StampaQuotidiana ,
L
'
idea
che
la
sostituzione
di
Mammona
a
Dio
o
all
'
Essere
o
all
'
Ente
(
mettetela
come
volete
)
fosse
il
segno
premonitore
di
una
nuova
barbarie
era
già
viva
in
Kant
,
e
poi
in
Goethe
e
più
tardi
in
Burckhardt
,
e
chissà
in
quanti
altri
(
trascuro
Hegel
per
il
quale
la
morte
dell
'
arte
era
compensata
dal
trionfo
della
Ragione
)
.
Oggi
l
'
idea
si
è
generalizzata
,
ma
è
mutato
il
nome
:
invece
di
barbarie
si
preferisce
parlare
di
progresso
scientifico
e
tecnico
,
di
nuova
cultura
(
due
o
mille
culture
)
,
di
nuova
antropologia
,
restando
identica
,
anzi
peggiore
la
situazione
.
Certo
esistono
differenze
tra
la
vecchia
e
la
nuova
barbarie
.
La
vecchia
era
truculenta
:
i
viaggi
erano
pericolosi
,
sebbene
meno
dei
viaggi
attuali
;
le
pestilenze
falciavano
le
popolazioni
,
i
dissidi
e
le
faide
dividevano
non
solo
gli
Stati
ma
anche
le
famiglie
e
le
consorterie
.
I
morti
di
fame
abbondavano
(
ce
n
'
è
almeno
un
miliardo
anche
oggi
)
;
i
ricchi
anche
allora
avevano
sempre
ragione
;
la
vita
media
dell
'
uomo
era
più
breve
;
e
tuttavia
c
'
era
il
vantaggio
della
lenta
circolazione
delle
idee
.
Queste
erano
poche
e
relativamente
stabili
;
e
non
importa
se
fossero
false
.
Oggi
le
idee
sono
scomparse
:
tutto
è
ipotetico
,
tutto
è
vero
finché
è
vendibile
ed
è
falso
tutto
ciò
che
non
fa
gola
all
'
uomo
economico
.
Molti
sono
convinti
che
il
peggio
deve
venire
,
ma
accettano
il
fatto
come
inevitabile
.
E
quando
verrà
questo
peggio
?
Dovesse
accadere
tra
un
secolo
o
due
,
se
la
sbrighino
i
nostri
pronipoti
.
A
noi
non
importa
nulla
.
La
moltiplicazione
delle
scienze
e
delle
tecniche
è
direttamente
connessa
alla
scomparsa
delle
idee
.
Se
esaminiamo
il
campo
delle
arti
e
delle
lettere
-
il
solo
in
cui
io
abbia
qualche
competenza
-
che
cosa
troviamo
?
Si
afferma
,
per
esempio
,
che
la
letteratura
è
rimasta
indietro
e
che
solo
la
musica
e
le
arti
visuali
tengono
il
passo
.
È
chiaro
che
la
poesia
o
la
prosa
di
romanzo
non
potranno
mettersi
al
corrente
se
non
realizzando
opere
totalmente
prive
di
idee
e
unicamente
affondate
nell
'
inconscio
.
Si
dirà
che
anche
la
rinunzia
alle
idee
è
un
'
idea
,
è
l
'
idea
che
non
esistono
idee
valide
.
Ma
è
un
sostegno
debole
per
una
produzione
che
dopo
ottanta
e
più
anni
di
nuovissimi
ismi
non
ha
nemmeno
il
pregio
della
novità
.
L
'
orrore
per
gli
astratti
contenuti
,
la
giusta
convinzione
che
la
poesia
si
fa
con
le
parole
,
la
musica
con
le
note
,
la
pittura
con
i
colori
,
ha
messo
in
ombra
ciò
che
i
nostri
padri
sapevano
da
secoli
:
e
cioè
che
la
poesia
non
si
fa
soltanto
con
le
parole
,
la
musica
non
si
fa
soltanto
con
i
suoni
e
la
pittura
non
si
fa
unicamente
col
disegno
e
coi
colori
.
Un
simile
orrore
ha
facilitato
l
'
avvento
di
una
musica
in
cui
la
nota
(
la
parola
musicale
)
non
conta
più
nulla
;
di
una
pittura
concepita
come
gesto
pittorico
o
come
esibizione
di
materia
bruta
.
Un
'
arte
così
fatta
-
superate
le
iniziali
diffidenze
-
non
ingombra
lo
spirito
,
non
fa
pensare
.
È
un
'
arte
addirittura
piacevole
.
Quando
il
mondo
(
bomba
atomica
permettendolo
)
sarà
abitato
da
otto
o
nove
miliardi
di
uomini
alti
più
di
due
metri
,
quest
'
arte
sarà
probabilmente
ben
viva
.
Ma
nessuno
potrà
prendersi
la
briga
di
farne
la
storia
,
di
ravvisarvi
il
filo
di
un
'
idea
che
possa
dare
un
senso
all
'
esistenza
del
termitaio
umano
.
E
questo
potrà
dirsi
anche
delle
migliaia
o
dei
milioni
di
opere
letterarie
allineate
,
pienamente
al
corrente
.
I
loro
autori
avranno
avuto
editori
,
cattedre
,
prebende
;
saranno
letti
da
pochi
ma
la
loro
esistenza
avrà
una
consacrazione
ufficiale
.
Più
numerosi
-
un
'
infinità
-
saranno
gli
scrittori
di
roba
commestibile
,
destinati
anch
'
essi
all
'
oblio
ma
ben
pagati
e
rispettati
.
'
rutto
sarà
pienamente
OK
e
i
filosofi
spiegheranno
che
la
loro
materia
,
dopo
essere
stata
in
auge
in
tempi
barbarici
,
dovrà
essere
relegata
nel
buio
di
una
preistoria
che
per
il
nuovo
animale
umano
non
potrà
avere
alcun
interesse
.
Esistono
,
ovviamente
,
altre
ipotesi
,
alternative
diverse
;
ma
non
so
se
più
consolanti
.
Quel
che
pare
certo
è
che
l
'
uomo
debba
pagare
a
caro
prezzo
il
suo
«
grande
rifiuto
»
.