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StampaPeriodica ,
Comincerò poiché la bontà nella vita mi piace quanto , e forse più , la nudità bella nell ' arte comincerò dal ringraziare il Chiarini , il Nencioni ed anche il Panzacchi , che con me sono stati tanto buoni . Quattro settimane fa , colla serena sfacciataggine d ' una scolaro irrequieto , buttavo giù dalle colonne di questa Domenica una manata di punti interrogativi tutti peccaminosamente impertinenti , li buttavo via per l ' Italia , implorando una risposta , che sarebbe stata una lezione per me , e che vale assai meglio per molti ingegni che affaticano nelle prime prove dell ' arte . La mia superbia era grande , lo confesserò : confidavo che la risposta e la lezione mi anzi ci sarebbero venute dal Chiarini , il quale , per ufficio da lungo tempo esercitato , ha , purtroppo , dovuto piegar l ' animo e fortificar la pazienza nell ' insegnare ai ragazzi . Invece oltre ogni misura d ' onesta superbia anche il Nencioni ed il Panzacchi hanno voluto mostrare che le mie domande non erano del tutto inutili , hanno voluto , con affetto paziente , discutere le mie impertinenze , e , aggiungendo bontà a bontà , i due primi hanno scritto parole cortesi per me , mentre l ' autore del Piccolo romanziere , con non meno gradita cortesia ha tentato di nascondere alla gente il nome di così grande e impudente peccatore . Il quale si proverà ora a ribattere , ritornando a commettere il suo peccato , non per amore di sudiceria o per orgoglio maniaco ; ma per il culto , coraggioso , e un po ' anche doveroso , che ha serbato sempre alle sue idee , unica proprietà e consolazione più alta ed assidua della propria giovinezza . Al peccatore pare che la serena confessione e la costanza del peccato siano la risposta più degna alla bontà di cui tre uomini illustri lo hanno onorato . Almeno , potranno dire : costui non è vigliacco ; ha delle opinioni e le proclama in faccia a tutti , le difende anche contro noi . E compiuto il dovere , veniamo alla discussione . Quattro settimane fa , dunque , io chiedeva : « Quale e com ' è la poesia porca ? » Avevo sentito il Chiarini invocare contro di lei l ' opera vigile e ammanettatrice della Questura , ed io , che nel Codice non aveva trovato nessun articolo , nella collezione degli Atti ufficiali nessuna istruzione sull ' argomento , del ministro per l ' interno ai suoi agenti , mi andava ripetendo : « Assolutamente bisogna sapere quando un autore ha il dovere di consegnarsi spontaneamente al procuratore del Re ; quando il lettore , da cittadino onesto , deve presentare formale querela e richiamare sopra un libro e sopra un foglio l ' attenzione , disgraziatamente distratta , delle autorità » . V ' è una letteratura chiamiamola così oscena , e di lei so benissimo l ' essenza e le forme : c ' è una legge severa che la definisce con assai precisione e manda i suoi dilettanti alla Corte d ' assise , che sono puniti con lodevole sollecitudine . Ma quest ' arte porca , che i magistrati lasciano tranquillamente correre per la Penisola , che i legislatori non hanno posta tra i reati , di cui si è sempre parlato , in mille modi per mille diversi interessi , da tutti , ma che non si è mai giunti a precisare in qual guisa sia fatta , di che materia consista , quest ' arte laida e perversa per cui il traduttore di Heine si commuove e si sdegna , quale è , e com ' è conformata ? La mia domanda voleva una risposta sollecita e piena , se non altro per ragioni di pubblica utilità . Ma i tre valenti scrittori non rispondono alla mia interrogazione limitata e precisa : essi mi rivolgono per contro dei ragionamenti vari e ricchi di erudizione , di sentimento , di critica , di morale ; ma alla definizione esatta non arrivano ; ma alla conclusione sola che a me pareva necessaria si ricusano . Tuttavia , per la gravità dell ' argomento , industriamoci alla meglio : cerchiamo , dalle molte descrizioni che i miei ammonitori fanno della gran colpevole , i caratteri suoi sostanziali , quelli che realmente costituiscono il suo reato . Il Panzacchi dice : La poesia della libidine corrompe l ' arte . La verecondia e la nudità non sono che parte accidentale della questione . Il Chiarini e il Nencioni invece l ' accusano unicamente per ragioni di verecondia e di nudità . Il primo scrive : L ' arte invereconda toglie ai giovanetti la gagliardìa che debbono consacrare alla patria . Il secondo sentenzia : L ' arte nuda corrompe la religione della donna . Andiamo avanti , se non ci riesce ancora di capir molto : cerchiamo nelle dissertazioni dei tre critici qualche più chiaro contrassegno . Donde è nata e da chi è stata commessa quest ' arte che tante cose offende e tante persone ? Il Panzacchi risponde : È un ' invenzione nuovissima : è incominciata , verso la metà del secolo , in Francia . No , ribatte il Chiarini , è antica : infatti debbo riconoscere che Orazio , Heine e Byron la differenza di tempo e di luogo non è breve da poco , fuggevolmente , ne fecero . Ma il Nencioni entra di mezzo ed afferma : I veramente grandi poeti non sono mai pornografici ; come non lo sono mai i grandi romanzieri . Byron non lo è mai , nemmeno nel Don Giovanni . Continuiamo pure nelle nostre ricerche : se ci pare di trovare un po ' di confusione , d ' indeterminatezza e di contraddizione al principio , alla fine troveremo la chiarezza , la precisione e l ' ordine ; la verità è una sola , e vanno ripetendo da un pezzo si fa strada sempre . Il Nencioni nega che gli artisti amino ora la nudità e che il pubblico la guardi con compiacenza : l ' arte sensualistica , assicura , volge irreparabilmente al suo termine fra l ' abbandono e il disgusto di tutti . Però trova che il D ' Annunzio scrive ancora de ' bei versi , concepisce tuttavia delle immagini forti e dilicate , ha soffio e movimento lirico . Il Panzacchi di riscontro giudica che la lirica della libidine egli non parla del romanzo e neppure della pittura è oggi « in pieno rigoglio e mostra per tutto i suoi fiori lussureggianti al sole , e dà al capo della gente con gli acuti profumi di cui impregna per largo tratto l ' atmosfera . » Il Chiarini , da ultimo e pel conto suo , nega risolutamente alle poesie del D ' Annunzio ogni merito letterario . Finiamo , dopo ciò , le indagini , i ravvicinamenti , i confronti : tanto non verremmo a capo di sentirci una buona volta definire che cosa è e dove fiorisce l ' arte porca . Uno alla nostra curiosità risponde che essa è soltanto un malanno per l ' estetica ; un secondo , invece , che è unicamente un pericolo alla gagliardìa della gioventù maschia ; un terzo , che è singolarmente ed essenzialmente un oltraggio alla religione della donna . Da una parte si scrive che è nata una cinquantina d ' anni fa ; dall ' altra , che viveva ancora , benché più debolmente , quando sfolgorava la maestà di Roma , da poco divenuta imperiale . Vi è chi assicura che il Byron non fu mai pornografico , e chi lo ammette ; chi trova delle cose buone nell ' Intermezzo di rime , e chi non ve ne riconosce una sola . Né basta : il Nencioni sentenzia che l ' arte della voluttà precipita , il Panzacchi che è in pieno rigoglio : oh come debbo ritrovare io , e con me il pubblico e gli autori , la definizione che sarebbe utile ed urgente di avere ? Dalle ricerche e dai riscontri che sono andato facendo , un costrutto , però , intanto ho raccolto , ed è questo : che la poesia invereconda è infinitamente più potente , per gli effetti che produce , dell ' altra , la sua opposta . La Marsigliese , l ' inno del Mercantini sono certamente liriche vereconde ; ebbene , io so di parecchi non molti volontari nel Tirolo , che colla camicia rossa sulle spalle , con Giuseppe Garibaldi presente e l ' inno del Mercantini sulle labbra , non sapevano vincere la paura , e scappavano ; so di moltissimi , migliaia e migliaia di francesi , che a Sedan , a Metz , a Parigi , cantavano il glorioso ritornello della Marsigliese , e deponevano le armi . Basta , invece , qualche sonetto , un centinaio o due di martelliani o di decasillabi i quali si discute ancora se sieno belli o no , se vi sia o no chi li legga , bastano essi perché la estetica della nazione sia corrotta , la gagliardìa dei maschi sia tolta , la religione della donna sia profanata . Evidentemente , secondo i precetti della eloquenza antica , quella di Demostene e di Cicerone , l ' arte porca avrebbe ragione dell ' arte pulita . Ma a me non preme di provare molta abilità di polemica ai miei lettori : preme invece di risolvere una questione che riguarda l ' arte e parrà strano la educazione civile del mio paese . Confesserò dunque che , se una propria definizione manca in tutti e tre gli articoli che i tre illustri avversari della nudità hanno scritto , in quelli però del Chiarini e del Nencioni qualche più sicuro contrassegno , qualche più chiara indicazione c ' è . Entrambi , d ' accordo , dicono : Il D ' Annunzio nell ' Intermezzo di rime uscito ora ha scritto delle porcherie . Ma però quando , subito di poi , vengono a dire dove e come il D ' Annunzio le ha scritte , tornano a non andare più insieme e , per poco , non si voltano le spalle . Il Chiarini , infatti , porta come documento della sua accusa venti o venticinque martelliani del Peccato di maggio ; il Nencioni addita , senza attentarsi a riprodurla , un ' ottava e un terzo della Venere d ' acqua dolce . Per tutto questo , mio povero e roseo Gabriele , sei stato svergognato in tutte le contrade d ' Italia ; per questo si è minacciata la pace dolce , legittima , consacrata dai costumi e dalle leggi , che ora godi ; per questo sul tuo capo ricciuto e candido si è invocata l ' eloquenza dei Pubblici Ministeri e la correzione del carcere cellulare ! Forse vi è stato eccesso di severità . Se non che , io non ho a fare il paladino né a Gabriele D ' Annunzio né a ' suoi ultimi versi , che fra l ' altre cose mi paiono dei men belli fra quanti egli ha pubblicati da quattro anni in poi ; io mi affatico e come vedete non mi diverto alla sudata ricerca di quella essenza così importante alla poesia , alla pubblica moralità e alla personale sicurezza dei poeti . Il Chiarini ed il Nencioni hanno disegnati due punti precisi di lirica infame ; vediamo pertanto che cosa contengono e come son fatti . Per ordine , cominciamo dal Peccato di maggio . L ' autore immagina due giovani innamorati , belli , forti , che passeggiano per un bosco . È il plenilunio reo di calendimaggio … il sole trionfale discende , mentre dalla terra fresca , verde , s ' alza , nella placidezza odorosa dei campi , l ' inno della primavera . E tutto uno sbocciamento intorno : la grande risurrezione dell ' anno . In lui scoppiano più ardenti , più acuti , gli ardori del senso : lei , fra tanta esuberanza di vita , ha la rivelazione di sé : è soprafatta da un desiderio nuovo , da un tormento infinito di carne inappagata e intatta che scotta ... Ma sentite i versi : Io sono tanto stanca ella disse , piegando ne la persona ... Oh come si scoperse la gola tra l ' onda de le chiome e le iridi si persero , fiori ne ‘ l latte , in fondo a ‘ l cerchio de le pàlpebre ! Oh come il sen rotondo sgorgò fuor de la tunica ! Io mi sentii su li occhi scendere un denso velo ; e le caddi ai ginocchi e con avide mani su pe ‘ l suo torso ascesi , e tremar come un ' arpa viva il suo torso intesi . Atterrita a quei subiti vibramenti d ' ignote fibre , ella con aneliti , gemiti , con immote le pupille e la bocca dilatata , pendeva su me . Ne le sue giovini carni il peccato d ' Eva squillava a gran martello , come sopra sonore lamine di metallo : È l ' ora de l ' amore ! O voi tutti , vecchi e giovani , che custodite con religione d ' amore e di gratitudine , come la più gagliarda e gelosa lirica della vostra esistenza , il ricordo dell ' ora felice in cui una giovinetta , inconscia , vinta dal prorompere della sua vigorìa insoddisfatta , del suo affetto , dell ' istinto umano superiore e benefico , si è abbandonata a voi stanca , oppressa , come non fu mai bella ; voi tutti che credete quell ' abbandono , quella dedizione ineffabile , buona , fatale , una gioia squillante dell ' anima vostra , badate al Chiarini che vi ammonisce : quel ricordo , quella lirica , quella gioia meno dimenticabili della vostra esistenza sono tante porcherie . Perché se il descriver tutto ciò in versi , il che vuol dire immaginarlo soltanto , è disonesto , a commetterlo in verità , in una notte stellata o sotto un sole di fuoco , deve essere assai ancora più turpe , più scellerato , più porco . E avete inteso ; perché si conservi robusta e cresca alla patria la gioventù che la deve onorare e difendere , queste cose non si hanno a scrivere , e molto meno quindi a fare . Oh , Origene ! Passiamo al secondo corpo di reato : un ' ottava più un quarto e cinque sillabe . Il D ' Annunzio omai a ricopiare dei versi mi stanco racconta un bacio dato nel modo proprio del bacio vero . C ' è una statua greca , ammirata in una pubblica galleria , di su le più pubbliche incisioni , in cui la rappresentazione è non meno esatta ed ha sincerità forse maggiore . Ma se un bacio non è dato in fronte , come nei romanzi di cavalleria gli eroi belli ed ingenui baciavano le vergini inconscie , e , purtroppo , clorotiche , se non è dato sulla mano , come ai monsignori , è una sconcezza e offende la religione delle donne . Dopo ciò , sentite ancora un galantuomo , o voi che mi leggete ? Io per me scampo alle rimembranze , alle curiosità , alla discussione , come gli eruditi alle questioni grosse : con una citazione . Eccola qua , ed è di autore non mai sospettato quale corruttore né dalla Corte del Re né dalla Curia Romana : Michele de Montaigne . Egli ha detto , molti anni fa : « Qu ' a fait l ' action génitale aux homme , si naturelle , si nécessaire et si juste , pour n ' en oser parler sans vergogne , et pour l ' exclure des propos sérieux et réglés ? » Che ha fatto , domando anch ' io , dacché , dopo questi molti anni che sono passati , le pretensioni d ' un certo pudore e le proibizioni di certa critica rimangono identiche ? Ci sono stati , ci sono e ci saranno dei pittori che hanno dipinto il tradimento di Giuda il più abbietto dei tradimenti leggendari ; degli storici che hanno narrate e debitamente documentate le turpitudini di Tiberio , le pazzie di Nerone , le ferocie di Caligola ; dei tragici che hanno messo sulla scena la passione ripugnante di Mirra ; degli epici che han raccontato come un padre mangiasse i suoi figli ; dei romanzieri che hanno descritto come una madre vendesse la figlia al maggior offerente ; dei lirici che hanno dedicate le loro strofe al disertore , alla spia , al più furibondo assassino : tutte le brutture , le colpe , le anormalità dell ' individuo si son raccontate , documentate , analizzate , conservate nei quadri , nelle statue , negli archivi , nelle storie , nei romanzi , nei poemi , di generazione in generazione , di secolo in secolo ; ora le prodezze di Troppmann , di Pietro Ceneri , del Cardinali , si illustrano di vignette realiste sui giornali più ricchi ed eleganti : nessuno ha mai protestato , non si è mai indignato contro Tacito o contro Dante , contro Victor Hugo o contro i gerenti dell ' Illustrazione , del Gil Blas o del Figaro ; non ha mai invocato l ' opera vindice della Questura . È permesso dunque istruire i giovanetti in quanto l ' uomo ha commesso di più sanguinoso , di più pazzo , di più stomachevole , di più codardo , durante tutta la storia dell ' umanità ; non è permesso accennare come la vita della umanità si consòli nell ' affetto , si conservi nella moltiplicazione . Documentare le sozzurre di papa Borgia è , per esempio , nobile ufficio di storico civile ; rendere omaggio di memoria all ' amore che è sano , forte , necessario è azione di iniquo e si deve scontare colla galera . È logica questa ? Se non che , osservate : la logica comune non presta ubbidiente il suo aiuto alla causa , in questo modo definita , della moralità . La nudità ampia e serena , dice il Nencioni , non offende il pudore ; ma è poi offeso dal racconto d ' un bacio ; e il Chiarini , per mostrarsi meno scrupoloso ancora , racconta come egli voleva lasciare al puttin di marmo , che è nella poesia del Carducci per il processo Fadda , anche quella cosellina che l ' autore vi aveva messa ed il Martini vi tolse . Ma perché , mio buon signore , gli voleva lasciare quella cosellina , se poi gli era proibito il peccato reo di calendimaggio ? Oh , per me sto col Martini : dati questi precetti di morale , egli fu più giusto e pio tagliando via subito . Nell ' infanzia il pericolo di morte è meno sicuro . Comunque , osserverò che un grande progresso s ' è fatto . Senza ricordare più lontani esempi ; non sono dieci anni che il poeta porco era il povero Praga , già morto , poveretto , di romanticheria e di tisi ; più tardi il porco divenne il Carducci , benché nota egli , ripetendo l ' aggettivo , benché abbia scritto l ' Ideale e le Primavere elleniche ; poi capitò al Verga , al Capuana , un po ' anche al Martini ricordate : « Il peggio passo è quel dell ' uscio » e molto , moltissimo , ad Olindo Guerrini . Ma allora s ' invocava la morale , la rettorica e l ' orror della carne . Il Praga aveva dedicato delle strofe a una cortigiana morta di tifo ; il Carducci , a parte Satana e Dio , aveva dei gusti barbari di stile , così che in un epodo solenne diceva che il tradimento e la vigliaccheria a un certo punto della storia d ' Italia s ' accoppiavano pubblicamente in piazza in presenza del popolo ; immagine del tutto contraria alla dignità dello stile lirico e al buon galateo : il Verga avea narrato , benché coperto di tutti i veli in cui si avvolge ora Tersicore dea al cospetto del pubblico , la passione d ' un giovane d ' ingegno per una ballerina , di quelle che si possono , con gloria dell ' onestà , tirare in carrozza a forza di schiena , ma non si debbono amare ; il Capuana era reo della Giacinta e della Fosca ; il Guerrini dei Postuma , dove per tutto trionfa l ' amore sensualistico . Insomma : quale scrittore durante questo secolo non è stato un poco porco ? Anche al Manzoni rimproverano la Monaca di Monza . Ma allora si difendevano delle cose grandi e vecchie : la morale buona che non può consentire che una femmina perduta sia amata , la rettorica buona che non ammette trivialità , il candore delle modiste , delle cameriere , delle signorine uscite di collegio , che alla vista d ' un puttin di marmo che mostrasse qualcosellina al sole si sarebbe d ' un tratto offuscato e perduto ; allora si era severi , ma logici : Victor Hugo , che aveva fatto rispondere in quel modo Cambronne , era un porco quanto Musset che aveva raccontato l ' amore in tutti i modi . Ora abbiamo una morale , una verecondia , un candore a prezzi ridotti , con diminuzione , almeno , d ' un tanto per cento . La nudità non entra nella questione scrive il Panzacchi . E che importa la nudità al Nencioni ? il sonetto del D ' Annunzio , per esempio , che io citai quattro settimane fa ... Il Chiarini poi è anche più di manica larga : egli racconta che nel Museo di Napoli vide il gruppo del satiro e della capra e non gridò subito : porco ! all ' autore , che certo non avrebbe sentito . Si possono adesso dire tutte le cose che erano vietate dieci , cinque anni fa , e tornare a scrivere l ' Eva o i Postuma magari ! senza che nessuno strilli : in faccia a San Pietro si potrebbe mettere una bella femmina ignuda , si potrebbe anche in un angolo di Montecitorio simbolo dell ' ignoranza serena mettere un puttino di marmo purché fosse assolutamente piccino e non si trattasse che di qualcosellina : il livello della moralità , insomma , si è abbassato , anzi è dato indietro , molto indietro . Ed in pochi anni ! Fra qualche tempo , un altro decennio al più , ci accorgeremo che in qualche luogo è sprofondato ritirandosi : per fermo non è più visibile . E sulla fossa per dove sarà scomparsa quella miseria di pudore accademico , l ' arte e la civile educazione della patria esulteranno , perché quel giorno tutti noi , finalmente , saremo più sereni , più schietti , più nobilmente innamorati della bellezza e della vigorìa umana . Perché , signori miei , il Boccaccio era un porco ? E le donne e gli uomini della Repubblica fiorentina poco dopo appunto gli ordinamenti di giustizia erano tutti porci ? Perché , signori , l ' Ariosto era un maiale , e come lui il duca e il cardinale d ' Este , ogni gentiluomo , ogni dama che capitasse alla Corte di Ferrara ? Credete voi il fiorentino abbia raccontata l ' astuzia di Peronella o l ' incantagione fatta alla coda della cavalla , che il ferrarese abbia rimate le maliarde seduzioni d ' Alcina o le varie avventure di Giocondo , proprio per bassa compiacenza della volgarità sudicia o per vendere qualche copia di più del Decamerone o dell ' Orlando furioso ? E notate bene : le novelle di Dioneo erano narrate in una buona società del Trecento , quella buona società borghese della grande Repubblica che edificò tante chiese , ributtò l ' imperatore tedesco più durabilmente che non avessero fatto i Comuni lombardi segnatari della pace di Costanza , ed infine instaurò la nuova storia d ' Italia . Le dame sentivano Dioneo fare i suoi racconti nudi , e non iscappavano via . Il canto d ' Alcina e quello di Giocondo erano letti da messer Ludovico Ariosto , che dovette mantener fama di galantuomo se fu mandato a nettare dai ladri una provincia ; erano letti in presenza del Duca , del Cardinale , delle dame , dei gentiluomini più cospicui di Ferrara , degli artisti più illustri della nazione . Il Cardinale , col suo grasso ghigno di prete , disse una volgarità famosa al poeta , ma chi uscì mai fuori a gridare : « Duca , fate arrestare costui ? » Così pertanto , signori , rinasceva e cresceva di bellezza , di ricchezza , di giocondità l ' arte e la storia d ' Italia , quando noi , come diceva quello a Gino , noi eravamo grandi e al di là del mare e delle Alpi non eran nati : così , con un sorriso luminoso , sereno , sicuro , il popolo nostro benedetto di felicità , di produzione , di pensiero , toglieva al medio evo l ' Europa . Che grande giocondità d ' opere e di vita in quei due secoli gloriosi della Rinascenza ! Nulla era vietato , nulla conteso , nulla celato ; nessuna paura , nessuna falsità era imposta , solo l ' amore della beltà e dell ' ingegno regnava . Il mondo sentiva come la gioia sonante della nuova vita che si riedificava . Ma a metà del Cinquecento questa espansione solenne di letizia finisce , e l ' arte e la fortuna della patria rovinano : è venuto giù da Trento un pauroso suono di preghiere barbare e di minacce : uno sgomento di persecuzione di morte passa sopra la Penisola , sul cattolicesimo : escono dai monti del Tirolo la censura , l ' Inquisizione , la morale rigida e falsa , il Seicento , il Seicento tetro , abbrunato , piangente , che sopprime gloria e vita italiana . Alle statue greche si pongon le camicie di piombo ; sul Decamerone si cala la falce purificatrice d ' un frate fanatico ed ignorante ; l ' Orlando è squartato , messo all ' indice il Machiavelli , e frà Paolo Sarpi messo in premio al pugnale di tutti gli assassini . La bellezza è peccato , la forza è peccato , la ribellione a tutte le servitù è peccato : ogni umana virtù è peccato . Quando la civiltà riprende assai tardi il suo cammino e il suo lavoro , quando la filosofia e la poesia annunziano la rivoluzione , Diderot , Voltaire , Beaumarchais , Mirabeau scrivono delle novelle , dei poemi , dei madrigali , delle commedie scelleratamente glorificatrici della carne . Perché glorificare la carne significa innalzare l ' uomo , nel sentimento della sua forza , alla sincerità della sua vita , alla giocondità operosa della sua mente . L ' uomo ritorni libero , superiore alle minacce , agli sgomenti , alla falsità che l ' educazione cattolica per tre secoli gli ha depositato nel sangue ; senta che essendo amante e diventando padre , non compie atto vergognoso , ma adempie alla più nobile delle sue attività . L ' arte , quando era , narrava tutta sinceramente la vita del paese ; ci dava la Commedia e il Canzoniere insieme al Decamerone ; insieme il Mosè e la Trasfigurazione , insieme l ' Orlando e la Mandragora . Ora noi siamo beneducati ; viviamo nell ' osservanza del galateo che un monsignore dettò e degli abati ricorressero ; i critici dicono : oibò ! alla carne , ai fiori , alle immagini ardite della lirica che ci rimane tuttavia ; chiamano le guardie se un poeta immagina nuda una fanciulla stupendamente bella , e la fa baciare da un maschio innamorato più giù della fronte ; gridano maledizione agli scultori che mettono qualche cosa al sole di quello che anche i puttini di marmo debbono avere ; e se un romanziere narra l ' amore come lo fantastichiamo , lo vogliamo , lo facciamo tutti , quando ci riesce , i critici ringhiano : la religione della donna è vituperata , la gagliardìa dei giovani corrotta . Pertanto la nostra arte è falsa , come la nostra vita : dovunque trionfa il trasformismo morale e politico personificato in Sua Eccellenza Agostino Depretis . Ebbene ; io preferisco l ' arte che fu messa all ' indice , che fu maledetta , squartata , decimata : io preferisco l ' arte che raccontava tutto , che tutto ciò che era umano credeva onesto e bello , ed era forte e gioconda . Così propriamente ; io preferisco i letterati , la borghesia , le Corti del Cinquecento a quelle d ' ora : mi dànno torto il Panzacchi , il Chiarini , il Nencioni ? A qualcheduno , forse , interesserà di saperlo . Per me tanto fa , anche se non mi dànno ragione : sto nella mia opinione e non mi credo un porco . Vorrei scrivere , come Zola , l ' Assommoir , e combattere , come Byron , per la libertà .
UN BUON ROMANZO ( LODI LUIGI , 1883 )
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Alcune settimane fa in questo giornale scrissi alcune righe benevole e cortesi di annunzio d ' un nuovo romanzo : La colpa di Bianca . Le scrissi perché il lavoro mi pareva degno di un po ' di lode spontanea e sincera , perché tra pagina e pagina credei d ' indovinare che l ' autore fosse un giovane , e un giovane che sarebbe andato col tempo molto avanti a parecchie delle nostre celebrità vecchie . Quando vidi composto quell ' articoletto breve e mal riuscito , mi sentii lieto come se avessi compiuta un ' opera buona ; poi il giorno dopo , naturalmente , non ci pensava più . Cercava fatti atroci e aneddoti ignorati per la cronaca varia di un giornale quotidiano , quando il gerente , che a quel giornale esercita ancora l ' ufficio di usciere , mi avvisò come chiedesse di me lo scrittore della Colpa di Bianca , il signor Chelli . Lo feci entrare nel salotto , solenne e molto noto in Italia , della redazione , un salotto a giallo svanito sotto gli sgorbi della matita e le ingiurie del tempo , coi divani ricoperti di tela bigia e in quel momento le tendine , molto fitte , abbassate . In quella oscurità tetra , il signor Chelli mi apparve più grande e severo , nell ' altezza quadrata della persona , colla barba folta , nera , tutto vestito di scuro . Non aveva nessuna posa : non diede a vedere un istante solo di essere persuaso che in presenza mia doveva mostrarsi con l ' amabilità strana e sgarbata di un tale che si crede un grande scrittore , e che è di tutti i sonettisti , bozzettisti , corrispondenti , rivistai , di tutti , infine , i miserabili che ci vengono intorno . Mi ringraziò coll ' effusione schietta , luminosa nella faccia ampia e pallida , di uno il quale sente che nell ' applaudire l ' opera sua non gli avete che resa giustizia , ma il quale vi è tuttavia riconoscente , perché il vostro applauso , qualunque esso sia , gli ha fatto bene , e perché poi non è facile sempre ottener giustizia in questo mondo . Mai una sola volta il signor Chelli , in quei venti minuti che stemmo insieme , cercò di fare effetto con un ' osservazione profonda , con un bel periodo o con una freddura lucidata a nuovo : rimase sempre quale era entrato , sereno , tranquillo , quasi fiero della sua goffaggine di uomo che lavora tutto il giorno , modesto pur nella sua coscienza sicura di poter scrivere qualche cos ' altro di più buono e più vero ancora . Gli chiesi : Che cosa fa lei , quando non fa dei romanzi ? L ' impiegato alla Regìa dei tabacchi : un ufficio molto faticoso . Ma non potrebbe fare appendici ed articoli ad un giornale ? C ' è un mio vecchio scrupolo che me lo vieta . Sono un impiegato del Governo e non mi sento così libero da scrivere in giornali , che , una volta o l ' altra , si possono trovare contro il Governo . È una sciocchezza , lo capisco , ma non saprei fare in modo diverso . E questa ricca miseria della lingua scritta , aulica e fredda , non mi consente di serbare al dialogo la sua spontaneità disprezzatrice dell ' aggettivo , e , purtroppo , anche della grammatica . Ma così accade a noi quando vogliam trascrivere un bel discorso che abbiamo sentito , c ' imbrogliamo nelle frasi e precipitiamo nelle eleganze dei pezzi scelti per antologia . Accompagnando alla porta un po ' di complimenti s ' aveva pur da fare il signor Chelli , andava pensando : È diverso dagli altri , più schietto , più forte , più solo : forse il suo libro sarà originale . Originale forse no , in tutto : ma il romanzo da lui pubblicato ora : L ' eredità Ferramonti , è molto diverso dagli altri che si stampano in Italia . Il libro , questa volta , e per caso forse molto fortunato e raro , è proprio riuscito come l ' autore : un po ' rude , un po ' disordinato e impacciato nella forma , non ancora , artisticamente , compiuto , ma più schietto , più forte degli altri . La maggior parte , anzi quasi tutti i nostri scrittori che seguitano a intitolarsi giovani , realisti e naturalisti , non fanno , in realtà , il romanzo moderno e della vita nostra , ma la novella elegante , leggermente scollacciata e tormentosamente inverniciata , cesellata e miniata della romanticheria francese degli anni gloriosi . I meglio arditi non arrivano neppure a Droz nella rappresentazione esatta della famiglia di borghesia ricca : essi rimangono ancora fissati nel loro ambiente convenzionale , indefinito , campato non si sa come , dove ci sono donne nevrotiche che fanno l ' amore diciamo così , pulitamente spasimando fra i denti arrotati strofe del Leopardi ed emistichi del De Musset ; dove i capisezioni e gli altri impiegati del Ministero parlano , come i personaggi di Paolo Ferrari , a sentenze profonde e pompierate antiche ; dove , disposte con ordine e preparate con nota sagacia , ci sono le scene delicate e le scene d ' effetto , il primo bacio e l ' adulterio ; dove tutte le donne sono divinamente , voluttuosamente belle , e tutti gli alberi odorano , e le stelle ammiccano , e i mobili scricchiolano , dove tutti , insomma , gli esseri e le cose più rispettabili e più taciturne mettono una parola per allungare la descrizione ; la descrizione , la più grossa noia cioè del romanzo naturalista francese che , passando in Italia , nella pretenziosità tarda dello stile , è diventata più scelleratamente insopportabile . Ma lo scrittore , in questi romanzi uscenti fra noi , colle sue vanità di periodi tondi , d ' aggettivi personanti , si mette sempre sulle spalle del narratore e gli calca giù il capo . A ogni pagina di questo romanzo - esperimento , vi trovate l ' ometto - autore fra i piedi , diritto innanzi a voi , coll ' indice alzato verso il cielo della sua gloria , che vi ammonisce strillando : State a sentire che descrizione ; ma ponete mente alla delicatezza del dialogo ; ma ammirate che eloquenza di lirico ! Il che infine significa questo : il romanzo adolescente nostro è composto con un processo puramente meccanico di molte parti diverse fra loro , preparate da lungo tempo , con istento , disorganiche e rettoriche , senza il senso coraggioso ed arduo della realtà nelle sue trivialità fredde , nella sua monotonia pallida , nelle ignoranze , negli agoismi , negli abbandoni rassegnati , nelle virtù inconscie , generose ed inutili . Concludendo : il romanzo fra noi non è ancora un quadro luminoso e potente ; è sempre il quadretto di genere leccato , sbiadente , consuetudinario . Il Chelli , com ' è lui nella selvatichezza piena di visioni di chi vive solo , non ha uno di questi vizi , diremo , di buona società , di queste volgarità che paiono eleganze . Egli rimane tutto serio , gagliardo , senza distrarsi mai , senza prolungarsi a sfogare le sue ambizioni ; per molto tempo senza disgustarsi della aridità cui si è condannato , senza entusiasmarsi di sé , e lasciarsi trascinare dalla lascivia degli effetti studiati ; rimane sempre nel suo soggetto duro , triste , senza benedizione di gentilezza che pure , da qualche anno , dal 70 in poi , dacché sono entrati i buzzarri a lavorare , a volere , a perseverare , acquista , per l ' incessante disfacimento d ' ogni giorno , come una solennità tragica : la borghesia romana . Non si può immaginare nelle altre città d ' Italia , a Milano , a Torino , a Genova dove arditamente domina e muta , a Napoli dove aumenta colla vigoria più della parola che dell ' ingegno , a Firenze dove par tiepida ancora del gran sole antico , quando tutto il popolo era cavaliere , e nasconde nella cortesia molle del linguaggio fiorito la scurità astuta dei propositi , non s ' immagina dalle altre parti della Penisola come sia stata e , in parte , rimanga ancora questa borghesia di Roma , che ha formato fino al 70 una gran clientela campante sopra i propri patroni , stanca e tuttavia grassa , corrotta inenarrabilmente nell ' intimità sua e tuttavia simulante e dissimulante perfettamente , con meravigliosa arte chiericale , ogni virtù ed ogni eccesso . Il Chelli ne ha dipinta una faccia , la frazione bottegaia , in questa Eredità Ferramonti , con precisione di particolari , con felicità d ' intuito e una serenità , una serenità superiore , inalterata , di espositore sano e tranquillo , che non lusinga il pubblico , non vuol trascinarlo e convincerlo , ma fargli toccare la verità . È il primo romanzo italiano dell ' ultima maniera , in cui l ' amore non sia tutto il fondamento , anzi in cui l ' amore non è se non un episodio senza importanza , che l ' autore non mette in gran luce , e davanti al quale lascia vedere una gran fretta di disimpacciarsene e tirar di lungo . E così doveva essere : perché a questa gente di bottega , abituata da ragazzi a raspare i soldi dagli angoli oscuri del magazzino e nelle saccocce rattoppate della nonna , cresciuta colla sola ambizione e il solo ideale del guadagno , a questa gente il gran dramma della vita è l ' acquisto d ' un capitale , il modo di lasciare il negozio o di poterne acquistare uno più vasto , più bello , più vasto e più bello di tutti gli altri . Ora il romanzo del Chelli si svolge interamente sopra questa base : ottenere in qualsiasi guisa i danari del padre Ferramonti , un vecchio dell ' Arte bianca divenuto quasi milionario da cascherino per aver avuti pochi scrupoli di commerciante e di marito , e che finisce , a settant ' anni , solo , maledetto e insidiato da tutti i suoi figli che egli aveva buttati nella via , poveri . L ' ambiente e l ' azione sono stati , pertanto , abilmente trovati dall ' autore . I personaggi che sono così logicamente posati sul vero , senza che l ' autore debba descriverli colle analisi lunghe ed odiose , colle parlate magniloquenti e tediose , sono lucidi , trasparenti , assolutamente organici ed umani . La moglie di Pippo Ferramonti , Irene figlia di negozianti in ferrarecce , è una figura di borghese , e segnatamente di borghese romana , che ha lo splendore resistente d ' un quadro del Murillo : è una perfezione di egoismo bottegaio nella candidezza sorridente d ' una beltà bionda . L ' autore , in due righe di ritratto , con una commozione pel soggetto che non ha più di poi , la chiama un fiore di modestia angelica , una bellezza di signorina . Ed è lei che riempie tutto il dramma , perché è la sola che abbia la potenza muscolare della sua avidità ; a poco a poco riunisce tutti i fratelli Ferramonti nella soggezione di lei , poi , a un tratto , presa di desiderio inaspettato , si butta nella braccia del cognato e consuma , in casa , l ' adulterio più abbietto . Ma ancora non si abbandona intera : fa delle restrizioni morali , comprime le eccitazioni della sua carne , misura con l ' avarizia feroce della sua razza anche le felicità concesse al suo amante : quando alla fine si dedica interamente al vecchio Ferramonti e lo possiede e crede di avere in mano i denaro tutti per sé , allora ha come un sussulto di trionfo , sente di aver compita come la propria liberazione e non ne vuoi più sapere d ' adulterio , d ' abbracciamenti , d ' amore , tutte cose sciocche per lei . Questa figura di donna così poco simpatica e sentimentale , ma così profondamente vera , è rappresentata dal Chelli con una parsimonia classica di colori , senza mai curarsi se sia idealmente bella o no , senza alcuna debolezza di ornamentazione , colla rapidità logica della narrazione , nella realtà misera dell ' ambiente . Ma questa secchezza , questo disprezzo dell ' accademia , questa tensione del Chelli , troppo spesso lasciano intravedere l ' angustia che tormenta lo scrittore : nella forma più assoluta gli manca il maneggio dello stile . Quando a quando una felice e calda intuizione d ' artista passa attraverso l ' aridità stecchita del racconto , ma non riesce a colorirsi nella frase , a distendersi nel periodo , rimane incompiuta , confusa , qualche volta anche del tutto mutata dall ' incapacità dello scrittore . Il quale , a metà del libro , ha sentito egli stesso la freddezza dell ' opera sua , tratta in una tinta smorta e monotona , ed ha voluto portarvi come uno spirito di vita nuova , rialzando il tono in cui parlano i personaggi : così ha semplicemente prodotta una dissonanza , l ' unica che sia nel volume e la più dispiacevole . Ma , fatta larga parte alla poca preparazione del Chelli in fatto di lingua , io credo che la colpa del poco sangue , della vita scarsa che si agita nella famiglia Ferramonti , non sia sua . Egli è che il romanzo sperimentale , così grave , così metodico , così esattamente emanante dalla commedia a tesi e dal dramma sociale , scompare , sfinito dopo pochi anni di vita , come quei bambini che consumano tutta la loro vigorìa nascente in una morbosa precocità intellettuale e muoiono anemici ed ebeti . Dal Jach siamo scesi all ' Evangeliste , dal Ventre de Paris siamo precipitati al Bonheur des dames , e il Nencioni lieto , poveretto , per la moralità ha cantato che si vendono meno copie della Nanà che l ' anno scorso . Benissimo : torniamo a leggere Balzac , Manzoni , Dumas , Dickens e perché no ? a quando a quando anche Paul de Kock .
MARINETTI, POETA EROE ( GOVONI CORRADO , 1935 )
StampaPeriodica ,
Da quanti anni lotta e si prodiga ? Io non lo so ; ma so semplicemente che il suo nome è ormai sinonimo di primato italiano di valori spirituali in tutto il mondo . E si inganna di grosso la livida carboneria nostrana di poeti maltusiani quando , in commovente coro di voci bianche , si affanna a voler far credere che il futurismo è poi morto e stramorto e sorpassato , dannandosi a gabellare per nuovissima poesia i suoi anfanamenti infantili ( come se si potesse passar sopra alle conquiste di sensibilità e di espressione , da Dante a Baudelaire ! ) ; quando non si rassegna a lavorare e a ruminare in malafede i sottoprodotti dell ' aborrito futurismo , come a dire contrabbandare cicoria , e magari surrogato della cicoria stessa e polvere di corozo torrefatta , invece della genuina aromatica droga del caffè , sperando di farla franca , tra l ' ignoranza e la disattenzione generale . Perché è fatale che i posteri designino e considerino l ' epoca contemporanea con l ' unica possibile denominazione : futurista ; e riconoscano in pieno il movimento fondatore della presente civiltà artistica mondiale . La livida carboneria dei poeti maltusiani sa troppo bene , anche se non lo confessa e non lo può confessare per non ammettere la propria irrimediabile mediocrità ed impotenza , che il giudizio dei posteri è consacrato ogni giorno dal favore crescente della grande letteratura straniera , tutta , quella che veramente conta , lirico realistica , e tutta dichiarata debitrice del generoso movimento futurista . Chi potrebbe assicurare che esisterebbero ugualmente il Lawrence di " Lady Chatterley , " il Doeblin di " Berlin - Alexanderplatz , " il Dos Passos del " 42° Parallelo , " e se si vuole anche l ' ultimissimo Faulkner di " Mentre io agonizzo , " senza l ' avvento ispiratore e fecondatore del futurismo ? Io l ' escludo senz ' altro . Come le orchidee fantasiose hanno bisogno di uno speciale clima torrido e umido per i loro impossibili colori e i loro ubbriacanti profumi ; i capolavori artistici non potranno mai nascere e maturare senza un ' appropriata atmosfera spirituale favorevole . Ora questa atmosfera di assoluta temeraria libertà artistica , questo incandescente clima di eroico coraggio , è stato solo il futurismo a darlo . E ne hanno largamente beneficiato tutti i più grandi poeti del mondo , dal Joyce di " Ulisses " al Pirandello dei " Sei personaggi in cerca d 'autore..."
NUOVI FILM IN ITALIA ( - , 1935 )
StampaPeriodica ,
Telesio Interlandi ha concesso al " Messaggero " l ' intervista che riproduciamo : Una collettività qualsiasi , sia essa quella di un continente o di un villaggio , una collettività dunque che deperisce e muore , lascia tracce di questa lugubre decadenza nei luoghi da lei abitati , come la malattia e la morte dell ' uomo si avvertono nella casa che egli abbandona . Non c ' è bisogno di una grande facoltà di percezione per avvertire questi orribili rintocchi della campana a morte di un paese . Noi immaginiamo che questo paese sia posto sulle rive del Mediterraneo , perché è proprio su quelle rive che la morte assume , in contrasto con l ' amorosa e calda natura , aspetti più terrificanti . È un paese vuotato dall ' emigrazione , dai miraggi delle lontane città più a Nord , popolato di vecchi , di vedove , di ragazze patite in attesa delle nozze . La morte , attraverso il cerimoniale e l ' ostentazione così caratteristici nel Mezzogiorno , è diventata una specie di familiare genio del luogo . D ' intorno è la campagna deserta , sassosa , percorsa di tanto in tanto da soffi caldi dell ' Africa vicina . Vicino al mare e nel bel mezzo di questa campagna , ecco un feudo , un castello , abitato da due generazioni : i vecchi baroni e i giovani , marito e moglie . La stess ' aria di solenne abbandono domina il maniero . Non ci sono bambini , né se ne vogliono fare . La giovane baronessa ha altro per la testa . Ma siccome le terre bisogna pur coltivarle e le braccia dei paesani sono poche o non valide , il giovane barone pensa a far venire la mano d ' opera dall ' Africa dirimpetto . Arrivano infatti una ventina di negri , maschi e femmine , e il loro arrivo è , nei modi così festosi e spiritati del negro , una specie d ' invasione . Là dove la vita pian piano si ritira , altra vita , per una legge naturale , che è come quella del livello dei liquidi , fluisce . La terra è la prima ad usufruirne . Il deserto d ' intorno si trasforma in giardini , in frutteti , in orti , e insieme alla terra i negri prolificano festeggiando nozze , nascite , ricorrenze naturali ; sono essi gli attori e i protagonisti di tutto . I signori sono fuori di questa nuova esistenza dei luoghi ; i giovani in una capitale d ’ Europa a svernare mondanamente , i vecchi dapprima meravigliati e poi quasi impauriti da una tribù che fruttifica in maniera così impressionante . È un ' avanzata calma , lenta , involontaria , e perciò ancora più irresistibile ; e un giorno in cui per festeggiare delle nozze , i negri chiedono qualche poltrona o qualche candelabro dorato che hanno colpito la loro immaginazione , e se li vedono rifiutare , essi se ne meravigliano come di cosa contro natura . A che servono nel castello disabitato ? E più per convincere i servi dell ' ingiustizia di un tale rifiuto , che per intimorirli , i negri eccitandosi sempre più , con quella parlantina così fitta , che è la loro maniera di essere eloquenti , invadono la casa dei signori , vi si installano , col piacere dei bambini che possono fare finalmente quello che vogliono , si mettono a cantare , a ballare ; è una specie di sommossa - fantasia , consacrazione panica , se così si può dire , del loro diritto a festeggiare la vita che essi hanno portato in quei posti . Sono i padroni e se i padroni bianchi non hanno la forza di contestare questo diritto , tanto peggio per loro . Ma i padroni bianchi reagiscono : i negri , subito intimoriti dalle uniformi , smaltiscono la sbornia ; e il giovane barone tornato in fretta e furia con la moglie li rimbarca per i loro paesi . Ma questa è una soluzione di forza , che non basta . Chi lavorerà la terra , e soprattutto chi può dare una ragione alla vita se non la stessa vita ? È il vecchio barone che addita la via giusta e si capisce , anche la giovane baronessa finalmente lo capisce , che non vi è altro mezzo . Telesio Interlandi nell ' immaginare questa storia così ricca di elementi fantastici e di allusioni palpitanti ( noi qui l ' abbiamo riassunta e quindi immiserita ) l ' ha accomunata a un paesaggio e alla psicologia stessa di popolazioni , che gli sono familiari . È questo il punto forse più interessante del film che ne verrà fuori e che sarà cominciato a girare al più presto ... Il titolo non definitivo del film è " Al Tramonto . " Il titolo del soggetto di Telesio Interlandi non è , come afferma il collega De Feo , definitivo , ma vuole per il momento essere nient ' altro che un ' indicazione ... " Al Tramonto " è stato acquistato dalla Cavallini Film che provvederà alla realizzazione in tempo perché il film possa essere presentato alla prossima esposizione di Venezia . La sceneggiatura è stata intanto affidata ad Umberto Barbaro ed Antonio Petrucci i quali d ' intesa con Interlandi contano di condurre a termine il loro lavoro entro il mese .
DA DALMINE AL CAMPIDOGLIO ( BARDI P.M. , 1936 )
StampaPeriodica ,
Il disegno di Mussolini che si può intitolare con le parole di chiusa del discorso del Campidoglio ( " aprici le porte dell ' avvenire " ) è un disegno antico , che molti tentarono senza la felicità della fortuna , travolti dalla timidezza o dall ' errore d ' incomprensione del popolo governato . Mussolini fin da principio non fu un timido , ed ebbe la ventura di capire il popolo , di immedesimarsi nel suo spirito , di cercarne le virtù di forza e il bisogno di prepotenza , e di farle fiorire per via di reazioni , a gradi , con le cure puntuali e severe , fino a suscitare nel popolo la passione d ' una guerra da combattersi all ' Equatore . Domenica a questo popolo ormai suo , il Capo ha annunciato che egli ed esso devono tenersi pronti per l ' eventualità di un ' altra guerra : forse , nessuna Nazione al mondo apprenderebbe una comunicazione simile con un ' eguale fermezza . Il senso dell ' unità e insieme la fiducia che proviene dalla concordia , dànno all ' Italia una posizione che accresce lo stupore nel mondo per la singolarità delle imprese . Imprese nuove che coinvolgono i rapporti esteriori e la vita interna , dando agli uni e agli altri una relazione di euritmia nell ' azione : il buon governo che provvede ordinatamente la difesa ai confini , e al tempo medesimo la riforma interna necessaria alla difesa , nel giro metodico di una tattica ispirata all ' esigenza del quadro prestabilito . Ecco il piano regolatore dell ' economia , che arriva dopo quindici anni di preparazione e di organamento d ' ogni minuscolo o grandissimo interesse , dopo giri di vite , atti di longanimità , interpretazione umana della vita . Mussolini governa da realista , senza sentimentalità , con la durezza occorrente a cancellare ogni traccia di timidezza : ma governa nello splendido stato di grazia d ' una umanissima umanità . Per chi , come noi , nella lontana vigilia del 23 marzo 1919 udí la premessa del discorso di domenica ( eravamo in pochi , nello Stabilimento di Dalmine , sotto la ciminiera che serviva da pennone a una bandiera tricolore ) , la parola ultima riconferma la certezza di allora , e giunge come rimprovero all ' errore di avere penato talvolta che avremmo potuto arrivare prima agli odierni sviluppi della Rivoluzione . Da qualche anno i versetti sono " verso il popolo , " e " più alta giustizia sociale " : l ' Italia di Mussolini è nella fase della sua emergente riforma , impegnata nella più bella competizione della sua storia : è la nascita del capolavoro : scuotere un popolo per sbalzarlo nella sua più avventurosa giornata .
OCCHIO DI VETRO ( - , 1935 )
StampaPeriodica ,
Le guerre si fanno , non si discutono . Noi siamo in guerra , siamo di fronte al fatto più serio che accada nella vita di un paese , al fatto più glorioso , e non ce ne rammarichiamo . Ma appunto perché la guerra va oltre la volontà di ciascuno , noi vogliamo esprimere le nostre preoccupazioni e le nostre illusioni . La guerra ha una sua tecnica , perciò ha un suo linguaggio , un suo ordine e perciò una sua morale : è epica senza l ' aiuto dei potenti e il concorso degli artisti . La guerra basta a sé , non chiede che il valore delle armi . I soldati combattono , gli ufficiali comandano , gli operai lavorano ; la guerra vive della guerra . Ogni rettorica deve essere spenta : non si può combattere coi carri armati e servirsi nello stesso tempo delle auliche parole dei poeti del 1900; bisogna lasciare agli italiani del 1935 il diritto di combattere una guerra coloniale senza loriche e senza belle prede . La nuova guerra d ' Africa deve essere una guerra senza aggettivi , senza bardi , senza coloristi . Una guerra che non bisogna lasciar invecchiare prima del tempo dalle parole stanche che da cinquant ' anni ripetiamo . La gioventù , non chiede altro ...
IMPONDERABILI ( MONTANO LORENZO , 1926 )
StampaPeriodica ,
" A guardia degl ' ingressi stava una squadra di giovani camicie nere , le quali portavano i loro fucili con un ' aria sognante , simili a guerrieri del Perugino " . Questa similitudine che si trova nel resoconto d ' una cerimonia fascista in uno dei più gravi giornali della Gran Bretagna , a quale cronista italiano sarebbe mai venuta sulla penna ? In un giornalista britannico codeste tenerezze da esteta voglion dire ch ' è toccato fino ai precordi ; e possono darci una buona misura di quanto quella nazione sia affascinata dall ' Italia presente ... Adesso sta ritrovando l ' Italia adorata di una volta ; e quel che succede tra gl ' inglesi nei riguardi di Mussolini non era più accaduto dai tempi di Garibaldi . Si può parlare , senza esagerazione , d ' italomania . Questo fatto mi conduce naturalmente a un lato del fascismo che deve render pensosi quei liberali , e ce n ' è più d ' uno , che amano speculare con qualche sottilità sulle azioni e reazioni più delicate degli eventi politici . Era notata universalmente durante la guerra la mancanza di quell ' aura , di quel bagliore romantico che sono inseparabili dal concetto stesso del Risorgimento . Si diceva che il clima dell ' Italia attuale non li comportava più , allorché la marcia su Ronchi li riaccese di colpo ; e ognuno poté verificare che forza esplodente potesse ancora diventare , all ' occorrenza , il sentimento nella politica del nostro paese . Come quegli spiriti siano passati poi nel fascismo , abbiano condotto alla marcia su Roma , quale inesplicabile e profonda giustificazione derivi da essi a un regime che a volte sembra pur battere vie tanto lontane da quelle del Risorgimento , son questioni che varrebbe il conto d ' esaminare un poco più a fondo di quel che sia stato fatto finora . Che sentimento credete voi che facesse andar gloriosi quei giovanotti , sotto agli occhi ammirati di fidanzate e di spose , delle loro camicie nere ? ... Qui , fuori dalla logica , se Dio vuole , e da ogni fredda ragion politica , sta uno dei punti capitali per chi voglia capir qualcosa degli avvenimenti di questi ultimi anni . Il non averlo inteso fu una delle più certe ragioni della rovina dei nostri socialisti e comunisti , pedantescamente fissati nell ' idea d ' una rivoluzione da professori , da contabili , da speziali : come a dire un cataclisma a colpo sicuro . Per converso , se il fascismo fu effetto di molte cause positive , la veemenza e la vastità della sua fortuna van ricondotte proprio a quegli elementi irrazionali , a quel fuoco romantico , a quel colore ...
StampaPeriodica ,
I russi si sono impadroniti di un nuovo mezzo per penetrare nel gusto europeo . Dopo i grandi fasti del romanzo e del balletto , ora tocca il turno al cinematografo . Al pubblico italiano non accade di vedere films russi : credo questo dipenda più che da ragioni politiche , da ragioni commerciali , avendo l ' Urss vietato l ' importazione di films italiani . Difatti molti films russi non hanno uno spiccato contenuto politico , tutt ' al più di satira alla morale e al gusto borghese . Ma questa rottura di rapporti di scambio è utile e necessaria soprattutto per la nostra indipendenza estetica e spirituale . Tuttavia i migliori films russi si danno privatamente a Roma e adesso anche a Venezia ogni due anni , cosicché i registi italiani hanno tutto il modo di vederli e di saccheggiarli a piene mani per trasfondere all ' insaputa del grosso pubblico tantissime trovate dei registi russi . Citerò un esempio di saccheggio : nel film italiano L ' armata azzurra ad un certo momento il rombo dell ' aeroplano sull ' alto dei monti si dilata e si trasforma nella musica di " Giovinezza , " questo fu preso con le radici dal film russo Il cammino della vita , dove lo sbuffare della macchina sulla ferrovia inaugurata dai Ragazzi della strada si tramuta nel loro inno . Prima ancora di parlare di tutto questo avrei dovuto fare una premessa di ordine politico : l ' Urss è virtualmente sul confine orientale d ’ Italia ; basta pensare Trieste e noi incontreremo la stessa gente che vive sulle sponde del Volga , dell ' Ob , dell ' Jenissei . Già in Jugoslavia si sta attuando una riforma agraria a base essenzialmente comunista . Il giorno che questi slavi del sud arriveranno a più profonde e definitive realizzazioni comuniste , ecco che l ' Unione delle Repubbliche Socialiste e Sovietiche incamererà anche queste terre intiepidite dall ' Adriatico , accampandosi di fatto sul nostro confine orientale . Il popolo russo ha cercato ancora di annebbiare le menti europee col profumo dell ' arte , per poi avanzare sul terreno del pensiero e su quello sociale e politico . La Russia seppe un tempo diventare di moda in Europa col balletto e col romanzo , poi le carte vennero cambiate in tavola e ci siamo trovati in casa innumerevoli ragazzacci anarchici e inconcludenti pronti a tappezzare tragicamente di rosso le nostre tranquille e beate città . Quella del popolo russo fu indubbiamente una rivincita : troppo esso aveva subito dal sei al settecento l ' invasione spirituale italiana , francese e tedesca : ne fanno fede i disperati appelli di Dostojewski alla pura coscienza russa . A questi appelli noi dobbiamo contrapporre i nostri alla pura coscienza italiana . Ammireremo i grandi capolavori russi , ai quali ci avvicineremo per nostra iniziativa , ma diffideremo quando questi ci verranno presentati per iniziativa del popolo russo : egli ha già tentato di cambiare le carte in tavola . Oggi col cinematografo il popolo russo medita di poter riprendere il contatto spirituale con l ' Europa . Me ne sono accorto da alcuni accenni durante la rappresentazione dei films russi a Venezia . Alla prima rappresentazione un certo giovane russo , che spiegava i temi dei lavori prima dell ' inizio , era timidissimo e arrendevole . Illustrando Ivan , il film di Dowgenco , disse : " Ivan è un semplice contadino che , andato a lavorare nella nuova città industriale di Nievosproi , a poco a poco la sua mente si entusiasma alle macchine e da operaio diviene un bravo ingegnere . " Disse questo e sorrise , come di fronte a noi egli sentisse tutto il ridicolo della favola inventata per pura propaganda della nuova epoca russa . Ma il giorno seguente , visto che la produzione del suo paese era stata forsennatamente applaudita dai soliti Italiani che se ne infischiano di esserlo , apparve più coraggioso , esibendo una cravatta rossa di quello stesso tono delle bandiere che sventolano sul Kremlino . E alla sera al Grand Hòtel Excelsior , non facendo più la bocca storta al contatto con la folla borghese ( come gli operai di Mosca quando si imbattevano con l ' automobile di un mio amico che portava sua moglie e me vestiti borghesemente , anzi vestiti ambiguamente e caffonescamente di nero ) , i registi russi seppero sfruttare i battimani di cortesia per imporsi ai piedi dello schermo come celesti apparizioni illuminate dal riflettore . Fu questo il caso del regista russo Schafran , autore noiosissimo del film documentario sul dramma del Celiuskin . Film che ha rivelato come questo popolo , che non ha più religione , cerchi di misticizzare ogni avventura coraggiosa : qui il regista , ad una maniera religiosa del tutto bizantina , insiste e ripete innumerevoli motivi come se il Celiuskin fosse assolutamente qualcosa di soprannaturale , degno di essere invocato con le più minute litanie : per esempio la prua della nave che rompe i ghiacci è un motivo non dico dominante ma petulante . E il film ha finito coll ' annoiare anche i soliti Italiani che se ne infischiano di esserlo . Conosco sufficientemente la nuova letteratura bolscevica e ne ho dato dei saggi sulle riviste Il Convegno e L ' Italiano , conosco anche la nuova Russia per averla attraversata dalla Siberia , e nella prefazione al numero speciale dell ' Italiano segnalavo come la tendenza narrativa dei nuovi scrittori sia di un ottimo naturalismo guastato da un ossessionante retoricismo ; per giunta il naturalismo a volte viene così acutizzato da diventare documentazione . Lo stesso avviene per il cinema . E la stessa impressione che si ha visitando la nuova Russia , si prova assistendo ad uno spettacolo di films russi . Arrivando a Mosca subito si prova un vivo entusiasmo e sorpresa per il nuovissimo stato di cose , ma poi a poco a poco si scopre il lato , che bisogna chiamare retorico , della vita e tutto diviene nauseante . Tutta la vita bolscevica si svolge secondo programmi che rendono di maniera anche i più genuini entusiasmi ...
LA GERMANIA OGGI ( - , 1935 )
StampaPeriodica ,
La Germania d ' oggi va sempre più prendendo forza a causa della generale debolezza dell ' Europa ; e accadrà , un giorno , di rivederla come già la vedemmo nel '14 . L ' Europa , dal canto suo , si ostina a reputare Hitler un uomo men che mediocre , non crede utile prenderlo sul serio e attende con ansia i disastri ch ’ egli recherà , senza dubbio , alla Germania , ma il maggiore errore che si possa commettere è proprio quello di credere che alla Germania , per reggersi , occorra un uomo di senno , un politico raffinato ; i tedeschi agiscono solo se sorretti da un mito ; non cercano né il bello , né il buono , né il giusto , ma il sublime , l ' eroico . Quel che più giova loro è la grande facoltà di tradurre la mistica in tecnica ; ora Hitler ha dato ai tedeschi una mistica . Alla Germania non occorrono uomini di estrema saggezza politica , ma piuttosto grandi stregoni . Stregone fu Guglielmo Il , stregone fu Hindenburg e stregone è Hitler . Il Fiihrer è nella giusta tradizione tedesca ; aggiorna ai tempi lo spirito imperiale degli Hohenzollern ; troverà anche un Wagner . Hitler non è un grande uomo di stato , è solo l ' esponente metafisico della Germania metafisica . Forse , egli non dichiarerà la guerra a nessuno , finirà con l ' accordarsi con tutti i suoi vecchi nemici , ma tutto ciò sarà fatto nella maniera che più piace ai tedeschi , cioè la maniera eroica e sublime . Se l ' eroismo è cantato solo alla radio non importa ; ciò è più che sufficiente , perché ciò è voluto da tutti i tedeschi ...
NOTIZIARIO. LETTERATURE STRANIERE. ( MONTALE EUGENIO , 1925 )
StampaPeriodica ,
In questo quarto volume della collezione « Cultura contemporanea » , diretta dal Lazzeri , col titolo La Sfinge senza Edipo di Miguel de Unamuno ( Corbaccio , Milano , pp . 230 ) , Piero Pillepich dà fuori , da lui raccolti e tradotti , alcuni dei più notevoli saggi dell ' Unamuno , ai quali ha fatto precedere una chiara prefazione di Adriano Tilgher . Lo scrittore basco è assai noto da noi , per il Commento al Don Chisciotte e per il Sentimento tragico della vita , che restano le sue opere fondamentali . Minor fortuna ebbero nel nostro Paese le traduzioni di qualche sua prosa di romanzo e di teatro . Non fu cattiva idea questa , di radunare insieme alcune delle pagine più vive dei volumi : Ensayos , Mi religiòn , Soliloquios y conversaciones . Il libro è vivo e non risulta troppo frammentario : c ' è dappertutto il pathos caratteristico dell ' ex - professore di Salamanca , il suo amore per le cause perdute , la sua invocazione al Dio pascaliano accessibile al cuore e non alla ragione . « La mia religione » afferma egli « è cercarla verità nella vita e la vita nella verità , anche sapendo che non debba incontrarle mai finché viva . La mia religione è lottare instancabilmente contro il mistero ; la mia religione è lottare con Dio dall ' alba alla notte . Non mi persuade affatto la scappatoia dell ' inconoscibile né quell ' altra del " di qui non si passa " . Respingo l ' eterno " ignorabimus " . E in ogni caso voglio inerpicarmi su per le balze dell ' inaccessibile » ( p . 39 ) . È in sostanza la continuazione della sua vecchia polemica contro la raison raisonnante , contro quel « due più due , quattro » , che un originale filosofo russo , Leon Chestov , ha dichiarato altrettanto vero quanto « mostruoso » . In Chestov c ' è probabilmente altra sofferenza e profondità di scavo che non nell ' Unamuno , in cui ci par di ravvisare più d ' una volta l ' amore del bel gesto . Ma una grande coerenza in questo continuo affacciarsi all ' irrazionale , e un vero afflato di scrittore e di polemista , non vorremmo di certo negare al filosofo del chisciottismo . Solitudine , Ibsen e Kierkegaard sono i titoli di due saggi dei più riusciti di questo volume : saranno lette con vivo interesse le pagine che I ' U . dedica all ' influsso del pensiero di Soeren Kierkegaard su quello del drammaturgo norvegese . Lo scritto intitolato Patria e militarismo gioverà a far luce sull ' atteggiamento di questo scrittore , non certo antimilitarista , ma nettamente contrario ad una casta militare concepita come un Sant ' Uffizio e un ' Inquisizione , e ad ogni forma di « patriottismo coatto » . Passione è il capitolo che conclude il volume : passione per la vecchia Spagna del passato , alogica e mistica ; malinconia per la Spagna del presente . Tristezza che non è , tuttavia , senza speranza : « Ho la profonda convinzione che la vera " europeizzazione " della Spagna , vale a dire la digestione di quella parte dello spirito europeo che può divenir spirito nostro , non avverrà finché noi non si cerchi d ' imporci nell ' ordine spirituale dell ' Europa , finché non ci si sforzi di far inghiottire all ' Europa quello ch ' è nostro , ch ' è particolarmente , genuinamente spagnolo » ( p . 226 ) . Unamuno predica qui il metodo della « passione » , dell ' arbitrario , la logica del cuore , ch ' egli chiama « cardiaca » .