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TASTIERA 7 ( BALDINI ANTONIO , 1942 )
StampaQuotidiana ,
Se , vinta questa guerra , la vita ci accorderà tanto margine di tempo da poterci riassuefare all ' idea e alla pratica della pace , quale effetto ci faranno i vent ' anni intercorsi fra le due « mondiali » ? A quella guisa che le cime di due aspre montagne viste di lontano qualche volta sembrano far parte d ' uno stesso crinale e poi qualcuno ci spiega come qualmente in mezzo vi si adagi una comoda valle , allegra di campanili e di agevoli strade , già d ' ora mi pare di capire che lo spazio frapposto all ' uno e all ' altro conflitto ( « conflagrazione » ! si diceva l ' altra volta ) ci sembrerà incredibilmente accorciato . Ebbi di ciò il senso nettissimo la prima notte di questa guerra agli urli della sirena che mi svegliarono nel bel mezzo del sonno . La mia mano corse a incontrare quella della sposa e rimanemmo qualche minuto immoti , senza scambiare parola , in ascolto delle artiglierie antiaeree e del ritmo leggermente affannato del nostro respiro . Fulmineo e concorde il pensiero ci era corso al primo allarme inteso insieme a Padova io già vecchio soldato e lei nuovissima a quella scena . nel diciotto , sposini da una settimana . Allora eravamo balzati dal letto e , vestiti alla meglio , eravamo scesi in cantina . Questa volta , più vecchi di vent ' anni , siamo rimasti immobili , con la mano nella mano , e nello stesso momento rivenne a entrambi sulle labbra la frase della nostra padrona di casa padovana in quei frangenti : I xe qua . Ringiovaniti di colpo ! Se non che , dopo un momento , ci entrarono in camera con due candele i figli già grandi ( il maschio , di leva ) , leggermente esaltati per la grande novità della cosa . La novità della cosa ... L ' ammiraglio « Canossa » ( il nome , naturalmente , è di mio cònio ) commentando alla Radio i « fatti del giorno » ha la debolezza di volerci far sapere che tutti gli strepitosi avvenimenti che da qualche anno a questa parte vanno succedendo nel mondo egli li aveva già previsti , scritti e stampati dieci , quindici , vent ' anni prima . E ogni tanto èccotelo che riapre nel discorso due virgolette e comincia a sillabare con particolare espressione questo o quel passaggio di certi suoi vecchi libri , riviste e giornali . Se ci fosse la televisione , sono sicuro che a quei passi ci guarderebbe da sopra gli occhiali come Azzeccagarbugli guarda Renzo mentre gli va leggendo la grida del 15 ottobre dell ' anno prima e ci strizzerebbe l ' occhio . In breve , il nostro ammiraglio tratta la Storia come una scolaretta famosa per la sua distrazione , e la richiama , e l ' ammonisce : Impara mo ' , ci sei venuta , carina , a Canossa , hai dovuto convincerti , cocciutella , che avevo ragione io ? Curiose fisime , malinconiche soddisfazioni : credere che tutta quest ' iradiddio sia capitata a bella posta per dare ragione a lui , all ' ammiraglio « Canossa » ! Tutte le volte che lo sento avvicinarsi a quei punti previsti a me pare di vedergli sorgere lenta alle spalle , come nel fondo verdecupo d ' un ritratto « metafisico » di De Chirico , una grandiosa testona di marmo : è Cronos , che dondola i riccioloni di marmo e sotto i suoi baffoni se la ride delle uscite del cronista . Infrarossi dovevano essere i raggi della immaginazione d ' Omero , per rompere , come fanno , lo spessore dell ' aria svelando la faccia abbagliante degl ' iddei dietro le terga degli eroi duramente impegnati nell ' azione . Sdegnato contro Agamènnone , Achille ha già tirato fuori più che mezza dal fodero la grande spada e Pallade Atena gli sorge alle spalle trattenendolo pei rossi capelli : l ' eroe si volge esterrefatto e allo splendore tremendo di quelle pupille riconosce la dea , fatta a lui solo visibile . Ieri sera , alla Radio , c ' era un tale dei « trenta minuti nel mondo » che diceva le Fonti del Clitunno in un modo così stonato e sguaiato che a un certo momento ho creduto di vedergli spuntare dietro le spalle l ' ombra corrucciata di Giosue con un tortóre in mano ; ma quegli seguitò a urlare i 4 lascia e i 5 corri delle due strofe centrali dell ' ode famosa senza un sospetto al mondo del tortóre imminente . Più tardi . quattro interpreti dei « dieci minuti Mondadori » entrarono a recitare dei brani delle Vergini delle rocce . Claudio Cantelmo tornava in biroccino al castello avito col solito cloc cloc cloc della cavallina a sonagli ( ma nel romanzo si trattava , se ben ricordo , d ' una borbonica carrozza a due cavalli ) , e , mentre l ' orchestra accennava un tema della Quinta sinfonia ; ( ma che trovate ! ) , si cominciavano a sentire in lontananza cantilenare le voci delle tre « sorelle prigioniere » in un modo così svenevole che questa volta , su quel « fondo verdecupo » , ho visto la fronte marmorea di Gabriele lui che non seppe mai vergogna diventare rossa come un peperone ... Il tono di voce di ... ( non starò a far nomi , ma dev ' esser pisano ) mi pare , di tutti , il più appropriato ai « commenti » che dicevamo : né da cattedra né da pulpito , né troppo drammatico né troppo chiacchieratico , con quel tanto d ' affabile sostenutezza che basti a cattivare e fermare l ' attenzione dei radioascoltatori . Altri , a dire il vero , strafà , si agita troppo , sembra che parli sempre da una barricata o dal ponte d ' una caravella conquassata dalla tempesta ; altri pare che detti il compito a una scuola serale scarsamente illuminata e poco frequentata , con lo scaldino fra i piedi e il gatto sulle ginocchia ; altri ha sempre quell ' ùzzolo di fare un contradittorio d ' alto stile coi grandi reggitori di popolo ; altri infine ci tratta , tutti quanti siamo , come tanti Pierini in calzoni corti sprovveduti di ogni memoria del passato e d ' ogni comprensione del presente . Con l ' aiuto della Radio è da pensare che nascerà ( ma già sta nascendo ) una nuova forma d ' oratoria , più normativa che esornativa , più persuasiva che provocante ; un ' oratoria , che non sarà né da chiesa , né da politeama , né da piazza ; che non potrà più contare sulle teatrali risorse del gesto né sulla suggestione contagiosa di trovarsi insieme a comizio ; una oratoria che arrivi spedita e franca di suggestioni a domicilio , alla famiglia , alla persona , il babbo che fuma la pipa , la mamma che rammenda , la ragazza che stira , il nonno in pantofole , il ragazzo che si rode le unghie , la serva al fornello : un ambiente assolutamente refrattario , dove i paroloni non darebbero rimbombo , le volate non hanno corso , gli effetti preparati cascano nel vuoto , le preziosità fanno ridere e i pistolotti fanno cecca . Ci s ' arriverà ; ci si sta arrivando . Bella tra le belle la grande orazione dannunziana della Sagra dei Mille , pronunciata in faccia al mare garibaldino , in mezzo alle bandiere ondeggianti ; ma pensate all ' effetto che v ' avrebbe fatto se vi fosse arrivata in casa all ' ora di cena : « la Notte di Michelangelo s ' è desta , l ' Aurora di Michelangelo , pontando sul sasso il piede e il cubito » ecc . ecc . ; i radioascoltatori in pantofole avrebbero detto : Ma dove le va trovando , Gabriele ... L ' immaginazione del poeta lavorò sempre in grande e nel peregrino . La prima volta che aveva parlato in pubblico fu al liceo « Benedetto Marcello » di Venezia nel novembre del '95 . Riscosse un bellissimo successo mondano e la serata si chiuse con un banchetto di cinquanta coperti ( Ojetti se ne deve ricordare ) . Aveva pronunziato l ' orazione detta dell ' Allegoria dell ' Autunno , quella stessa che poi inserì nella prima parte del Fuoco , mettendola in bocca al protagonista . Ma come se la fece fruttare , nel romanzo ! Cominciamo col dire che Stelio Effrena la pronuncia all ' augusta presenza ( immaginaria ) di Margherita di Savoia e nientemeno che nel Palazzo Ducale e nientemeno che nella Sala del Maggior Consiglio , sotto la portentosa Apoteosi di Venezia dipinta nel soffitto dal Veronese , sullo sfondo dello spettacolosissimo Paradiso dipinto dal Tintoretto , coi ritratti in giro di ben settantadue dogi che lo stavano a rimirare ... Quel benedetto uomo aveva bisogno di parlare sempre sopra le righe e di gittare le parole oltre il segno . Una platea di belle signore gli diventava una platea di regine . Ed ai contadini d ' Ortonammare parlava come a una folla d ' Ateniesi . « Meditando sul fato della stirpe io ho veduto talvolta nella confusa massa umana e terrestre disegnarsi una figura ideale che mi pareva avere io medesimo scolpita con le mie mani caduche , come quello statuario che scolpì nello smisurato monte la figura eroica di Alessandro cui dalla destra sorgeva una città e dalla sinistra scaturiva un fiume » ( discorso elettorale , agosto '97 ) . Pare di vederli , a bocc ' aperta , tutti quegli Aligi e Domenicantoni ... Qualche volta mi dico : quando l ' ultimo residuo del persistente dannunzianesimo sarà scomparso , e tutti , borghesi e militari , saran tornati a dire le cose alla spiccia e alla buona , e in questo anche la Radio avrà avuto la sua parte oh come ci parrà bello e ci sarà caro e come a cuore libero e animo tranquillo ci sarà dato finalmente d ' amarlo il nostro Gabriele !