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LA «PACE» INTERNA ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Ogni sforzo diretto a porre fine alla violenza e a conciliare gli animi esasperati non può non essere guardato con benevolenza e secondato con sincero desiderio di successo . Ma perché il successo sia non apparente , ma reale e fecondo di utili risultati per il Paese , bisogna che i vantaggi conseguiti dalla parte nazionale sulla parte antinazionale , dall ' Italia sull ' antitalia abbiano pieno riconoscimento e siano consolidati in quel nuovo stato di fatto , che seguirà all ' accordo . Diversamente sarebbe non una pace , ma una semplice tregua a tutto vantaggio dei nemici interni , che la pusillanime tolleranza o assenza dei governanti aveva resi audaci e spavaldi e che la spontanea reazione delle giovani forze nazionali , dopo averli costretti ad una disperata difensiva , li ha ridotti a chiedere mercé . Il Popolo italiano non è una scolaresca in vacanza , che dopo avere giocato alla guerra , si diverte a stipulare la pace . La pace interna deve essere una cosa seria , appunto perché la guerra interna è stata una cosa triste ed atroce . Come coi nemici esterni così coi nemici interni l ' Italia non può volere una pace di compromesso , ma una pace vittoriosa . Ora una pace vittoriosa all ' interno non può voler dire semplicemente la fine della materiale violenza , ma il riconoscimento pieno ed universale della supremazia morale dell ' Italia , l ' osservanza per tutti del culto , per lo meno esterno , della Patria . Se la fine della violenza non deve essere l ' effetto dell ' esaurimento fisico delle parti contendenti o di un intervento coercitivo del potere pubblico , ma l ' oggetto di una regolare stipulazione contrattuale , questa non può avere per presupposto il diritto ad una incondizionata libertà di manifestare e di esaltare la propria idealità , anche se in contrasto ed in ispregio con l ' idea sovrana di Patria . Non si può contrattare il rispetto alla bandiera nazionale , mediante il corrispettivo del rispetto alla bandiera rossa . Al disarmo materiale della parte nazionale deve corrispondere da parte degli elementi sovversivi il disarmo degli spiriti almeno nelle loro manifestazioni esteriori . Ora sono gli uomini , che si assumono la responsabilità di rappresentarli , in grado di garantire che non avranno più a ripetersi gli oltraggi alla bandiera nazionale , il vilipendio dell ' esercito , gli insulti ai combattenti e le offese alla vittoria italiana , che già furono in onore nelle manifestazioni pubbliche e sulla stampa di loro parte ? Di non permettere più lo sventolio delle bandiere rosse nei loro municipi e nelle sedi delle loro organizzazioni , i voti antipatriottici nei loro consessi ? Se sì , firmino pure l ' accordo e la pace sarà fatta . Se no , è perfettamente inutile che si reciti la commedia della pace interna , mediante la stipulazione di un regolare protocollo di rappresentanti senza credenziali . È inutile , perché la violenza , non potrà mai essere eliminata finché permangono le provocazioni alla violenza . Noi non possiamo ammettere che i simboli della Patria , come la bandiera nazionale , e gli organi essenziali della Patria , come l ' esercito , siano identificati ai simboli e agli organi di un partito e quindi equiparati , nel mutuo rispetto e nella mutua tolleranza , ai simboli e agli organi di un altro partito , che disconosce la Patria in tutti i suoi attributi e in tutti i suoi simboli . Perciò un accordo per la pacificazione non può avere per oggetto che o la garanzia dei capi socialisti dell ' ossequio da parte dei loro seguaci alle forme e agli istituti che incarnano e simboleggiano la maestà della Patria ; o l ' impegno da parte degli stessi capi di consentire acché lo Stato reprima fermamente , anche , se occorre , mercé nuovi provvedimenti legislativi , ogni forma di vilipendio alla Patria e ogni offesa alla coscienza nazionale .