StampaQuotidiana ,
Se
,
vinta
questa
guerra
,
la
vita
ci
accorderà
tanto
margine
di
tempo
da
poterci
riassuefare
all
'
idea
e
alla
pratica
della
pace
,
quale
effetto
ci
faranno
i
vent
'
anni
intercorsi
fra
le
due
«
mondiali
»
?
A
quella
guisa
che
le
cime
di
due
aspre
montagne
viste
di
lontano
qualche
volta
sembrano
far
parte
d
'
uno
stesso
crinale
e
poi
qualcuno
ci
spiega
come
qualmente
in
mezzo
vi
si
adagi
una
comoda
valle
,
allegra
di
campanili
e
di
agevoli
strade
,
già
d
'
ora
mi
pare
di
capire
che
lo
spazio
frapposto
all
'
uno
e
all
'
altro
conflitto
(
«
conflagrazione
»
!
si
diceva
l
'
altra
volta
)
ci
sembrerà
incredibilmente
accorciato
.
Ebbi
di
ciò
il
senso
nettissimo
la
prima
notte
di
questa
guerra
agli
urli
della
sirena
che
mi
svegliarono
nel
bel
mezzo
del
sonno
.
La
mia
mano
corse
a
incontrare
quella
della
sposa
e
rimanemmo
qualche
minuto
immoti
,
senza
scambiare
parola
,
in
ascolto
delle
artiglierie
antiaeree
e
del
ritmo
leggermente
affannato
del
nostro
respiro
.
Fulmineo
e
concorde
il
pensiero
ci
era
corso
al
primo
allarme
inteso
insieme
a
Padova
io
già
vecchio
soldato
e
lei
nuovissima
a
quella
scena
.
nel
diciotto
,
sposini
da
una
settimana
.
Allora
eravamo
balzati
dal
letto
e
,
vestiti
alla
meglio
,
eravamo
scesi
in
cantina
.
Questa
volta
,
più
vecchi
di
vent
'
anni
,
siamo
rimasti
immobili
,
con
la
mano
nella
mano
,
e
nello
stesso
momento
rivenne
a
entrambi
sulle
labbra
la
frase
della
nostra
padrona
di
casa
padovana
in
quei
frangenti
:
I
xe
qua
.
Ringiovaniti
di
colpo
!
Se
non
che
,
dopo
un
momento
,
ci
entrarono
in
camera
con
due
candele
i
figli
già
grandi
(
il
maschio
,
di
leva
)
,
leggermente
esaltati
per
la
grande
novità
della
cosa
.
La
novità
della
cosa
...
L
'
ammiraglio
«
Canossa
»
(
il
nome
,
naturalmente
,
è
di
mio
cònio
)
commentando
alla
Radio
i
«
fatti
del
giorno
»
ha
la
debolezza
di
volerci
far
sapere
che
tutti
gli
strepitosi
avvenimenti
che
da
qualche
anno
a
questa
parte
vanno
succedendo
nel
mondo
egli
li
aveva
già
previsti
,
scritti
e
stampati
dieci
,
quindici
,
vent
'
anni
prima
.
E
ogni
tanto
èccotelo
che
riapre
nel
discorso
due
virgolette
e
comincia
a
sillabare
con
particolare
espressione
questo
o
quel
passaggio
di
certi
suoi
vecchi
libri
,
riviste
e
giornali
.
Se
ci
fosse
la
televisione
,
sono
sicuro
che
a
quei
passi
ci
guarderebbe
da
sopra
gli
occhiali
come
Azzeccagarbugli
guarda
Renzo
mentre
gli
va
leggendo
la
grida
del
15
ottobre
dell
'
anno
prima
e
ci
strizzerebbe
l
'
occhio
.
In
breve
,
il
nostro
ammiraglio
tratta
la
Storia
come
una
scolaretta
famosa
per
la
sua
distrazione
,
e
la
richiama
,
e
l
'
ammonisce
:
Impara
mo
'
,
ci
sei
venuta
,
carina
,
a
Canossa
,
hai
dovuto
convincerti
,
cocciutella
,
che
avevo
ragione
io
?
Curiose
fisime
,
malinconiche
soddisfazioni
:
credere
che
tutta
quest
'
iradiddio
sia
capitata
a
bella
posta
per
dare
ragione
a
lui
,
all
'
ammiraglio
«
Canossa
»
!
Tutte
le
volte
che
lo
sento
avvicinarsi
a
quei
punti
previsti
a
me
pare
di
vedergli
sorgere
lenta
alle
spalle
,
come
nel
fondo
verdecupo
d
'
un
ritratto
«
metafisico
»
di
De
Chirico
,
una
grandiosa
testona
di
marmo
:
è
Cronos
,
che
dondola
i
riccioloni
di
marmo
e
sotto
i
suoi
baffoni
se
la
ride
delle
uscite
del
cronista
.
Infrarossi
dovevano
essere
i
raggi
della
immaginazione
d
'
Omero
,
per
rompere
,
come
fanno
,
lo
spessore
dell
'
aria
svelando
la
faccia
abbagliante
degl
'
iddei
dietro
le
terga
degli
eroi
duramente
impegnati
nell
'
azione
.
Sdegnato
contro
Agamènnone
,
Achille
ha
già
tirato
fuori
più
che
mezza
dal
fodero
la
grande
spada
e
Pallade
Atena
gli
sorge
alle
spalle
trattenendolo
pei
rossi
capelli
:
l
'
eroe
si
volge
esterrefatto
e
allo
splendore
tremendo
di
quelle
pupille
riconosce
la
dea
,
fatta
a
lui
solo
visibile
.
Ieri
sera
,
alla
Radio
,
c
'
era
un
tale
dei
«
trenta
minuti
nel
mondo
»
che
diceva
le
Fonti
del
Clitunno
in
un
modo
così
stonato
e
sguaiato
che
a
un
certo
momento
ho
creduto
di
vedergli
spuntare
dietro
le
spalle
l
'
ombra
corrucciata
di
Giosue
con
un
tortóre
in
mano
;
ma
quegli
seguitò
a
urlare
i
4
lascia
e
i
5
corri
delle
due
strofe
centrali
dell
'
ode
famosa
senza
un
sospetto
al
mondo
del
tortóre
imminente
.
Più
tardi
.
quattro
interpreti
dei
«
dieci
minuti
Mondadori
»
entrarono
a
recitare
dei
brani
delle
Vergini
delle
rocce
.
Claudio
Cantelmo
tornava
in
biroccino
al
castello
avito
col
solito
cloc
cloc
cloc
della
cavallina
a
sonagli
(
ma
nel
romanzo
si
trattava
,
se
ben
ricordo
,
d
'
una
borbonica
carrozza
a
due
cavalli
)
,
e
,
mentre
l
'
orchestra
accennava
un
tema
della
Quinta
sinfonia
;
(
ma
che
trovate
!
)
,
si
cominciavano
a
sentire
in
lontananza
cantilenare
le
voci
delle
tre
«
sorelle
prigioniere
»
in
un
modo
così
svenevole
che
questa
volta
,
su
quel
«
fondo
verdecupo
»
,
ho
visto
la
fronte
marmorea
di
Gabriele
lui
che
non
seppe
mai
vergogna
diventare
rossa
come
un
peperone
...
Il
tono
di
voce
di
...
(
non
starò
a
far
nomi
,
ma
dev
'
esser
pisano
)
mi
pare
,
di
tutti
,
il
più
appropriato
ai
«
commenti
»
che
dicevamo
:
né
da
cattedra
né
da
pulpito
,
né
troppo
drammatico
né
troppo
chiacchieratico
,
con
quel
tanto
d
'
affabile
sostenutezza
che
basti
a
cattivare
e
fermare
l
'
attenzione
dei
radioascoltatori
.
Altri
,
a
dire
il
vero
,
strafà
,
si
agita
troppo
,
sembra
che
parli
sempre
da
una
barricata
o
dal
ponte
d
'
una
caravella
conquassata
dalla
tempesta
;
altri
pare
che
detti
il
compito
a
una
scuola
serale
scarsamente
illuminata
e
poco
frequentata
,
con
lo
scaldino
fra
i
piedi
e
il
gatto
sulle
ginocchia
;
altri
ha
sempre
quell
'
ùzzolo
di
fare
un
contradittorio
d
'
alto
stile
coi
grandi
reggitori
di
popolo
;
altri
infine
ci
tratta
,
tutti
quanti
siamo
,
come
tanti
Pierini
in
calzoni
corti
sprovveduti
di
ogni
memoria
del
passato
e
d
'
ogni
comprensione
del
presente
.
Con
l
'
aiuto
della
Radio
è
da
pensare
che
nascerà
(
ma
già
sta
nascendo
)
una
nuova
forma
d
'
oratoria
,
più
normativa
che
esornativa
,
più
persuasiva
che
provocante
;
un
'
oratoria
,
che
non
sarà
né
da
chiesa
,
né
da
politeama
,
né
da
piazza
;
che
non
potrà
più
contare
sulle
teatrali
risorse
del
gesto
né
sulla
suggestione
contagiosa
di
trovarsi
insieme
a
comizio
;
una
oratoria
che
arrivi
spedita
e
franca
di
suggestioni
a
domicilio
,
alla
famiglia
,
alla
persona
,
il
babbo
che
fuma
la
pipa
,
la
mamma
che
rammenda
,
la
ragazza
che
stira
,
il
nonno
in
pantofole
,
il
ragazzo
che
si
rode
le
unghie
,
la
serva
al
fornello
:
un
ambiente
assolutamente
refrattario
,
dove
i
paroloni
non
darebbero
rimbombo
,
le
volate
non
hanno
corso
,
gli
effetti
preparati
cascano
nel
vuoto
,
le
preziosità
fanno
ridere
e
i
pistolotti
fanno
cecca
.
Ci
s
'
arriverà
;
ci
si
sta
arrivando
.
Bella
tra
le
belle
la
grande
orazione
dannunziana
della
Sagra
dei
Mille
,
pronunciata
in
faccia
al
mare
garibaldino
,
in
mezzo
alle
bandiere
ondeggianti
;
ma
pensate
all
'
effetto
che
v
'
avrebbe
fatto
se
vi
fosse
arrivata
in
casa
all
'
ora
di
cena
:
«
la
Notte
di
Michelangelo
s
'
è
desta
,
l
'
Aurora
di
Michelangelo
,
pontando
sul
sasso
il
piede
e
il
cubito
»
ecc
.
ecc
.
;
i
radioascoltatori
in
pantofole
avrebbero
detto
:
Ma
dove
le
va
trovando
,
Gabriele
...
L
'
immaginazione
del
poeta
lavorò
sempre
in
grande
e
nel
peregrino
.
La
prima
volta
che
aveva
parlato
in
pubblico
fu
al
liceo
«
Benedetto
Marcello
»
di
Venezia
nel
novembre
del
'95
.
Riscosse
un
bellissimo
successo
mondano
e
la
serata
si
chiuse
con
un
banchetto
di
cinquanta
coperti
(
Ojetti
se
ne
deve
ricordare
)
.
Aveva
pronunziato
l
'
orazione
detta
dell
'
Allegoria
dell
'
Autunno
,
quella
stessa
che
poi
inserì
nella
prima
parte
del
Fuoco
,
mettendola
in
bocca
al
protagonista
.
Ma
come
se
la
fece
fruttare
,
nel
romanzo
!
Cominciamo
col
dire
che
Stelio
Effrena
la
pronuncia
all
'
augusta
presenza
(
immaginaria
)
di
Margherita
di
Savoia
e
nientemeno
che
nel
Palazzo
Ducale
e
nientemeno
che
nella
Sala
del
Maggior
Consiglio
,
sotto
la
portentosa
Apoteosi
di
Venezia
dipinta
nel
soffitto
dal
Veronese
,
sullo
sfondo
dello
spettacolosissimo
Paradiso
dipinto
dal
Tintoretto
,
coi
ritratti
in
giro
di
ben
settantadue
dogi
che
lo
stavano
a
rimirare
...
Quel
benedetto
uomo
aveva
bisogno
di
parlare
sempre
sopra
le
righe
e
di
gittare
le
parole
oltre
il
segno
.
Una
platea
di
belle
signore
gli
diventava
una
platea
di
regine
.
Ed
ai
contadini
d
'
Ortonammare
parlava
come
a
una
folla
d
'
Ateniesi
.
«
Meditando
sul
fato
della
stirpe
io
ho
veduto
talvolta
nella
confusa
massa
umana
e
terrestre
disegnarsi
una
figura
ideale
che
mi
pareva
avere
io
medesimo
scolpita
con
le
mie
mani
caduche
,
come
quello
statuario
che
scolpì
nello
smisurato
monte
la
figura
eroica
di
Alessandro
cui
dalla
destra
sorgeva
una
città
e
dalla
sinistra
scaturiva
un
fiume
»
(
discorso
elettorale
,
agosto
'97
)
.
Pare
di
vederli
,
a
bocc
'
aperta
,
tutti
quegli
Aligi
e
Domenicantoni
...
Qualche
volta
mi
dico
:
quando
l
'
ultimo
residuo
del
persistente
dannunzianesimo
sarà
scomparso
,
e
tutti
,
borghesi
e
militari
,
saran
tornati
a
dire
le
cose
alla
spiccia
e
alla
buona
,
e
in
questo
anche
la
Radio
avrà
avuto
la
sua
parte
oh
come
ci
parrà
bello
e
ci
sarà
caro
e
come
a
cuore
libero
e
animo
tranquillo
ci
sarà
dato
finalmente
d
'
amarlo
il
nostro
Gabriele
!