistato l ' area di via Po per costruirvi una villa dedicata alla memoria della mia figliuola quindicenne immaturamente perduta . Faccia lei ! Fortuna singolare , incarico lusinghiero , ma anche denso di responsabilità , che tuttavia fu accettato senza esitazione , anzi con piena coscienza di assolverlo , dall ' architetto Clemente Busiri , figliuolo degnissimo di quel Carlo Busiri che diede magnifiche prove del suo valore , specialmente al servizio di casate principesche come la Doria Pamphilj e in edifici moderni di Roma , come in sapienti ricostruzioni seicentesche . Il Busiri si propose di creare sull ' area messa a disposizione del suo talento , appunto uno di quegli ambienti del Seicento , una di quelle caratteristiche ville romane che videro soprattutto il fasto del tempo papale espresso architettonicamente dal Vignola , dal Borromini e dal Bernini . Per far ciò , avendo in mente fin dal principio una netta visione del risultato da conseguire , l ' architetto si diede ad una ricerca paziente quanto fortunata di un cospicuo materiale antico di cui avrebbe con discernimento curato a suo tempo l ' impiego , per le necessità decorative ; e si accinse alla sua bella fatica con fervido entusiasmo , fiancheggiato e sorretto dal fiducioso buon gusto dei padroni di casa i quali gli ripetevano ogni tanto il fatidico " Faccia lei ! " . Oggi la Villa Giorgina è una deliziosa realtà che allieta col sorriso di un piccolo ma stupendo parco , uno dei quartieri più eleganti della nuova Roma e che aduna tra le sue mura una quantità cospicua di cose belle , forse destinate altrimenti ad andare purtroppo disperse .
PROBLEMI DELLE CITTA'-GIARDINO ( SARTORIS ALBERTO , 1930 )
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Il sistema di costruzione adottato a Francoforte sul Meno - sistema d ' altronde brevettato - risponde alle esigenze normali di complessi di piccole abitazioni ed ha quindi potuto essere utilizzato con efficacia nella costituzione di agglomerati architettonici di uno , due e tre piani . Onde evitare l ' ingombro della città e , per mezzo di comunicazioni rapide , procurare all ' impiegato ed all ' operaio la possibilità di lavorare in centri industriali o commerciali pur risiedendo in campagna , nei dintorni immediati di Francoforte vennero così edificate in breve tempo parecchie città - giardino o " città di scorta " ( Trabantetnstädte ) : Praunheim , Ginnheim , Heddernheim , Niederrad , Oberrad , Ellerhof , ecc . Gli effetti dell ' uniformità , spauracchio di vecchi conservatori refrattari ad oltranza ad ogni innovazione nel campo architettonico , non appaiono assolutamente nelle città - giardino di Francoforte sul Meno , ove la standardizzazione non motiva case in serie di un dato ed unico tipo , ma risiede abilmente nello studio di un procedimento costruttivo avente per fine di realizzare i più varii edifici con elementi identici , normalizzati . In quanto all ' estetica che può valersi anche della policromia , la quale in certi casi accusa armoniosamente gruppi o parti di costruzioni , essa trae dai principi dell ' architettura meccanizzata e dalla restrizione voluta delle forme e degli elementi , una purezza nei volumi , una sobrietà nelle linee che solo possono raggiungere le nuove espressioni dell ' architettura moderna .
GUSTO E DEFORMAZIONE ( BERNARDI MARZIANO , 1930 )
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Tutti sanno che l ' arte d ' oggi in genere , e più specialmente quella decorativa , tende ( per reazione al superdecorativismo dello stile floreale ed ispirandosi all ' estetica della macchina ) ad una estrema semplificazione , ed è propensa - tanto nell ' arredo quanto nell ' architettura - ad affidare il valore estetico del prodotto alla non più mascherata evidenza dei valori utilitari . Si dice cioè : ciò che risponde a un ' esigenza costruttiva può rispondere altresì a un ' esigenza estetica . Ma anche qui occorre andare molto cauti . Se infatti un architetto , portando all ' estremo l ' ideologia corrente , ridurrà , come ora qualcuno non esiterebbe a fare , una casa a un cubo sforacchiato da finestre , avrà , con la sua iperbole , depauperato il concetto architettonico del presupposto stesso di creazione artistica per ridurlo a sinonimo di un concetto di pura e semplice utilità . Avrà cioè alzato dei muri , ma non creato arte . Così se viceversa un progettista di mobili , sempre per seguire l ' odierno indirizzo " razionale " dell ' architettura e della decorazione , disegnando una poltrona o una seggiola ne vedrà le gambe ed i bracciuoli in funzione soltanto utilitaria , e scambiando questa funzione con una finalità estetica la tradurrà in sagome inutilmente tozze , mostruosamente goffe e pesanti ( ed è cosa che si vede sfogliando qualsiasi rivista d ' arte decorativa ) , non soltanto farà opera " irrazionale " - perché assioma " razionalistico " è che l ' oggetto , o la parte di esso , sia assolutamente adeguato all ' uso - ma cadrà nello stesso assurdo dell ' artista barocco , il quale esagerava , ingigantiva , esasperava fino all ' enfasi il motivo decorativo appunto perché il decorativismo , come finalità suprema dell ' arte , era proprio dello spirito del tempo . Basi dunque della vitalità di ogni forma artistica sono anzitutto l ' equilibrio e l ' armonia ; e quella perfetta misura che risulta da un ' altrettanto perfetta comprensione , assimilazione e critica degli elementi stilistici caratteristici di una epoca , che , tradotti in creazione originale d ' arte , riescono espressione squisita di un " gusto " .
STILE ( PERSICO EDOARDO , 1930 )
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Un ritratto di antenato ed una fotografia dei nostri giorni , una stampa ottocentesca ed una circolare industriale stabiliscono per contrasto definitivamente l ' esistenza di uno stile moderno , cioè di un mezzo di espressione che corrisponde allo spirito ideale ed ai bisogni pratici di un mondo nuovo . I dubbi e le esitazioni di molta gente di fronte a questo stile moderno sono sconfitti dovunque : in casa , dove ci serviamo di oggetti che sarebbero parsi incomprensibili a nostro nonno ; in strada , con i mezzi di trasporto ; al cinematografo , che è una rappresentazione nuova del nostro mondo morale ; sui campi di foot - ball , dove i giocatori e le folle si aggruppano secondo nuove armonie . La creazione di uno stile non è mai l ' impegno di uno sforzo solitario , ma la collaborazione vivente di tutta un ' epoca . L ' impiegato che sale al mattino in un tram , l ' operaio che manovra una leva , la signora che va a passeggio , l ' elegantone che accende una sigaretta creano , senza volerlo , un modo di esprimersi ; cioè , un modo di essere . Bisognerebbe guardare attentamente , non solo come voleva Leonardo nelle macchie che fa l ' umidità sui muri o nelle nuvole , ma al gesto istintivo che facciamo per raccattare il guanto ad una signora , alla linea che disegna una donna quando si mette il cappello . Lo stile è determinato , così , da un complesso di prove : si tratta , in seguito , di promuovere l ' evidenza allo stato di creazione . Innalzare l ' apparenza alla sfera della poesia . Gli aspetti del tempo sono una specie di evocazione segreta e lo stile nasce piuttosto per l ' improvvisa adesione ad un mistero plastico , che per una ricerca specifica . La più piccola traccia di ricerca è un errore : una linea nel gesto di una figura , come una parola in un discorso annullano per sempre lo stile . Non è tanto la materia , o la volontà , che determina la forma ; ma il segreto accordo con le cose come esse si presentano nella realtà : si tratta per lo piú , di uno scambio di segni convenzionali . È soltanto attraverso questo accordo che la forma può suggellare un contenuto vivo , perché lo stile è un effetto , non un fine . Nelle etichette dei profumi , l ' alterigia del signore d ' Orsay ci è indifferente e quasi ostile , mentre comprendiamo benissimo la poesia di un nudo di Archipenko , paragonandola all ' immagine di una signora al ballo ; o il valore di un colore di Boccioni se pensiamo ai cancelli di un opificio , o alle piastre di un treno veloce .
SANT'ELIA, OGGI ( ' CASA BELLA ' , 1930 )
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Non è ora il caso di illustrare quale sia stata l ' importanza teorica del futurismo , che rappresenta in fondo un tentativo di evasione dalle estetiche positiviste dell ' ottocento ; ma conviene stabilire che nelle idee , e nei progetti di Sant ' Elia sono chiariti i principii fondamentali di quella che sarà , in Europa , a distanza di anni , e contro l ' avversione di un mondo a cavallo fra due epoche , la nuova architettura . Questi principii si possono sintetizzare così : 1 . Abolizione del decorativismo di stili sovrapposti . 2 . Razionalità della fabbrica , per la corrispondenza dello scopo con la forma . 3 . Equilibrio plastico della massa con la pianta . 4 . Utilizzazione dei nuovi materiali costruttivi . L ' architettura europea ha talmente fatto suoi questi principii , che non la si potrebbe pensare contenuta in altre regole . Ma il valore di Sant ' Elia non è , in fondo , nell ' aver intuito e disegnato un sistema nuovo di costruzione : consiste piuttosto nel modo con cui ha sentito l ' impostazione del problema di un ' architettura moderna , ed il fine a cui essa è indirizzata . Come in tutti i precursori , in lui contano piú i motivi dell ' azione , che l ' azione stessa . Questo progetto di Sant ' Elia è un ' anticipazione dei grattacieli a terrazze , nel tempo in cui gli americani costruivano i grattacieli gotici o veneziani di Cass . Gilbert ; o quest ' altro è una sistemazione prodigiosamente " moderna " di una città nuova , pensata nella Milano borghese a cui parve convenire soltanto lo stile della nuova stazione : ma queste , e tante altre anticipazioni resterebbero la fatica solitaria e melanconica di uno sterile sognatore , se non fossero sorrette e giustificate da quello spirito nuovo che ha creato l ' Europa dei nostri giorni . La polemica di Sant ' Elia contro i plagiarii ed i pasticcieri sottointende principii di onestà morale e di dignità dell ' opera d ' arte che sono identici a quelli che gli architetti moderni oppongono ai costruttori di vecchio stile : questa opposizione che sembrerebbe , a prima vista , un mero fatto di tecnica è nel suo contenuto maggiore una controversia morale nei cui termini è la lotta di un mondo giovane , pieno di iniziative e di volontà , contro un altro che scade fatalmente giorno per giorno . Le case nuove per gli uomini nuovi : non è una formula estetica , è un presupposto morale . Sant ' Elia ha posto i termini di questo problema con una intransigenza che giustifica in pieno il giudizio che certi tedeschi danno sul futurismo , considerandolo come una scuola essenzialmente sociale . La città futurista " simile ad un immenso cantiere tumultuante , agile , mobile , dinamico in ogni sua parte " presuppone una civiltà di produttori , educati alla disciplina del mondo moderno . La casa " senza pittura , senza scultura " , è già , in progetto , l ' abitazione moderna di quelli che hanno rinunziato ai piccoli agi ed ai piccoli divertimenti della borghesia ottocentesca , per ritrovarsi in un ambiente parallelo a quello che determina l ' atmosfera e la consuetudine puritana della fabbrica . La " machine à habiter " di Le Corbusier , che crea i piani regolatori delle città nuove , è presentita da Sant ' Elia come la " casa futurista simile ad una macchina gigantesca " , nel quadro dell ' Europa moderna . Questo è la maggior originalità di Sant ' Elia : il coraggio delle idee precise , e il rigore di restarvi fedele ad ogni costo . " L ' architettura si stacca dalla tradizione . Si ricomincia da capo per forza " . Perché fra le estetiche antiche e il mondo di Sant ' Elia stanno , com ' egli dice , la scoperta di nuove leggi naturali , e nuovi usi scientifici : cioè il fondamento moderno dell ' arte .
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Centinaia di milioni si sono spesi per monumenti ai caduti , per edifici pubblici , per scuole , per l ' arredamento di piroscafi e per case popolari , ma ben pochi edifici costruiti hanno aggiunto una sola linea a quello che già era stato fatto dai nostri antenati . Tuttavia , mentre il campo ufficiale dell ' architettura rappresentativa è pienamente dominato da tali concetti volutamente e rigorosamente antiprogressisti , esiste in Italia una minoranza di pubblico , di critici e d ' artisti che , a costo di sembrar iconoclasti , comprendono , difendono e propagandano le forme moderne . Osteggiata dai quotidiani , scansata dai " benpensanti " , tollerata tutt ' al più come fenomeno " futurista " ( sostituendo con questa parola il vocabolo " pazzoide " ) , questa minoranza ha trovata in se stessa la forza di operare e di agire . Attiva ed entusiasta , ha dato il meglio all ' Esposizione di Monza , ha costruito edifici che giornali e riviste ed esposizioni estere hanno spontaneamente illustrati e lodati , ha fatto sí che almeno nelle nostre riviste di architettura più serie non sieno ospitati quei lavori che non hanno alcun rapporto con gli ideali della vita moderna . Ma questo basta ? Viene il momento in cui la continua polemica stanca e avvilisce . Anche l ' uomo più sicuro di sé vien preso dall ' amarezza quando si sente qualificare per traditore delle tradizioni . L ' architettura non vive nei progetti : essa ha bisogno di essere realizzata . E se l ' opinione pubblica è aizzata con tanta spavalderia contro questi sforzi , ne risulta per l ' artista uno stato di insofferenza , di disagio , di ostilità che non contribuiscono certo alla serenità e alla gioia delle sue creazioni . Disagio e sofferenza tanto più dannose quando si osserva come , fuori dai nostri confini , dalla Turchia all ' Olanda , dall ' Albania agli Stati Uniti , le forme della modernità vestono ormai tutta l ' architettura ufficiale in corso di attuazione . Ma tutto questo , Eccellenza , sarebbe facilmente sopportabile perché la fede è troppo grande per fermarsi di fronte a queste amarezze , se non avessi ascoltato da un direttore di un grande quotidiano queste testuali parole : " È ordine del Governo di ostacolare ogni forma di architettura novecentista " . Io non posso credere a tale assurdità . La mia fede fascista si ribella al pensiero che si voglia costringere la nostra Nazione a diventare il museo di se stessa . È bene od è riprovevole propagandare ed eseguire architettura moderna in Italia ? Se è male lo si dica chiaramente e si chiudano le esposizioni , e non ci si inviti più con le " nostre opere più modernamente significative " a rappresentare l ' Italia all ' estero . Se è bene , si dia finalmente un lavoro , uno solo dei cento milioni recentemente stanziati , a un architetto chiaramente moderno e non si pretenda che l ' architettura nasca dalle scrivanie dei disegnatori del genio civile o dalle tarlate fantasie degli archeologi . Sul mio gagliardetto era scritto " marciare non marcire " . Vale anche in architettura ?
MUSSOLINI E LA MUSICA ( LUALDI ADRIANO , 1927 )
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Il 22 ottobre si ebbe la telefonata d ' avviso ; e la sera stessa si partì , Franco Alfano da Torino , Ildebrando Pizzetti , Alceo Toni , Renzo Rossi ed io , da Milano . Se qualcuno incontrando la nostra carovana ci avesse chiesto : Quo vaditis ? , - Petimus Romam , si sarebbe risposto ; all ' incirca come Cristo a San Pietro . Perché ci si sentiva veramente - in quanto si rappresentava la compagnia di credenti più trascurata da un mondo orribilmente pagano : quella dei compositori di musica - come dei poveri Cristi ; e si andava a Roma per conquistare , fra tanti altari , un santo patrocinatore alla nostra causa . Il Presidente aveva fissato l ' udienza per le 11 del giorno 23 . Alle 10.30 ci trovammo nella sala d ' aspetto di Palazzo Chigi . Quando siamo entrati , al grande tavolo di lavoro , in un angolo vicino ad una finestra , era il Duce ; in piedi , un po ' chino , appoggiando il gomito sinistro sul tavolo e la fronte alla mano ; e sfogliava i quaderni di un libro ancora intonso . Alceo Toni , il più familiare all ' on . Mussolini per essere stato con lui al Popolo d ' Italia , ha fatto le presentazioni . E Benito Mussolini , che al nostro apparire si era drizzato nella persona , tendeva ora il braccio verso ciascuno di noi ripetendo man mano i cognomi ; e sorrideva lievemente , e ci guardava con certi occhi che pareva volessero fotografarci . Aveva letto il nostro rapporto sulle condizioni e le necessità dell ' arte lirica in Italia ; era informato della mostra musicale del '900; volle sapere perché si fosse scelta come sede per la prima manifestazione la città di Bologna ; chiese , sul carattere , i limiti , le finalità della mostra , più ampie notizie . Le sue domande erano brevi e precise ; dopo averle enunciate , il Duce alzava il capo e lo rovesciava un po ' indietro , spalancando gli occhi neri sull ' interrogato . E quando parlava , la sua voce era pacata e dolce , e il tono era così semplice , che solo da una certa energia della pronuncia e dalla convinzione che animava le parole era dato riconoscere l ' impetuoso tribuno dominatore di folle . - " Sì , mi piace l ' idea di questa esposizione auditiva che può rappresentare il parallelo delle esposizioni visive di pittura e scultura . È una specie di rassegna delle attuali forze musicali italiane , che volete fare . È molto opportuna . Bisogna risvegliare l ' interesse del pubblico intorno alla musica nuova ; esso , ormai , non ama più che la musica verticale : intendo quella che si suona nelle strade , coi piani a manovella . E ' necessario che il pubblico apprezzi ed impari ad amare anche la musica che non sa a memoria . Ma siccome , per ciò che riguarda la divulgazione , la musica da concerto non arriva alle grandi folle , e quella da teatro sì , è la musica da teatro che bisogna far rinascere prima di tutto ... Queste le parole , quasi testuali , di Benito Mussolini ai musicisti italiani : parole quanto mai confortanti , e starei per dire , preziose .
WALTER GROPIUS ( PANNAGGI I. , 1932 )
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Walter Gropius è il fondatore del Bauhaus , di quel Bauhaus che oggi sopravvive come scuola d ' arte con altro andamento da quello che ebbe sino alla presenza del suo fondatore . Egli , che da Dessau si è trasferito da qualche anno a Berlino , è uno dei precursori che hanno saputo vedere con maggiore chiarezza quali sviluppi avrebbe preso nel tempo l ' architettura in cammino di rinnovamento . Mentre altri architetti sono partiti da presupposti estetici , cercando nuove vie attraverso lo studio formale delle costruzioni per correggersi più tardi , passando dal formalismo al razionalismo , ( Poelzig , Mendelsohn , ecc . ) il Gropius è partito subito da un ' aspirazione costruttiva , quale si vede sin dalle opere del 1912 ( Faguswerk in Alfed ) e dagli uffici e le fabbriche della Werkbundausstellung di Colonia ( anno 1914 ) . Opere nelle quali - nascosta fra timidezze di soluzioni non trovate e reminiscenze inevitabili di Jugendstil - si manifesta però già chiara la tendenza al razionalismo costruttivo . Nel razionalismo del Gropius si trovano tuttavia frequenti concessioni estetiche come per esempio nella parete esterna di vetro della Werkstattbau di Dessau , la quale rigorosamente misurata , risulta proiettata nell ' irrazionale di una trattazione esclusivamente estetica dei nuovi mezzi e materiali costruttivi . Ma l ' architettura è un ' arte e quando non si tratti di edifici economici , nei quali la questione finanziaria tiranneggia , non va controllata esclusivamente in cifre e bilanci . Ciò che importa dal punto di vista stilistico è che la novità di espressione sia autentica e non sostituita da rielaborazioni di vecchi stili o da forme personali bizzarre e manierate . Oltre al Bauhaus con le relative abitazioni degli insegnanti , il Gropius ha costruito a Dessau le Siedlungen di Toerten , e nelle altre città della Germania ville , scuole , locali sportivi , e specialmente Siedlungen , delle quali le più importanti sono quelle di Francoforte sul Meno e della Siemensstadt alla periferia di Berlino , alla costruzione della quale hanno partecipato anche gli architetti Scharoun , Haering , Forbat , Bartning e l ' ing . Mengeringhausen .
PROGRAMMA ( - , 1861 )
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Non vuolsi in veruna guisa disprezzare l ’ educazione , come quella che fra le bellissime cose è la prima che forma gli uomini eccellenti . PLATONE L ’ educazione deve dirigere , correggere , emendare le tendenze umane , emancipare l ’ uomo dalla servitù del male per renderlo capace di praticare il bene . TOMMASEO Mentre vediamo tuttodì moltiplicare il numero dei giornali d ’ ogni genere e colore per soddisfare ai bisogni della nuova vita politica , nessuno ancora , che per noi si sappia , in queste nostre meridionali provincie pose esclusivamente l ’ ingegno intorno a quei grandi interessi d ’ ordine morale che in sé racchiudono le speranze del nostro avvenire . La libertà inaugurata dalla religione , promossa dalla eletta schiera dei forti e generosi intelletti , preparata coll ’ esilio , col carcere , col patibolo , conquistata col sangue dei prodi non sarà consolidata sul trono d ’ Italia finché la condizione intellettiva e morale delle masse , che il passato dispotismo tenne in una brutale ignoranza e nella più raffinata corruzione , non sia mutata . Essa dee rispettare l ’ autorità , poiché , come disse un valente pedagogista , l ’ una è limite dell ’ altra , e dall ’ accordo dialettico di questi due contrari risulta appunto l ’ armonia cosmica e l ’ armonia sociale . Ma l ’ accordo di questi due grandi principi è il frutto di una conveniente ed illuminata educazione , la quale mentre svolge il pensiero nel conoscimento del vero , informa e piega la volontà al bene , in breve la rigenera colla luce dell ’ amore , la ritempera colla sapienza della virtù . Con una conveniente ed illuminata educazione potremo solo rialzare il nostro popolo alla cognizione dei suoi diritti confiscati dall ’ ignoranza o rintuzzati dal despotismo , e confortarlo all ’ esercizio dei doveri religiosi e sociali , che furono in esso oscurati da un cieco fanatismo , o falsati da una stupida indifferenza . È tempo ormai che una lotta razionale e sapiente si sostenga contro a vieti pregiudizi che falsavano e falsano le più belle istituzioni trovate per indirizzare l ’ uomo ai suoi destini . È tempo ormai che si conosca da quanti hanno fede nelle eterne ed indestruttibili leggi del progresso che la scuola non deve più far divorzio dalla vita , non più incatenare in aride formole le intelligenze dei fanciulli , ma vuol essere intenta a formare uomini capaci coscienziosi , a cui la patria sia una religione , una legge il dovere l ’ abnegazione e il sacrifizio , un bisogno la fede e l ’ onore , senza cui non si rigenera una nazione da secoli schiava . È necessario di più che le scuole siano tante in numero quanto lo esige la cifra della popolazione ragguagliata con quella dei fanciulli d ’ ambo i sessi . Che le scuole siano informate ai più sacri principî di morale e dirette secondo i consigli delle esperimentate teorie didascaliche . Ma un sistema di istruzione e di educazione popolare trova il suo primo anello nell ’ istituzione di asili infantili , il secondo nell ’ ampliamento delle scuole elementari , il terzo nella diffusione di scuole serali , festive per gli adulti di ambo i sessi , il quarto nelle scuole di arti e mestieri . Le quali potendosi alcune per carità di privati cittadini istituire e governare , dovendosi altre per debito dei municipi fondare ampliare e migliorare , tutte essere affidate ad istitutori probi ed esperti nell ’ arte dell ’ insegnare , ad istitutrici illuminate e pie , e gli uni e le altre da buoni libri , da saggi consigli indirizzati ognun vede l ’ importante e vastissimo campo di una parte del giornalismo . Noi non crediamo sì robusti gli omeri nostri per resistere all ’ enormità del peso , dichiariamo però sentire il debito nostro di portare la nostra pietruzza al colossale edifizio della rigenerazione della patria , consacrando la nostra penna e il nostro ingegno a dar saggio di voler occuparci : 1 . della diffusione di tutte le buone idee che si attengono alla sana educazione del popolo e degli asili infantili e del come la carità dei cittadini possa e debba fondarli ; 2 . dei doveri che incombono ai municipi di provvedere alacremente all ’ istruzione maschile e femminile delle masse ; 3 . della necessità di creare scuole magistrali per formare buoni maestri e buone maestre ; 4 . degli atti governativi che concernano l ’ istruzione popolare , non dimenticando né la critica bibliografica , né la cronologia dei fatti che si collegano all ’ istruzione pubblica , né altre notizie che potranno sembrarci di giovamento . Parchi nelle promesse , nutriamo fiducia di poter essere più larghi nell ’ attendere , e fin d ’ ora mentre dichiariamo volere il bene , rivolgiamo preghiera a tutti i buoni di esserci benigni di consiglio e di aiuto nel difficile cammino , peculiarmente ci rivolgiamo ai periodici educativi che già hanno prospera vita nelle altre provincie d ’ Italia , perché ci consiglino e ci aiutino . Possano le fatiche che intraprendiamo fruttare un po ’ di bene a questa parte d ’ Italia e i nostri voti saranno bastantemente appagati .
GLI AMANTI D’IDDIO ( - , 1906 )
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Ascendimus ascensiones in corde et cantamus canticum graduum . Interior intimo meo et superior summo meo . Omni luce clarior , sed omni secreto interior . Cibus sum grandium : cresce et manducabis me ; nec tu me in te mutabis sicut cibum carnis tuae sed tu mutaberis in me . S . AGOSTINO SURSUM CORDA Gli fu domandato quale fosse l ' oggetto della sua contemplazione allorquando alla messa intonava il Sursum corda ; però che queste parole uscivano dalla sua bocca così ardenti che infiammavano a devozione tutti coloro che le udivano . Egli con un interno sospiro rispose : « Cantando io " Sursum corda " , accade spesso che una divina passione e un divino desiderio s ' impadroniscano della mia anima ; e allora di solito sorgono e mi rapiscono tre sorta di sublimi visioni , or una , or due , or tutte e tre in una volta : mi rapiscono in Dio e per me e con me tutte le creature . Questa è la prima contemplazione . Io raccolgo dinanzi al mio occhio interno me medesimo con il corpo , con l ' anima e con ogni mia potenza , e intorno a me tutte le creature che Iddio ha create e crea nei cieli , sulla terra e in tutti gli elementi , ciascuna col suo proprio nome , siano uccelli dell ' aria , fiere della foresta , pesci dell ' acqua , alberi ed erba della terra , e l ' arena innumerevole dei fondi marini , e il pulviscolo che splende nei raggi del sole , e tutte le piccole gocciole d ' acqua che mai caddero o cadano dalla rugiada , dalla neve e dalla pioggia ; e vorrei che tutte fossero come un dolce suono di corde , mosse dall ' intimo palpito del mio cuore , e così tutte insieme innalzassero un nuovo cantico senza fine all ' amoroso Iddio . E allora mirabilmente si stendono e allargano braccia dell ' anima delle innumerevoli creature , e mi par che tutte le fecondi il mio amore , ed io sono verso di loro come un libero e animoso corifeo che infiamma ed esalta una immensa moltitudine di cantori . Or ecco l ' altra contemplazione . Io considero il mio cuore ed i cuori di tutti gli uomini e mi raffiguro la gioia e l ' allegrezza , l ' amore e la pace che godono coloro i quali unicamente a Dio consacrano il loro cuore , e , dall ' altro lato , il dolore , l ' amarezza e la inquietudine che l ' amore delle cose effimere ingenera in coloro che ne son schiavi ; e grido allora con spasimato desiderio al mio ed a tutti i cuori , dovunque siano , sino agli estremi confini del mondo : Sorgete , o cuori prigionieri , svelletevi dai ceppi del fallace amore ! Su , su , cuori dormienti , dalla morte del peccato ! Su , cuori pigri , dalla vergogna della vostra vita così bassa e cieca ! In alto , con un grande unico sforzo , all ' amoroso Iddio ! Finalmente la terza contemplazione è un fraterno appello à tutti gli uomini di buona volontà , ma che ancora incerti vanno errando in sé medesimi e non sono né per Iddio né per le creature perché i loro cuori , che pur hanno sentito l ' invito divino , sono ancora dispersi nel tempo . A costoro ed a me stesso io grido : Coraggio , all ' impresa suprema , a un assoluto distacco da noi stessi e da tutte le creature ! » . Questo era l ' oggetto della sua contemplazione , mentre intonava : Sursum corda ! HEINRICH SUSO , detto Amandus Di nessuna benché minima cosa possiamo arrivare al fondo né scrutarne tutta la magnificenza . Le cose materiali sono fuori le une dalle altre ; non così le cose spirituali . Ciascun angelo con tutta la sua gioia e la sua beatitudine è in ogni altro angelo perfettamente come in sé medesimo ; e ogni angelo è parimenti in me e Dio stesso in me con tutta la sua gloria . O nobile anima , cammina , cammina : al di là di ogni creatura , al di là del tuo proprio intelletto , sopra tutti i cori degli angeli , sopra la luce che ti fortifica , nell ' intimo cuore d ' Iddio , dove sarai tutto in tutto e nascosta a tutte le cose . Chi per migliaia d ' anni domandasse alla vita : " Perché vivi ? " - se la vita dovesse rispondere , non potrebbe dir altro che così : " Vivo perché vivo " . Essa infatti ha in sé stessa il suo principio e scaturisce dal suo proprio fondo ; onde non ha perché , vivendo per sé medesima . Così , chi domandasse a un uomo schietto , che opera dal suo proprio fondo : " Perché operi ? " - costui , a dire il vero , non potrebbe rispondere altro : “ Opero perché opero " . Il mio occhio è una cosa sola con ciò che egli vede . L ' uomo che sempre corre ed è tuttavia in pace , io lo chiamo un uomo divino . Il riposo dell ' anima è sulle ali dei venti . Iddio non è in alcun luogo . Di ciò che è più piccolo in Dio è piena ogni creatura , e ciò che è più grande in Lui non è in alcun luogo . L ' intima natura di ogni grano richiama il frumento e ogni metallo l ' oro e ogni nascita l ' uomo . Per questo esiste tutta la Scrittura , per questo furon create tutte le cose del mondo : che Dio nasca nell ' anima e l ' anima rinasca in Dio . O un solo maestro di vita piuttosto che mille maestri in dottrina ! Uomini , che cercate voi fra le morte ossa ? Perché non bevete alla divina sorgente che sola può darvi la vita eterna ? I morti nulla danno né ricevono . MAESTRO ECKHART Non mi basta , Signore , di servirti come gli angeli , non mi basta di essere ai tuoi occhi perfetto come un Dio ; ciò è troppo piccola e meschina cosa per il mio spirito : chi a te vuol servire veracemente conviene che sia più che divino . Io vo in un deserto al di sopra d ' Iddio . Iddio è in me il fuoco ed io in lui lo splendore : quale unione più intima ? Io sono grande come Iddio , egli piccolo come me ; egli non può essere sopra me né io sotto di lui . Nascesse Cristo anche mille volte in Bethlehem , se non nasce in te sei perduto in eterno . Iddio si è fatto uomo ; se tu stesso non ti fai Dio , disprezzi la sua nascita , e fai oltraggio alla sua morte . Tu dici che c ' è un sole nel firmamento , ma io dico che ce ne sono molte migliaia . ANGELUS SILESIUS