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Le coalizioni degli operai si vanno moltiplicando ed estendendo per tutti i paesi dell ' Europa liberale . Né è meraviglia . Se giusta i principii rivoluzionari la volontà del popolo è sovrana ; debb ' essere lecito del pari alle numerose classi degli operai il prescrivere ai loro padroni la misura del salario o abbandonarne le officine . Oh ! che ? Non hanno anch ' essi la loro logica gli operai ? Non sanno anch ' essi trovare i rapporti e scorgere le analogie per tirarne le medesime conseguenze ? Ovvero il popolo , del quale gli operai sono sì gran parte , avrà diritti sui principii e non sui padroni , alla libertà politica e non al pane quotidiano ? Di qui è che non v ' ha forse in Italia una città informata ai principii nuovi , ove le coalizioni degli operai non abbiano portato lo sgomento o comechesia turbata la consueta calma . Mentre scriviamo , i giornali italiani annunziano uno sciopero in Arpino , anche nella patria di Marco Tullio Cicerone , anche là ! Pare che le coalizioni abbiano a passare dalle città alle borgate e fare il giro anche dei piccoli villaggi , senza però lasciare le città . Che noi fossimo riservati a vedere le diverse classi della società a coalizzarsi le une contro le altre ? Che avessimo a vedere in atto la favola dello stomaco e delle membra ribellate del corpo umano ? Eh ! si direbbe che vi ci siamo incamminati . Usciamo d ' Italia ; ecco la Francia , la figlia dell'89 , il paese dei lumi e del progresso , l ' antesignana delle nazioni . Il governo di Napoleone III e dietro a lui il Corpo legislativo sanciva una legge per disciplinare le coalizioni . Era questo un legalizzarle entro certi confini e sotto certe condizioni . Che ne avvenne ? Se prima le coalizioni non erano rare , ora sono permanenti . Un giornale francese tra lo sbigottito e il festivo così ne parla : « A Lione gli operai tullisti ( che lavorano il tulle ) fanno sciopero ; a Parigi i maniscalchi non ferrano più i cavalli ; i fabbricatori di carrozze e di cappelli non lavorano ; gli operai del porto di Bercy sono in procinto di abbandonare le loro officine . Che fia della grande città , quando verrà la volta de ' panattieri , de ' pasticciai , dei cuochi , ecc.ecc . ? Possiamo far senza di carrozze , lasciare nelle scuderie i cavalli ; ma di pane e vivanda non possiamo far senza . Vedremo noi dunque i Parigini avviarsi ogni sera alle stazioni delle strade ferrate per andare nelle provincie a cercarsi il pranzo ? Faccia il cielo che la commedia non si volga in dramma » . Se dalla Francia passiamo nella fredda Germania , la scena non si muta , se non anzi si fa più tetra . A Berlino i sartori hanno fatto sciopero e ottenuto un aumento di salario che li spingerà a nuovi scioperi per ottenere nuovi aumenti . I calzolai , i falegnami ed altri s ' apparecchiano a seguirne l ' esempio . Lo stesso accade a Erfurt , a Postdam , a Francfort sull ' Oder , a Magonza , ecc . ecc . Così scrive al « Monde » il suo corrispondente di Berlino . Se le esigenze degli operai procedono innanzi di questo passo , i padroni saranno obbligati a chiudere le loro officine e le loro botteghe . Giacché non è a supporsi ch ' essi vogliano impiegare e molto meno consumare i loro capitali ad esclusivo beneficio degli operai . E allora ? Il male è grave e può divenire gravissimo . Chi presiede al governo della cosa pubblica , e ama prevenire collisioni che potrebbero finire coll ' anarchia e col sangue , dovrebbe indagarne le cause per porvi un rimedio . A nostro giudizio le cause sono molteplici ; ma la principale o complessiva è quella che abbiamo indicata sul principio . Da una parte si sono insegnate e si vanno insegnando al popolo quelle dottrine che ne alimentano necessariamente insieme coll ' orgoglio le pretensioni , e insieme colla sete dei godimenti quella del denaro . Dall ' altra parte chi è oggimai che insegna al popolo a stare contento del proprio stato , benché umile ; a moderare i proprii desiderii e a saperli talvolta annegare ; ad apprezzare e cercare sopra tutto i beni futuri ed eterni ? Sono questi i veri e benefici insegnamenti del Vangelo , ossia della Chiesa , che ne è la interprete e la banditrice ; ma tutti sanno come massoni , razionalisti , rivoluzionarii si studiano di avvilire agli occhi del popolo e la Chiesa e la sua dottrina . Non vorremmo essere profeti di sciagure ; ma compaiono già sull ' orizzonte i segni precursori d ' una catastrofe . Fortunati i popoli se cercheranno la salute tra le braccia materne di colei che sola potrà salvarli .