StampaQuotidiana ,
Assisi
,
26
luglio
.
Il
Congresso
dei
combattenti
assume
particolare
importanza
per
il
suo
significato
,
non
tanto
politico
quanto
morale
,
specie
dal
delicato
e
grave
momento
in
cui
è
stato
convocato
.
I
recenti
avvenimenti
che
hanno
turbato
e
commosso
la
coscienza
pubblica
,
provocando
orientazioni
nuove
e
nuove
possibilità
,
non
potevano
non
suscitare
ripercussioni
e
reazioni
nel
campo
dei
combattenti
,
dove
l
'
amore
della
Patria
e
l
'
attaccamento
alle
istituzioni
sono
fieramente
sentiti
e
fortemente
costoditi
.
La
voce
del
grande
veggente
,
Carlo
Delcroix
,
prima
alla
Camera
,
dopo
a
Fiume
,
interpretò
la
volontà
e
la
coscienza
dei
combattenti
,
e
indicò
al
Governo
e
all
'
opinione
pubblica
la
sola
via
quella
della
legge
e
della
giustizia
per
la
quale
l
'
Italia
può
e
deve
conquistare
la
sua
pace
,
il
suo
ordine
e
la
sua
fortuna
.
Il
Congresso
,
che
inizierà
domani
i
suoi
lavori
,
è
chiamato
a
dare
la
sua
solenne
sanzione
e
il
suo
imponente
consenso
alla
ammonitrice
e
severa
parola
di
Carlo
Delcroix
.
È
bene
dire
subito
che
s
'
ingannerebbero
di
grosso
coloro
che
dagli
osservatori
dei
vari
partiti
vigilano
,
attendendo
o
sollecitando
l
'
adesione
dei
combattenti
a
questa
o
a
quella
parte
politica
.
Come
s
'
ingannano
quanti
,
più
o
meno
apertamente
,
sperano
che
dal
Congresso
possa
venire
una
dichiarazione
di
guerra
al
Governo
.
Evidentemente
,
gli
uni
e
gli
altri
,
hanno
poco
o
niente
capito
dello
spirito
che
anima
e
guida
queste
gloriose
giovanili
falangi
che
,
avendo
fatto
la
loro
maggiore
esperienza
di
vita
nel
quotidiano
sacrificio
della
trincea
,
hanno
conquistato
,
fuori
d
'
ogni
retorica
,
la
divina
grazia
del
vero
e
sereno
amor
patrio
.
Tra
gli
uni
che
minacciano
nuove
rappresaglie
e
nuove
avventure
e
gli
altri
che
sfuggono
ostinatamente
,
ciechi
di
rancore
e
di
vendetta
,
a
ogni
senso
e
richiamo
del
dovere
nazionale
,
i
combattenti
non
hanno
preferenze
o
scelta
.
Anzi
,
tra
gli
uni
e
gli
altri
,
che
non
sanno
che
parole
di
guerra
e
di
odio
,
essi
vogliono
intervenire
per
dire
una
parola
di
pace
.
Troppo
gli
italiani
si
sono
dilaniati
e
troppo
odiati
.
L
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
non
può
essere
e
non
dev
'
essere
l
'
Italia
delle
fazioni
inestinguibili
:
quella
fu
grande
per
volontà
di
concordia
e
di
fede
,
questa
si
è
umiliata
e
divisa
nei
contrasti
fraterni
e
nella
guerriglia
civile
,
perché
la
concordia
e
la
fede
furono
disertate
o
dimenticate
.
I
combattenti
,
in
quest
'
ora
in
cui
gli
odi
di
fazione
minacciano
ancora
una
volta
di
esplodere
,
si
leveranno
a
parlare
,
essi
i
sopravvissuti
,
in
nome
dei
nostri
seicentomila
Morti
per
richiamare
gli
Italiani
alla
concordia
e
alla
fede
.
Certo
questa
parola
,
che
non
è
solo
monito
ma
è
volontà
ferma
e
viva
degli
800
mila
iscritti
alla
Associazione
,
non
potrà
soddisfare
i
politicanti
e
gli
sconsigliati
dell
'
una
o
dell
'
altra
parte
.
Ma
non
a
questi
,
che
non
potranno
udirla
,
perché
ormai
irrimediabilmente
sordi
ad
ogni
pura
voce
,
essa
si
rivolgerà
:
ma
a
quanti
e
sono
milioni
e
sono
il
vero
sano
popolo
nostro
sapranno
intenderla
perché
hanno
serbato
e
custodito
,
nell
'
umiltà
dello
spirito
e
nel
silenzio
delle
opere
,
fede
all
'
Italia
e
alle
sue
fortune
.