StampaQuotidiana ,
Si
è
inaugurato
in
questo
giorno
al
Pincio
un
busto
marmoreo
del
De
Sanctis
;
e
si
sono
recitati
discorsi
,
tra
i
quali
quello
del
Torraca
,
affettuoso
e
memore
scolaro
di
tanto
maestro
.
Alla
gente
che
ora
impera
,
ai
giovani
che
le
stanno
attorno
,
il
De
Sanctis
,
ora
,
purtroppo
,
non
dice
nulla
.
Lo
conoscono
appena
di
nome
,
ignorano
i
suoi
scritti
e
le
sue
opere
;
e
,
se
queste
si
mettessero
loro
dinanzi
,
non
ne
vorrebbero
sapere
.
Ce
ne
vorrà
perché
l
'
Italia
riaccolga
nel
suo
cuore
uomini
come
Francesco
de
Sanctis
e
Giosue
Carducci
,
e
tragga
dal
loro
esempio
vigore
pei
suoi
sentimenti
e
per
la
sua
vita
civile
e
politica
.
Ai
pochi
che
non
hanno
bisogno
di
ricollocarli
nelle
loro
anime
perché
vi
sono
stati
sempre
,
e
ora
più
vivi
e
più
cari
che
non
nel
passato
,
consiglierei
di
commemorare
in
questo
giorno
il
De
Sanctis
,
rileggendo
non
particolarmente
le
sue
pagine
di
critica
e
storia
letteraria
(
quantunque
,
a
dir
vero
,
egli
non
fu
mai
un
mero
letterato
e
critico
)
,
ma
i
suoi
scritti
politici
e
i
suoi
discorsi
,
dei
quali
io
detti
anni
addietro
una
larga
scelta
,
e
soprattutto
la
serie
degli
articoli
politici
che
pubblicò
nel
Diritto
tra
il
1877
e
il
1878
,
e
che
si
trovano
raccolti
in
volume
dal
Ferrarelli
.
Appartengono
questi
a
un
momento
critico
della
vita
italiana
,
quando
,
ottenuta
l
'
unità
,
ricongiunta
Roma
all
'
Italia
,
venuti
meno
,
perché
attuati
,
gli
ideali
chiari
e
semplici
del
Risorgimento
,
l
'
Italia
parve
smarrita
,
incapace
di
attendere
al
lavoro
ordinato
della
vita
di
pace
e
di
civile
educazione
e
di
progresso
.
L
'
avvento
della
Sinistra
al
potere
,
che
da
molti
era
stato
voluto
e
sentito
come
una
scossa
benefica
alla
giovane
nazione
,
che
,
cercando
nuove
vie
,
prendeva
a
guida
uomini
nuovi
;
quest
'
avvento
,
al
quale
il
De
Sanctis
aveva
assai
cooperato
,
si
convertì
presto
in
una
delusione
.
La
confusione
degli
spiriti
,
lo
scetticismo
,
la
fiacchezza
,
il
materialismo
,
il
fatalismo
parvero
accrescersi
.
Perché
?
Fu
allora
che
il
De
Sanctis
,
prima
che
uomo
di
partito
,
cittadino
devoto
e
uomo
di
alto
sentire
,
si
accinse
a
un
esame
di
coscienza
,
della
coscienza
nazionale
,
di
cui
ogni
uomo
degno
soffre
i
travagli
in
sé
stesso
come
della
sua
propria
coscienza
.
Ma
il
valore
di
quegli
scritti
non
è
contingente
,
perché
i
problemi
che
ora
si
dibattono
sono
quelli
che
risorgono
a
ogni
momento
,
e
più
gravi
nei
momenti
gravi
,
e
perché
la
conclusione
a
cui
conducono
,
è
quella
,
perpetua
,
che
addita
la
salute
nella
fede
,
e
perciò
nella
cultura
,
sola
genitrice
di
fede
schietta
nei
tempi
moderni
.
E
molte
cose
egli
diceva
allora
che
possono
ripetersi
ora
,
e
talune
prendono
aspetto
di
sicure
previsioni
,
che
il
corso
dei
fatti
ha
confermate
.
Donde
quella
depressa
condizione
dello
spirito
pubblico
?
«
Ci
entra
la
vecchia
Italia
,
l
'
Italia
della
decadenza
,
che
tutti
ancora
portiamo
nelle
ossa
;
e
ci
entra
la
rivoluzione
col
suo
sali
e
scendi
,
coi
suoi
sfrenati
appetiti
e
i
sùbiti
guadagni
;
e
ci
entra
l
'
accidia
,
e
il
disgusto
dei
buoni
con
quel
loro
quieto
vivere
e
lasciar
fare
;
e
ci
entra
pure
una
cultura
superficiale
e
viziata
,
che
ti
dà
della
scienza
conclusioni
tanto
più
micidiali
,
quanto
sono
meno
studiate
e
meno
comprese
le
premesse
.
«
Ci
vuol
poco
a
esser
profeta
.
L
'
Italia
,
se
non
ci
si
bada
,
cammina
a
gran
passi
verso
il
regno
dei
violenti
e
degli
ignoranti
,
con
tutte
quelle
conseguenze
che
insegna
la
storia
,
voglio
dire
con
quella
reazione
della
gente
onesta
,
tanto
poltrona
e
dormigliona
nella
sicurezza
,
quanto
feroce
e
reazionaria
nel
pericolo
.
Così
saremo
dei
buoni
latini
e
vivremo
nelle
convulsioni
periodiche
»
(
nel
giornale
il
Diritto
,
8
agosto
1877
)
.
Non
perdeva
mai
d
'
occhio
questo
pericolo
o
possibilità
della
reazione
.
Al
Bonghi
,
che
,
nello
sdegno
suscitato
in
Italia
per
l
'
attentato
del
Passannante
,
aveva
parlato
della
parte
che
nella
preparazione
d
'
atti
come
quelli
apportavano
certe
dottrine
insegnate
nelle
scuole
,
il
De
Sanctis
,
ministro
dell
'
istruzione
,
rispondeva
:
«
Signori
deputati
,
la
libertà
della
scienza
,
la
libertà
dell
'
insegnamento
,
la
libertà
del
pensiero
,
credetelo
a
me
,
non
hanno
niente
a
vedere
in
questa
discussione
.
Io
negherei
l
'
Italia
se
dovessi
temere
che
venisse
un
giorno
così
infausto
da
poter
mettere
in
pericolo
conquiste
,
le
quali
rimontano
a
molti
secoli
,
e
che
hanno
i
nostri
più
grandi
scrittori
a
fautori
:
la
libertà
del
pensiero
.
«
Io
non
posso
credere
che
l
'
on
.
Bonghi
voglia
portare
troppo
innanzi
quello
che
ha
detto
ora
.
Io
non
credo
alla
reazione
;
ma
,
badiamo
,
le
reazioni
non
si
presentano
con
la
loro
faccia
;
e
,
quando
la
prima
volta
la
reazione
ci
viene
a
far
visita
,
non
dice
:
Io
sono
la
Reazione
.
«
Consultate
un
po
'
le
storie
;
tutte
le
reazioni
sono
venute
con
questo
linguaggio
:
che
è
necessaria
la
vera
libertà
,
che
bisogna
ricostituire
l
'
ordine
morale
,
che
bisogna
difendere
la
monarchia
dalle
minoranze
.
Sono
questi
i
luoghi
comuni
(
ormai
la
storia
la
sappiamo
tutti
)
,
sono
questi
i
luoghi
comuni
,
coi
quali
si
affaccia
la
reazione
»
(
Atti
parlamentari
,
Camera
dei
Deputati
,
10
dicembre
1878
)
.
Scriveva
sullo
stesso
argomento
;
«
L
'
Italia
è
nazione
parlamentare
nelle
istituzioni
,
ma
non
ancora
nel
carattere
,
nelle
abitudini
,
nell
'
educazione
.
Il
bello
edificio
è
sovrapposto
a
una
base
guasta
da
secoli
.
Perciò
le
nostre
istituzioni
,
ancora
così
giovani
,
danno
i
frutti
della
decadenza
.
La
politica
è
trattata
come
un
mestiere
da
cui
si
lucrano
onori
e
guadagni
,
e
i
buoni
si
disgustano
e
i
ribaldi
si
fanno
innanzi
.
E
,
quello
che
è
peggio
,
questi
fatti
si
trovano
naturali
e
sono
stimati
effetti
delle
stesse
istituzioni
parlamentari
e
si
ride
di
quelli
che
ne
pigliano
scandalo
.
Quelle
istituzioni
che
noi
credevamo
panacea
miracolosa
a
tutte
le
corruzioni
dei
governi
dispotici
,
ora
siamo
a
questo
ch
'
elle
sono
tenute
causa
promotrice
di
tutte
le
corruzioni
.
E
quando
un
grosso
scandalo
succede
,
sento
dire
:
Che
volete
?
è
la
conseguenza
naturale
delle
istituzioni
parlamentari
.
Al
contrario
,
io
ho
la
ferma
convinzione
che
queste
istituzioni
,
se
non
possono
fare
i
miracoli
che
noi
ce
ne
attendevamo
,
sono
altamente
moralizzatrici
,
quando
siano
praticate
con
sincerità
e
nel
loro
spirito
.
Le
lotte
parlamentari
creano
i
caratteri
,
infondono
coraggio
e
iniziativa
,
producono
un
grande
sviluppo
di
forze
,
e
la
forza
è
la
base
della
moralità
:
di
bontà
negative
e
passive
non
so
che
farmene
.
Se
il
paese
è
fiacco
,
abbiamo
il
monopolio
politico
dei
più
sfrontati
e
dei
meno
capaci
;
la
forza
ristretta
in
pochi
è
disordine
sociale
e
corruzione
.
Ma
il
nostro
paese
non
è
fiacco
,
è
troppo
paziente
,
troppo
longanime
.
Viene
il
giorno
della
collera
,
quando
non
se
ne
può
più
,
e
la
misura
è
colma
e
io
temo
quei
rimedi
tardivi
e
violenti
che
si
chiamano
reazione
,
e
per
fin
di
bene
fanno
molto
male
.
Voglio
la
resistenza
giorno
per
giorno
,
ciò
che
è
difficile
,
ma
che
è
pur
necessario
...
»
(
nel
Diritto
,
9-10
settembre
1877
)
.
Queste
e
altre
cose
sono
da
rileggere
e
meditare
negli
scritti
politici
del
De
Sanctis
,
ancorché
la
rilettura
sia
per
darci
un
senso
di
mortificazione
e
di
rimorso
,
dimostrandoci
che
fummo
poco
cauti
e
non
bene
ascoltammo
le
voci
ammonitrici
di
uomini
nei
quali
era
viva
la
coscienza
dei
pericoli
intrinseci
alla
società
italiana
,
da
essi
portata
a
vita
di
libertà
.
Ma
le
generazioni
,
come
gl
'
individui
,
imparano
di
solito
a
proprie
spese
;
e
solo
lentamente
,
e
dopo
molti
strappi
dolorosi
e
restituzioni
faticose
,
si
forma
in
un
popolo
la
tradizione
storica
,
atta
a
sorreggerlo
.