StampaQuotidiana ,
Nel
corso
della
mia
vita
-
non
lunghissima
ma
neppur
troppo
breve
-
ho
fatto
in
tempo
ad
assistere
a
tre
fatti
socialmente
importanti
:
la
decadenza
della
«
villeggiatura
»
,
un
significativo
calo
nel
consumo
del
vino
e
nello
smercio
di
quel
prodotto
letterario
che
nei
tempi
moderni
s
'
è
chiamato
romanzo
.
(
Dico
nei
tempi
moderni
:
Le
roman
de
la
rose
non
è
,
in
questo
senso
,
un
romanzo
.
)
Non
si
tratterà
di
eclissi
totale
,
perché
l
'
uomo
di
domani
dovrà
pur
bere
,
dovrà
salvarsi
per
qualche
giorno
dalle
torride
calure
estive
e
avrà
la
curiosità
,
di
tanto
in
tanto
,
di
leggere
qualche
libro
;
ma
insomma
,
il
grosso
fiasco
«
a
consumo
»
che
ancora
dieci
anni
fa
si
faceva
portare
a
tavola
Pietro
Pancrazi
anche
se
pranzava
da
solo
-
e
come
lui
tutti
i
gentiluomini
suoi
pari
-
,
le
lunghe
residenze
in
villa
(
tre
mesi
e
per
i
proprietari
terrieri
anche
cinque
,
da
maggio
a
novembre
)
e
le
attente
degustazioni
del
vien
de
paraître
giallo
o
bianco
(
Plon
Nourrit
o
Charpentier
-
Fasquelle
-
Treves
o
Baldini
e
Castoldi
-
Bourget
,
Fogazzaro
,
Kipling
eccetera
)
sono
fenomeni
ormai
impensabili
.
Le
statistiche
parlano
chiaro
:
si
beve
sempre
meno
vino
,
non
solo
in
Italia
,
ma
anche
in
Francia
e
in
Spagna
.
In
Italia
un
buon
terzo
di
fiaschetti
e
delle
bottiglie
dell
'
anno
scorso
sono
ancora
da
smaltire
e
già
si
annunzia
la
prossima
vendemmia
.
I
librai
vendono
ancora
qualche
libro
ma
da
anni
i
romanzi
sono
in
coda
,
battuti
persino
dai
libri
di
versi
,
dalla
già
invendibile
«
poesia
»
.
E
quanto
alle
ville
e
al
villeggiare
,
basta
muoversi
in
un
mese
che
non
sia
questo
di
agosto
per
vedere
che
le
ville
restano
chiuse
,
fatta
eccezione
per
i
grandi
centri
estivi
mondani
(
come
Cortina
o
il
Forte
dei
Marmi
)
e
per
le
fattorie
padronali
che
danno
da
vivere
(
per
ora
)
ai
proprietari
-
residenti
.
La
gente
non
villeggia
più
:
in
Inghilterra
chi
aveva
case
di
campagna
,
castelli
,
ville
e
villoni
li
ha
ceduti
allo
Stato
per
non
pagarne
le
tasse
;
ma
ormai
anche
là
lo
Stato
non
sa
più
che
farsene
.
Non
esistono
abbastanza
mutilati
orfani
e
pensionati
per
occuparle
a
spese
della
collettività
.
Da
noi
chi
è
riuscito
a
vendere
o
ad
affittare
la
propria
villa
limita
le
sue
ferie
a
una
quindicina
di
giorni
trascorsi
in
una
stazione
estiva
di
gran
nome
,
dove
spesso
deve
accontentarsi
di
dormire
su
un
materasso
calcato
in
una
vasca
da
bagno
o
negli
inabitabili
recessi
di
qualche
sedicente
dépendance
.
Non
villeggiano
,
uomini
e
donne
:
ballonzolano
qua
e
là
su
strepitose
motociclette
tascabili
,
dormono
e
mangiano
alla
peggio
,
agitano
bastoni
da
golf
o
racchette
o
mazzi
di
carte
,
mugolano
disperatamente
motivi
come
«
Oi
mama
,
oi
mama
/
me
gusta
un
bel
muchacho
»
,
ballano
raspe
o
sambe
e
bevono
un
po
'
di
tutto
,
fuorché
vino
.
Uomini
e
donne
villeggiano
in
piccole
città
scomode
e
rumorose
e
,
se
leggono
,
leggono
giornali
a
fumetto
,
libri
di
divulgazione
scientifica
o
quasi
,
libri
di
storia
romanzata
e
persino
libri
di
versi
;
non
però
romanzi
.
Perché
?
C
'
è
una
interdipendenza
fra
queste
sparizioni
e
fra
quelle
che
potrebbero
probabilmente
aggiungersi
alla
lista
delle
prime
tre
?
Scartiamo
il
fattore
economico
che
salta
subito
agli
occhi
ma
è
piuttosto
effetto
che
causa
,
e
cerchiamo
oltre
.
Una
relazione
,
una
causa
comune
,
la
si
vede
chiaramente
e
consiste
nell
'
acceleramento
del
ritmo
della
vita
collettiva
.
Il
fiasco
in
tavola
,
i
lunghi
soggiorni
in
campagna
,
le
letture
lunghe
e
serie
,
sostenute
da
un
'
opinione
diffusa
e
duratura
,
incoraggiate
e
formate
dalla
critica
(
altra
attività
che
sparisce
)
son
fenomeni
che
appartennero
a
un
'
età
più
lenta
della
nostra
.
Quand
'
ero
ragazzo
io
,
villeggiare
voleva
dire
un
viaggio
di
sci
o
sette
ore
,
in
diligenza
o
in
treno
omnibus
,
per
coprire
una
distanza
di
pochi
chilometri
;
voleva
dire
la
casa
paterna
,
l
'
orto
,
il
giardino
,
l
'
acqua
del
pozzo
,
l
'
amicizia
coi
figli
del
contadino
o
del
manente
,
la
pesca
,
le
notti
di
battuggia
o
di
pesca
alla
lampara
,
l
'
attesa
della
caccia
,
la
pulitura
dei
fucili
,
la
scelta
delle
borre
,
dei
pallini
e
delle
polveri
,
l
'
orlatura
delle
cartucce
,
il
risveglio
col
batticuore
all
'
alba
del
giorno
dell
'
«
apertura
»
,
mentre
i
primi
spari
echeggiavano
fra
gli
uliveti
.
Si
villeggiava
in
riviera
o
sull
'
Appennino
,
in
casa
propria
o
quasi
propria
,
per
mesi
e
mesi
.
Non
solo
i
bambini
,
ma
anche
i
grandi
facevano
lunghi
turni
di
villeggiatura
.
Nella
mia
città
gli
uffici
,
gli
scrigni
,
chiudevano
alle
cinque
del
pomeriggio
,
le
ore
scorrevano
lente
,
pochi
si
occupavano
di
politica
,
i
rumori
erano
ridotti
al
minimo
:
la
trombetta
di
un
venditore
di
gelati
bastava
da
sola
a
riempire
tutto
un
sestiere
.
Non
esistevano
le
bibite
eccitanti
,
i
cocktails
.
All
'
alba
del
secolo
i
pochi
che
incominciarono
a
bere
1'«americano»
(
deprecati
viveurs
in
bombetta
e
stiffelius
)
erano
additati
al
disprezzo
generale
.
Certo
,
esisteva
la
maga
verde
,
l
'
assenzio
;
esistevano
gli
esseri
fatali
che
partivano
per
Saint
-
Moritz
o
per
Ostenda
o
per
il
Karersee
;
ma
si
trattava
,
per
lo
più
,
di
personaggi
di
Luciano
Zuccoli
o
della
Serao
del
periodo
mistico
-
mondano
.
Quando
quella
vita
in
tono
minore
andò
in
frantumi
sparirono
i
fiaschi
dalle
tavole
,
si
fecero
rari
i
vini
non
industrializzati
,
bevibili
,
e
si
dissolsero
anche
i
generi
letterari
.
Primo
fra
tutti
il
romanzo
.
Il
romanzo
volle
essere
(
e
doveva
)
specchio
della
vita
,
volle
aggiornarsi
.
Perdette
il
canovaccio
,
i
personaggi
,
i
caratteri
,
la
psicologia
;
si
ridusse
a
illuminazione
,
a
rapsodia
,
a
suite
;
ma
strada
facendo
gli
avvenne
anche
di
perdere
i
suoi
lettori
:
quelli
grossi
,
per
i
quali
era
troppo
sottile
,
e
quelli
sottili
,
per
i
quali
era
troppo
grosso
.
Di
fronte
a
certi
libri
d
'
oggi
l
'
obiezione
:
bello
,
ma
a
chi
si
rivolge
?
resta
fondamentale
,
insuperabile
.
Un
libro
,
e
un
romanzo
poi
!
,
non
può
esser
letto
solo
da
chi
l
'
ha
scritto
.
S
'
intende
che
la
rarefazione
di
certi
fenomeni
non
fa
che
renderne
più
preziosa
e
più
utile
la
sopravvivenza
.
Mentre
scrivo
esiste
certo
qualcuno
che
sta
rileggendosi
per
la
decima
volta
la
Chartreuse
de
Parme
e
ne
annaffia
le
pagine
migliori
con
una
bottiglia
di
Vieux
Pommard
.
Neppure
in
avvenire
mancheranno
gli
happy
few
che
sapranno
godersi
i
riposi
in
villa
e
le
attente
libazioni
dei
rari
vini
non
adulterati
.
Quanto
ai
lettori
di
oggi
,
essi
sembrano
dividere
le
loro
preferenze
fra
i
libri
utilitari
e
quelli
che
possono
considerarsi
come
opere
di
fondo
,
di
interesse
duraturo
.
Libri
che
si
possano
anche
rileggere
,
centellinare
:
e
fra
questi
si
affacciano
persino
i
libri
di
poesia
...
Un
romanzo
che
non
sia
legato
al
senso
del
tempo
,
che
si
scopra
tutto
in
una
volta
che
sia
soltanto
urlo
interiezione
e
lampo
nel
buio
è
già
un
libro
che
difficilmente
si
rileggerà
.
Di
fronte
a
opere
simili
il
pubblico
preferisce
acquistare
un
«
tutto
Proust
»
,
magari
a
scopo
di
regalo
nuziale
.
L
'
età
che
ha
assistito
alla
più
violenta
levata
di
scudi
contro
il
tempo
che
la
storia
ricordi
,
l
'
età
nostra
,
l
'
età
del
cubismo
e
del
surrealismo
,
mostra
una
segreta
predilezione
per
le
opere
in
cui
il
tempo
,
il
senso
psicologico
che
ci
unisce
al
passato
sono
ancora
avvertibili
.
Speriamo
che
l
'
avvenire
confermi
questa
preferenza
.
Rotte
le
barriere
fra
l
'
arte
e
la
vita
,
violentemente
liricizzato
ogni
atto
dell
'
esistenza
quotidiana
,
l
'
arte
non
potrà
che
sparire
o
rifarsi
daccapo
a
un
senso
più
lento
,
più
statico
delle
cose
.
Se
ciò
non
avvenisse
,
se
il
tempo
tradizionalmente
sentito
sparisse
dalla
vita
e
tutti
vivessero
soltanto
nell
'
istante
(
il
che
è
perfettamente
immaginabile
)
,
l
'
uomo
dell
'
avvenire
dovrà
nascere
fornito
di
un
cervello
e
di
un
sistema
nervoso
del
tutto
diversi
da
quelli
di
cui
disponiamo
noi
,
esseri
ancora
tradizionali
,
copernicani
,
classici
.
Perché
la
tragedia
dei
nostri
giorni
è
tutta
qui
:
che
noi
reagiamo
a
fenomeni
nuovi
con
istrumenti
vecchi
,
abbiamo
scoperto
armi
,
oggetti
e
pensieri
dei
quali
non
conosciamo
né
il
perché
né
la
portata
.
Vediamo
morire
molte
cose
,
nascerne
molte
altre
,
ma
ci
sfugge
il
senso
,
la
direzione
del
mutamento
.
Per
dirne
una
sola
:
se
si
potesse
guarire
gli
uomini
,
tutti
gli
uomini
,
dai
loro
complessi
,
avrebbe
ancora
una
ragione
di
esistere
l
'
arte
(
l
'
arte
com
'
è
concepita
oggi
?
)
.
«
Torniamo
all
'
antico
»
dice
l
'
uomo
classico
sturando
una
bottiglia
di
Malvasia
e
allungandosi
ai
piedi
di
una
vecchia
quercia
.
Ma
i
suoi
figli
-
ed
egli
stesso
segretamente
-
sanno
troppo
bene
che
,
purtroppo
,
questo
non
è
più
possibile
.
Addio
,
vecchio
mondo
,
abbiamo
sbagliato
la
data
della
nostra
nascita
!