StampaQuotidiana ,
Accanto
all
'
evoluzione
della
situazione
militare
spagnola
vi
è
una
evoluzione
della
situazione
civile
che
è
non
meno
significativa
della
prima
e
non
meno
necessaria
ad
integrare
il
quadro
delle
cose
spagnole
.
Dal
luglio
dello
scorso
anno
la
Spagna
che
si
definisce
«
governativa
»
ha
assistito
alla
nascita
e
morte
di
decine
di
governi
costituiti
non
solo
in
seguito
al
frantumarsi
dell
'
unità
nazionale
che
ha
incoraggiato
da
parte
repubblicana
lo
sviluppo
delle
autonomie
,
ma
anche
in
seguito
alla
lotta
fra
le
varie
correnti
dell
'
estremismo
socialista
ed
anarchico
in
perenne
dissenso
ed
in
perenne
difficoltà
a
mantenere
ordine
.
Dove
le
frazioni
si
contendono
manu
militari
il
potere
non
vi
è
legge
,
e
dove
non
vi
è
legge
non
vi
è
ordine
.
Questa
vicenda
di
trasformazioni
governative
,
che
caratterizza
la
politica
di
coloro
che
appunto
si
chiamano
«
governativi
»
,
deve
essere
documentata
in
quanto
fornisce
elementi
essenziali
per
un
giudizio
d
'
assieme
di
una
delle
più
micidiali
e
disastrose
convulsioni
della
storia
moderna
,
la
guerra
civile
spagnola
.
La
situazione
catalana
è
,
a
questo
proposito
,
sempre
simbolica
.
Gli
avvenimenti
degli
ultimi
giorni
hanno
riconfermato
che
in
tale
territorio
,
il
quale
si
dichiara
il
più
tenacemente
rosso
,
non
vi
è
un
governo
degno
di
tale
nome
.
A
Barcellona
la
Generalità
non
comanda
,
e
tanto
meno
comanda
il
remoto
governo
di
Valenza
,
il
quale
nei
consessi
internazionali
dichiara
di
rappresentare
tutta
la
Spagna
.
Una
delle
pagine
più
oscure
della
guerra
spagnola
è
il
trionfo
dell
'
arbitrio
anarchizzante
che
in
Catalogna
ha
instaurato
i
metodi
dell
'
assassinio
e
del
banditismo
:
anzi
la
stessa
organizzazione
del
banditismo
è
divenuta
organizzazione
statale
,
poiché
la
sorte
e
la
vita
stessa
dei
cittadini
è
rimasta
e
rimane
nelle
mani
dei
comitati
rivoluzionari
dal
cui
beneplacito
dipende
quel
minimo
di
libertà
che
può
essere
ancora
riconosciuta
.
Ed
i
profughi
catalani
ne
sanno
qualche
cosa
.
Ma
il
banditismo
e
l
'
anarchia
non
sono
forme
di
governo
:
sono
improvvisazioni
del
predominio
della
piazza
.
Per
questo
i
conflitti
degli
ultimi
giorni
fra
coloro
che
detengono
il
potere
non
possono
essere
oggetto
di
meraviglia
.
Sembra
che
la
causa
dell
'
ultimo
colpo
di
Stato
catalano
si
debba
cercare
nel
fatto
che
la
Generalità
,
sostenuta
dal
governo
di
Valenza
,
abbia
tentato
di
togliere
alla
Federazione
anarchica
la
sua
posizione
di
privilegio
.
Gli
anarchici
hanno
reagito
violentemente
e
la
«
crisi
governativa
»
si
è
tramutata
in
conflitti
armati
nelle
strade
di
Barcellona
.
La
Fai
è
passata
all
'
offensiva
:
le
sue
guardie
di
assalto
hanno
occupato
i
punti
strategici
della
città
ed
hanno
privata
la
Generalità
di
ogni
controllo
della
situazione
costringendo
il
presidente
Companys
a
fare
appello
alle
truppe
del
fronte
di
Aragona
,
ed
a
lanciare
un
manifesto
nel
quale
si
invitano
gli
operai
a
cessare
dalle
lotte
intestine
che
«
fanno
colare
il
sangue
a
fiotti
»
.
Secondo
testimonianze
dirette
,
il
pretesto
occasionale
sarebbe
stato
una
proposta
del
governo
di
Valenza
secondo
la
quale
un
generale
avrebbe
dovuto
essere
posto
a
capo
delle
forze
militari
catalane
.
Gli
anarchici
catalani
,
che
sono
pur
essi
«
governativi
»
,
hanno
opposto
resistenza
a
quanto
voleva
Valenza
:
la
Generalità
ha
allora
cercato
di
applicare
ugualmente
il
deliberato
di
Valenza
ma
ciò
ha
dato
motivo
allo
scontro
armato
.
Mentre
la
Generalità
ha
occupato
il
centro
di
Barcellona
,
la
Fai
ha
tenuto
sotto
il
suo
controllo
tutta
la
periferia
.
La
ragione
del
conflitto
è
però
ben
più
remota
.
Si
tratta
di
determinare
il
peso
che
deve
avere
la
Federazione
anarchica
iberica
nelle
nuove
condizioni
della
situazione
.
Gli
anarchici
,
osserva
il
«
Temps
»
,
avendo
dato
alla
guerra
civile
il
più
considerevole
contributo
di
forze
,
pretendono
ora
di
non
perdere
il
beneficio
che
tale
contributo
dovrebbe
loro
assicurare
.
Essendo
stati
dominati
a
Madrid
ed
a
Valenza
dalle
forze
socialcomuniste
,
unite
sotto
l
'
egida
di
Mosca
e
per
l
'
intervento
diretto
del
famoso
ambasciatore
sovietico
Rosenberg
,
la
cui
scomparsa
è
ancora
avvolta
nel
mistero
,
gli
anarchici
pretendono
continuare
,
almeno
in
Catalogna
,
il
controllo
assoluto
della
situazione
.
Quindi
la
lotta
fra
Barcellona
e
Valenza
non
è
che
una
lotta
fra
l
'
elemento
anarchico
e
l
'
elemento
socialcomunista
dei
«
governativi
»
.
Malgrado
le
assicurazioni
contenute
nei
comunicati
ufficiali
di
Barcellona
(
nei
quali
,
per
esempio
si
parla
di
morte
«
puramente
accidentale
»
del
«
camerata
Sesé
»
capo
dell
'
Unione
generale
dei
lavoratori
)
,
le
informazioni
dei
testimoni
passati
per
via
aerea
in
Francia
non
sono
rassicuranti
.
La
lotta
continuerebbe
per
le
strade
,
e
nello
stesso
palazzo
del
governo
ove
sarebbe
stato
assassinato
il
dirigente
socialista
Sesé
il
quale
era
stato
recentemente
nominato
consigliere
di
Giustizia
nel
Consiglio
provvisorio
della
Generalità
.
Questa
morte
è
un
sintomo
evidente
della
realtà
della
situazione
e
contribuisce
a
smentire
quelle
informazioni
ufficiali
secondo
le
quali
i
torbidi
di
Barcellona
sarebbero
stati
provocati
dall
'
elemento
monarchico
.
Assieme
al
Sesé
furono
assassinati
altri
elementi
del
socialismo
meno
rivoluzionario
.
Va
pure
sottolineato
che
lo
stesso
ambasciatore
di
Valenza
a
Parigi
,
in
un
comunicato
trasmesso
alla
stampa
,
riconosce
l
'
esistenza
a
Barcellona
di
«
qualche
gruppo
di
anarchici
in
buona
fede
i
quali
,
o
per
ideologia
o
per
temperamento
,
si
rifiutano
di
accettare
il
processo
di
consolidamento
e
di
rinforzamento
del
principio
di
autorità
rappresentato
dal
governo
di
Valenza
»
.
Con
parole
molto
prudenti
si
viene
a
riconoscere
ciò
che
tutti
affermano
:
che
le
stragi
di
Barcellona
hanno
il
loro
motivo
nel
contrasto
fra
gli
anarchici
catalani
ed
i
socialcomunisti
di
Valenza
.
La
risoluzione
di
compromesso
sembra
ora
assai
provvisoria
.
Continua
la
guerra
civile
nella
guerra
civile
.