StampaPeriodica ,
Comincerò
poiché
la
bontà
nella
vita
mi
piace
quanto
,
e
forse
più
,
la
nudità
bella
nell
'
arte
comincerò
dal
ringraziare
il
Chiarini
,
il
Nencioni
ed
anche
il
Panzacchi
,
che
con
me
sono
stati
tanto
buoni
.
Quattro
settimane
fa
,
colla
serena
sfacciataggine
d
'
una
scolaro
irrequieto
,
buttavo
giù
dalle
colonne
di
questa
Domenica
una
manata
di
punti
interrogativi
tutti
peccaminosamente
impertinenti
,
li
buttavo
via
per
l
'
Italia
,
implorando
una
risposta
,
che
sarebbe
stata
una
lezione
per
me
,
e
che
vale
assai
meglio
per
molti
ingegni
che
affaticano
nelle
prime
prove
dell
'
arte
.
La
mia
superbia
era
grande
,
lo
confesserò
:
confidavo
che
la
risposta
e
la
lezione
mi
anzi
ci
sarebbero
venute
dal
Chiarini
,
il
quale
,
per
ufficio
da
lungo
tempo
esercitato
,
ha
,
purtroppo
,
dovuto
piegar
l
'
animo
e
fortificar
la
pazienza
nell
'
insegnare
ai
ragazzi
.
Invece
oltre
ogni
misura
d
'
onesta
superbia
anche
il
Nencioni
ed
il
Panzacchi
hanno
voluto
mostrare
che
le
mie
domande
non
erano
del
tutto
inutili
,
hanno
voluto
,
con
affetto
paziente
,
discutere
le
mie
impertinenze
,
e
,
aggiungendo
bontà
a
bontà
,
i
due
primi
hanno
scritto
parole
cortesi
per
me
,
mentre
l
'
autore
del
Piccolo
romanziere
,
con
non
meno
gradita
cortesia
ha
tentato
di
nascondere
alla
gente
il
nome
di
così
grande
e
impudente
peccatore
.
Il
quale
si
proverà
ora
a
ribattere
,
ritornando
a
commettere
il
suo
peccato
,
non
per
amore
di
sudiceria
o
per
orgoglio
maniaco
;
ma
per
il
culto
,
coraggioso
,
e
un
po
'
anche
doveroso
,
che
ha
serbato
sempre
alle
sue
idee
,
unica
proprietà
e
consolazione
più
alta
ed
assidua
della
propria
giovinezza
.
Al
peccatore
pare
che
la
serena
confessione
e
la
costanza
del
peccato
siano
la
risposta
più
degna
alla
bontà
di
cui
tre
uomini
illustri
lo
hanno
onorato
.
Almeno
,
potranno
dire
:
costui
non
è
vigliacco
;
ha
delle
opinioni
e
le
proclama
in
faccia
a
tutti
,
le
difende
anche
contro
noi
.
E
compiuto
il
dovere
,
veniamo
alla
discussione
.
Quattro
settimane
fa
,
dunque
,
io
chiedeva
:
«
Quale
e
com
'
è
la
poesia
porca
?
»
Avevo
sentito
il
Chiarini
invocare
contro
di
lei
l
'
opera
vigile
e
ammanettatrice
della
Questura
,
ed
io
,
che
nel
Codice
non
aveva
trovato
nessun
articolo
,
nella
collezione
degli
Atti
ufficiali
nessuna
istruzione
sull
'
argomento
,
del
ministro
per
l
'
interno
ai
suoi
agenti
,
mi
andava
ripetendo
:
«
Assolutamente
bisogna
sapere
quando
un
autore
ha
il
dovere
di
consegnarsi
spontaneamente
al
procuratore
del
Re
;
quando
il
lettore
,
da
cittadino
onesto
,
deve
presentare
formale
querela
e
richiamare
sopra
un
libro
e
sopra
un
foglio
l
'
attenzione
,
disgraziatamente
distratta
,
delle
autorità
»
.
V
'
è
una
letteratura
chiamiamola
così
oscena
,
e
di
lei
so
benissimo
l
'
essenza
e
le
forme
:
c
'
è
una
legge
severa
che
la
definisce
con
assai
precisione
e
manda
i
suoi
dilettanti
alla
Corte
d
'
assise
,
che
sono
puniti
con
lodevole
sollecitudine
.
Ma
quest
'
arte
porca
,
che
i
magistrati
lasciano
tranquillamente
correre
per
la
Penisola
,
che
i
legislatori
non
hanno
posta
tra
i
reati
,
di
cui
si
è
sempre
parlato
,
in
mille
modi
per
mille
diversi
interessi
,
da
tutti
,
ma
che
non
si
è
mai
giunti
a
precisare
in
qual
guisa
sia
fatta
,
di
che
materia
consista
,
quest
'
arte
laida
e
perversa
per
cui
il
traduttore
di
Heine
si
commuove
e
si
sdegna
,
quale
è
,
e
com
'
è
conformata
?
La
mia
domanda
voleva
una
risposta
sollecita
e
piena
,
se
non
altro
per
ragioni
di
pubblica
utilità
.
Ma
i
tre
valenti
scrittori
non
rispondono
alla
mia
interrogazione
limitata
e
precisa
:
essi
mi
rivolgono
per
contro
dei
ragionamenti
vari
e
ricchi
di
erudizione
,
di
sentimento
,
di
critica
,
di
morale
;
ma
alla
definizione
esatta
non
arrivano
;
ma
alla
conclusione
sola
che
a
me
pareva
necessaria
si
ricusano
.
Tuttavia
,
per
la
gravità
dell
'
argomento
,
industriamoci
alla
meglio
:
cerchiamo
,
dalle
molte
descrizioni
che
i
miei
ammonitori
fanno
della
gran
colpevole
,
i
caratteri
suoi
sostanziali
,
quelli
che
realmente
costituiscono
il
suo
reato
.
Il
Panzacchi
dice
:
La
poesia
della
libidine
corrompe
l
'
arte
.
La
verecondia
e
la
nudità
non
sono
che
parte
accidentale
della
questione
.
Il
Chiarini
e
il
Nencioni
invece
l
'
accusano
unicamente
per
ragioni
di
verecondia
e
di
nudità
.
Il
primo
scrive
:
L
'
arte
invereconda
toglie
ai
giovanetti
la
gagliardìa
che
debbono
consacrare
alla
patria
.
Il
secondo
sentenzia
:
L
'
arte
nuda
corrompe
la
religione
della
donna
.
Andiamo
avanti
,
se
non
ci
riesce
ancora
di
capir
molto
:
cerchiamo
nelle
dissertazioni
dei
tre
critici
qualche
più
chiaro
contrassegno
.
Donde
è
nata
e
da
chi
è
stata
commessa
quest
'
arte
che
tante
cose
offende
e
tante
persone
?
Il
Panzacchi
risponde
:
È
un
'
invenzione
nuovissima
:
è
incominciata
,
verso
la
metà
del
secolo
,
in
Francia
.
No
,
ribatte
il
Chiarini
,
è
antica
:
infatti
debbo
riconoscere
che
Orazio
,
Heine
e
Byron
la
differenza
di
tempo
e
di
luogo
non
è
breve
da
poco
,
fuggevolmente
,
ne
fecero
.
Ma
il
Nencioni
entra
di
mezzo
ed
afferma
:
I
veramente
grandi
poeti
non
sono
mai
pornografici
;
come
non
lo
sono
mai
i
grandi
romanzieri
.
Byron
non
lo
è
mai
,
nemmeno
nel
Don
Giovanni
.
Continuiamo
pure
nelle
nostre
ricerche
:
se
ci
pare
di
trovare
un
po
'
di
confusione
,
d
'
indeterminatezza
e
di
contraddizione
al
principio
,
alla
fine
troveremo
la
chiarezza
,
la
precisione
e
l
'
ordine
;
la
verità
è
una
sola
,
e
vanno
ripetendo
da
un
pezzo
si
fa
strada
sempre
.
Il
Nencioni
nega
che
gli
artisti
amino
ora
la
nudità
e
che
il
pubblico
la
guardi
con
compiacenza
:
l
'
arte
sensualistica
,
assicura
,
volge
irreparabilmente
al
suo
termine
fra
l
'
abbandono
e
il
disgusto
di
tutti
.
Però
trova
che
il
D
'
Annunzio
scrive
ancora
de
'
bei
versi
,
concepisce
tuttavia
delle
immagini
forti
e
dilicate
,
ha
soffio
e
movimento
lirico
.
Il
Panzacchi
di
riscontro
giudica
che
la
lirica
della
libidine
egli
non
parla
del
romanzo
e
neppure
della
pittura
è
oggi
«
in
pieno
rigoglio
e
mostra
per
tutto
i
suoi
fiori
lussureggianti
al
sole
,
e
dà
al
capo
della
gente
con
gli
acuti
profumi
di
cui
impregna
per
largo
tratto
l
'
atmosfera
.
»
Il
Chiarini
,
da
ultimo
e
pel
conto
suo
,
nega
risolutamente
alle
poesie
del
D
'
Annunzio
ogni
merito
letterario
.
Finiamo
,
dopo
ciò
,
le
indagini
,
i
ravvicinamenti
,
i
confronti
:
tanto
non
verremmo
a
capo
di
sentirci
una
buona
volta
definire
che
cosa
è
e
dove
fiorisce
l
'
arte
porca
.
Uno
alla
nostra
curiosità
risponde
che
essa
è
soltanto
un
malanno
per
l
'
estetica
;
un
secondo
,
invece
,
che
è
unicamente
un
pericolo
alla
gagliardìa
della
gioventù
maschia
;
un
terzo
,
che
è
singolarmente
ed
essenzialmente
un
oltraggio
alla
religione
della
donna
.
Da
una
parte
si
scrive
che
è
nata
una
cinquantina
d
'
anni
fa
;
dall
'
altra
,
che
viveva
ancora
,
benché
più
debolmente
,
quando
sfolgorava
la
maestà
di
Roma
,
da
poco
divenuta
imperiale
.
Vi
è
chi
assicura
che
il
Byron
non
fu
mai
pornografico
,
e
chi
lo
ammette
;
chi
trova
delle
cose
buone
nell
'
Intermezzo
di
rime
,
e
chi
non
ve
ne
riconosce
una
sola
.
Né
basta
:
il
Nencioni
sentenzia
che
l
'
arte
della
voluttà
precipita
,
il
Panzacchi
che
è
in
pieno
rigoglio
:
oh
come
debbo
ritrovare
io
,
e
con
me
il
pubblico
e
gli
autori
,
la
definizione
che
sarebbe
utile
ed
urgente
di
avere
?
Dalle
ricerche
e
dai
riscontri
che
sono
andato
facendo
,
un
costrutto
,
però
,
intanto
ho
raccolto
,
ed
è
questo
:
che
la
poesia
invereconda
è
infinitamente
più
potente
,
per
gli
effetti
che
produce
,
dell
'
altra
,
la
sua
opposta
.
La
Marsigliese
,
l
'
inno
del
Mercantini
sono
certamente
liriche
vereconde
;
ebbene
,
io
so
di
parecchi
non
molti
volontari
nel
Tirolo
,
che
colla
camicia
rossa
sulle
spalle
,
con
Giuseppe
Garibaldi
presente
e
l
'
inno
del
Mercantini
sulle
labbra
,
non
sapevano
vincere
la
paura
,
e
scappavano
;
so
di
moltissimi
,
migliaia
e
migliaia
di
francesi
,
che
a
Sedan
,
a
Metz
,
a
Parigi
,
cantavano
il
glorioso
ritornello
della
Marsigliese
,
e
deponevano
le
armi
.
Basta
,
invece
,
qualche
sonetto
,
un
centinaio
o
due
di
martelliani
o
di
decasillabi
i
quali
si
discute
ancora
se
sieno
belli
o
no
,
se
vi
sia
o
no
chi
li
legga
,
bastano
essi
perché
la
estetica
della
nazione
sia
corrotta
,
la
gagliardìa
dei
maschi
sia
tolta
,
la
religione
della
donna
sia
profanata
.
Evidentemente
,
secondo
i
precetti
della
eloquenza
antica
,
quella
di
Demostene
e
di
Cicerone
,
l
'
arte
porca
avrebbe
ragione
dell
'
arte
pulita
.
Ma
a
me
non
preme
di
provare
molta
abilità
di
polemica
ai
miei
lettori
:
preme
invece
di
risolvere
una
questione
che
riguarda
l
'
arte
e
parrà
strano
la
educazione
civile
del
mio
paese
.
Confesserò
dunque
che
,
se
una
propria
definizione
manca
in
tutti
e
tre
gli
articoli
che
i
tre
illustri
avversari
della
nudità
hanno
scritto
,
in
quelli
però
del
Chiarini
e
del
Nencioni
qualche
più
sicuro
contrassegno
,
qualche
più
chiara
indicazione
c
'
è
.
Entrambi
,
d
'
accordo
,
dicono
:
Il
D
'
Annunzio
nell
'
Intermezzo
di
rime
uscito
ora
ha
scritto
delle
porcherie
.
Ma
però
quando
,
subito
di
poi
,
vengono
a
dire
dove
e
come
il
D
'
Annunzio
le
ha
scritte
,
tornano
a
non
andare
più
insieme
e
,
per
poco
,
non
si
voltano
le
spalle
.
Il
Chiarini
,
infatti
,
porta
come
documento
della
sua
accusa
venti
o
venticinque
martelliani
del
Peccato
di
maggio
;
il
Nencioni
addita
,
senza
attentarsi
a
riprodurla
,
un
'
ottava
e
un
terzo
della
Venere
d
'
acqua
dolce
.
Per
tutto
questo
,
mio
povero
e
roseo
Gabriele
,
sei
stato
svergognato
in
tutte
le
contrade
d
'
Italia
;
per
questo
si
è
minacciata
la
pace
dolce
,
legittima
,
consacrata
dai
costumi
e
dalle
leggi
,
che
ora
godi
;
per
questo
sul
tuo
capo
ricciuto
e
candido
si
è
invocata
l
'
eloquenza
dei
Pubblici
Ministeri
e
la
correzione
del
carcere
cellulare
!
Forse
vi
è
stato
eccesso
di
severità
.
Se
non
che
,
io
non
ho
a
fare
il
paladino
né
a
Gabriele
D
'
Annunzio
né
a
'
suoi
ultimi
versi
,
che
fra
l
'
altre
cose
mi
paiono
dei
men
belli
fra
quanti
egli
ha
pubblicati
da
quattro
anni
in
poi
;
io
mi
affatico
e
come
vedete
non
mi
diverto
alla
sudata
ricerca
di
quella
essenza
così
importante
alla
poesia
,
alla
pubblica
moralità
e
alla
personale
sicurezza
dei
poeti
.
Il
Chiarini
ed
il
Nencioni
hanno
disegnati
due
punti
precisi
di
lirica
infame
;
vediamo
pertanto
che
cosa
contengono
e
come
son
fatti
.
Per
ordine
,
cominciamo
dal
Peccato
di
maggio
.
L
'
autore
immagina
due
giovani
innamorati
,
belli
,
forti
,
che
passeggiano
per
un
bosco
.
È
il
plenilunio
reo
di
calendimaggio
il
sole
trionfale
discende
,
mentre
dalla
terra
fresca
,
verde
,
s
'
alza
,
nella
placidezza
odorosa
dei
campi
,
l
'
inno
della
primavera
.
E
tutto
uno
sbocciamento
intorno
:
la
grande
risurrezione
dell
'
anno
.
In
lui
scoppiano
più
ardenti
,
più
acuti
,
gli
ardori
del
senso
:
lei
,
fra
tanta
esuberanza
di
vita
,
ha
la
rivelazione
di
sé
:
è
soprafatta
da
un
desiderio
nuovo
,
da
un
tormento
infinito
di
carne
inappagata
e
intatta
che
scotta
...
Ma
sentite
i
versi
:
Io
sono
tanto
stanca
ella
disse
,
piegando
ne
la
persona
...
Oh
come
si
scoperse
la
gola
tra
l
'
onda
de
le
chiome
e
le
iridi
si
persero
,
fiori
ne
l
latte
,
in
fondo
a
l
cerchio
de
le
pàlpebre
!
Oh
come
il
sen
rotondo
sgorgò
fuor
de
la
tunica
!
Io
mi
sentii
su
li
occhi
scendere
un
denso
velo
;
e
le
caddi
ai
ginocchi
e
con
avide
mani
su
pe
l
suo
torso
ascesi
,
e
tremar
come
un
'
arpa
viva
il
suo
torso
intesi
.
Atterrita
a
quei
subiti
vibramenti
d
'
ignote
fibre
,
ella
con
aneliti
,
gemiti
,
con
immote
le
pupille
e
la
bocca
dilatata
,
pendeva
su
me
.
Ne
le
sue
giovini
carni
il
peccato
d
'
Eva
squillava
a
gran
martello
,
come
sopra
sonore
lamine
di
metallo
:
È
l
'
ora
de
l
'
amore
!
O
voi
tutti
,
vecchi
e
giovani
,
che
custodite
con
religione
d
'
amore
e
di
gratitudine
,
come
la
più
gagliarda
e
gelosa
lirica
della
vostra
esistenza
,
il
ricordo
dell
'
ora
felice
in
cui
una
giovinetta
,
inconscia
,
vinta
dal
prorompere
della
sua
vigorìa
insoddisfatta
,
del
suo
affetto
,
dell
'
istinto
umano
superiore
e
benefico
,
si
è
abbandonata
a
voi
stanca
,
oppressa
,
come
non
fu
mai
bella
;
voi
tutti
che
credete
quell
'
abbandono
,
quella
dedizione
ineffabile
,
buona
,
fatale
,
una
gioia
squillante
dell
'
anima
vostra
,
badate
al
Chiarini
che
vi
ammonisce
:
quel
ricordo
,
quella
lirica
,
quella
gioia
meno
dimenticabili
della
vostra
esistenza
sono
tante
porcherie
.
Perché
se
il
descriver
tutto
ciò
in
versi
,
il
che
vuol
dire
immaginarlo
soltanto
,
è
disonesto
,
a
commetterlo
in
verità
,
in
una
notte
stellata
o
sotto
un
sole
di
fuoco
,
deve
essere
assai
ancora
più
turpe
,
più
scellerato
,
più
porco
.
E
avete
inteso
;
perché
si
conservi
robusta
e
cresca
alla
patria
la
gioventù
che
la
deve
onorare
e
difendere
,
queste
cose
non
si
hanno
a
scrivere
,
e
molto
meno
quindi
a
fare
.
Oh
,
Origene
!
Passiamo
al
secondo
corpo
di
reato
:
un
'
ottava
più
un
quarto
e
cinque
sillabe
.
Il
D
'
Annunzio
omai
a
ricopiare
dei
versi
mi
stanco
racconta
un
bacio
dato
nel
modo
proprio
del
bacio
vero
.
C
'
è
una
statua
greca
,
ammirata
in
una
pubblica
galleria
,
di
su
le
più
pubbliche
incisioni
,
in
cui
la
rappresentazione
è
non
meno
esatta
ed
ha
sincerità
forse
maggiore
.
Ma
se
un
bacio
non
è
dato
in
fronte
,
come
nei
romanzi
di
cavalleria
gli
eroi
belli
ed
ingenui
baciavano
le
vergini
inconscie
,
e
,
purtroppo
,
clorotiche
,
se
non
è
dato
sulla
mano
,
come
ai
monsignori
,
è
una
sconcezza
e
offende
la
religione
delle
donne
.
Dopo
ciò
,
sentite
ancora
un
galantuomo
,
o
voi
che
mi
leggete
?
Io
per
me
scampo
alle
rimembranze
,
alle
curiosità
,
alla
discussione
,
come
gli
eruditi
alle
questioni
grosse
:
con
una
citazione
.
Eccola
qua
,
ed
è
di
autore
non
mai
sospettato
quale
corruttore
né
dalla
Corte
del
Re
né
dalla
Curia
Romana
:
Michele
de
Montaigne
.
Egli
ha
detto
,
molti
anni
fa
:
«
Qu
'
a
fait
l
'
action
génitale
aux
homme
,
si
naturelle
,
si
nécessaire
et
si
juste
,
pour
n
'
en
oser
parler
sans
vergogne
,
et
pour
l
'
exclure
des
propos
sérieux
et
réglés
?
»
Che
ha
fatto
,
domando
anch
'
io
,
dacché
,
dopo
questi
molti
anni
che
sono
passati
,
le
pretensioni
d
'
un
certo
pudore
e
le
proibizioni
di
certa
critica
rimangono
identiche
?
Ci
sono
stati
,
ci
sono
e
ci
saranno
dei
pittori
che
hanno
dipinto
il
tradimento
di
Giuda
il
più
abbietto
dei
tradimenti
leggendari
;
degli
storici
che
hanno
narrate
e
debitamente
documentate
le
turpitudini
di
Tiberio
,
le
pazzie
di
Nerone
,
le
ferocie
di
Caligola
;
dei
tragici
che
hanno
messo
sulla
scena
la
passione
ripugnante
di
Mirra
;
degli
epici
che
han
raccontato
come
un
padre
mangiasse
i
suoi
figli
;
dei
romanzieri
che
hanno
descritto
come
una
madre
vendesse
la
figlia
al
maggior
offerente
;
dei
lirici
che
hanno
dedicate
le
loro
strofe
al
disertore
,
alla
spia
,
al
più
furibondo
assassino
:
tutte
le
brutture
,
le
colpe
,
le
anormalità
dell
'
individuo
si
son
raccontate
,
documentate
,
analizzate
,
conservate
nei
quadri
,
nelle
statue
,
negli
archivi
,
nelle
storie
,
nei
romanzi
,
nei
poemi
,
di
generazione
in
generazione
,
di
secolo
in
secolo
;
ora
le
prodezze
di
Troppmann
,
di
Pietro
Ceneri
,
del
Cardinali
,
si
illustrano
di
vignette
realiste
sui
giornali
più
ricchi
ed
eleganti
:
nessuno
ha
mai
protestato
,
non
si
è
mai
indignato
contro
Tacito
o
contro
Dante
,
contro
Victor
Hugo
o
contro
i
gerenti
dell
'
Illustrazione
,
del
Gil
Blas
o
del
Figaro
;
non
ha
mai
invocato
l
'
opera
vindice
della
Questura
.
È
permesso
dunque
istruire
i
giovanetti
in
quanto
l
'
uomo
ha
commesso
di
più
sanguinoso
,
di
più
pazzo
,
di
più
stomachevole
,
di
più
codardo
,
durante
tutta
la
storia
dell
'
umanità
;
non
è
permesso
accennare
come
la
vita
della
umanità
si
consòli
nell
'
affetto
,
si
conservi
nella
moltiplicazione
.
Documentare
le
sozzurre
di
papa
Borgia
è
,
per
esempio
,
nobile
ufficio
di
storico
civile
;
rendere
omaggio
di
memoria
all
'
amore
che
è
sano
,
forte
,
necessario
è
azione
di
iniquo
e
si
deve
scontare
colla
galera
.
È
logica
questa
?
Se
non
che
,
osservate
:
la
logica
comune
non
presta
ubbidiente
il
suo
aiuto
alla
causa
,
in
questo
modo
definita
,
della
moralità
.
La
nudità
ampia
e
serena
,
dice
il
Nencioni
,
non
offende
il
pudore
;
ma
è
poi
offeso
dal
racconto
d
'
un
bacio
;
e
il
Chiarini
,
per
mostrarsi
meno
scrupoloso
ancora
,
racconta
come
egli
voleva
lasciare
al
puttin
di
marmo
,
che
è
nella
poesia
del
Carducci
per
il
processo
Fadda
,
anche
quella
cosellina
che
l
'
autore
vi
aveva
messa
ed
il
Martini
vi
tolse
.
Ma
perché
,
mio
buon
signore
,
gli
voleva
lasciare
quella
cosellina
,
se
poi
gli
era
proibito
il
peccato
reo
di
calendimaggio
?
Oh
,
per
me
sto
col
Martini
:
dati
questi
precetti
di
morale
,
egli
fu
più
giusto
e
pio
tagliando
via
subito
.
Nell
'
infanzia
il
pericolo
di
morte
è
meno
sicuro
.
Comunque
,
osserverò
che
un
grande
progresso
s
'
è
fatto
.
Senza
ricordare
più
lontani
esempi
;
non
sono
dieci
anni
che
il
poeta
porco
era
il
povero
Praga
,
già
morto
,
poveretto
,
di
romanticheria
e
di
tisi
;
più
tardi
il
porco
divenne
il
Carducci
,
benché
nota
egli
,
ripetendo
l
'
aggettivo
,
benché
abbia
scritto
l
'
Ideale
e
le
Primavere
elleniche
;
poi
capitò
al
Verga
,
al
Capuana
,
un
po
'
anche
al
Martini
ricordate
:
«
Il
peggio
passo
è
quel
dell
'
uscio
»
e
molto
,
moltissimo
,
ad
Olindo
Guerrini
.
Ma
allora
s
'
invocava
la
morale
,
la
rettorica
e
l
'
orror
della
carne
.
Il
Praga
aveva
dedicato
delle
strofe
a
una
cortigiana
morta
di
tifo
;
il
Carducci
,
a
parte
Satana
e
Dio
,
aveva
dei
gusti
barbari
di
stile
,
così
che
in
un
epodo
solenne
diceva
che
il
tradimento
e
la
vigliaccheria
a
un
certo
punto
della
storia
d
'
Italia
s
'
accoppiavano
pubblicamente
in
piazza
in
presenza
del
popolo
;
immagine
del
tutto
contraria
alla
dignità
dello
stile
lirico
e
al
buon
galateo
:
il
Verga
avea
narrato
,
benché
coperto
di
tutti
i
veli
in
cui
si
avvolge
ora
Tersicore
dea
al
cospetto
del
pubblico
,
la
passione
d
'
un
giovane
d
'
ingegno
per
una
ballerina
,
di
quelle
che
si
possono
,
con
gloria
dell
'
onestà
,
tirare
in
carrozza
a
forza
di
schiena
,
ma
non
si
debbono
amare
;
il
Capuana
era
reo
della
Giacinta
e
della
Fosca
;
il
Guerrini
dei
Postuma
,
dove
per
tutto
trionfa
l
'
amore
sensualistico
.
Insomma
:
quale
scrittore
durante
questo
secolo
non
è
stato
un
poco
porco
?
Anche
al
Manzoni
rimproverano
la
Monaca
di
Monza
.
Ma
allora
si
difendevano
delle
cose
grandi
e
vecchie
:
la
morale
buona
che
non
può
consentire
che
una
femmina
perduta
sia
amata
,
la
rettorica
buona
che
non
ammette
trivialità
,
il
candore
delle
modiste
,
delle
cameriere
,
delle
signorine
uscite
di
collegio
,
che
alla
vista
d
'
un
puttin
di
marmo
che
mostrasse
qualcosellina
al
sole
si
sarebbe
d
'
un
tratto
offuscato
e
perduto
;
allora
si
era
severi
,
ma
logici
:
Victor
Hugo
,
che
aveva
fatto
rispondere
in
quel
modo
Cambronne
,
era
un
porco
quanto
Musset
che
aveva
raccontato
l
'
amore
in
tutti
i
modi
.
Ora
abbiamo
una
morale
,
una
verecondia
,
un
candore
a
prezzi
ridotti
,
con
diminuzione
,
almeno
,
d
'
un
tanto
per
cento
.
La
nudità
non
entra
nella
questione
scrive
il
Panzacchi
.
E
che
importa
la
nudità
al
Nencioni
?
il
sonetto
del
D
'
Annunzio
,
per
esempio
,
che
io
citai
quattro
settimane
fa
...
Il
Chiarini
poi
è
anche
più
di
manica
larga
:
egli
racconta
che
nel
Museo
di
Napoli
vide
il
gruppo
del
satiro
e
della
capra
e
non
gridò
subito
:
porco
!
all
'
autore
,
che
certo
non
avrebbe
sentito
.
Si
possono
adesso
dire
tutte
le
cose
che
erano
vietate
dieci
,
cinque
anni
fa
,
e
tornare
a
scrivere
l
'
Eva
o
i
Postuma
magari
!
senza
che
nessuno
strilli
:
in
faccia
a
San
Pietro
si
potrebbe
mettere
una
bella
femmina
ignuda
,
si
potrebbe
anche
in
un
angolo
di
Montecitorio
simbolo
dell
'
ignoranza
serena
mettere
un
puttino
di
marmo
purché
fosse
assolutamente
piccino
e
non
si
trattasse
che
di
qualcosellina
:
il
livello
della
moralità
,
insomma
,
si
è
abbassato
,
anzi
è
dato
indietro
,
molto
indietro
.
Ed
in
pochi
anni
!
Fra
qualche
tempo
,
un
altro
decennio
al
più
,
ci
accorgeremo
che
in
qualche
luogo
è
sprofondato
ritirandosi
:
per
fermo
non
è
più
visibile
.
E
sulla
fossa
per
dove
sarà
scomparsa
quella
miseria
di
pudore
accademico
,
l
'
arte
e
la
civile
educazione
della
patria
esulteranno
,
perché
quel
giorno
tutti
noi
,
finalmente
,
saremo
più
sereni
,
più
schietti
,
più
nobilmente
innamorati
della
bellezza
e
della
vigorìa
umana
.
Perché
,
signori
miei
,
il
Boccaccio
era
un
porco
?
E
le
donne
e
gli
uomini
della
Repubblica
fiorentina
poco
dopo
appunto
gli
ordinamenti
di
giustizia
erano
tutti
porci
?
Perché
,
signori
,
l
'
Ariosto
era
un
maiale
,
e
come
lui
il
duca
e
il
cardinale
d
'
Este
,
ogni
gentiluomo
,
ogni
dama
che
capitasse
alla
Corte
di
Ferrara
?
Credete
voi
il
fiorentino
abbia
raccontata
l
'
astuzia
di
Peronella
o
l
'
incantagione
fatta
alla
coda
della
cavalla
,
che
il
ferrarese
abbia
rimate
le
maliarde
seduzioni
d
'
Alcina
o
le
varie
avventure
di
Giocondo
,
proprio
per
bassa
compiacenza
della
volgarità
sudicia
o
per
vendere
qualche
copia
di
più
del
Decamerone
o
dell
'
Orlando
furioso
?
E
notate
bene
:
le
novelle
di
Dioneo
erano
narrate
in
una
buona
società
del
Trecento
,
quella
buona
società
borghese
della
grande
Repubblica
che
edificò
tante
chiese
,
ributtò
l
'
imperatore
tedesco
più
durabilmente
che
non
avessero
fatto
i
Comuni
lombardi
segnatari
della
pace
di
Costanza
,
ed
infine
instaurò
la
nuova
storia
d
'
Italia
.
Le
dame
sentivano
Dioneo
fare
i
suoi
racconti
nudi
,
e
non
iscappavano
via
.
Il
canto
d
'
Alcina
e
quello
di
Giocondo
erano
letti
da
messer
Ludovico
Ariosto
,
che
dovette
mantener
fama
di
galantuomo
se
fu
mandato
a
nettare
dai
ladri
una
provincia
;
erano
letti
in
presenza
del
Duca
,
del
Cardinale
,
delle
dame
,
dei
gentiluomini
più
cospicui
di
Ferrara
,
degli
artisti
più
illustri
della
nazione
.
Il
Cardinale
,
col
suo
grasso
ghigno
di
prete
,
disse
una
volgarità
famosa
al
poeta
,
ma
chi
uscì
mai
fuori
a
gridare
:
«
Duca
,
fate
arrestare
costui
?
»
Così
pertanto
,
signori
,
rinasceva
e
cresceva
di
bellezza
,
di
ricchezza
,
di
giocondità
l
'
arte
e
la
storia
d
'
Italia
,
quando
noi
,
come
diceva
quello
a
Gino
,
noi
eravamo
grandi
e
al
di
là
del
mare
e
delle
Alpi
non
eran
nati
:
così
,
con
un
sorriso
luminoso
,
sereno
,
sicuro
,
il
popolo
nostro
benedetto
di
felicità
,
di
produzione
,
di
pensiero
,
toglieva
al
medio
evo
l
'
Europa
.
Che
grande
giocondità
d
'
opere
e
di
vita
in
quei
due
secoli
gloriosi
della
Rinascenza
!
Nulla
era
vietato
,
nulla
conteso
,
nulla
celato
;
nessuna
paura
,
nessuna
falsità
era
imposta
,
solo
l
'
amore
della
beltà
e
dell
'
ingegno
regnava
.
Il
mondo
sentiva
come
la
gioia
sonante
della
nuova
vita
che
si
riedificava
.
Ma
a
metà
del
Cinquecento
questa
espansione
solenne
di
letizia
finisce
,
e
l
'
arte
e
la
fortuna
della
patria
rovinano
:
è
venuto
giù
da
Trento
un
pauroso
suono
di
preghiere
barbare
e
di
minacce
:
uno
sgomento
di
persecuzione
di
morte
passa
sopra
la
Penisola
,
sul
cattolicesimo
:
escono
dai
monti
del
Tirolo
la
censura
,
l
'
Inquisizione
,
la
morale
rigida
e
falsa
,
il
Seicento
,
il
Seicento
tetro
,
abbrunato
,
piangente
,
che
sopprime
gloria
e
vita
italiana
.
Alle
statue
greche
si
pongon
le
camicie
di
piombo
;
sul
Decamerone
si
cala
la
falce
purificatrice
d
'
un
frate
fanatico
ed
ignorante
;
l
'
Orlando
è
squartato
,
messo
all
'
indice
il
Machiavelli
,
e
frà
Paolo
Sarpi
messo
in
premio
al
pugnale
di
tutti
gli
assassini
.
La
bellezza
è
peccato
,
la
forza
è
peccato
,
la
ribellione
a
tutte
le
servitù
è
peccato
:
ogni
umana
virtù
è
peccato
.
Quando
la
civiltà
riprende
assai
tardi
il
suo
cammino
e
il
suo
lavoro
,
quando
la
filosofia
e
la
poesia
annunziano
la
rivoluzione
,
Diderot
,
Voltaire
,
Beaumarchais
,
Mirabeau
scrivono
delle
novelle
,
dei
poemi
,
dei
madrigali
,
delle
commedie
scelleratamente
glorificatrici
della
carne
.
Perché
glorificare
la
carne
significa
innalzare
l
'
uomo
,
nel
sentimento
della
sua
forza
,
alla
sincerità
della
sua
vita
,
alla
giocondità
operosa
della
sua
mente
.
L
'
uomo
ritorni
libero
,
superiore
alle
minacce
,
agli
sgomenti
,
alla
falsità
che
l
'
educazione
cattolica
per
tre
secoli
gli
ha
depositato
nel
sangue
;
senta
che
essendo
amante
e
diventando
padre
,
non
compie
atto
vergognoso
,
ma
adempie
alla
più
nobile
delle
sue
attività
.
L
'
arte
,
quando
era
,
narrava
tutta
sinceramente
la
vita
del
paese
;
ci
dava
la
Commedia
e
il
Canzoniere
insieme
al
Decamerone
;
insieme
il
Mosè
e
la
Trasfigurazione
,
insieme
l
'
Orlando
e
la
Mandragora
.
Ora
noi
siamo
beneducati
;
viviamo
nell
'
osservanza
del
galateo
che
un
monsignore
dettò
e
degli
abati
ricorressero
;
i
critici
dicono
:
oibò
!
alla
carne
,
ai
fiori
,
alle
immagini
ardite
della
lirica
che
ci
rimane
tuttavia
;
chiamano
le
guardie
se
un
poeta
immagina
nuda
una
fanciulla
stupendamente
bella
,
e
la
fa
baciare
da
un
maschio
innamorato
più
giù
della
fronte
;
gridano
maledizione
agli
scultori
che
mettono
qualche
cosa
al
sole
di
quello
che
anche
i
puttini
di
marmo
debbono
avere
;
e
se
un
romanziere
narra
l
'
amore
come
lo
fantastichiamo
,
lo
vogliamo
,
lo
facciamo
tutti
,
quando
ci
riesce
,
i
critici
ringhiano
:
la
religione
della
donna
è
vituperata
,
la
gagliardìa
dei
giovani
corrotta
.
Pertanto
la
nostra
arte
è
falsa
,
come
la
nostra
vita
:
dovunque
trionfa
il
trasformismo
morale
e
politico
personificato
in
Sua
Eccellenza
Agostino
Depretis
.
Ebbene
;
io
preferisco
l
'
arte
che
fu
messa
all
'
indice
,
che
fu
maledetta
,
squartata
,
decimata
:
io
preferisco
l
'
arte
che
raccontava
tutto
,
che
tutto
ciò
che
era
umano
credeva
onesto
e
bello
,
ed
era
forte
e
gioconda
.
Così
propriamente
;
io
preferisco
i
letterati
,
la
borghesia
,
le
Corti
del
Cinquecento
a
quelle
d
'
ora
:
mi
dànno
torto
il
Panzacchi
,
il
Chiarini
,
il
Nencioni
?
A
qualcheduno
,
forse
,
interesserà
di
saperlo
.
Per
me
tanto
fa
,
anche
se
non
mi
dànno
ragione
:
sto
nella
mia
opinione
e
non
mi
credo
un
porco
.
Vorrei
scrivere
,
come
Zola
,
l
'
Assommoir
,
e
combattere
,
come
Byron
,
per
la
libertà
.
StampaPeriodica ,
Alcune
settimane
fa
in
questo
giornale
scrissi
alcune
righe
benevole
e
cortesi
di
annunzio
d
'
un
nuovo
romanzo
:
La
colpa
di
Bianca
.
Le
scrissi
perché
il
lavoro
mi
pareva
degno
di
un
po
'
di
lode
spontanea
e
sincera
,
perché
tra
pagina
e
pagina
credei
d
'
indovinare
che
l
'
autore
fosse
un
giovane
,
e
un
giovane
che
sarebbe
andato
col
tempo
molto
avanti
a
parecchie
delle
nostre
celebrità
vecchie
.
Quando
vidi
composto
quell
'
articoletto
breve
e
mal
riuscito
,
mi
sentii
lieto
come
se
avessi
compiuta
un
'
opera
buona
;
poi
il
giorno
dopo
,
naturalmente
,
non
ci
pensava
più
.
Cercava
fatti
atroci
e
aneddoti
ignorati
per
la
cronaca
varia
di
un
giornale
quotidiano
,
quando
il
gerente
,
che
a
quel
giornale
esercita
ancora
l
'
ufficio
di
usciere
,
mi
avvisò
come
chiedesse
di
me
lo
scrittore
della
Colpa
di
Bianca
,
il
signor
Chelli
.
Lo
feci
entrare
nel
salotto
,
solenne
e
molto
noto
in
Italia
,
della
redazione
,
un
salotto
a
giallo
svanito
sotto
gli
sgorbi
della
matita
e
le
ingiurie
del
tempo
,
coi
divani
ricoperti
di
tela
bigia
e
in
quel
momento
le
tendine
,
molto
fitte
,
abbassate
.
In
quella
oscurità
tetra
,
il
signor
Chelli
mi
apparve
più
grande
e
severo
,
nell
'
altezza
quadrata
della
persona
,
colla
barba
folta
,
nera
,
tutto
vestito
di
scuro
.
Non
aveva
nessuna
posa
:
non
diede
a
vedere
un
istante
solo
di
essere
persuaso
che
in
presenza
mia
doveva
mostrarsi
con
l
'
amabilità
strana
e
sgarbata
di
un
tale
che
si
crede
un
grande
scrittore
,
e
che
è
di
tutti
i
sonettisti
,
bozzettisti
,
corrispondenti
,
rivistai
,
di
tutti
,
infine
,
i
miserabili
che
ci
vengono
intorno
.
Mi
ringraziò
coll
'
effusione
schietta
,
luminosa
nella
faccia
ampia
e
pallida
,
di
uno
il
quale
sente
che
nell
'
applaudire
l
'
opera
sua
non
gli
avete
che
resa
giustizia
,
ma
il
quale
vi
è
tuttavia
riconoscente
,
perché
il
vostro
applauso
,
qualunque
esso
sia
,
gli
ha
fatto
bene
,
e
perché
poi
non
è
facile
sempre
ottener
giustizia
in
questo
mondo
.
Mai
una
sola
volta
il
signor
Chelli
,
in
quei
venti
minuti
che
stemmo
insieme
,
cercò
di
fare
effetto
con
un
'
osservazione
profonda
,
con
un
bel
periodo
o
con
una
freddura
lucidata
a
nuovo
:
rimase
sempre
quale
era
entrato
,
sereno
,
tranquillo
,
quasi
fiero
della
sua
goffaggine
di
uomo
che
lavora
tutto
il
giorno
,
modesto
pur
nella
sua
coscienza
sicura
di
poter
scrivere
qualche
cos
'
altro
di
più
buono
e
più
vero
ancora
.
Gli
chiesi
:
Che
cosa
fa
lei
,
quando
non
fa
dei
romanzi
?
L
'
impiegato
alla
Regìa
dei
tabacchi
:
un
ufficio
molto
faticoso
.
Ma
non
potrebbe
fare
appendici
ed
articoli
ad
un
giornale
?
C
'
è
un
mio
vecchio
scrupolo
che
me
lo
vieta
.
Sono
un
impiegato
del
Governo
e
non
mi
sento
così
libero
da
scrivere
in
giornali
,
che
,
una
volta
o
l
'
altra
,
si
possono
trovare
contro
il
Governo
.
È
una
sciocchezza
,
lo
capisco
,
ma
non
saprei
fare
in
modo
diverso
.
E
questa
ricca
miseria
della
lingua
scritta
,
aulica
e
fredda
,
non
mi
consente
di
serbare
al
dialogo
la
sua
spontaneità
disprezzatrice
dell
'
aggettivo
,
e
,
purtroppo
,
anche
della
grammatica
.
Ma
così
accade
a
noi
quando
vogliam
trascrivere
un
bel
discorso
che
abbiamo
sentito
,
c
'
imbrogliamo
nelle
frasi
e
precipitiamo
nelle
eleganze
dei
pezzi
scelti
per
antologia
.
Accompagnando
alla
porta
un
po
'
di
complimenti
s
'
aveva
pur
da
fare
il
signor
Chelli
,
andava
pensando
:
È
diverso
dagli
altri
,
più
schietto
,
più
forte
,
più
solo
:
forse
il
suo
libro
sarà
originale
.
Originale
forse
no
,
in
tutto
:
ma
il
romanzo
da
lui
pubblicato
ora
:
L
'
eredità
Ferramonti
,
è
molto
diverso
dagli
altri
che
si
stampano
in
Italia
.
Il
libro
,
questa
volta
,
e
per
caso
forse
molto
fortunato
e
raro
,
è
proprio
riuscito
come
l
'
autore
:
un
po
'
rude
,
un
po
'
disordinato
e
impacciato
nella
forma
,
non
ancora
,
artisticamente
,
compiuto
,
ma
più
schietto
,
più
forte
degli
altri
.
La
maggior
parte
,
anzi
quasi
tutti
i
nostri
scrittori
che
seguitano
a
intitolarsi
giovani
,
realisti
e
naturalisti
,
non
fanno
,
in
realtà
,
il
romanzo
moderno
e
della
vita
nostra
,
ma
la
novella
elegante
,
leggermente
scollacciata
e
tormentosamente
inverniciata
,
cesellata
e
miniata
della
romanticheria
francese
degli
anni
gloriosi
.
I
meglio
arditi
non
arrivano
neppure
a
Droz
nella
rappresentazione
esatta
della
famiglia
di
borghesia
ricca
:
essi
rimangono
ancora
fissati
nel
loro
ambiente
convenzionale
,
indefinito
,
campato
non
si
sa
come
,
dove
ci
sono
donne
nevrotiche
che
fanno
l
'
amore
diciamo
così
,
pulitamente
spasimando
fra
i
denti
arrotati
strofe
del
Leopardi
ed
emistichi
del
De
Musset
;
dove
i
capisezioni
e
gli
altri
impiegati
del
Ministero
parlano
,
come
i
personaggi
di
Paolo
Ferrari
,
a
sentenze
profonde
e
pompierate
antiche
;
dove
,
disposte
con
ordine
e
preparate
con
nota
sagacia
,
ci
sono
le
scene
delicate
e
le
scene
d
'
effetto
,
il
primo
bacio
e
l
'
adulterio
;
dove
tutte
le
donne
sono
divinamente
,
voluttuosamente
belle
,
e
tutti
gli
alberi
odorano
,
e
le
stelle
ammiccano
,
e
i
mobili
scricchiolano
,
dove
tutti
,
insomma
,
gli
esseri
e
le
cose
più
rispettabili
e
più
taciturne
mettono
una
parola
per
allungare
la
descrizione
;
la
descrizione
,
la
più
grossa
noia
cioè
del
romanzo
naturalista
francese
che
,
passando
in
Italia
,
nella
pretenziosità
tarda
dello
stile
,
è
diventata
più
scelleratamente
insopportabile
.
Ma
lo
scrittore
,
in
questi
romanzi
uscenti
fra
noi
,
colle
sue
vanità
di
periodi
tondi
,
d
'
aggettivi
personanti
,
si
mette
sempre
sulle
spalle
del
narratore
e
gli
calca
giù
il
capo
.
A
ogni
pagina
di
questo
romanzo
-
esperimento
,
vi
trovate
l
'
ometto
-
autore
fra
i
piedi
,
diritto
innanzi
a
voi
,
coll
'
indice
alzato
verso
il
cielo
della
sua
gloria
,
che
vi
ammonisce
strillando
:
State
a
sentire
che
descrizione
;
ma
ponete
mente
alla
delicatezza
del
dialogo
;
ma
ammirate
che
eloquenza
di
lirico
!
Il
che
infine
significa
questo
:
il
romanzo
adolescente
nostro
è
composto
con
un
processo
puramente
meccanico
di
molte
parti
diverse
fra
loro
,
preparate
da
lungo
tempo
,
con
istento
,
disorganiche
e
rettoriche
,
senza
il
senso
coraggioso
ed
arduo
della
realtà
nelle
sue
trivialità
fredde
,
nella
sua
monotonia
pallida
,
nelle
ignoranze
,
negli
agoismi
,
negli
abbandoni
rassegnati
,
nelle
virtù
inconscie
,
generose
ed
inutili
.
Concludendo
:
il
romanzo
fra
noi
non
è
ancora
un
quadro
luminoso
e
potente
;
è
sempre
il
quadretto
di
genere
leccato
,
sbiadente
,
consuetudinario
.
Il
Chelli
,
com
'
è
lui
nella
selvatichezza
piena
di
visioni
di
chi
vive
solo
,
non
ha
uno
di
questi
vizi
,
diremo
,
di
buona
società
,
di
queste
volgarità
che
paiono
eleganze
.
Egli
rimane
tutto
serio
,
gagliardo
,
senza
distrarsi
mai
,
senza
prolungarsi
a
sfogare
le
sue
ambizioni
;
per
molto
tempo
senza
disgustarsi
della
aridità
cui
si
è
condannato
,
senza
entusiasmarsi
di
sé
,
e
lasciarsi
trascinare
dalla
lascivia
degli
effetti
studiati
;
rimane
sempre
nel
suo
soggetto
duro
,
triste
,
senza
benedizione
di
gentilezza
che
pure
,
da
qualche
anno
,
dal
70
in
poi
,
dacché
sono
entrati
i
buzzarri
a
lavorare
,
a
volere
,
a
perseverare
,
acquista
,
per
l
'
incessante
disfacimento
d
'
ogni
giorno
,
come
una
solennità
tragica
:
la
borghesia
romana
.
Non
si
può
immaginare
nelle
altre
città
d
'
Italia
,
a
Milano
,
a
Torino
,
a
Genova
dove
arditamente
domina
e
muta
,
a
Napoli
dove
aumenta
colla
vigoria
più
della
parola
che
dell
'
ingegno
,
a
Firenze
dove
par
tiepida
ancora
del
gran
sole
antico
,
quando
tutto
il
popolo
era
cavaliere
,
e
nasconde
nella
cortesia
molle
del
linguaggio
fiorito
la
scurità
astuta
dei
propositi
,
non
s
'
immagina
dalle
altre
parti
della
Penisola
come
sia
stata
e
,
in
parte
,
rimanga
ancora
questa
borghesia
di
Roma
,
che
ha
formato
fino
al
70
una
gran
clientela
campante
sopra
i
propri
patroni
,
stanca
e
tuttavia
grassa
,
corrotta
inenarrabilmente
nell
'
intimità
sua
e
tuttavia
simulante
e
dissimulante
perfettamente
,
con
meravigliosa
arte
chiericale
,
ogni
virtù
ed
ogni
eccesso
.
Il
Chelli
ne
ha
dipinta
una
faccia
,
la
frazione
bottegaia
,
in
questa
Eredità
Ferramonti
,
con
precisione
di
particolari
,
con
felicità
d
'
intuito
e
una
serenità
,
una
serenità
superiore
,
inalterata
,
di
espositore
sano
e
tranquillo
,
che
non
lusinga
il
pubblico
,
non
vuol
trascinarlo
e
convincerlo
,
ma
fargli
toccare
la
verità
.
È
il
primo
romanzo
italiano
dell
'
ultima
maniera
,
in
cui
l
'
amore
non
sia
tutto
il
fondamento
,
anzi
in
cui
l
'
amore
non
è
se
non
un
episodio
senza
importanza
,
che
l
'
autore
non
mette
in
gran
luce
,
e
davanti
al
quale
lascia
vedere
una
gran
fretta
di
disimpacciarsene
e
tirar
di
lungo
.
E
così
doveva
essere
:
perché
a
questa
gente
di
bottega
,
abituata
da
ragazzi
a
raspare
i
soldi
dagli
angoli
oscuri
del
magazzino
e
nelle
saccocce
rattoppate
della
nonna
,
cresciuta
colla
sola
ambizione
e
il
solo
ideale
del
guadagno
,
a
questa
gente
il
gran
dramma
della
vita
è
l
'
acquisto
d
'
un
capitale
,
il
modo
di
lasciare
il
negozio
o
di
poterne
acquistare
uno
più
vasto
,
più
bello
,
più
vasto
e
più
bello
di
tutti
gli
altri
.
Ora
il
romanzo
del
Chelli
si
svolge
interamente
sopra
questa
base
:
ottenere
in
qualsiasi
guisa
i
danari
del
padre
Ferramonti
,
un
vecchio
dell
'
Arte
bianca
divenuto
quasi
milionario
da
cascherino
per
aver
avuti
pochi
scrupoli
di
commerciante
e
di
marito
,
e
che
finisce
,
a
settant
'
anni
,
solo
,
maledetto
e
insidiato
da
tutti
i
suoi
figli
che
egli
aveva
buttati
nella
via
,
poveri
.
L
'
ambiente
e
l
'
azione
sono
stati
,
pertanto
,
abilmente
trovati
dall
'
autore
.
I
personaggi
che
sono
così
logicamente
posati
sul
vero
,
senza
che
l
'
autore
debba
descriverli
colle
analisi
lunghe
ed
odiose
,
colle
parlate
magniloquenti
e
tediose
,
sono
lucidi
,
trasparenti
,
assolutamente
organici
ed
umani
.
La
moglie
di
Pippo
Ferramonti
,
Irene
figlia
di
negozianti
in
ferrarecce
,
è
una
figura
di
borghese
,
e
segnatamente
di
borghese
romana
,
che
ha
lo
splendore
resistente
d
'
un
quadro
del
Murillo
:
è
una
perfezione
di
egoismo
bottegaio
nella
candidezza
sorridente
d
'
una
beltà
bionda
.
L
'
autore
,
in
due
righe
di
ritratto
,
con
una
commozione
pel
soggetto
che
non
ha
più
di
poi
,
la
chiama
un
fiore
di
modestia
angelica
,
una
bellezza
di
signorina
.
Ed
è
lei
che
riempie
tutto
il
dramma
,
perché
è
la
sola
che
abbia
la
potenza
muscolare
della
sua
avidità
;
a
poco
a
poco
riunisce
tutti
i
fratelli
Ferramonti
nella
soggezione
di
lei
,
poi
,
a
un
tratto
,
presa
di
desiderio
inaspettato
,
si
butta
nella
braccia
del
cognato
e
consuma
,
in
casa
,
l
'
adulterio
più
abbietto
.
Ma
ancora
non
si
abbandona
intera
:
fa
delle
restrizioni
morali
,
comprime
le
eccitazioni
della
sua
carne
,
misura
con
l
'
avarizia
feroce
della
sua
razza
anche
le
felicità
concesse
al
suo
amante
:
quando
alla
fine
si
dedica
interamente
al
vecchio
Ferramonti
e
lo
possiede
e
crede
di
avere
in
mano
i
denaro
tutti
per
sé
,
allora
ha
come
un
sussulto
di
trionfo
,
sente
di
aver
compita
come
la
propria
liberazione
e
non
ne
vuoi
più
sapere
d
'
adulterio
,
d
'
abbracciamenti
,
d
'
amore
,
tutte
cose
sciocche
per
lei
.
Questa
figura
di
donna
così
poco
simpatica
e
sentimentale
,
ma
così
profondamente
vera
,
è
rappresentata
dal
Chelli
con
una
parsimonia
classica
di
colori
,
senza
mai
curarsi
se
sia
idealmente
bella
o
no
,
senza
alcuna
debolezza
di
ornamentazione
,
colla
rapidità
logica
della
narrazione
,
nella
realtà
misera
dell
'
ambiente
.
Ma
questa
secchezza
,
questo
disprezzo
dell
'
accademia
,
questa
tensione
del
Chelli
,
troppo
spesso
lasciano
intravedere
l
'
angustia
che
tormenta
lo
scrittore
:
nella
forma
più
assoluta
gli
manca
il
maneggio
dello
stile
.
Quando
a
quando
una
felice
e
calda
intuizione
d
'
artista
passa
attraverso
l
'
aridità
stecchita
del
racconto
,
ma
non
riesce
a
colorirsi
nella
frase
,
a
distendersi
nel
periodo
,
rimane
incompiuta
,
confusa
,
qualche
volta
anche
del
tutto
mutata
dall
'
incapacità
dello
scrittore
.
Il
quale
,
a
metà
del
libro
,
ha
sentito
egli
stesso
la
freddezza
dell
'
opera
sua
,
tratta
in
una
tinta
smorta
e
monotona
,
ed
ha
voluto
portarvi
come
uno
spirito
di
vita
nuova
,
rialzando
il
tono
in
cui
parlano
i
personaggi
:
così
ha
semplicemente
prodotta
una
dissonanza
,
l
'
unica
che
sia
nel
volume
e
la
più
dispiacevole
.
Ma
,
fatta
larga
parte
alla
poca
preparazione
del
Chelli
in
fatto
di
lingua
,
io
credo
che
la
colpa
del
poco
sangue
,
della
vita
scarsa
che
si
agita
nella
famiglia
Ferramonti
,
non
sia
sua
.
Egli
è
che
il
romanzo
sperimentale
,
così
grave
,
così
metodico
,
così
esattamente
emanante
dalla
commedia
a
tesi
e
dal
dramma
sociale
,
scompare
,
sfinito
dopo
pochi
anni
di
vita
,
come
quei
bambini
che
consumano
tutta
la
loro
vigorìa
nascente
in
una
morbosa
precocità
intellettuale
e
muoiono
anemici
ed
ebeti
.
Dal
Jach
siamo
scesi
all
'
Evangeliste
,
dal
Ventre
de
Paris
siamo
precipitati
al
Bonheur
des
dames
,
e
il
Nencioni
lieto
,
poveretto
,
per
la
moralità
ha
cantato
che
si
vendono
meno
copie
della
Nanà
che
l
'
anno
scorso
.
Benissimo
:
torniamo
a
leggere
Balzac
,
Manzoni
,
Dumas
,
Dickens
e
perché
no
?
a
quando
a
quando
anche
Paul
de
Kock
.
StampaPeriodica ,
Da
quanti
anni
lotta
e
si
prodiga
?
Io
non
lo
so
;
ma
so
semplicemente
che
il
suo
nome
è
ormai
sinonimo
di
primato
italiano
di
valori
spirituali
in
tutto
il
mondo
.
E
si
inganna
di
grosso
la
livida
carboneria
nostrana
di
poeti
maltusiani
quando
,
in
commovente
coro
di
voci
bianche
,
si
affanna
a
voler
far
credere
che
il
futurismo
è
poi
morto
e
stramorto
e
sorpassato
,
dannandosi
a
gabellare
per
nuovissima
poesia
i
suoi
anfanamenti
infantili
(
come
se
si
potesse
passar
sopra
alle
conquiste
di
sensibilità
e
di
espressione
,
da
Dante
a
Baudelaire
!
)
;
quando
non
si
rassegna
a
lavorare
e
a
ruminare
in
malafede
i
sottoprodotti
dell
'
aborrito
futurismo
,
come
a
dire
contrabbandare
cicoria
,
e
magari
surrogato
della
cicoria
stessa
e
polvere
di
corozo
torrefatta
,
invece
della
genuina
aromatica
droga
del
caffè
,
sperando
di
farla
franca
,
tra
l
'
ignoranza
e
la
disattenzione
generale
.
Perché
è
fatale
che
i
posteri
designino
e
considerino
l
'
epoca
contemporanea
con
l
'
unica
possibile
denominazione
:
futurista
;
e
riconoscano
in
pieno
il
movimento
fondatore
della
presente
civiltà
artistica
mondiale
.
La
livida
carboneria
dei
poeti
maltusiani
sa
troppo
bene
,
anche
se
non
lo
confessa
e
non
lo
può
confessare
per
non
ammettere
la
propria
irrimediabile
mediocrità
ed
impotenza
,
che
il
giudizio
dei
posteri
è
consacrato
ogni
giorno
dal
favore
crescente
della
grande
letteratura
straniera
,
tutta
,
quella
che
veramente
conta
,
lirico
realistica
,
e
tutta
dichiarata
debitrice
del
generoso
movimento
futurista
.
Chi
potrebbe
assicurare
che
esisterebbero
ugualmente
il
Lawrence
di
"
Lady
Chatterley
,
"
il
Doeblin
di
"
Berlin
-
Alexanderplatz
,
"
il
Dos
Passos
del
"
42°
Parallelo
,
"
e
se
si
vuole
anche
l
'
ultimissimo
Faulkner
di
"
Mentre
io
agonizzo
,
"
senza
l
'
avvento
ispiratore
e
fecondatore
del
futurismo
?
Io
l
'
escludo
senz
'
altro
.
Come
le
orchidee
fantasiose
hanno
bisogno
di
uno
speciale
clima
torrido
e
umido
per
i
loro
impossibili
colori
e
i
loro
ubbriacanti
profumi
;
i
capolavori
artistici
non
potranno
mai
nascere
e
maturare
senza
un
'
appropriata
atmosfera
spirituale
favorevole
.
Ora
questa
atmosfera
di
assoluta
temeraria
libertà
artistica
,
questo
incandescente
clima
di
eroico
coraggio
,
è
stato
solo
il
futurismo
a
darlo
.
E
ne
hanno
largamente
beneficiato
tutti
i
più
grandi
poeti
del
mondo
,
dal
Joyce
di
"
Ulisses
"
al
Pirandello
dei
"
Sei
personaggi
in
cerca
d
'autore..."
StampaPeriodica ,
Telesio
Interlandi
ha
concesso
al
"
Messaggero
"
l
'
intervista
che
riproduciamo
:
Una
collettività
qualsiasi
,
sia
essa
quella
di
un
continente
o
di
un
villaggio
,
una
collettività
dunque
che
deperisce
e
muore
,
lascia
tracce
di
questa
lugubre
decadenza
nei
luoghi
da
lei
abitati
,
come
la
malattia
e
la
morte
dell
'
uomo
si
avvertono
nella
casa
che
egli
abbandona
.
Non
c
'
è
bisogno
di
una
grande
facoltà
di
percezione
per
avvertire
questi
orribili
rintocchi
della
campana
a
morte
di
un
paese
.
Noi
immaginiamo
che
questo
paese
sia
posto
sulle
rive
del
Mediterraneo
,
perché
è
proprio
su
quelle
rive
che
la
morte
assume
,
in
contrasto
con
l
'
amorosa
e
calda
natura
,
aspetti
più
terrificanti
.
È
un
paese
vuotato
dall
'
emigrazione
,
dai
miraggi
delle
lontane
città
più
a
Nord
,
popolato
di
vecchi
,
di
vedove
,
di
ragazze
patite
in
attesa
delle
nozze
.
La
morte
,
attraverso
il
cerimoniale
e
l
'
ostentazione
così
caratteristici
nel
Mezzogiorno
,
è
diventata
una
specie
di
familiare
genio
del
luogo
.
D
'
intorno
è
la
campagna
deserta
,
sassosa
,
percorsa
di
tanto
in
tanto
da
soffi
caldi
dell
'
Africa
vicina
.
Vicino
al
mare
e
nel
bel
mezzo
di
questa
campagna
,
ecco
un
feudo
,
un
castello
,
abitato
da
due
generazioni
:
i
vecchi
baroni
e
i
giovani
,
marito
e
moglie
.
La
stess
'
aria
di
solenne
abbandono
domina
il
maniero
.
Non
ci
sono
bambini
,
né
se
ne
vogliono
fare
.
La
giovane
baronessa
ha
altro
per
la
testa
.
Ma
siccome
le
terre
bisogna
pur
coltivarle
e
le
braccia
dei
paesani
sono
poche
o
non
valide
,
il
giovane
barone
pensa
a
far
venire
la
mano
d
'
opera
dall
'
Africa
dirimpetto
.
Arrivano
infatti
una
ventina
di
negri
,
maschi
e
femmine
,
e
il
loro
arrivo
è
,
nei
modi
così
festosi
e
spiritati
del
negro
,
una
specie
d
'
invasione
.
Là
dove
la
vita
pian
piano
si
ritira
,
altra
vita
,
per
una
legge
naturale
,
che
è
come
quella
del
livello
dei
liquidi
,
fluisce
.
La
terra
è
la
prima
ad
usufruirne
.
Il
deserto
d
'
intorno
si
trasforma
in
giardini
,
in
frutteti
,
in
orti
,
e
insieme
alla
terra
i
negri
prolificano
festeggiando
nozze
,
nascite
,
ricorrenze
naturali
;
sono
essi
gli
attori
e
i
protagonisti
di
tutto
.
I
signori
sono
fuori
di
questa
nuova
esistenza
dei
luoghi
;
i
giovani
in
una
capitale
d
Europa
a
svernare
mondanamente
,
i
vecchi
dapprima
meravigliati
e
poi
quasi
impauriti
da
una
tribù
che
fruttifica
in
maniera
così
impressionante
.
È
un
'
avanzata
calma
,
lenta
,
involontaria
,
e
perciò
ancora
più
irresistibile
;
e
un
giorno
in
cui
per
festeggiare
delle
nozze
,
i
negri
chiedono
qualche
poltrona
o
qualche
candelabro
dorato
che
hanno
colpito
la
loro
immaginazione
,
e
se
li
vedono
rifiutare
,
essi
se
ne
meravigliano
come
di
cosa
contro
natura
.
A
che
servono
nel
castello
disabitato
?
E
più
per
convincere
i
servi
dell
'
ingiustizia
di
un
tale
rifiuto
,
che
per
intimorirli
,
i
negri
eccitandosi
sempre
più
,
con
quella
parlantina
così
fitta
,
che
è
la
loro
maniera
di
essere
eloquenti
,
invadono
la
casa
dei
signori
,
vi
si
installano
,
col
piacere
dei
bambini
che
possono
fare
finalmente
quello
che
vogliono
,
si
mettono
a
cantare
,
a
ballare
;
è
una
specie
di
sommossa
-
fantasia
,
consacrazione
panica
,
se
così
si
può
dire
,
del
loro
diritto
a
festeggiare
la
vita
che
essi
hanno
portato
in
quei
posti
.
Sono
i
padroni
e
se
i
padroni
bianchi
non
hanno
la
forza
di
contestare
questo
diritto
,
tanto
peggio
per
loro
.
Ma
i
padroni
bianchi
reagiscono
:
i
negri
,
subito
intimoriti
dalle
uniformi
,
smaltiscono
la
sbornia
;
e
il
giovane
barone
tornato
in
fretta
e
furia
con
la
moglie
li
rimbarca
per
i
loro
paesi
.
Ma
questa
è
una
soluzione
di
forza
,
che
non
basta
.
Chi
lavorerà
la
terra
,
e
soprattutto
chi
può
dare
una
ragione
alla
vita
se
non
la
stessa
vita
?
È
il
vecchio
barone
che
addita
la
via
giusta
e
si
capisce
,
anche
la
giovane
baronessa
finalmente
lo
capisce
,
che
non
vi
è
altro
mezzo
.
Telesio
Interlandi
nell
'
immaginare
questa
storia
così
ricca
di
elementi
fantastici
e
di
allusioni
palpitanti
(
noi
qui
l
'
abbiamo
riassunta
e
quindi
immiserita
)
l
'
ha
accomunata
a
un
paesaggio
e
alla
psicologia
stessa
di
popolazioni
,
che
gli
sono
familiari
.
È
questo
il
punto
forse
più
interessante
del
film
che
ne
verrà
fuori
e
che
sarà
cominciato
a
girare
al
più
presto
...
Il
titolo
non
definitivo
del
film
è
"
Al
Tramonto
.
"
Il
titolo
del
soggetto
di
Telesio
Interlandi
non
è
,
come
afferma
il
collega
De
Feo
,
definitivo
,
ma
vuole
per
il
momento
essere
nient
'
altro
che
un
'
indicazione
...
"
Al
Tramonto
"
è
stato
acquistato
dalla
Cavallini
Film
che
provvederà
alla
realizzazione
in
tempo
perché
il
film
possa
essere
presentato
alla
prossima
esposizione
di
Venezia
.
La
sceneggiatura
è
stata
intanto
affidata
ad
Umberto
Barbaro
ed
Antonio
Petrucci
i
quali
d
'
intesa
con
Interlandi
contano
di
condurre
a
termine
il
loro
lavoro
entro
il
mese
.
StampaPeriodica ,
Il
disegno
di
Mussolini
che
si
può
intitolare
con
le
parole
di
chiusa
del
discorso
del
Campidoglio
(
"
aprici
le
porte
dell
'
avvenire
"
)
è
un
disegno
antico
,
che
molti
tentarono
senza
la
felicità
della
fortuna
,
travolti
dalla
timidezza
o
dall
'
errore
d
'
incomprensione
del
popolo
governato
.
Mussolini
fin
da
principio
non
fu
un
timido
,
ed
ebbe
la
ventura
di
capire
il
popolo
,
di
immedesimarsi
nel
suo
spirito
,
di
cercarne
le
virtù
di
forza
e
il
bisogno
di
prepotenza
,
e
di
farle
fiorire
per
via
di
reazioni
,
a
gradi
,
con
le
cure
puntuali
e
severe
,
fino
a
suscitare
nel
popolo
la
passione
d
'
una
guerra
da
combattersi
all
'
Equatore
.
Domenica
a
questo
popolo
ormai
suo
,
il
Capo
ha
annunciato
che
egli
ed
esso
devono
tenersi
pronti
per
l
'
eventualità
di
un
'
altra
guerra
:
forse
,
nessuna
Nazione
al
mondo
apprenderebbe
una
comunicazione
simile
con
un
'
eguale
fermezza
.
Il
senso
dell
'
unità
e
insieme
la
fiducia
che
proviene
dalla
concordia
,
dànno
all
'
Italia
una
posizione
che
accresce
lo
stupore
nel
mondo
per
la
singolarità
delle
imprese
.
Imprese
nuove
che
coinvolgono
i
rapporti
esteriori
e
la
vita
interna
,
dando
agli
uni
e
agli
altri
una
relazione
di
euritmia
nell
'
azione
:
il
buon
governo
che
provvede
ordinatamente
la
difesa
ai
confini
,
e
al
tempo
medesimo
la
riforma
interna
necessaria
alla
difesa
,
nel
giro
metodico
di
una
tattica
ispirata
all
'
esigenza
del
quadro
prestabilito
.
Ecco
il
piano
regolatore
dell
'
economia
,
che
arriva
dopo
quindici
anni
di
preparazione
e
di
organamento
d
'
ogni
minuscolo
o
grandissimo
interesse
,
dopo
giri
di
vite
,
atti
di
longanimità
,
interpretazione
umana
della
vita
.
Mussolini
governa
da
realista
,
senza
sentimentalità
,
con
la
durezza
occorrente
a
cancellare
ogni
traccia
di
timidezza
:
ma
governa
nello
splendido
stato
di
grazia
d
'
una
umanissima
umanità
.
Per
chi
,
come
noi
,
nella
lontana
vigilia
del
23
marzo
1919
udí
la
premessa
del
discorso
di
domenica
(
eravamo
in
pochi
,
nello
Stabilimento
di
Dalmine
,
sotto
la
ciminiera
che
serviva
da
pennone
a
una
bandiera
tricolore
)
,
la
parola
ultima
riconferma
la
certezza
di
allora
,
e
giunge
come
rimprovero
all
'
errore
di
avere
penato
talvolta
che
avremmo
potuto
arrivare
prima
agli
odierni
sviluppi
della
Rivoluzione
.
Da
qualche
anno
i
versetti
sono
"
verso
il
popolo
,
"
e
"
più
alta
giustizia
sociale
"
:
l
'
Italia
di
Mussolini
è
nella
fase
della
sua
emergente
riforma
,
impegnata
nella
più
bella
competizione
della
sua
storia
:
è
la
nascita
del
capolavoro
:
scuotere
un
popolo
per
sbalzarlo
nella
sua
più
avventurosa
giornata
.
StampaPeriodica ,
Le
guerre
si
fanno
,
non
si
discutono
.
Noi
siamo
in
guerra
,
siamo
di
fronte
al
fatto
più
serio
che
accada
nella
vita
di
un
paese
,
al
fatto
più
glorioso
,
e
non
ce
ne
rammarichiamo
.
Ma
appunto
perché
la
guerra
va
oltre
la
volontà
di
ciascuno
,
noi
vogliamo
esprimere
le
nostre
preoccupazioni
e
le
nostre
illusioni
.
La
guerra
ha
una
sua
tecnica
,
perciò
ha
un
suo
linguaggio
,
un
suo
ordine
e
perciò
una
sua
morale
:
è
epica
senza
l
'
aiuto
dei
potenti
e
il
concorso
degli
artisti
.
La
guerra
basta
a
sé
,
non
chiede
che
il
valore
delle
armi
.
I
soldati
combattono
,
gli
ufficiali
comandano
,
gli
operai
lavorano
;
la
guerra
vive
della
guerra
.
Ogni
rettorica
deve
essere
spenta
:
non
si
può
combattere
coi
carri
armati
e
servirsi
nello
stesso
tempo
delle
auliche
parole
dei
poeti
del
1900;
bisogna
lasciare
agli
italiani
del
1935
il
diritto
di
combattere
una
guerra
coloniale
senza
loriche
e
senza
belle
prede
.
La
nuova
guerra
d
'
Africa
deve
essere
una
guerra
senza
aggettivi
,
senza
bardi
,
senza
coloristi
.
Una
guerra
che
non
bisogna
lasciar
invecchiare
prima
del
tempo
dalle
parole
stanche
che
da
cinquant
'
anni
ripetiamo
.
La
gioventù
,
non
chiede
altro
...
StampaPeriodica ,
"
A
guardia
degl
'
ingressi
stava
una
squadra
di
giovani
camicie
nere
,
le
quali
portavano
i
loro
fucili
con
un
'
aria
sognante
,
simili
a
guerrieri
del
Perugino
"
.
Questa
similitudine
che
si
trova
nel
resoconto
d
'
una
cerimonia
fascista
in
uno
dei
più
gravi
giornali
della
Gran
Bretagna
,
a
quale
cronista
italiano
sarebbe
mai
venuta
sulla
penna
?
In
un
giornalista
britannico
codeste
tenerezze
da
esteta
voglion
dire
ch
'
è
toccato
fino
ai
precordi
;
e
possono
darci
una
buona
misura
di
quanto
quella
nazione
sia
affascinata
dall
'
Italia
presente
...
Adesso
sta
ritrovando
l
'
Italia
adorata
di
una
volta
;
e
quel
che
succede
tra
gl
'
inglesi
nei
riguardi
di
Mussolini
non
era
più
accaduto
dai
tempi
di
Garibaldi
.
Si
può
parlare
,
senza
esagerazione
,
d
'
italomania
.
Questo
fatto
mi
conduce
naturalmente
a
un
lato
del
fascismo
che
deve
render
pensosi
quei
liberali
,
e
ce
n
'
è
più
d
'
uno
,
che
amano
speculare
con
qualche
sottilità
sulle
azioni
e
reazioni
più
delicate
degli
eventi
politici
.
Era
notata
universalmente
durante
la
guerra
la
mancanza
di
quell
'
aura
,
di
quel
bagliore
romantico
che
sono
inseparabili
dal
concetto
stesso
del
Risorgimento
.
Si
diceva
che
il
clima
dell
'
Italia
attuale
non
li
comportava
più
,
allorché
la
marcia
su
Ronchi
li
riaccese
di
colpo
;
e
ognuno
poté
verificare
che
forza
esplodente
potesse
ancora
diventare
,
all
'
occorrenza
,
il
sentimento
nella
politica
del
nostro
paese
.
Come
quegli
spiriti
siano
passati
poi
nel
fascismo
,
abbiano
condotto
alla
marcia
su
Roma
,
quale
inesplicabile
e
profonda
giustificazione
derivi
da
essi
a
un
regime
che
a
volte
sembra
pur
battere
vie
tanto
lontane
da
quelle
del
Risorgimento
,
son
questioni
che
varrebbe
il
conto
d
'
esaminare
un
poco
più
a
fondo
di
quel
che
sia
stato
fatto
finora
.
Che
sentimento
credete
voi
che
facesse
andar
gloriosi
quei
giovanotti
,
sotto
agli
occhi
ammirati
di
fidanzate
e
di
spose
,
delle
loro
camicie
nere
?
...
Qui
,
fuori
dalla
logica
,
se
Dio
vuole
,
e
da
ogni
fredda
ragion
politica
,
sta
uno
dei
punti
capitali
per
chi
voglia
capir
qualcosa
degli
avvenimenti
di
questi
ultimi
anni
.
Il
non
averlo
inteso
fu
una
delle
più
certe
ragioni
della
rovina
dei
nostri
socialisti
e
comunisti
,
pedantescamente
fissati
nell
'
idea
d
'
una
rivoluzione
da
professori
,
da
contabili
,
da
speziali
:
come
a
dire
un
cataclisma
a
colpo
sicuro
.
Per
converso
,
se
il
fascismo
fu
effetto
di
molte
cause
positive
,
la
veemenza
e
la
vastità
della
sua
fortuna
van
ricondotte
proprio
a
quegli
elementi
irrazionali
,
a
quel
fuoco
romantico
,
a
quel
colore
...
StampaPeriodica ,
I
russi
si
sono
impadroniti
di
un
nuovo
mezzo
per
penetrare
nel
gusto
europeo
.
Dopo
i
grandi
fasti
del
romanzo
e
del
balletto
,
ora
tocca
il
turno
al
cinematografo
.
Al
pubblico
italiano
non
accade
di
vedere
films
russi
:
credo
questo
dipenda
più
che
da
ragioni
politiche
,
da
ragioni
commerciali
,
avendo
l
'
Urss
vietato
l
'
importazione
di
films
italiani
.
Difatti
molti
films
russi
non
hanno
uno
spiccato
contenuto
politico
,
tutt
'
al
più
di
satira
alla
morale
e
al
gusto
borghese
.
Ma
questa
rottura
di
rapporti
di
scambio
è
utile
e
necessaria
soprattutto
per
la
nostra
indipendenza
estetica
e
spirituale
.
Tuttavia
i
migliori
films
russi
si
danno
privatamente
a
Roma
e
adesso
anche
a
Venezia
ogni
due
anni
,
cosicché
i
registi
italiani
hanno
tutto
il
modo
di
vederli
e
di
saccheggiarli
a
piene
mani
per
trasfondere
all
'
insaputa
del
grosso
pubblico
tantissime
trovate
dei
registi
russi
.
Citerò
un
esempio
di
saccheggio
:
nel
film
italiano
L
'
armata
azzurra
ad
un
certo
momento
il
rombo
dell
'
aeroplano
sull
'
alto
dei
monti
si
dilata
e
si
trasforma
nella
musica
di
"
Giovinezza
,
"
questo
fu
preso
con
le
radici
dal
film
russo
Il
cammino
della
vita
,
dove
lo
sbuffare
della
macchina
sulla
ferrovia
inaugurata
dai
Ragazzi
della
strada
si
tramuta
nel
loro
inno
.
Prima
ancora
di
parlare
di
tutto
questo
avrei
dovuto
fare
una
premessa
di
ordine
politico
:
l
'
Urss
è
virtualmente
sul
confine
orientale
d
Italia
;
basta
pensare
Trieste
e
noi
incontreremo
la
stessa
gente
che
vive
sulle
sponde
del
Volga
,
dell
'
Ob
,
dell
'
Jenissei
.
Già
in
Jugoslavia
si
sta
attuando
una
riforma
agraria
a
base
essenzialmente
comunista
.
Il
giorno
che
questi
slavi
del
sud
arriveranno
a
più
profonde
e
definitive
realizzazioni
comuniste
,
ecco
che
l
'
Unione
delle
Repubbliche
Socialiste
e
Sovietiche
incamererà
anche
queste
terre
intiepidite
dall
'
Adriatico
,
accampandosi
di
fatto
sul
nostro
confine
orientale
.
Il
popolo
russo
ha
cercato
ancora
di
annebbiare
le
menti
europee
col
profumo
dell
'
arte
,
per
poi
avanzare
sul
terreno
del
pensiero
e
su
quello
sociale
e
politico
.
La
Russia
seppe
un
tempo
diventare
di
moda
in
Europa
col
balletto
e
col
romanzo
,
poi
le
carte
vennero
cambiate
in
tavola
e
ci
siamo
trovati
in
casa
innumerevoli
ragazzacci
anarchici
e
inconcludenti
pronti
a
tappezzare
tragicamente
di
rosso
le
nostre
tranquille
e
beate
città
.
Quella
del
popolo
russo
fu
indubbiamente
una
rivincita
:
troppo
esso
aveva
subito
dal
sei
al
settecento
l
'
invasione
spirituale
italiana
,
francese
e
tedesca
:
ne
fanno
fede
i
disperati
appelli
di
Dostojewski
alla
pura
coscienza
russa
.
A
questi
appelli
noi
dobbiamo
contrapporre
i
nostri
alla
pura
coscienza
italiana
.
Ammireremo
i
grandi
capolavori
russi
,
ai
quali
ci
avvicineremo
per
nostra
iniziativa
,
ma
diffideremo
quando
questi
ci
verranno
presentati
per
iniziativa
del
popolo
russo
:
egli
ha
già
tentato
di
cambiare
le
carte
in
tavola
.
Oggi
col
cinematografo
il
popolo
russo
medita
di
poter
riprendere
il
contatto
spirituale
con
l
'
Europa
.
Me
ne
sono
accorto
da
alcuni
accenni
durante
la
rappresentazione
dei
films
russi
a
Venezia
.
Alla
prima
rappresentazione
un
certo
giovane
russo
,
che
spiegava
i
temi
dei
lavori
prima
dell
'
inizio
,
era
timidissimo
e
arrendevole
.
Illustrando
Ivan
,
il
film
di
Dowgenco
,
disse
:
"
Ivan
è
un
semplice
contadino
che
,
andato
a
lavorare
nella
nuova
città
industriale
di
Nievosproi
,
a
poco
a
poco
la
sua
mente
si
entusiasma
alle
macchine
e
da
operaio
diviene
un
bravo
ingegnere
.
"
Disse
questo
e
sorrise
,
come
di
fronte
a
noi
egli
sentisse
tutto
il
ridicolo
della
favola
inventata
per
pura
propaganda
della
nuova
epoca
russa
.
Ma
il
giorno
seguente
,
visto
che
la
produzione
del
suo
paese
era
stata
forsennatamente
applaudita
dai
soliti
Italiani
che
se
ne
infischiano
di
esserlo
,
apparve
più
coraggioso
,
esibendo
una
cravatta
rossa
di
quello
stesso
tono
delle
bandiere
che
sventolano
sul
Kremlino
.
E
alla
sera
al
Grand
Hòtel
Excelsior
,
non
facendo
più
la
bocca
storta
al
contatto
con
la
folla
borghese
(
come
gli
operai
di
Mosca
quando
si
imbattevano
con
l
'
automobile
di
un
mio
amico
che
portava
sua
moglie
e
me
vestiti
borghesemente
,
anzi
vestiti
ambiguamente
e
caffonescamente
di
nero
)
,
i
registi
russi
seppero
sfruttare
i
battimani
di
cortesia
per
imporsi
ai
piedi
dello
schermo
come
celesti
apparizioni
illuminate
dal
riflettore
.
Fu
questo
il
caso
del
regista
russo
Schafran
,
autore
noiosissimo
del
film
documentario
sul
dramma
del
Celiuskin
.
Film
che
ha
rivelato
come
questo
popolo
,
che
non
ha
più
religione
,
cerchi
di
misticizzare
ogni
avventura
coraggiosa
:
qui
il
regista
,
ad
una
maniera
religiosa
del
tutto
bizantina
,
insiste
e
ripete
innumerevoli
motivi
come
se
il
Celiuskin
fosse
assolutamente
qualcosa
di
soprannaturale
,
degno
di
essere
invocato
con
le
più
minute
litanie
:
per
esempio
la
prua
della
nave
che
rompe
i
ghiacci
è
un
motivo
non
dico
dominante
ma
petulante
.
E
il
film
ha
finito
coll
'
annoiare
anche
i
soliti
Italiani
che
se
ne
infischiano
di
esserlo
.
Conosco
sufficientemente
la
nuova
letteratura
bolscevica
e
ne
ho
dato
dei
saggi
sulle
riviste
Il
Convegno
e
L
'
Italiano
,
conosco
anche
la
nuova
Russia
per
averla
attraversata
dalla
Siberia
,
e
nella
prefazione
al
numero
speciale
dell
'
Italiano
segnalavo
come
la
tendenza
narrativa
dei
nuovi
scrittori
sia
di
un
ottimo
naturalismo
guastato
da
un
ossessionante
retoricismo
;
per
giunta
il
naturalismo
a
volte
viene
così
acutizzato
da
diventare
documentazione
.
Lo
stesso
avviene
per
il
cinema
.
E
la
stessa
impressione
che
si
ha
visitando
la
nuova
Russia
,
si
prova
assistendo
ad
uno
spettacolo
di
films
russi
.
Arrivando
a
Mosca
subito
si
prova
un
vivo
entusiasmo
e
sorpresa
per
il
nuovissimo
stato
di
cose
,
ma
poi
a
poco
a
poco
si
scopre
il
lato
,
che
bisogna
chiamare
retorico
,
della
vita
e
tutto
diviene
nauseante
.
Tutta
la
vita
bolscevica
si
svolge
secondo
programmi
che
rendono
di
maniera
anche
i
più
genuini
entusiasmi
...
StampaPeriodica ,
La
Germania
d
'
oggi
va
sempre
più
prendendo
forza
a
causa
della
generale
debolezza
dell
'
Europa
;
e
accadrà
,
un
giorno
,
di
rivederla
come
già
la
vedemmo
nel
'14
.
L
'
Europa
,
dal
canto
suo
,
si
ostina
a
reputare
Hitler
un
uomo
men
che
mediocre
,
non
crede
utile
prenderlo
sul
serio
e
attende
con
ansia
i
disastri
ch
egli
recherà
,
senza
dubbio
,
alla
Germania
,
ma
il
maggiore
errore
che
si
possa
commettere
è
proprio
quello
di
credere
che
alla
Germania
,
per
reggersi
,
occorra
un
uomo
di
senno
,
un
politico
raffinato
;
i
tedeschi
agiscono
solo
se
sorretti
da
un
mito
;
non
cercano
né
il
bello
,
né
il
buono
,
né
il
giusto
,
ma
il
sublime
,
l
'
eroico
.
Quel
che
più
giova
loro
è
la
grande
facoltà
di
tradurre
la
mistica
in
tecnica
;
ora
Hitler
ha
dato
ai
tedeschi
una
mistica
.
Alla
Germania
non
occorrono
uomini
di
estrema
saggezza
politica
,
ma
piuttosto
grandi
stregoni
.
Stregone
fu
Guglielmo
Il
,
stregone
fu
Hindenburg
e
stregone
è
Hitler
.
Il
Fiihrer
è
nella
giusta
tradizione
tedesca
;
aggiorna
ai
tempi
lo
spirito
imperiale
degli
Hohenzollern
;
troverà
anche
un
Wagner
.
Hitler
non
è
un
grande
uomo
di
stato
,
è
solo
l
'
esponente
metafisico
della
Germania
metafisica
.
Forse
,
egli
non
dichiarerà
la
guerra
a
nessuno
,
finirà
con
l
'
accordarsi
con
tutti
i
suoi
vecchi
nemici
,
ma
tutto
ciò
sarà
fatto
nella
maniera
che
più
piace
ai
tedeschi
,
cioè
la
maniera
eroica
e
sublime
.
Se
l
'
eroismo
è
cantato
solo
alla
radio
non
importa
;
ciò
è
più
che
sufficiente
,
perché
ciò
è
voluto
da
tutti
i
tedeschi
...
StampaPeriodica ,
In
questo
quarto
volume
della
collezione
«
Cultura
contemporanea
»
,
diretta
dal
Lazzeri
,
col
titolo
La
Sfinge
senza
Edipo
di
Miguel
de
Unamuno
(
Corbaccio
,
Milano
,
pp
.
230
)
,
Piero
Pillepich
dà
fuori
,
da
lui
raccolti
e
tradotti
,
alcuni
dei
più
notevoli
saggi
dell
'
Unamuno
,
ai
quali
ha
fatto
precedere
una
chiara
prefazione
di
Adriano
Tilgher
.
Lo
scrittore
basco
è
assai
noto
da
noi
,
per
il
Commento
al
Don
Chisciotte
e
per
il
Sentimento
tragico
della
vita
,
che
restano
le
sue
opere
fondamentali
.
Minor
fortuna
ebbero
nel
nostro
Paese
le
traduzioni
di
qualche
sua
prosa
di
romanzo
e
di
teatro
.
Non
fu
cattiva
idea
questa
,
di
radunare
insieme
alcune
delle
pagine
più
vive
dei
volumi
:
Ensayos
,
Mi
religiòn
,
Soliloquios
y
conversaciones
.
Il
libro
è
vivo
e
non
risulta
troppo
frammentario
:
c
'
è
dappertutto
il
pathos
caratteristico
dell
'
ex
-
professore
di
Salamanca
,
il
suo
amore
per
le
cause
perdute
,
la
sua
invocazione
al
Dio
pascaliano
accessibile
al
cuore
e
non
alla
ragione
.
«
La
mia
religione
»
afferma
egli
«
è
cercarla
verità
nella
vita
e
la
vita
nella
verità
,
anche
sapendo
che
non
debba
incontrarle
mai
finché
viva
.
La
mia
religione
è
lottare
instancabilmente
contro
il
mistero
;
la
mia
religione
è
lottare
con
Dio
dall
'
alba
alla
notte
.
Non
mi
persuade
affatto
la
scappatoia
dell
'
inconoscibile
né
quell
'
altra
del
"
di
qui
non
si
passa
"
.
Respingo
l
'
eterno
"
ignorabimus
"
.
E
in
ogni
caso
voglio
inerpicarmi
su
per
le
balze
dell
'
inaccessibile
»
(
p
.
39
)
.
È
in
sostanza
la
continuazione
della
sua
vecchia
polemica
contro
la
raison
raisonnante
,
contro
quel
«
due
più
due
,
quattro
»
,
che
un
originale
filosofo
russo
,
Leon
Chestov
,
ha
dichiarato
altrettanto
vero
quanto
«
mostruoso
»
.
In
Chestov
c
'
è
probabilmente
altra
sofferenza
e
profondità
di
scavo
che
non
nell
'
Unamuno
,
in
cui
ci
par
di
ravvisare
più
d
'
una
volta
l
'
amore
del
bel
gesto
.
Ma
una
grande
coerenza
in
questo
continuo
affacciarsi
all
'
irrazionale
,
e
un
vero
afflato
di
scrittore
e
di
polemista
,
non
vorremmo
di
certo
negare
al
filosofo
del
chisciottismo
.
Solitudine
,
Ibsen
e
Kierkegaard
sono
i
titoli
di
due
saggi
dei
più
riusciti
di
questo
volume
:
saranno
lette
con
vivo
interesse
le
pagine
che
I
'
U
.
dedica
all
'
influsso
del
pensiero
di
Soeren
Kierkegaard
su
quello
del
drammaturgo
norvegese
.
Lo
scritto
intitolato
Patria
e
militarismo
gioverà
a
far
luce
sull
'
atteggiamento
di
questo
scrittore
,
non
certo
antimilitarista
,
ma
nettamente
contrario
ad
una
casta
militare
concepita
come
un
Sant
'
Uffizio
e
un
'
Inquisizione
,
e
ad
ogni
forma
di
«
patriottismo
coatto
»
.
Passione
è
il
capitolo
che
conclude
il
volume
:
passione
per
la
vecchia
Spagna
del
passato
,
alogica
e
mistica
;
malinconia
per
la
Spagna
del
presente
.
Tristezza
che
non
è
,
tuttavia
,
senza
speranza
:
«
Ho
la
profonda
convinzione
che
la
vera
"
europeizzazione
"
della
Spagna
,
vale
a
dire
la
digestione
di
quella
parte
dello
spirito
europeo
che
può
divenir
spirito
nostro
,
non
avverrà
finché
noi
non
si
cerchi
d
'
imporci
nell
'
ordine
spirituale
dell
'
Europa
,
finché
non
ci
si
sforzi
di
far
inghiottire
all
'
Europa
quello
ch
'
è
nostro
,
ch
'
è
particolarmente
,
genuinamente
spagnolo
»
(
p
.
226
)
.
Unamuno
predica
qui
il
metodo
della
«
passione
»
,
dell
'
arbitrario
,
la
logica
del
cuore
,
ch
'
egli
chiama
«
cardiaca
»
.