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INTERVISTA COL MINISTRO GENTILE ( TINO ADOLFO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
I problemi della scuola e la riforma universitaria . Giovanni Gentile è uno di quegli uomini , che nel traffico d ' ogni giorno , tra il continuo sopraffarsi di vanità e presunzioni , ha la segreta e incomparabile virtù di tenersi in disparte , e quasi nascondersi . Così , ieri , nella operosa solitudine dei suoi studi : così oggi , al governo della Pubblica Istruzione . E se , per caso , l ' eco della quotidiana battaglia riesce a raggiungerlo , egli le oppone un suo fresco sorriso bonario , che gli illumina gli occhi e tutto il volto di una linea di cordiale e saggia tranquillità . E lo stesso immancabile sorriso ch ' egli offre con dolce umiltà ai suoi visitatori , anche se questi sono due giornalisti ... male intenzionati . Musacchio si dà subito da fare ed io avvio la conversazione . Eccellenza , i padri di famiglia sono in grande allarme ... Capisco . La questione se pel prossimo anno scolastico vi saranno posti sufficienti per tutti gli alunni , a me pare utile e benefica , soprattutto perché ha contribuito a schiarire le idee attorno ai concetti fondamentali , o meglio attorno allo spirito della mia riforma . Alla domanda , un po ' irosa : Come si fa a trovar posto per tutti gli alunni ? , io rispondo : Non si deve trovar posto per tutti . E mi spiego . Lo spirito della riforma tende proprio a questo : a diminuire e ridurre la popolazione scolastica , che , negli ultimi anni , per universale riconoscimento , s ' era accresciuta sino a diventare pletorica con evidente danno , così degli studenti come degli stessi insegnanti . Poco fa leggevo in un giornale notizie statistiche significative : quest ' anno si sono laureati a Milano ben 1.500 ingegneri . Che cosa devono essi fare e dove possono impiegarsi ? Sino all ' anno scorso , la media annuale dei diplomi per maestri elementari era di 15.000 mentre il fabbisogno era per 2.000 o 3.000 . Naturalmente il numero esorbitante non faceva che premere nelle Amministrazioni pubbliche per trovare , comunque , impiego . Ora il criterio fondamentale della mia riforma è diretto proprio ad evitare simili perniciosi inconvenienti . Ma v ' è di più : c ' è anche una ragione didattica . Col « caos » delle classi aggiunte non esistevano più istituti che avessero un loro vero organismo . Non v ' era un liceo , un ginnasio che avesse un corpo di insegnanti proprio , perché , in genere , l ' insegnamento , date le necessità delle divisioni e suddivisioni delle classi aggiunte , finiva per essere affidato a un personale fluttuante . Sono fermamente convinto , che la fondazione dei nuovi istituti , ciascuno dei quali avrà un corso ben disciplinato di classi , e l ' inevitabile allontanamento della parte esuberante della popolazione scolastica , risolveranno il problema . La cui soluzione , d ' altra parte , comincia ad essere avviata anche per opera diretta dei padri di famiglia . Mai , come in quest ' anno , il problema dell ' educazione ha interessato così vivamente il nostro paese . Il Ministero è un continuo pellegrinaggio di sindaci , assessori , deputati , senatori che chiedono l ' istituzione di nuove scuole o la trasformazione di quelle vecchie e che , oltre particolari motivi , si mostrano veramente solleciti , con iniziative e proposte , del nuovo assetto scolastico . E pensare che , sino a ieri tutti si sono affidati all ' azione paterna dello Stato ! ... – E a proposito della riforma universitaria , Eccellenza , quali ne sono i criteri informatori ? – Spero nella prossima sessione del Consiglio dei Ministri di presentare lo schema della riforma universitaria . La quale mira ad attuare il più ampio e rigoroso sistema di autonomia didattica e amministrativa , riducendo il numero delle Università di Stato a circa una decina , o poco più , senza , peraltro , spegnere nessuno di quei focolari di cultura superiore che si sono storicamente formati da secoli nelle varie regioni . Anzi mi son deciso a crearne uno nuovo a Bari che , sia nell ' interesse proprio , sia nell ' interesse dell ' Università di Napoli , che sembra travagliata da un numero eccessivo di studenti , sia nello stesso interesse nazionale , che richiede , di fronte all ' altra sponda dell ' Adriatico un centro di attrazione di cultura superiore e professionale , merita una sua Università . La quale , per altro , non potrà da principio essere completa ma , son sicuro , è destinata , per le virtù morali e le capacità economiche della regione , a svilupparsi mirabilmente . Quanto alla riduzione degli Istituti superiori , io mi propongo di fare in modo che quelli che saranno scelti a continuare la loro preziosa attività vengano dotati più riccamente e possano avere quelle specializzazioni che sono condizioni indispensabili per il progresso scientifico della Nazione . Pertanto il nuovo sistema universitario renderà possibile una vita sana e prospera alle Università libere , le quali saranno messe in grado di gareggiare con quelle statali , senz ' essere , peraltro , sottratte ad ogni controllo dello Stato stesso , cui spetterà sempre una funzione superiore di garanzia e di eccitamento della vita scientifica della Nazione . – Ma quali sono i criteri della riforma ? – E in breve detto . Ciascuna Università , statale o libera , potrà organizzarsi in piena autonomia , anche per il quadro degli studi costitutivi di ciascuna facoltà . E basterà che le proposte , dai singoli corpi locali , siano esaminate e approvate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione . Saranno aboliti gli esami speciali , i quali , d ' ordinario , si riducevano a prove di esercitazione mnemonica , sopra la materia dei corsi impartiti annualmente dai rispettivi professori ; e saranno sostituiti da esami per gruppi di materie , diretti ad accertare la cultura organica , dei giovani nei singoli rami della scienza . Questo sistema di ampia libertà esporrebbe , certamente , la cultura scientifica e professionale della Nazione ai più gravi rischi , senza l ' introduzione d ' un esame di Stato per l ' abilitazione all ' esercizio delle singole professioni . E come è evidente che l ' esame di Stato potrebbe minacciare gravemente la serietà degli studi , inducendo studenti e professori a considerare la propria funzione universitaria come una semplice preparazione alla prova dell ' esame di Stato , così è chiaro che questo sistema avrà un importante correttivo nella disposizione che pone come condizione imprescindibile per adire all ' esame di Stato , la laurea o il diploma scientifico conseguito nelle Università . Questo è in breve il complesso della riforma che presenterò al Consiglio e mi lusingo di aver cercato con essa di organizzare su basi nuove e più rispondenti all ' ambiente spirituale e morale della Nazione , i nostri studi universitari . Naturalmente si solleveranno critiche e polemiche : ma io non amo i pieni consensi . E nessuna cosa al mondo mi distrarrà dall ' opera , che mi sono imposta , e colla quale io aspiro a dare all ' Italia una scuola degna del suo avvenire e del suo destino . – Mi perdoni , Eccellenza , ma quale sarà la sorte delle Università abolite ? – Le Università attualmente di Stato e che cesseranno di esserlo , conserveranno un notevole contributo finanziario da parte dello Stato , col quale verrà assicurato il funzionamento di quelle facoltà , che nell ' ordinamento generale degli studi , si possano realmente considerare come utili strumenti di coltura e non pure e semplici sopravvivenze di antiche se pur gloriose tradizioni locali . L ' intervista è finita ed anche Musacchio dà gli ultimi colpi al lavoro , che Giovanni Gentile ammira lungamente , non tanto con complimentose parole di elogio , quanto con quel suo chiaro leggero sorridere , mirabilmente colto dalla « matita » di Musacchio .