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IL DOVERE DEL VIVERE SOBRIO ( EINAUDI LUIGI , 1915 )
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Ora che la guerra è cominciata , diventa concreto il problema , che , già presente agli italiani , non ancora doveva essere risoluto senza indugio : come ci dobbiamo comportare nelle faccende ordinarie della nostra vita materiale ed economica ? Una formula ebbe grande voga in Inghilterra nei primi otto o nove mesi della guerra : operate e vivete come se la guerra non fosse ; attendete tranquillamente ai lavori vostri e continuate serenamente nel vostro genere ordinario di vita e di spese , senza preoccuparvi della guerra . In tal modo voi servirete il vostro paese ; il quale ha d ' uopo che il meccanismo della vita economica funzioni regolarmente e senza scosse , che la terra seguiti a fruttificare , che le industrie lavorino in pieno , che il traffico segua le sue vie , e che il popolo non sia malcontento per la disoccupazione . L ' esperienza dei primi nove mesi di guerra ha dimostrato che la formula , sebbene contenesse una parte di verità , non era compiuta e poteva diventare pericolosa . Nell ' Inghilterra stessa , l ' opinione pubblica ha dovuto persuadersi che la vita ordinaria della popolazione doveva mutare per adattarsi alle necessità urgenti e pressanti della guerra ; e che un non piccolo coefficiente di vittoria stava appunto nella capacità del popolo di adattarsi alle mutate condizioni ed esigenze della vita in tempo di guerra . Sì , fa d ' uopo che ognuno , il quale non sia chiamato sotto le armi , continui a lavorare nel suo mestiere e nella sua professione ; e questo è certo il miglior modo per servire il paese . Gli industriali , i commercianti , i professionisti , gli agricoltori che attenderanno con la consueta cura ai propri lavori e negozi , contribuiranno a far funzionare senza scosse il meccanismo della vita del paese ; e daranno opera alla vittoria ; meglio che non abbandonando il proprio mestiere ed offrendo la propria collaborazione a servizi bellici , od ausiliari , a cui possono essere disadatti . Lavorare come prima tanto meglio si può , in quanto il governo , fin dal primo momento , ha veduto che importava dare opera a promuovere il proseguimento regolare della vita economica . Niente moratoria , la quale avrebbe perturbato grandemente gli affari e gettato il seme del dubbio e dell ' incertezza ; bensì larghe anticipazioni a banche ed a consorzi per consentire loro di effettuare rimborsi e di concedere prestiti su titoli e su merci . Rassicurati e fiduciosi , gli industriali , i commercianti e gli agricoltori , non debbono sostare neppure un giorno dalle consuete faccende e dai lavori ordinari . Ma lavorare come prima non basta . Bisogna lavorare meglio e più di prima . In un momento in cui milioni di uomini robusti e giovani sono chiamati a difendere il paese , occorre che il vuoto lasciato dalla loro chiamata sotto le bandiere non sia avvertito . I comitati di preparazione che sono sorti in tante città e si stanno costituendo nelle campagne fanno e faranno opera benemerita se contribuiranno a far penetrare nella mente e nel cuore di tutti gli italiani il convincimento che ognuno deve lavorare meglio e più di prima . Ognuno stia al suo posto ; ma dia opera con raddoppiato zelo al lavoro di tutti i giorni . Il contadino sappia che se , coll ' aiuto delle donne , dei ragazzi , dei vecchi di casa sua , riuscirà , in assenza del figlio soldato , a portare in salvo il fieno e le messi , a curare le viti , ad allevare il bestiame , egli si sarà reso benemerito della patria . L ' impiegato pensi che le pratiche d ' ufficio debbono ora essere definite ancor più rapidamente di prima , sebbene parecchi suoi colleghi siano stati richiamati . Volendo , è sempre possibile far in modo che il lavoro sia sbrigato : si viene più presto in ufficio , si va via più tardi e non si pensa ad altro che al lavoro che deve essere fatto . Né si chiedano compensi per ore straordinarie . L ' operaio sappia che il successo della nobile e dura impresa nazionale dipende anche dalla diligenza del suo lavoro , dall ' essere egli pronto a sacrificare ogni svago , e talvolta a rinunciare alla domenica , pur che il lavoro si faccia . Lavorare come prima non sempre però è possibile . Vi sono industrie , di cui lo smercio diminuisce o cessa in tempo di guerra . Sono le industrie di lusso , quelle le quali lavorano per le cose non indispensabili all ' esistenza . Sarebbe strano che lo stato , mentre deve rivolgere i suoi sforzi più intensi alla condotta della guerra , disperdesse i suoi mezzi finanziari nella medesima quantità , ad esempio , di lavori pubblici di prima . Gli operai e gli industriali addetti a questi lavori chieggano che sia fatto ogni sforzo affinché sia impedita la loro disoccupazione ; ma si rassegnino a mutare genere e località di lavoro . I servizi ausiliari della guerra , le officine di armamento e di riparazione , le fabbriche di forniture militari avranno tali urgenze di lavoro che i disoccupati potranno facilmente trovar lavoro . Occorre che essi si adattino a compiere quei lavori che sono necessari e non si agitino per ottenere la prosecuzione di opere utilissime in tempo di pace , ma prorogabili in tempo di guerra . La guerra ha messo forzatamente in vacanze molti professori e ridurrà molto il lavoro dei professionisti . Già si sono costituiti comitati di questi « intellettuali » per avvisare ai mezzi di scrivere opuscoli , fogli volanti , di tenere letture e fare propaganda per innalzare il tono e lo spirito di sacrificio del paese . Molte cose utili si possono fare in questo campo , purché non si faccia della rettorica : spiegare ai soldati perché essi sono chiamati a combattere , quali sono le regole igieniche che devono osservare per non cadere vittime di malattie evitabili , organizzare invii di giornali e di libri ai soldati nelle trincee . L ' esperienza fatta da ambe le parti nelle trincee di Francia e del Belgio ha dimostrato che i soldati sono avidissimi di letture e di quanto possa ricordare loro i parenti , gli amici ed i cittadini della patria per cui combattono . Sì , fa d ' uopo che ognuno continui a spendere quanto spendeva prima . Ma non come prima . Sarebbe un delitto verso la patria . Non forse la guerra ha dimostrato la necessità di sopprimere o di ridurre al minimo il consumo di bevande alcooliche ? A tacer della Russia , che ha dato al mondo il magnifico esempio di un governo il quale rinuncia ad un ' entrata netta di forse 1 miliardo e 800 milioni di lire , pur di sopprimere il flagello dell ' alcoolismo ; dappertutto , in Germania , in Francia , in Inghilterra i governi hanno fatto sforzi perseveranti per ridurre il consumo delle bevande alcooliche . E come delle bevande , così sarebbe necessario ridurre il consumo di tutto ciò che non è necessario per l ' esistenza . Ognuno giudichi e valuti per conto suo le necessità della vita . Ma chi spendeva 100 , rifletta che egli ha il dovere di ridurre la spesa , quando lo possa fare senza detrimento della sua salute fisica , a 90 ad 80 a 70 per consacrare il risparmio a spese pubbliche . La spesa più urgente che oggi ogni cittadino consapevole deve fare è quella dell ' imposta . Pagare puntualmente le imposte dovute vuol dire soddisfare oggi ad una spesa altrettanto urgente come quella del pane o della minestra e certamente più urgente di quella da farsi per un vestito nuovo , od una scampagnata domenicale o per la villeggiatura . Chi può , rinunci quest ' anno alla villeggiatura ; e si dia dattorno per fare qualche cosa lungo i mesi estivi . Talvolta , il modo migliore di rendersi utile sarà di attendere alla sorveglianza dei lavori di campagna , quando fattori e contadini siano sotto le armi . In tal caso , quando la collaborazione agricola sia una cosa seria , anche la villeggiatura potrà moralmente essere spiegata . Altrimenti sarebbe una spesa deplorevole e dannosa . Tutto il margine di risparmio ottenuto sulle spese sia dato allo stato . Le guerre costano ; e costerà gravi sacrifici di uomini e di denari anche questa nostra guerra per la liberazione d ' Italia . Un prestito sarà necessario per somma grandiosa . Tutti devono sottoscrivere , anche con piccole quote ; e tutti devono fare ogni sforzo affinché nella spesa dell ' anno entri l ' acquisto di qualche cartella del nuovo prestito nazionale . Nel suo ultimo discorso sul bilancio , il signor Lloyd George disse che quest ' anno gli inglesi devono risparmiare il doppio degli anni scorsi : 800 milioni di lire sterline invece di 400; 20 miliardi invece di 10 miliardi di lire italiane . Così dovrà avvenire , mutate le cifre , anche in Italia . Resecate le altre spese ; ma tenetevi pronti a dare allo stato quanto più potrete ! È in gioco la ragione più alta della nostra vita , e della vita dei nostri figli e nepoti ; ed in confronto a ciò , appaiono ben piccola cosa le rinunce a qualche godimento materiale od intellettuale ! Né si tema , così operando , di favorire la disoccupazione . Senza volere fare discussioni troppo precise e minute , è chiaro che tutto ciò che noi forniremo allo stato a titolo di imposta o di prestito si convertirà immediatamente in domanda di merci e di prodotti utili all ' esercito e quindi in domanda di lavoro . Dopo , ritorneremo ad impiegare i nostri mezzi , gli uni nello spendere , gli altri nel migliorare terre o fabbricare case . Per ora , tutti gli italiani debbono rinunciare a qualunque altra meta che non sia la difesa della patria comune . Così hanno fatto , è d ' uopo dirlo anche ora , i tedeschi ; e ciò ridonda a loro grande onore . Così dobbiamo fare pure noi , se vogliamo dimostrare al mondo che la nostra causa è giusta . Una meta così alta , come il compimento della unità d ' Italia , non si tocca senza dolore e sacrificio . Affrontiamoli con cuore saldo e coi nervi tranquilli ; e la meta sarà raggiunta . Se avremo fiducia in noi stessi , la battaglia sarà vinta ; e sia fiducia senza jattanza , austera e piena .